Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 5 febbraio 2025

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La XIV Commissione,

   esaminata, ai sensi dell'articolo 125 del Regolamento, la risoluzione del Parlamento europeo del 17 gennaio 2024 sull'attuazione delle disposizioni del Trattato relative ai Parlamenti nazionali (2023/2084(INI));

   tenuto conto degli elementi di conoscenza e di valutazione emersi nel corso dell'esame della stessa;

   premesso che:

    nella risoluzione il Parlamento europeo formula osservazioni e proposte volte a rafforzare il ruolo dei Parlamenti nazionali nell'Unione europea sulla base delle disposizioni vigenti dei Trattati. Tali proposte potrebbero essere discusse nell'ambito del nuovo ciclo istituzionale dell'UE appena avviato;

    sottolineato che il Parlamento europeo, nel momento in cui ha deciso di avviare, al termine della scorsa legislatura europea, l'iter per l'approvazione di una risoluzione di iniziativa relativa al ruolo dei Parlamenti nazionali nel contesto del processo decisionale europeo, avrebbe dovuto e potuto coinvolgere questi ultimi, nelle forme appropriate, quali, ad esempio, riunioni delle conferenze interparlamentari esistenti, un apposito incontro interparlamentare, audizioni, procedure di consultazione;

    considerato che la risoluzione fornisce indicazioni e considerazioni con riferimento a cinque principali aree di intervento dei Parlamenti nazionali: l'indirizzo e il controllo sull'attività governativa negli affari europei, la promozione di una «sfera pubblica europea», la riforma del meccanismo di allarme preventivo per il controllo di sussidiarietà, il diritto di informazione e la cooperazione interistituzionale;

    rilevato che l'indirizzo e il controllo sull'attività a livello europeo dei rispettivi Governi costituisce, in coerenza con l'articolo 10, paragrafo 2 del TUE, il principale canale di intervento dei Parlamenti nazionali. Rispetto a questa funzione primaria, assumono carattere ancillare le prerogative di intervento diretto dei Parlamenti nazionali nel processo decisionale europeo elencate dall'articolo 12 del TUE e disciplinate da norme specifiche dei Protocolli e dei Trattati. Esse costituiscono, al fine di rafforzare la legittimazione democratica dell'UE, un canale di azione aggiuntivo e complementare, ma non sostitutivo del raccordo tra ciascun parlamento ed il rispettivo Governo;

    nella risoluzione in esame il Parlamento europeo invita opportunamente gli Stati membri a garantire che ai Parlamenti nazionali sia concesso il tempo sufficiente, la capacità, le risorse e il necessario accesso alle informazioni per svolgere tale ruolo e il Consiglio a garantire che ai Parlamenti nazionali possano essere messi in grado di esercitare tale controllo democratico, anche attraverso l'accesso alla banca dati legislativa del Consiglio. Al riguardo, l'Italia dispone per effetto della legge n. 234 del 2012 di uno dei quadri giuridici più avanzati, mentre necessitano con urgenza una revisione le norme del Regolamento della Camera relative alle procedure di collegamento con l'UE;

    sottolineato che dal 2008 i Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE sono stati abilitati, con autonome utenze – create con l'intermediazione di un punto di contatto nazionale presso i rispettivi Ministeri degli esteri ad accedere alla banca dati legislativa del Consiglio «Delegates» che contiene tutti i documenti sottoposti al Consiglio stesso nelle varie fasi di elaborazione e negoziazione. L'accesso a Delegates riveste una grande importanza per gran parte dei Parlamenti nazionali in quanto consente loro di acquisire in modo tempestivo e regolare documenti essenziali per l'esercizio delle attività parlamentari in materia di UE. Delegates inoltre è per diverse Assemblee lo strumento per alimentare le rispettive banche dati contenenti atti e informazioni sull'Unione europea a supporto delle relative procedure di esame. Nel corso del 2023 il Segretariato generale del Consiglio ha comunicato per le vie brevi alle Rappresentanze permanenti degli Stati membri l'intenzione di disabilitare a medio termine l'accesso di tutti i Parlamenti nazionali a Delegates, alla luce di presunte irregolarità nell'utilizzo nei documenti contenuti nella banca dati da parte di alcune Assemblee. In vista della disabilitazione dell'accesso a Delegates, il Segretariato generale del Consiglio ha proposto che i Parlamenti nazionali possano accedere ad una piattaforma del Consiglio per lo scambio di informazioni, denominata CIXP, oggetto tuttavia di una valutazione estremamente negativa da parte di tutti i potenziali utenti, in quanto non consentirebbe un accesso agevole e soprattutto esaustivo agli stessi documenti contenuti da Delegates, richiedendo la creazione di apposite ed onerose piattaforme da parte dei singoli Parlamenti nazionali;

    considerato altresì che lo scorso 9 febbraio i Presidenti delle Commissioni per gli affari europei di oltre 20 Parlamenti o Camere nazionali hanno indirizzato una lettera al Consiglio nella quale si rileva che la revoca dell'accesso a Delegates per le loro Assemblee minerebbe le possibilità di esercitare un efficace controllo parlamentare sul processo decisionale del Consiglio;

    osservato che per quanto riguarda il tema della promozione di una sfera pubblica europea, la risoluzione propone, in particolare, l'istituzione di una settimana europea annuale che dovrebbe consentire ai deputati al Parlamento europeo, ai commissari e ai Ministri delle Presidenze di turno del Consiglio di presentarsi dinanzi a tutti i Parlamenti nazionali e, se del caso, regionali, al fine di discutere e spiegare l'agenda europea. Nell'attuare tale iniziativa occorre tuttavia tenere conto della forte difficoltà di coordinare i programmi e calendari dei lavori parlamentari;

    considerato che in riferimento al sistema di controllo da parte dei Parlamenti nazionali del rispetto del principio di sussidiarietà, la risoluzione contiene rilievi e proposte che non appaiono interamente condivisibili. La scarsa attivazione delle procedure di cartellino «giallo» o «arancione» non va intesa come un fallimento di questo istituto ma, al contrario, conferma che esso è utilizzato dai Parlamenti nazionali come uno strumento volto a far valere l'interesse e le specificità nazionali del rispettivo Paese piuttosto che quale meccanismo di intervento collettivo. Il controllo esercitato dai Parlamenti sull'applicazione del principio di sussidiarietà, come dimostrano i primi 15 anni di applicazione, è pertanto di tipo politico e mal si presta alla adozione di un'interpretazione comune dei princìpi di sussidiarietà e proporzionalità da parte delle Istituzioni dell'UE;

    merita di essere valutata, in sede di revisione dei Trattati, la richiesta di prolungare il termine entro il quale i Parlamenti nazionali possono presentare un parere motivato dalle attuali 8 a 12 settimane, affermando che essa dovrà però essere considerata nel quadro della prossima revisione del Trattato;

    è condivisibile, sempre in sede di revisione dei Trattati, la proposta di istituire un sistema di «cartellino verde», in base al quale almeno un certo numero di Parlamenti nazionali possa chiedere alla Commissione o al Parlamento europeo, una volta che a quest'ultimo sia stato concesso un diritto generale diretto di iniziativa, di presentare proposte;

    rilevato che, per quanto riguarda il diritto di informazione, il Parlamento europeo invita a estendere il diritto per i Parlamenti nazionali di ricevere informazioni direttamente dalle istituzioni europee, riconosciuto ai sensi dell'articolo 12 del TUE e del protocollo n. 1 anche ai parlamenti regionali con poteri legislativi;

    osservato che, per quanto riguarda la cooperazione interistituzionale, il Parlamento europeo auspica una semplificazione del quadro attuale delle relazioni tra l'UE e i Parlamenti nazionali per renderlo più efficiente ed efficace, invitando a rafforzare il dialogo politico e tecnico tra commissioni parlamentari e gruppi politici, sia a livello nazionale che europeo;

    sottolineata la raccomandazione, formulata nella risoluzione, affinché i Parlamenti nazionali siano pienamente coinvolti nella politica di sicurezza e di difesa comune, in stretta cooperazione con il Parlamento europeo, anche attraverso riunioni interparlamentari congiunte con il Parlamento europeo, nel contesto della conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune e sulla politica di sicurezza e di difesa comune nonché mediante il dialogo politico,

esprime una valutazione complessivamente positiva sulla Risoluzione del Parlamento europeo, formulando le seguenti considerazioni:

   a) è opportuno che il Parlamento europeo, ove decida di avviare l'iter di approvazione di risoluzioni che abbiano ad oggetto il ruolo e le competenze dei Parlamenti nazionali, assicuri il più ampio ed efficace coinvolgimento e consultazione nelle forme e nelle modalità appropriate;

   b) occorre valorizzare nel processo decisionale dell'UE i contributi trasmessi dai Parlamenti nazionali alle Istituzioni dell'UE nell'ambito del dialogo politico; in particolare, per quanto riguarda il Parlamento europeo, si potrebbe valutare se dare conto puntualmente e con le appropriate motivazioni delle osservazioni fatte pervenire dai Parlamenti nazionali nel preambolo delle relazioni predisposte dalle Commissioni competenti in merito a progetti legislativi o altri documenti dell'UE;

   c) è opportuno rafforzare le occasioni di dialogo, anche informale, tra i relatori presso il Parlamento europeo e presso i Parlamenti nazionali nel corso dell'esame di progetti legislativi o di iniziative pre-legislative dell'UE;

   d) è necessario intraprendere tutte le iniziative appropriate per mantenere l'accesso da parte dei Parlamenti nazionali alla banca dati atti del Consiglio dell'UE «Delegates» al fine di consentire l'esercizio di un efficace e tempestivo controllo parlamentare sul processo decisionale del Consiglio, garantendone al tempo stesso la giusta trasparenza;

   e) merita una attenta considerazione la proposta di promuovere l'istituzione di una settimana europea annuale volta a consentire ai parlamentari nazionali di partecipare ai lavori del Parlamento europeo, nonché ai deputati al Parlamento europeo, ai commissari e ai Ministri delle Presidenze di turno del Consiglio di presentarsi dinanzi a tutti i Parlamenti nazionali e, se del caso, regionali, al fine di discutere e spiegare l'agenda europea; occorre tuttavia che tale iniziativa non si risolva in un esercizio formale ma consenta un confronto effettivo su temi e progetti legislativi dell'UE;

   f) con riferimento al meccanismo di allerta precoce, non appare condivisibile la proposta di procedere ad una definizione di interpretazione comune dei princìpi di sussidiarietà e proporzionalità da parte delle Istituzioni dell'UE e degli Stati membri, che sembra prestarsi alla fissazione di criteri troppo restrittivi che potrebbero disincentivare l'esercizio del controllo di sussidiarietà da parte dei Parlamenti nazionali;

   g) va sostenuta invece la proposta, in occasione della prossima revisione dei Trattati, di estendere da 8 a 10 o 12 settimane il periodo entro cui i Parlamenti nazionali possono esprimere un parere motivato, in ragione della rilevanza di una pronuncia precoce di tali Assemblee al riguardo;

   h) è necessario razionalizzare e rendere più efficace il funzionamento delle Conferenze interparlamentari esistenti, come pure delle riunioni su specifici temi organizzate dal Parlamento europeo o dal Parlamento del Paese che detiene la Presidenza semestrale del Consiglio dell'UE: in particolare, andrebbe valutata l'opportunità di ridurre il numero di temi all'ordine del giorno e di relatori in ciascuna riunione, valorizzando il dibattito tra i parlamentari nazionali ed europei e rafforzando la loro interazione con i rappresentanti delle altre Istituzioni dell'UE;

   i) va sostenuta, in vista di una futura revisione dei Trattati, la proposta di istituire un sistema di «cartellino verde», in base al quale un certo numero di Parlamenti nazionali potrebbe chiedere alla Commissione o al Parlamento europeo di presentare proposte: tale prerogativa non dovrebbe configurare un autonomo diritto di iniziativa collettivo, né un diritto di modificare la legislazione, poiché ciò costituirebbe un sovvertimento della distribuzione di competenze tra il livello nazionale e quello europeo.
(7-00274) «Rossello».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   recentemente il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato un accordo con l'Arabia saudita del valore complessivo di 10 miliardi di euro, il cui contenuto, finalità e modalità di impiego non sono ancora stati chiariti in modo esaustivo al Parlamento e all'opinione pubblica. Sebbene l'accordo sembri rappresentare un'opportunità strategica per il Paese, è necessario verificare la sua effettiva compatibilità con gli interessi nazionali, i principi di sostenibilità economica, sociale e ambientale, e le linee guida stabilite dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

   il Parlamento, ai sensi dell'articolo 80 della Costituzione, deve essere adeguatamente informato e coinvolto in tutte le decisioni che comportino impegni economici rilevanti o che incidano sulla politica estera e interna dello Stato;

   non risultano, al momento, sufficienti dettagli sulle aree di investimento previste, sui partner coinvolti nell'accordo, sui benefici attesi per il Paese e sulle eventuali criticità che potrebbero emergere;

   l'accordo potrebbe avere implicazioni significative sia dal punto di vista economico che geopolitico, richiedendo pertanto un'analisi approfondita degli impegni assunti e delle loro conseguenze a breve, medio e lungo termine –:

   se non ritengano opportuno fornire al Parlamento ogni elemento utile sull'accordo firmato, specificando i termini esatti e i contenuti dell'accordo, i settori di investimento previsti, i benefici economici sociali e strategici attesi, i partner economici, istituzionali e privati coinvolti;

   se non ritengano necessario chiarire quali siano le modalità di impiego dei 10 miliardi di euro e come verranno monitorati i risultati ottenuti;

   se non ritengano opportuno garantire che l'accordo sia pienamente in linea con gli impegni assunti dall'Italia in ambito europeo e internazionale, in particolare per quanto riguarda la transizione ecologica, la sostenibilità e l'inclusione sociale;

   se non ritengano necessario valutare eventuali rischi connessi all'accordo, sia dal punto di vista economico-finanziario sia in termini di sovranità e autonomia strategica dell'Italia;

   se non ritengano opportuno presentare al Parlamento un piano di attuazione chiaro e trasparente che specifichi le priorità degli investimenti e i tempi di realizzazione previsti.
(2-00535) «Morfino, L'Abbate».

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:


   DELLA VEDOVA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 26 ottobre 2024 si sono svolte elezioni legislative in Georgia;

   le missioni di osservazione elettorale internazionale (Osce, Consiglio d'Europa, Nato, Pe, Ong indipendenti) hanno rilevato una serie impressionante di condizionamenti, intimidazioni e irregolarità elettorali prima, durante e dopo le operazioni di voto;

   la Presidente della Georgia, Salomé Zourabichvili, ha contestato il risultato elettorale e la seduta inaugurale del Parlamento, il 25 novembre 2024, è stata boicottata dagli eletti dell'opposizione;

   il 28 novembre 2024, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per denunciare le gravi irregolarità e chiedere nuove elezioni entro un anno, sotto supervisione internazionale; esorta, altresì, gli Stati membri a imporre sanzioni ai responsabili di arretramenti democratici, tra cui il leader di Sogno georgiano e il neo Primo ministro Irakli Kobakhidze; chiede all'Unione europea di limitare i contatti formali con Governo e Parlamento georgiani; condanna con forza la sistematica interferenza russa;

   nella stessa giornata, Kobakhidze ha annunciato la sospensione dei colloqui di adesione all'Unione europea fino al 2028, congelando il processo avviato nel 2005 che aveva fatto ottenere alla Georgia, nel dicembre 2023, lo status di Paese candidato; ne sono seguite manifestazioni pacifiche violentemente represse, con centinaia di arresti, tra questi anche il leader dell'opposizione ed ex Ministro, Nika Gvaramia;

   il 27 gennaio 2025 il Consiglio affari esteri dell'Unione europea ha sospeso l'accordo di facilitazione del rilascio dei visti per le delegazioni ufficiali e per i diplomatici georgiani, anche in reazione all'adozione da parte della Georgia, nel 2024, di atti normativi «sulla trasparenza dell'influenza straniera» e sui «valori della famiglia e la protezione dei minori», ritenuti non coerenti con la tutela dei diritti fondamentali dell'Unione e del percorso di adesione, e che hanno portato alla sospensione dell'assistenza finanziaria;

   il 3 febbraio 2025, dalle pagine social dell'ambasciata d'Italia a Tbilisi, si apprende che l'ambasciatore, Massimiliano D'Antuono, ha incontrato Maka Botchorishvili, Ministra degli affari esteri della Georgia, riferendo che «oltre alle relazioni bilaterali, tra i temi affrontati si annoverano l'importanza della cooperazione in formati internazionali, i più recenti sviluppi interni, nonché le sfide regionali e globali. Particolare attenzione anche alle relazioni Georgia-Unione europea, alle prospettive future e all'importanza della cooperazione con gli Stati membri dell'Unione europea» –:

   se tale incontro e gli argomenti discussi siano stati autorizzati dal Ministro interrogato, in tal caso discostandosi clamorosamente dalle posizioni via via assunte a livello europeo.
(5-03484)


   BOLDRINI, AMENDOLA, PROVENZANO e PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 185 del 1990 vieta «esportazione, transito, trasferimento, intermediazione di materiali di armamento» verso Paesi in conflitto in contrasto con l'articolo 51 della Carta Onu, o la cui politica contrasti con l'articolo 11 della Costituzione, o i cui Governi siano responsabili di violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani;

   dopo l'attacco terroristico del 7 ottobre 2023, il Governo israeliano si è reso responsabile di gravi violazioni delle convenzioni sui diritti umani riconosciute tali dai massimi organi giurisdizionali internazionali, tanto da indurre la Corte internazionale di giustizia a ritenere plausibili atti di genocidio a Gaza;

   la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto contro Netanyahu e l'ex Ministro Gallant per crimini di guerra e contro l'umanità;

   in un procedimento al Tribunale di Roma promosso dall'avvocato gazawi Salahaldin M. A. Abdalaty, il Governo italiano ha dichiarato che dopo il 7 ottobre sarebbe stato «sospeso il rilascio di nuove licenze e autorizzazioni alle trattative verso Israele», mentre per le autorizzazioni residuali si sarebbe effettuata una «analisi tecnica, volta ad accertare caso per caso le caratteristiche dei materiali che restavano da esportare ed il rischio che essi potessero essere impiegati a danno della popolazione civile», tesi confermata dai Ministri Tajani e Crosetto presso le Commissioni parlamentari esteri e difesa;

   successivamente il Ministro Tajani ha dichiarato che sarebbero stati trasferiti dei «pezzi di ricambio di radio» e, rispondendo a una interrogazione al Senato, il Viceministro Cirielli ha dichiarato che «La procedura di autorizzazione all'esportazione di armi, verso Israele e ogni altro Paese, avviene nel rigoroso rispetto delle disposizioni contenute nella legge 185», confermando quindi che l'esportazione proseguiva;

   un'inchiesta di Altreconomia del 22 maggio 2024 sosteneva il proseguimento a dicembre 2023 e gennaio 2024 dell'export di «bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni e proiettili, e loro parti», a uso certamente militare;

   rispondendo ad Altreconomia, «Leonardo» ha confermato che dopo il 7 ottobre è stata fornita «assistenza tecnica da remoto», nonché «riparazione di materiali e fornitura ricambi» per velivoli addestratori M-346 consegnati a Tel Aviv tra il 2014 e il 2015;

   Altreconomia nel gennaio 2025 ribadisce che l'Italia esporterebbe verso Israele armi e munizioni ritenute «a uso civile» ma poi rivendute ai coloni degli insediamenti illegali per essere usate contro la popolazione palestinese –:

   se non ritenga che quanto descritto contrasti con la legge n. 185 del 1990 e che per questo debba cessare l'invio di materiale di armamento verso lo Stato di Israele.
(5-03485)


   ONORI e PASTORELLA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente dichiarato che «gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente» e che «i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace»;

   tali affermazioni, se tradotte in atti concreti, potrebbero configurarsi come una violazione di fondamentali principi del diritto internazionale, compreso il divieto di trasferimenti forzati di popolazioni;

   l'Italia è firmataria di trattati internazionali che vietano espressamente il trasferimento forzato di popolazioni e che tutelano i diritti umani, tra cui la Convenzione di Ginevra del 1949 e i suoi Protocolli Aggiuntivi, che vietano la deportazione e il trasferimento forzato di popolazioni nei territori occupati; lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, che qualifica i trasferimenti forzati di popolazioni come crimini di guerra e crimini contro l'umanità; la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che sancisce il diritto di ogni individuo a vivere nella propria terra d'origine senza subire deportazioni;

   l'assenza di una presa di posizione chiara e netta da parte del Governo italiano sulle dichiarazioni di Trump potrebbe essere interpretata come una mancanza di condanna verso ipotesi di trasferimenti forzati di popolazioni, come emerso durante l'audizione sul Consiglio Affari Esteri alle commissioni esteri congiunte il 5 febbraio 2025, in cui il Ministro ha dichiarato che «vedremo quando ci saranno delle proposte concrete», senza esprimere una posizione definitiva –:

   se il Ministro interrogato intenda esprimere in modo concreto la contrarietà dell'Italia alle dichiarazioni di Trump, adottando iniziative di competenza in sede internazionale per riaffermare il principio del rispetto del diritto internazionale umanitario e la soluzione a due Stati.
(5-03486)


   FORMENTINI, BILLI e COIN. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la cessazione dei combattimenti che interessano la Striscia di Gaza e la possibile ripresa dei negoziati finalizzati al raggiungimento di un nuovo «accordo di Abramo» tra Israele e l'Arabia Saudita incoraggiano la speranza che il Medio Oriente venga ragionevolmente stabilizzato;

   l'attuale Amministrazione americana, in particolare, sta collegando il raggiungimento della pace ad un orizzonte di sviluppo regionale, che dovrebbe incoraggiare i maggiori attori del Medio Oriente ad adottare comportamenti cooperativi;

   la stabilizzazione del Medio Oriente faciliterebbe il decollo dell'Imec, format che connetterebbe l'Europa e il Mediterraneo all'Oceano Indiano, valorizzando la posizione del nostro Paese;

   una proiezione verso l'Indo-Pacifico, che è l'area economicamente più dinamica ed innovativa del pianeta, appare comunque necessaria;

   alla luce di quanto precede, appare opportuno esplorare con maggior convinzione la possibilità di avvicinare l'Italia all'Imec che ha il suo perno in India, economia emergente e Paese non antagonista dell'occidente –:

   se siano in corso le procedure propedeutiche alla nomina di un inviato speciale dell'Italia per l'Imec, prevista già dalla risoluzione 7-00214 approvata dalla Commissione affari esteri e comunitari il 14 maggio 2024.
(5-03487)

Interrogazione a risposta scritta:


   ONORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'identità digitale per i cittadini iscritti all'Aire consente l'accesso ai servizi consolari online e a quelli delle pubbliche amministrazioni italiane; la carta d'identità elettronica è, in molti casi, l'unico strumento di identità digitale, a causa delle difficoltà spesso riscontrate con i gestori dello Spid, come Poste Italiane, nell'autenticazione tramite numeri di telefono stranieri;

   come già segnalato nel gennaio 2024 dall'interrogazione 4-02212 a prima firma dell'interrogante, il rilascio della carta d'identità elettronica per i cittadini Aire è possibile esclusivamente presso le sedi consolari di riferimento. Nonostante l'estensione in via sperimentale anche a Paesi extraeuropei, la procedura di rilascio tramite la rete consolare risulta caratterizzata da notevoli ritardi, come evidente da numerose testimonianze;

   i cittadini Aire non possono ottenere la carta d'identità elettronica presso i comuni italiani, i quali sono autorizzati unicamente al rilascio della carta d'identità in formato cartaceo, documento non conforme al regolamento (UE) 2019/1157, che prevede la validità di soli documenti con standard biometrici a partire dal 3 agosto 2026;

   secondo il decreto del Ministro dell'interno e del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale del 19 luglio 2019, che regola le modalità di emissione della carta d'identità elettronica per i cittadini residenti all'estero, «il processo di emissione per i cittadini residenti all'estero che richiedono il rilascio della carta d'identità elettronica presso un comune italiano è analogo a quello attualmente in esercizio per i cittadini residenti in Italia, fatta eccezione per la necessità di un colloquio con CieOnline e il sistema Sifc (Sistema integrato funzioni consolari) relativamente alle fasi di rilascio del documento»;

   il Garante per la protezione dei dati personali, nel parere del 16 giugno 2022, ha esaminato le modalità per il rilascio della carta d'identità elettronica ai cittadini italiani residenti all'estero nei comuni d'iscrizione Aire, senza evidenziare criticità, ma rilevando la necessità di includere la locuzione «genitore» per i minori, come dovrebbe essere già previsto per i minori residenti in Italia –:

   se i Ministri interrogati non ritengano opportuno adoperarsi con urgenza, per quanto di competenza, per porre rimedio alla situazione di disparità di trattamento a danno dei cittadini Aire in relazione al rilascio della carta d'identità elettronica;

   quali siano i tempi previsti per il completamento dell'iter del documento tecnico-organizzativo e la risoluzione della questione relativa ai minori evidenziata dal garante della privacy, per permettere il rilascio della carta d'identità elettronica ai cittadini Aire presso i comuni italiani.
(4-04256)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta orale:


   ZANELLA e BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da organi di stampa sul sito specializzato americano «The global hunt for adventure», è stato pubblicato nei giorni scorsi un video che riprende, con tanto di intervista al figlio del Presidente degli Stati Uniti d'America Donald junior Trump, scene di caccia nella Laguna di Venezia, verosimilmente girate in Valle Pierimpiè a Campagna Lupia;

   in un frame del video, Trump junior apparirebbe mentre descrive le specie abbattute, tra le quali si scorge in primo piano un esemplare di Tadorna ferruginea, una specie protetta in tutta Europa dalla direttiva 2009/147/CE «uccelli» e dalla legge italiana, che ne sanziona penalmente l'abbattimento e la detenzione;

   con decreto del 27 luglio 2018 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (ora Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) ha designato 61 zone speciali di conservazione della rete europea «Natura 2000» della regione biogeografica continentale insistenti nel territorio della ragione Veneto, tra cui il sito IT3250030 – Laguna medio-inferiore di Venezia, cui trovano applicazione le misure necessarie per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie e la perturbazione delle specie per cui le zone sono designate, come definite all'allegato B della delibera della giunta regionale del Veneto n. 786 del 27 maggio 2016 già operative;

   la ZSC – Laguna medio-inferiore di Venezia risulta zona di eccezionale importanza per svernamento e migrazione dell'avifauna legata alle zone umide e importante sito di nidificazione per numerose specie di uccelli;

   ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 11 agosto 1989, n. 31, chiunque intende praticare qualsiasi tipo di attività di caccia consentita nell'ambito della regione del Veneto deve essere in possesso del relativo tesserino di caccia (comma 1), che viene rilasciato subordinatamente al possesso di valida licenza di porto d'armi per uso caccia, rilasciata dalla competente autorità statale –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se corrisponda al vero che tra i partecipanti alla battuta di caccia nella Laguna di Venezia ci sia il figlio del Presidente degli Stati Uniti d'America Donald junior Trump, se risulti siano state violate le norme di tutela sito specifiche relative alla ZSC IT3250030 – Laguna medio-inferiore di Venezia e quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, affinché siano promosse le opportune verifiche in ordine a condotte ai danni della fauna protetta, alla luce delle norme italiane ed europee sull'esercizio dell'attività venatoria e l'abbattimento di specie protette.
(3-01716)


   VACCARI, FORATTINI, DE MARIA, MANZI, SIMIANI, FERRARI, ANDREA ROSSI, FORNARO, ROGGIANI, GHIO, GRAZIANO, GIANASSI e DE LUCA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'attività venatoria in Italia è regolata dalla legge n. 157 del 1992 «Norme per la protezione della fauna omeoterma e prelievo venatorio» e dalle leggi regionali di applicazione della suddetta legge;

   l'attività venatoria, in base all'articolo 12, della legge 157, del 1992, si svolge per una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini che la richiedano e che posseggano determinati requisiti, nel rispetto dei calendari venatori regionali che stabiliscono, in applicazione della legge nazionale, tempi, orari e specie cacciabili;

   i cittadini europei ed extracomunitari che intendono svolgere l'attività venatoria in Italia devono essere in possesso del porto d'armi ad uso caccia, rilasciato dal Paese di provenienza, devono pagare le tasse di concessione del nostro Paese, devono essere in possesso del tesserino venatorio della regione ove si svolge la battuta di caccia e devono aver sottoscritto una polizza assicurativa nel rispetto delle indicazioni della legge n. 157 del 1992;

   nel caso di utilizzo di armi di proprietà, nel rispetto delle norme italiane, occorre l'autorizzazione delle autorità predisposte all'introduzione, al trasporto e all'utilizzo delle suddette armi ai fini della pratica venatoria;

   come risulta anche da notizie a mezzo stampa e da video apparsi su siti di informazione si sarebbe svolta nel mese di dicembre una battuta di caccia alle anatre nella laguna di Venezia e, precisamente, nell'azienda faunistica Pierimpiè a Campagna Lupia alla quale avrebbe partecipato, come da documentazione fotografica e video, il cittadino americano Donald Trump Junior;

   dalle immagini video pubblicate su YouTube e dalle fotografie pubblicate da alcuni giornali, oltre ad un corposo carniere di anatre, appare, accanto al signor Donald Trump Junior, una specie volatile protetta non appartenente alle specie cacciabili e che risulterebbe essere un esemplare di casarca (Tadorna ferruginea Pallas) –:

   di quali elementi sia a conoscenza per favorire una ricostruzione circostanziata dei fatti esposti in premessa, anche affinché si proceda alle contestazioni delle eventuali infrazioni, nelle sedi competenti nei confronti del signor Donald Trump Junior e di coloro che non hanno verificato le condizioni necessarie per autorizzare, in un istituto faunistico privato, l'attività venatoria.
(3-01717)

Interrogazioni a risposta scritta:


   EVI, SIMIANI, FERRARI e PRESTIPINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da fonti stampa si apprende che Donald Trump Junior, nel mese di dicembre 2024, avrebbe partecipato ad una battuta di caccia in Italia;

   un video pubblicato on line sul sito specializzato americano «The global hunt for adventure» lo ritrae mentre spara alle anatre in una area lagunare che sembrerebbe essere quella della laguna di Venezia, verosimilmente Valle Pierimpiè a Campagna Lupia, una zona tutelata dalle norme europee che fa parte di un sito della Rete Natura 2000 Ue, come Zona speciale di conservazione denominata laguna medio-inferiore di Venezia;

   nel video Trump Junior appare mentre descrive le anatre e le quaglie abbattute, tra le quali si riconosce in primo piano una casarca, un'anatra molto rara in tutta Europa dal colore quasi per intero arancio-ruggine, un uccello protetto per la cui uccisione è prevista una sanzione penale;

   ulteriori aspetti gravi di questa vicenda riguardano da un lato la regolarità dei permessi e delle abilitazioni per l'attività venatoria, la quale è vietata ai non residenti in Italia, evidentemente sprovvisti di tesserino di caccia e, dall'altro, il rispetto dei limiti di carniere previsti dal calendario venatorio per ogni specie, che dalle immagini del video non appaiono essere rispettati –:

   di quali elementi conoscitivi disponga e, in caso la vicenda fosse confermata nei termini indicati in premessa, quali iniziative di competenza intenda assumere a tutela delle specie e delle aree naturali protette e per garantire il pieno rispetto della legislazione italiana in materia di caccia da parte di cittadini stranieri, anche al fine di contrastare il fenomeno del turismo venatorio.
(4-04262)


   CARAMIELLO, SERGIO COSTA, ILARIA FONTANA, DI LAURO e CHERCHI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   in data 3 febbraio 2025 è stato diffuso sui social e da alcune testate giornalistiche un video documentante una battuta di caccia svolta nelle immediate vicinanze della città di Venezia, alla quale sembra abbia partecipato Donald Trump jr, il figlio del Presidente degli Stati Uniti;

   nel video vengono ripresi atti di bracconaggio all'interno della zona speciale di conservazione di Valle Pierimpiè, inserita nella Rete Natura 2000;

   quanto avvenuto – e documentato – costituisce un atto grave che mette a rischio l'equilibrio ecologico di un'area di straordinaria importanza naturalistica e rappresenta una violazione delle normative nazionali e comunitarie in materia di tutela ambientale, i cui responsabili dovrebbero essere perseguiti a norma di legge;

   in particolare il filmato documenta l'abbattimento illegale di un esemplare di casarca (Tadorna ferruginea), specie protetta a livello comunitario e nazionale;

   tale atto costituisce una grave violazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, che inserisce la specie nell'Allegato I, riservato alle specie per le quali sono richieste misure di conservazione speciali riguardanti l'habitat;

   la caccia e la detenzione della casarca sono inoltre proibite dalla Convenzione di Berna, ratificata con legge n. 503 del 1981 e dalla legge n. 157 del 1992, a conferma del rigoroso quadro normativo che tutela questa specie;

   in qualità di cittadino straniero extracomunitario e non residente, Donald Trump jr dovrebbe aver svolto uno specifico iter autorizzatorio per essere autorizzato alla pratica venatoria e, in particolar modo, essere in possesso del tesserino venatorio della regione competente, requisito indispensabile per l'esercizio legale dell'attività venatoria;

   in assenza di detti requisiti si configurerebbe una violazione delle disposizioni di legge vigenti in materia, rendendo la sua partecipazione alla battuta di caccia del tutto illegittima –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per promuovere verifiche circa possibili violazioni delle normative nazionali ed europee in materia di tutela della fauna selvatica, rispetto alla vicenda di cui in premessa;

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano adottare affinché sia assicurato il rigoroso rispetto delle normative vigenti in materia di tutela ambientale e faunistica, anche al fine di fugare il benché minimo sospetto sul fatto che in Italia persone ricche e potenti siano al di sopra della legge.
(4-04263)

CULTURA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VII Commissione:


   IACONO, BARBAGALLO, PROVENZANO, MARINO, PORTA e MANZI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 32, commi 2 e 3, della legge n. 448 del 2001 ha dettato disposizioni volte al contenimento e alla razionalizzazione degli stanziamenti dello Stato in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi;

   in particolare l'articolo 32, comma 2, dispone che il riparto di detti contributi sia effettuato annualmente da ciascun Ministro, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;

   lo schema di riparto per il 2024 ha evidenziato una riduzione di euro 1.071.798 rispetto all'anno precedente (con una diminuzione pari a -2,9 per cento);

   secondo quanto denunciato dagli addetti ai lavori il taglio avrebbe penalizzato molti istituti culturali siciliani esclusi dalla ripartizione delle risorse;

   gli istituti culturali costituiscono un segmento importante di un «sistema» cultura, sia pubblico che privato, nel quale opera una pluralità di soggetti, con caratteristiche diverse e con diverse finalità, orientate alla realizzazione di tutelare, censire, promuovere, valorizzare lo straordinario patrimonio del nostro Paese;

   la pandemia, in primo luogo, e la conseguente chiusura per quasi due anni hanno penalizzato fortemente le fondazioni, le accademie e gli istituti e, inoltre, influisce la grave criticità, dovuta anche all'aumento dei costi di gestione, connessi all'impennata dei prezzi dell'energia;

   l'incertezza sulle risorse rende molto problematica la programmazione delle attività per gli istituti, che, nella stragrande maggioranza, svolgono funzioni di conservazione, tutela, promozione, catalogazione e inventariazione di un ricchissimo patrimonio bibliografico, archivistico, documentario e museale. Molte altre svolgono un ruolo sociale grazie anche ai rapporti con il Terzo settore e l'adesione mediante l'iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), mentre altri si interrogano sui vantaggi e sugli svantaggi di una simile scelta –:

   quali siano stati i criteri di ripartizione delle risorse e le motivazioni che avrebbero comportato l'esclusione di diversi istituti culturali siciliani che storicamente danno un contributo significativo al settore culturale.
(5-03488)


   AMATO, ORRICO e CASO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo del Fatto quotidiano del 3 febbraio 2025, si apprende che il Ministero della cultura, dal 6 settembre 2024, vive una sorta di paralisi totale e il patrimonio culturale italiano annaspa tra incarichi ad interim e proroghe dei direttori generali e capi dipartimento;

   la riforma voluta dall'ex Ministro e sancita 24 ore prima delle dimissioni prevede il rinnovo di tutti i vertici degli istituti e la creazione di 12 nuove direzioni generali; solo per queste ultime; risulta che l'interpello per la nomina è arrivato dopo quattro mesi di attesa e i profili sono ancora al vaglio del Ministero dell'economia e delle finanze mentre per tutto il resto si dovrà attendere almeno un mese;

   i bandi per i maggiori istituti (ad esempio il Colosseo) erano stati annunciati dal Ministro interrogato a novembre 2024, ma ad oggi ancora non ci sono; inoltre e stallo anche nelle fondazioni partecipate dal Ministero della cultura, come il Maxxi ancora diretto ad interim, così come il Teatro la Fenice di Venezia, senza sovrintendente dal 12 dicembre 2024;

   anche la gestione del Ministero avviene tra grandi difficoltà; si ricorda, infatti, che in legge di bilancio non sono state previste risorse per il welfare dei lavoratori, per il fondo dei dirigenti, per l'incremento della dotazione organica, per le assunzioni e per la proroga dei contratti a tempo determinato scaduti a dicembre 2024;

   appare evidente che la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale necessita di adeguate risorse finanziarie, strumentali, ma soprattutto umane, tanto da portare il Ministero della cultura ad avvalersi per oltre 3 anni, fino al 31 dicembre 2024, anche di personale con contratti di collaborazione, conferiti ai sensi dell'articolo 24 comma 1 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, di cui all'articolo 1, comma 18-ter, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, e di cui all'articolo 7, comma 6-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, conferiti tramite procedure di avviso pubblico;

   si tratta di 400 professionisti, ai quali, dopo oltre tre anni di collaborazioni non hanno prorogato il contratto, pur trattandosi di figure altamente specializzate, impiegate dal Ministero della cultura a partire dal 2021 per sopperire alla carenza cronica di personale, contribuendo significativamente alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano –:

   quali provvedimenti intenda adottare al fine di porre rimedio alla suesposta situazione, che sta arrecando notevole pregiudizio al Ministero e alle azioni di tutela e valorizzazione dell'immenso patrimonio culturale italiano.
(5-03489)


   PICCOLOTTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   è di questi giorni la notizia di una forte preoccupazione proveniente dall'Associazione festival italiani di cinema (Afic), che rappresenta 120 manifestazioni cinematografiche, per la grave situazione in cui versa l'intero comparto per il persistere di una situazione economica e finanziaria non più sostenibile da festival, rassegne e premi;

   la mancanza di regolarità nell'uscita delle graduatorie ministeriali e delle relative spettanze economiche sta generando una profonda crisi all'interno del comparto;

   si tratta di un settore che lavora alla promozione del cinema nelle sale 360 giorni l'anno su tutto il territorio nazionale, che genera un moltiplicatore di attivazione economica sui territori di 2,5 euro per ogni euro investito;

   il grido di allarme arriva dopo i forti ritardi subiti nell'attribuzione degli acconti e dei saldi 2023 (giunti a 2024 inoltrato) e la mancanza di garanzie di sostegno alle manifestazioni cinematografiche che hanno presentato domanda al bando promozione 2024 (scaduto il 28 luglio 2024), uno stato di fatto che sta «generando in molti l'impossibilità di chiudere regolarmente i pagamenti delle edizioni già svolte nei confronti dei fornitori, di attribuire i compensi spettanti a dipendenti, collaboratori e professionisti coinvolti, di avere serenità economica che permetta la realizzazione dei progetti in essere», come si legge nel comunicato AFIC;

   è importante garantire una tempistica di uscita delle graduatorie previste per il Bando promozione 2024, in modo da poter permettere agli assegnatari di contributo di avere certezza sull'erogazione degli acconti spettanti ed è necessario che la direzione generale cinema e audiovisivo permetta l'uscita del Bando promozione 2025 entro il primo trimestre del 2025 –:

   quali chiarimenti intenda fornire e quali iniziative intenda assumere rispetto alle istanze degli organizzatori di eventi di promozione cinematografica circa l'uscita delle graduatorie previste per il bando Promozione 2024 e la pubblicazione del Bando Promozione 2025.
(5-03490)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO, IACONO, MANZI, ORFINI e BERRUTO. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   da recenti notizie a mezzo stampa apprendiamo della messa in vendita dello stabile del Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma;

   sul sito internet della società Invimit Sgr spa, società di gestione del risparmio del Ministero dell'economia e delle finanze, tra cui il fondo immobiliare i3-Dante, attuale proprietario dell'immobile, sembrerebbe pubblicato un avviso ad evidenza pubblica che prevede la possibilità di formulare un'offerta per l'acquisto dello stabile sul valore base di 4.650.000,00 euro;

   il Teatro Quirino, oltre ad essere un importante edificio di pregio storico e artistico della Capitale, è una delle strutture teatrali più importanti d'Italia dove vengono organizzati cartelloni di primissimo piano e di altissimo livello artistico, con una notevole affluenza di pubblico;

   la vendita potrebbe causare difficoltà alla gestione dell'attività teatrale fino alla chiusura del Teatro Quirino. Infatti, per motivi del tutto economici e non artistici o culturali, il soggetto privato acquirente potrebbe, ad esempio, ritenere troppo onerosi i continui lavori di manutenzione straordinaria che un immobile così antico richiede e, quindi, trovare poco conveniente consentire lo svolgimento dell'attività teatrale e l'apertura del teatro. Oppure, non essendo in grado di gestire economicamente il teatro, in proprio o attraverso terzi, preferisca tenerlo chiuso e/o ridimensionare notevolmente l'attività piuttosto che avere delle perdite economiche;

   non è da sottovalutare la grave crisi di spazi teatrali che interessa la città di Roma, causata dalla chiusura di un numero considerevole di teatri di proprietà privata di rilevanza nazionale, uno fra tutti l'Eliseo, e vista l'importanza storica, architettonica e artistica che l'immobile Teatro Quirino Vittorio Gassman riveste per la capitale d'Italia;

   l'amministratore delegato della società Quirino srl impresa sociale, Rosario Coppolino, ha inviato, da quanto si apprende dai quotidiani, al Presidente della Repubblica e agli esponenti del Governo una lettera appello per chiedere di intervenire per evitare che la proprietà dell'immobile del teatro passi ad un privato: (...) «Riteniamo sia giusto lasciarne la proprietà nelle mani dello Stato o di un ente pubblico territoriale e affidare al soggetto privato solo la gestione delle attività caratteristiche e intervenire al fine di acquisirne la proprietà entro i tempi previsti per la procedura di aggiudicazione definitiva» (...);

   l'eventuale vendita sarebbe per lo Stato una perdita del nostro patrimonio, in quanto rappresenta un monumento del teatro italiano –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti suesposti e – in ogni caso – se non intendano attivarsi, per quanto di competenza, al fine di scongiurare la chiusura del Teatro Quirino Vittorio Gassman, una delle strutture teatrali più importanti d'Italia, di altissimo livello artistico, anche al fine di tutelare i lavoratori e gli artisti impegnati nella gestione e a garanzia dell'immagine culturale e del valore artistico che esso rappresenta in quanto bene storico e monumento del teatro italiano.
(5-03491)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NEVI e DE PALMA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   per il processo di riorganizzazione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM), relativo alle unità attivate sul territorio, si è adottata una procedura di «pesatura», fondata sulla metodologia Hay che si basa su un algoritmo implementato da tre principali driver di valutazione: competenza, problem solving e finalità;

   ne è derivato un nuovo assetto territoriale composto di 13 direzioni territoriali, articolate in strutture dirigenziali di livello non generale, costituite da 20 uffici antifrode, 11 uffici «Servizi generali», 11 uffici tecnici, 2 uffici «Tecnico e Servizi generali », 11 uffici laboratorio e 72 uffici locali ADM;

   per quanto riguarda l'Umbria la nuova riorganizzazione prevede un solo Ufficio ADM, in capo a dirigente di 2a fascia e di III livello, che dovrebbe provvedere alle funzioni precedentemente svolte da 3 Uffici dirigenziali ovvero un Ufficio delle Dogane di Perugia, retto da dirigente di 2a fascia (III livello) da cui dipende la Sezione operativa c/o l'Aeroporto Internazionale «San Francesco d'Assisi» di Perugia, un Ufficio delle Dogane di Terni, retto da dirigente di 2a fascia (IV livello) e un Ufficio Monopoli dell'Umbria, retto da dirigente di 2a fascia (III livello) da cui dipende la Sezione Operativa di Terni;

   la riorganizzazione, contestata dalle organizzazioni sindacali, ha declassato la presenza di ADM nell'intera regione, presenza che già deve far fronte ai propri compiti istituzionali con organici ridotti;

   dal confronto con l'Abruzzo (inserito nella Direzione interregionale con il Lazio), che passa da 3 uffici dirigenziali a un solo ufficio ma di 1° livello, si rileva che questa regione ha circa il 50 per cento in più del personale in organico rispetto all'Umbria, ma movimenta un numero di numeri di pratiche/autorizzazioni in misura pressoché equivalente. Ma l'Umbria ha un trend in forte crescita: ad esempio le dichiarazioni doganali sono passate dalle circa 23.000 a oltre 32.000 nel 2023;

   resta poco comprensibile il nuovo assetto per l'Umbria anche rispetto ad altre istituzioni (Agenzia delle entrate, Inps, ma anche Forze di polizia) strutturate sullo stesso territorio con direzioni/comandi regionale e provinciali;

   analogamente anche per l'Agenzia delle dogane e dei monopoli dovrebbe essere mantenuto il presidio sui territori per garantire maggiore efficacia della risposta all'utenza su accise, giochi e dogane rispetto alle necessità economiche degli operatori umbri, che fino ad oggi hanno potuto espletare le pratiche direttamente in regione;

   il declassamento di alcuni uffici doganali con il trasferimento alle direzioni territoriali di attività e funzioni, incide sulla natura di presidio della legalità che ha sempre qualificato il ruolo dei servizi doganali;

   non appare adeguatamente valutata l'importanza a livello nazionale delle strutture industriali situate nelle due province: a Terni si trova infatti una delle acciaierie più importanti d'Europa, a Perugia, oltre all'aeroporto internazionale, il cui traffico è in forte sviluppo, le eccellenze del polo aeronautico, meccanotecnico, tessile, della filiera olearia e della distillazione;

   da quanto sopra esposto, appare evidente che la metodologia Hay utilizzata, descritta in dettaglio nella risposta all'interrogazione 5-03297 non «pesa» adeguatamente i criteri: presidio del territorio, necessità del territorio e potenzialità di sviluppo del territorio –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, non ritenga opportuno rivedere le decisioni assunte in materia di riorganizzazione dell'Agenzia delle dogane e monopoli in Umbria, che hanno determinato un ingiustificato depotenziamento degli uffici con conseguente grave penalizzazione per l'intero territorio regionale, rivedendo le modalità di implementazione della metodologia Hay utilizzata e assicurando alla regione quanto meno una Direzione regionale, 2 Uffici dirigenziali provinciali, 1 Ufficio antifrode e 1 laboratorio chimico a supporto dei campionamenti della dogana.
(5-03483)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   ASCANI e MANZI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   sulla base dei risultati dei precedenti avvisi del Dipartimento per le pari opportunità in tema di promozione delle discipline Stem ed al fine di dare attuazione alla legge n. 187 del 2023, che ha istituito la Settimana nazionale delle Stem (4-11 febbraio) e ha disposto per il 2024 un incremento del Fondo per le pari opportunità di 2 milioni di euro, in data 14 novembre 2024 è stato pubblicato l'Avviso per il finanziamento di progetti innovativi di formazione nelle materie Stem rivolti ai docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, a cura delle Università, dalla capienza complessiva di 4 milioni di euro;

   l'Avviso prevede l'erogazione di un contributo, che può variare da 100 mila a 300 mila euro, destinato alle proposte progettuali riguardanti l'organizzazione e la realizzazione di corsi di formazione nelle discipline Stem diretti a potenziare e innovare la metodologia e le strategie didattiche dei docenti in tali discipline;

   tali percorsi saranno finalizzati ad incrementare anche le capacità di supporto e di orientamento dei docenti nella scelta del percorso di studio di studentesse e studenti, a partire dalle loro aspirazioni, al di là delle barriere culturali e degli stereotipi di genere, e dalle competenze richieste dal mondo del lavoro nei settori ad alta occupabilità e competitività;

   le proposte progettuali devono riguardare l'organizzazione e la realizzazione, sulla base di accordi tra le università e gli istituti scolastici, di corsi di formazione nelle discipline Stem, della durata di almeno 14 ore ciascuno (incluse eventuali esperienze di laboratorio), da somministrare al personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado al fine di realizzare gli obiettivi di cui sopra. Le attività formative potranno svolgersi sia presso le sedi delle università, sia presso le sedi degli istituti scolastici;

   ai sensi dell'articolo 4 del suddetto avviso, possono presentare domanda di contributo, in forma singola o associata, esclusivamente le università e le istituzioni universitarie statali e non statali legalmente riconosciute ammesse al finanziamento statale ex legge n. 243 del 1991, ivi compresi gli istituti superiori ad ordinamento speciale e le università telematiche;

   i corsi previsti dall'avviso hanno un obiettivo molto importante che è quello di promuovere l'accesso delle ragazze e delle donne alle carriere tecniche e scientifiche, che costituiscono e costituiranno sempre più in futuro un importante ambito di opportunità professionali anche a livello globale e richiedono un ambiente di apprendimento e formazione in presenza;

   le undici università online hanno storie diverse, ma sarebbe stata opportuna una riflessione in linea con quanto dichiarato dalla presidente della Crui «non può bastare lo schermo di un pc per formare brillanti coscienze critiche»;

   si ritiene che, data la tipologia di corsi e le finalità formative che gli stessi intendono attuare in un momento di scarsità di risorse destinate alla formazione si sarebbe dovuto privilegiare il sistema pubblico alle prese con tagli ai bilanci e incremento dei costi –:

   se ritengano, per le motivazioni espresse in premessa e la tipologia di attività previste, di rivalutare l'adeguatezza delle università telematiche ad attuare le attività relative all'avviso in oggetto e dedicate a progetti innovativi di formazione nelle materie Stem.
(4-04250)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con bandi di concorso deliberati dalla Commissione Ripam, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale «concorsi ed esami» n. 26 del 1° aprile 2022, il Ministero della giustizia ha indetto un concorso per titoli ed esami su base distrettuale, per il reclutamento a tempo determinato di complessive 5.410 unità, di personale non dirigenziale, di cui 750 unità area funzionale II, fascia economica F2, 3.000 unità area funzionale II, fascia economica F1 e 1.660 unità area funzionale III fascia economica F1 (di cui 1.060 nel profilo di Tecnico di amministrazione);

   il 23 settembre 2022 sono state pubblicate le graduatorie dei vincitori;

   successivamente, il Ministero ha pubblicato sette avvisi di scorrimento delle graduatorie per la copertura delle posizioni vacanti per i suddetti profili (il 14 aprile 2023, il 15 giugno 2023 il 20 febbraio 2024, l'8 maggio 2024, il 13 giugno 2024, il 25 giugno 2024 e, in ultimo il 13 settembre 2024;

   secondo una segnalazione pervenuta all'interrogante, il Dipartimento organizzazione giudiziaria Direzione Generale Personale – Ufficio 3 Concorsi avrebbe contattato, in data 4 aprile 2023 un candidato non vincitore ma risultato idoneo al fine di trasmettere eventuale documentazione attestante il grado di invalidità personale (ovvero la condizione di disabilità grave del figlio) in vista dello scorrimento delle graduatorie;

   in seguito, il candidato non ha più ricevuto alcuna comunicazione da parte dell'amministrazione sebbene, come detto, si siano susseguite ben sette procedure di scorrimento delle graduatorie;

   si sottolinea, inoltre, che la suddetta unica comunicazione sia avvenuta con modalità irrituali, ossia a mezzo mail ordinaria e non tramite posta elettronica certificata –:

   se intenda intraprendere iniziative volte a verificare la correttezza delle procedure di scorrimento delle graduatorie poste in essere con riguardo al concorso di cui in premessa;

   se e quali iniziative intenda intraprendere per tutelare gli interessi legittimi dei candidati idonei non vincitori che, come nell'esempio rappresentato in premessa, siano stati contattati per la copertura di posizioni vacanti e non abbiano più avuto notizie in merito da parte dell'amministrazione.
(4-04252)


   SERRACCHIANI, GUERRA e VACCARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   non accenna a diminuire nemmeno in questo primo scorcio di 2025 la gravissima emergenza nelle nostre carceri;

   nella mattinata di lunedì 3 febbraio 2025, nel carcere di Modena, è stato trovato morto in cella un detenuto di 27 anni di nazionalità marocchina. Il decesso, secondo le prime informazioni, risalirebbe alla nottata tra domenica e lunedì. Non sono ancora note, tuttavia, le cause della morte, ma si apprende che il giovane era seguito per la sua salute mentale ed era in terapia al SerD;

   a dare notizia del decesso è stato il garante regionale per i detenuti dell'Emilia-Romagna Roberto Cavalieri: secondo la sua ricostruzione, il 29 gennaio 2025 il ventisettenne aveva incontrato uno psicologo ed era stata revocata l'indicazione di «rischio suicidario lieve» con la quale il giovane – che era in terapia per il SerD e per la salute mentale e aveva una normale prescrizione di farmaci – era stato «contrassegnato» in precedenza;

   si tratta, in ogni caso, del quarto detenuto morto nell'istituto penitenziario modenese solo nell'ultimo mese: numeri preoccupanti per un fenomeno che già l'anno scorso in tutta Italia aveva fatto registrare numeri record;

   il Governo continua a non dimostrarsi minimamente all'altezza di una simile crisi: nel sistema dell'esecuzione penale il personale, tra cui la polizia penitenziaria è sotto organico e provata dalla sfida della gestione della popolazione carceraria; la presenza di persone in condizioni psichiatriche difficili tra i detenuti è molto alta, così come quella di persone in stato di depressione o di dipendenza da sostanze stupefacenti. Individui per i quali il carcere non è il luogo adatto. La presenza di psicologi, psichiatri, personale sanitario è modestissima, e le Rems, destinate a soggetti psichiatrici pericolosi, non sono sufficienti per distribuzione e posti per l'accoglienza;

   in particolare, infatti, la situazione della gestione della salute mentale in carcere è una criticità che impone al Governo attenzione immediata. Si continua a chiedere misure di prevenzione del suicidio perché con questa totale mancanza di interesse e di presa in carico del fenomeno si costringe la polizia penitenziaria e il personale a svolgere mansioni pesantemente usuranti, che esulano dalle loro mansioni e dalle loro competenze. In carceri così sovraffollate diventa sempre più difficile poter rispondere alle finalità rieducative della pena o dare maggiori speranze a chi è costretto a viverci. Altro indicatore importante della crisi attuale è il totale delle persone morte in un istituto penitenziario nel 2024: sono 232, la cifra più alta dal 1992 a oggi secondo i dati di Ristretti Orizzonti. Almeno 7 di loro sono agenti di polizia penitenziaria –:

   se il Ministro interrogato non ritenga urgente adottare iniziative, per quanto di competenza, per contribuire a fare luce sulle reali cause della morte del detenuto nel carcere di Modena, e se le sue condizioni di salute fossero realmente compatibili con il regime penitenziario, nonché se ritenga non più rinviabile adottare iniziative immediate, sia finanziarie sia organizzative, necessarie a realizzare nuove residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, a garantire e implementare la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova, aumentando il personale e portando a termine i concorsi già banditi, a potenziare gli organici dei funzionari della professionalità giuridico-pedagogica, di servizio sociale e mediatore culturale, a ristorare i tagli effettuati alla giustizia riparativa e alla amministrazione penitenziaria, alla giustizia minorile e all'edilizia penitenziaria, ed effettuare ulteriori stanziamenti ed investimenti, nonché a stanziare adeguate risorse per consentire il pagamento dei professionisti psicologi e criminologi esperti di cui all'articolo 80 della legge 26 luglio 1975, n. 354, le cui prestazioni sono aumentate a seguito delle richieste provenienti dagli istituti penitenziari per far fronte alle esigenze relative alla riduzione del rischio suicidario.
(4-04257)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   DE MARIA e MEROLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il passante di Bologna rappresenta un'opera strategica per la città metropolitana di Bologna e per tutto il Paese;

   a fronte alla crescita dei costi occorre una azione del Governo rispetto a Società Autostrade per garantirne la realizzazione, con tutte le opere compensative che ne sono parte integrante e fondamentale –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per la realizzazione di quanto segnalato in premessa.
(3-01714)

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a seguito del tragico crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018, che causò la morte di 43 persone, il ferimento di 11 e lo sfollamento di oltre 500 residenti, la rete autostradale ligure è stata sottoposta a un piano straordinario di ispezioni e lavori, che ancora oggi coinvolge gran parte del territorio; nonostante gli interventi in corso, la situazione rimane estremamente complessa, con pesanti disagi quotidiani per chi percorre queste tratte;

   da anni, infatti, la rete autostradale ligure è interessata da interventi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, che determinano la presenza costante di cantieri e lunghe code su molte tratte della regione;

   in diversi tratti autostradali, le carreggiate risultano parzialmente o totalmente chiuse, costringendo i veicoli a viaggiare su un'unica corsia per senso di marcia e provocando un significativo aumento dei tempi di percorrenza;

   questo scenario impatta negativamente non solo sulla mobilità privata e commerciale, ma anche sulla qualità della vita dei cittadini e sul tessuto economico locale, in particolare nei settori del turismo e della logistica;

   nel tratto autostradale della A12, compreso tra il casello di Lavagna e quello di Sestri Levante, da diversi mesi sono in corso importanti interventi di manutenzione straordinaria;

   tali lavori comportano una riduzione della carreggiata, con la circolazione limitata a un'unica corsia per direzione e un limite di velocità imposto a 60 chilometri orari; questa situazione genera rallentamenti costanti, specialmente nelle ore di punta, e determina inevitabili ripercussioni anche sulla viabilità ordinaria delle zone limitrofe, aggravando il traffico nei centri urbani e causando disagi agli abitanti e alle attività economiche locali;

   dopo mesi di difficoltà e continui disservizi, i sindaci di diversi comuni della zona, tra cui Sestri Levante, Lavagna, Castiglione Chiavarese, Casarza Ligure, Moneglia, Cogorno e Ne, hanno formalmente presentato una richiesta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con copia ad Autostrade per l'Italia S.p.A., per ottenere la sospensione del pedaggio nel tratto in questione fino al completamento dei lavori;

   tale richiesta si fonda sul principio di equità e segue il precedente del tratto autostradale tra Brugnato e La Spezia, dove la sospensione del pagamento è già stata applicata a causa di analoghe criticità –:

   se il Ministro interrogato intenda attivarsi con il concessionario autostradale affinché venga attuata la sospensione del pagamento del pedaggio fino al termine dei lavori, al fine di alleviare i disagi per i cittadini e le imprese colpite da questa situazione.
(4-04254)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COLOMBO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il fenomeno delle baby gang armate sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti ed è radicato indistintamente in tutta Italia, con alcune differenze sulla composizione dei gruppi: nel Nord Italia i gruppi sono composti in maggioranza da stranieri di prima o seconda generazione, mentre nel Sud Italia sono maggiormente composti da cittadini italiani in condizione di disagio e marginalità;

   tale problema è radicato soprattutto nelle principali città metropolitane, come Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo, ma si sviluppa anche nelle zone più periferiche, dove ad atti di violenza si aggiungono altre attività criminose come lo spaccio di droga e i furti;

   la provincia di Rimini, ad esempio, sta registrando un allarmante incremento della microcriminalità giovanile, con furti, risse, aggressioni, stupri e persino omicidi. Le segnalazioni di esercenti, residenti e turisti, infatti, riferiscono di un aumento dell'insicurezza nelle zone del centro storico, della stazione ferroviaria e del lungomare, aree spesso teatro di atti criminali;

   negli ultimi mesi gli interventi effettuati dagli agenti della polizia di Stato e specialità per sgominare gruppi di giovani dediti a furti, rapine ed aggressioni, spesso ai danni di coetanei o passanti, sono stati innumerevoli;

   secondo il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) e Uil Polizia, per fronteggiare tali soggetti, il più delle volte armati, gli agenti della polizia di Stato e Specialità subiscono spesso delle vere e proprie aggressioni;

   per prevenire tali situazioni, sarebbe utile potenziare le dotazioni fornite agli agenti per garantire la pubblica sicurezza ed il controllo del territorio, come ad esempio il taser e le bodycam, nonché aumentare contestualmente anche i corsi di formazione relativi all'utilizzo degli stessi –:

   se e quali ulteriori iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare al fine di arginare il fenomeno delle baby gang armate fortemente diffuso sul territorio della Nazione e con particolare riguardo al territorio della provincia di Rimini, quali iniziative intenda adottare per potenziare le dotazioni strumentali fornite agli agenti della polizia di Stato e specialità che operano sul medesimo territorio per garantire la pubblica sicurezza, come ad esempio taser di nuova generazione e bodycam, prevedendo anche un contestuale aumento dei corsi di formazione relativi all'uso degli stessi.
(5-03481)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PITTALIS. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si sta verificando un'escalation preoccupante di attentati incendiari e dinamitardi, con un numero crescente di veicoli distrutti dalle fiamme (46 negli ultimi 13 mesi), come riportato anche da recenti notizie di cronaca ( www.lunionesarda.it del 3 febbraio 2025), nelle strade di Siniscola, Posada e dintorni, nel nuorese, creando un clima di forte preoccupazione tra i cittadini;

   la situazione è divenuta ancora più inquietante poiché si sono verificati alcuni episodi che hanno coinvolto autovetture di proprietà di appartenenti alle forze di polizia, contro cui sono state utilizzate sostanze esplodenti, suscitando un sentimento generale di paura legato al clima di intimidazione dove gli attacchi sembrano sempre più mirati anche contro rappresentanti dello Stato, configurando un pericoloso segnale di sfida alle istituzioni e alle forze dell'ordine;

   sulla vicenda è intervenuto il segretario generale di ES polizia, Vincenzo Chianese, che ha sollecitato, con una missiva indirizzata ai vertici del dipartimento della pubblica sicurezza, un intervento tempestivo su una situazione divenuta ormai insostenibile, chiedendo l'invio di adeguate unità di personale dotate di idonea esperienza investigativa e specifica conoscenza del territorio;

   successivamente è intervenuto anche il segretario di ES polizia Nuoro e Sardegna, Giovanni Cabras, che ha sottolineato l'inadeguatezza della risposta giunta dalla questura di Nuoro in merito alla richiesta avanzata dal sindacato di polizia di appartenenza, consistita nell'invio di una sola unità, assolutamente insufficiente per contrastare una situazione che nella Baronia sta raggiungendo livelli critici, con un clima di tensione crescente tra i cittadini, preoccupati per la loro incolumità e per la totale impunità degli autori di questi atti criminali;

   gli incendi dolosi e gli attentati dinamitardi rischiano di destabilizzare l'ordine pubblico e compromettere la fiducia della popolazione nelle istituzioni;

   le forze dell'ordine sul territorio risultano sottodimensionate, rendendo difficile un controllo efficace e un monitoraggio approfondito del territorio, necessari per contrastare una micro e macro criminalità dilaganti;

   di recente il Dipartimento di pubblica sicurezza ha proposto un «progetto di riorganizzazione delle articolazioni periferiche dell'amministrazione della pubblica sicurezza» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della grave situazione di emergenza che sta colpendo Siniscola e i comuni limitrofi e quali iniziative di competenza intenda porre in essere dirette a fronteggiare un fenomeno preoccupante come quello descritto in premessa;

   se il Governo intenda rafforzare immediatamente la presenza delle forze dell'ordine a Siniscola e nei territori della Baronia, anche attraverso il potenziamento delle unità operative locali e l'invio di reparti specializzati nella prevenzione di atti intimidatori e dinamitardi, a supporto delle attività investigative locali.
(4-04258)


   URZÌ e BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   aveva ragione il Governo a volerci vedere chiaro sulle troppe anomalie e storture che si celano dietro i flussi migratori, come denunciato dalla premier Giorgia Meloni nell'esposto procuratore nazionale antimafia nel giugno 2024;

   in particolare, nel circostanziato documento erano stati evidenziati gli esiti spiazzanti e inquietanti derivanti dalle analisi sui flussi migratori, dalle quali era emerso che in alcune regioni italiane – e in particolare nella Campania – era stato registrato un numero di richieste di nulla osta al lavoro per i cittadini extracomunitari, durante il cosiddetto «click day», decisamente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro presenti in regione, sia essi imprenditori o privati cittadini;

   il sospetto, rivelatosi fondato, era che la criminalità si è infiltrata nella gestione delle domande e i decreti flussi sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l'accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per pratica);

   è notizia di queste ore, infatti, l'arresto di 36 persone in Campania, tra Napoli, Salerno e Caserta, nell'ambito di un'operazione condotta dalla Procura Distrettuale di Salerno che ha svelato un giro di milioni di euro, coinvolgendo 2 mila immigrati nel loro ingresso in Italia;

   le persone coinvolte sono accusate di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e corruzione: una vera e propria organizzazione che operava fin dal 2020 forzando fraudolentemente la normativa dei decreti flussi e immigrazione;

   in particolare, le indagini hanno permesso di ricostruire i ruoli dei soggetti indagati: i cittadini stranieri si prestavano a diventare intermediari nei confronti dei connazionali disposti a pagare anche elevate somme di denaro – tra 6 e 7 mila euro ciascuno – pur di ottenere un valido titolo di soggiorno in Italia datori di lavoro compiacenti, dietro compenso, attestavano falsamente il possesso dei requisiti previsti per l'inoltro delle domande e una serie di altri soggetti si occupavano di creare la falsa documentazione utile al buon esito delle istanze, mentre i patronati coinvolti, dietro compenso, utilizzavano le occasioni dei click day per inoltrare telematicamente le richieste di rilascio di nullaosta al lavoro in favore dei cittadini extracomunitari;

   coinvolti nell'operazione, poi, i pubblici ufficiali degli ispettorati territoriali del lavoro di Salerno e Napoli che, sempre in cambio di elargizioni in denaro, garantivano l'esito favorevole delle istanze e l'emissione dei falsi titoli d'ingresso o di soggiorno;

   agli arresti domiciliari e accusato di aver emesso con il padre fatture compiacenti per favorire il riciclaggio del business criminale anche Nicola Salvati, tesoriere regionale del Pd, lo stesso partito di cui un esponente aveva criticato, e perfino deriso, l'azione di Giorgia Meloni: «Non so chi abbia consigliato la presidente di andare dal procuratore nazionale antimafia, perché è l'unico procuratore della Repubblica a non avere l'azione penale diretta. [...] Evidentemente per andare in tv basta e avanza», parafrasandola come «propaganda. Perfino un po' disperata»;

   la scoperta della maxifrode, forse solo la punta dell'iceberg di un fenomeno ben più esteso, potrebbe svelare per la prima volta una delle facce più oscure legate all'immigrazione clandestina in Italia;

   la gestione dei flussi migratori in Italia rimane una questione complessa e delicata, che richiede una continua attenzione e adeguamento alle realtà emergenti, motivo per cui il dibattito sui metodi di integrazione e distribuzione dei migranti è destinato a rimanere una questione centrale nell'azione di Governo –:

   di quali informazioni disponga il Ministero interrogato, per quanto di competenza, per fare piena chiarezza sulla vicenda in premessa, nonché se e quali iniziative di competenza intenda assumere per rafforzare il controllo del sistema di arrivo dei lavoratori stranieri sul territorio italiano, anche attraverso un'analisi dettagliata delle dinamiche regionali e interventi normativi mirati a prevenire abusi.
(4-04259)


   ALMICI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   per quanto consta all'interrogante, con delibera di Giunta P.G. 38052/2025 del 21 gennaio 2025 il comune di Bologna ha approvato i criteri per la selezione dei futuri cohousers dell'edificio di via Fioravanti 24, a seguito della quale è stato pubblicato il 24 gennaio 2025 l'«Avviso pubblico per la costituzione della comunità di abitanti e per l'assegnazione di 10 alloggi in via Fioravanti 24»;

   stando a quanto si apprende dal sito web del comune di Bologna, il bando rientra nell'ambito del cosiddetto Piano per l'abitare del comune (gestito dalla fondazione Abitare Bologna), che mira a sperimentare un progetto di convivenza basato sull'autoconsumo energetico collettivo di un edificio pubblico di edilizia sociale;

   a sorprendere sono i criteri di assegnazione pubblicati dal comune che, accanto ad alcuni requisiti oggettivi preliminari – quali numero massimo di componenti del nucleo famigliare, reddito ISEE compreso in una determinata fascia, cittadinanza italiana o UE o possesso di regolare permesso di soggiorno, attività lavorativa stabilita nel comune di Bologna eccetera – richiede poi ai candidati di dimostrare di avere alcune caratteristiche di affinità al progetto;

   più precisamente, a fare da ago della bilancia saranno le «esperienze di volontariato/attivismo in campo ambientale o sociale, esperienze formative o lavorative in ambito sociale o ambientale, oppure (...) esperienze pregresse in condomini solidali o cohousing»;

   a giudizio dell'interrogante il comune di Bologna, di fatto, avrebbe deciso di assegnare le case popolari a chi ha la patente di ecologista, ovvero solo se si è un attivista green e non alle persone in difficoltà che non sono in grado di disporre di un'abitazione;

   i soggetti o i nuclei famigliari selezionati in base a questi assai discutibili criteri di attivismo ambientale riceveranno importanti agevolazioni dal comune di Bologna, ovvero un canone concordato di locazione pari a circa 420 euro al mese, oltre a un prestito senza interessi di 3 mila euro per spese di arredi e di conduzione degli alloggi;

   ad avviso dell'interrogante, si tratta di bando dai contenuti estremamente ideologici, che rischiano di produrre l'assurdo e paradossale effetto di penalizzare, se non escludere dalla procedura di selezione degli alloggi oggetto del progetto, nuclei di famiglie altrettanto bisognose e meritevoli anche se non hanno aderito all'ideologia green sposata dal comune di Bologna –:

   di quali elementi dispongano i Ministri interrogati circa la vicenda di cui in premessa nonché quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere a riguardo al fine di evitare ingiustificate discriminazioni nell'assegnazione degli alloggi pubblici.
(4-04261)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   in un recente intervento pubblico presso l'istituto agrario di Firenze, il Ministro Valditara ha confermato l'avvio di una sperimentazione di assistenti virtuali nelle scuole per personalizzare la didattica in quattro istituti, in Calabria, Lombardia, Toscana e Lazio;

   l'impiego di tali tecnologie, si prevede l'uso di un software integrato in Google Workspace, solleva interrogativi relativi alla trasparenza degli algoritmi, alla protezione dei dati personali degli studenti e alle responsabilità nella gestione di queste informazioni sensibili;

   il trattamento dei dati degli studenti deve avvenire nel rispetto del Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) e delle normative nazionali sulla privacy;

   l'uso di software di intelligenza artificiale in ambito educativo richiede chiarezza sulla proprietà degli algoritmi, sulle modalità di elaborazione dei dati e sui soggetti responsabili della loro gestione;

   già nell'ottobre 2023 il Ministro Valditara ha firmato un protocollo con il Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo Francesco Profumo e con la Presidente della Fondazione per la Scuola Giulia Guglielmini per l'utilizzo e l'elaborazione dei dati disponibili presso le istituzioni scolastiche per «individuare precocemente gli studenti e le studentesse a rischio di dispersione scolastica implicita ed esplicita» –:

   quali siano i software adottati per gli assistenti virtuali annunciati e se siano stati sviluppati da aziende private o da enti pubblici, quali siano le modalità di gestione dei dati raccolti e sotto la responsabilità di quale ente o soggetto specifico, per garantire che la loro gestione avvenga nel rispetto delle normative vigenti e con adeguati livelli di tutela per gli studenti e le loro famiglie;

   quale sia, nel caso in cui il software sia stato sviluppato da aziende private e gestito su una loro piattaforma, il protocollo tecnico concordato e gli accorgimenti per rendere tale prodotto commerciale pertinente e adatto alle funzioni tipiche della formazione scolastica pubblica prevista nel nostro Paese;

   se gli algoritmi utilizzati siano trasparenti, consultabili e verificabili da esperti indipendenti, al fine di garantire equità e imparzialità nel trattamento dei dati e delle risposte fornite agli studenti;

   dove verranno conservati i dati raccolti dagli assistenti virtuali, se esclusivamente su server di enti e amministrazioni pubbliche o anche o solo su infrastrutture private, e quali protocolli di sicurezza siano previsti per proteggerli;

   quali siano gli usi previsti per i dati degli studenti, se vengano impiegati esclusivamente per fini didattici o se possano essere utilizzati per altre finalità, come la profilazione degli studenti o la valutazione delle loro performance.
(4-04253)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   SPORTIELLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   con delibera n. 95/2024/G la Corte dei conti ha prodotto il rapporto: «Le misure per contrastare le fragilità: Fondo Care Leavers (2018-2023)», una corposa indagine relativa alla gestione delle risorse del Fondo per la sperimentazione dei Care leavers, istituito ai sensi dell'articolo 1, commi 250 e 251, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio per il 2018);

   il Progetto Care Leavers – Sperimentazione di interventi in favore di coloro che, al compimento della maggiore età, vivono fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell'autorità giudiziaria – è attuato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali: si tratta di ragazzi, ad esempio, che sono stati collocati in comunità o sono in affidamento familiare per sottrarli a violenze o a situazioni di degrado familiare ma che, diventati maggiorenni, escono dai circuiti protetti rischiando così di vanificare il lavoro di cura svolto;

   l'obiettivo è quello di accompagnare i neomaggiorenni all'autonomia attraverso la creazione di supporti necessari per consentire loro di costruirsi gradualmente un futuro e di diventare adulti dal momento in cui escono dal sistema di tutele;

   il progetto ha durata triennale e accompagna i beneficiari fino al compimento del ventunesimo anno d'età: i ragazzi e le ragazze vengono accompagnati per realizzare i propri percorsi che possono essere orientati al completamento degli studi secondari superiori o all'avvio della formazione universitaria, alla formazione professionale o all'accesso al mercato del lavoro;

   al fine di sostenere il percorso verso una vita autonoma, i progetti individualizzati integrano e mettono a sistema tutte le risorse presenti a livello nazionale e locale che possono essere mobilitate a favore dei care leavers, e fra queste anche i dispositivi del diritto allo studio;

   secondo la Corte dei conti è ora di avviare alla conclusione il progetto e di decidere se accantonarlo o portarlo a regime inserendolo fra le misure di sostegno alle fragilità; il fondo, finanziato nel complesso con 30 milioni di euro, ha avuto una durata iniziale triennale (2018-2020) seguita da una seconda fase estesa al triennio 2021-2023: sei anni durante i quali, scrive la Corte dei conti, sono emerse «luci, in termini di attenzione alla problematica, ma anche alcune ombre sul grado di conseguimento degli obiettivi posti dal legislatore, a cominciare dalle risorse impiegate: risultano attributi complessivamente alle regioni 23,8 milioni di euro su 30»;

   l'analisi effettuata ha dimostrato che alcune regioni – in particolare Abruzzo, Campania e Puglia – non hanno destinato una quantità di fondi corrispondente alla percentuale prevista dalle norme e in alcuni casi, invece, le risorse non sono state utilizzate in quanto considerate sovrabbondanti rispetto al fabbisogno evidenziato a livello locale;

   quanto alla governance del progetto, la Corte dei conti ne ha sottolineato la complessità a livello centrale e territoriale mentre nel merito dei progetti individuali gli stessi hanno coinvolto soprattutto giovani di diciotto-diciannove anni e un numero molto esiguo di diciassettenni;

   dall'indagine emerge che, al 31 dicembre 2023, gli ambiti che hanno aderito risultano essere 66, afferenti a 17 regioni. I dati sui partecipanti alla sperimentazione mostrano una predominanza di «Care leavers» con cittadinanza italiana (76 per cento) che, per il 20 per cento è in uscita da un affidamento eterofamiliare, per il 58 per cento da una struttura di accoglienza e per il 17 per cento da altre situazioni; per più della metà si tratta di ragazzi che non hanno ancora concluso il proprio percorso scolastico o formativo –:

   se intenda rendere strutturale il progetto Care Leavers superando le sperequazioni esistenti sul territorio nazionale e rafforzando le misure nei confronti dei ragazzi e delle ragazze più giovani.
(3-01715)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CIOCCHETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   il Fondo per le disabilità è lo strumento principale per garantire il supporto economico ai cittadini disabili gravissimi, contribuendo al pagamento dell'assegno di cura;

   un cittadino residente nel comune di Napoli ha evidenziato che, ad oggi, l'assegno di cura è stato corrisposto soltanto al 60 per cento dell'importo inizialmente definito, a causa dell'insufficienza delle risorse. Tale situazione compromette il sostegno economico essenziale per le famiglie coinvolte e rappresenta un grave disagio per i disabili gravissimi, i quali dipendono da questo contributo per la loro assistenza quotidiana;

   attualmente, la normativa che regola i permessi concessi ai sensi della legge n. 104 del 1992, articolo 3, comma 3, non prevede alcun obbligo di documentare l'utilizzo effettivo di tali permessi. Sono stati documentati da organi di informazione numerosi casi di abuso nell'uso dei permessi concessi dalla legge n. 104, che generano costi significativi per l'Inps in termini di retribuzioni e contributi figurativi. Una proposta potrebbe essere l'introduzione di un sistema di monitoraggio e documentazione obbligatoria per i permessi fruiti ai sensi della legge n. 104 del 1992, prevedendo che i fruitori dei permessi forniscano evidenza documentale delle attività svolte durante i periodi di assenza giustificata;

   i risparmi generati dalla riduzione degli abusi potrebbero essere destinati integralmente al Fondo per le disabilità, con l'obiettivo di coprire integralmente l'assegno di cura per tutti i disabili gravissimi –:

   se sia a conoscenza della situazione denunciata, relativa alla carenza di fondi in alcune zone del Paese, e alla conseguente erogazione parziale dell'assegno di cura ai disabili gravissimi e quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire un'erogazione piena e regolare dell'assegno di cura ai disabili gravissimi;

   se ritenga opportuno valutare la proposta di adottare iniziative volte a introdurre l'obbligo di documentazione per i permessi fruiti ai sensi della legge n. 104 del 1992, articolo 3, comma 3, per ridurre gli abusi e generare risparmi da destinare al Fondo per le disabilità.
(5-03482)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SOTTANELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, all'articolo 23 ha disposto nuove misure per favorire le pari opportunità nel mercato del lavoro per le lavoratrici svantaggiate, anche nell'ambito della Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica, riconoscendo in particolare uno sgravio contributivo totale in favore dei datori di lavoro privati, che, dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, assumono a tempo indeterminato donne in situazioni di svantaggio;

   l'agevolazione sarebbe – evidentemente – già operativa da settembre 2024, ma per la fruizione dell'esonero si attende ancora la pubblicazione del decreto attuativo e delle istruzioni operative da parte dell'istituto nazionale della previdenza sociale (Inps);

   tale ritardo sta arrecando non poche difficoltà ai soggetti coinvolti dalla misura, togliendo potenziali opportunità alle lavoratrici svantaggiate –:

   quali siano le tempistiche previste per l'adozione del decreto attuativo e per l'emanazione della circolare attuativa Inps e se esistano motivi specifici per il ritardo nell'adozione del provvedimento.
(4-04251)


   GRIMALDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la Montblanc-Richemont è una holding finanziaria svizzera che riunisce alcuni marchi di lusso tra i quali Montblanc;

   la holding svizzera Montblanc-Richemont aveva presentato e poi ritirato un ricorso d'urgenza presso il Tribunale, con la richiesta di vietare manifestazioni del Sudd Cobas nei pressi del suo negozio di Firenze, in quanto riteneva false e lesive le dichiarazioni del citato sindacato relative alla risoluzione del contratto con la Z Production, azienda in provincia di Firenze che per anni ha prodotto borse di lusso;

   la Z Production era stato oggetto di una aspra vertenza per le condizioni di lavoro imposte ai dipendenti che prevedevano tra l'altro, turni di 12 ore e salari di circa 3 euro l'ora;

   la Montblanc-Richemont aveva chiesto al giudice di disporre il divieto a manifestare nel raggio di 500 metri dal negozio di via Tornabuoni a Firenze, pena sanzioni da 5.000 euro, agli attivisti del Sudd Cobas, nel tentativo di silenziare la lotta dei lavoratori della Z Production di Campi Bisenzio, quindi una sorta di Daspo sindacale;

   la lotta dei lavoratori organizzati dal Sudd Cobas aveva ottenuto il miglioramento delle condizioni di lavoro e in seguito a ciò la holding Montblanc-Richemont ha rescisso i contratti di appalto e ha delocalizzato la produzione in una azienda di Sesto Fiorentino, una delocalizzazione che appare punitiva verso la sindacalizzazione dei lavoratori della Z Production. Da un anno i lavoratori della Z Production, sono in cassa integrazione e rischiano di perdere il posto di lavoro;

   nel documentario «Inside Italy's Designer Sweatshpps», diretto dai filmmaker Lynn Lee e James Leong e prodotto dal network Al Jazeera, è stata rintracciata la fabbrica in cui la produzione delle borse di lusso è stata delocalizzata dopo lo stop delle commesse alla Z Production. Un'azienda, quella di Sesto Fiorentino che, dopo essere stata visitata da Lee e Leong, risulterebbe chiusa;

   la holding in ogni caso si è riservata il diritto di richiedere in futuro provvedimenti d'urgenza per impedire legittime manifestazioni sindacali in prossimità dei propri punti vendita, affermando al contempo l'impegno a risolvere i contratti di fornitura laddove non si rispettino le normative in materia di lavoro, affermazione che, a parere dell'interrogante, appare ipocrita e non veritiera, avendo la holding delocalizzato la produzione della Z Production dopo che in questa il rispetto delle normative in materia di lavoro erano state conquistate;

   il comportamento e gli atti della Montblanc-Richemont costituiscono un grave precedente, avendo prima tentato di ledere la libertà di manifestare in particolare da parte del sindacato e dei lavoratori che si sono trovati a contrastare condizioni di lavoro di vero sfruttamento per poi, una volta migliorate queste condizioni, delocalizzare la produzione in altre azienda probabilmente con minore partecipazione sindacale e, a parere dell'interrogante, con intenti punitivi –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire ai lavoratori la libertà di associarsi e di manifestare e nello specifico quali iniziative intendano intraprendere al fine di garantire il posto di lavoro ai lavoratori della Z Production.
(4-04255)


   GHIRRA e PICCOLOTTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come già evidenziato con atto di sindacato ispettivo n. 4-03552 del 7 ottobre 2024, indirizzato ai medesimi Ministri interrogati e il cui iter risulta essere ancora in corso, e noto come il comparto dei call center, che riguarda nel nostro Paese decine di migliaia di lavoratori, affronti da anni una profonda crisi, specie con riguardo al settore cosiddetto out-sourcing, il quale ha assunto contorni drammatici a causa della frammentarietà della normativa di settore e ad una insufficiente regolamentazione che preveda per tutti i committenti il rispetto del codice degli appalti, la previsione di tariffe minime dignitose, strumenti efficaci contro le delocalizzazioni selvagge;

   dopo mesi dall'inizio della mobilitazione promossa dai sindacati affinché alla crisi del settore si desse una risposta complessiva, da notizie di stampa si è appreso che il 4 dicembre 2024 le associazioni padronali Assocontact, Federcontact e Ateca hanno sottoscritto con Cisal, Cisal Terziario e Confedir, un nuovo contratto collettivo, considerato gravemente peggiorativo rispetto al Ccnl Tlc, precedentemente sottoscritto da Slc-CGIL, Fistel-CISL e Uilcom: sono previsti, infatti, solo 7 euro di aumento iniziale, mentre la trattativa sul contratto telecomunicazioni propone aumenti fra i 160 e i 260 euro mensili, la riduzione del 50 per cento delle ore di permesso, passando dalle 104 previste dal Ccnl Tlc a sole 48 ore, il progressivo azzeramento dell'indennità di malattia, il taglio da 180 a 120 giorni del periodo massimo di assenza per malattia, oltre il quale scatta il licenziamento, l'eliminazione degli scatti di anzianità automatici, legati a test individuali, l'eliminazione della clausola sociale nel cambio di appalto, l'istituzionalizzazione della presenza dei datori di lavoro nelle assemblee sindacali. Si sarebbe quindi di fronte ad un grave dumping contrattuale che avverrebbe proprio nel corso della contrattazione per il rinnovo del Ccnl delle Tlc, così peggiorando ulteriormente le condizioni di precarietà di migliaia di lavoratori, un contesto, quello dei contact center, con un'alta presenza femminile, principalmente nelle regioni del centro Sud e nelle aree «depresse», e nel quale il sistema degli appalti al massimo ribasso è quello usualmente utilizzato;

   inoltre, appare significativo il fatto che i sindacati sottoscrittori del nuovo Ccnl non abbiano una rappresentatività tale da dargli autorevolezza e seguito tra i lavoratori del settore, così rischiando di far tornare indietro il settore di almeno 15 anni;

   molti fra i gestori delle commesse più rilevanti per numero di personale occupato sono aziende a partecipazione pubblica;

   la sottoscrizione del contratto è avvenuta mentre presso il Parlamento sono in esame proposte di legge che mirano ad aumentare le garanzie e le tutele per lavoratrici e lavoratori, il rafforzamento delle clausole sociali, norme stringenti sulla delocalizzazione e la scelta di contratti collettivi sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi;

   il 12 febbraio 2025 è previsto un incontro presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a quanto noto, con la partecipazione della stessa Ministra –:

   se il Ministro interrogato non ritenga urgente e necessario, prescindendo dall'esito dell'incontro previsto il prossimo 12 febbraio 2025 presso il Ministero, adottare iniziative di competenza volte a garantire il rispetto e l'applicazione del contratto delle telecomunicazioni a salvaguardia della rappresentatività sindacale, della dignità del lavoro di tantissime lavoratrici e lavoratori e dei loro diritti acquisiti.
(4-04260)

SALUTE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   il Sistema sanitario nazionale (Ssn) si trova in una situazione di grave crisi a causa della carenza di personale medico, infermieristico e tecnico, nonché della mancanza di adeguati fondi destinati al funzionamento e al potenziamento delle strutture sanitarie;

   negli ultimi anni si è assistito a un progressivo depauperamento delle risorse assegnate al Sistema sanitario nazionale, con un impatto negativo sulla capacità di garantire servizi essenziali ai cittadini;

   in molte regioni italiane, le strutture sanitarie stanno affrontando emergenze operative, dovute sia alla difficoltà di coprire i turni con il personale esistente, sia all'assenza di investimenti infrastrutturali necessari per modernizzare e ampliare gli spazi di cura;

   la pandemia da COVID-19 ha aggravato ulteriormente una situazione già precaria, evidenziando l'urgenza di riforme strutturali e investimenti significativi nel settore sanitario;

   secondo recenti analisi, la spesa sanitaria pubblica italiana è inferiore rispetto alla media dei Paesi europei, con conseguenze dirette sulla qualità e tempestività delle cure erogate;

   l'emergenza sanitaria è resa ancora più critica dall'incremento dell'età media della popolazione e dal conseguente aumento delle patologie croniche e degenerative che richiedono interventi sanitari complessi e continuativi;

   la carenza di personale sanitario sta portando a situazioni insostenibili nei reparti ospedalieri, con turni di lavoro eccessivamente lunghi per gli operatori e tempi di attesa non accettabili per i pazienti;

   le condizioni di lavoro difficili e il mancato riconoscimento economico e professionale hanno contribuito a un'emigrazione crescente di giovani medici e infermieri verso altri Paesi;

   la mancanza di fondi adeguati impedisce l'adozione di tecnologie moderne e avanzate che potrebbero migliorare significativamente i percorsi diagnostici e terapeutici –:

   se il Ministro interpellato intenda intervenire urgentemente per garantire un piano straordinario di assunzioni di personale sanitario, al fine di colmare le attuali carenze e garantire un'adeguata erogazione dei servizi sanitari;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per aumentare gli investimenti nel Sistema sanitario nazionale, riportando la spesa pubblica in linea con la media europea;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza volte ad avviare un piano di modernizzazione delle strutture sanitarie pubbliche, con particolare attenzione alle regioni che presentano i maggiori ritardi infrastrutturali;

   se siano previste iniziative volte a incentivare il rientro in Italia dei professionisti sanitari emigrati all'estero e a migliorare le condizioni lavorative ed economiche degli operatori sanitari.
(2-00534) «Morfino, Ilaria Fontana, L'Abbate, Fede».

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza urgente Lupi n. 2-00505, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 gennaio 2025, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Romano.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Giovine e Caretta n. 4-04219, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 febbraio 2025, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pretto.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Boldrini n. 5-03312 del 9 gennaio 2025.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Ascani e Manzi n. 5-03243 dell'11 dicembre 2024 in interrogazione a risposta scritta n. 4-04250.

 
 
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