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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 20 novembre 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La II Commissione,

   premesso che:

    la giustizia è una funzione primaria dello Stato, è la funzione che assicura l'attuazione dei princìpi costituzionali, l'attuazione delle leggi e dei diritti fondamentali dei cittadini;

    secondo i dati dell'ultimo rapporto Cepej, la Commissione europea per l'efficienza della giustizia del Consiglio d'Europa, che identifica le principali tendenze dei sistemi giudiziari di 47 Paesi europei, l'Italia risulta essere in linea con le altre nazioni nello stanziamento delle risorse economiche destinate alla giustizia, «una percentuale, rispetto al Pil, pari allo 0,33 per cento, esattamente uguale alla media degli altri Paesi europei», e nella spesa complessiva per abitante, «addirittura superiore a quella dei Paesi Ue, con una spesa di 82,15 euro a fronte di una spesa di 64 euro della media dei Paesi Ue»;

    nonostante ciò, l'Italia è al di sotto nel numero dei magistrati, pari alla metà rispetto alla media europea. Ogni 100 mila abitanti l'Italia ha circa 11,86 giudici a fronte della media europea che ne destina 22,2, così come i pubblici ministeri che in Italia sono il 3,83 per cento rispetto all'11,10 per cento degli altri Paesi Ue;

    al tribunale di Palermo le scoperture e la prolungata assenza di giudici sono destinate ad incidere più pesantemente su tempestività e qualità della risposta giurisdizionale rispetto ad altre sedi che vantano la stessa percentuale di magistrati assenti, per via di una pianta organica già di per sé sottodimensionata, come dimostra la comparazione con realtà giudiziarie simili in relazione al rapporto tra giudici e pubblici ministeri;

    in particolare, la pianta organica del tribunale di Palermo prevede 104 giudici a fronte di 61 sostituti della procura della Repubblica (con un rapporto organico giudicante/requirente 1,7), mentre a Milano si contano 242 giudici a fronte di 82 sostituti (rapporto 2,95), a Torino 134 giudici a fronte di 55 sostituti (rapporto 2,43), a Firenze 74 giudici a fronte di 30 sostituti (rapporto 2,46), a Bari 73 giudici a fronte di 34 sostituti (rapporto 2,14), a Catania 92 giudici a fronte di 41 sostituti (rapporto 2,24), a Napoli 240 giudici a fronte di 102 sostituti (rapporto 2,35) e a Bologna 72 giudici a fronte di 26 sostituti (rapporto 2,76);

    oltre a una pianta organica del tribunale di Palermo inadeguata, in quanto immaginata per una magistratura giudicante o operante in epoca antecedente alla istituzione presso gli uffici requirenti delle direzioni distrettuali antimafia, alle scoperture si sommano fattori contingenti di particolare rilievo anche sul piano sociale che connotano in modo specifico la realtà territoriale del distretto di Palermo e che hanno contribuito alla notevole lievitazione dei procedimenti sia nell'ambito della giurisdizione civilistica che penalistica;

    sul versante civilistico, il tribunale di Palermo ha dovuto misurarsi nell'ultimo biennio con il fenomeno degli sbarchi sulle coste della Sicilia sud-occidentale di cittadini extracomunitari, provenienti dall'Asia e dall'Africa, favorito dall'attuale condizione della Tunisia, che si traducono nell'iscrizione di migliaia di procedimenti per il riconoscimento della protezione internazionale, con un aumento delle pendenze dal gennaio 2020 a settembre del 2023 pari al 112,1 per cento (solo nel periodo intercorrente tra il 1° gennaio e il 14 settembre del 2023);

    il presidente della prima sezione civile ha più volte segnalato la difficoltà in cui operano i giudici a causa della vacanza di un magistrato e, altresì, della cessazione, da più di un anno, dell'applicazione extradistrettuale del magistrato destinato esclusivamente alla protezione internazionale, necessario a fronteggiare il progressivo aumento delle sopravvenienze dei procedimenti, anche con riferimento alle richieste di convalida;

    anche in questo settore l'emergenza pandemica ha determinato un'anomala lievitazione dei procedimenti di natura civilistica relativi da una parte ai conflitti familiari, dall'altra ai risvolti della crisi delle attività economico-produttive, che incidono rispettivamente sul carico di lavoro della sezione prima civile, nonché delle sezioni quarta e quinta (quest'ultima specializzata in materia di impresa e con competenza regionale), cui vengono attribuiti i fascicoli inerenti alle varie forme di manifestazione della crisi d'impresa;

    sul piano della giurisdizione penale, la preoccupazione maggiore investe da una parte i riflessi giudiziari delle ingerenze mafiose sulle medie e piccole imprese del distretto palermitano in crisi, acuita dalle misure restrittive imposte dalle misure anti-Covid degli anni 2020-2021, dall'altra la recrudescenza dei reati di violenza di genere e a danno di minori;

    secondo quanto evidenziato in una recente nota dal presidente Morosini «se muoviamo dalla dimensione penalistica, va evidenziato come, a breve, la presenza effettiva di giudici presso la sezione gip/gup, su un organico di 26 giudici, si ridurrà a 17 unità. Si rammenti che la menzionata sezione gip/gup è chiamata alla trattazione di sempre più numerosi, delicati e complessi procedimenti per i delitti di competenza distrettuale indicati nell'articolo 51 commi 3-bis, 3-quater e 3-quinquies cod. proc. pen. Peraltro, sul versante dei procedimenti per delitti di criminalità di tipo mafioso, commessi non solo nella provincia di Palermo, ma anche in quelle di Trapani, Marsala e Agrigento, il carico degli affari in trattazione, di recente, è ulteriormente lievitato, divenendo oltre modo gravoso, anche per via delle numerose indagini della direzione distrettuale antimafia sull'ampia costellazione dei fiancheggiatori del capo mafia Messina Denaro Matteo, iniziate dopo l'arresto di quest'ultimo del gennaio del corrente anno, nonché in ragione della miriade di nuovi accertamenti giudiziari su fenomeni di intestazione fittizia e riciclaggio propiziato dalla crisi della piccola media impresa derivante dalle misure anti-Covid (su cui si stanno concentrando gli appetiti dei gruppi mafiosi) e su operazioni di indebita acquisizione delle somme stanziate dallo Stato per il soccorso alle aziende in crisi (artt. 640-bis e 353-bis cod. pen., aggravati ex art. 416-bis cod. pen.)»;

    in una sezione gip impegnata quotidianamente nel contrasto a fenomeni di criminalità mafiosa, sul piano giudiziario, economico e istituzionale, l'assenza anche di un solo giudice crea disfunzioni e potrebbe portare all'inadeguatezza della risposta giudiziaria;

    le attuali scoperture dell'ufficio gip, sempre secondo Morosini, sarebbero, peraltro, difficilmente colmabili con la destinazione in quella sezione di magistrati provenienti da altre sezioni del tribunale, dal momento che ad oggi si registra la mancanza di un'unità al tribunale del riesame, così come alle misure di prevenzione e a tutte le sezioni civili (ad eccezione della seconda, della terza e della sesta), a loro volta aggravate da un pesante carico di lavoro e fortemente impegnate nello svolgimento di attività assolutamente indispensabili per il raggiungimento dei risultati coerenti con gli obiettivi fissati nell'ambito del PNRR;

    una situazione di criticità è, altresì, riscontrabile nell'organico delle sezioni penali dibattimentali, nell'ambito delle quali, ad eccezione della terza sezione (componente tabellarmente per i reati contro la pubblica amministrazione), è attualmente vacante un posto di giudice sui cinque previsti nella pianta organica, con una scopertura pari al 20 per cento in tale ruolo e tutte impegnate nella trattazione di un elevato numero di procedimenti su materie di speciale rilevanza;

    come segnalato dal presidente, la seconda sezione penale tratta procedimenti di particolare delicatezza, tra i quali i processi in materia di immigrazione e i procedimenti relativi ai reati di violenza di genere a danno dei minori (cosiddetto «codice rosso»), con la pendenza di centinaia di dibattimenti collegiali, di cui circa n. 320 solo per i reati di codice rosso alla data del 30 settembre 2023, molti dei quali con imputati sottoposti a misure cautelari, e n. 5596 procedimenti monocratici;

    in particolare, sul versante dei processi per reati ascrivibili al cosiddetto codice rosso, così come per reati violenti maturati nell'ambito delle relazioni familiari, si può parlare di una vera e propria emergenza nazionale con un aumento esponenziale registratosi nel biennio 2020-2021, tant'è che la seconda sezione penale, tabellarmente competente per reati di codice rosso, ha registrato nel solo biennio 2021-2022 la sopravvenienza di n. 255 nuovi processi di diritto collegiale, costringendo la presidenza del tribunale a varare un piano di redistribuzione di n. 100 giudici che ha coinvolto tutte le restanti sezioni dibattimentali e una task force di magistrati del tribunale composta da tutti i componenti della sezione misure di prevenzione, delle due Corti d'assise e da due giudici del settore civile con ampia esperienza penalistica;

    la magistratura è un caposaldo della nostra democrazia e in un territorio come quello siciliano e palermitano, in particolare, rimane strategica ogni forma di collaborazione istituzionale per fronteggiare qualsiasi tentativo di infiltrazione di Cosa nostra nella pubblica amministrazione e per fornire un servizio in favore dei cittadini, in particolare i più fragili, come dimostra il protocollo appena firmato tra la Città metropolitana e il tribunale di Palermo che istituisce sportelli di prossimità nei comuni per l'accesso semplificato alla giustizia;

    al di là dei diversi interventi di riforma del settore, la giustizia è segnata da una cronica carenza di organico, magistrati compresi, come recentemente stigmatizzato anche dal presidente della Corte d'appello di Palermo, Matteo Frasca, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario;

    nella Corte d'appello di Palermo (il cui distretto comprende i tribunali di Palermo, Termini Imerese, Trapani, Marsala, Agrigento e Sciacca) la percentuale di scopertura è attualmente del 20 per cento, nella procura generale del 32 per cento, nel tribunale di Palermo è pari all'11 per cento, una percentuale in crescita nell'ufficio gip-gup e che nella procura della Repubblica si attesta al 14 per cento, ma è molto più elevata nella direzione distrettuale antimafia;

    su quest'ultimo punto, «l'insufficiente risposta» dello Stato finisce per investire anche la lotta a Cosa nostra, perché, citando Giovanni Falcone, la mafia «è un fenomeno criminale straordinariamente complesso» per il quale «l'inquirente quasi sempre ha il compito di operare non su un fatto storicamente esaurito ma su una realtà in atto, tutt'altro che statica e conclusa» e l'organizzazione criminale, seppure fortemente colpita dall'azione repressiva dello Stato, non è stata ancora debellata e conserva un radicamento nei territori di questo distretto che ne costituiscono l'epicentro; in particolare, l'arresto di Matteo Messina Denaro non è stato solo il risultato di lunghi anni di indagini delle forze di polizia coordinate dalla procura di Palermo, ma ha aperto nuovi scenari di indagine, anche di natura finanziaria, sempre più complesse e articolate, volte a ricostruire la rete di protezione che ha consentito la latitanza del boss e le fonti di ricchezza del latitante stesso e dell'organizzazione;

    quello della carenza di organico è un problema atavico, che non è solo palermitano o siciliano, ma colpisce tutta l'Italia;

    i dati del monitoraggio statistico ministeriale degli indicatori PNRR-2023 evidenziano un quadro generale di costante miglioramento dei tempi e delle pendenze, ma sia il dato territoriale che quello dimensionale delle piante organiche rimane esposto agli effetti del turn over dei magistrati, particolarmente rilevante in questi anni a seguito della crescente scopertura degli organici;

    la professionalità, l'indipendenza, l'imparzialità dei giudici che controllano l'attività dell'amministrazione, che dirimono le controversie, giudicano le responsabilità dei cittadini, sono garanzia di qualità e di obiettività del giudizio, ma al tempo stesso valori costituzionali preziosi,

impegna il Governo

ad assumere ogni opportuna iniziativa di competenza, di carattere normativo, amministrativo ed organizzativo, volta a prevedere un'implementazione della pianta organica o, in subordine, un'applicazione straordinaria di magistrati presso il tribunale di Palermo al fine di garantire, tra le altre, un'efficace e tempestiva azione di contrasto anche in sede giudiziaria della criminalità organizzata.
(7-00267) «Varchi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   AMENDOLA, PROVENZANO, QUARTAPELLE PROCOPIO, BOLDRINI e PORTA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   come è noto, ai sensi dell'articolo 10, comma 11, del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2024, n. 120, si prevede che la determinazione dell'orientamento strategico e le priorità di investimento del Fondo italiano per il clima, di cui all'articolo 1, commi 488 e seguenti, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 da destinare, anche in parte, a supporto delle finalità e degli obiettivi del «Piano Mattei» come previsto dall'articolo 1 del decreto-legge 15 novembre 2023, n. 161, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 gennaio 2024, n. 2, sia rimessa ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

   il Fondo italiano per il clima è stato indicato, con circa 3 miliardi di euro, come il principale canale di finanziamento del «Piano Mattei» e, pertanto, la nuova governance – che deve essere definita dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui sopra – diventa un presupposto per il concreto avvio del piano e per una più rapida e trasparente verifica dei finanziamenti da destinare a supporto delle finalità e degli obiettivi dello stesso piano nell'ambito del suo principale strumento di finanziamento;

   tuttora, stante anche l'avvio dell'esame della «Relazione sullo stato di attuazione del "Piano Mattei", aggiornata al 10 ottobre 2024», non risulta ancora emanato il richiamate decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, né tanto meno sono riportate nella relazione adeguati indicazioni riguardo i canali di finanziamento dei singoli progetti proposti nelle rispettive schede;

   questo ritardo, ad avviso degli interroganti, risulta pregiudicante sia per l'operatività del «Piano Mattei», nonché per l'esame che il Parlamento si accinge a svolgere –:

   quali siano le ragioni del ritardo nell'adozione dell'atto che disporrà dell'orientamento strategico e delle priorità di investimento delle risorse dipendo italiano per il clima da destinare, anche in parte, a supporto delle finalità e degli obiettivi del «Piano Mattei».
(5-03140)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   EVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   domenica 17 novembre 2024 la trasmissione Report ha trasmesso un'inchiesta da cui emergono diverse gravi criticità nella gestione della peste suina africana, nelle condizioni di allevamento nell'industria suinicola che riguardano anche la produzione del prosciutto di Parma Doc;

   un precedente servizio di Report mostrava le immagini relative ad allevamenti situati nella provincia di Cremona e aderenti al Consorzio del prosciutto di Parma che, dopo la messa in onda delle immagini in cui si vedevano allevamenti in condizioni igieniche molto critiche, con la presenza di topi e scarafaggi, animali morti non rimossi, sono state sanzionate e la attività sospesa e la ripresa sottoposta a prescrizioni;

   il direttore generale del Consorzio del prosciutto di Parma ritiene non sia possibile ad opera del Consorzio stesso radiare gli allevatori che operano in modo irregolare e illecito, ponendo questa competenza in capo al Ministero della salute, che avrebbe smentito per porla in capo al Ministero dell'agricoltura, che a sua volta la ripone in capo al Consorzio stesso;

   il disciplinare del prosciutto di Parma è stato modificato nel senso di garantire che il mangime utilizzato per alimentare i suini provenga integralmente o almeno per il 50 per cento dalla zona geografica limitata del prosciutto di Parma;

   la trasmissione ha trasmesso l'audio di una conversazione con le parole di Maria Chiara Ferrarese, direttrice generale dell'organismo di controllo Csqa che si occupa di controllare il rispetto del disciplinare. Ferrarese dice all'interlocutore, un allevatore: «Questa cosa non la dovete divulgare. Noi abbiamo praticamente omesso il controllo dell'alimentazione nel piano. Parlando con l'associazione abbiamo capito che è un grosso problema il requisito del 50 per cento della materia prima e non vogliono che ci siano controlli nelle loro aziende. Ma attenzione: questa cosa il Ministero non la sa tutta»;

   il Csqa di fatto ad oggi effettua ancora una semplice verifica formale sui mangimi, ovvero la documentazione del fornitore e la dichiarazione dello stesso che garantisce «mangime idoneo ai fini della produzione Dop», nessuna verifica appare ad oggi in corso relativamente alla provenienza dei mangimi –:

   se non intendano adottare iniziative di competenza volte a chiarire a chi competa la decisione di eventuale radiazione dal Consorzio del prosciutto di Parma;

   se il Ministro dell'agricoltura non intenda verificare la corrispondenza, del piano di controlli messo a punto dal Ministero con il nuovo disciplinare del Consorzio del prosciutto di Parma, nonché della sua efficacia e, di conseguenza, verificare che l'azione di certificazione del Csqa sia adeguata e completa.
(4-03816)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   GRAZIANO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   lo Stabilimento militare pirotecnico di Capua è un'eccellenza della provincia di Caserta, fonda la propria attività su commesse affidate dalle amministrazioni dello Stato per la produzione di munizionamento militare di piccolo calibro relativamente 5,56 mm, 7,62 mm e 12,7 mm;

   a decorrere dal 1° gennaio 2017, con il decreto ministeriale della Difesa in data 29 dicembre 2016, lo Stabilimento militare pirotecnico è passato alle dirette dipendenze dell'agenzia Industria Difesa, lasciando il personale civile in Persociv. Questa ultima condizione risulterebbe che abbia generato uno stato di impasse per il turn over, che di conseguenza stia portando al depauperamento del personale civile senza soluzione di sorta se non quella dell'utilizzo di personale in somministrazione con aggravi di spesa, con la il risultato che genererà una enorme condizione di precarietà;

   nel corso dell'ultimo decennio, si stima che oltre 200 dipendenti civili siano andati in pensione e, non avendo ricevuto nuovo personale, l'età media si attesterebbe intorno ai 60 anni, così rischiando di perdere le conoscenze e l'esperienza di oltre 40 anni sull'utilizzo dei macchinari e degli impianti produttivi;

   le gravi carenze organiche di cui soffre lo stabilimento riguardano sia il personale diretto che indiretto, comportando così gravi ripercussioni sulle commesse che, negli ultimi due anni, sarebbero state portate a termine grazie anche al personale in apprendistato, attualmente impiegati a Capua nella misura di 21 unità dal 6 marzo 2022, che per la maggior parte hanno la qualifica di «artificiere», una rarità nel mondo del lavoro;

   per lo stabilimento di Capua, sono stati investiti fondi per la formazione del personale in apprendistato, inoltre ulteriori investimenti hanno anche riguardato gli ammodernamenti e la messa a norma delle infrastrutture, come il Balipedio, cabine e dorsale elettrica e capannoni per le lavorazioni, per circa 4,5 milioni di euro;

   per fine febbraio 2025, termineranno i contratti di apprendistato e, pertanto, non disponendo del suddetto personale, come già evidenziato dal direttore dello stabilimento e non provvedendo alla loro assunzione, si rischierà un arresto delle lavorazioni, con gravi ricadute sulla crescita economica e di sviluppo industriale di un intero territorio;

   in considerazione di quanto esposto sopra, a oggi, lo stabilimento risulterebbe privo di un piano industriale concreto, e come evidenziato nel P.i.a.o. 2024/2026 del 30 gennaio 2024 non risulterebbe esserci in programma nessuna assunzione da parte dell'Aid riguardante Capua, e tanto meno un progetto di assunzione tramite concorso per gli attuali apprendisti in opera –:

   se e quali misure intenda adottare per garantire l'aggiornamento della pianta organica dello stabilimento di Capua e la definizione di un piano industriale che ne garantisca il futuro.
(4-03825)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI e ZANELLA. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   «Arriva Italia» è l'azienda gestore del servizio di trasporto pubblico locale ed extraurbano nella città di Brescia e nella relativa Provincia, ed è parte dei consorzi Brescia Trasporti Nord e Brescia Trasporti Sud;

   come appreso da fonti di stampa a fine ottobre 2024 sulla linea autobus extraurbana Brescia – Gargnano e accaduto un grave episodio che ha visto coinvolto un ragazzo con sindrome di Down, e un controllore;

   alla richiesta di quest'ultimo di esibire il biglietto il ragazzo sarebbe andato in confusione in quando non riusciva a trovarlo e il controllore l'ha invitato con insistenza a scendere dal bus, portandolo alle lacrime;

   la scena ha attirato l'attenzione degli altri passeggeri, portando a manifestazioni di sdegno e offerte di pagamento del biglietto, ottenendo come risposta che non fosse quella la soluzione;

   il fatto è stato portato alla luce da una passeggera, la quale ha prontamente scritto ad «Arriva» per segnalare l'episodio, e ha ricevuto come risposta «le procedure di verifica dei titoli di viaggio vengono messe in atto secondo nostre precise direttive al fine di intercettare tutte le eventuali violazioni tariffarie, nel tentativo di contenere il più possibile il sopravvento dell'illegalità, senza distinzioni alcune tra i passeggeri», inoltre «persone affette da simili problematiche sono inequivocabilmente riconoscibili allorché esibiscano speciali documenti di viaggio rilasciati da regione Lombardia, non già da aleatorie supposizioni». La risposta dell'azienda fa supporre che questo non sia stato un caso isolato, ma fredda regolare procedura;

   questi episodi non sono limitati alla compagnia bresciana, ma accadono con periodicità in tutta la penisola. Un caso analogo è avvenuto nel luglio del 2023 sulla linea Orta Nova-Foggia, di Ferrovie del Gargano, dove un ragazzo con disabilità del 100 per cento in possesso di biglietto digitale fatto a bordo è stato fatto scendere dal controllore, e lasciato sotto il caldo torrido, in quanto la macchinetta segnalava un errore nella convalida;

   in provincia di Ancona, nell'aprile del 2023, un controllore di Conerobus ha fatto scendere al capolinea un 15enne con ritardo cognitivo e tessera invalidi per aver dimenticato l'abbonamento, lasciandolo da solo per tre ore alla fermata in attesa dell'arrivo dei genitori;

   anche nel 2016, in provincia di Reggio Emilia dove il servizio è gestito da Seta, in diversi episodi alcuni ragazzi con sindrome di Down sono stati multati e fatti scendere per aver acquistato un biglietto sbagliato. La madre di uno dei ragazzi ha dichiarato «mio figlio è tornato da me tutto sconsolato dicendomi che non vuole mai più prendere l'autobus. Tutto il nostro percorso educativo è andato a farsi friggere. È giusto che mio figlio venga trattato come gli altri, anzi, è il nostro obiettivo. Ma credo che il controllore potesse essere più comprensivo, visto che mio figlio ha cercato di spiegargli cosa era successo»;

   le persone con disabilità che intraprendono dei percorsi di maggiore autonomia vanno incoraggiate e supportate dalle istituzioni e devono ricevere la comprensione necessaria da parte dei pubblici ufficiali –:

   se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti esposti in premessa e se intendano attivare iniziative di competenza anche di natura normativa, al fine di evitare i predetti episodi, di fatto discriminatori.
(4-03826)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da recenti notizie di stampa locale si è appreso della grave emergenza sanitaria in corso presso l'istituto penitenziario «San Soro» di Massama (OR) presso il quale si registra da tempo una forte carenza di personale che ormai, in assenza di immediati interventi strutturali, condurrà entro la fine dell'anno alla totale assenza di medici;

   a lanciare l'allarme, i comunicati stampa dei sindacati regionali di polizia penitenziaria e, da ultimo, una comunicazione formale del Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, il quale si è rivolto alle autorità giudiziarie, sanitarie e penitenziarie nazionali e regionali, richiamando l'attenzione sull'urgenza di interventi strutturali e immediati per scongiurare la dismissione dell'assistenza sanitaria, che potrebbe comportare addirittura la chiusura dell'istituto penitenziario;

   nella propria comunicazione, il Garante ha evidenziato la carenza di figure mediche e amministrative, di professionisti sanitari dedicati con precise competenze, la mancata sostituzione del funzionario medico di riferimento presso la Asl e l'assenza di un reparto sanitario detentivo presso l'Ospedale «San Martino»;

   ai sensi della Deliberazione della giunta regionale n. 13/5 del 14 marzo 2017 il personale medico dovrebbe constare di 7 medici, oltre al dirigente sanitario, a uno psichiatra (attualmente sostituito da un criminologo) e a uno psicologo (presente per 3 ore al giorno); dei 7 medici previsti ne è operativo uno solo, con contratto in scadenza a dicembre 2024, in servizio dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 15;

   va considerato che l'interrogante, in data 8 novembre 2024, ha effettuato un sopralluogo presso l'istituto penitenziario e ha potuto direttamente constatare la grave situazione di carenza di personale, non limitato al pur essenziale servizio di assistenza sanitaria, ma esteso anche a carenze di organico del personale penitenziario; in particolare, nel carcere sarebbero attualmente detenute 234 persone (Comuni 107, AS1 29, AS3 98), con alcuni reparti in sovraffollamento; su 211 agenti penitenziari previsti ne risulterebbero assegnati solo 145, dei quali 17 andranno in pensione a fine anno e ben 40 usufruiscono dei benefici riconosciuti dalla legge n. 104 del 1992;

   sul fronte sanitario il rischio paventato è che, alla scadenza del contratto dell'unico medico presente, nell'istituto non sia più garantita l'assistenza medica e che a presidiare il servizio restino soltanto gli infermieri;

   la sospensione delle attività mediche essenziali comprometterebbe il funzionamento dell'istituto: in assenza di interventi tempestivi, sarebbe impossibile garantire il diritto alla salute ai detenuti, diritto riconosciuto dalla legislazione nazionale come fondamentale e inalienabile;

   l'interrogante ha appreso che sarebbe in fase di promulgazione un bando un gara per l'assunzione di personale medico, ma al momento non se ne conosce la tempistica precisa;

   la situazione sanitaria dell'istituto manifesta l'urgenza di soluzioni strutturali per evitare che l'espiazione della pena sia contraria al senso di umanità per le eccessive sofferenze da essa derivanti;

   inoltre, in queste condizioni, la detenzione risulta ancor più grave, considerata la tipologia dei detenuti e la loro età media, superiore ai 50 anni –:

   se i ministri interrogati siano a conoscenza della situazione descritta e come intendano intervenire per evitare la chiusura dell'istituto penitenziario, posto che l'assistenza sanitaria è un servizio del tutto essenziale;

   se non ritengano opportuno adottare iniziative di carattere normativo per favorire la liberazione anticipata e per disporre l'esecuzione della pena presso il domicilio o presso strutture sanitarie per i detenuti affetti da patologie per le quali la gestione sanitaria e l'assistenza medica sono impraticabili, sia in istituto sia presso il servizio nosocomiale e di pronto soccorso di Oristano;

   se in ultima istanza non ritengano opportuno valutare la possibilità del trasferimento degli ospiti dal Carcere «San Soro» di Massama presso altre strutture detentive e sanitarie della penisola, addivenendo alla sospensione delle attività dell'istituto fino al ripristino dei servizi essenziali.
(4-03818)


   PELLICINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la casa circondariale di Varese è situata in un edificio, risalente al 1893, nel centro urbano della città di Varese;

   attualmente in forza all'istituto di pena sono assegnati 55 agenti di polizia penitenziaria (dei quali ben 8 distaccati presso altri uffici), addetti alla custodia di 102 detenuti;

   vi è in primo luogo la necessità di destinare alla struttura penitenziaria ulteriore personale, almeno per far fronte alle difficoltà determinate dai diversi distaccamenti;

   i problemi più urgenti riguardano però le condizioni di manutenzione dell'istituto;

   il carcere era stato dichiarato dismesso con decreto ministeriale 30 gennaio 2001 previa costruzione di un nuovo istituto;

   la nuova struttura non è stata però mai realizzata e gli interventi di manutenzione straordinaria sul vecchio «Miogni», trattandosi di carcere da dismettere, sono stati di minima entità;

   il complesso presenta oggi alcune significative criticità che meritano di essere affrontate e risolte: in particolare, il muro di cinta del carcere si trova in condizioni fatiscenti, con il serio rischio di crollo nelle parti più ammalorate, tant'è che il camminamento posto al di sopra della struttura è da tempo inservibile;

   inoltre, soltanto le camere di reclusione al piano terra sono dotate di acqua calda e docce, mentre quelle al piano primo e secondo sono sprovviste di docce e sono dotate solo di bagni «alla turca», con la conseguenza che i detenuti sono costretti a recarsi in appositi locali comuni al di fuori delle celle, costringendo così gli agenti a gestire i continui movimenti dei detenuti;

   vi è inoltre la necessità di dotare il carcere di ambienti più consoni per gli alloggi destinati alla polizia penitenziaria;

   a tal fine, grazie al positivo interessamento del provveditorato alle carceri della Lombardia, il comune di Varese si è dichiarato pronto a cedere allo Stato una palazzina limitrofa, oggi destinata agli uffici della polizia locale del comune, da adibire proprio a caserma della polizia penitenziaria –:

   se il Governo sia a conoscenza della gravità della situazione descritta in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere rispetto al pericolo di crollo del muro di cinta del carcere, per dotare di docce le camere di reclusione al primo e secondo piano dell'edificio, per migliorare le condizioni dei luoghi di lavoro della polizia penitenziaria e per implementare il personale addetto alla custodia dei detenuti.
(4-03821)


   D'ALESSIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, in attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, ha introdotto un sistema organico di giustizia riparativa, recependo le indicazioni di direttive europee e raccomandazioni internazionali, con l'obiettivo di integrare e non sostituire la giustizia tradizionale;

   a due anni dall'entrata in vigore della normativa, permangono però significative criticità nell'implementazione dei princìpi e delle strutture operative della giustizia riparativa sul territorio nazionale;

   di fatti, non risultano ancora istituiti i Centri di giustizia riparativa previsti dall'articolo 63 del citato decreto legislativo, e molti dei centri esistenti si trovano in una situazione di incertezza normativa e operativa;

   inoltre, i mediatori esperti, essenziali per la realizzazione dei programmi di giustizia riparativa, non sono ancora pienamente regolamentati, con una parte di essi che opera di fatto in regime di volontariato e altri che necessitano di ulteriori prove valutative per l'iscrizione all'elenco istituito presso il Ministero della giustizia;

   il ritardo nell'attuazione delle norme sta penalizzando la diffusione di un approccio riparativo che rappresenterebbe un valore aggiunto nella riduzione della recidiva e nel soddisfacimento dei bisogni delle vittime di reato –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire l'effettiva attuazione del decreto legislativo citato in premessa, con preciso riferimento all'istituzione dei centri di giustizia riparativa e alla regolarizzazione di quelli già operativi in tempi celeri su tutto il territorio nazionale, alla definizione e valorizzazione del ruolo dei mediatori esperti al fine di garantire loro adeguati percorsi formativi e riconoscimenti professionali;

   se non ritenga di adottare iniziative urgenti di competenza, al fine di agevolare l'accesso alle prove valutative da parte di coloro che, pur in possesso di una formazione adeguata, necessitano di tali certificazioni per operare nel sistema, anche valutando di coinvolgere in maniera più incisiva il personale già qualificato e operativo all'interno del Ministero al fine di accelerare la messa in funzione del sistema di giustizia riparativa, che necessita di un'importante azione di divulgazione e informazione presso i cittadini, per superare le resistenze culturali ancora esistenti e favorire una maggiore comprensione dei benefìci di tale approccio.
(4-03829)


   ENRICO COSTA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   numerose fonti di stampa (Sole 24 Ore, Il Giorno, La Verità, Milano Finanza) riportano la vicenda di un giornalista, E. F., che, in ragione del legame sentimentale con una persona interessata da una causa di divorzio, è stato destinatario di un'analisi molto penetrante dei suoi rapporti patrimoniali e finanziari;

   in particolare il tribunale di Como ha ordinato al centro per l'impiego, all'Inps e all'Agenzia delle entrate di produrre la documentazione in loro possesso sulla «situazione lavorativa, estratto contributivo, eventuali indennità, provvidenze o rendite di qualsiasi tipo percepite, la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, estratti conto bancari del triennio, nonché ogni altra informazione utile sul patrimonio mobiliare e immobiliare, e la situazione economica dello stesso ottenibile mediante l'applicazione Serpico e l'accesso alle banche dati comprese nell'Anagrafe tributaria, ivi incluso l'archivio dei rapporti finanziari», riguardanti E. F., soggetto, giova ribadirlo, estraneo al giudizio;

   la decisione del tribunale non sarebbe stata comunicata formalmente al destinatario degli accertamenti, titolare delle informazioni da acquisire, il quale, estraneo al giudizio non ha conoscenza diretta degli atti di causa;

   in conseguenza dell'atto istruttorio tutta la documentazione patrimoniale e reddituale di E. F. si trova, o comunque si troverà, quando acquisita, agli atti del giudizio e, quindi, nella disponibilità di una pluralità di soggetti, senza che l'interessato sia mai stato messo a conoscenza degli accertamenti sul suo conto, né sull'esito degli stessi –:

   se risulti al Ministro, per quanto di competenza, che accertamenti particolarmente pervasivi dei diritti di terzi quali quelli evidenziati in premessa, riguardanti dati sensibili di soggetti estranei al procedimento, non debbano essere preceduti da una forma di comunicazione o notificazione che consenta la conoscenza dell'atto istruttorio, e se non ritenga, ove ravvisi una lacuna nella disciplina, di intervenire con un'iniziativa normativa.
(4-03830)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CARAMIELLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   risulta all'interrogante che la categoria dei marittimi lamenta una problematica attinente alla presentazione dell'«allegato I» e dell'«allegato II» disciplinati dall'articolo 9 del decreto ministeriale n. 51 del 2016, definiti come «attestati di addestramento»;

   in siffatti «attestati di addestramento», di seguito indicati col termine «allegati», sono riportati tutti i corsi sostenuti dal personale navigante, il riferimento Stcw e le date di scadenza dei singoli corsi;

   più specificamente, l'allegato I dei lavoratori marittimi in possesso del certificato di competenza riporta il numero, la data di emissione e la data di scadenza indicata sul certificato di competenza. L'allegato II, invece, è rilasciato ai lavoratori marittimi che non sono in possesso del certificato di competenza o del certificato di addestramento; esso riporta le date di scadenza dei singoli certificati di addestramento. In altri termini, ogni corso sostenuto viene riportato con la sua data di scadenza;

   siffatti «allegati» vengono disposti con l'obiettivo di recare in un unico foglio riassuntivo la lista dei corsi sostenuti che, all'atto dell'imbarco, vengono così verificati, in modo da assicurarsi che il personale sia in possesso della corretta certificazione a bordo di specifiche tipologie di navi;

   si evidenzia che detti «allegati» sono previsti unicamente dalla normativa italiana e non anche in quella comunitaria, atteso che gli Stati membri dell'Unione europea e i Paesi extra europei non dispongono la redazione di tale documento, ma fanno riferimento solo ed esclusivamente alla data riportata sui certificati di addestramento dei vari corsi sostenuti dal personale navigante;

   come riferito all'interrogante, tuttavia, all'atto dell'imbarco viene chiesto non solo l'allegato I o l'allegato II, a seconda dei casi specifici, ma anche i certificati in originale. Quanto in oggetto avviene dal momento che detti «allegati» vengono compilati riportando i dati provenienti dai vari certificati dei corsi e, durante questa trascrizione, è possibile che si possano commettere dei meri errori materiali;

   nel dettaglio, può capitare ed è capitato, che si siano verificate problematiche dovute a differenze di date riportate negli «allegati» e nei certificati dei corsi, che in alcuni casi hanno portato alla perdita di validità dei certificati stessi, con la conseguenza di dover ripetere completamente il corso di addestramento con costi e tempi aggiuntivi, spesso a carico del personale navigante. Si specifica che i costi da sostenere per il rilascio/rinnovo degli «allegati», che vengono rilasciati con modalità diverse da capitaneria a capitaneria, sono a carico dei marittimi;

   come riferito dall'Agenzia europea per la sicurezza marittima (Emsa), sussisterebbero dei dubbi relativamente al fatto che questi «allegati» possono non essere considerati dei certificate of proficiency (COP), ossia certificati di addestramento, mettendone in dubbio la loro conformità alle regole europee –:

   se, al fine di sburocratizzare le procedure afferenti al settore marittimo, di ridurre il verificarsi di errori materiali e il sorgere di spese a carico dei marittimi, il Ministro interrogato intenda valutare l'opportunità di adottare iniziative per eliminare l'obbligo di presentare l'allegato I o l'allegato II, ritenendo sufficiente la presentazione dei certificati in originale.
(5-03139)


   SERRACCHIANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con un comunicato pubblicato sul proprio sito il 12 novembre 2024, l'ambasciata d'Italia a Lubiana ha informato l'inizio dei lavori su larga scala da parte della società concessionaria delle autostrade slovene Dars relativi alla superstrada H4 Razdrto-Vipava-Ajdovščina, lungo i tratti tra le suddette località e la galleria di Vipavski Križ, lavori che procederanno in più fasi fino alla fine del 2026 e riguarderanno la costruzione di nuove barriere frangivento, la riasfaltatura e il rifacimento della carreggiata;

   la superstrada H4 – realizzata in base agli Accordi di Osimo del 1975 con l'apporto di risorse statali italiane per circa il 25 per cento – collega la capitale della Slovenia, Lubiana con Nova Gorica e Gorizia;

   i suddetti lavori saranno effettuati proprio nel periodo in cui si svolgeranno gli eventi della Capitale europea della cultura 2025 Nova Gorizia-Gorizia e, inevitabilmente, creeranno notevoli disagi nei traffici non commerciali e turistici verso l'Italia senza tener conto dei bisogni primari di far decollare «Go!2025»;

   la società Dars ha disposto, tra le altre misure, lungo la H4 il divieto di transito per i mezzi pesanti, obbligati a passare per il loro ingresso in Italia attraverso il valico di Trieste-Fernetti, con il rischio di ripercussioni molto negative sul traffico commerciale gestito dalla Società di gestione dell'autoporto di Gorizia – Sdag spa;

   il punto critico riguarda, quindi, il passaggio negato ai trasporti merci con mezzi pesanti, costretti a deviare a Fernetti, ma anche per i turisti che vogliano raggiungere le due città con camper, auto, pullman;

   desta sconcerto l'improvvisazione e la mancata informazione preventiva al territorio ed agli operatori dei settori turistici e commerciali che sono impegnati nello sviluppo di una strategia transfrontaliera innovativa, uno spiccato senso di coesione e uno sforzo comune di comunicazione tra Nova-Gorica e Gorizia con l'obiettivo di determinare la crescita delle periferie europee, quali tasselli irrinunciabili nel mosaico dell'Unione europea –:

   se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, affinché i lavori infrastrutturali citati in premessa non determinino disagi insostenibili per la realizzazione degli eventi di «GO!2025» e pesanti, drammatiche ripercussioni sui volumi d'affari e sul fatturato della Società di gestione dell'autoporto di Gorizia (Sdag spa).
(5-03141)

Interrogazioni a risposta scritta:


   IACONO, PROVENZANO, MARINO, BARBAGALLO e PORTA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   con deliberazione n. 100 dell'11 marzo 2024, la Regione Siciliana ha dichiarato lo stato di crisi idrica e di emergenza regionale per le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani;

   con ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n. 1084 del 19 maggio 2024, sono stati disposti i «Primi interventi urgenti di protezione civile finalizzati a contrastare la situazione di deficit idrico in atto nel territorio della Regione Siciliana», nominando commissario delegato a tali interventi il presidente della Regione Siciliana;

   con delibera n. 6 del 22 febbraio 2024, il Consiglio di amministrazione dell'Azienda idrica comuni Agrigentini – A.I.C.A. ha previsto, tra gli altri interventi, la realizzazione di un pozzo le cui acque prelevate verranno utilizzate per usi idropotabili e relativa posa in opera della condotta di adduzione fino all'interconnessione con il sistema «Voltano» nella contrada Monnafarina nel territorio del comune di Castronovo di Sicilia;

   da fonti di stampa si apprende che si tratta dello stesso bacino su cui insiste una concessione trentennale per l'estrazione di acqua minerale denominata «Margimuto». Tale concessione trentennale, siglata nel 2003 a favore della Platani Rossino srl, già tre anni dopo, sotto la presidenza di Totò Cuffaro, viene ampliata. Nel 2009 la concessione viene intestata alla Nestlé Vera Srl, nel 2012 trasferita alla Sanpellegrino Spa: poco dopo lo sfruttamento viene ulteriormente ampliato da dieci a venti litri al secondo. Nel 2021, infine, la Sanpellegrino cede la concessione ad AcquaVera Spa, della famiglia Quagliuolo;

   con nota protocollo generale n. 10812 e 10813 del 23 luglio 2024 il comune di Castronovo ha espresso parere non favorevole, sotto il profilo idrologico, nella considerazione che il bacino dove è ubicato il costruendo pozzo, interferisce in via diretta con il bacino che alimenta la sorgente che in atto garantisce la risorsa del centro abitato del comune di Castronovo di Sicilia;

   con nota prot. 7418 del 24 luglio 2024 il comune di Santo Stefano ha evidenziato, tra le altre cose, che dai dati mensili del distretto Minerario relativi alla concessione di acque minerali in favore della ditta Acqua Vera S.p.A., «appare evidente lo sfruttamento della falda in questi ultimi anni, in cui si registra un preoccupante calo del livello statico»; quindi, «a tutela della risorsa idrica e per scongiurarne l'ulteriore sfruttamento, in una situazione già fragile e fortemente compromessa», il comune ha chiesto «di non procedere alla realizzazione delle opere previste in progetto senza aver prima acquisito le risultanze delle prove di emungimento già programmate con particolare riferimento alle potenziali interferenze tra il nuovo pozzo e gli attuali prelievi in essere sullo stesso bacino idrologico»;

   l'articolo 97 del Codice ambiente stabilisce che «le concessioni di utilizzazione delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente sono rilasciate tenuto conto delle esigenze di approvvigionamento e distribuzione delle acque potabili e delle previsioni del piano di tutela di cui all'articolo 121»;

   le regioni sono tenute a valutare il buono stato quantitativo di un corpo idrico sotterraneo o di un gruppo di corpi idrici sotterranei –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano adottare a fronte della grave situazione di siccità e al preoccupante calo del livello statico della falda causato dallo sfruttamento degli ultimi anni, al fine di assicurare la sostenibilità della situazione dal punto di vista ambientale e sociale.
(4-03819)


   PICCOLOTTI e GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   da una indiscrezione pubblicata in un articolo del quotidiano Il Foglio del 15 novembre 2024 emerge che l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, per conto della Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell'economia e delle finanze, starebbe lavorando ad uno schema di privatizzazione della rete ferroviaria;

   secondo il predetto schema Ferrovie dello Stato costituirebbe un veicolo societario da uno spin off di Rete ferroviaria italiana (Rfi), cui resterebbe la parte di rete non privatizzata, mentre la porzione di rete che si intende privatizzare verrebbe affidata a una neonata società attraverso una nuova concessione;

   la nuova società della rete sarebbe partecipata da investitori istituzionali come Cassa depositi e prestiti, fondazioni bancarie, casse previdenziali e altri e resterebbe sotto il controllo di Ferrovie dello Stato o di altro soggetto pubblico (una nuova holding infrastrutturale);

   il patrimonio della nuova società sarebbe alimentato dai trasferimenti di Rfi;

   l'intenzione sarebbe quella di cedere la parte più stabile e consolidata dell'infrastruttura ferroviaria che non necessita di investimenti ingenti in nuove opere ma solo completamenti e manutenzioni ordinarie e straordinarie;

   questo perimetro, ancora da definire nel dettaglio, consentirebbe di evitare il trasferimento alla nuova società di eccessivi costi di investimento da sostenere;

   si ipotizza dunque che potrebbero rientrare nel suddetto piano di privatizzazione le linee già completate dell'Alta Velocità, in particolare la Torino-Milano-Roma e l'asse est Milano-Venezia e probabilmente le opere in via di completamento come la Napoli-Bari;

   sarebbero escluse dalla privatizzazione le opere che sono ancora interamente da realizzare come la Salerno-Reggio Calabria;

   la tariffa di uso della rete infrastrutturale sarebbe stabilita dall'Autorità di regolazione dei trasporti e pagata dalle società di trasporto che viaggiano sull'infrastruttura con i loro treni e per garantire una redditività alla nuova società non è escluso che si sia costretti ad aumentare le tariffe pagate dalle società di trasporto rispetto agli attuali canoni pagati a Rfi, con un certo rincaro anche sui prezzi dei biglietti pagati dai viaggiatori alle società di trasporti;

   ad avviso degli interroganti qualsiasi ipotesi di privatizzazione della rete ferroviaria è inaccettabile e ingiustificabile e rappresenterebbe l'ennesimo ricorso, dannoso per la collettività, alla cessione di asset strategici per ridurre parzialmente e nell'immediato il debito pubblico privando però il Paese di un asset strategico fondamentale e indispensabile a garantire la mobilità su treno;

   il servizio ferroviario e la rete ferroviaria necessitano di investimenti ma la soluzione non può essere quella dell'apertura alla privatizzazione che determinerebbe come primo effetto soltanto un aumento dei costi per gli utenti –:

   se i Ministri interrogati intendano smentire le indiscrezioni riportate in premessa sulla privatizzazione della rete ferroviaria italiana, ritenendo gli interroganti fondamentale che lo Stato mantenga la proprietà di un asset strategico per il nostro Paese e indispensabile a garantire la mobilità ai cittadini e alle cittadine che scelgono di utilizzare il treno per i propri spostamenti.
(4-03828)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   MANES. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica n. 396 del 2000 dispone che per la trascrizione degli atti di stato civile formati all'estero «l'autorità diplomatica o consolare trasmette ai fini della trascrizione copia degli atti e dei provvedimenti relativi al cittadino italiano formati all'estero all'ufficiale dello stato civile del comune»;

   l'articolo 258 del codice civile determina che «l'atto di riconoscimento di uno solo dei genitori non può contenere indicazioni relative all'altro genitore. Queste indicazioni, qualora siano state fatte, sono senza effetto». L'ufficiale di stato civile ha compito di tener compito di questo principio ma se nell'atto tale informazione non viene riportata non ha il diritto ad effettuare ulteriori verifiche;

   la direttiva 6.2.3 del massimario del Ministero del Ministero dell'interno dispone che «l'atto di nascita di un minore, nato all'estero fuori del matrimonio, deve essere trascritto, riportando l'indicazione dei genitori del bambino, senza alcuna precisazione, se assente dall'atto, in merito alla circostanza se vi sia stato o no riconoscimento e circa le eventuali modalità di questo» con ciò significando che se nell'atto di nascita sono assenti le informazioni relative al riconoscimento questo deve comunque essere trascritto senza nessuna altra formalità;

   la legge n. 870 del 1978 ha ratificato la Convenzione di Vienna approvando la sostituzione degli atti originali emessi all'estero con gli estratti plurilingue, semplificando così il riconoscimento dei documenti ufficiali come indicato nel massimario e nel parere del Ministero dell'interno emesso in data 5 dicembre 2007 per il quale «In risposta alla sua richiesta le comunico che l'interessata dovrà presentare l'estratto di nascita modello plurilingue e chiedere la trascrizione all'ufficiale di stato civile: quest'ultimo potrà provvedere e dare comunicazione all'ufficiale di anagrafe per la relativa iscrizione. Area III – stato civile;»;

   il Consolato generale d'Italia a Barcellona, il Consolato generale d'Italia a Madrid e il vice consolato di Arona rifiutano trascrizioni di nascite fuori del matrimonio se oltre all'estratto plurilingue non vengono anche presentati il documento chiamato «Testimonio del expediente tramitado para la inscripción»;

   i comuni italiani accettano il solo estratto plurilingue per la trascrizione delle nascite fuori del matrimonio avvenute all'estero nei Paesi firmatari della Convenzione di Vienna in ottemperanza alle direttive 16.1 e 6.2.3 del massimario dello stato civile del Ministero dell'interno;

   in relazione alla mancata trascrizione dell'atto di nascita fuori dal matrimonio di una connazionale, esistono divergenze interpretative della norma tra le sedi diplomatiche in Spagna, la Prefettura di Roma ed i comuni italiani –:

   come sia possibile che la trascrizione diretta presso i comuni possa avvenire presentando documentazione diversa rispetto a quella richiesta dal Consolato generale d'Italia a Barcellona, dall'Ambasciata d'Italia a Madrid e dal Consolato di Arona;

   se le istruzioni emanate dalle sedi diplomatiche in Spagna siano conformi alle direttive emanate nel massimario dello stato civile;

   se intendano adottare iniziative per la rettifica delle direttive emanate nel massimario dello stato civile se saranno considerate attendibili le istruzioni impartite dal Consolato generale d'Italia a Barcellona, Consolato generale d'Italia a Madrid e dal vice consolato di Arona che appaiono in contrasto con le dette direttive.
(4-03817)


   DI SANZO, PORTA, CARÈ, TONI RICCIARDI e AMENDOLA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 7 della legge n. 555 del 1912 dispone, com'è noto, che «il cittadino italiano, nato e residente in uno Stato estero, dal quale sia ritenuto proprio cittadino per nascita, conserva la nostra cittadinanza, ma, divenuto maggiorenne o emancipato, può rinunciarvi»;

   con la circolare numero 43347 del 30 ottobre 2024 il Ministero dell'interno, considerate alcune recenti sentenze di alcuni tribunali e della Corte di cassazione, ha introdotto una nuova interpretazione molto restrittiva della parte di normativa sulla cittadinanza che concerne lo status di cittadino del minore figlio di naturalizzato cittadino straniero;

   in base a tale interpretazione il minore perde la cittadinanza contrariamente a quanto assunto fino a oggi in osservanza dell'articolo 7 della legge n. 555 del 1912, soluzione che aveva ragion d'essere proprio come protezione per il connazionale che si trovava in territorio straniero durante la minore età mentre, allo stesso tempo, il secondo comma dell'articolo 12 faceva venir meno la possibilità che il minore si trovasse in condizione di apolidia. Un combinato disposto che potremmo definire, quindi, protettivo verso il minore che, poi, divenuto maggiorenne avrebbe potuto scegliere liberamente;

   questa interpretazione, espressa nella circolare di cui in precedenza, a giudizio dell'interrogante ha riflessi rilevanti per quanto concerne le richieste di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis e va a intaccare anche l'iter delle pratiche già avviate;

   migliaia di persone hanno già avviato le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis. Tali pratiche comportano l'esborso di consistenti somme di denaro e chi le ha presentate si trova nelle condizioni di attesa per il completamente dell'iter, mentre altri sono in attesa di appuntamento presso i consolati, a volte persino da anni;

   molte di queste pratiche vanno riferite a persone che non sono state registrate dai genitori al competente consolato italiano al momento della nascita;

   le istruzioni per avviare tali pratiche erano pubblicate sui siti web dei consolati, per cui chi ha avviato il processo di riconoscimento lo ha fatto seguendo le indicazioni dell'Amministrazione dello Stato;

   oggi, alla luce delle nuove indicazioni si rischia di generare confusione tra la popolazione di origine italiana all'estero e negli uffici consolari stessi che ricevono le richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana –:

   se non intendano i Ministri interrogati assumere iniziative di competenza volte a venire incontro alle esigenze dei richiedenti il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis e di salvaguardare i diritti di coloro che già hanno avviato le pratiche per tale riconoscimento, secondo le regole già stabilite, presso i nostri uffici consolari all'estero, anche ipotizzando un periodo di transizione che permetta ai procedimenti in corso di terminare l'iter prescritto.
(4-03823)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   MALAVASI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, tramite la Commissione Ripam (Formez), ha indetto un concorso pubblico su base territoriale, per titoli ed esami, per il reclutamento di un contingente complessivo di n. 308 (trecentootto) unità di personale non dirigenziale, a tempo pieno e indeterminato, da inquadrare nei ruoli dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, nell'area funzionari, secondo la seguente ripartizione:

    a) n. 293 (duecentonovantatre) unità con il profilo di funzionario amministrativo;

    b) n. 15 (quindici) unità con il profilo di funzionario assistente sociale;

   successivamente, con avviso pubblico, ha comunicato lo svolgimento delle prove scritte per la data del 14 ottobre 2024 i cui esiti, da quanto riportato nel bando, sarebbero stati resi noti, al singolo candidato, accedendo nella propria area riservata sul sito https://formez.concorsismart.it/ui/publicarea/login. Pertanto, senza nessuna graduatoria di merito pubblica, ma solamente un singolo codice per singolo candidato;

   nonostante ciò, in tempi precedenti le prove orali del richiamato concorso, che si sono tenute a partire dal 18 novembre 2024 e fino al 23 dicembre 2024, a quanto consta all'interrogante vi è stata la creazione di gruppi Telegram ad opera di una organizzazione sindacale che, in assenza di graduatorie di merito pubbliche redatte agli esiti della prova scritta – che come già ricordato risulterebbero essere «codificate» per prevenire eventuali pericolose ingerenze – sembrerebbe essere riuscita ad intercettare numerosi candidati ammessi alle prove orali;

   considerato che, ad oggi, non vi sono prove certe di eventuali fughe di notizie, risulta quantomeno irrituale che ad una organizzazione sindacale sia permesso l'accesso a dati ed elementi conoscitivi dei candidati alla procedura concorsuale –:

   se i dati cui sopra siano stati resi pubblici e quindi ad uso delle organizzazioni sindacali e di tutti coloro che avessero avuto, interessi legittimi ad accedervi;

   quali iniziative di competenza intenda mettere in campo il Ministro interrogato al fine di contrastare condotte che, seppur rientranti nell'alveo delle lecite attività a fini sindacali, rischiano di minare la credibilità e la trasparenza della procedura concorsuale in parola, ovvero di approfondire quanto sopra al fine di intercettare e sanzionare potenziali irregolarità.
(4-03824)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   EVI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   domenica 17 novembre 2024 la trasmissione Report ha trasmesso un'inchiesta da cui emergono diverse gravi criticità nella gestione della peste suina africana, nelle condizioni di allevamento nell'industria suinicola che riguardano anche la produzione del prosciutto di Parma doc;

   il virus della Psa è stato ritrovato dal Nucleo antisofisticazione dei Carabinieri di Bologna in alcuni prodotti in vendita nei supermercati, alcuni addirittura privi di ingredienti di origine animale, rappresentando un segnale allarmante della diffusione del virus. E infatti, dall'inchiesta emergono una serie di criticità nella gestione del contenimento del virus, a partire dalla negligenza di alcuni allevatori che avrebbero seppellito in autonomia carcasse di suini infetti, che avrebbero movimentato gli animali infetti tra diversi allevamenti o verso il macello, senza opportuni controlli da parte dei veterinari preposti, che non avrebbero adottato le misure di biosicurezza obbligatorie;

   anche le modalità con cui si praticano gli abbattimenti di suini continuano a destare preoccupazione. Gli abbattimenti sarebbero realizzati attraverso l'uso di gas o elettrocuzione, entrambe pratiche che non garantiscono una morte senza sofferenza da parte dell'animale, in particolare se praticate in modo scorretto. Dalle immagini degli abbattimenti con gas, filmati ed effettuati a Mortara (PV), si vede chiaramente il gas fuoriuscire dal container, circostanza che potrebbe indicare un malfunzionamento e causare un abbassamento della temperatura a -70 gradi tale da provocare la morte dell'animale per shock termico o ulteriori sofferenze inutili, come confermato dal dottor Dario Buffoli, medico veterinario e consulente tecnico della polizia giudiziaria intervistato da Report. Oppure, in altri allevamenti in provincia di Pavia e in provincia di Novara mostrati nell'inchiesta, l'utilizzo dell'elettrocuzione apparrebbe, come lo scorso anno, effettuata da operatori non adeguatamente formati e non in grado di svolgerla correttamente. Eppure tale procedura viene sconsigliata per abbattimenti su grandi numeri di animali. Le immagini dello scorso anno hanno spinto la procura di Pavia ad aprire un fascicolo per diversi maltrattamenti riscontrati negli allevamenti;

   in base al regolamento n. 1099 del 2009, articolo 18, comma 4, entro il 30 giugno di ogni anno l'autorità competente responsabile di un'operazione di spopolamento trasmette alla commissione una relazione sulle operazioni di spopolamento effettuate nell'anno precedente e la rende accessibile al pubblico attraverso Internet. Tale relazione, in particolare, chiede al punto d) di fornire una descrizione delle difficoltà incontrate e, se del caso, le soluzioni individuate per alleviare o ridurre al minimo le sofferenze degli animali interessati;

   relativamente alla gestione del confinamento dei cinghiali, la trasmissione mostra immagini eloquenti di recinzioni danneggiate e non manutenute, in particolare al confine tra Liguria e Piemonte, recinzioni dunque facilmente oltrepassabili dai cinghiali, come dimostrano le fototrappole;

   inoltre si vedono carcasse di cinghiali abbandonate nonostante anche l'ordinanza del Commissario alla peste suina africana n. 5/2024 del 1° ottobre 2024 ne richieda una gestione tale per cui si effettui la rimozione delle stesse e di eventuali parti che si ritrovassero sul terreno e l'area sottoposta a disinfezione utilizzando presidi medico-chirurgici (PMC)/biocidi. Infine, in particolare nella provincia di Parma, l'ultima segnalazione di carcassa infetta risale a aprile 2024 e dalla trasmissione emergono dubbi sulla effettiva segnalazione e campionamento di carcasse –:

   se siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e se non intendano intervenire per aumentare il personale veterinario preposto alle operazioni di controllo;

   se non ritengano di adottare opportune iniziative volte ad escludere l'abbattimento per mezzo di elettrocuzione durante gli abbattimenti di grandi numeri di animali, a rendere nota la relazione sulle operazioni di spopolamento e a far sapere se siano state individuate soluzioni per ridurre al minimo la sofferenza degli animali interessati;

   se non intendano adottare iniziative urgenti di competenza per verificare immediatamente la presenza di carcasse di cinghiale abbandonate.
(4-03820)


   CARMINA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si è appreso della tragica scomparsa di Margaret Spada, ragazza ventiduenne siciliana deceduta in data 7 novembre 2024 in conseguenza di un intervento di rinoplastica parziale effettuato presso un centro medico di Roma;

   secondo le ricostruzioni, la vittima avrebbe accusato un malore subito dopo l'anestesia e sarebbe stata immediatamente ricoverata in gravi condizioni. Il decesso, sopravvenuto a distanza di tre giorni, sarebbe avvenuto a causa di un arresto cardiocircolatorio in un quadro di «sofferenza acuta», come accertato a seguito dell'autopsia;

   dalle prime ricostruzioni effettuate, non sarebbe stata trovata la cartella clinica della ragazza, non sono state trovate informazioni sul percorso clinico della paziente sebbene l'intervento avesse avuto un costo preventivato di 2.800 euro. Inoltre, non risulta essere stato acquisito il consenso informato e il laboratorio è risultato privo di insegna;

   ulteriori dubbi, allo stato attuale, permangono finanche sull'effettiva presenza delle necessarie autorizzazioni, nonché sull'effettiva presenza nella struttura ambulatoriale di tutti i presidi medici salvavita obbligatori in caso di emergenza;

   il tragico evento, purtroppo, non rappresenta un caso isolato. Nell'aprile 2020, una donna ha perso la vita durante un intervento di chirurgia estetica svolto presso un poliambulatorio privato di Monopoli. Nel settembre 2023, una ragazza ventunenne è tragicamente deceduta per avere contratto un'infezione da stafilococco a seguito di un intervento di mastoplastica additiva eseguito presso la clinica Gianturco di Napoli. A maggio 2024, è stato scoperto un centro estetico abusivo ubicato in un appartamento a Bassano del Grappa nel quale venivano praticate iniezioni di filler e altri trattamenti anti-rughe fatti in casa, in condizioni igieniche precarie che hanno causato effetti collaterali a diverse pazienti;

   la sempre crescente domanda di interventi di medicina estetica e di chirurgia estetica ha determinato il proliferare di ambulatori destinati all'esecuzione di tali attività, accrescendo la difficoltà di effettuare i controlli sull'effettivo rispetto dei requisiti di igiene e soprattutto dei relativi protocolli sanitari;

   non infrequentemente, oggi, i trattamenti o gli interventi non invasivi di medicina estetica e taluni interventi mini invasivi di chirurgia plastica avvengono presso strutture inidonee a fronteggiare emergenze, in assenza di personale specializzato e di adeguati controlli sui prodotti utilizzati e iniettati nei pazienti. Rileva, inoltre, l'assenza di apposite linee guida riconosciute dall'Istituto superiore di sanità relative agli interventi di medicina estetica;

   nonostante si tratti di una locuzione di ormai frequente utilizzo ai fini promozionali e, in particolare, a mezzo dei più diffusi social network, non è oggi prevista alcuna specializzazione in «medicina estetica», ma soltanto in «chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica». Da ciò consegue un chiaro abuso posto in essere da chi si definisce tale senza avere il citato diploma di specializzazione –:

   se non intenda, al fine di scongiurare il ripetersi dei tragici eventi descritti in premessa, porre in essere ogni iniziativa di competenza al fine di promuovere maggiori controlli sugli ambulatori, sui protocolli praticati e sui prodotti utilizzati nell'effettuazione di trattamenti o interventi non invasivi di medicina estetica e di interventi mini invasivi di chirurgia plastica;

   se non ritenga di assumere iniziative di competenza al fine di evitare eventuali abusi nell'esercizio della professione e di promuovere una regolamentazione sulle modalità con le quali vengono pubblicizzati gli interventi di medicina e di chirurgia estetica, con particolare riferimento all'utilizzo dei social network, in maniera tale che si imponga di fornire, nell'esposizione dell'offerta, adeguata informativa sui rischi, sulla qualità dei prodotti utilizzati e sulla sicurezza dei protocolli sanitari e delle linee guida seguiti;

   se non ritenga, in ragione della diffusione ormai generalizzata dei relativi trattamenti, di dovere valutare l'adozione di iniziative volte al riconoscimento della medicina estetica come specializzazione post-laurea.
(4-03822)


   VIETRI. — Al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dal 1° giugno 2024 il direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria «Ruggi» di Salerno, Vincenzo D'Amato, è andato in pensione, per raggiunti limiti di età;

   come si legge nella determina n. 20858 del 14 maggio 2024, avente ad oggetto «Collocamento a riposo per limiti di età, a far data dal 1° giugno 2024, del dipendente dr. Vincenzo D'Amato – Dirigente Medico Direttore di Struttura Complessa», «Preso Atto che l'interessato, con nota del 13 maggio 2024 acquisita al protocollo generale al numero 97389, ha richiesto il collocamento a riposo per raggiunti limiti di età a decorrere dal prossimo 1° giugno 2024; [...] determina di dare atto che alla data indicata, a favore dello stesso, risulterà un'anzianità contributiva e di servizio utile complessivo in relazione alla quale avrà diritto ad accedere al trattamento di quiescenza per raggiunti limiti di età [...]»;

   nonostante il Dott. D'Amato sia andato in pensione a giugno 2024, per quanto consta all'interrogante, ad oggi continuerebbe a ricoprire l'incarico;

   oltre a una regola di buon senso, che dovrebbe essere rispettata, soprattutto per chi riveste incarichi di vertice, come si legge chiaramente nell'avviso pubblico per la scelta del direttore generale della sanità per la Società regionale per la sanità S.p.A. Soresa, tra i requisiti occorre non essere collocato in quiescenza;

   il comma 9 dell'articolo 5 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 vieta espressamente «alle pubbliche amministrazioni [...] di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. Alle suddette amministrazioni è, altresì, fatto divieto di conferire ai medesimi soggetti incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni di cui al primo periodo e degli enti e società da esse controllati [...]. Gli incarichi, le cariche e le collaborazioni di cui ai periodi precedenti sono comunque consentiti a titolo gratuito [...]», come, peraltro, già evidenziato dal Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione con circolare n. 6 del 2014, nella quale si avvertiva: «Le amministrazioni eviteranno peraltro comportamenti elusivi, consistenti nel conferire a soggetti prossimi alla pensione incarichi e cariche il cui mandato si svolga sostanzialmente in una fase successiva al collocamento in quiescenza. Per tali soggetti, le amministrazioni valuteranno la possibilità di conferire un incarico gratuito»;

   sul tema è intervenuta la stessa Corte dei conti, con sentenza n. 40 del 23 maggio 2024, riconoscendo il danno erariale per l'incarico di direttore generale a soggetto in quiescenza, anche se il pensionamento è sopravvenuto;

   ad avviso dell'interrogante, diversi e gravi sono gli aspetti della vicenda ancora da chiarire: in primis, l'onerosità dell'incarico ricoperto dal dott. D'Amato quando già in quiescenza perché dalla pensioni scattata il 1° giugno, solo l'8 ottobre 2024 dichiara di aver richiesto all'ufficio personale la temporanea sospensione del trattamento economico dell'incarico che, per quanto consta all'interrogante, continua a rivestire;

   e ancora, non è chiaro sulla base di quali valutazioni l'amministrazione – che avrebbe, comunque, dovuto evitare comportamenti elusivi della normativa, conferendo, ad esempio, a soggetti prossimi alla pensione incarichi il cui mandato si svolga in una fase successiva al collocamento in quiescenza – abbia valutato l'opportunità di rinnovare l'incarico al dott. D'Amato, nonostante quelli che sono a giudizio dell'interrogante i pessimi risultati raggiunti dal «Ruggi» di Salerno, un'azienda ospedaliera da tempo sotto i riflettori per alcune inchieste su casi di malasanità e concorsi: solo negli ultimi mesi i Nas avrebbero acquisito documenti e cartelle cliniche per presunti episodi – denunciati alle autorità competenti – di pazienti registrati in pronto soccorso per ricoveri mai effettivamente eseguiti;

   gli stessi dati riportati dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sulla qualità dell'assistenza dell'ospedale «Ruggi d'Aragona» mettono in luce una situazione allarmante, con indicatori negativi in numerose aree critiche;

   si ricorda che, per effetto dell'articolo 1 del decreto legislativo n. 171 del 2016, recante l'attuazione della delega in materia di dirigenza sanitaria, presso il Ministero della salute è stato istituito l'elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale, aggiornato con cadenza biennale, alimentato con procedure informatizzate e pubblicato sul sito internet del Ministero della salute –:

   quali iniziative di competenza intendano adottare affinché, nell'ambito delle nomine dirigenziali nelle strutture sanitarie pubbliche, vengano effettivamente applicate le disposizioni vigenti in materia di elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale, nonché di conferimento di incarichi pubblici a titolo gratuito a soggetti collocati in quiescenza.
(4-03827)

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Caramiello n. 4-02670 del 18 aprile 2024 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03139.