XIX LEGISLATURA
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli
nella seduta del 5 febbraio 2025.
Albano, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Battistoni, Bellucci, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Caiata, Calderone, Calovini, Cappellacci, Carloni, Casasco, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Sergio Costa, D'Alessio, Deidda, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Dori, Faraone, Ferrante, Ferro, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pellegrini, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Richetti, Rixi, Roccella, Romano, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Vinci, Zaratti, Zoffili.
(Alla ripresa pomeridiana della seduta).
Albano, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Battistoni, Bellucci, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Caiata, Calderone, Calovini, Cappellacci, Carloni, Casasco, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Sergio Costa, D'Alessio, Deidda, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Dori, Faraone, Ferrante, Ferro, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pellegrini, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Richetti, Rixi, Roccella, Romano, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Vinci, Zaratti, Zoffili, Zucconi.
(Alla ripresa notturna della seduta).
Albano, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Battistoni, Bellucci, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Caiata, Calderone, Calovini, Cappellacci, Carloni, Casasco, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Sergio Costa, D'Alessio, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Dori, Faraone, Ferrante, Ferro, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Richetti, Rixi, Roccella, Romano, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Vinci, Zanella, Zaratti, Zoffili, Zucconi.
Annunzio di proposte di legge.
In data 4 febbraio 2025 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
AMORESE e MOLLICONE: «Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di tutela del diritto d'autore relativo alle fotografie» (2224).
Sarà stampata e distribuita.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge CHIESA ed altri: «Modifica all'articolo 7-bis del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, in materia di attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale al personale delle Forze armate impiegato in operazioni di controllo del territorio» (1774) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Bagnasco e Bicchielli.
Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
FARAONE: «Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di contratto di soggiorno per lavoro subordinato e di casi di conversione in permesso di soggiorno per motivi di lavoro» (2092) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XI, XII e XIV.
XI Commissione (Lavoro):
MATERA: «Modifiche agli articoli 2 della legge 4 luglio 1959, n. 463, e 2 della legge 22 luglio 1966, n. 613, in materia di assicurazione per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti nei riguardi dei familiari coadiuvanti dell'imprenditore» (1990) Parere delle Commissioni I, V e X.
XII Commissione (Affari sociali):
ZANELLA: «Disposizioni per la promozione della dieta mediterranea e divieto di pubblicità dei prodotti alimentari ultra-processati» (2089) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, IX, X, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
RIZZETTO: «Istituzione del Servizio sanitario veterinario convenzionato per la cura dei cani e dei gatti nonché delega al Governo per la disciplina di un sistema nazionale di anagrafe canina e felina» (2137) Parere delle Commissioni I, V, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Trasmissione dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
Il Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, con lettera in data 5 febbraio 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 35, comma 2, della legge 3 agosto 2007, n. 124, una relazione sulla situazione geopolitica del continente africano e sui suoi riflessi sulla sicurezza nazionale, approvata dal Comitato medesimo nella seduta del 5 febbraio 2025 (Doc. XXXIV, n. 2).
Tale documento sarà stampato e distribuito.
Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 4 febbraio 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, del decreto-legge 19 novembre 2004, n. 277, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 gennaio 2005, n. 4, la relazione sulle attività svolte dalla Fondazione Ordine mauriziano, riferita all'anno 2024.
Questa relazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).
Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.
La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alla II Commissione (Giustizia), nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):
Sentenza n. 5 del 26 novembre 2024 – 24 gennaio 2025 (Doc. VII, n. 429),
con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 135, comma 1, lettera q-quater), prima parte, dell'Allegato 1 (Codice del processo amministrativo) al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104 (Attuazione dell'articolo 44 della legge 18 giugno 2009, n. 69, recante delega al Governo per il riordino del processo amministrativo), sollevata, in riferimento all'articolo 111 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per il Piemonte, sezione prima;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 135, comma 1, lettera q-quater), prima parte, del codice di procedura amministrativo, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 25, primo comma, 76 e 125 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per il Piemonte, sezione prima;
Sentenza n. 8 del 14 gennaio – 4 febbraio 2025 (Doc. VII, n. 431),
con la quale:
dichiara inammissibili, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 28, comma 5-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448 (Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni), aggiunto dall'articolo 6, comma 1, lettera c-bis), del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123 (Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale), convertito, con modificazioni, nella legge 13 novembre 2023, n. 159, sollevate, in riferimento all'articolo 31, secondo comma, della Costituzione, dal Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale per i minorenni di Bari.
La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
in data 23 gennaio 2025, Sentenza n. 3 dell'11 dicembre 2024 – 23 gennaio 2025 (Doc. VII, n. 427),
con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 9, terzo comma, della legge 17 febbraio 1968, n. 108 (Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale) e 2, comma 6, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'amministrazione digitale), nella parte in cui non prevedono per l'elettore, che non sia in grado di apporre una firma autografa per certificata impossibilità derivante da un grave impedimento fisico o perché si trova nelle condizioni per esercitare il voto domiciliare, la possibilità di sottoscrivere un documento informatico con firma elettronica qualificata, cui è associato un riferimento temporale validamente opponibile ai terzi:
alla I Commissione (Affari costituzionali);
in data 23 gennaio 2025, Sentenza n. 4 dell'11 dicembre 2024 – 23 gennaio 2025 (Doc. VII, n. 428),
con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1-bis, comma 1, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145 (Misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili), convertito, con modificazioni, nella legge 15 dicembre 2023, n. 191, limitatamente all'inciso «e scomputando, per il personale dell'Ispettorato nazionale del lavoro, dalle somme da riconoscere per l'anno 2022 l'indennità una tantum di cui all'articolo 32-bis del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2022, n. 91»:
alla XI Commissione (Lavoro);
in data 4 febbraio 2025, Sentenza n. 7 del 14 gennaio – 4 febbraio 2025 (Doc. VII, n. 430),
con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2641, secondo comma, del codice civile, nella parte in cui prevede la confisca obbligatoria di una somma di denaro o beni di valore equivalente a quelli utilizzati per commettere il reato;
dichiara in via consequenziale, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale), l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2641, primo comma, del codice civile, limitatamente alle parole «e dei beni utilizzati per commetterlo»:
alla II Commissione (Giustizia).
Trasmissione dalla Corte dei conti.
Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 4 febbraio 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione Casa Buonarroti, per gli esercizi 2022 e 2023, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 340).
Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).
Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 4 febbraio 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria del Consorzio interuniversitario CINECA, per l'esercizio 2022, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 341).
Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).
Annunzio di progetti
di atti dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 4 febbraio 2025, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul funzionamento del mercato europeo del carbonio nel 2023 (COM(2024) 538 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo concernente l'attuazione della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE) e della direttiva sulle alluvioni (2007/60/CE) – Terzo ciclo di piani di gestione dei bacini idrografici – Secondo ciclo di piani di gestione del rischio di alluvioni (COM(2025) 2 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla valutazione, a opera della Commissione, dei programmi di misure degli Stati membri aggiornati a norma dell'articolo 17 della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (2008/56/CE) (COM(2025) 3 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'applicazione nel 2022, da parte delle istituzioni, dei regolamenti del Consiglio n. 495/77, modificato da ultimo dal regolamento n. 1945/2006 (sulle permanenze), n. 858/2004 (su taluni lavori di carattere gravoso) e n. 300/76, modificato da ultimo dal regolamento n. 1873/2006 (sul servizio continuo o a turni) (COM(2025) 28 final), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio che autorizza l'Estonia ad applicare una misura speciale di deroga all'articolo 26, paragrafo 1, lettera a), e agli articoli 168 e 168-bis della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto (COM(2025) 29 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di Forum mondiale per l'armonizzazione dei regolamenti sui veicoli della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite per quanto riguarda le proposte di regolamenti ONU del marzo 2025 (COM(2025) 31 final), corredata dal relativo allegato (COM(2025) 31 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti).
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 4 febbraio 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) 2018/196 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 febbraio 2018, che istituisce dazi doganali supplementari sulle importazioni di determinati prodotti originari degli Stati Uniti d'America (COM(2025) 27 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.
Trasmissione dalla Regione
Emilia-Romagna.
Il Presidente della Regione Emilia-Romagna, in qualità di commissario delegato titolare di contabilità speciale, con lettere pervenute in data 4 febbraio 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 27, comma 4, del codice della protezione civile, di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, i rendiconti, per l'anno 2024, relativi:
alla contabilità speciale n. 6080, concernente le attività connesse agli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nel territorio delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Forlì-Cesena nei giorni dall'8 al 15 dicembre 2017, di cui all'ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n. 503 del 2018;
alla contabilità speciale n. 6084, concernente le attività connesse agli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nel territorio delle province di Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena nei mesi di giugno, luglio e agosto 2017, di cui alle ordinanze del capo del Dipartimento della protezione civile n. 511 del 2018 e n. 610 del 2019;
alla contabilità speciale n. 6097, concernente le attività connesse alle ripetute e persistenti avversità atmosferiche verificatesi in varie aree della Regione Emilia-Romagna nel periodo dal 2 febbraio al 19 marzo 2018, di cui alle ordinanze del capo del Dipartimento della protezione civile n. 533 del 2018 e n. 760 del 2021.
Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).
Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 24 gennaio 2025, integrata da successiva documentazione pervenuta in data 4 febbraio 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante conferimento dell'incarico di Commissario straordinario per la riorganizzazione dei presidi di sicurezza nelle città di Bologna e Milano e per i lavori di ristrutturazione del Palazzo di giustizia di Milano (247).
Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 25 febbraio 2025. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 15 febbraio 2025.
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Intendimenti in merito ai centri per migranti in Albania e all'effettivo impatto sui flussi migratori – 3-01702
RICHETTI, BONETTI, ONORI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il 1° febbraio 2025 sono sbarcati al porto di Bari i quarantatré migranti che pochi giorni prima erano stati portati nei centri di accoglienza costruiti dal Governo in Albania. Martedì 28 gennaio 2025, infatti, un incrociatore della Marina militare aveva trasportato quarantanove persone migranti da Lampedusa, dove erano sbarcate, fino al centro di Gjader, in Albania. Dopo un primo screening, sei persone erano già state riportate nel nostro Paese perché minori o considerate vulnerabili. Nella giornata di venerdì 31 gennaio 2025, poi, la corte d'appello di Roma non ha convalidato il trattenimento dei quarantatré migranti che erano rimasti in Albania, i quali sono quindi stati trasportati a Bari;
si tratta del terzo trasferimento di migranti in Albania trasformatosi in un clamoroso insuccesso e in un evidentissimo spreco di risorse pubbliche;
ci si chiede quale siano le fondamenta dell'efficacia di tale sistema. Rispetto a quanto succedeva precedentemente, la differenza è che un'infinitesima parte dei migranti che sbarcheranno o cercheranno di sbarcare sulle coste italiane (la capienza dei centri è poco più di mille) saranno trasportati nelle nuove strutture, dove del personale italiano farà esattamente quello che già fa in quelle esistenti sul territorio italiano: verificherà le richieste di asilo e deciderà se concederle o meno;
la stessa Presidente del Consiglio dei ministri ha detto che lo scopo è quello di creare una sorta di deterrenza, ovvero scoraggiare chi parte. Tuttavia, ad oggi, fatti e dati alla mano – senza menzionare poi quelle che agli interroganti appaiono come gravissime mancanze di trasparenza relativamente agli affidamenti diretti di appalti milionari per la realizzazione dei centri – sembra essere solamente una costosa operazione di propaganda;
a titolo meramente comparativo, seguendo le stime del Ministro della salute, per assumere 5 mila medici e 10 mila infermieri, i quali potrebbero contribuire a sfoltire di molto le liste di attesa del Servizio sanitario nazionale e a tutelare il diritto alle cure, servirebbero circa 800 milioni di euro: cifra sostanzialmente analoga a quella stanziato dall'Esecutivo per i centri di Shengjin e Gjader –:
alla luce dell'assenza di riscontri concreti sull'efficacia del piano del Governo descritto in premessa, su quali basi intenda sostenere un'operazione che, oltre a sollevare dubbi sul rispetto dei diritti umani, appare priva di un reale impatto sulla gestione dei flussi migratori e, oltretutto, in una fase di totale stallo.
(3-01702)
Tempi per l'adozione dei decreti attuativi in materia di riduzione delle liste di attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie – 3-01703
FARAONE, GADDA, DEL BARBA, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il Consiglio dei ministri riunitosi il 4 giugno 2024 ha approvato il decreto-legge n. 73 del 2024 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 107 del 2024, per la riduzione dei tempi delle liste d'attesa, di cui il Ministro interrogato ha affermato il carattere risolutivo della situazione sempre più allarmante e disfunzionale relativa ai tempi di attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie;
il testo prevede l'adozione di 6 decreti attuativi, ma ad oggi ne risulta adottato solo uno sulle modalità operative della piattaforma nazionale delle liste di attesa – che peraltro ad oggi non risulta funzionante – e per tre di questi risulterebbero già scaduti i termini per l'adozione previsti dalla norma primaria;
i ritardi nell'emanazione dei decreti attuativi necessari per affrontare le liste d'attesa nel Servizio sanitario nazionale si ripercuotono negativamente sui cittadini, sugli operatori e sui pazienti, aggravando ulteriormente i ritardi nell'accesso alle terapie e alle diagnosi;
la riduzione delle liste d'attesa è un tema fondamentale e prioritario per la salute dei cittadini e di tutti coloro che necessitano di cure ed è stato richiamato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno. Il Presidente Mattarella ha sottolineato che vi sono lunghe liste d'attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita e che, purtroppo, in troppi rinunciano alle cure e alle medicine perché privi dei mezzi necessari;
i decreti attuativi sono necessari a rendere effettivo quanto previsto dalla norma primaria e mai come in questo caso risultano necessari per affrontare i problemi concreti dei cittadini e del Servizio sanitario nazionale –:
per quali ragioni i decreti attuativi richiamati in premessa non siano stati adottati e perché, a distanza di sei mesi dall'adozione del suddetto decreto-legge, la situazione dei tempi di attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie risulti persino peggiorata.
(3-01703)
Iniziative per accelerare gli interventi di bonifica nella cosiddetta Terra dei fuochi, in relazione alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo – 3-01704
BORRELLI, BONELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI, ZANELLA e ZARATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
con sentenza del 30 gennaio 2025 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato lo Stato italiano per violazione del diritto alla vita degli abitanti della «Terra dei fuochi», l'area campana coinvolta per decenni nell'interramento di rifiuti tossici ad opera della criminalità organizzata, che da anni gestisce e smaltisce illegalmente rifiuti speciali provenienti da tutta Italia;
tra i soggetti coinvolti in questa attività criminale sono da annoverare i fratelli Pellini di Acerra, definitivamente condannati nel 2017 per disastro ambientale aggravato a causa del loro coinvolgimento in attività di stoccaggio e smaltimento illecito di milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi con devastanti ripercussioni sulla Terra dei fuochi, il cui patrimonio di circa 220 milioni di euro, inizialmente oggetto di confisca poi annullata per decorrenza dei termini, è stato nuovamente posto sotto sequestro nell'ambito del processo in corso davanti al tribunale civile di Napoli per un maxi risarcimento del danno ambientale procurato;
la Corte europea dei diritti dell'uomo, in particolare, ha riconosciuto un rischio per la vita dei cittadini «sufficientemente grave, reale e accertabile», che può essere qualificato come «imminente», ritenendo che «non ci siano prove sufficienti di una risposta sistematica, coordinata e completa da parte delle autorità nell'affrontare la situazione della Terra dei fuochi»;
scrive ancora la Corte europea dei diritti dell'uomo che «data l'ampiezza, la complessità e la gravità della situazione, era necessaria una strategia di comunicazione completa e accessibile, per informare il pubblico in modo proattivo sui rischi potenziali o reali per la salute e sulle azioni intraprese per gestire tali rischi. Questo non è stato fatto; anzi, alcune informazioni sono state coperte per lunghi periodi dal segreto di Stato»;
studi ufficiali, come quello presentato nel febbraio 2021 dalla procura di Napoli Nord con l'Istituto superiore di sanità, hanno dimostrato la correlazione tra determinati tipo di cancro e l'alto grado di inquinamento ambientale dovuto, in special modo, all'interramento di rifiuti tossici e alla presenza di numerose discariche legali e abusive;
secondo quanto disposto dai giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo, lo Stato italiano, cui è stata riconosciuta una responsabilità diretta, deve elaborare una strategia articolata sulla Terra dei fuochi, mettere in piedi un meccanismo di monitoraggio indipendente e istituire una piattaforma di informazione pubblica –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere perché venga subito attuata la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e impressa una decisiva accelerazione agli interventi di bonifica delle aree ricomprese nella Terra dei fuochi.
(3-01704)
Iniziative di competenza in materia di oneri concessori per la gestione delle reti elettriche di media e bassa tensione, al fine di evitare un aumento delle bollette a carico degli utenti – 3-01705
MARATTIN. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
nella legge di bilancio per il 2025, precisamente all'articolo 1, commi da 50 a 53, della legge n. 207 del 2024, il Governo ha provveduto alla riassegnazione delle concessioni per la gestione delle reti elettriche di media e bassa tensione per i prossimi venti anni agli attuali concessionari, senza alcuna analisi comparativa e praticamente senza alcun dibattito;
è stato fatto vanto, da parte del Governo, di avere reso oneroso, per i concessionari, tale riassegnazione;
tale onerosità, tuttavia, si traduce in un surrettizio e non dichiarato aumento degli oneri in bolletta per gli utenti del sistema elettrico italiano: i concessionari sono, infatti, autorizzati a rivalersi sugli utenti delle somme versate allo Stato, per giunta maggiorate dalla remunerazione che viene riconosciuta dall'Arera per gli investimenti sulle reti;
paradossalmente, maggiore è la somma versata, maggiore è l'incasso per lo Stato, ma altresì maggiori sono il guadagno dei concessionari e l'aumento delle bollette pagate dagli utenti del sistema elettrico, che di fatto finanziano sia l'introito dello Stato sia i guadagni dei concessionari;
l'attuale congiuntura pone già un carico notevole sulle utenze degli italiani –:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a lasciare a carico dei gestori i suddetti oneri concessori, evitando così sia un loro guadagno, tramite la remunerazione riconosciuta al capitale investito, sia un aggravio delle bollette, assolutamente da evitare, per gli utenti del servizio.
(3-01705)
Iniziative per accelerare gli interventi di risanamento ambientale nella città di Taranto – 3-01706
DE PALMA, D'ATTIS e CAROPPO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
Taranto attende di poter riprendere i percorsi di risanamento ambientale in fase di stallo, come le bonifiche delle aree sito di interesse nazionale e il contratto istituzionale di sviluppo, oltre che avviare i progetti da finanziare con le risorse del just transition fund destinate alla città;
per quanto riguarda le bonifiche, oltre alla prossima piena operatività della struttura commissariale, il commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, dottor Uricchio, dispone sulla contabilità speciale di 52 milioni di euro con i quali si dovrà prioritariamente liquidare tutta una serie di interventi già effettuati da parte dei comuni dell'area vasta di Taranto;
tuttavia, per attuare il «Protocollo d'intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto», che riguarda un'area sito di interesse nazionale di oltre 500 chilometri quadrati, leggermente ridottasi dopo la riperimetrazione, il commissario ha stimato un fabbisogno di circa 500 milioni di euro per rilanciare e riprendere le attività di sua competenza;
a fronte di una dotazione per le bonifiche ambientali (ivi compresi i siti orfani) che il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha quantificato in complessivi 500 milioni di euro per 121 interventi, il commissario ha indicato come possibili ulteriori fonti di finanziamento i fondi di sviluppo e coesione, oltre alle eventuali disponibilità messe in campo dai Ministeri competenti;
correttamente il commissario considera prioritario l'intervento di risanamento del bacino del Mar Piccolo di Taranto. Questa iniziativa però è collocata nel contratto istituzionale di sviluppo Taranto siglato nel 2015, che interessa i comuni di Taranto, Statte, Massafra, Crispiano e Montemesola e comprende 40 interventi per un valore di 1.008 milioni di euro;
nel 2022 il contratto istituzionale di sviluppo contava cantieri aperti per un valore pari a circa 570 milioni di euro; tuttavia, l'intervento sul Mar Piccolo è fermo dal 2021, con grave danno per i mitilicoltori che vedevano in quella soluzione una possibilità di mitigare il loro disagio economico e sociale;
per quanto riguarda il just transition fund per Taranto, dovrebbe essere approvato a breve il piano operativo per evitare la perdita di una parte degli 800 milioni di euro destinati alla città, che devono essere spesi già entro il 2026 –:
quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato per accelerare gli interventi di risanamento ambientale e di transizione verso un'economia climaticamente neutra che riguardano la città di Taranto.
(3-01706)
Iniziative di competenza in merito allo stato di avanzamento dei lavori e all'utilizzo dei finanziamenti pubblici in relazione al progetto della diga di Vetto – 3-01707
CAVANDOLI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
ad aprile 2023 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha autorizzato l'impegno di spesa in conto residui a favore dell'autorità di bacino distrettuale del fiume Po per tre opere, incluso un finanziamento di 3,2 milioni di euro per la realizzazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica dell'invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche, per la mitigazione di rischi di esondazione e il soddisfacimento dei fabbisogni idrici per agricoltura, industria e usi civili della Val d'Enza, nelle province di Reggio Emilia e Parma, comunemente nota come diga di Vetto;
il 25 giugno 2024 era stata aggiudicata da parte del consorzio di bonifica dell'Emilia centrale, ente incaricato da convenzione, la redazione del docfap della diga, ossia del documento di fattibilità delle alternative progettuali preliminare del progetto di fattibilità tecnica ed economica, ad una cordata di società ingegneristiche capeggiata dalla C&S di Chieti, per un costo di 394 mila euro;
il documento di fattibilità delle alternative progettuali risulta, pertanto, già finanziato, con fondi messi a disposizione dalla regione Emilia-Romagna (300.000 euro), dal Consorzio bonifica Reggio capofila (120.000 euro) e dal Consorzio di bonifica parmense (80.000 euro);
recentemente l'autorità di bacino distrettuale del Po ha comunicato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che la data di stesura del progetto di fattibilità tecnica ed economica è slittata a novembre 2025, sia per la diga di Vetto che per altri progetti, avanzando la richiesta di ulteriori risorse poiché i relativi costi saranno destinati ad aumentare;
sembrerebbe che l'autorità, gestore in questa fase, abbia lasciato correre il tempo senza alcun progresso. Mentre i territori attendono risposte per gli usi plurimi, fabbisogno idrico, agricolo, potabile, laminazione delle piene e idroelettrico, che impongono la realizzazione di un bacino di grandi dimensioni. Si deve prendere atto che i fondi stanziati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, regione e consorzi di bonifica non hanno ancora prodotto alcun risultato;
in considerazione delle urgenti esigenze del territorio, la costruzione della diga di Vetto non può subire ulteriori ritardi poiché la sua realizzazione eviterebbe, inoltre, di impoverire le falde idriche sotterranee, ora molto utilizzate per l'agricoltura della zona, che verrebbero, invece, così rigenerate, ottimizzando, quindi, tutte le risorse idriche –:
se il Ministro intenda verificare, per quanto di competenza, lo stato effettivo di avanzamento del progetto della diga di Vetto, da parte dell'autorità di bacino distrettuale del Po, e l'utilizzo dei finanziamenti pubblici e quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare affinché l'autorità acceleri la procedura di realizzazione di un'opera strategica per le esigenze idriche territoriali.
(3-01707)
Intendimenti in ordine all'adozione di iniziative volte a mitigare i costi energetici per famiglie e imprese – 3-01708
PAVANELLI, APPENDINO, CAPPELLETTI e FERRARA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica — Per sapere – premesso che:
prosegue il rialzo delle quotazioni del gas naturale scambiato sulla piazza Ttf (Title transfer facility) di Amsterdam, che, nella mattinata del 4 febbraio 2025, si attesta sui 52,9 euro per megawattora;
nel corso dell'informativa urgente tenutasi presso l'Aula della Camera dei deputati il 23 gennaio 2025, il Ministro interrogato ha confermato che il binomio energia e bollette «è oggetto d'attenzione da parte del Governo»;
tuttavia, dall'inizio della XIX legislatura molte delle misure introdotte dal Governo a giudizio degli interroganti non solo si sono rivelate delle partite di giro, ma, sovente, invece di arginare la spesa energetica di famiglie e imprese, l'hanno aggravata, trovando copertura a valere sulle bollette e, segnatamente, sugli oneri di sistema;
ne sono esempio: l'introduzione di prezzi minimi garantiti per gli impianti di produzione alimentati da bioliquidi sostenibili di cui all'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181; la proroga delle concessioni per la distribuzione dell'energia elettrica di cui all'articolo 1, commi 50-53, della legge 30 dicembre 2024, n. 207, che non offre nessuna garanzia per gli utenti finali, che anzi ripagano in bolletta con una remunerazione del 5,6 per cento gli investimenti effettuati dai distributori;
inoltre, l'introduzione della possibilità per i vulnerabili di passare al sistema a tutele graduali non ha affatto risolto il problema dei costi per i predetti soggetti, i più fragili del mercato dell'energia;
come noto, allo stato attuale, il calcolo degli oneri di sistema avviene mediante l'applicazione di una tariffa regressiva per chi consuma poco e non con un sistema progressivo (più si consuma, più gli oneri di sistema sono alti);
è del 3 febbraio 2025 la notizia che il Ministro interrogato intende valutare di quanto integrare la tariffa in bolletta a copertura del costo di produzione energetica da nucleare. La stessa energia nucleare che, a detta del Governo, dovrebbe abbattere proprio i costi delle bollette –:
quali siano le motivazioni che, a tutt'oggi, determinano l'assenza di idonee iniziative volte a mitigare nel breve periodo i costi energetici di famiglie e imprese.
(3-01708)
Intendimenti in ordine all'adozione di iniziative volte ad assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi equi – 3-01709
SCOTTO, GUERRA, FOSSI, GRIBAUDO, LAUS, SARRACINO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l'Italia è l'unico Paese Ocse nel quale, negli ultimi 30 anni, il salario medio annuale è diminuito (-2,9 per cento), mentre in Germania è cresciuto del 33,7 per cento e in Francia del 31,1 per cento;
sono tanti, ancora troppi, i lavoratori in Italia che non hanno un contratto collettivo di lavoro di riferimento o che si vedono negare una retribuzione corrispondente a quella prevista dai contratti nazionali;
oltre tre milioni di persone, pur lavorando, sono povere e viene negato loro il diritto a una retribuzione che assicuri «un'esistenza libera e dignitosa», così come statuito dall'articolo 36 della Costituzione;
per queste ragioni è necessario che anche il nostro Paese si doti di una legge per l'istituzione del salario minimo legale e che, allo stesso tempo, rafforzi la contrattazione collettiva, facendo valere per tutte le lavoratrici e i lavoratori di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto collettivo firmato dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative, così come proposto dalle opposizioni nel luglio 2023;
la maggioranza ha respinto tale impianto e, dopo quello che agli interroganti è apparso un irrituale coinvolgimento del Cnel, lo ha affossato proponendo un modello totalmente alternativo, attraverso il conferimento di una generica delega legislativa al Governo, finalizzata ad assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi, a contrastare il lavoro sottopagato, a stimolare il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, nonché a contrastare il cosiddetto «dumping contrattuale»;
a parere degli interroganti maggioranza e Governo sembrano apparentemente molto convinti della bontà della loro proposta ma risulta che l'iter del testo sia sostanzialmente fermo in Commissione X al Senato della Repubblica da oltre un anno;
la contrarietà all'idea del salario minimo ha, inoltre, spinto il Governo a impugnare la legge n. 30 del 2024 della regione Puglia, finalizzata a introdurre il salario minimo e inderogabile di 9 euro all'ora per tutti i contratti pubblici degli enti locali e delle aziende sanitarie;
il 19 dicembre 2024 sono state depositate alla Camera 120.000 firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione del salario minimo legale –:
se il Governo, che ha rigettato l'idea del salario minimo legale prospettando un intervento legislativo alternativo, intenda chiarire, anche alla luce del rallentamento dell'iter del disegno di legge delega, sostanzialmente fermo da più di un anno, se sia intervenuto un ripensamento circa le scelte fatte in materia e se non intenda comunque adottare le iniziative di competenza per evitare di lasciare milioni di lavoratori senza una prospettiva di miglioramento dei propri trattamenti salariali.
(3-01709)
Iniziative di competenza in relazione a presunte irregolarità nella gestione delle pratiche da parte del patronato Inca-Cgil, con particolare riferimento alla sede del quartiere Astoria di New York – 3-01710
BIGNAMI, SCHIFONE, RIZZETTO, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, COPPO, GIOVINE, MALAGOLA, MASCARETTI, VOLPI e ZURZOLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende dall'inchiesta giornalistica condotta da Alessio Lasta per il programma «Lo stato delle cose», su Rai3, sarebbero state commesse presunte gravi irregolarità nella gestione delle pratiche da parte del patronato Inca-Cgil;
in particolare, l'inchiesta ha evidenziato che i patronati sono finanziati attraverso fondi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali provenienti dallo 0,199 per cento dei contributi previdenziali Inps versati dai cittadini italiani e il sistema di finanziamento si basa su un meccanismo di punti correlati al numero di pratiche gestite;
un'ispezione ministeriale, condotta il 25 ottobre 2023 presso la sede Inca-Cgil di Astoria (Queens, New York), ha rilevato gravissime irregolarità nella gestione delle pratiche relative agli anni 2020 e 2021;
nel 2020, su 770 punti dichiarati, solo 4 sono stati convalidati, con una decurtazione del 99,5 per cento;
nel 2021, su 263 punti dichiarati, solo 0,5 punti sono stati ritenuti validi, con una decurtazione del 99,8 per cento;
gli ispettori hanno riscontrato numerose pratiche viziate da mandati irregolari o inesistenti, alcune delle quali intestate a soggetti non presenti nei database Inps o non aventi diritto;
le irregolarità riguardano pratiche essenziali per i cittadini italiani all'estero, incluse pensioni di reversibilità, dichiarazioni dei redditi, assegni sociali e permessi di soggiorno –:
quali iniziative urgenti il Ministro in interrogato intenda adottare, per quanto di competenza, in ordine alle eventuali irregolarità segnalate in premessa, nonché al fine di accertare la sussistenza di analoghe irregolarità in altre sedi del patronato Inca-Cgil, sia in Italia che all'estero, e l'ammontare complessivo dei finanziamenti erogati al patronato Inca-Cgil negli anni 2020 e 2021, anche per poter recuperare le somme eventualmente percepite indebitamente da parte dei patronati.
(3-01710)
Iniziative volte a dare attuazione alla legge in materia di autonomia differenziata, nel rispetto dei rilievi sollevati dalla Corte costituzionale – 3-01711
LUPI, CARFAGNA, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
la legge 26 giugno 2024, n. 86, reca «Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione»;
la legge citata definisce i principi generali per l'attribuzione alle regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia e per la modifica e la revoca delle stesse, nonché delle modalità procedurali di approvazione delle intese fra lo Stato e una regione;
il 3 dicembre 2024 la Corte costituzionale ha depositato la sentenza n. 192 del 2024 sulle questioni di costituzionalità della legge citata, ritenendo non fondata la questione di costituzionalità dell'intera legge, ma considerando illegittime solo alcune disposizioni specifiche e stabilendo che l'autonomia differenziata deve avere l'obiettivo di «meglio rispondere alle attese e ai bisogni dei cittadini»;
il 20 gennaio 2025 la Corte costituzionale ha, inoltre, dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge 26 giugno 2024, n. 86;
l'autonomia differenziata delle regioni può essere un volano per lo sviluppo dei territori, se disciplinata coerentemente con i principi costituzionali –:
quali iniziative intenda assumere al fine di dare attuazione alla legge 26 giugno 2024, n. 86, approvata dal Parlamento, nel rispetto dei rilievi sollevati dalla Corte costituzionale.
(3-01711)
DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 27 DICEMBRE 2024, N. 201, RECANTE MISURE URGENTI IN MATERIA DI CULTURA (A.C. 2183-A)
A.C. 2183-A – Ordini del giorno
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame introduce misure urgenti volte a favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità, per promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione nonché per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale nazionale;
in particolare, l'articolo 10 prevede un finanziamento di 500.000 euro per l'anno 2025 al Museo di fotografia contemporanea di Milano, quale contributo al suo funzionamento come realtà museale locale da valorizzare, in linea con le finalità perseguite dal provvedimento di favorire e promuovere l'accesso alla cultura,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di accompagnare le misure contenute all'articolo 10, con ulteriori iniziative volte a prevedere l'erogazione di un finanziamento di 100.000 euro per l'anno 2025 all'esposizione permanente sulle tradizioni rurali e venatorie sita nel comune di Rocca San Casciano, in provincia di Forlì-Cesena, per l'allestimento del Museo didattico delle arti e delle tradizioni locali con annessa biblioteca ed esposizione fotografica permanente di rievocazione storica di manifestazioni legate al territorio.
9/2183-A/1. Tassinari.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge n. 201 del 2024, in materia di cultura, all'articolo 3 reca misure urgenti in materia di editoria e di librerie;
sono già stati digitalizzati gli atti delle Assemblee preunitarie sulla base dei volumi pubblicati dall'Accademia nazionale dei Lincei e sono conservati in formato cartaceo anche presso la Biblioteca della Camera dei deputati;
tale digitalizzazione non comprende gli atti del primo Parlamento italiano, riunito nel Regno delle due Sicilie nel periodo 1820-1821;
gli atti di tale Parlamento furono pubblicati in formato cartaceo fra il 1926 e il 1941 e sono ugualmente conservati presso la Biblioteca della Camera dei deputati;
risulta quanto mai utile e opportuno completare la disponibilità in rete ad accesso libero di tali documenti di alto valore storico a beneficio della comunità nazionale ed in particolare delle scuole e delle più giovani generazioni,
impegna il Governo
a stanziare fondi pari a 30 mila euro per il completamento del lavoro di digitalizzazione dei documenti relativi all'attività del Parlamento delle Due Sicilie.
9/2183-A/2. Mulè.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame (all'articolo 5 «Misure urgenti relative alle istituzioni culturali»), nel complesso degli interventi reca misure urgenti in materia di cultura e le norme proposte intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
il regime di semplificazione degli spettacoli dal vivo è regolamentato dall'articolo 38-bis del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, e successive modificazioni;
il dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno ha emanato la circolare n. 15015 del 7 maggio 2024 di chiarimento sulla tematica delle semplificazioni per l'autorizzazione degli spettacoli dal vivo in deroga al Tulps attualmente valide fino al 31 dicembre 2024 per gli spettacoli dal vivo fino a 2.000 spettatori;
tale circolare, nello specifico, riguarda il regime ordinario e semplificato per le attività di pubblico spettacolo, indica i casi di elusione e specifica con quali condizioni debba essere applicato tale regime semplificato autorizzativo con Scia. Infine, fornisce alcune raccomandazioni di sicurezza in vista della stagione estiva;
tra i beneficiari di tali semplificazioni è stato escluso il settore dello spettacolo viaggiante, nonostante la tipologia di eventi coinvolti, per durata temporale e frequenza di visitatori, siano conformi ai parametri fissati dalla medesima normativa;
a quanto consta all'interrogante, le associazioni dello spettacolo viaggiante hanno chiesto, anche con missive ufficiali al competente dipartimento del Ministero dell'interno, di essere ricomprese tra i beneficiari della circolare n. 15015 del 7 maggio 2024. A tale richiesta non è ad oggi pervenuta alcuna risposta;
la categoria degli esercenti dello spettacolo viaggiante in Italia conta circa 7.500 imprese ed è radicata sul territorio e nelle tradizioni del Paese. Essa comprende: le attività spettacolari, i trattenimenti e le attrazioni allestiti a mezzo di attrezzature mobili, all'aperto o al chiuso, e i parchi permanenti, cioè le giostre, i luna park, i circhi;
lo spettacolo viaggiante, con le sue immagini, tradizioni ed evocazioni artistiche, rappresenta una declinazione significativa del patrimonio culturale italiano e internazionale;
con l'articolo 1 della legge 18 marzo 1968, n. 337, lo Stato riconosce da tempo la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante;
appare opportuno ed urgente, anche al fine di sostenere un intero comparto che è ad oggi ingiustamente penalizzato, garantire anche allo spettacolo viaggiante di usufruire delle semplificazioni ad oggi vigenti per gli spettacoli dal vivo ricompresi nella citata circolare n. 15015 del 7 maggio 2024,
nel corso della discussione del provvedimento in esame è stato depositato un emendamento con tali finalità, poi non approvato,
impegna il Governo
ad accompagnare gli interventi contenuti all'articolo 7 con ulteriori misure volte a inserire lo spettacolo viaggiante, in coerenza con quanto espresso in premessa, tra i beneficiari del regime di semplificazione degli spettacoli dal vivo, regolamentato dall'articolo 38-bis del decreto-legge n. 76 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 120 del 2020, integrando conseguentemente la circolare n. 15015 del 7 maggio 2024.
9/2183-A/3. Simiani, Orrico, Bonafè, Romeo.
La Camera,
premesso che:
Il provvedimento in esame (all'articolo 5 «Misure urgenti relative alle istituzioni culturali»), nel complesso degli interventi reca misure urgenti in materia di cultura e le norme proposte intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
il 29 giugno 2009, presso la stazione ferroviaria di Viareggio, la rottura di un assile di uno dei 14 carri cisterna del convoglio contenente Gpl provocò un'esplosione che causò la morte di 32 persone e oltre 100 feriti;
si tratta di uno dei più gravi incidenti ferroviari registrati in Europa, causato dalla manutenzione del tutto inadeguata del carro merci, per cui sono stati condannati in via definitiva 11 imputati in relazione alle accuse di disastro ferroviario colposo;
la strage, come parrebbe emergere, avrebbe potuto essere evitata con una corretta manutenzione del carro, omessa invece in modo sistematico;
a quindici anni dall'accaduto le criticità relative alla sicurezza ferroviaria rimangono ancora irrisolte nonostante una maggiore attenzione sul tema che ha portato, nel 2018, alla costituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa): una società dotata di autonomia regolamentare, amministrativa, patrimoniale, contabile e finanziaria e controllata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
sarebbe quindi auspicabile, in relazione a quanto appena espresso, la realizzazione a Viareggio un museo dedicato alla memoria delle vittime che abbia, tra le sue attività, anche quella di promuovere la sicurezza ferroviaria;
su tale tematica è depositata da tempo alla Camera dei deputati una proposta di legge (A.C. 1253) i cui contenuti sono stati ripresi da un emendamento al provvedimento in esame non approvato;
tutto ciò nonostante la Camera dei deputati abbia approvato il 29 luglio 2024 un ordine del giorno che impegna il Governo a «promuovere la realizzazione di un museo a Viareggio dedicato alle vittime della strage del 29 giugno 2009» (numero 9/01937-A/4);
in numerose occasioni anche i parlamentari dei partiti di maggioranza hanno rimarcato la necessità di istituire tale museo,
impegna il Governo
ad accompagnare le misure contenute agli articoli 5 e 10 del provvedimento con ulteriori interventi volti ad attuare rapidamente gli impegni assunti con il citato ordine del giorno numero 9/01937-A/4 e promuovere la realizzazione di un museo a Viareggio dedicato alle vittime della strage del 29 giugno 2009.
9/2183-A/4. Fossi, Simiani, Bonafè, Scotto, Boldrini, Gianassi, Furfaro, Di Sanzo.
La Camera
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di accompagnare le misure contenute all'articolo 10 del provvedimento in esame con interventi ulteriori volti a sostenere e promuovere la realizzazione di un museo del ricordo della strage di Viareggio del 29 giugno 2009, per conservarne la memoria, farne conoscere le cause, le conseguenze prodotte, rendere omaggio alle vittime e alle loro famiglie.
9/2183-A/4. (Testo modificato nel corso della seduta)Fossi, Simiani, Bonafè, Scotto, Boldrini, Gianassi, Furfaro, Di Sanzo.
La Camera,
premesso che:
il sistema degli istituti di cultura del nostro Paese versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica e di ricerca e, non di rado, la sopravvivenza degli Istituti stessi;
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
con decreto del Ministro della cultura in data 2 maggio 2024 è stata approvata, per il triennio 2024-2026, la Tabella prevista dall'articolo 1 della legge 17 ottobre 1996, n. 534, legge che in quasi trent'anni di vigenza ha dimostrato di essere uno strumento efficace per consentire il funzionamento degli istituti, costituendo per essi la principale fonte di finanziamento;
in proposito, si osserva un rilevante incremento, a parità di risorse, del numero di soggetti destinatari del contributo stesso; alcuni di essi, peraltro, presentano profili e caratteristiche che si distaccano notevolmente da quelli a suo tempo definiti dalla citata legge n. 534 del 1996; si ravvisa inoltre l'esigenza di reperire risorse aggiuntive, a compensazione delle vistose decurtazioni che hanno penalizzato una parte degli istituti;
all'atto dell'espressione del prescritto parere sullo schema del decreto ministeriale prima citato (A.G. n. 138), le competenti Commissioni di Camera e Senato, nel pronunciarsi favorevolmente, hanno ritenuto di fare proprie le notazioni sul medesimo provvedimento avanzate dal Comitato tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali del Ministero della cultura, evidenziando alcuni significativi elementi di criticità, ovvero:
a) l'opportunità di meglio chiarire i criteri da adottare nella selezione degli istituti ammessi al contributo;
b) l'opportunità di prevedere un eventuale stanziamento di ulteriori risorse finanziarie in considerazione dell'elevato numero di nuovi soggetti ammessi al finanziamento,
impegna il Governo:
ad accompagnare gli interventi contenuti all'articolo 5 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte:
ad affrontare le problematiche connesse al sistema degli istituti culturali in ogni aspetto, anche sulla base dei dati raccolti nel recente censimento degli istituti culturali, pubblicato negli scorsi mesi dalla Direzione generale educazione e ricerca del Ministero della cultura, e realizzato con il contributo dell'AICI;
a dare seguito alle indicazioni emerse nei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari di Camera e Senato in occasione dell'espressione del parere di competenza sullo schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo annuale dello Stato (A.G. n. 138), ponendo in essere ogni opportuna misura, al fine di individuare requisiti appropriati per l'ammissione al contributo pubblico, allo scopo di definire in maniera inequivocabile la platea dei beneficiari della Tabella di cui alla legge n. 534 del 1996;
ad assicurare agli istituti culturali maggiore certezza sulle fonti di finanziamento pubblico messe a disposizione a valere sul bilancio dello Stato.
9/2183-A/5. Manzi, Iacono, Orfini, Berruto.
La Camera
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di accompagnare gli interventi contenuti all'articolo 5 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte:
ad affrontare le problematiche connesse al sistema degli istituti culturali in ogni aspetto, anche sulla base dei dati raccolti nel recente censimento degli istituti culturali, pubblicato negli scorsi mesi dalla Direzione generale educazione e ricerca del Ministero della cultura, e realizzato con il contributo dell'AICI;
a dare seguito alle indicazioni emerse nei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari di Camera e Senato in occasione dell'espressione del parere di competenza sullo schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo annuale dello Stato, ponendo in essere ogni opportuna misura, al fine di individuare requisiti appropriati per l'ammissione al contributo pubblico, allo scopo di definire in maniera inequivocabile la platea dei beneficiari della Tabella di cui alla legge n. 534 del 1996;
ad assicurare agli istituti culturali maggiore certezza sulle fonti di finanziamento pubblico messe a disposizione a valere sul bilancio dello Stato.
9/2183-A/5. (Testo modificato nel corso della seduta)Manzi, Iacono, Orfini, Berruto.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono ancora diversi gli interventi da mettere in atto;
il sistema degli istituti di cultura e storici del nostro Paese, gli archivi, le biblioteche e il settore culturale in generale, versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica, di ricerca, di memoria e promozione culturale;
tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della nazione richiede interventi urgenti,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a promuovere la memoria dell'ex stabilimento Eternit di Casale Monferrato e sostenere l'attività del museo con sede presso i locali ex Eternit concessi in uso dal comune di Casale Monferrato, luogo simbolico che testimonia il valore e l'importanza del diritto al lavoro sicuro e alla salute delle comunità industriali.
9/2183-A/6. Fornaro.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a valutare l'opportunità di promuovere la memoria dell'ex stabilimento Eternit di Casale Monferrato e a valutare l'opportunità di sostenere l'attività del museo con sede presso i locali ex Eternit concessi in uso dal comune di Casale Monferrato, luogo simbolico che testimonia il valore e l'importanza del diritto al lavoro sicuro e alla salute delle comunità industriali.
9/2183-A/6. (Testo modificato nel corso della seduta)Fornaro.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
il sistema degli istituti di cultura e storici del nostro Paese, gli archivi, le biblioteche e il settore culturale in generale, versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica, di ricerca, di memoria e promozione culturale;
tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della Nazione richiede interventi urgenti;
riteniamo condivisibile un intervento volto a promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, anche per lo sviluppo delle aree del Mezzogiorno, del Museo Arte del Vino e della Viticultura (MAVV),
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, anche per lo sviluppo delle aree del Mezzogiorno, del Museo Arte del Vino e della Viticultura (MAVV).
9/2183-A/7. Toni Ricciardi.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a valutare l'opportunità di promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, anche per lo sviluppo delle aree del Mezzogiorno, del Museo Arte del Vino e della Viticultura del comune di Castelfranci.
9/2183-A/7. (Testo modificato nel corso della seduta)Toni Ricciardi.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
il sistema degli istituti di cultura e storici del nostro Paese, gli archivi, le biblioteche e il settore culturale in generale, versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica, di ricerca, di memoria e promozione culturale;
tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della Nazione richiede interventi urgenti;
riteniamo condivisibile un intervento volto a sostenere e promuovere i festival letterari, di teatro, musica e arti visive, organizzati in occasione degli eventi in programma ad Agrigento, quale Capitale italiana della cultura per l'anno 2025 e a Gibellina, quale Capitale dell'arte contemporanea 2026,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a promuovere i festival letterari, di teatro, musica e arti visive, organizzati in occasione degli eventi in programma ad Agrigento, quale Capitale italiana della cultura per l'anno 2025 e a Gibellina, quale Capitale dell'arte contemporanea 2026.
9/2183-A/8. Iacono, Carmina.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a valutare l'opportunità di promuovere i festival letterari, di teatro, musica e arti visive, organizzati in occasione degli eventi in programma ad Agrigento, quale Capitale italiana della cultura per l'anno 2025 e a Gibellina, quale Capitale dell'arte contemporanea 2026.
9/2183-A/8. (Testo modificato nel corso della seduta)Iacono, Carmina.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
la lettera b) dell'articolo 1 tra le finalità del Piano Olivetti per la Cultura intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie;
occorre sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali del territorio di riferimento,
impegna il Governo
ad accompagnare le misure di cui all'articolo 5 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali presenti nel Mezzogiorno con particolare riguardo per la Biblioteca Tommaso Stigliani di Matera, per l'Istituto Goethe di Napoli e per l'Istituto italiano per gli studi filosofici.
9/2183-A/9. Sarracino, Amendola, Toni Ricciardi.
La Camera
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di accompagnare le misure di cui all'articolo 5 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali presenti nel Mezzogiorno con particolare riguardo per la Biblioteca Tommaso Stigliani di Matera, per l'Istituto Goethe di Napoli e per l'Istituto italiano per gli studi filosofici.
9/2183-A/9. (Testo modificato nel corso della seduta)Sarracino, Amendola, Toni Ricciardi.
La Camera,
premesso che:
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
favorire lo sviluppo della cultura e sfruttarne le potenzialità in più ambiti, tra cui quello della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale, ambito degli interventi del provvedimento, richiedono, al fine di assicurare lo svolgimento delle funzioni di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio il conferimento di incarichi presso il ministero della cultura,
impegna il Governo
in conformità con le disposizioni del provvedimento, che hanno lo scopo di favorire lo sviluppo della cultura e sfruttarne le potenzialità in più ambiti, tra cui quello della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale, e tenuto conto delle disposizioni recate dall'articolo 1, comma 2-bis, ad avviare, per un tempo stabilito, una procedura di proroga degli incarichi di collaborazione presso il Ministero della cultura.
9/2183-A/10. Bonafè, Manzi, Orfini, Iacono, Berruto, Casu.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del provvedimento in esame introduce misure a sostegno dell'editoria e delle librerie;
al comma 2 istituisce un fondo, con una dotazione di 24,8 milioni di euro per l'anno 2025 e di 5,2 milioni di euro per l'anno 2026 per l'acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche aperte al pubblico statali, degli enti territoriali e degli enti culturali che ricevono contributi pubblici;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di estendere la disposizione di cui all'articolo 3, comma 2, anche per l'acquisto di riviste culturali.
9/2183-A/11. De Maria.
La Camera
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di estendere la disposizione di cui all'articolo 3, comma 2, anche per l'acquisto di riviste culturali.
9/2183-A/11. (Testo modificato nel corso della seduta)De Maria.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 autorizza una spesa pari a 800 mila euro per l'anno 2025 con la finalità di celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000;
dallo schema di decreto ministeriale recante l'elenco delle proposte istitutive e di finanziamento dei Comitati nazionali e di edizioni nazionali per l'anno 2024 risulta – come da proposta della Consulta dei Comitati nazionali e di edizioni nazionali – la decisione di non procedere al rifinanziamento del comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Rocco Scotellaro in quanto già «sufficientemente finanziato e celebrato»;
venir meno, ora, da parte del Ministero della cultura, al sostegno finanziario al comitato nazionale «Rocco Scotellaro» proprio nella tappa conclusiva del percorso celebrativo risulterebbe inspiegabile, pur a fronte dei persistenti gravi tagli generali in atto, da parte del Governo nazionale, al comparto cultura,
impegna il Governo
in linea con le finalità complessive del provvedimento in esame e analogamente a quanto disposto dall'articolo 4, a rifinanziare per l'anno 2025 il comitato nazionale «Rocco Scotellaro» e riconoscere il merito qualitativo del percorso finora svolto e già programmato per il terzo anno della complessiva proposta istitutiva del Comitato stesso.
9/2183-A/12. Speranza, Amendola.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 autorizza una spesa pari a 800 mila euro per l'anno 2025 con la finalità di celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000;
dallo schema di decreto ministeriale recante l'elenco delle proposte istitutive e di finanziamento dei comitati nazionali e di edizioni nazionali per l'anno 2024 risulta – come da proposta della Consulta dei comitati nazionali e di edizioni nazionali – la decisione di non procedere al finanziamento del comitato nazionale per le celebrazioni del 650° anniversario della morte di Giovanni Boccaccio;
venir meno, ora, da parte del Ministero della cultura, al sostegno finanziario al comitato nazionale per le celebrazioni del 650° anniversario della morte di Giovanni Boccaccio risulterebbe inspiegabile, pur a fronte dei persistenti gravi tagli generali in atto, da parte del Governo nazionale, al comparto cultura,
impegna il Governo
in linea con le finalità complessive del provvedimento in esame e analogamente a quanto disposto dall'articolo 4, a sostenere per l'anno 2025 il comitato nazionale per le celebrazioni del 650° anniversario della morte di Giovanni Boccaccio e riconoscerne l'eccezionale rilevanza storica.
9/2183-A/13. Furfaro.
La Camera,
premesso che:
la «Carta della cultura giovani» e la «Carta del merito» sono strumenti cumulabili tra loro e previsti in sostituzione del Bonus cultura 18app per effetto della legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 630, lettera a), della legge n. 197 del 2022), che ha modificato a tal fine l'articolo 1, comma 357, della legge n. 234 del 2021 (legge di bilancio 2022);
i dati dimostrano che dall'attivazione dell'App18 risultano spesi circa 220 milioni di euro in libri, quasi l'80 per cento dei totali 268 milioni di euro spesi in cultura e 12 milioni di euro spesi in musica, ridotti di 32 milioni di euro con la sostituzione con la Carta cultura e del Merito,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi dell'articolo 6 del provvedimento in esame al fine di riconsiderare l'attivazione del Bonus cultura 18app di cui all'articolo 1, comma 630, lettera a), della legge n. 197 del 2022, allo scopo di sostenere e avvicinare i giovani alla cultura.
9/2183-A/14. Orfini, Manzi, Iacono, Berruto.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
il sistema degli istituti di cultura e storici del nostro Paese, gli archivi, le biblioteche e il settore culturale in generale, versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica, di ricerca, di memoria e promozione culturale;
tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della nazione richiede interventi urgenti,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, del Museo del Risorgimento di Genova, con sede nella casa natale di Giuseppe Mazzini.
9/2183-A/15. Pandolfo, Ghio.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a valutare l'opportunità di promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, del Museo del Risorgimento di Genova, con sede nella casa natale di Giuseppe Mazzini.
9/2183-A/15. (Testo modificato nel corso della seduta)Pandolfo, Ghio.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono ancora diversi gli interventi da mettere in atto:
il sistema degli istituti di cultura e storici del nostro Paese, gli archivi, le biblioteche e il settore culturale in generale, versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica, di ricerca, di memoria e promozione culturale;
tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della nazione richiede interventi urgenti,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a valorizzare e conservare, preservandone la finalità pubblica, la memoria di Joyse Lussu anche attraverso azioni volte a tutelare il Centro studi con sede a Fermo.
9/2183-A/16. Curti, Manzi, Ghirra, Lai.
La Camera,
premesso che:
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
favorire lo sviluppo della cultura e sfruttarne le potenzialità in più ambiti, tra cui quello della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale, ambito degli interventi del provvedimento, richiedono, al fine di assicurare lo svolgimento delle funzioni di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio il conferimento di incarichi presso il Ministero della cultura;
l'Archivio di Stato di Genova dovrebbe essere declassato, perdendo la propria autonomia amministrativa e venendo accorpato alla Soprintendenza ai beni culturali;
secondo la bozza di decreto recante «Articolazione degli uffici dirigenziali e degli istituti dotati di autonomia speciale di livello non generale del Ministero della cultura», nella versione del 13 agosto 2024, si prevedono delle modifiche sostanziali all'organizzazione degli Archivi di Stato, delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche e del rapporto con la Direzione generale archivi;
si prevede, infatti, di portare gran parte degli Archivi di Stato (quelli costituenti uffici dirigenziali di livello non generale) ad essere articolazioni delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche, annullando, così, 150 anni di organizzazione archivistica e andando in contrasto con il dettato del Codice dei beni culturali e del paesaggio rispetto ai compiti assegnati agli Archivi di Stato e delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche;
l'Archivio di Genova contiene documenti storici di inestimabile valore come, ad esempio, il testamento con cui Nicolò Paganini il 27 aprile 1837 donò il proprio violino alla città di Genova, il più antico registro notarile esistente, risalente al decennio tra il 1154 e il 1164, alcuni documenti originali bizantini del XII secolo (unico archivio al mondo a possederli);
l'Archivio rappresenta una realtà molto importante e solida per la città di Genova, offrendo iniziative varie durante tutto l'anno, molte delle quali proposte anche alle scuole,
impegna il Governo
alla luce delle finalità perseguite dal provvedimento e richiamate all'articolo 1, a mettere in atto azioni utili per evitare il declassamento dell'Archivio di Genova, in maniera da consentirgli di mantenere il percorso di lavoro avviato da molti anni, garantendone una propria autonomia e potenziandone organici e dotazioni.
9/2183-A/17. Ghio, Pandolfo, Pastorino.
La Camera
impegna il Governo
alla luce delle finalità perseguite dal provvedimento e richiamate all'articolo 1, a valutare l'opportunità di mettere in atto azioni utili per evitare il declassamento dell'Archivio di Genova, in maniera da consentirgli di mantenere il percorso di lavoro avviato da molti anni, garantendone una propria autonomia e potenziandone organici e dotazioni.
9/2183-A/17. (Testo modificato nel corso della seduta)Ghio, Pandolfo, Pastorino.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 7, prevede Misure urgenti per la semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo;
la pirateria audiovisiva costituisce senza dubbio una minaccia per il mercato audiovisivo e un freno alla crescita dell'industria culturale del nostro Paese, per questo è necessario combatterla. Tuttavia, l'introduzione della responsabilità penale in capo agli operatori di telecomunicazioni non contribuisce in modo concreto ed efficace ad arginare il suddetto fenomeno;
la sanzione penale introdotta dall'articolo 6-ter del cosiddetto decreto-legge Omnibus (legge n. 143 del 2024) non è coerente con la natura di fornitori di servizi di accesso alla rete (cosiddetta mere conduit) e con i principi generali dell'ordinamento delle comunicazioni stabiliti a livello comunitario;
infatti, gli operatori, non potendo verificare il contenuto di ciò che transita sulla propria rete, non possono essere ritenuti responsabili per l'eventuale fruizione di contenuti illeciti o alterazione dei propri sistemi informatici,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative di competenza, affinché gli interventi attuativi delle finalità di promozione del settore audiovisivo indicate dall'articolo 1, comma 1, lettera e-ter del provvedimento in esame, siano accompagnate da ulteriori misure volte a semplificare la normativa sulla protezione del diritto d'autore, allo scopo di rendere meno gravose le attività di contrasto alla pirateria delle opere culturali.
9/2183-A/18. Casu.
La Camera
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare le iniziative di competenza, affinché gli interventi attuativi delle finalità di promozione del settore audiovisivo indicate dall'articolo 1, comma 1, lettera e-ter del provvedimento in esame, siano accompagnate da ulteriori misure volte a semplificare la normativa sulla protezione del diritto d'autore, allo scopo di rendere meno gravose le attività di contrasto alla pirateria delle opere culturali.
9/2183-A/18. (Testo modificato nel corso della seduta)Casu.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
il sistema degli istituti di cultura del nostro Paese versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica e di ricerca e, non di rado, la sopravvivenza degli Istituti stessi;
il taglio avrebbe penalizzato molti istituti culturali siciliani, esclusi dalla ripartizione delle risorse;
gli istituti culturali costituiscono un segmento importante di un «sistema» cultura, sia pubblico che privato, nel quale opera una pluralità di soggetti, con caratteristiche diverse e con diverse finalità, orientate alla realizzazione di tutelare, censire, promuovere, valorizzare lo straordinario patrimonio del nostro Paese;
l'incertezza sulle risorse rende molto problematica la programmazione delle attività per gli istituti, che, nella stragrande maggioranza, svolgono funzioni di conservazione, tutela, promozione, catalogazione e inventariazione di un ricchissimo patrimonio bibliografico, archivistico, documentario e museale. Molte altre svolgono un ruolo sociale grazie anche ai rapporti con il Terzo Settore e l'adesione mediante l'iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS), mentre altri si interrogano sui vantaggi e sugli svantaggi di una simile scelta,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a reperire – in fase di approvazione del primo provvedimento utile – risorse adeguate e strutturali volte a promuovere l'attività degli istituti culturali e tutelare il valore formativo e sociale svolto da tali istituti e in particolar modo da quelli siciliani, dove il mancato contributo potrebbe determinare la fine di un'attività, che storicamente, fornisce un contributo significativo al settore culturale.
9/2183-A/19. Marino, Iacono.
La Camera,
premesso che:
il sistema degli istituti di cultura del nostro Paese versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica e di ricerca e, non di rado, la sopravvivenza degli Istituti stessi;
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
l'incertezza sulle risorse rende molto problematica la programmazione delle attività per gli istituti, che, nella stragrande maggioranza, svolgono funzioni di conservazione, tutela, promozione, catalogazione e inventariazione di un ricchissimo patrimonio bibliografico, archivistico, documentario e museale. Molte altre svolgono un ruolo sociale grazie anche ai rapporti con il Terzo Settore e l'adesione mediante l'iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS), mentre altri si interrogano sui vantaggi e sugli svantaggi di una simile scelta,
impegna il Governo
ad accompagnare gli interventi contenuti agli articoli 5 e 10 del provvedimento in esame, con ulteriori iniziative volte ad assicurare agli istituti culturali maggiore certezza sulle fonti di finanziamento pubblico messe a disposizione a valere sul Bilancio dello Stato.
9/2183-A/20. Ferrari.
La Camera
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di accompagnare gli interventi contenuti agli articoli 5 e 10 del provvedimento in esame, con ulteriori iniziative volte ad assicurare agli istituti culturali maggiore certezza sulle fonti di finanziamento pubblico messe a disposizione a valere sul Bilancio dello Stato.
9/2183-A/20. (Testo modificato nel corso della seduta)Ferrari.
La Camera,
premesso che:
il sistema degli istituti di cultura del nostro Paese versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica e di ricerca e, non di rado, la sopravvivenza degli Istituti stessi;
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
con decreto del Ministro della cultura in data 2 maggio 2024 è stata approvata, per il triennio 2024-2026, la Tabella prevista dall'articolo 1 della legge 17 ottobre 1996, n. 534, legge che in quasi trent'anni di vigenza ha dimostrato di essere uno strumento efficace per consentire il funzionamento degli istituti, costituendo per essi la principale fonte di finanziamento;
in proposito, si osserva un rilevante incremento, a parità di risorse, del numero di soggetti destinatari del contributo stesso; alcuni di essi, peraltro, presentano profili e caratteristiche che si distaccano notevolmente da quelli a suo tempo definiti dalla citata legge n. 534 del 1996; si ravvisa inoltre l'esigenza di reperire risorse aggiuntive, a compensazione delle vistose decurtazioni che hanno penalizzato una parte degli istituti;
all'atto dell'espressione del prescritto parere sullo schema del decreto ministeriale prima citato (A.G. n. 138), le competenti Commissioni di Camera e Senato, nel pronunciarsi favorevolmente, hanno ritenuto di fare proprie le notazioni sul medesimo provvedimento avanzate dal Comitato tecnico-scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali del Ministero della cultura, evidenziando alcuni significativi elementi di criticità, ovvero:
a) l'opportunità di meglio chiarire i criteri da adottare nella selezione degli istituti ammessi al contributo;
b) l'opportunità di prevedere un eventuale stanziamento di ulteriori risorse finanziarie in considerazione dell'elevato numero di nuovi soggetti ammessi al finanziamento;
l'incertezza sulle risorse rende molto problematica la programmazione delle attività per gli istituti, che, nella stragrande maggioranza, svolgono funzioni di conservazione, tutela, promozione, catalogazione e inventariazione di un ricchissimo patrimonio bibliografico, archivistico, documentario e museale. Molte altre svolgono un ruolo sociale grazie anche ai rapporti con il Terzo Settore e l'adesione mediante l'iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS), mentre altri si interrogano sui vantaggi e sugli svantaggi di una simile scelta,
impegna il Governo
ad accompagnare gli interventi contenuti all'articolo 5 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte a individuare requisiti appropriati per l'ammissione al contributo pubblico anche definendo la platea dei beneficiari della Tabella di cui alla legge n. 534 del 1996, come indicato nel parere espresso alle Commissioni parlamentari di Camera e Senato sulla ripartizione dei contributi.
9/2183-A/21. Berruto.
La Camera
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di accompagnare gli interventi contenuti all'articolo 5 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte a individuare requisiti appropriati per l'ammissione al contributo pubblico anche definendo la platea dei beneficiari della Tabella di cui alla legge n. 534 del 1996, come indicato nel parere espresso alle Commissioni parlamentari di Camera e Senato sulla ripartizione dei contributi.
9/2183-A/21. (Testo modificato nel corso della seduta)Berruto.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
il sistema degli istituti di cultura e storici del nostro Paese, gli archivi, le biblioteche e il settore culturale in generale, versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica, di ricerca, di memoria e promozione culturale;
tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della nazione richiede interventi urgenti,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS.
9/2183-A/22. Scotto, Orfini.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a valutare l'opportunità di promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS.
9/2183-A/22. (Testo modificato nel corso della seduta)Scotto, Orfini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 prevede a decorrere dal 2025, il finanziamento a regime con legge dello Stato di quattro degli istituti afferenti alla Giunta storica nazionale, fornendo ad essi risorse finanziarie atte a superare l'attuale situazione di difficoltà nell'assolvimento dei compiti istituzionalmente loro spettanti e di precarietà soprattutto per quanto riguarda le piante organiche del personale;
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
il sistema degli istituti di cultura e storici del nostro Paese, gli archivi, le biblioteche e il settore culturale in generale, versa in difficili condizioni finanziarie, tali da mettere a rischio la continuità nell'attività scientifica, di ricerca, di memoria e promozione culturale;
tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della nazione richiede interventi urgenti,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, dell'Accademia Vivarium novum, centro internazionale di studi umanistici che si ispira alle scuole del Rinascimento, con l'intento di influire positivamente sull'educazione dei giovani e sulla società.
9/2183-A/23. Mauri, Toni Ricciardi.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a valutare l'opportunità di promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, dell'Accademia Vivarium novum, centro internazionale di studi umanistici che si ispira alle scuole del Rinascimento, con l'intento di influire positivamente sull'educazione dei giovani e sulla società.
9/2183-A/23. (Testo modificato nel corso della seduta)Mauri, Toni Ricciardi.
La Camera,
premesso che:
nel complesso degli interventi, il provvedimento in esame, reca misure in materia di cultura che intervengono, declinate nei vari contesti culturali, dalla rigenerazione culturale, alla tutela del patrimonio artistico e storico, alla lettura e alla celebrazione di eventi culturali, al fine di favorire lo sviluppo culturale;
per le medesime finalità, come dimostrano le proposte emendative depositate dal gruppo Pd, sono diversi gli interventi, ancora, da mettere in atto;
favorire lo sviluppo della cultura e sfruttarne le potenzialità in più ambiti, tra cui quello della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale, ambito degli interventi del provvedimento, richiedono, al fine di assicurare lo svolgimento delle funzioni di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio il conferimento di incarichi presso il ministero della cultura;
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, dell'Arte della Figura anche integrata da attività di programmazione, promozione, ricerca, innovazione, conservazione e trasmissione della tradizione.
9/2183-A/24. Bakkali.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, in particolare, agli articoli 5 e 10, destina risorse e reca misure di tutela in favore di istituzioni che operano nel campo della ricerca e della divulgazione, a valutare l'opportunità di promuovere i percorsi di fruizione tematici, soprattutto a scopo educativo e formativo, dell'Arte della Figura anche integrata da attività di programmazione, promozione, ricerca, innovazione, conservazione e trasmissione della tradizione.
9/2183-A/24. (Testo modificato nel corso della seduta)Bakkali.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali presenti nel Mezzogiorno, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione regione Campania.
9/2183-A/25. De Luca, Graziano, Toni Ricciardi, Sarracino.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/25. (Testo modificato nel corso della seduta)De Luca, Graziano, Toni Ricciardi, Sarracino.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Abruzzo.
9/2183-A/26. D'Alfonso.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/26. (Testo modificato nel corso della seduta)D'Alfonso.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali presenti nel Mezzogiorno, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Calabria.
9/2183-A/27. Stumpo, Carè.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/27. (Testo modificato nel corso della seduta)Stumpo, Carè.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Emilia-Romagna.
9/2183-A/28. Malavasi.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/28. (Testo modificato nel corso della seduta)Malavasi.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Friuli Venezia Giulia.
9/2183-A/29. Serracchiani.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/29. (Testo modificato nel corso della seduta)Serracchiani.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Lazio.
9/2183-A/30. Prestipino.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/30. (Testo modificato nel corso della seduta)Prestipino.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che intende, come previsto dall'articolo 1, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Liguria.
9/2183-A/31. Filippin, Ghio, Pandolfo.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/31. (Testo modificato nel corso della seduta)Filippin, Ghio, Pandolfo.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Lombardia.
9/2183-A/32. Cuperlo, Girelli, Guerini, Mauri, Quartapelle Procopio, Forattini, Roggiani, Peluffo, Tabacci.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/32. (Testo modificato nel corso della seduta)Cuperlo, Girelli, Guerini, Mauri, Quartapelle Procopio, Forattini, Roggiani, Peluffo, Tabacci.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali presenti nel Mezzogiorno, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Puglia.
9/2183-A/33. Lacarra, Ubaldo Pagano, Stefanazzi.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/33. (Testo modificato nel corso della seduta)Lacarra, Ubaldo Pagano, Stefanazzi.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate delle regioni Piemonte e Valle D'Aosta.
9/2183-A/34. Gribaudo, Berruto, Fassino, Fornaro, Laus.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/34. (Testo modificato nel corso della seduta)Gribaudo, Berruto, Fassino, Fornaro, Laus.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Sardegna.
9/2183-A/35. Lai.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/35. (Testo modificato nel corso della seduta)Lai.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali presenti nel Mezzogiorno, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Sicilia
9/2183-A/36. Barbagallo, Iacono, Marino, Porta, Provenzano.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/36. (Testo modificato nel corso della seduta)Barbagallo, Iacono, Marino, Porta, Provenzano.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Umbria.
9/2183-A/37. Ascani, Manzi, Orfini, Berruto.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/37. (Testo modificato nel corso della seduta)Ascani, Manzi, Orfini, Berruto.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie, nelle aree disagiate della regione Veneto.
9/2183-A/38. Scarpa, Fassino, Filippin.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali, con particolare riguardo per i teatri collocati nelle aree interne, nelle periferie e nelle aree disagiate delle regioni italiane.
9/2183-A/38. (Testo modificato nel corso della seduta)Scarpa, Fassino, Filippin.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/39. Merola.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/39. (Testo modificato nel corso della seduta)Merola.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Alto Matese, Fortore Beneventano e Sele Tanagro della regione Campania, individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/40. Graziano, De Luca, Toni Ricciardi, Sarracino.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/40. (Testo modificato nel corso della seduta)Graziano, De Luca, Toni Ricciardi, Sarracino.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Alto Jonio Cosentino, Alto Tirreno-Pollino e Versante Tirrenico Aspromonte della regione Calabria, individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/41. Carè, Stumpo.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/41. (Testo modificato nel corso della seduta)Carè, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Alta Val Trebbia e Val Tidone, Appennino Bolognese, Appennino Forlivese e Cesenate, Appennino Modenese, Appennino Parma Est della regione Emilia-Romagna individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/42. Andrea Rossi, Bakkali, De Maria, De Micheli, Guerra, Malavasi, Merola, Vaccari.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/42. (Testo modificato nel corso della seduta)Andrea Rossi, Bakkali, De Maria, De Micheli, Guerra, Malavasi, Merola, Vaccari.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Etrusco Cimina, Monti Lepini e Pre.gio della regione Lazio individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/43. Di Biase, Casu, Orfini, Ciani, Madia, Mancini, Morassut.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/43. (Testo modificato nel corso della seduta)Di Biase, Casu, Orfini, Ciani, Madia, Mancini, Morassut.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Lario Intelvese, Lario Ceresio, Valcamonica e Valtrompia della regione Lombardia individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/44. Forattini, Quartapelle Procopio, Cuperlo, Girelli, Guerini, Mauri, Roggiani, Peluffo, Tabacci.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/44. (Testo modificato nel corso della seduta)Forattini, Quartapelle Procopio, Cuperlo, Girelli, Guerini, Mauri, Roggiani, Peluffo, Tabacci.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Alto Salento della regione Puglia individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/45. Ubaldo Pagano, Lacarra, Stefanazzi.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/45. (Testo modificato nel corso della seduta)Ubaldo Pagano, Lacarra, Stefanazzi.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Terre del Giarolo, Valsesia e Mont Cervin delle regioni Piemonte e Valle D'Aosta individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/46. Laus, Gribaudo, Berruto, Fassino, Fornaro.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/46. (Testo modificato nel corso della seduta)Laus, Gribaudo, Berruto, Fassino, Fornaro.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Bronte, Corleone, Mussomeli, Palagonia, Santa Teresa di Riva e Troina della regione Sicilia individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/47. Porta, Barbagallo, Iacono, Marino, Provenzano.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/47. (Testo modificato nel corso della seduta)Porta, Barbagallo, Iacono, Marino, Provenzano.
La Camera,
premesso che:
il «Piano Olivetti per la cultura», intende favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie;
un settore fondamentale dell'infrastruttura culturale del nostro Paese, riferimento prioritario per le finalità indicate, è rappresentato indubbiamente dall'attività culturale dei teatri;
non si può ignorare l'altissimo ed esteso valore culturale e artistico dei numerosi teatri storici italiani, presenti non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli comuni, cui sarebbe importante valorizzarne e sostenerne l'attività culturale per le finalità del Piano di cui all'articolo 1,
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nell'area Alpago Zoldo, Cadore della regione Veneto individuata dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/48. Fassino, Scarpa.
La Camera
impegna il Governo
per le medesime finalità complessive del provvedimento in esame, che, come previsto dall'articolo 1, intende promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, a valutare l'opportunità di reperire risorse adeguate a sostenere interventi volti allo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e contribuire alla continuità delle iniziative di rivitalizzazione socio-culturale e di promozione e diffusione di iniziative artistiche e culturali dei teatri presenti nelle aree individuate dalla strategia nazionale per le aree interne al fine di contrastare la marginalizzazione e il declino demografico.
9/2183-A/48. (Testo modificato nel corso della seduta)Fassino, Scarpa.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 autorizza una spesa pari a 800 mila euro per l'anno 2025 con la finalità di celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000;
dallo schema di decreto ministeriale recante l'elenco delle proposte istitutive e di finanziamento dei comitati nazionali e di edizioni nazionali per l'anno 2024 risulta – come da proposta della Consulta dei comitati nazionali e di edizioni nazionali – la decisione di non procedere al finanziamento del comitato nazionale per le celebrazioni dei 120 anni dalla nascita di Luigi della Piccola;
venir meno, ora, da parte del Ministero della cultura, al sostegno finanziario al Comitato nazionale risulterebbe inspiegabile, pur a fronte dei persistenti gravi tagli generali in atto, da parte del Governo nazionale, al comparto cultura,
impegna il Governo
in linea con le finalità del provvedimento in esame e analogamente a quanto già previsto dall'articolo 4, a sostenere per l'anno 2025 il Comitato nazionale per le celebrazioni dei 120 anni dalla nascita di Luigi della Piccola e riconoscerne l'eccezionale rilevanza storica.
9/2183-A/49. Romeo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 autorizza una spesa pari a 800 mila euro per l'anno 2025 con la finalità di celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000;
dallo schema di decreto ministeriale recante l'elenco delle proposte istitutive e di finanziamento dei comitati nazionali e di edizioni nazionali per l'anno 2024 risulta – come da proposta della Consulta dei comitati nazionali e di edizioni nazionali – la decisione di non procedere al finanziamento del comitato nazionale per le celebrazioni del trentennale della scomparsa di Arturo Benedetti Michelangeli;
venir meno, ora, da parte del Ministero della cultura, al sostegno finanziario al Comitato nazionale risulterebbe inspiegabile, pur a fronte dei persistenti gravi tagli generali in atto, da parte del Governo nazionale, al comparto cultura,
impegna il Governo
in linea con le finalità del provvedimento in esame e analogamente a quanto già previsto dall'articolo 4, a sostenere per l'anno 2025 il comitato nazionale per le celebrazioni del trentennale della scomparsa di Arturo Benedetti Michelangeli e riconoscerne l'eccezionale rilevanza storica.
9/2183-A/50. Girelli.
La Camera
impegna il Governo
in linea con le finalità del provvedimento in esame e analogamente a quanto già previsto dall'articolo 4, a valutare l'opportunità di sostenere per l'anno 2025 il comitato nazionale per le celebrazioni del trentennale della scomparsa di Arturo Benedetti Michelangeli e riconoscerne l'eccezionale rilevanza storica.
9/2183-A/50. (Testo modificato nel corso della seduta)Girelli.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 autorizza una spesa pari a 800 mila euro per l'anno 2025 con la finalità di celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000;
dallo schema di decreto ministeriale recante l'elenco delle proposte istitutive e di finanziamento dei comitati nazionali e di edizioni nazionali per l'anno 2024 risulta – come da proposta della Consulta dei comitati nazionali e di edizioni nazionali – la decisione di non procedere al finanziamento del Comitato nazionale per le celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Elvira Notari;
venir meno, ora, da parte del Ministero della cultura, al sostegno finanziario al Comitato nazionale risulterebbe inspiegabile, pur a fronte dei persistenti gravi tagli generali in atto, da parte del Governo nazionale, al comparto cultura,
impegna il Governo
in linea con le finalità del provvedimento in esame e analogamente a quanto già previsto dall'articolo 4, a sostenere per l'anno 2025 il Comitato nazionale per le celebrazioni per le celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Elvira Notari e riconoscerne l'eccezionale rilevanza storica.
9/2183-A/51. Di Sanzo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 autorizza una spesa pari a 800 mila euro per l'anno 2025 con la finalità di celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea sul paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000;
dallo schema di decreto ministeriale recante l'elenco delle proposte istitutive e di finanziamento dei comitati nazionali e di edizioni nazionali per l'anno 2024 risulta – come da proposta della Consulta dei comitati nazionali e di edizioni nazionali – la decisione di non procedere al finanziamento del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giovanni Spadolini;
venir meno, ora, da parte del Ministero della cultura, al sostegno finanziario al Comitato nazionale risulterebbe inspiegabile, pur a fronte dei persistenti gravi tagli generali in atto, da parte del Governo nazionale, al comparto cultura,
impegna il Governo
in linea con le finalità del provvedimento in esame e analogamente quanto già previsto dall'articolo 4, a sostenere per l'anno 2025 il comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giovanni Spadolini e riconoscerne l'eccezionale rilevanza storica.
9/2183-A/52. Gianassi.
La Camera
impegna il Governo
in sede di attuazione delle disposizioni di cui ai citati articoli 5 e 10 del provvedimento in esame e tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 4, a valutare l'opportunità di istituire in occasione del cinquantacinquesimo anniversario del Ministero della cultura il comitato promotore per le celebrazioni dell'onorevole Giovanni Spadolini.
9/2183-A/52. (Testo modificato nel corso della seduta)Gianassi.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame di conversione in legge del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, reca misure urgenti in materia di cultura;
in particolare l'articolo 10 prevede disposizioni per introdurre misure urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
la tutela del patrimonio culturale è fondamentale poiché testimonia la storia, l'arte, la cultura e le tradizioni di una comunità. È necessario dunque escludere interventi che possano recare pregiudizi ai beni culturali, procedendo ad una attenta valutazione degli interessi coinvolti;
a tal riguardo, si espongono le problematiche che sta determinando uno specifico progetto che prevede la costruzione di un impianto solare fotovoltaico di potenza nominale di 9.989 kWp che si estende su una superficie di 210 mila metri quadrati nel comune di Aquileia, nei pressi di un'area archeologica iscritta tra i Patrimoni Unesco;
la regione Friuli Venezia Giulia ha approvato il progetto durante la conferenza di servizi decisoria del 13 gennaio 2025. Conseguentemente, la soprintendenza ABAP del Friuli Venezia Giulia – che ha espresso un parere negativo alla realizzazione dell'opera – ha proposto opposizione al Presidente del Consiglio dei ministri ai sensi dell'articolo 14-quinquies della legge n. 241 del 1990, per il rischio archeologico elevato e l'incompatibilità paesaggistica del progetto con il contesto culturale e naturale di Aquileia;
del pari, ha proposto opposizione, ai sensi della predetta norma, il comune di Aquileia, richiamando il parere negativo che lo stesso ha espresso in sede di Valutazione impatto ambientale e facendo proprio anche quello della soprintendenza. Nello specifico, il comune ha avanzato opposizione sia in qualità di ente esponenziale di tutela paesaggistico-territoriale e dei beni culturali della comunità di riferimento, sia in qualità di ente fondatore e partecipante della Fondazione Aquileia – istituita ai sensi della legge regionale n. 18 del 25 agosto 2006 – deputata alla valorizzazione archeologica, monumentale e urbana di Aquileia e allo sviluppo turistico dell'area, sia in qualità di ente preposto alla tutela del sito Unesco, in virtù del provvedimento d.d. 5 dicembre 1998 dell'Unesco;
lo scorso 24 gennaio, si è opposto altresì il Ministero della cultura alla richiesta di costruzione dell'impianto di produzione di energia elettrica solare, ai sensi dell'articolo 14-quinquies, comma 1, della legge n. 241 del 1990. Nello specifico, a parere della Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio, «l'ambito di intervento dove dovrebbe sorgere l'impianto fotovoltaico insiste su un'area agricola ad elevatissimo rischio archeologico, a ridosso di un contesto ricco di elementi di interesse tutelati sotto il profilo culturale e paesaggistico a partire dal campanile della Basilica Patriarcale in prossimità del sito UNESCO “Area archeologica di Aquileia e Basilica patriarcale”, coinvolgendo parzialmente anche la buffer zone a protezione del sito»;
è evidente che la realizzazione del predetto parco fotovoltaico espone l'area coinvolta a rischi che ne compromettono, gravemente, lo sviluppo futuro e l'indotto,
impegna il Governo
nell'ambito delle iniziative in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale di cui all'articolo 10, a garantire, per quanto di competenza, la piena tutela e salvaguardia delle aree insistenti nel comune di Aquileia, anche alla luce di quanto esposto in premessa.
9/2183-A/53. Rizzetto, Loperfido, Matteoni, Serracchiani.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 10 del provvedimento in esame prevede misure urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale,
impegna il Governo
ad adottare, nell'ambito della valorizzazione del patrimonio culturale, ogni iniziativa finalizzata a potenziare l'attività degli istituti italiani di cultura nel mondo, al fine di promuovere la pluralità della cultura italiana.
9/2183-A/54. Soumahoro.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 10 del provvedimento in esame prevede misure urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale,
impegna il Governo
ad adottare, nell'ambito della valorizzazione del patrimonio culturale e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, ogni iniziativa finalizzata a potenziare l'attività degli istituti italiani di cultura nel mondo, al fine di promuovere la pluralità della cultura italiana.
9/2183-A/54. (Testo modificato nel corso della seduta)Soumahoro.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, all'articolo 1, prevede il coinvolgimento degli enti del Terzo settore nella realizzazione del Piano Olivetti per la cultura, con riferimento alla rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate;
l'articolo 9 reca misure urgenti in materia di impignorabilità dei fondi destinati alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale; alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale sono altresì rivolte le misure previste all'articolo 10;
la gestione e la tutela delle cose di interesse culturale comporta oneri significativi, spesso protratti nel tempo in attesa dell'avvio del relativo procedimento da parte della soprintendenza, e che i soggetti gestori tra i quali gli enti del Terzo settore, inclusi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, in molti casi non possono sostenere;
gli enti del Terzo settore risultano essere attori fondamentali nella promozione della cultura e nella gestione delle cose assoggettate a interesse culturale, anche in un'ottica di amministrazione condivisa con le istituzioni pubbliche;
considerati gli elevati costi di manutenzione e l'inalienabilità dei suddetti beni, risulta indispensabile garantire un adeguato supporto economico agli enti del Terzo settore che, a vario titolo, si prodigano per la loro conservazione e valorizzazione;
a tal fine, risulta fondamentale potenziare tutti quegli strumenti in grado di generare un effetto moltiplicatore nella promozione culturale. In particolare si dovrebbe procedere celermente all'incremento del tetto per la destinazione del 5 per mille, all'adozione di misure per la digitalizzazione dei poli culturali e di misure volte a migliorare l'accessibilità e la fruibilità del patrimonio culturale, nonché all'istituzione di un Fondo dedicato all'erogazione di contributi a titolo di rimborso per le spese sostenute nella gestione e manutenzione dei beni di interesse culturale,
impegna il Governo
a sostenere gli enti del Terzo settore, inclusi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, e gli enti locali nel mantenimento, nella gestione e nella conservazioni dei beni di interesse culturale, attraverso l'istituzione di un Fondo, con una dotazione adeguata, destinato all'erogazione di contributi a titolo di rimborso per le spese sostenute nella gestione e manutenzione degli stessi.
9/2183-A/55. Gadda.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 10 del decreto-legge in esame reca disposizioni e misure necessarie e urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
il patrimonio culturale di proprietà di istituti culturali, fondazioni e imprese, rappresenta una parte consistente del patrimonio italiano;
come rilevato dall'Osservatorio patrimonio culturale privato, sono presenti oltre 37 mila immobili storici privati, che registrano – con riferimento all'ultimo dato disponibile risalente al 2019, oltre 45 milioni di visite su base annua;
la tutela e la valorizzazione di tali immobili non può prescindere dalle donazioni da parte dei privati che, con spirito di liberalità, concorrono alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Detti beni sono in buona parte dei casi sottratti a stato di abbandono o sottoutilizzo. In tale ottica, i privati proprietari contribuiscono, affiancandosi all'azione pubblica, alla preservazione di quello che è uno dei maggiori asset economici del Paese, ossia il patrimonio storico-culturale,
impegna il Governo
in linea con le finalità complessive del provvedimento, con particolare riferimento alle misure, anche finanziare, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, ad adottare ulteriori iniziative volte a estendere il credito d'imposta Art-Bonus di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, alle erogazioni effettuate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni immobili e mobili, facenti parte del patrimonio culturale italiano che presentino interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, anche se di proprietà di soggetti privati, quali Istituti culturali, fondazioni e imprese.
9/2183-A/56. Giachetti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 10 del decreto-legge in esame reca disposizioni e misure necessarie e urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
il patrimonio culturale di proprietà di istituti culturali, fondazioni e imprese, rappresenta una parte consistente del patrimonio italiano;
come rilevato dall'Osservatorio patrimonio culturale privato, sono presenti oltre 37 mila immobili storici privati, che registrano – con riferimento all'ultimo dato disponibile risalente al 2019, oltre 45 milioni di visite su base annua;
la tutela e la valorizzazione di tali immobili non può prescindere dalle donazioni da parte dei privati che, con spirito di liberalità, concorrono alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Detti beni sono in buona parte dei casi sottratti a stato di abbandono o sottoutilizzo. In tale ottica, i privati proprietari contribuiscono, affiancandosi all'azione pubblica, alla preservazione di quello che è uno dei maggiori asset economici del Paese, ossia il patrimonio storico-culturale,
impegna il Governo
in linea con le finalità complessive del provvedimento, con particolare riferimento alle misure, anche finanziare, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative volte a estendere il credito d'imposta Art-Bonus di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, alle erogazioni effettuate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni immobili e mobili, facenti parte del patrimonio culturale italiano che presentino interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, anche se di proprietà di soggetti privati, quali Istituti culturali, fondazioni e imprese.
9/2183-A/56. (Testo modificato nel corso della seduta)Giachetti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede, meritoriamente, misure finalizzate tutelare e valorizzare il patrimonio culturale della Nazione;
il provvedimento da noi esaminato per la sua conversione in legge appare di fondamentale importanza per favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità, e tutelare e valorizzare il patrimonio culturale;
si prevede quindi l'adozione di un piano di azione finalizzato a realizzare, tra gli altri obiettivi, anche quello di strutturare il piano stesso in diversi progetti tra i quali si segnala per importanza il progetto «identità», finalizzato al restauro e alla valorizzazione dei luoghi e dei monumenti simbolo della storia e dell'identità dei territori;
l'articolo 10 reca misure urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
in questo contesto si segnala l'importanza di «Palazzo Pecci», sito a Carpineto Romano, il quale rappresenta un rilevante bene storico e culturale, essendo la casa natale di Papa Leone XIII, figura di spicco della storia della Chiesa cattolica e del pensiero sociale cristiano;
il Palazzo costituisce un patrimonio architettonico e artistico di straordinario valore, testimone delle vicende della nobile famiglia Pecci e custode di opere d'arte, arredi storici, una biblioteca ricca di incunaboli e documenti di rilevanza internazionale;
la conservazione e la valorizzazione di tale complesso storico sono fondamentali per la promozione del patrimonio culturale nazionale e per il rilancio del turismo culturale nei Monti Lepini;
il comune di Carpineto Romano da tempo lavora per creare le condizioni per l'acquisto del Palazzo per farne un museo aperto al pubblico,
impegna il Governo
in linea con le finalità del provvedimento e per quanto di competenza, a valutare l'opportunità di sostenere il comune di Carpineto Romano nell'acquisto del Palazzo Pecci e di adottare un programma straordinario di restauro e conservazione dell'immobile, finalizzato alla tutela delle strutture architettoniche, degli arredi storici e delle opere d'arte in esso custoditi.
9/2183-A/57. Ciocchetti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame introduce misure urgenti volte a favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità, per promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione nonché per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale nazionale;
l'articolo 10, comma 3, prevede un finanziamento di 500.000 euro per il 2025 al Museo di fotografia contemporanea di Milano, quale contributo al suo funzionamento come realtà museale locale da valorizzare, in linea con le finalità perseguite dal provvedimento di favorire e promuovere l'accesso alla cultura,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di accompagnare le misure contenute all'articolo 10 del provvedimento in esame con interventi ulteriori volti a prevedere un finanziamento annuo di 100.000 euro al Museo Civico San Domenico di Forlì come contributo al suo funzionamento.
9/2183-A/58. Dalla Chiesa, Tassinari.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, introduce misure urgenti volte a favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità, per promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione nonché per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale nazionale;
l'articolo 10, comma 3, prevede un finanziamento di 500.000 euro per il 2025 al Museo di fotografia contemporanea di Milano, quale contributo al suo funzionamento come realtà museale locale da valorizzare, in linea con le finalità perseguite dal provvedimento di favorire e promuovere l'accesso alla cultura;
il 29 giugno 2009, a Viareggio, l'esplosione di uno dei 14 carri cisterna di un convoglio che conteneva Gpl provocò la morte di 32 persone e oltre 100 feriti,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di accompagnare le misure contenute all'articolo 10 del provvedimento in esame con interventi ulteriori volti a sostenere e a promuovere la realizzazione un Museo del ricordo della strage di Viareggio del 29 giugno 2009 per conservarne la memoria, farne conoscere le cause e le conseguenze prodotte, rendere omaggio alle vittime e alle loro famiglie.
9/2183-A/59. Deborah Bergamini.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 10 del decreto-legge in esame reca disposizioni concernenti misure urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
per effetto dei lavori in sede referente, è stato aggiunto un comma volto ad integrare la dotazione finanziaria del fondo di cui all'articolo 1, comma 898, della legge 30 dicembre 2024 n. 207 nonché a prorogare di trenta giorni il termine previsto per l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto all'articolo 1, comma 900 della medesima legge n. 207 del 2024;
le citate modifiche sono volte, in particolare, a consentire di finalizzare con un unico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, e nella specie quello previsto all'articolo 1, comma 900 della medesima legge n. 207 del 2024 e sulla base delle destinazioni previste con specifico atto di indirizzo delle Camere, le risorse allocate sul fondo di cui all'articolo 1, comma 898, della legge 30 dicembre 2024 n. 207;
ciò in quanto, nel corso dell'esame da parte dell'Aula della Camera dei deputati lo scorso 20 dicembre, i seguenti ordini del giorno, 9/02112-bis-A/211, 9/02112-bis-A/213, 9/02112-bis-A/231, oltre a prevedere il riparto della dotazione finanziaria prevista da fondo di cui all'articolo 1, comma 898, della legge 30 dicembre 2024 n. 207, hanno impegnato il Governo, altresì, a destinare la quota del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014 n. 190, come rifinanziato ai sensi della medesima legge n. 207 del 2024, che è residuata all'esito dell'approvazione degli emendamenti in sede referente, alle finalità espressamente previste nel predetti ordini del giorno. L'utilizzo di tale parte residuale si sarebbe dovuto effettuare attraverso l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze previsto al secondo periodo del predetto articolo 1, comma 200, della citata legge n. 190 del 2014;
nella sostanza, quindi, all'esito dell'esame in sede referente sulla legge di bilancio, i citati ordini del giorno hanno impegnato il Governo ad adottare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze previsto al secondo periodo del predetto articolo 1, comma 200, della citata legge n. 190 del 2014 per finalizzare le risorse residuate (ma pur sempre nei limiti delle disponibilità del fondo di cui all'articolo 1, comma 884, della legge 30 dicembre 2024 n. 207), pari a 5.000.000 di euro per l'anno 2025, a 31.760.000 euro per l'anno 2026 e a 28.400.000 euro per l'anno 2027;
in aggiunta agli interventi indicati negli ordini del giorno accolti nel corso dell'esame da parte dell'Aula della Camera dei deputati lo scorso 20 dicembre 2024 da finanziare a carico del fondo di cui all'articolo 1, comma 898, della legge 30 dicembre 2024 n. 207 come integrato ai sensi del presente decreto-legge, in sede di riparto delle risorse ivi previste deve essere finanziata anche la «Vertical – Fondazione italiana per la cura della paralisi» con sede in Roma, via Scorticabove, n. 80 per l'importo di euro 80.000 annui per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027 come da intervento effettuato presso l'Aula del Senato il giorno 27 dicembre 2024 nel corso della seduta n. 257;
per effetto delle integrazioni apportate in sede di conversione del presente decreto-legge con il comma aggiuntivo all'articolo 10, anche per ragioni di unicità del provvedimento di riparto delle risorse stanziate, si rende necessario, a parziale rettifica degli ordini del giorno 9/02112-bis-A/211, 9/02112-bis-A/213, 9/02112-bis-A/223, 9/02112-bis-A/231, 9/02112-bis-A/235 e 9/02112-bis-A/239, prevedere le seguenti modifiche:
1. gli interventi indicati negli ordini del giorno 9/02112-bis-A/211, 9/02112-bis-A/213, 9/02112-bis-A/231, che si sarebbero dovuti finanziare sulla base della quota del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014 n. 190, come rifinanziato ai sensi della legge n. 207 del 2024, che è residuata all'esito dell'approvazione degli emendamenti in sede referente, attraverso l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze previsto al secondo periodo del predetto articolo 1, comma 200, della citata legge n. 190 del 2014, devono intendersi finanziati a carico del fondo di cui all'articolo 1, comma 898, della legge 30 dicembre 2024 n. 207 come integrato ai sensi del presente decreto-legge e attraverso il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto all'articolo 1, comma 900 della medesima legge n. 207 del 2024;
2. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/211, alla lettera rr) prevede uno stanziamento di 0,1 milioni per l'anno 2026 in favore del Ministero della giustizia finalizzato all'incremento dell'efficienza e della funzionalità della procura di Trani. Tale contributo per il medesimo importo, finalità e annualità deve intendersi destinato in favore della procura di Trani;
3. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/211, alla lettera ss) prevede uno stanziamento di 0,1 milioni di euro per l'anno 2025 e di 0,1 milioni di euro per l'anno 2026 e di 0,1 milioni di euro per l'anno 2027 in favore del Ministero dell'interno da destinare alle città metropolitane per iniziative inerenti la celebrazione della giornata nazionale delle periferie urbane di cui alla legge 5 novembre 2024, n. 170. Il suddetto finanziamento, in sostituzione del suddetto Ministero, deve intendersi così rimodulato: destinare per l'anno 2025 un contributo di 25.000 euro per ciascuna delle seguenti città metropolitane: Roma; Napoli; Venezia; Catania; per l'anno 2026 destinare un contributo di 20.000 euro per ciascuna delle seguenti città metropolitane: Bologna; Reggio Calabria; Genova; Firenze; Palermo; per l'anno 2027 destinare un contributo di 20.000 euro per ciascuna delle seguenti città metropolitane: Milano; Cagliari; Torino; Bari; Messina;
4. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/211, alla lettera tt) prevede uno stanziamento di 0,1 milioni di euro per l'anno 2025 in favore del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al fine di destinare indennizzi per la ridotta attività lavorativa, prodotta a seguito della decarbonizzazione dei porti, in favore delle società di cui agli articoli 14, 16 e 17 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, e del servizio delle guardie ai fuochi. Tale stanziamento, in sostituzione del suddetto Ministero deve intendersi così rimodulato: destinare l'importo di 30.000 euro per l'anno 2025 a favore della Soc. Coop. a r.l. Compagnia Portuale «Nicola & Salvatore Briamo» Via del Mare 50 72100 Brindisi P.Iva 00607020740 C.F. 80000110744; destinare l'importo di 20.000 euro per l'anno 2025 a favore della Compagnia Portuale «Briamo» srl Via del Mare 50 72100 Brindisi P.Iva e C.F. 01694150747; destinare l'importo di 10.000 euro per l'anno 2025 a favore del Gruppo Ormeggiatori Del Porto Di Brindisi S.Coop. r.l. viale regina Margherita 42 72100 Brindisi P.Iva 00063030746; destinare l'importo di 20.000 euro a favore della Minosse S.r.l. Piazza Verbano 8 00199 Roma P.Iva 08651241005 C.F. 08651241005; destinare l'importo di 10.000 euro a favore della Coop. CO.SE.PO. srl (10 mila euro) Via Prato del Turco snc 00053 Civitavecchia (RM) P.Iva 01046801005 C.F. 02348120581; destinare l'importo di 10.000 euro a favore della Gruppo Ormeggiatori e Barcaioli del porto di Civitavecchia S.Coop. r.l. Molo Vespucci snc 00053 Civitavecchia (RM) P.Iva 01002501003;
5. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/223 ha previsto un contributo pari a 0,15 milioni di euro per l'anno 2025 per la realizzazione di una cartografia aggiornata delle specie che necessitano di conservazione e delle specie aliene che possono rappresentare una minaccia per l'Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo (OT), nonché per la realizzazione di una check-list floristica della medesima Area con georeferenziazione degli endemiti, cartografia di distribuzione e raccolta del germoplasma per la conservazione ex-situ e aggiornamento della cartografia della componente aliena. Tale contributo per il medesimo importo, finalità e annualità deve intendersi destinato a favore dell'Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo (OT);
6. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/235 ha previsto un contributo pari a 500.000 euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, da destinare allo stato di previsione del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Missione 1 – Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca, Programma 1.3 – Politiche competitive, della qualità agroalimentare, della pesca, dell'ippica e mezzi tecnici di produzione, in favore della Marineria di Pescara. Tale contributo, per i medesimi importi e annualità, deve intendersi destinato, in sostituzione della finalità sopra indicata, alla regione Abruzzo – Assessorato per l'agricoltura – Direzione Pesca con la finalità di valorizzazione e promozione della pesca costiera e della marineria abruzzese;
7. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/235 ha, inoltre previsto un contributo pari a 500.000 euro per l'anno 2025 da destinare al Ministero della cultura per il restauro della Chiesa di San Michele Arcangelo a Roncole Verdi (PR). Tale contributo, per il medesimo importo e annualità, deve intendersi destinato, in sostituzione del Ministero sopra indicato, al comune di Busseto, per il restauro della Chiesa di San Michele Arcangelo presso la frazione di Roncole Verdi (PR);
8. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/235 ha, inoltre previsto un contributo di euro 190.728 per l'anno 2025 e di euro 371.228 per ciascuno degli anni 2026 e 2027 per il Ministero dell'interno, missione 5 – Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti, programma 5.1 Flussi migratori, intervento per lo sviluppo della coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni, capitolo 2309, in favore delle Associazioni combattentistiche. Tale contributo, per i medesimi importi e annualità, deve intendersi destinato, in sostituzione del Ministero sopra indicato, a favore delle seguenti associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno e per gli importi a fianco di ciascuna indicati: Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG): euro 154.489,68 per l'anno 2025, euro 300.694,68 per l'anno 2026 ed euro 300.694,68 per l'anno 2027; Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti (ANPPIA): euro 19.072,8 per l'anno 2025, euro 37.122,80 per l'anno 2026 ed euro 37.122,80 per l'anno 2027; Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei Campi Nazisti (ANED): euro 17.165,52 per l'anno 2025, euro 33.410,52 per l'anno 2026 ed euro 33.410,52 per l'anno 2027;
9. i seguenti interventi indicati nell'ordine del giorno 9/02112-bis-A/235, a parziale modifica di quanto ivi riportato, devono intendersi destinati e finanziati per gli importi e le annualità di seguito indicate:
Finalità del contributo da erogare
|
Annualità e importo del finanziamento |
Annualità e importo del finanziamento |
Comune di Formello (RM) per opere di rigenerazione urbana riguardanti il sito dell'ex Scuola Media Rossellini in Via Bassanelli per la realizzazione di un auditorium |
anno 2025: euro 500.000 |
anno 2026: euro 2.000.000 |
Comune di Rieti per l'acquisizione e la ristrutturazione di beni immobili siti nel medesimo comune, da destinare a sedi e residenze universitarie; |
anno 2025: euro 500.000 |
anno 2026: euro 2.000.000 |
10. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/239 ha previsto un contributo pari a 150.000 euro per l'anno 2025 da destinare al Ministero delle infrastrutture e trasporti per un piano di e-mobility integrato a potenziali modelli IA attraverso lo sviluppo sul territorio del comune di Sannicandro di Bari di specifici moduli di intervento per l'integrazione di infrastrutture per una mobilità lenta, ecosostenibile e ciclopedonale, l'installazione di attrezzature di segnaletica orizzontale e verticale, per il potenziamento della segnaletica e delle attrezzature volte a garantire la sicurezza della mobilità dolce, la realizzazione di una interfaccia web interattiva integrata con strumenti di monitoraggio delle condizioni ambientali con specifici strumenti di rilevazione, videosorveglianza e mappatura. Tale importo deve intendersi destinato, in sostituzione del Ministero sopra indicato, al comune di Sannicandro di Bari per il medesimo importo, annualità e finalità;
11. l'ordine del giorno 9/02112-bis-A/239 ha previsto un contributo pari a 150.000 euro per l'anno 2025 da destinare al Ministero della cultura per la digitalizzazione del patrimonio librario membranaceo della Biblioteca nazionale di Cosenza (CS). Tale importo deve intendersi destinato, in sostituzione del Ministero sopra indicato, alla regione Calabria per il medesimo importo, annualità e finalità,
impegna il Governo
tenuto conto delle disposizioni di cui all'articolo 10, commi 4-bis e 4-ter, del provvedimento in esame, in sede di adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dall'articolo 1, comma 900, della legge 30 dicembre 2024 n. 207, a dare attuazione, oltre a quanto previsto in tutti gli atti di indirizzo approvati in data 20 dicembre 2024 e riferiti alle risorse del fondo di cui all'articolo 1, comma 898, della medesima legge n. 207 del 2024, anche a quanto previsto nelle premesse del presente ordine del giorno.
9/2183-A/60. Lucaselli, Comaroli, Pella, Romano.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento è finalizzato a tutelare e promuovere la cultura, e nello specifico a: 1) favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità; 2) promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione; 3) tutelare e valorizzare il patrimonio culturale; 4) semplificare gli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo;
nello specifico si dispongono misure urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e si interviene sulla norma che consente al Ministero di destinare una quota dei proventi conseguiti in occasione di eventi culturali dai suoi uffici dotati di autonomia o dagli enti controllati o vigilati, tramite versamento all'entrata del bilancio dello Stato e riassegnazione allo stato di previsione della spesa del Ministero della cultura, alla tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali;
la salvaguardia di strutture di cinema e teatri ricopre una rilevante importanza ai fini dello sviluppo culturale sull'intero territorio, per questo motivo si ritiene necessario intervenire con misure che ne garantiscano la tutela e la diffusione,
impegna il Governo
ad accompagnare gli interventi attuativi delle finalità di promozione e valorizzazione delle attività di spettacolo, previste dall'articolo 1, comma 1, lettera e-bis) del provvedimento in esame, con iniziative normative di competenza volte ad ampliare il campo di applicazione della tutela per valorizzare il patrimonio culturale legato ai luoghi di spettacolo per garantire la salvaguardia di strutture di cinema e teatri che, pur non rispettando i vincoli temporali e normativi previsti dal Codice dei beni culturali, rappresentano un patrimonio culturale di rilevanza storica, artistica e sociale.
9/2183-A/61. Cangiano, Schifone, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento è finalizzato a tutelare e promuovere la cultura, e nello specifico a: 1) favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità; 2) promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione; 3) tutelare e valorizzare il patrimonio culturale; 4) semplificare gli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo;
nello specifico si dispongono misure urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e si interviene sulla norma che consente al Ministero di destinare una quota dei proventi conseguiti in occasione di eventi culturali dai suoi uffici dotati di autonomia o dagli enti controllati o vigilati, tramite versamento all'entrata del bilancio dello Stato e riassegnazione allo stato di previsione della spesa del Ministero della cultura, alla tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali;
la salvaguardia di strutture di cinema e teatri ricopre una rilevante importanza ai fini dello sviluppo culturale sull'intero territorio, per questo motivo si ritiene necessario intervenire con misure che ne garantiscano la tutela e la diffusione,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di accompagnare gli interventi attuativi delle finalità di promozione e valorizzazione delle attività di spettacolo, previste dall'articolo 1, comma 1, lettera e-bis) del provvedimento in esame, con iniziative normative di competenza volte ad ampliare il campo di applicazione della tutela per valorizzare il patrimonio culturale legato ai luoghi di spettacolo per garantire la salvaguardia di strutture di cinema e teatri che, pur non rispettando i vincoli temporali e normativi previsti dal Codice dei beni culturali, rappresentano un patrimonio culturale di rilevanza storica, artistica e sociale.
9/2183-A/61. (Testo modificato nel corso della seduta)Cangiano, Schifone, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
la legge di bilancio per il 2025 (legge 30 dicembre 2024, n. 207, articolo 1, commi 616-623) ha disposto la celebrazione della figura di Alessandro Volta nella ricorrenza del secondo centenario della sua morte, che cade nell'anno 2027;
a tale fine, la citata legge n. 207 del 2024 ha istituito il Comitato nazionale per la celebrazione del bicentenario della morte di Alessandro Volta, a cui è attribuito un contributo pari a 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027;
ai sensi dell'articolo 1, comma 624, della citata legge n. 207 del 2024, ai relativi oneri si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, di cui all'articolo 239 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77;
il Comitato nazionale ha il compito di elaborare un programma culturale relativo alla vita, all'opera e ai luoghi legati alla figura di Alessandro Volta, comprendente attività di restauro di cose mobili o immobili sottoposte a tutela ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché attività di ricerca, editoriali, formative, espositive e di organizzazione e gestione di manifestazioni in ambito culturale, storico e scientifico di elevato valore, in una prospettiva di internazionalizzazione e di innovazione tecnologica volta alla promozione dello sviluppo di ricerche, progetti e sperimentazioni di interventi innovativi sotto il profilo tecnologico nei settori energetico, delle comunicazioni, dell'informazione e altre materie di riferimento dell'iniziativa che costituiscono i più significativi ambiti applicativi legati alle scoperte voltiane, al fine di divulgare in Italia e all'estero, anche mediante piattaforme digitali, la conoscenza del pensiero, dell'opera e dell'eredità della figura di Alessandro Volta da trasmettere, in particolar modo, anche alle giovani generazioni;
pertanto, in considerazione dell'importanza culturale rappresentata dalla figura di Alessandro Volta e della rilevanza delle competenze del Ministero della cultura nell'ambito delle attività del Comitato,
considerando che il decreto-legge ha la finalità di valorizzare e salvaguardare le attività di ricerca e promozione culturale a tal fine prevedendo – in particolare agli articoli 5 e 10, comma 3 – misure specificamente rivolte a istituti ed enti aventi tali compiti,
impegna il Governo
in sede di attuazione delle disposizioni di cui ai citati articoli 5 e 10 del provvedimento in esame e tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 4, a valutare l'opportunità di sostenere le attività del Comitato nazionale per la celebrazione del bicentenario della morte di Alessandro Volta attraverso lo stanziamento di ulteriori risorse a valere sui fondi di competenza del Ministero della cultura.
9/2183-A/62. Mascaretti, Mollicone, Amorese, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
considerando che il decreto-legge ha la finalità di valorizzare e salvaguardare le attività di ricerca e promozione culturale a tal fine prevedendo – in particolare agli articoli 5 e 10, comma 3 – misure specificamente rivolte a istituti ed enti aventi tali compiti;
Giovan Battista Marino nato a Napoli il 14 ottobre 1569 e morto a Napoli il 25 marzo 1625, è stato un illustre poeta e scrittore italiano, considerato il fondatore della poesia barocca nonché il massimo esponente italiano, la cui opera ha esercitato una profonda influenza sulla letteratura italiana ed europea del Seicento;
il poeta, autore di innumerevoli capolavori di cui l'Adone è la massima espressione, oltre che un colto letterato era un collezionista e frequentatore di artisti, e la sua poetica ricca di suggestioni visive ha favorito uno scambio continuo tra la pittura e la scultura;
la straordinaria importanza dell'opera del Marino e l'enorme successo che ebbe tra i suoi contemporanei sono efficacemente illustrati nel giudizio reso dal celebre critico Francesco de Sanctis nella sua opera «Storia della letteratura italiana», il quale riferendosi al poeta napoletano scrisse: «Il re del secolo, il gran maestro della parola, fu il cavalier Marino, onorato, festeggiato, pensionato, tenuto principe de' poeti antichi e moderni, e non da plebe, ma da' più chiari uomini di quel tempo [...]. Marino fu l'ingegno del secolo, il secolo stesso nella maggior forza e chiarezza della sua espressione»;
considerato che la Repubblica italiana, nell'ambito delle funzioni di promozione dello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica, nonché di salvaguardia e valorizzazione della tradizione culturale italiana e del patrimonio artistico e storico della Nazione, ad essa attribuite dalla Costituzione, celebra il poeta e scrittore Giovan Battista Marino nella ricorrenza del quarto centenario dalla sua morte,
impegna il Governo
in sede di attuazione delle disposizioni di cui ai citati articoli 5 e 10 del provvedimento in esame e tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 4, a valutare l'opportunità di istituire, presso il Ministero della cultura, il «Comitato promotore per le celebrazioni del quarto centenario dalla morte del poeta Giovan Battista Marino».
9/2183-A/63. Schiano di Visconti, Cangiano, Schifone, Mollicone, Amorese, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
considerando che il decreto-legge ha la finalità di valorizzare e salvaguardare le attività di ricerca e promozione culturale a tal fine prevedendo – in particolare agli articoli 5 e 10, comma 3 – misure specificamente rivolte a istituti ed enti aventi tali compiti;
l'onorevole Giovanni Spadolini, nato a Firenze il 21 giugno 1925 e morto a Roma il 4 agosto 1994, è stato un politico, storico e giornalista italiano;
nel corso della sua lunga attività politica l'onorevole Giovanni Spadolini ha profuso la sua attività e il suo impegno per l'istituzione dell'allora Ministero per i beni culturali e ambientali, avvenuta con decreto-legge 14 dicembre 1974, n. 657, convertito nella legge 29 gennaio 1975, n. 5;
la volontà sottesa all'iniziativa era quella di affidare unitariamente alla specifica competenza di un Ministero, appositamente costituito, la gestione del patrimonio culturale e dell'ambiente, entrambi beni tutelati dalla Costituzione, al fine di assicurare l'organica tutela di beni e interessi di estrema rilevanza sul piano interno e nazionale;
nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario dall'istituzione del Ministero della cultura, si ritiene opportuno celebrare la figura dell'onorevole Giovanni Spadolini, la sua determinazione e lungimiranza politica nel voler istituire un Dicastero per la cultura, al fine di mantenere vivo il legame con le sue origini, e il suo ruolo cruciale nella conservazione dell'identità culturale del Paese,
pertanto, in considerazione dell'importanza politica e istituzionale rappresentata dalla figura dell'onorevole Giovanni Spadolini,
impegna il Governo
in sede di attuazione delle disposizioni di cui ai citati articoli 5 e 10 del provvedimento in esame e tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 4, a valutare l'opportunità di istituire, in occasione del cinquantesimo anniversario del Ministero della cultura, il «Comitato promotore per le celebrazioni dell'onorevole Giovanni Spadolini.».
9/2183-A/64. La Porta, Mollicone, Amorese.
La Camera,
premesso che:
considerando che il decreto-legge ha la finalità di valorizzare e salvaguardare le attività di ricerca e promozione culturale a tal fine prevedendo – in particolare agli articoli 5 e 10, comma 3 – misure specificamente rivolte a istituti ed enti aventi tali compiti
la Fondazione Museo nazionale della fotografia forma, promuove e diffonde, seguendo una logica educativa e attraverso strumenti pedagogici, la conoscenza della cultura dell'arte visiva fotografica contemporanea in tutte le sue manifestazioni, implicazioni ed interazioni con le altre forme di espressioni artistiche sia contemporanee che future;
la Fondazione, inoltre, reperisce, acquisisce e conserva fondi e materiali fotografici, che consentono di illustrare al pubblico, di ogni fascia di età e condizione personale e sociale, il valore del linguaggio fotografico;
la Fondazione promuove la creatività e la circolazione degli artisti anche attraverso l'attività di committenza idonea ad incrementare il patrimonio museale, nonché bandendo concorsi;
la Fondazione si pone quale laboratorio di ricerca e di restauro del patrimonio fotografico/documentale e quale luogo di incontro e di istituzione di corsi di formazione di studiosi, ricercatori, operatori della fotografia e della multimedialità, appartenenti alla comunità nazionale e a quella internazionale, favorendo così lo sviluppo di collaborazioni, integrazioni e sinergie;
pertanto, in considerazione dell'importanza culturale e istituzionale rappresentata dalla Fondazione Museo nazionale della fotografia, che costituisce l'unico museo pubblico in Italia dedicato alla fotografia,
impegna il Governo
ad assicurare tutto il necessario supporto per l'avanzamento dell'iter parlamentare di approvazione del disegno di legge A.C. 2112-quinquies, recante «Autorizzazione di spesa in favore della Fondazione Museo nazionale della fotografia» e ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a garantire che sia riconosciuto a settant'anni dalla produzione il diritto esclusivo sulle fotografie, come per le opere fotografiche, eliminandone le distinzioni di trattamento.
9/2183-A/65. Di Maggio, Mollicone, Amorese, Latini, Sasso, Loizzo, Miele, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
il settore della musica popolare contemporanea, dopo la pandemia COVID-19, è stato in grado di riorganizzarsi;
il settore del live è un volano incredibile di sviluppo turistico per le medie città italiane, si pensi al volume di indotto che generano gli spettacoli dal vivo in città come Verona o Mantova;
secondo i dati della Milano Music Week 2024, il solo settore dei concerti in Italia vale 970 milioni di euro;
considerato che il settore della musica popolare contemporanea è composto al 90 per cento da piccole e medie imprese con una forte impronta territoriale e che poi vi sono pochi grandi gruppi internazionali operanti in Italia,
rilevato che una delle finalità del «Piano Olivetti per la cultura» è la promozione e valorizzazione di tutte le attività di spettacolo (articolo 1, comma 1, lettera e-bis) e che il provvedimento in esame, agli articoli 6 e 7, reca, tra l'altro, misure volte a sostenere gli spettacoli dal vivo;
al fine di favorire una maggiore vivacità imprenditoriale e processi di potenziamento dell'offerta musicale sul tutto il territorio nazionale, in particolare per i circuiti meno turistici meno noti,
impegna il Governo
in linea con la finalità del provvedimento richiamata in premessa, a valutare l'opportunità di istituire nel primo provvedimento utile un credito di imposta per l'organizzazione e la produzione di spettacoli di musica popolare contemporanea.
9/2183-A/66. Amich, Mollicone, Amorese, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
l'attuale disciplina sulla durata della carica di sovrintendente delle fondazioni lirico-sinfoniche, all'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, recante «Disposizioni per la trasformazione degli enti che operano nel settore musicale in fondazioni di diritto privato», prevede che il sovrintendente cessa in ogni caso dalla carica al compimento del settantesimo anno di età;
il decreto-legge n. 201 del 2024 reca misure urgenti in materia di cultura che contiene, tra le altre, disposizioni finalizzate (secondo quanto riportato nel preambolo del decreto stesso) a «favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità», «disposizioni per promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione», disposizioni volte a «sostenere le Istituzioni culturali», «misure di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale», specifiche misure «per il cinema e per il settore audiovisivo», nonché «misure in materia di personale del Ministero della cultura»;
le fondazioni lirico sinfoniche sono soggetti fondamentali nella ricca geografia delle istituzioni culturali del nostro Paese, destinatarie di fondi pubblici e titolari di importanti funzioni di organizzazione e promozione di spettacoli dal vivo, la cui azione – in piena coerenza con il quadro delle finalità del provvedimento sopra riportate – deve essere supportata e sostenuta, anche sul piano normativo, al fine di valorizzarle e garantire loro piena efficacia e continuità di azione;
i sovrintendenti delle fondazioni lirico sinfoniche sono nominati dal Ministro della cultura e hanno importanti compiti in materia gestionale, di direzione e coordinamento dell'attività di produzione artistica delle fondazioni e delle attività connesse e strumentali;
appare del tutto incongrua, rispetto all'obiettivo di valorizzare e sostenere l'attività delle suddette fondazioni, l'attuale disciplina sulla durata della carica,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative di carattere normativo volte alla modifica del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, con riferimento alle norme in materia di cessazione dall'incarico di Sovrintendente, disponendo che tale incarico possa essere conferito a soggetti che non abbiano compiuto il settantesimo anno di età.
9/2183-A/67. Messina, Mollicone, Amorese, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali. Durante l'esame in sede referente sono stati inseriti, tra le finalità del piano, ulteriori riferimenti alla cultura del movimento, alla promozione dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo, alla promozione della digitalizzazione del patrimonio librario e dell'alfabetizzazione digitale, della produzione culturale e artistica giovanile, alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, oltreché alla necessità di coinvolgere il Terzo settore nelle attività di rigenerazione culturale delle periferie. Inoltre, ancora in sede referente, è stata inserita una disposizione volta ad istituire una posizione dirigenziale di livello generale all'interno dell'ufficio di gabinetto del Ministero della cultura, con funzioni di supporto all'attuazione del Piano,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte al rafforzamento, nell'ambito del Piano Olivetti per la Cultura, del partenariato pubblico – privato e alla creazione di meccanismi di attrazione di investimenti per operazioni sussidiarie, anche attraverso la costituzione del Fondo Italiano per la Sussidiarietà.
9/2183-A/68. Mollicone, Amorese.
La Camera,
premesso che:
in sede di esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201 (cosiddetto decreto «Cultura»), il provvedimento reca disposizioni in materia di adozione del «Piano Olivetti» teso a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria e gli istituti storici e culturali del Paese;
con l'articolo 5 del decreto-legge in corso di conversione sono state previste misure atte a riconoscere un contributo, a partire dall'anno in corso, ad alcuni dei 210 istituti del Paese;
sono infatti previsti finanziamenti alla Giunta storica nazionale, l'Istituto italiano per la storia antica, l'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, l'Istituto italiano di numismatica così da permettere loro di arricchire la pianta organica e sopperire alla carenza di personale;
in aiuto alla platea di beneficiari è giunta anche l'approvazione, con decreto del Ministro della cultura in data 2 maggio 2024, della Tabella prevista dall'articolo 1 della legge 17 ottobre 1996, n. 534, che se da un lato fornisce le risorse per offrire un servizio adeguato, dall'altro porta con sé alcuni aspetti che necessitano di essere chiariti in tema di selezione dei destinatari ammessi al contributo ed i criteri di ripartizione delle risorse,
impegna il Governo:
ad accompagnare gli interventi contenuti all'articolo 5 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte:
a redigere linee guida univoche tali da permettere una corretta individuazione dei beneficiari dei contribuiti di cui alla Tabella della legge n. 534 del 1996;
ad affrontare, considerata la centralità nel panorama culturale italiano, il tema degli istituti culturali in ogni suo aspetto, garantendo loro personale numericamente adeguato alle esigenze e certezza sui contributi spettanti.
9/2183-A/69. Roscani, Amorese, Mollicone, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
oggi il mercato dell'arte in Italia realizza un complessivo indotto economico stimato in 4 miliardi di euro. Impiega circa 50.000 posti di lavoro tra settori direttamente coinvolti (ad esempio case d'asta, antiquari e gallerie d'arte) e operatori esterni che collaborano con il settore in maniera organica e continuativa (restauratori, corniciai, storici dell'arte, fotografi, trasportatori);
la normativa nazionale vigente prevede l'applicazione dell'aliquota IVA del 10 per cento per le importazioni di oggetti d'arte, di antiquariato, nonché per gli oggetti d'arte ceduti dagli autori, dai loro eredi o legatari. Al di fuori di queste ipotesi agevolate, le cessioni di oggetti d'arte scontano l'aliquota IVA ordinaria del 22 per cento;
con decorrenza dal 1° gennaio 2025, Germania e Francia hanno abbassato, rispettivamente al 7 per cento e al 5,5 per cento, le aliquote IVA sulle importazioni e sulle transazioni interne relative ad opere d'arte, rendendo gli Stati territorio adatto alla circolazione dei beni artistici e di antiquariato, permettendo ai cittadini di questi stati di godere ancor più facilmente di opere provenienti da tutto il mondo;
questa disparità penalizza fortemente il nostro Paese, rendendo difficile competere con imprese collocate in Germania, Francia e Lussemburgo, dove non solo le condizioni fiscali ma anche le politiche in materia di circolazione sono molto più favorevoli;
la legge n. 111 del 2023, recante delega al Governo per la riforma fiscale, nel dettare i princìpi e criteri direttivi per la revisione dell'imposta sul valore aggiunto, all'articolo 7, comma 1, lettera e), prevede la riduzione dell'aliquota IVA applicabile all'importazione di opere d'arte, in linea con la direttiva (UE) 2022/542, e l'applicazione di tale aliquota ridotta anche alle cessioni dei medesimi beni;
l'applicazione dell'aliquota IVA ridotta del 10 per cento sull'intero imponibile delle suddette cessioni in luogo dell'applicazione dell'aliquota del 22 per cento sul margine determina di fatto un recupero di gettito stimato sulla base dei dati reperiti presso gli operatori di settore (gallerie d'arte e antiquari),
impegna il Governo
ad accompagnare il quadro di sostegno finanziario per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, come delineato dall'articolo 10 del provvedimento in esame, prevedendo, nel primo provvedimento utile, l'applicazione dell'aliquota IVA del 10 per cento agli oggetti d'arte, di antiquariato e da collezione ceduti dal soggetto passivo che li ha importati; agli oggetti d'arte ceduti dal soggetto passivo che li ha acquistati dagli autori, dai loro eredi o legatari; agli oggetti d'arte, di antiquariato e da collezione oggetto di acquisto intracomunitario.
9/2183-A/70. Amorese, Mollicone, Congedo, Ciaburro, Caretta, Morgante.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201, reca misure urgenti in materia di cultura;
le Fondazioni lirico sinfoniche, i teatri nazionali e di rilevante interesse culturale, i teatri di tradizione rappresentano una delle realtà principali del panorama culturale;
tuttavia le ultime scelte legislative di questi anni hanno comportato il blocco del turn over generando un aumento del lavoro autonomo «obbligato»;
il settore resta caratterizzato da un quadro normativo frammentato, con gli enti su indicati oscillanti tra natura giuridica privata e pubblicistica;
il settore dello spettacolo è un tratto importante dell'identità culturale del nostro Paese, riconosciuto ovunque nel mondo come testimone e ambasciatore della nostra cultura e della nostra identità nazionale e potente veicolo di conoscenza e promozione del nostro Paese,
impegna il Governo
al fine di disporre di tutte le risorse umane necessarie al conseguimento degli obiettivi di promozione del patrimonio culturale, come perseguiti dal provvedimento in esame, a valutare l'opportunità di escludere le Fondazioni lirico sinfoniche, i teatri nazionali e di rilevante interesse culturale dal blocco del turn over previsto dai commi da 822 a 834 (ex articolo 110) della legge 30 dicembre 2024, n. 207, e di escludere i soggetti finanziati dal Fondo nazionale dello spettacolo dal vivo dalle misure di contenimento della spesa previste dai commi 856-859 (ex articolo 112) della medesima legge n. 207 del 2024.
9/2183-A/71. Perissa, Mollicone, Amorese, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame persegue, tra gli altri, lo scopo di tutelare e promuovere la cultura e nello specifico di favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità; promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione sostenendo le Istituzioni culturali;
il decreto interviene con autorizzazioni di spesa volte a celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea del paesaggio e a tutela del patrimonio culturale;
la Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli svolge da oltre 30 anni con la sua presenza a Napoli ed in Campania un ruolo di interesse nazionale proprio di «Orchestra istituzionale» per il territorio. L'Orchestra nel corso degli anni si è distinta per la diffusione del grande repertorio musicale a tutti i livelli, con migliaia di concerti non solo negli Auditorium e nei Teatri (dalla Rai di Napoli al Teatro Mediterraneo, dall'Augusteo al Politeama), ma anche nelle chiese, nelle piazze, negli spazi antichi e nuovi dell'Università, nei grandi centri come nei piccoli borghi della Campania;
nel corso degli anni centinaia di musicisti, campani e meridionali, hanno rappresentato culturalmente Napoli e l'Italia nel mondo in tante occasioni. Da Berlino a Pechino nel 2006 in occasione dell'anno Italia-Cina, da Gerusalemme al Palazzo dell'Unesco di Beirut, da San Pietroburgo nel 2003 per il tricentenario della città. Inoltre, la Nuova Orchestra Scarlatti ha saputo creare un nesso forte tra «Musica e Legalità» diventando un punto di riferimento per l'intera comunità,
impegna il Governo
ad accompagnare gli interventi previsti dagli articoli 1 e 7 a tutela dello spettacolo, con ulteriori iniziative finalizzate a valutare la possibilità di inserire la Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli tra le istituzioni concertistico-orchestrali al pari delle altre istituzioni concertistiche presenti sul territorio nazionale e di rilevanza fondamentale per lo sviluppo culturale del territorio.
9/2183-A/72. Schifone, Cangiano.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento persegue tra le altre, la finalità di: 1) favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità; 2) promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione; 3) celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea del paesaggio; 4) tutelare e valorizzare il patrimonio culturale; 5) semplificare gli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo, nonché in materia di Bonus cultura 18app, Carta della cultura Giovani e Carta del merito; 6) adottare misure in materia di personale del Ministero della cultura;
nello specifico l'articolo 7, dispone l'iscrizione di diritto delle Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio con competenza sul territorio del capoluogo di regione nell'elenco delle stazioni appaltanti qualificate e, per l'altro, rende permanente la disciplina che sostituisce autorizzazioni, licenze, concessioni non costitutive, permessi o nulla osta richiesti per l'organizzazione di spettacoli dal vivo con la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), ad esclusione dei casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali nel luogo in cui si svolge lo spettacolo;
si evidenzia, al fine di favorire l'accessibilità e la valorizzazione del patrimonio culturale, la necessità di una pianificazione culturale equilibrata e semplificata delle procedure amministrative per il settore delle sale cinematografiche e teatrali in relazione soprattutto al rilascio delle autorizzazioni di apertura e chiusura delle stesse,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di garantire un'equilibrata diffusione territoriale delle strutture culturali favorendo l'accessibilità e la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso le Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio con giurisdizione sul territorio di riferimento promuovendo con ogni misura la semplificazione delle procedure amministrative per il settore delle sale cinematografiche e teatrali.
9/2183-A/73. Cerreto, Cangiano, Ciaburro, Caretta.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 10, dispone in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale; nello specifico, al comma 2, a seguito dell'entrata in vigore del nuovo codice dei contratti pubblici, modifica alcuni riferimenti normativi contenuti nell'articolo 1-ter del decreto-legge n. 104 del 2019 (legge n. 132 del 2019);
l'articolo 1-ter, comma 1, del decreto-legge n. 104 del 2019 dispone che, nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali autorizzate ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 giugno 2019, nonché delle ulteriori procedure necessarie a soddisfare il fabbisogno di personale del Ministero della cultura da impiegare nelle attività di accoglienza e vigilanza nei musei, nei parchi archeologici statali e negli altri istituti e luoghi della cultura, e previa verifica dell'impossibilità di utilizzare proprio personale dipendente, il Mibact può avvalersi della società Ales (Arte, lavoro e servizi) S.p.A. per lo svolgimento delle medesime attività;
appare evidente che la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale necessita di adeguate risorse finanziarie, strumentali, ma soprattutto umane, tanto da portare il Ministero della cultura ad avvalersi per oltre 3 anni, fino al 31 dicembre 2024, anche di personale con contratti di collaborazione, conferiti ai sensi dell'articolo 24, comma 1, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, di cui all'articolo 1, comma 18-ter, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14, e di cui all'articolo 7, comma 6-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2024, n. 18, conferiti tramite procedure di avviso pubblico, per le necessarie azioni di supporto alla tutela e valorizzazione delle Soprintendenze archeologia belle arti e paesaggio, delle Direzioni regionali musei, delle biblioteche sul territorio nazionale, anche in relazione al raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza;
si tratta di 400 professionisti, ai quali, dopo oltre tre anni di collaborazioni non hanno prorogato il contratto, pur trattandosi di figure altamente specializzate, impiegate dal Ministero della cultura a partire dal 2021 per sopperire alla carenza cronica di personale, contribuendo significativamente alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano; tuttavia nonostante l'investimento nella loro formazione e l'esperienza maturata, si trovano ora privati di una continuità lavorativa indispensabile sia per loro stessi che per il settore culturale nazionale,
impegna il Governo
a reperire con estrema urgenza adeguate risorse finanziarie al fine di colmare la grave carenza di personale indispensabile per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, adottando le iniziative normative necessarie volte a prorogare i contratti di collaborazione citati in premessa e a valutare, nel rispetto dei principi di trasparenza e pubblicità, l'assoluta necessità di un piano di stabilizzazione del medesimo personale, già assunto mediante procedure di avviso pubblico, nonché ad adottare le iniziative normative necessarie all'indizione di concorsi pubblici per l'assunzione di nuovo personale fondamentale a garantire le azioni di tutela e valorizzazione dell'immenso patrimonio culturale italiano.
9/2183-A/74. Orrico, Amato, Caso.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente si sono aggiunte le ulteriori finalità volte alla promozione della produzione culturale e artistica giovanile, alla promozione e valorizzazione del cinema e del settore audiovisivo, a promuovere la diffusione e la fruizione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini e la rimozione degli ostacoli che limitano l'effettivo esercizio della lettura in età prescolare, quali strumenti fondamentali per la crescita, il processo di alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo della persona, a promuovere la digitalizzazione del patrimonio librario e l'alfabetizzazione digitale tramite percorsi di educazione e formazione all'interno degli spazi bibliotecari, a promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo;
il comma 2 prevede che il citato Piano sia adottato, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, con uno o più decreti del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge;
durante l'esame in sede referente è stato approvato un emendamento del relatore all'articolo 1 che istituisce, presso l'Ufficio di Gabinetto del Ministro della cultura una posizione dirigenziale di livello generale con oneri pari a euro 247.163 per l'anno 2025 e a euro 296.596 annui a decorrere dall'anno 2026;
non si può, tuttavia, non rilevare che, dovendo il Piano essere adottato nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'efficacia di tale strumento appare per il momento molto limitata, soprattutto se non associata a misure di carattere più generale, come ad esempio, quelle relative ai regimi fiscali dei diversi settori;
appare invece auspicabile, alla luce delle diffuse finalità indicate, che siano previste risorse finanziarie adeguate per dare concretezza all'istituendo Piano Olivetti per la cultura,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a reperire le adeguate risorse finanziarie necessarie alla concreta realizzazione delle finalità dell'istituendo piano Olivetti per la cultura.
9/2183-A/75. Riccardo Ricciardi, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali, ed altre finalità aggiunte durante l'esame in sede referente;
durante l'esame in sede referente, grazie all'approvazione di un emendamento del Gruppo M5S, alla finalità volta a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento, si è aggiunta la precisazione che tale finalità possa essere promossa anche tramite il coinvolgimento degli enti del Terzo settore in attività di co-progettazione ai sensi dell'articolo 55 del codice Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117;
il provvedimento all'esame, all'articolo 3 introduce tre distinte misure a sostegno dell'editoria e delle librerie. In particolare, sono istituiti: al comma 1, un fondo con una dotazione di 4 milioni di euro per l'anno 2024 per finanziare l'apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, dando priorità alle aperture in aree interne e svantaggiate o in aree prive di librerie o di biblioteche statali aperte al pubblico; al comma 2, un fondo con una dotazione di 24,8 milioni di euro per l'anno 2025 e di 5,2 milioni di euro per l'anno 2026 per l'acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche aperte al pubblico statali, degli enti territoriali e degli enti culturali che ricevono contributi pubblici; al comma 5, in via sperimentale, un fondo da ripartire con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2025, finalizzato ad ampliare l'offerta culturale dei quotidiani in formato cartaceo attraverso il potenziamento delle pagine dedicate alla cultura, allo spettacolo e al settore audiovisivo;
durante l'esame in sede referente è stato approvato un emendamento che prevede che nell'ambito delle risorse per finanziare l'apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, 1 milione di euro sia destinato alle iniziative avviate nel territorio di comuni fino a 5.000 abitanti, nei quali non esista un altro punto di rivendita di libri, anche qualora l'attività libraria non sia svolta in misura prevalente e se essa rappresenta almeno il 30 per cento dell'attività;
appare auspicabile che una parte delle risorse previste all'articolo 3 siano altresì attribuite in maniera vincolante a nuove attività da aprirsi nelle aree interne SNAI, proprio per soddisfare gli indirizzi strategici stabiliti per l'istituendo Piano Olivetti per la cultura;
la presenza, sul territorio nazionale, di spazi e gruppi per la lettura, come testimoniano analisi e ricerche recenti, è rilevante per i processi di socializzazione che avvengono al di fuori degli spazi deputati alla lettura, grazie proprio alla presenza di circoli e centri culturali;
appare pertanto necessario prevedere anche misure indirizzate alla nascita e al consolidamento di realtà del Terzo settore nelle aree interne SNAI e in generale nelle aree di margine, poiché l'assenza di misure strategiche dedicate rappresenta un problema strutturale che contribuisce allo spopolamento e all'isolamento di queste aree;
oltre ai servizi essenziali per la cura della persona, per l'istruzione e il lavoro, è impensabile provare a contrastare lo spopolamento senza individuare politiche che consentano a questi territori di accedere a proposte musicali, teatrali e artistiche in genere, che risultano essere attrattori primari per le persone giovani che scelgono di vivere nelle aree interne e svantaggiate,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a prevedere misure indirizzate alla nascita e al consolidamento di realtà del Terzo settore nelle aree interne SNAI e a reperire le adeguate risorse finanziarie, anche destinando quota parte delle risorse previste all'articolo 3, a favore di nuove attività da aprirsi nelle aree interne SNAI, proprio per la realizzazione delle finalità dell'istituendo Piano Olivetti, in particolare per le finalità volte a favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale e a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento.
9/2183-A/76. Caramiello, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in sede referente si sono aggiunte le ulteriori finalità volte alla promozione della produzione culturale e artistica giovanile, alla promozione e valorizzazione del cinema e del settore audiovisivo, alla diffusione e alla fruizione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini e alla rimozione degli ostacoli che limitano l'effettivo esercizio della lettura in età prescolare, quali strumenti fondamentali per la crescita, il processo di alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo della persona, a promuovere la digitalizzazione del patrimonio librario e l'alfabetizzazione digitale tramite percorsi di educazione e formazione all'interno degli spazi bibliotecari, a promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo;
sempre durante l'esame in sede referente, grazie all'approvazione di un emendamento M5S, alla finalità volta a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento, si è aggiunta la precisazione che tale finalità possa essere promossa anche tramite il coinvolgimento degli enti del Terzo settore in attività di co-progettazione ai sensi dell'articolo 55 del codice Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117;
appare evidente che per la realizzazione delle molteplici finalità dell'istituendo piano Olivetti, che riguardano materie di competenza legislativa concorrente fra Stato e regioni, sarà fondamentale il ruolo dei comuni, ma anche dei piccoli comuni, spesso carenti di misure e strutture strategiche dedicate,
impegna il Governo
ad adottare le opportune misure normative affinché la realizzazione del piano Olivetti veda il pieno coinvolgimento dei piccoli comuni, anche tramite le associazioni e gli enti del Terzo settore.
9/2183-A/77. Carmina, Amato, Caso, Dell'Olio, Donno, Orrico, Torto.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 3 introduce tre distinte misure a sostegno dell'editoria e delle librerie. In particolare, sono istituiti: al comma 1, un fondo con una dotazione di 4 milioni di euro per l'anno 2024 per finanziare l'apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, dando priorità alle aperture in aree interne e svantaggiate o in aree prive di librerie o di biblioteche statali aperte al pubblico; al comma 2, un fondo con una dotazione di 24,8 milioni di euro per l'anno 2025 e di 5,2 milioni di euro per l'anno 2026 per l'acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche aperte al pubblico statali, degli enti territoriali e degli enti culturali che ricevono contributi pubblici; al comma 5, in via sperimentale, un fondo da ripartire con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2025, finalizzato ad ampliare l'offerta culturale dei quotidiani in formato cartaceo attraverso il potenziamento delle pagine dedicate alla cultura, allo spettacolo e al settore audiovisivo;
durante l'esame in sede referente è stato approvato un emendamento che prevede che, nell'ambito delle risorse per finanziare l'apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, 1 milione di euro sia destinato alle iniziative avviate nel territorio di comuni fino a 5.000 abitanti, nei quali non esista un altro punto di rivendita di libri, anche qualora l'attività libraria non sia svolta in misura prevalente e se essa rappresenta almeno il 30 per cento dell'attività;
tuttavia, per garantire continuità all'attività e scongiurare il pericolo che le librerie aperte con tali fondi debbano chiudere dopo alcuni anni, appare necessario che sia data la possibilità ai soggetti beneficiari delle risorse di svolgere una molteplicità di attività; si rileva, infatti, che nei centri minori soltanto la multifunzionalità può assicurare il successo di attività di tipo imprenditoriale; sarebbe, inoltre, necessario che venissero introdotte delle ulteriori misure agevolative quale ad esempio un credito d'imposta almeno per i primi anni di attività e che venisse promosso altresì un intervento agevolativo da parte dei Comuni avente ad oggetto i tributi locali;
con riferimento alle risorse di cui al citato comma 2 dell'articolo 3, appare auspicabile che le esse siano impiegate dalle biblioteche anche per l'acquisto di libri di editori indipendenti e di editori espressione del territorio, indispensabili a garantire quella bibliodiversità che è fondamento della democrazia,
impegna il Governo:
ad adottare misure normative agevolative fiscali, anche sotto forma di credito d'imposta per i primi anni di attività delle librerie aperte dai giovani fino a 35 anni di età;
ad adottare iniziative volte a prevedere che quota parte delle risorse previste al fine di sostenere la filiera dell'editoria libraria, anche digitale, nonché le librerie caratterizzate da lunga tradizione e interesse storico-artistico, le librerie di prossimità e le librerie di qualità esistenti sul territorio nazionale, siano impiegate dalle biblioteche anche per l'acquisto di libri di editori indipendenti e di editori espressione del territorio, indispensabili a garantire quella bibliodiversità che è fondamento della democrazia.
9/2183-A/78. Donno, Amato, Carmina, Caso, Dell'Olio, Orrico, Torto.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 10, dispone in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale; nello specifico, al comma 1, interviene sulla norma che consente al Ministero di destinare una quota dei proventi conseguiti in occasione di eventi culturali dai suoi uffici dotati di autonomia o dagli enti controllati o vigilati, tramite versamento all'entrata del bilancio dello Stato e riassegnazione allo stato di previsione della spesa del Ministero della cultura, alla tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali. La novella precisa che tali risorse possono essere utilizzate anche per l'acquisizione a vario titolo dei beni culturali stessi;
appare auspicabile che quota parte delle citate risorse siano destinate alla realizzazione di monumenti dedicati alle donne che si siano distinte nelle scienze e nelle arti, il cui contributo al progresso e all'evoluzione deve essere pienamente riconosciuto e celebrato;
peraltro non si può ignorare come di fatto siano ben pochi i monumenti dedicati alle donne presenti nelle più grandi città italiane;
l'Associazione Mi Riconosci ha condotto tra il 25 settembre e il 13 ottobre 2021 un'indagine sulle statue e i monumenti femminili in Italia, da cui è stata estesa una mappa di statue e monumenti pubblici femminili o con personaggi femminili presenti in Italia;
un recente progetto artistico Monumenta Italia, mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'esiguità di monumenti dedicati alle donne, promuovendo una riflessione sulla rappresentazione di genere nello spazio pubblico; difatti sensibilizzare l'opinione pubblica sull'esigua presenza di monumenti dedicati a figure femminili nel patrimonio artistico urbano, può stimolare una riflessione su monumentalità e memoria in una società contemporanea;
se lo spazio pubblico e i monumenti plasmano il nostro modo di pensare, offrono modelli, ricordano e celebrano, non si può non pensare di arricchire il nostro patrimonio culturale con monumenti dedicate alle donne,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative, anche utilizzando le risorse di cui all'articolo 10, comma 1, volte a sostenere la realizzazione di monumenti dedicati alle donne che si sono distinte nelle scienze e nelle arti, anche al fine di ribadire l'importanza della cultura come terreno su cui costruire il cambiamento, in modo che anche il patrimonio statuario partecipi alla costruzione di un futuro più inclusivo.
9/2183-A/79. Baldino, Amato, Caso, Orrico, Dell'Olio, Boldrini.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 10, dispone in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale; nello specifico, al comma 1, interviene sulla norma che consente al Ministero di destinare una quota dei proventi conseguiti in occasione di eventi culturali dai suoi uffici dotati di autonomia o dagli enti controllati o vigilati, tramite versamento all'entrata del bilancio dello Stato e riassegnazione allo stato di previsione della spesa del Ministero della cultura, alla tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali; al comma 2 interviene a sostituire alcuni riferimenti normativi, che sino ad ora erano indirizzati a norme del vecchio codice dei contratti pubblici, con riferimenti a norme del nuovo codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 36 del 2023;
appare evidente che la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale necessita di adeguate risorse finanziarie, strumentali e umane e dunque è più che mai necessario che le attività di valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica siano gestite in forma diretta, indiretta o anche mediante forme speciali di partenariato con enti e organismi pubblici e con soggetti privati;
anche alla luce delle diffuse esperienze sussidiarie che a livello territoriale si sono sperimentate, il rapporto tra le Fondazioni filantropiche e gli istituti della cultura tenendo conto delle nuove disposizioni normative introdotte anche nel codice del Terzo settore, appare utile la forma speciale di partenariato di cui all'articolo 134, comma 2, del codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36: uno strumento che contempla la possibilità per gli operatori culturali privati di avanzare proposte di valorizzazione (modalità ascendente) e non basarsi su una logica di scambio (prezzo o concessione in cambio di prestazioni) tipica delle concessioni tradizionali ma su una collaborazione aperta per finalità di interesse generale, in cui i soggetti concorrono alla pari, ciascuno per il proprio ruolo,
impegna il Governo:
ad incentivare l'attuazione del partenariato pubblico privato nella valorizzazione del patrimonio culturale attraverso l'armonizzazione della disciplina prevista dal codice degli appalti con il codice dei beni culturali e il codice del Terzo settore;
ad affiancare il federalismo culturale demaniale con le risorse finanziarie adeguate per i piccoli comuni che vi ricorrono per acquisire la titolarità e la gestione dei beni culturali esistenti nel proprio territorio.
9/2183-A/80. Santillo, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1, si pone come finalità principale, attraverso l'adozione del «Piano Olivetti per la cultura» quella di favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità, nonché promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare di quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento;
tra gli strumenti di educazione intellettuale e civica, di socialità e di connessione con il tessuto sociale di cui all'articolo 1 del citato provvedimento – che reca tra le finalità del Piano anche quella di promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo – si può senz'altro annoverare la pratica teatrale, il cui valore pedagogico e didattico è stato riconosciuto dal Ministero della cultura fin dal 2016 con l'emanazione di indicazioni strategiche per l'utilizzo didattico delle attività teatrali nelle istituzioni scolastiche;
la valenza educativa e sociale delle attività teatrali è stata riconosciuta, da ultimo, anche grazie all'approvazione di un emendamento alla legge di bilancio 2025, a prima firma del presentatore di questo atto di indirizzo, con il quale è stato istituito un fondo ad hoc, per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, al fine di rafforzare la promozione e il sostegno di tali attività negli istituti penitenziari, quale strumento di educazione intellettuale e civica, di socialità e di connessione con il tessuto sociale e promuovere altresì la rigenerazione culturale delle realtà carcerarie italiane in termini di contrasto alla marginalità sociale,
impegna il Governo
nell'ambito delle finalità individuate dall'articolo 1 del provvedimento in esame, con particolare riferimento alla valorizzazione delle attività di spettacolo e dei percorsi di educazione, a reperire con estrema urgenza adeguate risorse finanziarie al fine di finanziare interventi a favore dell'introduzione delle attività teatrali nell'ambito delle attività didattiche – anche in funzione dell'educazione permanente – delle scuole di ogni ordine e grado, compresa la scuola dell'infanzia, adottando le necessarie iniziative normative volte a rafforzare, anche in funzione preventiva in ambito pedagogico, lo strumento dell'educazione culturale veicolata attraverso il teatro, per sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura artistica e favorire altresì la conoscenza delle forme in cui si esprimono le diversità culturali.
9/2183-A/81. Bruno, Amato, Caso, Orrico, Di Biase, Simiani, Berruto, Piccolotti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 10 reca misure necessarie e urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, ovvero l'insieme di beni che per la loro rilevanza storica e culturale sono indicati come di interesse pubblico e costituiscono la ricchezza artistica ed economica di un determinato luogo;
tra le azioni volte a tutelare, prevenire, conservare e mantenere l'immenso patrimonio culturale disponibile sul territorio del nostro Paese, vi sono quelle iniziative finalizzate a contrastare e neutralizzare gli effetti negativi causati dal cambiamento climatico;
invero, tale fenomeno può comportare un'alterazione dei beni naturali e, in alcuni casi, rischia di compromettere non solo la conservazione, ma l'esistenza stessa dei siti culturali presenti sul territorio nazionale. Non a caso molti enti e istituzioni internazionali hanno predisposto delle strategie comuni per preservare il patrimonio culturale e sensibilizzare l'opinione pubblica sugli impatti che i cambiamenti climatici possono avere sul patrimonio culturale comune;
pertanto, sarebbe auspicabile destinare risorse per contribuire a sostenere progetti di prevenzione e conservazione dei beni culturali, nonché azioni di tutela e ripristino del patrimonio culturale e paesaggistico danneggiato a causa del cambiamento climatico,
impegna il Governo
ad adottare iniziative urgenti volte a definire strategie e misure finalizzate a finanziare azioni di tutela e di salvaguardia del patrimonio culturale con l'obiettivo di contrastare gli effetti negativi causati dal cambiamento climatico.
9/2183-A/82. Ilaria Fontana, Amato, Caso, Orrico, Pavanelli.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 10 reca misure necessarie e urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, compreso anche il patrimonio culturale immateriale, mentre l'articolo 1 definisce il «Piano Olivetti per la cultura» con l'obiettivo, tra l'altro, di promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento;
il patrimonio culturale non è rappresentato soltanto da monumenti o oggetti materiali, ma anche da tutte le tradizioni vive trasmesse dalla storia: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l'universo, artigianato tradizionale;
invero, il patrimonio culturale immateriale risulta fondamentale nel mantenimento della diversità culturale a fronte della globalizzazione e la trasmissione delle conoscenze e delle competenze di generazione in generazione aiuta ad incoraggiare il dialogo interculturale, soprattutto nelle aree interne o a rischio spopolamento, ove spesso vivono le minoranze linguistiche,
impegna il Governo
al fine di dare piena attuazione agli obiettivi previsti dai citati articoli 1 e 10 del provvedimento in esame, a rafforzare le azioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale con particolare attenzione alle aree interne e svantaggiate caratterizzate da marginalità sociale, nonché ad incrementare le risorse destinate alla tutela delle minoranze linguistiche.
9/2183-A/83. Appendino, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 7 reca misure urgenti in materia di semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo, in quanto i beni culturali possono essere rappresentati non solo attraverso i testi, ma anche dal cinema, uno dei media più efficaci per comunicare la cultura;
invero, il cinema ha, da sempre, rappresentato non solo un simbolo di intrattenimento, ma anche di aggregazione sociale, in cui i cittadini potevano fruire di contenuti artistici e culturali in compagnia;
tuttavia, recentemente le sale cinematografiche, in particolare quelle in stato di abbandono, sono diventate oggetto di una semplificazione urbanistica che, invece di rilanciarle anche tramite collaborazioni tra pubblico e privato, mira ad abbatterle definitivamente per riconvertirle in sale bingo, centri congressi o supermercati;
tali sono gli effetti della proposta di legge regionale n. 171 del 9 agosto 2024 che, a breve, sarà approvata dal Consiglio regionale del Lazio, la quale modifica incisivamente la precedente legge regionale 18 luglio 2017, n. 7 che mirava a tutelare la funzione cinematografica delle sale in crisi, concedendo ai proprietari un cambio di destinazione d'uso per un massimo del 30 per cento del totale;
le sale cinematografiche in stato di abbandono richiederebbero interventi di tutela e manutenzione per poter restituire al pubblico la fruizione culturale dei contenuti proposti dai cinema, invece di una riconversione totale mascherata da semplificazione urbanistica;
inoltre, sarebbe auspicabile intervenire anche per tutelare le proiezioni cinematografiche itineranti e le arene estive all'aperto, le quali costituiscono ancora un motivo di grande interesse e partecipazione da parte del pubblico, in quanto sopperiscono ad una carenza di sale cinematografiche sempre meno diffuse soprattutto nei piccoli borghi e nei comuni montani,
impegna il Governo:
in linea con le iniziative previste dal citato articolo 7 del provvedimento in esame, ad adottare le iniziative di competenza necessarie finalizzate a tutelare le sale cinematografiche in stato di abbandono, reperendo risorse per finanziarne la riqualificazione, al fine di scongiurare ipotesi di riconversione che priverebbe i cittadini di un patrimonio non soltanto artistico, ma anche storico;
ad adottare le iniziative necessarie al fine di garantire un sostentamento alle proiezioni cinematografiche itineranti, le quali offrono un servizio di fruizione culturale fondamentale per diffondere la cultura soprattutto nelle aree più periferiche del Paese.
9/2183-A/84. Amato, Orrico, Caso.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 1 definisce il «Piano Olivetti per la cultura» con l'obiettivo, tra l'altro, di promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento;
la rigenerazione culturale delle periferie è uno degli strumenti fondamentali per riutilizzare spazi pubblici in stato di abbandono o dismessi, comprese le aree industriali, con l'obiettivo di restituirli alla comunità per utilizzarli per attività culturali, sociali ed educative, tramite il coinvolgimento degli enti del Terzo settore e delle associazioni locali che già operano per le medesime finalità;
un esempio di come lo Stato possa contribuire a tale rigenerazione culturale è rappresentato dal progetto «Piano Cultura Futuro Urbano», ideato nel 2019 per promuovere iniziative culturali nelle periferie delle città metropolitane e nei capoluoghi di provincia di tutta Italia tramite l'investimento negli spazi a uso pubblico delle scuole e biblioteche, per offrire agli abitanti dei quartieri complessi nuovi servizi;
in questo modo, è possibile coinvolgere anche le nuove generazioni, educandoli al rispetto degli spazi comuni e al riuso creativo di aree o spazi in stato di abbandono,
impegna il Governo
in linea con gli obiettivi definiti dal citato articolo 1, ad adottare tutte le iniziative necessarie per promuovere azioni e strategie finalizzate al riuso, anche temporaneo, degli spazi pubblici in stato di abbandono e/o dismessi, comprese le aree industriali, con l'obiettivo di riconvertirle per finalità culturali e sociali, anche tramite il coinvolgimento degli enti del Terzo settore.
9/2183-A/85. Caso, Amato, Orrico, Carotenuto.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 10 reca misure necessarie e urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, mentre l'articolo 1 definisce il «Piano Olivetti per la cultura» con l'obiettivo, tra l'altro, di favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita della comunità;
tra le istituzioni che contribuiscono a rendere accessibile la cultura a tutte le comunità presenti sul territorio nazionale, soprattutto quelle più piccole, vi sono i piccoli musei, ovvero delle istituzioni permanenti aperte al pubblico, senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettuano ricerche, collezionano, conservano, interpretano ed espongono il patrimonio materiale e immateriale, avente entrate non superiori a ventimila euro, ai sensi del decreto ministeriale del 30 marzo 2023, n. 145;
nel 2019, per assicurare il funzionamento, la manutenzione ordinaria e la continuità nella fruizione per i visitatori, nonché l'abbattimento delle barriere architettoniche dei piccoli musei, è stato istituito, nello stato di previsione del Ministero della cultura, un Fondo con una dotazione di 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2020;
tale fondo è stato oggetto di definanziamento nell'ultima legge di bilancio, approvata definitivamente il 30 dicembre 2024, rappresentando soltanto uno dei numerosissimi tagli effettuati alla cultura da parte di questo Governo,
impegna il Governo
al fine di dare attuazione agli obiettivi definiti al citato articolo 1 del provvedimento in esame, ad adottare le iniziative necessarie volte a reperire le risorse per aumentare lo stanziamento del Fondo per il funzionamento dei piccoli musei, al fine di garantirne la manutenzione ordinaria e la continuità nella fruizione per i visitatori, nonché di preservarne il patrimonio artistico, culturale e sociale.
9/2183-A/86. Giuliano, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in commissione si sono aggiunte ulteriori finalità, tra le quali la finalità volta a promuovere la diffusione e la fruizione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini e la rimozione degli ostacoli che limitano l'effettivo esercizio della lettura in età prescolare, quali strumenti fondamentali per la crescita, il processo di alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo della persona;
inoltre, l'articolo 3, al comma 3, prevede l'assegnazione di risorse alle biblioteche statali aperte al pubblico per l'acquisto di libri, anche in formato digitale;
l'assegnazione di risorse in favore delle biblioteche rappresenta uno degli strumenti fondamentali per preservare l'accesso alla cultura da parte di tutti. Infatti, le biblioteche contribuiscono alla diffusione della lettura tra i giovani, ma rappresentano anche un luogo di aggregazione sociale;
per garantire un maggiore accesso alla cultura, le biblioteche sono presenti anche all'interno delle scuole e, secondo quanto riportato sul sito del Ministero dell'Istruzione in base alla rilevazione dell'Osservatorio per la scuola digitale, nell'86 per cento delle scuole italiane è presente almeno una biblioteca, mentre il 27 per cento possiede contenuti digitali. Inoltre, più di tre biblioteche scolastiche su dieci forniscono servizi di biblioteca estesa, con angoli lettura situati direttamente nelle aule;
tuttavia, vi sono ancora limiti economici che rischiano di non garantire l'orario di apertura di tali biblioteche, a causa della mancanza di personale. Invero, il 25,6 per cento delle biblioteche non dispone di un addetto fisso e solamente l'1,6 per cento del personale è costituito da bibliotecari qualificati. Nella maggior parte dei casi, secondo l'indagine, la gestione delle biblioteche è affidata a docenti, in alcuni casi anche a genitori e studenti che, spesso, svolgono tale ruolo su base volontaria;
il problema principale risiede nel fatto che il 69,7 per cento degli istituti scolastici non possiede un budget assegnato specificamente alla biblioteca e la spesa media per istituto risulta di 1.191 euro, che si traduce in 5,08 euro per studente;
la mancanza di risorse rischia di compromettere seriamente l'esistenza delle biblioteche scolastiche, rendendo più complicato l'accesso alla lettura da parte delle studentesse e degli studenti,
impegna il Governo
al fine di dare attuazione agli obiettivi definiti dal citato articolo 1 del provvedimento in esame, a reperire le risorse necessarie al fine di incentivare l'istituzione di biblioteche scolastiche in tutto il territorio nazionale, nonché garantire la gestione ordinaria delle stesse, al fine di scongiurarne la chiusura e tutelare il diritto di accesso alla cultura quale bene comune.
9/2183-A/87. Pavanelli, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 6 reca disposizioni in materia di Carta elettronica Bonus cultura 18app, di Carta della cultura Giovani e di Carta del merito;
l'articolo 1, comma 630, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, ha sostituito il Bonus cultura 18app, istituito dal Governo Renzi con la prima edizione nel 2016, con due Carte: la «Carta della cultura Giovani», un bonus da 500 euro utilizzabile nell'anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età, assegnata ai giovani appartenenti a nuclei familiari con ISEE non superiore a 35.000 euro e la «Carta del merito», un bonus da 500 euro per chi ha sostenuto l'esame di maturità entro l'anno di compimento dei 19 anni e con votazione di 100 o 100 e lode;
entrambe le carte sono assegnate per acquistare biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici anche in formato digitale, musica registrata, prodotti dell'editoria audiovisiva, titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali nonché per sostenere i costi relativi a corsi di musica, di teatro, di danza o di lingua straniera;
il Governo Conte II aveva istituito la Carta della Cultura, ai sensi dell'articolo 6 della legge 13 febbraio 2020, n. 15, una carta dell'importo nominale pari a 100 euro e pensata per contrastare la povertà educativa e promuovere la diffusione della lettura permettendo ai titolari di acquistare libri, prodotti e servizi culturali;
alla luce delle recenti modifiche al Bonus cultura 18app e alle diffuse misure per agevolare la fruizione culturale delle nuove generazioni, sarebbe auspicabile effettuare un'analisi costi/benefici, al fine di valutarne l'impatto e garantire un utilizzo efficace ed efficiente delle risorse messe a disposizione per incentivare la diffusione della cultura tra i giovani,
impegna il Governo
ad adottare urgentemente tutte le iniziative necessarie ad attuare un riordino delle norme in materia di promozione del patrimonio culturale tra le nuove generazioni, avviando un'analisi costi/benefici che possa canalizzare le risorse verso un'unica ed efficiente misura finalizzata a promuovere la diffusione della cultura tra i giovani.
9/2183-A/88. Morfino, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento reca quali presupposti di ritenuta straordinaria necessità e urgenza l'emanazione di disposizioni volte a favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità nonché di promozione della cultura come strumento di dialogo e di integrazione;
in particolare, il provvedimento all'esame, dispone all'articolo 10 misure necessarie e urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
proprio al fine dichiarato di promuovere interventi di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico, in particolare nel Mezzogiorno, appare auspicabile prevedere, nell'ambito di quegli ulteriori interventi di sostegno per la valorizzazione dei beni culturali recati dal provvedimento, un adeguato stanziamento di risorse finanziare a favore dei siti riconosciuti dall'Unesco per potenziare l'attrattività dei territori in cui sono ubicati tali siti, anche in un'ottica di rilancio del Sud Italia, contribuendo altresì a favorire il superamento del divario economico e sociale delle regioni meridionali rispetto alle altre aree del Paese,
impegna il Governo
a reperire, con l'urgenza richiesta dal caso, adeguate risorse finanziarie al fine di finanziare interventi a favore dell'incremento del Fondo in favore dei comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica, nei cui territori sono ubicati siti riconosciuti dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità, adottando le necessarie iniziative normative volte a rafforzarne la vocazione turistica e culturale, contribuendo altresì, attraverso il rilancio del settore attraverso il finanziamento di progetti per lo sviluppo dell'attrattività e delle presenze turistiche, a favorire il superamento del divario economico e sociale delle regioni meridionali rispetto alle altre aree del Paese.
9/2183-A/89. Scerra, Amato, Caso, Orrico, D'Orso.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 10 reca misure necessarie e urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, ovvero l'insieme di beni che per la loro rilevanza storica e culturale sono indicati come di interesse pubblico e costituiscono la ricchezza artistica ed economica di un determinato luogo; nello specifico, al comma 1, interviene sulla norma che consente al Ministero di destinare una quota dei proventi conseguiti in occasione di eventi culturali dai suoi uffici dotati di autonomia o dagli enti controllati o vigilati, tramite versamento all'entrata del bilancio dello Stato e riassegnazione allo stato di previsione della spesa del Ministero della cultura, alla tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali; al comma 2 interviene a sostituire alcuni riferimenti normativi, che sino ad ora erano indirizzati a norme del vecchio codice dei contratti pubblici, con riferimenti a norme del nuovo codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 36 del 2023;
il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (decreto legislativo n. 42 del 2004) prevede l'esercizio del diritto di prelazione da parte del Ministero di beni culturali di immobili alienati a titolo oneroso;
tuttavia, nel caso in cui le fondazioni proprietarie di immobili che permettono l'accesso fisico al patrimonio culturale con caratteristiche di unicità storico-culturale, vogliano dismettere il patrimonio, in un'ottica di maggiore tutela e fruizione del patrimonio culturale, appare auspicabile l'acquisizione di tali immobili da parte di enti pubblici o dello Stato,
impegna il Governo
per le medesime finalità di cui all'articolo 10 del provvedimento in esame, in un'ottica di maggiore tutela e fruizione del patrimonio culturale in cui l'accesso fisico e la fruizione siano consentiti solo attraverso un immobile privato, ad adottare le opportune iniziative normative, affinché, nel caso in cui le Fondazioni proprietarie intendano dismettere il patrimonio di detti immobili, questi ultimi siano acquisiti a patrimonio pubblico.
9/2183-A/90. Torto, Amato, Carmina, Caso, Dell'Olio, Donno, Orrico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del provvedimento in esame prevede l'istituzione di un fondo per l'apertura di nuove librerie, riservato ai giovani imprenditori fino a trentacinque anni di età;
il sostegno all'imprenditoria giovanile nel settore culturale è essenziale per favorire la nascita di nuove realtà librarie e promuovere la diffusione della lettura e della conoscenza;
le difficoltà di accesso al credito e di avviamento di nuove imprese rendono necessario ampliare le opportunità per i giovani che intendono investire in attività culturali, specialmente nel settore librario, che rappresenta un presidio fondamentale per la crescita sociale ed economica del Paese;
l'innalzamento del limite di età per l'accesso al fondo fino a trentasei anni consentirebbe di includere una fascia più ampia di potenziali beneficiari, contribuendo così a un maggiore coinvolgimento di questa categoria nelle politiche di sostegno alla cultura,
impegna il Governo
ad adottare, nel primo provvedimento utile, misure volte a estendere l'accesso al fondo per l'apertura di nuove librerie ai giovani fino a trentasei anni di età, incentivando così l'imprenditoria giovanile nel settore librario e rafforzando la diffusione della cultura sul territorio nazionale.
9/2183-A/91. L'Abbate, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura;
il provvedimento reca disposizioni per finanziare l'apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, per l'acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche aperte al pubblico statali, degli enti territoriali e degli enti culturali che ricevono contributi pubblici, nonché per ampliare l'offerta culturale dei quotidiani in formato cartaceo attraverso il potenziamento delle pagine dedicate alla cultura, allo spettacolo e al settore audiovisivo;
è necessario alimentare il consumo di cultura anche attraverso strumenti di agevolazione fiscale in grado di coniugare il sostegno alle imprese del settore e l'acquisto di cultura da parte dei cittadini,
impegna il Governo
ad integrare le disposizioni di carattere finanziario volte alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale previsto dal provvedimento in esame con misure finalizzate al riconoscimento di detrazioni fiscali per i consumi culturali, sul modello di quelle già esistenti per le spese sanitarie.
9/2183-A/92. Fenu, Amato, Caso, Gubitosa, Orrico, Raffa.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura;
all'articolo 3, il provvedimento reca disposizioni per finanziare l'apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, per l'acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche aperte al pubblico statali, degli enti territoriali e degli enti culturali che ricevono contributi pubblici, nonché per ampliare l'offerta culturale dei quotidiani in formato cartaceo attraverso il potenziamento delle pagine dedicate alla cultura, allo spettacolo e al settore audiovisivo;
è necessario alimentare il consumo di cultura anche attraverso strumenti di agevolazione in grado di coniugare il sostegno alle imprese del settore e l'acquisto di cultura da parte dei cittadini,
impegna il Governo
in linea con gli obiettivi definiti all'articolo 1 del provvedimento in esame, ad accompagnare le misure previste agli articoli 3 e 6 con ulteriori misure di sostegno diretto all'acquisto di titoli di ingresso o di abbonamento a musei, concerti e spettacoli teatrali, sale cinematografiche, parchi e giardini, anche attraverso strumenti di rimborso diretto della spesa sostenuta (cosiddetto cashback).
9/2183-A/93. Raffa, Amato, Caso, Fenu, Gubitosa, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura;
l'articolo 3, istituisce un fondo al fine di favorire l'apertura di nuove librerie sul territorio nazionale da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, dando priorità alle aperture in aree interne e svantaggiate o in aree prive di librerie o di biblioteche statali aperte al pubblico;
oltre che imprese, le librerie sono luoghi di incontro, di condivisione delle idee e di promozione della lettura e della cultura,
impegna il Governo
ad accompagnare le misure contenute all'articolo 3 con ulteriori misure di sostegno, anche in forma di contributi a fondo perduto e agevolazioni fiscali, per le nuove iniziative imprenditoriali, a partire dai progetti di sviluppo e investimento maggiormente orientati all'innovazione digitale e all'ammodernamento tecnologico.
9/2183-A/94. Gubitosa, Amato, Caso, Fenu, Orrico, Raffa.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 7 reca misure urgenti in materia di semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo, in quanto i beni culturali possono essere rappresentati non solo attraverso i testi, ma anche dal cinema, uno dei media più efficaci per comunicare la cultura;
invero, il cinema ha, da sempre, rappresentato non solo un simbolo di intrattenimento, ma anche di aggregazione sociale, in cui i cittadini potevano fruire di contenuti artistici e culturali in compagnia;
tuttavia, recentemente le sale cinematografiche, in particolare quelle in stato di abbandono, sono diventate oggetto di una semplificazione urbanistica che, invece di rilanciarle anche tramite collaborazioni tra pubblico e privato, mira ad abbatterle definitivamente per riconvertirle in sale bingo, centri congressi o supermercati;
tali sono gli effetti della proposta di legge regionale n. 171 del 9 agosto 2024 adottata dalla Giunta regionale del Lazio, che, a breve, sarà approvata dal Consiglio regionale del Lazio concedendo ai proprietari un cambio di destinazione d'uso per un massimo del 30 per cento del totale. A Roma ci sono 44 cinema chiusi da tempo che potrebbero essere trasformati in negozi o altri locali commerciali se dovesse essere approvata la proposta di legge regionale citata che a breve sarà discussa nel consiglio regionale del Lazio,
impegna il Governo:
ad accompagnare le misure contenute, in particolare, all'articolo 7 del provvedimento in esame, con ulteriori iniziative volte a:
fissare a non meno di trent'anni il periodo dopo cui è possibile modificare la destinazione d'uso di un cinema chiuso, in modo da scongiurare speculazioni immobiliari di cui la città di Roma è stata vittima per molti anni;
valutare forme di valorizzazione delle sale cinematografiche, con particolare riguardo alle periferie, mantenendo come prima finalità quella culturale e sociale, anche semplificando le procedure per permettere l'apertura di attività secondarie.
9/2183-A/95. Francesco Silvestri, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
come da preambolo, il provvedimento scaturisce dalla ritenuta straordinaria necessità e urgenza di: adottare disposizioni per favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità; adottare disposizioni per promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione; promuovere la lettura, rafforzare la rete delle biblioteche, tutelare le librerie di prossimità e quelle storiche come strumenti di socialità e di educazione intellettuale e civica, di ampliare l'offerta culturale dei quotidiani a diffusione cartacea, nonché di sostenere le Istituzioni culturali;
celebrare il venticinquesimo anniversario della Convenzione europea del paesaggio; adottare specifiche misure di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, per l'impignorabilità dei relativi fondi nonché in materia di formazione; adottare specifiche misure per la semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo, nonché in materia di Bonus cultura 18app, Carta della cultura Giovani e Carta del merito;
con l'occasione è stata asserita la straordinaria necessità e urgenza di adottare misure in materia di personale del Ministero della cultura;
in proposito, gli articoli 1, comma 2-bis, e 2, commi 4 e 6, sic et simpliciter dispongono e autorizzano, rispettivamente: la creazione di una posizione dirigenziale di livello generale, con corrispondente incremento di una unità dirigenziale di livello generale della dotazione organica del Ministero della cultura, per una spesa pari a 247.163 euro per l'anno 2025 e a 296.596 euro annui a decorrere dall'anno 2026; la creazione, sempre presso il Ministero della cultura, di una unità di missione composta da un dirigente di livello generale, da due dirigenti di livello non generale e da cinque unità di personale non dirigenziale, per una spesa pari a 866.069 euro per ciascuno degli anni 2025, 2026, 2027 e 2028; la creazione di una posizione dirigenziale di livello generale presso il Dipartimento del Tesoro, avente funzioni di supporto alle attività inerenti alla collaborazione tra l'Italia e gli Stati del Continente africano, con corrispondente incremento di una unità dirigenziale di livello generale della dotazione organica del Ministero dell'economia e delle finanze, per una spesa pari a euro 245.526 annui a decorrere dall'anno 2025;
a prescindere dall'utilità e dall'opportunità di tale incremento di posizioni, dirigenziali e non, e di spesa, in particolare ove paragonati all'esiguità se non all'assenza di risorse destinate a tutte le altre «necessità e urgenze», preme ai firmatari rappresentare – come segnalato anche dal Comitato per la legislazione – che per siffatte riconfigurazioni di organici e di unità di personale la disciplina vigente, dettata dalla legge ordinamentale n. 400 del 1988, configura come ordinaria una procedura che prevede l'emanazione di regolamenti governativi adottati con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, alla quale il provvedimento non ha derogato esplicitamente,
impegna il Governo
ferme restando le prerogative parlamentari, anche in termini di funzioni di indirizzo e controllo, a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui agli articoli 1, comma 2-bis, e 2, commi 4 e 6, al fine di riconsiderarne il contenuto e, alla luce di quanto considerato in premessa, ad adottare le opportune iniziative, sotto il profilo legislativo e amministrativo, al fine di ricondurle nell'alveo ordinamentale procedendo ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge n. 400 del 1988 come legislazione vigente dispone e impone.
9/2183-A/96. Auriemma, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in titolo scaturisce dalla ritenuta straordinaria necessità e urgenza di adottare disposizioni per favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e di adottare disposizioni per promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione;
l'articolo 1 disciplina l'adozione di un piano per la cultura cosiddetto «Olivetti», finalizzato a promuovere, tra l'altro, la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento,
impegna il Governo
nell'ambito della predisposizione del predetto Piano, a prevedere e favorire la partecipazione e la consultazione delle collettività dei territori interessati dal Piano medesimo, anche acquisendo le proposte che provengono dalle associazioni ed organizzazioni locali di cittadini e, in particolare, della popolazione giovanile.
9/2183-A/97. Penza, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in titolo scaturisce dalla ritenuta straordinaria necessità e urgenza di adottare disposizioni per favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e di adottare disposizioni per promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione;
l'articolo 1 disciplina l'adozione di un piano per la cultura cosiddetto «Olivetti», finalizzato a promuovere, tra l'altro: la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento; il riconoscimento della cultura del movimento, il coinvolgimento degli enti del Terzo settore in attività di co-progettazione; la produzione culturale e artistica giovanile; la diffusione della lettura e la fruizione delle biblioteche; la filiera dell'editoria libraria; il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali;
il Piano si presenta di eco e livello nazionale, di altissima e vasta, se pur al momento altrettanto generica, ambizione e sarà predisposto e adottato sic et simpliciter con uno o più decreti del Ministro della cultura,
impegna il Governo
ferme restando le prerogative parlamentari, anche in termini di funzioni di indirizzo e controllo, ad adottare le opportune iniziative affinché, prima della sua adozione per il tramite dei decreti ministeriali di cui all'articolo 1, comma 2, sia resa alle Camere una relazione sulla predisposizione del Piano per la cultura cosiddetto «Olivetti» in ordine alle specifiche misure ivi disposte, all'indicazione delle amministrazioni responsabili della loro attuazione nonché alle eventuali fonti di finanziamento per farvi fronte
9/2183-A/98. Alifano, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in titolo scaturisce dalla ritenuta straordinaria necessità e urgenza di adottare disposizioni per favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità e di adottare disposizioni per promuovere la cultura come strumento di dialogo e di integrazione;
l'articolo 1 disciplina l'adozione di un piano per la cultura cosiddetto «Olivetti», finalizzato a promuovere, tra l'altro: la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento, anche attraverso il riconoscimento della cultura del movimento;
nel riconoscimento del valore dello sport quale mezzo per ridurre la marginalizzazione e il degrado sociale, incrementare i valori della convivenza e dell'integrazione nonché della necessità di favorire la fruizione sociale di spazi, strutture e impianti,
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa utile, sotto il profilo legislativo e amministrativo, affinché, nell'ambito della predisposizione del Piano per la cultura cosiddetto «Olivetti», in ordine al riconoscimento della cultura del movimento di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), sia previsto il coinvolgimento delle associazioni sportive dilettantistiche dei territori interessati dal Piano medesimo, al fine di promuovere attività ludico-sportive di inclusione sociale
9/2183-A/99. Alfonso Colucci, Amato, Caso, Orrico, Appendino, Berruto.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 6 reca disposizioni in materia di Carta elettronica Bonus cultura 18app, di Carta della cultura Giovani e di Carta del merito;
tra le misure a sostegno dei giovani sul versante dei trasporti, è necessario istituire, un unico biglietto per consentire agli under 35 di avere un prezzo agevolato su tutti i mezzi, pubblici e privati, sia sul territorio locale che nazionale;
la semplificazione degli strumenti è necessaria per non disperdere le iniziative a favore dei giovani per questo si ritiene funzionale estendere l'utilizzo della carta giovani – introdotta nel 2019 – a questa ulteriore necessità. La portata educativa, che deriva dall'abituare ed agevolare i giovani a spostarsi con i mezzi pubblici e di sharing – riducendo il fabbisogno di automobili e scooter di proprietà – ha un'importante ricaduta anche a livello di mobilità sostenibile e di impatto sull'inquinamento,
impegna il Governo
ad accompagnare le misure contenute all'articolo 6 con ulteriori interventi, nell'ottica di facilitare la fruizione del patrimonio culturale, finalizzati ad associare ai titolari della Carta giovani nazionale (CGN) di cui all'articolo 1, commi 413 e 414, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 il «biglietto unico giovani» che consente un prezzo agevolato per l'utilizzo di tutti i mezzi di trasporto, pubblici e privati, all'interno del territorio nazionale.
9/2183-A/100. Iaria, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura;
l'articolo 3, istituisce un fondo al fine di favorire l'apertura di nuove librerie sul territorio nazionale da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, dando priorità alle aperture in aree interne e svantaggiate o in aree prive di librerie o di biblioteche statali aperte al pubblico;
oltre che imprese, le librerie sono luoghi di incontro, di condivisione delle idee e di promozione della lettura e della cultura,
impegna il Governo
a rafforzare le misure di sostegno alle iniziative imprenditoriali finalizzate all'apertura di nuove librerie anche attraverso forme di decontribuzione ed esenzione totale dal reddito per i primi anni di attività, a partire dalle aperture in aree interne e svantaggiate prive di librerie.
9/2183-A/101. Dell'Olio, Amato, Caso, Orrico, Cuperlo, Furfaro, Fornaro.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 attribuisce al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento nonché a valorizzare le biblioteche, con il loro patrimonio materiale e digitale, quali strumenti di educazione intellettuale e civica, di socialità e di connessione con il tessuto sociale, promuovere la filiera dell'editoria libraria e tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali;
il Piano Olivetti per la cultura dovrà individuare gli ambiti di intervento e le priorità strategiche nel rispetto e in stretta complementarità con le strategie programmatiche già in corso a valere sulle risorse europee e nazionali, quali:
a) la strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, il cui piano individua le priorità con particolare riguardo ai settori dell'istruzione, della mobilità e dei servizi sociosanitari;
b) il piano di azione volto a contrastare il disagio socio-economico e abitativo nelle periferie, da ammettere al finanziamento nelle sette regioni interessate dal piano medesimo;
l'intervento di cui all'articolo 1 risulterebbe depotenziato se non accompagnato da ulteriori iniziative rivolte ai giovani e ai soggetti più fragili, finalizzate a promuovere il welfare culturale quale sistema integrato di benessere degli individui e delle comunità, nonché leva di coesione sociale, al fine di rafforzare il capitale sociale e di migliorare le opportunità di rinascita e riattivazione delle comunità,
impegna il Governo
nell'ambito del Piano di cui all'articolo 1, al fine di fronteggiare le situazioni di degrado e disagio giovanile nelle aree interne e nelle aree svantaggiate, in particolare in quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica e degrado urbano, a prevedere che nelle predette aree siano istituite equipe di professionisti, composte da psicologi, educatori professionali e assistenti sociali, con il compito di organizzare e gestire progetti e servizi educativi e riabilitativi, autorizzando i Comuni afferenti alle aree, ad assumere in numero congruo e a tempo indeterminato, mediante procedure concorsuali semplificate di cui all'articolo 35-quater, comma 3-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, o mediante scorrimento di graduatorie vigenti di altre amministrazioni, comunque in deroga al previo espletamento delle procedure di cui all'articolo 30 del medesimo decreto legislativo nonché a qualsiasi limite vigente relativo all'assunzione di personale, unità di personale non dirigenziale tra psicologi, assistenti sociali e educatori professionali.
9/2183-A/102. Di Lauro, Quartini, Marianna Ricciardi, Sportiello, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 attribuisce al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento nonché a valorizzare le biblioteche, con il loro patrimonio materiale e digitale, quali strumenti di educazione intellettuale e civica, di socialità e di connessione con il tessuto sociale, promuovere la filiera dell'editoria libraria e tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali;
il Piano Olivetti per la cultura dovrà individuare gli ambiti di intervento e le priorità strategiche nel rispetto e in stretta complementarità con le strategie programmatiche già in corso a valere sulle risorse europee e nazionali, quali:
a) la strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, il cui piano individua le priorità con particolare riguardo ai settori dell'istruzione, della mobilità e dei servizi sociosanitari;
b) il piano di azione volto a contrastare il disagio socio-economico e abitativo nelle periferie, da ammettere al finanziamento nelle sette regioni interessate dal piano medesimo;
l'intervento di cui all'articolo 1 risulterebbe depotenziato se non accompagnato da ulteriori iniziative rivolte ai giovani e ai soggetti più fragili, finalizzate a promuovere il welfare culturale quale sistema integrato di benessere degli individui e delle comunità, nonché leva di coesione sociale, al fine di rafforzare il capitale sociale e di migliorare le opportunità di rinascita e riattivazione delle comunità,
impegna il Governo
nell'ambito del Piano di cui all'articolo 1, al fine di fronteggiare le situazioni di degrado e disagio giovanile nelle aree interne e nelle aree svantaggiate, in particolare in quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica e degrado urbano, nelle predette aree:
a realizzare il potenziamento delle strutture consultoriali al fine di garantire alla popolazione residente tutti i servizi sociosanitari dei consultori familiari di cui alla legge 29 luglio 1975, n. 405 con un rapporto, rispetto alla popolazione dei predetti territori, che non sia inferiore ad un consultorio per 15.000 abitanti;
a dare piena copertura al fabbisogno di asili nido, riducendo il divario tra le regioni e all'interno delle regioni stesse, per una percentuale che non sia inferiore al 33 per cento in ciascuna regione e in ciascun territorio.
9/2183-A/103. Sportiello, Di Lauro, Quartini, Marianna Ricciardi, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 attribuisce al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento nonché a valorizzare le biblioteche, con il loro patrimonio materiale e digitale, quali strumenti di educazione intellettuale e civica, di socialità e di connessione con il tessuto sociale, promuovere la filiera dell'editoria libraria e tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali;
il Piano Olivetti per la cultura dovrà individuare gli ambiti di intervento e le priorità strategiche nel rispetto e in stretta complementarità con le strategie programmatiche già in corso a valere sulle risorse europee e nazionali, quali:
la strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, il cui piano individua le priorità con particolare riguardo ai settori dell'istruzione, della mobilità e dei servizi sociosanitari;
il piano di azione volto a contrastare il disagio socio-economico e abitativo nelle periferie, da ammettere al finanziamento nelle sette regioni interessate dal piano medesimo;
l'intervento di cui all'articolo 1 risulterebbe depotenziato se non accompagnato da ulteriori iniziative rivolte ai giovani e ai soggetti più fragili, finalizzate a promuovere il welfare culturale quale sistema integrato di benessere degli individui e delle comunità, nonché leva di coesione sociale, al fine di rafforzare il capitale sociale e di migliorare le opportunità di rinascita e riattivazione delle comunità,
impegna il Governo
nell'ambito del Piano di cui all'articolo 1, al fine di fronteggiare le situazioni di degrado e disagio giovanile nelle aree interne e nelle aree svantaggiate, in particolare in quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica e degrado urbano e al fine di individuare tempestivamente e prevenire fenomeni potenzialmente pericolosi correlati al consumo di sostanze stupefacenti, anche nell'ottica di facilitare l'intercettazione precoce e l'accesso al trattamento, a potenziare, nell'ambito del sistema integrato di servizi sociosanitari:
i servizi dedicati ai giovanissimi che si caratterizzino per l'utilizzo di un approccio informale, accogliente e non stigmatizzante e per una presa in carico all'interno di strutture de-istituzionalizzate;
i servizi finalizzati ad incrementare le attività di testing e vaccinazione, con unità mobili e operazioni di drug-checking;
le campagne di sensibilizzazione rivolte a escludere e contrastare il consumo di droghe, bevande alcoliche e di tabacco tra i minori di 18 anni.
9/2183-A/104. Quartini, Di Lauro, Marianna Ricciardi, Sportiello, Amato, Caso, Orrico, D'Orso.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 attribuisce al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento nonché a valorizzare le biblioteche, con il loro patrimonio materiale e digitale, quali strumenti di educazione intellettuale e civica, di socialità e di connessione con il tessuto sociale, promuovere la filiera dell'editoria libraria e tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali;
il Piano Olivetti per la cultura dovrà individuare gli ambiti di intervento e le priorità strategiche nel rispetto e in stretta complementarità con le strategie programmatiche già in corso a valere sulle risorse europee e nazionali, quali:
la strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, il cui piano individua le priorità con particolare riguardo ai settori dell'istruzione, della mobilità e dei servizi sociosanitari;
il piano di azione volto a contrastare il disagio socio-economico e abitativo nelle periferie, da ammettere al finanziamento nelle sette regioni interessate dal piano medesimo;
l'intervento di cui all'articolo 1 risulterebbe depotenziato se non accompagnato da ulteriori iniziative rivolte ai giovani e ai soggetti più fragili, finalizzate a promuovere il welfare culturale quale sistema integrato di benessere degli individui e delle comunità, nonché leva di coesione sociale, al fine di rafforzare il capitale sociale e di migliorare le opportunità di rinascita e riattivazione delle comunità,
impegna il Governo
nell'ambito del Piano di cui all'articolo 1, al fine di fronteggiare le situazioni di degrado e disagio giovanile nelle aree interne e nelle aree svantaggiate, in particolare in quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica e degrado urbano, nei territori ove sia certificata una mancata o incompleta o irregolare fruizione dei servizi dell'istruzione da parte di ragazzi e giovani in età scolare, ad istituire presidi di supporto socio-educativo per intercettare le famiglie più fragili e organizzare e gestire progetti e servizi educativi e riabilitativi per la popolazione giovanile.
9/2183-A/105. Marianna Ricciardi, Di Lauro, Quartini, Sportiello, Amato, Caso, Orrico, D'Orso.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in Commissione si sono aggiunte le ulteriori finalità volte alla promozione della produzione culturale e artistica giovanile, alla promozione e valorizzazione del cinema e del settore audiovisivo, a promuovere la diffusione e la fruizione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini e la rimozione degli ostacoli che limitano l'effettivo esercizio della lettura in età prescolare, quali strumenti fondamentali per la crescita, il processo di alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo della persona, a promuovere la digitalizzazione del patrimonio librario e l'alfabetizzazione digitale tramite percorsi di educazione e formazione all'interno degli spazi bibliotecari, a promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo;
il comma 2 dell'articolo 1 prevede che il citato Piano sia adottato, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, con uno o più decreti del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge;
non si può, tuttavia, non rilevare che, dovendo il Piano essere adottato ad invarianza finanziaria e quindi senza risorse proprie e dedicate, l'efficacia di tale strumento appare per il momento molto limitata: appare invece auspicabile, alla luce delle diffuse finalità indicate, che siano previste risorse finanziarie adeguate per dare concretezza all'istituendo Piano Olivetti per la cultura,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui in premessa al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte allo stanziamento di adeguate risorse finanziarie in via strutturale, che vadano oltre il biennio 2025/2026, al fine di dare una prospettiva concreta di realizzazione al suddetto Piano.
9/2183-A/106. Tucci, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in Commissione si sono aggiunte le ulteriori finalità volte alla promozione della produzione culturale e artistica giovanile, alla promozione e valorizzazione del cinema e del settore audiovisivo, a promuovere la diffusione e la fruizione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini e la rimozione degli ostacoli che limitano l'effettivo esercizio della lettura in età prescolare, quali strumenti fondamentali per la crescita, il processo di alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo della persona, a promuovere la digitalizzazione del patrimonio librario e l'alfabetizzazione digitale tramite percorsi di educazione e formazione all'interno degli spazi bibliotecari, a promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo;
per rilanciare il settore strategico della cultura, il Piano nazionale di ripresa e resistenza (PNRR) prevede specifici investimenti finalizzati a ristrutturare gli asset chiave del patrimonio culturale italiano e favorire la nascita di nuovi servizi, sfruttando anche la partecipazione sociale come leva di inclusione e rigenerazione, con l'obiettivo di migliorarne l'attrattività, l'accessibilità (sia fisica che digitale) e la sicurezza, in un'ottica generale di sostenibilità ambientale. Le misure si basano su un modello di governance multilivello e prevedono una forte cooperazione tra attori pubblici, in linea con la Convenzione di Faro e il Quadro di azione europeo per il patrimonio culturale,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui in premessa al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a coordinare gli interventi previsti dall'istituendo Piano Olivetti in conformità con gli obiettivi e i principi trasversali del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), al fine di garantire, in un'ottica di sistema, il pieno raggiungimento delle finalità e la massima valorizzazione del patrimonio culturale italiano, con l'obiettivo di migliorarne l'attrattività, l'accessibilità (sia fisica che digitale) e la sicurezza, in un'ottica generale di sostenibilità ambientale.
9/2183-A/107. Scutellà, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 3 introduce tre distinte misure a sostegno dell'editoria e delle librerie. In particolare, sono istituiti: al comma 1, un fondo con una dotazione di 4 milioni di euro per l'anno 2024 per finanziare l'apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a trentacinque anni di età, dando priorità alle aperture in aree interne e svantaggiate o in aree prive di librerie o di biblioteche statali aperte al pubblico; al comma 2, un fondo con una dotazione di 24,8 milioni di euro per l'anno 2025 e di 5,2 milioni di euro per l'anno 2026 per l'acquisto di libri, anche in formato digitale, da parte delle biblioteche aperte al pubblico statali, degli enti territoriali e degli enti culturali che ricevono contributi pubblici; al comma 5, in via sperimentale, un fondo da ripartire con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2025, finalizzato ad ampliare l'offerta culturale dei quotidiani in formato cartaceo attraverso il potenziamento delle pagine dedicate alla cultura, allo spettacolo e al settore audiovisivo;
nonostante gli incentivi previsti per le librerie under trentacinque, insufficienti appaiono le iniziative per rafforzare la cultura nei giovani, in assenza di interventi mirati previsti dal Piano tesi a ridurre gli ostacoli nell'accesso a processi culturali e creativi e di migliorare l'inclusione sociale,
impegna il Governo
ad accompagnare le misure contenute all'articolo 3 del provvedimento con ulteriori iniziative volte a favorire l'accesso e la partecipazione dei giovani al patrimonio artistico-culturale del territorio, in particolare attraverso la promozione e l'utilizzo delle nuove tecnologie.
9/2183-A/108. Carotenuto, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali, ed altre finalità aggiunte durante l'esame in sede referente;
durante l'esame in Commissione, grazie all'approvazione di un emendamento del gruppo M5S, alla finalità volta a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, in particolare quelle caratterizzate da marginalità sociale ed economica, degrado urbano, denatalità e spopolamento, si è aggiunta la precisazione che tale finalità possa essere promossa anche tramite il coinvolgimento degli enti del Terzo settore in attività di co-progettazione ai sensi dell'articolo 55 del codice Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117,
impegna il Governo
ad adottare, per quanto di competenza, iniziative strategiche in ambito culturale dedicate a contrastare lo spopolamento e l'isolamento delle aree interne attraverso l'offerta di proposte artistiche che agevolino la collaborazione pubblico privato, a favore di quei giovani che scelgono di vivere nelle aree interne e svantaggiate.
9/2183-A/109. Aiello, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in Commissione si sono aggiunte le ulteriori finalità volte alla promozione della produzione culturale e artistica giovanile, alla promozione e valorizzazione del cinema e del settore audiovisivo, a promuovere la diffusione e la fruizione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini e la rimozione degli ostacoli che limitano l'effettivo esercizio della lettura in età prescolare, quali strumenti fondamentali per la crescita, il processo di alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo della persona, a promuovere la digitalizzazione del patrimonio librario e l'alfabetizzazione digitale tramite percorsi di educazione e formazione all'interno degli spazi bibliotecari, a promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo;
il comma 2 prevede che il citato Piano sia adottato, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, con uno o più decreti del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge;
durante l'esame in commissione è stato approvato un emendamento del relatore all'articolo 1 che istituisce, presso l'Ufficio di Gabinetto del Ministro della cultura una posizione dirigenziale di livello generale con oneri pari a euro 247.163 per l'anno 2025 e a euro 296.596 annui a decorrere dall'anno 2026;
non si può, tuttavia, non rilevare che, dovendo il Piano essere adottato nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'efficacia di tale strumento appare per il momento molto limitata, soprattutto se non associata a misure di carattere più generale, come ad esempio, quelle relative ai regimi fiscali dei diversi settori;
appare invece auspicabile, alla luce delle diffuse finalità indicate, che siano previste risorse finanziarie adeguate per dare concretezza all'istituendo Piano Olivetti per la cultura, in particolare alla finalità volta a favorire e promuovere la produzione culturale e artistica giovanile,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare iniziative normative volte a reperire le adeguate risorse finanziarie necessarie alla concreta realizzazione delle finalità dell'istituendo piano Olivetti per la cultura, in particolare alla realizzazione della finalità volta a favorire e promuovere la produzione culturale e artistica giovanile.
9/2183-A/110. Pellegrini, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 7, comma 2, è volto a stabilizzare, a decorrere dal 1° gennaio 2025, il regime semplificato di cui all'articolo 38-bis, comma 1, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, introdotto in via sperimentale, durante il periodo pandemico, sino al 31 dicembre 2021 e annualmente prorogato sino al 31 dicembre 2024;
tale regime prevede che per la realizzazione di spettacoli dal vivo relativi ad attività culturali, quali il teatro, la musica, la danza e il musical nonché le proiezioni cinematografiche, destinati a non più di 2.000 partecipanti, ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato sia sostituito dalla segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), eccettuati i casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali nel luogo in cui si svolge lo spettacolo:
come riconosciuto anche da molte associazioni ed esperti nel settore, la norma, nel corso degli anni, è stata decisiva per gli organizzatori e di grande utilità per molte amministrazioni locali, senza però abbassare la soglia delle attenzioni in termini di sicurezza,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative necessarie volte ad estendere il perimetro del numero massimo dei partecipanti previsto per organizzare festival e/o rassegne musicali e culturali con la sola comunicazione SCIA, al fine di stimolare gli enti locali ad incrementare le proposte culturali da offrire alla cittadinanza, generando ricadute positive per l'economia locale.
9/2183-A/111. Ferrara, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 2 istituisce un'unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato, elencando, al comma 2, alcune finalità, tra cui, alla lettera a), «il coordinamento di progetti e interventi di cooperazione culturale con Stati e Organizzazioni internazionali africani»;
tuttavia, l'articolo non chiarisce l'urgenza né le modalità di confronto con le comunità coinvolte, le uniche legittimate a definire autonomamente le proprie politiche culturali, ma soltanto un'allocazione di denaro pari a 866.069 euro per ogni anno dal 2025 al 2028;
il fatto che si continui a dare priorità economica e decisionale a figure di nomina fiduciaria esterne stride con le reali necessità del Ministero della Cultura, la cui dotazione organica si trova notoriamente in sofferenza da decenni (i sindacati stimano una carenza di circa 8.000 unità) e per la quale ancora non sono ancora stati presi provvedimenti e impegni economici, nonostante le promesse fatte alle organizzazioni sindacali,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative necessarie volte a chiarire le modalità di confronto con le comunità coinvolte nei progetti di cooperazione culturale di cui si dovrebbe occupare l'istituenda unità di missione, nonché a reperire con estrema urgenza adeguate risorse finanziarie per colmare la carenza di personale all'interno degli uffici del Ministero della cultura, al fine di tutelare la valorizzazione del patrimonio culturale presente sul territorio nazionale.
9/2183-A/112. Lomuti, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 11, comma 1, prevede una modifica dell'articolo 1, comma 363 della legge n. 160 del 2019 che, prima di tale novella, stabiliva che, a decorrere dal 2020, una quota dei proventi – prodotti nell'anno precedente a quello di riferimento – derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso ai luoghi e agli istituti di cultura di appartenenza statale – fosse versata al bilancio dello Stato entro il 31 luglio per essere destinata a remunerare le prestazioni per il lavoro straordinario del personale del Ministero della cultura;
tuttavia, tale modifica elimina il riferimento ai proventi prodotti nell'anno precedente, differendo dal 31 luglio al 15 dicembre di ciascun anno il termine entro il quale una quota dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso ai luoghi e agli istituti di cultura di appartenenza statale deve essere versata all'entrata del bilancio dello Stato per essere destinata, in misura non superiore a 10 milioni di euro annui e in deroga ai limiti finanziari disposti dalla normativa vigente, a remunerare le prestazioni per il lavoro straordinario del personale del Ministero della cultura, ma soprattutto stabilisce che tale destinazione costituisce ora una facoltà e non più un obbligo per l'amministrazione;
appare legittimo chiedersi in che modo tali risorse verranno ridistribuite nel caso in cui tali istituti scegliessero di non versarle e, in tale ipotesi, quali coperture verranno utilizzate per remunerare le prestazioni per il lavoro straordinario del personale del Ministero della cultura, retribuzioni che spettano di diritto a tali dipendenti,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative necessarie finalizzate a rivedere la disposizione che prevede la facoltà di versamento della quota di proventi derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso ai luoghi e agli istituti di cultura di appartenenza statale all'entrata del bilancio dello Stato per essere destinata a remunerare le prestazioni per il lavoro straordinario del personale del Ministero della cultura, al fine di garantire una chiara copertura delle retribuzioni del lavoro straordinario effettuato dai dipendenti del Ministero.
9/2183-A/113. Sergio Costa, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 1, comma 1, prevede una serie di finalità da attuare nell'ambito del «Piano Olivetti per la cultura», un progetto ispirato alla visione innovativa di Adriano Olivetti, l'industriale di Ivrea noto per aver armonizzato sviluppo economico, progresso sociale e cultura;
gli obiettivi riguardano molti ambiti del settore della cultura: dalla promozione della rigenerazione culturale delle periferie alla diffusione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini, dalla valorizzazione della filiera dell'editoria libraria alla tutela del cinema e del settore audiovisivo;
tali finalità dovranno essere attuate tramite strumenti e azioni in grado di garantire un reale supporto ai settori della cultura, dell'arte, del cinema, dell'audiovisivo e dello spettacolo, le quali, per loro natura, necessitano di misure economiche strutturali e continuative per sostenersi,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative necessarie volte a introdurre delle agevolazioni fiscali, quali la detraibilità di tutte le spese culturali per libri, cinema, musica, teatro, mostre e musei, anche al fine di dare piena attuazione alle finalità previste dal Piano Olivetti per la cultura.
9/2183-A/114. Fede, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 3, comma 2, prevede l'istituzione di un Fondo nello stato di previsione del Ministero della cultura per sostenere la filiera dell'editoria libraria, anche digitale, nonché le librerie caratterizzate da una lunga tradizione o interesse storico-artistico, le librerie di prossimità e le librerie di qualità esistenti sul territorio nazionale;
tuttavia, la dotazione economica risulta di 24,8 milioni di euro per l'anno 2025 e di 5,2 milioni di euro per l'anno 2026, uno stanziamento di risorse insufficiente e temporaneo, che rischia di avere ricadute positive non su tutta la filiera, ma soltanto su una parte di essa, creando un'ingiustificabile discriminazione,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative necessarie volte a reperire le risorse per rendere strutturale lo stanziamento di risorse in favore della filiera dell'editoria libraria, al fine di scongiurare una parziale attuazione delle misure di sostegno previste per il settore.
9/2183-A/115. Cherchi, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in Commissione si sono aggiunte le ulteriori finalità volte alla promozione della produzione culturale e artistica giovanile, alla promozione e valorizzazione del cinema e del settore audiovisivo, a promuovere la diffusione e la fruizione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini e la rimozione degli ostacoli che limitano l'effettivo esercizio della lettura in età prescolare, quali strumenti fondamentali per la crescita, il processo di alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo della persona, a promuovere la digitalizzazione del patrimonio librario e l'alfabetizzazione digitale tramite percorsi di educazione e formazione all'interno degli spazi bibliotecari, a promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo;
il comma 2 prevede che il citato Piano sia adottato, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, con uno o più decreti del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge;
durante l'esame in Commissione è stato approvato un emendamento del relatore all'articolo 1 che istituisce, presso l'Ufficio di Gabinetto del Ministro della cultura una posizione dirigenziale di livello generale con oneri pari a euro 247.163 per l'anno 2025 e a euro 296.596 annui a decorrere dall'anno 2026;
non si può, tuttavia, non rilevare che, dovendo il Piano essere adottato nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'efficacia di tale strumento appare per il momento molto limitata, soprattutto se non associata a misure di carattere più generale, come ad esempio, quelle relative ai regimi fiscali dei diversi settori;
a prescindere dall'utilità e dall'opportunità di tale incremento di posizione dirigenziale e di spesa, in particolare ove paragonata all'assenza di risorse destinate a tutte le finalità previste, appare invece auspicabile che siano previste risorse finanziarie adeguate per dare concretezza all'istituendo Piano Olivetti per la cultura, in particolare alle finalità volte e promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo, nonché le finalità volte a promuovere e valorizzare il cinema e il settore audiovisivo,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a reperire le adeguate risorse finanziarie necessarie alla concreta realizzazione delle finalità dell'istituendo piano Olivetti per la cultura, in particolare delle finalità volte e promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo, nonché le finalità volte a promuovere e valorizzare il cinema e il settore audiovisivo.
9/2183-A/116. Traversi, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
durante l'esame in Commissione si sono aggiunte le ulteriori finalità volte alla promozione della produzione culturale e artistica giovanile, alla promozione e valorizzazione del cinema e del settore audiovisivo, a promuovere la diffusione e la fruizione delle biblioteche scolastiche e delle librerie per bambini e la rimozione degli ostacoli che limitano l'effettivo esercizio della lettura in età prescolare, quali strumenti fondamentali per la crescita, il processo di alfabetizzazione e lo sviluppo cognitivo, sociale, relazionale ed emotivo della persona, a promuovere la digitalizzazione del patrimonio librario e l'alfabetizzazione digitale tramite percorsi di educazione e formazione all'interno degli spazi bibliotecari, a promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo;
il comma 2 prevede che il citato Piano sia adottato, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, con uno o più decreti del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge;
durante l'esame in Commissione è stato approvato un emendamento del relatore all'articolo 1 che istituisce, presso l'Ufficio di Gabinetto del Ministro della cultura una posizione dirigenziale di livello generale con oneri pari a euro 247.163 per l'anno 2025 e a euro 296.596 annui a decorrere dall'anno 2026;
non si può, tuttavia, non rilevare che, dovendo il Piano essere adottato nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'efficacia di tale strumento appare per il momento molto limitata, soprattutto se non associata a misure di carattere più generale, come ad esempio, quelle relative ai regimi fiscali dei diversi settori;
a prescindere dall'utilità e dall'opportunità di tale incremento di posizione dirigenziale e di spesa, in particolare ove paragonata all'assenza di risorse destinate a tutte le finalità previste, appare invece auspicabile che siano previste risorse finanziarie adeguate per dare concretezza all'istituendo Piano Olivetti per la cultura, in particolare alle finalità volte e promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo, nonché le finalità volte a promuovere e valorizzare il cinema e il settore audiovisivo,
impegna il Governo
ad adottare iniziative normative volte a reperire le adeguate risorse finanziarie necessarie alla concreta realizzazione delle finalità dell'istituendo piano Olivetti per la cultura, in particolare delle finalità volte a promuovere, valorizzare e favorire lo sviluppo della cultura come bene comune accessibile e integrato nella vita delle comunità, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale.
9/2183-A/117. Cappelletti, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 6 reca disposizioni in materia di Carta elettronica Bonus cultura 18app, di Carta della cultura Giovani e di Carta del merito;
l'articolo 1, comma 630, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, ha sostituito il Bonus cultura 18app, istituito dal Governo Renzi con la prima edizione nel 2016, con due Carte: la «Carta della cultura Giovani», un bonus da 500 euro utilizzabile nell'anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età, assegnata ai giovani appartenenti a nuclei familiari con ISEE non superiore a 35.000 euro e la «Carta del merito», un bonus da 500 euro per chi ha sostenuto l'esame di maturità entro l'anno di compimento dei 19 anni e con votazione di 100 o 100 e lode;
entrambe le carte sono assegnate per acquistare biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici anche in formato digitale, musica registrata, prodotti dell'editoria audiovisiva, titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali nonché per sostenere i costi relativi a corsi di musica, di teatro, di danza o di lingua straniera;
il Governo Conte II aveva istituito la Carta della Cultura, ai sensi dell'articolo 6 della legge 13 febbraio 2020, n. 15, una carta dell'importo nominale pari a 100 euro e pensata per contrastare la povertà educativa e promuovere la diffusione della lettura permettendo ai titolari di acquistare libri, prodotti e servizi culturali;
in particolare, trattandosi di uno strumento elettronico per agevolare la diffusione della cultura tra i giovani, i criteri previsti per l'assegnazione della Carta del merito, riservata agli studenti che hanno conseguito la maturità con il massimo dei voti, appare discriminatoria e in contrasto con i principi di pari opportunità; sarebbe pertanto auspicabile effettuare una revisione dei suddetti criteri di assegnazione, al fine di garantire un utilizzo efficace ed efficiente e quanto più ampio possibile delle risorse messe a disposizione per incentivare la diffusione della cultura tra i giovani,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi delle norme di cui in premessa al fine di adottare urgentemente tutte le necessarie iniziative normative finalizzate a rivedere i criteri di assegnazione previsti per gli strumenti digitali finalizzati a incrementare la diffusione della cultura tra i giovani, affinché, anche attraverso un incremento dei finanziamenti e una razionalizzazione in via sistematica degli strumenti attualmente a disposizione, in un'ottica di efficientamento della spesa, si scongiuri il rischio di una discriminazione e di una violazione del principio di pari opportunità nell'accesso all'offerta culturale tra le giovani generazioni.
9/2183-A/118. Barzotti, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame reca diffuse disposizioni in materia di cultura, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese attraverso strategie rivolte a tutte le aree del territorio nazionale;
in particolare, l'articolo 10 reca misure necessarie e urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, ovvero l'insieme di beni che per la loro rilevanza storica e culturale sono indicati come di interesse pubblico e costituiscono la ricchezza artistica ed economica di un determinato luogo;
tra le azioni volte a valorizzare e mantenere l'immenso patrimonio culturale disponibile sul territorio del nostro Paese, vi sono quelle iniziative volte a rendere i luoghi più accessibili e fruibili per tutti coloro che vorrebbero farlo;
attualmente i luoghi irraggiungibili o difficilmente raggiungibili nel nostro Paese sono centinaia, questo aumenta la difficoltosa conoscibilità del patrimonio artistico e lo rende disponibile a parti alle sole parti della popolazione con maggiore disponibilità economica;
il patrimonio culturale deve inoltre essere maggiormente aperto alle persone con disabilità prevedendo percorsi di visita agevolati;
pertanto, sarebbe auspicabile destinare risorse per contribuire a sostenere progetti di piccole opere volte alla messa in sicurezza delle strade statali e delle tratte ferroviarie ordinarie mentre vanno scongiurati interventi spot,
impegna il Governo
ad accompagnare le misure previste all'articolo 10 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative urgenti volte a aumentare la fruibilità del patrimonio culturale e dei luoghi che li ospitano, favorendo una riduzione dei costi correlati al trasporto, con particolare riferimento alle aree interne e alle isole.
9/2183-A/119. Cantone, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame, all'articolo 1, affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
In particolare, il comma 1 lettera e) affida al Ministro della cultura il compito di adottare il su menzionato piano con la finalità – tra le altre – di tutelare e valorizzare il patrimonio e le attività degli archivi nonché degli istituti storici e culturali, quali custodi della storia e della memoria della nazione;
sotto altro profilo, l'articolo 5 destina alla Giunta storica nazionale, all'Istituto italiano per la storia antica, all'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea e all'Istituto italiano di numismatica un contributo, a decorrere dal 2025, pari, complessivamente, a 1,8 milioni di euro;
da notizie di stampa si apprende che vi sono almeno 5.421 faldoni giudiziari storici in pessimo stato di conservazione ed a rischio perdita. Si tratta, tra gli altri, dei fascicoli relativi ai processi riguardanti Renato Vallanzasca, Brigate Rosse, Nar e Prima Linea, Scientology, relativi ai processi per mafia denominati «Duomo Connection», «Nord-Sud», «Belgio 2», «Wall Street», «Count Down 2», al processo per la strage di via Palestre, ai processi del filone «Mani pulite», ai processi Eni ed Enimont, e altri fascicoli relativi a processi che hanno segnato la storia del nostro Paese, oltre a documenti prebellici importanti;
a maggio 2024 è scaduto il protocollo d'intesa promosso dall'Archivio Flamigni e dalla Rete degli archivi per non dimenticare, con i Ministeri della giustizia e della cultura, che dal 2015 finanzia i più importanti progetti di digitalizzazione;
occorre salvaguardare la corretta conservazione dei fascicoli giudiziari di rilevanza storica, in quanto inconfutabilmente devono considerarsi strumenti volti a custodire la storia e la memoria della nostra nazione,
impegna il Governo
al fine di dare piena attuazione agli obiettivi indicati dall'articolo 1, comma 1, lettera e), del provvedimento in esame, a destinare specifiche risorse all'opera di digitalizzazione dei fascicoli giudiziari dei processi storici, come richiamati in premessa, per consentirne la conservazione presso archivi ad hoc, in quanto custodi della memoria storica del nostro Paese, nonché per la adeguata formazione professionale di chi sarà chiamato a svolgere l'importante compito di conservazione e digitalizzazione.
9/2183-A/120. D'Orso, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 reca Disposizioni urgenti in materia di impignorabilità dei fondi destinati alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale;
in particolare, il comma 1 prevede che, al fine di tutelare il patrimonio culturale, non siano soggetti a esecuzione forzata i fondi del Ministero della cultura destinati, in forza di una norma di legge o di un provvedimento amministrativo, a un pubblico servizio per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale;
il comma 2 stabilisce che i titolari dei centri di responsabilità amministrativa individuano, «periodicamente» e con provvedimenti motivati, le somme destinate alle finalità di cui al comma 1, specificando per ciascuna: a) il vincolo normativo o provvedimentale di destinazione; b) la necessità della spesa; c) il nesso diretto con le funzioni essenziali di tutela o di valorizzazione;
il principio della responsabilità patrimoniale di cui al combinato disposto degli articoli 2740 e 2910 del codice civile si applica anche allo Stato ed agli enti pubblici, pertanto, eventuali limitazioni rappresentano un'eccezione alla regola della responsabilità patrimoniale;
per ragioni di tenuta del sistema ed in ossequio al principio di difesa ex articolo 24 della Costituzione, eventuali limitazioni sono previste solo per legge e rappresentano certamente un'eccezione alla regola;
secondo un orientamento consolidato della giurisprudenza, i beni indisponibili diventano tali solo se una apposita norma di legge (o un provvedimento amministrativo che nella legge trovi fondamento) imprima un vincolo di destinazione ad un pubblico servizio in modo da creare un collegamento diretto tra quelle entrate ed un determinato servizio pubblico (Cassazione 15 settembre 1995 n. 9727);
ciò tanto più vale per il denaro e per i crediti pecuniari, a causa della loro natura fungibile e strumentale; invero, di norma secondo la giurisprudenza, questi difficilmente possono ritenersi assoggettabili a vincoli di destinazione, a meno che non siano destinati immediatamente, nella loro individualità, al soddisfacimento di un interesse pubblico, richiedendosi a tal fine una serie di condizioni, tra le quali che il vincolo di destinazione venga impresso per mezzo di una specifica disposizione di legge ovvero un provvedimento amministrativo ad hoc (in tal senso Cassazione civile, Sezione III 5 maggio 2009 n. 10284);
l'articolo 1, comma 5 e comma 5-bis, del decreto-legge n. 9 del 1993 in materia di sanità e l'articolo 159 TUEL in materia di enti pubblici, recependo la giurisprudenza costituzionale che è più volte intervenuta sulla materia (Corte Costituzionale n. 285 del 1985; Corte Costituzionale n. 211 del 2003) prevedono che l'organo amministrativo, con deliberazione adottata ogni trimestre (nel caso delle ASL) ovvero ogni semestre (nel caso degli enti locali), quantifichi preventivamente le somme destinate all'espletamento dei servizi essenziali/indispensabili dell'ente;
nell'atto in esame, invece, per i fondi del Ministero della cultura, al comma 2 si stabilisce che i titolari dei centri di responsabilità amministrativa individuano, «periodicamente» e con provvedimenti motivati, le somme destinate alle finalità di cui al comma 1, senza meglio specificare la cadenza temporale;
considerando che l'impignorabilità dei beni rappresenta sempre un'eccezione alla regola, appare opportuno allineare la disciplina introdotta dal decreto in esame con la normativa già in vigore relativamente alle aziende sanitarie locali e agli enti pubblici,
impegna il Governo
con il primo provvedimento utile, a specificare la cadenza trimestrale o semestrale della quantificazione preventiva delle somme sottoposte a vincolo di destinazione, per le ragioni esposte in premessa.
9/2183-A/121. Ascari, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 reca Disposizioni urgenti in materia di impignorabilità dei fondi destinati alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale;
in particolare, il comma 1 prevede che, al fine di tutelare il patrimonio culturale, non siano soggetti a esecuzione forzata i fondi del Ministero della cultura destinati, in forza di una norma di legge o di un provvedimento amministrativo, a un pubblico servizio per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale;
il comma 2 stabilisce che i titolari dei centri di responsabilità amministrativa individuano, «periodicamente» e con provvedimenti motivati, le somme destinate alle finalità di cui al comma 1, specificando per ciascuna: a) il vincolo normativo o provvedimentale di destinazione; b) la necessità della spesa; c) il nesso diretto con le funzioni essenziali di tutela o di valorizzazione;
il principio della responsabilità patrimoniale di cui al combinato disposto degli articoli 2740 e 2910 del codice civile si applica anche allo Stato ed agli enti pubblici, pertanto, eventuali limitazioni rappresentano un'eccezione alla regola della responsabilità patrimoniale;
per ragioni di tenuta del sistema ed in ossequio al principio di difesa ex articolo 24 della Costituzione, eventuali limitazioni sono previste solo per legge e rappresentano certamente un'eccezione alla regola;
l'impignorabilità dei Fondi del Ministero, al pari di altri beni pubblici sottoposti a vincoli di destinazioni sono suscettibili di incidere sui flussi di cassa delle microimprese che siano creditrici dei debiti della pubblica amministrazione, che sono quelle maggiormente colpite dalla impossibilità di sottoporre ad esecuzione forzata i suddetti beni pubblici, e ciò tanto più vale nei periodi di recessione economica, ovvero quando l'accesso al finanziamento diventa più difficile;
occorre tutela al contempo la pretesa dei creditori quando l'amministrazione pubblica è parte debitrice,
impegna il Governo
a monitorare gli effetti derivanti dall'articolo 9, al fine di escludere che l'impignorabilità dei fondi si traduca in una limitazione del diritto di difesa come garantita dall'articolo 24 della Costituzione ed ad introdurre, se del caso, eventuali contrappesi all'impignorabilità dei beni, a tutela delle pretese dei creditori nei casi in cui la pubblica amministrazione sia parte debitrice.
9/2183-A/122. Cafiero De Raho, Amato, Caso, Orrico.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Assemblea reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 11, recante misure in materia di personale del Ministero della cultura, al comma 1, modifica la vigente disposizione che, a decorrere dal 2020, impone al Ministero della cultura di destinare una quota dei proventi prodotti nell'anno precedente a quello di riferimento e derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso agli istituti e luoghi della cultura statali, mediante versamento all'entrata del bilancio dello Stato, entro il 31 luglio di ciascun anno ed entro determinati limiti, a remunerare le prestazioni per il lavoro straordinario del proprio personale;
il comma 2 estende anche ai luoghi della cultura dotati di autonomia speciale la vigente disposizione, in precedenza limitata ai soli istituti e musei dotati di tale autonomia, la quale stabilisce che i proventi derivanti dalla vendita dei biglietti d'ingresso siano versati all'entrata del bilancio dello Stato e successivamente riassegnati al Fondo risorse decentrate del Ministero della cultura per essere destinati alla remunerazione delle particolari condizioni di lavoro del personale coinvolto in specifici progetti locali presso gli stessi istituti e luoghi della cultura, nel limite massimo del 15 per cento del trattamento tabellare annuo lordo, secondo criteri definiti in sede di contrattazione collettiva integrativa;
il decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 recante «Misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali» convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, all'articolo 50-ter «Assunzione di personale presso i Ministeri della cultura, della giustizia e dell'istruzione nelle regioni dell'obiettivo europeo “Convergenza”», al fine di promuovere la rinascita occupazionale delle regioni comprese nell'obiettivo europeo «Convergenza» (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e migliorare la qualità degli investimenti in capitale umano, autorizzava il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri a bandire procedure selettive per l'accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di diciotto ore settimanali, della durata di diciotto mesi, alle quali erano prioritariamente ammessi i soggetti già inquadrati come tirocinanti nell'ambito dei percorsi di formazione e lavoro presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell'istruzione e del merito;
sulla scorta della richiamata normativa, veniva indetta una procedura selettiva pubblica per il reclutamento di 1.956 unità di personale non dirigenziale, a tempo determinato varie aree, per il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell'istruzione e del merito;
la procedura selettiva di cui sopra ha portato all'assunzione di 350 unità di personale, delle quali 280 solo in Calabria, presso le sedi periferiche del Ministero della cultura;
parliamo di 350 lavoratrici e lavoratori a tempo determinato assunti per il PNRR in Calabria, Campania, Puglia, Sicilia in scadenza il prossimo 28 febbraio 2025; non hanno alcuna certezza della prosecuzione né tanto meno che si agisca in continuità. Non possiamo permettere la perdita di questi posti di lavoro;
i lavoratori attualmente impegnati nelle regioni ad obiettivo «Convergenza» risultano oggi indispensabili al fine di assicurare il buon andamento della Pubblica Amministrazione in ragione dell'enorme mole di doveri cui i Ministeri sono sottoposti anche all'esito di tutti i progetti PNRR attivi sul territorio e alla forte carenza d'organico che solo in parte si sta colmando,
impegna il Governo
ad accompagnare le misure in materia di personale del Ministero della cultura di cui all'articolo 11 del provvedimento in esame con l'adozione di ogni opportuna iniziativa di carattere normativo per rinnovare in continuità per un periodo di diciotto mesi oltre il termine previsto i contratti in scadenza del personale impiegato presso il Ministero della cultura di cui all'articolo 50-ter, comma 1, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 (Misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali), convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106.
9/2183-A/123. Zanella, Piccolotti, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Assemblea reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 6 dispone che i soggetti presso i quali è possibile utilizzare la «Carta della cultura giovani» e la «Carta del merito» previste dall'articolo 1, comma 357, della legge n. 234 del 2021, ai fini del pagamento del credito maturato sono tenuti, a pena di decadenza dal diritto al rimborso, alla trasmissione della fattura entro e non oltre il termine di novanta giorni dalla conclusione dell'iniziativa;
la legge di bilancio 2023, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 303 del 29 dicembre 2022 e in vigore dal 1° gennaio 2023, con il comma 630, ha sostituito, a decorrere dal 2023, la Carta elettronica legata al bonus cultura ai giovani (cosiddetta «18app») con due nuovi strumenti: la «Carta della cultura Giovani» e la «Carta del merito»;
la carta cultura giovani è un bonus di 500 euro utilizzabile nell'anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età, assegnata ai giovani appartenenti a nuclei familiari con indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 35.000 euro;
può essere utilizzata per l'acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo; libri, abbonamenti a quotidiani e periodici anche in formato digitale; musica registrata, prodotti dell'editoria audiovisiva; titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali; nonché per sostenere i costi relativi a corsi di musica, di teatro, di danza o di lingua straniera;
i viaggi di istruzione, comunemente chiamati gite scolastiche, stanno diventando troppo costosi per molte famiglie, come denunciato da numerose associazioni studentesche, dei genitori e dei consumatori. I viaggi d'istruzione sono parte dell'offerta formativa e rappresentano un'occasione di educazione, stimolo, conoscenza dei beni culturali, dei musei e del patrimonio italiano;
l'articolo 34 della Costituzione definisce la scuola aperta a tutti. Ciò implica che deve offrire veramente a ogni studente le stesse opportunità. Tra queste di sicuro vanno comprese anche le uscite didattiche,
impegna il Governo
ad estendere, nel prossimo provvedimento utile, l'utilizzo della Carta della cultura Giovani ai viaggi di istruzione.
9/2183-A/124. Dori, Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Aula reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 7 reca misure urgenti per la semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo;
la legge di bilancio 2025 (articolo 1, comma 611, legge 30 dicembre 2024, n. 207) ha aggiornato i criteri per l'accesso all'indennità di discontinuità, prevista in favore di lavoratrici e lavoratori discontinui del settore dello spettacolo. In altre parole, la misura riguarda professionisti con contratto di lavoro autonomo, di collaborazione coordinata e continuativa, di lavoro subordinato a tempo determinato (articolo 2, comma 1, l. a), del decreto legislativo n. 182 del 1997 e l. b), individuati con decreto ministeriale n. 234 del 2023,) oltre che di lavoro intermittente a tempo determinato e indeterminato senza indennità di disponibilità;
le modifiche introdotte aumentano il requisito reddituale entro cui è possibile accedere all'indennità di discontinuità. Nello specifico, sale a 30.000 euro annui il limite di reddito dell'anno di imposta precedente alla presentazione della domanda. Viene ridotto da 60 a 51 il numero minimo di giornate di contribuzione accreditata al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, maturate nell'anno precedente a quello di presentazione della domanda, per accedere all'indennità. Modifiche importanti ma non sufficienti;
nel 2023 l'indennità di discontinuità ha fatto registrare 20.885.624,59 di importo netto, al netto cioè della tassazione (24.689.525,84 lordo), sceso a 7.956.310,98 (9.614.994,61 lordo) nel 2024. Parallelamente se nel 2023 le domande presentate sono state 12.187, di queste le accolte sono state la metà circa, 6.379; nel 2024, 9.224 le domande fatte e le accolte 5.260;
tempi lunghi nell'erogazione, procedure di accesso giudicate dagli utenti complesse, soprattutto nel calcolo degli importi, e un ammontare delle risorse stanziate, che se pur confermato dalla legge di bilancio del 2025, è in calo. Sono queste le criticità che rischiano di vanificare l'efficacia dell'indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo impedendo di fatto lo sviluppo di un sistema di welfare per il settore,
impegna il Governo
al fine di promuovere e valorizzare tutte le attività di spettacolo, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 1, lettera e-bis) del provvedimento in esame, ad adottare ogni iniziativa a favore del personale in esse coinvolto anche incrementando i fondi destinati all'indennità di discontinuità e allargandone la platea, attraverso l'innalzamento del tetto reddituale imponibile fino a 35 mila euro e la riduzione a 35 del numero delle giornate di contribuzione accreditate al Fondo pensioni per i lavoratori dello spettacolo (FPLS) necessarie per la domanda.
9/2183-A/125. Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Assemblea reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 3 prevede misure a sostegno dell'editoria e delle librerie;
stando agli ultimi dati dell'Osservatorio sulle librerie in Italia, in Italia i negozi di libri sono 3.640, di cui 2.405 indipendenti, e occupano oltre 10.700 libraie e librai. Di questi il 59,3 per cento sono ditte individuali;
negli ultimi anni, le librerie indipendenti hanno subìto forti perdite di fatturato, stimate dall'Associazione librai italiani in 100 milioni di euro per il 2024: molte di esse hanno chiuso o sono prossime alla chiusura. Questi dati fanno il paio con quelli, altrettanto sconfortanti, relativi all'indice di lettura;
gli ultimi dati dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) hanno evidenziato che l'indice di lettura in Italia è inferiore al 40 per cento (siamo al 39,3) e certificano che sarebbe opportuno, quindi, rafforzare le misure di sostegno della lettura. A confermare questi dati l'ultima rilevazione di Eurostat, che vede l'Italia al terzultimo posto sui ventisette Stati membri dell'Unione europea. Secondo la lista pubblicata il 9 agosto in occasione della ricorrenza, non ufficiale, del Book Lovers Day 2024, per numero di lettori l'Italia precede solo la Romania (ultima) e Cipro;
nell'individuare le necessarie misure per la promozione della lettura e a sostegno della filiera del libro è importante valutare anche le diverse caratteristiche delle librerie e della loro ubicazione;
le librerie indipendenti hanno delle peculiarità organizzative che le rendono più esposte all'instabilità economica rispetto ai punti vendita delle grandi catene, in particolare rispetto al problema dei libri invenduti, che rappresentano un costo che pesa sui bilanci di queste piccole realtà;
è necessario inoltre evidenziare che nelle aree interne, ossia delle realtà del Paese più distanti dai centri maggiori e con minore accesso ai servizi, e nelle aree svantaggiate economicamente molto spesso e librerie indipendenti suppliscono all'assenza dei negozi delle grandi catene rappresentando uno dei pochi punti di diffusione dei libri e della cultura in territori che da questo punto di vista non offrono alcuna opportunità;
l'articolo 3, comma 2, del provvedimento in esame stabilisce che, al fine di sostenere la filiera dell'editoria libraria, anche digitale, nonché le librerie caratterizzate da lunga tradizione e interesse storico-artistico e le librerie di prossimità esistenti sul territorio nazionale, nello stato di previsione del Ministero della cultura è istituito un fondo con una dotazione di 24,8 milioni di euro per l'anno 2025 e di 5,2 milioni di euro per l'anno 2026;
il settore, per riuscire ad avere un'inversione di tendenza della difficile situazione attuale, ha bisogno, però, di una vera politica industriale e di misure a tutto campo,
impegna il Governo
ad affiancare alle misure previste dall'articolo 3, comma 2, del provvedimento in esame e ai fondi già istituiti, un nuovo Fondo presso il Ministero della cultura, con una dotazione di almeno 30 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2026, diretto a sostenere l'aggiornamento tecnologico e il rinnovo, anche dei locali, delle librerie indipendenti già operanti sul territorio nazionale, con particolare riguardo alle librerie che insistono nelle aree interne e nelle aree svantaggiate.
9/2183-A/126. Zaratti, Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Assemblea reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 6 interviene su vicende inerenti la Carta della cultura Giovani e la Carta del merito;
la «Carta della cultura giovani» e la «Carta del merito» sono strumenti volti a sostenere l'arricchimento culturale dei giovani, cumulabili tra loro e previsti in sostituzione del Bonus cultura 18app per effetto della legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 630, lettera a), della legge n. 197 del 2022, che ha modificato a tal fine l'articolo 1, comma 357, della legge n. 234 del 2021 (legge di bilancio 2022). Più in particolare, la carta cultura giovani è un bonus di 500 euro utilizzabile nell'anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età, assegnata ai giovani appartenenti a nuclei familiari con indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 35.000 euro. La carta del merito o bonus merito è un'iniziativa che offre un bonus da 500 euro per chi ha sostenuto l'esame di maturità entro l'anno di compimento dei 19 anni e con votazione di 100 o 100 e lode;
tra le faq del Ministero della cultura si precisa che un esercente che non dispone di un codice ATECO primario compatibile con la cessione dei beni cedibili con la Carta della Cultura giovani e con la Carta del merito può comunque registrarsi all'iniziativa se in possesso di un codice ATECO secondario (non prevalente) compatibile e fermo restando il possesso degli altri requisiti richiesti dalla normativa. In tal caso l'esercente potrà inviare esclusivamente via Pec specifica richiesta di adesione con oggetto «Richiesta di adesione a Carta della Cultura Giovani e carta del Merito per ATECO secondario compatibile»;
ai sensi dell'articolo 1, comma 121, della legge n. 107 del 2015, al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, è stata istituita la Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, la cosiddetta Carta del docente;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2016 disciplina le modalità di assegnazione e utilizzo della Carta del docente. Sulla base dell'articolo 7, comma 1, «le strutture, gli esercenti e gli enti presso i quali è possibile utilizzare la Carta sono inseriti in un apposito elenco, consultabile attraverso l'applicazione web dedicata». Al comma 2 si precisa che ai fini dell'inserimento nell'elenco di cui al comma 1, i titolari o i legali rappresentanti degli esercizi interessati si registrano sulla applicazione web, inserendo, tra le altre informazioni, l'indicazione del codice ATECO dell'attività prevalentemente svolta;
nel nostro territorio nazionale, però, esistono moltissime attività ibride, che posseggono più codici ATECO. Tra esse tante librerie di prossimità, come quelle che si prefigge di tutelare il provvedimento in esame. Di fatto, dunque, il criterio del codice ATECO prevalente esclude tantissime attività, per poi invece prevedere una netta libertà per il commercio online: tra i codici ATECO prevalenti ammessi dalla piattaforma, infatti, c'è quello che prevede la vendita di beni di varia natura sul web;
non si comprende perché, in tutti questi anni, dal 2016 ad oggi, non si sia voluto intervenire per dare un segnale ai piccoli esercenti già in difficoltà durante la crisi causata dal Covid e ora con il continuo aumento dei prezzi;
per risolvere la questione basterebbe permettere agli esercenti, come avviene per aderire alla Carta della cultura Giovani e alla Carta del merito, oggetto di un intervento all'articolo 6 del provvedimento in esame, di accreditarsi anche attraverso un codice ATECO secondario (non prevalente), ma compatibile con l'iniziativa,
impegna il Governo
ad adottare ogni opportuna iniziativa di carattere normativo, atta a permettere a tutti gli esercenti che vendono prodotti compresi tra quelli elencati all'articolo 6 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2016 di registrarsi presso il portale della Carta del docente, risolvendo la problematica inerente i codici ATECO prevalenti, analogamente a quanto previsto per la Carta del merito e la Carta della cultura Giovani.
9/2183-A/127. Ghirra, Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Grimaldi, Mari, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Assemblea reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 1 affida al Ministro della cultura il compito di adottare, con proprio decreto, un nuovo Piano, denominato «Piano Olivetti per la cultura», ispirato alla figura di Adriano Olivetti, e dedicato a favorire lo sviluppo della cultura, a promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e delle aree svantaggiate, nonché a valorizzare le biblioteche, la filiera dell'editoria libraria, gli archivi e gli istituti storici e culturali;
si stabilisce che il Piano Olivetti sia adottato in coerenza con la Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne di cui all'articolo 7 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124 e tenuto conto delle previsioni del Piano d'azione di cui all'articolo 34 del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60. L'articolo 34 del decreto-legge n. 60 del 2024, in coerenza con quanto previsto dall'Accordo di partenariato 2021-2027, nonché con i contenuti e obiettivi specifici del Programma nazionale cultura 2021-2027, affida ad un decreto del Ministro della cultura, adottato di concerto con il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, il compito di approvare uno specifico Piano di azione, contenente l'individuazione della tipologia delle iniziative da ammettere al finanziamento nelle sette regioni del Mezzogiorno interessate dal programma;
la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza delle Nazioni Unite sottolinea l'importanza di garantire ai bambini il diritto a un ambiente familiare, a un'educazione di qualità (quindi: spazi scolastici adeguati), a un buon livello di salute (quindi: spazi verdi e ambienti puliti) e alla partecipazione alla vita culturale e sociale;
il diritto a spazi pubblici di qualità, come le biblioteche, le biblioteche per l'infanzia, gli spazi teatrali e culturali, non è garantito a tutti i minori del nostro Paese: sono proprio i bambini e le bambine più svantaggiati dal punto di vista socioeconomico ad essere maggiormente deprivati degli spazi fondamentali per la crescita e per il benessere educativo, fisico e socio-emozionale;
nel rapporto «Fare spazio alla crescita» di Save the Children si legge che «la connessione tra privazione economica e sociale e spazi di crescita si caratterizza, come per altre forme di privazione, a livello territoriale con differenze sostanziali tra le regioni italiane. Le famiglie che vivono nelle regioni del Mezzogiorno riscontrano maggiori difficoltà anche nella fruizione degli spazi pubblici. La mancanza di spazi nelle regioni del Sud si accompagna a livelli di povertà ed esclusione sociale generalmente più elevati. Se in Italia quasi un minorenne su tre (il 29,6 per cento) è a rischio povertà ed esclusione sociale, la percentuale raggiunge il 41,1 per cento in Sardegna, il 44 per cento in Calabria, il 48,8 per cento in Sicilia e il 55,9 per cento in Campania.»,
impegna il Governo
a dedicare almeno il quaranta per cento dei progetti e delle risorse individuati nell'ambito del Piano Olivetti per la cultura alle regioni del mezzogiorno d'Italia.
9/2183-A/128. Borrelli, Piccolotti, Zanella, Bonelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Assemblea reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 7, comma 1, dispone l'iscrizione di diritto nell'elenco delle stazioni appaltanti qualificate previsto dal nuovo codice dei contratti pubblici anche delle Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio con competenza sul territorio del capoluogo di regione;
nel corso dell'esame in sede referente in VII Commissione è stato presentato, ammesso dalla Presidenza, e poi ritirato dai proponenti un emendamento la cui approvazione avrebbe gravemente ridimensionato i poteri di tutela delle Soprintendenze rendendo non più «vincolante», ma «obbligatorio ma non vincolante» il parere reso dal soprintendente nel procedimento autorizzatorio sui vincoli ambientali e paesaggistici a seguito dell'approvazione del piano paesaggistico previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio;
la tutela del patrimonio culturale non è un impedimento burocratico, ma il sistema di norme e istituzioni che l'Italia ha posto a difesa della sua bellezza. È sbagliato considerare le Soprintendenze come un ostacolo da aggirare anziché riconoscerne l'importanza fondamentale. Il loro lavoro capillare su tutto il territorio nazionale è essenziale per garantire la salvaguardia della nostra storia, della nostra cultura e dell'identità del Paese;
eliminare il parere vincolante delle soprintendenze sui vincoli ambientali e paesaggistici vorrebbe dire aprire le porte a lottizzazioni. Interventi urbanistici e infrastrutture in aree di pregio, infatti, non avrebbero più bisogno di autorizzazioni e non sarebbero più tutelati, in contrasto con l'articolo 9 della Costituzione,
impegna il Governo
in linea con le finalità previste dalla Convenzione europea sul paesaggio, alla cui celebrazione del venticinquesimo anniversario è dedicato l'articolo 4 del provvedimento in esame, a non intervenire, in successivi provvedimenti, sul ruolo e sui poteri delle Soprintendenze e, in particolar modo, sui pareri resi nel procedimento autorizzatorio sulla tutela dei vincoli paesaggistici e più in generale di tutela dei beni culturali.
9/2183-A/129. Bonelli, Piccolotti, Zanella, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Assemblea reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 7 prevede misure urgenti per la semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo;
il cinema italiano sta affrontando una crisi drammatica, con una riduzione drastica delle produzioni attive sul territorio italiano. Tale crisi non è causata dalla fragilità o dalla debolezza strutturale della filiera, ma dalle azioni del governo che per mesi ha paralizzato il settore, annunciando di voler riformare il quadro normativo riguardante il sostegno pubblico procedendo però nei fatti con gravi ritardi nel varo delle nuove norme. L'effetto di questi ritardi ha pesato sui produttori, che privi delle regole di riferimento e senza parte delle risorse, non hanno potuto far altro che bloccare le produzioni;
i decreti ministeriali che hanno ripartito le risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo, di cui all'articolo 13, comma 1, della legge 14 novembre 2016, n. 220, sono stati emanati con quasi un anno di ritardo e hanno introdotto nuovi requisiti per l'accesso alle agevolazioni «insostenibili» per i film indipendenti e le piccole case di produzione. I nuovi criteri hanno reso quindi il tax credit uno strumento dedicato alle grandi produzioni, spesso internazionali, con una forte penalizzazione per la ricerca cinematografica e i film d'autore che rappresentano uno dei punti di forza della filiera italiana. Il danno economico e occupazionale è stato enorme. Sono circa 260 mila lavoratori che ruotano intorno al mondo del cinema, dagli operatori ai costumisti, dagli assistenti di regia alle sarte: circa la metà di questi non aveva avuto impieghi nel 2024 a causa dei ritardi sul tax credit e nel 2025 la gran parte si troverà disoccupata senza ammortizzatori sociali adeguati, con il rischio di perdere anche l'anno contributivo;
è necessario che si proceda a questo punto, nel più breve tempo possibile, ad una nuova revisione del meccanismo del tax credit, che renda automatica e certa l'assegnazione dei fondi, attraverso semplificazioni burocratiche che permettano di pianificare con largo anticipo gli investimenti. L'automatismo, al contrario della selettività recentemente introdotta, è in grado di attrarre ulteriori investimenti perché genera benefìci per i soggetti privati e attrae anche investimenti stranieri e internazionali,
impegna il Governo
ad accompagnare gli interventi attuativi delle finalità di promozione e valorizzazione dei cinema previste dall'articolo 1, comma 1, lettera e-ter) del provvedimento in esame, con ulteriori iniziative normative volte a riformare i criteri di assegnazione dei tax credit per il cinema in tempi brevi, facendo in modo che possano essere riammesse a finanziamento anche le produzioni indipendenti e i film d'autore o di ricerca, privilegiando meccanismi di finanziamento certi, oggettivi e non discrezionali e infine definendo un quadro chiaro non solo per quanto riguarda le modalità di erogazione degli incentivi ma anche per ciò che concerne le tempistiche e gli importi
9/2183-A/130. Grimaldi, Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Mari, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento all'esame dell'Assemblea reca misure urgenti in materia di cultura;
l'articolo 2 «Progetti di cooperazione culturale con l'Africa e il Mediterraneo allargato», dispone che il Ministero della cultura istituisca una unità di missione per la cooperazione culturale con l'Africa e il cosidetto Mediterraneo allargato, quest'ultimo, peraltro, non definisce una area geografica, ma una dottrina del sistema di difesa e sicurezza italiana, comprese le politiche migratorie;
la suddetta unità di missione, di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, promuove, tra l'altro, il dialogo tra enti e istituzioni culturali con Stati e Organizzazioni internazionali africane, nonché coordina programmi di ricerca e alta formazione promossi dal Ministero della cultura a beneficio di enti e istituzioni dell'Africa e del Mediterraneo allargato e promuove forme di partenariato pubblico-privato per il sostegno alla valorizzazione del patrimonio culturale africano;
è necessario che i programmi di ricerca e alta formazione a beneficio di enti e istituzioni dell'Africa e del Mediterraneo allargato siano ispirati innanzitutto alla effettiva eliminazione di ogni ostacolo all'esercizio dei diritti umani, in particolare ai diritti delle donne, dell'infanzia, delle/i giovani, delle persone disabili, delle vittime di violenza, delle persone private di libertà, dei gruppi emarginati e l'eliminazione di tutte le altre forme di limitazione dell'integrità fisica e psichica, in un contesto di ampliamento dello stato di diritto, come rileva il documento della Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana sul Piano Mattei,
impegna il Governo
a condizionare i programmi di ricerca e alta formazione promossi dal Ministero della cultura a beneficio di enti e istituzioni dell'Africa e del Mediterraneo allargato per il sostegno alla valorizzazione del patrimonio culturale africano, al rispetto dei diritti umani e alla effettiva eliminazione di ogni ostacolo al loro esercizio, escludendo ogni dialogo e/o accordi con Paesi nei confronti dei quali il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite abbia verificato una violazione dei diritti umani e/o a Stati i cui esponenti di governo o persone che ricoprano ruoli negli apparati statuali siano oggetto di procedimenti per crimini internazionali da parte di organismi giurisdizionali internazionali.
9/2183-A/131. Fratoianni, Zanella, Piccolotti, Bonelli, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 5 del provvedimento in esame, prevede la concessione di un contributo annuo, a decorrere dal 2025, ad alcuni degli istituti sottoposti all'attività di coordinamento della Giunta storica nazionale di cui al decreto del Presidente della Repubblica 11 novembre 2005, n. 255;
gli istituti citati dall'articolo 5, i quali rappresentano sicure eccellenze, fruiscono del contributo tabellare di cui alla legge 17 ottobre 1996 , n. 534, in quanto, come ogni altro istituto culturale, condividono la situazione di precarietà e di difficoltà nel garantire la continuità della propria attività scientifica e di ricerca;
tra i tanti istituti storici, solo una parte è riuscita a risolvere il problema delle piante organiche insufficienti con un finanziamento pubblico concesso da qualche decennio. La maggior parte di questi, ad oggi, presenta gravi problemi di organico e di funzionamento;
agire in una direzione volta alla risoluzione delle criticità affrontate da questi istituti è importante: ogni risorsa impiegata per salvaguardare i patrimoni storici e il lavoro di ricerca degli istituti rappresenta una ricchezza non solo per gli istituti stessi ma per l'intero Paese;
il provvedimento in esame rappresenta un primo atto a fronte delle richieste emerse successivamente all'approvazione della «Tabella delle istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2024-2026» con il decreto interministeriale 2 maggio 2024. Tuttavia, il finanziamento previsto dal decreto in esame grava su un diverso capitolo di spesa rispetto a quello che finanzia la Tabella e, nell'ultima legge di bilancio approvata, è a tutt'oggi confermato, anche per il 2025, il finanziamento previsto dalla legge n. 534 del 1996, così come nella prima annualità della tabella;
l'adozione di questa tabella ha sollevato interrogativi e criticità di non poco conto non solo in merito all'ingresso in tabella di alcuni soggetti che si distaccano notevolmente dal profilo dei destinatari del contributo pubblico così come definito dalla legge n. 534 del 1996, articolo 5, ma anche per le vistose decurtazioni di risorse a discapito di alcuni istituti ma a vantaggio di altri,
impegna il Governo:
ad accompagnare le misure recate dall'articolo 5 con un intervento di riordino che chiarisca i criteri adottati nella scelta degli istituti culturali ammessi alle diverse forme di finanziamento disponibili;
a reperire risorse aggiuntive ai fini della compensazione delle decurtazioni che hanno economicamente penalizzato una parte degli istituti culturali italiani.
9/2183-A/132. Onori, Grippo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del provvedimento in esame introduce misure a sostegno dell'editoria e delle librerie. In particolare, il comma 1 prevede l'istituzione di un fondo finalizzato a favorire l'apertura di nuove librerie sul territorio nazionale da parte di giovani fino a trentacinque anni di età;
ai fini dell'attuazione degli scopi previsti dallo stesso provvedimento, relativi alla promozione e al sostegno del settore culturale, risulta necessario adottare ulteriori misure che siano in grado di incentivare e sostenere in modo efficace le iniziative imprenditoriali nel campo della cultura, anche attraverso modelli di finanziamento che favoriscano la sostenibilità economica e l'accesso agevolato alle risorse;
le librerie svolgono un ruolo non solo commerciale, ma anche sociale e culturale, essendo luoghi fondamentali per la promozione della lettura, la diffusione del sapere e l'aggregazione sociale, specialmente nelle aree a rischio di desertificazione culturale; pertanto, il loro sviluppo e la loro apertura devono essere sostenuti da politiche pubbliche che ne riconoscano questa duplice funzione strategica;
esistono già modelli virtuosi nell'ambito imprenditoriale, come ad esempio «Resto al sud» di Invitalia, che prevedono sistemi di finanziamento misti, costituiti da una parte di contributo a fondo perduto e una parte sotto forma di fondo rotativo, con restituzione senza interessi, in grado di garantire in tal modo un accesso inclusivo ai finanziamenti per le imprese emergenti e i giovani imprenditori;
l'adozione di una misura analoga nell'ambito del settore culturale potrebbe generare ricadute economiche e occupazionali positive sull'intero comparto attraverso il supporto economico alla creazione e allo sviluppo di progetti culturali innovativi, tra cui la creazione di nuove librerie o lo sviluppo di attività già avviate,
impegna il Governo:
ad adottare le iniziative di competenza volte a istituire un fondo unico nazionale per il rinnovo e l'apertura di librerie, prevedendo una dotazione finanziaria adeguata a supportare sia le nuove aperture che il rilancio di quelle esistenti, riconoscendo il ruolo strategico delle librerie come presidi culturali sul territorio, capaci di favorire la promozione della lettura e l'accesso ai contenuti culturali da parte di tutte le fasce della popolazione;
a valutare l'opportunità di accompagnare le misure di cui all'articolo 7 del provvedimento in esame, volte a semplificare le attività delle imprese che operano nel settore della cultura e dello spettacolo con ulteriori interventi finalizzati a sostenere coloro i quali siano intenzionati a mantenere un'attività imprenditoriale in ambito culturale già avviata nelle regioni del sud Italia caratterizzate da una scarsa presenza di attività legate alla diffusione culturale, mediante la riserva di un percorso specifico e dedicato all'interno del già citato piano «Resto al Sud», considerando la sua dotazione estremamente rilevante;
a farsi promotore di un apposito bando rivolto alle imprese culturali e creative che contempli forme di finanziamento strutturate in una quota di finanziamento a fondo perduto per incentivare l'accesso di giovani imprenditori e associazioni, e una quota sotto forma di fondo rotativo, con restituzione senza interessi, per sostenere le spese relative all'avvio o al mantenimento delle attività – a titolo esemplificativo, la copertura delle spese di avvio, compresi gli affitti, le spese per la sistemazione dei locali, l'acquisizione di software e database, e le consulenze di avvio attività, specificando chiaramente l'arco temporale entro cui devono essere effettuate le aperture – e per promuovere la sostenibilità e il reinvestimento delle risorse nel settore.
9/2183-A/133. Rosato, Grippo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del provvedimento in esame introduce misure a sostegno dell'editoria e delle librerie. In particolare, il comma 2 prevede l'istituzione di un fondo destinato a sostenere le biblioteche aperte al pubblico statali, degli enti territoriali e dei soggetti beneficiari ai sensi della legge n. 534 del 1996, e della legge n. 549 del 1995, per l'acquisto di libri, anche in formato digitale;
le biblioteche pubbliche rivestono un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura e nella promozione della lettura e rappresentano uno strumento indispensabile per garantire il diritto all'accesso alla conoscenza e alla formazione;
la sostenibilità economica delle biblioteche è strettamente legata ai costi di acquisto dei testi e delle pubblicazioni, che rappresentano una voce rilevante nei bilanci delle stesse;
d'altra parte, la cessione dei testi alle biblioteche a prezzi eccessivamente scontati potrebbe creare distorsioni nel mercato editoriale, danneggiano soprattutto i piccoli editori,
impegna il Governo
nell'ambito dell'attuazione di quanto previsto dall'articolo 3 del provvedimento in esame, a promuovere l'introduzione di una specifica disciplina che stabilisca una limitazione precisa dello sconto massimo praticabile per le cessioni di testi alle biblioteche, in ogni caso non superiore al 5 per cento, già previsto come tetto massimo per le cessioni ai privati, realizzando un sistema che garantisca un'equa remunerazione per gli editori e gli autori, tutelando in particolare i piccoli editori.
9/2183-A/134. Pastorella, Grippo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 6 del provvedimento in esame reca misure in materia di Bonus cultura 18app, Carta della cultura giovani e Carta del merito;
le recenti modifiche normative apportate a tali iniziative a sostegno dell'arricchimento culturale delle giovani generazioni hanno avuto delle ricadute gravi sugli operatori economici del settore;
di fatto, oltre al variare del nome della Carta, da 18app a Carta della cultura e Carta del merito, è mutata sensibilmente la natura della stessa, tra cui anche la platea dei beneficiari;
stanti le rilevazioni e le segnalazioni dei soggetti presso i quali è possibile utilizzare le due Carte, oltre ai dati in possesso dei soli operatori del settore, si ha pacificamente modo di apprendere che si sia registrata una significativa riduzione dei contributi richiesti e di quelli spesi;
infatti, manca una condivisione trasparente dei dati relativi all'utilizzo delle due Carte nel corso dell'ultimo anno;
considerata l'importanza delle Carte del merito e della cultura per garantire l'accesso dei giovani ai prodotti culturali e riconoscendo la necessità di prolungare i termini per l'iscrizione e l'accesso ai fondi per garantire la più ampia partecipazione possibile, si ritiene essenziale monitorare e analizzare con costanza i dati relativi alla loro effettiva applicazione; tali dati devono essere organizzati su base annuale e omogenea e includere la distribuzione di genere, territoriale, la suddivisione per ordini scolastici e la tipologia degli acquisti effettuati, per consentire valutazioni mirate sul miglioramento delle politiche culturali,
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative normative finalizzate a garantire una rendicontazione puntuale dei dati relativi all'utilizzo della Carta della cultura giovani e della Carta del merito nonché una condivisione trasparente degli stessi affinché sia possibile non solo un'attività comparativa con istituti analoghi precedenti ma anche un agire informato e corretto da parte degli operatori di settore;
a raccogliere e organizzare annualmente i dati relativi all'uso delle due Carte, specificando periodi di rilevazione omogenei e dettagliandoli per genere, distribuzione territoriale, ordini scolastici e tipologia di acquisti, affinché tali dati possano essere utilizzati per affinare e migliorare l'efficacia delle politiche culturali e degli interventi a sostegno dei giovani;
a ripensare, alla luce di tali dati, quale sia il modello di carta più efficace per incentivare i consumi culturali dei giovani, se quella con i filtri del reddito e del merito, o se una misura «orizzontale» come in precedenza e a confermare lo stanziamento finanziario necessario per la piena operatività della Carta della cultura giovani e della Carta del merito, valutando altresì l'allungamento dei termini di iscrizione per garantire una più ampia platea di beneficiari e una maggiore accessibilità da parte degli aventi diritto.
9/2183-A/135. Richetti, Grippo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del provvedimento in esame reca misure per l'istituzione di un nuovo Piano per la cultura, nell'ambito delle azioni di competenza del Ministero della cultura, intitolato ad Adriano Olivetti;
la scrittura a mano e la lettura su carta non sono solo strumenti di trasmissione della conoscenza e di tutela delle radici storiche, ma anche motori di innovazione, inclusione e coesione sociale, capaci di contribuire alla formazione delle nuove generazioni, all'aggregazione comunitaria e alla crescita del Paese, intervenendo sulla promozione e valorizzazione del settore artistico e culturale del Paese;
inoltre, esse costituiscono un patrimonio da preservare per il loro valore storico e per i benefici che apportano allo sviluppo delle capacità cognitive e creative, potenziando la memoria, la comprensione e l'apprendimento;
infine, è da riconoscere loro un ruolo essenziale nel processo di alfabetizzazione, nello sviluppo delle competenze cognitive e relazionali e nella promozione della lettura fin dalla tenera età. Garantire un accesso diffuso a questi strumenti è fondamentale per rimuovere le barriere educative, favorire l'inclusione sociale e assicurare a tutti i bambini pari opportunità di crescita culturale, soprattutto nelle aree svantaggiate,
impegna il Governo:
ad includere la valorizzazione della scrittura a mano e della lettura su carta tra le finalità del Piano Olivetti, anche valutando la promozione di appositi progetti educativi nelle scuole, finalizzati a preservare il valore storico della calligrafia e della lettura e a promuoverne i benefici sullo sviluppo cognitivo e creativo, nella consapevolezza del loro ruolo fondamentale nella formazione della persona e nella lotta all'analfabetismo funzionale;
a valutare, in tal senso, l'adozione di iniziative volte all'istituzione di una Giornata nazionale della scrittura a mano, dedicata alla valorizzazione della calligrafia come patrimonio culturale e strumento educativo, promuovendo in tale occasione iniziative nelle scuole e nelle comunità locali volte a sensibilizzare i giovani sull'importanza della scrittura manuale per lo sviluppo delle capacità cognitive, creative e relazionali.
9/2183-A/136. D'Alessio, Grippo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del provvedimento in esame reca misure urgenti in materia di editoria e libreria, con l'obiettivo di potenziare e valorizzare le infrastrutture culturali del Paese, tra cui le biblioteche, che rappresentano presidi fondamentali per la promozione della lettura, l'accesso alla conoscenza e la diffusione del sapere;
il ruolo strategico delle biblioteche locali e pubbliche statali è essenziale non solo per il miglioramento delle competenze culturali e la promozione della lettura, ma anche per lo sviluppo di coesione sociale e per la crescita culturale dei territori;
un adeguato stanziamento di risorse risulta indispensabile per raggiungere gli obiettivi di rinnovamento organizzativo e di ampliamento dei servizi offerti alla cittadinanza, nonché per promuovere una maggiore inclusione sociale, in particolare tra i giovani e i minorenni, che attualmente incontrano ostacoli nell'accesso a molte biblioteche pubbliche statali;
i protocolli di collaborazione tra biblioteche e università potrebbero rafforzare significativamente il sistema bibliotecario, migliorando l'accesso alle risorse accademiche e favorendo lo sviluppo di progetti culturali condivisi,
impegna il Governo:
in sede di attuazione delle misure previste dall'articolo 3 del provvedimento all'esame, ad adottare iniziative di competenza volte a:
incrementare la dotazione del Fondo per il potenziamento del funzionamento dei sistemi bibliotecari locali, al fine di adeguare le risorse disponibili agli ambiziosi obiettivi di rinnovamento organizzativo e di sviluppo dei servizi forniti alla cittadinanza, consentendo l'incremento dell'efficienza gestionale del settore bibliotecario nella sua interezza e stimolando lo sviluppo culturale dei territori;
incrementare le risorse a disposizione del Piano nazionale d'azione per la promozione della lettura con l'obiettivo di sostenere su scala nazionale le iniziative per la promozione della lettura e favorire l'accesso ai libri da parte di tutte le fasce della popolazione;
stanziare risorse specifiche per rendere le biblioteche pubbliche statali pienamente fruibili anche da parte dei minorenni, rimuovendo le attuali limitazioni e garantendo a bambini e adolescenti un accesso diretto e facilitato alle risorse bibliotecarie, promuovendo così lo sviluppo della lettura fin dalla giovane età;
istituire un fondo dedicato alla definizione di appositi protocolli di intesa tra biblioteche e università, finalizzati alla promozione della cultura, alla condivisione di risorse accademiche e al rafforzamento del sistema bibliotecario nazionale, con particolare attenzione alla realizzazione di progetti culturali condivisi e alla creazione di reti di cooperazione sul territorio.
9/2183-A/137. Bonetti, Grippo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 1, lettera e-ter), del provvedimento in esame prevede, tra le finalità del «Piano Olivetti», la promozione e la valorizzazione del cinema e del settore audiovisivo;
il settore cinematografico e il comparto audiovisivo costituiscono elementi essenziali del sistema culturale italiano e un comparto economico di grande rilevanza, in grado di generare ricadute significative in termini occupazionali, economici e di promozione dell'immagine dell'Italia a livello internazionale;
il sistema di incentivi fiscali, contributi automatici e selettivi attualmente previsti svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel sostegno della produzione cinematografica e audiovisiva nazionale, favorendo la produzione di opere di qualità e altamente competitive nel settore a livello globale;
risulta essere, pertanto, fondamentale garantire un adeguato livello di risorse finanziarie fino alla definizione di una riforma organica della disciplina degli incentivi per il settore,
impegna il Governo:
ad accompagnare gli interventi attuativi delle finalità di promozione e valorizzazione dei cinema previste dall'articolo 1, comma 1, lettera e-ter) del provvedimento in esame, con ulteriori iniziative normative volte a:
definire il meccanismo del tax credit con una pianificazione quinquennale che fornisca una cornice certa al fine di garantire la continuità e la sostenibilità del settore;
valutare un incremento degli investimenti e una redistribuzione degli stessi tra tax credit e contributi selettivi per incrementare la quota destinata al primo;
assicurare, attraverso tale ripristino nonché tutte le analoghe o ulteriori misure a tal fine opportune, un adeguato supporto alla produzione nazionale, promuovendo la competitività del settore cinematografico e audiovisivo nazionale e sostenendo la produzione di opere di qualità che valorizzino la cultura italiana.
9/2183-A/138. Grippo, Richetti, D'Alessio.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 7 del provvedimento in esame reca misure urgenti per la semplificazione degli interventi sul patrimonio culturale, per il cinema e per il settore audiovisivo;
l'industria culturale e audiovisiva italiana rappresenta un comparto strategico che contribuisce in modo significativo alla crescita economica, alla promozione della cultura e all'occupazione;
il mercato dei prodotti culturali, inclusi gli spettacoli teatrali, la musica popolare contemporanea, i prodotti fonografici e videofonografici, così come l'editoria audiovisiva in formato fisico e digitale, necessita di un sistema di sostegni e incentivi fiscali per fronteggiare la concorrenza internazionale e il rapido cambiamento delle modalità di fruizione da parte del pubblico,
impegna il Governo:
ad adottare le iniziative di competenza volte a introdurre un'aliquota IVA agevolata al 5 per cento per i titoli di ingresso degli spettacoli teatrali, di musica popolare contemporanea, nonché ai prodotti fonografici, videofonografici, ivi inclusi quelli dell'editoria audiovisiva, sia fisici che digitali transnazionali;
ad adottare altresì ulteriori iniziative normative volte a prevedere misure fiscali agevolative, anche per mezzo di un apposito credito di imposta, per le imprese produttrici e organizzatrici di musica popolare contemporanea di dimensione medio-piccola;
9/2183-A/139. Sottanelli, Grippo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 10 del provvedimento in esame reca misure urgenti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale;
nella definizione di «patrimonio culturale» rientra a pieno titolo non solo il patrimonio materiale, storico e artistico, comunemente riconosciuto in quanto tale e, spesso, oggetto di apposito riconoscimento UNESCO, ma anche il patrimonio culturale immateriale, definito dalla stessa agenzia onusiana nell'ambito della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale UNESCO del 2003 come «le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale»;
il patrimonio culturale immateriale riveste un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'identità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua importanza si ritrova non solo nella manifestazione culturale in sé, ma anche nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all'altra;
l'Italia detiene un ricco e prestigioso patrimonio culturale immateriale riconosciuto dall'UNESCO, che comprende tradizioni, pratiche sociali, rituali, conoscenze artigiane e altre espressioni culturali che rappresentano l'identità e la storia del Paese;
il patrimonio culturale immateriale italiano svolge, pertanto, un ruolo fondamentale nel rafforzamento delle comunità, favorendo la coesione sociale, il dialogo interculturale e lo sviluppo sostenibile, specialmente nelle aree interne, periferiche e svantaggiate, spesso caratterizzate da fenomeni di marginalità economica e sociale, degrado urbano, denatalità e spopolamento;
la valorizzazione del patrimonio immateriale può rappresentare uno strumento efficace per la rigenerazione culturale ed economica di queste aree, generando nuove opportunità di sviluppo, incentivando il turismo esperienziale e di ritorno e promuovendo il ripristino dei legami tra le giovani generazioni delle comunità derivate italiane nel mondo e i luoghi di origine;
è fondamentale che le politiche pubbliche sostengano e promuovano la diffusione e la conoscenza del patrimonio immateriale come elemento distintivo dell'identità culturale italiana e come veicolo di relazioni e collaborazione nel contesto nazionale e internazionale,
impegna il Governo:
ad accompagnare le misure recate dall'articolo 10 del provvedimento in esame con ulteriori iniziative volte a istituire un apposito Fondo per la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale italiano e degli elementi italiani del patrimonio UNESCO, da destinare alla realizzazione di attività di valorizzazione, tutela e promozione del patrimonio immateriale, al fine di sottolinearne il valore identitario e la capacità di favorire l'integrazione sociale, la rigenerazione culturale e lo sviluppo sostenibile dei territori, in particolare delle aree interne e svantaggiate;
a promuovere, attraverso le risorse del Fondo, iniziative culturali finalizzate all'attivazione di forme di turismo esperienziale e di ritorno, con particolare attenzione al coinvolgimento delle giovani generazioni delle comunità derivate italiane nel mondo, favorendo il ripristino dei legami culturali e sociali con i luoghi d'origine;
a incentivare la collaborazione tra enti locali, associazioni culturali, scuole e università per l'organizzazione di eventi, laboratori e progetti didattici che valorizzino il patrimonio immateriale, promuovendo la trasmissione intergenerazionale delle tradizioni e delle pratiche culturali locali.
9/2183-A/140. Ruffino, Grippo, Benzoni.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, comma 1, lettera e-ter), del provvedimento in esame prevede, tra le finalità del «Piano Olivetti», la promozione e la valorizzazione, tra le altre cose, del settore audiovisivo;
la trasparenza e l'efficienza nella gestione e nella ripartizione del compenso per copia privata ad uso personale, istituito dall'articolo 71-septies della legge n. 633 del 22 aprile 1941 – la legge sul diritto d'autore – rappresentano elementi fondamentali per garantire l'equità e la tutela dei diritti delle categorie di tutti gli aventi diritto;
l'articolo 71-octies della stessa legge, che disciplina tale compenso, al comma 3 prevede che questo sia corrisposto alla Società italiana degli autori ed editori (SIAE), la quale provvede a ripartirlo per il 30 per cento agli autori, per il restante 70 per cento in parti uguali tra i produttori originari di opere audiovisive, i produttori di videogrammi e gli artisti interpreti o esecutori;
sulla base di indagini campionarie commissionate dalla stessa SIAE, i cui risultati indicherebbero un presunto primato negli utilizzi del settore fonografico su quello audiovisivo, quest'ultima destina, attraverso la Fondazione Copia Privata Italia, la suddetta quota per produttori e artisti, per il 65 per cento al settore fonografico e per il 35 per cento al settore audiovisivo;
alla luce della crescita del consumo dei prodotti audiovisivi negli ultimi anni, anche grazie alla diffusione di tecnologie di banda ultra-larga e di dispositivi mobili, è opportuno valutare un riordino normativo che assicuri maggiore chiarezza e coordinamento delle disposizioni vigenti e garantisca il rispetto dei principi della libera concorrenza;
è altresì utile promuovere una partecipazione di tutte le società di intermediazione autorizzate, garantire criteri di ripartizione trasparenti e prevedere un efficace sistema di vigilanza;
in data 28 novembre 2024, è stato accolto l'ordine del giorno n. 9/2022-A/4 che impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative per riordinare le disposizioni relative alla raccolta e alla ripartizione del compenso per copia privata ad uso personale,
impegna il Governo:
nell'ambito degli interventi volti alla promozione e alla valorizzazione del settore audiovisivo, previsti, tra l'altro, dall'articolo 1, comma 1, lettera e-ter) del provvedimento in esame, ad adottare iniziative normative per riordinare le disposizioni relative alla raccolta e alla ripartizione del compenso per copia privata ad uso personale, al fine di favorire maggiore trasparenza ed efficienza nel settore, garantendo che tali interventi normativi rispettino i seguenti principi:
a) assicurare un'equa partecipazione alla gestione del compenso da parte di tutte le società di intermediazione iscritte all'Elenco delle imprese presso l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni;
b) avviare un percorso di revisione della ripartizione della quota parte del compenso per copia privata tra i vari comparti e i diversi soggetti coinvolti.
9/2183-A/141. Benzoni, Grippo, D'Alessio.