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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 401 di giovedì 19 dicembre 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 8,10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, dopo l'alba degli emendamenti viventi c'è il Governo che si finge morto e non si presenta in Aula per la discussione generale della legge di bilancio? Altro che aspettare la bollinatura per rimandare, magari, il testo, l'allegato A, in Commissione bilancio. Ma lei si rende conto della gravità istituzionale dell'assenza in quei banchi vuoti? Ci avete costretto a una discussione generale alle 8 di mattina e, poi, oltre a mancare le risorse per i servizi necessari, oltre ai tagli lineari, dobbiamo scoprire che mancano i soldi per le sveglie? Dobbiamo regalare dei dispositivi a questo Governo per alzarsi e ridare dignità istituzionale a questo Parlamento? È inaccettabile, Presidente.

Spero che il Presidente Fontana convochi la Primo Ministro per confrontarsi su questa sciatteria istituzionale. È inaccettabile! Adesso chiediamo la sospensione dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Anch'io intervengo per stigmatizzare questa cosa; possiamo mandare tutto in cavalleria, ormai, ma questa cosa, di per sé, è inqualificabile e gravissima. Peraltro, questa mattina, come sappiamo tutti noi che siamo arrivati alle 8, non c'è neanche traffico a Roma - non so perché -, a differenza della battuta dalla Presidente Meloni, che è arrivata in ritardo anche lei l'altro giorno. Già siamo oltre il limite previsto e sembra che il Governo si sia dimenticato che c'è la legge di bilancio.

Per cui, siamo alla fine dell'anno e rimandiamo al Senato una legge di bilancio che il Senato non toccherà. Questo, quindi, codifica, con una maggioranza politica, il monocameralismo alternato, cioè una riforma della Costituzione senza fare la riforma della Costituzione. Però, c'è questa cosa che è inqualificabile e sono d'accordo con Grimaldi. Io credo che il Presidente della Camera debba immediatamente chiamare il Presidente Meloni e il Ministro Ciriani e convocarli, perché non esiste che noi siamo qui ad aspettare i comodi del Governo, proprio non esiste e non è accettabile da nessun punto di vista. Siamo qui alle 8 perché il Governo è andato lungo con la legge di bilancio, non ce l'avevano, non so il perché.

Non hanno neanche avvisato, se ho capito bene, e abbiamo dovuto chiamare noi per chiedere, gentilmente, dove fosse il membro di Governo. È inqualificabile e il Presidente della Camera deve chiamare immediatamente il Presidente Meloni e il Ministro Ciriani. Sono d'accordo: a questo punto l'Aula si sospende; non è che chiudiamo e, poi, quando arriva il Governo, ricominciamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo; prendo atto che vi rinuncia.

Per l'assenza del Governo sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 8,35.

La seduta, sospesa alle 8,16, è ripresa alle 8,35.

Discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 (A.C. 2112-bis-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2112​-bis-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Ricordo che l'esame in Assemblea del provvedimento si articolerà nei termini seguenti: una volta conclusa la discussione sulle linee generali, l'Assemblea procederà all'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti e, successivamente, all'esame degli ordini del giorno.

Avrà poi luogo, ai sensi dell'articolo 21, comma 12, della legge n. 196 del 2009, l'esame della Nota di variazioni che sarà presentata dal Governo, cui seguiranno le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, su quello che è avvenuto questa mattina - nulla di personale nei confronti della Sottosegretaria e ci interessa poco se ci sono stati problemi organizzativi - noi chiediamo che venga il Ministro per i Rapporti con il Parlamento a scusarsi. Questo è il Parlamento della Repubblica. Stiamo trattando il provvedimento più importante, la legge di bilancio. Dopo decine di ore in Commissione, è stato stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo un orario particolare, che è quello delle 8, in considerazione di un'organizzazione dei lavori complessa e difficile, che ci dovrà portare entro la giornata di domani a chiudere, auspicabilmente, questo provvedimento, e il Governo non c'è. Non c'è alle 8 e ricominciamo alle 8,35.

Io lo dico: è un caso di sciatteria istituzionale inaccettabile. Venga il Ministro Ciriani a scusarsi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), ma non nei confronti dei presenti, con tutto il rispetto, quanto nei confronti di questa istituzione. Non è possibile che accadano queste cose, non è accettabile, non è possibile e non ci sono scusanti. Credo che questa cosa vada stigmatizzata, signor Presidente, e la riferisca al Presidente della Camera. Chiediamo un intervento formale sul Governo, perché episodi come questi non possono e non devono più accadere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ci uniamo, come gruppo di Azione, alle considerazioni del collega Fornaro. Davvero non avremmo voluto questa mattina assistere a questa scena. Tutti i gruppi di opposizione presenti in Aula puntuali alle 8, mentre i banchi della maggioranza e del Governo nell'Aula completamente vuoti, in spregio, come si diceva, non tanto e non solo ai colleghi, che pure forse meriterebbero qualche rispetto, ma soprattutto alla legge di bilancio, che, a quanto pare, le opposizioni hanno più interesse a portare a compimento rispetto alla maggioranza, che era completamente latitante, con l'eccezione della relatrice.

Ci uniamo, evidentemente, alla richiesta di sentire il Ministro Ciriani, che si scusi e si giustifichi, ma, soprattutto, abbiamo avuto un atteggiamento non costruttivo - di più - sia in Commissione sia nelle differenti Conferenze dei presidenti di gruppo che si sono succedute. Le opposizioni, con grande senso di responsabilità, hanno seguito un cambiamento costante di calendario e di percorso dei lavori, in ultimo ieri. Avevamo adesso una Conferenza dei presidenti di gruppo convocata alle 10. Davvero, non è modo di lavorare quello che abbiamo visto questa settimana. Lo stesso dicasi per martedì, quando noi eravamo in Aula con la Presidente del Consiglio che veniva a riferire sul Consiglio europeo e i banchi della maggioranza erano completamente vuoti.

Allora, per favore, questa istituzione merita rispetto. Il lavoro che stiamo facendo sul bilancio è l'atto più importante che facciamo durante l'anno. Speriamo che qualcuno ci venga a rendere conto del perché questo sta accadendo (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sempre sull'ordine dei lavori. Mi unisco, ovviamente, alle richieste dei colleghi. Questa è l'ennesima assoluta mancanza di rispetto nei confronti di questo Parlamento. Chiediamo anche l'intervento deciso del Presidente Fontana nei confronti del Governo. Abbiamo assistito, in queste settimane e nelle ultime ore, a una gestione pessima della legge di bilancio, con un lavoro in Commissione mai visto e senza precedenti: una confusione totale, fogli che volavano da una parte all'altra, emendamenti che arrivavano all'ultimo e, purtroppo, torneremo probabilmente ancora in Commissione. Siete veramente incapaci e anche l'assenza di questa mattina testimonia la vostra totale incapacità.

Ma siamo d'altronde, Presidente, nel fantastico mondo di Giorgia, perché nella vita reale, Presidente, e non nel fantastico mondo di Giorgia, se un operaio o un impiegato arriva in ritardo sul posto di lavoro rischia di perdere il posto di lavoro, rischia il licenziamento. Invece, voi no! La gente si sveglia alle 5 del mattino per andare in cantiere e in fabbrica. Qui, voi alle 8 vi permettete il lusso anche di arrivare in ritardo, con 40 minuti di ritardo, quando invece l'Aula doveva iniziare alle 8. Presidente, è chiaro che gli esponenti di questo Governo e di questa maggioranza ormai si sentono casta, si sentono al di sopra di tutto e di tutti, al di sopra delle regole: loro sono un'altra cosa, loro possono permettersi di tutto.

Ma forse ho capito, Presidente, qual è il problema. Evidentemente, gli esponenti del Governo Meloni residenti a Roma, i Ministri e i Sottosegretari non parlamentari, forse stanno mettendo in atto uno sciopero per non aver avuto l'aumento dello stipendio, come, invece, hanno avuto i loro colleghi che non sono residenti a Roma. Allora, per i residenti a Roma è in atto questo sciopero, questo boicottaggio da parte degli esponenti di Governo che sono residenti a Roma, ma quelli che non sono residenti a Roma, che avranno la possibilità di avere questi 5.000 o 6.000 euro in più al mese, almeno comprassero una sveglia, si svegliassero in orario e arrivassero in orario in Parlamento a lavorare. Siete veramente senza vergogna, non avete più un limite! Non conoscete il limite della vergogna e della decenza. Recuperate un minimo di dignità, altrimenti andate a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anch'io voglio intervenire sull'ordine dei lavori e associarmi all'intervento dei colleghi. Questa, del resto, è la ciliegina su una torta molto amara che rischia di andare anche indigesta, perché ieri c'è stata una Conferenza dei presidenti di gruppo dove, con attenzione - me lo raccontava ora il nostro capogruppo Faraone - si stavano a centellinare i minuti per poter finire in tempo e, invece, noi oggi ci troviamo a iniziare i nostri lavori 40 minuti dopo l'orario concordato. Peraltro, questo sta diventando anche uno stile della maggioranza, quello di non dare il giusto ruolo al Parlamento. In una legge di bilancio dove sono passate quisquilie, al Parlamento non è stata data, di fatto, la possibilità di intervenire portando proposte positive. Lo dico anche per i colleghi di maggioranza, perché, se guardiamo l'elenco degli emendamenti che sono stati approvati, parliamo di piccole cose, mentre le grandi cose non sono state, alla fine, oggetto di giusto dibattito, ma poi ne parleremo finalmente nell'ambito della discussione generale.

Un'ultima cosa voglio dire. La Presidente del Consiglio non deve dire cose che non sa. Ieri in Aula al Senato ha detto che c'è stato un accordo, anche con le opposizioni, per mettere la fiducia. No, non c'è stato un accordo con le opposizioni per mettere la fiducia in quest'Aula. Semmai, come è sempre successo, c'è un accordo tra persone ragionevoli, per cui si consente di fare un corretto andamento dei lavori e, quindi, le opposizioni accettano che il Governo voglia mettere la fiducia, ma chiedono, come stiamo chiedendo ora, il rispetto, che è, però, quello che a noi è consentito e, dato che al momento viviamo ancora in una democrazia parlamentare, almeno un dibattito che possa avere il giusto rispetto, perché ciascuno di noi - non esiste soltanto il Governo; esiste anche il Parlamento, la maggioranza ed esiste l'opposizione - ha le sue battaglie, i suoi temi e la discussione generale non è qualcosa che deve essere fatta per forza, giusto perché dobbiamo riempire una parentesi di tempo perché è un adempimento, ma è anche un momento importante per aprire una riflessione e continuare il nostro lavoro, perché questa legge di bilancio, peraltro, ha una serie di errori.

Dovremmo, come diceva il collega, probabilmente ritornare in Commissione perché ci sono emendamenti approvati che non hanno nemmeno le coperture. Ma poi ce ne sono tanti altri, perché vedremo a gennaio le tante marce indietro, spero soprattutto a partire da quelle sul Terzo settore, perché questa è veramente una delle leggi di bilancio più scandalose che abbia mai visto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha già parlato di questa materia e, quindi, in via eccezionale, le lasciamo un minuto per tornare sulla vicenda.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire e supportare quanto detto dal collega Fornaro. Quello che è accaduto è ingiustificabile, è oltraggioso nei confronti del Parlamento. Lo sarebbe stato in ogni caso, lo è oggi in modo clamoroso. Siamo al 19 dicembre e la legge di bilancio approda per la prima volta in un'Aula del Parlamento.

Credo che abbia ragione Fornaro: il Presidente Meloni è fuori, io credo che, prima di iniziare questi lavori, come ha chiesto il collega Fornaro, debba venire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, in assenza del Presidente del Consiglio, a spiegare l'inspiegabile, a giustificare l'ingiustificabile e, quindi, come minimo, a chiedere scusa al Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà. Stessa raccomandazione indirizzata verso il suo collega.

MARCO GRIMALDI (AVS). Mi è chiaro, infatti le chiedo un'altra cosa. Domani dovrebbe esserci la fiducia, utilizzo il condizionale perché vi ricordo che l'allegato A non è ancora presente, quindi, potrebbe esserci anche un ritardo dovuto a un possibile rinvio in Commissione. Tuttavia, non voglio anticipare i tempi, voglio solo dire che ci terrei, visto che abbiamo lavorato giorno e notte, anche 44 ore di fila, che il Ministro Giorgetti tenga, come noi, a questa manovra.

Quindi, le faccio una richiesta, Presidente. Le chiederei di invitare Giorgetti ad essere presente dal momento della fiducia fino alla fine del provvedimento. Faccia una fiume con noi e dimostri che quello che è appena accaduto è non solo la cosa più grave che un Governo possa fare nei confronti del Parlamento, ma un atto che non cambierà mai più. E da ora in poi, chiederemo che non siano i Sottosegretari a reggere le parti del Governo, ma che ci sia sempre un Ministro fra i banchi. Infatti, avrà notato che quella fila è sempre vuota, anche per i provvedimenti più importanti.

Lei ha fatto per tanti anni l'amministratore, il sindaco, di solito, c'è sempre durante la discussione di bilancio. Ecco, non chiediamo che ci sia per forza Giorgia Meloni dall'inizio alla fine, ma che Giorgetti prenda il suo provvedimento e lo porti a casa fino alla fine, come abbiamo fatto noi, lealmente e con disciplina e onore, come prevede la Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Intanto, voglio precisare - perché, penso sia opportuno e giusto farlo, anche per rispetto del lavoro degli uffici - che il testo della legge di bilancio è, ovviamente, depositato, reperibile, disponibile, consultabile, altrimenti non avremmo potuto iniziare questa seduta; e questo lo dico per fugare ogni dubbio al riguardo. Ovviamente sarà informato - ma penso che ci stia ascoltando - il Presidente della Camera dell'accaduto. Ho notizie - ma non mi voglio sbilanciare - di una presenza di qui a breve di un Ministro che, peraltro, era previsto che stesse qui in orario, quindi, non è in ritardo, era già garantita la sua presenza nel corso della mattinata.

Si riprende la discussione.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 2112-bis-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico Italia democratica e Progressista ne ha chiesto l'ampliamento.

La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice per la maggioranza deputata Silvana Andreina Comaroli.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA), Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Se la Presidenza mi autorizza, vorrei depositare la relazione che abbiamo predisposto noi relatori e ci riserviamo di intervenire in fase di replica.

PRESIDENTE. Autorizziamo, ovviamente, al deposito, così come richiesto dalla relatrice Comaroli.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza deputato Mauro d'Attis.

MAURO D'ATTIS , Relatore per la maggioranza. Presidente, la collega Comaroli ha parlato a nome dei quattro relatori, quindi, vale la stessa proposta della collega.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, deputata Maria Cecilia Guerra.

MARIA CECILIA GUERRA, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Ci troviamo oggi a commentare una edizione ampiamente riscritta della legge di bilancio, riscritta attraverso un profluvio di emendamenti del Governo, poi trasformati in fittizi emendamenti dei relatori, con due finalità: non dover fornire le necessarie relazioni tecniche e costringere la Commissione ad esprimersi con un solo voto su un insieme di decine di materie eterogenee, dalla sanità alla siccità, al fisco, per fare solo qualche esempio. Un procedimento che, chiaramente, riteniamo inaccettabile e speriamo non si ripeta mai più.

Nonostante sia stata ampiamente riscritta, questa legge appare priva di elementi cruciali. Faccio solo alcuni esempi, per il poco tempo a disposizione. Quello che non c'è nella legge di bilancio e che ci sarebbe, se fossero stati accolti gli emendamenti dell'opposizione, riguarda soprattutto il fatto che non si tiene conto che, da più di venti mesi, la produzione industriale nel nostro Paese è in calo, la caduta, la crisi coinvolge sicuramente l'auto, sicuramente la moda, ma anche la siderurgia, gli elettrodomestici.

Nel 2024 sono cresciute le ore di cassa integrazione, ne abbiamo ormai quasi 20 milioni in media ogni mese.

Su questi temi nella legge di bilancio non c'è niente, non c'è un piano industriale ma neppure le risorse che sarebbero necessarie per metterlo in atto; si pensi al tragico episodio del taglio di 4,6 miliardi del fondo per l'automotive, poi ripristinato all'ultimo momento, ma per un ammontare pari al 10 per cento di quello iniziale. Non ci sono interventi seri per ristrutturare la cassa integrazione al fine di metterla in linea con le esigenze delle riconversioni industriali e tecnologiche assolutamente necessarie, per cui un 2025 molto nero ci aspetta.

Non c'è, perché è stato bocciato, con protervia, per l'ultima volta, il salario minimo, che impedirebbe questa deriva a cui stiamo assistendo, di una compressione, in tanti settori, dei salari, ormai non degni di un Paese civile.

Oggi ripresenteremo, con forza, le firme che abbiamo raccolto su una legge di iniziativa popolare proprio su questo tema.

Non c'è un finanziamento adeguato della sanità. Due parole solo su questo: qual è la criticità più grande che tutti rilevano nel nostro sistema sanitario? L'assenza di personale, l'insufficienza del personale: ebbene, non un euro per una nuova assunzione, neanche una nuova assunzione nella sanità. D'altra parte, il piano è molto chiaro, emerge da tanti elementi che non posso circostanziare: questa legge di bilancio spinge nel campo della sanità verso la sanità privata, nel campo della scuola verso la scuola privata, con finanziamenti alla scuola privata e insufficienze e tagli nella scuola pubblica, e verso le pensioni; il tanto declamato intervento per le pensioni è un intervento che favorisce soltanto chi ha le risorse per potersi permettere una contribuzione aggiuntiva rispetto a quella pubblica, che è bassa, non perché ha sbagliato il sistema previdenziale pubblico, ma perché sono bassi gli stipendi. È inutile che puntiamo sulla previdenza privata quando le persone non hanno un salario decente. Come possono tirare fuori altri soldi per contribuire alla previdenza privata, quando non hanno di che mangiare?

Questo è il piano che emerge da questa legge di bilancio che chiamerei, però, anche la “legge della grande marcia indietro del Governo gambero”. Infatti, per fortuna, sono state corrette, anche per la pressione delle opposizioni, anche con il recepimento di alcuni nostri emendamenti, storture assurde che sono state rilevate da tutti. Le cito solo per nome, perché non ho tempo: cioè l'estensione della web tax ai piccoli editori; l'intervento sulle criptovalute, che è stato, peraltro, trasformato in una bastonata per i risparmiatori più piccoli e in un minor danno per quelli più grandi; il ripristino parziale, insufficiente, di una decontribuzione Sud, quindi, in formato ristretto, nell'ambito di una manovra che taglia più di 2 miliardi al Sud del nostro Paese; l'introduzione, dopo l'assurdo blocco per due anni consecutivi, di un minimo, una parvenza di fondo per gli affitti con 10 milioni, quando ne sono stati tagliati, ricordo, 300 milioni; l'eliminazione, per fortuna, in molti settori, ma non in tutti, del blocco del turnover che, soprattutto, per gli enti locali avrebbe determinato l'impossibilità di far fronte alle proprie funzioni fondamentali, peraltro gravemente compromesse dai tagli che, ancora una volta, gravano su questo settore.

Vi è poi la correzione, rispetto all'anno scorso, del taglio che era stato operato su Ospedali sicuri; abbiamo discusso 20.000 volte con l'ex Ministro Fitto dicendogli: perché hai tagliato 1,3 miliardi su Ospedali sicuri? “No, non li ho tagliati, no, non li ho tagliati!”. Infatti, quest'anno, per fortuna, li devono ripristinare.

Quello che c'è è perché lo abbiamo fatto noi, con i pochi soldi a disposizione, pochissimi soldi, abbiamo deciso non di finanziare, che so, l'associazione per il gelato artigianale o altre amenità che troverete nella legge di bilancio, ma di mettere le nostre risorse assieme, dove era possibile, alle altre opposizioni, per assumere il doppio degli ispettori del lavoro previsti (da 250 a 500), perché per noi il tema della sicurezza sul lavoro - che fa da pendant con quello dei bassi salari, perché dove sono bassi salari, c'è più lavoro precario e insicurezza - è ineludibile; è inaccettabile che in questa legge di bilancio non ci sia niente su questo tema. Abbiamo messo soldi per cercare di iniziare a stabilizzare e a rendere possibile per il CNR l'assunzione di ricercatori, tecnologi, tecnici e amministratori, perché la ricerca è fondamentale per il progresso del nostro Paese. Abbiamo finanziato un fondo per il servizio di sostegno psicologico a favore delle studentesse e degli studenti, perché noi crediamo che il disagio, che è stato causato dalla pandemia, deve essere preso in carico in modo sistematico.

Continua la distruzione sistematica, in questa legge, di ogni logica del sistema fiscale. Non è un modo equo di distribuire il peso dei servizi pubblici fra tutti, ma uno strumento attraverso il quale dispensare favori fiscali a piccole categorie di soggetti. Ne è un esempio, non me ne vogliano, il regime speciale nuovo inventato, ad esempio, per i gestori delle scommesse ippiche.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARIA CECILIA GUERRA , Relatrice di minoranza. Mentre si evidenzia il grande flop del concordato preventivo. Il tempo è molto poco, ma la lista sarebbe ancora molto lunga (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI , Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Cercherò di usare anch'io questo breve tempo per provare a dare una lettura della legge di bilancio, che esce dalla sede referente in Commissione, ed è una fase di definizione di commento a una realtà che si deve basare sui fatti e non può essere elusa, perché la realtà, né in modo trionfalistico, ma neanche in modo distruttivo, può essere incastrata su, in qualche modo, aprioristiche affermazioni ideologiche.

Però, partiamo dai dati, dall'evidenza del processo nel merito e nel metodo. È la prima manovra che viene portata alla discussione di questo Parlamento, dopo l'approvazione del Piano strutturale di bilancio. Non si può non rilevare, effettivamente, che questa manovra è coerente con quel Piano strutturale di bilancio che ha come elemento definitivo - lo diranno sicuramente i colleghi della maggioranza in discussione generale - l'obiettivo della tenuta dei conti pubblici e questo va ricordato essere sicuramente un dato positivo.

La questione, però, è che si evidenzia altrettanto una enorme criticità, sottesa sia al Piano strutturale di bilancio e, poi, concretizzata nella manovra che viene portata al Parlamento: un Paese che si condanna alla non crescita e che è in forte, forte - forte! - rischio di decrescita. Questo lo dicono tutte le audizioni autorevoli che si sono svolte in Commissione e lo dicono i dati che il Governo porta nella manovra. Un ottimismo - permettetemi di dirlo - di un massimo di crescita del PIL previsto da qui al 2029, con una crescita nel 2025 prevista all'1,2: mi chiedo come si possa pensare di giustificare questo ottimismo, quando sappiamo che la crescita dell'1 per cento, prevista dal Governo nel 2024, si è attestata soltanto - i dati ultimi lo confermano - alla metà, cioè lo 0,5, a fronte del fatto che stanno arrivando crisi d'impresa, alcune delle quali già in essere, e il Governo, in modo ostinato, decide di mantenere il definanziamento dell'automotive per il 2025, ulteriormente aggravando i bilanci delle politiche industriali del Ministero con un ulteriore taglio di 50 milioni per il capitolo proprio sulle crisi di impresa e le crisi industriali.

Si pensa che il Paese possa reggersi sui consumi e, quindi, vengono investiti quasi 18 miliardi - quasi 18 miliardi - per mantenere le cose identiche al 2024. Questo perché, se è vero che aver reso strutturale il taglio del cuneo fiscale con 12 miliardi è un dato positivo, nella sua strutturalità, l'aver ulteriormente aggiunto la revisione delle aliquote Irpef è stata, invece, un'operazione che ha creato, sempre per bocca di autorevoli audizioni, effetti distorsivi, tra l'altro, penalizzando molte famiglie.

Quindi, per la maggior parte delle famiglie italiane nulla cambierà; per molte famiglie, invece, le tasse aumenteranno e aumenteranno, per esempio, per il tetto alle detrazioni che il Governo ha messo per queste famiglie che sono considerate, nella legge di bilancio, un dato di entrata positiva, ossia tasse che gli italiani pagheranno per mantenere la quantità in termini di coerenza di finanza pubblica in questa legge di bilancio.

Si torna alla logica dei bonus sporadici, non si è fatto nulla sulla riforma dei congedi parentali, si è mantenuta la Carta “Dedicata a te” e non la si è tradotta in un intervento più strutturale di contrasto alla povertà nel nostro Paese; per le imprese, l'assenza totale di qualsiasi investimento è stata parzialmente modificata in Commissione referente, grazie anche alle opposizioni, per l'introduzione dell'Ires premiale, ma solo per un anno e, quindi, non in una dimensione di strutturalità; per la sanità, si è mantenuto l'aumento dell'1,3 miliardi, già previsto nel primo testo, ma già denunciato come del tutto insufficiente a rispondere al fabbisogno del nostro Paese - ripeto di nuovo - da citazioni della Corte dei conti e Banca d'Italia, certamente non dai banchi dell'opposizione.

Per gli enti locali, si è rimediato parzialmente al taglio del turnover, su cui le opposizioni si sono fortemente battute, ma non si è, invece, tolto quel taglio trasversale agli enti territoriali che, dobbiamo sapere, verrà tradotto in un ovvio taglio dei servizi a livello territoriale o, in alternativa, all'aumento di nuovo delle tasse a livello territoriale.

Ci sarà, poi, spazio nella discussione generale di entrare nel merito delle singole misure. Mi lasci, però, concludere, Presidente, richiamando un tema di metodo: questa è una legge di bilancio che è stata chiamata da un lavoro convulso e disordinato in Commissione, certamente non per colpa delle opposizioni e - mi lasci dire - certamente non per colpa degli uffici della Camera che hanno, in qualche modo, come è stato millantato, ritardato e non prodotto un lavoro qualificato ed efficiente. Anzi, mi lasci dire, anche da qui, che siamo profondamente grati per come questa Camera e tutto il personale, gli uffici, abbiano, invece, saputo gestire una situazione difficile per colpa della maggioranza e del Governo. Sono state introdotte micro-misure, emendamenti tabellari, poi destinati; è stato cambiato l'impianto complessivo della legge, attraverso emendamenti e sub-emendamenti.

Tuttavia, in questa confusione, non possiamo non accendere una luce sulla correttezza che i relatori, anche di maggioranza, hanno avuto e dimostrato, anche stamattina, rinunciando al loro intervento. Io vorrei per questo ringraziarli e ringraziare il presidente della Commissione, Mangialavori, il Presidente della Camera, che ha saputo essere presente, insieme al Segretariato generale, nei momenti più critici e, in particolare, il Sottosegretario Freni - non me ne vorrà la Sottosegretaria Albano - che non ha mancato in alcun passaggio della Commissione di essere presente anche nel dialogo con le opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire, se lo ritiene, la Sottosegretaria Albano, che si riserva di intervenire.

È iscritto a parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, colleghe e colleghi, dopo le notti grottesche, le presentazioni sconce di emendamenti mancia, a cui abbiamo assistito in questi giorni in Commissione bilancio, vorrei, in realtà, che ripartissimo dalla realtà. Non siamo ingenui.

Non siamo ingenui e, nonostante i passi falsi sugli stipendi dei Ministri non parlamentari, sappiamo bene che il potere si nutre di propaganda e sappiamo che la propaganda prevede una sistematica distorsione della realtà.

Vedete, nella vostra retorica, una crescita del PIL di qualche zero virgola sopra le attese è bastata per descrivere l'Italia come una delle economie più in salute d'Europa, e lo diceva proprio il Ministro. Intanto l'Istat ha ridimensionato ancora al ribasso le performance che Giorgetti annunciava come sorprendenti.

La crisi tedesca - fatemi dire - vi è servita per occultare un declino strutturale che, però, non si ferma. Avete sbandierato in molte occasioni che ad agosto 2024 è stato raggiunto il record degli occupati e il tasso di occupazione, secondo voi, è salito al 62,3 per cento. Vorrei che analizzassimo, però, quei dati. Intanto, sarebbe onesto dire che c'entrano pochissimo con l'azione del Governo, se guardiamo ai primi, e molto con la ripresa post-pandemica, ovviamente, soprattutto i dati 2021-2022. L'Italia, però, rimane ultima in classifica per tasso di occupazione e ha una disoccupazione ancora sopra la media europea. Avete addirittura osato dire che si è sfondato il tetto di cristallo, ma il tasso dell'occupazione femminile al 53,5 per cento è una vergogna, perché la media europea è del 70,8 per cento. Siamo sotto la Spagna e la Grecia e il tasso di occupazione nel Mezzogiorno resta al 49,3 per cento - altro che locomotiva d'Europa - ma soprattutto sembra che non vi accorgiate del dilagare del lavoro povero e precario, su cui si regge gran parte del nostro sistema e della nostra economia.

Nel 2023 l'82,8 per cento dei contratti di lavoro attivati erano precari, un dato mostruoso. Interi settori si reggono su vere e proprie forme di schiavitù. Basta fare un giro, un giro nel distretto del pronto moda o nel mondo della logistica, e il Ministro Giorgetti lo sa bene. Ma come si può crescere se i servizi sono solo a bassa qualificazione, mentre scompaiono posti di lavoro ad alta produttività? Le imprese non investono in tecnologie e produttività, gli azionisti, negli ultimi quattro anni, hanno reinvestito nelle loro società solo il 20 per cento degli utili netti. Lo dico al Ministro, che so che ha una cultura dell'attività produttiva, anche se mi ha detto, rispondendomi, che non è il Governo a fare le politiche industriali; ma se non le fa il Governo e non le fanno gli imprenditori, cosa facciamo? Viviamo di extraprofitti, stock option e addio alla salute del Paese? Guardate che questo è il problema. L'80 per cento è stato distribuito in dividendi, quasi 52 miliardi, ben 52 miliardi. Avete confermato, con questa manovra, di rifiutare ogni misura sui salari, sui contratti e sulle tutele che restituiscono dignità e qualità del lavoro.

Io glielo dico con tutto l'affetto: ma quale manovra per i pescatori e per gli operai? Quale? Questa è una manovra per grandi lobby e - mi faccia dire - evasori seriali. Siete tornati ai tagli lineari e continuate a rifiutare ogni intervento fiscale redistributivo e di equità. La Commissione bilancio ha bocciato i nostri due emendamenti sulla patrimoniale, ma noi lo diciamo: non ci fermeremo mai. È una politica che parla a tanti e a tutti, tranne a quell'1 per cento che credo che dovrebbe anch'esso iniziare a dire che deve restituire qualcosa, perché in questo Paese continuano a crescere i super ricchi da un lato e la povertà assoluta e il lavoro povero dall'altro.

Ministro, i miliardari sono in aumento del 10,4 per cento rispetto al 2022. È un dato che, forse, potreste mettervi sul petto, ma gli italiani a rischio di povertà assoluta sono anch'essi in aumento e sono un quarto della popolazione italiana. Un'imposta ordinaria unica e progressiva sui grandi patrimoni sopra i 5,4 milioni di euro da sola coprirebbe un fondo per finanziare politiche per la salute, la famiglia, l'istruzione scolastica universale, il diritto all'abitazione e, appunto, un pezzo di riconversione ecologica della nostra economia. Invece, avviene ciò che avete previsto: il concordato preventivo biennale si riduce a un condono, senza effetti reali sulle entrate. Risultati discreti, come ammette il Vice Ministro Leo: 1,6 miliardi, solo 600.000 contribuenti che hanno aderito e, infatti, il taglio dell'Irpef è incompatibile con i frutti del concordato e dovrà essere rinviato a quando lo permetterà il consolidamento dei conti pubblici. Col collegato fiscale avete semplicemente regalato un'altra proroga agli evasori che non hanno aderito al concordato, una resa incondizionata dello Stato all'evasione.

È il solito messaggio, fatemi dire così: continuate a evadere, perché vi conviene, e noi continueremo a stare dalla vostra parte. Intanto, nella vostra narrazione avete rimosso un altro elefante nella stanza: siamo al ventunesimo mese consecutivo di crollo della produzione industriale. Questa, Ministro, non è propaganda; è l'Istat che parla di una lunghissima fase di contrazione, in particolare dovuta al crollo della produzione delle auto e del tessile. Solo nell'ultimo anno, la produzione delle auto è crollata di oltre il 40 per cento; ovviamente, parlo del disastro di Stellantis, ma anche di Versalis, Glencore e Beko Europe. Oggi, salutate una nuova era dell'automotive; è tutta acqua passata con l'uscita di scena di Tavares, un nuovo inizio. Solo sa qual è il problema, Ministro? È che non sappiamo dire quando inizierà e nel 2025 non lo vedremo.

Il Ministro Urso ha abboccato, inspiegabilmente, a quel piatto di lenticchie, alle “macchine di lenticchie” che vi hanno promesso. Fatemi dire, con tutto il rispetto dell'ex FIAT: modelli già vecchi sul nascere. La produzione resterà ai minimi storici e lo ha ammesso lo stesso Imparato: livello 1957, pre-boom industriale. Melfi e Mirafiori resteranno sostanzialmente ferme per tutto l'anno prossimo e sull'obiettivo di un milione di auto l'imprenditore rifiuta di fare promesse, così come nel piano, se così volete chiamarlo, non si vede un vero rilancio dell'occupazione - invece, in tre anni potrebbero finire gli ammortizzatori di tutti gli stabilimenti - né vediamo una società che si assume le sue responsabilità sul reshoring o sulle gigafactory. Dite 1,6 miliardi nel triennio: Ministro Urso, davvero? Vi ricordo che avete tagliato 4,6 miliardi per darli alle armi, per darli al sistema di difesa italiano. Nel tessile, intanto, si registrano perdite di oltre il 20 per cento nell'ultimo anno. E che cosa cresce, allora? Come dicevo, i servizi poveri, il turismo, la ristorazione e gli affini. Cioè, il vostro problema è la carbonara a 12 euro per il Giubileo? Ma davvero?

Lo dico al Presidente Rampelli: a trainare anche l'occupazione sono i settori a più basso valore aggiunto, senza innovazione, con salari da fame e altra precarietà. Già, perché la carbonara va a 12 euro, ma per quei camerieri o per quelli che faranno poi le pulizie alla fine di quel lavoro il salario è sempre di 5,4 o 6 euro; ma sarà normale? Voi siete contro il salario minimo legale, ma cosa rispondiamo al 54 per cento dei contratti collettivi nazionali fermi, scaduti, e il 100 per cento di quelli pubblici? E a Calenzano abbiamo dovuto piangere l'ennesima strage operaia, perché riduzione del costo del lavoro significa precarietà della vita stessa e della salute delle persone. Il vostro miracolo è un Paese delle meraviglie, che, ahimè, esiste soltanto nei sogni acidi di Giorgia, e in manovra non avete messo nulla per accompagnare le crisi aziendali. Per questo per fare buona politica bisognerebbe non mistificare la realtà, come, per esempio, sulla sanità, dove sostenete di aver collocato stanziamenti record, eppure lì sono i dati sul PIL a dire che sarà il 6,04 nel 2025, il 6,03 nel 2026, il 5,91 nel 2027. In rapporto al PIL è il valore più basso degli ultimi decenni.

La verità è che servirebbero almeno quei 15 miliardi che vi abbiamo messo per la patrimoniale per adeguarci agli standard europei. Mancano più di 11 miliardi per coprire il fabbisogno e 7 miliardi e 649 milioni di euro per i rinnovi contrattuali del personale sanitario. Sugli stipendi di medici e infermieri neanche un pensierino, ma giornate di caos sugli stipendi dei Ministri; e siete riusciti a respingere l'emendamento delle opposizioni che avrebbe destinato 5,5 miliardi l'anno per l'abbattimento delle liste d'attesa. Bastava eliminare i sussidi ambientalmente dannosi; e intanto, invece, avete prorogato con il Milleproroghe la cancellazione delle multe ai no-vax: quel milione di euro è poco, ma sono stati sottratti alla salute collettiva pubblica.

Potrei ancora parlare delle nostre scuole, edifici costruiti, per la maggior parte, tra gli anni Cinquanta e i primi anni Novanta; delle classi pollaio, a cui rispondete con tagli all'organico, mentre fate un ennesimo regalo alle scuole paritarie. Non ne avevano bisogno, e invece gli avete dato 50 milioni per l'inclusione.

Almeno sullo psicologo nelle scuole, sul sostegno siete giunti a più miti consigli e lo diciamo come opposizione. Siamo contenti, ma è una goccia nel mare.

Potrei parlare del fatto che non avete previsto risorse per un Programma nazionale di adattamento climatico per le nostre città, in un'Italia in cui il 94 per cento dei comuni è a rischio frane, alluvioni o a erosione costiera; 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane, 6,8 milioni a rischio alluvione e, intanto, riducete a 9 miglia la distanza delle trivelle da coste e aree protette; buttate 88 milioni per le infrastrutture del Giubileo; tagliate oltre l'11 per cento delle risorse in capo alla Missione 18 (Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente) e, con un emendamento all'ultimo minuto, fate l'ennesimo regalo alle lobby dei cacciatori.

Ministro, ma come si fa? Ma perché aggiungerlo nella finanziaria? Ma cosa c'entra con la finanziaria? Lo dico a lei, al Presidente della Camera: ma perché? Ma perché? Avete tutto l'anno per discutere di provvedimenti sbagliati come questo. Che senso ha metterli dentro la finanziaria?

Potrei parlare del fatto che mancano risorse per treni, metropolitane, tramvie e autobus elettrici in un Paese in cui ogni città ha un dato fra i peggiori d'Europa per l'utilizzo dei mezzi pubblici. E, invece, ci sono le risorse per una sola infrastruttura strategica del Paese: il ponte sullo Stretto, un ultimo regalino a Salvini. Ma poi, Ministro, me lo spiegherà, perché il Sottosegretario Freni non ha capito l'emendamento del suo capogruppo Molinari. Ma lei lo sa che c'è un buco nel 2027? Sono spalmati 6,9 miliardi; poi, a un certo punto, per fare il regalino a Salvini, date 200 milioni in più per il ponte sullo Stretto il prossimo anno, 400 milioni in più fra due anni, e poi c'è un buco: l'anno sabbatico del ponte. Cioè, nel 2027 il ponte non ha niente. Allora, o è una minaccia per dire: finché ci siamo noi ci sono i soldi, poi c'è il buco, rivotateci e ci vediamo l'anno dopo; oppure è un trampolino, cioè lo fate, si interrompe e vi fate un tuffo, non lo so. Ma si è mai vista nella finanza pubblica una cosa del genere?

Guardate, noi ci siamo battuti; ci siamo battuti per un fondo di almeno 4 miliardi per un Programma nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, per un Fondo per lo sviluppo del trasporto collettivo, per costruire 60 nuovi chilometri di metropolitane, 140 chilometri di tramvie, acquistare 4.500 autobus, potenziare i treni regionali. Ho perso la voce, sono intervenuto 85 volte; sì, per dare una misura di quello che proponiamo. Ci dite di non essere solo oppositivi: non potete dire che non vi abbiamo fatto mille proposte in questi giorni; vi abbiamo proposto nuovi ispettori del lavoro per aumentare i controlli del lavoro a cottimo, perché la vita di un ragazzo non può dipendere dalla consegna di uno stramaledetto cheeseburger; e siamo contenti, ovviamente, che sia passato con le nostre risorse, con le risorse parlamentari.

Ringrazio la collega Gribaudo che ci sta ascoltando, perché, senza il rafforzamento dell'attività di vigilanza e la sicurezza sui luoghi di lavoro, sarà sempre un miraggio e le stragi non cesseranno. Abbiamo chiesto interventi che potessero avere un reale impatto sociale, per esempio sulla crisi abitativa, con una modifica, per esempio, al regime fiscale dei redditi derivanti dai contratti di locazione breve. Ecco, io glielo dico, Ministro: ma che senso ha avere la cedolare secca sulla terza, la quarta, la quinta casa? Ma lei si rende conto che l'Airbnb economy ha desertificato tutto? Da Monti a Trastevere è tutta uguale Roma, non c'è più un abitante, ci sono tutti Airbnb; ma vogliamo prendere un po' di tasse da quelle terze e quarte case? Non sto parlando della seconda casa che ti ha dato tuo zio, la nonna. Ma è possibile che quell'economia, quell'evasione, quel cofano nero della gig economy non possa essere chiuso? E ciò per riportare, diciamo, alla normalità gli affitti, per ridare dignità anche alle entrate dello Stato.

Solo in extremis è passato il rifinanziamento del Fondo per la morosità incolpevole, ma è qualche nocciolina che non cambierà la storia di tante e tanti. Vi abbiamo suggerito, come finanziaria, un Fondo per la riduzione del numero degli alunni per classe nelle aree svantaggiate, come attuare un Piano straordinario di stabilizzazione e reclutamento dei ricercatori. Siamo riusciti a ottenere - questa è una cosa per cui le opposizioni sono orgogliosissime - la stabilizzazione di 300 precari del CNR, è giusto dire il numero. Una parte, un primo inizio. Ma, a differenza vostra - lo dico ai colleghi del centrodestra - abbiamo dimostrato che si può fare.

Presidente, prendo qualche minuto in più alla collega. Abbiamo lavorato per l'esenzione dell'IVA per le prestazioni mutuali, ci siamo spesi per porre rimedio all'incombente e irreversibile crisi del pluralismo dell'informazione, e su questo, per fortuna, si è aperta una breccia, ma i tagli lineari sono lì. Vi abbiamo rivolto i nostri auguri di pace, perché il futuro non è nelle armi, ma economia di guerra e iniquità fiscale sono i principi che guidano la vostra politica e la vostra manovra. Sostituire la transizione ecologica e lo sviluppo sociale con la corsa agli armamenti è parte di questo declino. Austerità per i servizi essenziali e investimenti reaganiani, armi, industria fossile e grandi monopoli.

Ma come può la sicurezza essere garantita non dalla promessa di pace, ma dalla minaccia di una guerra totale? Di fronte a un'emergenza abitativa che colpisce 50.000 famiglie, gridate di voler prendere “per la pelle del culo” i ladri di case. Ma gli unici ladri siete voi…

MAURO D'ATTIS (FI-PPE). Presidente…!

MARCO GRIMALDI (AVS). …che avete prosciugato il Fondo per la morosità incolpevole.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO GRIMALDI (AVS). Gridate quelle nefandezze dal palco di Atreju, ma povera Atreju…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo.

MARCO GRIMALDI (AVS). …siete voi il nulla che avanza. Armi, gas e grandi monopoli. Ho finito, Presidente. Le nostre proposte vivono sulle spalle di tanti, l'alternativa è già in strada: il punto è che bisogna vederla, farla crescere, organizzarsi e dare una alternativa al nulla che avete messo in questa finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Per un richiamo al Regolamento.

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori? Deputato D'Attis, prego.

MAURO D'ATTIS, Relatore per la maggioranza. Sull'ordine dei lavori nel senso che io sono il relatore e ho messo la firma anche su questa legge di bilancio e, francamente, sentirmi chiamare ladro da un collega che rispetto e stimo non mi piace. Per questo intervengo chiedendo alla Presidenza di chiedere al collega di riavvolgere il nastro e, evidentemente, modificare un termine che non può essere ammesso in quest'Aula e non può essere neanche addebitato prima al Ministro, al Governo e a quelli che stanno qui a rappresentare legittimi interessi.

PRESIDENTE. La ringrazio. Diciamo che, tecnicamente, era un richiamo al Regolamento. Stiamo chiedendo lo stenografico, in modo tale che si possa valutare non solo il contenuto, ma anche la forma dell'intervento che abbiamo ascoltato da parte del collega Grimaldi.

Si riprende la discussione.

(Ripresa discussione sulle linee generali - A.C. 2112-bis-A​)

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Giorgianni. Ne ha facoltà.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Grazie, Presidente. In qualità di membro della Commissione bilancio consentitemi subito di ringraziare, di fare un sentito ringraziamento a tutti i colleghi, tanto della maggioranza che dell'opposizione, in particolare ai relatori. Un ringraziamento anche agli uffici della Commissione, al Ministro Giorgetti, quindi al Ministero dell'Economia, ai suoi Sottosegretari. Insomma, tutti coloro che hanno reso possibile un lavoro ordinato, dove non è mai mancato il confronto, a volte anche acceso, ma sempre nel rispetto di tutti.

La legge di bilancio non è solo una semplice norma finanziaria, è una dichiarazione politica di visione del Governo. Con essa non si decidono solo le risorse da allocare, ma si traccia una direzione. Si dice quella che è la l'idea di questo Governo per il benessere dei propri cittadini. Questa manovra segna l'impegno concreto del Governo a migliorare la vita dei suoi cittadini. Si riduce la spesa improduttiva e si dirottano quelle risorse verso l'inclusione sociale, il sostegno alle famiglie, la crescita del lavoro, ma anche agli investimenti pubblici, fondamentali per dare nuovo slancio alla nostra economia.

La manovra 2025 ha confermato importanti investimenti sulle infrastrutture, destinando diversi miliardi al completamento di alcune opere più discusse e importanti d'Italia: un miliardo in più alla TAV Torino-Lione e un altro miliardo a Ferrovie dello Stato per le opere del PNRR. Sì, perché questa manovra bilancia il sostegno alle fasce più deboli senza perdere di vista obiettivi ambiziosi per il rilancio economico: investimenti in efficienza energetica, incentivi al lavoro e anche incentivi strategici e fiscali per una crescita inclusiva e sostenibile.

Non siamo quindi - come dicevo - solo di fronte a un documento finanziario, ma a una vera e propria dichiarazione politica di intenti. La legge di bilancio, anche quest'anno, è in armonia con quelle precedenti, ponendo al centro giustizia sociale, solidarietà e responsabilità economica. Che stiamo andando nella giusta direzione lo dimostrano i numeri, come è stato già ampiamente detto in queste settimane. L'occupazione è in crescita, le assunzioni sono record: è un dato che arriva direttamente dall'Istat ed è la prova che il nostro Paese sta ritrovando il giusto slancio.

La vera politica sociale non è quella che dà assistenza passiva, ma è quella che crea opportunità di lavoro. Abbiamo visto - l'abbiamo ripetuto più volte - in passato che il reddito di cittadinanza non è stata la soluzione e ora, senza di esso, abbiamo visto che si sono create soluzioni mirate e concrete, che sono l'incentivo al lavoro, l'unica soluzione possibile e i risultati ci sono e si vedono.

Non c'è welfare che possa resistere se non c'è un'economia alla base che lo sostenga. È questa la vera sfida: dare al nostro Paese un'economia solida, che crei opportunità per tutti, che rimetta i giovani e i lavoratori al centro, con le loro giustificate ambizioni. Questa legge di bilancio si forma su tre pilastri, potremmo dire: crescita, equità e giustizia sociale. Tre obiettivi fondamentali che vanno a rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. Lavoro, famiglie e imprese: questi sono i tre macrotemi che ritroviamo in tutta la manovra.

Per i lavoratori abbiamo scelto di rendere strutturali l'accorpamento delle tre aliquote Irpef e, ovviamente, abbiamo confermato il taglio del cuneo fiscale, ormai strutturale. Misure concrete che, più di ogni altra, fanno riacquistare fiducia negli italiani e che combattono l'inflazione. Misure che danno un sostegno effettivo e concreto a questi lavoratori.

Per le famiglie poi abbiamo introdotto la carta per i nuovi nati, con un contributo di 1.000 euro per ogni bambino nato o adottato nel 2025, per aiutare e sostenere le prime spese per i nuovi arrivati; abbiamo rafforzato il bonus asilo e aumentato i fondi per le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro. Inoltre, il congedo parentale, retribuito all'80 per cento, è stato esteso da due a tre mesi, per conciliare meglio il lavoro con la vita familiare. Abbiamo anche rifinanziato il Fondo di garanzia prima casa, per permettere a tanti giovani di realizzare il proprio sogno, che garantisce fino all'80 per cento di spesa per l'acquisto, appunto, della prima abitazione.

Per le imprese, poi, sono state fatte un sacco di iniziative, soprattutto per quelle del Sud: sono previsti incentivi per l'occupazione stabile, con una nuova decontribuzione del 25 per cento per le assunzioni a tempo indeterminato nelle aree svantaggiate; poi, il credito d'imposta per le imprese che investono nella ZES è stato incrementato mentre il Piano Transizione 5.0 sostiene la digitalizzazione e l'innovazione delle aziende, con incentivi fiscali e per investimenti in tecnologie verdi e digitali, riducendo finalmente la burocrazia.

Gli emendamenti approvati, che ci hanno visti impegnati fino a poche ore fa - soprattutto i relatori - hanno dato ulteriore slancio a questa manovra, andando ancora più incontro a tutte le fasce dei cittadini. Tra questi, mi preme citare l'introduzione di una Ires più bassa per le aziende che scelgono di reinvestire i propri utili. L'imposta sulle società scenderà dal 24 al 20 per cento per le imprese che reinvestono almeno l'80 per cento degli utili dell'azienda in investimenti in beni strutturali oppure nuove assunzioni. Anche qui, si incentivano i nuovi contratti di lavoro.

Sul fronte pensionistico, poi, anche qui, ci sono delle novità: un emendamento consente di andare in pensione prima, a 64 anni, cumulando la previdenza obbligatoria con quella complementare, dando quindi flessibilità a chi ha lavorato a lungo, ma desidera un'uscita anticipata.

Abbiamo previsto un contributo per le scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità e un bonus di 100 euro per l'acquisto di elettrodomestici ad elevata efficienza energetica, per incentivare la sostenibilità. In accordo con l'opposizione, poi, è stato rifinanziato il reddito di libertà per le donne vittime di violenza: un passo decisivo per favorire l'indipendenza economica di queste donne, che hanno vissuto situazioni gravi di violenza.

Per incentivare, poi, l'innovazione nel campo della salute, è stato previsto un finanziamento di 10 milioni di euro per i policlinici universitari destinato ad apparecchiature biomediche di avanguardia.

Infine, mi pregio di aver dato il mio piccolo contributo per l'istituzione di un Fondo che servirà a coprire le spese legali dovute ai casi di sovraindebitamento - i costi dei professionisti, che aiutano a risolvere le crisi, e i costi processuali, che spesso sono troppo alti - che queste persone indebitate, che non hanno più soldi, non possono più sostenere.

Presidente, questa legge di bilancio arriva in un momento molto difficile, in un momento di inflazione, conflitti internazionali, incertezze sui mercati, tuttavia questa manovra, pur mantenendo un rigido controllo sulla spesa pubblica, è anche una dichiarazione di fiducia sul futuro. È una manovra che stimola la crescita, non abbandonando certo quella che è l'idea principale: il sostegno alle fasce più deboli.

Chi critica questa manovra, che agisce - come abbiamo detto prima - anche sulla razionalizzazione delle spese per i Ministeri, lo fa senza argomenti, lo fa solo ed esclusivamente per demagogia. In un mondo che cambia rapidamente, con nuove sfide sempre alla porta, questa manovra è la risposta di questo Governo. Non è solo un piano economico, ma un impegno morale verso il Paese, verso i cittadini e soprattutto, finalmente, verso le future generazioni. Ogni singolo intervento, ogni misura non è solo una cifra su un foglio bianco, ma un atto concreto, che si traduce in opportunità per i lavoratori, per le famiglie e per le imprese che credono nel futuro. Sebbene il cammino - lo sappiamo - non sia privo di ostacoli, con questa legge possiamo proclamare con orgoglio il nostro impegno per una Nazione più giusta e pronta per affrontare le sfide del futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Questa è una legge di bilancio senza anima, ma soprattutto è una legge di bilancio che ha un grande e grave scollamento con la realtà, con i bisogni e con la quotidianità delle persone e, soprattutto, con la necessità di questo Paese di mettere in cantiere, nella legge più importante dell'anno, quelle misure per la crescita che sono le uniche in grado di trainare anche le persone più fragili e più in difficoltà.

Noi abbiamo lavorato a questa legge di bilancio presentando emendamenti e abbiamo anche raggiunto dei risultati positivi, dei piccoli risultati che voglio elencare perché credo che sia anche giusto dare merito a un'opposizione che non si accontenta di parlare e di gridare, ma propone anche delle soluzioni. È nostro l'emendamento che ha rifinanziato il reddito di libertà: una misura importante perché, quando parliamo di violenza nei confronti delle donne, è importante pensare alla violenza fisica, ma anche a quello che viene prima, a quella dipendenza economica che non permette di spezzare le catene dal proprio partner violento.

E poi ci sono anche altri segnali. Per esempio - io vengo dalla Lombardia - qualche anno fa ci fu un gravissimo incidente a Milano, alla Torre Antonini, e tantissime famiglie ancora oggi si trovano in una condizione di difficoltà, perché - oltre al danno la beffa - si trovano a pagare anche, ad esempio, la tassazione legata a quell'immobile. Quindi, l'emendamento di Italia Viva serve per dare un momento di respiro a queste famiglie, che non pagheranno l'IMU anche quest'anno.

Ma colgo l'occasione dell'intervento in quest'Aula anche per dire che non c'è soltanto la Torre Antonini, ci sono tanti altri edifici, altri immobili che, per cause naturali o per cause esterne, diventano inagibili, e noi dobbiamo avere una norma di sistema. Questo Parlamento, quindi, prenda tempo anche per discutere di questioni importanti che riguardano la vita quotidiana delle persone. E poi c'è il mio emendamento sul rifinanziamento del Piano triennale della pesca, perché questo è un Governo che parla moltissimo di made in Italy e del ruolo degli agricoltori e dei pescatori, eppure, per la prima volta nella storia, e lo dico in modo molto convinto, questa è una legge di bilancio che vede un grande assente, che vede proprio come grande assente l'agricoltura.

Non c'è una misura che sia una che riguardi le nostre filiere agricole. Il nostro settore del made in Italy agricolo e agroalimentare è importante e riconosciuto per la sua qualità e per le sue esportazioni, ma questo non significa che, in questo momento storico, non ci siano moltissime filiere in crisi o in difficoltà. Noi rischiamo, tra qualche tempo, di dover raccontare il made in Italy nei libri di storia, perché non avremo più tante filiere in grado di produrre, in termini di quantità e di qualità, quello che è necessario. Non ci sono, in questa legge di bilancio, le risorse che erano state promesse e che i territori si aspettavano, per esempio, su alcune emergenze gravissime in corso.

In Lombardia, se penso alla provincia di Pavia, non c'è più un suino all'interno delle aziende a causa della peste suina africana, e ci sono degli imprenditori che non hanno ricevuto nulla, non soltanto in termini di ristori (e parliamo di un anno e mezzo, due anni di tempo). Ma soprattutto nulla si è fatto, in questa legge di bilancio, per pensare alla sospensione dei mutui e a delle misure che possano consentire a queste imprese di avere un minimo di visibilità sul futuro.

C'è poi una misura su cui Italia Viva ha da sempre fatto battaglie e ha lavorato, quindi noi cogliamo con favore il fatto che sia stata approvata, insieme agli altri colleghi parlamentari e con il parere favorevole del Governo, la misura sulla partecipazione dei lavoratori ai risultati d'impresa; però avremmo voluto un po' più di coraggio, perché, se dobbiamo pensare, da un lato, alla crescita e a riconoscere agli imprenditori anche quel ruolo, che hanno, di responsabilità sociale, e, dall'altro lato, a rendere più pesanti e più consistenti le buste paga dei lavoratori, la copertura che è stata trovata è insufficiente. Insomma, guardiamo la copertura che è stata trovata: 70 milioni di euro, a fronte di un nostro emendamento che aveva una copertura più grande.

Come minimo ci vorrebbe un miliardo per coprire questa misura, poi lo avete trovato per misure che non hanno riscontrato dei risultati positivi. Credo che forse il Governo una riflessione debba farla su misure che hanno un aspetto generativo. E qui poi entro su un altro aspetto. Ringrazio la Sottosegretaria Albano per la sua attenzione e la sua presenza, ma avevamo concordato che i Ministri potessero essere presenti. Sono qui in Parlamento, però sarebbe anche opportuno che potessero ascoltare gli interventi di tutti i colleghi, a partire dai gruppi di opposizione, anziché stare fuori dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, arrivano alle 9 e se ne vanno dopo 20 minuti! Almeno uno...

ANDREA CASU (PD-IDP). È stato bello, ma è durato poco!

PRESIDENTE. Abbiamo un Sottosegretario abilitato ad ascoltare e ad assistere a questi lavori. Prego, prosegua (Commenti dei deputati Casu e Faraone).

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Una toccata e fuga da parte dei Ministri.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Stessero a casa, allora!

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Non c'è problema, gli manderemo il video.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). È una presa per i fondelli: venire, stare 20 minuti e andare via!

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Prosegua il suo intervento.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Presidente, do ragione ai colleghi, ma manderemo il video al Ministro Giorgetti. Ci tenevo a dire questa cosa di fronte al Ministro Giorgetti, perché questa è una legge di bilancio che - ripeto - per la crescita e per la costruzione di qualcosa di positivo non ha nulla, ma ha sicuramente tante norme contro qualcuno. C'è, per esempio, la norma contro Matteo Renzi. C'è, addirittura, la norma contro la città di Varese: questo è un tema di cui si è poco dibattuto, perché il tema dei lavoratori transfrontalieri non è spesso oggetto di dibattito in questo Parlamento. Vengo da una provincia di confine. Addirittura, dalla sera alla mattina, si tagliano - credo per un atto di cattiveria - alla città di Varese, alla sola città di Varese, 4,2 milioni di euro dei ristorni dei frontalieri.

Perché? Perché si modifica una norma su cui aveva lavorato il Parlamento e su cui avevano lavorato anche deputati della Lega rispetto alla quota dei ristorni che, appunto, ritorna dal 3 al 4 per cento (quindi, la proporzione tra lavoratori transfrontalieri e residenti). E anche qui si è agito per mettere una pezza, perché in queste ore tanti sindaci, di tutti i colori politici, avevano rimarcato questo atto di ingiustizia, perché il comune di Varese perde oltre 4 milioni di euro, ma avevamo anche piccoli comuni da 4.000 abitanti che, dalla sera alla mattina, avrebbero perso 200.000-300.000 euro.

Quindi si fa poi un emendamento dei deputati di maggioranza, un emendamento con cui, di fatto, tecnicamente - basta prendere la calcolatrice, ma questa è la volontà stessa, viste anche le dichiarazioni dei colleghi - si esclude soltanto la città di Varese. E a pagare questa misura, lo dico molto chiaramente al Ministro Giorgetti, non sono gli amministratori di centrosinistra della città di Varese, sono i cittadini della città di Varese che avranno meno servizi e meno opere pubbliche. E poi che cosa facciamo? Nella prossima legislatura, quando magari ci sarà al governo un'altra amministrazione, si ricambierà la norma?

Raramente ho visto in Parlamento norme fatte sulla base di chi ricopre dei ruoli politici all'interno delle amministrazioni locali.

E poi mi vorrei concentrare su un'altra questione, perché, come ho detto, questa è una legge di bilancio che, inspiegabilmente, si accanisce contro alcune categorie. Mai mi sarei aspettata di vedere, da un Governo di qualsiasi colore politico, un accanimento tale nei confronti del Terzo settore. Perché va bene che non si siano messe risorse, va bene relativamente, ma posso comprendere che non si siano messe risorse, ad esempio, approvando il mio emendamento per l'acquisto dei beni mobili strumentali, perché poi, per recuperare le eccedenze alimentari, per trasportare gli anziani, per trasportare le persone con disabilità, magari per andare in un centro diurno o in ospedale a fare una visita, si bussa alla porta del Terzo settore.

Per fare queste cose servono i volontari, servono risorse, si paga la benzina, ma soprattutto servono mezzi e servono attrezzature, e queste cose non ci sono. Si pensa a misure, come la Carta “Dedicata a te”, che effetti, in questo anno e mezzo, non ne hanno portati. Se guardiamo i dati sulla povertà alimentare, infatti, la Carta “Dedicata a te” non ha fatto altro che aumentare i divari, con tutti i paletti che voi avete messo. Però, non vi interessano le misure che, invece, hanno un carattere generativo, quelle che il Terzo settore fa, perché, per esempio, nella distribuzione degli alimenti, il cibo è il biglietto da visita per scoprire quella punta dell'iceberg sotto la quale si vedono tante altre forme di povertà, di solitudine e di esclusione. Quindi, per esempio, il Fondo sugli aiuti alimentari e il Fondo per gli aiuti agli indigenti è rimasto al palo a quei 50 milioni.

Credo che anche su questo debba essere fatto un ragionamento, perché poi si vanno ad incontrare e a salutare i volontari; tanti colleghi di opposizione, ma soprattutto di maggioranza, magari nelle feste natalizie, andranno a salutare e ringraziare i volontari. Ecco, il migliore ringraziamento che noi possiamo fare in quest'Aula è consentire a chi opera ogni giorno di fianco al bisogno di avere gli strumenti giusti per farlo.

Io chiedo davvero al Governo una riflessione, perché a gennaio - ormai, immagino che non siate più in grado di poterlo fare - su alcune misure si dovrà fare un passo indietro e ne cito due, le più gravi e le più brutte che ci sono in questa legge di bilancio. L'articolo 112: benissimo che sia sparita quella misura da ex Unione Sovietica, che solo voi avete potuto immaginare di pensare, sull'obbligo della presenza di referenti del MEF negli organismi di controllo, però è rimasto quel fantomatico comma 4 e voi scrivete “enti” e “associazioni” e si mettono questi soggetti senza escludere, ad esempio, gli enti e le associazioni iscritti al RUNTS, facendo, quindi, riferimento a quella riforma del Terzo settore fatta durante il Governo Renzi che ha implicato un lavoro importantissimo, in questi anni, da parte degli enti di trasparenza, di iscrizione ai registri e di rendicontazione.

C'era un mio emendamento che escludeva da quel comma 4 gli enti del Terzo settore riferiti al decreto legislativo n. 117 del 2017, ma l'avete bocciato e, quindi, oggi noi ci troviamo nella condizione che il limite di spesa che voi volete porre agli enti pubblici, in un'ottica di spending review anche giusta e condivisibile, fa correre il rischio che quella stessa tagliola sia un limite alla spesa anche per quegli enti del Terzo settore che non soltanto in maniera sussidiaria, ma ormai anche in maniera sostitutiva, svolgono tantissimi servizi sociali, sanitari e di protezione dell'ambiente. Infatti, se voi dite e scrivete in quel comma 4, oggi 3-bis, che è rimasto, che bisogna rispettare, per enti e associazioni, il limite di spesa per l'acquisto di beni e servizi riferito al triennio 2021, 2022 e 2023, voi state dicendo - traduco - che quelle associazioni, con i bisogni sociali che sono aumentati, se dovessero avere bisogno di comprare un camioncino, una cella frigorifera o un mezzo per poter trasportare le persone con disabilità non potrebbero più farlo se non è coerente con quei parametri di quel triennio. Io vi chiedo: ma vi rendete conto di questa misura? Rendetevi conto di quanto voi state entrando anche nella libertà di enti del Terzo settore, che devono e possono decidere come utilizzare i soldi che vengono anche dalle erogazioni liberali, che vengono dalle donazioni dei cittadini, dalle donazioni delle imprese, dalle misure di quel fisco buono che in questi anni, fino ad oggi, fino alla legge di bilancio del Governo Meloni, aveva premiato dei comportamenti responsabili.

Vengo a questo secondo punto. Nella tagliola che avete messo alle detrazioni, non avendo escluso dalla vostra tagliola le donazioni in natura e in denaro al Terzo settore, state facendo un danno incalcolabile, perché avete pensato, giustamente, di escludere dal plafond delle detrazioni le spese sanitarie e gli investimenti che i cittadini possono fare nelle PMI innovative e poi, magari aggiungendo una virgola, avreste potuto anche inserire, insieme alle PMI e alle start-up innovative, anche le start-up sociali, perché il Terzo settore è in parte volontariato, ma il Terzo settore è anche innovazione sociale, è posti di lavoro ed è anche parte di quel Terzo settore produttivo che fa la differenza. Insomma, voi, mettendo quella tagliola sulle detrazioni per i redditi sopra i 75.000 euro e non escludendo le misure di favore al Terzo settore, state di fatto facendo fare un passo indietro all'Italia di dieci anni, perché in questi anni i contribuenti e le aziende avevano scelto di sostenere e di finanziare tante attività del Terzo settore del territorio non perché c'era un riconoscimento fiscale, ma era un passo culturale in avanti quello di un fisco in grado di premiare i comportamenti positivi delle aziende.

Ultima cosa, perché ho finito il mio tempo: questa è anche la legge di bilancio delle promesse non mantenute. Voi dovete dare a Cesare quel che è di Cesare; la Vice Ministra Bellucci in tanti convegni aveva rilevato l'importanza di riconoscere il superamento della soglia del tetto del 5 per mille, ma anche questo argomento non è pervenuto, perché, appunto, si è persa la discussione in tante cose.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Dunque, un'altra promessa non mantenuta, però, quantomeno, nel momento in cui i contribuenti decidono di destinare la loro quota parte della dichiarazione dei redditi, datela a quel Terzo settore che ormai vi sta sostituendo nella risposta a molti bisogni (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Vanessa Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e mi lasci, per il suo tramite, cercare di dare qualche risposta, ma soprattutto fare un'operazione verità rispetto a un sacco di bugie che ho dovuto ascoltare in quest'ora di discussione generale.

Innanzitutto, partiamo dai dati, dati che non vengono forniti da questo Governo, ma che vengono certificati dall'Istat. Sì, è vero, lo confermiamo anche noi: l'ultimo trimestre registra un calo della crescita e questo dato lo confermiamo e lo diciamo anche noi, però, sappiamo benissimo che l'Italia è inserita all'interno di un contesto, sia europeo sia internazionale, dove noi dobbiamo considerare anche gli effetti diretti e indiretti che incidono sulle politiche economiche e di sviluppo del nostro Paese. Presidente, dico questo innanzitutto perché vorrei ricordare - sì, è vero - che c'è stato un calo della produzione. Ai colleghi che chiedono soprattutto un sostegno nei confronti del mercato dell'automotive, perché il calo dell'export italiano pesa soprattutto a causa della recessione e della stagnazione della Germania, che ha inciso negativamente per circa 3,1 miliardi di euro sull'export italiano e i dati ci confermano anche quanto all'interno di questi 3,1 miliardi di euro, che noi abbiamo di minor export nei confronti della Germania, il settore e l'ambito di competenza primario che hanno pesato di più sono quelli dell'automotive, io vorrei chiedere a tutti i colleghi di centrosinistra - dicevo - dov'erano in Europa quando si doveva votare contro le norme capestro contro l'automotive (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché si sapeva benissimo che questo approccio ideologico spinto nei confronti del mercato dell'elettrico avrebbe portato a queste conseguenze.

Ma chi ha determinato questa spinta verso il mercato elettrico, andando a distruggere il mercato endotermico, mercato sul quale si basa fortemente tutta l'industria europea, soprattutto quella italiana, che lavora direttamente e indirettamente all'interno di questo ambito? Dov'erano all'interno dei tavoli europei? La Lega c'era e si è sempre opposta a questo approccio ideologico e si era anche opposta ad andare contro le scelte che erano trainate soprattutto da un Paese come la Germania, il cui settore automotive aveva già accertato e siglato contratti bilionari per l'approvvigionamento delle batterie. Poi, non ci si venga a dire che le politiche europee sono dettate solo da un approccio green. No, da un'ideologia green, dettata da un Paese specifico, e queste sono le conseguenze che anche noi, come Italia, subiamo sulla registrazione della riduzione della nostra crescita.

Però, vorrei portare anche un dato positivo, Presidente, perché è la prima volta che accade a livello mondiale - mondiale! - che l'Italia stia gareggiando, al pari del Giappone e della Corea del Sud, per accaparrarsi il quarto posto a livello mondiale in termini di miglior export. Quindi, tutti i colleghi che dicono che noi e questo Governo non stiamo intervenendo per sostenere la produzione anche nell'ambito industriale dicono il falso, perché altrimenti non avremmo la possibilità di raggiungere questi dati che non vengono certificati né dal Governo di centrodestra né da noi parlamentari del gruppo della Lega, ma vengono certificati da enti preposti.

Da questo vorrei partire per entrare nel merito delle misure che sono state inserite. Sono quattro i temi che andrò a toccare, perché per sostenere il lavoro noi dobbiamo sostenere imprese - e l'ha già detto anche la collega Giorgianni, quando mi ha preceduto nell'intervento -, lavoratori, famiglie, dobbiamo sostenere la natalità e, poi, mi lascerà finire e concludere con un passaggio sul tema della sanità, per fare chiarezza anche su questo. Partendo dal tema del sostegno alle imprese, come ho già detto, noi ci inseriamo in un contesto europeo dove il Governo prende atto che nell'ultimo trimestre siamo in difficoltà e, infatti, all'interno della manovra inseriamo l'Ires premiale. Che cos'è l'Ires premiale? Abbassiamo l'aliquota Ires di 4 punti percentuali in favore di quelle aziende che decidono di reinvestire l'80 per cento del loro utile all'interno degli investimenti in nuovi macchinari, in favore delle aziende, piuttosto che nelle assunzioni con contratti a tempo indeterminato, piuttosto che nel sostegno alle politiche di welfare o a corsi o alla formazione dei propri dipendenti. Siamo intervenuti anche con il finanziamento di 900 milioni di euro fino al 2029 della Nuova Sabatini per cercare di facilitare l'accesso al credito, soprattutto delle micro e piccole imprese. Abbiamo rivisto Industria 5.0, una norma che ci viene imposta, anche qui, da Bruxelles e che di fatto non ha colto le esigenze delle aziende.

Infatti, noi l'abbiamo rimodulata e modificata perché possa essere maggiormente attrattiva, soprattutto per le piccole aziende, andando a togliere tanta burocrazia che era inserita e imposta - anche qua - dall'Europa e cercando di semplificare, perché si era dato praticamente per conseguito, senza dover fare dei calcoli astrusi, come in precedenza, il risparmio energetico che permetterà di accedere anche a questa forma di finanziamento.

Abbiamo implementato il Fondo di garanzia delle PMI, soprattutto cercando di estenderlo anche alle aziende che hanno meno di 250 dipendenti. Siamo intervenuti in favore degli artigiani e dei commercianti con due interventi puntuali e mirati: il primo, è quello di velocizzare i pagamenti elettronici; il secondo, molto importante, è quello della riduzione del 50 per cento dei contributi dovuti per chi decide di iscriversi per la prima volta, nel 2025, nella gestione degli artigiani e dei commercianti, optando così per la riduzione del 50 per cento per i primi 36 mesi; anche questo è un aiuto concreto, che andrà a favore di circa 19.000 artigiani e di circa 25.000 commercianti.

Per quanto riguarda poi i dati che vengono certificati da Istat a me, vede, Presidente, spiace veramente smentire i colleghi che dicono che i dati, soprattutto sull'occupazione, non sono dei dati veri, perché allora smentiscono la certificazione Istat, l'ultima quella del 2 dicembre che attesta che l'Italia, a livello soprattutto di disoccupazione, è a dei livelli bassissimi, perché non è vero che siamo sopra la media europea. Infatti, è la prima volta che l'Italia è al di sotto della media europea, perché se la disoccupazione media in Europa, ad oggi, si attesta al 5,9 per cento, l'Italia è al 5,8 per cento, certificato da Istat. È la prima volta, quindi tripletta di risultati positivi certificati.

Secondo risultato, è la prima volta che abbiamo aumentato il tasso di occupazione e siamo arrivati a 62,5 per cento. Si può fare di più? Ma certo che si può fare di più, però intanto è già un primo importante risultato. I giovani non sono neanche stati citati: anche lì abbiamo dei risultati certificati che ci dicono come la disoccupazione giovanile, anche questa, sia in calo: siamo arrivati al 17,7 per cento, in discesa, certificata anche questa da Istat. E l'occupazione femminile? Anche qua abbiamo rotto il tetto di cristallo sull'occupazione femminile, perché siamo arrivati a superare la soglia dei 10 milioni di donne lavoratrici occupate e questo, sì, può dare fastidio, perché solitamente le politiche legate al welfare e all'assistenza sociale erano temi di sinistra e, invece, il Governo di centrodestra sta aiutando proprio quelle fasce più deboli che erano state dimenticate dai Governi di centrosinistra.

Spiace dirlo ma anche Maurizio Landini ha sempre detto che qualora si fosse reso strutturale - e, quindi, in favore dei lavoratori - il taglio del cuneo fiscale e soprattutto l'accorpamento delle aliquote Irpef con conseguente riduzione della pressione sull'Irpef, avrebbe dato un plauso alla maggioranza. C'era stato detto che noi facevamo politiche spot, perché nelle precedenti manovre non era stato reso strutturale: in questa manovra noi lo rendiamo strutturale, abbiamo impegnato 18 miliardi di euro, quindi molto più della metà della manovra, solo per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, che andrà a favorire soprattutto le fasce di reddito medio-basse; e anche l'accorpamento delle tre aliquote Irpef e, soprattutto, la riduzione di quella più bassa, ci permette, anche qua, di dare un ulteriore sostegno, strutturato e strutturale, alle fasce di reddito medio-basse. Chi dice il contrario, mente, soprattutto perché siamo riusciti anche a inserire, in modo strutturale, dei provvedimenti importanti a sostegno della famiglia e della natalità, altro tema molto importante che sta a cuore soprattutto al Ministro Giorgetti, che è voluto intervenire, anche all'interno di questa manovra, dando dei segnali forti in tal senso.

Proprio per sostenere la natalità e per cercare di andare contro quello che è un inverno demografico ormai certificato, siamo intervenuti anche all'interno di questa manovra con il potenziamento dell'assegno unico universale: l'abbiamo tolto dai calcoli dell'ISEE proprio per cercare di dare un messaggio e un riscontro economico importante a sostegno delle famiglie con figli. Abbiamo fatto diventare strutturale il bonus per gli asili nido: fino a 3.600 euro; anche qua una misura non a spot, ma strutturale, che si ritrova all'interno della finanziaria. Abbiamo inserito, per il 2025, un assegno una tantum per i nuovi nati ed i congedi parentali sono stati aumentati. Abbiamo inserito per le famiglie dei bonus specifici: bonus elettrodomestici, il bonus per l'acquisto di mobili. Abbiamo potenziato e rifinanziato la Carta “Dedicata a te”: io ho ascoltato la collega Gadda e non è vero che non è stata utilizzata, perché circa 1,5 milioni di carte sono state consegnate ad altrettante famiglie colpite dal caro carrello. Questo è un segnale importante, perché non solo con questo noi diamo una mano alle famiglie più deboli: abbiamo anche un Fondo per sostenere le famiglie in difficoltà economica per pagare gli affitti, un Fondo di 30 milioni di euro in due anni. Abbiamo inserito anche la cosiddetta “Dote famiglia”. In cosa consiste? È un altro Fondo per sostenere le attività sportive e ricreative extrascolastiche per i bambini dai 6 ai 14 anni per le famiglie che sono in maggiore difficoltà economica; questo è il sostegno che dà il Governo di centrodestra alle famiglie in difficoltà. E ancora, siamo intervenuti sul Fondo garanzia per la prima casa, anche qua sempre pensando ai giovani.

Con tutte queste misure - ne avrei altre da citare, ma non voglio rubare spazio agli altri colleghi - noi siamo intervenuti all'interno di questi quattro ambiti: imprese, lavoro, famiglia e natalità, perché riteniamo che siano queste le leve giuste sulle quali noi possiamo andare avanti per sostenere la nostra economia e, soprattutto, per dare garanzia che ci sia la sostenibilità economica delle scelte future, che - vorrei ricordare - sono state fortemente limitate da scelte politiche passate, che non dipendono da questo Governo.

Anche se adesso noi abbiamo un vincolo pari a 40 miliardi di euro sul 2025 fino al 2027, causato dal superbonus del 110 per cento, e in più abbiamo anche il vincolo dei 12 miliardi di euro imposti dal rientro per il pagamento del debito pubblico nazionale imposto dall'Unione europea, noi siamo riusciti comunque - a fronte di un impegno e un'indisponibilità che supera i 52 miliardi di euro - a portare avanti i nostri impegni di Governo che ci eravamo presi, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli.

Quindi, quando qualche collega mi dice “ma avete tolto alcuni tipi di detrazioni”, io dico: certo, ma non è una scelta, è una necessità, perché abbiamo un'imposizione, un blocco di oltre 52 miliardi che non abbiamo creato noi con questo Governo, ma che abbiamo ereditato per delle scelte politiche dei Governi precedenti, che hanno fortemente limitato l'azione dell'attuale Governo.

Nonostante ciò, questo Governo ha messo in atto tutte le misure che ho poc'anzi elencato e siamo andati avanti sugli impegni, soprattutto sul sostegno alle fasce più deboli. Io so che nel centrosinistra questa cosa dà molto fastidio, perché solitamente questi erano temi loro, invece il Governo di centrodestra, che non doveva assolutamente prestare attenzione alle fasce di reddito maggiormente in difficoltà, sta invece intervenendo in loro favore e i dati ci dicono questo.

Stiamo sostenendo la natalità e lo facciamo in modo convinto in ogni manovra finanziaria. Ma, soprattutto sul tema della sanità - questo è l'ultimo punto - vorrei fare una precisazione, perché ne ho sentite veramente di ogni.

Come è già stato fatto in più di un'occasione, in ordine alla spesa sanitaria in rapporto al PIL, noi siamo riusciti ad aumentare il prodotto interno lordo, cosa che invece non erano riusciti a fare i Governi di centrosinistra. Capisco che questa cosa possa dispiacere, però non possiamo negare l'evidenza legata a dati certificati all'interno delle tabelle della manovra, che andremo poi a votare.

Quando questo Governo si è insediato nel 2022, il finanziamento del sistema sanitario era pari a 124 miliardi di euro; noi in manovra abbiamo certificato che il sistema sanitario avrà un finanziamento nel 2027, quando finirà la legislatura, pari a 147 miliardi di euro: più 23 miliardi di euro, questo è il dato. A me spiace solo dire che, è vero, non abbiamo raggiunto i 35 miliardi di euro di tagli orizzontali che invece avevate imposto voi con i Governi Renzi, Letta, Gentiloni, che avevano, sciaguratamente, tagliato orizzontalmente tutta la spesa sanitaria. Ma all'epoca andava benissimo: un plauso ai tagli sulla sanità che erano stati operati soprattutto dai Governi di centrosinistra e che sono stati certificati. Peccato che noi in questa manovra, spiace ricordare ai colleghi, invece certifichiamo l'esatto contrario, quindi basta dire che questo Governo non interviene sulla sanità o non ha a cuore i temi della sanità.

Concludo sul tema della sanità, Presidente, ricordando come, sì, è vero, ci si può dividere a livello politico su tante cose, però devo ringraziare tutti i colleghi di tutti i gruppi politici, soprattutto dell'Intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” perché, grazie alla disponibilità del Ministro Giancarlo Giorgetti ed anche del Ministro Orazio Schillaci che ci hanno ascoltato, abbiamo portato a casa degli emendamenti sottoscritti da tutti i gruppi politici, veramente importanti, in favore soprattutto delle associazioni dei pazienti.

Ricordo, tra i più importanti, quello della nostra proposta di legge, che abbiamo deciso, di comune intento, di convertire in emendamento, che è stato approvato all'interno di questa manovra e che rende strutturale e continuativa, indipendentemente dai Governi e dal colore politico, la partecipazione delle associazioni di pazienti ai principali tavoli ministeriali del Ministero della Salute. Questo è un risultato molto importante perché si parla di coinvolgimento del Terzo settore e noi siamo riusciti ad inserirlo e a portarlo a termine all'interno di questa manovra.

Un altro emendamento sottoscritto da tutto l'intergruppo - e ringrazio veramente tutti per il sostegno - è quello sulle Breast Unit: anche lì siamo intervenuti per andare a certificare la qualità dell'erogazione dei servizi, oltre che la presenza di queste Breast Unit a livello nazionale.

Un altro ringraziamento va al collega Quartini per il rifinanziamento del Fondo per l'attuazione del Registro dei tumori, anche questo molto importante. Ringraziamo anche per l'emendamento a prima firma del collega Cappellacci, che abbiamo sostenuto come intergruppo, che permette di lavorare sui malati di tumore al polmone: anche qui siamo intervenuti per aumentare la prevenzione e dare la possibilità di intervenire anche in favore di questa patologia. E non da ultimo, vorrei ricordare un altro importante emendamento - che, è vero, nella quantificazione forse può sembrare poco, ma per noi è un messaggio molto importante - che è quello a prima firma del collega Mule', che abbiamo tutti sostenuto, che inserisce il sostegno psicologico all'interno dei reparti di oncologia pediatrica, destinando un fondo di mezzo milione di euro, a decorrere dal 2025, per cercare di aiutare e sostenere, anche sotto l'aspetto psicologico, i bambini che si trovano nei reparti di oncologia pediatrica e i loro familiari.

Quindi, vorrei ringraziare veramente l'intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” e le associazioni del progetto “La Salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che hanno sempre sollecitato noi parlamentari a sollecitare, a nostra volta, il Governo per cercare di portare a casa questi importanti risultati. Potremo dividerci su tante cose, potremo essere divisi sulle politiche di sviluppo economico, potremo essere divisi su molto, ma non sul tema importante dell'impegno contro il cancro.

Concludo, Presidente, ringraziando i colleghi che hanno sostenuto con impegno e determinazione tutte queste nostre proposte emendative dell'intergruppo. Ringrazio, infine, anche i colleghi, i relatori, il Governo e, soprattutto, gli uffici, anche da parte mia, per tutto il lavoro che è stato fatto per portare a casa questa manovra di bilancio e lascio adesso la parola agli altri colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Valentina Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro Giorgetti, dall'inizio di questa legislatura abbiamo parlato di questo appuntamento della legge di bilancio 2025 come il momento in cui avremmo avuto le risposte. La prima legge di bilancio è passata con voi che attribuivate tutte le responsabilità di ciò che non c'era al Presidente Draghi. La seconda legge di bilancio è passata e ve la siete presa con il superbonus. Questa volta ci aspettavamo qualche risposta e, invece, purtroppo, ci troviamo una legge di bilancio che, risposte, non ne dà.

Cosa ci aspettavamo? Interventi strutturali: a questo serve una legge di bilancio. Interventi strutturali e visione. Visione per il rilancio dell'economia. Visione per la tutela dei più fragili e garanzie sui diritti. È una clamorosa occasione mancata su entrambi questi fronti.

Premesso che ci troviamo a discutere una legge di bilancio ampiamente riscritta, con una pioggia di emendamenti senza relazioni tecniche e copertura, alla fine, la legge c'è, le opposizioni sono riuscite a correggere alcune cose, qualche stortura è stata raddrizzata, ma, di fatto, risposte strutturali sulle domande che ponevamo non ci sono. E stiamo parlando del provvedimento più importante della vita del Paese. Le dirò che, avendo seguito i lavori prima in Commissione e poi qui in Aula, mi sembra il mondo al contrario.

La collega Cattoi ha parlato prima e ha elencato la quantità di bonus che il Governo prevede. Le opposizioni, viceversa, hanno cercato di fare emendamenti intervenendo strutturalmente sul bilancio. Questa, se vuole, è la fotografia di quello che voi ci consegnate: su nulla - su nulla! - riusciamo ad avere una visione che potrebbe essere diversa dalla nostra, ma almeno racconterebbe al Paese un progetto. Arrivano piogge di bonus. Noi timidamente, tema per tema, abbiamo cercato di darvi suggerimenti e aiuti per intervenire strutturalmente.

Noi veniamo da venti mesi di produzione in calo: nell'automotive, nella moda, nella siderurgia. Non si interviene in modo sostanziale, non si interviene con una proposta o con un'idea. Per tacere, poi, del silenzio assordante sul lato delle tutele e delle protezioni. Non c'è da nessuna parte la parola cultura, non c'è la scuola, non c'è l'università, non c'è la disabilità: sono parole completamente assenti e, quando ci sono, ci sono per dei bonus. Non servono bonus, servono politiche che in questi mesi noi abbiamo illustrato nel dettaglio. E i Ministri che ci venivano a riferire - che si tratti di Valditara sulla scuola, della Bernini sull'università o dei Ministri che si sono avvicendati sulla cultura - hanno condiviso con noi quali fossero le priorità strutturali da affrontare. Il Ministro Valditara ci aveva annunciato che avremmo avuto un certo numero di assunzioni per il sostegno a scuola. Abbiamo un quinto di quello che aveva detto e ce l'aveva detto un mese fa.

Questa è la fotografia che ci viene consegnata. Per tacere, poi, dell'assenza totale di assunzioni in sanità: liste d'attesa che non avranno modo di muoversi. O ancora, l'analfabetismo funzionale: abbiamo dati disarmanti sui tassi di lettura e di abbandono scolastico e non c'è una proposta, non c'è una visione, non c'è un'idea.

Abbiamo discusso per ore dell'aumento dello stipendio dei Ministri, questioni che francamente ci appassionano il giusto, o di bonus elettrodomestici, sui quali mettiamo 50 milioni per dare 100 euro alle persone per cambiare la lavatrice. Ma quelle persone sono le stesse che non sanno come uscire da problemi ben più complessi. Diamo un bonus per le attività extrascolastiche che i bambini fanno in oratorio, ovviamente, solo alle famiglie con redditi fino a 15.000 euro, oratori ai quali, tagliando tutte le risorse per il Terzo settore, abbiamo tolto investimenti. E così è tutto.

Si potrebbe replicare: noi siamo soddisfatti del lavoro fatto in Commissione, con la nostra relatrice Bonetti, sullo psicologo scolastico e sul benessere mentale dei ragazzi. Siamo intervenuti strutturalmente. Così come siamo intervenuti strutturalmente sul tax credit, per un meccanismo che non posso pensare che lei, Ministro Giorgetti, avesse mai validato, che era quello per cui lo Stato, a fronte di uno sgravio fiscale all'industria dell'audiovisivo, diventava proprietario dei film: una roba che non si è mai vista in nessuna parte dell'Occidente e dell'Oriente. Noi, che spesso ci pregiamo di avere invenzioni brillanti, l'avevamo proposto. Per fortuna, a fronte di un nostro emendamento, il Governo ha fatto marcia indietro. Abbiamo messo fondi strutturali - perché noi, l'opposizione, ha messo i fondi strutturali, mentre il Governo ha previsto bonus - per la promozione dei diritti delle persone con disabilità: poca roba, lontanissimo da quello che serve, perché i numeri ci dicono che una persona su quattro ha una disabilità nel senso lato inteso dall'Organizzazione mondiale della sanità. Ciò significa tutte le famiglie. Certo, il milione e mezzo di euro che riusciamo a mettere noi, come opposizioni, farà ben poco, ma qualcuno lo dovrà pur fare. Voi governerete probabilmente ancora per un po' di tempo, forse è il caso che ve ne occupiate. Abbiamo finanziato, anche lì, con un investimento sui fondi strutturali, gli ausili e le protesi per l'attività sportiva delle persone con disabilità. Abbiamo dato risorse per la Metro C e per le Metro in generale; in particolare, essendo cittadina romana, sono contenta che cercheremo di dare vagoni e binari migliori alla Metro C di Roma, che versa in grave dissesto.

Purtroppo, invece, sono stati respinti altri emendamenti con i quali noi aiutavamo, per esempio, gli idonei della scuola, ancora in attesa di essere stabilizzati: nonostante i grandi piani assunzionali del PNRR, non riusciamo a stabilizzare persone che da 10 anni vivono di concorsi e non sanno di che morte devono morire.

Così come mettiamo solo 1.620 persone sul sostegno, quando, poche settimane fa, avevamo detto che sarebbero state 5.000. Sulla cultura, sono stati respinti gli emendamenti sulla lotta alla pirateria, quelli sull'editoria, quelli sull'apertura di piccole librerie, sul diritto d'autore, sulle biblioteche, tutti. Per non far torto a nessuno, la cultura l'abbiamo tagliata tutta. Ebbene, Ministro, le dico questo: proprio perché abbiamo fatto emendamenti strutturali, proprio perché abbiamo fatto emendamenti costruttivi, proprio perché siamo consapevoli, l'unica cosa che un po' dispiace è avere sentito toni trionfalistici dai banchi della maggioranza.

Infatti, se i toni fossero stati quelli di chi dice “ci rendiamo conto, non ce l'abbiamo fatta per la terza volta, non riusciamo ad aiutare gli italiani”, almeno avremmo apprezzato l'umiltà, invece ci vengono a raccontare che le persone stanno bene. Voi fermate una persona a caso, penso a un cittadino italiano qualsiasi. Questa mattina, venendo qui, parlavo con una signora - si chiama Francesca - che smontava dopo avere fatto la notte in una clinica dove lavora come infermiera.

Mi raccontava di una parente, non so se fosse una sorella, che aveva perso il lavoro a causa della crisi in quest'anno, non so se lavorasse nel comparto dell'automotive, della moda o della siderurgia. Mi sono immaginata questa signora che, magari, ha speso centinaia di euro per i libri dei figli e non avrà e non ha avuto un minimo di aiuto. Se, magari, ha figli piccoli, questi figli piccoli vanno in una scuola e quella scuola non avrà il personale ATA stabilizzato. Ricordo che il personale ATA è quello che consente l'apertura delle nostre scuole, è quello che consente di svolgere attività in orario extrascolastico.

Quindi, non avrà nuovi insegnanti, non avrà gli insegnanti di sostegno se questo bimbo ha una criticità. Se ha una persona con disabilità in famiglia, si troverà i numeri per i quali noi riusciremo a fare quello che avevamo promesso con la legge quadro sulla disabilità, ovvero dare un programma individuale a ogni persona con una fragilità. Ebbene, noi ne toccheremo l'1 per cento: l'1 per cento della platea delle persone con disabilità potrà avere ciò che la legge garantisce a tutti, che è un programma di assistenza individuale.

Se c'è una persona con disabilità in famiglia, l'amica, la sorella della signora Francesca si troverà a doversene curare lei, da sola, come succede alla maggiore parte degli italiani. Ovviamente, se è tra i milioni di italiani che aspettano di fare una visita medica, alla fine, utilizzerà i suoi soldi e andrà a farla privatamente, perché non si potrà permettere, per qualche patologia grave, di aspettare un anno per un intervento o per una visita. Se ha un figlio - io ne ho tre - che cerca lavoro, come molti di noi si arrenderà all'idea che abbia un lavoro precario o sottopagato oppure che vada all'estero. Ministro, per questo le dico che gli interventi trionfalistici che abbiamo sentito sono offensivi non per noi, ma per gli italiani.

Noi cosa ci aspettiamo, cosa le chiediamo? Non mettiamo in discussione la serietà, abbiamo visto la relatrice e il Sottosegretario Freni, abbiamo visto un tentativo di dare risposte. Chi è stato dietro a questi numeri, in questi giorni, sa cosa c'è dentro, sa quali sono le storture, le complessità e la vita difficile che si troveranno a fare gli italiani. Noi auspichiamo che su alcuni temi si corregga il tiro nei prossimi mesi. Il Ministro Giuli ha detto che sulla cultura torneremo, il Ministro Valditara ci promette cose, ma le prometta anche lei, perché, poi, la copertura economica dovete darla voi, altrimenti è inutile che passiamo l'anno a parlare di progetti che non vengono coperti.

Se da parte vostra c'è un impegno serio a correggere il tiro, ci troverete sempre qui, dalla stessa parte, a dare una mano agli italiani, a dare una mano alle persone, a dare una mano alle persone più fragili, a dare una mano all'economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico industriale statale “Galileo Galilei” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ricordo che è in corso di svolgimento la discussione sulle linee generali sulla legge di bilancio e che, a breve, l'Aula si riempirà per le fasi finali di questa discussione e anche per probabili, eventuali voti.

È iscritta a parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Diciannove miliardi, Ministro: sono queste le risorse che mancano da qui al 2030 e, quindi, ha tanto lavoro da fare per provare a risollevare il nostro sistema sanitario nazionale, oggi in grande affanno. Lo diciamo con preoccupazione e rammarico, perché questa è una legge di bilancio molto lontana dalla necessità della sanità pubblica, con interventi ampiamente insufficienti. Il Fondo è di 136,5 miliardi: di fatto, si aggiungono 1,3 miliardi rispetto a quanto già stanziato nel bilancio del 2024.

Nonostante le scenette con la calcolatrice, che sono un insulto ai 4,5 milioni di italiani che rinunciano alle cure, vi è un'evidente riduzione degli investimenti sulla sanità rispetto alla ricchezza prodotta dal Paese. Evidentemente - lo diciamo con forza - il rafforzamento del sistema sanitario e la tutela della salute non sono una priorità per il vostro Governo. Il Fondo sanitario nazionale scende dal 6,12 per cento del 2024 al 5,7 del 2029. Non si è mai toccata una cifra così bassa: siamo al minimo storico, addirittura sotto al 6 per cento. Tutte le altre sono bugie, poco rispettose e raccontate a reti unificate.

In questa manovra, infatti, non c'è il piano straordinario di assunzioni di medici e infermieri che avevate promesso; non c'è l'abolizione del tetto di spesa per il personale; non ci sono risorse adeguate per restituire attrattività al sistema sanitario, visto che le indennità di specificità sono solo delle briciole, al pari di quelle che avete dato ai pensionati, che, grazie a voi, si pagheranno un caffè, ma non tutti i giorni, una volta al mese.

Andate, dunque, a spiegare agli infermieri perché avete trovato solamente 7 euro o a un medico perché avete trovato solamente 17 euro, a loro che hanno già gli stipendi più bassi d'Europa, mentre siete stati bravissimi, e lo siete dall'inizio, a finanziare opere faraoniche, come il ponte sullo Stretto, o a fare opere di propaganda, come i centri in Albania, utili solo a ciò che vi riesce meglio: la propaganda, con cui ogni giorno prendete in giro gli elettori, i cittadini italiani, con una legge, anche questa, che vede tante mance e mancette, senza quella visione strategica che un Paese come il nostro si merita.

Approfitto di questa occasione per esprimere, a nome del Partito Democratico, la nostra vicinanza e solidarietà al personale sanitario, ai medici, agli infermieri, ai dirigenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché è grazie a loro che il sistema sanitario si tiene in piedi, al loro impegno, alla loro dedizione, alla loro passione civile, alla loro professionalità. Se non investiamo per rendere le professioni sanitarie attrattive e riconoscere loro la giusta dignità, affosseremo per sempre il sistema sanitario e perderemo risorse straordinarie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo dico perché, secondo l'OCSE, la spesa sanitaria crescerà, fisiologicamente, in media, del 2,6 per cento ogni anno, fino al 2040, a causa del costo dei farmaci e delle tecnologie sanitarie, dell'invecchiamento della popolazione e dell'inflazione.

Gli incrementi previsti dalla manovra al 2025 sono ben al di sotto di questa soglia, e non saranno, dunque, sufficienti a mantenere il passo, lasciando il nostro sistema sanitario sempre più indietro. Dico di più: gli incrementi annuali del Fondo sanitario nazionale non sono sufficienti a coprire nemmeno le misure che avete previsto. Cosa significa questo? Che le regioni, per riuscire a realizzare tutti gli obiettivi della legge di bilancio sulla sanità, dovranno fare delle scelte drastiche, razionalizzare la spesa, tagliare i servizi, aumentare l'Irpef. Ma dico di peggio, lo dico ai colleghi che sono in Commissione bilancio: l'articolo 47, quello deputato al rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale, è uscito dalla Commissione bilancio peggio di come è entrato.

Abbiamo tolto da quell'articolo 469 milioni di euro per andare a finanziare molte altre opere, a discapito sempre della sanità pubblica. Avete, dunque, intenzione di affrontare il problema o preferite continuare a gettare la polvere sotto il tappeto? Lo dico perché, quando uscirete dal vostro mondo fantastico, parallelo, dove tutto va bene, provate ad interrogarvi e ad ascoltare i bisogni: la crisi del personale sanitario, che abbandona il sistema sanitario per turni massacranti, stipendi inadeguati, casi di violenza quotidiani; l'aumento esponenziale della spesa a carico delle famiglie, con gli italiani che rinunciano alle cure e chi è costretto a spostarsi da una regione all'altra; i pronto soccorso affollati e gli enormi disagi causati dalle lunghe liste di attesa; la fuga dalle specializzazioni dei nostri giovani; la mancanza di medici di base - lo ricordo, ne mancano 3.100 - e le difficoltà che hanno alcune regioni nel rispettare i LEA, che dovrebbero essere un indicatore di uniformità delle prestazioni e che, oggi, invece, sono diventati la certificazione delle disuguaglianze territoriali; e poi i ritardi del PNRR.

Questo è un elenco di un fallimento, anzi di una tragedia annunciata rispetto alla quale non avete mai voluto confrontarvi, voi, chiusi nei vostri palazzi e molto occupati a farvi i fatti vostri, lontani dai bisogni degli italiani. Lo ricordo perché a me la storia del Sottosegretario Gemmato ha molto colpito. È una questione etica, di opportunità, perché il Ministro e tutti i suoi collaboratori sono i primi che devono essere i garanti della sanità pubblica e del diritto alla salute per tutti. Evidentemente, non è così, perché il disegno è molto chiaro: il disegno è quello di smantellare la sanità pubblica e favorire gli interessi dei privati e la fatica in cui oggi versa il sistema sanitario nazionale è la migliore pubblicità per la sanità privata e di quanti fanno affari sulla pelle dei cittadini. Sì, perché oggi abbiamo già un sistema duale, quello del sistema sanitario, destinato a curare le fasce sempre più fragili della popolazione, e la sanità privata, che accoglie i ricchi e i benestanti. È una strada pericolosa, sulla quale è necessario interrogarci perché ci chiediamo e vorremmo sapere: ma vi interessa qualcosa dei cittadini italiani?

Avete bocciato le nostre proposte, quelle sulla sanità: i 5,5 miliardi che, come opposizione, abbiamo proposto nel prossimo triennio per sostenere il sistema sanitario nazionale, il superamento del tetto per le assunzioni con 400 milioni e un miliardo per la prevenzione. Nessuna disponibilità al dialogo. Ma vi rendete conto che le risorse che non mettete voi, che non mette lo Stato, le mettono i cittadini di tasca propria? Il messaggio che passa è disarmante: è quello di uno Stato che non c'è, che abbandona i suoi cittadini al loro destino, sulla sanità come su altro, mentre si continua a favorire l'evasione fiscale, a condonare tasse, sanzioni, multe, comprese quelle dei no-vax, che mettono in crisi, poi, i bilanci di comuni ed enti locali. Una beffa giornaliera, uno schiaffo ai cittadini onesti, a chi paga le tasse, a chi si vaccina, perché ogni scelta individuale possa garantire un beneficio collettivo. E mi stupisco della sudditanza del Ministro Schillaci, un medico che sa bene come il piano vaccinale sia uno strumento strategico di politica sanitaria pubblica per proteggere la popolazione.

È vero. Abbiamo contribuito a migliorare questa legge di bilancio con alcuni emendamenti e ne siamo orgogliosi, ma è una goccia in un mare di niente. Penso all'emendamento che ha superato la norma transitoria per i medici specializzandi del decreto Calabria, penso al rifinanziamento dei test NGS per le malattie rare e la diagnosi precoce, penso al finanziamento del bonus psicologo e al Fondo per la psicologia scolastica. Certo, abbiamo fatto qualche passo avanti, ma questa è una legge di bilancio pesante che suona il de profundis della sanità pubblica italiana. Al di là dei vostri proclami populisti su inesistenti investimenti record e toni trionfalistici che - mi dispiace dirlo - abbiamo sentito anche in quest'Aula, c'è un lungo elenco di fatti e i fatti sono testardi come la verità. È di questo che dovete render conto, perché il sistema sanitario è un investimento sul futuro del Paese, sulla sua competitività, sulla sua attrattività. È il presupposto per costruire il benessere di un'intera comunità. Da qui, dalla serietà delle politiche pubbliche messe in campo, si misura il grado di maturità e di civiltà di un Paese, che si dovrebbe fondare su uguaglianza, universalismo, equità, giustizia sociale e parità. Siamo su una strada pericolosa, siete su una strada pericolosa che mette a rischio la democrazia. Fermatevi finché siamo in tempo e parliamone.

PRESIDENTE. Concluda.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Ascoltate le richieste di aiuto non del Partito Democratico - chiudo - ma dei cittadini italiani, perché è a tutti loro che voi e noi, insieme, dovremo rendere conto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico a indirizzo sportivo interno al Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Auguriamo loro ogni fortuna e ricordiamo che siamo in presenza prevalentemente dei deputati iscritti in discussione generale sulla legge di bilancio, oltre che del Governo nelle persone del Ministro Giorgetti e del Sottosegretario Freni.

È iscritto a parlare il deputato Andrea Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, Ministro, Sottosegretari, colleghi, io penso che questa manovra sia sostanzialmente pessima. L'anno scorso ho definito la manovra miserrima e credo che quest'anno si sia sullo stesso versante.

Ci sono dei record di questo Governo e sono record negativi: 5.700.000 poveri assoluti, 2.200.000 famiglie in povertà assoluta, 4 milioni di lavoratori poveri e un calo industriale da 21 mesi a questa parte che non mostra segni di cedimento. Il prossimo inverno sarà l'inverno più freddo degli ultimi anni e sarà anche l'inverno più costoso da un punto di vista energetico. Viene in mente Draghi quando diceva: volete la pace o i condizionatori accesi? Sette miliardi e mezzo in tre anni per gli armamenti nella folle guerra in Ucraina.

Eppure, questa manovra aggiunge ben poco rispetto alla situazione complessiva. Si procede dall'inutile e costoso ponte sullo Stretto alla spesa sugli armamenti e restano pochi e insultanti spiccioli per le pensioni, cioè 1,80 euro di aumento medio. Per aumentare le retribuzioni degli infermieri ci sono 7 euro e per i medici 17 euro.

Che dire, poi, dei favori all'industria dell'azzardo, Ministro? È stata definita dal Sottosegretario Freni una risorsa fondamentale per l'economia. Io voglio ricordare che anche rispetto all'azzardo state strutturando la nuova scommessa che doveva servire solo per le zone alluvionate. C'è un aumento delle scommesse e del volume di azzardo, state eliminando l'osservatorio sull'azzardo, che era un osservatorio importante ai fini epidemiologici e ai fini della valutazione del problema, e state prorogando le concessioni sull'azzardo. Giorgetti ci dovrebbe spiegare quanti soldi prenderà in più e ci dovrebbe spiegare dove andrà a prenderli. Non li prende dai concessionari, da quei soggetti che gestiscono per conto dello Stato italiano un settore molto delicato per la salute, ma in parte fiscalmente residenti nei paradisi fiscali, per cui drenano soldi fuori dall'economia italiana. Ci si dimentica che tra questi signori ci sono anche i mafiosi. Sissignori, i mafiosi che con l'esplosione dell'azzardo legale hanno fatto più affari che con le bische clandestine. Il procuratore capo di Bari, dottor Rossi, nel marzo 2023 lo disse in Senato: le mafie non hanno solo infiltrato l'azzardo legale, ne hanno assunto il controllo. Ma, evidentemente, si pensa a incassare denaro e le indicazioni della Commissione antimafia per contrastare questo fenomeno giacciono inascoltate.

Dove si vanno a prendere questi soldi, Ministro? Io glielo dico: dalla povera gente. Nel 2023, l'azzardo legale ha fatturato 136 miliardi, la più grande impresa non produttiva del Paese; si stima che a fine anno saranno 160 miliardi, più degli investimenti in sanità; 120 milioni di ore passate ad azzardare, un terzo delle vacanze degli italiani; 4.000 gratta e vinci al minuto, con un più 8,8 per cento sul 2023. Sono tempi di vita sottratti alla vita sociale, sottratti ai cittadini per fare cassa. L'Italia è il primo mercato dell'azzardo in Europa, quando è al dodicesimo posto per reddito pro capite. Rimane l'ipocrisia di lasciare circolare, però, le pubblicità delle scommesse sportive per incrementare gli affari del settore.

Lo sa quanti minorenni giocano d'azzardo? Lo sa che sulla maglia dell'Inter c'è lo sponsor Betsson e poi sotto c'è scritto più piccolo “.news”?

Ma, sopra è scritto Betsson e Betsson.it è una società del gioco d'azzardo. Bet in inglese vuol dire scommessa. Ebbene, Presidente, io le do una notizia, che la pubblicità e le sponsorizzazioni sui giochi, grazie al MoVimento 5 Stelle, sarebbero già legge ma Agcom, che dovrebbe vigilare e comminare le sanzioni, ha disapplicato una legge dello Stato, con delle semplici linee guida di una autorità.

Si è lasciata condizionare dalle lobby dell'azzardo. Ora, per fare cassa, quella pubblicità serve, perché aumenta il mercato, quindi, ai concessionari con una mano togliamo e, con l'altra, diamo. Ma quei soldi li prendete ai ragazzi minorenni. Io provengo dal mondo della cura delle dipendenze e lo sa, Giorgetti, che, quanto prima si inizia a giocare, tanto maggiori sono le probabilità di ammalarsi e in forme più gravi e difficilissime da curare?

Che dire, poi, del definanziamento della sanità pubblica: un miliardo e 300 milioni per il 2025 non bastano nemmeno a far pari con l'inflazione. Si scende al di sotto del 6 per cento del PIL; l'abolizione del tetto alle assunzioni è un miraggio. Il personale è sottodimensionato, i turni di lavoro sono massacranti, il benessere organizzativo, quello retributivo e quello professionale, sono dimenticati. La ridotta tassazione degli straordinari per il personale infermieristico è cosa ridicola, se si pensa che già sono in debito con i tempi di vita. In compenso, si continua con la logica di favorire il privato, unico soggetto che guadagna sulle liste d'attesa, con le ricche convenzioni delle cliniche del Nord del Paese. Il progetto stesso dell'autonomia differenziata, che vogliamo spazzar via con il referendum, va in questa direzione. Ancora oggi, noi possiamo constatare il divario che c'è tra Nord e Sud ed è assolutamente inaccettabile la migrazione sanitaria; è assolutamente ingiusto che chi nasce al Sud, ha meno diritti di chi nasce al Nord e questo sistema non va assolutamente sostenuto. Le nostre proposte di rifinanziare, con risorse sufficienti - ricordo che rispetto alla media OCSE siamo in debito di oltre 40 miliardi - sono state rigettate pur avendo coperture economiche significative. Ma già, voi avete sposato un'economia di guerra, voi avete in testa un inutile ponte sullo Stretto, eppure ci sono 4 milioni e mezzo di persone che rinunciano alle cure. Anche questa legge di bilancio è pessima, è miserrima, Presidente, e noi voteremo convintamente contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Elisabetta Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, qualcuno ha sostenuto che questa sia una manovra prudente. Noi, da parte nostra, come Alleanza Verdi e Sinistra, registriamo, invece, come questa sia una manovra soprattutto confusa, insufficiente, ripetitiva, rispetto alle precedenti manovre. Siamo di fronte a scelte di ordinaria amministrazione, ordinaria elargizione ai settori ben presidiati dalle lobby vicine al Governo, come quello dell'industria degli armamenti e ordinaria riduzione ai settori in cui si trovano quei servizi pubblici fondamentali che costituiscono l'architrave del senso della Costituzione italiana. Mi riferisco alla scuola e all'università, alla ricerca, alla sanità, all'ambiente, alla transizione ecologica e alle politiche industriali.

Questa maggioranza di destra taglia e dimentica tutto ciò che è importante; persa, Presidente, nelle sue chimere suprematiste, nel labirinto penale costruito a suon di aumenti di pena e nuovi reati, nell'inseguimento ai nostalgici della cultura di qualche ventennio, nell'elogio del manganello e nella demonizzazione delle tasse, come fossero il male assoluto, una mostruosità, il più grande problema del Paese. Mentre sono, razionalmente - se la razionalità, Ministro, ci interessa ancora -, lo strumento attraverso cui si può operare un riequilibrio, una redistribuzione della ricchezza e un'efficienza dello Stato e dei servizi da esso erogati.

Non c'è, Presidente, in questa manovra di bilancio, una visione, un'idea del Paese, un progetto tangibile e concreto, una scommessa su qualcuno o su qualcosa. La destra ha ridotto l'Italia all'argomento di una retorica nazionalista, l'Italia è diventata una parola, un modo di dire, il pretesto di un linguaggio che ha l'unica funzione di nascondere il vuoto pneumatico, nascondere l'indifferenza nei confronti dei problemi delle persone e, infine, la legittimazione e la normalizzazione dell'ingiustizia sociale e del disastro climatico. “Questa Nazione, questa Nazione, questa Nazione”: dai banchi della destra, Presidente, lo ripetono in maniera convulsa e continuativa, milioni di volte, dicono ossessivamente che stiamo difendendo l'interesse della Nazione. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra, però, crediamo che sia venuto il momento di spiegare alla Presidente Meloni e alla sua maggioranza che questa Nazione è, prima di tutto, composta da persone che hanno problemi, che incontrano difficoltà, che hanno aspettative e bisogni e che vogliono risposte.

Vogliamo elencare questi problemi della Nazione, queste questioni nazionali. La prima e la più clamorosa - e anche la più clamorosamente ignorata dal Governo - è la questione salariale: gli stipendi degli italiani e delle italiane sono troppo bassi. Ve lo ripetiamo da due anni e lo dicevamo anche negli anni precedenti. Secondo l'OCSE, questa Nazione ha il primato negativo per i salari reali, siamo il Paese peggiore dell'area euro: meno 6,9 per cento rispetto al 2019. Non è solo colpa della crisi inflattiva scatenata dalla guerra, ma è un problema strutturale e di lungo corso. Tra il 2013 e il 2022 la crescita dei salari, in termini di potere d'acquisto, ci vede arretrare: meno 2 per cento, mentre in tutta Europa i salari sono cresciuti almeno del 2,5 per cento. In Italia aumenta, inoltre, la cassa integrazione, più 23 per cento, e diminuiscono le ore lavorate. È possibile che in questa situazione ci tocchi ascoltare, ogni giorno, dalla Presidente Giorgia Meloni, affermazioni che dicono che i più grandi risultati del Governo sono sul lavoro e sull'occupazione? È possibile, ma davvero? Non sentite come stride il vostro trionfalismo con la realtà di milioni di italiani che hanno tanti problemi quando fanno i conti in famiglia su come coprire le spese? State rendendo strutturale un piccolo taglio al cuneo fiscale, qualcosa che è stato fatto almeno da quattro Governi precedenti e pensate, così, di aver risolto il problema e in qualche modo di aver dato una risposta. Allora, io, Ministro, le dico questo: lei può scegliere se chiedere alle persone comuni, fuori di qui, oppure ai centri di ricerca, qualsiasi centro di ricerca, ma da entrambi avrà la stessa risposta, perché gli stipendi non crescono abbastanza e, se lo fanno, lo fanno comunque rimanendo sotto il livello della crescita dell'inflazione, che abbiamo avuto in questi anni. Vi vantate dei dati sull'occupazione, mettendovi in imbarazzo da soli, perché, non noi di Alleanza Verdi e Sinistra, ma Goldman Sachs dice che una parte - sto leggendo letteralmente - “una parte sproporzionata dell'aumento è avvenuta nel settore delle costruzioni grazie ai crediti d'imposta” e, quindi, da quel superbonus che avete additato come una mostruosità e l'altra parte è dovuta al PNRR, cioè ai 200 miliardi, che non sono stati conquistati da questo Governo, ma che da questo Governo vengono spesi.

In questo contesto voi dite “no” al salario minimo, bocciate tutti i nostri emendamenti rivolti ad aumentare diritti e tutele nel lavoro, criminalizzate gli scioperi di quei lavoratori e quelle lavoratrici che stanno chiedendo salari più alti e che lo chiedono nell'ambito della contrattazione sui nuovi contratti nazionali di lavoro, con il Ministro Salvini che, dalla mattina alla sera, continua a dire che questi lavoratori che scioperano sono il problema del Paese, rappresentano il caos e, facendo così, nega la questione salariale gigantesca che abbiamo in Italia.

Dite “no” anche a una riforma del lavoro simile a quella spagnola, che riduca la precarietà e lo sfruttamento. Però, Ministro, io glielo devo dire: l'Italia quest'anno cresce dello 0,5 per cento. La crescita della Spagna, che ha fatto le politiche che vi chiediamo, ha raggiunto il 3 per cento e le prospettive di quel Paese continuano ad essere ottime.

Dite “no” anche ai nostri emendamenti per alleggerire le spese delle famiglie a basso reddito e del ceto medio. Abbiamo chiesto 5,5 miliardi per abbattere le liste d'attesa: non ci sono, però ci sono 40 miliardi di spesa privata che le famiglie ogni anno trasferiscono alle imprese della sanità privata. Ora io le chiedo: non sono tasse occulte queste? Non è una tassa occulta il meccanismo per cui ti riduciamo di 15 euro il cuneo fiscale sullo stipendio ma ti obblighiamo a spendere 100-120 euro per avere una visita presso la sanità privata? Io penso che siano tasse occulte.

Lo stesso vale per la casa, per l'edilizia popolare, per gli affitti e i mutui che spolpano gli stipendi. Avete azzerato prima il Fondo per la morosità incolpevole, il Fondo affitti, e adesso ci mettete 10 miliardi, che sono una goccia nel mare e noi, Presidente, dobbiamo dire che non è possibile che l'affitto e il mutuo si mangiano più di un terzo del potere d'acquisto dei salari degli italiani. Le dico una cosa: ad Amsterdam quest'anno è suonato il campanello d'allarme, perché le case pubbliche sono scese sotto il 50 per cento. In Italia, sa quante ne abbiamo? Meno del 2 per cento. Allora, potevate - credo - immaginare di prendere i tantissimi miliardi, fino a 16, che investite sul ponte sullo Stretto e trasferirli in un piano per l'edilizia popolare, ma, ovviamente, anche a questo avete detto “no”.

Dite “no”, infine, a tutte le politiche sul diritto allo studio che ridurrebbero il peso delle spese dell'istruzione sulle famiglie. Quest'anno i libri di scuola alle superiori sono arrivati a superare i mille euro e a queste spese pensate di far fronte con i bonus, quei bonus di cui la Presidente Meloni aveva assicurato la fine e di cui la vostra deputata Cattoi oggi ha fatto un elenco lunghissimo, un infinito elenco di bonus che sono un'offesa rispetto alla necessità di politiche strutturali: mille euro per la nascita di un figlio, il bonus asilo nido, anche se in metà del Paese l'asilo nido pubblico non c'è. Questa presa in giro ci fa male. Un figlio, Presidente - credo che lei lo sappia -, incide molto di più sul bilancio di giovani famiglie, che non arrivano a 2.000 euro di stipendio.

Quindi, questo problema degli stipendi è il problema centrale. L'istruzione - lo dico con forza e con chiarezza - deve essere gratuita, dall'asilo nido all'università. Quella pubblica deve essere gratuita, perché io credo che ci sia ormai la necessità palese di chiedere al Ministro Valditara e a tutta la maggioranza di rileggere l'articolo 33 della Costituzione, che dice che “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” - senza oneri per lo Stato -, e voi anche in questa legge di bilancio violate la Costituzione, perché stabilite un finanziamento alle scuole private di 50 milioni di euro.

Avete finanziato per 3 miliardi le spese in armamenti, avete aumentato di miliardi le spese per il ponte sullo Stretto, ma avete bocciato tutti i nostri emendamenti sulla scuola e l'università. “No” alla riduzione del numero di alunni per classe, che sono diventati tantissimi dopo le pessime riforme della Gelmini e i dati sui risultati scolastici, che fanno paura, ce lo dicono: la metà dei ragazzi che esce dalle superiori non conosce bene l'italiano e la matematica. “No” al tempo pieno in tutto il Paese. Ho sentito i deputati della maggioranza parlare di giustizia sociale; è giustizia sociale che, in tutto il Sud, il tempo pieno non esista e che i bambini del Sud facciano, di fatto, un anno in meno di scuola rispetto a quelli del Nord già alla primaria?

Avete detto “no” all'aumento dei docenti e del personale ATA, attraverso la riduzione del precariato, “no” al potenziamento del Fondo ordinario dell'università, anzi lo tagliate perché così quei tagli si trasformano, anche questa volta, in una tassa occulta, cioè l'aumento delle tasse universitarie, che succederà necessariamente e per forza. Quindi, fate il gioco delle tre carte: ad alcuni, alle vostre lobby, tagliate le tasse, ma poi ad altri di nascosto, dall'altro lato, aumentate tasse occulte e indirette.

Avete detto “no” anche al nostro emendamento sulle residenze universitarie. È un'altra truffa, perché magari riducete il cuneo fiscale di poco, ma permettete che in questo Paese si debbano pagare 600 euro a posto letto per un figlio che studia.

Infine - ho chiuso Presidente -, la ricerca: clamorosa indifferenza verso la ricerca. Vi ho sentiti elencare miliardi di misure per le imprese, ma credo che non si sia capita una cosa, che senza ricerca di base non c'è innovazione tecnologica e di prodotto possibile, non ci sono gli strumenti per la crescita economica, sociale e civile del Paese. Quindi, vi chiedo: è possibile che non possiate investire soli 200 milioni per stabilizzare i ricercatori del CNR e di tutti gli altri enti di ricerca? È possibile che non si trovino queste risorse? Io credo che dobbiate vergognarvi di intervenire sull'ingiustizia dello stipendio del Ministro non eletto, ma di ignorare del tutto l'ingiustizia di precari che sono precari da 10-15 anni e che guadagnano, al lordo, 52.000 euro l'anno.

Noi dell'opposizione non ci siamo girati dall'altra parte rispetto alle mobilitazioni dei precari del Consiglio nazionale delle ricerche. Abbiamo messo a disposizione le pochissime risorse che potevamo mettere a disposizione per la stabilizzazione almeno della metà di coloro che già oggi hanno i requisiti della legge Madia, che sono circa 500. Ora, vi chiediamo di essere seri e di fare il resto, che significa mettere in campo un piano che programmi le assunzioni di tutti questi precari (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Alberto Bagnai. Ne ha facoltà.

ALBERTO BAGNAI (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei intervenire in discussione generale per contestualizzare il quadro macroeconomico sul quale interviene questa manovra, perché sento dire spesso, in quest'Aula e in tante altre circostanze, che noi siamo qui da due anni e che, quindi, ci si aspetterebbe uno scatto di reni. L'argomentazione sembra plausibile. Io, però, vorrei ricordare che solo quest'anno siamo riusciti a ritornare al livello del PIL del 2007. Il Paese è stato fermo per 17 anni per dei motivi che ormai sono abbastanza chiari e li evidenzia, fra gli altri, oggi il più autorevole di tutti, il Presidente Draghi, in alcuni documenti dei quali vorrei parlarvi, che vorrei condividere con voi. Ora, non è che stiamo chiedendo 34 anni per risolvere 17 anni di problema, ma non ci può neanche essere rinfacciato di non aver risolto in 2 anni 17 anni di problema (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo vorrei che fosse chiaro, anche perché, se andiamo sul gioco del rimbeccarci le cose annuncio - o, se volete, ricordo a me stesso - che chi ne uscirebbe peggio non saremmo noi. Il 26 luglio 2015 la Repubblica titolava l'annuncio di tagli di 10 miliardi sulla sanità dalla spending review del deputato Gutgeld, che all'epoca ebbi anche il piacere di conoscere in un'audizione informale cui mi convocò il presidente Capezzone della Commissione finanze.

Il 25 ottobre del 2024 sempre la Repubblica ci dice che occorrerebbero dieci miliardi per risolvere la situazione della sanità; in un contesto in cui il Fondo sanitario nazionale comunque è al massimo storico, mi chiedo se i 10 miliardi che mancano oggi sono quelli che sono stati tolti dal PD qualche anno addietro. Ma non voglio pormi su questo piano di battibecco, perché rispetto le intelligenze qui convocate, rispetto il vostro tempo. Io vorrei rapidamente condividere con voi i principali risultati dell'analisi del Presidente Draghi, che ci racconta, ci spiega che troppo a lungo l'Europa ha tollerato una politica di bassa crescita di salari come strumento per accrescere la competitività esterna.

Questo è un problema che è noto a tutti noi o perlomeno lo era, perché poi vi darò anche qualche estratto, se me lo consentirete, degli stenografici del 2011, dove c'era qualcuno che queste cose già le diceva e c'era qualcun altro che invece diceva che “andrà tutto bene”, film che abbiamo già visto anche recentemente; non è andato tutto bene. I surplus esteri - ci dice Draghi - hanno aperto spazio fiscale, spazio di bilancio, ma in Europa i Governi hanno fatto la scelta deliberata di non utilizzare questo spazio. Allora, a scanso di equivoci, io vorrei ricordare che al Governo italiano questo spazio è stato precluso da un intervento piuttosto reciso e piuttosto esplicito della BCE, in quegli stessi anni, che raccomandava politiche fortemente procicliche. Ci veniva detto che avremmo dovuto assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche, con correzioni di bilancio, anticipare il calendario di entrata in vigore delle misure nel pacchetto di luglio 2011, portare il fabbisogno netto all'un per cento nel 2012, tagli delle pensioni, tagli degli stipendi pubblici, eccetera.

Si può argomentare che la posizione dell'Italia fosse diversa e peggiore di quella di altri Paesi europei; bene, però ricordo una cosa, a me stesso naturalmente, perché non voglio offendere nessuno ricordando che esistono le frazioni improprie e il rapporto debito/PIL in Italia è una frazione impropria; pensate che se ne è accorto perfino il Fondo monetario internazionale nel 2023. Che cosa voglio dire? La frazione impropria, per esempio, è 1,5 (3/2); se tagliamo 1 di debito, ma questo 1 di debito che tagliamo fa scendere di 1 il PIL, i 3/2 diventano due interi e da 1,5 si sale a 2. Quindi, la strada non può essere quella e, infatti, applicando quella strada al nostro Paese, siamo riusciti a portare il rapporto debito/PIL dal 120 per cento pre-Monti al 135 per cento post-Monti, anche se oggi il Presidente Monti può affermare, con qualche ragionevolezza, di essere stato ispirato dalla lettera del Presidente Draghi. Quindi, insomma, è un dialogo fra loro, però i risultati li abbiamo subiti noi.

È molto interessante anche l'osservazione secondo la quale i politici europei hanno rivelato una preferenza per una particolare costellazione (oggi si dice così, questa parola credo che la sentiremo spesso perché è entrata in circolo, quindi è la nuova resilienza, adesso va di moda la costellazione) una particolare costellazione economica, una costellazione che si basava sullo sfruttamento della domanda estera e sull'esportazione dei capitali grazie a bassi livelli di salari. Sapete: basso livello di salario; riesco ad esportare perché i miei prodotti sono convenienti; incamero risorse finanziarie che poi reinvestito all'estero; esporto capitale. E ci viene detto dal Presidente Draghi che questa costellazione non è più sostenibile.

Ora, io qui, però, un'osservazione la vorrei fare. Questa costellazione - chiamiamola così - cioè la politica mercantilista, che il capitalismo renano - chiamiamolo in questo modo - ha imposto all'Unione europea, non è mai stata sostenibile; qualcuno se ne era accorto. Non raccontiamoci, alla Alberto Sordi, che la crisi della Germania è, come dire, causata dalla guerra, causata dalla pandemia. Certo che questi fatti non hanno aiutato nessuno, non hanno aiutato neanche noi; fatto sta che l'indice della produzione industriale in Germania - lo dico a beneficio del verbale, di chi magari per sua formazione, per sua attività istituzionale si occupa di altro - era in derapata, non dico in caduta libera, ma in discesa tendenziale ben evidente dal 2017, da quattro anni prima dello scoppio della guerra; evidentemente i problemi erano altri.

D'altra parte, qualcuno nel 2011 lo aveva detto che la Germania stava segando il ramo su cui era seduta e adesso ragioniamo sul come si faceva a vederlo. Il modello export-led, su cui ci siamo basati, non è stato tollerato, è stato sostanzialmente imposto. Il recupero della competitività col taglio dei salari era il senso della lettera della BCE ed è stato imposto da chi pensava di vincere questo tipo di sfida, da chi pensava di essere avvantaggiato; però il paradosso è che, come ci ha ricordato la collega Cattoi, in realtà, questa sfida, alla fine, la sta vincendo il nostro Paese che, nonostante la cura da cavallo, riesce a esportare.

Non è stato imposto per caso questo modello, ma è stato imposto perché aveva precise conseguenze distributive, cioè è stato imposto per precisi motivi di classe, una lotta ideologica alle PMI e ai lavoratori, questo è il tema; PMI e lavoratori sono stati forse sconfitti - in realtà i numeri dimostrano che si stanno riprendendo -, ma per sconfiggerli queste politiche, imposte - mi duole dirlo - dall'Unione europea, che adesso speriamo cambi orientamento e forse lo cambierà, hanno sconfitto anche tutti noi in quattro modi.

Innanzitutto, facendo scappare i capitali di cui abbiamo bisogno, perché, a fronte di questo gigantesco saldo commerciale attivo che l'Europa ha dal punto di vista della contabilità, della bilancia dei pagamenti, vi sono altrettanti capitali che vanno all'estero, nei grandi fondi americani per la buona ragione che lì c'è più stabilità economica, ci sono migliori rendimenti; ma in questa condizione di avere minori rendimenti e minore stabilità economica ci siamo messi noi, fragilizzando il nostro sistema.

Queste politiche di bassi salari hanno anche compromesso la produttività. Ecco, il Presidente Draghi dice che la produttività si arresta dagli anni Novanta, perché c'è stato lo shock tecnologico di Internet, noi non saremmo saliti sul treno della rivoluzione digitale e perché poi dopo c'è stata la grande crisi finanziaria. In realtà, la compressione dei salari incide sulla produttività; eccome. Eccome. Ci sono almeno tre o quattro modi attraverso i quali la compressione dei salari incide sulla produttività. Innanzitutto, se il costo del lavoro è troppo basso, per un ovvio effetto di sostituzione, si farà ricorso a tecniche di lavoro che sono a maggiore intensità di lavoro e minore intensità di capitale. Quindi, se tu imponi un modello di sviluppo basato sui salari bassi, poi dopo non ti puoi lamentare del fatto che le aziende, nel loro mix produttivo, privilegino il lavoro che gli costa di meno sul capitale. Poi, naturalmente, un salario basso scoraggia l'impegno dei lavoratori; c'è tutto il tema del salario di efficienza, dei costi di monitoraggio, non entro in questo, lo teniamo a verbale come annotazione per chi un domani vorrà studiarselo.

Poi c'è anche un altro tema. È molto difficile andare da una persona e dire “ti pago di meno”, in effetti non funziona così. Come funziona? Si crea disoccupazione e poi si garantisce precarietà, questo è il percorso. Te ne vai e poi rientri con minori garanzie, alla fine poi il Jobs Act era questo, no? Diciamocelo. Allora questo, però, che cosa fa? Queste carriere interrotte dalla precarietà determinano una scarsa accumulazione di capitale umano, perché la forza del modello di piccola e media impresa italiana è sempre stata l'identificazione del lavoratore e dell'imprenditore nelle sorti del progetto industriale al quale insieme collaboravano. E questo, però, presuppone che ci sia un'ipotesi di stabilità che si è voluto rimuovere in nome della modernità.

E poi c'è un'altra conseguenza, abbastanza paradossale, di queste politiche di bassi salari alla ricerca della competitività: è che queste politiche hanno totalmente svuotato di significato il mercato interno. Nel senso che ci siamo messi insieme per creare un grande mercato unico; però, questo mercato unico - ormai il Presidente Draghi lo dice apertis verbis, quindi penso di poterlo ripetere in quest'Aula, non solo in saggi, diciamo così, clandestini o nel mio blog - di fatto queste politiche di ricerca della competitività hanno drasticamente ridotto il potere d'acquisto dei clienti su questo mercato interno.

Quindi, si è creato il paradosso di mettere su un mercato interno dove la competizione fra i vari attori nazionali faceva scendere i salari, con il risultato di inseguire la domanda estera per sostenere le nostre imprese. Ma questo è un risultato che, nonostante l'Italia, grazie a Dio, in questa guerra, abbia dimostrato di combattere e di vincere, crea comunque una fragilità strutturale. Infatti, come dico sempre e umilmente ricordo a me stesso, chi esporta beni, prima o poi, importa problemi: se il tuo mercato è quello di altri Paesi (i Paesi emergenti e gli stessi Stati Uniti), non puoi essere sicuro che la loro intonazione politica sia sempre favorevole all'acquisto dei tuoi beni o che il loro quadro politico e geopolitico sia sempre stabile. Quindi, avere questo mercato unico forte di persone che avessero un minimo di benessere era un'intuizione corretta, ma è andata in una direzione totalmente diversa rispetto a quella che le avrebbe permesso di essere un meccanismo di assorbimento degli shock internazionali. Anzi, è diventato quasi un meccanismo di amplificazione degli shock internazionali.

E poi, se nel 2011 sarebbe bastato ricorrere a strumenti nazionali e allo spazio fiscale nazionale, perché oggi non sarebbe possibile? Lo è anche oggi. Quindi, tutta questa insistenza per avere strumenti di debito comune logicamente non tiene, nel momento in cui ci si dice che, in una crisi più grave di quella che abbiamo oggi, cioè quella del 2011, che fu più grave e più protratta, avremmo potuto usare il debito nazionale. La verità è che qui c'è un progetto politico di controllo della spesa degli Stati nazionali e di sostituzione del potere di indirizzo dei Governi nazionali con il potere di indirizzo della Commissione. Ma la Commissione ha sempre scelto bene? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Questo Governo nazionale ha funzionato? Ecco, vorrei dire una cosa con grande semplicità: purtroppo, non tutti erano d'accordo con questo orientamento e ce lo testimoniano anche i verbali e i resoconti delle drammatiche sedute parlamentari in cui venne conferita la fiducia al Governo Monti e in cui venne approvato il Salva Italia; quello che si può dire è che la storia si ripete, la prima volta come tragedia, la seconda come tragedia, perché, così come non ci avete ascoltato sull'austerità, come ora dimostrerò, adesso non ci state ascoltando sul green.

Tutto questo green a cosa è servito? È servito a portare - mi sono scritto la cifra, perché neanche me la ricordo - a 9 miliardi di tonnellate il consumo di carbone. Sapete perché? Perché serve alla Cina per costruire i pannelli fotovoltaici che vende a noi. Se vi guardate il grafico del consumo di carbone, quello previsto e quello effettivo, quello previsto, da quando si comincia a parlare di rivoluzione verde, è sempre piatto, mentre quello effettivo sta crescendo esponenzialmente, con un'accelerazione drammatica, nel momento in cui abbiamo deciso di distruggere il nostro tessuto industriale, affidandoci totalmente alla fabbrica del mondo, la Cina, dove però gli standard ambientali, come ben sapete, non ci sono. Quindi, forse un po' di gradualità - non mettere tagliole, ma affidarsi a un minimo di orientamento dato dalla forza del mercato e dei prezzi relativi - forse avrebbe aiutato a una maggiore progressività e a tutelare l'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma qual è il problema?

Il problema è che questo non è mai stato - e tuttora non è - nelle corde del progetto europeo, che è un progetto che deve essere autoritario per coinvolgere i Paesi sottostanti.

Mi sono riletto un po' di resoconti e, nel corso della discussione generale sulla fiducia al Governo Monti, leggo: “un sostegno alla domanda interna è fondamentale” - cioè come le parole del Presidente Draghi -. Sapete chi disse queste parole? Le disse l'onorevole Guido Dussin, che adesso credo sia tornato a fare il sindaco in Veneto. Ho cercato domanda interna in quel resoconto, ma c'è solo questa menzione; eppure c'erano parlamentari di statura accademica e intellettuale, nel senso della professione intellettuale, più elevata di quella di un sindaco di provincia.

“La manovra è recessiva, certo, ma è esattamente quello che vuole l'Europa, perché l'Europa vuole esattamente una manovra recessiva. (…). E siccome noi importiamo di più di quello che esportiamo, abbiamo bisogno di ridurre la domanda e i salari, quindi abbiamo bisogno di una manovra recessiva. Dite la verità, non prendiamo in giro la gente! Quindi, noi, per aggiustare questo squilibrio, dobbiamo abituarci a qualche anno di decrescita”: il presidente Garavaglia, il 22 dicembre 2011, in dichiarazione di voto sulla manovra Salva Italia in Senato. Quindi, era tutto chiaro ed era tutto scritto, com'era anche scritto che l'approccio mercantilista è logicamente incoerente; dato che tutti i Paesi non possono essere simultaneamente esportatori, i casi sono 2: chi appoggia la crescita sulla domanda altrui, se riesce nell'intento - e bisogna vedere come -, si espone prima al conflitto, per accaparrarsi i mercati di sbocco, e poi alla crisi economica, quando i suoi mercati di sbocco strutturalmente in deficit vengono schiacciati dalla inevitabile crisi finanziaria. “Il successo tedesco è una vittoria di Pirro, innanzitutto per questo motivo: la Germania sta visibilmente segando il ramo sul quale è seduto, che era e rimane il resto dell'eurozona”: questo, invece, lo scrivevo io, nel 2012, quando ero di sinistra, quando non sapevo che esistevano, all'interno del partito in cui mi onoro di militare, risorse intellettuali e capacità di visione, la stessa capacità di visione che oggi ci viene confezionata e riproposta, in contesto postumo e dalla quale però dobbiamo ripartire, nelle sedi europee, se vogliamo che il progetto abbia una sua tenuta, perché il problema di questo progetto non è l'irreversibilità, ma è la sostenibilità. Oggi lo sappiamo. Questa manovra, articolata sul sostegno alla domanda interna, rappresenta un significativo cambio di rotta ed è per questo che noi siamo convinti che sia una manovra valida (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Teresa Sarti” e il Consiglio Comunale dei Ragazzi di Campi Salentina, in provincia di Lecce, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Ricordiamo che è in atto la discussione generale sulla legge di bilancio e che sono presenti prevalentemente i parlamentari iscritti a parlare, oltre al Governo.

È iscritto a parlare il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, Sottosegretario Freni, Ministro Giorgetti, siamo davanti a una legge di bilancio che credo abbia un tessuto smunto e colori sbiaditi, ma che soprattutto sia coperta, in gran parte, con moneta fuori corso ed ora mi accingo a spiegarvi il perché.

Il motivo per cui questa legge di bilancio è fondamentalmente senz'anima - tant'è che non sapete dire da cosa sia caratterizzata - credo sia perché è sostanzialmente volta (penso sia l'unico aspetto positivo che le riconosco, Ministro Giorgetti) a rispettare le nuove regole del Patto di stabilità. Questa volta non potete nemmeno prendervela con l'Europa matrigna per quelle regole che avete contribuito a scrivere.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 11,12)

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Penso, quindi, che lei abbia scelto - e solo su questo sono d'accordo con lei - l'Europa e il mercato, piuttosto che la demagogia della sua maggioranza.

È una legge di bilancio, quindi, di galleggiamento, priva di spunti e che porta questa linea di galleggiamento esclusivamente in virtù della presenza e della persistenza del PNRR, peraltro, gravemente in ritardo.

Ma veniamo al punto, non prima però di aver detto che è una manovra di bilancio che, ancora una volta, penalizza il ceto medio, che sembra essere il vostro obiettivo primario (lo avete fatto in passato, introducendo tasse sugli affitti, lo fate qui sulle auto aziendali): sostanzialmente, anche laddove andate a ristrutturare l'IRPEF e mettete mano al taglio delle detrazioni, è proprio il ceto medio che ne fa le spese. Leggo dall'Ufficio parlamentare di bilancio: per quanto riguarda le tax expenditures, questa revisione delle detrazioni, occorrerebbe un approccio più organico alla loro razionalizzazione, anche per evitare di aumentare la complessità del sistema. Anche in questo caso, Ministro, credo che lei possa avere l'alibi dei lavori in corso: siamo nei lavori in corso di una ristrutturazione complicata. Quindi, quest'anno, ne fa le spese il ceto medio. È un'eccessiva complessità.

Fin qui, insomma, un 6 che le voglio riconoscere, anche per corregionalità.

Veniamo, però, ai temi più scottanti, signor Ministro. Io credo che questa manovra, questa legge di bilancio, fin dal suo nascere, purtroppo, violi la Costituzione, violi l'articolo 81 della Costituzione e violi la legge di contabilità e lo fa senza dar conto di ben 5 miliardi di questa manovra. Lasciamo perdere il fatto che ci sono molte coperture su tagli lineari dei Ministeri di cui vedremo l'effetto, ma almeno formalmente sono delle coperture (vedremo se saranno sostenibili oppure no). Mi riferisco, però, per quanto attiene alla violazione dell'articolo 81 della Costituzione, sin dall'origine della legge di bilancio, alla questione banche.

Lei ha detto che alle banche avete chiesto un sacrificio; molto più semplicemente alle banche avete chiesto un prestito. È agli atti, è chiaramente un prestito quello che chiedete alle banche, le banche ringraziano e vi danno il prestito, perché è il loro lavoro e per quanto attiene alle banche finisce qui. Il problema è quello che voi fate di questo prestito una volta che tornate a casa. Non lo contabilizzate come un prestito, ma con un trucco contabile - di cui non date conto con la relazione tecnica, che non è presente, perché è presente semplicemente un resoconto sommario di quanti soldi chiedete in prestito, senza alcuna dimostrazione dello stock sottostante - voi questo prestito lo contabilizzate come maggior entrata, per poi scaricarlo sulle future generazioni, per vostra stessa ammissione, per circa 3 miliardi, come debito, un debito che non viene contabilizzato perché finisce oltre il triennio in cui dovete rispettare i saldi.

È un po' come quel marito ubriaco a cui la moglie ha chiuso i cordoni della borsa, che torna a casa con un tesoretto e al quale la moglie dice: “Cosa hai fatto ancora questa volta? Non dirmi che sei andato a farti prestare dei soldi per bere”. E lui le risponde: “No, no, no, è tutto reddito, è tutto reddito mio, è tutto reddito mio”. Peccato che le nasconde che, negli anni successivi, questo reddito lo dovrà restituire. Voi siete esattamente questa figura.

Ma questo trucco contabile, che elude le regole del Patto di stabilità, lo scrivete voi stessi - lo scrivete voi stessi che elude queste regole - diventa particolarmente grave quando si riferisce alla mancata deduzione, prima del 65 per cento e poi del 54 per cento, delle perdite e dell'avanzo ACE, perché in quel caso non date alcuna indicazione, come la legge di contabilità prevederebbe in maniera obbligatoria e, quindi, ancora una volta violando l'articolo 81 della Costituzione, del perché questa maggiore entrata, prima di 695 milioni e poi di 509 milioni, in virtù di un emendamento non debba essere scontata l'anno successivo. Non scrivete nulla, mentre è ovvio che, in assenza di una spiegazione di questo fatto, vi state dimenticando di contabilizzare, per il 2026, la minore uscita per l'equivalente importo. Insomma, voi fate un prestito, ma non lo contabilizzate. Chiaramente, è un debito che rinviate alle generazioni future. Almeno questo è un fatto certo, che voi stessi ammettete e scrivete nero su bianco.

Per quanto riguarda i lavori, che avete lasciato al Parlamento, sono stati dei lavori veramente molto residuali, perché anche in Commissione avete perseverato nel violare sistematicamente l'articolo 81 della Costituzione. Vi voglio ricordare - il Sottosegretario Freni era presente - che per ben 7 volte ho interrotto i lavori della Commissione, segnalando che la complessità degli emendamenti presentati dai relatori, che erano chiaramente emendamenti del Governo camuffati da emendamenti dei relatori, esigeva una relazione tecnica. Per ben 7 volte vi siete rifiutati di fornire una relazione tecnica e, solo per un fortuito caso, per un rinvio che non era previsto nei lavori della Commissione, avete poi potuto recuperare una scopertura con un emendamento riparatore che riconosceva che effettivamente quella relazione tecnica era dovuta e che non avete messo la Commissione bilancio nelle condizioni di lavorare secondo quanto previsto dalla legge di contabilità. Solo in extremis avete potuto rimediare a questo ma non vi è bastato, perché durante i lavori della Commissione - signor Ministro, lei non c'era - io ho ricordato più volte che eravamo in presenza di un emendamento - ascolti bene, Ministro, perché questo è un inedito - con una sovracopertura. Io ho addirittura elencato quanti milioni di sovracopertura c'erano e ho chiesto alla maggioranza di correggere quell'emendamento, perché altrimenti non avremmo potuto usare quei soldi nel corso di un anno in cui di quei soldi abbiamo bisogno.

Con la supponenza e l'arroganza che vi ha contraddistinto durante tutti i lavori, avete ignorato questo appello, arrivando fino a questa mattina a dover decidere, con un balletto “sì o no”, se tornare o non tornare in Commissione, quando un commissario ha interrotto più volte i lavori per segnalare questo fatto e voi, per non fornire una relazione tecnica o non riconoscere a vista che si trattava di un eccesso di copertura, avete preferito questo arrogante silenzio.

Questo è il tratto che ha contraddistinto tutti i lavori, che ha lasciato a noi delle minoranze spazi marginali e residuali, che tuttavia abbiamo voluto occupare, senza un solo minuto di ostruzionismo - e di questo credo e spero che vorrete darci atto - per andare a riempire dei temi di cui vi eravate totalmente scordati.

Noi, per nostra parte, abbiamo voluto dare dei segnali: abbiamo voluto mettere dei fondi, ad esempio, sul reddito di libertà; abbiamo voluto contribuire al bonus psicologo; abbiamo voluto contribuire mettendo dei fondi per il superamento dell'handicap; abbiamo voluto contribuire a una mancanza gravissima, che era quella di nessun fondo per la pesca e l'abbiamo fatto con quello che ci era dato (non sono ancora sufficienti e chiediamo che il Governo, con il prossimo esercizio, vi ponga rimedio); abbiamo voluto dare un'indicazione, dei soldi e degli spunti perché sulla cybersicurezza si passi dalle parole ai fatti e si assumano dei giovani che si occupino concretamente del tema della cybersicurezza, che è una reale e nuova minaccia, che di fatto ci porta, già oggi, nella infowar globale, nella guerra informatica; abbiamo lavorato per il contrasto - mettendo dei soldi - al reclutamento illegale della manodopera straniera; con le altre minoranze, abbiamo aggiunto altri emendamenti su temi marginali, che chiaramente, per voi, sono spariti dal vostro orizzonte e da questa scialba legge di bilancio.

Tuttavia, alla fine, voi avete voluto impreziosire questa arroganza, questa noncuranza del ruolo del Parlamento, questo non rispetto della Costituzione, anche con uno speciale emendamento inviato da Palazzo Chigi ai relatori, un emendamento contra personam, un inedito nella storia di questa Repubblica, peraltro inserito in una legge di bilancio in cui non avrebbe dovuto trovare posto, perché la medesima materia era stata dichiarata inammissibile proprio all'inizio dei lavori, ma con un gioco di prestigio e con delle evidenti forzature, nelle quali avete trascinato anche le istituzioni di questo Parlamento, avete deciso che l'emendamento fosse riammissibile.

Mi riferisco, chiaramente, all'emendamento che voi avete fatto per cercare di contrastare un avversario politico, il senatore Renzi - facciamo pure nomi e cognomi -, un emendamento per il quale si può provare a cercare una ratio, che, però, non si trova. Abbiamo provato a cercare di capire perché voi, dal prossimo anno, proibirete ai parlamentari - ma non ai parlamentari eletti all'estero - di avere dei redditi, maturati anche in Italia o all'estero, ma percepiti da società che non abbiano sede nell'Unione europea. Ci siamo detti: vorrete disciplinare un conflitto di interessi.

Eppure, è evidente che così non è nel momento in cui il conflitto di interessi può essere tranquillamente presente e macroscopico, se perpetrato dentro l'Unione europea. Allora, abbiamo addirittura pensato che l'infowar fosse giunta a livelli così alti per cui occorreva difendersi dagli agenti stranieri, un po' come fa la Russia o come fa la Georgia nella sua contestatissima legge. Ma questo sospetto è chiaramente smontato in nuce nel momento in cui, già nel Parlamento, dite che gli eletti all'estero possono tranquillamente continuare a operare al di fuori di questo limite. È stato allora evidente a tutti, in Commissione come nel Paese, che avete scelto di colpire un avversario politico sul suo reddito e sulla sua persona, perché non siete in grado di colpirlo politicamente.

Lo fate con una deriva sudamericana, una deriva preoccupante. E lo fate attraverso il sequestro del reddito, o meglio, Ministro, le do una notizia, una tassazione al 100 per cento del reddito. Questa è una perla che lei può vantare da qui in avanti perché in quella norma il reddito viene tassato al 100 per cento. Deve essere versato al 100 per cento nelle casse dello Stato. Complimenti! È la prima tassa al 100 per cento. Siamo, da una parte, sudamericani e, dall'altra, sovietici. Avete accontentato tutte le anime del vostro partito e della vostra coalizione, ma, soprattutto, avete calpestato la Costituzione, perché è una legge che discrimina i parlamentari; soprattutto, è una legge in cui viene data l'autorizzazione dalla maggioranza, cioè, i parlamentari possono, in realtà, farlo, se da Palazzo Chigi viene dato il permesso. Questa cosa è veramente disgustosa. Questa cosa supera anche tutte le altre che vi ho appena citato. Perché da Palazzo Chigi, lei mi dice? Ma perché è stato evidente che il Parlamento decide in virtù dei messaggi ricevuti da Palazzo Chigi. Per questo glielo dico.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Chiaramente, deve essere dato il permesso dalla maggioranza, okay? Dalla maggioranza, Ministro, così non si stupisce. Concludo, Presidente. Questa legge è incostituzionale per tutti questi motivi. È irragionevole nel momento in cui discrimina tra parlamentari e fissa un limite di 100.000 euro incomprensibile. Lo avete fatto per colpire un avversario politico, ma state colpendo la democrazia e state calpestando la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Daniela Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghi, Governo e Ministro Giorgetti, dopo aver ascoltato in mattinata l'intervento della collega Cattoi, non posso esimermi da alcune considerazioni, soprattutto per chi di noi ha i piedi ben piantati nella realtà e magari vive il suo essere parlamentare in Aula, in Commissione e poi sui territori. Se si fa tutto questo, sicuramente ci si rende conto che si sta vivendo un momento difficile. Sarebbe, ad esempio, sufficiente parlare con l'Unione industriali, quella del territorio dove si vive, per essere messi di fronte a una realtà cruda: l'indotto automotive è in sofferenza; un pessimo Natale per moltissimi lavoratori, ma anche per molti imprenditori.

E poi, il rigido controllo sulla spesa pubblica citato si traduce, invece, in un taglio agli enti locali. Le sfide del futuro - anche queste citate - vengono affrontate dagli italiani che lottano a mani nude per crescere i loro figli e per mantenere il lavoro e pagare l'affitto.

Ministro Giorgetti, conoscendola, ho pensato a quanto possa essere complesso per lei varare una legge di bilancio, pensando anche alle diverse anime della maggioranza e alle diverse visioni di Paese; una maggioranza che - possiamo dire - non è neppure troppo coesa. Di certo, c'è un aspetto che desidero fare presente ed è quello delle disuguaglianze che crescono, delle disuguaglianze e della povertà. Un dato inconfutabile: siamo a 5,7 milioni, pari ad un 9,7 dei residenti, in povertà assoluta. Come ho detto prima cresce anche la deindustrializzazione e il progressivo indebolimento del welfare e dei servizi pubblici.

Vedete, degli emendamenti presentati dal mio gruppo ne è stato accolto uno - e ringrazio la collega Elena Bonetti per il lavoro svolto - che chiede di ricostruire il Fondo a favore delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Perché questo fondo è fondamentale? Perché parliamo di oltre 3 milioni di italiani che soffrono di anoressia, bulimia e altri disturbi DCA, sigla che indica i veri e propri big killer degli adolescenti. Stiamo parlando di circa 4.000 decessi all'anno: sono 10 decessi al giorno. Il Fondo era stato istituito dal Governo Draghi con la legge di bilancio 2022 e con una dotazione di 25 milioni. Non erano sufficienti, lo premetto. Quelle risorse erano state suddivise regolarmente tra le regioni. E poi che cosa è successo?

Lo scorso anno, nel 2023, con la manovra, sono stati chiusi i rubinetti. E questo significa che sono state interrotte le attività degli operatori sanitari assunti a tempo determinato per supportare le cure sul territorio, in particolare nelle aree più carenti del Paese. I 25.000 euro avevano segnato la differenza. E per quanto riguarda le conseguenze, come dicevo, al di là della sospensione degli incarichi, ciò ha significato la chiusura degli ambulatori.

Signor Presidente, parlo al Governo, in maniera anche accorata, di 22.000 minori che stanno vivendo un periodo complesso della loro vita, quello dell'adolescenza, e che erano in carico ai day hospital istituiti con il Fondo. L'Italia dispone di 126 strutture ma non sono sufficienti e non sono ovviamente ben distribuite nel nostro nel nostro Paese.

Parlo di tantissimi suicidi: li leggiamo, possiamo anche percepirli localmente. Il 64 per cento è costituito da ragazze giovani e, come dicevo e lo ribadisco, molti minori. Oggi, per un soggetto che ha questo tipo di disturbi, per una visita si parla di un periodo dagli 8 ai 12 mesi di attesa. Servirebbe immediatezza. Servirebbe una presa in carico e la cura. Servono stabilità e continuità di risorse.

Molto probabilmente serve anche un supplemento di riflessione perché non possiamo cancellare uno stanziamento: sarebbe come cancellare un problema che è impossibile da cancellare perché, tra l'altro, provoca tantissima sofferenza sia nei giovani sia nelle famiglie. Io sono certa che ci sarà una riflessione da parte del Ministro. Abbiamo presentato questo emendamento e sono stati concessi i 500.000 euro all'anno per la prevenzione: utile ma serve ovviamente la cura.

Vi devo dire che i sentimenti di rabbia, di frustrazione e di dolore delle famiglie sono poi sfociati in una protesta che ha invaso le piazze italiane: il colore viola è stato il riferimento.

Ho seguito anche l'intervento dell'onorevole Bagnai: penserei al “qui ed ora”, perché, se continuiamo in quest'Aula ad andare a ripescare le responsabilità del passato, davvero non avremo neppure la possibilità di camminare e di andare avanti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 11,34)

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Certamente, siamo anche soddisfatti del milione di euro che è stato stanziato, su nostra specifica richiesta, per l'erogazione di ausili e protesi per l'attività sportiva di persone con disabilità. Un milione di euro è una cifra importante; certo non riuscirà a dare tutte le risposte ma permetterà magari a chi è più giovane o a chi è in età di ottenere queste protesi. È una sensibilità che penso debba essere nelle corde del Governo, oltre che ovviamente nelle nostre.

Rispetto alla crescita errata - e mi rifaccio sempre agli interventi precedenti - siamo passati dall'1,2 allo 0,6 reale: più o meno vale 20 miliardi di euro. Che cosa fare quando mancano le risorse? Magari, ci si rivolge agli enti locali. Ne parlerò ovviamente dopo.

Certo, l'operazione verità citata dovrebbe avere, come dire, più attori, però deve anche avere dei fondamenti, perché altrimenti significa vivere nel fantastico mondo di Amélie: me la ricordo, Amélie, era sicuramente suggestiva. Poi, ci è stato chiesto dove fosse la minoranza: eravamo nei comuni e nelle regioni a lavorare, a combattere e magari anche a cercare di non edulcorare questa realtà così complessa. Ci è stato detto che non sono stati citati i giovani. Io penso che il lavoro del nostro gruppo, con Elena Bonetti, con noi tutti, è proprio rivolto ai giovani. Sapete che cosa succede ai giovani? Conoscete l'entità degli abbandoni scolastici? Vi ho parlato di anoressia, di bulimismo, diteci dove andare a cercare in manovra le politiche giovanili se non legate agli emendamenti che abbiamo presentato e a quelli che sono stati accolti. Non posso non pensare ai comuni, perché quando si colpiscono i comuni si colpiscono le famiglie e i lavoratori, si riducono le risorse e i municipi non possono fare nient'altro che ridurre la spesa corrente, ossia quella parte di bilancio che copre i costi delle politiche sociali, della manutenzione del patrimonio pubblico. Ne abbiamo parlato tante volte in quest'Aula, soprattutto quando si parla di dissesto idrogeologico.

Ci sono state molte spese che sono state sorrette dagli enti locali. Ricordo le spese del personale, l'aumento dei costi degli acquisti. Già i comuni in questo senso erano in difficoltà. C'è certamente la necessità di togliere quel 25 per cento che riduce il personale nei nostri comuni; ci dovrebbe essere la volontà di premiare quei comuni e quegli amministratori che sono riusciti ad ottenere delle risorse dal PNRR, perché sono stati bravi, perché hanno progettato, perché hanno fatto quello che gli è stato chiesto. Io penso, signor Presidente, Ministro, Governo, che i comuni siano la spina dorsale dell'Italia; tolgono - lo ribadisco ancora questa volta - le castagne dal fuoco al Governo tantissime volte e mi sento, qui, di ringraziare quei sindaci e quegli amministratori locali e di essere loro accanto, sperando che ci sia sicuramente in futuro un ripensamento in questo senso da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Claudio Stefanazzi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa manovra mostra limiti e sciatteria che altri colleghi hanno già evidenziato, ma è sul Sud che dimostra la sua più totale inadeguatezza, direi, persino, la sua inutilità, frutto purtroppo, signor Ministro, di un'assoluta incapacità di questo Governo di comprendere quali sono le reali necessità del Mezzogiorno e quali sono le opportunità che il Sud è in grado di offrire a tutto il Paese.

Il dubbio, signor Presidente, è che i reiterati tentativi del Governo di annichilire il Mezzogiorno non siano solo un sintomo di inadeguatezza politica, ma un deliberato tentativo di condannare il Sud a un ruolo di mero bacino elettorale. Il paradosso è che, nonostante tutto, i dati sul PIL e sull'occupazione, di cui tanto, peraltro, la nostra Presidente si incensa, sono la prova provata che il Sud, il Mezzogiorno, resiste nonostante questo Governo. Tuttavia, non avete uno straccio di strategia verso questa metà del Paese, se non mettere il Mezzogiorno al giogo del Governo, a partire dalla riforma della politica di coesione, che è stata una complicatissima e inutile ristrutturazione di norme e meccanismi, ispirata a un solo principio: riportare a Roma la sede della decisione, consentire a Palazzo Chigi di avere il coltello dalla parte del manico. Una transizione di potere dai territori al centro che si è accompagnata alla vostra idea di autonomia differenziata, l'autonomia per il Nord, sarebbe meglio dire, per svincolare ogni legame di solidarietà con quelle regioni che sono già avanti nel loro percorso di sviluppo, come se sopra un certo parallelo siano più capaci di badare a se stesse e per questo debbano essere premiate con uno sgravio di responsabilità, mentre sotto quello stesso parallelo si debba usare la mano pesante, un accompagnamento specifico, un indirizzamento pedissequo, perché trattasi di comunità e istituzioni incompetenti a capire da sé e a migliorarsi.

È questo, quindi, il mostruoso compromesso trovato tra le forze del Governo. In nome di un equilibrio fra quelle forze politiche si è deciso di sacrificare qualcosa e quel “qualcosa” è il Sud. Se, tuttavia, come ha dimostrato la sentenza della Corte costituzionale, il nostro ordinamento ha gli anticorpi per resistere alle mire secessionistiche di una parte di questo Governo, purtroppo, al momento, nulla sembra impedire l'altra grande strategia di asservimento e ridimensionamento del Sud, ossia il ribaltamento di tutte le politiche di sviluppo del Mezzogiorno.

Della politica di coesione abbiamo già detto, il secondo capitolo della vostra strategia è stato l'assalto alla ZES. La ZES unica è una contraddizione in termini e i risultati che abbiamo raccolto dopo il primo anno ne sono una dimostrazione palese. A luglio avete festeggiato perché, di fronte alla promessa di un credito altissimo, le imprese avevano proposto progetti di investimento per 20 miliardi di euro. Se il sistema ideato da Fitto avesse funzionato, quegli investimenti avrebbero beneficiato di un credito ridicolo, pari a circa il 17 per cento. La settimana scorsa avete gioito per il risultato diametralmente opposto: siccome solo un quarto degli investimenti potenziali sono stati effettuati, i pochi ostinati imprenditori che sono arrivati fino in fondo avranno diritto a percentuali massime di credito d'imposta. Lo spiego in maniera semplice: fate promesse roboanti per fare abboccare migliaia di imprenditori, poi scoprite che potete dare una miseria, ne vedete rinunciare tre su quattro e vi dite anche soddisfatti che in pochissimi e piccolissimi avranno diritto al credito massimo. Lasciate che ve lo dica: vedere bruciati 15 miliardi di investimento nel Sud, a casa mia, si chiama fallimento.

Doveva essere lo strumento che avrebbe rivoluzionato la politica industriale del Mezzogiorno, il risultato è che stiamo finanziando tante gelaterie, tanti ristoranti e tanti bar, con tutto il rispetto ovviamente per queste categorie produttive. Quanto di tutto questo è lontano dalla premessa da cui eravamo partiti? Quella, cioè, di incentivare la creazione di intere filiere industriali, di stimolare l'insediamento di grandi realtà produttive, di creare un tessuto industriale vero nelle aree del Mezzogiorno.

Poi, ricordo la grande questione della decontribuzione, signor Ministro, un capitolo nero di questo Governo, che testimonia quanto siate incapaci, prima, di mantenere in vita lo strumento e, poi, di proporne uno realmente sostitutivo. Ciò che è stato inserito all'ultimo minuto nella legge di bilancio è solo uno specchietto per le allodole e basta un dato solo per svelare l'inganno: i 4 miliardi di differenza che graveranno sulle imprese a partire dal 2025, risorse che prima lo Stato investiva per colmare le condizioni di svantaggio delle aziende meridionali e che da domani non ci saranno più. Alla fine è semplice quantificare quanto male state facendo al Mezzogiorno, basta tirare una riga in fondo alle voci di questa legge di bilancio. Il risultato fa 5,3 miliardi di euro in meno per il Sud nel prossimo triennio, risorse pubbliche scomparse, come i 3 miliardi del Fondo perequativo volato via esattamente un anno fa, come i miliardi non quantificabili tolti ai comuni del Mezzogiorno con le mille rimodulazioni del PNRR, come i tagli ai trasferimenti agli enti locali che al Sud, signor Ministro, equivalgono in termini di riduzione di servizi per i cittadini molto, molto di più rispetto che al Nord Italia.

Il Governo più nazionalista della storia della Repubblica, il più statalista, quello dei patrioti, passerà alle cronache, non solo, per aver attentato all'unità nazionale, ma per avere con pervicacia, direi quasi con sadismo e noncuranza, perseguito l'intento di convincere gli italiani e i cittadini meridionali che il Sud sia una partita persa, talmente impossibile da vincere, che conviene affidare questa parte del Paese alle amorevoli cure di un Governo pronto, in una delle tante cabine di regia che avete creato, a fare l'elemosina in cambio di una incondizionata professione di fede nei confronti della Presidente Meloni.

Signor Ministro, il clima è brutto, molto brutto, ed è pericoloso, perché - mi lasci citare la frase di un mio professore dei tempi della Cattolica di Milano - “Ognuno di noi, con la complicità di un sistema istituzionale in gran parte sbagliato, tende a soddisfare il proprio particulare, salvo poi indignarsi quando vede l'effetto della sommatoria di tutti gli egoismi individuali”. Signor Ministro, quel professore era Gianfranco Miglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Quasi ogni giorno noi leggiamo sui giornali notizie relative agli incidenti di caccia: fucile armato e carico cade e, per sbaglio, uccide il cacciatore; oppure, un cacciatore scivola, si spara e muore; un padre confonde il figlio per un cinghiale, spara e il figlio muore. Qualche giorno fa un ragazzo di Quartu Sant'Elena, durante una battuta di caccia, spara per sbaglio alla nuca dell'amico e per lo choc si suicida. Avevano, rispettivamente, 25 e 26 anni. Secondo i dati dell'Associazione vittime della caccia, negli ultimi 5 anni abbiamo avuto 106 morti e 309 feriti causati da incidenti di caccia. Dal 1° settembre al 20 ottobre 7 morti più 2, i ragazzi di Quartu, un vero e proprio bagno di sangue.

Adesso veniamo a noi. Cosa è successo in sede di legge di bilancio? In sede di legge di bilancio è successo un fatto grave. Parlo dell'articolo aggiunto 82.05 a prima firma Caretta, articolo aggiuntivo di carattere ordinamentale e su un tema non oggetto della legge di bilancio. Questo articolo aggiuntivo interviene sulla disciplina dell'attività venatoria. Il MoVimento 5 Stelle, a nome della nostra capogruppo in Commissione, ha scritto una lettera al Presidente della Camera Fontana per sottolineare queste irregolarità procedurali. Questo articolo aggiuntivo, di fatto, interviene sull'articolo 18 della legge n. 157 del 1992 in materia di specie cacciabili e calendari venatori, introducendo specifiche che indeboliscono ulteriormente la portata della legge dal punto di vista della tutela degli animali selvatici e in favore del mondo venatorio, in particolare dando maggiore potere decisionale alle associazioni venatorie; viene limitato il potere di ricorso alla giustizia amministrativa e viene equiparato l'ISPRA al Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale. Ed è la seconda volta che il Governo interviene in maniera scorretta sotto il profilo procedurale sempre in materia di caccia, e sempre di notte, per modificare la legge che disciplina l'attività venatoria in Italia con emendamenti alla legge di bilancio, come è avvenuto con l'emendamento Foti - a cui mi riferivo - nella legge di bilancio del 2023.

Proprio questa disinvoltura nell'intervenire su una disciplina inserita in un quadro normativo europeo ci ha portato all'avvio di una procedura di infrazione, ed è probabile che avverrà lo stesso con l'articolo aggiuntivo Caretta, appena approvato. Questo potrebbe esporre il nostro Paese a un nuovo rischio di contenzioso con la Commissione europea. Purtroppo, la risposta del Presidente non lascia spazio a interpretazioni, riconoscendo l'ammissibilità dell'articolo aggiuntivo 82.05 Caretta dichiarato, invece, inammissibile nella seduta precedente del 15 novembre scorso.

I proponenti hanno presentato ricorso e, secondo una più attenta lettura, il presidente Mangialavori ha ritenuto valido tale ricorso. Queste sono le sue parole, come si legge nella sua lettera: “Le modifiche proposte all'articolo 18 della legge 11 febbraio 1992 n. 157 sono complessivamente volte a conferire un quadro di certezza ai calendari venatori e all'esercizio dell'attività venatoria, con conseguenti effetti positivi sia in ordine alla garanzia del gettito” - cioè dei soldi - “derivanti dal rilascio delle licenze di caccia” - soldi - “sia, più in generale, in ordine allo svolgimento di un'attività che determina rilevanti effetti economici in termini diretti ed indiretti”.

Sempre e solo si parla di soldi, tradotto: favorire le lobby, caccia e cacciatori. Poco importa di un possibile avvio di un'ennesima infrazione dell'Unione europea; e poco importa se a pagarla saranno gli italiani, poco importa il bagno di sangue che si consuma ogni anno grazie a questo ameno sport, poco importa la mattanza di migliaia di esseri innocenti che vengono massacrati e sacrificati in nome del dio denaro. Nessuna pietà, nessuna umanità, niente comprensione, ma solo un cuore di pietra. Il denaro, il dio denaro chiama e bisogna rispondere, solo esclusivamente crudeltà.

Diceva Dostoevskij: “La gente parla di crudeltà bestiale dell'uomo, ma questo è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie. Un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un uomo, crudele in maniera così artistica e creativa”.

Riprendiamo un attimo l'articolo aggiuntivo Caretta. Io e gli onorevoli Sergio Costa, Alessandro Caramiello, Carmen Di Lauro, Ilaria Fontana e Gisella Naturale abbiamo scritto un comunicato stampa congiunto per esprimere la nostra ferma e totale indignazione. Siamo indignati per l'approvazione di questo articolo aggiuntivo Caretta che liberalizza, sempre più pericolosamente, la caccia.

Noi del MoVimento 5 Stelle continueremo a combattere per salvaguardare la vita degli animali, delle persone e anche quelle dei cacciatori, che quest'anno stanno morendo in numero molto elevato. Quindi combattiamo per l'ambiente e per la sicurezza dei cittadini e, per ultimo, cito Indira Gandhi, non Susanna Cherchi, quindi non sono io che lo sto dicendo, ma Indira Gandhi: “È tutto collegato” - signori - “quello che accade ora agli animali succederà, in seguito, all'uomo”.

Noi non molleremo mai, evviva la vita, evviva l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anch'io, purtroppo, mi devo unire al coro di quelli che hanno trovato questa manovra priva di visione, soprattutto, senza organicità, con emendamenti mancia, con bonus che spuntavano, anche in discussione. Per quanto possibile, grazie all'instancabile lavoro della collega Elena Bonetti, abbiamo cercato di aggiustare quello che si poteva in corso d'opera, ma è stato veramente, veramente difficile.

Partiamo dallo scenario, lo scenario in cui l'Istat ha rivisto al ribasso la nostra performance, in cui le crisi europee, da quella tedesca in avanti, non solo in termini di stabilità politica, ma proprio di economia e di politica industriale, ci stanno attanagliando. Che cosa ci saremmo aspettati da una manovra che viene in queste condizioni? Ci saremmo aspettati due cose: un focus sull'assicurare servizi essenziali e l'altro sul rilanciare l'economia attraverso la produttività.

Ora, vediamo che cosa avete proposto e cosa noi abbiamo ribattuto e abbiamo proposto su questi due aspetti fondamentali: i servizi essenziali e il rilancio economico. Allora, sui servizi essenziali si tratta, chiaramente, di toccare il tema sanità. Noi, a ogni manovra di bilancio, da quando voi siete al Governo e noi all'opposizione, abbiamo cercato di farvi capire quanto importante sia non solo aumentare la spesa, ma aumentarla davvero e, soprattutto, andare a vedere come questa spesa viene fatta e andare a cercare il prima possibile di azzerare le annosissime liste d'attesa. L'avete fatto prima con un decreto che non ha dato assolutamente risultati e, adesso, in manovra di bilancio, vediamo, ancora una volta, un “no” secco ad occuparsi di questo problema.

I servizi essenziali, però, sono anche legati ai comuni e alle loro prerogative: penso al trasporto pubblico locale, dove lo stanziamento di aumento del fondo del trasporto pubblico locale è assolutamente risibile rispetto agli investimenti fatti; io penso, per esempio, al mio comune, quello di Milano, dove è stata addirittura aperta una linea nuova intera e tanti prolungamenti sono in fieri. Ecco, l'aumento scarso, ma soprattutto la non volontà di revisione del metodo con cui questi fondi vengono ripartiti sono sicuramente una mancanza grave ma non tanto nei confronti dei comuni, che, pure, si trovano a dover sopperire, con risorse proprie, alla mancanza di investimenti, ma, soprattutto, dei cittadini a cui, giustamente, in un'ottica di transizione verde, viene chiesto di lasciare a casa la macchina; ma se poi non diamo il mezzo, il modo di offrire un servizio di trasporto pubblico adeguato è chiaro che non possiamo chiedere tanto.

Inoltre, ci sono città di serie A e città di serie B. Siamo contentissimi, grazie anche a un nostro emendamento, del collega Fabrizio Benzoni, che, per quanto riguarda Brescia, si siano ripristinati i fondi; anche per la Metro C di Roma, per carità, tutti felici, anche in vista del Giubileo, però ci sono tanti aspetti che, invece, non sono stati chiariti perché i fondi che avevamo chiesto, per esempio, per Milano, non sono stati dati e perché non sono stati giustificati - ho fatto proprio ieri un'interrogazione al Ministro Salvini - gli 850.000 euro per un aggiornamento software per un cambio di nome della Metro C. Ci sono tanti aspetti, dai più piccoli ai più grandi, che non sono stati assolutamente toccati e che lasciano questo servizio essenziale - quello del trasporto pubblico locale - assolutamente in braghe di tela.

A proposito di comuni, alcuni dei miei colleghi hanno già parlato delle difficoltà in cui si trovano. Noi abbiamo proposto e ottenuto il turnover, ma abbiamo anche spinto su altri temi: penso a quello dei centri estivi che sono, ovviamente, in sinergia (comuni, Terzo settore).

A Milano tutta la maggioranza si era spesa proprio su questo tema, a fronte dei tagli del Governo. Ecco, tentare di ripristinare questi importanti servizi per le famiglie è stato assolutamente fondamentale e per fortuna che il nostro emendamento è stato accolto.

Invece, su altri temi e altri nostri emendamenti non ci avete dato ragione, eppure erano a spesa zero. Penso, per esempio, all'aumento della tassa di soggiorno per le altre città e non solo per quelle marcatamente turistiche, un aumento di tassa di soggiorno che, ovviamente, è fatto in maniera corretta, perché ci sono le fasce che si applicano alle diverse stelle degli alberghi. Questo sarebbe stato un emendamento, una proposta, a costo zero, che avrebbe permesso ai comuni di recuperare un po' più di risorse, soprattutto a quelli che adesso diventano sempre più a vocazione turistica, eppure non avete voluto dare questa nuova strada, questa nuova maniera di avere degli introiti. Quindi, se, da una parte, tagliate, dall'altra, purtroppo, non li mettete in condizione di essere autonomi nei finanziamenti o, almeno, meno dipendenti dai finanziamenti pubblici statali. Quindi, sulla parte di assicurare servizi essenziali purtroppo il nostro giudizio è molto negativo.

Andiamo a vedere, allora, se sull'altra parte, sull'altro versante della medaglia, cioè sul rilancio della produttività e dell'economia, avete fatto meglio. Purtroppo, anche in questo caso, è un giudizio misto. Quindi, benissimo il taglio del cuneo, perché chiaramente l'annosa questione della tassazione è fondamentale, però, da una parte, dite tagliamo le tasse e, dall'altra, avevate tentato di metterne di nuove, che poi, per fortuna, noi abbiamo combattuto e abbiamo ottenuto che fossero tolte. Penso, per esempio, all'ingiustificabile e assolutamente assurda web tax per le piccole e medie imprese, perché non è possibile che, da una parte, tutti spingano per la digitalizzazione anche delle piccole e micro imprese e poi, dall'altra, si vada a mettere una tassa completamente arbitraria sul fatturato del 3 per cento quando già un'impresa paga le proprie tasse. Perché dev'essere penalizzata ulteriormente se ha deciso di aprirsi al mondo del digitale, della vendita online e dei servizi? Questo non è giustificato, non è una misura equa, non è una misura che noi abbiamo tollerato; abbiamo proposto che fosse abolita e, per fortuna, ci è stato concesso di evitare questa tassazione assolutamente iniqua.

Come anche un'altra beffa, una tassazione ulteriore sui poveri cittadini che, non avendo accesso alla fibra ed essendo, probabilmente, abitanti di zone remote o di quelle terribili zone grigie o, addirittura, zone bianche, dove la connettività non c'è, sarebbero stati tassati per avere una connettività in rame. Quindi, oltre al danno, la beffa: già si ha una connettività inferiore, più lenta, meno performante, e, in più, si viene anche tassati. Anche in questo senso, grazie al cielo, siamo riusciti a convincervi che, forse, fare questo genere di proposte non è la maniera per andare verso la transizione digitale. Per fortuna, anche in questo caso, avete ascoltato che le imprese hanno bisogno non solo del taglio del cuneo fiscale, ma anche di incentivi a reinvestire, quindi di non essere solo tassate ma di evitare quella tassazione nel momento in cui reinvestono in ricerca e sviluppo in tutto il comparto aziendale. Infatti, la nostra proposta dell'Ires premiale è stata salutata da tutto il mondo dell'impresa, non solo da Confindustria, ma anche dalle imprese più piccole, come qualcosa di davvero innovativo, che può aiutare il tema della produttività. Infatti, è inutile che ci diciamo che i salari sono bassi - eppure abbiamo una grandissima occupazione - perché, se non creiamo produttività e crescita, quei salari difficilmente cresceranno e quell'occupazione difficilmente sarà un'occupazione di qualità, in quanto non guardiamo solo ai numeri ma guardiamo anche alla qualità.

Le aziende, però, non sono necessariamente premiate in tutte le parti di questa manovra. Penso, per esempio, alle tasse aziendali, che avete rimodulato in senso negativo, secondo noi, sul rinnovo del parco auto aziendale, che, alla faccia della neutralità tecnologica di cui tanto vi riempite la bocca, in realtà favoriscono solo un tipo di macchina, la macchina elettrica, a discapito di tutte le altre. Quindi, è una rimodulazione che non si giustifica rispetto alla vostra postura e alle accuse che fate sul Green Deal e quant'altro all'Unione europea. Quindi, bisogna, forse, guardarsi in casa prima che andare a guardare altrove.

Analogamente, nel rapporto con le imprese, purtroppo, questo Governo ha promesso e poi non ha mantenuto. Penso alla promessa di incentivi per il cambio del parco delle locomotive del treno - tema fondamentale nella decarbonizzazione e nella logistica -, che sono stati promessi, poi rimandati e adesso non si trovano le risorse. Quindi, come fate a creare fiducia e a creare un mondo delle imprese che sia un mondo che cresce e che ha fiducia nello Stato, se vi comportate così, se promettete e poi tirate via?

Da ultimo, noi abbiamo cercato anche di dirvi come recuperare fondi senza necessariamente aumentare le tasse. Abbiamo proposto, per esempio, il tassametro fiscale: una misura non punitiva, ma giusta, per far emergere il nero, per far pagare le tasse, come le paghiamo tutti noi, come le pagano gli onesti cittadini e tutti quanti, eppure questa fonte di reddito - ripeto, giusta e facile - non ha trovato il vostro favore e non fatico a capire per quale motivo.

Avete trovato, invece, escamotage per prendere altre risorse dai posti più impensati. Penso all'emendamento sull'ottenimento della cittadinanza, che adesso costa di più per i cittadini stranieri che vogliono ottenerla: da 300 a 600 euro, forse bruscolini rispetto al bilancio dello Stato, eppure una misura che non si giustifica, perché non state andando, invece, a toccare il vero tema della cittadinanza, quello che avevate promesso di toccare, ossia lo ius scholae, che è sparito dal dibattito pubblico, ma noi non demorderemo.

Chiudo, quindi, per dire che, purtroppo, è finito il tempo della scia del Governo Draghi, che vi ha permesso un respiro molto ampio, che vi ha permesso, per due anni, una sorta di vivere di rendita. Adesso, invece, si sta rivelando veramente qual è la vostra visione di Paese e, secondo noi, non è una visione giusta, perché, da una parte, non tutela i servizi essenziali e, dall'altra, non si concentra sul vero rilancio dell'economia e della produttività e senza questi due pilastri il nostro Paese, per quanto in teoria stabile politicamente, farà davvero fatica (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Alessandro Manzoni”, di Lizzano, in provincia di Taranto, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Li ringraziamo e auguriamo loro ogni fortuna. Preciso che sono presenti in Aula i deputati iscritti a partecipare alla discussione sulla legge di bilancio e non sono previste votazioni nel corso della mattinata.

È iscritto a parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signore e signori del Governo, colleghe e colleghi, Presidente, lo dico soprattutto rivolgendomi agli studenti che ci ascoltano, io da ragazzo ho sempre pensato che il bilancio - e mi rivolgo anche al collega Donno, grazie - fosse uno strumento tecnico, una cosa fatta di numeri e di tabelline, dove bisognava imparare la tecnica. In realtà, Presidente, ho scoperto poi, con il tempo, con gli anni e con un pizzico di esperienza maturata, che il bilancio tutto è fuorché tecnica: il bilancio è, probabilmente, l'atto politico in assoluto. E il bilancio che cos'è? È visione, è strategia, è dare rappresentazione della visione e delle scelte che si compiono su carta per poi attuarlo. Questo è il bilancio e da questo bilancio noi, colleghe e colleghi, abbiamo la visione della scelta che questo Governo e questa maggioranza hanno compiuto. E che cosa emerge da questo bilancio? Emerge - è stato detto già da chi mi ha preceduto - un bilancio fatto di mance, un bilancio fatto di bonus, un bilancio fatto di prebende per i soliti noti. Ma è anche un bilancio che si accanisce sempre contro i soliti noti, e poi vedremo chi sono.

Ci saremmo aspettati interventi sostanziosi, che andassero oltre il cuneo fiscale sui salari. Ci saremmo aspettati un'inversione di tendenza sulla sanità, perché lo sa anche un bambino che il rapporto della qualità sanitaria va stabilito come investimento in sanità in rapporto al PIL: non è il dato assoluto, ma è in rapporto esattamente al PIL. Ci saremmo aspettati un recupero sull'istruzione, sull'importanza dell'istruzione e ci saremmo aspettati dei gesti significativi sulla ricerca.

Mi dispiaccio che sia andato via il Ministro Giorgetti, che sicuramente del Governo è una delle persone più qualificate e, se volete, è forse il Ministro più potente, perché in questa fase storica e in queste settimane - e mi rivolgo, ringraziandolo per il lavoro che ha svolto anche di salvaguardia delle opposizioni, al Sottosegretario Freni, che ha mantenuto in vita fino all'ultimo momento speranze, che, purtroppo, sono rimaste speranze emendative - Giorgetti poteva decidere e ha deciso in un certo modo.

Chi sono stati i soggetti o le vittime contro cui vi siete accaniti? Frontalieri, italiani all'estero, impatriati e mondo della ricerca, ne cito alcuni perché, poi, le colleghe e i colleghi ne citeranno altri. Mi sono chiesto perché accada questo e perché accada questo proprio nel momento in cui la storia ci riporta all'attenzione un Ministro tra i più potenti della storia d'Italia, che è esattamente della Lega Nord.

Partiamo dai frontalieri. Non si capisce perché continuate ad accanirvi. Non solo non avete eliminato la tassa sanitaria ingiusta che avete introdotto, sulla quale c'è un contenzioso, ma la raddoppiate. E non basta aver introdotto, qualche mese fa, la frazione quotidiana del calcolo rispetto al rapporto frontalieri-lavoro tra i due Paesi, poiché state continuando ad accanirvi.

Passiamo agli impatriati. State togliendo un diritto costituzionale a queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che hanno deciso di rientrare e, guarda caso, non hanno diritto di accedere alla disoccupazione, che, in questo Paese, è di 180 giorni, non 180 anni. Negate un diritto costituzionale a queste persone.

In ultimo, gli italiani all'estero. Voglio ringraziare le colleghe e i colleghi del mio partito: noi siamo stati l'unico partito ad aver segnalato e discusso nelle notti in Commissione emendamenti a favore degli italiani all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Perché sui social potete scrivere e raccontare quello che vi pare, peccato che, poi, la realtà ti porta il conto. E sappiate bene: le scelte che si compiono non sono concessioni del Governo, sono scelte politiche, sono fondi che i singoli partiti mettono, decidendo come intervenire su quelle misure. Ci sono partiti che hanno spinto per il raddoppio della tassa per l'acquisizione della cittadinanza degli italiani all'estero - raccontatela per come la dovete raccontare, non raccontatela in una maniera sbagliata - e ci sono partiti, come il Partito Democratico, che ha scelto di destinare 600.000 euro di finanziamento straordinario ai Comites, a prima firma del collega Christian Di Sanzo.

La politica di bilancio è fatta di scelte, però manca un elemento - mi avvio a chiudere - ed è la domanda che pongo a questo Governo e al Ministro Giorgetti: ci spiegate cosa vi hanno fatto gli italiani all'estero? Avete fatto una manovra di 34 miliardi, nell'ultima notte, avete trovato 6,5 miliardi per il ponte sullo Stretto, avete tagliato 1,5 miliardi alla manutenzione delle strade provinciali e non siete stati in grado di trovare 8 milioni, evitando lo scippo di Stato ai pensionati italiani all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Cioè, state scippando la rivalutazione di queste pensioni ad oltre 250.000 italiani all'estero che superano la pensione minima, ma che hanno una pensione che va tra gli 800 e i 1.400 euro! Sono persone che hanno pagato i contributi! Sono persone che hanno sottoscritto un accordo, un patto con lo Stato, che gli prendeva i soldi e gli garantiva la rivalutazione. Voi l'avete tolta! Abbiamo combattuto, alimentando quella fiammella di speranza, fino all'ultima notte, e non c'è stata la capacità di trovare 8 milioni, su 34 miliardi, per evitare lo scippo di Stato.

Colleghe e colleghi - chiudo, Presidente -, che sia difficile amministrare è un fatto, ma, come diceva Aldo Moro, amministrare è difficile, perché difficile è amministrare. E ci dispiace, voi non state amministrando per il bene pubblico, voi state continuando ad amministrare per i soliti noti.

Non vorremmo registrare, tra qualche mese, l'ennesimo fallimento ai danni e a spese dei più deboli, di quelli che non hanno voce in questo Paese. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Ci ricorderemo di questo Governo, come del Governo che ha messo in campo una delle peggiori leggi di bilancio nella storia del nostro Paese. Siamo alla terza manovra scritta dal centrodestra. Non ricordiamo, ad oggi, una misura realizzata per aiutare i cittadini e le imprese, destinata alla crescita e allo sviluppo, non se ne ricorda una. Se andiamo a chiedere ai cittadini, non sanno cosa abbia fatto questo Governo per loro in questi tre anni. Zero totale.

Questo però è il Governo - questo sì - dell'austerità, dei tagli, del ritorno dei privilegi della casta. Un Esecutivo che si tiene ben lontano dai problemi del Paese, ma molto, molto vicino a tutelare i propri interessi e quelli dei poteri forti.

In questi giorni, in Commissione bilancio, abbiamo visto veramente il peggio di una classe politica incapace di governare. È chiaro che siete distanti - lo vediamo - anni luce dalle esigenze degli italiani, però la verità è una sola, ossia che dei problemi dei cittadini e degli imprenditori non ve ne importa nulla, questa è la realtà, non ci pensate proprio. Siete solo capaci di bocciare le misure che noi, come opposizione, avevamo proposto, che, magari, farebbero respirare e crescere il nostro Paese. Semplicemente, non avete il coraggio di lavorare per il bene dei cittadini.

Con i nostri emendamenti, abbiamo provato a proporre misure per aiutare i lavoratori, le persone in difficoltà, le aziende. Per esempio, abbiamo proposto di aumentare le pensioni minime di 100 euro al mese e il Governo ha detto “no”, ma, di contro, ha aumentato le pensioni minime dei pensionati minimi di 1,80 euro in più al mese. Avete capito? Erano quelli che volevano portare le pensioni minime a 1.000 euro per tutti (1.000 euro con un click, diceva qualcuno qualche tempo fa).

Voi eravate quelli che dovevano abolire la legge Fornero. Eravate quelli che andavano in giro con le felpe con scritto “Stop Fornero”. Oggi, quelle felpe, dovete metterle nel cassetto e dovete fare le nuove felpe: “Stop Giorgetti”, perché oggi è Giorgetti che sta facendo molto peggio rispetto alla Fornero, rispetto a Monti! Sta massacrando i pensionati e i lavoratori italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Fermatevi, siete un pericolo pubblico! Almeno, la professoressa Fornero ebbe la decenza di piangere, voi nemmeno questo. Siete senza vergogna.

Serve veramente a poco dire che la coperta è corta: non ci crede più nessuno. È stato citato prima, avete trovato in mezza serata, in una notte, 1,5 miliardi in più per il ponte sullo Stretto di Messina, 1 miliardo per la TAV e, poi, invece, per i cittadini, i soldi, non ci sono mai.

Un'altra proposta era quella di introdurre un salario minimo che desse finalmente dignità a 4 milioni di lavoratori poveri in questo Paese. Anche qui, avete detto “no”. Ma cosa avete fatto, poi, di contro? Ancora, un'altra proposta negata: abbiamo proposto, per centinaia di migliaia di lavoratori, che sono oggi in cassa integrazione, di prevedere l'integrazione, per arrivare al 100 per cento del salario, per consentire a queste famiglie di trascorrere un Natale dignitoso e sereno con le proprie famiglie. Avete detto “no” anche a questo, avete bocciato anche questo. È facile per voi dire di “no” alle proposte per i cittadini, tanto ormai siete rinchiusi nei palazzi e seduti comodamente sulle vostre poltrone.

Ma io dico, provate ad uscire ogni tanto da questi palazzi, alzatevi da queste poltrone, andate in giro a fare la spesa, fatevi raccontare dai cittadini, al mercato, quanto è aumentata la spesa, quanto è difficile per una famiglia gestire un piccolo imprevisto, come, per esempio, una spesa medica o una visita specialistica imprevista, oppure, magari, la macchina che si rompe e che va portata dal meccanico. Salta il bilancio familiare. Ma per voi, questi, evidentemente, non sono problemi.

Ancora, ve ne state fregando anche delle imprese. Prima sentivo alcuni colleghi di maggioranza parlare dei record, questo è un record tutto vostro, ve lo riconosciamo, avete fatto un record straordinario, tra virgolette: 21 mesi consecutivi di calo della produzione industriale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Un fallimento totale del Ministro Urso che è ancora al suo posto ed è un incapace totale. L'Italia è tornata a correre, diceva la Presidente del Consiglio Meloni. Ma correre dove? Verso il baratro forse sta correndo, ma non vi vergognate nemmeno un po' a dirle queste cose, ma ci credete veramente quando le dite queste cose? Io veramente non capisco per quanto tempo possiate veramente andare avanti su questa strada. Ma la cosa più folle davanti a tutto questo - potrei citare decine di numeri e dati disastrosi, ma servirebbero alcune ore, quindi ci prenderemo poi il tempo, da qui ai prossimi mesi, per parlarne con i cittadini - è che di fronte a tutti questi problemi degli italiani, che decidete scientemente di non affrontare, avete avuto il coraggio di portare in Commissione bilancio e di monopolizzare per cinque giorni il dibattito pubblico su una porcata storica della quale voi siete i più grandi protagonisti e lo resterete per sempre. Siete venuti in Commissione bilancio, dopo aver bocciato il salario minimo, il reddito di cittadinanza, l'aiuto ai cassaintegrati, l'aumento delle pensioni minime, con la proposta di aumentare lo stipendio e i rimborsi ai Ministri e ai Sottosegretari di questo Governo. Siete veramente senza nessun limite di decenza, non avete proprio limiti alla vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Uno scandalo: ci avete provato di notte, ma noi vi abbiamo smascherato e il giorno dopo è iniziato lo scaricabarile. Ministri che dicevano di non saperne nulla, Sottosegretari che invece dicevano che era giusto, parlamentari che provavano a difendere, alcuni sì, altri no. Una scena imbarazzante. Crosetto che diceva che questa norma andava ritirata e di non perdere tempo dietro a queste stupidaggini. Stupidaggini che avete proposto voi in Commissione, non noi. E poi, apoteosi della follia totale, la Presidente del Consiglio Meloni che viene qui, in quest'Aula, a dire che quell'emendamento sarà ritirato. Tutti i giornali, tutti i media parlano di emendamento ritirato, ma che cosa succede l'altra notte? Arriva non il ritiro, ma la terza riformulazione di quell'emendamento, dove voi avete fatto un piccolo gioco di prestigio che poi ha scatenato lo sciopero dei Ministri e dei Sottosegretari eletti e residenti a Roma che questa mattina non sono venuti in Aula, tant'è che ci hanno fatto iniziare con 45 minuti di ritardo. Quindi, loro hanno scioperato, ma i Ministri e i Sottosegretari non residenti a Roma avranno un bel rimborso spese, da qui ai prossimi anni grazie al Governo Meloni: 5.000-6.000 euro, dobbiamo vedere come scriverete questo decreto attuativo. Mi verrebbero solo parolacce in questo momento, quindi forse andiamo avanti. È inutile che batte le mani, Sottosegretaria. Mi metto nei panni di un cittadino che non riesce ad arrivare alla terza settimana del mese e legge la sua intervista vergognosa che dice che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. Poveretta, non riesce a pagarsi i trasporti: ma non vi vergognate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non avete veramente un minimo di decenza! Vi dovreste vergognare, altro che battere le mani, altro che ridere! Vi dovreste veramente vergognare. Poi dicono che i cittadini non devono scendere in piazza a protestare, tant'è che li volete mandare in galera per vent'anni se scendono in piazza a protestare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io mi auguro che i cittadini scendano in piazza a protestare contro questa vergogna, e non solo.

Presidente, non hanno nessun ritegno, come dicevo prima. C'è una sola parola - e concludo - che definisce tutta questa vicenda: vergogna. È la stessa che dovreste provare ogni giorno, cari esponenti del Governo seduti di fronte a me su questi banchi, per aver di fatto abbandonato milioni di italiani che non riescono a curarsi, che non riescono ad arrivare alla fine del mese, milioni di lavoratori e pensionati che questo Natale lo trascorreranno in fila alla Caritas o a fare sacrifici perché dovranno decidere se pagare una bolletta o se mettere un piatto a tavola. Vergogna! Non ci sono altre parole per dire lo stato d'animo indecente che state provocando nel Paese. Un'ingiustizia totale. Fateci un bel regalo di Natale, fatelo agli italiani: andate quanto prima a casa. Noi ci impegneremo per farvi andare a casa quanto prima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, è una manovra di galleggiamento piena di mance e proroghe. Insomma, tutto l'opposto di quello che serviva al Paese. Una manovra che dimentica il Sud e le categorie più fragili. Bocciate gli emendamenti proposti dal PD che provavano a raddrizzare il tiro, a partire dalla decontribuzione al Sud, dove si concretizza uno scippo netto di 4 miliardi solo per il 2025; cancellata così una delle misure simbolo più efficaci del nostro tempo, che aveva dato grande respiro al Mezzogiorno. Nessuna risposta, poi, sul tema del lavoro, del lavoro povero e irregolare, tema del tutto ignorato dal Governo sia nella proposta originaria che nei successivi emendamenti e riformulazioni. Sono numeri che fanno paura: solo nella mia terra, la Sicilia, ci sono 62.000 operai irregolari e 2.000 lavoratori che rischiano di perdere il posto il 31 dicembre e di non essere neanche classificati all'interno alla cassa integrazione o della cassa integrazione straordinaria. Sono lavoratori per cui in queste settimane abbiamo presentato iniziative parlamentari significative e, in particolare, mi riferisco ai lavoratori di Kalat Ambiente, a quelli di Almaviva, a quelli di A2A e a quelli relativi alla riconversione di ENI-Versalis: 2.000 lavoratori, dicevamo, che rischiano di perdere il posto di lavoro senza neanche paracadute e tanti lavoratori che in questo momento aspettavano la stabilizzazione e, invece, non è arrivato un rigo, un solo rigo, dal Governo, come, ad esempio, quelli impegnati nella delicatissima opera di ricostruzione dopo il sisma di Santo Stefano e a cui il Governo, ancora una volta, dice no, nonostante gli impegni assunti in Aula, tempo fa, con l'accoglimento di uno specifico ordine del giorno.

Nessun cenno neanche verso il dramma della siccità che vede, ancora oggi, tre province siciliane con l'acqua razionata una volta ogni 10-15 giorni, roba da terzo mondo; solo annunci, solo cabine di regia o tavoli tecnici che si dovrebbero insediare o fintamente già insediati, ma risorse in manovra assolutamente zero.

Poi ancora, tagli consistenti agli enti locali: nel Sud sono proprio i comuni, come è noto, a gestire il welfare - ricovero minori, scuolabus, asili nido, sostegno alle famiglie povere e assistenza domiciliare agli anziani -, ma sono proprio i comuni ad essere abbandonati dal Governo; in regioni come la Sicilia un terzo dei comuni è, ahimè, in dissesto e in predissesto, un terzo dei comuni che vale oltre la metà della popolazione dei siciliani. Abbiamo chiesto in manovra interventi che avrebbero dato grande respiro agli enti locali, a tutti gli enti locali del Paese, come la modifica del Fondo crediti di dubbia esigibilità che ogni anno costringe i sindaci ad accantonare risorse preziose, oppure come il garantire nuove capacità assunzionali, perché gli enti locali, a fronte delle tantissime competenze - lo dico con la consapevolezza e la responsabilità di chi per tanti anni ha vestito la fascia di sindaco -, hanno il personale ridotto all'osso. Restano inascoltate, in questi giorni, alcune battaglie che prevedevano risorse specifiche per il sostegno agli enti locali, come, ad esempio, i contributi straordinari che avevamo chiesto per garantire la copertura delle risorse che i comuni avevano garantito ai più deboli durante gli eventi alluvionali oppure anche per quelle relative ai danni della cenere vulcanica.

C'è, poi, il tema dell'assenza di fondi per la realizzazione di infrastrutture. Il Ponte continua ad essere lo specchio per le allodole, un progetto da sbattere in faccia agli italiani per speculare sulla sete di infrastrutture che pervade calabresi e siciliani: è buono soltanto per le campagne elettorali di Salvini. Dei 24 miliardi destinati per i prossimi anni alle infrastrutture italiane, ben 6 miliardi, un quarto, vengono destinati in questa manovra al ponte sullo Stretto, il cui costo continua a salire: da 11,6 miliardi a 13,6 miliardi.

Restano all'asciutto un sacco di opere su cui c'erano progettazioni esecutive pronte e lotti esecutivi pronti ad essere aggiudicati e, quindi, restano all'asciutto interi territori che aspettavano opere pubbliche significative. In questi anni abbiamo fatto battaglie relative alla Modica-Scicli, che ancora oggi col progetto esecutivo resta a secco, dopo il definanziamento ad opera del Ministro Fitto; per non parlare del nodo ferroviario di Catania o della Nord-Sud o della Palermo-Agrigento.

Per non parlare, poi, di un altro grande assente in questa manovra, ed è il tema della lotta alla mafia. In settimana, questo dato ci ha colpito molto, Presidente, la CGIA Mestre ha tracciato un quadro preoccupante, che vede ben 150.000 imprese italiane a rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. La mafia, in sostanza, rappresenta, per essere chiari, la quarta industria del Paese, solo in Sicilia il 10 per cento del dato nazionale, ma dal Governo Meloni neanche un rigo in tutta la manovra. In questi anni l'incisività della legge Rognoni-La Torre è messa in discussione da procedure sempre più lente e farraginose e da un sistema che va assolutamente rafforzato.

In questo senso vanno letti gli emendamenti che abbiamo proposto in questa manovra, e, ahimè, sono stati tutti bocciati. Bocciati i nostri emendamenti a proposito delle maggiori risorse per l'Agenzia dei beni confiscati alla mafia, ci è stato detto “no” per le maggiori risorse per ristrutturare i beni confiscati e ci è stato detto “no” per maggiore personale per la Direzione investigativa antimafia. Non solo, la battaglia epocale di Pio La Torre rischia di essere svilita dai “no” questo Governo e dobbiamo pure subire la sfacciataggine di qualche big del centrodestra che dice, senza rossore, che la legge Rognoni-La Torre andrebbe modificata perché ormai superata.

Presidente, mi avvio a concludere. Le battaglie sulla scuola pubblica e sulla sanità pubblica completamente ignorate da questo Governo. Per queste ragioni, ci opporremo in ogni sede a questa manovra iniqua e dannosa per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, siamo alla terza manovra finanziaria del Governo Meloni, al giro di boa, a metà mandato. È il tempo di bilanci anche come valutazioni di ciò che è stato fatto e di valutazioni prospettiche. Siamo di fronte all'ennesima manovra fondata sull'austerity, recessiva e di galleggiamento - questo perché lo vuole l'Europa, altro che riguardare prima agli italiani -, con un approccio mercantilistico, un modello fondato sulla competitività, che vuole prima creare poveri, disoccupati, precari, in modo tale che il costo del lavoro sia inferiore e i prodotti italiani siano competitivi per la conquista dei mercati esteri, con la conseguenza, però, di esporre l'Italia e gli italiani alle conseguenze delle crisi degli Stati esteri in cui esportiamo i nostri prodotti, come è ora il caso della Germania.

La domanda interna va a picco per due questioni. La prima è perché, tenendo bassi i salari e i lavoratori in questo stato di prostrazione, evitano i consumi, o perché non hanno materialmente le risorse e non arrivano alla seconda settimana del mese, o perché, se anche le hanno, pensano a tenerle da parte, prevedendo tempi grigi. E andando così le cose, altro che tempi grigi, ne avremo almeno per 7 anni con la firma di questo Patto di stabilità capestro, che vede la necessità per l'Italia di sottrarre 13 miliardi di euro annui ad ogni legge di bilancio.

Pensate quante cose avremmo potuto fare con questi 13 miliardi in più. Noi, quindi, siamo in una situazione tremenda, e le soluzioni, la scelta di fondo in campo macroeconomico proposta è assolutamente fallimentare. Abbiamo 21 mesi consecutivi di calo di produzione industriale e la domanda interna che va a picco, specie per l'acquisto di beni strumentali, il che significa che non ci sono previsioni neanche di aumento nei mesi o negli anni a venire.

Quindi, questa manovra è fondata sul vulnus, sul vizio di origine rappresentato dal nuovo Patto di stabilità, che ci costringe a correzioni per i prossimi 7 anni.

È una manovra che determina una stangata “taglia Italia”, perché rispetto alle esigenze di conformità a questo Patto di stabilità, dettato dall'Europa, ma benevolmente accettato dal duo Meloni-Giorgetti - perché avrebbero potuto opporsi, avrebbero potuto chiedere un rinvio, avrebbero potuto dire che l'Italia non si trovava nelle stesse condizioni degli altri Stati europei, per cui un meccanismo automatico era penalizzante per l'Italia e gli italiani e si doveva riguardare alle conseguenze della pandemia in Italia e al debito pubblico italiano, perché è più facile rispettare questi parametri per quegli Stati che non hanno subito conseguenze dalla pandemia e che non hanno il debito pubblico italiano -, è chiaro che, rispetto a questa esigenza imposta da quel Patto di stabilità, non ci sono che due strade: o tagli o nuove tasse. Ebbene, entrambi si trovano in questa manovra lacrime e sangue, un insieme di tagli e di tasse camuffate, nascoste, indirette.

Perché è chiaro che, quando si tagliano servizi primari essenziali, come la sanità, la scuola, i tagli ai comuni, che poi non erogano, a loro volta, servizi, le persone devono ricorrere e attingere alle proprie risorse, quindi pagano un'ulteriore tassa. Non solo abbiamo un'imposizione fiscale enorme, che grava sugli italiani, soprattutto - dobbiamo dire - sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Infatti, questo Governo è stato benevolo con le partite IVA e i professionisti con la flat tax al 15 per cento, che poi sono quelli che, in genere, si sa, evadono maggiormente le tasse, fosse solo per il fatto che sono loro a gestire, di fatto, il rapporto con il fisco.

Ebbene, è chiaro che questo approccio economico generale sia penalizzante. Possiamo dire che in 2 anni la Meloni ha riproposto tutti i capisaldi dell'austerità: ossessione per l'avanzo primario, entrate superiori alle uscite, e nel Piano strutturale di bilancio badate bene che la traiettoria è dell'1,5 per cento di spesa, il che significa che si taglierà fortemente, direi che una vera e propria macelleria sociale verrà attuata in Italia, perché negli ultimi 30 anni la spesa primaria pubblica è stata di oltre il 3 per cento, significa dimezzarla in prospettiva. Ancora, l'ossessione per l'avanzo, il lavoro povero per recuperare la competitività, le privatizzazioni per compiacere qualche fondo estero e qualche lobby finanziaria, l'ossessione sul modello basato solo sull'export, che è dannoso e rischioso, perché combacia spesso con un deficit di domanda interna e di consumi.

Ed è proprio questa scelta il problema italiano, alla base della crescita risprofondata allo 0 virgola, ovvero un problema di bassa domanda interna, prodotta da salari bassi. È un cane che si morde la coda, è un circolo vizioso che questo Governo non riesce a interrompere. Come diceva Monti in una intervista alla CNN nel 2012, oggi stiamo distruggendo la domanda interna attraverso un consolidamento fiscale. In fondo, lo strumento del cuneo fiscale è questo: applichiamo la ricetta tedesca, ma con una differenza, che la Germania aveva un'enorme produttività interna, salvo che oggi anche la Germania sta andando verso soluzioni diverse.

Ha previsto un forte aumento dei salari, ha previsto aiuti di Stato, ma non erano vietati gli aiuti di Stato nell'Unione europea? O erano vietati solo quando si trattava dell'Italia? E ora rivaluta anche il debito pubblico, dicendo che, in certi margini, il debito pubblico sia positivo. Andiamo ai tagli. Ci sono spaventosi tagli lineari ai Ministeri che si abbattono sui cittadini, il 5 per cento; tagli agli enti territoriali, 570 milioni nel 2025, 1,6 miliardi nel 2026, che si aggiungono già agli 1,2 miliardi tagliati dalla precedente legge; tagli alla sanità da record.

Finiamola con l'incremento di 1,3 miliardi quest'anno, perché questo incremento non copre neanche l'inflazione. Per risolvere il problema sanitario, il problema delle liste d'attesa, la soluzione non è questa. Innanzitutto, si deve riportare quantomeno alla media europea. Nella media europea gli Stati spendono il 6,9 per cento del PIL in sanità; noi, invece, che facciamo? Torniamo al 6,3 per cento di prima della pandemia. Ma siamo sicuri che non succeda mai più nulla? Siamo sicuri che siano giusti questi tagli, con una popolazione che invecchia? Ci sarebbero tantissime cose da dire, tagli alla scuola, le ricette sbagliate, il non dare risposta alla prima questione degli italiani e dei pensionati, che è quella del decremento salariale.

Certamente, non possiamo sentire più che la coperta è corta. Non è corta per la casta e i privilegi. Abbiamo perso giornate intere in bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) non per dare risposte agli italiani, ma per dare una maggiore indennità ai Ministri e ai Vice Ministri, che poi ora sono solo quelli residenti a Roma, 500.000 euro. È stancante e ormai ipocrita la narrazione di questa coperta corta, perché la coperta è corta solo perché non si vogliono assumere le proprie responsabilità politiche, perché è il Governo che decide per chi è corta questa coperta. Non si trovano i soldi per sostenere l'industria italiana e si trovano per le armi, per cui si prevede un record storico.

PRESIDENTE. Concluda.

IDA CARMINA (M5S). Non si tassano gli extraprofitti - e concludo subito - delle banche, non si tagliano i sussidi ambientalmente dannosi e, soprattutto, si prevede sempre un ulteriore scippo al Sud: si elimina la misura decontribuzione Sud…

PRESIDENTE. La ringrazio…

IDA CARMINA (M5S). …ripristinata - un attimo solo - al 25 per cento e, soprattutto, è scandaloso l'ulteriore scippo ai fondi di sviluppo e coesione, usati come un bancomat per la questione del ponte sullo Stretto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio. Deve chiudere.

IDA CARMINA (M5S). La metropolitana di Milano si fa con i soldi del bilancio dello Stato, mentre per il ponte sullo Stretto, che è opera strategica nazionale, invece, si scippano i soldi al Sud, ai meridionali, ai siciliani e ai calabresi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mauro Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Parlo a nome del gruppo del Partito Democratico in Commissione cultura, che, fra le sue competenze, ha anche la scuola, l'università, la ricerca, l'editoria, lo sport e, quindi, mi concentrerò su questi temi. Non nascondo che sarei curioso di sentire anche il parere di qualche nostro collega di maggioranza che siede nella stessa Commissione, ma non mi pare che succederà, perché i banchi sono deserti. Per cui, mi piace pensare di parlare anche un po' a nome loro; se vorranno, prenderanno la parola e mi smentiranno.

Incomincio, allora, dalla cultura, con un antefatto. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è venuta in Aula ieri l'altro, dopo aver incontrato Javier Milei, il Presidente dell'Argentina, e averlo anche gentilmente omaggiato di una cittadinanza italiana, in modalità fast, diciamo così, sulle cui modalità abbiamo depositato un'interrogazione. Fra i tanti passaggi, Giorgia Meloni ci ha spiegato che stima Javier Milei, ma che non ritiene il modello Milei applicabile all'Italia. “Dovrei fare” - ha detto - “come dice Milei: Ministero della Cultura afuera? Ma per carità!”.

Ora, è vero, la Presidente Meloni non girava in campagna elettorale con una motosega, usava altri argomenti retorici, come il blocco navale o le accise sui carburanti. Dunque, le cose che diceva che avrebbe fatto non le ha fatte, mentre quelle che non diceva le ha fatte eccome. Questo perché il Ministero della Cultura esiste ancora, ma l'afuera italiano sulla cultura riguarda un taglio complessivo di mezzo miliardo di euro rispetto all'anno scorso e riguarda un passaggio da 5,6 miliardi di risorse per gli investimenti in cultura nel 2015, quindi al netto delle risorse del PNRR, ai 3,1 miliardi di questa legge di bilancio, cioè 2,5 miliardi di euro afuera, firmato Presidente Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Oltre a questo definanziamento, che commissaria il Ministro Giuli e il Ministero della Cultura, nei due anni di melonismo al potere il Ministero stesso si è rivelato del tutto incapace di attribuire un ruolo strategico alle politiche culturali, usate come semplice terreno di spartizione politica a sfregio dell'immenso patrimonio culturale del Paese.

Se questo Paese ha un patrimonio immenso in cultura, che meriterebbe, dunque, una dignità proporzionale alla sua importanza, c'è un altro patrimonio immenso, intellettuale e culturale: l'università. È bene ricordare che non solo è italiana l'università più antica del mondo, quella di Bologna, ma sono 17 quelle fondate in Italia, dal Sud al Nord, ancora prima della scoperta dell'America. Ora, come commentare il taglio del quasi 10 per cento al Fondo per il finanziamento ordinario per l'università, un taglio effettivo di 800 milioni di euro? Credo ci sia un solo commento possibile: una mannaia o, forse, la motosega, per citarla, della Milei senza le basette su molti atenei italiani, per i quali le risorse del Fondo rappresentano i tre quarti del bilancio. Dato che il rimanente quarto è rappresentato dalle tasse universitarie, queste non potranno che aumentare, se la stagione della motosega “melonista” dovesse continuare o se anche le cifre dovessero attestarsi su questi parametri nei prossimi anni. Questo perché nel frattempo, a carico totalmente loro, le università dovranno sostenere i sacrosanti aumenti di stipendio per docenti e personale amministrativo e li dovranno sostenere nonostante i finanziamenti statali siano in picchiata. Insomma, la tempesta perfetta: afuera anche l'università. A questa destra di Governo, la cultura, l'università e la scuola interessano solo per una ragione, quella ideologica.

Dunque, passiamo alla scuola. Per la prima volta dal 2008, cioè dai tagli lineari al personale varati dal Governo Berlusconi, verranno tagliati 5.660 docenti dall'organico dell'autonomia, mentre i tagli previsti dei 2.147 posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola vengono spostati avanti di un anno, ma restano lì all'orizzonte, così come resta l'appiattimento retributivo, previsto per i prossimi due contratti fino al 2030, con stanziamenti, previsti in legge di bilancio, che non sono sufficienti neanche per la tutela del potere d'acquisto degli stipendi di insegnanti e personale della scuola. Abbiamo visto in questi due anni la scuola al centro della discussione politica solo grazie a provvedimenti propagandistici portati in questo Parlamento: penso alla riforma del voto in condotta, alla controriforma del sistema di valutazione della scuola primaria. Paradossi pedagogici per lisciare il pelo a un modello fondato esclusivamente sul motto, tanto caro al Ministro Valditara, ordine e disciplina. Nessuna motivazione pedagogica, nessuna volontà di ascolto dei protagonisti del mondo della scuola e degli esperti, che loro, sì, hanno, invece, come obiettivo dare valore al processo di apprendimento delle bambine e dei bambini. Invece, per questa destra la scuola è un esercizio di prepotenza e di potere.

Naturalmente, il Ministro Valditara dà il buon esempio, come nel caso di Christian Raimo, sospeso dal suo ruolo di docente per aver criticato il Ministro non dentro una scuola, ma sul palco di un partito a un evento politico; come nel caso di Giulio Cavalli, giornalista che il Ministro Valditara ha querelato, chiedendo un risarcimento di 10.000 euro, per un articolo sulle festività non riconosciute dallo Stato nel calendario scolastico; come nel caso di Nicola Lagioia, scrittore, per anni straordinario direttore del Salone del libro di Torino, querelato dal Ministro Valditara, con una richiesta di 20.000 euro di risarcimento, per avere ironizzato su un suo tweet sgrammaticato. A loro va, naturalmente, la nostra solidarietà, perché il Ministro non vuole giustizia penale, il Ministro dell'Istruzione e del merito e delle querele vuole risarcimenti economici. Non vorremmo fosse a causa dello stipendio, essendo un Ministro non eletto, e non perché sia arrivato da tecnico, sia chiaro, dato che Giuseppe Valditara era candidato alle ultime politiche; non è stato eletto e, poi, è stato scelto per fare il Ministro. Che cosa bizzarra questo accanimento, che cosa bizzarra, visto che, parlando di cultura, occorre ricordare che Dario Fo, l'ultimo italiano a vincere il premio Nobel per la letteratura, lo ricevette con questa motivazione: perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere, restituendo la dignità agli oppressi.

Passo allo sport, materia che mi è cara. Abbiamo condiviso alcuni provvedimenti senz'altro utili, ma sottolineiamo l'assurda decisione del Governo di non prorogare il Fondo per il professionismo sportivo femminile, respingendo l'emendamento a prima firma della collega Chiara Gribaudo, sottoscritto da tante donne, in modo trasversale, in questo Parlamento. Stigmatizziamo la riformulazione di un nostro emendamento, che, invece, portava la mia prima firma, per sostenere l'accesso economico alla pratica sportiva per le famiglie in difficoltà. Il provvedimento riformulato prevede oggi che questo bonus non vada più alle famiglie ma alle società sportive, che di fatto diventano accertatori di ISE, peraltro abbassato clamorosamente. Il bonus diventa alternativo perfino alla detrazione fiscale esistente per tutti, facendolo diventare un provvedimento irrealizzabile, poco conveniente per le famiglie che ne hanno davvero necessità. Insomma, voi continuate a erogare denaro per i grandi eventi sportivi, mentre l'accesso allo sport di base resta possibile, in questo Paese, solo per chi se lo può permettere. Alla faccia dell'articolo 33, modificato in questo Parlamento con voto unanime.

Chiudo rivendicando il nostro lavoro, i nostri emendamenti: quello sul Fondo contro la povertà alimentare, perché, come ci ricorda Save the Children, per migliaia di ragazzi e di ragazze del nostro Paese l'unico modo per accedere a un pasto completo e proteico è la mensa scolastica; quello per il sostegno psicologico a scuola; l'emendamento, a firma congiunta, sulla stabilizzazione dei ricercatori del CNR; l'aumento di 50 milioni rispetto alle risorse messe dal Governo sul Fondo per il pluralismo e l'editoria.

Abbiamo fatto il possibile rispetto al poco o nulla che era concesso; non ci fermiamo e non ci fermeremo, invece, sulla testimonianza, sulla denuncia di una legge di bilancio agghiacciante su temi strategici per un Paese come la scuola, l'università, la cultura e lo sport.

Ma questa è l'immagine del Paese che questa destra vuole, abbassare l'asticella, affinché possano continuare a spiccare figure inadeguate che rispondono a un solo principio: non conta la competenza, ma la fedeltà al capo. E attenzione, intellettuali, giornalisti e scrittori, insegnanti, artisti, donne e uomini di cultura: se li dileggiate non vincerete il premio Nobel, ma una convocazione in tribunale per una querela (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo “Alessandro Manzoni” plesso Chionna di Lizzano, in provincia di Taranto (Applausi).

In una seconda parte già avevamo salutato i loro colleghi. Sono qui in Aula ad ascoltare dalla tribuna i nostri interventi e ad assistere ai nostri lavori. Ovviamente, gli auguriamo ogni fortuna e li ringraziamo per la presenza.

Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ogni anno ci approcciamo alla legge di bilancio, ma forse ci dimentichiamo a chi dobbiamo guardare quando si fa una legge dello Stato, perché, cari colleghi, nel momento in cui abbiamo la possibilità di dare una visione, di ragionare sui problemi concreti, di aiutare effettivamente qualcuno che sta in difficoltà, penso che lo dovremmo fare. Purtroppo, quello della legge di bilancio è il momento in cui questo Parlamento può effettivamente portare avanti questo tipo di missione, questo tipo di servizio per il Paese.

Purtroppo, anche quest'anno la maggioranza e questo Governo non hanno onorato questo tipo di incarico che sono chiamati a svolgere. Perché vi ricordo, colleghi, che la legge di bilancio è uno strumento cruciale che non dovrebbe essere utilizzato per pensare a noi stessi qui dentro, ma dovrebbe guardare a chi sta fuori, al Paese, a quello che pensiamo che il Paese debba fare nel futuro. E invece non ci domandiamo se, dopo questa legge di bilancio, il Paese reale, le persone che sono fuori da questi palazzi staranno meglio o peggio.

Ebbene, ve lo dico io, purtroppo questo Paese con questa legge di bilancio non starà meglio e le persone più in difficoltà staranno peggio.

Questo perché lo dico? Ma sono i dati che ci portano a dover fare questo tipo di critiche al Governo, critiche che non abbiamo risparmiato come MoVimento 5 Stelle in Commissione bilancio, dove i colleghi sono stati ore e ore a cercare di passare messaggi fondamentali, messaggi di dignità, messaggi di civiltà; eppure, sono rimasti inascoltati. Anzi, ci siamo dovuti sorbire la pantomima e la vergogna delle proposte di innalzamento dei salari dei Sottosegretari non parlamentari e dei Ministri non parlamentari, tra cui ricordo esserci, purtroppo, la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali di questo Paese, la Ministra Calderone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), a fronte di 4 milioni di lavoratori in povertà, lavoratori che non guadagnano neanche mille euro al mese; abbiamo il record di povertà assoluta che porta avanti con orgoglio evidentemente questo Governo; 5,7 milioni di poveri, di cui 1,3 milioni sono bambini, sono ragazzi, sono persone in difficoltà a cui il Governo puntualmente sbatte la porta in faccia. Perché dico questo? Perché arriva l'emendamento per innalzare queste misure totalmente fallimentari, con la condotta, ovviamente, del Governo di portare questi emendamenti correttivi su AdI e Supporto per la formazione e il lavoro, che sono le due misure - ricordiamoci - sostitutive del reddito di cittadinanza, l'unica misura universale contro la povertà che noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo portato avanti e subito e introdotto in questo ordinamento; mentre voi, il Governo si è fatto carico, si è preso la responsabilità vergognosa di abolirlo e lo ha sostituito con misure totalmente inutili.

Quindi, arrivano questi correttivi; palesemente e pacificamente si ammette un errore, il fatto che queste misure non arrivino dove devono arrivare - il dramma di non arrivare alle persone più in difficoltà - e si corregge senza la relazione tecnica; si aumenta di pochissimo l'ISEE per poter accedere all'AdI e al Supporto per la formazione e il lavoro, si taglia di un miliardo nel prossimo biennio, e, sostanzialmente, non c'è una relazione che ci dica quante persone potranno usufruire di queste mancette in più che voi state dando.

Quindi, cortesemente, state ammettendo pacificamente un grande fallimento: tornate indietro, al posto di bocciare di nuovo l'emendamento che abbiamo fatto sul reddito di cittadinanza, ripristinatelo e fateci una cortesia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma non mi fermo qui perché non c'è soltanto il problema della povertà, che è un dramma assoluto, perché abbiamo anche il report della Caritas che ci dice - non smetto di ripeterlo - che la povertà in Italia è ereditaria, ci vogliono cinque generazioni per uscire dalla povertà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e qui non si mette un euro su questa questione. Una vergogna assoluta.

Parliamo, poi, del lavoro, perché poi sul tema del lavoro ci sbandierate dati sul fatto che c'è un aumento dell'occupazione, un aumento storico dell'occupazione, e non andate a vedere e a dire - e ve ne guardate bene - di che tipo di occupazione si sta parlando; non si tratta di occupazione per cui le persone, i lavoratori riescono a fare quello che hanno bisogno di fare; no, purtroppo, si tratta di lavoro povero. L'abbiamo detto prima: 4 milioni di lavoratori che non riescono neanche ad arrivare alla fine del mese.

Ma non è soltanto questo: c'è l'enorme tema di salute e sicurezza sul lavoro che questo Governo non sta affrontando.

È stato approvato un emendamento sull'aumento del Fondo vittime di infortuni sul lavoro, che è un emendamento a mia prima firma, ma ovviamente poi per il resto non è stato fatto nient'altro, quindi anche questo è un tema che dovrebbe tornare al centro del dibattito e non viene minimamente trattato. Così come il tema della Cassa integrazione guadagni: ricordiamoci che in questo Paese, in questo momento, c'è il più 20 per cento di persone in Cassa integrazione guadagni. Quindi, ventun mesi - l'abbiamo detto prima - di calo della produzione industriale, un record assoluto, e le previsioni di Banca d'Italia per il prossimo anno cosa dicono? Più 0,2 per cento del PIL. Quindi, parlate di che cosa esattamente? Perché non lo stiamo capendo! Cosa dovrebbero dire le persone in merito a questa legge di bilancio? Spereranno di avere un qualcosa in più, spereranno il prossimo anno di stare meglio e invece no: staranno peggio.

Cosa serve? Quali erano le nostre proposte? Una delle nostre proposte è quella di ripristinare una misura universalistica contro la povertà, mentre invece il vostro Governo si è macchiato della colpa incredibile di dividere i poveri in categorie, che è una cosa schifosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), Presidente; una cosa vergognosa dividere i poveri e dargli soldi differenti, contributi e sussidi a seconda che si ritengano presumibilmente occupabili. Ma come vi permettete di entrare nella vita delle persone senza conoscerle, senza sapere niente di loro?

Quindi, le vostre misure saranno sempre lontane dalla vita reale, perché voi pensate, questa maggioranza pensa di sapere tutto. Vive in un mondo fantastico in cui tutti stanno benissimo e la distanza dal mondo reale è palese ed evidente ogni giorno. Ne è prova il fatto che pensate ai vostri stipendi aumentandoli di 7.000 euro al mese; quella è la proposta, poi vi siete un attimino corretti, perché vi siete ravveduti del fatto che fosse incredibile - di fronte a questi dati agghiaccianti che abbiamo - ragionare sui vostri stipendi e quindi, chiaramente, avete fatto un piccolo passo indietro, ma comunque vi lamentate di non avere i soldi per i vostri rimborsi, eccetera.

Quindi, se un minimo dell'impegno, che mettete su queste questioni, lo metteste sulla povertà e sul lavoro, sarebbe veramente una gran cosa; sicuramente in questo Paese staremmo tutti meglio.

Chioso su due questioni. Il tema pensioni: è una grande presa in giro, perché ci raccontate dell'aumento delle pensioni che aumentano di 1,8 euro al mese, quindi si commenta da sola; non entrerò nel merito.

Vi siete accaniti ancora una volta sulla NASpI e sui sussidi di disoccupazione, come se i lavoratori fossero tutti dei criminali, quando invece in questo Paese ci sono miliardi di evasione fiscale, di economia sommersa, e non si sente una parola, una misura su questo.

Poi, appunto, il tema dei salari, che ci rappresenta e che continueremo a portare in questo Parlamento. Oggi abbiamo depositato le firme per la proposta di iniziativa popolare per l'introduzione, in questo Paese, del salario minimo legale, e, quindi, le dico, Presidente, che noi, in questo Parlamento, continueremo a discutere, lottare e portare alla vostra attenzione il tema del salario minimo. Salario minimo subito, subito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - La deputata Barzotti mostra un cartello con la scritta: “Salario minimo subito”)!

PRESIDENTE. Tolga quel cartello, cortesemente. Grazie.

È iscritto a parlare il deputato Di Sanzo. Ne ha facoltà.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi arriviamo in discussione generale sulla legge di bilancio con tre giorni di ritardo rispetto ai tempi previsti. Siamo tutti un po' stanchi per le notti passate in Commissione, nell'insonnia, dovute all'incapacità di una maggioranza divisa, continuamente impegnata a rimescolare le carte in tavola durante la notte. Emendamenti arrivati negli orari più improbabili, su argomenti mai trattati prima, che, se vi fossero interessati, li avreste potuti mettere direttamente nella legge quando l'avete fatta. Spesso emendamenti privi di relazione tecnica, generando confusione nei commissari e nei colleghi presenti.

Una manovra che, come ci avete abituato, non vuole affrontare adeguatamente le problematiche del Paese. Una manovra inadeguata su tanti fronti, ma soprattutto nel sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione. Insostenibili sono, ad esempio, le risorse dedicate alla sanità, con la gente che ha ormai perso la speranza di curarsi in tempi ragionevoli, con liste di attesa che sono incompatibili con i tempi della salute, mettendo a rischio tanti, troppi italiani. Assenti sono le politiche industriali, come lo sono da quando siete al Governo.

Proprio per questo, abbiamo presentato una mozione sulle politiche industriali, per dare una direzione all'Italia, e forse sarebbe stato utile leggerla per modificare questa legge di bilancio. Avete, nei fatti, cancellato il Fondo automotive e volevate istituire una web tax che sarebbe andata a colpire le start-up e le piccole imprese innovative, modificata solo grazie al nostro lavoro. Avremmo voluto affrontare le questioni del Paese in modo strategico, invece di trovarci davanti a tanti tagli lineari, in tutti i programmi e settori. Una legge di bilancio miope, caratterizzata solo dal segno “meno”.

Dopo giorni di discussione faticosa, le uniche notizie positive sono alla fine arrivate attraverso le rivendicazioni del Partito Democratico e delle opposizioni: lo psicologo nelle scuole, per affrontare la necessità di un disagio sempre più importante nei nostri giovani; la stabilizzazione dei precari del mondo della ricerca, in particolare del CNR, perché - e lo dico da ex ricercatore - un Paese che non investe in ricerca è un Paese che non ha futuro; il raddoppio delle assunzioni per gli ispettori del lavoro, per combattere la piaga della sicurezza del lavoro, e fatemi ricordare l'incidente gravissimo, a Calenzano, di pochi giorni fa.

Misure concrete e strategiche, per dare una direzione e un aiuto vero al nostro Paese, che abbiamo portato avanti noi. Su un punto ulteriore, poi, mi voglio soffermare, perché, tra le tante storture di questa legge, la situazione degli italiani all'estero presenta addirittura aspetti punitivi, e sembra che vi sia la volontà chiara e generale di un disegno di penalizzazione verso le comunità all'estero. Una manovra punitiva nei confronti di oltre 6 milioni di italiani all'estero.

Per tutti questi aspetti, basti citare la questione del blocco delle rivalutazioni delle pensioni per gli italiani che vivono all'estero. Questo significa che chi vive all'estero non potrà beneficiare dell'adeguamento della pensione all'inflazione, una differenza di trattamento, rispetto ai pensionati residenti in Italia, che è inaccettabile. Un provvedimento di dubbia legittimità costituzionale, che potremmo definire un vero e proprio scippo per le nostre comunità all'estero, un'ingiustizia che rappresenta una rottura del patto con i cittadini italiani che hanno deciso di vivere all'estero, perché per voi sono solo dei traditori della Patria, che l'hanno abbandonata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ed è così che concepite le comunità all'estero.

Oltre a questa ingiustizia, i tagli lineari sull'internalizzazione, sul sistema produttivo, sui servizi consolari, sulla diffusione della lingua e della cultura italiana. Per questo noi del Partito Democratico avevamo presentato circa 30 emendamenti per salvare le nostre comunità all'estero: efficientamento dei servizi consolari, rivalutazione delle pensioni, aiuto alla diffusione della lingua italiana e sostegno alle imprese e alle camere di commercio. E siamo stati l'unico partito, l'unico, che li ha segnalati per portarli in discussione.

In sostanza, in questa legge di bilancio si è parlato di italiani all'estero solo grazie al Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma ci siamo trovati davanti a un muro e ad un disinteresse totale da parte della maggioranza, privati di ogni aiuto da parte di chi, quando stava all'opposizione, diceva di voler aiutare gli italiani all'estero. E poi nella notte, solo grazie all'azione di noi eletti all'estero - e voglio veramente ringraziare il gruppo del Partito Democratico - siamo riusciti a far passare 600.000 euro per far funzionare i Comites, i nostri organismi di rappresentanza, vittima di continui tagli lineari, che hanno perso l'importanza e la forza di una vera rappresentanza che speriamo di recuperare grazie alla nostra azione.

Un emendamento a mia prima firma, ottenuto grazie all'impegno del Partito Democratico, che ha messo a disposizione un fondo: questo lo voglio dire perché va detto, perché sia chiara la paternità di questo sforzo. E purtroppo non si è riusciti ad attivare con la maggioranza un dialogo che sarebbe stato utile per far funzionare meglio il nostro Paese all'estero. Un sistema che può essere un volano per rilanciare l'economia, grazie al contributo fondamentale della nostra rete di istituzioni, associazioni, cittadini e imprese presenti in tutto il mondo.

Le uniche notizie positive che abbiamo ottenuto in questi 2 anni per gli italiani all'estero sono venute grazie all'azione del Partito Democratico: nel 2022, 4 milioni in tre anni per le camere di commercio; successivamente il riadeguamento del personale a contratto dei consolati e dell'ICE, l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane; quest'anno un fondo stabile per migliorare l'efficienza dei servizi consolari, grazie alla legge a prima firma Ricciardi, che stabilisce un fondo di ben 4 milioni con una legge ordinaria, la prima volta per gli italiani all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Per anni, dall'opposizione, avete parlato degli italiani nel mondo e di un fantomatico “Ministero degli italiani nel mondo”, ma al Governo avete scoperto la vostra vera faccia e vi siete rivelati come coloro che puniscono chi vive all'estero, che, nella vostra logica, diventa un traditore della Patria. Noi, invece, un piano vero per valorizzare il ruolo delle nostre comunità all'estero lo abbiamo, e, nonostante le vostre difficoltà, passo dopo passo, lo stiamo costruendo anche dall'opposizione. E su questo state tranquilli che non ci fermeremo e il nostro impegno per le comunità all'estero non mancherà mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche – A.C. 2112-bis-A​)

PRESIDENTE. Avverto che non si darà luogo alle repliche, in quanto i relatori di minoranza hanno esaurito i tempi a loro disposizione previsti dal contingentamento, mentre i relatori per la maggioranza e il rappresentante del Governo vi hanno rinunciato.

(Presentazione di una questione pregiudiziale -A.C. 2112-bis-A​)

PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale Zanella e altri n. 1.

Sulla base di una prassi consolidata, richiamata, da ultimo, dalla Presidenza della Camera nella seduta del 22 dicembre 2019, tale questione pregiudiziale è da considerarsi inammissibile, in quanto volta a pregiudicare la discussione della legge di bilancio, il cui esame, ai sensi degli articoli 119 e seguenti del Regolamento, deve essere portato a compimento entro il termine della sessione di bilancio. Tale questione incidentale non sarà pertanto sottoposta all'esame e al voto dell'Assemblea.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Luana Zanella.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Il gruppo che rappresento è stato costretto a presentare questa questione pregiudiziale, in quanto è stato leso quello che è uno dei principi fondamentali iscritti nel nostro Regolamento circa l'ammissibilità degli emendamenti.

Infatti, nel corso dell'esame del disegno di legge di bilancio, è stata presentata la proposta emendativa 82.05, a prima firma Maria Cristina Caretta, che introduce modifiche all'articolo 18 della legge n. 157 del 1992, concernente “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, intervenendo sui calendari venatori, sulle specie cacciabili, sul diritto alla tutela giurisprudenziale contro provvedimenti illegittimi, esautorando di fatto l'ISPRA. Quindi, un emendamento di natura ordinamentale, privo di effetti sui saldi di bilancio; avrebbe dovuto essere ed è stato in effetti dichiarato inammissibile nella seduta del 15 dicembre. Successivamente, il 16 dicembre è stato riammesso dalla presidenza della Commissione, in seguito al ricorso dei proponenti. Ebbene, signor Presidente, in base al Regolamento della Camera dei deputati, articolo 120, comma 2, e articolo 41, comma 2, il Presidente della Camera ha la responsabilità di accertare che il disegno di legge di bilancio non rechi disposizioni estranee al suo oggetto.

La legge n. 196 del 2009, all'articolo 21, comma 1-quinquies, e l'articolo 15, comma 2, della legge n. 243 del 2012 prevedono che la legge di bilancio, nella prima sezione, non debba contenere norme di carattere ordinamentale. Questo emendamento non avrebbe dovuto essere messo ai voti, la questione è di competenza, a norma dell'articolo 41, comma 2, della Presidenza. La Presidenza ha ritenuto evidentemente di non stralciare detto emendamento e il 16 dicembre ho chiesto espressamente, con una mia nota, la valutazione sull'ammissibilità al Presidente della Camera, perché egli ha l'autonomia di intervenire sul punto. Ebbene, l'articolo 82-bis, in cui è stato tradotto, nel nuovo disegno di legge di bilancio, l'emendamento di cui parliamo, è apertamente in contrasto con l'articolo 9 e l'articolo 24 della Costituzione. Si tratta di una pericolosa manomissione di un provvedimento, in una sede assolutamente non appropriata, perché questa maggioranza ha i numeri per accertare la propria ragione e per far passare un emendamento di questo genere, una novellazione della legge n. 157 del 1992, nelle sedi appropriate, non con i blitz, non con atti di pirateria parlamentare fatti di notte.

Quindi, noi combatteremo assieme alle associazioni che già si sono rivolte, sono state costrette a rivolgersi al Presidente della Repubblica. Capisco che alla maggioranza non interessa per niente che ai cacciatori - chiamati dalla nostra collega addirittura professionisti della natura, che lavorano per garantire la manutenzione del nostro patrimonio faunistico - sia consentito, durante tutta la stagione venatoria, di sparare a specie protette, ad uccellini che entrano nella mano, piccoli così. Allora, veramente, siamo all'illegittimità costituzionale, alla violazione di normative europee, per cui già siamo in procedura di infrazione e, a questo punto, ne riceveremo sicuramente un'altra…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

LUANA ZANELLA (AVS). È uno scandalo che ancora una volta questa maggioranza, pur di rispondere, e chiudo, Presidente, alle lobby dei cacciatori, faccia davvero carta straccia anche dei Regolamenti del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere la pregiudiziale della collega Zanella, perché quello che è successo in Commissione bilancio è che col favore delle tenebre, verso le 4 del mattino, è stato approvato questo emendamento che era ordinamentale - la stessa cosa che successe nella prima legge di bilancio, che ho denunciato più volte in quest'Aula, con l'emendamento Foti e con la modifica dell'articolo 18, della legge n. 157 del 1992 -, ampliando quindi il calendario venatorio e facendo sì che l'Italia praticamente ricadesse in procedure di pre-infrazione. Io mi rivolgo soprattutto agli animalisti di quest'Aula per quello che è successo nuovamente - è molto grave - in Commissione bilancio e, quindi, io chiedo al Governo di intervenire e sottoscrivo la pregiudiziale della collega Zanella, perché è una cosa inaccettabile e inconcepibile che per due volte praticamente viene strappato il Regolamento della Camera. Io spero che si intervenga su questa incresciosa situazione, perché è la seconda volta che viene violato il Regolamento e viene fatto passare un emendamento ordinamentale in legge di bilancio.

PRESIDENTE. Sulla questione relativa all'ammissibilità della proposta emendativa ha già fornito risposta il Presidente della Camera, confermando la decisione assunta in Commissione. Ribadisco comunque che la Presidenza non può che confermare la decisione assunta in merito alla inammissibilità della questione pregiudiziale da lei presentata, presidente Zanella.

(Esame degli articoli - A.C. 2112-bis-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Avverto che è in distribuzione un errata corrige riferito al provvedimento in esame.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo 1 - A.C. 2112-bis-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Prima di leggere la formula con cui il Governo chiede la fiducia sulla legge di bilancio, vorrei porgere le mie scuse personali, anche a nome del Governo, per il ritardo con cui questa mattina sono stati avviati i lavori del Parlamento (Applausi). So bene che stanchezza, inconvenienti e incomprensioni possono capitare, soprattutto in queste ore molto frenetiche, però so anche che, alla fine, le giustificazioni stanno a zero e non intendo ricorrere alla pratica dello scaricabarile, come pure potrei.

Al Presidente della Camera, a tutti i gruppi parlamentari e ai singoli parlamentari voglio, però, ribadire il mio massimo impegno affinché tutti i Ministeri garantiscano doverosamente e prioritariamente la loro presenza puntuale in Aula e nelle Commissioni, affinché questi episodi non si ripetano più. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

Infine, a nome del Governo e autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi dell'articolo 1 del disegno di legge 2112-bis-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 nel testo approvato dalla Commissione, comprensivo dell'errata corrige.

PRESIDENTE. Grazie, Ministro Ciriani.

A questo punto, estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.

(Segue sorteggio).

La chiama avrà inizio dalla deputata Bisa.

A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata presso la Biblioteca del Presidente, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento.

La seduta è sospesa, riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 13,12, è ripresa alle 13,45.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, resta confermata l'organizzazione dei lavori per la giornata di domani, venerdì 20 dicembre, già stabilita nella riunione del 18 dicembre scorso.

Conseguentemente, la votazione per appello nominale sulla questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 2112​-bis-A avrà luogo nella seduta di domani, venerdì 20 dicembre, a partire dalle ore 11, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 9,30.

Alle ore 12 si passerà alle dimissioni del deputato Enrico Letta.

A partire dalle ore 12,30 e sino alle ore 20 avrà luogo l'esame dei restanti articoli e dei relativi emendamenti nonché degli ordini del giorno.

Tra le ore 20 e le ore 21 si passerà all'esame e alla votazione della Nota di variazioni e, a partire dalle ore 21, con ripresa televisiva diretta, avranno luogo le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, da svolgere entro le ore 22,30.

Ricordo, altresì, che il termine per la presentazione degli ordini del giorno riferiti al disegno di legge in esame è fissato alle ore 17,30 di oggi, giovedì 19 dicembre.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari e nella composizione del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 18 dicembre 2024, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari la deputata Naike Gruppioni, in sostituzione della deputata Maria Chiara Gadda, dimissionaria.

Comunico, inoltre, che, nella stessa data, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione la deputata Naike Gruppioni, in sostituzione della deputata Maria Chiara Gadda, dimissionaria.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente al Ministro Giorgetti per quanto riguarda il caso di Sogei, della nostra azienda di totale proprietà del MEF, che è stata oggetto di un grave problema legato alla corruzione dell'amministratore delegato ad oggi arrestato e di cui si parla pochissimo.

Vorremmo sapere dal Ministro cosa stia pensando di fare per questa società. Adesso, questa società non ha un amministratore delegato. Di questa notizia non se ne parla da nessuna parte. Riguardo a questa notizia, tra l'altro, c'è anche un piccolo spin-off per alcuni collegamenti con una società in cui c'è una certa collaborazione internazionale con la società di Elon Musk.

Quello che vorrei dire in maniera molto semplice è che, in Italia, ci sono società molto importanti che gestiscono dati e un asset infrastrutturale del Paese fondamentale per il futuro, che hanno casi di corruzione al proprio interno, anche con arresti, e una problematica legata all'onestà e alla trasparenza della gestione. Da parte del Governo e della stampa, vi è un'assenza di informazioni su questo tema.

Mi premurerò anche di presentare interrogazioni specifiche sul tema, ma chiedo formalmente in Aula che il Ministro Giorgetti venga a riferire sugli sviluppi della gestione della Sogei, perché, ad oggi, da ottobre, dall'arresto dell'amministratore delegato, non si è più saputo niente e si è insabbiato tutto.

Forse, la vicinanza tra la Presidente Meloni ed Elon Musk riesce anche ad evitare piccole problematiche di comunicazione e di trasmissione di informazioni, ma, da questo punto di vista, noi, come MoVimento 5 Stelle, chiediamo urgentemente che vengano trattate queste questioni, invece di trattarne altre veramente meno importanti.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 20 dicembre 2024 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e al termine del punto 2)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. (C. 2112-bis-A​)

Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.

Relatori: COMAROLI, D'ATTIS, LUCASELLI e ROMANO, per la maggoranza; GUERRA, GRIMALDI e BONETTI, di minoranza.

(ore 12)

2. Dimissioni del deputato Enrico Letta.

La seduta termina alle 13,50.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SILVANA ANDREINA COMAROLI, MAURO D'ATTIS, YLENJA LUCASELLI E FRANCESCO SAVERIO ROMANO (Relatori per la maggioranza - Relazione - A.C. 2112​-BIS-A)

Il disegno di legge A.C. 2112-bis-A​, all'esame in prima lettura presso la Camera dei deputati ed esaminato in sede referente dalla Commissione Bilancio, reca il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.

Il disegno di legge di bilancio 2025 presentato dal Governo il 23 ottobre 2024 si inquadra nella fase di prima attuazione della riforma della governance economica europea entrata in vigore lo scorso 30 aprile. Il disegno di legge è stato esaminato in sede referente dalla Commissione Bilancio, la quale ha concluso l'esame il 17 dicembre con l'approvazione di numerose modifiche al testo originario.

Ricordo che la nuova governance economica europea modifica i principi e gli strumenti delle politiche di bilancio degli Stati membri. In particolare, la programmazione è ora definita in un orizzonte pluriennale nell'ambito del Piano strutturale di bilancio a medio termine, che ha una durata corrispondente a quella della legislatura nazionale. Il Piano strutturale di bilancio individua il percorso di aggiustamento di bilancio (monitorato in termini di variazione dell'aggregato della spesa netta), la traiettoria di riferimento elaborata dalla Commissione europea, una serie di investimenti e riforme da realizzare in funzione delle raccomandazioni specifiche per Paese, delle priorità condivise a livello europeo, della complementarità con i fondi per la politica di coesione e il PNRR.

Faccio presente che il Piano strutturale di bilancio 2025-2029 è stato presentato dal Governo al Parlamento il 27 settembre 2024 ed inviato alle istituzioni europee a seguito dell'approvazione, il 9 ottobre 2024, di due risoluzioni da parte delle Camere. Il Piano strutturale di bilancio fissa un obiettivo di tasso di crescita annuo della spesa netta pari al 1,3% nel 2025, al 1,6% nel 2026, al 1,9% nel 2027 al 1,7% nel 2028 e al 1,5% nel 2029 per garantire nel medio periodo una riduzione stabile del livello del debito pubblico, mantenere la possibilità di impiegare alcuni spazi fiscali per il finanziamento di interventi selettivi e consentire di chiudere la procedura per deficit eccessivo nel 2027. Le misure previste annualmente dal disegno di legge di bilancio rientrano dunque tra le principali politiche pubbliche del Governo per conseguire gli obiettivi programmatici della finanza pubblica in linea con il rispetto del tasso di crescita stabilito della spesa netta e la realizzazione delle riforme e degli investimenti previsti nel Piano strutturale di bilancio.

In attesa della riforma del quadro normativo contabile nazionale (in particolare della legge “rinforzata” n. 243 del 2012 e della legge di contabilità e finanza pubblica, legge n. 196 del 2009), il disegno di legge di bilancio 2025 è stato predisposto secondo le disposizioni vigenti in materia.

Il disegno di legge di bilancio risulta suddiviso, secondo quanto prescritto dalla legge di contabilità e finanza pubblica, in due sezioni. Difatti, ai sensi dell'articolo 21 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009), la prima sezione del disegno di legge di bilancio individua il quadro di riferimento finanziario e provvede alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza, nonché gli eventuali aggiornamenti di tali obiettivi fissati dalla Nota di aggiornamento al DEF. La seconda sezione evidenzia, per ciascun programma, gli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni contenute nella prima sezione, il bilancio a legislazione vigente e le variazioni non determinate da innovazioni normative. Queste ultime includono anche rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni di entrate e di spese. In relazione agli effetti della manovra sui saldi di finanza pubblica, il disegno di legge di bilancio indica i principali differenziali (risparmio pubblico, saldo netto da finanziare, avanzo primario, ricorso al mercato) e le voci delle componenti delle entrate e delle spese, sia in termini di competenza, sia in termini di cassa.

Il livello massimo del saldo netto da finanziare costituisce il principale riferimento contabile per la programmazione economica vigente. Il saldo netto da finanziare è il risultato della differenza tra le entrate finali (i primi tre titoli delle entrate: tributarie; extratributarie; alienazione e ammortamento beni patrimoniali e riscossione di crediti) e le spese finali (i primi due titoli delle spese: spese correnti e in conto capitale) e corrisponde sostanzialmente alla somma di indebitamento netto e saldo delle “partite finanziarie”. Tale saldo non può essere modificato nel corso dell'esame parlamentare e dunque se dovessero essere introdotte delle nuove norme onerose, le stesse dovranno recare le corrispondenti risorse a compensazione, al fine di lasciare invariato tale saldo, con riguardo al bilancio dello Stato.

In particolare, l'articolo 1 del disegno di legge di bilancio 2025, nella versione originariamente presentata dal Governo alla Camera, ossia prima della nuova numerazione del testo in commi, individua i risultati differenziali del bilancio dello Stato. Il saldo netto da finanziare previsto dal disegno di legge di bilancio 2025 si attesta a circa 187,3 miliardi nel 2025, 163 miliardi nel 2026 e 143,2 miliardi nel 2027, con un peggioramento rispetto agli andamenti tendenziali di circa 8,2 miliardi nel 2025, di 19,5 miliardi nel 2026 e di 31,3 miliardi nel 2027.

Secondo i dati riportati nel Prospetto riepilogativo degli effetti finanziari del disegno di legge di bilancio 2025-2027, la manovra della prima sezione implica per il 2025 minori entrate per circa 7 miliardi e maggiori spese per circa 7,4 miliardi, da cui deriva un effetto totale di 14,4 miliardi per il prossimo anno. In relazione alla seconda sezione, essa implica un effetto complessivo in termini di minori spese per 4,7 miliardi di euro nel 2025. Di conseguenza, l'effetto complessivo della manovra come esposto nel disegno di legge presentato dal Governo alla Camera, è pari a 9,7 miliardi. Ricordo che tale importo non considera gli effetti di retroazione stimati dal Governo.

Di seguito illustro, in modo sintetico, il contenuto delle più rilevanti disposizioni contenute nella prima sezione del disegno di legge, come risultanti dalle modifiche approvate dalla V Commissione, in relazione ai principali settori di intervento.

Per quanto attiene alle maggiori entrate, segnalo le principali misure del disegno di legge quali: la revisione della disciplina sulla deduzione delle quote delle svalutazioni e perdite su crediti e dell'avviamento correlate alla disciplina di trasformazione delle attività per imposte anticipate “DTA”; la modifica della disciplina del versamento dell'imposta di bollo per i contratti di assicurazione sulla vita; la rideterminazione del valore di terreni e partecipazioni; la lotta all'evasione fiscale, tramite misure in materia di pagamenti elettronici e di interoperabilità delle banche dati e di tracciabilità delle spese; gli effetti di retroazione derivanti dalla manovra di bilancio, con riferimento alla riduzione del carico fiscale e alle misure a favore delle famiglie, da cui si stima una ricaduta positiva in termini di maggiori entrate pari a circa 1,6 miliardi per il 2025, 1,1 miliardi per il 2026, 2,2 per il 2027.

In particolare, il disegno di legge di bilancio prevede:

- la riduzione della pressione fiscale e ad altre misure in materia di sostegno ai redditi, lotta all'evasione, contratti di assicurazione, giochi, lavoratori frontalieri, regime forfetario, assegnazione agevolata di beni ai soci e imposte ipotecarie. Si rendono strutturali sia la riforma delle aliquote IRPEF e sia gli effetti di riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti;

- il sostegno al potere d'acquisto delle famiglie mediante la Carta «Dedicata a te» a favore degli indigenti e altre misure come quelle per gli acquisti di beni di prima necessità e gli interventi sui mutui per la prima casa, il fondo per la morosità incolpevole e il bonus elettrodomestici e il rifinanziamento dell'assegno di inclusione. Sono rifinanziati i suddetti fondi: il Fondo per l'acquisto dei beni alimentari di prima necessità – carta “Dedicata a te”, il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, il Fondo di garanzia per la prima casa, il fondo per le non autosufficienze e il Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità;

- interventi sui contratti dei dipendenti pubblici in base a nuove disposizioni sul trattamento accessorio, sul rifinanziamento del fondo per la contrattazione collettiva nazionale per il personale pubblico, quelle per il personale della giustizia, sulla capacità amministrativa dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, sull'indennità di servizio zone disagiate. Si autorizzano le risorse per i rinnovi contrattuali 2025-2027 del personale delle Amministrazioni centrali dello Stato e si istituisce un fondo per i rinnovi contrattuali per il periodo 2028-2030;

- misure in materia di lavoro, come quelle sul trattenimento in servizio e la flessibilità in uscita, in materia di previdenza sociale (pensioni minime, perequazione automatica dei trattamenti pensionistici dei residenti all'estero, la previdenza complementare, i trattamenti di disoccupazione in favore dei lavoratori rimpatriati, ammortizzatori sociali e di formazione per l'attuazione del programma Garanzia Occupabilità Lavoratori) e famiglia (sostegno della genitorialità “Bonus nuove nascite”, disposizioni sull'Assegno unico per la richiesta del bonus nido e per il supporto al pagamento delle rette degli asili nido, misure in materia di congedi parentali e di decontribuzione lavoratrici madri), nonché misure per il rifinanziamento del Fondo per il reddito di libertà e la formazione delle donne vittime di violenza;

- per fronteggiare il divario nell'occupazione e favorire lo sviluppo dell'attività imprenditoriale nelle aree svantaggiate, si istituisce un apposito fondo di bilancio. Si dispone, tra l'altro, un contributo una tantum per ogni figlio nato o adottato da gennaio 2025 a condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente presenti un valore ISEE non superiore a 40.000 euro annui. È istituito dal 2025 un fondo per il parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali, a carico del lavoratore, per le lavoratrici dipendenti e autonome madri di due o più figli secondo specifiche condizioni. È previsto il potenziamento dei congedi parentali e del bonus relativo al pagamento delle rette per asili nido, con l'esclusione dalla soglia ISEE utile ai fini dell'accesso al beneficio. Si estende anche per le annualità 2025 e 2026 l'aumento delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS. Sono prorogate al 2025 “Quota 103” e l'“Ape sociale” con riferimento ad alcune fattispecie e si estende l'ammissione al beneficio “Opzione donna”.

- interventi in materia di disabilità e non autosufficienza (come quelle relative ai cani di assistenza e sulla sperimentazione della riforma sulla disabilità), politiche sociali per la lotta alle droghe e alle dipendenze (si segnalano, in particolare, l'istituzione del Fondo nazionale per la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto del diffondersi delle dipendenze comportamentali tra le giovani generazioni, l'istituzione del Fondo per gli accertamenti medico-legali e tossicologico-forensi e le disposizioni sul Sistema nazionale di allerta rapida - NEWS-D) e sport (disposizioni in materia di finanziamento sportivo, potenziamento del movimento sportivo italiano, Paralimpiadi Milano-Cortina 2026 e concessione di contributi in conto interessi dell'Istituto per il credito sportivo e culturale);

- disposizioni sulle politiche della sanità con misure sul rifinanziamento del servizio sanitario nazionale, i limiti di spesa per l'acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati, innovatività dei farmaci, l'aggiornamento delle tariffe per la remunerazione di alcune prestazioni, l'aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza, il Piano pandemico 2025-2029, l'acquisto di dispositivi medici utili alla riduzione delle liste d'attesa per il trapianto di organi e tessuti, la dematerializzazione delle ricette mediche, accordi bilaterali fra le regioni per la mobilità sanitaria, l'indennità del personale operante nei servizi di pronto soccorso, aziende della filiera farmaceutica, l'incremento delle risorse per le cure palliative, disposizioni per i medici in formazione specialistica, la presenza negli istituti penitenziari di professionalità psicologiche esperte, l'indennità di specificità, la premialità delle liste di attesa, le comunità terapeutiche in regime di mobilità interregionale, le patologie da dipendenze;

Si incrementa, tra le altre misure, il finanziamento del servizio sanitario nazionale per un importo di 1,3 miliardi di euro nel 2025, 5,1 miliardi di euro nel 2026, 5,8 miliardi di euro nel 2027, 6,7 miliardi nel 2028, 7,7 miliardi nel 2029 e 8,9 miliardi a decorrere dal 2030.

- misure in materia di crescita, infrastrutture e investimenti, con interventi in materia di premi di produttività, welfare aziendale, agevolazioni fiscali lavoro notturno e straordinari nei giorni festivi, maggiorazione del costo ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni, Piano Casa Italia, incentivi per il rilancio occupazionale ed economico, quotazione delle piccole e medie imprese, riversamento del credito di imposta in ricerca e sviluppo, sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese mediante la cosiddetta “Nuova Sabatini”, banda ultra larga, credito d'imposta ZES, esigenze connesse allo svolgimento del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025, sostegno al settore turistico e operatività della società Autostrade dello Stato ed altri finanziamenti al fondo per gli interventi dei Comuni, rifinanziamento della società Stretto di Messina S.p.A., IRES premiale per le aziende che investono in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzate, credito di imposta transizione 5.0;

Tra le numerose misure si autorizzano risorse destinate a finanziare l'attribuzione di un credito di imposta per le imprese che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno e si incrementa la dotazione della “Nuova Sabatini”.

- disposizioni in materia di agricoltura per il sostegno agli investimenti nel Mezzogiorno, la ricerca nel settore dell'agricoltura e della zootecnia;

- interventi in materia di istruzione, università, ricerca e cultura, come le nuove disposizioni sulla “Carta del docente”, sulla sostenibilità delle attività dei centri nazionali, i partenariati estesi e le iniziative di ricerca in ambito sanitario e assistenziale, le misure rivolte in particolare ai beni culturali, allo spettacolo dal vivo e alla creatività contemporanea;

- politiche per la difesa la sicurezza nazionale e gli affari esteri con misure come quelle sul personale delle Forze armate impiegato per le operazioni Strade sicure e Stazioni sicure 2025 e 2026-2027 ed il Rifinanziamento del NATO Innovation Fund;

- misure in materia di calamità naturali ed emergenze (si segnala, in particolare l'istituzione del Fondo per la ricostruzione, le disposizioni sulle esigenze connesse alla ricostruzione e quelle sulla crisi idrica);

Si rifinanzia il fondo per le emergenze nazionali (0,5 miliardi nel 2025 e 0,2 miliardi dal 2026) e si prevede l'istituzione di un fondo per il finanziamento degli interventi di ricostruzione;

- disposizioni concernenti i rapporti finanziari con gli enti territoriali, in relazione alle autonomie speciali, alla disciplina dell'addizionale regionale e comunale, al finanziamento del trasporto pubblico locale, al Fondo di solidarietà comunale, all'istituzione di un Fondo per l'assistenza ai minori, al contributo per le funzioni fondamentali di province e città metropolitane, all'abrogazione del sistema di tesoreria unica mista e al contributo alla finanza pubblica da parte degli enti territoriali, all'istituzione di fondi dedicati per alcuni Comuni in dissesto e per i servizi sociali dei piccoli comuni;

È previsto l'incremento del Fondo di solidarietà comunale e del Fondo per il trasporto pubblico locale.

- disposizioni finanziarie di revisione della spesa con particolare riferimento alle materie della giustizia, del personale pubblico, degli organi amministrativi di enti, del potenziamento dei controlli di finanza pubblica, del contributo alla finanza pubblica da parte di società pubbliche e da parte di enti pubblici non economici, dei piani di stock option, dell'efficientamento del fondo per la prevenzione del fenomeno dell'usura, di assegnazione agli organi dell'Amministrazione finanziaria dei beni confiscati, di Tax credit cinema, di misure di revisione della spesa e attuazione della riforma 1.13 del PNRR “spending review”, di rifinanziamento di interventi in materia di investimenti e infrastrutture, del Fondo per il finanziamento dei provvedimenti legislativi, delle disposizioni sui Fondi per la tutela del rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, del Fondo per l'immigrazione, delle misure per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome.

Passando ad illustrare in estrema sintesi, le principali voci di spesa del disegno di legge di bilancio, ricordo che circa 208,9 miliardi sono destinati alle politiche di previdenza, assistenza e ad altre forme di sostegno. Tra tali misure, rientrano la proroga della riforma Irpef, altre misure di riduzione del carico fiscale sul lavoro, politiche per la famiglia e spesa sociale, le pensioni, le politiche del lavoro e il sostegno alle imprese. Circa 160,1 miliardi sono invece destinati alle politiche relative alla salute e all'istruzione. Per gli affari economici sono destinati finanziamenti per circa 138,3 miliardi. In tale ambito rientra anche l'insieme di misure finalizzate tra l'altro al rinnovo contratti di Stato. Ammontano invece a 125,9 miliardi circa i fondi per i servizi istituzionali e generali. Altre importanti voci di spesa sono quelle relative ai servizi pubblici generali, finanziati per circa 87,4 miliardi e in buona parte destinati alla missione “Difesa e sicurezza del territorio”. Faccio presente che una parte della spesa pubblica recata dal disegno di legge di bilancio è infine relativa alla spesa per interessi, per un ammontare pari a circa 106,3 miliardi.

Volendo introdurre sinteticamente la seconda sezione del disegno di legge di bilancio, rilevo che esso espone il bilancio a legislazione vigente e le variazioni della legislazione vigente non determinate da innovazioni normative, come previsto dall'art. 21, comma 1-sexies, della legge n. 196 del 2009. La seconda sezione riporta quindi in termini contabili, lo stato di previsione dell'entrata e gli stati di previsione della spesa relativi ai singoli Ministeri, pur svolgendo anche la funzione di rideterminazione degli stanziamenti e riprogrammazione delle risorse finanziarie. Da un'analisi della composizione e articolazione degli stati di previsione si può osservare quindi come la manovra sia attuata anche mediante variazioni degli stanziamenti delle leggi di spesa vigenti esposte nella seconda sezione. In particolare, le modifiche ai programmi di spesa della seconda sezione, prevalentemente relative a rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni degli stanziamenti delle leggi di spesa vigenti, possono determinare effetti finanziari.

Secondo i dati riportati nel prospetto riepilogativo degli effetti finanziari del disegno di legge di bilancio 2025-2027, la manovra della seconda sezione implica un effetto complessivo in termini di minori spese per circa 4,7 miliardi di euro nel 2025, 1,9 miliardi nel 2026 e 1,2 miliardi nel 2027. Tali effetti derivano da: rifinanziamenti di leggi di spesa pari a circa 4.891,4 milioni nel 2025, definanziamenti di leggi di spesa per circa 9.438,5 milioni per il 2025 e riprogrammazioni di autorizzazioni pluriennali di spesa che determinano una riduzione pari a circa 159,9 milioni nel 2025.

La seconda sezione del disegno di legge di bilancio reca, oltre lo stato di previsione delle entrate, quindici stati di previsione della spesa. Per la previsione delle entrate, il criterio della legislazione vigente è stato applicato valutando l'ammontare dei proventi con riferimento alle disposizioni operanti per il 2025 e per gli anni successivi. Per le spese, la previsione considera l'evoluzione dello scenario macroeconomico riportato nel Piano strutturale di bilancio 2025-2029 e gli effetti finanziari attesi, per il quinquennio di previsione considerato, delle disposizioni legislative adottate nel 2024 e negli esercizi precedenti.

Nell'ambito dello stato di previsione delle entrate si osservano effetti finanziari positivi per il triennio 2025-2027, anche considerando gli effetti di retroazione derivanti dalla manovra di finanza pubblica. Gli interventi espansivi disposti con la manovra, con riferimento in particolare alle misure di riduzione del carico fiscale sul lavoro e di sostegno alle famiglie, si traducono – secondo le stime del Governo - in maggiori entrate come riflesso della crescita dei consumi interni e degli investimenti, per importi pari complessivamente a 1.314 milioni di euro per il 2025, 908 milioni di euro per il 2026 e 1.728 milioni di euro per il 2027.

In relazione agli interventi previsti dal disegno di legge di bilancio nelle principali politiche pubbliche, segnalo innanzitutto quegli attinenti al fisco. In materia di riduzione della pressione fiscale, il disegno di legge di bilancio stabilizza il passaggio da quattro a tre aliquote IRPEF già prevista, in deroga alla disciplina del TUIR, per l'anno 2024. A favore dei contribuenti con redditi da lavoro dipendente inferiori a 20.000 euro si riconosce una somma calcolata per classi in misura inversamente proporzionale al crescere del reddito - che non concorre alla formazione del reddito - e una detrazione in cifra fissa, anche in tal caso in misura differenziata al crescere del reddito fino alla soglia dei 40.000 euro. Si prevedono inoltre una limitazione alla fruizione delle detrazioni per i percettori di reddito superiore a settantacinquemila euro nonché limitazioni alle detrazioni per familiari a carico. In considerazione della riforma degli scaglioni dell'IRPEF, viene disposto il differimento dei termini per la modifica, da parte delle regioni e dei comuni, degli scaglioni e delle aliquote rispettivamente dell'addizionale regionale e della addizionale comunale sull'imposta sui redditi per gli anni 2025, 2026 e 2027. In generale, tra le misure in materia di entrate si dispone il differimento, ai successivi periodi d'imposta, delle quote deducibili, ai fini IRES ed IRAP, nei periodi 2025 e 2026 di taluni componenti negativi di reddito per gli intermediari finanziari, viene ampliata la platea dei soggetti passivi dell'imposta sui servizi digitali (Digital Service Tax) e aumentata al 42 per cento l'aliquota dell'imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri proventi derivanti dalle operazioni in cripto attività. Viene, altresì, introdotta a regime la rivalutazione del costo di acquisto delle partecipazioni, negoziate e non negoziate, e dei terreni edificabili e con destinazione agricola. Sono rimodulati i termini di fruizione e delle aliquote di detrazione in materia edilizia e di efficientamento energetico, nonché i requisiti di accesso, in materia di superbonus, ai fini della fruizione della detrazione delle spese sostenute nell'anno 2025 e si riconosce la ripartizione in dieci quote annuali di pari importo della detrazione spettante per le spese sostenute nel 2023.

In materia di lotta all'evasione sono introdotte delle disposizioni volte a contrastare l'evasione in materia di pagamenti elettronici e ad assicurare l'interoperabilità delle banche dati, per una totale interazione tra il processo di certificazione fiscale e quello di pagamento elettronico. Relativamente alla disciplina delle assicurazioni, viene disposto che il versamento dell'imposta di bollo dovuta sui contratti di assicurazione sulla vita sia dovuto annualmente anziché al momento del rimborso o del riscatto.

Tra le misure di efficientamento della spesa si prevede la deducibilità dei costi riferibili ai piani di stock option per i soggetti IAS/IFRS al momento dell'assegnazione ai relativi beneficiari in luogo di quello dell'imputazione a conto economico. Le misure in materia di giochi sono volte a razionalizzare le norme in materia di gioco pubblico a distanza e di Bingo, a introdurre a regime, a decorrere dall'anno 2025, l'estrazione settimanale aggiuntiva del venerdì per i giochi del Lotto e del Superenalotto e a prorogare a titolo oneroso fino al 31 dicembre 2026 alcune concessioni in materia di giochi su rete fisica. La manovra include anche interventi per il sostegno del potere d'acquisto delle famiglie, con la proroga al 31 dicembre 2027 della garanzia massima dell'80 per cento a valere sul Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa.

Nel corso dell'esame in sede referente, sono state introdotte, con riferimento all'imposizione dei redditi sulle persone fisiche, anche delle modifiche alla disciplina relativa ai limiti alle detrazioni, escludendo le somme investite nelle startup innovative e quelle investite nelle PMI innovative dal computo complessivo degli oneri e delle spese da prendere in considerazione ai fini dell'applicazione della norma, prevedendo inoltre, per il 2024, le spese derivanti da contratti conclusi entro il 31 dicembre 2024 per i premi di assicurazione per morte, invalidità permanente o non autosufficienza nonché quelli aventi ad oggetto i rischi di calamità naturali detraibili ai sensi del TUIR ed è stata integrata la detrazione per carichi di famiglia anche ai figli del solo coniuge deceduto di età compresa fra i 21 e i 30 anni, conviventi con il coniuge superstite. Viene inoltre innalzata da 1.000 a 1.100 euro la detrazione per il mantenimento dei cani guida. È stata inoltre elevata da 30 a 35 mila euro la soglia limite di reddito da lavoro dipendente e assimilato percepita nell'anno precedente fino alla quale i soggetti percettori possono avvalersi del regime forfetario. Sono infine aumentati i limiti di reddito e l'importo massimo delle somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità nelle strutture ricettive e negli esercizi di somministrazione, rispetto alle quali viene riconosciuta la tassazione agevolata al 5%.

Con riferimento alle entrate viene ridotto dal 65% al 54% il limite all'uso delle perdite fiscali pregresse e delle eccedenze residue di ACE conseguente ai differimenti dei componenti negativi di reddito disposti dai commi precedenti, con riguardo alla determinazione del reddito imponibile del periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2025. Con riferimento all'imposta sui servizi digitali viene reintrodotto, rispetto al testo del disegno di legge di bilancio, il solo limite minimo di 750 milioni di euro per quanto concerne i ricavi totali di qualunque natura ovunque realizzati, quale presupposto per l'applicazione dell'imposta e viene introdotto, altresì, in luogo dell'attuale versamento dell'imposta in una unica soluzione, un acconto, da versare entro il 30 novembre dell'anno solare in cui sorge il presupposto d'imposta, pari al 30 per cento dell'imposta dovuta per l'anno solare precedente. Viene elevata al 33 per cento (anziché al 42 per cento, come era prevista nel disegno di legge di bilancio) l'aliquota della imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri proventi derivanti da operazioni in cripto attività, per le plusvalenze e gli altri proventi realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2026. Viene, altresì, eliminata la soglia di esenzione di 2 mila euro attualmente vigente ai fini della loro tassazione e della deducibilità dell'eccedenza delle relative minusvalenze sulle plusvalenze, con conseguente ampliamento della base imponibile. Si prevede la facoltà di assumere per ciascuna cripto-attività posseduta al 1° gennaio 2025, in luogo del costo o del valore di acquisto, il valore esistente in tale data, purché lo stesso sia assoggettato a un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi nella misura del 18 per cento.

Viene inoltre chiarito l'ambito applicativo del regime addizionale IRPEF del 10 per cento previsto per le forme di remunerazione operate sotto forma di bonus e stock option ai dirigenti del settore finanziario. Si eleva dal 16% al 18% l'aliquota dell'imposta sostitutiva per la rivalutazione delle partecipazioni e dei terreni. Per quanto riguarda la fiscalità di vantaggio per le imprese viene prevista la riduzione dell'aliquota IRES dal 24 per cento al 20 per cento, per il solo periodo d'imposta 2025, per le società e gli enti commerciali o non residenti i crediti d'imposta che destinino a riserva una quota minima dell'80 per cento degli utili dell'esercizio in corso al 31 dicembre 2024 di una quota pari ad almeno il 30 per cento e che destinino una quota di tali utili accantonati di ammontare non inferiore, in ogni caso, a 20 mila euro, a investimenti nell'acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di beni strumentali nuovi di cui al credito d'imposta Transizione 4.0 e di beni strumentali Transizione 5.0. Sono introdotte modifiche al regime dei crediti d'imposta Transizione 4.0 e Transizione 5.0, viene incrementato il limite di spesa per il credito d'imposta per investimenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica. Viene altresì riproposto il regime fiscale temporaneo di "assegnazione agevolata" di beni (immobili o mobili registrati) non strumentali ai soci entro il 30 settembre 2025 prevedendo il versamento in due rate di un'imposta sostitutiva pari all'8 per cento (ovvero pari al 10,5 per cento se la società non è operativa) sulla differenza tra valore normale e costo fiscalmente riconosciuto dei medesimi beni.

Con riferimento all'IVA si prevede l'imponibilità, ai fini IVA, delle prestazioni di formazione rese ai soggetti autorizzati alla somministrazione di lavoro e si assoggetta all'aliquota del 5 per cento IVA i corsi di attività alpinistica effettuati dalle guide alpine in attività autonoma. Si estende il meccanismo di reverse charge "interno" (o inversione contabile) di cui all'articolo 17, comma 5, del D.P.R. n. 633 del 1972, alle prestazioni di servizi effettuate tramite contratti di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali caratterizzati da un prevalente utilizzo di manodopera e beni strumentali di proprietà del committente, rese nei confronti di imprese che svolgono attività di trasporto e movimentazione merci e servizi di logistica.

Con riferimento alle imposte ipotecarie si prevedono alcune modifiche riferite ai territori cui si applica il sistema catastale tavolare (provincia di Bolzano). In materia di accise si prevede, a decorrere dall'anno 2025, l'applicazione a regime dell'aliquota di accisa ridotta pari al 50 per cento per i microbirrifici (fino a 10 mila ettolitri), e si prevede una riduzione di accisa anche per i birrifici con produzione tra 10 mila e 30 mila ettolitri e da 30 a 60 mila ettolitri. Per quanto riguarda i giochi viene ridefinita l'aliquota dell'imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse nonché il regime fiscale dei compensi degli addetti alle corse ippiche. Con riguardo alla fiscalità locale sono modificate la disciplina del presupposto del Canone unico patrimoniale di competenza comunale per le insegne pubblicitarie e si precisa cosa debba intendersi per maggior gettito accertato e riscosso con riguardo agli accertamenti IMU e TARI e cosa si intenda invece per adempimento spontaneo. Viene infine circoscritta la possibilità di accesso al Fondo di garanzia per la prima casa.

Passando all'illustrazione delle politiche per la salute, ricordo che il disegno di legge di bilancio interviene anche in materia di sanità, prevedendo incrementi del livello di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, che sono stabiliti in 1.302 milioni di euro per l'anno 2025; 5.078 milioni per il 2026; 5.780 milioni per il 2027; 6.663 milioni per il 2028; 7.725 milioni per il 2029 e 8.898 milioni annui a decorrere dall'anno 2030. Una quota delle risorse incrementali previste è accantonata in vista dei rinnovi contrattuali relativi al periodo 2028-2030, per 883 milioni di euro per l'anno 2028; 1.945 milioni per il 2029 e 3.117 milioni annui a decorrere dal 2030. Un'ulteriore quota di queste risorse incrementali è destinata inoltre agli obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale, per 928 milioni di euro per l'anno 2026; 478 milioni per il 2027; 528 milioni a decorrere dall'anno 2028. Tali incrementi di risorse per la spesa sanitaria dovrebbero assicurare la copertura di specifiche finalità tra le quali rientrano: i trattamenti accessori del personale dipendente delle pubbliche amministrazioni; il rinnovo dei contratti del personale del SSN e degli accordi collettivi con il personale convenzionato; l'aggiornamento delle tariffe per la remunerazione delle prestazioni per acuti e post-acuzie; l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza; l'attuazione delle misure del Piano pandemico nazionale 2025 – 2029; la riduzione delle liste d'attesa per il trapianto di organi e tessuti e il vincolo di quote definite a favore delle Regioni adempienti ai fini dei questionari LEA sulle liste d'attesa; le indennità per il personale medico e del comparto sanità operante nei servizi di pronto soccorso; la distribuzione all'ingrosso di determinati farmaci a favore delle farmacie territoriali; il finanziamento per l'accesso alle cure palliative; l'incremento del trattamento economico a favore dei medici specializzandi; la valorizzazione delle peculiarità della dirigenza medica/veterinaria e non medica, e delle specifiche attività svolte dagli infermieri delle aziende ed enti del SSN; la remunerazione delle prestazioni sanitarie, comprese nei livelli essenziali di assistenza (LEA), a favore di ambiti regionali diversi da quelli di residenza di cittadini dipendenti da sostanze.

Nel corso dell'esame referente sono state introdotte numerose disposizioni in tema di sanità tra le quali si ricordano in via principale: l'istituzione - con una modifica alla legge 3 del 2018- del ruolo unico della dirigenza sanitaria dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), includendo in esso anche i dirigenti delle professionalità sanitarie diversi da quelli che attualmente rientrano nella dirigenza di prima e seconda fascia dell'Agenzia, ed estendendo ai dirigenti sanitari dell'AIFA le previsioni della contrattazione collettiva nazionale relative alla dirigenza sanitaria del Ministero della salute (art. 21-bis); la previsione e la disciplina della partecipazione delle associazioni di pazienti iscritte al neo-istituito registro unico delle associazioni della salute (RUAS) ai processi decisionali pubblici in materia di salute (art. 9-bis); l'incremento di 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 e di 1 milione di euro per l'anno 2027 della spesa per la Rete nazionale dei registri tumori di cui alla legge 160 del 2019 (art. 52-bis); l'autorizzazione di spesa di 4 milioni di euro per l'anno 2025 e di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026-2027, destinati ai policlinici universitari non costituiti in azienda, che operano nel perseguimento di attività istituzionali non in regime di impresa, al fine di incentivare e sostenere attività di assistenza e di ricerca clinica anche mediante lo sviluppo e l'attuazione di progetti di ricerca innovativi (art. 53-bis); l'introduzione di una disciplina diretta a dare attuazione, a decorrere dal 1° gennaio 2025, alla progressiva implementazione di un nuovo sistema di governo del settore dei dispositivi medici, per la gestione della spesa dei medesimi, che consideri le evoluzioni tecnologiche e le innovazioni nel settore, anche tenendo conto delle iniziative dirette a promuovere l'attuazione del pertinente programma di Health technology assessment (HTA), in base a quanto previsto in materia dall'articolo 3-bis del decreto-legge n. 51 del 2023 (art. 57-bis); in materia di regime sperimentale degli incarichi libero-professionali previsto per la collaborazione volontaria dei medici in formazione specialistica, la proroga a tutto il 2026 di tale possibilità ed estesa anche alle strutture sanitarie private o libero professionali e non soltanto relativamente ai servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del servizio sanitario nazionale, di cui all'art. 12, comma 2, del decreto-legge 34 del 2023 (art. 59, coma 2-bis); la previsione, a decorrere dall'anno accademico 2024-2025, della corresponsione agli specializzandi medici di una borsa di studio per tutta la durata legale del corso pari a 4.773 euro lordi annui, su base mensile da parte delle università presso cui operano le scuole di specializzazione, di cui all'art. 8 della legge 401 del 2000 (art. 59-bis)); la proroga (dal 31 dicembre 2026) fino al 31 dicembre 2027 del regime speciale di assunzione con contratto a tempo determinato dei medici specializzandi, con orario a tempo parziale in ragione delle esigenze formative, al fine di concorrere alla riduzione progressiva delle liste di attesa (art. 59-bis); la previsione che i compensi per il lavoro straordinario di cui all'art. 47 del CCNL Comparto Sanità per il triennio 2019-2021 erogati agli infermieri dipendenti delle aziende e degli enti SSN sono assoggettati a imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle Addizionali comunali e regionali pari al 5%. (art. 63, commi 2-bis e 2-ter); assegna un contributo al Ministero della salute destinato al finanziamento di campagne di prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (art. 66-bis); l'istituzione di un fondo nello stato di previsione del MLPS con una dotazione pari a 500.000 euro a decorrere dall'anno 2026. per incentivare i programmi di screening e prevenzione di malattie cardiovascolari e oncologiche da parte dei datori di lavoro (art. 68-bis).

Nell'ambito delle politiche sociali, faccio preliminarmente presente che numerose disposizioni del disegno di legge di bilancio sono dedicate a misure per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie. Più nello specifico si dispone, a decorrere dall'anno 2025, un incremento di 50 milioni di euro annui della dotazione del Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, istituito presso l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), finalizzato all'erogazione ed al finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, mediante organizzazioni caritatevoli; inoltre è stabilito, per il 2025, l'incremento di 500 milioni di euro della dotazione del Fondo per l'acquisto dei beni di prima necessità destinato all'acquisto di beni alimentari di prima necessità da parte dei soggetti che presentano un ISEE non superiore a 15.000 euro, da fruire mediante apposito sistema abilitante tramite uno strumento di pagamento denominato Carta "Dedicata a Te", da ripartire secondo le modalità individuate da uno specifico decreto interministeriale.

In tema di famiglia, al fine di incentivare la natalità e di contribuire alle spese per il sostegno dei figli viene introdotto un assegno una tantum, pari a 1.000 euro, per ogni figlio nato o adottato a decorrere dal 1° gennaio 2025; il beneficio - riconosciuto dall'INPS su domanda - è subordinato alla condizione che il nucleo familiare di appartenenza del genitore richiedente abbia un valore di ISEE non superiore a 40.000 euro annui – valore di ISEE che, al fine in oggetto, viene computato al netto dell'assegno unico e universale per i figli a carico – nonché alle condizioni che il genitore richiedente sia residente in Italia e rientri nelle categorie di cittadinanza o di permesso di soggiorno o di legame familiare specificate.

Nel corso dell'esame referente sono state introdotte alcune misure in tema di politiche sociali tra le quali, in via principale, si ricordano: l'istituzione nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali il Fondo per il contrasto alla povertà alimentare a scuola, con una dotazione di 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 e di 1 milione di euro a decorrere dall'anno 2027, destinato all'erogazione di contributi a favore di nuclei familiari che a causa di condizioni oggettive di impoverimento durante l'anno scolastico non riescano a provvedere al pagamento delle rette previste per la fruizione del servizio di ristorazione scolastica nella scuola primaria; l'incremento del contributo riconosciuto a favore della Federazione italiana per il superamento dell'handicap (FISH), di 500.000 euro per l'anno 2025; l'istituzione del "Fondo Dote Famiglia" finalizzato al sostegno della genitorialità e delle attività sportive e ricreative effettuate in periodi extrascolastici. Il Fondo è iscritto nello stato di previsione del MEF, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per lo sport. Lo stanziamento previsto è di 30 milioni di euro per il 2025, mentre l'incremento delle risorse a legislazione vigente destinate al bonus psicologico, attualmente previste, a decorrere dall'anno 2024, è pari a 8 milioni di euro annui. La disposizione, mantenendo fermo il limite di 8 milioni per il 2024, incrementa le risorse a 8,5 milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026 e a 9 milioni per l'anno 2027, riportando gli oneri a 8 milioni di euro annui a decorrere dal 2028. Per quanto riguarda il disagio abitativo è stato rifinanziato il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, nella misura di 10 milioni di euro per l'anno 2025 e di 20 milioni di euro per l'anno 2026.

Inoltre, si estende anche all'edilizia sociale l'ambito applicativo delle linee guida, e delle relative linee di attività, per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica. Si prevede poi l'adozione di un Piano nazionale per l'edilizia residenziale e sociale pubblica, denominato "Piano casa Italia", al fine di contrastare il disagio abitativo sul territorio nazionale, anche mediante la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente e il contenimento del consumo di suolo.

In relazione alle politiche in materia di lavoro e previdenza, segnalo in primo luogo l'indennità del congedo parentale e le decontribuzioni. Molte disposizioni del disegno di legge di bilancio recano misure in materia di lavoro e di previdenza sociale. In materia di lavoro, sono previsti degli interventi volti alla tutela della genitorialità, nonché alla definizione dello sgravio contributivo, già previsto dalla normativa vigente, per i datori di lavoro che assumono in regioni del Mezzogiorno conformemente a quanto disposto dalla Commissione europea, nonché all'introduzione di un nuovo sgravio per le PMI operanti nelle medesime regioni e per gli artigiani e i commercianti. Si prevede altresì un potenziamento dell'organico dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Il disegno di legge interviene anche in materia di requisiti per la fruizione dell'indennità di disoccupazione NASpI, dell'Assegno di inclusione e del Supporto formazione e lavoro, di incremento delle risorse relative al Sistema duale, nonché di istituzione o rifinanziamento di appositi Fondi. In particolare, si prevede per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti che hanno cessato il congedo di maternità o paternità a partire dal 1° gennaio 2024, l'aumento dell'indennità del congedo parentale all'80 per cento della retribuzione per tre mesi entro il sesto anno di vita del bambino (in luogo del 60 per cento, già previsto per il secondo mese, e del 30 per cento, già previsto per il terzo mese). Si prevede altresì, dal 2025, una decontribuzione parziale per le madri lavoratrici autonome che non hanno optato per il regime forfettario, madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. Dal 2027 la decontribuzione in oggetto sarà riconosciuta alle madri lavoratrici autonome con tre o più figli fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Per quanto riguarda le regioni del Mezzogiorno, si dispone in primo luogo che lo sgravio contributivo per i datori di lavoro che assumono in regioni del Sud (cosiddetta Decontribuzione SUD) trovi applicazione soltanto fino al 31 dicembre 2024, con riferimento ai contratti di lavoro subordinato stipulati entro il 30 giugno 2024, conformemente a quanto disposto dalla Commissione europea con decisione C(2024) 4512 final. Per le medesime regioni, si introduce un esonero contributivo in favore delle micro, piccole e medie imprese (fino a 250 dipendenti), nonché dei datori di lavoro privati non rientranti in tali categorie (con esclusione del settore agricolo, dei contratti di lavoro domestico e di apprendistato, nonché di altri enti ed istituti elencati dai presenti commi) che occupano lavoratori a tempo indeterminato nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. La percentuale di tale esonero è rimodulata in base alle diverse annualità considerate. Per quanto riguarda gli artigiani e i commercianti che si iscrivono per la prima volta nel corso del 2025 alle relative gestioni previdenziali e che percepiscono redditi d'impresa anche in regime forfettario, si prevede per tali soggetti la facoltà di richiedere, attraverso comunicazione telematica all'INPS, una riduzione della contribuzione dovuta pari al 50 per cento.

In materia di politiche attive del lavoro e di formazione vengono modificati i requisiti relativi alla condizione economica e reddituale per il riconoscimento dell'Assegno di inclusione e del Supporto per la formazione e il lavoro, nonché i relativi importi. In particolare, viene elevato da 6.000 a 6.500 euro annui (da 7.560 a 8.190 euro se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da queste e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza) l'importo massimo della parte dell'Assegno costituita da un'integrazione al reddito familiare e da 350 a 500 euro mensili l'importo del Supporto formazione e lavoro.

Il disegno di legge di bilancio stanzia altresì ulteriori risorse (pari a 100 milioni di euro per il 2025, 170 milioni di euro per il 2026 e 240 milioni di euro annui a decorrere dal 2027) per il finanziamento dell'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento. Viene inoltre introdotto un nuovo requisito contributivo al fine della fruizione dell'indennità di disoccupazione NASpI di cui devono essere in possesso i lavoratori nei casi di eventi di disoccupazione verificatisi dal 1 gennaio 2025 e che nei dodici mesi precedenti hanno interrotto volontariamente un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per dimissioni volontarie o a seguito di risoluzione consensuale, ad esclusione delle ipotesi in cui l'indennità è già riconosciuta dalla normativa vigente per i casi di dimissioni nel periodo di maternità, per giusta causa o di risoluzione consensuale nell'ambito delle procedure di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. In particolare, si richiede che i lavoratori possano far valere almeno 13 settimane di contribuzione dall'ultimo evento di cessazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato interrotto per dimissioni volontarie e a condizione che questo sia avvenuto nei 12 mesi precedenti l'evento di cessazione involontaria per cui si richiede la prestazione. Si segnala infine l'incremento del Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi incidenti sul lavoro di 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 e di 3 milioni di euro a decorrere dal 2027 e l'istituzione di un fondo al fine dell'attuazione delle disposizioni anche di carattere fiscale in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati di impresa, con una dotazione di 70 milioni di euro nel 2025 e di 2 milioni di euro nel 2026. Come anticipato, viene aumentato da 250 a 500 il numero di unità di personale che l'Ispettorato nazionale del lavoro è autorizzato ad assumere a tempo indeterminato, nel triennio 2024-2026.

In materia previdenziale, il disegno di legge di bilancio reca misure volte, da un lato, ad estendere l'applicazione delle misure di flessibilità in uscita e, dall'altro, a favorire la permanenza in servizio sia attraverso il riconoscimento di un incentivo in favore dei lavoratori che optano per la prosecuzione dell'attività lavorativa e sia prevedendo che, per i lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni, il limite massimo di età per la prosecuzione del servizio corrisponda al requisito generale anagrafico per la pensione di vecchiaia. Viene quindi meno l'obbligo di collocamento a riposo per i dipendenti pubblici che, al compimento dell'attuale limite ordinamentale dei 65 anni di età (o successivamente), possano fruire della liquidazione del trattamento pensionistico anticipato. Conseguentemente, viene prevista la possibilità per le pubbliche amministrazioni (anche di diritto pubblico, ad eccezione dei magistrati, degli avvocati e procuratori dello Stato e del personale delle Forze armate, delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco) di concordare con il dipendente il trattenimento in servizio oltre il limite di 67 anni, ma non oltre i 70 anni, nel limite del 10 per cento delle facoltà assunzionali autorizzate.

Per quanto concerne la permanenza in servizio, si riconosce un incentivo ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che decidono di proseguire l'attività lavorativa pur raggiungendo entro il 31 dicembre 2025 i requisiti inerenti a quota 103 o il requisito di anzianità contributiva previsto in via generale per il riconoscimento del trattamento pensionistico anticipato a prescindere dall'età anagrafica. In tali casi viene meno l'obbligo di versamento all'ente previdenziale dei contributi a carico del lavoratore e del datore di lavoro e il medesimo importo viene corrisposto interamente al lavoratore. Per quanto riguarda i requisiti per l'accesso al pensionamento di vecchiaia o anticipato, dal 1° gennaio 2025, per i soggetti con riferimento ai quali il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 1996, si prevede la possibilità, al fine del raggiungimento dell'importo soglia mensile dell'assegno sociale stabilito per l'accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata con il sistema contributivo integrale, può essere computato anche il valore teorico di una o più prestazioni di rendita di forme pensionistiche di previdenza complementare richieste dall'assicurato.

Per i lavoratori che esercitano tale facoltà ai fini del conseguimento del pensionamento anticipato, il requisito contributivo attualmente di 20 anni di contribuzione effettiva è incrementato di cinque anni a decorrere dal 1° gennaio 2025 e di ulteriori cinque anni a decorrere dal 1° gennaio 2030 e la pensione anticipata non è cumulabile, a far data dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per l'accesso alla pensione di vecchiaia, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui. Inoltre, per l'accesso al pensionamento anticipato, a decorrere dal 1° gennaio 2030 si modifica il valore minimo del trattamento pensionistico maturato posto come condizione per il riconoscimento del trattamento di pensionamento anticipato, che deve essere pari a 3,2 volte (non più 3 volte) l'importo dell'assegno sociale. Si estende altresì l'applicazione delle forme di pensionamento anticipato opzione donna e quota 103 - prevedendo che possano usufruirne anche coloro che maturano i requisiti previsti, rispettivamente, entro il 31 dicembre 2024 e nel corso del 2025 – e dell'APE sociale fino al 31 dicembre 2025.

Per quanto concerne l'importo dei trattamenti pensionistici, il disegno di legge di bilancio prevede un incremento transitorio dei trattamenti pensionistici pari o inferiore al trattamento pensionistico minimo. Tale incremento è in misura pari al 2,2% per il 2025 e all'1,3% per il 2026. La seconda percentuale non si somma alla prima, quindi l'incremento per il 2026 si applica sulla base di calcolo al netto del primo incremento, fermo restando il previo adeguamento della medesima base in virtù della perequazione automatica, applicata anch'essa sui valori al netto del precedente incremento transitorio.

Per i soggetti iscritti alle forme pensionistiche obbligatorie di base gestite dall'INPS e privi di anzianità contributiva pensionistica al 1° gennaio 2025, il disegno di legge di bilancio riconosce la facoltà di versamento di una maggiorazione dell'aliquota contributiva pensionistica a loro carico, al fine del corrispondente incremento (da calcolare secondo determinati criteri) del montante contributivo individuale, valido ai fini del calcolo del trattamento pensionistico.

Il disegno di legge di bilancio inoltre, limitatamente al 2025, incrementa di 8 euro mensili l'importo delle maggiorazioni sociali previste dalla normativa vigente per i pensionati in condizioni disagiate - ossia i pensionati previdenziali e assistenziali, nonché i ciechi titolari di pensione, di età pari o superiore a 70 anni, e i soggetti di età superiore a 18 invalidi civili totali o sordomuti o ciechi civili assoluti titolari di pensione - che si trovano nelle condizioni reddituali richieste per beneficiare delle maggiorazioni sociali. Conseguentemente, per il 2025, viene aumentato di 104 euro annui il limite reddituale massimo oltre il quale l'incremento in oggetto non è riconosciuto.

In relazione alle politiche a favore delle imprese, si prevedono talune agevolazioni fiscali per i lavoratori dipendenti. In primo luogo, si estende ai premi e alle somme erogati negli anni 2025, 2026 e 2027 la riduzione transitoria da 10 a 5 punti percentuali (già prevista per le corrispondenti erogazioni negli anni 2023 e 2024) dell'aliquota dell'imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle relative addizionali regionali e comunali, concernente alcuni emolumenti retributivi, costituiti da premi di risultato e da forme di partecipazione agli utili d'impresa.

Per i periodi d'imposta relativi alle medesime annualità 2025, 2026 e 2027 viene altresì elevato da 258,23 a 1.000 euro (2.000 per dipendenti con figli fiscalmente a carico) il limite di esenzione dal computo del reddito imponibile (e dalla tassazione sostitutiva agevolata) del lavoratore dipendente del valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore medesimo, delle somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell'energia elettrica e del gas naturale, nonché delle spese per l'affitto o il mutuo della prima casa. Infine, per il periodo dal 1° gennaio 2025 al 30 settembre 2025, ai lavoratori degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e ai lavoratori del comparto del turismo, ivi inclusi gli stabilimenti termali, viene riconosciuto un trattamento integrativo speciale, che non concorre alla formazione del reddito, pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario effettuate nei giorni festivi. Tale integrazione si applica a favore dei lavoratori dipendenti del settore privato titolari di reddito da lavoro dipendente di importo non superiore a 40 mila euro nel periodo d'imposta 2024.

Viene istituito un fondo con l'obiettivo di ridurre il divario occupazionale e sostenere lo sviluppo dell'attività imprenditoriale nelle aree svantaggiate del Paese, anche mediante il riconoscimento di agevolazioni per l'acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia. Si dispone un'ulteriore proroga, fino al 31 dicembre 2027, del credito d'imposta riconosciuto in relazione alle spese di consulenza sostenute dalle piccole e medie imprese per la quotazione. È riconosciuto un contributo in conto capitale per investimenti ai soggetti che hanno aderito alla procedura di riversamento del credito d'imposta in ricerca e sviluppo, del quale hanno fruito senza averne titolo. Si rifinanzia – di 400 milioni di euro per il 2025, di 100 milioni di euro per il 2026, e 400 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029 – l'autorizzazione di spesa relativa alla c.d. "Nuova Sabatini", misura di sostegno agli investimenti in beni strumentali da parte di micro, piccole e medie imprese. È incrementata anche l'autorizzazione di spesa disposta dalla misura – contenuta nella cd. legge sul made in Italy (articolo 10 della legge 206 del 2023) volta a promuovere e sostenere gli investimenti, la ricerca, la sperimentazione, la certificazione e l'innovazione dei processi di produzione nella filiera primaria di trasformazione in Italia di fibre tessili di origine naturale e provenienti da processi di riciclo. Il credito d'imposta nella Zona Economica Speciale unica (ZES unica) è esteso anche con riferimento agli investimenti realizzati dal 1° gennaio al 15 novembre 2025, fissando a 1,6 miliardi per il 2025 il limite di spesa per il riconoscimento di tale credito d'imposta.

In sede referente è stato istituito, nello stato di previsione del Ministero delle imprese e del made in Italy, un fondo a sostegno delle imprese dell'indotto ILVA con una dotazione finanziaria pari a 1 milione di euro annui per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027. Il fondo è volto a erogare un contributo a fondo perduto da concedere nel rispetto della disciplina europea sugli aiuti di stato di importanza minore (cd. de minimis). Tali risorse vengono destinate alle piccole e medie imprese fornitrici di beni o servizi connessi al risanamento ambientale o funzionali alla continuazione dell'attività degli impianti e il cui fatturato derivi esclusivamente o prevalentemente da rapporti commerciali con le imprese che gestiscono gli impianti siderurgici della società ILVA. Con decreto interministeriale sono disciplinate le modalità di attuazione del fondo, con particolare riguardo alla individuazione delle imprese interessate e all'importo massimo del contributo concedibile. Viene inoltre prorogato dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025 il termine di operatività della disciplina del Fondo di garanzia PMI, parzialmente derogatoria di quella ordinaria, già introdotta dal decreto-legge n. 145 del 2023. Contestualmente, apporta alla stessa disciplina talune modifiche. Tali modifiche - destinate, dunque, ad operare per tutto il 2025 - sono le seguenti: la percentuale massima di copertura del Fondo per il finanziamento di esigenze di liquidità viene portata al 50%, per tutte le micro, piccole e medie imprese, a prescindere dalle fasce del modello di valutazione cui appartengono; si innalza da 80.000 a 100.000 euro l'importo massimo di ammissibilità delle operazioni finanziarie (cd. "di importo ridotto"), sulle quali opera la copertura del Fondo fino all'80 per cento in caso di riassicurazione; si rimuove il limite minimo dei 250 dipendenti ai fini dell'individuazione delle imprese in ordine alle quali trovano applicazione le percentuali di copertura del Fondo già ammesse per le "mid cap" dal decreto-legge n. 145 del 2023. Dunque, nel 2025, sono ammesse a beneficiarne sia le piccole e medie imprese che le imprese a media capitalizzazione. Viene altresì introdotto un premio aggiuntivo a decorrere dal 1° gennaio 2025 a carico dei soggetti che erogano finanziamenti bancari con l'assistenza del Fondo di garanzia per le PMI. Il premio è calcolato sulla base di criteri e modalità definite con decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy e del Ministero dell'economia e delle finanze.

Vengono istituite tre nuove sezioni all'interno del fondo rotativo destinato alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici (Fondo 394). Due di queste (sezione Crescita e sezione Investimenti Infrastrutture) hanno una dotazione per il 2025 di 100 milioni di ciascuna. La terza (sezione Venture Capital e Investimenti Partecipativi) subentra invece in tutte le situazioni e i rapporti giuridici, attivi e passivi del Fondo rotativo per le operazioni di venture capital (FVC), che viene conseguentemente soppresso. Tutte e tre le sezioni hanno carattere di rotatività e sono gestite da Simest S.p.A. ciascuna con contabilità separata. A tal fine Simest S.p.A. è autorizzata ad alimentarle nell'ambito delle disponibilità del Fondo 394 derivanti dal rifinanziamento del Fondo per la promozione integrata.

Si dispone inoltre che una quota delle disponibilità del Fondo 394 – nel limite di 200 milioni di euro – può essere utilizzata per concedere finanziamenti agevolati alle imprese che intendono effettuare investimenti in America Centrale o meridionale, ovvero che sono stabilmente fornitrici delle medesime imprese, al fine di sostenere investimenti produttivi o commerciali, investimenti per il rafforzamento patrimoniale, nonché investimenti nei settori tecnologici, digitali, dell'ecologia e della formazione. In tali casi è ammesso il cofinanziamento a fondo perduto da parte del Fondo per la promozione integrata fino al dieci per cento dei finanziamenti concessi dal Fondo 394.

Vengono disciplinati i requisiti che devono possedere le imprese ai fini dell'accesso alla misura, comprovanti l'esistenza di un piano di investimento nei suddetti Paesi, o la loro stabile presenza in essi, ovvero la realizzazione di esportazioni o importazioni dai mercati dell'America centrale e/o meridionale in una misura non inferiore a quella che sarà definita con deliberazione del Comitato agevolazioni, o l'essere parte di una filiera produttiva a vocazione esportatrice e il cui fatturato derivi da esportazioni o importazioni dai mercati dell'America centrale e meridionale.

Le domande di finanziamento agevolato presentate per la misura, nonché le domande di finanziamento agevolato a valere sul Fondo 394, che riguardano l'America centrale o meridionale presentate fino al 31 dicembre 2026, possono essere esentate dalla prestazione della garanzia. Per quanto riguarda le domande di finanziamento agevolato del Fondo 394 riguardanti l'America centrale o meridionale proposte da imprese localizzate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, i cofinanziamenti a fondo perduto consentiti a valere sul Fondo per la promozione integrata sono concessi, anziché fino al 10 percento dei finanziamenti concessi dal Fondo rotativo 394, come previsto in via ordinaria, fino al 20 per cento. La stessa previsione interviene poi novellando la disciplina che riserva una quota parte delle disponibilità del Fondo 394, nel limite di 200 milioni di euro, per la concessione di finanziamenti agevolati alle imprese che sono stabilmente presenti, esportano o si approvvigionano nel continente africano, ovvero che sono stabilmente fornitrici delle predette imprese. La novella estende l'intervento del fondo anche alle imprese che, più genericamente, intendono effettuare investimenti in Africa. Conseguentemente, si prevede, quale requisito per l'accesso al Fondo, l'obbligo di presentare un piano di investimenti in Africa secondo termini e modalità stabiliti con la deliberazione del Comitato agevolazioni.

Alle domande di finanziamento agevolato a valere sul Fondo 394 a sostegno delle iniziative volte alla transizione digitale o ecologica, presentate fino al 31 dicembre 2026 dalle imprese a forte consumo di energia elettrica (cd. elettrivore), o dalle imprese che hanno intrapreso comprovati percorsi certificati di efficientamento energetico secondo termini e modalità individuati con una o più deliberazioni del Comitato agevolazioni, si applica la disciplina seguente, che prevede l'esenzione, a domanda del richiedente, dalla prestazione della garanzia e il cofinanziamento a fondo perduto da parte del Fondo per la promozione integrata fino al dieci per cento dei finanziamenti concessi dal Fondo 394.

In sede referente è altresì stata introdotta una previsione che consente al Comitato di coordinamento per il rilancio delle attività imprenditoriali e degli investimenti nelle aree industriali di Brindisi e di Civitavecchia di cui all'articolo 24-bis del decreto-legge n. 50/2022 di operare anche in maniera disgiunta in ragione delle specificità dei territori di Brindisi e Civitavecchia. Si dispone che le attività di tale Comitato, sia in relazione al territorio di Brindisi che a quello di Civitavecchia, possono confluire in un programma di sviluppo territoriale da definire tramite un apposito accordo di programma. Per lo sviluppo delle singole aree, nonché per l'approvazione dei progetti pubblici e privati e la realizzazione delle opere pubbliche è nominato un commissario straordinario per gli anni 2025 e 2026 cui spetta un compenso annuo pari ad 80 mila euro, comprensivo degli oneri a carico dell'Amministrazione.

Nell'ambito del settore turistico, si prevedono disposizioni in materia di grandi eventi, investimenti e infrastrutture autorizzando la spesa di circa 110 milioni di euro per l'anno 2025 per sostenere lo sviluppo dell'offerta turistica sul territorio nazionale attraverso la concessione di agevolazioni finanziarie a sostegno degli investimenti privati.

Il disegno di legge di bilancio contiene una serie di interventi anche nel settore delle infrastrutture e dei trasporti. Si dispone l'incremento del Fondo TPL per 120 milioni di euro per il 2025, prevedendone una specifica modalità di ripartizione: l'incremento sarà ripartito proporzionalmente tra le Regioni che, in virtù della sola applicazione del criterio dei costi standard, presentano imputazioni potenziali rispetto alle percentuali di accesso al Fondo superiori alle rispettive percentuali assegnate nell'anno 2020. Inoltre si prevede che anche per il 2025 al riparto del Fondo si provveda, per una quota pari a circa 4,8 miliardi di euro, secondo le percentuali utilizzate per l'anno 2020. Infine, viene differito al 20 giugno 2025 il termine per l'emanazione del decreto del MIT che dovrà definire gli indicatori per determinare i livelli adeguati di servizio e le modalità di applicazione degli stessi al fine della ripartizione del Fondo, che si applicheranno dal 2026. Si conferma lo stanziamento per circa 2.200 milioni di euro, previsto dalla legge di bilancio 2023 per la linea C della metropolitana di Roma (completamento della tratta T2, realizzazione della tratta T1 e adeguamento contrattuale per maggiori costi della tratta T3), autorizzando una differente ripartizione di spesa che copre gli anni dal 2025 al 2034, anziché dal 2023 al 2032. Si dispone, a partire dal 2025, un aumento di 1 milione di euro all'anno del fondo TPL a copertura delle minori entrate delle aziende di trasporto pubblico locale in ragione dell'estensione della gratuità del trasporto pubblico per i cani di assistenza delle persone con disabilità o altre patologie. È altresì previsto lo stanziamento di circa 25 milioni di euro per l'anno 2026 in favore delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, interessate dallo svolgimento delle Olimpiadi 2026, al fine di potenziare il servizio di trasporto pubblico locale.

Infine, si prevede la possibilità per ciascuna regione o città metropolitana di utilizzare fino al 25 per cento delle risorse loro attribuite per il quinquennio 2024-2028 dal Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile anche per l'acquisto di autobus ad uso extraurbano con alimentazione diesel o ibrida ad emissione di gas di scarico della classe più recente. Per quanto riguarda il settore portuale si autorizza le Autorità di sistema portuale ad erogare contributi: in favore del soggetto fornitore di lavoro portuale e delle imprese autorizzate allo svolgimento di operazioni portuali titolari di contratti di appalto e di attività comprese nel ciclo operativo, nel limite di 2 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2024 e 2025; in favore degli operatori dei servizi di manovra ferroviaria che operano al servizio dell'area portuale nel limite massimo di 1 milione di euro. Tale facoltà è esercitabile fino al 31 dicembre 2026. Inoltre, si prevede l'obbligo per i beneficiari del contributo di destinarne una quota pari al 50 per cento in favore dei propri clienti che hanno usufruito dei servizi di manovra ferroviaria. Per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie, inoltre, si autorizza la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027 finalizzata alle esigenze infrastrutturali della linea ferroviaria Palermo-Agrigento-Porto Empedocle, per favorire la mobilità dei cittadini siciliani.

In materia di continuità territoriale, il disegno di legge dispone che per gli anni 2025, 2026 e 2027 nella regione Abruzzo non si applichi l'addizionale comunale sui diritti d'imbarco di passeggeri sugli aeromobili. Inoltre si autorizza la spesa di 3 milioni di euro per il 2025 e di 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027 per le compensazioni degli oneri di servizio pubblico sui servizi aerei di linea da e per l'aeroporto di Ancona verso i principali aeroporti nazionali, prevedendo altresì che gli enti territoriali possano concorrere, mediante proprie risorse, al finanziamento di tali oneri, come definiti in apposita conferenza di servizi. Si estendono all'aeroporto di Brindisi le disposizioni in materia di continuità territoriale aerea, con uno stanziamento di complessivi 5 milioni di euro nel triennio per le compensazioni degli oneri di servizio pubblico sui servizi aerei di linea assegnati ai vettori selezionati con gara di appalto europea. Si ridefiniscono le procedure di accertamento e versamento delle addizionali comunali sui diritti di imbarco dei passeggeri aerei, nonché si dispone l'incremento di 50 centesimi, a decorrere dal 1° aprile 2025, dell'addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri per i voli extra UE con partenza da aeroporti con traffico, nell'anno precedente, superiore a 10 milioni di passeggeri annui. Per quanto riguarda la mobilità dolce, con l'articolo 104, comma 20, viene ridotto lo stanziamento previsto dalla legge n. 208 del 2015 per le ciclovie turistiche.

Infine, si prevede che l'Automobile Club d'Italia (ACI) provveda a versare all'entrata del bilancio dello Stato la somma di 50 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2025. Per quanto riguarda il settore stradale e autostradale, il disegno di legge prevede di regolamentare la procedura per il trasferimento delle partecipazioni detenute dall'ANAS S.p.A. in società autostradali, al fine di sostituire tale disciplina con due nuovi commi che recano disposizioni finalizzate alla sottoscrizione di una nuova convenzione unica tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e l'ANAS. Nel dettaglio, si autorizza la sottoscrizione di una nuova convenzione unica tra MIT e ANAS, da approvarsi con decreto ministeriale, adottato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Viene inoltre stabilito che, in occasione della sottoscrizione della nuova convenzione, la durata della concessione relativa è adeguata al termine massimo di 50 anni (indicato dall'art. 7, comma 3, lettera d), del decreto-legge n. 138 del 2002, come riscritto dall'articolo 1, comma 1019, della legge n. 296 del 2006).

Sono state inoltre previste numerose modifiche alla disciplina, di cui all'art. 13 del decreto-legge n. 162 del 2019, relativa all'aggiornamento dei piani economico-finanziari (PEF) delle società concessionarie autostradali, nonché delle tariffe praticate dalle medesime. Un primo gruppo di modifiche riguarda le concessionarie per le quali la scadenza del periodo regolatorio è intervenuta prima dell'anno 2024. Per tali società viene prorogato di 6 mesi (dal 31 dicembre 2024 al 30 giugno 2025) il termine entro il quale le stesse devono provvedere al perfezionamento dell'aggiornamento dei PEF. Si stabilisce inoltre che, nelle more degli aggiornamenti convenzionali, le tariffe autostradali relative alle concessioni in questione sono incrementate, per l'anno 2025, nella misura dell'1,8%, corrispondente all'indice di inflazione programmato per l'anno 2025 nel Piano strutturale di bilancio 2025-2029.

Un secondo gruppo di modifiche (recate dalla lettera b) del comma 1) riguarda le concessionarie per le quali la scadenza del periodo regolatorio è intervenuta nell'anno 2024. Per tali società, oltre a prevedere la stessa proroga e lo stesso incremento tariffario succitati, viene però anche precisato che l'incremento in questione non opera per le società concessionarie nei cui atti convenzionali non è previsto un incremento delle tariffe e l'adeguamento, in eccesso o in difetto, rispetto al predetto incremento tariffario, è definito in sede di aggiornamento del PEF. Inoltre, si prevede l'incremento di 10 milioni di euro per ciascuna annualità 2025 e 2026 della dotazione del Fondo per interventi urgenti di riqualificazione, ristrutturazione, ammodernamento e ampliamento di strutture e infrastrutture pubbliche, finalizzati al riequilibrio socioeconomico e allo sviluppo dei territori, istituito nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Si incrementa per complessivi 19,1 milioni di euro l'importo del contributo assegnato alla regione Calabria per la realizzazione di opere pubbliche.

In relazione alle misure in materia di comunicazioni, il disegno di legge di bilancio contiene anche specifiche disposizioni per la realizzazione delle infrastrutture digitali nelle aree bianche e grigie del territorio nazionale, ovvero aree soggette a fallimento, parziale o totale, del mercato, dove i costi delle infrastrutture non sono economicamente redditizi per gli operatori privati. In particolare, si prevede che, al fine di consentire il riequilibrio dei Piani economico-finanziari delle concessioni aventi ad oggetto la progettazione, costruzione e gestione di una infrastruttura passiva a banda ultra larga nelle aree bianche, con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, possono essere concessi contributi al soggetto attuatore, nel limite massimo di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2027 e 2028, 210 milioni di euro per il 2029, laddove la disposizione originaria prevedeva un contributo fino a 220 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029 per il completamento dei citati interventi, sulla base delle esigenze motivate dai soggetti attuatori. Rimane invariata la previsione che eventuali risorse eccedenti l'effettivo fabbisogno siano versate all'entrata del bilancio dello Stato e restino acquisite. Alla luce della rimodulazione del target del Piano Italia a 1 Giga, approvata con decisione del Consiglio dell'UE dell'8 dicembre 2023, le modifiche introdotte nell'ambito dell'esame in sede referente prevedono tra l'altro misure per allineare il numero di civici da collegare, previsto nelle convenzioni esistenti, al nuovo target PNRR, che risulta essere di numero inferiore (circa 149mila civici in meno rispetto alle convenzioni). Si specifica che, al fine di consentire il raggiungimento degli obiettivi del Piano Italia ad 1 Giga, il soggetto attuatore può erogare le quote di contributo previsto al raggiungimento di una soglia di abilitazione ai servizi per almeno l'80 per cento dei civici inclusi nel Piano per ciascun Comune. Le spese residue possono essere riconosciute esclusivamente previa una seconda rendicontazione da presentarsi al completamento dell'intervento di ciascun comune.

Per quanto riguarda le misure per il settore energetico, si segnalano i seguenti interventi introdotti in sede referente. Si prevede che i concessionari dell'attività di distribuzione elettrica presentino piani straordinari di investimento pluriennale, con l'esplicita finalità di migliorare la sicurezza, l'affidabilità e l'efficienza della rete di distribuzione quale infrastruttura critica, di conseguire gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2050, nonché di assicurare interventi urgenti di rafforzamento della difesa e sicurezza delle infrastrutture di distribuzione. Vengono indicati i contenuti minimi che dovranno essere oggetto dei piani straordinari di investimento pluriennale, quali il miglioramento della resilienza del servizio ad eventi meteoclimatici estremi; l'aumento della capacità di integrare la generazione distribuita, in particolare da fonti rinnovabili; un adeguato potenziamento delle infrastrutture di rete; l'aumento della flessibilità del sistema di distribuzione, l'adozione di sistemi, anche di monitoraggio, funzionali ad assicurare la difesa e la protezione delle infrastrutture di rete.

L'approvazione dei Piani comporta la rimodulazione delle concessioni in essere, anche sotto il profilo della durata, in coerenza con la durata degli investimenti previsti dal piano e comunque per un periodo non superiore a vent'anni. Le eventuali maggiori entrate correnti di cui al presente articolo confluiscono in un Fondo costituito presso il MEF destinato prioritariamente alla riduzione dei costi energetici delle utenze domestiche e non domestiche.

In sede referente è stata aggiunta anche una previsione che, per sostenere la competitività dell'industria, l'occupazione e l'efficienza energetica domestica, dispone che nel 2025 sia concesso un contributo ai consumatori finali per l'acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica (classe B o superiore) prodotti in Europa, a condizione che il vecchio apparecchio venga smaltito correttamente. Il contributo è pari al 30% del costo dell'elettrodomestico, fino a un massimo di 100 euro per ciascun acquisto, elevato a 200 euro per famiglie con un ISEE inferiore a 25.000 euro. È possibile beneficiare dell'incentivo per un solo elettrodomestico per nucleo familiare. Per finanziare questa misura, è istituito un fondo di 50 milioni di euro presso il Ministero delle imprese e del made in Italy.

Vengono inoltre introdotti incentivi per gli interventi di efficienza energetica e di produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni oltre che agli edifici scolastici e agli ospedali, anche alle strutture sanitarie pubbliche, incluse quelle residenziali, di assistenza, di cura o di ricovero del Servizio sanitario nazionale. Vengono quindi introdotte disposizioni in materia di efficientamento dell'edilizia residenziale pubblica (ERP) e delle abitazioni di famiglie a basso reddito e vulnerabili: in particolare si prevede l'adozione di un decreto interministeriale finalizzato a raggiungere gli obiettivi del capitolo REPowerEU all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), in relazione allo Strumento finanziario dedicato all'efficientamento energetico dell'edilizia residenziale pubblica (ERP). Tale decreto stabilirà le regole fondamentali per l'attuazione della misura, definendo, tra l'altro, le tipologie di investimenti ammissibili, i destinatari dei finanziamenti, i contenuti e le modalità di presentazione dei progetti, i criteri per la selezione, nonché le procedure di erogazione e controllo.

Nel rispetto del principio di non arrecare un danno significativo all'ambiente, saranno escluse dal beneficio le iniziative considerate dannose per l'ecosistema. Inoltre, è previsto che il sostegno finanziario possa essere cumulato con altre risorse non provenienti dall'Unione europea, purché non si superi il costo complessivo sostenuto per l'investimento.

Gli enti coinvolti nell'attuazione sono il Gestore dei servizi energetici (GSE), SACE e la Cassa depositi e prestiti (CDP), i quali stipuleranno una convenzione con la Struttura di Missione PNRR della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il GSE avrà il compito di effettuare i controlli tecnici per verificare i requisiti dei progetti, mentre le valutazioni sul merito creditizio saranno affidate alle banche convenzionate con CDP.

Sono state infine adottate disposizioni per l'autorizzazione di impianti FER interconnessi all'infrastruttura ferroviaria, disponendo che gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili direttamente interconnessi alle infrastrutture di alimentazione della trazione ferroviaria rientrino tra le infrastrutture di supporto alle infrastrutture ferroviarie per la cui realizzazione si applica il procedimento semplificato per l'affidamento dei contratti pubblici relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC). Conseguentemente, si dispone che per tali interventi non trovino applicazione le specifiche disposizioni relative ai regimi autorizzativi per la costruzione e l'esercizio di impianti a fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda le misure in ambito agricolo, faccio presente che esse riguardano l'istituzione, presso il MASAF, dell'Organismo di composizione delle situazioni debitorie connesse alle quote latte. Tale organismo ha lo scopo di superare il contenzioso relativo al prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari e favorire la risoluzione definitiva delle controversie in essere. All'organo collegiale è riconosciuto un potere transattivo. Le posizioni debitorie che possono essere oggetto della procedura transattiva, da attivarsi su istanza di parte, sono quelle pendenti e relative al periodo che va dalla campagna lattiera 1995/1996 alla campagna lattiera 2008/2009.

In sede referente sono state introdotte anche disposizioni urgenti in materia di programmi di sviluppo rurale. Si prevede, in particolare, che, al fine di ottimizzare l'utilizzo delle risorse unionali, le Autorità di gestione dei programmi di sviluppo rurale regionali possono ridurre la quota di cofinanziamento nazionale di ciascun programma 2014-2022, fino a concorrenza dei tassi massimi di partecipazione del FEASR. È stabilito che le risorse provenienti dalla riduzione della quota di cofinanziamento restano assegnate, come stanziamenti aggiuntivi nazionali, ai medesimi programmi di sviluppo rurale 2014-2022 e che le risorse che risultano ammissibili al periodo di validità della programmazione 2023-2027 sono riallocate, come stanziamenti nazionali aggiuntivi, nel piano strategico della PAC 2023-2027.

È disposto, inoltre, il rifinanziamento di 15 milioni di euro, per l'anno 2025, del Fondo di solidarietà nazionale - incentivi assicurativi al fine di sostenere le aziende agricole che sottoscrivono polizze assicurative agricole finanziabili esclusivamente da misure di intervento nazionali. È altresì prevista la concessione, per l'anno 2025, di un contributo a fondo perduto di 10 milioni di euro in favore delle imprese zootecniche che abbiano subito danni in conseguenza dell'abbattimento di animali affetti dalla malattia denominata blue tongue virus. È demandata ad un decreto del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste la definizione dei criteri, delle modalità e delle procedure di erogazione delle risorse di cui al fondo sopra menzionato.

In materia di pubblico impiego, il disegno di legge di bilancio, in particolare, riduce il turn over nelle P.A., stanzia risorse per il trattamento accessorio dei dipendenti pubblici e per i rinnovi contrattuali, reca disposizioni volte all'assunzione di tirocinanti e di lavoratori socialmente utili da parte delle regioni Calabria e Sicilia e alla proroga dei contratti a tempo determinato dei tirocinanti impiegato presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell'istruzione e del merito, nonché a favorire misure di welfare. Le norme in materia di turn over nelle pubbliche amministrazioni prevedono che tali amministrazioni possano procedere, per il 2025, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 75% di quella relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente, con una diminuzione del 25% della quota prevista a legislazione vigente. Tale riduzione non si applica alle regioni a statuto ordinario, agli enti locali con più di 20 dipendenti a tempo indeterminato e alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

Le norme in materia di rinnovo dei contratti del pubblico impiego prevedono un incremento dei trattamenti accessori dei dipendenti pubblici e del personale non dirigente delle Forze di Polizia e delle Forze armate, nonché lo stanziamento di risorse per i rinnovi contrattuali per i trienni 2025-2027 e 2028-2030. In particolare, il disegno di legge prevede la possibilità di incrementare le risorse per i trattamenti accessori dei dipendenti pubblici, ivi compresi i dirigenti, rispetto a quelle destinate alla medesima finalità nel 2024. Per i dipendenti statali tale incremento è fissato nel limite di una spesa pari, a decorrere dal 2025, a 112,1 milioni di euro annui, a valere su un apposito Fondo, mentre per i dipendenti delle altre pubbliche amministrazioni il medesimo incremento è a valere sui relativi bilanci. Una somma pari a circa 55,3 milioni di euro del suddetto Fondo è destinata all'incremento delle risorse per il finanziamento dei trattamenti economici accessori di natura non fissa e continuativa del personale non dirigente delle Forze di Polizia e delle Forze armate.

Per quanto concerne il rinnovo dei contratti, il disegno di legge di bilancio determina gli oneri a carico del bilancio dello Stato per la contrattazione collettiva nazionale. Tali oneri, per il triennio 2025-2027, sono pari a 1.755 milioni di euro per il 2025, 3.550 milioni di euro per il 2026 e 5.550 milioni di euro annui a decorrere dal 2027 e per il triennio 2028-2030, a 1.954 milioni di euro per il 2028, 4.027 milioni di euro per il 2029 e 6.112 milioni di euro annui a decorrere dal 2030. Al fine di finanziare l'incremento dei trattamenti accessori del personale docente si rifinanzia per 93,7 milioni di euro annui a decorrere dal 2025 il Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa (MOF), in coerenza con quanto disposto per le altre categorie di personale delle pubbliche amministrazioni.

Si prevedono assunzioni da parte delle amministrazioni pubbliche aventi sede nel territorio della regione Calabria di tirocinanti rientranti in percorsi di inclusione sociale rivolti a disoccupati già percettori di trattamenti di mobilità in deroga (realizzati a seguito dell'Accordo Quadro tra la regione Calabria e le parti sociali del 7 dicembre 2016 in materia di interventi di politica attiva per il lavoro), di soggetti beneficiari di appositi progetti deliberati dalla medesima regione, nonché di lavoratori socialmente utili o di pubblica utilità impiegati nel bacino regionale calabrese. Inoltre, allo scopo di consentire le assunzioni dei lavoratori già impegnati in attività socialmente utili della regione Sicilia, si autorizza la spesa di 0,5 milioni di euro per il 2025 e 1 milione di euro a decorrere dal 2026. Per quanto concerne i tirocinanti impiegati presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell'istruzione e del merito con contratti della durata di diciotto mesi e con orario di lavoro pari a diciotto ore settimanali, si prevede che tali contratti possono essere rinnovati per un periodo non superiore a dodici mesi oltre il termine previsto nel 2025, nei limiti di spesa previsti per il personale a tempo determinato nel pubblico impiego dalla normativa vigente.

In materia di welfare, il disegno di bilancio prevede, nell'ambito della contrattazione integrativa o di analoghi accordi previsti per il personale contrattualizzato in regime di diritto pubblico che determinate risorse possono essere destinate al finanziamento dei benefici di natura assistenziale e sociale in favore dei dipendenti pubblici. In materia di trattamento economico goduto da dipendenti pubblici nell'espletamento di incarico o ruolo provvisorio, si dispone, in primo luogo, che, ove non già disposto, entro il 30 gennaio 2025 siano avviati gli adempimenti per il recupero degli importi eventualmente indebitamente corrisposti in violazione delle norme che prevedono che, in caso di passaggio di qualifica, di ruolo o di incarico, presso la stessa o diversa amministrazione, venga riconosciuto il solo trattamento attribuito al corrispondente collega di pari anzianità, con la conseguente abrogazione dell'istituto dell'assegno personale (assegno pari alla differenza tra il precedente trattamento, se più elevato, e il nuovo trattamento). Inoltre, prevede che siano fatti salvi, fino a completo riassorbimento, gli eventuali trattamenti economici riconosciuti con assegno personale prima della data del 1° gennaio 2014.

In relazione alle misure per l'assistenza ai minori, per le donne vittime di violenza e per l'immigrazione, il disegno di legge di bilancio stanzia risorse volte a contribuire alle spese sostenute dai comuni per l'assistenza ai minori per i quali sia stato disposto l'allontanamento dalla casa familiare con provvedimento dell'autorità giudiziaria. Si istituisce un Fondo, da ripartire annualmente con decreto ministeriale, tenendo conto delle particolari esigenze dei comuni di piccola dimensione e delle spese sostenute dai comuni per far fronte all'esecuzione delle sentenze relative alla giustizia minorile. Lo stanziamento previsto ammonta a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2027 ed è destinato al Fondo per l'assistenza ai minori istituito presso il Ministero dell'interno. Tra le altre misure del disegno di legge di bilancio si segnala il finanziamento di attività per l'orientamento e la formazione al lavoro dedicate alle donne vittime di violenza. Si incrementa di 3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2025 il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.

In tema di immigrazione, al fine di assicurare l'accoglienza dei migranti arrivati nel territorio nazionale il disegno di legge rifinanzia, per un importo pari a 200 milioni di euro nel 2025, il Fondo destinato alle spese di attivazione, locazione e gestione dei centri governativi di accoglienza. Sempre in materia di immigrazione, si segnala l'istituzione nello stato di previsione del Ministero dell'interno un fondo per il contrasto dei fenomeni di reclutamento illegale della manodopera straniera, con particolare riferimento al reclutamento di coloro che sono ospitati nei centri governativi di accoglienza straordinari (c.d. CAS) ovvero nei centri gestiti dagli enti locali nell'ambito del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI). La dotazione iniziale del fondo è di 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027, a cui accedono gli enti del Terzo settore.

In materia di cittadinanza, si prevede che i comuni possano assoggettare le domande di riconoscimento della cittadinanza italiana al pagamento di un contributo amministrativo in misura non superiore a euro 600 per ciascun richiedente maggiorenne.

In materia di istruzione e ricerca, si provvede al rifinanziamento del Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa e di altri fondi in istruzione. Tra le principali misure in tale ambito si segnala anche l'istituzione nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito del Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico, con una dotazione di 122 milioni di euro per l'anno 2025, 189 milioni di euro per l'anno 2026 e 75 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2027. Si dispone anche l'estensione, in via strutturale, della Carta del docente ai docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile; la dotazione finanziaria della Carta è conseguentemente incrementata di 60 milioni di euro a decorrere dal 2025, e ne è contestualmente rideterminato l'importo, stabilendo che, in luogo dei precedenti 500 euro in somma fissa, lo stesso sarà determinato annualmente, con decreto ministeriale, fino a un tetto massimo di 500 euro. In materia di università e ricerca, il disegno di legge di bilancio prevede tra le altre misure anche l'istituzione di un fondo di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2027 e 2028 per il sostegno alle attività dei centri nazionali e dei partenariati estesi, nonché alle iniziative di ricerca per le tecnologie e ai percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC) al PNRR, al fine di consentirne il consolidamento nel tempo e la sostenibilità economico-finanziaria al termine del periodo di attuazione del PNRR.

Tra le misure introdotte in sede referente in materia di istruzione si segnalano anche l'incremento di 50 milioni di euro per il 2025 del contributo in favore delle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità, l'istituzione di un Fondo per il servizio di sostegno psicologico in favore delle studentesse e degli studenti, con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2025, e la destinazione di 24,99 milioni di euro per l'anno 2025 all'incremento della dotazione dell'organico dell'autonomia di 1.866 posti di sostegno allo scopo di garantire la continuità didattica per gli alunni con disabilità. In tema di filiera tecnologico-professionale, si segnala l'approvazione di un emendamento volto ad incrementare la dotazione del Fondo per la promozione dei campus, per un importo pari a 15 milioni per il 2026 e a prevedere che le risorse del citato Fondo siano utilizzate non solo per la progettazione, ma anche per la realizzazione degli interventi infrastrutturali correlati agli accordi istitutivi dei campus. In materia di università e ricerca, si segnala l'approvazione di un emendamento volto ad attribuire al CNR un contributo di 9 milioni di euro per l'anno 2025 da destinare alla stabilizzazione di ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi.

In relazione alle misure per la difesa, la sicurezza nazionale e gli affari esteri, si prevede la proroga fino al 2027 dell'operazione "Operazione Strade sicure", con un contingente complessivo di 6.000 unità, e dell'operazione "Stazioni sicure", disponendo un incremento di 800 unità. Gli oneri correlati agli interventi, per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, sono quantificati in euro 238.882.384. Il medesimo titolo rifinanzia la partecipazione italiana al NATO Innovation Fund per un importo pari a euro 7.726.500 per ciascuno degli anni dal 2025 al 2027.

Per quanto concerne i programmi di ammodernamento e rinnovamento degli armamenti, viene operato un rifinanziamento del Fondo relativo alle spese di investimento del Ministero della Difesa, che per il 2025 ammonta a circa 1,5 miliardi. Vengono altresì rifinanziati gli investimenti per lo sviluppo dei programmi tecnologici per la difesa aerea nazionale e del settore aeronautico, nonché per il settore marittimo della difesa nazionale e per il proseguimento del programma di sviluppo per l'acquisizione delle unità navali FREMM, del Ministero delle imprese e made in Italy: 922 milioni nel 2025, 973 milioni nel 2026, 1.090 milioni nel 2027, e ulteriori importi fino al 2039, per complessivi 12,6 miliardi dal 2025 al 2039.

Si prevede inoltre il potenziamento del Corpo delle Capitanerie di porto con la finalità di mantenere gli attuali standard operativi e i livelli di efficienza ed efficacia del Corpo. Si prevede inoltre che l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 37, della legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità 2014), relativa alle risorse iscritte nello stato di previsione della spesa del Ministero delle Imprese e del made in Italy, ricadenti nel rifinanziamento "Contributi ventennali settore marittimo - Difesa nazionale", è prioritariamente destinata a contrastare gli effetti negativi dell'inflazione; fronteggiare l'eccezionale incremento dei prezzi delle materie prime; sostenere l'adeguamento delle configurazioni dei sistemi di bordo per garantire il rispetto dei requisiti operativi e la risoluzione delle obsolescenze dei Pattugliatori Polivalenti d'Altura per la Marina Militare Italiana.

In relazione al Fondo per la partecipazione alle missioni internazionali, si prevede il rifinanziamento, nello stato di previsione del MEF (Sezione II), per circa 1,27 miliardi nel 2025 e 1,57 miliardi a decorrere dal 2026. Durante l'esame in sede referente, il Fondo è stato rifinanziato per l'annualità 2025 per un importo pari a 120 milioni di euro. In merito alla cooperazione allo sviluppo, si segnala che una parte delle risorse provengono da una quota degli stanziamenti del suddetto Fondo per la partecipazione alle missioni internazionali. Sempre in Sezione II, si registra un rifinanziamento di 6 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2025-2027 per interventi di sostegno agli esuli dei territori della ex-Jugoslavia.

Talune disposizioni intervengono poi, sulla disciplina relativa ai lavoratori frontalieri Italia-Svizzera. In particolare, nelle more della ratifica e dell'entrata in vigore del Protocollo di modifica dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, i lavoratori frontalieri, inclusi coloro che beneficiano del regime transitorio previsto dall'articolo 9 dell'Accordo medesimo, possono svolgere, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e fino alla data di entrata in vigore del predetto Protocollo, fino al 25 per cento della loro attività di lavoro dipendente in modalità di telelavoro presso il proprio domicilio nello Stato di residenza senza che ciò comporti la perdita dello status di lavoratore frontaliere.

Con riferimento, poi, alla legge n. 83 del 2023 di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, e del Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, si prevede, in particolare, che il rapporto tra numero di lavoratori frontalieri e popolazione del comune italiano di frontiera in cui risiedono, qualora adottato come criterio per l'attribuzione del contributo statale di cui al primo comma dell'articolo 10, non può eccedere la quota del 4% per i comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti e del 3% per i Comuni con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti. Tra le diverse misure, si introduce, poi, la previsione che il contributo statale impiegato in parte corrente, nel limite massimo del 50% dell'importo, è destinato prioritariamente alle iniziative volte a compensare le ricadute socio-economiche derivanti da crisi aziendali insistenti sul territorio di competenza.

Specifiche disposizioni riguardano, poi, le indennità di servizio per il personale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in servizio nelle zone disagiate, per quanto riguarda i rimborsi delle spese di viaggio per congedi e per trasferimento.

Si prevede, inoltre, un potenziamento della rete diplomatico-consolare, tramite l'aumento da 25 unità a 30 unità del contingente di esperti previsti dal dall'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18. Con riferimento, poi, ai soggetti residenti all'estero si prevede, poi, la perequazione automatica dei trattamenti pensionistici dei residenti all'estero con il riconoscimento, per l'anno 2025, dell'incremento, a titolo di perequazione automatica, della misura complessiva dei trattamenti pensionistici individuali, limitatamente ai casi in cui tale misura complessiva sia superiore all'importo del trattamento minimo del regime generale INPS.

Si autorizza, inoltre, la spesa di 600.000 euro per l'anno 2025 al fine di garantire il normale e corretto funzionamento dei Comitati italiani residenti all'estero – COMITES. Le disposizioni del disegno di legge, come modificate nel corso dell'esame in sede referente, prevedono anche lo stanziamento di 6 milioni di euro, per l'anno 2025, per l'organizzazione, in Italia, della Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina e di 2,34 milioni di euro per l'anno 2025 per l'invio di militari dell'Arma dei carabinieri a tutela degli uffici all'estero maggiormente esposti e del relativo personale in servizio.

Per le misure in materia di calamità naturali ed emergenze, il disegno di legge di bilancio prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, del Fondo destinato al finanziamento degli interventi di ricostruzione e delle esigenze connesse alla stessa, con una dotazione pari a 1.500 milioni di euro per l'anno 2027 e di 1.300 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2028, da ripartirsi, secondo specifiche modalità, attraverso uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.

Si recano misure specifiche per la ricostruzione in conseguenza degli eventi sismici che hanno colpito le province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo nei giorni 20 e 29 maggio 2012. In particolare, si proroga, per la regione Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2025, il termine di scadenza dello stato di emergenza, assegnando 8,6 milioni di euro per l'anno 2025, per le spese relative al funzionamento, all'assistenza tecnica, all'assistenza alla popolazione, al contributo di autonoma sistemazione e a interventi sostitutivi. Si proroga altresì l'autorizzazione per l'assunzione di personale con contratto di lavoro flessibile.

Riguardo gli eventi sismici che hanno colpito le province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo nei giorni 20 e 29 maggio 2012, si estende anche alla Lombardia la proroga al 31 dicembre 2025 del termine di scadenza dello stato di emergenza prevista per la regione Emilia-Romagna.

Si prevede quindi, per la regione Lombardia, l'applicazione, fino all'anno 2025, nel limite di spesa di 100.000 euro, dell'autorizzazione all'assunzione di personale con contratto di lavoro flessibile, anche in deroga ai limiti attualmente previsti dalla legislazione diretta al concorso delle autonomie regionali e locali al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica.

Alcune misure sono state introdotte a favore della ricostruzione nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. In particolare, si proroga al 31 dicembre 2025 il termine di scadenza della gestione straordinaria finalizzata alla ricostruzione e si provvede in tema di assunzioni di personale, per il proseguimento e l'accelerazione dei processi di ricostruzione (commi 4 e 6). Si prevede poi la possibilità per il Commissario straordinario di destinare ulteriori unità di personale agli Uffici speciali per la ricostruzione, agli enti locali e alla struttura commissariale, mediante ampliamento delle convenzioni con Invitalia - Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. e Fintecna S.p.A. Si dispone la proroga anche per l'anno 2025 delle agevolazioni previste in favore dei comuni situati nel Centro Italia ricompresi nel cratere sismico 2016/2017. Si proroga anche al 2025, la sospensione del pagamento delle rate dei mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti ai comuni dell'area del Cratere Sisma 2016, senza applicazione di sanzioni e interessi. Si dispone inoltre la proroga anche per l'anno 2025 del termine di sospensione di alcuni pagamenti nei comuni colpiti dal sisma del 24 agosto 2016 e dal sisma del 26 e del 30 ottobre 2016 (Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche) e del termine di sospensione delle rate dei mutui e dei finanziamenti, in scadenza alla data medesima, in caso di omessa informazione da parte delle banche e degli intermediari finanziari della facoltà di ottenere la sospensione delle rate predette.

Ulteriori proroghe riguardano le norme disciplinanti le esenzioni in favore dei contribuenti residenti o aventi sede legale nei comuni siti nel cratere sismico 2016/2017 (con riferimento agli eventi sismici verificatosi nei territori delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo) dalle imposte di bollo e di registro, nonché dall'IRPEF, dall'IRES, dall'IMU e dalla TASI. Si prevede inoltre l'esenzione, per l'anno 2025, in favore delle attività con sede legale od operativa nei territori interessati dagli eventi sismici verificatisi tra il 2016 e il 2017 nei territori delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, dal pagamento del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria nonché dal canone di concessione per l'occupazione delle aree e degli spazi appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile, destinati a mercati realizzati anche in strutture attrezzate. Analogamente, una proroga di un anno, vale a dire dal 31 dicembre 2024 fino al 31 dicembre 2025, è prevista per alcuni termini sulla gestione delle macerie, dei rifiuti da costruzione e demolizione e dei materiali da scavo nei territori colpiti dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 in Italia centrale.

Altre disposizioni sono state previste per interventi nei territori colpiti dal sisma del 2009 (c.d. terremoto dell'Aquila) e quelli dell'Italia centrale interessati dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 (c.d. sisma 2016). Tra queste misure, segnalo la proroga fino al 31 dicembre 2025 della concessione del "contributo per il disagio abitativo finalizzato alla ricostruzione" (CDA) previsto per i territori interessati dal sisma 2016 e la proroga al 31 dicembre 2025 dello stato di emergenza dichiarato per gli eventi sismici iniziati in Italia centrale il 24 agosto 2016.

Simili interventi sono stati previsti per l'isola di Ischia, in relazione al sisma del 2017 e all'alluvione del 2022, per gli eventi sismici verificatisi nel 2018 in Molise, Sicilia e nelle Marche e per quelli verificatesi nel 2023 in Umbria. Analoghe misure sono state infine disposte per le alluvioni 2023 nel territorio dell'Emilia-Romagna, delle Marche e della Toscana. Ricordo altresì gli interventi volti a prevedere che una quota fino a 144 milioni, per il 2025, del Fondo di garanzia per gli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche può essere destinata a un piano stralcio, relativo al potenziamento delle stesse infrastrutture idriche.

In relazione alle politiche per gli enti territoriali si provvede alla ridefinizione dei rapporti finanziari con le Autonomie locali, al fine di assicurare il concorso agli obiettivi di finanza pubblica per il periodo 2025-2029, in conformità con i vincoli derivanti dal nuovo quadro della governance economica europea. Per le Autonomie speciali, le regioni e gli enti locali, il concorso alla finanza pubblica viene disciplinato in termini di rispetto dell'equilibrio di bilancio, ridefinito in senso più restrittivo, e di contributi aggiuntivi alla finanza pubblica, stabiliti a livello di comparto.

Per le regioni a statuto speciale e le province autonome, il contributo è da ripartirsi tra gli enti in base agli accordi bilaterali in materia finanziaria, sottoscritti tra il Governo e le Autonomie, che - oltre a definire il contributo alla finanza pubblica già dovuto a legislazione vigente dalle Autonomie speciali e a disciplinare la restituzione all'erario delle risorse ricevute in eccesso rispetto alla perdita di gettito connessa all'emergenza COVID-19 - stabiliscono la misura del contributo aggiuntivo alla finanza pubblica dovuto dagli enti in attuazione della nuova governance economica europea.

Per le regioni a statuto ordinario, il riparto del contributo aggiuntivo alla finanza pubblica è disposto, in prima istanza, in sede di autocoordinamento tra le regioni entro il 28 febbraio 2025, in proporzione agli impegni di spesa corrente, con riferimento a quella non sanitaria, al netto di determinate poste di bilancio, tra cui quelle destinate ai programmi per l'infanzia, gli asili nido, la disabilità, le famiglie, il diritto alla casa, i servizi sociosanitari e sociali.

Agli enti locali il contributo aggiuntivo alla finanza pubblica è richiesto in termini di accantonamenti indisponibili da iscrivere nella parte corrente di bilancio, che gli enti sono tenuti a costituire per ciascuno degli anni dal 2025 al 2029, nel rispetto dell'equilibrio di bilancio. La nuova disciplina dispone che gli accantonamenti di bilancio, che costituiscono il contributo alla finanza pubblica, dovranno essere utilizzati per accelerare il ripiano da parte degli enti in disavanzo mentre dovranno essere utilizzati dagli enti in avanzo per effettuare spese di investimento negli anni successivi alla certificazione dell'avanzo, nei limiti degli importi del contributo annuale alla finanza pubblica, favorendo l'utilizzo di parte della spesa corrente in favore di spesa in conto capitale.

Per la spesa corrente, a fronte degli effetti restrittivi del nuovo concorso alla finanza pubblica, il disegno di legge di bilancio provvede al rifinanziamento di alcuni Fondi in favore degli enti locali, tra cui: il Fondo di solidarietà comunale, aumentando la quota di risorse del Fondo destinate ad esigenze di correzione nel riparto del Fondo stesso dovute all'avanzamento del percorso perequativo, per importi crescenti fino ad arrivare a 310 milioni di euro a decorrere dal 2030; il Fondo volto a contribuire alle spese dei comuni per l'assistenza ai minori per i quali sia stato disposto l'allontanamento dalla casa familiare, con 100 milioni per ciascuno degli anni dal 2025 al 2027; i Fondi perequativi delle funzioni fondamentali delle province e delle città metropolitane, per importi pari a 50 milioni di euro annui per gli anni dal 2025 al 2030; il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, per un importo di 120 milioni di euro per il 2025.

E' stato incrementato il Fondo per gli amministratori locali vittime di atti intimidatori, Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori (di cui all'articolo 1, comma 589, della legge di bilancio 2022), di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, al fine di consentire agli enti locali di potenziare le iniziative per la promozione della legalità nei loro territori, nonché di rafforzare le misure di ristoro del patrimonio dell'ente e in favore degli amministratori locali che hanno subito atti intimidatori connessi all'esercizio delle funzioni istituzionali.

Per quanto riguarda la politica di revisione della spesa, il disegno di legge di bilancio reca disposizioni finanziarie volte ad attuare la spending review dei Ministeri e dare seguito alla riforma 1.13 del PNRR. Si prevede – secondo quanto riportato nella Relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio 2025 - una riduzione e razionalizzazione della spesa dei Ministeri pari a circa 5,2 miliardi nel 2025, 4 miliardi nel 2026, 3,5 miliardi nel 2027. Gli importi di revisione della spesa sono stati lievemente modificati in sede referente. A seguito di tale modifiche, tuttavia, è stata rivista la distribuzione delle riduzioni richieste tra programmi e missioni.

Inoltre, sono definiti gli obiettivi di risparmio delle Amministrazioni centrali considerati funzionali al conseguimento del traguardo M1C1-122 della Riforma della revisione della spesa 1.13 del PNRR. Tali obiettivi sono dettagliati per Ministero (in termini di indebitamento netto) nell'Allegato IV e sono pari a 300 milioni per il 2025, 500 milioni per il 2026 e 700 milioni a decorrere dal 2027. Gli obiettivi citati sono individuati nell'ambito delle riduzioni degli stanziamenti di bilancio già disposte dal disegno di legge in esame, incluse le disposizioni di cui all'articolo 110.

In relazione alle misure in materia di grandi eventi, il disegno di legge di bilancio contiene una serie di interventi anche nel settore dei grandi eventi, in particolare il Giubileo 2025 e gli eventi sportivi internazionali. Si prevede una serie di stanziamenti funzionali alla realizzazione di eventi olimpici e paralimpici invernali. In particolare, si autorizza la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2025 e di 57,8 milioni per l'anno 2026 al fine di garantire la sostenibilità delle Olimpiadi invernali 2026 sotto il profilo ambientale, economico e sociale, in un'ottica di miglioramento della capacità e della fruibilità delle dotazioni infrastrutturali esistenti e da realizzare. Prevede per le opere di infrastrutturazione, ivi comprese quelle per l'accessibilità, stanziamenti per la realizzazione di interventi nei territori delle regioni Lombardia e Veneto e delle province autonome di Trento e di Bolzano, con riferimento a tutte le aree olimpiche.

Inoltre al fine di potenziare il servizio di trasporto pubblico locale e di garantire l'accessibilità complessiva dei territori interessati dai suddetti eventi sportivi autorizza la spesa di 25 milioni di euro per l'anno 2026.

Infine, a titolo di contributo per la realizzazione dell'evento Giochi Olimpici Giovanili Invernali Dolomiti Valtellina 2028, la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2028. Si dispone che in considerazione dell'eccezionale presenza di visitatori nel territorio della città metropolitana di Roma Capitale, prevista anche in occasione dello svolgimento delle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica nell'anno 2025, al fine di ridurre i flussi di traffico veicolare, in via straordinaria e temporanea, è attribuito un contributo a favore della città metropolita di Roma Capitale pari a 1 milione di euro per l'anno 2025 volto a favorire l'adozione di misure che agevolino forme di lavoro agile ed aumentino la flessibilità organizzativa necessaria. Si autorizza inoltre la spesa di 0,5 milioni di euro per l'anno 2025 e 2 milioni di euro per l'anno 2026 per l'acquisto di sistemi di video sorveglianza ambientale da installare prioritariamente nei quartieri adiacenti alla stazione ferroviaria di Roma Termini, al fine di incrementare i servizi di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela della sicurezza pubblica, connessi anche allo svolgimento del Giubileo della Chiesa cattolica del 2025.

Tra le misure in materia ambientale, ricordo che il disegno di legge di bilancio prevede l'istituzione di un fondo con una dotazione di 3 milioni di euro nell'anno 2025 e 5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2026 nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di promuovere un'economia e una crescita blu sostenibili, tenendo conto di tutte le componenti dell'economia marittima e con particolare riguardo alla valorizzazione dei mari, degli oceani, della biodiversità e dell'uso sostenibile delle risorse marine. Si prevede anche l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE), del Fondo per le attività di monitoraggio, di studi e ricerche in materia di inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) con una dotazione finanziaria di 500.000 euro per l'anno 2025 e 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027.

In relazione alle misure disposte in materia di giustizia, il disegno di legge di bilancio autorizza, a decorrere dal 1° luglio 2026, il Ministero della giustizia a stabilizzare il personale assunto a tempo determinato, per assicurare la piena operatività del cd. Ufficio per il processo, nonché, a decorrere dal 1° gennaio 2025, a conferire ulteriori dieci incarichi dirigenziali di livello non generale, in deroga a quanto prescritto dalla normativa vigente in materia di pubblico impiego. Con una disposizione introdotta in sede referente, è stata, inoltre, autorizzata l'assunzione, nell'anno 2025, di 200 magistrati ordinari vincitori di concorsi già banditi alla data di entrata in vigore della presente legge, nei limiti delle facoltà assunzionali e della dotazione organica previste dalla normativa vigente.

In sede referente, sono state altresì previste una serie di disposizioni in materia di giustizia tributaria. A tale riguardo, il Ministero dell'economia e delle finanze è stato autorizzato a chiedere al Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria di assegnare, nei limiti delle facoltà assunzionali autorizzate per l'anno 2026, ulteriori posti per i concorrenti risultati idonei a seguito del concorso per l'assunzione di 146 magistrati tributari bandito nel 2024. Sono state, inoltre, posticipate al 2026 le facoltà assunzionali di 350 unità di magistrati tributari, precedentemente autorizzate per il 2024 e il 2026; nonché prorogate al 2026 le previsioni concernenti le modalità di svolgimento delle procedure concorsuali dei magistrati tributari. È stata altresì introdotta una norma di coordinamento, conseguente all'istituzione del Dipartimento della giustizia tributaria, estendendo l'ambito soggettivo dei beneficiari del fondo risorse decentrate del personale amministrativo e del fondo per il finanziamento della retribuzione del risultato dei dirigenti del Ministero dell'economia e delle finanze. Si provvede, peraltro, al differimento al 1° gennaio 2029 del regime ordinario relativo alla cessazione dell'incarico dei giudici tributari al compimento dei 70 anni, con conseguente modifica del regime transitorio per le annualità fino al 2029 e abrogazione della previgente disciplina di proroga del suddetto regime transitorio. Viene altresì determinato il compenso da attribuire ai componenti del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria per l'anno 2025, non collocati in quiescenza, autorizzando, a tal fine, la spesa di euro 100.913 per l'anno 2025. Infine, vengono assegnate al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria ulteriori risorse, pari a 400.000 euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, per lo sviluppo del sistema informatico.

Si provvede, inoltre, a prorogare anche per l'anno 2025, in relazione alle richieste di referendum presentate entro il 31 dicembre 2024, la misura prevista dall'art. 1 del decreto-legge n. 144 del 2023, che dispone il temporaneo avvalimento di personale aggiuntivo, appartenente all'Area Assistenti e già inquadrato nel Comparto Ministeri, da parte dell'Ufficio centrale per il referendum della Corte di cassazione al fine di coadiuvare le operazioni di verifica della legittimità delle richieste di referendum, nonché al fine di assicurare il compimento di mansioni esecutive quali l'inserimento dei dati nei sistemi informatici. È, a tal fine, autorizzata la spesa di euro 312.048 per l'anno 2025.

Una ulteriore misura riguarda l'incremento, di importo pari a 3 milioni di euro annui a decorrere dal 2025, del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, con la finalità di favorire l'orientamento e la formazione al lavoro per le donne vittime di violenza. Tale fondo è stato, peraltro, ulteriormente rifinanziato, in sede referente, di 1 milione di euro annuo a decorrere dal 2025, al fine di incrementare la misura del reddito di libertà, per garantire l'indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza. Si segnala, inoltre, l'autorizzazione di spesa pari a 3 milioni di euro annui a decorrere dal 2025, finalizzata a garantire e implementare la presenza negli istituti penitenziari di professionalità psicologiche esperte per la prevenzione ed il contrasto dei reati sessuali, di maltrattamenti su familiari e conviventi e di atti persecutori, nonché per il trattamento intensificato cognitivo-comportamentale nei confronti degli autori di reati contro le donne.

Si provvede anche ad estendere al personale degli uffici dalla Direzione centrale per i servizi antidroga, operanti fuori del territorio nazionale, il trattamento economico già riconosciuto dalla legislazione vigente a favore degli esperti per la sicurezza destinati ad operare fuori del territorio nazionale nell'ambito del Dipartimento della pubblica sicurezza.

Diverse sono, poi, le disposizioni che istituiscono nuovi fondi, quali: il Fondo per l'effettuazione degli accertamenti medico-legali e tossicologico-forensi, istituito nello stato di previsione del Ministero dell'interno, con una dotazione annua di 4 milioni di euro a decorrere dal 2025; il Fondo per il potenziamento dei percorsi di rieducazione per i minori a rischio di devianza, istituito nello stato di previsione del Ministero dell'interno, con una dotazione pari a euro 500.000 per il 2025, 1 milione per il 2026 e 2 milioni per il 2027; il Fondo nazionale per la concessione di un contributo per l'esdebitazione degli incapienti, istituito presso il Ministero della giustizia, con una dotazione pari a euro 500.000 per l'anno 2025.

Peraltro, sono introdotte misure di razionalizzazione del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell'usura.

Da segnalare sono altresì le disposizioni concernenti la disciplina del contributo unificato nell'ambito dei procedimenti civili. A tal proposito, in sede referente, è stato integralmente sostituita l'originaria formulazione della disposizione contenuta nel disegno di legge di bilancio, che introduceva una nuova causa di estinzione del processo civile legata al mancato o parziale pagamento del contributo unificato.

All'esito dell'integrale sostituzione della disposizione, viene introdotto l'obbligo del contestuale pagamento del contributo unificato in caso di presentazione dell'istanza del creditore con cui chiede al presidente del tribunale di autorizzare la ricerca telematica dei beni da pignorare ai sensi dell'art. 494-bis, comma 2, c.p.c. Inoltre, si prevede la non iscrizione a ruolo dei procedimenti civili, in caso di omesso pagamento del contributo unificato pari ad euro 43, o del minor contributo dovuto, salvi i casi di esenzione dal pagamento. La norma detta, infine, disposizioni in materia di iscrizione a ruolo e riscossione del contributo unificato non versato nei procedimenti civili, da parte della società Equitalia Giustizia S.p.A. e abroga la disposizione che prevede il versamento di una percentuale dei crediti recuperati, relativi alle spese processuali ed alle pene pecuniarie, alla cassa previdenza dei cancellieri.

Sempre in materia di contributo unificato, si provvede ad incrementare la misura dovuta per l'iscrizione a ruolo delle controversie in materia di accertamento della cittadinanza italiana.

Vengono modificate le norme di attuazione del codice del processo amministrativo (art. 13-ter dell'allegato 2 al decreto legislativo n. 104 del 2010) prevedendo il versamento di una somma, stabilita dal giudice nel limite massimo del doppio del contributo unificato previsto per il grado di giudizio, a carico della parte che nel processo amministrativo non ha rispettato i limiti dimensionali stabiliti per la redazione del ricorso e degli altri atti difensivi.

Ulteriori disposizioni riguardano la revisione delle spese in materia di giustizia. In primo luogo, vengono rideterminati i diritti di rilascio e di copia degli atti e dei documenti processuali contenuti in un supporto diverso da quello cartaceo. In secondo luogo, si prevede la non assoggettabilità ad esecuzione forzata dei fondi destinati al pagamento di tasse e tributi del Ministero della giustizia. Infine, vengono modificate la procedura e le tempistiche dei pagamenti da parte dell'amministrazione della giustizia per i casi di equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo, al fine di realizzare progressivi risultati di abbattimento dell'arretrato nonché una migliore gestione delle procedure.

In materia di beni confiscati, si prevede che i beni sottoposti a confisca nell'ambito dei procedimenti per reati tributari, diversi dal denaro e dalle disponibilità finanziarie, possono essere assegnati agli organi dell'amministrazione finanziaria che ne facciano richiesta.