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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 3 dicembre 2024

ATTI DI CONTROLLO

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BRAGA, SIMIANI, CURTI, EVI e FERRARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   sul sito istituzionale dell'Enea è stato dato avviso della partecipazione di Enea alla XVI Conferenza nazionale per l'efficienza energetica - Efficienza negli usi e nella produzione di energia che si tiene il 28 e 29 novembre a Roma;

   si tratta di un evento organizzato da Amici della Terra e patrocinato sia dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica sia dall'Enea stessa;

   in tale avviso, che riporta tal quale quanto scritto nella locandina dell'evento, si legge che: «È ormai evidente che gli obiettivi quantitativi stabiliti dal Pniec per la decarbonizzazione basati sulla diffusione delle energie rinnovabili intermittenti al 2030 sono irrealizzabili. La politica – italiana ed europea – stenta, però, a riconoscere che il Green Deal vada integralmente rivisto a partire dal ruolo dell'efficienza energetica e dal contributo effettivo di rinnovabili, nucleare e fossili.» –:

   se il Ministro interrogato condivida e confermi l'affermazione riguardante l'irrealizzabilità degli obiettivi quantitativi stabiliti dal Pniec per la decarbonizzazione basati sulla diffusione delle energie rinnovabili intermittenti e la necessità di rivedere integralmente il Green Deal.
(5-03199)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la Villa Verdi di Sant'Agata di Villanova d'Arda, a Piacenza, storica dimora appartenuta al Maestro Giuseppe Verdi, è chiusa al pubblico da quasi due anni ed è attualmente oggetto di una disputa legale sull'esproprio tra il Ministero della cultura e gli eredi del musicista;

   si è appreso da notizie di stampa che l'immobile e il parco annesso versano in uno stato di progressivo degrado;

   i tempi necessari per la conclusione delle procedure amministrative e giudiziarie, verosimilmente lunghi, rischiano di compromettere ulteriormente le condizioni strutturali e ambientali della proprietà;

   tale situazione potrebbe rendere estremamente oneroso e difficoltoso il ripristino della villa e del parco, pregiudicando la possibilità di renderli fruibili al pubblico in tempi ragionevoli;

   Villa Verdi rappresenta un bene culturale di eccezionale valore storico e artistico, la cui conservazione è di rilevante interesse nazionale;

   la regione Emilia-Romagna e le istituzioni locali hanno espresso, già in passato, la volontà di contribuire alla salvaguardia del bene, ma ad oggi nulla sarebbe stato previsto –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire interventi di manutenzione urgenti e necessari per evitare il decadimento della Villa Verdi e del parco annesso nelle more dello svolgimento delle procedure amministrative e giudiziarie.
(4-03912)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VARCHI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   continua ad arricchirsi di nomi eccellenti la lista dei mafiosi ergastolani in libertà semilibertà o in permesso premio, pur non avendo collaborato mai con la giustizia;

   dopo i fedelissimi di Messina Denaro; dopo Paolo Alfano, il pericoloso boss mafioso, già condannato nel maxiprocesso a 17 anni, oltre all'ergastolo per due omicidi commessi nel 1981 o Ignazio Pullarà, killer di Santa Maria di Gesù; Raffaele Calatolo, lo strangolatore dell'Acquasanta; Giovanni Formoso, lo stragista di via dei Georgofili, solo per citare gli ultimi ergastolani scarcerati, anche Vito Brusca e Girolamo Buccafusca, killer di Cosa nostra, sarebbero diventati detenuti modello e, pertanto, premiati con il permesso di uscire ogni mattina dal penitenziario palermitano di Pagliarelli, per fare attività di volontariato per poi ritornare in cella la sera;

   di Vito Brusca, cugino del boss pentito Giovanni Brusca, «lo scannacristiani», l'uomo che fece sequestrare e poi uccidere il piccolo Giuseppe Di Matteo, hanno scritto i giudici: «Era inserito ai massimi livelli di Cosa nostra»; mentre Girolamo Buccafusca, referente di Porta Nuova, è stato anche al 41-bis;

   nel novembre 2013, durante una conversazione di Buccafusca con la propria famiglia dal carcere di Tempio Pausania, i carabinieri intercettarono l'intervento nella telefonata del boss Lo Presti, riportato nel loro rapporto alla procura: «I due si davano reciproca conferma per qualcosa di cui verosimilmente avevano già discusso tramite altri canali» e un anno dopo, nel 2014, le intercettazioni svelarono che la moglie di Lo Presti, Teresa Marino, anche lei condannata per associazione mafiosa, si occupava del sostentamento della famiglia di Girolamo Buccafusca;

   oggi, Tommaso Lo Presti è uno degli scarcerati eccellenti di Palermo e anche Vito Brusca e Girolamo Buccafusca hanno fatto istanza di semilibertà;

   secondo quanto si apprende da fonti di stampa, però, in molti di questi casi i giudici di sorveglianza non avrebbero chiesto il parere alle direzioni distrettuali antimafia; né dato comunicazione dei permessi premio;

   ad evidenziare il paradosso, l'allarme lanciato dall'aggiunto della DDA di Catania, Salvatore Ardita, secondo il quale si sta sottovalutando un pericolo concreto perché: «Da eccezionale il beneficio ha cominciato a diventare possibile, e poi sempre più frequente grazie alla lettura burocratica del comportamento tenuto dal mafioso dentro il carcere, col riconoscimento della cosiddetta buona condotta», ricordando come, purtroppo, «I capimafia irriducibili sono i depositari di un metodo che negli anni ha portato al controllo assoluto del territorio, fino alla volontà di poter condizionare lo Stato con le stragi degli anni 1992 e 1993. Evidentemente la mancanza di memoria, e forse anche di rispetto per le vittime della mafia, porta la moderna società a sottovalutare questo pericolo» –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda assumere il Ministro interrogato per rendere più stringenti i parametri per il riconoscimento della buona condotta quale presupposto per la concessione dei benefici penitenziari a soggetti condannati per reati aggravati dall'agevolazione mafiosa o in regime di carcere duro.
(5-03204)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è morto dopo quattro giorni di ricovero in ospedale il detenuto di 27 anni, di Cagliari, che il 23 novembre 2024 aveva tentato il suicidio in una cella del carcere di Uta (Cagliari);

   un medico del 118, su segnalazione dell'agente penitenziario in servizio, allertato dai compagni di cella, era riuscito a prestargli i primi soccorsi. «Il gesto, al di là delle motivazioni che hanno indotto questo ragazzo a compierlo, richiama con forza l'attenzione dell'opinione pubblica sulle condizioni di vita all'interno della casa circondariale "Ettore Scalas" che registra la presenza di 765 detenuti (32 donne) a fronte di 550 posti disponibili e una forte carenza di agenti penitenziari e operatori», sottolinea Maria Grazia Caligaris presidente dell'associazione «Socialismo diritti riforme Odv» «Aumentano costantemente i ristretti ma non chi si deve occupare di donne e uomini privati della libertà. Ciò rende ancora più importante la presenza dei medici del 118 la cui permanenza a Uta però viene messa costantemente in forse da progetti di ridimensionamento del personale sanitario» –:

   se i Ministri interrogati non intendano assumere iniziative di competenza urgenti al fine di risolvere le problematiche esposte in premessa;

   se non intendano altresì intraprendere iniziative straordinarie ed urgenti sulle condizioni di vita e al fine di porre rimedio al problema del sovraffollamento in carcere.
(4-03914)


   SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   un detenuto di 28 anni napoletano è stato ritrovato impiccato nel carcere di Poggioreale a Napoli il 21 novembre 2024. È il quarto detenuto a togliersi la vita nel 2024 nell'istituto penale partenopeo, l'undicesimo in tutta la regione Campania. A denunciare l'accaduto è Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Campania. «Il sistema penitenziario – dice Ciambriello – è sull'orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l'opinione pubblica»;

   «sono 81 in tutta Italia – prosegue Ciambriello – con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita. Dall'inizio dell'anno ad oggi sono 1.842 i tentativi di suicidio, 11.503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l'età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un'età compresa tra i 18 e 25 anni. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più»;

   l'ennesimo suicidio all'interno delle mura del penitenziario napoletano ha scosso la cittadinanza e le istituzioni. Anche l'Ordine dei medici di Napoli, guidato dal presidente Bruno Zuccarelli, ha deciso di intervenire sulle condizioni di vita dei detenuti all'interno del carcere di Poggioreale: «Le condizioni in cui i detenuti del carcere di Poggioreale sono costretti a vivere sono una ferita aperta per tutti noi e una mortificazione della vita umana. Sovraffollamento, mancanza di igiene, strutture fatiscenti e condizioni che annientano la dignità non possono essere ignorati o tollerati. La situazione dell'assistenza sanitaria all'interno degli istituti penitenziari italiani, a partire da Poggioreale, in particolare per quanto riguarda il supporto psicologico e psichiatrico ai detenuti è a dir poco carente; una condizione che di fatto nega l'applicazione dell'articolo 32 della Costituzione nei confronti dei detenuti, oltre a rappresentare un serio problema per la salute pubblica e la sicurezza. Le carceri ospitano un numero crescente di individui con problemi di tossicodipendenza e disturbi mentali, spesso aggravati dalle condizioni di detenzione, dall'isolamento sociale e dallo stress emotivo. L'assenza di un adeguato supporto psicologico e psichiatrico contribuisce ad aumentare il rischio di suicidi, autolesionismo, e difficoltà nella riabilitazione e reinserimento sociale»;

   «non possiamo più restare a guardare mentre altre vite si spengono. I continui suicidi tra i detenuti non sono semplici tragedie isolate: sono il grido disperato di chi è stato abbandonato da un sistema che dovrebbe garantire giustizia e rieducazione, non disperazione. È nostro dovere morale e civile agire. Le istituzioni, la società civile e ognuno di noi devono impegnarsi per una riforma radicale del sistema, perché le condizioni che si vivono a Napoli sono le stesse di molte altre carceri in Italia. Poggioreale è il simbolo di un fallimento che non possiamo più permetterci di ignorare. Restare in silenzio equivale a essere complici. I diritti umani non sono un privilegio, ma un diritto inviolabile anche per chi ha sbagliato. Un cambiamento è necessario e deve avvenire ora» –:

   se i Ministri interrogati non intendano assumere iniziative di competenza urgenti al fine di risolvere le problematiche esposte in premessa e porre rimedio al problema del sovraffollamento in carcere e alla mancanza di servizi di base.
(4-03915)


   SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è morto in ospedale il 28 novembre 2024 il detenuto che si era impiccato il 12 novembre 2024 nella sua cella nel carcere di La Spezia. Solo pochi giorni fa un analogo caso era accaduto a Marassi;

   aveva 44 anni, era accusato di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale ed era in attesa di primo giudizio. Una tragedia che fa salire a 83 il numero dei suicidi tra chi è ristretto nelle carceri, mentre sono 7 i poliziotti che si sono tolti la vita, come ricorda il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, che parla di una «spirale di morte a cui, evidentemente, non si vuole porre concretamente argine»;

   «Sono ormai 16 mila i detenuti oltre i posti disponibili e più di 18 mila le unità mancanti al fabbisogno della Polizia penitenziaria, peraltro mal organizzata e scarsamente equipaggiata. Solo questo dovrebbe indurre il Ministro della giustizia, Carlo Nordio, e l'intero Governo ad assumere provvedimenti tangibili e immediati. Invece, assistiamo ai soliti teatrini della politica e, al più, alla lettura di compitini con numeri fuorvianti in occasione di interrogazioni parlamentari, come da ultimo ieri pomeriggio a Montecitorio», accusa il sindacalista. «Nel 2022, anno tristemente record, i suicidi furono 84. Mancano 33 giorni alla fine dell'anno e, nostro malgrado, il periodo delle festività natalizie è spesso connotato dalla recrudescenza dei fenomeni autolesionistici e autosoppressivi. Temiamo che presto si supererà quel record già di per sé vergognoso per un paese civile. Auspichiamo un sussulto di coscienza nella Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e in tutto l'esecutivo», conclude De Fazio –:

   se il Ministro interrogato non intenda assumere iniziative di competenza urgenti al fine di risolvere le problematiche esposte in premessa;

   se non intenda altresì intraprendere iniziative straordinarie ed urgenti al fine di porre rimedio al problema del sovraffollamento e alle gravi problematiche che affliggono le carceri italiane.
(4-03916)


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo i dati pubblicati dal Garante nazionale delle persone private della libertà, al 27 novembre 2024, sono state 77 le persone detenute che si sono suicidate nelle carceri italiane, mentre i decessi per cause naturali sono stati 125 e 19 quelli per cause ancora da accertare per un totale tra suicidi e morti per altre cause di 221;

   secondo il monitoraggio effettuato da «Ristretti Orizzonti», alla stessa data, le persone che si sono suicidate in carcere sono state 83, mentre i morti per altre cause comprensivi di quelli da accertare sono stati 145 per un totale di 228 morti;

   sempre secondo i dati diffusi dal Gnpl il 27 novembre 2024, 66 suicidi si sono verificati nelle sezioni a regime chiuso e 11 in quelle a regime aperto; il Gnpl rende inoltre noto che gli eventi critici sono notevolmente aumentati rispetto al 2023, in quanto i tentati suicidi sono passati da 1.748 a 1.892 (+144), gli atti di autolesionismo sono passati da 11.232 a 11.723 (+491), gli atti di aggressione da 4.802 sono stati 5.200 (+398);

   quanto al sovraffollamento, il Gnpl rende noto che al 27 novembre 2024 62.410 detenuti erano ristretti in 46.771 posti effettivi per un sovraffollamento nazionale pari al 133,44 per cento; secondo il Gnpl, l'analisi comparativa relativa agli eventi critici di maggiore rilievo porta ad ipotizzare che all'aumentare del sovraffollamento si possa associare un incremento degli stessi, in particolare di quegli eventi critici che più di altri sono espressione del disagio detentivo, quali atti di aggressione, autolesionismo suicidi, tentativi di suicidio o omicidio, aggressioni fisiche al personale di polizia penitenziaria e al personale amministrativo;

   sia per quanto riguarda i suicidi, sia per quanto riguarda le morti per altre cause, analizzando le serie storiche pubblicate sul sito del Ministero della giustizia, si notano delle discrepanze evidenti fra i dati del Ministero e quelli del Gnpl: per il Ministero della giustizia nel 2023 i detenuti che si sono suicidati in carcere sono stati 66 e i morti «per cause naturali» sono stati 122, mentre il Gnpl nel citato ultimo rapporto fornisce il dato di 68 suicidi e 149 morti per cause naturali; inoltre, le serie storiche del Ministero sembrano escludere dall'analisi le morti per cause da accertare;

   le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria forniscono il dato allarmante di ben 7 suicidi fra gli agenti del Corpo della polizia penitenziaria –:

   se intenda fornire i dati esatti delle persone detenute che sono morte in carcere nel 2023 e 2024 distinti per: suicidi, morti per malattia, morti per cause da accertare, omicidi;

   se intenda aggiornare la serie storica fornita dal Ministero, includendo le morti per causa ancora da accertare;

   se intenda fornire il dato dei suicidi fra gli agenti della polizia penitenziaria e la serie storica dei suicidi negli ultimi 20 anni;

   quali iniziative intenda assumere per abbattere il sovraffollamento, fonte, secondo il Gnpl, dell'aumento degli eventi critici fra la popolazione detenuta;

   se intenda assumere iniziative di competenza volte a rivedere la collocazione dei detenuti nelle sezioni a regime chiuso.
(4-03918)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta immediata:


   RICHETTI, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   nella relazione al Parlamento sull'esercizio del golden power nel 2023, si legge che «con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1° maggio 2023 sono stati esercitati i poteri speciali attraverso l'imposizione di specifiche prescrizioni nei confronti di Beko Europe B.V., soggette a monitoraggio del Ministero delle imprese e del made in Italy»;

   nella relazione non si fa riferimento a condizioni sulla salvaguardia di livelli occupazionali e della continuità produttiva degli stabilimenti italiani;

   di fronte alle notizie di un pesante ridimensionamento degli insediamenti produttivi del gruppo in Italia, il Ministro interrogato ha dichiarato di avere sollecitato Beko, in un incontro tenutosi il 7 novembre 2024, a presentare un piano industriale che scongiurasse la chiusura di stabilimenti;

   il 15 novembre 2024 il Ministro interrogato, rispondendo a un'interpellanza parlamentare, ha così riassunto la posizione del Ministero: «Noi siamo stati avveduti, cauti, responsabili e attenti al lavoro italiano. È per questo motivo che (...) ponendo nei tempi utili, il 1° maggio 2023, l'esercizio del golden power, noi siamo stati in condizione di fare quello che gli altri Governi europei non hanno potuto fare; è per questo che in Polonia il gruppo ha già deciso la chiusura di due stabilimenti (...) Abbiamo già avuto due tavoli generali con l'azienda insieme alle forze sociali e produttive (...). Già nella prima riunione abbiamo sollecitato l'azienda a presentare un piano industriale convincente, che rispondesse ai requisiti posti dal golden power»;

   il 20 novembre 2024, nel tavolo di avvio del negoziato al Ministero, Beko ha presentato un piano che prevede la chiusura di due stabilimenti (a Siena e Comunanza) e il licenziamento di circa 2.000 lavoratori su 4.600;

   è evidente che o il Ministro ha mentito circa i contenuti delle prescrizioni a tutela della continuità produttiva e occupazionale o Beko non ha adempiuto agli impegni assunti;

   l'articolo 2, comma 6, del decreto-legge n. 21 del 2012 prevede che «La società acquirente e la società le cui partecipazioni sono oggetto dell'acquisto, che non adempiano agli impegni imposti, sono altresì soggette, salvo che il fatto costituisca reato, a una sanzione amministrativa pecuniaria pari al doppio del valore dell'operazione, e comunque non inferiore all'1 per cento del fatturato realizzato nell'ultimo esercizio per il quale sia stato approvato il bilancio» –:

   se il Ministro interrogato, quale titolare del potere di monitoraggio, abbia iniziato un procedimento di contestazione del mancato adempimento della prescrizione per l'irrogazione delle relative sanzioni.
(3-01596)


   MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, BUONGUERRIERI, COLOMBO, DONDI, LUCASELLI, MALAGUTI, GAETANA RUSSO, VINCI, CARAMANNA, COMBA, GIOVINE, MAERNA, PIETRELLA, SCHIANO DI VISCONTI e ZUCCONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la Berco s.p.a. è un'azienda leader nella produzione di componenti sottocarro per l'industria dei mezzi cingolati;

   nei mesi scorsi, l'azienda aveva annunciato l'avvio della procedura di licenziamento per 480 lavoratori sui 1.200 impiegati nello stabilimento di Copparo, in provincia di Ferrara, e per 70 lavoratori nello stabilimento di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso;

   in occasione di un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea presso la Camera dei deputati del 23 ottobre 2024, il Ministro interrogato rispondeva che avrebbe convocato il tavolo su Berco il giorno 5 novembre 2024, per individuare, insieme ai sindacati, alle regioni e alle altre istituzioni coinvolte, possibili soluzioni industriali e produttive per salvaguardare i lavoratori degli stabilimenti in parola;

   il 5 novembre 2014, Berco e le organizzazioni sindacali hanno accolto la richiesta del Ministro interrogato di sospendere fino al 14 novembre 2024, data del nuovo incontro in sede ministeriale, tutte le iniziative avanzate unilateralmente al fine di tentare un superamento della procedura di licenziamento collettivo;

   il 14 novembre 2024, sempre su richiesta del Ministro interrogato, Berco ha ritirato il licenziamento collettivo che interessava 480 lavoratori dello stabilimento di Copparo (Ferrara), nonché la disdetta degli accordi integrativi aziendali, mentre i sindacati hanno ritirato il ricorso presentato contro le decisioni aziendali. Le parti hanno, inoltre, concordato l'avvio di una discussione finalizzata a gestire gli aspetti occupazionali e a superare la situazione di difficoltà –:

   quali siano gli aggiornamenti sugli esiti del tavolo Berco per sapere se si sia pervenuti ad un accordo atto a favorire un pieno confronto tra le parti sulla situazione industriale e occupazionale degli stabilimenti della Berco s.p.a.
(3-01597)


   BOSCHI, FARAONE, GADDA, DEL BARBA, BONIFAZI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il settore della moda, eccellenza del made in Italy nel mondo, è un pilastro dell'economia nazionale e una componente strategica dell'export che contribuisce significativamente al saldo della bilancia commerciale, oltre a costituire un patrimonio culturale, economico e produttivo unico al mondo;

   sebbene nel 2023 i volumi commerciali del comparto abbiano registrato volumi intorno ai 102 miliardi di euro, le stime previsionali per il 2024 indicano una contrazione dei ricavi e testimoniano una crisi del settore;

   la crisi non riguarda esclusivamente le aziende operanti direttamente nel settore, ma colpisce a cascata anche l'indotto, includendo settori complementari come scatolifici, logistica e artigianato subfornitore;

   la contrazione per il 2024 è compresa tra il 3,5 e il 4 per cento e il settore potrebbe attestarsi su ricavi al di sotto dei 100 miliardi di euro, indicando valori mai così bassi dall'era pre-pandemica;

   ad essere maggiormente colpito è uno dei segmenti chiave come l'abbigliamento, che registra cali ancora più marcati, con una diminuzione dell'8 per cento;

   le associazioni di categoria hanno avanzato una serie di proposte per sostenere il settore, come: a) il potenziamento della cassa integrazione ordinaria per le aziende con meno di 15 dipendenti; b) il pagamento con saldo e stralcio al 30 per cento, dilazionato in 10 anni, per il credito d'imposta ricerca e sviluppo utilizzato nel periodo 2015-2019, di cui è stata chiesta la restituzione a seguito di un cambiamento interpretativo della norma con effetto retroattivo; c) sgravi fiscali per chi rileva partecipazioni di minoranza in piccole e medie imprese in crisi, a condizione di mantenere i livelli occupazionali; d) la creazione di una certificazione per il controllo della catena produttiva delle aziende di moda; e) l'aumento della soglia di detassazione dei fringe benefit e l'istituzione di un fondo triennale per la promozione del made in Italy;

   la perdita di posti di lavoro e la chiusura di importanti imprese rischiano di compromettere non solo l'economia di intere comunità territoriali, ma anche la trasmissione di competenze distintive che costituiscono il cuore del made in Italy –:

   quali misure il Ministro interrogato intende adottare per sostenere il settore della moda, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, al fine di preservare l'occupazione e garantire la continuità produttiva, e se sia prevista l'istituzione di un tavolo di crisi nazionale che coinvolga non solo le istituzioni locali, le associazioni di categoria e i sindacati, ma anche rappresentati di tutte le forze politiche per elaborare strategie condivise e coordinate a sostegno del settore.
(3-01598)


   LUPI, CAVO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CARFAGNA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Piaggio aerospace s.p.a. è un'azienda strategica per il settore aeronautico italiano e rappresenta un'eccellenza ligure nel comparto industriale nazionale, con competenze uniche sia nella produzione di velivoli sia nella manutenzione aeronautica;

   dal dicembre 2018, la Piaggio aero industries s.p.a. è stata ammessa all'amministrazione straordinaria dall'allora Ministro dello sviluppo economico, procedura cui è stata successivamente attratta anche la controllata Piaggio aviation s.p.a.;

   il 13 novembre 2019 l'allora Ministro dello sviluppo economico ha autorizzato il programma di vendita dei complessi aziendali nell'ottica di garantire un rilancio economico dell'azienda;

   tuttavia, le procedure di vendita che in questi anni si sono susseguite non hanno portato al risultato atteso;

   nel 2023 è stato aperto un terzo bando di gara, alla cui chiusura la struttura commissariale ha deciso la rimessione in termini di tutti i soggetti interessati a presentare, ovvero a integrare, proprie offerte per l'acquisizione della società, nonché la proroga dell'amministrazione straordinaria strettamente funzionale al positivo completamento della procedura di vendita;

   questi giorni sono caratterizzati da particolare delicatezza per la valutazione delle proposte d'acquisto e le sigle sindacali chiedono le dovute garanzie sul futuro dell'azienda –:

   quale sia lo stato del dossier, specificando in particolare se sarà garantito l'acquisto di Piaggio aerospace s.p.a. nella sua interezza, mantenendo l'unitarietà dei siti aziendali, e se saranno salvaguardati i livelli occupazionali e produttivi della società attraverso un piano di sviluppo industriale solido.
(3-01599)


   CONTE, AURIEMMA, FRANCESCO SILVESTRI, APPENDINO, PAVANELLI, CAPPELLETTI, FERRARA, CAROTENUTO e CARAMIELLO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 1° dicembre 2024 numerose agenzie di stampa hanno riportato la notizia delle dimissioni dell'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Sempre secondo le citate agenzie, il dimissionario dovrebbe percepire una «buonuscita» pari a 100 milioni di euro;

   Tavares esce di scena lasciando il gruppo Stellantis con investimenti fermi, tagli alla produzione e delocalizzazioni, ricorso alla cassa integrazione e senza una direzione univoca e chiara in merito alla transizione elettrica e al rilancio produttivo degli stabilimenti italiani;

   come noto, con il testo del disegno di legge di bilancio per il 2025 approvato dal Consiglio dei ministri, il Governo ha definanziato di ben 4,6 miliardi di euro, per interventi fino al 2030, il cosiddetto Fondo automotive per trasferire le predette risorse verso l'industria della difesa e, segnatamente, per lo sviluppo nel settore aeronautico, tecnologia per la difesa area nazionale, unità navali Fremm, contributi al settore marittimo/difesa nazionale;

   il definanziamento operato dal Governo rende insufficienti le risorse per il sostegno alla riconversione in chiave green del comparto dell'auto e vanifica l'impegno per la predisposizione di un piano di politica industriale a favore della competitività delle aziende italiane;

   anche l'indotto di Stellantis sta vivendo una pesante crisi. Il 2 dicembre 2024 i lavoratori di Trasnova, l'azienda che si occupa di logistica per Stellantis con sede a Pomigliano d'Arco, si sono riuniti in presidio per manifestare contro la scadenza della commessa prevista per il 31 dicembre 2024, che mette a rischio circa 650 posti di lavoro;

   è improcrastinabile, da parte del Governo, mettere in atto iniziative urgenti per garantire il concreto mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali degli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis, indotto compreso, e, più in generale, per favorire il rilancio e la riqualificazione in chiave economica, produttiva, occupazionale e ambientale del comparto automobilistico, così preservando un settore strategico nazionale;

   è palese l'urgenza di una politica industriale coraggiosa, lungimirante e condivisa con le parti sociali, capace di incrementare la capacità produttiva degli stabilimenti nazionali, di salvaguardare i livelli occupazionali e di evitare processi di delocalizzazione;

   il 26 novembre 2024 le organizzazioni sindacali di Trasnova hanno formalmente chiesto al Ministero delle imprese e del made in Italy di essere convocati, senza ricevere risposta –:

   se intenda convocare urgentemente presso il Ministero delle imprese e del made in Italy un tavolo per affrontare la crisi della società Trasnova, azienda dell'indotto Stellantis, al fine di scongiurare il reale e concreto rischio della significativa perdita occupazionale, anche in considerazione della copertura degli ammortizzatori sociali in esaurimento.
(3-01600)


   PELUFFO, ORLANDO, DE MICHELI, DI SANZO, GNASSI, GHIO, FERRARI, FORNARO e CASU. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   le dimissioni di Tavares da amministratore delegato di Stellantis, motivate da profonde divergenze strategiche, è solo l'ultimo tassello di un mosaico che vede la situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventare sempre più critica, una situazione che, in assenza di una netta inversione di direzione, rischia di compromettere definitivamente la prospettiva industriale e occupazionale dell'industria manifatturiera italiana ed europea;

   mentre Usa e Cina difendono questo settore con fortissimi investimenti, in Europa si assiste ad un vero terremoto che mette in discussione le prospettive produttive e occupazionali dell'automotive, un settore che rappresenta circa l'11 per cento del prodotto interno lordo italiano e che contribuisce per 460 miliardi di euro al prodotto interno lordo in Europa, impiegando 4 milioni di lavoratori;

   per quanto riguarda la situazione in Italia, mese dopo mese si sta assistendo ad un peggioramento tangibile della situazione produttiva di Stellantis, con volumi in calo e impatti negativi sull'occupazione, aggravati dal crescente ricorso agli ammortizzatori sociali, tanto che i sindacati dei metalmeccanici hanno proclamato il 18 ottobre 2024 uno sciopero unitario con manifestazione nazionale del settore auto, per sollecitare il Governo ad intervenire convocando i vertici aziendali a Palazzo Chigi ed avviare un confronto concreto volto a ottenere maggiori investimenti e garanzie per il nostro Paese;

   per uscire da questa situazione servirebbero investimenti strategici in Italia per nuove piattaforme produttive di modelli «mass market», investimenti in ricerca e sviluppo, garanzie che non ci siano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali, azioni per la formazione, l'erogazione di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, un forte sostegno alla riduzione dell'orario di lavoro, tutto questo anche per il settore della componentistica;

   neanche un mese fa, John Elkann ha declinato l'invito della Commissione attività produttive, commercio e turismo a riferire sul «Piano Italia» di Stellantis, affermando di riporre piena fiducia nelle dichiarazioni rese in audizione parlamentare dall'allora amministratore delegato Carlos Tavares, oggi dimissionario, mentre Stellantis mette in cassa integrazione lavoratrici e lavoratori, riduce le produzioni, svuota gli stabilimenti, ridimensiona l'indotto, non rinnovando le commesse come nel caso Trasnova, e chiede soldi pubblici a un Governo che non sta concretizzando nulla al tavolo automotive, anzi taglia dell'80 per cento il fondo automotive per la transizione –:

   se e cosa intenda fare il Governo con tempestività per garantire la salvaguardia degli interessi nazionali ed avviare un confronto concreto realmente volto a ottenere maggiori investimenti e garanzie per il nostro Paese.
(3-01601)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:


   CALDERONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i continui disservizi che interessano i treni Freccia sulla tratta Villa San Giovanni-Roma e viceversa hanno portato, negli ultimi mesi, ad una situazione divenuta ormai insostenibile, con ritardi ormai sistematici, a danno di tutti i viaggiatori, pendolari e non, che quotidianamente usufruiscono del servizio per spostamenti legati al lavoro o ad altre necessità e che sono fortemente penalizzati da tale situazione, oltre ad ogni tipo di svantaggio legato alla posizione di insularità;

   ad aggravare il quadro la frequenza di diversi episodi occorsi sempre nella stessa tratta durante viaggi sulla linea dell'alta velocità, con comportamenti di alcuni passeggeri che travalicano le regole di una normale e civile convivenza, recando disturbo agli altri viaggiatori e che, in alcuni casi, possono degenerare e rappresentare un pericolo sia per gli altri utenti che per il personale addetto;

   nel corso dell'ultimo anno i disagi per i viaggiatori siciliani sono aumentati esponenzialmente, con ritardi ormai costanti ed intollerabili che di fatto caratterizzano la maggior parte delle corse, compromettendo la qualità dei servizi e l'immagine stessa di Ferrovie dello Stato, con una qualità del servizio sempre meno soddisfacente;

   alla luce di quanto sopra descritto si ritiene necessario ed improcrastinabile un intervento diretto ad un monitoraggio costante e puntuale dell'attività svolta da Trenitalia relativamente alla qualità dei servizi offerti, assicurando che il personale di bordo adempia ai propri compiti con professionalità ed attenzione verso gli utenti a bordo treno, ma anche attraverso un miglioramento dell'attività di comunicazione, rendendola più precisa, tempestiva ed aggiornata rispetto alle variazioni riguardante i treni giornalieri –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di garantire una maggiore puntualità dei treni, in particolar modo quelli che collegano la Sicilia con il resto d'Italia, anche attraverso una comunicazione più attenta da parte degli addetti, al fine di migliorare la qualità dei servizi offerti ai viaggiatori e garantire la loro sicurezza e quella degli addetti a bordo treno.
(4-03917)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata:


   PITTALIS. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 3, comma 6, del decreto-legge n. 80 del 2021 statuisce che il Ministro della pubblica amministrazione adotti, previa intesa in sede di Conferenza unificata, specifiche linee guida per l'accesso alla dirigenza pubblica, al fine di garantire omogeneità, trasparenza ed equità nelle procedure di selezione dei dirigenti delle amministrazioni centrali dello Stato;

   in attuazione del citato decreto-legge n. 80 del 2021, il decreto ministeriale del 31 ottobre 2022 ha approvato le linee guida per l'accesso alla dirigenza pubblica, introducendo criteri multi-dimensionali che affiancano alla verifica sulle conoscenze disciplinari la valutazione delle competenze trasversali e alle attitudini individuali, promuovendo l'uso di strumenti avanzati con l'assessment center e specifiche prove situazionali;

   tra le amministrazioni centrali che hanno dato attuazione al decreto ministeriale del 31 ottobre 2022 vi è il Ministero della giustizia, che ha utilizzato l'assessment center per valutare le competenze gestionali e trasversali dei candidati alla dirigenza, e il Ministero dell'economia e delle finanze, che ha implementato prove istituzionali e assessment center;

   tali criteri selettivi della dirigenza, valorizzando le competenze tecniche, gestionali e motivazionali, mirano a selezionare dirigenti effettivamente capaci di svolgere il proprio ruolo. È evidente come nel caso del Corpo dei vigili del fuoco, corpo strategico dello Stato, che svolge compiti delicatissimi, la preparazione al ruolo e la competenza rappresentano due elementi irrinunciabili;

   il decreto legislativo n. 217 del 2005 prevede che il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in possesso di determinati requisiti di professionalità ed esperienza, possa essere valorizzato attraverso procedure selettive interne, garantendo così continuità operativa e riconoscendo le competenze acquisite;

   nonostante la disciplina di cui al decreto-legge n. 80 del 2021 e al decreto ministeriale del 31 ottobre 2022 sia a pieno titolo applicabile a tutte le amministrazioni centrali, risulta, a quanto consta all'interrogante, che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco non abbia ancora implementato appieno le nuove metodologie di selezione, limitando le opportunità di carriera per le risorse interne già qualificate e non valorizzando adeguatamente il loro patrimonio di competenze acquisite –:

   quali misure, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare al fine di garantire l'applicazione delle linee guida per la selezione della dirigenza nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al fine di garantire il rispetto della normativa vigente e, contemporaneamente, un percorso di crescita professionale per i dipendenti in possesso dei requisiti di cui agli articoli 6 e seguenti del decreto legislativo n. 217 del 2005, come, peraltro, avvenuto in altre amministrazioni centrali.
(3-01592)


   BORRELLI, ZANELLA, ZARATTI, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI e PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a Napoli, sotto gli occhi delle forze dell'ordine, si sta manifestando un nuovo e pericoloso fenomeno criminale quale quello delle baby gang: giovani che si lasciano ammaliare dal potere ottenuto attraverso la violenza più efferata. Il mercato delle armi modificate è solo l'aspetto più evidente, vista la facilità con cui ragazzi di 11, 12 anni riescono a reperire un'arma che permette loro condotte violente e pericolose;

   è passato un mese dall'omicidio di Santo Romano, ragazzo di 19 anni colpevole di aver tentato di pacificare una rissa tra coetanei: un suo amico aveva «sporcato» involontariamente una scarpa all'omicida diciassettenne;

   l'ennesimo nuovo progetto di rimodulazione dei presidi della polizia di Stato a Napoli, ispirato alla razionalizzazione dell'impiego delle risorse e alla creazione dei distretti di polizia, operanti nell'ambito di una singola municipalità, produrrà forse economicità e razionalizzazione operativa, ma non inciderà assolutamente sulla sicurezza dei cittadini e sul tessuto sociale partenopeo, anzi depotenzierà l'attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni malavitosi;

   dal sito istituzionale del Ministero dell'interno, il 12 novembre 2024, il Ministro interrogato dichiara: «prevediamo un ulteriore rafforzamento degli organici delle forze di polizia: saranno assegnate nel giro di pochi mesi 479 nuove unità della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, da aggiungere ai 741 operatori. Rafforzeremo anche i sistemi di videosorveglianza con l'installazione di oltre 300 nuove telecamere»;

   a parere degli interroganti le parole sono contraddette dai fatti: il 18 settembre 2024 la Camera dei deputati approvava il disegno di legge «sicurezza» e il 23 settembre 2024 i cittadini di Chiaiano manifestano contro la chiusura del commissariato di polizia;

   prima c'è stata la chiusura della caserma dei carabinieri di Torre del Greco;

   ora sembra che toccherà a quella di Volla e Sant'Anastasia;

   è sempre più chiaro ed evidente l'aumentare delle enormi spaccature tra Nord e Sud e l'autonomia differenziata ne segnalerà l'epitaffio, rendendo il Meridione terra sempre più povera, in balia delle mafie e priva di servizi;

   dall'ultima relazione della corte d'appello di Napoli si registra in città un'impennata di reati: stupefacenti (+50,00 per cento), furti di automezzi pesanti trasportanti merci (+240,00 per cento), ricettazione (+27,14 per cento), rapine in banca (+29,55 per cento), corruzione di minorenne (+500,00 per cento) –:

   quanti siano, negli ultimi due anni, i nuovi agenti di polizia e carabinieri operanti a Napoli e provincia al netto delle sostituzioni per i pensionati o dimissioni e, conseguentemente, quanti siano quelli operativi per strada, quanti negli uffici o inabili all'attività e quanti siano i presidi di sicurezza chiusi e/o da chiudere.
(3-01593)


   ZIELLO, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo recenti dati riportati dalla stampa, in Italia le aggressioni contro i professionisti sanitari sono aumentate del 38 per cento negli ultimi 5 anni; il 42 per cento degli stessi dichiara di essere stato vittima di almeno un'aggressione, fisica o psicologica, e di questi, nel complesso, il 72 per cento è una donna;

   aggressioni che possono portare anche ad esiti fatali, come il caso dell'omicidio volontario premeditato della psichiatra Barbara Capovani, aggredita nell'aprile 2023 a Pisa nell'ospedale Santa Chiara di fronte al reparto di psichiatria e morta in seguito alle gravi ferite riportate;

   come anche spesso raccontano le cronache, gli episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario e parasanitario sono tantissimi, anche per la garanzia di impunità che finora ha accompagnato queste condotte;

   proprio per fare fronte a questa escalation di violenze all'interno di ospedali e pronto soccorsi, recentemente è stato emanato dal Governo il decreto-legge 1° ottobre 2024, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 novembre 2024, n. 171, che ha previsto una serie di misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, sociosanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni, nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria, aumentando le pene per gli aggressori e prevedendo l'arresto in flagranza anche differito e la procedibilità d'ufficio;

   sempre al fine di dare una risposta concreta ed efficace per contrastare e prevenire questi gravissimi episodi di violenze nei confronti di chi quotidianamente si dedica alla cura e alla salute degli altri e di assicurare le necessarie condizioni di lavoro in sicurezza nelle relative strutture sanitarie e sociosanitarie, contestualmente il Ministro interrogato ha affermato di voler potenziare i presidi di polizia negli ospedali;

   già nel 2023 erano 189 i presidi di polizia già attivi o di imminente attivazione nelle strutture ospedaliere, con un incremento del 50 per cento rispetto ai 126 presidi preesistenti e dell'80 per cento del numero di operatori di polizia impiegati, passati da 228 a 411 unità –:

   quali ulteriori iniziative intenda assumere per potenziare i posti di polizia presso le strutture ospedaliere italiane al fine di contrastare il fenomeno della violenza contro il personale sanitario e sociosanitario.
(3-01594)


   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in attuazione del Protocollo Italia-Albania siglato il 6 novembre 2023 tra il Governo italiano e il Governo albanese, è stato realizzato un centro di detenzione per migranti in Albania, con l'obiettivo dichiarato dal Governo di gestire l'arrivo dei migranti nel territorio italiano;

   l'accordo è valido per 5 anni, rinnovabili per altri 5 anni, a meno che una delle parti non comunichi di voler retrocedere entro 6 mesi dalla scadenza;

   sono state designate due aree in Albania, una a Shengjin e una a Gjader, per la costruzione delle strutture di detenzione;

   i centri includono un hotspot per gli sbarchi e l'identificazione, un centro di prima accoglienza per i richiedenti asilo, un centro di permanenza per i rimpatri e un penitenziario;

   secondo quanto stabilito dal protocollo, l'Italia sostiene interamente i costi sia di costruzione che di gestione dei due centri, che secondo le stime del Governo dovrebbero ammontare a circa 650 milioni di euro;

   i primi due trasferimenti di persone rintracciate o salvate nel Mediterraneo centrale sono avvenuti il 16 ottobre e l'8 novembre 2024 e hanno riguardato rispettivamente 16 e 7 persone;

   a seguito della decisione del tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore dei migranti, che avevano nel frattempo avanzato domanda di protezione internazionale, è stato disposto il rilascio di tutte le persone, che sono quindi state accompagnate in Italia;

   secondo notizie di stampa sarebbe intenzione del Governo italiano destinare la struttura detentiva di Gjader al trasferimento di cittadini di nazionalità albanese attualmente detenuti in istituti penitenziari italiani –:

   se il Governo confermi tale intenzione e se vi siano piani concreti per la sua attuazione.
(3-01595)

Interrogazione a risposta orale:


   MALAGOLA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, nella giornata di martedì 26 novembre 2024 presso la sede dell'Università Statale di Milano di Via Celoria si è tenuto un incontro organizzato dalla lista Obiettivo Studenti dal titolo «Accogliere la vita - storia di libere scelte»;

   l'inizio dell'incontro è stato caratterizzato dalla presenza di membri di associazioni studentesche e collettivi di sinistra e antagonisti (Studenti Indipendenti, UDU, Rebelot, Cambiare Rotta) che già nei giorni precedenti avevano minacciato di boicottarlo;

   erano altresì presenti coloro che da settimane occupano un edificio in Città Studi impedendo il regolare svolgimento delle lezioni e delle attività accademiche;

   durante l'incontro, i membri di dette associazioni sono entrati in aula, spingendo violentemente e brutalmente e facendo cadere a terra un dirigente dell'Ateneo, e hanno mantenuto comportamenti fortemente minacciosi, prepotenti e molesti, lanciando acqua agli organizzatori dell'incontro, staccando i microfoni e l'elettricità in aula, intonando cori intimidatori e offensivi, con l'aggiunta di bestemmie, nei confronti degli organizzatori e dei presenti;

   gli antagonisti hanno altresì minacciato di aggressione in modo personale una delle relatrici;

   gli oltre trecento studenti presenti per assistere praticamente all'incontro hanno assistito impotenti per oltre trenta minuti al sopruso condotto da parte di detto gruppo di circa cinquanta antagonisti prima di vedersi costretti ad abbandonare l'aula –:

   quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, affinché detti episodi vengano contrastati e prevenuti, garantendo la libertà di espressione e di opinione all'interno degli atenei;

   se non prevedano di assumere iniziative, per quanto di competenza, al fine della liberazione degli spazi occupati e del regolare svolgimento delle lezioni, a favore del diritto allo studio, che appare per l'interrogante, calpestato dalle associazioni antagoniste.
(3-01602)

Interrogazione a risposta scritta:


   BARBAGALLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del 9 agosto 2023, il Presidente della Repubblica ha sciolto il Consiglio comunale di Palagonia, affidandone la gestione a una Commissione straordinaria per la durata di 18 mesi, in seguito alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 7 agosto 2023, adottata su proposta del Ministro dell'interno e sulla base della relazione della prefettura di Catania;

   lo scioglimento è stato motivato dalla presunta compromissione del buon andamento e dell'imparzialità dell'amministrazione comunale a causa di infiltrazioni da parte di associazioni criminali;

   il Ministero dell'interno avrebbe individuato come unico responsabile dello scioglimento il sindaco pro tempore, dottore ingegnere Salvatore Astuti;

   tuttavia, il Tribunale di Caltagirone, con decreto del 16 aprile 2024, e successivamente la Corte d'appello di Catania, con decreto del 25 settembre 2024, hanno rigettato la misura di incandidabilità avanzata dal Ministero dell'interno nei confronti del sindaco Astuti, accertando l'insussistenza dei presupposti per tale misura;

   nei predetti procedimenti, tra l'altro, il Ministero dell'interno non è riuscito a confutare la copiosa documentazione prodotta dal sindaco a sostegno dell'assoluta e totale infondatezza della presunta presenza di infiltrazioni mafiose all'interno dell'ente pubblico, tanto è vero che in entrambi i gradi di giudizio la sussistenza della causa di incandidabilità è stata esclusa;

   inoltre, alcune parti della relazione prefettizia a giudizio dell'interrogante appaiono identiche a quelle redatte in casi analoghi, come per il comune di Misterbianco, destando perplessità sulla specificità e l'accuratezza delle indagini relative al caso di Palagonia;

   alla luce di tali sentenze, che hanno escluso alcuna responsabilità a carico dell'ex sindaco, che hanno accertato l'assenza di concreti elementi che dimostrano infiltrazioni effettive o illeciti conclamati, sorgono dubbi sulla necessità di classificare il caso di Palagonia come «eccezione»;

   l'attuale periodo commissariale dovrebbe terminare a febbraio 2025, ma il calendario elettorale ordinario prevede le elezioni tra il 15 aprile e il 15 giugno. In condizioni ordinarie, si vota spesso a giugno per agevolare le operazioni elettorali con scuole chiuse, portando così il periodo effettivo di commissariamento a 21 mesi;

   in caso di proroga, il periodo straordinario potrebbe verosimilmente estendersi fino a novembre 2025, in occasione del turno autunnale previsto per i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, superando così i 24 mesi consentiti dalla legge –:

   se il Ministro interrogato ritenga che il caso di Palagonia possa essere considerato «eccezionale», giustificando così l'eventuale proroga del commissariamento, alla luce degli esiti giudiziari che hanno escluso la responsabilità dell'ex sindaco e dell'assenza di elementi concreti comprovanti la necessità di una gestione straordinaria prolungata;

   se non sia più opportuno e coerente con i principi democratici adottare iniziative volte a fissare le elezioni nel primo turno ordinario di primavera 2025, evitando ulteriori proroghe e garantendo ai cittadini di Palagonia un rapido ritorno alla gestione democratica del proprio ente locale.
(4-03910)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   un operaio di 32 anni di nazionalità ucraina, Andrii Chufus, ha perso la vita il 25 novembre 2024 in seguito ad un incidente avvenuto durante alcune operazioni in una cava per l'estrazione di pietrisco a Battipaglia, nel salernitano;

   secondo le prime ricostruzioni, il giovane lavoratore sarebbe rimasto gravemente ferito mentre si trovava all'interno dell'area operativa. Una ruota di grandi dimensioni, stimata oltre i tre metri, ha travolto il giovane, schiacciandogli il bacino e gli arti inferiori. L'impatto ha causato una grave emorragia e una lesione all'arteria femorale, risultata fatale nonostante i rapidi interventi di soccorso. Sul posto sono intervenuti i soccorritori, che hanno tentato di stabilizzare il ragazzo e contenere l'emorragia purtroppo senza successo;

   sul caso sono state avviate indagini da parte delle forze dell'ordine con il supporto degli ispettori dell'Asl di Salerno, per chiarire le dinamiche dell'accaduto e verificare eventuali responsabilità. A quanto si apprende la titolare della ditta di Battipaglia e l'autista del mezzo pesante sarebbero stati accusati di omicidio colposo;

   gli incidenti sul lavoro sono ancora frequenti in tutta Italia e nonostante il grido di allarme lanciato dalle istituzioni e dai sindacati per migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro, gli incidenti mortali sono all'ordine del giorno –:

   se al Ministro interrogato risulti, per quanto di competenza, l'esatta dinamica di quanto accaduto e quali iniziative di competenza intenda adottare per fermare la strage di morti sul lavoro in atto nel nostro Paese.
(5-03200)


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   un agricoltore di Cammarata, Roberto Borgia di 50 anni, è morto in un incidente sul lavoro. L'uomo è stato travolto dal trattore sul quale stava lavorando in un appezzamento di terreno situato lungo la statale 189;

   Borgia era alla guida del trattore, impegnato a spostare della terra, quando improvvisamente il mezzo si sarebbe capovolto non lasciandogli scampo. Lanciato l'allarme, sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari e i vigili del fuoco ma per il cinquantenne ormai non c'era più nulla da fare. La procura ha aperto un fascicolo d'inchiesta e i carabinieri hanno avviato le indagini per ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per fermare la strage di morti sul lavoro in atto nel nostro Paese.
(5-03201)


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   un operaio che stava lavorando nel palazzo di giustizia a Potenza è morto il 26 novembre 2024 durante il turno di lavoro in un incidente in cantiere. Secondo le prime notizie, l'uomo stava sostituendo alcune grosse finestre. Una di queste lo avrebbe travolto su una piattaforma elevatrice senza lasciargli scampo. Sul posto sono stati chiamati i vigili del fuoco e i carabinieri per chiarire le dinamiche dell'accaduto;

   Agostino Vita, così si chiamava la vittima, aveva 57 anni e stava sostituendo alcuni infissi delle finestre sul terrazzo al quinto piano del palazzo di giustizia. A travolgerlo sarebbe stata la vetrata, ma non è ancora chiaro cosa sia effettivamente accaduto sul carrello elevatore dove si trovava il 57enne. Il pubblico ministero Antonella Mariniello ha disposto l'autopsia sul corpo dell'operaio. I lavori erano stati regolarmente appaltati a una ditta di Marsicovetere (Potenza) ed erano cominciati ad agosto 2024. L'operaio stava lavorando alla chiusura di un terrazzo esterno per creare degli uffici;

   il 57enne risiedeva a Villa d'Agri di Marsicovetere (Potenza). La moglie è stata colta da un malore appena appresa la notizia ed è stata ricoverata nell'ospedale di Villa d'Agri. L'uomo era padre di due figlie;

   «Piangiamo oggi l'ennesima vittima sul lavoro in Basilicata – così il segretario della Cgil di Potenza Vincenzo Esposito –. Nella nostra regione sono già sei le morti bianche dall'inizio dell'anno. Non sono incidenti ma omicidi. Dobbiamo dire basta a questa strage. Ogni giorno in media in Italia muoiono tre persone sul lavoro. Come Cgil di Potenza siamo vicini alle vittime e ai loro familiari e chiediamo con forza che la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro vengano messi al centro delle azioni di questo Governo. Serve un nuovo modello di impresa sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale. Occorrono regole precise e maggiore responsabilità d'impresa. Bisogna eliminare urgentemente la norma che consente il subappalto a cascata e rafforzare i controlli ispettivi, favorire un piano di assunzione negli enti preposti ai controlli e una patente a punti che faccia la selezione e qualifichi le aziende virtuose. In Basilicata urge anche l'Osservatorio regionale sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro» –:

   se il Ministro interrogato disponga di ulteriori informazioni rispetto all'esatta dinamica che ha condotto alla morte di Agostino Vita e quali iniziative di competenza intenda adottare per fermare la strage di morti sul lavoro in atto nel nostro Paese.
(5-03202)


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 27 novembre 2024 è stato presentato il Rapporto Svimez 2024 sull'economia e la società del Mezzogiorno. Il tema di quest'anno è stato come definire un progetto di sviluppo per l'Italia e l'Europa che tenga insieme la competitività e la coesione sociale e territoriale;

   la filiera dell'automotive è il settore sul quale, secondo il rapporto, si giocherà la sfida europea nel cambiamento strutturale del sistema produttivo e il futuro industriale del Mezzogiorno. L'industria automobilistica italiana è collocata, infatti, prevalentemente nel Mezzogiorno;

   nei primi nove mesi del 2024, gli stabilimenti del Mezzogiorno hanno fornito quasi il novanta per cento degli autoveicoli prodotti in Italia, ma hanno perso più di 100 mila unità sul 2023 (meno venticinque per cento). Lo stabilimento di Melfi ha visto da solo una perdita di quasi 90 mila unità (meno sessantadue per cento), ma anche gli altri stabilimenti – in crescita nella prima parte dell'anno – sono entrati in territorio negativo, con cali che hanno interessato sia gli autoveicoli (Pomigliano, meno sei per cento) che i veicoli commerciali (Atessa, meno dieci per cento);

   ad aggravare il quadro, è stato sospeso l'investimento da oltre due miliardi per la realizzazione della Gigafactory di batterie a Termoli, che indica una generalizzata vulnerabilità europea nella transizione all'elettrico;

   la filiera estesa nel Mezzogiorno dell'automotive vale quasi tredici miliardi in termini di valore aggiunto, di cui più di quattro quinti in Campania (ventinove per cento), Puglia (venti per cento), Sicilia (ventidue per cento) e Abruzzo (tredici per cento). Gli occupati riconducibili alla filiera automotive sono circa 300 mila, più della metà in Campania (trenta per cento) e Puglia (ventuno per cento), seguite da Sicilia (ventuno per cento) e Abruzzo (undici per cento);

   il rilancio dell'industria automobilistica in Europa e la difesa dell'occupazione e dell'indotto richiede un cambio di paradigma che passa da un piano industriale europeo, finalizzato al rafforzamento della filiera elettrica e alla riduzione del gap tecnologico accumulato rispetto ai competitor, mettendo al centro gli stabilimenti del Mezzogiorno –:

   quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri interrogati, anche alla luce delle dimissioni dell'amministratore delegato del gruppo Stellantis, affinché si arrivi alla definizione di un piano strategico per il rilancio della produzione di auto in Italia e in particolare nel Mezzogiorno che garantisca piena occupazione ai lavoratori impegnati nel settore dell'automotive.
(5-03203)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIRELLI, ROGGIANI, BRAGA, GUERINI, MAURI, QUARTAPELLE PROCOPIO, PELUFFO, FORATTINI, CUPERLO e EVI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   i piani di emergenza dighe (Ped) sono documenti che definiscono le fasi operative e le attività che il sistema di Protezione civile deve intraprendere per gestire in maniera coordinata e pianificata eventuali pericoli legati alle dighe;

   i Ped sono previsti dalla normativa nazionale specifica, rappresentata dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 8 luglio 2014 recante «Indirizzi operativi inerenti l'attività di protezione civile nell'ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe»;

   fondamentale è il raccordo tra il Ped e i piani di Protezione civile (Ppc) dei comuni in cui è ubicata la diga o che sono interessati dal suo potenziale rischio. I Ppc devono contenere tutti gli scenari di rischio presenti sul territorio, inclusi quelli delineati nel Ped, con i relativi modelli d'intervento;

   al riguardo, regione Lombardia è chiamata a redigere settantasette Ped per recepire i citati documenti della Protezione civile, ma, a quanto risulta agli interroganti, sino ad oggi ne sarebbero stati approvati solo tredici;

   inoltre, sempre a quanto consta agli interroganti, non risulta sia stata fatta alcuna analisi di rischio basata sulle aree di pericolosità e sulle caratteristiche dell'invaso. Ad esempio, la provincia di Sondrio presenta numerose dighe ed è, quindi, fondamentale che essa sia dotata di tutte le misure di sicurezza necessarie;

   si tratta, a parere degli interroganti, di una situazione estremamente preoccupante, stante anche il fatto che sempre più frequenti si presentano anche in Lombardia fenomeni meteorologici avversi molto rilevanti, e richiedono attenzione e preparazione per limitare eventuali danni a persone e cose –:

   se al Ministro interrogato consti quanto esposto in premessa e in caso positivo quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, affinché siano accelerati i processi necessari alla redazione dei Ped da parte di regione Lombardia.
(5-03198)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   ZARATTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 21 della Costituzione garantisce che «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure»;

   l'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo afferma il diritto alla libertà di opinione ed espressione;

   l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Ue e l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo garantiscono la libertà d'espressione;

   l'articolo 21 della Costituzione trova attuazione nell'articolo 1472 del codice dell'ordinamento militare, stabilendo che i militari possono manifestare liberamente il proprio pensiero, salvo argomenti riservati;

   alcune sentenze hanno discolpato militari in materia di libertà di pensiero come il T.a.r. Piemonte, Sezione I, 10 ottobre 2022, n. 839: «le affermazioni del (...) ricorrente sono espressioni del diritto di manifestazione del pensiero tutelato dall'articolo 21 della Costituzione e dall'articolo 1472 dell'ordinamento militare che ne costituisce l'attuazione; nel caso di specie, infatti, non si tratta di argomenti di carattere riservato militare o di servizio, e nemmeno di un'espressione di una domanda interna all'ordinamento che deve trovare sviluppo nella catena gerarchica, ma di una serie di osservazioni del tutto estranee a fatti strettamente di servizio»;

   la Corte costituzionale ne ha, infatti, rimarcato, con numerose pronunce, i confini, a tutela, ad esempio, della sicurezza dello Stato, «riferita alla tutela della esistenza, della integrità, della unità, della indipendenza, della pace e della difesa militare e civile dello Stato» (sentenza n. 25 del 1965) ovvero del prestigio del Governo, dell'ordine giudiziario e delle forze armate (sentenza n. 20 del 1974); la giurisprudenza conferma che anche ai militari è riconosciuta la libertà di manifestazione del pensiero, limitata solo nei casi previsti dalla legge;

   nel settembre 2024, il sindacato «Itamil Esercito» è stato invitato a partecipare ai tavoli tecnici per il rinnovo del contratto 2022-2024, nonostante a luglio 2024 lo stesso sindacato aveva comunicato l'intenzione di non partecipare a tali incontri a causa delle risorse inadeguate stanziate per il rinnovo, che non rispondono al costo della vita e alle legittime aspettative del personale;

   non solo le risorse previste per il rinnovo del contratto sono inferiori all'inflazione, ma l'Esercito è stato escluso dai 100 milioni destinati agli straordinari del comparto sicurezza; Itamil ha segnalato ai vertici della difesa che, durante il periodo marzo/maggio 2024, i militari impiegati nell'operazione Strade Sicure presso la caserma Morelli di Popoli a Torino vivevano in pessime condizioni alloggiative, lo Stato Maggiore ha risposto che, per i rumori dei lavori di ristrutturazione, venivano forniti tappi per le orecchie e per affrontare il freddo una coperta aggiuntiva;

   il sindacato Itamil Esercito ha espresso critiche trattando materie attinenti alle competenze sindacali previste dalla legge senza mai offendere le autorità politiche, non risultano infatti denunce per diffamazione a riguardo;

   Itamil Esercito e il segretario generale Girolamo Foti in coincidenza di questi fatti sono stati oggetto dell'avvio di procedimenti amministrativi, disciplinari e un'inchiesta formale creando preoccupazioni tra i dirigenti, le loro famiglie e malessere tra i 4600 iscritti al sindacato, a giudizio dell'interrogante così limitando la capacità di esercitare liberamente l'attività sindacale e compromettendo la serenità necessaria per lo svolgimento delle attività sindacali nei tavoli tecnici abbandonati definitivamente –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza non ritengano di dover adottare iniziative volte ad assicurare parità di condizioni tra sindacati, ovverosia senza pressioni di sospensioni, con particolare riguardo alla partecipazione di Itamil Esercito «il primo Sindacato dell'Esercito» al tavolo di lavoro per il rinnovo del contratto, anche alla luce dei provvedimenti disciplinari in corso, a giudizio dell'interrogante forieri di eventuali condotte antisindacali ad opera dell'amministrazione dell'Esercito.
(4-03913)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   D'ALFONSO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   a partire dal 27 novembre 2024 i cittadini dei comuni di Carpineto della Nora, Vicoli, Brittoli e Catignano, sono rimasti privi della figura del medico di famiglia e non si sa chi si occuperà di loro;

   infatti è giunto a scadenza il provvedimento di nomina del dottore che temporaneamente era subentrato al medico curante titolare deceduto e la Asl non è stata in grado di coprire tale vacanza, perché sembra che la richiesta di disponibilità indirizzata dall'Azienda ai professionisti in attività nell'ambito territoriale non abbia trovato riscontri positivi;

   i sindaci coinvolti hanno ricevuto unicamente l'indicazione di consigliare ai residenti di individuare le eventuali disponibilità di altri medici già in esercizio nell'area distrettuale ai quali poter far riferimento per le singole esigenze personali e la cosa ovviamente procura non pochi dubbi e preoccupazioni a una comunità lasciata senza il medico e costretta, per farsi visitare o per avere ricette, a fare chilometri al fine di appoggiarsi ai presidi limitrofi esistenti;

   le continue sollecitazioni per avere un medico di base rivolte dai sindaci alla regione Abruzzo purtroppo continuano a non avere positivo riscontro;

   i cittadini della Valle della Nora, che già condividono una problematica atavica di carenza di servizi e collegamenti, vedono così venire meno un fondamentale presidio del diritto alla salute, soprattutto per quanti, per molteplici condizioni, sono impossibilitati ad affrontare medio-lunghi spostamenti;

   peraltro è da ricordare che si tratta di comuni dove grande è il disagio causato dalla mancanza di infrastrutture che non consente di coprire in modo più agevole la distanza dai centri maggiori della regione e di conseguenza di superare l'isolamento sempre crescente in cui queste comunità si ritrovavano, loro malgrado;

   la dipartita dell'ultimo medico di base e la fine della convenzione con il suo sostituto (peraltro cercato dallo stesso medico di base all'avvento della sua malattia) lascia l'intero comprensorio privo del presidio medico, che è elemento indispensabile anche per l'alleggerimento della pressione sugli ospedali e soprattutto sui pronto soccorso –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti territoriali interessati, per il superamento di questa emergenza sanitaria gravissima, al fine di giungere rapidamente ad una soluzione della criticità e restituire la presenza di un nuovo responsabile medico di base ai cittadini dei comuni di Carpineto della Nora, Vicoli, Brittoli e Catignano.
(3-01591)

Interrogazione a risposta scritta:


   GIAGONI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'ordine fisioterapisti della Sardegna (come si apprende anche da fonti di stampa), evidenzia come «un terzo dei sardi non abbia accesso alle cure fisioterapiche»;

   il problema riguarda soprattutto i piccoli centri o comunque i territori più decentrati, a causa della distanza, delle carenze strutturali dei trasporti e della viabilità;

   tra i punti «nevralgici» che acuiscono tale problema figurano, tra l'altro, complicazioni burocratiche e amministrative che allontanano il paziente dall'operatore, con i cittadini costretti a lunghe attese, a doppie e triple consulenze prima di ottenere la valutazione necessaria per la presa in carico da parte del fisioterapista, che spesso avviene dopo settimane e mesi;

   l'intervento del fisioterapista è particolarmente efficace ed è una professione al centro di trasformazioni profonde dovute a una combinazione di fattori, a iniziare da quella demografica che nell'isola ha portato ad un aumento di patologie croniche e degenerative e al crescente peso delle condizioni muscoloscheletriche e neurologiche;

   è necessario dunque semplificare il percorso – che inizia col bisogno urgente del paziente di fare fisioterapia e si attua con l'erogazione della stessa da parte del fisioterapista – con nuove modalità di presa in carico dei pazienti, per assicurare continuità terapeutica non solo tra ospedale e territorio ma anche un pieno supporto ai medici di Medicina generale;

   come sancito anche dall'articolo 119 della Costituzione, si deve «favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, anche con la promozione di misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di questa situazione allarmante e quali iniziative di competenza intenda intraprendere affinché in Sardegna sia assicurato il diritto costituzionale alla salute con un'assistenza sanitaria integrata e modalità che garantiscano un precoce intervento e continuità terapeutica del fisioterapista anche in strutture convenzionate col Servizio sanitario nazionale, per evitare il ritardo nella presa in carico dei pazienti e l'incremento delle liste d'attesa.
(4-03911)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Pittalis n. 4-03849 del 25 novembre 2024.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta scritta Sergio Costa e altri n. 4-03902 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 390 del 2 dicembre 2024. Alla pagina 11157, seconda colonna, dalla riga diciassettesima alla riga ventesima, deve leggersi: «poche ore dopo l'emanazione del decreto, domenica 1° dicembre 2024, il Corpo Forestale Trentino ha provveduto a uccidere l'orso, grazie alla geolocalizzazione», e non come stampato.