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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 4 novembre 2024

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 4 novembre 2024.

  Albano, Amendola, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Battistoni, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Calderone, Calovini, Carè, Carloni, Cavandoli, Cecchetti, Cesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Comba, Sergio Costa, Del Barba, Della Vedova, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Freni, Gardini, Gava, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Grippo, Guerini, Gusmeroli, L'Abbate, Lollobrigida, Loperfido, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Morrone, Mulè, Onori, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Stefani, Tajani, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Vinci, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 30 ottobre 2024 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   MAIORANO ed altri: «Delega al Governo per l'estensione delle prestazioni del Servizio sanitario militare al personale delle Forze di polizia a ordinamento civile» (2122);

   ILARIA FONTANA: «Disposizioni per la tutela e il governo pubblico delle acque e istituzione dell'Agenzia per le risorse idriche» (2123).

  In data 31 ottobre 2024 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   IEZZI ed altri: «Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di acquisto e di revoca della cittadinanza» (2124);

   MINARDO: «Modifiche al codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di potenziamento delle dotazioni organiche della Marina militare» (2125).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge GIORGIANNI ed altri: «Istituzione della figura professionale del consulente per la gestione delle utenze dei servizi energetici e di telecomunicazioni» (1826) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Mascaretti.

Trasmissione dal Senato.

  In data 31 ottobre 2024 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:

   S. 1054. – «Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane» (approvato dal Senato) (2126).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   VI Commissione (Finanze):

  FRIJIA ed altri: «Modifica all'articolo 04 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, in materia di aggiornamento della misura minima dei canoni annui relativi a talune concessioni demaniali marittime» (1227) Parere delle Commissioni I, V, IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;

  FRIJIA ed altri: «Disposizioni in materia di portualità turistica» (1986) Parere delle Commissioni I, V, VIII, IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   IX Commissione (Trasporti):

  TENERINI: «Disposizioni per la disciplina dell'attività di creatore di contenuti digitali» (1856) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XI e XIV.

   XI Commissione (Lavoro):

  TENERINI: «Introduzione di un'indennità annua in favore dei lavoratori dipendenti di imprese private con contratto di lavoro a tempo parziale ciclico verticale e agevolazione tributaria per la trasformazione di contratti di lavoro stagionale in contratti di lavoro a tempo indeterminato» (1833) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;

  TENERINI: «Modifica all'articolo 47 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernente il congedo per la malattia del figlio» (1904) Parere delle Commissioni I, V, X e XII;

  TENERINI: «Modifica all'articolo 47 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernente l'estensione del periodo di fruizione del congedo per la malattia del figlio fino all'età di quattordici anni» (1924) Parere delle Commissioni I, V, X e XII.

   XIII Commissione (Agricoltura):

  DONDI: «Istituzione del Registro nazionale degli affinatori di formaggio e delega al Governo per la disciplina della sua organizzazione e del suo funzionamento» (1992) Parere delle Commissioni I, II, V, X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali):

  CAPARVI ed altri: «Disciplina per la sicurezza e la prevenzione del rischio di caduta nell'esecuzione di interventi edilizi sulle coperture e sulle facciate vetrate continue degli edifici» (1962) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 30 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Formez PA – Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l'ammodernamento delle PA, per l'esercizio 2022, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 305).

  Questi documenti sono stati trasmessi alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 30 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione La Biennale di Venezia, per l'esercizio 2022, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 306).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 30 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale di alta matematica «Francesco Severi» (INDAM), per l'esercizio 2022, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 307).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 30 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Agenzia spaziale italiana (ASI), per l'esercizio 2022, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 308).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

  Il Presidente della Corte dei conti, con lettera in data 30 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 del regio decreto-legge 9 febbraio 1939, n. 273, il parere reso dalle Sezioni riunite della Corte dei conti, nell'adunanza del 28 ottobre 2024, in merito alla proposta di legge FOTI: «Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, al codice della giustizia contabile, di cui all'allegato 1 al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, e altre disposizioni in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale» (atto Camera n. 1621).

  Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal Ministro
dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 31 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 13, della legge 27 luglio 2000, n. 212, la relazione sull'attività svolta dai Garanti del contribuente nell'anno 2023 (Doc. LII, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 4 novembre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 27, comma 18-bis, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, la relazione sugli effetti prodotti e sui risultati conseguiti dall'applicazione delle disposizioni concernenti il Patrimonio Rilancio, aggiornata al 31 dicembre 2023 (Doc. XXXIX, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla X Commissione (Attività produttive).

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 4 novembre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 16, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, la relazione sulle attività svolte e sui risultati conseguiti dalla Cassa depositi e prestiti Spa nell'anno 2023 (Doc. LIV, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

Annunzio di progetti
di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 31 ottobre 2024, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea nel consiglio di associazione istituito dall'accordo euromediterraneo che istituisce un'associazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica algerina democratica e popolare, dall'altra, per quanto riguarda la modifica di tale accordo mediante la sostituzione del suo protocollo n. 6 relativo alla definizione della nozione di «prodotti originari» e ai metodi di cooperazione amministrativa (COM(2024) 499 final), corredata dal relativo allegato (COM(2024) 499 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/2278 recante sospensione dei dazi della tariffa doganale comune di cui all'articolo 56, paragrafo 2, lettera c), del regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per taluni prodotti agricoli e industriali (COM(2024) 502 final), corredata dal relativo allegato (COM(2024) 502 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea nel Consiglio di associazione istituito dall'accordo che istituisce un'associazione tra la Comunità economica europea e la Turchia per quanto riguarda la modifica della decisione n. 1/98 del Consiglio di associazione CE-Turchia relativa al regime applicabile agli scambi di prodotti agricoli mediante la sostituzione del suo protocollo n. 3 relativo alla definizione della nozione di «prodotti originari» e ai metodi di cooperazione amministrativa (COM(2024) 503 final), corredata dal relativo allegato (COM(2024) 503 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea nel comitato misto istituito dall'accordo tra la Comunità europea del carbone e dell'acciaio e la Repubblica di Turchia sul commercio dei prodotti contemplati dal trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell'acciaio per quanto riguarda la modifica di tale accordo mediante la sostituzione del suo protocollo n. 1 relativo alla definizione della nozione di «prodotti originari» e ai metodi di cooperazione amministrativa (COM(2024) 504 final), corredata dal relativo allegato (COM(2024) 504 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea nel Comitato misto istituito dall'accordo SEE per quanto riguarda la modifica del protocollo 4 di tale accordo, relativo alle norme di origine (COM(2024) 505 final), corredata dal relativo allegato (COM(2024) 505 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 31 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo di solidarietà dell'Unione europea per fornire assistenza alla Germania e all'Italia in relazione alle alluvioni verificatesi nel 2024 (COM(2024) 480 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.

Trasmissione di documenti
connessi ad atti dell'Unione europea.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 31 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, relazioni predisposte dalla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea, riferite al periodo dal 10 al 31 ottobre 2024.

  Questi documenti sono trasmessi alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e alle Commissioni competenti per materia.

Comunicazione di nomine ministeriali.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 30 ottobre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento alla dottoressa Simona Bianchini, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore della Direzione generale delle risorse umane, nell'ambito del Dipartimento della sovranità alimentare e dell'ippica del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI ILARIA FONTANA ED ALTRI N. 1-00346, BONELLI ED ALTRI N. 1-00351 E BRAGA ED ALTRI N. 1-00352 IN MATERIA DI POLITICHE PER IL CLIMA E IMPEGNI PER LA 29a CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO (COP29)

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) dall'11 al 22 novembre 2024 si terrà a Baku (Azerbaigian) la 29a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop29). Le priorità negoziali della Cop29 di Baku verteranno principalmente su specifici temi riguardanti la finanza climatica, tra cui:

     a) la definizione di nuovi obiettivi collettivi quantificati (new collective quantified goals o Ncgqs) al fine di determinare l'entità delle risorse finanziarie che i Paesi sviluppati dovranno stanziare a partire dal 2025 e rispondere quindi alle esigenze dei Paesi in via di sviluppo nella lotta contro il cambiamento climatico;

     b) l'operazionalizzazione dell'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, che è volto a creare mercati del carbonio più efficaci che consentano di canalizzare i finanziamenti verso progetti di energia pulita necessari per garantire la riduzione delle emissioni ed evitare pratiche di greenwashing;

     c) l'incremento delle risorse destinate al Fondo perdite e danni, il cui ammontare è ancora troppo esiguo per rispondere alle perdite e ai danni stimati a livello globale, e il coinvolgimento del settore privato al fine di massimizzarne l'impatto;

     d) lo sviluppo e l'implementazione dei piani nazionali di adattamento (national adaptation plans o Naps), che identificano le vulnerabilità dei sistemi naturali, sociali, ed economici agli impatti dei cambiamenti climatici;

    2) in occasione della 28a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop28) di Dubai, le Parti hanno conseguito diversi risultati importanti, tra cui:

     a) la conclusione del primo global stocktake (Gst), ossia il processo di valutazione intermedia dei progressi verso gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, i cui risultati hanno evidenziato un divario significativo negli impegni per mantenere l'aumento della temperatura media globale entro i 1.5 °C, richiedendo una riduzione più rapida e profonda delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 43 per cento entro il 2030. In tale contesto, le Parti sono state esortate a intraprendere azioni al fine di raggiungere la triplicazione di capacità di energia rinnovabile e il raddoppio dei miglioramenti dell'efficienza energetica su scala globale, nonché l'accelerazione degli sforzi per la riduzione graduale dell'energia da carbone che non può essere abbattuta (unabated coal power), la graduale eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili non efficienti e altre misure per la transizione dei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo;

     b) l'istituzione del Fondo per le perdite e i danni (loss and damage Fund) – con una dotazione di circa 700 milioni di dollari – a sostegno dei Paesi particolarmente vulnerabili che subiscono maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici;

     c) la definizione del quadro dell'obiettivo globale di adattamento (global goal of adaptation), volto a potenziare la capacità di adattamento, a rafforzare la resilienza e a ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici a livello globale. Tuttavia, tale quadro presenta ancora delle carenze sostanziali in termini di quantificazione e misurazione degli obiettivi e di mobilitazione dei finanziamenti, delle tecnologie e delle capacità di adattamento (cosiddetti mezzi di attuazione);

    3) il 20 marzo 2023, l'Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) ha concluso la pubblicazione del sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici (AR6) con il rapporto di sintesi (synthesis report – Syr) che integra i risultati dei tre gruppi di lavoro – Le basi fisico-scientifiche (2021), Impatti, adattamento e vulnerabilità (2022), Mitigazione dei cambiamenti climatici (2022) – e dei tre rapporti speciali – Riscaldamento globale di 1.5 (2018), Climate change and land (2019), Oceano e Criosfera in un clima che cambia (2019);

    4) i principali risultati del rapporto di sintesi mostrano che: a) l'entità dei cambiamenti nel sistema climatico causati dalle emissioni antropiche è senza precedenti nella storia dell'umanità; b) il cambiamento climatico causato dall'uomo sta aumentando la frequenza, l'entità, l'estensione spaziale e la durata degli eventi meteorologici estremi in ogni regione del mondo; c) nonostante i progressi nella pianificazione e nell'attuazione dell'adattamento, esistono lacune e limiti nell'adattamento; d) attualmente i contributi determinati a livello nazionale (Ndc), considerati collettivamente, non sono sufficienti per mantenere il limite di aumento della temperatura globale entro 1,5 °C;

    5) i risultati dell'ultimo rapporto dell'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) mostrano uno scenario caratterizzato da livelli record delle temperature globali nei prossimi cinque anni, stimando una probabilità del 66 per cento che la temperatura globale media annuale tra il 2023 e il 2027 sarà superiore di oltre 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali;

    6) lo scenario di emissioni zero nette al 2050 in linea con 1,5 gradi dell'Agenzia internazionale dell'energia indica che non c'è più spazio per nuove esplorazioni e nuova produzione di combustibili fossili;

    7) le crisi dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità, della desertificazione, dell'inquinamento, nonché il degrado delle terre, delle acque e degli oceani sono fortemente interconnesse e si rafforzano reciprocamente;

    8) la crisi climatica ed ecosistemica impatta sulle società umane producendo povertà, aumento delle diseguaglianze, instabilità geopolitica, insicurezza, conflitti e migrazioni forzate;

    9) gli impegni assunti dai Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi, definiti nella nomenclatura Onu «Contributi determinati a livello nazionale», sono in molti casi insufficienti in termini di obiettivi di decarbonizzazione, oppure carenti nei dettagli sulle politiche necessarie al loro raggiungimento;

    10) in materia di adattamento, benché si registrino nel mondo iniziative positive per la resilienza delle popolazioni, delle economie e degli ecosistemi, i livelli di investimento rimangono troppo bassi, e il quadro rimane frammentato, con progetti spesso sviluppati senza coerenza né coordinamento a livello internazionale, con impatti negativi sulla loro efficacia generale. Ciò è dovuto a una governance fragile, specialmente nei Paesi del Sud globale, e a una carenza di risorse finanziare dedicate;

    11) secondo il rapporto United nations framework convention on climate change, queste tendenze preoccupanti derivano da una finanza globale, sia pubblica sia privata, poco attenta alle necessità della transizione e ancora troppo legata alle fonti fossili. Nei pochi casi in cui i finanziamenti sono effettivamente indirizzati a progetti di mitigazione e adattamento, essi sono distribuiti in maniera diseguale, a scapito soprattutto dei Paesi più poveri;

    12) in linea con le evidenze scientifiche dell'Ipcc, il contesto di crisi richiede urgentemente di accelerare l'azione e di aumentare l'ambizione globale in questo decennio critico. In particolare, limitare il riscaldamento a circa 1,5 °C richiede che le emissioni globali gas climalteranti raggiungano il picco entro il 2025 e siano ridotte del 43 per cento entro il 2030 e del 60 per cento entro il 2035, rispetto al 2019;

    13) il passaggio verso un'economia neutra dal punto di vista climatico, in linea con l'obiettivo di 1,5 °C, richiede l'eliminazione globale dell'utilizzo dei combustibili fossili e il raggiungimento del picco nel loro consumo in questo decennio. In questo contesto, il settore energetico dovrà essere decarbonizzato entro il 2030, anche in considerazione dei potenziali benefici multipli sulla salute umana e la qualità dell'aria, la creazione di posti di lavoro e la sicurezza energetica;

    14) le tecnologie di abbattimento delle emissioni che non danneggiano significativamente l'ambiente esistono in scala limitata e devono essere utilizzate per ridurre le emissioni principalmente nei settori hard to abate e che le tecnologie di rimozione devono contribuire alle emissioni negative globali. Tali tecnologie non devono essere utilizzate per ritardare l'azione climatica nei settori in cui sono disponibili alternative di mitigazione fattibili, efficaci e a basso costo;

    15) per perseguire obiettivi globali compatibili con 1,5 °C entro il 2030, occorre un aumento rapido dell'efficienza energetica e dello sviluppo delle energie rinnovabili. In particolare, come affermato alla Cop28 di Dubai, occorre triplicare la capacità installata di energia rinnovabile e raddoppiare gli obiettivi di efficienza energetica entro il 2030. Parimenti essenziale è promuovere il risparmio energetico e procedere verso l'eliminazione completa di produzione e consumo di energia derivante dai combustibili fossili. Queste iniziative implicano un lavoro congiunto con i Paesi in via di sviluppo. Ciò include il potenziamento delle loro strutture istituzionali e la fornitura di supporto tecnico e finanziario, il tutto finalizzato a garantire che i vantaggi della transizione, inclusi l'accesso all'energia e la sicurezza energetica, siano condivisi universalmente;

    16) l'azione climatica crea numerose opportunità per l'economia nazionale e la crescita economica, tra cui: l'aumento degli investimenti, della competitività e dell'innovazione, la creazione di posti di lavoro; ma anche per le persone, in termini di migliori standard di vita, salute, lavori dignitosi, sistemi alimentari sostenibili e prezzi accessibili dell'energia;

    17) per sfruttare al meglio il vantaggio competitivo europeo occorre inquadrare la prospettiva dello sviluppo industriale nell'ottica della decarbonizzazione e gestire la transizione delle filiere legate a prodotti e tecnologie obsolete rispetto alla visione della neutralità tecnologica. Azioni non coordinate o unilaterali verso la decarbonizzazione dell'industria determinano rischi di competitività e di efficacia dell'azione climatica e, dall'altro lato, azioni protezionistiche a fini ambientali possono essere percepite dai Paesi del Sud globale come discriminatorie;

    18) gli attuali accordi di finanziamento devono essere rafforzati per aumentare le risposte alle perdite e danni derivanti dagli effetti avversi dei cambiamenti climatici e affrontare le lacune esistenti. A tal fine, occorre utilizzare il potenziale delle banche multilaterali di sviluppo e delle istituzioni finanziarie internazionali, tra cui il Gruppo della Banca Mondiale, il Fondo monetario internazionale e la Banca europea per gli investimenti, per contribuire agli accordi di finanziamento per rispondere alle perdite e ai danni;

    19) è necessario definire con precisione un calendario per l'abbandono delle fonti fossili: secondo l'Agenzia internazionale dell'energia, per raggiungere gli obiettivi di limitazione del cambiamento climatico, sarà necessario non solo bloccare la ricerca di nuovi pozzi petroliferi, ma anche arrestare la produzione di una parte di quelli già attivi;

    20) migliorare la capacità di adattamento e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici è fondamentale per la sicurezza del Paese. In questo senso, strategie e piani nazionali di adattamento olistici, inclusivi ed efficacemente attuati assumono un ruolo centrale per la sicurezza dei cittadini. L'Onu raccomanda una maggiore cooperazione internazionale in materia di scambio di buone pratiche, in particolare a livello regionale: nel caso dell'Italia, questo potrebbe avvenire soprattutto in ambito mediterraneo;

    21) il rapporto United nations framework convention on climate change sottolinea l'importanza di una gestione oculata del territorio, in quanto gli ecosistemi possono offrire un contributo considerevole nella lotta al cambiamento climatico. In particolare, un ruolo di fondamentale importanza è attribuito alla protezione delle foreste, che per la loro capacità di assorbimento dell'anidride carbonica rappresentano un alleato naturale nella lotta al cambiamento climatico;

    22) il sistema finanziario globale non è sufficientemente impegnato nel sostegno alla transizione, in modo particolare nel Sud del mondo. La necessità di intensificare gli sforzi per accelerare la transizione energetica, specialmente da parte delle economie avanzate a beneficio dei Paesi più poveri, è emersa dal summit africano sul clima, tenutosi a Nairobi all'inizio del mese di settembre 2023. I Paesi africani, riuniti in quell'occasione sotto la presidenza kenyota di William Ruto, hanno sottolineato gli squilibri globali e di come l'Africa, il continente che sia in termini demografici sia in termini economici è destinato a crescere di più in questo secolo, sia pressoché assente nei piani della finanza globale per il clima;

    23) nell'architettura finanziaria globale e nelle relazioni con il Sud del mondo, l'Italia ha un ruolo di primo piano essendo uno dei principali attori economici in Africa. Tuttavia, la gran parte degli investimenti italiani è rappresentata da progetti per lo sfruttamento delle fonti fossili. Inoltre, questi investimenti beneficiano del sostegno delle finanze pubbliche, e quindi dei contribuenti, essendo spesso garantiti da Sace, società direttamente controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze;

    24) in materia di investimenti e progetti di sviluppo privati, nel rapporto United nations framework convention on climate change si menziona anche la necessità di intervenire dal punto di vista del credito e delle garanzie statali sugli investimenti diretti esteri, in un'ottica di abbandono del sostegno ai progetti fossili;

    25) né le partecipate di Stato che si occupano di idrocarburi, come Eni, né Sace, né altre grandi società italiane attive a livello globale nel settore degli idrocarburi hanno adottato una strategia compatibile con gli impegni assunti dal nostro Paese in sede europea e Onu in materia di cambiamento climatico;

    26) la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento tenuto all'Assemblea Generale dell'Onu del 23 settembre 2024, ha riconosciuto il cambiamento climatico tra le maggiori sfide del nostro tempo e come fattore di rischio per la sicurezza internazionale;

    27) a margine della settimana di alto di livello della 79a Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato l'Inviato Speciale per il Clima e Ministro dell'industria degli Emirati Arabi Uniti, Sultan al-Jaber. Al centro del colloquio, le opportunità di investimento e di collaborazione tra Italia e Emirati Arabi Uniti, con particolare riguardo al settore delle rinnovabili e ai progetti di interconnessione. L'incontro ha anche permesso di approfondire possibili iniziative comuni in Africa, nel quadro del Piano Mattei – che andrebbe opportunamente implementato per garantire il conseguimento degli obiettivi fissati – e del Processo di Roma su migrazioni e sviluppo, con un focus specifico sulle energie rinnovabili;

    28) gli effetti del cambiamento climatico su stabilità e sicurezza sono sempre più evidenti, tanto che sempre più Stati e organizzazioni internazionali si stanno attrezzando per integrare il nesso tra clima e sicurezza nelle proprie strategie di proiezione globale. Una riflessione strategico-operativa sul nesso clima-pace-sicurezza rappresenta un passaggio necessario e obbligato per la proiezione dell'Italia nel Mediterraneo e in Africa e per la stessa sicurezza del nostro Paese;

    29) l'Italia si trova al centro di una regione, quella del Mediterraneo allargato, in cui l'impatto del cambiamento climatico interagisce con fattori pre-esistenti di instabilità, rischiando di esacerbare crisi esistenti e di crearne di nuove a livello locale, nazionale e transnazionale, con ricadute che coinvolgono direttamente anche l'Italia e l'Europa. Per questo l'Italia ha un interesse prioritario nello sviluppare un quadro di policy che integri in modo sistematico la dimensione clima in tutte proprie le strategie e iniziative di politica estera e sicurezza;

    30) l'Italia, grazie alle sue caratteristiche geografiche, culturali e politiche, alle sue competenze tecniche e tecnologiche e all'impegno diplomatico profuso, ricopre un ruolo di rilievo nel Mediterraneo e dispone del potenziale per assumere un ruolo di «ponte» non solo fra le due sponde del Mediterraneo, ma in modo più ampio tra il Nord e il Sud Globale. Questa nuova relazione passa necessariamente attraverso il rafforzamento della cooperazione energetica nel Mediterraneo in un'ottica di transizione giusta verso le fonti rinnovabili. I Paesi del Mediterraneo dispongono infatti di un potenziale di produzione di energie rinnovabili altissimo: secondo i più recenti modelli, essi potrebbero disporre, con le tecnologie attuali, di un potenziale «verde» di 4,5 terawatt, pari a circa 14 volte la potenza rinnovabile già installata in tutta la regione;

    31) nonostante l'enorme potenziale rinnovabile, i Paesi del Mediterraneo non hanno una visione comune e non hanno espresso impegni chiari per raggiungere gli obiettivi globali di decarbonizzazione, incluso l'impegno assunto collettivamente alla Cop28 di Dubai di triplicare la capacità di energia rinnovabile nel mondo;

    32) la partecipazione pubblica e inclusiva, l'interazione e l'accesso alle informazioni, anche per la società civile e i diversi portatori di interessi, sono fondamentali per promuovere la giustizia sociale, l'equità e l'inclusione nella transizione verso la neutralità climatica,

impegna il Governo:

1) a supportare la definizione di nuovi obiettivi collettivi quantificati ambiziosi (new collective quantified goals o (Ncgqs) attraverso un impegno finanziario adeguato a rispondere ai bisogni dei Paesi in via di sviluppo e allineato all'obiettivo dell'1,5 °C e che preveda una parte significativa di sovvenzioni e finanziamenti agevolati per la mitigazione, l'adattamento e le perdite e i danni;

2) ad adottare le necessarie iniziative di competenza volte ad adempiere agli impegni sottoscritti, insieme agli altri Paesi sviluppati e in ottemperanza dell'Accordo di Parigi, aumentando i propri contributi finanziari per il green climate Fund e riattivando i contributi finanziari all'adaptation Fund;

3) a supportare l'azione diplomatica verso l'attivazione di contributi finanziari per l'azione climatica globale anche da parte delle cosiddette economie emergenti, in linea con l'evoluzione dei bisogni e delle proprie capacità;

4) a promuovere lo sviluppo di un approccio sistemico ai piani di transizione, che integri i piani nazionali con quelli privati (inclusi il settore finanziario e le imprese) e delle istituzioni pubbliche come le banche centrali;

5) a incentivare la creazione di meccanismi efficaci a livello internazionale per mobilitare la finanza privata verso la transizione, sviluppando strumenti innovativi come partenariati pubblico-privati, schemi di de-risking e politiche di incentivi mirati, che possano offrire maggiore sicurezza e stabilità agli investitori privati;

6) a sostenere la creazione di un quadro regolatorio internazionale stabile per favorire gli investimenti privati sulle tecnologie della transizione sulla produzione di energia rinnovabile;

7) a promuovere l'adozione di misure concrete per affrontare la crisi del debito e favorire la sostenibilità debitoria nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa;

8) a sostenere le iniziative per l'introduzione di sospensioni temporanee dei pagamenti del servizio del debito per i Paesi in via di sviluppo che ne fanno richiesta, di procedure più trasparenti, rapide e prevedibili e di criteri di eleggibilità per il credito più flessibili;

9) a sostenere una revisione urgente delle sovrattasse applicate dal Fondo monetario internazionale sui debiti scaduti, riducendo così il costo del servizio del debito per i Paesi più vulnerabili, con particolare riferimento ai Paesi africani;

10) a promuovere la creazione di politiche della domanda dei prodotti verdi mediante accordi globali internazionali di commercio intorno a standard rigorosi, sistemi di reporting comuni, paragonabili o interoperabili, anche affrontando le questioni di sovraccapacità, come nel caso della produzione dell'acciaio;

11) ad adottare le necessarie iniziative di competenza volte a identificare un obiettivo esplicito di elettrificazione e un quadro di politiche coerenti con questo obiettivo – comprese politiche fiscali, tariffarie e industriali – per colmare le lacune di ambizione del Piano nazionale integrato per il clima e l'energia quale strumento di attuazione degli impegni sottoscritti con l'Accordo di Parigi;

12) alla luce del ruolo dell'Italia nel Mediterraneo, a rafforzare la cooperazione regionale e promuovere accordi che siano in grado di ridisegnare gli equilibri reciproci e le interdipendenze tra i Paesi che affacciano sul Mediterraneo nell'ottica della transizione, utilizzando la promozione delle rinnovabili e l'innovazione tecnologica come volano per costruire nuovi sistemi industriali per economie concretamente resilienti, superando modelli protezionistici o misure unilaterali come il Carbon border adjustment mechanism;

13) ad adottare iniziative volte ad allineare il Piano nazionale energia e clima (Pniec) con i risultati del global stocktake e al rinnovato contributo nazionale determinato (Ndc) dell'Unione europea in corso di elaborazione affinché entrambi consentano all'Italia e all'Unione europea di conseguire l'obiettivo di riduzione delle emissioni del 90 per cento al 2040 rispetto al 1990 come da comunicazione della Commissione europea del febbraio 2024;

14) a sostenere l'adozione di un contributo determinato a livello europeo (nationally determined contribution, Ndc) allineato all'obiettivo di 1,5 gradi centigradi, come da dichiarazione finale del G7 di Borgo Egnazia, che risponda all'impegno dell'eliminazione graduale dei combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, siglato alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Dubai (Cop28), considerando che questi contributi devono porre un freno immediato all'espansione di nuovi progetti di combustibili fossili, includere piani di eliminazione dei combustibili fossili in modo equo e vincolato nel tempo, per cui l'Italia ha, in quanto Paese del Nord globale, la capacità economica per eliminarne la produzione più rapidamente;

15) ad adottare iniziative volte a promuovere meccanismi di governance e monitoraggio che permettano di colmare il divario tra l'implementazione e gli obiettivi del Piano nazionale energia e clima (Pniec) e l'orizzonte del contributo nazionale determinato (Ndc) dell'Unione europea, sia nella versione vigente che in quello aggiornato di prossima adozione;

16) ad adottare iniziative volte ad attuare i requisiti di trasparenza, coerenza e accuratezza previsti dall'Accordo di Parigi sia all'interno nel contributo nazionale determinato (Ndc) dell'Unione europea che nell'attuazione del Piano nazionale energia e clima (Pniec);

17) a farsi promotore di un dialogo tra le Parti per supportare l'elaborazione dei contributi nazionali determinati (Ndc) dei Paesi in via di sviluppo al fine di rinnovare gli impegni di mitigazione presi nell'Accordo di Parigi. In particolare, a sostenere la capacità dei Paesi in via di sviluppo attraverso approcci regionali, bilaterali e multilaterali, e a riferire in Parlamento rispetto ai risultati di tali iniziative;

18) ad assumere iniziative di competenza volte a fornire un chiaro mandato alle società partecipate controllate dallo Stato ad allineare i propri piani di sviluppo all'obiettivo dell'1,5 gradi in linea con le raccomandazioni sviluppate dal Gruppo di esperti di alto livello nel rapporto «Integrity Matters: Net Zero commitments by Businesses, Financial Institutions, Cities and Regions» su mandato dei Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, presentate alla Cop27 di Sharm el-Sheikh, in Egitto;

19) ad adottare iniziative volte a porre fine ai sussidi e ai finanziamenti per i combustibili fossili e stabilire politiche per garantire una diversificazione economica e una giusta transizione e per i lavoratori e le comunità colpite, promuovendo tale percorso anche a livello internazionale attraverso l'implementazione dell'obiettivo dell'articolo 2.1, lettera c) dell'Accordo di Parigi;

20) ad adottare iniziative volte ad assicurare che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano allineate all'obiettivo dell'1,5 °C, esprimendo un chiaro mandato a Sace e a Cassa depositi e prestiti affinché allineino le proprie politiche di esclusione all'impegno di Glasgow firmato dal Governo italiano nel 2021, portino a termine la concessione di garanzie per investimenti su progetti fossili a partire da gennaio 2025 e avviino una consultazione pubblica per la definizione delle esclusioni;

21) ad adottare le iniziative necessarie ad aderire come membro alla Beyond Oil and Gas Initiative (Boga), che impegna i Governi a porre fine a nuove concessioni e licenze per la produzione e l'esplorazione di petrolio e gas e a fissare una data allineata a Parigi per porre fine alla produzione e all'esplorazione di idrocarburi sul territorio su cui hanno giurisdizione;

22) ad adottare iniziative volte a perseguire l'obiettivo di una riduzione del 75 per cento delle emissioni globali di metano da combustibili fossili come da impegno G7, in primis, riducendo l'intensità delle emissioni di metano delle operazioni petrolifere e del gas entro il 2030, attraverso lo sviluppo di una metodologia solida e l'uso di dati di misura, e la collaborazione con i Paesi produttori di petrolio e gas, considerato che, in quanto Paese importatore di gas fossile, l'Italia dovrebbe promuovere iniziative volte a ridurre le emissioni di metano lungo tutta la filiera, dalla produzione attraverso il trasporto tramite gasdotto e la distribuzione in territorio nazionale all'interno di un più ampio percorso che porti l'Italia ad abbandonare gradualmente il gas;

23) a integrare, in linea con gli obiettivi della politica estera italiana, la dimensione del clima nella strategia per la promozione di pace, sicurezza e stabilità nella regione del Mediterraneo, e con quanto delineato con il «Processo di Roma»;

24) ad adottare iniziative volte a promuovere il coinvolgimento di tutti gli attori interessati a livello politico-diplomatico, economico, finanziario e della cooperazione allo sviluppo affinché il nesso clima-pace-sicurezza sia compreso e integrato in piani, strategie e politiche verso il Mediterraneo, attivando un coordinamento operativo a livello interministeriale;

25) a supportare, nel quadro della Cop29 Climate Peace Initiative, la presidenza azera della Cop29 e dei Paesi partner attraverso l'apporto di competenze ed esperienza riferite alle regioni prioritarie per l'Italia, quali il Mediterraneo e l'Africa;

26) a promuovere, in linea con gli obiettivi Cop28 di triplicare la capacità installata di energia rinnovabile entro il 2030 e in linea con l'impegno italiano nel Mediterraneo e in Africa espresso dal Piano Mattei, gli sforzi di transizione energetica nell'area prioritaria del Mediterraneo, supportando iniziative come il TeraMed, ovvero l'adozione di un obiettivo comune regionale di un TeraWatt di capacità di energia rinnovabile installata entro il 2030;

27) a collaborare, in ottica della Cop30 di Belém, con i partner mediterranei e africani per l'aggiornamento dei contributi determinati a livello nazionale (nationally determined contributions – Ndcs), supportando la redazione e implementazione di Piani nazionali in linea con l'obiettivo di 1.5 °C come leva diplomatica per promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili nella regione;

28) ad adottare iniziative volte ad allineare il Piano Mattei con gli impegni internazionali sottoscritti alla Cop28 e con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, costruendo relazioni strategiche con i partner africani attraverso lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e l'elettrificazione dei consumi energetici come precondizione per uno sviluppo economico-sociale sostenibile, inclusivo e di lungo periodo;

29) a sostenere i partner africani nell'integrazione della decarbonizzazione e nella costruzione di resilienza climatica all'interno dei loro piani di sviluppo economico e industriale, escludendo tanto nel quadro del Piano Mattei quanto nell'ambito delle relazioni bilaterali con i Paesi africani il supporto a nuovi progetti di estrazione di gas e petrolio, sia a livello politico sia attraverso la finanza pubblica, in linea con la dichiarazione finale del G7 di Borgo Egnazia e della Cop28 di Dubai, che impegna i Paesi a contribuire all'eliminazione graduale dei combustibili fossili nei sistemi energetici in modo equo;

30) ad adottare iniziative volte a considerare lo sviluppo di progetti di agro-energia del Piano Mattei (feedstock per la produzione di biocarburanti in Paesi africani) nel quadro della sostenibilità degli stessi, sia per quel che riguarda gli impatti sulle risorse scarse dei Paesi coinvolti (acqua, territorio, biodiversità) sia per quel che riguarda la competizione con lo sviluppo di filiere agroalimentari, anche nei contesti di sviluppo delle economie rurali;

31) ad adottare iniziative volte a garantire valutazioni indipendenti sull'impatto climatico dei progetti del Piano Mattei, anche attraverso l'elaborazione di criteri di valutazione comparativi per investimenti in progetti alternativi, come l'agrivoltaico, che tengano in considerazione il fabbisogno energetico soddisfatto localmente;

32) a invitare l'United nations framework convention on climate change e le autorità della Repubblica dell'Azerbaigian a garantire la possibilità per tutti i cittadini e le organizzazioni della società civile di partecipare pienamente e liberamente alla Cop29 e a garantire che il processo decisionale sia protetto dall'ingerenza di interessi contrari agli obiettivi dell'Accordo di Parigi;

33) ad adottare iniziative di competenza volte a monitorare e riferire regolarmente sulle iniziative intraprese e i progressi compiuti in relazione agli impegni assunti in vista della Cop29 e a garantire che i futuri aggiornamenti normativi siano in linea con gli impegni e le strategie delineate, assicurando la coerenza delle azioni climatiche a livello nazionale e internazionale;

34) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a coinvolgere attivamente il Parlamento, le autorità locali, le parti sociali, il settore privato e la società civile nel processo decisionale e nella realizzazione degli impegni assunti.
(1-00346) «Ilaria Fontana, Sergio Costa, Pavanelli, L'Abbate, Cappelletti, Morfino, Santillo, Riccardo Ricciardi, Scutellà, Caramiello».


   La Camera,

   premesso che:

    1) il 12 dicembre 2015 si è conclusa a Parigi la 21a Conferenza delle Parti (Cop21) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United nations framework convention on climate change Cop21), con la firma dello storico accordo volto a regolare il periodo post-2020. Tale accordo, adottato con la decisione 1/CP21, definisce quale obiettivo di lungo termine il contenimento dell'aumento della temperatura del pianeta, ben al di sotto dei 2 °C e il perseguimento degli sforzi di limitare l'aumento a 1.5 °C rispetto ai livelli pre-industriali;

    2) a quasi dieci anni dalla Cop21 di Parigi, dall'11 al 22 novembre 2024 a Baku, in Azerbaijan, si svolgerà la 29a sessione della Conferenza delle Parti (Cop29) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United nations framework convention on climate change Cop29) affiancata dalla 19a riunione della Cop che funge da Riunione delle Parti del Protocollo di Kyoto (CMP19) e dalla 6a riunione della Cop che funge da Riunione delle Parti dell'Accordo di Parigi (CMA6);

    3) la Cop29 si inserisce come tappa fondamentale nel percorso iniziato alla Cop28 di Dubai, nel 2023, dove si è raggiunto lo storico accordo del transitioning away – o uscita progressiva – dalle fonti fossili già a partire da questo decennio, che condurrà alla Cop30 di Belém, in Brasile, con la presentazione dei nuovi obiettivi e piani nazionali di riduzione delle emissioni al 2035, i cosiddetti Ndcs (Nationally determined contributions);

    4) la Cop29 sarà un momento cruciale per dare continuità ai risultati ottenuti dalla comunità internazionale lo scorso anno a Dubai e poter dar seguito alle discussioni sull'abbandono delle fonti fossili e sulla necessità di triplicare l'installazione di quelle rinnovabili e raddoppiare l'efficienza energetica entro il 2030, con l'obiettivo di conseguire una giusta transizione;

    5) le 198 Parti discuteranno, tra l'altro, il nuovo obiettivo di finanza per il clima (New Collective Quantified Goal – Ncqg) con l'obiettivo di aumentare le risorse a disposizione dei progetti e dei processi di mitigazione e adattamento nei prossimi anni ai cambiamenti climatici. Il 2024 rappresenta la scadenza per trovare un accordo per il nuovo target che sostituirà il precedente obiettivo dei 100 miliardi annui, a partire dal 2025, per aiutare i Paesi più vulnerabili ad affrontare i cambiamenti climatici;

    6) la Cop29 avrà luogo in un contesto di forte instabilità dal punto di vista geopolitico caratterizzato dall'insediamento della nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, dall'incognita delle elezioni americane, da un Vertice dei Paesi G20 che si terrà a Rio de Janeiro in Brasile nel mezzo della Cop29 e dai diversi conflitti che affliggono sia il Nord che il Sud del mondo. La Cop29, quindi, può essere uno degli ultimi contesti internazionali in cui il multilateralismo non solo sopravvive ma mostra anche che una modalità di cooperazione efficace sia ancora possibile attraverso il dialogo, l'ascolto e il compromesso;

    7) nella seduta del 17 ottobre 2024 il Consiglio europeo ha assunto le conclusioni che costituiranno la posizione negoziale generale dell'Unione europea alla Cop29. Considerando il bilancio globale della Cop28 dello scorso anno, il Consiglio europeo sottolinea la necessità di basarsi su tutti gli aspetti della decisione sul bilancio globale e di attuarli. Le conclusioni sottolineano in particolare l'importanza che rivestono il dialogo con gli Emirati Arabi Uniti per monitorare i progressi collettivi, il programma di lavoro sulla mitigazione per aumentare l'ambizione in materia di mitigazione e il programma di lavoro su percorsi di transizione giusta per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi in modo giusto ed equo per tutti;

    8) il Consiglio chiede che i prossimi impegni degli Stati siano elevati al più alto possibile livello d'ambizione. Per i Paesi dell'Unione europea al 2030 evidenzia come strategica l'attuazione del pacchetto legislativo «pronti per il 55 per cento», e a livello globale rilancia:

     a) l'invito alle parti ad allineare le proprie politiche e misure con gli obiettivi stabiliti nei loro Ndcs (Nationally determined contributions – gli impegni nazionali formalizzati da parte di ciascuno Stato verso gli obiettivi climatici) in linea con l'Accordo di Parigi, constatando con preoccupazione l'incoerenza tra impegni dichiarati nelle Cop e piani nazionali;

     b) l'appello a triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale e a raddoppiare il tasso medio annuo globale di miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030;

     c) la presentazione, promozione e attuazione di piani nazionali per l'adattamento, evidenziando la complementarità con le azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici, invitando tutte le Parti a compiere maggiori sforzi per integrare l'adattamento al cambiamento climatico e la resilienza nelle politiche, nei settori, nei programmi e nelle attività pertinenti ed esistenti;

     d) la richiesta di eliminare il prima possibile i sussidi ai combustibili fossili che non affrontano la povertà energetica o la giusta transizione;

    9) lo stesso Consiglio dell'8 ottobre 2024 ha già assunto specifiche conclusioni sulla finanza per il clima richiamando anche gli impegni del Patto sul futuro, ribadendo l'urgenza di perseguire la riforma più ampia dell'architettura finanziaria internazionale e mettendo in evidenza la necessità di compiere tutti gli sforzi necessari per indirizzare la finanza privata verso gli obiettivi climatici. In proposito è stato richiamato il report del panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) secondo cui i flussi finanziari pubblici e privati per i combustibili fossili sono ancora maggiori di quelli per l'adattamento e la mitigazione del clima,

impegna il Governo:

1) a supportare la definizione di nuovi obiettivi collettivi quantificati ambiziosi (new collettive quantified goals o Ncgqs) attraverso un impegno finanziario adeguato a rispondere ai bisogni dei Paesi in via di sviluppo e allineato all'obiettivo dell'1,5 °C e che preveda una parte significativa di sovvenzioni e finanziamenti agevolati per la mitigazione, l'adattamento, le perdite e i danni;

2) ad adottare iniziative di competenza volte a confermare l'impegno a contribuire al secondo periodo di rifinanziamento del Fondo verde per il clima (green climate Fund) raddoppiando il precedente contributo a 600 milioni di euro;

3) ad adottare iniziative di competenza volte ad aumentare, in linea con gli impegni sottoscritti insieme agli altri Paesi sviluppati e in ottemperanza dell'Accordo di Parigi, il contributo annuale all'adaptation Fund a 60 milioni di euro l'anno, rinnovandolo annualmente;

4) a sostenere la rapida operatività del Fondo per le perdite e i danni stimolando la contribuzione degli altri Paesi sviluppati;

5) a supportare l'azione diplomatica verso l'attivazione di contributi finanziari per l'azione climatica globale anche da parte delle cosiddette economie emergenti, in linea con l'evoluzione dei bisogni e delle proprie capacità;

6) a promuovere lo sviluppo di un approccio sistemico ai piani di transizione, che integri i piani nazionali con quelli privati (inclusi il settore finanziario e le imprese) e delle istituzioni pubbliche come le banche centrali;

7) ad adottare iniziative volte ad accelerare l'operatività del Fondo italiano per il clima (Fic), per il quale l'Italia si è impegnata a investire 840 milioni di euro l'anno dal 2022 al 2026, assicurando che il Fondo italiano per il clima sia gestito con integrità e trasparenza e coinvolgendo nel processo decisionale sia la società civile italiana, sia le comunità locali che beneficiano dei finanziamenti;

8) ad adottare iniziative per stabilire criteri trasparenti e verificabili per l'assegnazione dei finanziamenti del Fondo italiano per il clima in modo da garantire l'efficacia nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi ed una ripartizione equilibrata dei finanziamenti tra le attività di mitigazione e adattamento;

9) ad adottare iniziative per aumentare la quota di sovvenzioni nell'ambito del Fondo italiano per il clima, finalizzate a facilitare gli interventi in contesti fragili o in conflitto, che sono particolarmente vulnerabili agli shock e agli impatti climatici;

10) ad assumere iniziative volte ad aumentare la quota di Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) dallo 0,3 per cento del prodotto interno lordo nel 2022 allo 0,5 per cento nel 2025, per arrivare all'obiettivo dello 0,7 per cento entro il 2030, allineando le azioni della cooperazione allo sviluppo agli obiettivi climatici e dedicando il 50 per cento di esse alla lotta al cambiamento climatico;

11) a promuovere l'adozione di misure concrete per affrontare la crisi del debito e favorire la sostenibilità debitoria nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, sostenendo le iniziative per l'introduzione di sospensioni temporanee dei pagamenti del servizio del debito per i Paesi che ne fanno richiesta, di procedure più trasparenti, rapide e prevedibili e di criteri di eleggibilità per il credito più flessibili;

12) a sostenere una revisione urgente delle sovrattasse applicate dal Fondo monetario internazionale sui debiti scaduti, riducendo così il costo del servizio del debito per i Paesi più vulnerabili, con particolare riferimento ai Paesi africani;

13) ad adottare e annunciare nell'ambito della Cop29 la decisione di incrementare del 25 per cento in termini reali il contributo dell'Italia all'Associazione internazionale per lo sviluppo (Ida);

14) ad adottare iniziative di competenza volte a redistribuire almeno il 40 per cento dei propri diritti speciali di prelievo per la mitigazione e l'adattamento e impegnarsi collettivamente in sede G7 a redistribuire una quota pari a 100 miliardi di dollari in diritti speciali di prelievo entro la fine del 2024, sia attraverso il Fondo per la resilienza del Fondo monetario internazionale sia sbloccando l'utilizzo dei diritti speciali di prelievo come capitale ibrido, in modo da essere riallocabile alle banche multilaterali di sviluppo, inclusa la Banca africana di sviluppo;

15) a promuovere la creazione di politiche della domanda dei prodotti verdi mediante accordi globali internazionali di commercio intorno a standard rigorosi, sistemi di reporting comuni, paragonabili o interoperabili, anche affrontando le questioni di sovraccapacità, come nel caso della produzione dell'acciaio;

16) ad adottare le necessarie iniziative di competenza volte ad identificare un obiettivo esplicito di elettrificazione e un quadro di politiche coerenti con tale obiettivo – comprese politiche fiscali, tariffarie e industriali – per colmare le lacune di ambizione e attuazione del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima quale strumento di attuazione degli impegni sottoscritti con l'Accordo di Parigi;

17) alla luce del ruolo dell'Italia nel Mediterraneo, a rafforzare la cooperazione regionale e promuovere accordi che siano in grado di ridisegnare gli equilibri reciproci e le interdipendenze tra i Paesi che affacciano sul Mediterraneo, nell'ottica della transizione, utilizzando la promozione delle rinnovabili e l'innovazione tecnologica come volano per costruire nuovi sistemi industriali per economie concretamente resilienti, superando modelli protezionistici o misure unilaterali come il Carbon Border Adjustment Mechanism;

18) ad adottare iniziative volte ad allineare il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) con i risultati del Global stocktake e al rinnovato contributo nazionale determinato dell'Unione europea in corso di elaborazione, affinché entrambi consentano all'Italia e all'Unione europea di conseguire l'obiettivo di riduzione delle emissioni del 90 per cento al 2040 rispetto al 1990 come da comunicazione della Commissione europea del febbraio 2024;

19) a sostenere l'adozione di un contributo determinato a livello europeo (nationally determined contribution, Ndc) allineato all'obiettivo di 1,5 gradi centigradi, come da dichiarazione finale del G7 di Borgo Egnazia, che risponda all'impegno dell'eliminazione-graduale dei combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, siglato alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Dubai (Cop28), considerato che questi contributi devono porre un freno immediato all'espansione di nuovi progetti di combustibili fossili, includere piani di eliminazione dei combustibili fossili in modo equo e vincolato nel tempo, per cui l'Italia ha, in quanto Paese del Nord Globale, la capacità economica per eliminarne la produzione più rapidamente;

20) ad adottare iniziative volte ad attuare i requisiti di trasparenza, coerenza e accuratezza previsti dall'Accordo di Parigi sia all'interno nel nationally determined contribution Unione europea che nell'attuazione del Pniec;

21) a farsi promotore di un dialogo tra le Parti per supportare l'elaborazione dei nationally determined contribution dei Paesi in via di sviluppo al fine di rinnovare gli impegni di mitigazione presi nell'Accordo di Parigi, in particolare, a sostenere la capacità dei Paesi in via di sviluppo attraverso approcci regionali, bilaterali e multilaterali, riferendo in Parlamento rispetto ai risultati di tali iniziative;

22) ad assumere iniziative di competenza volte a fornire un chiaro mandato alle società partecipate controllate dallo Stato ad allineare i propri piani di sviluppo all'obiettivo degli 1,5 gradi in linea con le raccomandazioni sviluppate dal Gruppo di esperti di alto livello nel rapporto «Integrity matters: Net zero commitments by businesses, financial institutions, cities and regions» su mandato del Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, presentate alla Cop27 di Sharm el-Sheikh, in Egitto;

23) ad adottare iniziative volte a porre fine ai sussidi e ai finanziamenti per i combustibili fossili e stabilire politiche per garantire una diversificazione economica e una giusta transizione per i lavoratori e per le comunità colpite, promuovendo tale percorso anche a livello internazionale attraverso l'implementazione dell'obiettivo dell'articolo 2.1, lettera c), dell'Accordo di Parigi;

24) ad adottare iniziative volte ad assicurare che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano allineate all'obiettivo dell'1,5 °C, esprimendo un chiaro mandato a Sace, Cdp e Invitalia affinché allineino le proprie politiche di esclusione all'impegno di Glasgow firmato dal Governo italiano nel 2021;

25) ad adottare iniziative volte ad assicurare che Sace, Cdp e Invitalia portino a termine la concessione di garanzie per investimenti su progetti fossili, a partire da gennaio 2025 e avviino una consultazione pubblica per la definizione delle clausole di esclusione;

26) ad adottare iniziative necessarie ad aderire come membro alla Beyond oil and gas initiative (Boga), che impegna i Governi a porre fine a nuove concessioni e licenze per la produzione e l'esplorazione di petrolio e gas e a fissare una data allineata con l'Accordo di Parigi per porre fine alla produzione e all'esplorazione di idrocarburi sul territorio su cui hanno giurisdizione;

27) ad adottare iniziative volte a perseguire l'obiettivo di una riduzione del 75 per cento delle emissioni globali di metano da combustibili fossili come da impegno G7, in primis, riducendo l'intensità delle emissioni di metano delle operazioni petrolifere e del gas entro il 2030, attraverso lo sviluppo di una metodologia solida e l'uso di dati di misura, e la collaborazione con i Paesi produttori di petrolio e gas, considerato che, in quanto Paese importatore di gas fossile, l'Italia dovrebbe promuovere iniziative volte a ridurre le emissioni di metano lungo tutta la filiera, dalla produzione attraverso il trasporto tramite gasdotto e la distribuzione in territorio nazionale all'interno di un più ampio percorso che porti l'Italia ad abbandonare gradualmente il gas;

28) a integrare, in linea con gli obiettivi della politica estera italiana, la dimensione del clima nella strategia per la promozione di pace, sicurezza e stabilità nella regione del Mediterraneo e con quanto delineato con il «Processo di Roma»;

29) a adottare iniziative volte a promuovere il coinvolgimento di tutti gli attori interessati a livello politico-diplomatico, economico, finanziario e della cooperazione allo sviluppo affinché il nesso clima-pace-sicurezza sia compreso e integrato in piani, strategie e politiche verso il Mediterraneo, attivando un coordinamento operativo a livello interministeriale;

30) ad adottare iniziative volte a integrare la dimensione clima nel quadro del «Piano Mattei» e delle sue relazioni strategiche con i partner africani, allineando il Piano con gli obiettivi internazionali sottoscritti alla Cop28 e sostenendo iniziative e investimenti nello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e nell'elettrificazione dei consumi energetici dei Paesi africani, come base per uno sviluppo locale sostenibile e di lungo periodo, nonché focalizzando con maggiore attenzione le risorse sulle necessità di adattamento e resilienza dei Paesi africani come precondizione per uno sviluppo economico-sociale inclusivo;

31) a promuovere, in linea con gli obiettivi Cop28, di triplicare la capacità installata di energia rinnovabile entro il 2030 e in linea con l'impegno italiano nel Mediterraneo e in Africa espresso dal Piano Mattei, promuovendo altresì gli sforzi di transizione energetica nell'area prioritaria del Mediterraneo, supportando iniziative come il TeraMed, ovvero l'adozione di un obiettivo comune regionale di un terawatt di capacità di energia rinnovabile installata entro il 2030;

32) a collaborare, in ottica della Cop30 di Belém, con i partner mediterranei e africani per l'aggiornamento dei contributi determinati a livello nazionale (Nationally determined contributions – Ndcs), supportando la redazione e implementazione di piani nazionali in linea con l'obiettivo di 1.5 °C come leva diplomatica per promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili nella regione;

33) a sostenere i partner africani nell'integrazione della decarbonizzazione e nella costruzione di resilienza climatica all'interno dei loro piani di sviluppo economico e industriale, escludendo tanto nel quadro del «Piano Mattei», quanto nell'ambito delle relazioni bilaterali con i Paesi africani, il supporto a nuovi progetti di estrazione di gas e petrolio, sia a livello politico sia attraverso la finanza pubblica, in linea con la dichiarazione finale del G7 di Borgo Egnazia e della Cop28 di Dubai, che impegna i Paesi a contribuire all'eliminazione graduale dei combustibili fossili nei sistemi energetici in modo equo;

34) ad adottare iniziative volte a considerare lo sviluppo di progetti di agro-energia del «Piano Mattei» (feedstock per la produzione di biocarburanti in Paesi africani) nel quadro della sostenibilità degli stessi, sia per quel che riguarda gli impatti sulle risorse scarse dei Paesi coinvolti (acqua, territorio, biodiversità), sia per quel che riguarda la competizione con lo sviluppo di filiere agroalimentari, anche nei contesti di sviluppo delle economie rurali;

35) ad adottare iniziative volte a garantire valutazioni indipendenti sull'impatto climatico dei progetti del «Piano Mattei», anche attraverso l'elaborazione di criteri di valutazione comparativi per investimenti in progetti alternativi, come l'agrivoltaico, che tengano in considerazione il fabbisogno energetico soddisfatto localmente;

36) a invitare l'United nations framework convention on climate change e le autorità della Repubblica dell'Azerbaigian a garantire la possibilità per tutti i cittadini e le organizzazioni della società civile di partecipare pienamente e liberamente alla Cop29 e a garantire che il processo decisionale sia protetto dall'ingerenza di interessi contrari agli obiettivi dell'Accordo di Parigi;

37) ad adottare iniziative di competenza volte a monitorare e riferire regolarmente sulle iniziative intraprese e i progressi compiuti in relazione agli impegni assunti in vista della Cop29 e a garantire che i futuri aggiornamenti normativi siano in linea con gli impegni e le strategie delineate, assicurando la coerenza delle azioni climatiche a livello nazionale e internazionale;

38) ad adottare iniziative per quanto di competenza, volte a coinvolgere attivamente il Parlamento, le autorità locali, le parti sociali, il settore privato e la società civile nel processo decisionale e nella realizzazione degli impegni assunti.
(1-00351) «Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti».


   La Camera,

   premesso che:

    1) l'ultimo rapporto dell'Unep (Un Environment Programme) «Emissione gap report 2024» lancia l'ennesimo allarme:

     a) è ancora tecnicamente possibile raggiungere l'obiettivo di rimanere al di sotto della soglia critica di aumento delle temperature medie globali di 1,5 °C entro la fine del secolo, ma solo a fronte di una massiccia mobilitazione globale guidata dai Paesi del G20 per ridurre tutte le emissioni di gas serra, a partire da oggi;

     b) continuare con le attuali politiche porterà ad un aumento catastrofico della temperatura fino a 3,1 °C;

     c) gli attuali impegni per il 2030 non sono rispettati e, anche se lo fossero, sono insufficienti e l'aumento della temperatura sarebbe limitato solo a 2,6-2,8°C;

    2) bisogna quindi agire e, soprattutto, agire in fretta. Il cambiamento climatico è una minaccia per l'umanità, gli ecosistemi e la biodiversità, così pure per la pace, la sicurezza e le economie. Ne sono testimonianza l'incremento esponenziale in intensità e frequenza di eventi meteorologici estremi in tutto il mondo, come le ondate di calore, gli incendi, la siccità e le alluvioni;

    3) è quindi molto importante il risultato raggiunto dall'Europa con l'approvazione della legge sul ripristino della natura che punta a ripristinare almeno il 20 per cento delle aree terrestri e marine dell'Unione europea entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050;

    4) ogni anno la conferenza delle parti (Cop) della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United nations framework convention on climate change) si riunisce per determinare ambizioni e responsabilità in materia di clima, nonché per individuare e valutare le misure in materia di clima;

    5) nella precedente COP28 tenutasi a Dubai nel 2023 è stato raggiunto lo storico accordo del transitioning away – o uscita progressiva – dalle fonti fossili già a partire da questo decennio;

    6) si è di fronte quindi ad un periodo storico cruciale per affrontare con determinazione la transizione verde dell'economia globale, che dovrà essere in linea con gli obiettivi dell'1,5 °C e, contestualmente, giusta e inclusiva. Non agire significherebbe avere dei costi di gran lunga superiori rispetto ad una transizione giusta e ordinata;

    7) l'attuale situazione internazionale, con la presenza di conflitti armati in molte parti del mondo, oltre a causare immensa sofferenza, mina la fiducia reciproca tra le nazioni e ostacola anche la cooperazione globale necessaria per affrontare efficacemente la crisi climatica, rischiando di compromettere la possibilità di raggiungere accordi significativi e di attuare soluzioni condivise concrete al problema;

    8) la prossima Cop29 di Baku (Azerbaijan) avrà come obiettivo principale di finanza per il clima quello di negoziare un nuovo obiettivo collettivo quantificato (Ncqg) dopo il 2025 e rafforzare l'ambizione, facendo in modo che tutte le parti si impegnino a favore di piani nazionali ambiziosi e della trasparenza, anche attraverso la finalizzazione del primo quadro di riferimento rafforzato per la trasparenza;

    9) in sintesi, Cop29 si propone di essere un punto di svolta nelle politiche climatiche globali, con l'obiettivo di accelerare l'azione climatica attraverso ambiziosi piani nazionali, l'eliminazione del carbone, la promozione delle energie rinnovabili e il rafforzamento delle strategie di adattamento;

    10) un ruolo importante sull'agenda climatica della Cop29, come sempre, lo avrà l'Unione europea, il cui approccio è caratterizzato da un impegno per un'ambiziosa azione per il clima, solidarietà finanziaria e solida cooperazione internazionale;

    11) per tale motivo va sostenuto e rafforzato il Green deal che rappresenta una sfida dell'oggi che guarda al futuro, senza lasciare indietro nessuno;

    12) in vista della preparazione della Cop29 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato conclusioni che fungeranno da posizione negoziale generale dell'Unione europea, in cui si evidenziano le opportunità che un'azione ambiziosa per il clima offre per il pianeta, l'economia globale e le persone e l'importanza di garantire una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno, verso economie e società sostenibili, resilienti ai cambiamenti climatici e climaticamente neutre;

    13) in particolare, il Consiglio chiede di conseguire un risultato ambizioso ed equilibrato alla Cop29 in modo da: mantenere raggiungibile l'obiettivo relativo alla temperatura di 1,5 °C, alla luce delle migliori conoscenze scientifiche disponibili; progredire tutti verso una resilienza a lungo termine; concordare un nuovo obiettivo collettivo quantificato che sia efficace, realizzabile e ambizioso;

    14) in particolare, il Consiglio: a) sottolinea l'importanza di concordare un nuovo obiettivo collettivo quantificato (Ncqg) in materia di finanziamenti per il clima che sia realizzabile e adatto allo scopo, sottolineando che i finanziamenti pubblici non possono garantire da soli i livelli di finanziamento necessari per conseguire un'economia globale climaticamente neutra e resiliente e che gli investimenti privati dovranno fornire la maggior parte dei necessari investimenti nella transizione verde; b) sottolinea che il prossimo ciclo di contributi determinati a livello nazionale da presentare nel 2025 deve riflettere la progressione e il massimo livello di ambizione possibile, in linea con gli esiti del bilancio globale della Cop del 2023 e che tali contributi dovrebbero includere obiettivi di riduzione assoluti in tutti i settori dell'economia per tutte le emissioni di gas a effetto serra. c) sottolinea l'importanza di aumentare con urgenza l'ambizione e l'attuazione in materia di mitigazione in questo decennio critico. Invita inoltre tutte le parti a compiere maggiori sforzi per integrare e includere l'adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza agli stessi nelle politiche pertinenti esistenti. Ribadisce l'invito ad abbandonare gradualmente i combustibili fossili nei sistemi energetici in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l'azione in questo decennio critico, così da conseguire l'azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, d'accordo con i dati scientifici;

    15) il 21 ottobre 2024, la Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo, ha approvato una risoluzione con gli impegni richiesti in vista della Cop29;

    16) nel testo si chiede che i Paesi coinvolti lavorino in particolare su due punti: un nuovo obiettivo collettivo sui finanziamenti climatici post-2025, che sia equo, basato sul principio «chi inquina paga» e finanziato attraverso risorse pubbliche, private e innovative; l'eliminazione graduale dei combustibili fossili e dei relativi sussidi, con la redistribuzione delle risorse verso azioni per il clima, in linea con gli impegni presi alla Cop28, sottolineando come l'eliminazione graduale dei combustibili fossili non sia solo necessaria, ma anche tecnologicamente fattibile. Un altro obiettivo chiave della risoluzione riguarda l'adozione di meccanismi di tariffazione del carbonio a livello globale. A tal proposito la risoluzione sottolinea che la copertura attuale, pari solo al 24 per cento delle emissioni globali, è insufficiente per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e, per questo motivo, il Parlamento esorta la Commissione europea a promuovere l'adozione o il miglioramento di tali meccanismi in altri Paesi, ispirandosi a iniziative europee come il sistema di scambio di quote di emissioni e il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere;

    17) la risoluzione sarà sottoposta al voto della plenaria del Parlamento europeo durante la sessione del 13-14 novembre 2024;

    18) gli impatti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici sulla salute umana sono sempre più evidenti. In tale contesto, le aree urbane sono particolarmente a rischio, a causa della densità di popolazione e della loro specificità in termini di infrastrutture, attività e distribuzione geografica. Se si considera che più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane e si stima che questa percentuale aumenterà fino a oltre il 60 per cento entro il 2050, è evidente che le città rappresentano i luoghi simbolo delle sfide di mitigazione, adattamento e protezione delle fragilità. Occorrono quindi strategie di adattamento al fine di anticipare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e prevenire o ridurre al minimo i danni;

    19) la transizione energetica è indispensabile per permettere all'Italia di rispettare gli impegni europei ed internazionali in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti e dipende essenzialmente dalla nostra capacità di decarbonizzare e di ridurre i nostri consumi energetici. La decarbonizzazione della nostra economia, a sua volta, passa necessariamente attraverso lo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili che, assieme all'efficienza energetica, sono uno dei pilastri su cui si basa la strategia europea 2050;

    20) le tecnologie per le fonti rinnovabili attualmente dipendono in larga parte dall'utilizzo di materie prime che l'Unione europea classifica come critiche, ovvero dall'elevata importanza economica e la cui produzione è concentrata in un numero limitato di Paesi, da cui essenzialmente dipende il commercio mondiale di questi elementi;

    21) l'Unione europea dipende quasi esclusivamente dalle importazioni e risulta, quindi, esposta ad elevati rischi della catena di approvvigionamento connesso alle materie prime critiche;

    22) la Cina è di gran lunga il principale produttore al mondo di terre rare, con il 60 per cento del totale, seguita dagli Stati Uniti, che hanno circa il 12 per cento, ma ciò di cui bisogna tenere conto quando si parla di geografia delle materie prime non è soltanto la localizzazione dei giacimenti e delle miniere, ma anche la proprietà di queste miniere o comunque i diritti di sfruttamento, nonché ovviamente il luogo in cui questo materiale viene poi trasformato per essere utilizzato dall'industria;

    23) occorrerebbe che le relazioni fra i Paesi produttori e i Paesi di estrazione di questi minerali rientrassero in un modello di cooperazione equa, attenta al rispetto delle norme ambientali e del diritto del lavoro;

    24) l'Italia e l'Europa dovrebbero farsi promotrici di una politica di investimenti esteri in estrazione e raffinazione, capace di distaccarsi dai modelli predatori che hanno tradizionalmente caratterizzato le relazioni tra Nord e Sud globali facendosi portatori attivi dei propri valori fondanti e rifiutando il paradigma estrattivista tipico dei secoli scorsi;

    25) nel 2023 è diventato obbligatorio per i delegati accreditati alla Cop28 dichiarare chi rappresentano. Questo dato, ottenuto grazie alle pressioni della società civile e in particolare alla campagna «Kick big polluters out», ha rivelato la presenza di molti lobbisti dei combustibili fossili «in incognito». Prima di questo obbligo si stimava la presenza di 503 lobbisti (alla Cop26) e di 636 (alla Cop27). Alla Cop28 a Dubai i lobbisti dei combustibili fossili registrati sono stati 2.456, superando in numero quasi tutte le singole delegazioni nazionali;

    26) al fine di garantire che l'esito della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Baku (Cop29) faccia avanzare in modo sostanziale l'agenda in termini di attenuazione, adattamento, finanziamento, perdite e danni,

impegna il Governo:

1) a sostenere la definizione di un nuovo ambizioso obiettivo collettivo quantificato (Ncqg) sui finanziamenti per il clima, allineato all'obiettivo dell'1,5 °C, con la finalità di mobilitare risorse sostanziali per sostenere i Paesi in via di sviluppo (Pvs), ipotizzando lo stanziamento fino a mille miliardi di dollari statunitensi all'anno, e che preveda una parte significativa di sovvenzioni e finanziamenti agevolati per la mitigazione, l'adattamento e le perdite e i danni.

2) ad adottare iniziative di competenza volte a garantire l'operatività dell'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, riguardante i mercati internazionali del carbonio, al fine di creare meccanismi efficaci di scambio del carbonio e mobilitare maggiori investimenti per la mitigazione del clima;

3) in linea con i risultati del Global Stocktake condotto alla Cop28 di Dubai, a svolgere una valutazione critica dei progressi fatti e quelli ancora da fare, stabilendo nuovi percorsi per incrementare i contributi determinati a livello nazionale (nationally determined contributions, Ndc) al fine di allinearli all'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 °C;

4) ad adottare iniziative di competenza volte a confermare l'impegno a contribuire al secondo periodo di rifinanziamento del Fondo verde per il clima (Green Climate Fund) raddoppiando il precedente contributo pari a 600 milioni di euro;

5) a promuovere iniziative per rendere operativo il fondo di perdite e danni, istituito durante la Cop27, garantendo la trasparenza e il coinvolgimento delle varie parti, e per stabilire altresì meccanismi atti ad assicurare il reperimento di risorse per l'alimentazione del fondo che siano nuove e aggiuntive rispetto ai finanziamenti per il clima e lo sviluppo già esistenti;

6) a sostenere l'obiettivo di triplicare a livello globale la capacità di energia rinnovabile installata e raddoppiare il taglio dei consumi attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica;

7) ad adottare iniziative di competenza volte a fornire un chiaro mandato alle società partecipate controllate dallo Stato ad allineare i propri piani di sviluppo all'obiettivo dell'1,5 °C in linea con le raccomandazioni sviluppate dal Gruppo di esperti di alto livello nel rapporto «Integrity Matters: Net Zero commitments by Businesses, Financial Institutions, Cities and Regions» su mandato del Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, presentate alla Cop27 di Sharm el-Sheikh, in Egitto;

8) ad adottare iniziative volte a costruire una chiara strategia, coerente con gli accordi sottoscritti con la Cop28 di Dubai, per porre fine ai sussidi e ai finanziamenti per i combustibili fossili e stabilire politiche per garantire una diversificazione economica e una giusta transizione e per i lavoratori e le comunità colpite. Promuovere tale percorso anche a livello internazionale attraverso l'implementazione dell'obiettivo dell'articolo 2.1, lettera c) dell'Accordo di Parigi;

9) a promuovere un approccio inclusivo verso la neutralità climatica, garantendo il coinvolgimento della società civile e la trasparenza nelle politiche ambientali, poiché è necessario un impegno condiviso per la riduzione delle emissioni e per l'adozione di pratiche sostenibili;

10) a sostenere iniziative finalizzate a garantire che i finanziamenti per l'adattamento ai cambiamenti climatici siano equamente distribuiti, con particolare riguardo verso i Paesi in via di sviluppo e a garantire, inoltre, che i negoziati internazionali si traducano in impegni finanziari solidi e in iniziative concrete per sostenere l'adattamento globale;

11) ad adottare ogni iniziativa utile affinché gli impegni siano tradotti in azioni e politiche concrete per proseguire nell'attuazione del transitioning away dai combustibili fossili, garantendo che la loro eliminazione graduale sia effettuata attraverso transizioni giuste incentrate sulle persone. In tal senso si ritiene importante promuovere lo sviluppo di un approccio sistemico ai piani di transizione, che integri i piani pubblici nazionali con quelli dei settori privati (inclusi il settore finanziario e le imprese) e delle istituzioni pubbliche come le banche centrali, in piena applicazione dell'obiettivo 17 degli SDG's dell'Agenda2030.

12) a promuovere l'adozione di un approccio trasversale in relazione alla trattazione dei vari temi specifici che affronti non solo le questioni ambientali, ma anche quelle sociali ed economiche al fine di promuovere una giusta transizione (just transition), volta a garantire che la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio sia equa, inclusiva e sostenibile per tutti i segmenti della società al fine di aumentare l'accettabilità delle politiche climatiche, facilitando l'adozione di misure più ambiziose per la mitigazione e l'adattamento, e promuovere la coesione sociale, riducendo il rischio di conflitti e resistenze che potrebbero ostacolare gli sforzi climatici;

13) ad adottare iniziative volte a sostenere l'adozione di un modello multilaterale di governance del settore minerario che, in un'ottica di equità, garantisca la sicurezza degli approvvigionamenti di materiali critici mediante la sostenibilità non solo economica, ma anche ambientale e sociale delle regioni di estrazione e di lavorazione dei minerali;

14) a invitare l'Unfccc (United nations framework convention on climate change) e le autorità della Repubblica dell'Azerbaigian a garantire la piena e libera partecipazione alla Cop29 dei cittadini e delle organizzazioni della società civile e ad assicurare che il processo decisionale sia protetto dall'ingerenza di interessi contrari e opposti agli obiettivi dell'Accordo di Parigi;

15) a promuovere l'adozione di politiche concrete per affrontare la crisi del debito e favorire la sostenibilità debitoria nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, sostenendo, tra le altre, iniziative per l'introduzione di sospensioni temporanee dei pagamenti del servizio del debito per i Paesi in via di sviluppo che ne fanno richiesta, di procedure più trasparenti, rapide e prevedibili e di criteri di eleggibilità per il credito più flessibili;

16) ad adottare iniziative volte ad accelerare l'operatività del Fondo italiano per il clima incrementandone le risorse e stabilendo altresì criteri trasparenti e verificabili per l'assegnazione dei relativi finanziamenti, al fine di garantire l'efficacia nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi e una ripartizione equilibrata dei finanziamenti del Fondo tra le attività di mitigazione e adattamento. Si ritiene importante, inoltre, aumentare la quota di sovvenzioni nell'ambito del Fondo italiano per il clima, finalizzate a facilitare gli interventi in contesti fragili o in conflitto che sono particolarmente vulnerabili agli shock e agli impatti climatici;

17) ad adottare iniziative volte ad aumentare la quota di Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) dallo 0,3 per cento del prodotto interno lordo nel 2022 allo 0,5 per cento nel 2025, per arrivare all'obiettivo dello 0,7 per cento entro il 2030, allineando le azioni della cooperazione allo sviluppo;

18) a sostenere iniziative finalizzate a garantire una risposta concreta alle sfide interconnesse del degrado e consumo del suolo, dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità, attraverso il protagonismo attivo delle imprese agricole di qualità e multifunzionali, decisive per garantire un presidio del territorio soprattutto nelle aree interne e marginali;

19) a promuovere politiche di contrasto alla desertificazione, e alla siccità, attraverso interventi proattivi di rinaturazione, di promozione della biodiversità e della resilienza degli ecosistemi, nonché attraverso il potenziamento e la nuova realizzazione di sistemi per la raccolta e la distribuzione dell'acqua nelle aree agricole mediante piccoli e medi invasi, privilegiando le «nature based solutions», potenziando gli investimenti sui sistemi di risparmio irriguo e sulla ricerca di colture meno idroesigenti e resilienti;

20) ad adottare iniziative di competenza volte a dare piena attuazione alla legge sul ripristino della natura (regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul ripristino della natura e che modifica il regolamento (UE) 2022/869), individuando nel dettaglio strumenti adeguati, inclusi quelli finanziari, per raggiungere gli obiettivi;

21) a sostenere la ricerca e l'innovazione per ridurre l'impatto ambientale delle aziende zootecniche garantendone la sostenibilità economica e sociale, valorizzando lo sviluppo degli allevamenti bradi e semibradi, salvaguardando le produzioni e la sicurezza alimentare dei cittadini;

22) a promuovere iniziative di competenza che prevedano politiche di conservazione e la creazione di aree protette, il ripristino degli ecosistemi e la loro protezione sia a livello nazionale, sia internazionale; agli obiettivi climatici;

23) ad adottare iniziative volte ad allineare il Piano nazionale energia e clima (Pniec) con i risultati del Global Stocktake e al rinnovato contributo nazionale determinato (Ndc) dell'Unione europea in corso di elaborazione affinché entrambi consentano all'Italia e all'Unione europea di conseguire l'obiettivo di riduzione delle emissioni del 90 per cento al 2040 rispetto al 1990 come da comunicazione della Commissione Europea del febbraio 2024;

24) a rafforzare la cooperazione regionale nel Mediterraneo e promuovere accordi che siano in grado di ridisegnare gli equilibri reciproci e le interdipendenze tra i relativi Paesi nell'ottica della transizione;

25) ad adottare iniziative normative volte a prevedere la riduzione, in tempi rapidi e certi, fino alla progressiva eliminazione, dei sussidi per i combustibili fossili e stabilire politiche per garantire una diversificazione economica e una giusta transizione per i lavoratori e le comunità colpite;

26) ad adottare iniziative volte a perseguire l'obiettivo di una riduzione del 75 per cento delle emissioni globali di metano da combustibili fossili come da impegno G7, in primis, riducendo l'intensità delle emissioni di metano delle operazioni petrolifere e del gas entro il 2030, attraverso lo sviluppo di una metodologia solida e l'uso di dati di misura, e la collaborazione con i Paesi produttori di petrolio e gas;

27) ad adottare iniziative volte a integrare la dimensione del clima nella strategia per la promozione di pace, sicurezza e stabilità nella regione del Mediterraneo;

28) ad adottare iniziative, nell'ambito del Piano Mattei, volte a garantire valutazioni indipendenti sull'impatto climatico dei progetti, anche attraverso l'elaborazione di criteri di valutazione comparativi per investimenti in progetti alternativi, a sostenere iniziative e investimenti nello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili nei Paesi africani e nell'elettrificazione dei consumi energetici come base per uno sviluppo locale sostenibile e di lungo periodo e a prevedere per ogni progetto una valutazione di impatto ex ante ed ex post, nonché una chiara richiesta di impegno per le imprese italiane che parteciperanno al rigoroso rispetto della direttiva dell'Unione europea sulla due diligence (Csddd) in riferimento all'impatto sociale e ambientale delle iniziative da esse poste in essere. Si ritiene fondamentale, in tal senso, assicurare che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano allineate all'obiettivo dell'1,5 °C, esprimendo un chiaro mandato a Sace, Cdp e Invitalia affinché allineino le proprie politiche di esclusione all'impegno di Glasgow firmato dal Governo italiano nel 2021;

29) a sostenere iniziative concrete di adattamento ai cambiamenti climatici nelle città, che rendano le relative infrastrutture più resilienti, che intervengano per promuovere la mobilità sostenibile e che investano nelle aree verdi, utili non soltanto a gestire le inondazioni, ma anche per ridurre l'effetto delle cosiddette isole di calore urbane;

30) a promuovere percorsi di formazione delle nuove generazioni in grado di costruire consapevolezza sulla complessità dei cambiamenti climatici, sull'interpretazione dei dati e sulla necessità di costruire e realizzare possibili scenari risolutivi;

31) ad adottare iniziative di competenza volte a monitorare e riferire regolarmente sulle iniziative intraprese e i progressi compiuti in relazione agli impegni assunti in vista della Cop29 e a garantire che i futuri aggiornamenti normativi siano in linea con gli impegni e le strategie delineate, assicurando la coerenza delle azioni climatiche a livello nazionale e internazionale;

32) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a coinvolgere attivamente il Parlamento, le autorità locali, le parti sociali, il settore privato e la società civile nel processo decisionale e nella realizzazione degli impegni assunti.
(1-00352) «Braga, Simiani, Vaccari, Curti, Evi, Ferrari, Morassut, Forattini».