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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 432 di giovedì 20 febbraio 2025

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ROBERTO TRAVERSI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 18 febbraio 2025.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1337 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (Approvato dal Senato) (A.C. 2245​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2245: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2245​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo di fronte all'ennesima edizione del decreto Milleproroghe, uno strumento che, anno dopo anno, si conferma non solo come un passaggio obbligato del nostro calendario legislativo, ma anche come un indicatore delle difficoltà strutturali del nostro Paese nel garantire una programmazione efficace e una capacità amministrativa solida e prevedibile.

Come ogni anno, questo provvedimento si presta a un duplice volto: da un lato, garantisce continuità a misure e interventi essenziali, evitando disagi ai cittadini e alle imprese; dall'altro, sancisce l'incapacità della politica di risolvere in via definitiva problemi che vengono trascinati di proroga in proroga, consolidando uno stato di precarietà normativa e gestionale.

Diamo atto che questo Milleproroghe, come i precedenti, contiene elementi di assoluta necessità. Innanzitutto, la stabilità e la continuità garantite alle amministrazioni pubbliche. Il provvedimento, infatti, proroga le assunzioni nel pubblico impiego. È evidente che, senza questa proroga, settori cruciali come la sanità, la giustizia e la sicurezza subirebbero un ulteriore rallentamento. Tuttavia, non possiamo accontentarci di una proroga annuale: serve una pianificazione a lungo termine. La PA deve superare le logiche emergenziali e strutturare assunzioni basate sul merito e sull'efficienza.

Apprezziamo, poi, le misure di semplificazione e continuità per i finanziamenti agli enti territoriali. L'estensione a tutto il 2025 della possibilità di trasferire immobili statali agli enti locali a titolo gratuito per progetti di riqualificazione è un passo positivo, in linea con il principio di sussidiarietà. Troppe volte, infatti, le autonomie territoriali sono frenate da una burocrazia soffocante, che ostacola investimenti utili per le comunità.

Positivo anche il sostegno alle Forze dell'ordine e alla sicurezza. La proroga della validità delle graduatorie per le assunzioni nei Vigili del fuoco e l'estensione dell'uso sperimentale del taser per le polizie locali nei piccoli comuni rispondono a esigenze reali. La sicurezza è un pilastro della nostra visione dello Stato. Senza un controllo efficace del territorio non può esserci libertà individuale né crescita economica.

Condividiamo la proroga del sostegno ai rifugiati ucraini. È una scelta coerente con i nostri impegni internazionali. L'Italia ha il dovere di continuare a garantire accoglienza e protezione ai profughi in fuga da questa orrenda guerra e il rinnovo delle misure di assistenza si muove in questa direzione.

Condividiamo, infine, le proroghe fiscali e le misure di sostegno alle imprese, come il rinvio di alcune scadenze in materia di registrazione degli aiuti di Stato COVID-19 e il mantenimento di alcune agevolazioni fiscali. Anche in questo caso, si tratta di misure necessarie per evitare impatti negativi su aziende e lavoratori, ma che confermano come la nostra economia sia ancora in bilico e necessiti di interventi strutturali per consolidare la ripresa.

Onorevoli colleghi, se, da un lato, è innegabile l'utilità di questo provvedimento, dall'altro, non possiamo esimerci dal segnalare alcune perplessità che ci portano ad esprimere una valutazione critica su alcune parti del testo. Il grande limite di questo provvedimento è l'assenza di una visione di lungo termine. Noto un abuso di proroghe per rinviare decisioni strategiche, proroghe che si ripetono ogni anno con variazioni minime, come un cerotto su una ferita che non si rimargina. Ne do degli esempi: dalla prescrizione contributiva alla responsabilità erariale limitata, dal blocco delle sanzioni previdenziali alla deroga per i bilanci sanitari in Calabria. Se un termine viene sistematicamente spostato in avanti significa che il problema non viene affrontato alla radice.

Vediamo criticità anche sul fronte delle politiche economiche. Misure come il finanziamento aggiuntivo per l'Ilva continuano a gravare sul bilancio dello Stato, senza che vi sia un chiaro piano di rientro. Il sostegno pubblico alle aziende strategiche è giustificato, però solo se accompagnato da una gestione trasparente ed efficiente.

Misure come l'esenzione IVA o gli incentivi per alcuni settori non possono diventare un'abitudine che rimanda il problema all'anno successivo. Le imprese hanno bisogno di stabilità e certezze per pianificare investimenti e crescita, non di continui rinvii normativi. Infine, evidenziamo alcune criticità nel rapporto tra Stato e territori: se da un lato accogliamo con favore la proroga per il trasferimento di immobili agli enti locali, dall'altro ci preoccupa il continuo centralismo decisionale che emerge in alcuni settori. La gestione delle risorse sanitarie, delle assunzioni e degli interventi infrastrutturali continua a dipendere in larga parte da decisioni prese a livello centrale.

È necessario un cambio di rotta per garantire alle regioni e ai comuni una reale capacità di pianificazione autonoma. In conclusione, colleghe e colleghi, sappiamo bene che il Milleproroghe è necessario per evitare situazioni di stallo in settori fondamentali del Paese. Non possiamo permetterci che scuole, ospedali, amministrazioni pubbliche e aziende si trovino in difficoltà a causa di scadenze rigide e regole burocratiche che non tengono conto della realtà; tuttavia non possiamo accettare che ogni anno si riproponga lo stesso schema senza uno sforzo vero per affrontare le cause di questa perenne emergenza. Noi avremmo preferito vedere un intervento più selettivo e misurato, che non si limitasse a rinviare problemi, ma introducesse soluzioni definitive.

Da autonomisti, poi, chiediamo che i territori abbiano maggiore valore e maggiore voce in capitolo nella gestione delle loro risorse. Tutti noi dobbiamo impegnarci affinché il Milleproroghe torni ad essere un provvedimento eccezionale e non un'abitudine legislativa, affinché la politica torni a pianificare e a costruire, anziché limitarsi a rinviare. Con questa consapevolezza, SVP e Union Valdotaine esprimeranno un voto di astensione, con ciò tenendo conto della necessità del provvedimento, ma anche della necessità di un'inversione di rotta, sperando che il Governo dimostri con i prossimi provvedimenti di avere una visione di lungo periodo per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gruppioni. Ne ha facoltà.

NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, pur con il rammarico di non poter incidere in termini normativi su un decreto così rilevante ed eterogeneo come il Milleproroghe, voglio esprimere apprezzamento per il lavoro svolto dal Senato e dalla Commissione di merito. Il confronto tra le diverse forze politiche ha permesso di introdurre modifiche significative al testo, migliorandolo sotto diversi aspetti. È importante riconoscere il valore di un dialogo parlamentare costruttivo che ha portato all'approvazione di emendamenti utili per cittadini e per imprese. Ad esempio, la proroga dei termini per l'adeguamento degli impianti sciistici è una scelta ragionevole, che tutela il settore senza compromettere la sicurezza.

La modifica delle pendenze delle piste blu, se non ben ponderata, rischierebbe di penalizzare le strutture italiane a vantaggio di quelle estere. Per questo è essenziale affrontare il tema in modo strutturale e definitivo. Avere recepito il nostro emendamento mette al sicuro la stagione e invita ad una riflessione sull'opportunità di altre normative. Un altro aspetto positivo riguarda la possibilità di effettuare le verifiche di integrità dei serbatoi di gas attraverso tecnologia acustica. Una misura che non solo semplifica e velocizza i controlli, ma garantisce maggiore sicurezza per i lavoratori, evitando rischi gravi nei grandi impianti industriali.

Anche le disposizioni in ambito agricolo, come quelle relative alla Xylella e alla proroga delle sanzioni per la mancata comunicazione al registro SIAN, rispondono a esigenze concrete di un settore strategico per il nostro Paese. Tuttavia, accanto a questi miglioramenti, il decreto presenta alcune criticità che non possono essere ignorate. La mancata proroga dell'entrata in vigore della sugar tax è un esempio emblematico: si è scelto di rinviare la questione senza reperire le risorse necessarie, rimandando il problema a una sede futura non meglio definita. In un decreto come questo una decisione chiara sarebbe stata doverosa.

C'è poi la questione dell'obbligo di polizze per i rischi catastrofali delle imprese. La scadenza del 31 marzo 2025 resta confermata, nonostante l'assenza di indicazioni precise da parte del Ministero. Sarebbe stato più ragionevole un differimento per consentire alle imprese di adeguarsi con regole chiare. Per quanto riguarda il correttivo al codice degli appalti, permane una disparità di trattamento tra lavori e servizi. La rivalutazione dei prezzi dovrebbe riguardare tutti i contratti, evitando di penalizzare i settori a maggiore incidenza di costo del lavoro, con il rischio di favorire l'irregolarità e compromettere la sicurezza dei lavoratori.

Un punto particolarmente delicato è la norma che annulla le sanzioni per chi non ha rispettato l'obbligo vaccinale. Al di là delle posizioni personali sul tema, il provvedimento solleva dubbi sulla coerenza normativa: da un lato si era stabilito un obbligo, dall'altro si cancellano le sanzioni per chi non lo ha rispettato, senza considerare chi, invece, si è adeguato alla legge vigente. Questa incoerenza genera incertezza e mina la fiducia nelle istituzioni.

Un altro tema controverso riguarda il tentativo di reintrodurre, attraverso un emendamento, disposizioni sull'autonomia differenziata che erano state oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale. Affrontare una questione così delicata all'interno del Milleproroghe appare una forzatura e sarebbe stato più opportuno un dibattito autonomo e approfondito. Sul fronte economico, dispiace constatare che non siano state allocate risorse per settori strategici come la moda e l'idroelettrico, nonostante le proposte avanzate in tal senso. In un momento di incertezza economica il sostegno a comparti produttivi è cruciale e dovrebbe essere una priorità per tutti. Infine, rispetto alla riapertura della rottamazione fiscale, è stato giusto eliminare la riapertura dei termini per il concordato fiscale, evitando di penalizzare chi ha sempre rispettato le regole.

Tuttavia, resta il nodo più generale della politica fiscale: se l'obiettivo è incentivare la crescita e lo sviluppo, è necessario trovare un equilibrio tra la lotta all'evasione e la necessità di ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese. Per queste ragioni, pur riconoscendo alcuni aspetti positivi introdotti nel decreto, restano troppe criticità, che rendono difficile un pieno sostegno a questo provvedimento. Il gruppo Italia Viva voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Signora Presidente, colleghe e colleghi, signora rappresentante del Governo, il 20 febbraio del 2020 arrivava il primo tampone che sanciva che il signor Mattia Maestri era affetto da COVID. Da quel momento è accaduto che ci sono stati nel nostro Paese 27.191.249 casi di COVID, di cui 513.000 sono operatori sanitari e 197.000 sono stati i morti. Ora, a distanza di 5 anni, per quanto riguarda l'iniziativa che questa maggioranza e questo Governo ritiene di mettere in campo sul decreto Milleproroghe, tra quelle più importanti vi è quella dell'annullamento delle multe ai no-vax (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Voi vi dovete assumere la responsabilità di dire al Paese che queste 197.000 morti e che questi 27 milioni di persone che sono state affetto da COVID non contano nulla. Contano soltanto coloro che in maniera antiscientifica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), contro i pareri dei medici e degli scienziati di tutto il mondo, si sono schierati contro le vaccinazioni. E guardate che questi risultati sono stati limitati, appunto, dalle vaccinazioni. Oggi lo ricorda l'Istituto superiore di sanità, dicendo che le vaccinazioni hanno salvato centinaia di migliaia di persone, hanno salvato la vita a queste persone.

Eppure, appunto, quella lezione del 2020 non è servita a nessuno perché oggi voi, addirittura, condonate le multe ai no-vax. La sanità doveva essere una priorità. Io ricordo quei giorni - li ricordiamo tutti - nei quali tutti i politici, a cominciare da quelli dell'estrema destra dei banchi qui di fronte, dicevano che bisognava investire sulla sanità, che bisognava tutelare i medici, che bisognava sostenere gli infermieri, che non bisognava più creare le condizioni per cui veniva a mancare un respiratore per le persone in difficoltà. A distanza di cinque anni, tutto questo è stato dimenticato. La sanità va sempre più a rotoli. Avete strombazzato, qualche mese fa, l'annuncio dell'intervento sulle liste d'attesa. Avete detto addirittura di aumentare l'utilizzo dei fondi per l'abbattimento delle liste d'attesa fino allo 0,7 per cento del Fondo sanitario nazionale. Questo annuncio campeggiava in tutti i siti della Presidenza del Consiglio. Bugie! Non è accaduto nulla, non avete fatto nulla, e adesso ci sono circa 4,5 milioni di persone che, nel 2024, non hanno avuto la possibilità di curarsi; nella sola città di Roma, 1 su 10.

Questa è la realtà che stiamo affrontando mentre voi, appunto, condonate le multe ai no-vax. Parlate soltanto a loro, non parlate al Paese. La sanità è diventata sempre più un diritto soltanto per i ricchi. I poveri non possono curarsi. La migrazione tra regioni, per questioni di sanità, è arrivata alla cifra record di 5 miliardi. È vergognoso che tutto questo si possa realizzare in un decreto come il Milleproroghe, ma anche su questo, signora Sottosegretaria, le pare possibile che un provvedimento come questo - di questo tipo - possa essere tenuto per 52 giorni al Senato e poi arrivare alla Camera con la pretesa di discuterlo in cinque minuti in Commissione, senza poter modificare neanche una virgola? È una vergogna! Voi vi dovete rendere conto che le regole di questo Paese vanno rispettate, che le questioni fondamentali - come il diritto alla salute, come la questione del COVID - vanno rispettate.

Non potete pensare di trattare la Camera dei deputati in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra): 52 giorni al Senato e pochi minuti alla Camera per discutere questo decreto. Un decreto che, già dal nome stesso, fa intuire di che cosa si tratta: Milleproroghe. Credo, signora Presidente, che solo in Italia possa esistere un provvedimento ricorrente che si chiama Milleproroghe. Ecco perché poi i problemi strutturali, piano piano, andrebbero affrontati, uno per volta. Invece no, voi ne fate veicolo, di questo decreto Milleproroghe, utilizzando degli strumenti che già dovrebbero essere eccezionali nella complessità e nell'eterogeneità di questo provvedimento Milleproroghe: voi lo fate tramite un decreto-legge e, in più, ci ponete anche la fiducia su un decreto così eterogeneo e che dovrebbe essere così eccezionale.

Ora, affrontate problemi che riguardano la vita dei cittadini, come quello della rottamazione. Ma io vi domando, sinceramente, colleghi e colleghe della destra italiana, pensate veramente che possa funzionare un sistema nel quale si approva la Rottamazione quater quando il Vice Premier e il Ministro delle Finanze annunciano che, addirittura, già c'è la Rottamazione quinquies? Ma cosa volete che succeda (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che nessuno paghi più le tasse? Perché tutti stanno aspettando l'ennesimo regalo da parte vostra, così che i lavoratori dipendenti di questo Paese - che continuano a pagare, tutti i giorni e tutti i mesi, le tasse tirate fuori dai loro stipendi - continueranno a pagare le spese generali dello Stato. I vostri protetti non pagheranno mai e continuano a non pagare. Ma questo è ingiusto, è terribilmente ingiusto, signora Presidente, e il Governo se ne dovrebbe rendere assolutamente conto.

Abbiamo necessità di investire nei settori chiave, come quello della sanità. Mi dicono - io non lo sapevo, signora Presidente - che c'è un Ministro, che si chiama Schillaci, che dovrebbe occuparsi di sanità, di salute, ma non so se la notizia è fondata. No, mi dicono alcuni colleghi che probabilmente non è così. Ma se fosse vero che questo nostro esimio professionista è effettivamente il Ministro della Salute, non sarebbe il caso che - in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, con le liste d'attesa con milioni di cittadini che non arrivano ad avere le cure adeguate alle loro patologie, dove i diritti della sanità sono calpestati, a cominciare da quelli degli operatori, dei medici, degli infermieri - questo signore si facesse sentire, per una cosa, nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Non sappiamo che fine ha fatto da quando è stato nominato. Ma cosa sta facendo? Cosa sta facendo?

Devo dire che - viste le performance di alcuni Ministri, compreso quello delle Infrastrutture e dei trasporti - a volte è meglio che i Ministri non si facciano sentire e che non facciano nulla perché, normalmente, peggiorano notevolmente le cose. Non avete affrontato, o meglio, avete affrontato il problema degli enti locali che rimangono il primo e unico baluardo dei cittadini nei confronti di una crisi drammatica che sta sconvolgendo la vita del Paese. Ecco, sarebbe il caso, forse, non dico di aiutare gli enti locali ad affrontare questa drammatica crisi, signora Sottosegretaria e signori del Governo, per carità, ma almeno non creiamo loro, tutte le volte, i problemi che voi create. Almeno non mettete loro ulteriori ostacoli allo svolgimento di una funzione che è di prima linea nei territori, perché quando i cittadini e le cittadine hanno un problema serio vanno al comune, vanno alla circoscrizione, vanno lì a chiedere, per i problemi della salute, per i problemi del lavoro, per i problemi della viabilità e dei trasporti. Vanno lì, lo ripeto, vanno lì; e questi nostri amministratori non hanno la possibilità di dare una risposta per colpa vostra, perché voi penalizzate costantemente gli enti locali.

Io penso che sia necessario un cambio di direzione. Voi dovete rendervi conto che, in una situazione internazionale come quella che stiamo vivendo, le scelte che state facendo, nel Paese, di creare ulteriori disagi alle persone, di incrementare ulteriormente i livelli di povertà del nostro Paese, sono scelte drammatiche, sbagliate. Abbiamo bisogno di un'altra politica, abbiamo bisogno di dare risorse ai cittadini e alle cittadine, abbiamo bisogno di dare sostegno ai nostri concittadini che hanno maggiori difficoltà, abbiamo necessità di investimenti pubblici. Non il contrario, non quello che voi state facendo.

Voi, cari esponenti della destra italiana, dite “no” al salario minimo, dite “no” alla riduzione dell'orario di lavoro; siete no-vax, siete no-tax. Poi, quando facciamo i dibattiti, dite a noi che siamo il partito del “no” (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ma voi dite “no” a tutto. Voi dite “sì” soltanto al mantenimento del vostro potere, delle vostre poltrone, alla faccia di tutto e di tutti.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Avete una posizione - e chiudo, Presidente - di subalternità, nel quadro internazionale, rispetto ai nuovi potenti, ai nuovi arroganti, a coloro che vogliono mettere sotto il tallone il nostro Paese. Io penso che davvero stiate sbagliando, e stiate sbagliando, soprattutto, in relazione al futuro dei cittadini e delle cittadine italiane che, con voi, non avranno certamente un futuro roseo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, colleghi, signora Sottosegretaria. Lo sa quanti sono i decreti-legge che sono stati approvati in quest'Aula con la fiducia? Io non me lo ricordo più, però un dato me lo ricordo, invece: sono stati convertiti, dall'inizio della legislatura, 83 decreti-legge e il dato è quello innovativo rispetto a questo lavoro dell'Aula, perché che ci siano le fiducie sui provvedimenti non l'ha inventato il Governo Meloni e tantomeno il Governo Meloni ha inventato l'eccesso di fiducie.

Però, il Governo Meloni ha inventato una cosa nuova: è riuscito a vincere una battaglia che noi abbiamo combattuto con grande, grande, impegno nella legislatura dal 2013 al 2018, che è stata quella delle riforme costituzionali. Abbiamo fatto di tutto per far finire il bicameralismo, perché non funziona - potremmo aprire qui una lunga discussione sul perché non funzioni - e il Governo Meloni è riuscito ad abolire il bicameralismo, perché questa è la prima legislatura in cui i decreti-legge vengono approvati solo da un ramo del Parlamento. C'è il bicameralismo a caso (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), nel senso che una volta va di qua e una volta va di là, ma, regolarmente, su 83 decreti-legge, non c'è mai stata una doppia lettura. È un record, di cui non essere orgogliosi però, ma lo dico con grande rispetto per l'attività del Governo, per una serie di motivi. Il primo: quando leggevamo i decreti in una sola Camera del Parlamento, quest'Aula aveva, in Transatlantico, i banchi per votare anche lì, perché c'era il COVID, c'era un'emergenza, c'era un distanziamento, c'era una difficoltà di venire qui. Si era scelto insieme di fare una sola lettura, di mettere insieme i lavori di Camera e Senato, per essere più rapidi, per essere più efficienti, ma c'era una motivazione dietro.

La seconda questione: questo non è un Governo che non ha i numeri. Se fosse una difficoltà di numeri, di maggioranza, uno lo comprenderebbe sotto il profilo della politica, ma non è neanche questo. E, allora, che cos'è? È una mancanza di fiducia nel Parlamento, ma non nel Parlamento nei confronti dell'opposizione, perché, tra l'altro, l'opposizione non è più neanche l'opposizione di una volta. L'opposizione di una volta faceva le barricate, qui non ci sono nemmeno le barricate. Mi ricordo quando, per convertire un decreto, bisognava che i collaboratori parlamentari andassero a rimuovere qualche parlamentare del MoVimento 5 Stelle o della Lega che si buttava sui banchi del Governo. Oggi non c'è neanche più questo, non c'è proprio nessun motivo.

Allora, io chiedo che ci sia una riflessione su questo e lo chiedo anche alla Presidenza della Camera, perché non può essere che abbiamo affermato una cosa che confligge in maniera così palese con la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

È un errore gravissimo che peserà molto più di quanto si pensi. Non è una questione, semplicemente, di calendario, è una questione che sta nell'essenza del parlamentarismo. Si sceglie di abolire il bicameralismo - voto a favore, subito -, ma non può esserci questo tipo di gestione, anche perché, poi, i decreti non vengono più neanche in Aula per essere discussi con gli emendamenti. Io non ricordo un decreto con riferimento al quale abbiamo approvato un emendamento in quest'Aula: tutto si risolve tra venti persone in Commissione, non c'è più un dibattito, non c'è più il contributo di nessuno. I decreti li modifica solo la burocrazia, non il Parlamento, la Burocrazia - e lo scrivo con la “B” maiuscola e con grande rispetto - dei Ministeri, che presentano gli emendamenti dei relatori. Oggi essere il relatore di un provvedimento - lo dico ai miei colleghi che anche oggi sono i relatori - è una cosa inutile, non c'è più bisogno di impegnarsi sul provvedimento. Quindi, colleghi, cerchiamo di riprendere il filo di queste cose, non sono cose banali: far morire il Parlamento così non è giusto e ci vuole una ribellione, non solo dell'opposizione, su questi temi.

Non dovrei dire nulla sul merito, perché qui questo provvedimento è arrivato cinque giorni fa, in Commissione è stato fatto un passaggio meramente formale, l'hanno visto solo al Senato e, quindi, prendiamo il verbale del Senato, riproduciamolo qui, almeno ci risparmiamo anche il dibattito. Però l'amor proprio e l'amore verso le cose che, comunque, in quest'Aula e in questo Parlamento arrivano, mi impone di dire qualche cosa. Il Milleproroghe, anche qui, non è un'invenzione di questo Governo, ormai è un classico dell'attività governativa da anni: è un po' come nella cucina romana l'amatriciana, però state sbagliando la dieta. Guardate questi tomi qui, apro a caso le pagine (Il deputato sfoglia i testi del provvedimento): passiamo dalla proroga di materie di autorizzazione del personale dei servizi alla proroga del termine del credito d'imposta a fondo perduto per le strutture alberghiere, agli organismi indipendenti di valutazione. C'è tutto, ma c'è troppo.

La disomogeneità di questi provvedimenti diventa inapplicabile per i cittadini. Un cittadino, un'impresa, ma non parliamo dei cittadini, parliamo degli imprenditori che devono sapere e conoscere queste cose, degli studi commercialisti, dei tributaristi, che devono entrare nel merito di queste cose, non riescono a starci più dietro. Dobbiamo metterci una regola. Ogni norma che viene inserita qui dentro - e ce ne sono alcune che vengono prorogate da 10, 15, 20 anni - dovrebbe avere una norma di chiusura, che dice: chiedo una proroga di un anno, chiedo una proroga di sei mesi, chiedo una proroga di tre mesi, perché in questi tre mesi faccio questa cosa perché la proroga non sia più necessaria. Se questo non avviene e continuiamo a prorogare cose sapendo che il prossimo anno saranno di nuovo nel Milleproroghe, non affrontiamo le questioni, i problemi che dovrebbero essere a cuore di questo Parlamento, dovrebbero essere a cuore del Governo, perché una norma che affronta ed entra nel merito di una questione che viene prorogata all'infinito è una norma che non funzionerà mai.

Sul merito ci sono alcuni aspetti, li ha toccati il collega Sottanelli nel suo intervento di ieri. Oggi il collega Zaratti ha detto cose molto serie su una norma particolarmente fastidiosa, che è quella della cancellazione delle multe per i no-vax. Che c'entra con la proroga? Non lo so, ma la cancellazione delle multe dei no-vax è un atto politico che un partito della maggioranza impone ad altri. Conosco alcuni colleghi, so cosa pensano sui vaccini (gente normale che ha fatto qualche studio sa che i vaccini servono per salvare le vite): non riesco a capire come siate riusciti a farvi imporre questa norma, che manda in frantumi il rapporto tra scienza, politica e medicina. Veramente non riesco a capirlo.

Ma, sul merito, un'altra norma che voglio toccare - ripeto, lo diceva ieri il collega Sottanelli - è la norma su cui prorogate le misure su Transizione 5.0. Su questo, come partito, abbiamo provato, ha provato a farlo Carlo Calenda più volte, abbiamo approvato mozioni, abbiamo approvato anche un ordine del giorno - lo ricordava, ieri, il collega Benzoni - al Senato, su cui il Governo si impegnava a cercare di modificare questa norma che non funziona, per poi bocciare lo stesso ordine del giorno qui alla Camera. Gli ordini del giorno non servono a niente sia chiaro, che vengano approvati o che vengano respinti, ma sono l'unico strumento a disposizione, ormai, del Parlamento con cui si cerca di capire che cosa vuole fare il Governo.

Industria 4.0 è una questione assolutamente importante per il Paese, perché, di fronte alla crisi industriale che abbiamo, si deve mettere in moto una misura per far ripartire la nostra economia, ma se, rispetto a questo, il Governo pensa di continuare con una misura che ha stanziato 6,5 miliardi, ne ha spesi solo 300, e gli imprenditori, dopo tredici passaggi burocratici, si arrendono e, quindi, decidono di non utilizzarla, noi abbiamo un calo della produzione industriale che continua mese per mese e, ormai, siamo arrivati a due anni. Signori, questa cosa non è una cosa di parte, è una cosa logica, necessaria. Quindi, questa norma, inserita così in questo provvedimento, rende questo provvedimento veramente inutile anche per affrontare una questione che avreste tutto l'interesse, come Governo - l'abbiamo perché l'abbiamo come Paese -, ad affrontare. Quindi, Presidente, io comunico il nostro voto contrario, comunico, soprattutto, la necessità che il Governo e il Parlamento ripensino alle modalità di approvazione di questi provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti del liceo “Plinio Seniore”, di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato, Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, ogni anno, in questo periodo dell'anno, il Parlamento è chiamato ad esprimersi sul Milleproroghe.

Ogni volta che si affronta questo argomento il dibattito parlamentare si attesta sempre sul merito, sulla forma, sui modi con cui si affronta il Milleproroghe e le critiche, ogni volta che si è dalla parte dell'opposizione, sono le stesse, dimenticandosi, da parte di alcuni membri dell'opposizione, che si è stati anche al Governo e tutti i Governi, in tutte le legislature, ogni anno, utilizzano questo strumento, che non è nient'altro che un intervento sulle scadenze che, se non vengono prorogate, rischiano di creare danni per famiglie e per imprese. Quindi, credo che l'ultima cosa che dobbiamo fare in quest'Aula è quella di criticare lo strumento perché è assolutamente necessario e il gioco delle parti serve a poco.

Così come il ricorso alla fiducia. Tutti i gruppi parlamentari sono rappresentati all'interno della Giunta del Regolamento, su cui stiamo lavorando per cambiare il regolamento, ma proprio perché le procedure, oramai, sono superate e la cosiddetta staffetta fra Camera e Senato è certamente una consuetudine che crea un rallentamento e che costringe, per chi è in seconda lettura, quasi a prendere atto di ciò che succede in prima lettura nell'altro ramo del Parlamento, e questo è un altro elemento che accomuna tutte le legislature, tutti i Governi, bisognerà intervenire sulle regole. E se c'è questa volontà che lo si faccia presto e velocemente. Ma certamente non è un altro argomento utile da affrontare in quest'Aula se si vuole entrare nel merito del decreto Milleproroghe, perché, comunque, continuerebbero a essere polemiche inutili e assolutamente sterili.

Entrando invece nel contenuto del Milleproroghe, ci sono aspetti che sarà difficile affrontare tutti in modo compiuto - ma, per noi, molto importanti - che riguardano il pubblico impiego, che riguardano la previdenza, che riguardano il welfare. Ma vorrei dedicarmi, in questa fase iniziale, alla questione più identitaria per Noi Moderati, che è quella dell'impresa. Perché noi da sempre sosteniamo l'avversità verso l'assistenzialismo, la centralità dell'impresa come motore della crescita, l'unica entità nell'ambito economico che crea e distribuisce ricchezza. Perché, oltre a creare un valore economico, crea anche un valore sociale: l'impresa è il luogo dove confluiscono gli investimenti, la visione, i sacrifici, le competenze; ha un'utilità, nel momento in cui crea ricchezza, sul beneficio della collettività e sulla giustizia sociale, importantissima e straordinaria. Ed è la ragione per cui il Governo e la maggioranza fanno bene ad intervenire a sostegno del mondo delle imprese e, in questo decreto, ad intervenire su alcuni aspetti che riguardano il fisco. Perché noi crediamo che il fisco sia certamente un passaggio dove chi è lavoratore dipendente ha già una trattenuta alla fonte e quindi non ha discrezionalità, ma quando si tratta di impresa, questa descrizione, questa narrazione che alcuni fanno - per cui l'imprenditore è, per definizione, potendo scegliere se pagare le tasse o no, un evasore, uno che commette un illecito - è una visione distorta che a noi non piace. Anzi, crediamo che quando ci sono imprenditori, piccoli imprenditori in difficoltà, questi sono degli eroi; anche quando decidono, certe volte, di avere magari un debito nei confronti del fisco pur di pagare gli stipendi ai loro dipendenti; e poi cercano, invece, un fisco amico per cercare di rincorrere gli impegni che hanno verso il fisco; io sono convinto che non lo vedono come un balzello o come uno strumento vessatorio, ma, certamente, come la base di un patto di civiltà fra Stato e cittadini che, certe volte, non riescono a onorare. Quindi, se sono nel solco della serietà, è giusto, come abbiamo fatto nel decreto Milleproroghe, prevedere una proroga termini per la Rottamazione-quater, perché si tratta di una proroga per chi aveva aderito alla rottamazione ma, a causa di un impedimento o una dimenticanza, non ha pagato una rata o qualche rata.

Allora, questo è il modo giusto per rafforzare il rapporto fra cittadini, imprese e fisco ed avere un fisco che si avvicina ad essere da nemico ad amico e, nel frattempo che in questo percorso affrontiamo questo cambio di considerazione, che venga perlomeno considerato, agli occhi dei cittadini e delle imprese, neutrale; un po' più vicino, un po' più adeguato alle istanze di un Paese che ha sempre dimostrato, coi suoi sacrifici e il suo talento, di cercare di dare il contributo al Paese e di creare un valore aggiunto.

E allora, per noi, oltre alla rottamazione, ci sono tutte le iniziative che il Governo ha portato avanti a sostegno delle imprese e delle partite IVA ma anche dei lavoratori: basti pensare all'abbattimento del cuneo fiscale. Il tema del fisco, per noi, è centrale non solo per le cartelle ma anche quando si abbatte il costo del lavoro, a favore delle imprese e dei lavoratori. E in questo, anche il tema, attraverso la leva fiscale, dell'agevolazione nelle assunzioni per giovani e donne: altra iniziativa importantissima che dà un corpo, un'anima al decreto Milleproroghe e lo riempie di contenuto politico-istituzionale. Come anche cercare di sviluppare e avvantaggiare zone che rischiano di essere trascurate o che, oggi, non sono un cuore pulsante della produttività del Paese.

Lo diceva, qualche settimana fa, il collega onorevole Lillo Pisano, intervenendo sul Sud, sul Mezzogiorno e sulla necessità di dare un sostegno, un incentivo, un apporto a quella parte del Paese che, se sostenuta ed aiutata, può contribuire a creare ricchezza in Italia. E a quei provvedimenti sul Mezzogiorno d'Italia si aggiunge, nel decreto Milleproroghe, il sostegno all'innovazione, favorendo la trasformazione tecnologica e digitale attraverso le zone logistiche semplificate, cioè aree limitrofe che, attraverso questo strumento di sostegno, possono diventare luoghi di destinazione per quanto riguarda l'innovazione.

E allora, mi avvicino alla conclusione, Presidente, segnalando che ci sono altre iniziative importanti nel Milleproroghe relative al turismo, all'istruzione, alla sanità, all'educazione. Non voglio trascurare nella sanità lo screening oncologico, che sosteniamo per far fare screening gratuito, e poi, per quanto riguarda l'educazione, l'intervento sulla povertà educativa.

Noi Moderati voterà a favore del decreto Milleproroghe perché tutto quello che ho descritto, e quello che è contenuto e che non ho potuto illustrare per brevità di tempo, è all'interno di una visione politica e di una capacità di incontrare i bisogni e le istanze dei cittadini e delle imprese che condividiamo, e che coincide con gli elementi distintivi della nostra identità, che sono lavoro, centralità della persona, competenza e giustizia sociale. Per questo, sosteniamo il decreto Milleproroghe ed esprimiamo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, io lo vorrei dire con la chiarezza che merita una questione che non è di dettaglio ma riguarda la vita e la morte. E non parlo per metafore. Noi non siamo d'accordo con la scelta di promuovere la cancellazione delle sanzioni per chi non ha rispettato le norme e gli obblighi vaccinali contro il COVID (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

Non è una questione di recupero di vecchie cartelle di poco conto, di tartassare inutilmente esercizi commerciali che hanno evidentemente sofferto, perché su questo chi può dissentire? Di certo, nessuno.

È una questione, invece, di indirizzo, di educazione. Sì, perché chi ha l'opportunità e il dovere di scrivere le leggi dovrebbe sentirsi gravato, come ci sentiamo noi, della responsabilità di creare una società ordinata, che sia pronta a nuove e sempre possibili emergenze.

Oggi - lo ricordavano i colleghi - celebriamo in qualche modo un triste anniversario: cinque anni esatti fa, il 20 febbraio del 2020, ad un giovane in buona salute, Mattia Maestri, che era all'ospedale di Codogno in gravi condizioni, venne diagnosticato il COVID. Il famoso “paziente zero”. Da quel giorno viene considerato il “paziente zero”. Da allora, da quel giorno, milioni di contagi in Italia, forse 200.000 morti.

Bene, sembra passato un secolo nelle nostre memorie, che sono memorie selettive, ma, invece, è trascorso soltanto un lustro, cinque anni, dall'inizio di una pandemia che ha cambiato il mondo e che resterà come una ferita nella memoria di chi l'ha vissuta, come noi.

Dimenticare il pericolo, a nostro avviso, è un errore. È un errore non per il passato ma un errore per il futuro. Perché mai vorremmo che si mandasse il messaggio che, se dovessimo ritrovarci domani, di nuovo costretti - e Dio non voglia - ad adottare misure restrittive, qualcuno scelga di non rispettarle, sperando poi in una cancellazione successiva delle sanzioni.

Bene, il principio della certezza della pena, al quale ci richiamiamo spesso e al quale crediamo tutti, per noi, è sacrosanto ed è un valore sempre, anche in questo caso. Così come lo è la fiducia nella scienza e nell'efficacia delle cure dei vaccini che ha consentito di allungare la vita media di tutti noi di quasi un decennio.

È per questo che abbiamo voluto sottolineare con un ordine del giorno - che il Governo ha accolto ieri sera, ieri notte - il continuo e rinnovato impegno del Governo a riaffermare, come priorità di sanità pubblica, gli obiettivi del calendario vaccinale e del Piano nazionale di prevenzione nazionale. Noi abbiamo segnalato questo nostro punto di vista in passato e lo ribadiamo qui, oggi, pur senza mettere in discussione, nemmeno questa volta, la correttezza della collaborazione con gli alleati del centrodestra e la nostra lealtà.

Lo facciamo guardando più al buon lavoro svolto tutti insieme, con il Governo e gli altri partiti della maggioranza, sul provvedimento che andiamo a votare oggi, piuttosto che all'unico articolo che non ci piace. Tra gli articoli che, invece, ci piacciono c'è, per esempio, proprio quello che autorizza un contributo economico per i familiari del personale delle Forze di Polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle Forze armate che, impegnato nell'azione di contenimento, contrasto e gestione dell'emergenza, abbia contratto il COVID e sia caduto in conseguenza dell'attività del servizio. A loro dedicherei, dedichiamo un pensiero.

Di questo Milleproroghe, che è uno strumento - ricordiamolo colleghi, prima lo avete ricordato - che esiste da un quarto di secolo, addirittura per 3 anni ne sono stati scritti e approvati due, voglio segnalare, fermandomi ai titoli, visto il contesto, tre piccoli e brevissimi interventi. Il primo è la proroga del regime di esenzione dell'IVA per gli enti del Terzo settore, per il volontariato e per l'associazionismo, che oggi arriva dove le istituzioni arrancano. Il loro valore deve essere riconosciuto anche dal fisco, e lo facciamo, finalmente. Un altro è un tassello di una strategia complessiva che Governo e maggioranza vogliono mettere in campo per contenere il rialzo e l'impatto dei rialzi dei costi dell'energia, delle bollette. Ne parliamo molto in questi giorni.

Bene, qua c'è un intervento. Serve un piano più generale, a cui stiamo lavorando, che deve prevedere quanto prima nuove e diverse fonti di approvvigionamento e l'utilizzo di tecnologie - ancora la scienza, quindi - nuove e diverse. Questo decreto consentirà, infatti, agli enti locali di poter effettuare opere di rinegoziazione o sospensione della quota capitale di mutui ed eviterà così che la crisi energetica, che è figlia di decenni di scarso coraggio, ambientalismo ideologico ed errori, si scarichi ancora sui cittadini.

Infine, ancora la scienza con le nuove assunzioni nelle università, nei policlinici, ma anche nel supporto agli studenti che lavorano, con la proroga a 10 anni della validità degli esami sostenuti, senza necessità, quindi, di rinnovare l'iscrizione ai corsi di laurea e ripetere le prove già superate.

Questa è la formazione continua, che è sempre più necessaria per i lavoratori che vogliono rimanere nel mercato e per le aziende che devono poter essere competitive. Presidente, vado a chiudere. Ho tentato di rinchiudere il Milleproroghe in sole 5 cartelle. Abbiamo votato questo decreto perché contiene misure concrete e utili per risolvere questioni che meritano una soluzione e, pertanto, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Signora Presidente, colleghe e colleghi deputati, ecco qui il Milleproroghe, anzi, scusate, il “Milletoppe” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un provvedimento che avrebbe dovuto risolvere ritardi e criticità amministrative, ma che si rivela, invece, il solito pastrocchio di una maggioranza priva di visione e di capacità. Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo affrontato questo decreto con un atteggiamento propositivo, come sempre. Non abbiamo mai considerato il Milleproroghe un terreno di scontro ideologico, ma un'occasione utile per la continuità di misure necessarie per il Paese.

Purtroppo, ancora una volta, la maggioranza non è all'altezza, la maggioranza lo ha gestito in modo caotico. Allora, eccoci, siamo di fronte all'ennesima toppa, l'ennesima figuraccia di Giorgia Meloni. Partiamo dal metodo: è rimasto fermo in Senato per oltre un mese. Voi pensate per discuterlo? Voi pensate per migliorarlo? No, semplicemente perché il Governo non aveva pronti i pareri, semplicemente perché la maggioranza non aveva un accordo sugli emendamenti. Tre relatori, uno per Fratelli d'Italia, uno per la Lega, uno per Forza Italia.

Ben tre relatori, affinché, voi pensate, concertassero meglio? No, solo affinché l'uno facesse la guardia all'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), nella totale diffidenza tra le forze politiche della maggioranza. In Commissione, alla Camera, è arrivato questo lunedì. Nessun dibattito serio, solo una formalistica liturgia parlamentare, senza alcuna sostanza, alla quale noi del Movimento 5 Stelle abbiamo detto: no, noi non ci stiamo. Avete posto la fiducia a questo ennesimo decreto-legge, impedendoci così di presentare emendamenti in Aula, ed eccoci qui.

Un provvedimento che avrebbe dovuto e potuto aiutare famiglie e imprese si trasforma in un fallimento totale. Il prodotto della gestione dilettantistica e improvvisata di una maggioranza e di un Governo che sono, ormai, allo sbando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Giorgia Meloni ha avuto l'ardire di dire che alcuni sindacati sono tossici. Chiariamolo subito: tossiche sono le vostre leggi! Ma fateci capire, per voi chi difende i valori costituzionali è tossico? E allora sappiate che noi non staremo mai zitti, noi non saremo mai vostri complici.

Sì, colleghe e colleghi, avete partorito un “Milletoppe”! Oggi la vostra priorità è cancellare le multe ai no-vax, invece di occuparvi dei problemi veri del Paese. Adesso cosa dite ai cittadini che hanno rispettato le regole? Che la legge non è uguale per tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Tutto questo proprio oggi, giornata in cui ricordiamo il paziente zero, nella pandemia da COVID-19, di Codogno. Proprio oggi avete l'ardire di dare un calcio alla scienza, ai medici, agli infermieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Gli eroi della pandemia, lo ricordate? Date un calcio anche alle vittime del virus e stupisce che anche Forza Italia voti questa robaccia. È la ragion di Stato che vi obbliga?

La stessa ragion di Stato per la quale il Governo ha riportato a casa un criminale di guerra e stupratore di bambini con il mandato di cattura della Corte penale internazionale? No, questa non è ragion di Stato: è patto di potere! È ipocrisia politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Avete messo l'Italia in ginocchio, piegata al ricatto della Libia. Altro che patrioti! Voi state condannando famiglie e imprese all'indigenza e al fallimento, e questa non è l'Italia che voglio. Con il Governo Meloni il nostro PIL cresce dello 0,0.

Se non vi fosse la spinta del PNRR, saremmo in recessione. Vorrei una Nazione - e dico Nazione - nella quale il costo dell'energia e del gas non aumenti di oltre il 40 per cento. Vorrei una Nazione - e dico una Nazione - nella quale le banche non si arricchiscano a dismisura con gli extraprofitti, mentre famiglie e imprese vedono crollare i propri prestiti. Con voi, da ben 23 mesi consecutivi, la produzione industriale cala, e così, a causa di Giorgia Meloni, è record di persone in povertà assoluta: sono quasi 6 milioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per una volta, uscite dai palazzi del potere, andate tra la gente: troverete disperazione e povertà. Allora vi do una notizia, i veri patrioti siamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Altro che Fratelli d'Italia: tranelli d'Italia! Ma i cittadini iniziano ad aprire gli occhi. SWG ha rilevato, in un suo recente sondaggio, che alla domanda su quale fosse l'intervento più importante fin qui varato dalla Meloni, il 61 per cento dei cittadini ha risposto: nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Avete fatto macelleria sociale. I cittadini sono ormai provati dalla continua incapacità del Governo e dalla faccia tosta con cui la Meloni, la Giorgia d'Italia, se ne frega, pur di poter continuare a dispensare favori ai propri amichetti e familiari.

Noi, del MoVimento 5 Stelle, raccogliamo, ogni giorno, il grido di un Paese in sofferenza, delle imprese in difficoltà, dei cittadini che affogano nel caro vita, nelle bollette, nell'incertezza! Ma voi, cosa fate? Le porte girevoli. Indebolite la legge anticorruzione per i politici e le incompatibilità e le inconferibilità previste per la partecipazione agli organi amministrativi e dirigenziali degli enti locali e territoriali. Prorogate la possibilità per i sindaci di essere eletti presidente della stessa provincia. Nessun confine più tra controllante e controllato. Porte spalancate ai conflitti di interesse. Sono norme ad personam! Chi volete favorire? Ditecelo! Perché, qui, manca solo il suo nome!

E così, mentre inserite una sanatoria relativa alla rottamazione-quater, c'è già chi - la Lega - propone la rottamazione quinquies, senza lontanamente interrogarsi sulle cause per le quali imprese e famiglie non riescono più a pagare le tasse. Ma non eravate voi quelli che le tasse dovevano diminuirle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? La rottamazione è, ormai, l'unico strumento di politica economica del Governo Meloni. Ed è gravissimo! D'altra parte, come fareste, diversamente, a raccattare facilmente i voti?

E mi avvio a concludere, signora Presidente, colleghe e colleghi. Il Governo aveva la possibilità di affrontare alcune delle vere emergenze del Paese, ma non ha voluto, non ha saputo farlo. Noi voteremo, decisamente, contro questo provvedimento, che non dà risposte a cittadini e imprese, che è privo di visione strategica, non investe nel futuro. Siete del tutto inadeguati a governare il Paese.

Noi continueremo a lottare per un'Italia più giusta, più equa, più attenta ai bisogni reali della popolazione, soprattutto, degli strati più fragili. Noi saremo sempre dalla parte di chi, le regole, le rispetta, di chi si sente abbandonato e non dalla parte dei privilegiati. Perché, se questa è la Nazione che volete, ve lo ripeto, i veri patrioti siamo noi. E quindi andate a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Saluto studenti, studentesse e docenti della scuola media “Giuseppe Gioachino Belli” dell'Istituto comprensivo “Parco della Vittoria” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare la deputata Bordonali. Ne ha facoltà

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario Castiello, oggi ci troviamo a votare un decreto fondamentale per la stabilità economica e sociale del nostro Paese, il cosiddetto decreto Milleproroghe, un decreto - mi permetta un inciso, Presidente - che, ogni anno, viene approvato, indistintamente, da chi governa, che sia centrodestra, centrosinistra, rossi, verdi, blu e gialli; un decreto (informo, tramite lei, Presidente, il collega Colucci) su cui, ogni anno, viene posta la fiducia per la relativa approvazione. Quindi, questo è sfuggito e questa polemica, veramente, non la comprendiamo.

Perché approviamo il decreto Milleproroghe? Perché sappiamo che è un provvedimento che consente di dare continuità a molte misure fondamentali; correggere criticità e offrire risposte concrete ai cittadini, alle imprese e agli enti locali.

Grazie, soprattutto, all'impegno della Lega, ai numerosi emendamenti presentati dal nostro gruppo ed accolti durante il lungo esame in Commissione al Senato, questo decreto è stato migliorato, reso più efficace e più vicino alle esigenze reali di chi vive e lavora in Italia.

Oggi, voglio soffermarmi su alcuni dei risultati più importanti ottenuti grazie anche alle nostre proposte, perché rappresentano scelte di buon senso, di giustizia sociale e di attenzione ai bisogni concreti degli italiani. Uno dei temi centrali su cui abbiamo lavorato riguarda la gestione del debito fiscale e la rottamazione delle cartelle esattoriali. Voglio essere molto chiara, colleghi, su questo punto: chi ha dichiarato il proprio reddito, ma si trova in difficoltà a pagare, non è un evasore fiscale. E a chi, in questi giorni, ha incolpato questo Governo di essere un Governo che concede l'evasione fiscale, voglio ricordare che questo è il Governo che più ha fatto per il contrasto all'evasione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). I dati lo certificano. Grazie agli interventi del Ministro Giorgetti, sono stati recuperati, nel 2024, ben 26,5 miliardi di evasione fiscale, 1,6 miliardi in più rispetto al 2023. Quindi, gli interventi di questo Governo, ma soprattutto del Ministro Giorgetti, certificano che questo è un Governo che combatte l'evasione fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Infatti, il Ministro Giorgetti ha sottolineato che questo provvedimento non è un condono per i furbi, ma una misura che consente a milioni di italiani di saldare i propri debiti, senza essere schiacciati da interessi spropositati e sanzioni che trasformano un problema temporaneo in una condanna definitiva. Pensiamo alle partite IVA, ai piccoli imprenditori e agli artigiani che, negli ultimi anni, hanno dovuto affrontare crisi su crisi: prima la pandemia, poi il caro energia, l'inflazione e il calo dei consumi.

Senza un intervento mirato, cari colleghi, il rischio era quello di far fallire migliaia di attività, lasciando senza lavoro intere famiglie. Grazie, invece, all'azione della Lega, all'azione del Governo, è stata garantita una rateizzazione più lunga, per consentire ai contribuenti di mettersi in regola, senza soffocare sotto il peso di scadenze troppo ravvicinate. È stata ridotta la pressione degli interessi di mora e delle sanzioni, che spesso raddoppiavano o triplicano l'importo iniziale. È stato introdotto un meccanismo più equo per la gestione dei debiti fiscali, in modo da favorire chi vuole pagare senza distruggere aziende e posti di lavoro. Questo, cari colleghi, non è solo un intervento economico, ma una scelta di giustizia sociale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Un altro tema su cui abbiamo voluto incidere, con forza, è la sicurezza urbana e la tutela delle Forze di Polizia. Lo sappiamo tutti: non c'è libertà senza sicurezza. I cittadini devono sentirsi protetti nelle proprie città, nei quartieri, sui mezzi pubblici e le Forze di Polizia devono avere strumenti adeguati a garantire questa protezione. Come ha dichiarato il Ministro Salvini, difendere la sicurezza non è un lusso, ma è un dovere dello Stato. Per questo, abbiamo ottenuto che l'uso del taser - ricordo che l'utilizzo del taser fu introdotto da Matteo Salvini, quando era Ministro dell'Interno - sia esteso e reso strutturale per gli agenti della Polizia locale con qualifica di pubblica sicurezza. E cosa significa, colleghe, questo in concreto? Significa che un agente di Polizia locale, che si trova ad affrontare una situazione pericolosa, non dovrà più rischiare la vita, perché sprovvisto di strumenti adeguati. Significa che si potrà intervenire con un'arma non letale, che evita il contatto fisico diretto, riducendo il rischio di ferimento sia per gli agenti, sia per chi delinque. Significa che le nostre città saranno più sicure, perché il taser è un deterrente potente contro aggressioni e violenze.

L'esperienza di molte città italiane e straniere dimostra che il taser riduce gli episodi di resistenza a pubblico ufficiale e consente di gestire situazioni critiche, senza dover ricorrere all'uso delle armi da fuoco. Chi dice il contrario, chi critica questa misura, non sta difendendo la libertà, ma sta mettendo a rischio la sicurezza di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Un'altra battaglia che abbiamo portato avanti con determinazione riguarda il tema della disabilità. Abbiamo introdotto, nel decreto, una misura che avvia la sperimentazione del Progetto Vita, che permette di: velocizzare i tempi per il riconoscimento dell'invalidità civile, evitando le attese lunghissime che penalizzano chi ha bisogno di assistenza; migliorare l'erogazione dei servizi delle prestazioni per le persone con disabilità, garantendo una risposta più efficiente e più umana. Su questi temi, la Lega, con il suo Ministro Locatelli, ha sempre dimostrato, con i fatti, di essere dalla parte di chi ha più bisogno.

Molti altri interventi, signora Presidente, del Milleproroghe vanno nella direzione di dare stabilità e respiro al mondo del lavoro: ad esempio, l'introduzione della proroga per le qualifiche di meccanico ed elettrauto per evitare la chiusura forzata di migliaia di imprese o il sostegno al settore balneare con la proroga della stagione turistica per il 2025, che garantisce la stabilità a un comparto fondamentale per l'economia italiana o maggiore flessibilità per le imprese del settore energetico per contenere il caro bollette e tutelare famiglie e aziende. Signora Presidente, queste non sono delle semplici proroghe ma scelte di visione e di politica concreta che mettono al centro la crescita del Paese e la tutela del lavoro. Onorevoli colleghi, il Milleproroghe di quest'anno non è un semplice provvedimento amministrativo, è un decreto che interviene su temi fondamentali per la vita degli italiani: giustizia fiscale, sicurezza, sostegno alle imprese, tutela delle fasce più deboli. Grazie all'attenzione della Lega abbiamo reso questo decreto più equo, più efficace e più vicino alle esigenze reali del Paese. Per questo motivo, con convinzione e con orgoglio, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Duole partire sottolineando come, anche questa volta, si sia consumata la farsa di una Commissione affari costituzionali, ma potrei dire, più in generale, di una Camera dei deputati sostanzialmente ridotta, su questo provvedimento, il Milleproroghe, a svolgere il ruolo di semplice notaio. Se ci fosse stato il tempo di esaminare questo provvedimento, non nelle poche ore - e non sto parlando di giorni, sto davvero parlando di ore - che ci sono state concesse, magari avremmo potuto ottenere spiegazioni sul perché ben 11 disposizioni di proroga del provvedimento si riferiscano a norme che sono già scadute da più di cinque anni, oppure, sul perché - e questo sarebbe stato ancora più degno di nota - mentre da un lato c'è una Commissione d'inchiesta che sta mettendo sotto pesante accusa tutto quello che ha fatto l'allora Governo durante la pandemia, dall'altro si sente il bisogno, con il Milleproroghe, di prorogare norme derogatorie messe in campo proprio per la gestione di quei momenti difficili.

Ma, appunto, non abbiamo avuto risposte su un provvedimento che definiamo caotico, fatto male, esaminato peggio (e non solo alla Camera dei deputati, ma anche al Senato) e, ahimè, con tante e tali norme che non sono solo sbagliate, ma pericolose perché danno un messaggio culturale al Paese che riassumo così: se non paghi le tasse, se te ne freghi dell'obbligo vaccinale, insomma, non se sei un cittadino onesto che rispetta le regole ma solo se sei un furbetto, allora il Governo ti premia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E faccio qualche esempio. Mentre fuori da qui si sta già discutendo di come trovare 5 miliardi di euro per la rottamazione quinquies, adesso, cari colleghi e care colleghe, voteremo la riapertura dei termini della quarta rottamazione delle cartelle esattoriali. Il tutto - mi preme dirlo - senza nemmeno mettere in campo criteri, come noi avevamo suggerito, per distinguere tra chi è davvero in difficoltà e va aiutato e chi, invece, continuerà a usare questo strumento per pagare magari solo la prima rata e continuare a fare poi il furbo rinviando il resto dei pagamenti.

Ora, il Vice Premier Salvini ha detto che la rottamazione serve ad aiutare i milioni di italiani onesti in difficoltà. No, Ministro Salvini, gli italiani onesti le tasse le pagano e chiedono a gran voce che le tasse le paghino tutti, perché è così che si abbassa il contributo di ciascuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Peraltro, siamo i primi a dire che i cittadini onesti in difficoltà vanno aiutati, ma senza tagliare - come questa maggioranza ha fatto in legge di bilancio - i fondi per i servizi essenziali ai comuni, che sono il pilastro per la tenuta sociale di una comunità. Insomma, si sta passando da un condono a una rottamazione, da un concordato a una sanatoria e, poi, a un nuovo concordato e a un nuovo condono e così via. Ma io mi chiedo: chi in questo Paese rispetterà più le regole? Aspetteranno tutti la pacca sulla spalla e con questo provvedimento voi aprite questo fronte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Giusto per dare qualche numero: la rottamazione che andremo a votare, allo Stato e alla collettività, costa, in termini di risorse, milioni di euro e se guardiamo al bilancio pluriennale andiamo oltre le centinaia di milioni di euro. Per noi deve essere chiaro un principio: non c'è garanzia dei diritti se non c'è adempimento dei doveri. Ecco perché riteniamo non solo sbagliato il messaggio culturale che state dando ma pericoloso. Sottovalutare l'importanza della lealtà fiscale significa compromettere le possibilità di crescita e di sviluppo del Paese e l'effettivo esercizio dei diritti fondamentali, come il diritto all'istruzione, il diritto alla salute attraverso un sistema universale, il diritto a ricevere cure senza che i tempi di attesa siano tali da compromettere le possibilità della stessa cura. Mancano ancora i decreti attuativi del decreto fatto in fretta e furia prima delle elezioni europee per abbattere le liste d'attesa ed è fermo da tre mesi il disegno di legge che doveva intervenire sul problema della carenza di personale nelle strutture sanitarie, mentre 4 milioni di italiani nel 2024 hanno smesso di curarsi.

Al posto della vostra ossessione di rottamazione, noi ci permettiamo sommessamente di consigliarvi di occuparvi, anzi, devo dire, di preoccuparvi - perché noi in realtà lo siamo già facendo da tempo e lo stiamo denunciando da tempo - anche voi della crescita del Paese. Non serve sbandierare per mesi il dato dell'occupazione più alta dai tempi di Garibaldi, facendo peraltro finta di non vedere che cosa c'è dietro quei dati e omettendo che siamo il Paese con la più bassa occupazione in tutta Europa. Ma, come dicevo, non servono bandierine quando la produzione industriale, cara collega Bordonali, è ferma da 22 mesi, quando gli stipendi sono al palo, quando si assottiglia il potere d'acquisto delle famiglie, quando il costo dell'energia più alto d'Europa zavorra la competitività delle nostre imprese e quando interi settori strategici sono in ginocchio. Ma dove lo vedete il Bengodi che avete descritto qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Ma dove lo vedete il Bengodi che descrivete ogni giorno sui social?

Servirebbero meno post da Paese delle meraviglie e più misure per la crescita e per affrontare le situazioni di crisi delle nostre eccellenze industriali, che stiamo piano piano perdendo. Ma evidentemente non ve ne state accorgendo. Avevamo proposto in questo provvedimento la proroga degli ammortizzatori sociali in deroga per le migliaia di piccole e piccolissime imprese in crisi del settore moda, tessile e abbigliamento, per non disperdere competenze in un settore strategico del made in Italy, ma niente da fare. Avevate prima presentato e poi ritirato un emendamento che ci ha fatto sperare in una risposta, dopo tante promesse del Ministro Urso, al problema delle aziende che hanno usufruito del credito d'imposta per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione - che sono elementi centrali per la nostra competitività - secondo legge al momento in essere e che ora devono rendere le risorse all'Agenzia delle entrate. E, badate bene, in questo caso, senza rottamazione. Il “Governo dei due pesi e delle due misure”. Due pesi e due misure anche quando si tratta di mettere in campo scelte di civiltà. Noi riteniamo uno schiaffo l'aver bocciato la nostra richiesta di riaprire i termini per consentire ai familiari delle vittime delle terribili stragi nazifasciste, che non avevano fatto in tempo, di poter avviare il contenzioso previsto dal Governo Draghi per i risarcimenti.

Chiudo, Presidente, con l'ultima considerazione, la più delicata, se mi permette. In questo Milleproroghe, la scelta politica di premiare i furbetti è arrivata fino al punto di abrogare - e sottolineo abrogare - le sanzioni ai no-vax, a coloro, cioè, che si sono sottratti non vaccinandosi nei mesi più bui della pandemia, quando il bollettino dei ricoveri e delle persone decedute riportava cifre da guerra: essi, hanno deciso di non vaccinarsi e di non sottostare a un dovere di solidarietà nei confronti dell'intera comunità. È uno schiaffo ai milioni di italiani che si sono vaccinati per il bene di tutti, anche di quelli che non l'hanno fatto. È uno schiaffo - e si torna lì - anche ai cittadini onesti, perché avete previsto di cancellare le sanzioni solo per coloro che non le hanno pagate e non anche per chi, pur non vaccinandosi, le ha pagate. Ma soprattutto - e qui hanno ragione i colleghi che mi hanno preceduto - questa è un'offesa ai tanti medici e infermieri che hanno perso la vita per curare gli italiani. Ironia della sorte, questo provvedimento arriva al voto proprio oggi che ricorrono i cinque anni dall'anniversario del paziente zero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

E mi rivolgo per suo tramite, Presidente, ai colleghi di Forza Italia. Io ho sentito l'intervento del collega Russo. Ebbene, la voglio dire così: poco vale un ordine del giorno per riaffermare gli obiettivi del Piano nazionale di vaccinazione, che è stato approvato ieri sera senza votazione.

Insomma, diciamo che per fortuna è stato approvato senza votazione, perché evidentemente ne avremmo viste delle belle. Beh, è acqua fresca, quando il messaggio che state dando è esattamente il contrario, è quello che non serve vaccinarsi, che non serve perché poi tanto arriva la sanatoria. E questo è un atteggiamento che alimenta l'irresponsabilità verso gli altri, fa venire meno ogni dovere di solidarietà e marca una linea pericolosa verso l'oscurantismo scientifico, di cui porterete la responsabilità. Ecco perché noi voteremo contro il Milleproroghe: perché non siamo solo contrari alle misure che avete inserito, ma siamo contrari alla vostra idea di società, una società ingiusta, senza solidarietà, dove vincono i più furbi e dove il principio di legalità vale solo per i più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Testa. Ne ha facoltà.

GUERINO TESTA (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno a lei, ai Sottosegretari presenti. Onorevoli colleghi, il provvedimento oggi all'esame dell'Assemblea contiene sicuramente importanti e significative disposizioni di proroga termini, che sono finalizzate a sostenere il tessuto socio-economico e produttivo del Paese. È un appuntamento fisso, diciamolo senza ipocrisia di ogni sorta, una sorta di protocollo dell'attività parlamentare, qualcosa a cui tutti i Governi e tutte le maggioranze ricorrono per provare a procrastinare alcune scadenze importanti. Il testo, come ricordato, è stato approvato in prima lettura da Palazzo Madama. Ha subito diverse modifiche migliorative, a seguito dell'attività dei nostri colleghi al Senato, e sono stati presentati numerosi e importanti emendamenti che sono stati approvati in sede referente.

Come sappiamo, colleghi, questo decreto-legge non è soltanto un provvedimento di natura tecnica, come può sembrare, ma ha un impatto concreto sulla vita dei cittadini e delle imprese.

Ho ascoltato con attenzione i vari interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e - mi riferisco, ovviamente, a quelli di opposizione - li giudico sinceramente esagerati e ingiustificati. Oramai questi attacchi vanno in onda dal primo giorno di questa legislatura. Diciamolo con chiarezza: questo decreto-legge tratta argomenti di primaria importanza, che vanno dal pubblico impiego, alla previdenza, il fisco, il welfare, la sanità.

Parto dalla sanità, perché è sicuramente uno degli elementi più significativi. Io ritengo che aver prorogato - e ringrazio il Sottosegretario Gemmato - strumenti eccezionali, costruiti durante la stagione del COVID, per consentire alle aziende e agli enti del Servizio sanitario nazionale di continuare a fruire di questi strumenti per far fronte alla carenza di personale sia stata una scelta molto positiva, che va nella direzione di salvaguardare e rafforzare il sistema sanitario nazionale, alle condizioni date e con le risorse che ci sono a disposizione, provando anche a utilizzare i medici in quiescenza, a sostenere la classe medica, anche attraverso contratti a termine di diritto privato. Infatti, sappiamo che c'è un bisogno molto forte di medici e di operatori sanitari.

Accanto alla sanità, ci sono altre misure fondamentali, che vanno dal Terzo settore, riduzione dell'IVA, alle altre che vanno dal turismo, alla sostenibilità ambientale, alla sicurezza dei cittadini.

Mi soffermo su queste tre questioni che considero particolarmente importanti e meritevoli di condivisione: lavoro, sicurezza, fisco. Sono sicuramente tre pilastri del nostro vivere quotidiano.

La prima, lavoro: consentire alle imprese, agli artigiani, alle piccole e medie imprese di assumere a tempo determinato, per 12 e 24 mesi, è molto importante. Da liberali pensiamo che siano le imprese a creare posti di lavoro, quindi, un minimo di discrezionalità agli imprenditori, per poter decidere la data di un contratto, se vogliamo mantenere l'occupazione oppure darla.

Sicurezza: ha fatto bene il collega della Lega a ricordarlo, ritengo meritevole di essere attenzionata la misura che rende strutturale l'utilizzo del taser per un'aliquota di personale dipendente della Polizia locale, in possesso della qualifica di agenti di pubblica sicurezza. La sicurezza dei cittadini passa anche attraverso la possibilità, data a personale qualificato, di intervenire con mezzi adeguati per la difesa della legalità.

Il terzo pilastro è il fisco. Ecco, qui io vorrei fare chiarezza: c'è questa misura legata alla riammissione, con condizioni, alla rottamazione-quater per i contribuenti che avevano aderito all'operazione ma erano decaduti dal beneficio fiscale per il mancato insufficiente o tardivo versamento delle rate, misura - così, tanto per cambiare - criticata oltre misura della sinistra.

Facciamo chiarezza, è bene chiarire, ancora una volta nei confronti della sinistra “mordi e tassa”, sempre pronta ad imporre nuove imposte agli italiani e al Paese, che i grandi evasori, per evadere ed eludere il fisco, non aspettano la rottamazione-quater o quinquies; al limite cambiano le loro sedi delle società e vanno nei paradisi fiscali. Capisco che per la sinistra è difficile comprenderlo, ancora di più per i 5 Stelle, ma in questo Paese ci sono esigenze, legate all'incapacità delle persone di far fronte magari solo al pagamento di una rata del fisco.

I cittadini e le imprese che hanno aderito alla rottamazione qualche anno fa e che poi hanno avuto problemi a pagare una rata, che, oppure, è stata pagata in ritardo, oggi possono rientrare. Non sono evasori, non chiamiamoli così, perché hanno dichiarato, parliamo di 3 milioni di cartelle, quando in Italia ci sono circa 3,8 milioni di partite IVA. Ma non sono solo partite IVA, in quanto ci sono cartelle che riguardo l'IMU o i bolli auto. Ci rendiamo conto che questo è un problema molto serio e che non possiamo parlare e descrivere queste persone come se fossero evasori.

Noi non vogliamo aiutare i furbetti e il Presidente Meloni lo ha detto in tutte le salse e in tutte le sedi, ma viviamo in mezzo alla gente e comprendiamo le difficoltà delle persone e delle imprese. Pensiamo che ogni impresa che chiude, perché non in grado di pagare il fisco, non sia un motivo di soddisfazione ma un problema per questo Paese. Per questo, abbiamo pensato queste misure.

La necessità di questa rottamazione, ancora una volta, lo voglio ribadire con forza e con nettezza, deriva dal fatto che il ceto medio non riesce ad uscire dai debiti pregressi; stanno subendo procedure di recupero fiscale milioni di italiani onesti che, pur avendo dichiarato regolarmente i propri redditi, non sono riusciti a far fronte agli impegni assunti. Chi dichiara redditi non è un evasore, colleghi della sinistra, e coloro che hanno aderito alle misure hanno mostrato il desiderio di onorare i debiti e cercare di ripartire, di ripartire liberi da pesi e lacci al collo che non permettono di andare avanti.

Voglio fare un riferimento anche ai dati emanati dall'Agenzia delle Entrate pochi giorni fa. La lotta all'evasione ha consentito di riportare nelle casse dello Stato 33,4 miliardi di euro nel 2024, di cui quasi 80 per cento grazie al recupero dell'evasione fiscale, che tocca il livello più alto di sempre.

Il Governo Meloni demolisce tutti i giorni, con fatti concreti, la narrazione infondata della sinistra: lotta all'evasione e politiche fiscali vincenti rappresentano la stella polare di questo Governo.

Vado verso la conclusione, caro Presidente. La visione del Governo Meloni è chiara: non c'è spazio per chi vuole fare il furbo, ma chi è onesto e si trova in difficoltà va aiutato.

Dopo i successi in politica estera - e qui rispondo, caro Presidente, per sua intercessione, ad alcune critiche dette da colleghi che, forse, vivono in un altro mondo - la nuova leadership conquistata in Europa, il recupero record di oltre 33 miliardi di euro della lotta all'evasione confermano, ancora una volta, che l'azione che il Governo Meloni sta portando avanti consolida il convincimento di tutti noi che siamo all'alba del terzo miracolo italiano.

Signor Presidente, non posso che ribadire la piena e totale fiducia all'operato del Governo, cui va il nostro sostegno pieno e convinto. Ringraziando l'incessante lavoro che il nostro Presidente e leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ogni giorno, sta facendo per il nostro Paese (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E vorrei citare anche i dati dell'Istat, che confermano la solidità e la competitività dell'export italiano, evidenziando un salto commerciale in forte miglioramento, nonostante un contesto economico sfidante. Vado alla conclusione, Presidente. Viviamo sicuramente un periodo difficile, in primis a causa di tensioni geopolitiche internazionali, che sono in corso, però questo Governo di centrodestra continuerà a dare il massimo sostegno alle nostre famiglie e alle nostre imprese e ad ascoltare il territorio e la nostra comunità nazionale, con buona pace della sinistra catastrofista, inclusi i rami estremi, cui unisco ciò che rimane - per fortuna, poco - del MoVimento 5 Stelle. E voglio dire proprio a loro, che hanno dimostrato da sempre di avere la cintura nera del dilettantismo, che non possiamo prendere da loro lezioni sulla politica nazionale e internazionale, una forza politica che ha fatto del superbonus e del reddito di cittadinanza un peso con cui dovranno confrontarsi non solo questo Governo, ma anche i prossimi Governi.

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

GUERINO TESTA (FDI). Per tutte queste ragioni, convintamente, esprimo e anticipo il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2245​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2245​: S. 1337 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti previsti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla prossima settimana, nella quale saranno iscritti all'ordine del giorno, a partire dalla seduta di martedì 25 febbraio.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 21 febbraio 2025 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

S. 932 - D'INIZIATIVA DEL SENATORE ZANETTIN: Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (Approvata dal Senato). (C. 2084​)

Relatori: CALDERONE e VARCHI.

3. Discussione sulle linee generali della mozione Boldrini ed altri n. 1-00223 concernente iniziative volte al riconoscimento del genocidio del popolo yazida .

La seduta termina alle 11,05.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 2245 - VOTO FINALE 273 270 3 136 165 105 77 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.