XIX LEGISLATURA
TESTO AGGIORNATO AL 19 DICEMBRE 2024
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli
nella seduta del 17 dicembre 2024.
Albano, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Battistoni, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Calderone, Carloni, Casasco, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Sergio Costa, D'Alessio, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Faraone, Ferrante, Ferro, Foti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Loperfido, Lucaselli, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pellegrini, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Romano, Rosato, Angelo Rossi, Scerra, Schullian, Semenzato, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Stefani, Tajani, Trancassini, Traversi, Tremonti, Vaccari, Varchi, Vinci, Zaratti, Zoffili, Zucconi.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge VARCHI ed altri: «Concessione della medaglia d'oro al valore dell'Esercito o della medaglia d'oro al valore dell'Arma dei carabinieri ai caduti italiani di Nassiriya» (1654) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Mascaretti.
La proposta di legge GIORGIANNI ed altri: «Disposizioni in favore degli studenti universitari che svolgono attività di caregiver familiare» (1682) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Mascaretti.
La proposta di legge PELLA e TASSINARI: «Modifiche all'articolo 9 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di semplificazione delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni per le competizioni sportive su strada» (1976) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Pastorino.
Annunzio di sentenze
della Corte costituzionale.
La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
in data 13 dicembre 2024, Sentenza n. 197 del 24 settembre-13 dicembre 2024 (Doc. VII, n. 412),
con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 49 della legge della Regione Siciliana 31 gennaio 2024, n. 3 (Disposizioni varie e finanziarie);
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 57, comma 6, della legge della Regione Siciliana n. 3 del 2024;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 71, comma 1, della legge della Regione Siciliana n. 3 del 2024;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 71, comma 3, della legge della Regione Siciliana n. 3 del 2024, promossa, in riferimento agli articoli 81 e 117, terzo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione all'articolo 8-sexies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421), dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 138 della legge della Regione Siciliana n. 3 del 2024, promosse, in riferimento agli articoli 81 e 117, terzo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione all'articolo 11 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35 (Misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria), convertito, con modificazioni, nella legge 25 giugno 2019, n. 60, dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara cessata la materia del contendere in ordine alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 83, comma 2, della legge della Regione Siciliana n. 3 del 2024, promossa, in riferimento all'articolo 81, terzo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla XII Commissione (Affari sociali);
in data 13 dicembre 2024, Sentenza n. 198 del 15 ottobre-13 dicembre 2024 (Doc. VII, n. 413),
con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 1 e 2, della legge della regione Sardegna 19 dicembre 2023, n. 17, recante «Modifiche alla legge regionale n. 1 del 2023 (Legge di stabilità 2023), variazioni di bilancio, riconoscimento di debiti fuori bilancio e passività pregresse e disposizioni varie»;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 5, comma 47, lettera a), della legge della regione Sardegna n. 17 del 2023, promosse, in riferimento agli articoli 3, 117, terzo comma, e 120, secondo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla I Commissione (Affari costituzionali).
La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria la seguente sentenza che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, è inviata alla II Commissione (Giustizia), nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):
Sentenza n. 200 del 25 novembre-16 dicembre 2024 (Doc. VII, n. 414), con la quale:
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 199, comma 1, del codice di procedura penale, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 27, secondo comma, 29 e 117, primo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione all'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, dal Tribunale ordinario di Firenze, sezione prima penale, in composizione monocratica.
Trasmissione dalla Corte dei conti.
Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 16 dicembre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 93/2024 del 5 luglio-16 dicembre 2024, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente interventi a sostegno delle filiere agricole.
Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII (Agricoltura).
Trasmissione dal Ministero
dell'economia e delle finanze.
Il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza del centro di responsabilità «Dipartimento dell'economia», autorizzate, in data 6 dicembre 2024, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).
Trasmissione dal Ministero
dell'università e della ricerca.
Il Ministero dell'università e della ricerca ha trasmesso un decreto ministeriale recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 12 dicembre 2024, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).
Annunzio di progetti
di atti dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 16 dicembre 2024, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione sul funzionamento del sistema delle risorse proprie basato sull'IVA (COM(2024) 569 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea).
La Commissione europea, in data 16 dicembre 2024, ha trasmesso un nuovo testo della relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio Strumento di sostegno tecnico – Relazione annuale 2023 (COM(2024) 445 final/2), che sostituisce il documento COM(2024) 445 final, già assegnato, in data 10 ottobre 2024, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Annunzio di sentenze della Corte di
giustizia dell'Unione europea.
Il Dipartimento per gli affari europei della Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso, in data 14 novembre 2024, le seguenti sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea, adottate a seguito di domanda di pronuncia pregiudiziale proposta da un'autorità giurisdizionale italiana, che sono inviate, ai sensi dell'articolo 127-bis del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Sentenza della Corte (Quinta Sezione) del 7 novembre 2024, causa C-683/22, ADUSBEF – Associazione difesa utenti bancari e finanziari contro Presidenza del Consiglio dei ministri e altri. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal tribunale amministrativo regionale per il Lazio. Direttiva 2014/23/UE – Procedura di aggiudicazione dei contratti di concessione – Articolo 43 – Modifica di una concessione, durante il periodo della sua validità, senza apertura alla concorrenza – Concessione di autostrade – Crollo del ponte Morandi a Genova (Italia) – Procedimento nazionale per grave inadempimento agli obblighi di manutenzione e custodia della rete autostradale – Nuovi obblighi a carico del concessionario – Obbligo dell'amministrazione aggiudicatrice di esprimersi preliminarmente sulla necessità di organizzare una nuova procedura di aggiudicazione – Obbligo dell'amministrazione aggiudicatrice di esaminare preliminarmente l'affidabilità del concessionario (Doc. XIX, n. 50) – alla VIII Commissione (Ambiente);
Sentenza della Corte (Prima sezione) del 7 novembre 2024, causa C-503/23, Centro di assistenza doganale Mellano Srl contro Agenzia delle dogane e dei monopoli – Agenzia delle dogane – Direzione interregionale per la Liguria e Ministero dell'economia e delle finanze. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal tribunale amministrativo regionale per il Piemonte. Unione doganale – Codice doganale dell'Unione – Regolamento (UE) n. 952/2013 – Articolo 18 – Rappresentante doganale – Libera prestazione dei servizi – Direttiva 2006/123/CE – Articoli 10 e 15 – Centri di assistenza doganale – Limitazione territoriale dell'attività – Restrizione – Giustificazione (Doc. XIX, n. 51) – alla VI Commissione (Finanze);
Sentenza della Corte (Quinta sezione) del 7 novembre 2024, causa C-126/23, UD e altri contro Presidenza del Consiglio dei ministri e Ministero dell'interno. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal tribunale ordinario di Venezia. Cooperazione giudiziaria in materia penale – Direttiva 2004/80/CE – Articolo 12, paragrafo 2 – Sistemi nazionali di indennizzo delle vittime di reati intenzionali violenti – Delitto di omicidio – Indennizzo dei familiari stretti della persona deceduta – Nozione di «vittime» – Sistema di indennizzo «a cascata» secondo l'ordine di devoluzione successoria – Normativa nazionale che esclude il versamento di un indennizzo agli altri familiari della persona deceduta in presenza di figli e di un coniuge superstite – Genitori, fratelli e sorelle della persona deceduta – Indennizzo «equo ed adeguato» (Doc. XIX, n. 52) – alla II Commissione (Giustizia);
Sentenza della Corte (Quinta sezione) del 14 novembre 2024, causa C-646/22, Compass Banca Spa contro Autorità garante della concorrenza e del mercato. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato. Tutela dei consumatori – Direttiva 2005/29/CE – Articolo 2, lettera j), articoli 5, 8 e 9 – Nozione di «consumatore medio» – Pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori – Nozione di «pratica commerciale aggressiva» – Vendita abbinata di un finanziamento personale e di un prodotto assicurativo non collegato a tale finanziamento – Orientamento delle informazioni fornite al consumatore – Nozione di «framing» (incorniciamento) – Pratica commerciale consistente nel proporre simultaneamente a un consumatore un'offerta di finanziamento personale e un'offerta di un prodotto assicurativo non collegato a tale finanziamento – Assenza di un periodo di riflessione tra la sottoscrizione del contratto di finanziamento e quella del contratto assicurativo – Direttiva (UE) 2016/97 – Articolo 24 (Doc. XIX, n. 53) – alla VI Commissione (Finanze).
Trasmissione dall'Istituto di servizi
per il mercato agricolo alimentare.
Il Presidente dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (ISMEA), con lettera in data 16 dicembre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 17, comma 5-ter, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, la relazione sull'attività svolta dall'ISMEA in materia di interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole, riferita all'anno 2023 (Doc. XCII, n. 2).
Questa relazione è trasmessa alla XIII Commissione (Agricoltura).
Comunicazione di nomine ministeriali.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 16 dicembre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento al dottor Marco Guardabassi, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di consulenza, studio e ricerca nell'ambito del Consiglio superiore dei lavori pubblici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VIII Commissione (Ambiente).
Richiesta di parere parlamentare
su atti del Governo.
Il Ministro della difesa, con lettera in data 16 dicembre 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 21/2024, denominato «INFRA/infostrutture di rete (TLC e T-B-T)», relativo all'ammodernamento e adeguamento tecnologico della capacità di radiocomunicazione Terra/Bordo/Terra operativa dell'Aeronautica militare (239).
Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla IV Commissione (Difesa), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 26 gennaio 2025. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 16 gennaio 2025.
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 19 E 20 DICEMBRE 2024
Risoluzioni
La Camera,
premesso che:
1) il Consiglio europeo del 19-20 dicembre 2024 presenta al suo ordine del giorno tra i vari punti: Ucraina; Medio Oriente; impegno dell'UE a livello mondiale; resilienza, preparazione, prevenzione e risposta alle crisi; migrazione;
2) a più di mille giorni dall'aggressione russa all'ucraina, i Capi di Stato e di Governo torneranno a fare il punto sulle azioni in corso per il pieno sostegno multidimensionale europeo al Paese e terranno una discussione con il Presidente Zelenskyj che, su invito del Presidente Costa, aggiornerà il Consiglio europeo sugli ultimi sviluppi della situazione;
3) i Capi di Stato e di Governo avranno una discussione approfondita sulla crisi in Medio Oriente alla luce delle continue evoluzioni nell'area. La situazione è costantemente seguita con estrema attenzione da parte del Governo. Il 9 dicembre 2024 il Presidente del Consiglio ha presieduto un vertice con i Ministri competenti, per valutare l'evoluzione della situazione in Siria e, il successivo 13 dicembre 2024 ha convocato una riunione virtuale dei Leader G7 per discutere le principali questioni internazionali, anche nella prospettiva del passaggio di consegne tra la Presidenza italiana del Gruppo e quella canadese;
4) il Consiglio europeo terrà una discussione strategica sul ruolo dell'Unione europea nel mondo per uno scambio di vedute che consenta di definire un approccio europeo globale in un contesto multipolare sempre più complesso;
5) sulla base dell'Agenda Strategica e delle Conclusioni del Consiglio europeo di giugno 2023 e di marzo 2024, i Capi di Stato e di Governo discuteranno il tema della resilienza, della prevenzione e della preparazione alle crisi anche alla luce del Rapporto del consigliere speciale Sauli Niinistö del 30 ottobre 2024;
6) i Capi di Stato e di Governo avranno una discussione in materia di migrazione per monitorare i progressi compiuti nell'attuazione delle Conclusioni adottate in materia in occasione dei precedenti Consigli europei. Il tema resta oggetto di particolare attenzione anche alla luce delle possibili ulteriori pressioni migratorie verso l'Unione europea che potrebbero derivare dalla crisi in Medio Oriente;
7) il Consiglio europeo sarà chiamato ad approvare le conclusioni in materia di allargamento adottate dal Consiglio affari generali del 17 dicembre 2024 anche alla luce degli esiti del vertice UE-Balcani Occidentali in programma a Bruxelles alla vigilia del Consiglio europeo,
impegna il Governo:
1) a continuare a sostenere, per tutto il tempo necessario, l'Ucraina nelle sue diverse dimensioni – politico-diplomatica, economico-finanziaria, militare e umanitaria – anche in attuazione delle decisioni prese al Vertice G7 di giugno 2024;
2) a proseguire nell'impegno diplomatico per la realizzazione della formula di Pace Ucraina sulla base del principio che nessuna iniziativa di pace può essere portata avanti senza un pieno coinvolgimento di Kiev;
3) a promuovere l'applicazione delle sanzioni nei confronti della Federazione russa e valutare l'incremento dei dazi all'importazione sui prodotti agricoli;
4) ad adoperarsi per porre fine alla detenzione dei civili ucraini da parte delle autorità russe, con diverse migliaia di persone scomparse o detenute arbitrariamente da lungo tempo e in condizioni disumane, sia nelle aree occupate dell'Ucraina che nella Federazione Russa;
5) a concentrare ogni sforzo utile per la ricostruzione dell'Ucraina, svolgendo un ruolo di coordinamento anche in vista della Conferenza per la ripresa dell'Ucraina (Ukraine Recovery Conference – URC) che l'Italia ospiterà a Roma il 10-11 luglio 2025;
6) a promuovere la partecipazione delle aziende italiane alla ripresa e ricostruzione dell'Ucraina;
7) ad attuare ogni necessaria azione per una de-escalation e una soluzione pacifica della crisi in Medio Oriente;
8) in relazione alla situazione venutasi a creare in Siria, a lavorare – anche sulla base dell'iniziativa assunta dalla Presidenza italiana che ha portato alla dichiarazione dei Leader G7 del 12 dicembre 2024 – per una soluzione diplomatica volta a garantire l'integrità territoriale del Paese e un processo di transizione che conduca alla formazione di un governo credibile, inclusivo, non settario e riconosciuto a livello regionale, che garantisca il rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani universali, compresi i diritti delle donne, la protezione di tutti i siriani, incluse le minoranze etniche e religiose a cominciare da quelle cristiane, oltre che degli stranieri e della comunità diplomatica internazionale; assumere tutte le iniziative utili a far valere le responsabilità del regime di Assad per i crimini commessi;
9) a monitorare l'accordo sul cessate il fuoco in Libano del 27 novembre 2024, e a lavorare, con i partner UE e G7, per la piena applicazione della Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite e la tutela del fondamentale ruolo svolto dalla missione di stabilizzazione Unifil e per sostenere concretamente la ripresa economica del Libano;
10) a proseguire nell'azione diplomatica per una soluzione alla crisi di Gaza e giungere ad un cessate il fuoco, al rilascio di tutti gli ostaggi e ad un intervento umanitario su larga scala in linea con la Risoluzione 2735 delle Nazioni Unite e sull'esempio dell'iniziativa «Food for Gaza» avviata dall'Italia l'11 marzo 2024 per facilitare la fornitura di aiuti alla popolazione palestinese;
11) ad agire nel contesto diplomatico per creare le condizioni che conducano ad una soluzione basata sul principio dei «due Stati» sovrani che possano vivere fianco a fianco in pace e sicurezza;
12) a continuare ad assicurare il pieno sostegno alla lotta contro l'antisemitismo, rafforzando le misure di contrasto agli allarmanti recenti episodi di odio e di discriminazione nei confronti degli appartenenti alla comunità ebraica;
13) a riaffermare la necessità di un ruolo forte dell'Unione europea nel mondo, con particolare riguardo al partenariato transatlantico, nel cui ambito l'Italia è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale;
14) a lavorare per sviluppare il tema della resilienza, prevenzione, preparazione alle crisi e di risposta alle stesse, lavorando con le istituzioni europee nel pieno rispetto delle competenze nazionali, degli interessi ed esigenze di sicurezza nazionale e in piena complementarietà con la Nato;
15) a promuovere e sostenere adeguati finanziamenti per la difesa e per la sicurezza europea, continuando a lavorare per ottenere lo scorporo totale delle spese della difesa dal Patto di stabilità;
16) a continuare a rafforzare le misure di contrasto delle attività di disinformazione e misinformazione, nonché delle minacce ibride condotte da alcuni Paesi terzi, nei confronti dei Paesi dell'Unione europea e volte a influenzare e manipolare le opinioni e i comportamenti delle persone, soprattutto in occasione dello svolgimento delle procedure referendarie ed elettorali;
17) a mantenere alta l'attenzione a livello europeo sul tema della migrazione, con una particolare considerazione degli aspetti collegati alla dimensione esterna che resta la precondizione per un'effettiva attuazione del nuovo Patto europeo su migrazione e asilo. Rimangono altresì importanti: la realizzazione di accordi reciprocamente vantaggiosi con i Paesi di origine e transito, la difesa dei confini esterni europei, la lotta ai trafficanti di esseri umani e una politica dei rimpatri realizzata su un approccio comune europeo;
18) a continuare a lavorare, con la Commissione europea e gli altri Stati membri, per soluzioni innovative, anche adottando il modello di collaborazione fra Italia e Albania, nel pieno rispetto del diritto internazionale ed europeo;
19) ad accogliere positivamente le conclusioni in materia di allargamento, sfida strategica per il nostro Paese e per l'Unione europea, continuando a sostenere il percorso europeo dei Paesi dei Balcani Occidentali, dell'Ucraina e della Moldova;
20) ad intraprendere ogni opportuna iniziativa per sostenere il desiderio del popolo georgiano di proseguire nel percorso di adesione all'Unione europea, lavorando per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà su cui si fonda l'Unione.
(6-00140) «Candiani, Mantovani, Rossello, Pisano, Giglio Vigna».
La Camera,
premesso che:
1) il prossimo 19-20 dicembre 2024 si terrà un Consiglio europeo, a cui parteciperà il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj; all'ordine del giorno saranno i seguenti temi: Ucraina, UE nel mondo, Medio Oriente, resilienza e preparazione, migrazione e questioni di politica estera;
2) dopo più di mille giorni di guerra, l'aggressione condotta dalla Russia contro l'Ucraina è in una situazione di grave impasse militare e l'indebolimento della posizione russa è ulteriormente aggravato dal crollo del regime di Assad e dalla sconfitta subita in Siria anche dallo storico alleato di Mosca, la Repubblica islamica dell'Iran;
3) prima dell'inizio dell'invasione su vasta scala, il 24 febbraio 2022, la Federazione Russa occupava il 7 per cento del territorio ucraino; dopo la prima fase dell'offensiva era arrivata a occuparne quasi il 27 per cento; un'estensione pari a quella dell'Italia; dopo la controffensiva ucraina, questa percentuale è scesa al 18 per cento, un'estensione pari a quella del Portogallo;
4) dal febbraio del 2022 al 31 ottobre 2024, secondo le stime del Kiel Institute, i Paesi e le istituzioni europee avevano complessivamente speso per il supporto all'Ucraina (aiuti militari, finanziari e umanitari) quasi 125 miliardi di euro e ne avevano stanziati ulteriori 116; gli Usa ne avevano spesi 88 miliardi di euro e stanziati ulteriori 31;
5) l'Italia ha finora complessivamente speso per il supporto all'Ucraina circa 2,3 miliardi di euro e tra i Paesi membri dell'Unione europea in rapporto al Prodotto interno lordo è il diciottesimo contributore su ventisette;
6) le sorti di questa guerra saranno purtroppo segnate dalla decisione del Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, annunciata in campagna elettorale e confermata dopo il voto, di ritirare il supporto militare all'Ucraina per accelerare un accordo di pace che sostanzialmente fotografi lo status quo e riconosca, seppure non formalmente, il controllo russo sui territori ucraini occupati;
7) trent'anni fa con il cosiddetto Memorandum di Budapest, sottoscritto nella capitale ungherese da Usa, Russia, Regno Unito e Ucraina, lo Stato ucraino indipendente da soli tre anni ricevette la garanzia internazionale della libertà politica e integrità territoriale in cambio della consegna del proprio arsenale nucleare alla Russia; vent'anni dopo, quando la Russia occupò il Donbas e annesse la Crimea si comprese quanto quegli impegni fossero destinati a rimanere solo sulla carta; qualunque nuovo accordo tra Russia e Ucraina non può replicare quello schema;
8) è moralmente doveroso e politicamente necessario che i Paesi membri dell'Unione europea, anche in questo nuovo contesto, operino congiuntamente per assicurare il massimo delle garanzie di libertà, sicurezza e sovranità allo Stato ucraino e al suo popolo, che sta da più di mille giorni combattendo per difendere non solo sé stesso, ma l'intera Europa dai disegni imperialistici e criminali della Federazione russa;
9) in ogni caso, qualunque tregua o sospensione delle ostilità che non comporti il ripristino della legalità internazionale esigerà la prosecuzione di un approccio finalizzato a isolare politicamente ed economicamente la Russia, per deteriorarne il potenziale bellico;
10) le operazioni di guerra ibrida condotte ai danni della Georgia, della Moldavia e della Romania hanno semplicemente confermato, se mai ve ne fosse stato bisogno, l'aggressività della Russia e la sua volontà di alterare con la corruzione, quando non con la violenza, i processi democratici dei Paesi membri dell'Unione europea o candidati a diventarlo;
11) quasi quindici mesi dopo il pogrom compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, la situazione del Medio Oriente è profondamente mutata, per un serie di effetti a catena imprevisti dagli organizzatori del massacro; prima il conflitto si è allargato, anche a seguito delle azioni dei gruppi terroristici degli Hezbollah libanesi e degli Houthi yemeniti, coordinati e finanziati dalla Repubblica islamica iraniana; successivamente, tutti i protagonisti dell'attacco concentrico a Israele sono caduti o si sono gravemente indeboliti;
12) questa situazione rende il quadro certamente instabile, ma anche più favorevole per immaginare una normalizzazione che passa necessariamente dalla riproposizione di una road map per la soluzione della questione palestinese secondo la logica dei «due popoli, due Stati», la cui premessa deve essere comunque rappresentata dalla concreta garanzia di condizioni di sicurezza per lo Stato di Israele;
13) il primo passo in questa direzione deve essere necessariamente rappresentato dalla liberazione di tutti gli ostaggi ancora nelle mani dei miliziani di Hamas a Gaza e di un cessate il fuoco nella Striscia analogo a quello realizzato in Libano;
14) siamo oggettivamente di fronte a una drammatica crisi di legittimazione internazionale del Governo israeliano, a seguito delle iniziative della Corte penale internazionale contro il Primo Ministro Netanyahu e l'ex Ministro della difesa Gallant e del procedimento avviato dalla Corte internazionale di giustizia sulle conseguenze della guerra a Gaza sulla popolazione civile;
15) questa crisi è ulteriormente aggravata dalle dichiarazioni di autorevoli esponenti del Governo israeliano che ormai chiedono apertamente l'annessione della Cisgiordania e la ricolonizzazione ebraica di Gaza, sperando di ricevere il via libera dal nuovo Presidente statunitense;
16) appare evidente che senza un processo di internazionalizzazione del Governo di Gaza, con il concorso degli Stati arabi più responsabili, l'unica alternativa che si prospetta è quella, in entrambi i casi perdente e colma di pericoli, tra un Governo di guerra israeliano e la prosecuzione del dominio di Hamas in funzioni terroristica e anti-israeliana;
17) il cambio di regime in Siria è ancora pieno di incognite ed è ancora presto per capire se la sostituzione dell'influenza iraniana con quella turca riuscirà perlomeno a stabilizzare un Paese diviso da profonde linee di frattura religiose, etniche e culturali;
18) nel 2023, le esportazioni italiane verso gli USA hanno raggiunto i 67,3 miliardi di euro, mentre le importazioni dagli USA si sono attestate a 25,2 miliardi di euro, portando il totale degli scambi a oltre 92 miliardi di euro. Questo ha generato un saldo commerciale positivo per l'Italia di 42 miliardi di euro;
19) il neo-eletto Presidente USA Donald Trump, durante la campagna elettorale, ha promesso l'introduzione di dazi su tutte le importazioni provenienti dall'Europa per riequilibrare il deficit commerciale degli Stati Uniti con l'Unione europea;
20) la politica commerciale, cioè l'insieme delle norme che disciplinano gli scambi di beni e servizi tra i Paesi membri dell'Unione europea e i Paesi terzi, è una competenza esclusiva dell'Unione europea; non solo, dunque, non è possibile per l'Italia essere risparmiata dai dazi che il Presidente eletto statunitense promette ai danni dell'economia europea, ma non sarebbe neppure possibile dissociarsi dalle misure che l'Unione europea dovrebbe assumere in risposta alla guerra commerciale dichiarata dagli Usa;
21) se è difficile quantificare l'effetto delle possibili barriere tariffarie che saranno erette dagli Stati Uniti, è purtroppo scontato prevedere che a pagarne le spese saranno i Paesi europei, come l'Italia, la cui economia è più dipendente dall'export ed è fortemente integrata con quella di altri Paesi esportatori, come ad esempio la Germania;
22) come ha autorevolmente ricordato nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella «politiche distorsive e ostacoli al libero commercio alterano in misura significativa le condizioni di accesso ai mercati e danneggiano gli interessi dei consumatori. La storta insegna che il protezionismo non ha mai portato vantaggi di lungo periodo, a volte è stato persino – come è noto – causa di conflitti armati, mentre il libero commercio – e questa è l'esperienza sviluppata dall'Unione europea – è un fattore di crescita formidabile»;
23) attualmente l'Unione europea non dispone di uno strumento militare comune, nonostante il Consiglio europeo di Helsinki del 1999 avesse fissato l'obiettivo della costituzione di un contingente di 60.000 soldati entro il 2003, la successiva decisione del Consiglio dell'Unione europea del 2004 avesse stabilito di costituire dei Battle group, unità mobili composte da almeno 1.500 uomini, in grado di essere schierati in 10 giorni, con l'obiettivo di servire da entry force in attesa di operazioni più ampie e il documento Strategic Compass del 2022 avesse previsto la creazione di una forza di intervento di 5.000 unità;
24) malgrado gli Stati membri dell'Unione europea spendano complessivamente nella difesa 350 miliardi di euro l'anno, che è una cifra inferiore in valori assoluti solo alla spesa militare USA (820 miliardi di euro), ma ben superiore a quella cinese (210 miliardi di euro) e di tre volte superiore a quella russa (110 miliardi di euro), la mancanza di strumenti e responsabilità comuni comporta l'incapacità per gli Stati membri di fornire un autonomo contributo nel quadro Nato non solo per difendersi da un attacco esterno, ma per concorrere alle politiche di sicurezza rispetto alle diverse aree di crisi situate ai confini meridionali e orientali dell'Unione europea;
25) la neo-eletta Alta Rappresentante dell'Unione europea per la politica estera Kaja Kallas, durante l'esposizione delle sue linee d'azione di fronte al Parlamento europeo, ha dichiarato: «Oggi abbiamo paura che la guerra tracimi sul continente europeo. Bene, trasformiamo questa paura in azione. Non possiamo accettare che Russia, Iran e Corea del Nord producano nell'insieme più munizioni di quelle prodotte in tutta l'area euro-atlantica. Possiamo e dobbiamo investire per produrne più di loro»;
26) il tema del rafforzamento della difesa europea è uno dei punti salienti del Rapporto sul futuro della competitività dell'Unione europea presentato da Mario Draghi il 9 settembre 2024, all'interno del quale sono contenute 170 proposte puntuali da realizzare entro il 2030 e stimati gli investimenti necessari per finanziare l'intero piano, pari a circa 750-800 miliardi di euro annui dal 2025 al 2030;
27) come evidenziato dallo stesso Rapporto, la produttività europea è diminuita drasticamente negli ultimi 20 anni, con un conseguente aumento del divario tra i prodotto interno lordo dell'Unione europea e degli Stati Uniti, passato dal +4 per cento del 2002 al –12 per cento del 2023;
28) Ursula Von der Leyen, confermata alla guida della Commissione europea anche per il prossimo quinquennio, ha espresso la volontà di dare attuazione al piano presentato da Draghi, esplicitando tale impegno sia negli orientamenti politici per la Commissione europea 2024-2029 sia nelle lettere di incarico inviate a tutti i Commissari europei, tra cui il Vice-Presidente esecutivo Raffaele Fitto, già Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR nel Governo Meloni;
29) nel quadro generale del deficit di competitività europea emerge con drammatica evidenza quella del comparto automotive, che al di là delle scelte compiute dai singoli gruppi industriali – con esiti particolarmente negativi e ricadute pesantissime in Italia nel caso di Stellantis – mostra in tutta Europa allarmanti fragilità e implica coraggiose scelte di Governo;
30) il nuovo Patto europeo sulla migrazione e l'asilo, rivendicato come un passaggio epocale per la riforma del sistema di gestione di un fenomeno, che ha pesantemente condizionato le dinamiche politico-democratiche dei Paesi europei (tutti, nessuno escluso), non introduce veri meccanismi di solidarietà e responsabilità comune tra gli Stati membri ed è lontanissimo non solo dal realizzare, ma dal prefigurare il superamento della logica del Regolamento di Dublino;
31) è concretamente impossibile realizzare un approccio globale alle migrazioni, così come delineato nella riunione straordinaria del Consiglio europeo del 9 febbraio 2023, con un sistema che continua a scaricare le emergenze migratorie, connesse a situazioni di grave crisi politico-umanitaria, unicamente sulle spalle dei Paesi situati ai confini esterni e lungo, le rotte di fuga dei richiedenti asilo, senza un'equa ripartizione degli oneri tra gli Stati membri;
32) è oggettivamente contraddittorio stabilire procedure e regole comuni per attività delicate e politicamente sensibili, cui alcuni Paesi possono però scegliere di non partecipare, rifiutando, con una modesta penalizzazione finanziaria, la ricollocazione di una quota dei richiedenti asilo all'interno del proprio territorio nazionale,
impegna il Governo:
1) a sostenere in sede internazionale, in primo luogo rispetto agli Stati Uniti, l'interesse oggettivo di tutti i Paesi inseriti nel quadro dell'alleanza euroatlantica di difendere la libertà e la sovranità dell'Ucraina entro i confini riconosciuti dal diritto internazionale, anche per prevenire un ulteriore espansionismo politico-militare della Russia verso i Paesi membri dell'Unione europea e della Nato, di cui le ripetute operazioni di guerra ibrida condotte fino ad oggi in Georgia, Moldavia e Romania sono purtroppo un evidente precursore;
2) a ribadire – qualunque ipotesi di tregua prenda forma, se gli Usa confermeranno il proprio disimpegno politico, militare e finanziario dal sostegno all'Ucraina – la necessità di proseguire ancora più rapidamente lungo la linea dell'integrazione europea del Paese e di favorirne la stabilizzazione politica ed economica e la ricostruzione materiale;
3) a chiarire, proprio per non ripetere gli errori e gli inganni del Memorandum di Budapest, che qualunque accordo sull'Ucraina non può essere realizzato contro e senza l'Ucraina e non può comportare il successivo abbandono politico-militare degli ucraini al loro destino;
4) a sollecitare gli Stati membri ad adottare misure efficaci per impedire l'aggiramento da parte delle imprese europee degli obblighi connessi alle sanzioni imposte alla Russia, attraverso il monitoraggio e blocco delle riesportazioni di beni critici importati da Paesi terzi e un maggiore controllo della «flotta fantasma» utilizzata dalla Russia per aggirare le limitazioni al commercio del greggio russo;
5) a consolidare il quadro delle misure restrittive per rispondere alle azioni di guerra ibrida da parte di entità legate alla Federazione russa, relative al sistema informativo, ai processi elettorali e al funzionamento delle istituzioni democratiche, nonché alla compromissione dei servizi d'interesse pubblico e delle infrastrutture critiche;
6) a sostenere in sede europea la necessità di non riconoscere e sanzionare il nuovo regime politico georgiano, istituito dopo elezioni palesemente falsate e già responsabile di intollerabili atti di violenza nei confronti dell'opposizione democratica;
7) a continuare ad assicurare il sostegno europeo alla risoluzione S/RES/2735 (2024), proposta dagli Stati Uniti e approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per rispondere all'emergenza umanitaria a Gaza e arrivare alla liberazione degli ostaggi e al ritiro delle truppe israeliane;
8) a promuovere un immediato cessate il fuoco a Gaza, per interrompere una condotta da parte del Governo israeliano, che, senza favorire la liberazione degli ostaggi tuttora prigionieri nella Striscia, infligge danni incalcolabili e ingiustificati alla popolazione civile e pregiudica l'apertura di canali di dialogo utili anche a propiziare il rilascio di quanti sono ancora nelle mani dei miliziani di Hamas;
9) a favorire la ripresa del processo negoziale israelo-palestinese, in base al principio dei «due popoli, due Stati», fondato sul contrasto alla strategia e all'organizzazione terroristica di Hamas, sul coinvolgimento degli stati arabi nella gestione della transizione e della ricostruzione a Gaza e sulla mobilitazione internazionale contro gli insediamenti illegali di Israele in Cisgiordania;
10) a monitorare gli sviluppi del nuovo regime siriano, operando per favorirne la stabilizzazione in un clima di tolleranza e di rispetto per le diverse identità etnico- religiose e per porre comunque fine a una guerra civile che, dal 2011 ad oggi, ha provocato oltre mezzo milione di vittime civili e quasi tredici milioni di profughi all'interno e all'esterno dei confini del Paese;
11) a sostenere una posizione coordinata e coesa dell'Unione europea nelle negoziazioni commerciali con gli Stati Uniti, richiedendo misure coerenti con la difesa dei comuni interessi economici dei Paesi membri, contro barriere tariffarie dettate da ragioni di pura ostilità politica nei confronti di alcuni Paesi dell'Unione europea e dell'Unione europea nel suo complesso;
12) a promuovere un dialogo con il nuovo Governo degli Stati Uniti per scongiurare una guerra commerciale contro l'Unione europea e per mantenere il sistema degli scambi Usa-Unione europea ancorato a un sistema di regole, che favoriscano il libero commercio e l'integrazione economica tra le due aree del mondo che meglio rappresentano i valori della cultura democratica occidentale, del rispetto dei diritti umani e della società aperta;
13) a promuovere il potenziamento della cooperazione militare tra i Paesi dell'Ue che desiderano partecipare a un progetto di difesa comune, secondo quanto previsto dall'articolo 46 del Trattato di Lisbona, stringendo accordi per una maggiore collaborazione con i Paesi interessati per stabilire procedure più strette di cooperazione nel campo militare, con l'obiettivo ultimo di creare, nel lungo periodo, un esercito comune europeo;
14) a portare la spesa italiana per la difesa al 2 per cento del Prodotto interno lordo, e sostenere forme di integrazione industriale e militare funzionali a realizzare strategie di difesa comune a livello europeo economicamente efficienti;
15) a sostenere gli impegni comuni in materia di energia, trasporti, tecnologie digitali e innovazione e difesa, contenuti nel rapporto sul futuro della competitività europea redatto da Mario Draghi, garantendo il sostegno dell'Italia alla sua attuazione, con particolare riferimento agli investimenti per accrescere la competitività dell'economia europea e alle riforme dei processi decisionali dell'Unione europea necessarie alla realizzazione di una maggiore coesione politica sulle principali scelte di Governo;
16) per il rilancio della competitività economica dell'Unione, a promuovere un piano europeo per l'automotive, con fondi dedicati per l'innovazione tecnologica del comparto e una revisione delle regole del Green Deal sul blocco dei motori endotermici e sul rispetto del principio di neutralità tecnologica ai fini della decarbonizzazione della mobilità;
17) a avviare, nell'ambito dell'implementazione del Patto sulla migrazione e l'asilo, un'iniziativa negoziale per migliorare il grado di solidarietà e responsabilità comune tra i Paesi membri nella gestione di questo delicato dossier, a partire dalla revisione del Regolamento di Dublino.
(6-00141) «Richetti, Bonetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli, Pastorella, Onori, Rosato, Ruffino».
La Camera
impegna il Governo:
1) a ribadire – qualunque ipotesi di tregua prenda forma, se gli Usa confermeranno il proprio disimpegno politico, militare e finanziario dal sostegno all'Ucraina – la necessità di proseguire ancora più rapidamente lungo la linea dell'integrazione europea del Paese e di favorirne la stabilizzazione politica ed economica e la ricostruzione materiale;
2) a sollecitare gli Stati membri ad adottare misure efficaci per impedire l'aggiramento da parte delle imprese europee degli obblighi connessi alle sanzioni imposte alla Russia, attraverso il monitoraggio e blocco delle riesportazioni di beni critici importati da Paesi terzi e un maggiore controllo della «flotta fantasma» utilizzata dalla Russia per aggirare le limitazioni al commercio del greggio russo;
3) a favorire la ripresa del processo negoziale israelo-palestinese, in base al principio dei «due popoli, due Stati», fondato sul contrasto alla strategia e all'organizzazione terroristica di Hamas, sul coinvolgimento degli stati arabi nella gestione della transizione e della ricostruzione a Gaza e sulla mobilitazione internazionale contro gli insediamenti illegali di Israele in Cisgiordania;
4) a monitorare gli sviluppi del nuovo regime siriano, operando per favorirne la stabilizzazione in un clima di tolleranza e di rispetto per le diverse identità etnico- religiose e per porre comunque fine a una guerra civile che, dal 2011 ad oggi, ha provocato oltre mezzo milione di vittime civili e quasi tredici milioni di profughi all'interno e all'esterno dei confini del Paese;
5) a promuovere un dialogo con il nuovo Governo degli Stati Uniti per scongiurare una guerra commerciale contro l'Unione europea e per mantenere il sistema degli scambi Usa-Unione europea ancorato a un sistema di regole, che favoriscano il libero commercio e l'integrazione economica tra le due aree del mondo che meglio rappresentano i valori della cultura democratica occidentale, del rispetto dei diritti umani e della società aperta;
6) a sostenere gli impegni comuni in materia di energia, trasporti, tecnologie digitali e innovazione e difesa, contenuti nel rapporto sul futuro della competitività europea redatto da Mario Draghi, garantendo il sostegno dell'Italia alla sua attuazione, con particolare riferimento agli investimenti per accrescere la competitività dell'economia europea e alle riforme dei processi decisionali dell'Unione europea necessarie alla realizzazione di una maggiore coesione politica sulle principali scelte di Governo;
7) per il rilancio della competitività economica dell'Unione, a promuovere un piano europeo per l'automotive, con fondi dedicati per l'innovazione tecnologica del comparto e una revisione delle regole del Green Deal sul blocco dei motori endotermici e sul rispetto del principio di neutralità tecnologica ai fini della decarbonizzazione della mobilità.
(6-00141)(Testo modificato nel corso della seduta) «Richetti, Bonetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli, Pastorella, Onori, Rosato, Ruffino».
La Camera,
premesso che:
1) nel prossimo Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2024, i Capi di Stato e di Governo discuteranno di importanti questioni inerenti all'Ucraina, al Medio Oriente, al ruolo dell'Unione europea nel mondo, alla resilienza, preparazione, prevenzione delle crisi e risposta alle stesse, alle migrazioni;
2) i leader dell'Unione europea riuniscono per la prima volta dopo l'insediamento della nuova Commissione europea e del nuovo Presidente del Consiglio europeo il 1° dicembre 2024, a completamento dell'assetto istituzionale per il 2024-2029, nonché dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e l'avvio di una nuova fase politico-diplomatica, in cui l'Unione europea è inderogabilmente chiamata ad affermare il proprio ruolo e la propria centralità, assumendo una posizione chiara, autorevole ed autonoma sul piano politico-diplomatico, e rafforzando la propria sovranità economica ed industriale e l'autonomia strategica nei diversi ambiti, dalla sicurezza e difesa all'approvvigionamento energetico e alle tecnologie emergenti;
3) nell'incertezza e conflittualità del contesto globale, rivendicare e consolidare la costruzione europea e i suoi valori fondanti è l'unica strada possibile per assicurare il benessere, la prosperità e la sicurezza dei cittadini;
4) sono perciò necessari sforzi condivisi e convergenti nella direzione di una sempre maggiore integrazione politica, economico-finanziaria e sociale, senza arretrare di fronte a spinte nazionaliste e centrifughe, per sostenere la crescita e la competitività e assicurare al contempo la protezione sociale, l'inclusione e la coesione;
5) il Consiglio europeo ha costantemente ribadito la ferma condanna dell'aggressione russa all'Ucraina e il pieno sostegno dell'Unione europea, per tutto il tempo necessario, al diritto naturale di autotutela dell'Ucraina, in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale, per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale;
6) l'Unione europea ha riaffermato la propria determinazione a sostenere la difesa, così come la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina, anche nel contesto del processo di allargamento, ed in tale segno è stato elaborato lo Strumento europeo per l'Ucraina il cui importo complessivo è pari a 50 miliardi di euro per il periodo 2024-2027 per tutti i tipi di sostegno e nel marzo 2024 l'Unione europea ha inoltre deciso di aumentare il massimale finanziario dello strumento europeo per la pace di 5 miliardi di euro, istituendo un apposito Fondo di assistenza per l'Ucraina. Inoltre, l'Unione europea ha già adottato 15 pacchetti di sanzioni europee volte a minare la capacità della Russia di portare avanti la sua guerra di aggressione illegale;
7) la guerra in Medio Oriente dilaga, l'escalation iniziata un anno fa, con l'attacco di Hamas ad Israele, non si limita più ai soli territori di Israele e Gaza, ma è arrivata a coinvolgere di fatto l'intera regione con il Libano e, da ultimo, la Siria e, direttamente e indirettamente, molti attori regionali e internazionali: dall'Iran e i suoi alleati, come Hezbollah in Libano e gli Houthi nello Yemen, alla Russia, Giordania ed Egitto, Turchia, nonché l'occidente con Stati Uniti ed Europa;
8) consapevoli che il rovesciamento del regime della famiglia Assad rappresenta uno dei cambiamenti più rilevanti nella storia contemporanea del Medio Oriente, l'avvenimento assume un significato cruciale sia per il suo valore strategico che simbolico, considerando il ruolo centrale della Siria negli equilibri regionali degli ultimi decenni e l'articolato sistema di alleanze con cui il regime alawita di Bashar al-Assad sembrava essere riuscito a ristabilire il controllo dopo una guerra civile devastante che ha provocato oltre 500.000 morti e alimentato l'orrore delle carceri della dittatura come la prigione di Saydnaya. Muhammad al Bashir è stato nominato formalmente Primo ministro del Governo di transizione della Siria, e dovrebbe restare in carica fino al 1° marzo 2025. Ma resta fondamentale il sostegno della comunità internazionale per garantire che qualsiasi transizione politica sia inclusiva e completa e che risponda alle legittime aspirazioni del popolo siriano, in tutta la sua diversità, affinché non si ripetano dinamiche già viste negli anni delle primavere arabe che hanno portato dal rovesciamento dei regimi all'imposizione dell'islamismo integralista;
9) il Ministro Tajani ha annunciato che una «consultazione permanente tra i Paesi del G7 e dell'Unione europea è un passaggio fondamentale»;
10) dobbiamo purtroppo notare che non solo l'Unione europea è ancora una volta assente e senza una sola voce nella attività diplomatica per il Medioriente, ma anche l'Italia non è affatto protagonista come viene descritta dal Governo e, soprattutto riguardo la Siria, ha commesso un errore che ha esposto il nostro Paese ad una perdita di credibilità importante;
11) ad esempio, durante gli undici giorni della offensiva dei ribelli in Siria, i governi di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito – assente l'Italia – hanno rilasciato una dichiarazione congiunta sollecitando «una de-escalation da parte di tutte le parti e la protezione dei civili e delle infrastrutture per prevenire ulteriori spostamenti e interruzioni dell'accesso umanitario»;
12) e ancora, nei mesi precedenti, il Governo italiano aveva promosso in sede Unione europea, insieme ad altri sette Paesi (Austria, Cipro, Croazia, Grecia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia), un processo di revisione della Strategia dell'Unione europea sulla Siria, adottata nel 2017, «per verificarne i risultati conseguiti e valutarne l'adattamento a una realtà che – in sette anni – è profondamente mutata. Non solo in Siria ma anche a livello regionale, come dimostrano gli ultimissimi sviluppi in Libano»;
13) l'Italia aveva anche nominato a luglio 2024 un ambasciatore a Damasco, unico Paese del G7 e dell'Unione europea, atto interpretato da molti come un cambio di strategia e una volontà di «normalizzare» i rapporti e interagire con la dittatura siriana, anche nell'ottica di facilitare operazioni di rimpatrio dei migranti, come anche detto dalla Presidente Meloni intervenendo al Senato: «È necessario rivedere la strategia dell'Unione europea per la Siria e lavorare con tutti gli attori per creare le condizioni affinché i rifugiati siriani possano tornare in patria in modo volontario, sicuro e sostenibile»;
14) destano molta preoccupazione e meriterebbero un approfondimento in sede parlamentare, le ragioni sulla base delle quali l'Italia, invece, abbia deciso di non coordinarsi con gli altri partner europei o internazionali e abbia agito da sola, senza prendere le giuste misure, che difatti di lì a poco hanno visto il paese ripiombare nella guerra;
15) non possiamo che pensare che il Governo abbia agito in questa scelta spinto da una logica, o meglio una ossessione, dei migranti, del poter mandare indietro i profughi siriani, al punto di normalizzare i rapporti con il regime di Assad, o di aprire dei centri inutili e costosi in Albania;
16) la stessa ossessione securitaria e migratoria, che impedisce la possibilità di sviluppare una politica estera davvero efficace, ha portato a decidere e propagandare la sospensione dell'esame delle richieste d'asilo da chi proviene dalla Siria, seppur, in realtà si può sospendere l'esame delle domande pendenti, posticipandole nell'ipotesi che ci siano novità rispetto ai criteri per esaminare la domanda;
17) come ricordato, tra gli altri, dal Segretario generale dell'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, Filippo Grandi e dal Servizio Ue per l'Azione esterna, al momento «non ci sono le condizioni per rimpatri sicuri, volontari e dignitosi in Siria»;
18) difatti, come sostenuto da molti analisti, il rientro in blocco di milioni di profughi rappresenterebbe una catastrofe umanitaria annunciata, dal momento che dopo 14 anni di guerra le città sono distrutte, i sistemi produttivi sono pressoché inesistenti e mancano i beni di prima necessità in diverse aree del paese;
19) a maggior ragione, non possiamo non notare come l'Europa sia debole nell'iniziativa politica e diplomatica riguardo una de-escalation nella regione e l'avvio di una soluzione di pace e stabilizzazione dell'area;
20) anche l'Italia, da sempre protagonista di una equilibrata iniziativa diplomatica in grado di interloquire con tutti gli attori regionali, attualmente è risultata del tutto ininfluente e incapace di esercitare alcuna azione concreta per la costruzione del cessate il fuoco e per una pace duratura nell'area, a partire dal Libano, dove storicamente abbiamo guidato, con l'assenso di tutte le parti, la missione di pace delle Nazioni Unite Unifil, che opera su mandato della risoluzione Onu 1701 del 2006;
21) il 27 novembre 2024 è entrata in vigore una tregua nella guerra tra Israele e Libano della durata di 60 giorni. Di fatto la tregua ripropone il testo della Risoluzione Onu 1701. A garantire i termini dell'accordo ci saranno, tra gli altri, Francia e Stati Uniti, che hanno promesso anche aiuti alle truppe regolari libanesi: tutti i media internazionali e nazionali hanno parlato di un accordo franco-americano. Infatti, nonostante proprio in quei giorni fosse in corso il G7 Esteri a presidenza italiana, due componenti del G7, Usa e Francia, definivano, in separata sede, i termini dell'accordo di tregua in Libano di cui sono anche garanti, mentre il Ministro Tajani parlava di un Italia che «torna protagonista della politica internazionale ricevendo assoluto riconoscimento dai suoi alleati»;
22) ancora una volta, l'Italia non è stata protagonista della definizione dell'accordo, né tra i paesi che ne garantiranno l'attuazione, nonostante la lunga tradizione del nostro paese quale attore di mediazione nel Medio Oriente e in particolare in Libano;
23) allo stesso tempo val la pena interrogarsi su quello che potrà essere il ruolo di Unifil in questo nuovo contesto e le eventuali evoluzioni del suo mandato e delle regole di ingaggio e anche a tal fine sollecitiamo che ne sia costantemente informato il Parlamento e anche su questo non possiamo far a meno di rilevare che il Ministro della difesa Crosetto continua a dire di chiederne la modifica, senza però sortire alcun effetto;
24) la tregua in Libano dimostra che la diplomazia può essere incisiva e ottenere reali risultati. Un impegno che a tutt'oggi non è stato perseguito con altrettanta efficacia per il cessate il fuoco a Gaza, dove, ad oltre un anno dal brutale attacco di Hamas, il numero delle vittime è di oltre 44 mila. La situazione umanitaria è drammatica: il numero inaccettabile di vittime civili, in particolare bambini, nonché i livelli catastrofici di fame e il rischio imminente di carestia causati dall'ingresso insufficiente di aiuti rendono assolutamente necessario un cessate il fuoco per fornire aiuti salvavita a chi ne ha bisogno e per garantire il rilascio degli ostaggi israeliani;
25) il Consiglio europeo nelle sue conclusioni del 17 ottobre 2024 ha ribadito la ferma condanna dell'accresciuta violenza dei coloni, dell'espansione degli insediamenti illegali e ha invitato il Consiglio a portare avanti i lavori su ulteriori misure restrittive nei confronti dei coloni estremisti nonché delle entità e delle organizzazioni che li sostengono;
26) la crisi diplomatica tra il Governo israeliano e gli organismi internazionali sta subendo una pericolosa accelerazione che sta precipitando Israele in un crescente isolamento. Alla decisione del governo israeliano di dichiarare il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, «persona non grata» è seguita l'approvazione, il 28 ottobre 2024, di due leggi che definiscono l'Unrwa un'organizzazione terroristica e vieta all'Agenzia dell'Onu di condurre «qualsiasi attività» all'interno di Israele, a Gerusalemme Est e nella Cisgiordania oltre che a Gaza con evidenti ulteriori drammatiche ricadute sulla popolazione palestinese, sono seguiti diversi attacchi mirati dell'esercito israeliano contro Unifil nel sud del Libano;
27) a quanto detto, si aggiunga l'approvazione all'unanimità del Consiglio dei ministri israeliano di una proposta di legge volta a colpire il quotidiano Haaretz, una delle più autorevoli voci israeliane critiche sull'operato del governo, che prevede la sospensione di qualsiasi tipo di finanziamento pubblico in favore del giornale, decisione che arriva sei mesi dopo la chiusura dell'emittente araba Al Jazeera in Israele;
28) già nell'ottobre scorso, il Governo italiano si era pilatescamente astenuto sulla risoluzione delle Nazioni Unite, per una «tregua umanitaria immediata e duratura» del conflitto tra Israele e Hamas, così come, si era astenuta anche il 18 settembre 2024, quando l'Assemblea generale dell'Onu aveva approvato una risoluzione non vincolante in cui chiedeva, tra le altre cose, il ritiro, entro un anno, di tutte le forze israeliane e l'evacuazione dei coloni dai territori palestinesi occupati in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, in conformità con il parere emesso dalla Corte internazionale di giustizia (Cig) a luglio scorso;
29) in Europa si sono intensificati gli appelli per un embargo sulla vendita di armi a Israele, per il timore di complicità nella commissione di potenziali crimini di guerra a Gaza e in Libano, da ultimo, anche il presidente francese Macron e il presidente spagnolo Sanchez si sono uniti alle richieste di fermare la vendita di armi, così come l'ex l'alto rappresentante Borrell;
30) la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex Ministro della difesa Yoav Gallant e il leader di Hamas Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri – noto come Deif – per crimini di guerra e crimini contro l'umanità per la guerra a Gaza e gli attacchi dell'ottobre 2023;
31) la posizione del Governo italiano è apparsa ai firmatari del presente atto di indirizzo da subito ambigua e reticente. Il Ministro Tajani ha affermato che l'Italia «rispetta e sostiene la Corte penale internazionale, ma siamo convinti che quello che deve svolgere sia un ruolo giuridico e non politico. Esamineremo inoltre le carte per capire quali sono le motivazioni che hanno portato la Corte a fare questa scelta»;
32) inoltre, nei giorni precedenti, lo stesso Ministro aveva dovuto specificare – a seguito delle dichiarazioni dell'altro vicepremier, Ministro Matteo Salvini, con le quali affermava che il premier israeliano «sarebbe il benvenuto se venisse in Italia» e del Presidente del Senato, La Russa, che sosteneva che «non arresteremmo Netanyhau»-, «che la posizione dell'Italia su questo punto è quella espressa da premier e Ministro degli esteri»;
33) si sta assistendo ad un più generale mutamento dell'orientamento prevalente nell'unione in materia di migrazioni e asilo, che sembra dimenticare, in un'ottica puramente difensiva dei confini, i principi essenziali del diritto europeo ed internazionale a tutela dei diritti fondamentali dei migranti, e mira invece al rifiuto del sistema di asilo, alla esternalizzazione delle frontiere dell'Unione europea e al rigetto della solidarietà europea nella gestione dei fenomeni migratori; ne sono esempio le posizioni assunte a più riprese dalla Presidente della Commissione Von der Leyen, che ha aperto alla revisione del patto sulla migrazione e l'asilo in una direzione che si avvicina pericolosamente a quanto auspicato dalle destre sovraniste, come anche quanto emerso dal Consiglio europeo di ottobre 2024 che in materia di migrazioni ha posto l'accento sull'esigenza di assicurare il controllo delle frontiere esterne dell'unione «attraverso tutti i mezzi disponibili» – anche attraverso una revisione in tal senso della legislazione europea – e di considerare «nuovi modi» per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, che sembra evocare il deprecabile e fallimentare «modello Albania»; ancora più preoccupanti sono, nel silenzio delle istituzioni europee, le decisioni annunciate da alcuni Stati membri, tra cui l'Italia, di sospendere le procedure d'asilo per i richiedenti siriani, che hanno seguito la sospensione temporanea generalizzata del diritto d'asilo decisa dalla Polonia a causa dell'aumentato numero di ingressi dal confine bielorusso, col supporto della Commissione europea, che nella comunicazione COM(2024) 570 final ha stigmatizzato l'utilizzo delle migrazioni come minaccia ibrida;
34) alla luce della complessa situazione internazionale, della potenziale pressione ai confini, delle drammatiche condizioni cui i migranti sono sottoposti in alcuni dei Paesi di transito e dei continui tragici naufragi nel Mediterraneo, l'Unione europea deve al contrario garantire, assieme al rafforzamento dell'azione esterna, la costruzione di un sistema che permetta una gestione comune e coordinata del fenomeno migratorio, basata sulla solidarietà e la responsabilità condivisa a livello europeo, garantendo la vita e i diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti asilo, il ripristino delle procedure d'asilo, la creazione di corridoi umanitari che permettano di giungere in Europa senza mettere a repentaglio le vite di bambini, donne e uomini in fuga da guerre e persecuzioni, nel rispetto delle convenzioni internazionali e dei principi e dei valori fondanti l'Unione;
35) le nuove minacce geopolitiche hanno riportato l'attenzione sulle capacità di difesa dell'Unione europea, in tal senso basti pensare al ritorno della guerra nel cuore dell'Europa, all'emergere di nuovi tipi di minacce ibride, dagli attacchi cyber-informatici a quelli alle infrastrutture strategiche, fino alle politiche dell'aerospazio con pericolose ricadute per la sicurezza dell'intero continente. Le scelte della nuova presidenza degli Stati Uniti potrebbero indicare come prioritarie altre aree, a partire dall'indo-pacifico, fatto che comporterebbe per l'Unione Europea una crescente responsabilità per la propria difesa e sicurezza Accanto a un nuovo protagonismo politico e diplomatico per la costruzione di percorsi di pace giusta nei diversi scenari bellici, la difesa comune europea diventa pertanto fondamentale per garantire l'autonomia strategica dell'Unione europea sia in materia di sicurezza esterna, sia in relazione all'innovazione tecnologica, che dovrà rafforzarsi in termini di capacità e know-how mettendo in comune competenze, ricerca e strumenti. La sua realizzazione – da perseguire non certo a scapito delle priorità sociali, ambientali e industriali di investimento – rappresenta un passaggio decisivo per la costruzione di un'Europa politica, sogno dei padri fondatori;
36) solo il percorso di integrazione politica, economica e sociale può garantire le necessarie capacità di resilienza, preparazione, prevenzione e risposta a crisi multidimensionali, complesse e transfrontaliere, quali guerra, pandemia e catastrofi ambientali, per proteggere i cittadini e le imprese europee; l'azione dell'Unione europea, e della nuova Commissione in particolare, dovrebbe essere orientata a consolidare tale percorso per giungere ad un vera autonomia strategica, che può essere fondata solo su una piena autonomia economica, industriale ed energetica, contrastando approcci sovranisti, rigoristi e ogni arretramento nell'integrazione. L'Italia avrebbe ogni interesse a contribuire a tale processo in modo sostanziale, favorendo il consolidamento della costruzione europea e la sua resilienza;
37) ne sono azioni necessarie, da sostenere politicamente e perseguire attraverso adeguati finanziamenti e strumenti di debito comune, una sempre più stretta cooperazione sanitaria per realizzare l'Unione della salute, l'attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, la tutela dell'occupazione nella duplice transizione verde e digitale, una strategia di ampio respiro per la resilienza del sistema economico, la competitività e la produttività, l'implementazione e la modernizzazione del mercato interno come motore di sviluppo e coesione, la realizzazione dell'unione bancaria, approvvigionamenti energetici sicuri e accessibili a tutti;
38) da settimane davanti al parlamento, a Tbilisi, si tengono grandi manifestazioni di protesta contro il partito di governo filorusso, che ha annunciato di avere posticipato il processo di adesione all'Unione europea, riavvicinando nei fatti la Georgia alla Russia di Vladimir Putin. Tali manifestazioni vengono represse con enorme durezza, con brutali aggressioni contro giornalisti indipendenti e l'incarcerazione di centinaia cittadini;
39) nel corso delle ultime elezioni dell'ottobre 2024 gli osservatori Osce che hanno seguito lo svolgimento delle operazioni di voto in Georgia hanno dichiarato che il processo elettorale nel Paese ha suscitato preoccupazioni sia prima che durante le elezioni, denunciando un ambiente teso e sotto pressione prima delle elezioni, nonché diversi casi di intimidazione e di incoerenze procedurali durante la giornata elettorale;
40) in Romania, la Corte costituzionale ha annullato le elezioni che si sono tenute a novembre 2024, sulla base di documentazione che attesterebbe l'interferenza della Russia nel processo elettorale che ha portato alla vittoria del candidato filo-russo Georgescu. Ancora una volta, il governo si divide al suo interno con un vicepremier, il Ministro Salvini, il cui partito in una nota ha scritto di «seguire con grande rispetto e viva preoccupazione quanto sta accadendo in Romania: annullare il voto democratico perché il risultato non è gradito a Bruxelles, al politicamente corretto e a certi potenti come Soros, è un precedente allarmante e molto pericoloso» e l'altro vicepremier, il Ministro Tajani che ha scritto di essere «molto preoccupato per la denuncia di attività ibride russe volte a influenzare il voto in Romania. L'Italia, anche come presidenza G7, è in prima linea per proteggere la democrazia e i processi elettorali. Continuiamo a lavorare con i partner dell'Unione europea per difendere i valori comuni»;
41) alla luce dei progressi del processo di allargamento dell'Unione europea nella complessa situazione geopolitica, desta allarme la tesa situazione dei Balcani, dove la Serbia ha recentemente ordinato alle unità dell'esercito di avvicinarsi al confine con il Kosovo, dopo che sono scoppiati nuovi scontri tra manifestanti e polizia in una città a maggioranza serba; il Kosovo è stato a lungo fonte di tensione tra l'Occidente e la Russia, che sostiene Belgrado nei suoi sforzi per bloccare l'adesione della nazione alle organizzazioni globali, tra cui le Nazioni Unite; in tutti i Balcani si fa comunque sentire l'influenza della Russia ed è attiva nello stesso senso anche l'Ungheria di Orban che sostiene apertamente la Republika Srpska di Dodik,
impegna il Governo:
1) a contribuire responsabilmente ed attivamente ad un sempre maggiore livello di integrazione politica, economica e sociale, per un'Unione europea più forte e unita nel quadro dei valori fondanti del progetto europeo e capace di centralità, autorevolezza e autonomia strategica;
2) a ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;
3) ad adoperarsi in ogni sede internazionale per l'immediato cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;
4) a sostenere un rinnovato e più incisivo impegno diplomatico e politico dell'Unione europea – anche alla luce del cambio dell'amministrazione americana – in collaborazione con gli alleati, per mettere in campo tutte le iniziative utili al perseguimento di una pace giusta e sicura, anche favorendo le basi per lo svolgimento del secondo vertice per la pace e a sostenere, altresì, la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina, nonché il suo ammodernamento e le opportune riforme nel contesto del processo di adesione all'Unione europea;
5) a sostenere in sede europea – forte dell'impegno assunto nel 2014 dal Parlamento europeo – il riconoscimento dello Stato di Palestina, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele, per preservare la realizzazione dell'obiettivo di «due popoli, due stati»;
6) a sostenere ogni iniziativa diplomatica, a partire da un rinnovato impegno europeo, volta a ottenere un immediato cessate il fuoco a Gaza: per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, per la protezione dei civili e per la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, per il rispetto della tregua in Libano e per scongiurare il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah e Iran, e le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, affinché siano rispettate le risoluzioni delle Nazioni Unite, per rilanciare il processo di pace;
7) a sostenere le sanzioni già proposte dall'Alto rappresentante Borrell nei confronti dei ministri israeliani che hanno lanciato messaggi di odio inaccettabili contro i palestinesi e nei confronti dei coloni violenti, nonché i pronunciamenti della Corte internazionale di giustizia;
8) ad adoperarsi affinché gli Stati membri rispettino e diano piena attuazione a tutte le decisioni assunte dalla Corte penale internazionale;
9) ad adoperarsi con i partner europei perché sia sempre riconosciuta la piena agibilità nel territorio israeliano delle diverse agenzie delle Nazioni Unite, come Unrwa o Ocha, World Food Programme, nonostante l'approvazione da parte di Israele di leggi apertamente lesive delle prerogative degli organismi internazionali;
10) ad adottare ogni iniziativa utile in coordinamento con i Paesi Ue e i partner internazionali perché la tregua del conflitto tra Israele e Libano sia rispettata e ponga le condizioni per il ripristino della pace nel pieno rispetto della risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu 1701 oltre che del diritto internazionale;
11) a farsi promotore in sede europea di un sostegno convinto agli appelli per un embargo sulle armi a Israele, a maggior ragione, in questa fase di escalation del conflitto a livello regionale;
12) ad adoperarsi in sede europea per l'adozione di misure di contrasto alle crescenti forme di antisemitismo;
13) ad adoperarsi con i partner europei perché siano sempre rispettate le prescrizioni imposte dal diritto dell'Unione europea riguardo il diritto di asilo, anche relativo alle domande di asilo provenienti da cittadini siriani e che siano, invece, evitate decisioni generalizzate da applicare in modo indistinto a tutte le domande di asilo provenienti dalla Siria per ragioni di pressione migratoria;
14) a ribadire il dovere di accoglienza e protezione degli esseri umani quale cardine dell'appartenenza all'unione europea, e a garantire l'assistenza umanitaria e il rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone nella gestione migratoria;
15) a sostenere la realizzazione di corridoi umanitari sicuri e l'istituzione permanente di una missione europea di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, e a promuovere la costruzione di un sistema comune, coordinato e solidale per la gestione strutturale del fenomeno migratorio;
16) a garantire procedure e percorsi equi, sicuri e legali per migranti e richiedenti asilo, in particolare i minori, nonché a contrastare efficacemente il traffico di esseri umani, anche attraverso partenariati responsabili e trasparenti con i Paesi di origine e transito, evitando in ogni caso disumane, inefficaci e costose forme di esternalizzazione delle frontiere dell'Unione europea;
17) a favorire l'adozione di processi decisionali più rapidi, anche attraverso il superamento dell'unanimità, e ulteriori forme di coordinamento e cooperazione, nella direzione di una maggiore integrazione, per rispondere alle sfide, alle crisi e alle minacce spesso caratterizzate da una natura ibrida e senza confini, talvolta con rischi di destabilizzazione delle stesse democrazie europee;
18) a ribadire e rivendicare il modello europeo di sviluppo, garantendo che le politiche per la crescita e la competitività siano coniugate con il perseguimento della coesione, dell'inclusione e della protezione sociale;
19) a promuovere la realizzazione di un'Unione della salute e la piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, con particolare riferimento alle politiche di sostegno dell'occupazione nella transizione verde e digitale;
20) a favorire la rapida adozione di una strategia capace di garantire la resilienza del sistema economico, il rafforzamento della base industriale, l'autonomia energetica dell'unione europea e il completamento del mercato unico;
21) a garantire a livello europeo un'adeguata risposta al fabbisogno di investimenti del sistema economico e sociale mediante la previsione di un adeguato sostegno sul piano finanziario, e a tali fini favorire l'emissione di strumenti di debito comune per progetti europei congiunti;
22) ad adoperarsi affinché si proceda ad imporre sanzioni personali nei confronti dei responsabili della regressione democratica in Georgia e delle azioni di repressione e violenza nei confronti degli oppositori.
(6-00142) «Braga, Provenzano, De Luca, Graziano, Orfini, Madia, Prestipino».
La Camera,
impegna il Governo:
1) a contribuire responsabilmente ed attivamente ad un sempre maggiore livello di integrazione politica, economica e sociale, per un'Unione europea più forte e unita nel quadro dei valori fondanti del progetto europeo e capace di centralità, autorevolezza e autonomia strategica;
2) a ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;
3) ad adoperarsi in ogni sede internazionale per l'immediato cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;
4) a sostenere un rinnovato e più incisivo impegno diplomatico e politico dell'Unione europea – anche alla luce del cambio dell'amministrazione americana – in collaborazione con gli alleati, per mettere in campo tutte le iniziative utili al perseguimento di una pace giusta e sicura, anche favorendo le basi per lo svolgimento del secondo vertice per la pace e a sostenere, altresì, la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina, nonché il suo ammodernamento e le opportune riforme nel contesto del processo di adesione all'Unione europea;
5) ad adoperarsi affinché gli Stati membri rispettino e diano piena attuazione a tutte le decisioni assunte dalla Corte penale internazionale;
6) ad adottare ogni iniziativa utile in coordinamento con i Paesi Ue e i partner internazionali perché la tregua del conflitto tra Israele e Libano sia rispettata e ponga le condizioni per il ripristino della pace nel pieno rispetto della risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu 1701 oltre che del diritto internazionale;
7) ad adoperarsi in sede europea per l'adozione di misure di contrasto alle crescenti forme di antisemitismo;
8) a ribadire il dovere di accoglienza e protezione degli esseri umani quale cardine dell'appartenenza all'unione europea, e a garantire l'assistenza umanitaria e il rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone nella gestione migratoria;
9) a ribadire e rivendicare il modello europeo di sviluppo, garantendo che le politiche per la crescita e la competitività siano coniugate con il perseguimento della coesione, dell'inclusione e della protezione sociale;
10) a promuovere la realizzazione di un'Unione della salute e la piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, con particolare riferimento alle politiche di sostegno dell'occupazione nella transizione verde e digitale;
11) a favorire la rapida adozione di una strategia capace di garantire la resilienza del sistema economico, il rafforzamento della base industriale, l'autonomia energetica dell'unione europea e il completamento del mercato unico.
(6-00142)(Testo modificato nel corso della seduta) «Braga, Provenzano, De Luca, Graziano, Orfini, Madia, Prestipino».
La Camera,
premesso che:
1) nel prossimo Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2024, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri saranno nuovamente chiamati a esaminare gli sviluppi delle crisi internazionali in atto, in particolare le drammatiche situazioni in Ucraina e in Medio Oriente; al centro della riunione dei Ventisette vi sarà inoltre il tema dell'Unione europea nel mondo, oltre alla capacità di resilienza, preparazione, prevenzione e la risposta alle crisi future da parte dell'Unione; durante il Consiglio europeo di dicembre, i leader dell'Unione europea discuteranno infine della gestione dei flussi migratori;
2) la riunione del Consiglio europeo del prossimo dicembre sarà il primo vertice dopo l'approvazione da parte del Parlamento europeo, il 27 novembre 2024, del nuovo collegio dei commissari e la relativa entrata in carica, il 1° dicembre 2024, della Commissione von der Leyen II;
3) la nuova Commissione europea appare fondata su una maggioranza molto fragile, a geometrie variabili, lasciando presagire una legislatura complicata, soprattutto su alcuni dossier divisivi: i 370 voti che compongono la maggioranza (282 i contrari, 36 gli astenuti) rappresentano infatti il 54 per cento di tutti i voti espressi, e ancora meno (51 per cento) del numero totale di parlamentari europei, 719, con un consenso che ha toccato il minimo storico della storia europea;
4) la delegazione al Parlamento europeo del Movimento 5 stelle ha votato in maniera coerente con la propria linea politica contro il collegio dei commissari e il nuovo mandato alla Commissione europea guidato da Ursula von der Leyen per il 2024-2029, mentre le delegazioni di Fratelli d'Italia, Partito democratico e Forza Italia si sono espresse a favore del mandato-bis alla von der Leyen;
5) nel suo discorso davanti alla plenaria del Parlamento europeo, la neo eletta Presidente della Commissione europea von der Leyen ha invitato l'Europa, con riferimento alle guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente, a spendere di più per la difesa, confermando di fatto la volontà, già affermatasi ad inizio 2024, di fare della difesa europea, declinata nel senso di un rafforzamento della capacità di produzione di armi e munizioni, una priorità politica nell'agenda dell'Unione, incentivandone altresì la produzione così come la cooperazione transfrontaliera, a discapito delle altre priorità legislative dell'Unione europea su temi centrali quali la transizione verde e digitale, la sanità, l'istruzione, la green economy o dei valori universali della difesa della pace, della giustizia sociale e dell'ambiente;
6) la situazione geopolitica internazionale e le tensioni del quadrante mediorientale saranno sicuramente al centro del tavolo di discussione tra i leader europei;
7) a distanza di oltre un anno dai suo inizio, il conflitto a Gaza si è evoluto in un conflitto regionale generalizzato con conseguenze oltremodo drammatiche. Come previsto, in assenza di azioni diplomatiche incisive volte al cessate il fuoco, i nuovi fronti di guerra aperti rischiano di far precipitare la situazione in Medio Oriente, come ha dimostrato lo scontro diretto tra Israele e Iran, nonché gli attacchi di terra di Israele contro Hezbollah in Libano. L'escalation è ormai un dato di fatto, considerata la postura di Israele che, adducendo una smodata argomentazione del diritto all'autodifesa, viola costantemente le norme fondamentali di diritto internazionale;
8) la forza ONU di mantenimento della pace in Libano (Unifil) aveva ribadito fermamente che qualsiasi attraversamento della Linea Blu rappresenta una violazione esplicita della sovranità e integrità territoriale del Libano e della risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La risoluzione chiede la cessazione completa delle ostilità tra Libano e Israele e l'istituzione di una zona smilitarizzata tra la Linea Blu e il fiume Litani, in cui è consentito solo all'esercito libanese e ai peacekeeper dell'Onu di possedere armi ed equipaggiamento militare. Le azioni di Israele in territorio libanese hanno concretizzato tali violazioni, peraltro aggravate da attacchi alle basi italiane Unifil nel sud del Libano;
9) il contesto regionale si è ulteriormente complicato considerata la situazione in Siria, che appare in rapida evoluzione ed estremamente instabile, teatro di violenti combattimenti e bombardamenti sia al nord che al sud del Paese. Il tema è stato affrontato nell'ambito del Consiglio interni dell'Unione europea del 12 dicembre 2024 e successivamente nel corso del Consiglio affari esteri del 16 dicembre 2024, ma manca ancora una risposta condivisa a livello unionale, come dimostra l'atteggiamento mantenuto dai singoli Stati membri nei confronti dei procedimenti per la concessione dell'asilo ai rifugiati provenienti dalla Siria;
10) preoccupa in particolar modo la decisione assunta da alcuni Stati membri di sospendere le domande di asilo dei siriani e di respingere ogni proposta di rimpatrio o di restrizione al ricongiungimento familiare;
11) il bilancio delle vittime a Gaza è tragico e continua a salire: con l'intensificarsi della violenza in Medio Oriente con gli attacchi di Israele contro obiettivi di Hamas e Hezbollah a Gaza, in Libano e in Siria, anche le organizzazioni umanitarie hanno lanciato l'allarme contro la crescente crisi umanitaria nei territori di Gaza e Cisgiordania. Secondo fonti delle Nazioni Unite, il numero di spedizioni di aiuti nella Striscia è ora inferiore rispetto a qualsiasi altro periodo dell'ultimo anno e vi è «una forte probabilità che la carestia sia imminente nelle aree all'interno della Striscia di Gaza settentrionale»;
12) nella sua dichiarazione del 1° novembre 2024, il Capo della politica estera dell'Unione europea Josep Borrell ha quindi sottolineato il lavoro salvavita dell'UNRWA a Gaza. Il ruolo fondamentale dell'Agenzia delle Nazioni Unite è stato ribadito anche nella dichiarazione finale del G7 dei Ministri degli esteri, tenutosi a Fiuggi il 25 e 26 novembre 2024, sede in cui è stato espresso il pieno sostegno all'UNRWA affinché possa svolgere efficacemente il proprio mandato;
13) il 27 novembre 2024 scorso Israele e il movimento sciita libanese Hezbollah hanno concordato un cessate il fuoco di sessanta giorni. L'accordo, mediato dagli Stati Uniti, prevede che nella zona cuscinetto possano operare solo l'esercito regolare libanese e i caschi blu della missione UNIFIL, dove sono impegnati 1200 militari italiani. Gli Stati Uniti guidano il comitato internazionale di supervisione per monitorare eventuali violazioni della tregua, di cui è membro anche la Francia. Ad oggi, la tregua appare piuttosto fragile e con evidenti violazioni da entrambe le parti;
14) il 18 settembre 2024 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato a larga maggioranza una risoluzione redatta dai palestinesi che chiede a Israele di porre fine alla sua presenza illegale a Gaza e nella Cisgiordania occupata, entro un anno. Tra i Paesi che si sono astenuti nel voto figura l'Italia. La risoluzione chiede il ritiro di tutte le forze israeliane e l'evacuazione dei coloni dai territori palestinesi occupati «senza indugio». Esorta inoltre i Paesi a imporre sanzioni a coloro che sono responsabili del mantenimento della presenza di Israele nei territori e a fermare le esportazioni di armi verso Israele se si sospetta che vengano utilizzate in quei territori;
15) il 4 dicembre 2024 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato, con 157 voti a favore, otto contrari e sette astensioni, una risoluzione volta a convocare la «Conferenza internazionale di alto livello per la soluzione pacifica della questione palestinese e l'attuazione della soluzione dei due Stati», che si terrà nel mese di giugno 2025 a New York, co-presieduta da Francia e Arabia Saudita e a ribadire l'appello per una pace «globale, giusta e duratura» in Medio Oriente. Inoltre, nella medesima risoluzione si invita Israele a «cessare immediatamente e completamente ogni forma di violenza, compresi gli attacchi militari, le distruzioni e gli atti di terrore» e le «nuove attività di insediamento» nei territori palestinesi occupati, ad evacuare tutti i coloni e a porre fine alle «loro azioni illegali». Inoltre, ricorda che lo Stato ebraico, in quanto potenza occupante, deve rispettare gli obblighi descritti nel parere consultivo della Corte internazionale di giustizia;
16) è quanto mai necessario interrompere su scala globale l'esportazione di armi verso Tel Aviv e ogni fornitura di materiali di armamento, soprattutto a beneficio del popolo israeliano, vittima della furia bellicista del Governo di Netanyahu, come tra l'altro richiesto dalla risoluzione del Consiglio diritti umani dell'Onu approvata io scorso 5 aprile 2024;
17) all'embargo sulla fornitura di armi deve succedere un immediato cessate il fuoco perché la pace è l'unica opzione possibile in Medio Oriente; inoltre la creazione di uno Stato palestinese contribuirebbe alla pace e alla sicurezza internazionali, consentirebbe di mantenere la soluzione «due popoli – due Stati» e getterebbe le basi per la costruzione di una pace duratura;
18) alla luce di quanto premesso, Israele non sembra manifestare alcuna intenzione di arrestare tale sanguinosa deriva bellicista né tantomeno di trovare una soluzione diplomatica al conflitto;
19) a riprova di ciò, la Corte penale internazionale – che è la massima espressione mondiale del diritto internazionale e umanitario e del mantenimento della pace tra le nazioni – ha emesso, il 21 novembre 2024, un mandato di arresto nei confronti del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, del suo ex Ministro della difesa Yoav Gallant e del capo del braccio armato di Hamas Mohammad Deif, che Israele dichiara di aver ucciso a luglio 2024, per crimini di guerra e contro l'umanità commessi tra l'8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024. Netanyahu, di risposta al mandato, ha evocato «un nuovo processo Dreyfus» e definito la Corte penale internazionale «antisemita»;
20) le accuse includono l'utilizzo della fame come arma di guerra e l'impedimento deliberato dell'arrivo di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, dove secondo il Ministero della salute controllato da Hamas sono morte oltre 44.000 persone dall'inizio del conflitto;
21) non bisogna tralasciare l'altro fronte bellico alle porte dell'Europa, quello ucraino. Alla risoluzione del Parlamento europeo di settembre 2024 sulla richiesta di sostegno finanziario e militare all'Ucraina, ha fatto seguito l'approvazione, il 28 novembre 2024, con il voto compattamente contrario del Movimento 5 Stelle, di una nuova risoluzione in cui viene ribadito – accogliendo con favore la decisione di Joe Biden di consentire a Kiev l'uso di sistemi missilistici su obiettivi militari all'interno del territorio russo – l'impegno militare – anche attraverso la fornitura di aerei e missili a lungo raggio (tra cui missili Taurus e moderni sistemi di difesa aerea, tra cui i Patriots e i Samp/T da parte degli Stati membri dell'Unione europea) – e finanziario con lo 0,25 per cento del prodotto interno lordo, pari a circa 5 miliardi di euro per l'Italia, a favore dell'Ucraina;
22) anche in occasione del voto sulla risoluzione del Parlamento europeo di novembre 2024, si è nuovamente assistito alla spaccatura delle forze di maggioranza e delle opposizioni che hanno votato in ordine sparso sul paragrafo 13 della risoluzione concernente l'invio di missili a lungo raggio;
23) l'azione diplomatica per arrivare a una conclusione delle ostilità riveste nella risoluzione del Parlamento europeo un ruolo meramente residuale, ribadendo una preoccupante posizione oltranzista, che sembrerebbe non lasciare spazio a nessuna soluzione negoziale, arrivando perfino a dedicare un paragrafo della risoluzione per censurare la telefonata del Cancelliere tedesco Olaf Scholz al presidente russo Vladimir Putin;
24) visto l'aggravarsi del quadro geopolitico mondiale, risulta, invece, quanto mai di primaria importanza avviare un concreto Piano di Pace europeo per l'Ucraina, mai seriamente intrapreso, che preveda uno stop immediato degli attacchi russi e un contemporaneo stop alle forniture di armi occidentali a Kiev, nonché il successivo avvio di un tavolo negoziale permanente in cui le parti, con la mediazione attiva di ONU e Unione europea, lavorino al raggiungimento di un compromesso sulle reciproche garanzie di sicurezza e sul futuro status dei territori occupati; la pace, così come la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale devono quindi essere la bussola dell'azione europea in particolare nei teatri di guerra;
25) tra i principali dossier tematici all'attenzione dei Capi di Stato e di Governo e della nuova Commissione europea c'è quello relativo all'immigrazione, che stante il quadro geopolitico in continua evoluzione rischia di attraversare nuove criticità;
26) la presidenza ungherese, che si avvia a conclusione il 31 dicembre 2024, ha definito i flussi migratori quale «un onere enorme ai singoli Stati membri, in particolare per quelli alle frontiere esterne dell'Unione», richiamando la necessità di protezione delle frontiere esterne, tanto da arrivare a proporre «un opt-out dall'acquis dell'Unione europea in materia di asilo e migrazione», ritenendo che «ristabilire un controllo nazionale più forte sulla migrazione sia oggi l'unica opzione» per proteggere i propri confini e arginare l'immigrazione clandestina;
27) nel recente incontro bilaterale tra il Presidente ungherese Viktor Orbàn e la Presidente Giorgia Meloni è stata condivisa l'urgenza di un quadro giuridico europeo aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall'Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri, nonché l'importanza di esplorare nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto dell'Unione europea e internazionale;
28) le norme del nuovo Patto sulla migrazione e asilo, che entreranno in vigore solo nel 2026, rischiano di non dare adeguata risposta all'emergenza migratoria perché permane ancora la mancanza di una visione europea della gestione delle frontiere, soprattutto quelle marittime, priva di una reale condivisione e spirito solidaristico fra Stati membri;
29) il coinvolgimento di Stati extra Ue ai fini della delocalizzazione dei migranti rappresenta chiaramente una resa politica, l'assenza di una strategia e la rassegnazione all'incapacità di gestione dei flussi migratori, nonché una soluzione che si sta rilevando totalmente fallimentare;
30) è di tutta evidenza come i nuovi quadri regolatori inerenti alle migrazioni, adottati nel corso della precedente legislatura europea, non abbiano superato le criticità del sistema europeo comune d'asilo e dei cosiddetti regolamenti di Dublino – in particolare, con riguardo agli oneri che incombono sul Paese di primo ingresso dei migranti e all'assenza di meccanismi in grado di garantire efficacemente gli obblighi di ricollocamento dei migranti;
31) il tema della immigrazione necessita di un approccio pragmatico, oltre che di capacità di gestione, sfrondato da una impostazione ideologico-politica che si presta a strumentalizzazioni che nuocciono al dibattito e al tema, in quanto solo misure concrete di programmazione unitamente a una ferma capacità di gestione e di buon governo del fenomeno possono contribuire a sostenerla;
32) in tema migratorio, le prospettive con la nuova presidenza polacca, non si annunciano promettenti: il 15 ottobre 2024 il Primo Ministro Donald Tusk ha presentato la sua «Strategia migratoria complessiva e responsabile per il 2025- 2030», che delinea il piano di azione di Varsavia per la gestione dei confini e dell'immigrazione;
33) il pre-titolo del documento «Riprendere il controllo, garantire la sicurezza» suggerisce un approccio completamente securitario, volendo limitare il diritto di asilo, affermando «il diritto di uno Stato di negare l'accesso al proprio territorio a uno straniero» ed esprimendo la totale contrarietà del Governo polacco al Patto sulla migrazione e asilo;
34) la Polonia si trova al centro dei flussi migratori dalla Bielorussia e Russia accusate di creare «rotte migratorie artificiali», come strumento di guerra ibrida, come evidenziato anche dalle conclusioni del Consiglio europeo di ottobre 2024, in cui si ribadisce l'impegno a contrastare la strumentalizzazione dei migranti a fini politici;
35) la necessità di migliorare la gestione delle crisi da parte dell'Unione è emersa a causa delle gravi minacce di carattere complesso e transfrontaliere degli ultimi anni, come la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, la pandemia di COVID-19 e numerose crisi umanitarie;
36) per potenziare la sua resilienza alle sfide future, l'Unione europea sarà chiamata a migliorare sempre più la gestione intersettoriale e transfrontaliera delle crisi, che potrebbero assumere natura diversa, con molteplici sfaccettature o essere ibride, avere effetti a cascata o verificarsi simultaneamente;
37) a tal fine il Consiglio europeo terrà una discussione strategica sull'impegno globale dell'Unione europea e sulle priorità nell'attuale contesto geopolitico. Il ruolo dell'Unione europea in un contesto globale rientra proprio tra le sette priorità del mandato della nuova Commissione europea per il 2024-2029 costituendosi in quattro priorità: l'allargamento dell'Unione europea, una politica di vicinato allargato, una nuova politica estera mondiale e una riforma del sistema internazionale per renderlo adatto al mondo odierno;
38) l'allargamento guarda come prima tappa ai Balcani Occidentali e successivamente poi all'Ucraina con una particolare attenzione alla garanzia che ciascun Paese che intende aderire all'Unione europea sia valutato in base ai propri progressi verso il rispetto di tutti i criteri di adesione, compresi quelli relativi allo Stato di diritto e ai valori fondamentali, che continueranno a essere i capisaldi della politica di allargamento dell'Unione europea;
39) le nuove politiche di vicinato rafforzeranno il partenariato su due fronti: quello del Mediteranno per stabilizzare a livello politico ed economico l'area e una politica di vicinato tra Unione europea e Medio Oriente per giungere a un percorso di condivisione che porti alla soluzione finale di due popoli e due stati tra Palestina e Israele;
40) il nuovo ruolo dell'Unione europea nelle istituzioni internazionali dovrà rafforzare il suo ruolo come attore unitario nei vertici e soprattutto avviare un percorso strategico e di supporto per poter garantire ai Paesi terzi un più facile adeguamento alle normative europee per maggiore garanzia di tutti i partner;
41) ultimo punto ben più complesso e strategico è quello dedicato a una nuova politica estera economica europea, che stante la crisi in atto in molti settori industriali – tra cui particolarmente drammatica è quello dell'automotive – risulta di primaria importanza: investimenti nei settori strategici, evitare la fuga di tecnologie, un controllo sugli investimenti esteri diretti e un approccio coordinato per quelli in uscita e ancora, i legami con i partner mondiali relativamente al commercio equo e solidale, nonché le relazioni commerciali sulle materie prime critiche, nuove regole per il commercio mondiale che possa conciliare i rapporti tra l'Unione europea con le altre aree del mondo di libero scambio (vedi il recente accordo tra l'Unione europea e il Mercosur), ma anche poter utilizzare dove necessario di strumenti di difesa commerciale, sono solo alcuni dei punti contenuti nel programma della nuova Commissione europea;
42) nell'ambito di tali misure di politica estera, preoccupa, in particolare, la discussione che sarebbe in corso tra gli Stati membri dell'Unione europea in merito alla creazione di un fondo comune europeo, con un finanziamento di almeno 500 miliardi di euro, destinato alla difesa e all'approvvigionamento di armi, attingendo ai mercati obbligazionari. La prospettiva di una difesa comune europea dovrebbe basarsi sulla razionalizzazione delle spese militari tra gli Stati membri e non su un aumento dei fondi per il riarmo militare, attraverso il ricorso a eurobonds di guerra,
impegna il Governo:
1) con riferimento al prossimo ciclo istituzionale e alle priorità politiche della nuova Commissione europea per il 2024-2029:
a) ferme restando le prerogative parlamentari, anche in termini di funzioni di indirizzo e controllo nei confronti della nuova Commissione europea e dei suoi Commissari, ad assicurare la promozione nell'agenda politica europea e tra le priorità legislative dell'Unione dei valori universali di pace, democrazia, rispetto e di difesa del diritto internazionale e dei diritti umani, nonché di temi centrali quali la transizione ecologica, economica e sociale, a dispetto di quella militare, anche a garanzia di una maggiore sicurezza dell'Unione, nel rispetto dello spirito dei padri fondatori e come solennemente sancito a più riprese negli stessi Trattati istitutivi e nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
b) ad intraprendere ogni azione volta al definanziamento, a qualsiasi titolo, della produzione di armamenti, evitando al contempo il sostegno militare all'Ucraina con almeno lo 0,25 per cento del PIL annuo, come da proposta avanzata dal Parlamento europeo;
2) in relazione alla crisi in Medio Oriente:
a) a profondere ogni sforzo a tutti i livelli, internazionale, europeo e bilaterale, al fine di giungere a un immediato «cessate il fuoco» permanente e duraturo e al rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, a garanzia dell'incolumità della popolazione civile e, intraprendendo altresì, a tal fine, ogni utile iniziativa volta a promuovere e sostenere, con urgenza, una conferenza di pace che accompagni un processo di negoziato sulla base delle legittime aspettative delle parti in conflitto, nel rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario, all'interno della cornice di principio «due popoli, due Stati»;
b) a sostenere e farsi promotore, a livello europeo con gli altri Stati membri, di opportune iniziative volte alla totale sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, nel rispetto della Posizione comune (2008/944/PESC) sulle esportazioni di armi e del Trattato sul commercio di armi (ATT) dell'Onu, come richiesto dalla risoluzione approvata il 5 aprile dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, nonché dell'acquisto di armamenti dal medesimo Stato di Israele;
c) alla luce della catastrofe umanitaria in corso ad adoperarsi con urgenza a tutti i livelli, internazionale, europeo e bilaterale, per assicurare nella Striscia di Gaza la fornitura senza ostacoli di massicci aiuti umanitari via mare, terra ed aria, l'ingresso di personale sanitario e umanitario, a tal fine garantendo l'apertura permanente di adeguati corridoi umanitari, inclusi quelli marittimi e, al contempo, permettendo l'evacuazione dei civili più vulnerabili, tra cui i feriti in gravi condizioni, bambini e anziani;
d) ad intraprendere opportune iniziative volte a garantire la sicurezza dei militari italiani impegnati nella operazione di peace-keeping Unifil anche alla luce dei recenti ed inaccettabili attacchi israeliani contro il contingente Onu;
e) a fronte del raggiungimento di un accordo per il cessate il fuoco in Libano, a profondere tutto il proprio impegno a favore della stabilizzazione del confine tra Israele e Libano affinché la tregua sia strumento di garanzia per l'incolumità della popolazione civile, primo passo verso la pace;
f) a promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina nei confini del 1967, secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite e ad adottare altresì, nelle competenti sedi europee, le iniziative necessarie volte a conseguire una posizione comune, in seno alle istituzioni dell'Unione europea, finalizzata al riconoscimento da parte dell'Unione dello Stato di Palestina, dando seguito alle intenzioni manifestate in occasioni di precedenti Consigli europei già dal 1999;
g) ad assicurare, nel rispetto dei princìpi di diritto internazionale, la piena collaborazione con la Corte penale internazionale, dando esecuzione agli obblighi di cooperazione e assistenza giudiziaria derivanti dall'emissione dei mandati di arresto nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell'ex Ministro della difesa Yoav Gallant e di Mohammed Deif, capo delle Brigate al-Qassam, per crimini di guerra contro l'umanità;
h) a farsi altresì promotore in sede europea della richiesta di adozione di sanzioni dirette nei confronti del Governo israeliano di Netanyahu, nonché di sanzioni commerciali ed economiche nei confronti di Israele, anche tramite la sospensione dell'Accordo di associazione Unione europea-Israele, considerato il mancato rispetto reiterato dell'articolo 2 che regola le relazioni tra le parti fondandole sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici;
i) ad intraprendere le opportune iniziative presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite volte a promuovere la costituzione di una missione internazionale di interposizione nella Striscia di Gaza, anche con il coinvolgimento diretto dei Paesi arabi, al fine di ricostruire l'area e fornire assistenza umanitaria alla popolazione locale;
l) a farsi promotore in sede europea della previsione di sanzioni mirate contro i coloni israeliani estremisti in Cisgiordania, comprese le organizzazioni e le società ad essi connesse direttamente ed indirettamente, in forza dell'ostacolo che rappresentano nell'ambito di un auspicabile processo di pace, nonché considerata la decisione della Corte internazionale di giustizia del 19 luglio 2024 e le risoluzioni approvate dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 settembre 2024 e il 4 dicembre 2024;
m) a sostenere e farsi promotore di azioni dirette con gli altri Stati membri dell'Unione europea, affinché si proceda, a livello unionale, con l'immediato richiamo degli ambasciatori presenti nello Stato di Israele, in segno di ferma condanna e protesta contro gli incessanti crimini di guerra del governo israeliano;
n) a monitorare con attenzione la situazione in Siria, in continua evoluzione, sostenendo, anche in coordinamento con gli altri Stati membri dell'Unione europea, le iniziative – tra cui quelle di assistenza umanitaria – volte alla salvaguardia dell'unità nazionale e alla ricostruzione di uno Stato siriano che protegga tutte le minoranze, come tassello fondamentale di ogni processo di transizione inteso a conseguire la pace, garantendo la sicurezza, la volontarietà, e la dignità dei rimpatri in applicazione delle linee guida dell'Unhcr, astenendosi dall'orientare le politiche nazionali dei singoli Stati membri verso la privazione di determinate categorie di siriani del loro status di protezione, nonché a revocare le decisioni di sospendere le domande di asilo dei siriani e respingere ogni proposta di rimpatrio o di restrizione al ricongiungimento familiare qualora abbiano già applicato tali politiche, continuando a considerare le circostanze individuali di ciascun richiedente asilo caso per caso;
3) in merito alla crisi ucraina:
a) a imprimere una concreta svolta per profondere il massimo ed efficace sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Stati membri, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche in territorio ucraino e l'avvio, con iniziative multilaterali o bilaterali, di negoziati utili a una de-escalation militare, per il raggiungimento di una soluzione politica, giusta, equilibrata, duratura, adoperandosi da subito per una Conferenza di pace da tenersi sotto l'egida delle Nazioni Unite, portando il nostro Paese finalmente a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale;
b) a non dare seguito all'invito, contenuto al paragrafo 19 della risoluzione del Parlamento europeo del 28 novembre 2024, di revocare le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali forniti all'ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo;
c) a farsi promotore di azioni di moral suasion nei confronti degli altri Stati membri dell'Unione affinché non raccolgano l'invito di cui al paragrafo 19 della suddetta risoluzione del Parlamento europeo circa l'uso da parte dell'ucraina delle armi fornite dai Paesi occidentali in territorio russo, al fine di scongiurare la preoccupante deriva bellicista delineatasi nell'agenda europea e di cui le risoluzioni del 19 settembre e del 28 novembre 2024 rappresentano una conferma;
d) in analogia con quanto già avviene a livello degli altri Stati membri dell'Unione, a comunicare a ciascuna Camera, nelle rispettive Assemblee, in merito alle autorizzazioni di invio di armamenti, anche con riferimento al loro potenziale offensivo, procedendo alla declassificazione degli allegati contenenti la lista di armamenti inviati ed eventualmente da inviare e l'eventuale autorizzazione al loro utilizzo in territorio russo;
e) a sostenere il costante invio di aiuti umanitari per la popolazione ucraina, nonché il rafforzamento delle misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui donne, anziani e disabili;
4) in tema di migrazione e frontiere esterne:
a) nella prospettata visione nazionalistica della gestione del tema migratorio che dopo la presidenza ungherese sembra sarà confermata da quella polacca, a sostenere una gestione più stabile e solidale dei flussi migratori europei che eviti di penalizzare, a causa del mancato superamento del principio del Paese di primo approdo, gli Stati membri con frontiere marittime, che devono essere considerate frontiere europee, in modo da prevenire situazioni di estrema criticità, infrastrutturale, sociale e umanitaria soprattutto per le isole di frontiera, come Lampedusa, proponendo meccanismi automatici più efficaci e stringenti ai fini del rispetto da parte degli Stati membri degli obblighi di ricollocamento dei migranti, a tal fine anche individuando specifiche sanzioni, al di là delle sanzioni già previste dal diritto europeo per la mancata applicazione della legislazione europea;
b) a confermare, consolidare, sostenere ed estendere il modello dei corridoi umanitari, quale strategia primaria dell'azione di gestione dei flussi migratori da parte dell'Unione europea, nonché a rafforzare la cooperazione dell'Unione con gli organismi internazionali – quali le Nazioni Unite, in particolare con l'UNHCR e con l'OIM, per la realizzazione condivisa dei suddetti corridoi sicuri per l'arrivo in territorio europeo così da intercettare, anche in via preventiva, i grandi flussi migratori, soprattutto quelli legati alle guerre dei paesi del Medio Oriente e dell'Africa Subsahariana, e garantire altresì l'assistenza umanitaria necessaria, il rispetto dei diritti umani dei migranti nonché promuovere canali di ingresso legali nell'Unione europea attraverso una progressiva programmazione di flussi di lavoratori a livello europeo, anche quali misure idonee a ridurre e contrastare il traffico di esseri umani;
5) in relazione all'impegno globale dell'Unione europea e alla capacità di resilienza, preparazione, prevenzione e risposta alle crisi future da parte dell'Unione:
a) a farsi promotore di un approccio multirischio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, tale da rafforzare la risposta dell'Unione europea alle crisi, mettendo gradualmente in atto cambiamenti politici e istituzionali volti a rafforzare la sua capacità di risposta e di far fronte a crisi future, anche attraverso il ricorso all'istituzione di meccanismi di cooperazione e solidarietà transfrontalieri per gestire efficacemente le crisi e proteggere i cittadini, attraversando le transizioni in modo sostenibile, equo e democratico;
b) a farsi promotore, in sede unionale, delle opportune iniziative, anche normative, volte all'istituzione di un Fondo europeo per il sostegno al settore dell'automotive e per la competitività dell'industria europea – con un modello di finanziamento basato sull'emissione di debito comune da parte dell'Unione, ispirato al fondo SURE – in luogo della creazione di un fondo da 500 miliardi di euro destinato alla difesa e al riarmo militare con conseguente escalation sul fronte bellico, quale misura strategica e temporanea finalizzata a salvaguardare l'industria automobilistica europea e i relativi livelli occupazionali, in un contesto sempre più competitivo, a tutela del modello economico-sociale dell'Unione europea nonché a garanzia della competitività europea e la transizione tecnologica e digitale, in un'ottica di sviluppo sostenibile.
(6-00143) «Francesco Silvestri, Scutellà, Riccardo Ricciardi, Pellegrini, Caramiello, Alfonso Colucci, D'Orso, Torto, Fenu, Caso, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Scerra, Bruno».
La Camera
impegna il Governo:
1) in relazione alla crisi in Medio Oriente:
a) alla luce della catastrofe umanitaria in corso ad adoperarsi con urgenza a tutti i livelli, internazionale, europeo e bilaterale, per assicurare nella Striscia di Gaza la fornitura senza ostacoli di massicci aiuti umanitari via mare, terra ed aria, l'ingresso di personale sanitario e umanitario, a tal fine garantendo l'apertura permanente di adeguati corridoi umanitari, inclusi quelli marittimi e, al contempo, permettendo l'evacuazione dei civili più vulnerabili, tra cui i feriti in gravi condizioni, bambini e anziani;
b) a fronte del raggiungimento di un accordo per il cessate il fuoco in Libano, a profondere tutto il proprio impegno a favore della stabilizzazione del confine tra Israele e Libano affinché la tregua sia strumento di garanzia per l'incolumità della popolazione civile, primo passo verso la pace;
c) ad intraprendere le opportune iniziative presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite volte a promuovere la costituzione di una missione internazionale di interposizione nella Striscia di Gaza, anche con il coinvolgimento diretto dei Paesi arabi, al fine di ricostruire l'area e fornire assistenza umanitaria alla popolazione locale;
2) in merito alla crisi ucraina:
a) a non dare seguito all'invito, contenuto al paragrafo 19 della risoluzione del Parlamento europeo del 28 novembre 2024, di revocare le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali forniti all'ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo;
b) a sostenere il costante invio di aiuti umanitari per la popolazione ucraina, nonché il rafforzamento delle misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui donne, anziani e disabili;
3) in tema di migrazione e frontiere esterne:
a) a confermare, consolidare, sostenere ed estendere il modello dei corridoi umanitari, come una delle strategie dell'azione di gestione dei flussi migratori da parte dell'Unione europea, nonché a rafforzare la cooperazione dell'Unione con gli organismi internazionali – quali le Nazioni Unite, in particolare con l'UNHCR e con l'OIM, per la realizzazione condivisa dei suddetti corridoi sicuri per l'arrivo in territorio europeo così da intercettare, anche in via preventiva, i grandi flussi migratori, soprattutto quelli legati alle guerre dei paesi del Medio Oriente e dell'Africa Subsahariana, e garantire altresì l'assistenza umanitaria necessaria, il rispetto dei diritti umani dei migranti nonché promuovere canali di ingresso legali nell'Unione europea attraverso una progressiva programmazione di flussi di lavoratori a livello europeo, anche quali misure idonee a ridurre e contrastare il traffico di esseri umani.
(6-00143)(Testo modificato nel corso della seduta) «Francesco Silvestri, Scutellà, Riccardo Ricciardi, Pellegrini, Caramiello, Alfonso Colucci, D'Orso, Torto, Fenu, Caso, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Scerra, Bruno».
La Camera,
premesso che:
1) il prossimo Consiglio europeo del 19 dicembre 2024 sarà occasione per discutere delle drammatiche evoluzioni della situazione in Medio Oriente, del prosieguo del conflitto in Ucraina, della relazione sul «rafforzamento della preparazione e della prontezza civile e militare dell'Europa», del ruolo dell'Unione europea nel mondo e delle sue politiche sulla migrazione;
2) dopo 14 anni di conflitto, la fine del regime di Assad apre una possibilità affinché il popolo siriano, in tutti i suoi diversi gruppi e componenti, possa scrivere un nuovo capitolo della storia del futuro della Siria, fondandolo sul dialogo e sul rifiuto della violenza, garantendo i diritti di tutti i suoi cittadini e nel rispetto delle norme internazionali;
3) la caduta del regime di Assad non implica l'apertura scontata del percorso democratico e plurale che sarebbe necessario. Serve uno sforzo di analisi, di attenzione e di pressione diplomatica che tenga conto della complessità della situazione, della pluralità degli attori in campo e degli interessi strategici delle altre potenze regionali;
4) Hayat Tahrir al-Sham (Hts), l'organizzazione armata che ha guidato la caduta del regime di Bashar al-Assad, è stata fondata con il nome di Jabhat al-Nusra, che nel 2011 era affiliata diretta di Al Qaeda ed è considerata dalle Nazioni Unite come un'organizzazione terrorista;
5) è necessario adottare misure immediate per fermare gli attacchi militari turchi che, sfruttando questa situazione di instabilità, stanno colpendo le regioni nord orientali. L'esercito turco ha lanciato un attacco contro la città multietnica di Manbij, a cui si aggiungono numerosi attacchi aerei verso altre città del Nord-Est della Siria, la mobilitazione delle milizie jihadiste per procura e numerosi casi di civili curdi che continuano a subire rapimenti, torture e sparizioni forzate per mano delle milizie turche;
6) va condannata con fermezza la decisione del Governo israeliano di muovere il proprio esercito dalle postazioni nel Golan per entrare nella zona cuscinetto demilitarizzata superando la «linea Alfa» definita dalle Nazioni Unite e violando così l'accordo del 1974. Bene ha fatto il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che, con un appello, ha espresso preoccupazione per le «recenti ed estese violazioni della sovranità e dell'integrità territoriale della Siria» ed ha invitato Israele a ritirare le truppe e «ad astenersi da qualsiasi azione che possa minare il cessate il fuoco e la stabilità delle alture del Golan»;
7) è fondamentale definire un nuovo approccio inclusivo e globale per risolvere la crisi siriana, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede di ripristinare la sovranità, l'unità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria e soddisfare le legittime aspirazioni del popolo siriano;
8) l'Amministrazione Autonoma Democratica della Siria settentrionale e orientale (Daanes) svolge un ruolo fondamentale ed è decisivo raccogliere, sostenere e implementare il suo appello alla comunità internazionale per preservare la pace e l'unità del territorio siriano, per creare le condizioni per un dialogo costruttivo che porti il Paese alla sicurezza e per il lancio urgente di un'iniziativa volta a un cessate il fuoco globale in tutti i territori siriani sotto l'egida delle Nazioni Unite;
9) occorre mettere in campo ogni sforzo volto a garantire la fornitura di assistenza umanitaria alla popolazione ed una risposta rapida alle necessità materiali degli sfollati;
10) è estremamente preoccupante la decisione presa da diversi Paesi europei, tra cui il Governo italiano, di sospendere l'esame delle richieste d'asilo dei cittadini siriani. Tale scelta è ingiustificata e destinata ad aggravare incertezza e vulnerabilità dei richiedenti asilo. È indispensabile che anche i cittadini siriani continuino a godere degli stessi diritti di tutti gli altri richiedenti asilo, anche in termini di condizioni di accoglienza. Nessun richiedente asilo dovrebbe essere rimpatriato con la forza e che ciò violerebbe l'obbligo di non respingimento degli Stati;
11) in Medio Oriente continuiamo ad assistere ad una continua escalation, di violenze con conseguenze tragiche per le popolazioni civili e una crescente instabilità regionale, con il rischio sempre più alto di un allargamento del conflitto;
12) bisogna porre fine alla catastrofe umanitaria a Gaza, aggravata drammaticamente dai bombardamenti e delle operazioni militari in corso, attraverso un cessate il fuoco immediato per proteggere le vite dei civili, facilitare l'arrivo di aiuti umanitari nelle aree colpite, nel rigoroso rispetto del diritto internazionale umanitario, e ottenere la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani;
13) la Corte Penale Internazionale (ICC) ha emesso mandati di arresto contro figure chiave del Governo israeliano, incluso il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e l'ex Ministro della Difesa Yoav Gallant, per crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi a partire dall'8 ottobre 2023, oltre che per tre alti esponenti di Hamas di cui due uccisi delle forze armate israeliane. Tutti gli Stati membri dell'Unione europea hanno sottoscritto e ratificato la Convenzione di Roma e che sono pertanto obbligati dal diritto internazionale ad implementare i mandati di arresto;
14) è necessario difendere in ogni modo la legittimità, l'autorevolezza e l'operatività della Corte Penale Internazionale. È infatti estremamente pericolosa ogni forma di delegittimazione politica della ICC, di sottovalutazione del suo operato o peggio di intento sanzionatorio. In questo senso sono inaccettabili le norme assunte dal Congresso degli Stati Uniti e quelle in discussione alla Knesset. Tali azioni non colpirebbero soltanto la Corte, ostacolandone i procedimenti in corso, ma rappresenterebbero una minaccia verso l'intera architettura del diritto internazionale;
15) il recente rapporto Amnesty International dal titolo «Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza» documenta la situazione nella striscia di Gaza, descrivendola come una devastazione senza precedenti e prefigurando un possibile genocidio. Amnesty ha inoltre evidenziato come l'uso sistematico di retorica disumanizzante e razzista da parte di autorità israeliane abbia contribuito a normalizzare violenze su larga scala e crimini contro l'umanità;
16) i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, la privazione di elettricità, cibo, acqua e carburante e gli ordini di evacuazione impartiti ai palestinesi sono da considerarsi come attacchi indiscriminati, punizioni collettive e trasferimenti forzati di popolazione che equivalgono a crimini di guerra secondo il diritto internazionale;
17) l'accordo di associazione tra l'Unione europea e Israele è basato sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, come stabilito dal suo articolo 2. Quanto sta accadendo mette in discussione la compatibilità di tali azioni con gli impegni assunti da Israele nei confronti della comunità internazionale e dei partner europei;
18) è necessario il pieno rispetto da parte degli Stati membri della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell'8 dicembre 2008, che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari e che, pertanto, dovrebbe tradursi nell'interruzione di qualsiasi fornitura di armamenti e tecnologia utilizzabile a fini bellici verso Israele, anche rimettendo in discussione i contratti in essere;
19) è ormai inevitabile, di fronte al perpetrarsi di tali violazioni e al rifiuto di attuare il cessate il fuoco e di rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite, applicare misure sanzionatorie nei confronti di Israele;
20) l'Unione europea, compresa l'Italia, ha la responsabilità di adottare politiche coerenti con il rispetto dei diritti umani, abbandonando il doppio standard nel trattamento dei conflitti globali;
21) l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) svolge un lavoro umanitario essenziale nei territori palestinesi, fornendo assistenza a milioni di rifugiati palestinesi attraverso programmi di istruzione, sanità e sostegno economico. La presenza dell'Unrwa è cruciale per alleviare le sofferenze della popolazione palestinese, soprattutto in un contesto di crescente crisi umanitaria. La decisione della Knesset di bandire Unrwa dalle aree sotto il controllo israeliano è un atto gravissimo che ostacola l'azione umanitaria e viola il mandato delle Nazioni Unite;
22) è opportuno applicare, come già avvenuto il 4 marzo 2022 per la popolazione ucraina, anche alla popolazione palestinese, libanese e siriana la Direttiva 2001/55/CE del Consiglio che prevede la protezione temporanea delle popolazioni in fuga dalle guerre;
23) il recente cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah ha posto fine a settimane di escalation lungo il confine israelo-libanese, evitando per il momento una guerra su vasta scala, ma lasciando la regione in una situazione di instabilità potenziale;
24) la missione Unifil, di cui l'Italia è un contributore fondamentale, svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio del cessate il fuoco, nella riduzione delle tensioni e nel supporto alle Forze armate libanesi;
25) le violazioni del cessate il fuoco, sia da parte israeliana che da parte di Hezbollah, rappresentano una minaccia costante per la stabilità regionale e per la sicurezza delle popolazioni civili;
26) il rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che stabilisce il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah e il disarmo delle milizie, rimane una priorità fondamentale;
27) il protrarsi del conflitto in Ucraina sta aumentando il carico di morte, distruzione e sofferenza per le popolazioni civili, ma anche di insicurezza e instabilità globale, nell'assenza di concrete iniziative diplomatiche;
28) il numero di disertori che si rifiutano di combattere la guerra sia nell'esercito ucraino che in quello russo è in costante aumento ed è necessario fornire la massima tutela a chiunque decida di sottrarsi alla partecipazione al conflitto;
29) la fornitura di equipaggiamento militare all'Ucraina era stata considerata come uno strumento volto a determinare migliori condizioni negoziali: è grave la mancanza di iniziativa, di partecipazione e collaborazione dell'Unione a qualsiasi percorso negoziale e dell'assenza di sforzi volti ad individuare condizioni concrete e realistiche in cui tale negoziato possa aver luogo;
30) l'Unione Europea deve assumere l'onere di una grande iniziativa diplomatica convocando una conferenza multilaterale per la pace e la sicurezza. Infatti l'articolo 21 del Trattato sull'Unione Europea definisce il compito di promuovere «soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell'ambito delle Nazioni Unite», indicando anche l'obiettivo di «preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, nonché ai principi dell'Atto finale di Helsinki»;
31) è allarmante l'eliminazione o la riduzione delle restrizioni sull'uso delle armi donate dai Paesi dell'Unione europea al Governo ucraino, volte a consentire all'Ucraina di utilizzarle per condurre azioni militari sul territorio russo con il rischio di escalation del conflitto che potrebbe derivare dall'uso di armi e missili statunitensi, britannici ed europei per attaccare obiettivi in Russia, che potrebbe portare a un confronto diretto tra l'Unione europea, la Nato e la Russia;
32) l'Unione europea deve costruire e rafforzare la propria autonomia strategica e questa è determinata innanzitutto dalla capacità di una propria e autonoma iniziativa politica nelle relazioni internazionali, ma anche dalla costruzione di un sistema di difesa europeo. A tal proposito, la decisione di diversi Stati membri di aumentare la spesa militare al 2 per cento del PIL nel quadro di un impegno Nato oltre ad alimentare una ulteriore e pericolosa corsa agli armamenti, muove in una direzione opposta all'autonomia strategica dell'Unione e ad un sistema di difesa comune che al contrario, dovrebbe comportare una razionalizzazione e riduzione della spesa militare complessiva;
33) sono pericolose ed immorali le dichiarazioni del Segretario generale della Nato Rutte del 12 dicembre 2024 in cui prospetta un aumento della spesa militare fino al 4 per cento del PIL prefigurando uno scenario di guerra e ritenendo esplicitamente necessario a tal fine un sacrificio della spesa di pensioni, sanità e sicurezza sociale;
34) la relazione «rafforzare la preparazione e la prontezza civile e militare dell'Europa» redatta dall'ex Presidente finlandese Sauli Niinistö delinea un approccio, una prospettiva ed una visione pericolosa, proiettando di fatto i cittadini europei verso uno scenario di guerra. In questo senso suonano allarmanti le ripetute raccomandazioni per il rafforzamento della cooperazione con la Nato, il potenziamento delle capacità militari, il rafforzamento della cooperazione civile-militare a doppio uso;
35) la sicurezza e la preparazione dell'Europa non sono connesse al rafforzamento della capacità militare ed all'assunzione di una postura bellicistica, quanto piuttosto dalla ridefinizione del proprio ruolo internazionale come soggetto di pace e di mediazione protagonista della rinascita di una politica multilaterale e plurale;
36) è positiva la richiesta di aumento significativo degli investimenti – 800 miliardi di euro – indicata nel rapporto sul futuro della competitività di Draghi. È tuttavia profondamente sbagliato, oltre che controproducente per la sicurezza globale, dedicare larga parte di questi investimenti a difesa e sicurezza, prefigurando così una spesa militare su livelli da economia di guerra;
37) va ribadito e confermato il Green Deal europeo, che fissa l'obiettivo di rendere l'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e l'obiettivo intermedio di ridurre almeno del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990 le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030;
38) l'Accordo di associazione tra l'Unione europea e il Mercosur, i cui negoziati si sono conclusi il 6 dicembre 2024, solleva profonde e legittime preoccupazioni tra gli agricoltori, i sindacati, le organizzazioni della società civile e i cittadini europei. L'accordo UE-Mercosur infatti incentiva la riduzione e la semplificazione dei controlli all'importazione e concede la possibilità di importare centinaia di migliaia di prodotti, in particolare agricoli e alimentari, nell'Unione europea senza adeguati standard sociali, ambientali e sanitari. Tale accordo comporterà anche un aumento delle emissioni di gas serra derivanti dall'agricoltura, il cambiamento di destinazione d'uso dei terreni, l'aumento del trasporto internazionale di merci, un'ulteriore deforestazione, contribuendo all'erosione della biodiversità e all'esaurimento delle risorse. Va sottolineata, inoltre, la persistente mancanza di trasparenza e il deficit di democrazia nei negoziati dell'accordo UE-Mercosur condotti dalla Commissione. La definizione di accordi commerciali internazionali deve tener conto dei rispettivi modelli di produzione, garantendo reciprocità ed equilibrio;
39) appare evidente che l'accordo UE-Mercosur sveli la strumentalità delle posizioni dirette a correlare la maggior attenzione a tutela del reddito degli agricoltori allo stop delle normative del Green Deal, al fine di sospendere o indebolire gli obiettivi che mirano a tutelare la salute, il clima e l'ambiente previsti nella strategia europea Farm to fork;
40) nel patto europeo sulla migrazione e l'asilo manca qualsiasi forma di effettiva solidarietà e responsabilità europea nella gestione dei percorsi migratori e la prevalenza di misure concentrate sulla riduzione dell'arrivo dei migranti in Europa e sulla facilitazione dei rimpatri nei loro paesi d'origine;
41) qualsiasi accordo con i Paesi di origine e di transito di migranti deve garantire la piena protezione delle vite umane, della dignità e dei diritti umani. Queste garanzie minime, però, non sono effettivamente rispettate e i migranti e i rifugiati devono affrontare condizioni disumane di trasferimento e detenzione. Vanno condannati gli abusi e le violazioni sistematiche dei diritti umani che colpiscono un gran numero di migranti e richiedenti asilo;
42) l'esistenza di vie di accesso sicure e legali all'Unione europea è l'unica alternativa alla migrazione irregolare e la mancanza di tali opportunità, anche per i richiedenti asilo e i rifugiati, è deplorevole. Un approccio basato su misure emergenziali per rafforzare il controllo delle frontiere e ridurre gli arrivi di migranti in Europa ha portato a una drastica riduzione delle opportunità di migrazione legale, spingendo i migranti verso rotte più pericolose;
43) i naufragi e le morti di migranti nel Mar Mediterraneo sono una tragedia epocale alla quale abbiamo la responsabilità di porre fine; il salvataggio in mare è un obbligo legale ai sensi del diritto internazionale, in particolare ai sensi dell'articolo 98 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, che richiede l'assistenza a qualsiasi persona in pericolo; è necessaria una risposta permanente, solida ed efficace dell'Unione nelle operazioni di ricerca e salvataggio in mare, anche attraverso una missione dedicata dell'Unione europea al fine di prevenire ulteriori perdite di vite umane tra i migranti che tentano di attraversare il Mar Mediterraneo;
44) il rimpatrio dei migranti può avvenire solo in condizioni di sicurezza, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei migranti interessati e solo se il Paese in cui i migranti stanno per essere rimpatriati è considerato sicuro,
impegna il Governo:
1) a chiedere al Consiglio europeo impegni stringenti per garantire un nuovo approccio inclusivo e globale per risolvere la crisi siriana, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite al fine di ripristinare la sovranità, l'unità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria;
2) a utilizzare ogni leva diplomatica a disposizione per mettere fine agli attacchi da parte della Turchia e di Israele sul territorio siriano;
3) a garantire il massimo impegno per una piena e tempestiva assistenza umanitaria alle popolazioni coinvolte nella crisi siriana;
4) a rimuovere la sospensione dell'esame delle richieste d'asilo dei cittadini siriani e assicurare continuità e adeguatezza nelle politiche di accoglienza;
5) a richiedere con fermezza, durante il Consiglio europeo, l'immediata adozione di una posizione comune che imponga un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, al fine di evitare ulteriori perdite di vite umane, permettere l'accesso degli aiuti umanitari alle popolazioni civili colpite e promuovere iniziative diplomatiche e politiche per favorire negoziati credibili basati sul diritto internazionale;
6) a sostenere le indagini della Corte penale internazionale, collaborando attivamente con il Tribunale per l'esecuzione dei mandati di arresto emessi e promuovere una iniziativa dell'Unione europea per tutelare l'agibilità della Cpi e di chi vi opera;
7) a richiedere, in occasione del prossimo Consiglio europeo, la sospensione dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e Israele, come conseguenza delle ripetute violazioni dei diritti umani;
8) a sostenere l'autodeterminazione del popolo palestinese e riconoscere lo Stato di Palestina, quale azione di politica estera che imprima una svolta positiva al necessario negoziato tra le parti;
9) a proporre e sostenere la necessità di un'interruzione di qualsiasi fornitura di armamenti e tecnologia utilizzabile a fini bellici anche derivante da contratti antecedenti al 7 ottobre del 2023 nel rispetto della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio, dell'8 dicembre 2008;
10) a chiedere l'applicazione della direttiva 2001/55 CE del Consiglio sulla protezione temporanea per la popolazione palestinese, libanese e siriana;
11) a garantire il rispetto della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1701 del 2006, premendo su tutte le parti per il rispetto del cessate il fuoco ed assicurando che l'Italia e la UE svolgano un ruolo attivo nel dialogo regionale per ridurre le tensioni tra Israele. Hezbollah e altri attori, continuano a sostenere la missione Unifil con personale, risorse e capacità logistiche, promuovendo un rafforzamento del suo mandato per migliorare l'efficacia del monitoraggio e prevenire nuove escalation;
12) a chiedere che l'Unione assuma un protagonismo diplomatico per la fine della guerra in Ucraina e avvii una forte iniziativa per il cessate il fuoco e l'avvio di un processo di pace in un contesto multilaterale;
13) a sospendere la fornitura nazionale di equipaggiamento militare all'Ucraina e sollevare in Consiglio europeo la necessità di interrompere anche ricorso all'European peace facility a questo fine;
14) a opporsi ad ogni ipotesi di rimozione delle restrizioni sull'uso delle armi donate dai Paesi dell'Unione europea al Governo ucraino;
15) a prendere formalmente le distanze dalle dichiarazioni del Segretario generale della Nato del 12 dicembre 2024, escludendo che l'agenda strategica europea per la competitività porti ad un cospicuo aumento della spesa sulla difesa;
16) a ribadire in sede di Consiglio europeo la necessità di adottare tutte le misure essenziali per accelerare la capacità di produzione di energia rinnovabile in modo da raggiungere il target dell'80 per cento di elettricità da rinnovabili al 2030, favorendo lo sviluppo delle comunità energetiche e l'autoconsumo e per aumentare il risparmio energetico e le misure di efficienza energetica da parte degli Stati membri e, quindi, a sostenere le direttive europee approvate dal Parlamento europeo in attuazione del pacchetto Fit for 55, volte a rivedere la normativa unionale in materia di riduzione delle emissioni climalternanti, a partire dalla direttiva Epbd;
17) ad esprimere un orientamento negativo sull'Accordo di associazione Mercosur ed opporsi alla sua approvazione e ratifica;
18) ad evitare ogni titubanza e rallentamento sul percorso del Green Deal verso la transizione ecologica, anche confermando e rafforzando gli obiettivi previsti nella strategia europea Farm to Fork a tutela della salute del clima e dell'ambiente;
19) ad adottare iniziative volte a revocare tutti gli accordi sulla gestione integrata delle frontiere con Paesi terzi che non forniscono garanzie sufficienti sul rispetto dei diritti umani e lavorare per la creazione di una missione UE di salvataggio nel Mediterraneo.
(6-00144) «Zanella, Bonelli, Fratoianni, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».
La Camera
impegna il Governo:
1) a chiedere al Consiglio europeo di garantire un nuovo approccio inclusivo e globale per risolvere la crisi siriana, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite al fine di ripristinare la sovranità, l'unità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria;
2) a garantire il massimo impegno per una piena e tempestiva assistenza umanitaria alle popolazioni coinvolte nella crisi siriana.
(6-00144)(Testo modificato nel corso della seduta) «Zanella, Bonelli, Fratoianni, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».
La Camera,
premesso che:
1) il prossimo Consiglio europeo del 19 dicembre 2024 si concentrerà su temi fondamentali per i prossimi 5 anni dell'Unione europea, che riguardano strettamente la stabilità geopolitica ed economica dell'Unione nel medio-lungo periodo;
2) all'ordine del giorno della riunione è prevista la trattazione degli ulteriori sviluppi della guerra di aggressione all'Ucraina da parte della Federazione Russa: la futura proiezione internazionale dell'Unione europea, che deve decidere come difendere i propri interessi e promuovere le proprie posizioni; l'escalation dei conflitti in Medio Oriente: i progressi nelle politiche migratorie a seguito delle conclusioni della precedente riunione del Consiglio Ue; la politica estera comune e il rafforzamento della preparazione e della prontezza dell'Europa nel settore civile e militare;
3) il precedente incontro dei vertici degli Stati Ue, tenutosi il 17-18 ottobre 2024 ha visto l'adozione di conclusioni condivisibili negli obiettivi, ma che necessitano di ulteriore implementazione;
4) riguardo al fronte ucraino, l'Italia, insieme all'Unione europea, ha condannato più volte l'aggressione russa e l'intensificazione degli attacchi contro i civili e le infrastrutture ucraine, confermando il sostegno politico, economico e militare da parte dei Paesi dell'Unione europea per quasi 124 miliardi di euro complessivi;
5) la riunione del Consiglio, alla quale è stato invitato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, è l'occasione adatta per ribadire la necessità di accompagnare gli aiuti militari all'Ucraina con un imprescindibile azione diplomatica rivolta a promuovere la de-escalation, anche attraverso la nomina di un inviato speciale per la pace in Ucraina, che operi unitariamente per conto dell'Unione europea a favore del raggiungimento di una pace giusta e duratura in Ucraina, basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e sui diritto internazionale;
6) la cessazione delle ostilità va preparata e accompagnata, così come l'Italia deve rendersi pronta nel fornire ogni supporto necessario nella ricostruzione dell'ucraina e nella sua stabilizzazione sul piano economico, sociale e infrastrutturale, prevedendo altresì misure di supporto anche sul piano energetico in vista dell'inverno rigido che il Paese affronterà nei prossimi mesi:
7) l'azione comune europea rimane auspicabile da intraprendere altresì sul fronte mediorientale, dove l'escalation dovuta all'attacco terroristico dello scorso 7 ottobre 2023 ha inasprito i conflitti nell'area;
8) il Consiglio, nelle conclusioni adottate il 17 ottobre 2024. ha condannato gli attacchi iraniani contro Israele avvenuti il 1° ottobre 2024, nonché le azioni gravemente destabilizzanti portate avanti dall'Iran in tutto il Medio Oriente attraverso gruppi terroristici e armati, tra cui gli Houthi, Hezbollah e Hamas, che rappresentano una seria minaccia per la stabilità della regione. Risulta necessario ribadire il diritto di Israele di difendersi e l'impegno dell'Unione europea a favore della sicurezza di Israele e della stabilità regionale;
9) la sicurezza di Israele non può prescindere dalla necessità di garantire che le popolazioni civili di tutti gli Stati coinvolti nel conflitto ricevano la necessaria protezione dai danni collaterali causati dalle azioni israeliane. Ogni parte impegnata nel conflitto ha il dovere di rispettare il diritto internazionale, anche in riferimento alla salvaguardia del contingente Unifil presente nel Libano in forza della risoluzione 1701/2006. della quale va richiesta la totale applicazione;
10) si ricorda che il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato la risoluzione 1701 dell'11 agosto 2006. che invitava alla completa cessazione delle ostilità (sia degli attacchi di Hezbollah che delle operazioni militari di Israele) e rafforzava il contingente Unifil affidandogli una azione «cuscinetto» nel Libano meridionale, da svolgere congiuntamente alle forze libanesi, per prevenire la ripresa delle ostilità. Sebbene le missioni di deterrenza dell'ONU – in parte – nel corso degli anni si siano dimostrate non all'altezza e poco efficaci, le azioni ostili intraprese dai diversi attori regionali verso le basi Unifil vanno condannate con chiarezza. Pertanto appare necessario che l'Unione europea si attivi diplomaticamente e unitamente per richiedere il rispetto del diritto internazionale umanitario e la tutela del contingente Unifil che vede impegnati anche degli italiani nel mantenimento della pace;
11) risulta ancora più necessario sollecitare, nell'ambito dell'Unione europea e delle Nazioni Unite, un'attività di mediazione tra Iran e Israele per la distensione dei rapporti bilaterali, al fine di scongiurare l'amplificazione del conflitto fino a giungere ad un possibile scontro diretto tra i due Paesi che finirebbe con l'espandersi ulteriormente ai Paesi vicini, e che va dunque evitato al fine di tutelare la sicurezza della regione, del bacino del Mediterraneo e dell'intero ordine globale;
12) i ripetuti attacchi e le contromisure adottate da tutti gli attori coinvolti nelle violenze in Medio Oriente rischiano di aumentare il numero di vittime civili e coinvolgere anche gli operatori di pace e le organizzazioni umanitarie impegnate nel mantenere le violenze limiti definiti dal diritto internazionale umanitario;
13) la quasi totalità della comunità internazionale ha chiesto la sollecita cessazione delle ostilità tra il Governo israeliano e l'auto-proclamato «asse della resistenza», in particolare sul fronte della striscia di Gaza. A marzo 2024 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all'unanimità, con l'astensione degli Stati Uniti, la risoluzione 2728 del 2024 con la quale si è chiesto alle parti in conflitto un cessate il fuoco immediato per il Ramadan che conducesse ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile, al rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie;
14) gli sforzi di mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti per la cessazione delle ostilità devono essere affiancati da quelli svolti in prima persona dall'Unione europea, che deve impegnarsi diplomaticamente nell'asserire che la cessazione delle ostilità e la fine della guerra dipendono necessariamente dall'impegno di tutte le parti in causa, dalla restituzione degli ostaggi alle loro famiglie, dalla garanzia della sicurezza e dell'integrità dello Stato di Israele, dalla pacifica creazione e riconoscimento di uno Stato palestinese guidato da un'Autorità Nazionale Palestinese in totale discontinuità con Hamas, nonché dal riconoscimento della prospettiva dei «due popoli, due Stati»;
15) continua a destare preoccupazione l'irrisolta questione degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, vittima tanto dei bombardamenti quanto dei terroristi di Hamas che utilizzano le strutture civili e le persone come scudi, con l'evidente scopo di acuire e continuare a diffondere la rabbia nella popolazione della striscia, alimentando il fuoco dell'odio e della guerra anche per gli anni a venire;
16) la popolazione civile di Gaza necessita soccorso, aiuti umanitari e un cessate il fuoco duraturo per evitare l'ulteriore perdita di vite e il perpetuarsi delle condizioni che i terroristi sfruttano per inculcare l'antisemitismo e l'antisionismo nella popolazione palestinese;
17) destano preoccupazione anche i recenti fatti avvenuti in Siria, dove una coalizione di gruppi ha rovesciato l'ex dittatore Basharal-Assad Ahmad al-Chareh conosciuto come Abu Mohammad al-Jolani capo della richiamata coalizione, ha incontrato l'inviato speciale dell'ONU per la Siria, Geir Pedersen, per discutere dei «cambiamenti avvenuti sulla scena politica, che rendono necessaria una revisione della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell'ONU. che stabilisce una tabella di marcia per un regolamento politico in Siria»;
18) le minoranze cristiane, profondamente radicate in Siria, hanno visto una drastica riduzione dei loro membri, sia per via dell'emigrazione che delle perdite umane e vivono queste ore tra il timore di continue persecuzioni e la speranza in una risoluzione pacifica del conflitto;
19) occorre monitorare attentamente la transizione politica in corso in Siria al fine di evitare che questa porti ulteriori disordini nel Paese, tenendo in considerazione anche le eventuali ripercussioni che passaggi di regime possono provocare;
20) nuove sfide globali richiedono la costituzione di un dispositivo di difesa efficiente, con la definizione di strategie chiare in ordine all'impegno di risorse finanziarie in rapporto al PIL per il finanziamento delle spese militari;
21) i conflitti appena richiamati ribadiscono il necessario proseguimento verso la realizzazione di una politica estera europea comune volta ad acquisire l'autonomia strategica per permettere all'Unione di affrontare le sfide globali e il nuovo contesto geopolitico: tale obiettivo richiede necessariamente la costituzione di un esercito unico europeo sia al fine di ovviare alle inutili duplicazioni nei processi produttivi sia per assicurare all'Europa un dispositivo militare che le assicuri un ruolo di rilievo e strategico nel nuovo contesto internazionale;
22) come preannunciato dal presidente Antonio Costa, vi è necessità di una discussione globale strategica sulla via da seguire per quanto riguarda l'impegno e le priorità europee a livello mondiale, anche in considerazione del panorama multipolare caratterizzato da tensioni geopolitiche, utilizzando mezzi e gli strumenti europei in modo più coerente, strategico ed efficace, al fine di difendere gli interessi dell'Unione e promuoverne le posizioni;
23) in quest'ottica, risulta necessario rafforzare il legame transatlantico – che è basato su valori condivisi e si riflette in una fitta rete di scambi economici – difendendo nel contempo gli interessi degli Stati UE e del mercato interno;
24) l'uscita del Regno Unito dall'unione richiede inoltre di affrontare la questione dello sviluppo di relazioni bilaterali reciprocamente vantaggiose con il nostro alleato d'oltremanica in particolare nel settore della sicurezza e della difesa, nel rispetto dei principi fondamentali su cui si fondano le relazioni tra l'Unione europea e il Regno Unito dopo la Brexit;
25) una politica esterna comune e univoca è un passaggio indispensabile del processo di federalizzazione europeo, cui dovrà fare seguito l'approntamento di una politica migratoria comune che riesca, da un lato, ad attenuare gli effetti negativi dell'andamento demografico sull'Unione europea e dall'altro, a garantire la sicurezza nella gestione dei flussi migratori e il rispetto dei diritti umani dei migranti che scappano dalla povertà, dalle persecuzioni e dalle guerre;
26) in materia di migrazione, durante l'ultimo Consiglio europeo del 17 ottobre 2024 gli Stati membri hanno chiesto l'intensificazione dei lavori relativi all'azione esterna, il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dell'Unione europea e una maggiore cooperazione con i paesi terzi di origine e i paesi di transito al fine di affrontare le cause profonde dell'immigrazione; tuttavia, oltre all'azione esterna dell'Unione europea, è necessario che vi sia una forte accelerazione sul piano politico finalizzato ad affievolire le notevoli differenze delle politiche migratorie dei diversi Stati membri, sia in riferimento alla prima accoglienza che alla successiva gestione del fenomeno, affinché si possa stabilire un sistema di gestione dei flussi migratori coordinata e condivisa tra tutti gli Stati membri, che metta al centro l'azione di salvataggio dei migranti in mare e non aggravi in modo preponderante i paesi di prima accoglienza;
27) gli scenari drammatici accaduti sulla scena internazionale come l'invasione russa in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente, hanno con ogni evidenza dimostrato le notevoli carenze e lacune nelle procedure istituzionali europee in materia di politica comune estera, le quali non consentono all'Unione europea di divenire un interlocutore stabile, forte e di spessore all'interno dello scenario internazionale: è necessaria un'incisiva riforma dei trattati istituzionali affinché si superi il diritto di veto in materia di politica estera, così da consentire alla stessa Unione europea di avere una singola «voce» nelle interlocuzioni internazionali ed essere in grado di portare avanti istanze unitarie e condivise tra tutti gli Stati membri, sulla base dei valori e principi comuni che devono guidare l'azione europea in ogni suo ambito;
28) oltre al necessario superamento del diritto di veto in politica estera. l'Unione europea è altresì chiamata alla costruzione di una difesa comune europea e allo stesso tempo alla formazione di efficace e strutturata azione politica e diplomatica dell'Unione: le recenti e preoccupanti escalation belliche e le incisive azioni soft-power o di strategie commerciali di Paesi come Russia, Cina, Iran, impone all'Unione europea un totale cambio di paradigma e una effettiva politica estera comune, rafforzando al contempo la struttura di supporto all'Alto Rappresentante;
29) l'Unione europea necessita di politiche industriali, comuni che rendano il mercato unico UE e i suoi attori competitivi. Il 9 settembre 2024 a Bruxelles si è tenuta la presentazione del rapporto sul futuro della competitività europea, commissionato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al già Presidente del Consiglio dei ministri italiano e Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi;
30) il rapporto evidenzia una serie di politiche comuni che l'Unione europea dovrebbe attuare nei prossimi cicli istituzionali per recuperare il gap di competitività dell'industria europea con i principali partner e competitor internazionali;
31) il rapporto sottolinea tra le altre cose la necessità di un intervento coordinato a livello europeo per preservare e rafforzare la competitività dell'industria automobilistica che in Ue impiega circa 14 milioni di lavoratori, contribuendo per il 7 per cento al PIL, con circa il 30 per cento della produzione globale di autoveicoli;
32) la costituzione di un campione europeo dell'automotive rappresenta una priorità ineludibile per l'Europa, sia per garantire la competitività di un settore storicamente di eccellenza, sia per tutelare milioni di posti di lavoro e di piccole e medie imprese dell'indotto che, grazie a tale comparto, da decenni generano crescita e assicurano prospettiva al Vecchio Continente;
33) il rapporto Draghi sottolinea l'importanza di adottare politiche industriali europee incisive, per un valore stimato attorno agli 800 miliardi di euro aggiuntivi annui (circa il 4.4-4.7 per cento del PIL dell'Unione europea nel 2023), per incentivare investimenti massicci in ricerca e sviluppo di tecnologie legate alla mobilità sostenibile e nella realizzazione di infrastrutture adeguate per supportare la transizione ecologica, oltre al potenziamento della catena di approvvigionamento delle materie prime critiche necessarie al comparto, sia in considerazione del progresso tecnologico, sia per il quadro geopolitico attuale, che impone una sempre più urgente realizzazione di un percorso volto a garantire all'Europa l'autonomia strategica;
34) il 30 ottobre 2024 è stato altresì pubblicato il report redatto da Sauli Niinistö, ex Presidente della Repubblica di Finlandia, su proposta della Presidente della Commissione europea. Ursula von der Leyen, riguardante il rafforzamento della preparazione e della prontezza dell'Europa per rispondere alle crisi sia nel settore civile che in quello militare: nello specifico, all'interno del report, si avanzano una serie di proposte per rendere l'Unione europea e gli Stati membri completamente preparati per scenari di crisi intersettoriali o multidimensionali più gravi, soffermandosi in larga parte sulla sicurezza informatica, sui rischi di catastrofe e sulla disinformazione, evidenziando la necessità di istituire un servizio di cooperazione di intelligence a pieno titolo a livello europeo che possa soddisfare le esigenze strategiche e operative dell'Unione;
35) durante il Consiglio europeo del 19 dicembre 2024, infatti, i leader saranno chiamati a discutere dell'impatto dell'evoluzione del panorama delle minacce e del crescente numero di catastrofi naturali dovute ai cambiamenti climatici, temi fondamentali per l'avvenire di una Unione europea stabile e sicura;
36) un tema di assoluta rilevanza, in particolare, sono le evidenti e profuse minacce legate alle disinformazioni da parte di Paesi ostili portatori di valori in forte antitesi con la democrazia e la libertà: si trattano di minacce a lungo termine destinate ad aumentare con le nuove tecnologie nella dimensione digitale e con l'intelligenza artificiale, tramite il proliferare di fake news e deep fake che sempre più spesso si propongono di interferire con le libertà democratiche, al fine di utilizzarle contro lo stesso metodo democratico;
37) appare emblematico, in tal senso, sono i recenti fatti avvenuti in Romania, dove la Corte costituzionale romena ha annullato o il risultato del primo turno delle elezioni parlamentari, tenutesi il 24 novembre 2024 stabilendo che tutto il processo elettorale – dovrà essere ripetuto, in quanto l'intelligence romena ha individuato «azioni russe, ibride e aggressive» avvenute durante la campagna elettorale, che avrebbero favorito il candidato filo-russo Calin Georgescu;
38) l'impiego di campagne di propaganda e disinformazione per influenzare l'opinione pubblica europea, non solo in ambito politico ma anche in chiave anti scientifica e climatica, richiede un impegno concreto da parte dell'Unione europea, nonché l'approntamento di strumenti adeguati a proteggere la vita democratica e lo spazio informativo, affinché vengano tutelati i processi democratici che sono alla base della libertà dei cittadini europei e della sovranità degli Stati membri;
39) le ingerenze estere rischiano di minare la coesione e il processo di integrazione europea, le quali dimostrano la crescente pericolosità delle minacce emergenti e ibride alla sicurezza nazionale ed europea: il Consiglio europeo, in risposta all'aumento delle minacce ibride rivolte all'Ue è chiamato ad adottare soluzioni comuni e condivise – tramite l'aggregazione di tutte le capacità informatiche e di sicurezza degli Stati membri – che possano prevenire e individuare le minacce e gli attacchi di natura ibrida all'interno di canali informativi, affinché si tuteli la libertà e i processi democratici dell'Unione europea;
40) urgente appare anche il tema delle catastrofi naturali legate al cambiamento climatico, oggetto di discussione nel prossimo Consiglio europeo: le immagini della drammatica alluvione avvenuta a Valencia il 29 ottobre 2024, che ha causato la morte di più di 220 persone hanno lasciato sgomento e profondo avvilimento, manifestano ancora una volta l'impellente bisogno che l'Unione europea si attivi, tramite misure comuni, in materia di investimenti e prevenzione contro il dissesto idrogeologico causato da alluvioni e da calamità naturali;
41) vi è l'assoluta necessità di interventi strutturali, di investimenti in prevenzione, di una nuova cultura dell'impiego del suolo, prediligendo la strada della prevenzione e superando la logica delle emergenze: l'Unione europea è chiamata a fare fronte comune e a predisporre un piano infrastrutturale che metta al centro l'obiettivo di promuovere risorse comuni per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, nonché disposizioni volte ad agevolare la realizzazione degli interventi stessi;
42) serve pertanto una azione – da elaborare sulla scorta dell'esperienza maturata col modello della struttura di Missione «Italia Sicura» – centralizzata e mirata da parte dell'Unione europea, volta a coordinare, predisporre, finanziare e aggregare le migliori conoscenze tecniche degli Stati membri in materia di dissesto idrologico, creando una task force – composta da esperti e da politici – che promuova un piano comune europeo finalizzato alla costruzione di opere decisive per prevenzione dai danni causati da catastrofi naturali: alla luce dei recenti eventi calamitosi avvenuti in Europa che stanno provocando vittime, devastazione e mettendo in serio repentaglio la tenuta delle imprese, serve da parte dell'Unione europea un'azione mirata, condivisa e rapida che possa fin da subito stilare le criticità idrologiche in tutti gli Stati membri, mettendo in campo risorse finanziarie comuni per la costruzione delle opere necessarie,
impegna il Governo:
1) a garantire all'Ucraina, anche attraverso la nomina di un inviato speciale per la pace, ogni supporto politico, economico, umanitario, diplomatico, al fine di ripristinare la stabilità e la sicurezza della regione e del continente, rafforzando il percorso di allargamento dell'Unione europea, confermando il supporto logistico e di approvvigionamenti all'esercito ucraino;
2) ad attivarsi tempestivamente nella programmazione degli aiuti – in particolare sul fronte energetico – e della ricostruzione post-bellica dell'Ucraina, con particolare riferimento alle infrastrutture strategiche, anche al fine di velocizzarne il raggiungimento dei criteri economici necessari all'integrazione del Paese all'interno della famiglia europea;
3) a promuovere attivamente una soluzione alla crisi umanitaria a Gaza, sostenendo la richiesta del Consiglio europeo per un cessate il fuoco immediato volto a favorire l'immediata restituzione degli ostaggi israeliani alle loro famiglie e a garantire l'incolumità della popolazione civile palestinese, appoggiando una risoluzione pacifica del conflitto in linea con quanto proposto dagli alleati statunitensi, nonché l'adozione del modello «due popoli, due Stati»;
4) a favorire lo sviluppo di un'Autorità Nazionale Palestinese indipendente, democratica, territorialmente continua, sovrana, che garantisca la condanna delle organizzazioni terroristiche, in particolare Hamas che va disciolta, disarmata e a cui va impedito in ogni modo di progettare e ripetere in futuro un attacco come quello del 7 ottobre 2024;
5) a promuovere il mantenimento del cessate il fuoco tra Israele e il Libano al fine di promuovere la stabilizzazione della regione e raggiungere un accordo di pace nel minore tempo possibile;
6) ad adottare iniziative concrete e coordinate volte a garantire la sicurezza e l'incolumità dei contingenti militari e civili dislocati in Libano nell'ambito dell'operazione di peace-keeping dell'Unifil nonché la protezione e il rispetto del contingente dei caschi blu da parte di tutti gli attori coinvolti nei conflitti in Medio Oriente;
7) a promuovere azioni di vigilanza sul cambio di regime in Siria, al fine di evitare disordini e violenze come quelli recentemente accaduti in Afghanistan, garantendo il costante monitoraggio della transizione di Governo per assicurarne la maggiore sicurezza e il rispetto dei diritti umani della popolazione civile;
8) a promuovere una politica estera e diplomatica comune nell'ambito dell'Unione europea, avviando altresì una nuova stagione di collaborazione bilaterale nell'ambito delle relazioni atlantiche e nei rapporti bilaterali con il Regno Unito;
9) ad avviare quanto prima il percorso di costituzione dell'esercito unico europeo, quale elemento indispensabile per la definizione di una strategia europea nello scenario globale, da accompagnare a una politica estera e diplomatica comune, prendendo posizione sull'impegno all'incremento del rapporto tra PIL e spese militari;
10) a promuovere una gestione comune delle frontiere esterne dell'Ue e una politica migratoria solidale e umana, adoperandosi per garantire la sicurezza interna dell'Europa attraverso una gestione efficace e coordinata dei flussi migratori, ma anche promuovendo ogni iniziativa necessaria ad assicurare la tutela dell'incolumità, il rispetto della dignità e delle aspettative di vita dei migranti, attuando un approccio globale alla migrazione, come concordato in occasione del Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio 2023;
11) a sollecitare l'avvio del processo di riforma dei trattati al fine di superare il diritto di veto in materia di politica estera, così da consentire all'Unione europea di affrontare in maniera unitaria e coordinata le sfide globali e il nuovo scenario internazionale;
12) a sostenere le iniziative volte a rafforzare la produttività e la resilienza economica dell'Unione europea completando il mercato unico e sviluppando una strategia per proteggere le industrie e le produzioni europee attraverso l'elaborazione di politiche agricole e industriali coerenti con gli obiettivi di competitività delineati nel cd. rapporto Draghi;
13) a impegnarsi nella costituzione di un campione europeo dell'automotive al fine di garantire la competitività di un settore storicamente di eccellenza e di tutelare milioni di posti di lavoro e di piccole e medie imprese dell'indotto;
14) a richiedere, in coerenza a quanto richiesto nel rapporto Niinistö il rafforzamento della preparazione e della prontezza dell'Europa per rispondere alle crisi sia nel settore civile che in quello militare, con particolare riguardo alle minacce ibride;
15) a richiedere l'istituzione di un servizio di cooperazione di intelligence unitario a livello unionale, al fine di salvaguardare la democrazia e lo spazio informativo europeo;
16) a promuovere l'istituzione di una struttura di Missione «Europa Sicura» – centralizzata, volta a coordinare predisporre, finanziare e aggregare le migliori conoscenze tecniche degli Stati membri in materia di dissesto idrologico e predisporre un piano coordinato di interventi di prevenzione e messa in sicurezza del territorio europeo.
(6-00145) «Faraone, Gadda, Del Barba, Bonifazi, Boschi, Giachetti, Gruppioni».
La Camera
impegna il Governo:
1) ad attivarsi tempestivamente nella programmazione degli aiuti – in particolare sul fronte energetico – e della ricostruzione post-bellica dell'Ucraina, con particolare riferimento alle infrastrutture strategiche, anche al fine di velocizzarne il raggiungimento dei criteri economici necessari all'integrazione del Paese all'interno della famiglia europea;
2) a promuovere attivamente una soluzione alla crisi umanitaria a Gaza, sostenendo la richiesta del Consiglio europeo per un cessate il fuoco immediato volto a favorire l'immediata restituzione degli ostaggi israeliani alle loro famiglie e a garantire l'incolumità della popolazione civile palestinese, appoggiando una risoluzione pacifica del conflitto in linea con quanto proposto dagli alleati statunitensi, nonché l'adozione del modello «due popoli, due Stati»;
3) a favorire lo sviluppo di un'Autorità Nazionale Palestinese indipendente, democratica, territorialmente continua, sovrana, che garantisca la condanna delle organizzazioni terroristiche, in particolare Hamas che va disciolta, disarmata e a cui va impedito in ogni modo di progettare e ripetere in futuro un attacco come quello del 7 ottobre 2024;
4) a promuovere il mantenimento del cessate il fuoco tra Israele e il Libano al fine di promuovere la stabilizzazione della regione e raggiungere un accordo di pace nel minore tempo possibile;
5) ad adottare iniziative concrete e coordinate volte a garantire la sicurezza e l'incolumità dei contingenti militari e civili dislocati in Libano nell'ambito dell'operazione di peace-keeping dell'Unifil nonché la protezione e il rispetto del contingente dei caschi blu da parte di tutti gli attori coinvolti nei conflitti in Medio Oriente;
6) a promuovere una politica estera e diplomatica comune nell'ambito dell'Unione europea, avviando altresì una nuova stagione di collaborazione bilaterale nell'ambito delle relazioni atlantiche e nei rapporti bilaterali con il Regno Unito;
7) a promuovere una gestione comune delle frontiere esterne dell'Ue e una politica migratoria solidale e umana, adoperandosi per garantire la sicurezza interna dell'Europa attraverso una gestione efficace e coordinata dei flussi migratori, ma anche promuovendo ogni iniziativa necessaria ad assicurare la tutela dell'incolumità, il rispetto della dignità e delle aspettative di vita dei migranti, attuando un approccio globale alla migrazione, come concordato in occasione del Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio 2023;
8) a sostenere le iniziative volte a rafforzare la produttività e la resilienza economica dell'Unione europea completando il mercato unico e sviluppando una strategia per proteggere le industrie e le produzioni europee attraverso l'elaborazione di politiche agricole e industriali coerenti con gli obiettivi di competitività delineati nel cd. rapporto Draghi.
(6-00145)(Testo modificato nel corso della seduta) «Faraone, Gadda, Del Barba, Bonifazi, Boschi, Giachetti, Gruppioni».
La Camera,
premesso che:
1) va considerata la relazione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2024, in particolare nella parte in cui la Presidente afferma che «dovremo essere pronti a verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune»;
2) va considerata la odierna relazione della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2024, nella quale la Presidente considera «vitale progredire rapidamente sulla strada dell'autonomia strategica aperta e cercare soluzioni innovative per garantire fondi adeguati agli investimenti necessari, ad esempio, avviando un dialogo concreto sulla possibilità di emettere obbligazioni europee per investimenti nella difesa»;
3) va chiarito che il debito comune europeo rappresenta comunque un debito garantito pro quota dagli Stati membri,
impegna il Governo
1) a lavorare con gli altri Stati membri e le istituzioni europee per l'individuazione di strumenti di debito comune europeo per beni pubblici europei, a partire dal finanziamento degli investimenti sulla difesa.
(6-00146) «Della Vedova, Magi».