XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 435 di mercoledì 26 febbraio 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 9,35.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FILIBERTO ZARATTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 96, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Sulla votazione della mozione n. 1-00392 effettuata nella seduta precedente.
PRESIDENTE. Comunico che, in relazione alla votazione per appello nominale effettuata nella seduta di ieri, il deputato Pozzolo, che risultava assente, è stato erroneamente registrato come presente e votante a favore.
Tale circostanza, verificata a seduta conclusa, non inficia, comunque, per il principio di resistenza, la votazione e il risultato proclamato.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,50.
La seduta, sospesa alle 9,38, è ripresa alle 9,50.
Per richiami al Regolamento e sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Per sottoporre alla sua attenzione e, per il suo tramite, al Presidente Fontana una questione legata all'applicazione delle modifiche al Regolamento che sono state introdotte dal 1° gennaio. Con la proposta di legge oggi in esame, noi siamo dentro la cornice dei tempi contingentati e, quindi, è stato comunicato a ogni singolo gruppo il tempo massimo che potrà utilizzare per gli emendamenti. Con la modifica regolamentare si è introdotta o si è - per meglio dire - razionalizzata la fase dell'illustrazione degli emendamenti: non c'è più, di fatto, l'illustrazione possibile da parte di ogni singolo parlamentare, ma si è riorganizzata, sostanzialmente, nella possibilità di svolgere un intervento a gruppo, per un massimo di 10 minuti.
Mi prendo qualche secondo, signor Presidente, per spiegare la ratio. Era evidente che l'utilizzo dell'illustrazione degli emendamenti avrebbe potuto e conteneva, potenzialmente, la possibilità di un utilizzo ostruzionistico. Restringendo a 10 minuti per gruppo, si è notevolmente ridotta l'alea di possibile utilizzo ostruzionistico, e lo si è ricondotto all'idea che fosse corretto un momento di riflessione dopo l'attività di Commissione. Questo è il significato o, perlomeno, il lavoro che abbiamo fatto in Giunta per il Regolamento.
Cosa succede adesso? Che, ovviamente - probabilmente sbagliando, me ne assumo io personalmente la responsabilità -, non si è tenuto conto dei tempi contingentati: infatti, applicato questo al contingentamento, se il contingentamento non tiene conto di questa modifica parlamentare, ci possiamo trovare in una situazione oggettivamente contraddittoria, perché il gruppo più piccolo, che è Italia Viva, ad esempio, ha 17 minuti. Se a questi 17 minuti si sottraggono i 10 minuti, a questo gruppo rimangono 7 minuti per, in questo caso, 100 emendamenti, o chi ne ha 18, 8 minuti.
Quindi, la richiesta è questa: in attesa che si possa, come Giunta per il Regolamento, riflettere e introdurre, magari, una pronuncia e una circolare interpretativa, chiediamo che, per il futuro, nella fase di contingentamento, si tenga conto di questa sorta di zoccolo duro, cioè di questi 10 minuti a gruppo che possono essere utilizzati - lo dico anche agli uffici, signor Presidente, mi permetto - anche legandoli a questa specifica fase, in modo tale che uno abbia, per dire, 10 minuti più 17; se, poi, non li utilizza, vanno via, rimangono i 17, ma questa potrebbe essere una soluzione. Nello specifico - e concludo - sono a richiedere, per questo provvedimento - e lascio alla Presidenza, ovviamente, tutto lo spazio della creatività interpretativa -, di poter fare in modo che eventuali interventi sul complesso degli emendamenti che si dovessero svolgere subito dopo questo mio intervento non rientrino nel contingentamento, oppure si trovi il modo per considerarli comunque possibili, senza ledere il minutaggio che è già stato comunicato ai gruppi.
Mi rendo conto di essere stato un po' contorto, e mi scuso, ma credo che la sostanza del problema sia comprensibile. Questa è la ragione, e lo dico Presidente, per la quale, in questo momento, non ci sono iscritti per questa fase. È evidente che, se da parte della Presidenza c'è un riconoscimento di questo problema e una disponibilità a trovare una soluzione, ad esempio per quel che ci riguarda, il nostro gruppo iscriverà, altrimenti è evidente che non riusciamo a sottrarre, ai già limitati 40 minuti su 100 emendamenti, ulteriori 10 minuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento, sempre per un richiamo al Regolamento, la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per associarmi, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, alle considerazioni che ha fatto l'onorevole Fornaro. Come le colleghe e i colleghi sanno, il lavoro della Giunta per il Regolamento era orientato a razionalizzare i lavori dell'Aula per favorire l'approvazione del maggior numero possibile di proposte di legge, soprattutto di iniziativa parlamentare, quindi tagliando, in qualche misura, tempi che potevano comprimere, poi, i lavori dell'Aula rispetto all'avanzamento dei provvedimenti.
In questo caso però, come abbiamo già sottolineato anche in altre circostanze, il contingentamento penalizza eccessivamente i piccoli gruppi, e quindi ci associamo alla richiesta di considerare i 10 minuti a disposizione sul complesso degli emendamenti come tempi extra rispetto a quelli contingentati, oppure le chiediamo, in alternativa, di poter avere un'estensione dei tempi disponibili, perché, diversamente, un gruppo come il nostro potrebbe disporre di soli 8 minuti per intervenire su 100 emendamenti.
La nostra disponibilità, poi, in sede di Giunta per il Regolamento, sotto la guida del Presidente Fontana, è di risolvere questa criticità che sta emergendo, senza la volontà di reintrodurre disposizioni che potrebbero configurarsi come ostruzionistiche, ma consentendo anche ai gruppi piccoli, come il nostro, di intervenire sul complesso degli emendamenti, senza, però, penalizzare, poi, gli interventi sui singoli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo molto rapidamente. Mi sembra che la proposta di scorporo dei 10 minuti per l'illustrazione degli emendamenti sia assolutamente ragionevole, perché c'è un rischio reale, in questo caso, di penalizzazione della democrazia, in definitiva, cioè della possibilità di raccontare anche le proprie posizioni nella visione complessiva.
Credo che davvero questa sia un'opportunità importante proprio per la gestione dell'Aula. È vero che la modifica del Regolamento è stata adottata per la razionalizzazione degli interventi, ma mi sembra assolutamente sobrio, assolutamente saggio, poter consentire questo tipo di percorso, perché è chiaro che nel contingentamento, se abbiamo 17 minuti, spenderli per i 10 minuti dell'illustrazione, vuol dire sedare la possibilità dei gruppi più piccoli di intervenire in questo contesto. Auspico quello che diceva il collega Fornaro di poter rivedere il Regolamento in maniera più adeguata al fine di valutare anche queste possibilità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà. Approfitto di questa brevissima interruzione per chiedere che cessi questo inaccettabile brusio (Applausi). Non si può lavorare in queste condizioni. Chi ha bisogno di conversare con i propri colleghi si può accomodare fuori dall'Aula; chi sta in Aula deve stare in silenzio ed essere rispettoso dei colleghi che stanno prendendo la parola e sviluppando i propri ragionamenti. Prego.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Sì, solo per accodarmi a quella che è stata la richiesta dell'onorevole Fornaro, perché ci sembra che coniughi la necessità di contingentare i lavori con un'ampia possibilità di esprimere le proprie posizioni. Quindi, siamo d'accordo anche noi.
PRESIDENTE. Dunque, è stato richiesto che i tempi per gli interventi sul complesso degli emendamenti siano esclusi dal contingentamento per il seguito dell'esame del provvedimento, questa è la sostanza degli interventi che abbiamo ascoltato. Un'analoga questione era stata già posta nella seduta dello scorso 8 gennaio e la Presidenza aveva doverosamente precisato che, a norma dell'articolo 24, comma 7, del Regolamento, il contingentamento dei tempi comprende tutte le fasi di esame di un progetto di legge, inclusi, ovviamente, gli interventi sul complesso degli emendamenti.
La Presidenza potrà senz'altro tenere conto per il futuro della questione in sede di predisposizione dei contingentamenti. Quanto al provvedimento in esame, la richiesta può intendersi come istanza per un aumento dei tempi previsti dal contingentamento in favore dei gruppi di opposizione, una volta esauriti quelli assegnati. Su questo riferirò al Presidente della Camera, che, immagino, sarà favorevole alla richiesta da voi formulata in questi termini. Ha chiesto di parlare il presidente Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Per ringraziare di questa disponibilità, che mi pare tenga conto delle osservazioni. Ovviamente, ribadisco la necessità che, in sede di Giunta per il Regolamento, si definisca meglio questa fattispecie, evitando quindi di fare questi richiami al Regolamento all'inizio della seduta. Ma volevo ancora ringraziare e a questo punto annunciare, per quel che ci riguarda, la richiesta di intervento del collega Scotto sul complesso degli emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Dico subito qual è la richiesta: che la Premier Meloni venga in Aula a riferire. So che abbiamo un Ministro degli Affari esteri, ma in questo caso è necessario che la Premier Meloni venga in Aula a riferire sulla politica estera e sul futuro della Palestina, considerati i rapporti cordiali che la Presidente ha con il Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump. Signor Presidente, questa notte è accaduto un fatto che noi riteniamo ignobile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle): il Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, ha postato un video nel quale trasforma Gaza in un luogo di divertimenti, in un luogo in cui i dollari cadono dal cielo, in un luogo in cui le discoteche sono piene di busti d'oro del Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, in cui i bambini di Gaza vanno in giro con i palloncini d'oro con l'effigie del Presidente Donald Trump e in cui il Presidente Donald Trump prende un cocktail in piscina, a Gaza, insieme a Netanyahu.
Ecco, noi riteniamo questa operazione del Presidente degli Stati Uniti d'America un'operazione schifosa (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), disgustosa, perché quello è un territorio, è una terra che gronda di sangue, gronda di sangue! I diritti del popolo palestinese non possono essere trattati in questa maniera. È un territorio che gronda di sangue e questi video rappresentano un'offesa alla civiltà, all'umanità, alla democrazia, ai diritti per cui tanti di noi si sono battuti in questi anni, in questi secoli, per conquistarli, darli alla civiltà.
Gaza gronda di sangue (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, che si levano in piedi)! È inaccettabile!
La Premier Meloni venga in Aula a dirci cosa ne pensa del suo amico Donald Trump, che ha offeso centinaia di migliaia di persone, milioni di persone palestinesi. Tutto ciò è inaccettabile, signor Presidente. La nostra richiesta, quindi, è che la Premier Meloni venga in Aula, ci dica se lei condivide questa vergogna oppure se starà ancora una volta in silenzio, chiaro (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe)?
PRESIDENTE. Bene, è stata registrata la richiesta di presenza del Presidente del Consiglio. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, sull'ordine dei lavori, la deputata Boldrini.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Signor Presidente, sull'ordine dei lavori, per associarci alla richiesta già avanzata dal collega Bonelli. Quando questa mattina abbiamo ricevuto quel video, abbiamo veramente fatto fatica a credere che potesse essere vero. La invito, signor Presidente, a vedere questo video: è un video raccapricciante (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), un video in cui si vedono bambini laceri, che escono dalle macerie, e poi sullo sfondo ci sono grattacieli, il mondo del Bengodi, c'è la statua d'oro di Trump, banconote, come si diceva, che cadono dal cielo.
Ci sono delle scritte Gaza 2025 what's next, e quello che accade dopo, what's next, è questo mondo dorato che dovrebbe prendere forma a Gaza, con ragazze che ballano con i veli insieme al Presidente Trump, il golden future. E poi la ciliegina, Trump e Netanyahu che insieme bevono un drink, a bordo piscina, a Gaza. Questo però non è tutto, l'orrore non finisce con questo video, che già di per sé è un video, appunto, disgustoso, visto che sono morte a Gaza decine di migliaia di persone. La rivista The Lancet parla di 70.000 morti, 10.000 ancora sotto le macerie.
Quello è un cimitero, dunque è oltraggioso far circolare un video di questo genere. Ma, oltre a questo, ieri forse è sfuggito a quest'Aula che un Vice Presidente della Knesset, che è il Parlamento israeliano, come lei, Presidente, un Vice Presidente, sa che cosa ha detto? Si tratta di Nissim Vaturi del partito del Likud, che è del partito di Netanyahu. Ha detto: a Gaza c'è la feccia, a Gaza sono subumani, nessuno al mondo li vuole, i bambini e le donne devono essere separati e gli adulti vanno tutti eliminati. Queste le parole di un Vice Presidente del Parlamento israeliano.
Allora, di fronte a questo, Presidente, ci deve essere un'indignazione, uno sdegno, una condanna di tutti e tutte, maggioranza, opposizione e Governo, perché, se si sdoganano quel video e queste parole, allora si normalizza l'orrore. E continuo dicendole che ieri ho ricevuto una mail da Israele. A mandare questa mail è una ONG israeliana, molto nota, di ex militari israeliani, si chiama Breaking the Silence, rompere il silenzio. Sono ex militari israeliani che hanno deciso di parlare su quello che si fa, vestendo quella divisa. Ebbene, hanno detto che c'è una fase di compressione di tutte le libertà in Israele, hanno detto che alla Knesset israeliana ci sono tre leggi, un pacchetto di leggi. Questo ha l'obiettivo di colpire la società civile israeliana che si occupa dei diritti umani e dell'occupazione illegale della Cisgiordania, e si dice nella lettera, che ho qui sotto, che, oltre ad essere un attacco diretto alla nostra libertà di espressione, è un'ulteriore riduzione del piccolo spazio democratico rimasto in questo Paese.
È un altro modo per lo Stato israeliano di reprimere i diritti dei palestinesi nei territori occupati, mettendo a tacere coloro che in Israele cercano di fare luce sulla situazione e sulle politiche del Governo israeliano, che mantengono ed espandono l'occupazione. Questo l'allarme. Allora, Presidente, di fronte a questo e di fronte al fatto che in Cisgiordania 40.000 persone sono state costrette a lasciare i luoghi dove vivevano, campi profughi a Jenin, Tulkarem, Nur Shams, ci sono 900 check-point, è in corso un'occupazione e un'annessione, che oramai è evidente a tutti.
Di fronte a tutto questo, di fronte a quel video, di fronte a quelle parole oltraggiose del Vicepresidente della Knesset, di fronte a quello che accade in Cisgiordania, io vorrei capire da che parte sta il Governo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), vorrei capire che cosa hanno in mente la Presidente del Consiglio e il Ministro degli Affari esteri e perché non condannano tutto questo.
L'Italia non può accettare questa vergogna. C'è bisogno di un esponente di Governo che venga qui a prendere le distanze…
PRESIDENTE. Concluda.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). …e condanni quello che sta avvenendo in quel Paese, in Israele, e quello che sta avvenendo a discapito e a detrimento del popolo palestinese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico “Evangelista Torricelli” di Bolzano, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Gli auguriamo ogni fortuna e li ringraziamo per la loro presenza (Applausi).
Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Anch'io ho visto questo video, grottescamente violento nei fatti, postato da Trump su Instagram e su Truth. Mi associo alla richiesta dei colleghi di un intervento, il prima possibile, del Presidente del Consiglio Meloni per chiarire quale sia la posizione italiana su questo e, aggiungerei, anche per chiarire quale sia la posizione italiana - se ce n'è una - su quello che sta accadendo nel mondo, sulla vicenda ucraina.
Abbiamo sentito tutti i Primi Ministri ufficialmente parlare: Macron, Scholz, Merz, Starmer, Tusk. Tutti i Primi Ministri, tutti i Capi di Stato e di Governo europei sono intervenuti per chiarire quale sia la loro posizione sulla politica internazionale in un momento così - ahimè - rifondativo rispetto a quanto eravamo abituati a conoscere, almeno in Occidente, come valori fondamentali. C'è un solo Primo Ministro o Capo di Stato che non ha detto nulla. È intervenuta alla conferenza repubblicana trumpiana dell'ideologia MAGA. Personalmente, le riconosco di avere tenuto il punto sulla questione ucraina, ma in un contesto totalmente inaccettabile. Io credo che - come è stato chiesto dai colleghi - su quello che sta accadendo tra Israele e Gaza, a Gaza, a partire dalle posizioni di Trump e anche da questo episodio, che nel suo essere grottesco è inquietante, di questo video postato dal Presidente degli Stati Uniti, un video fatto con l'intelligenza artificiale, e anche su tutto il resto, io credo, dicevo, che la Presidenza della Camera debba trasmettere al Primo Ministro la richiesta, unanime delle opposizioni, perché venga direttamente lei ad aprire una discussione, col Parlamento e col Paese, sulle posizioni dell'Italia - se ce n'è una, sulla posizione, o sulle posizioni dell'Italia - rispetto a quanto sta succedendo attorno a noi, per quel che riguarda gli equilibri internazionali e per sapere cosa pensa il Governo su Gaza, sull'Ucraina e su tutto il resto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Quello che abbiamo visto e che hanno già detto i colleghi e le colleghe è aberrante e lo dico da parte di chi, come noi, ha potuto toccare con mano il genocidio.
Con l'Intergruppo per la pace tra Palestina e Israele, con i colleghi e le colleghe, le ONG e i giornalisti, noi siamo stati al valico di Rafah e abbiamo toccato con mano una volontà criminale di annientare l'intera popolazione palestinese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nel video si vedono delle madri che prendono per mano il proprio bambino. Non sa, però, Trump - che ha fatto questo video - che i bambini non ce le hanno più le mani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): sono state amputate, amputate! I bambini, lì, non hanno più gli arti, né le braccia, né le mani. Oltre 70.000 persone, donne, bambini, uomini massacrati, con una volontà ben precisa, già da prima del 7 ottobre. È inaccettabile tutto questo, è disumano tutto questo! Si è persa completamente l'umanità.
Si sentono dichiarazioni di Trump di deportazione di una popolazione. Ma quella popolazione esiste, c'è, va trattata e l'Italia cosa vuole fare? Vuole continuare a vendere armi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), alimentare il business della morte, ancora morte, ancora morte, e nelle sedi internazionali non firma per il cessate il fuoco, non firma per il riconoscimento dello Stato di Palestina, non firma per sostenere la Corte penale internazionale. Ma dove stiamo andando? Ma dove stiamo andando? Ritroviamo lucidità! Venga qui, la donna madre cristiana, a dirci se l'Italia vuole essere complice di un genocidio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), della morte, o vuole stare dalla parte della giustizia, della vita e dell'umanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Per associarci alla richiesta, assolutamente opportuna, del collega Bonelli, di chiamare la Presidente Meloni in Aula per parlare di quello che sta succedendo, in generale della posizione dell'Italia sui dossier più importanti, dal Medio Oriente all'Ucraina, e anche e soprattutto per dissociarsi. Noi chiediamo la dissociazione: che sia un comunicato stampa, che sia venire in Aula e dirlo a voce, ma è necessaria una dissociazione chiara di Meloni; in subordine, ci basta anche da parte di un membro del Governo.
Il video, assolutamente riluttante, oltraggioso, raccapricciante e schifoso, è stato descritto negli ultimi minuti e invito tutti i colleghi a guardarlo, perché, in questo momento, ci possono magari dividere le strategie, le modalità per raggiungere obiettivi che, magari, in fondo sono anche simili, ma non ci può dividere il fatto che questo video è inaccettabile e chiunque, in questo momento, ha la possibilità di dissociarsene e mettere un punto, ha il dovere di farlo.
Questi messaggi per i social media - oggi abbiamo una scuola che ci osserva qui, che forse vedrà queste persone, di quaranta, cinquant'anni, sessant'anni, che sono state prese completamente in sopravvento rispetto ai social media; non abbiamo il controllo di questo mezzo - e i messaggi che stanno passando e che passano addirittura dalla Casa Bianca sono allucinanti e inaccettabili. Serve serietà; serve essere un pochino tutti adulti; serve dissociarsi, puntualmente, da ciò che risulta evidentemente inaccettabile e questo - lo dico - non vuol dire per la Premier Meloni, non vuol dire per il Ministro Tajani, non poter lavorare con gli Stati Uniti, perché se lavorare con un Paese vuol dire arrivare ad accettare questo non c'è collaborazione che tenga, non c'è collaborazione che abbia un senso nell'ambito della cooperazione internazionale.
Infatti, quando parliamo di valori, se questa parola ha un senso e non viene utilizzata per riempire frasi che, altrimenti, rimarrebbero vuote, un valore è quello del rispetto e della dignità, perché questo video è assolutamente irrispettoso di quello che sta succedendo e, probabilmente, la scena più inaccettabile è quella di Trump che balla con una ballerina mezza nuda, quando noi sappiamo benissimo che, in quelle terre, in quel momento, ci sono solo macerie e il sangue di decine di migliaia di persone.
Io sono convinta (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) che nessuno, qui dentro, pensa che questo sia accettabile. Sono convinta e, quindi, chiediamo alla Premier Meloni e, in subordine, al Ministro Tajani, e a chi volete del Governo, di prendere le distanze da questo messaggio (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sulla richiesta di informativa avanzata dai colleghi dell'opposizione, il deputato Malaguti. Ne ha facoltà.
MAURO MALAGUTI (FDI). Grazie, Presidente. Sullo stesso argomento ma per dissociarmi dalla richiesta delle opposizioni. Il vero video aberrante che è arrivato da Gaza è l'esposizione, dentro delle scatole (Commenti della deputata Boldrini), dei corpi della famiglia Bibas, della madre Shiri, del figlio Ariel di quattro anni, della figlia Kfir di nove mesi, probabilmente uccisi a mani nude e poi esposti dai terroristi di Hamas come se fosse un atto da poter apprezzare. Questo è il vero video aberrante (Commenti di deputati del MoVimento 5 Stelle) che abbiamo visto di Hamas, e non è una finzione, questa è realtà.
PRESIDENTE. Colleghi…
MAURO MALAGUTI (FDI). E ha ragione il collega Bonelli che gronda di sangue quel territorio, ma gronda di sangue perché ci sono stati degli aggressori e degli aggrediti e queste sono le conseguenze di una guerra (Proteste del deputato Amato) e quando c'è una guerra succedono…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, voi avete parlato; adesso il vostro turno si è esaurito.
Non potete pensare di mettere in bocca ai deputati della parte opposta quello che voi vorreste sentirvi dire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero. Voi avete avuto il silenzio e i colleghi devono avere altrettanto silenzio. Prego, prosegua.
MAURO MALAGUTI (FDI). Grazie, Presidente, concludo subito. Ritengo vergognoso che le opposizioni non abbiano sollevato questo video e non si siano associate nel condannarlo completamente per la vergogna che riporta l'uccisione di bambini, che erano in prigionia, con la madre davanti a loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ovviamente, riferirò al Presidente della Camera la richiesta avanzata da molti colleghi di un'informativa da parte del Presidente del Consiglio su questo video.
Seguito della discussione della proposta di legge: D'iniziativa popolare: “La partecipazione al lavoro. Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori” (A.C. 1573-A); e delle abbinate proposte di legge: Cirielli; Molinari ed altri; Faraone; Mollicone ed altri; Foti ed altri (A.C. 300-1184-1299-1310-1617).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1573-A: “La partecipazione al lavoro. Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori” e delle abbinate proposte di legge nn. 300-1184-1299-1310-1617.
Ricordo che nella seduta del 27 gennaio si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
In particolare, il parere della Commissione Bilancio reca tre condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono contenute nel fascicolo e che saranno poste in votazione ai sensi articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 8.400 e Tit.400, che sono in distribuzione e in relazione ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
Avverto, infine, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi articolo 89, comma 1, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo 5.01 Roggiani, già dichiarato inammissibile in Commissione.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 5, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine i gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva-Il Centro-Renew Europe e il deputato Soumahoro sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Ha chiesto di parlare, sul complesso degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi riferiti agli articoli della proposta di legge, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Come lei sa, come sanno tutti i colleghi, questa è una discussione che scaturisce da un'iniziativa di legge popolare presentata dalla CISL, da un grande sindacato che ha raccolto, nel corso dei mesi precedenti all'incardinamento in questa Camera, 400.000 firme circa. È stato il Partito Democratico - e lo rivendico con forza, per l'oggi e per il domani - a chiedere che venisse adottato come testo base il testo su cui migliaia di cittadini avevano firmato. Perché questo? Perché per noi gli istituti della democrazia diretta sono una cosa seria. Questa Camera ha già dei precedenti: penso ai 3 milioni di firme raccolti dalla Confederazione generale italiana del lavoro, dalla CGIL, per introdurre la Carta dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, che non è mai arrivata in discussione; penso alla raccolta di firme, alla legge di iniziativa popolare sul salario minimo, che abbiamo depositato, come opposizione, qualche mese fa. Pertanto, la questione che noi poniamo con forza è che, quando ci sono grandi iniziative popolari, come queste, la Camera dei deputati ha il dovere di discuterle.
Dunque, io penso che oggi sia un giorno positivo se si arriva a questa precipitazione e a questa discussione.
Ovviamente, vanno dette le cose come sono andate. Io ringrazio il relatore Malagola per il lavoro che ha fatto, ringrazio il presidente della Commissione Rizzetto, ringrazio tutti i commissari e anche il Governo per aver lavorato insieme a noi a questo sforzo, ma il testo che esce dalla Commissione è totalmente svuotato e non è più il testo della CISL, non lo è per tante ragioni. Innanzitutto, non lo è perché non sono stati approvati gli emendamenti avanzati dal Partito Democratico e anche da altre opposizioni, che puntavano al rafforzamento degli istituti di partecipazione. Perché, se la partecipazione deve essere attuata, se davvero dobbiamo andare verso la realizzazione del dettato costituzionale, cioè dell'articolo 46 della Costituzione, la partecipazione non può ridursi a un ordine del giorno. Non può non essere obbligatoria, come è, per esempio, in Germania: la Mitbestimmung, grande tradizione di quel Paese, della giurisprudenza del lavoro di quel Paese, in cui, nel corso degli anni, sono stati rafforzati gli elementi di codeterminazione.
Secondo: non può non esserci un canale codificato di partecipazione e di selezione dei rappresentanti dei lavoratori che devono andare nei consigli di amministrazione, nei consigli di sorveglianza, negli enti della bilateralità, in tutti gli organismi della partecipazione. Non c'è un canale sindacale, e questo è un rischio, signor Presidente e signor Sottosegretario, perché, quando non decidono i lavoratori, il rischio che decida qualcun altro al posto loro è reale.
Terzo: non c'è nessun potere di interdizione, in nessuna delle fattispecie della partecipazione introdotte, codificate per legge (parliamo della gestionale, della finanziaria, dell'organizzativa, della consultiva), che viene accordato ai rappresentanti dei lavoratori all'interno dei consigli di amministrazione. Non ci sono, non c'è nulla. Cioè, se c'è un piano di ristrutturazione che i lavoratori non condividono, se c'è una rimodulazione dell'organizzazione degli orari o altre cose ancora, i lavoratori non hanno nessun potere di stoppare e di riaprire la strada della contrattazione. Questa era la parte di rafforzamento che vi chiedevamo e che, però, non è stata presa neanche lontanamente in considerazione.
Il problema è che, già di fronte a un provvedimento fondato, sostanzialmente, sulla facoltatività e non sulla obbligatorietà, pallido sul terreno della selezione dei lavoratori e, dunque, del canale sindacale, di tutto quello che ho detto, si sono innescati elementi di peggioramento sostanziale, che ci fanno dire - questo lo diciamo noi, ci stupiamo che non lo dica la CISL - che non siamo più davanti al provvedimento originario. Perché non c'è niente da fare quando un provvedimento passa da 22 articoli e 76 commi a 15 articoli e 30 commi.
Quando salta in aria la partecipazione obbligatoria nelle società partecipate, quando salta in aria la partecipazione nelle assicurazioni e nelle banche, quando salta in aria, per ben 14 volte, il principio della contrattazione collettiva, allora ci domandiamo che cosa resta di quella proposta di legge.
Le aggiungo, Presidente, che si fa una trasformazione ulteriore: da diritto esigibile dei lavoratori, cioè della possibilità, tramite il contratto collettivo nazionale, di attuare la partecipazione, di applicarla e di richiederla, quella parte salta e tutto è delegato agli statuti delle imprese. Dunque, ci troviamo di fronte a un diritto dei lavoratori che viene trasformato in una facoltà degli imprenditori. Le sembrerà chiaro, signor Presidente, e sono convinto che sia chiaro a tutti che qui ci troviamo di fronte a una partecipazione concessa, direbbero i francesi octroyée; non ci troviamo di fronte all'attuazione di un articolo della Costituzione repubblicana. Se questo è il punto, noi siamo di fronte a una preoccupazione molto forte, perché non è una cura dimagrante, non è un semplice tributo al dono della sintesi, ma siamo di fronte a uno svuotamento e a uno stravolgimento.
Siamo di fronte, anche, a un'operazione che non tiene conto di tutto il dettato costituzionale. Infatti, il tema della partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici alla vita economica del Paese è già dentro l'articolo 3 della Costituzione, quello che parla della rimozione degli ostacoli e in quell'articolo, signor Presidente - e vado a chiudere -, c'è tutto quello che andrebbe attuato: l'articolo 36 della Costituzione, che voi non volete applicare, ed è quello per cui noi chiediamo un salario minimo legale; l'articolo 39, che è quello che introduce il principio della rappresentanza.
Signor Presidente, su questo terreno - e concludo - noi abbiamo condotto una battaglia politica forte, perché, a un certo punto, nel corso dello stravolgimento di questo provvedimento, è stato introdotto un emendamento che, surrettiziamente, accanto ai contratti comparativamente più rappresentativi aggiungeva i contratti maggiormente rappresentativi. Per quello che riguarda il Partito Democratico, quell'emendamento deve saltare perché, dal nostro punto di vista, è il tentativo …
PRESIDENTE. Concluda.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). … di introdurre, surrettiziamente, contratti pirata. Noi siamo d'accordo che debba vivere il principio del pluralismo sindacale e che questo debba vivere sempre dentro un disegno di parità assoluta dei salari, ma quell'articolo rischia di contraddirlo. È per questo che noi pensiamo che debba saltare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Ci troviamo oggi a discutere di un testo che noi, come MoVimento 5 Stelle - ci tengo a dirlo -, abbiamo affrontato sin dal suo incardinamento in Commissione lavoro con grande rispetto, con favore e, devo dire, anche con grande entusiasmo. Noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo fatto della partecipazione il nostro cuore pulsante. Siamo nati, siamo cresciuti e ci siamo consolidati sulla base principio della partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica, alla vita sociale e alla vita economica. Per cui, non potevamo di certo affrontare questo testo in un modo diverso, provenendo, questo - l'ha già ricordato il collega -, da una proposta di iniziativa popolare, promossa dal sindacato CISL, che ha visto raccolte oltre 400.000 firme.
Per questo motivo ci siamo approcciati al testo in un modo assolutamente costruttivo, cercando di andare alle radici profonde di quella che è la cosiddetta partecipazione dei lavoratori all'impresa. Con il termine “partecipazione” facciamo riferimento a molte sfaccettature. Ciclicamente la politica parla di partecipazione e, devo dire, che ci sembrava che la direzione fosse quella corretta, alla lettura, appunto, del testo sindacale.
Detto questo, ci siamo interrogati anche sul fatto che il testo fosse molto interdisciplinare, perché, se andate a leggerlo, colleghi, vedrete che fa riferimento a tanti aspetti di diritto tributario, di diritto societario, di diritto del lavoro. Se andiamo a vedere la storia di quello che è il senso della partecipazione, vediamo che ogni volta che è entrato nel dibattito questo tema è stato per vari fini: politici, economici e sociali. Ma fino ad ora perché non si è mai entrati così nel tentativo di dare un quadro di coordinamento alla normativa sulla partecipazione? Perché, di fatto, il tutto è sempre stato disciplinato dal codice civile, che già prevede una serie di forme di partecipazione, così come dal diritto del lavoro. Fino adesso, appunto, non c'era stato questo slancio, partendo dalla mera collaborazione prevista dalla nostra Costituzione, perché, come sentirete dai colleghi della maggioranza, si parla di dare attuazione all'articolo 46 della nostra Costituzione, ma nell'articolo 46 della nostra Costituzione non si parla di partecipazione, quanto, invece, di collaborazione, ossia “il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.
Ebbene, colleghi, se noi andiamo a vedere anche gli emendamenti che furono presentati in sede di fase costituente da parte di questa Assemblea, emerse un grande dibattito in merito a quale termine scegliere fra gestione, partecipazione e collaborazione. Alla fine si optò, con l'emendamento finale Gronchi, Pastore Giulio, Storchi e Fanfani, a un compromesso tra le varie componenti dell'Assemblea, che sono, appunto, state orientate a scegliere il tema della collaborazione e questo per una serie di rischi che si paventavano, ossia il fatto che, lungi dall'andare a democratizzare - passatemi il termine - la gestione delle aziende, potessero esserci rischi concreti per i lavoratori e per i loro diritti.
Entrando nel complesso vero e proprio degli emendamenti che noi abbiamo proposto, all'articolo 1 ci siamo interrogati su tutto quello che vi ho detto, perché pensiamo che quando si va a legiferare è necessario capire la ratio legis e capire da dove si è partiti per vedere dove si vuole arrivare. A seguito dei lavori di Commissione, purtroppo, ci siamo resi conto che il testo del sindacato CISL è stato smantellato, perché, appunto, si è passati da 22 articoli a 15.
Da che c'era una forte rappresentanza collettiva all'interno del testo, quindi si riusciva, con quel testo, ad andare a superare la concezione individualista che ha sempre caratterizzato il concetto di partecipazione - ossia il lavoratore che contratta, individualmente, con il datore di lavoro per eventuale partecipazione alla gestione, sia agli utili che alla gestione organizzativa -, dall'altra parte, nel testo, invece, si andava effettivamente a creare una forma di collettivizzazione delle quattro forme di partecipazione, ossia la partecipazione gestionale, amministrativa, economico-finanziaria e consultiva. Quindi, questo ci sembrava un grande passo avanti, però, purtroppo, nel corso dei lavori, questa partecipazione collettiva, che prevede la presenza forte delle rappresentanze sindacali, in realtà, è andata completamente scomparendo, stravolgendo la direzione in cui questo provvedimento va. Quindi, mentre prima, se la contrattazione collettiva non avesse previsto forme di partecipazione non sarebbe stato possibile farla, in questo provvedimento, per come lo stiamo discutendo in quest'Aula, si parte dagli statuti delle aziende per poi arrivare alla partecipazione, con uno stravolgimento delle logiche che avevano effettivamente orientato il provvedimento.
Per questo all'articolo 1, con i nostri emendamenti, abbiamo chiesto di rivedere i limiti e le modalità di questa partecipazione, proprio perché riteniamo che sia totalmente stravolta la ratio e, di fatto, si voglia attuare questa partecipazione in modo totalmente generico e senza nessun tipo di limite e confine, per cui abbiamo previsto l'emendamento.
All'articolo 2 emerge, in tutta franchezza, un paradosso, perché viene soppresso da parte della maggioranza il concetto di impresa socialmente sostenibile. Mi chiedo cosa avesse fatto, colleghi, questa impresa socialmente sostenibile, tanto da prevedere, addirittura, un emendamento soppressivo sul testo originario. Già intervenire su un testo di matrice popolare come questo è una cosa grave, perché ci si sarebbe dovuti approcciare al testo con tanto rispetto e portarlo - se veramente l'intenzione era quella - come testo base, prevedendo la sua integrità, magari apportando delle migliorie, ma non stravolgendone così il senso, la ragione e la direzione.
Poi, se la direzione è quella della modernizzazione del nostro sistema giuridico, allora non mi spiego il motivo, colleghi, per cui andate ad affossare le definizioni di impresa socialmente sostenibile. Ma vi dico la verità, questa cosa non mi sorprende più di tanto, perché, effettivamente, il modus operandi della maggioranza e del Governo sui temi del lavoro è sempre stato questo. Infatti, anche con il salario minimo ci propinavate il discorso della legge delega, dell'intenzione di andare ad innalzare i salari del nostro Paese, ma poi, in realtà, è tutto finto, è tutto fumo negli occhi, perché, quando c'è da intervenire in modo concreto sui temi, c'è una cortina di fumo e, se si va a vedere sotto, non c'è niente o, peggio, a volte c'è il peggioramento dei diritti dei lavoratori, come succede con questo testo.
Vado avanti, all'articolo 4, con riferimento al quale i nostri emendamenti non sono soltanto volti a rimettere al centro la discussione sulla contrattazione collettiva, ma vanno anche nella direzione di potenziare i permessi retribuiti dei lavoratori che faranno parte, poi, dei CdA, dei consigli di sorveglianza. Perché, effettivamente, Presidente, non si comprende come mai queste persone non debbano avere dei permessi retribuiti, quando all'interno del testo originario avevano questi permessi. Per questo io dico che voi state facendo degli enormi passi indietro. Io entrerò nel merito dei singoli emendamenti per spiegare perché riteniamo che questo provvedimento vada in una direzione completamente sbagliata, che va a detrimento dei diritti dei lavoratori e che sia, comunque, una cortina di fumo.
Inoltre, segnalo che tutta una grande parte del nostro Paese viene scoperta, perché mi chiedo quale sia il motivo per cui la questione della partecipazione nelle società a partecipazione pubblica sia stata espunta da questo provvedimento, se non per il fatto che sia un antipasto della privatizzazione dei gioielli di Stato che Meloni vuole fare, e questo è evidente, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Questa proposta di legge che ci sottoponete parla di partecipazione dei lavoratori agli utili d'impresa e alla governance delle aziende, ma, attenzione, partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa solo in termini consultivi e redistribuzione degli utili subordinata, di fatto, alla volontà dell'impresa, ovvero senza alcun obbligo, su base volontaria e negoziale, si possono, di fatto, sottoscrivere accordi di partecipazione dei lavoratori agli utili delle loro aziende, accordi incentivati fiscalmente. Bisogna però, come diceva l'onorevole Franco Mari, dirsi la verità: lasciare alla discrezionalità dell'azienda il coinvolgimento dei lavoratori, secondo noi, non serve a niente. Davvero credete di cambiare qualcosa in un tessuto produttivo in cui, di fatto, gli azionisti reinvestono nelle loro società solo il 20 per cento degli utili e l'80 per cento lo distribuiscono in dividendi?
Ciò di cui dovremmo davvero parlare e su cui dovremmo legiferare sono, invece, gli strumenti veri di democrazia sui luoghi di lavoro. Qui, come al solito, si comincia dal fondo e, addirittura, si rischia di disconoscere la funzione di rappresentanza sindacale del lavoro come controparte. Sulla partecipazione organizzativa quanto previsto è molto meno di ciò che è già contemplato nella contrattazione collettiva, come nel caso dei diritti di consultazione delle commissioni paritetiche, in cui la presenza dei lavoratori è già prevista da 30 anni. I diritti di consultazione e informazione sono già ampiamente disciplinati nei contratti collettivi firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative; semmai, Presidente, serviva renderli vincolanti e validi per tutti. Nel testo di legge la partecipazione gestionale non rafforza la dimensione collettiva e sindacale del lavoro come controparte; ipotizza, invece, la presenza eventuale e non obbligatoria di un rappresentante dei lavoratori in organi come il consiglio di amministrazione. E anche lì: quali garanzie sui numeri, su chi può farne parte, sul coinvolgimento della rappresentanza sindacale?
Vedete, per instaurare un nuovo modello di relazioni tra capitale e lavoro, bisogna restituire il potere al lavoro, di certo non sottrarne. Non c'è bisogno di leggere e studiare Marx: non esiste conciliazione senza dialettica. Basterebbe, in qualche modo, riguardare, riosservare Hegel, altro che lasciarsi alle spalle la cultura novecentesca del conflitto. Perché la cooperazione non diventi cooptazione servono diritti e forza contrattuale a chi ne ha strutturalmente di meno. Nella storia la partecipazione è sempre stata più alta quando maggiore è stato il conflitto - dovete farvene una ragione -, quando più i lavoratori hanno reclamato diritti e indetto scioperi. Questa è partecipazione. Se partecipare significa prendere una parte, quella del lavoro non è quella dell'impresa. Se partecipare significa avere voce in capitolo nelle scelte aziendali, questo è quasi sempre avvenuto nelle forme della conflittualità. Sapete perché? Perché chi ha il potere non lo regala quasi mai, solo una piccola parte di imprenditori illuminati l'ha fatto.
Ciò da cui dovremmo cominciare, allora, è una legge sulla rappresentanza, sulla rappresentatività delle organizzazioni sindacali e datoriali e sulla democrazia sindacale, una legge che preveda il voto delle lavoratrici e dei lavoratori per l'approvazione dei contratti nazionali di lavoro, che sancisca la validità erga omnes dei contratti, come chiediamo da tempo, che estenda i diritti di informazione e consultazione preventiva dei lavoratori e che preveda forme analoghe ai consigli di sorveglianza con rappresentanti dei lavoratori eletti. Le lavoratrici e i lavoratori vanno coinvolti nelle scelte dell'impresa sulla transizione energetica, ecologica e digitale, sulla sicurezza, sulla sicurezza sul lavoro, ma, per farlo, bisogna rafforzare la contrattazione, bisogna rovesciare il primato degli azionisti a scapito dell'economia reale dei lavoratori e riconoscere che, sì, gli azionisti contribuiscono con il capitale, anzi, spesso, non contribuiscono affatto, perché non reinvestono ciò che dovrebbero. Ma ci faccia dire in modo più semplice: i lavoratori contribuiscono con il proprio tempo, le proprie competenze e la propria vita, questo è il lavoro.
Perciò bisogna restituire loro salario, salario, salario, tempo e potere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Bisogna rafforzare la loro voce affinché abbia un peso maggiore di quelle degli azionisti nel corso dei processi decisionali. Parlate di favorire la competitività, ma dobbiamo perseguire una ripresa sostenibile e socialmente equa. Eppure, anche in tempi di crisi abbiamo visto imprese attingere a programmi di sostegno pubblici aggirando i diritti dei lavoratori alla salute, alla sicurezza e a condizioni dignitose, i diritti tutelati dalle organizzazioni sindacali.
Vediamo processi di ristrutturazione decisi unilateralmente dai datori spregiudicati, vediamo che sono tollerate società di comodo in cui l'unico obiettivo è eludere le tasse e ignorare il diritto e le norme sul lavoro, grandi imprese che fingono di non vedere che i loro fornitori ignorano i più essenziali diritti sociali, umani e dell'ambiente, aziende che scelgono à la carte il contratto collettivo da applicare pur di pagare meno quei lavoratori, senza alcuna attinenza con le loro mansioni.
Dite che la partecipazione dei lavoratori agli utili può costituire uno strumento di recupero salariale, ma mi faccia dire, Presidente: sui salari ci vogliono certezze, il potere di acquisto delle persone si aumenta introducendo un salario minimo legale e impedendo alle imprese di sfruttare il lavoro povero (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Abbiamo sentito dire che la partecipazione agli utili garantisce alle imprese maggiore solidarietà da parte dei lavoratori, ma si sentirebbero più coinvolti dai destini dell'impresa, come? Ma quando è che chiederemo ai datori di essere, invece, più solidali nei confronti dei lavoratori? Ma quando è che indicizzeremo nuovamente i salari ogni qualvolta non vengono rinnovati i contratti collettivi nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Sono scaduti più della metà!
Avete detto che eravate contro il salario minimo legale per rafforzare la contrattazione collettiva nazionale, invece siete muti e non mettete nemmeno le risorse necessarie per rinnovarli nel pubblico. Ma quando è che imporremo di rispettare le norme e gli accordi sulla responsabilità sociale? Quando è che, ogni qualvolta che quei contratti collettivi nazionali non vengono rinnovati, li indicizzeremo automaticamente? Parliamo di scala mobile, sì, a 40 anni dal decreto San Valentino. Ma guardate i salari da fame del nostro Paese, guardateli in faccia e ditemi qual è la vostra risposta.
Non c'è, siete muti. Quando è che gli impediremo di risparmiare sul costo del lavoro, invece di investire in innovazione? Quando è che si sentiranno coinvolti dai destini delle persone che lasciano a casa, chiudendo una ditta per delocalizzare e fare più profitti, dai destini dei territori che desertificano e delle comunità che disgregano? Un Governo che non dispone le risorse per i rinnovi contrattuali possiamo chiamarlo solidale, appunto? È solidale lasciare 6,5 milioni di dipendenti con contratti scaduti e inadeguati al costo della vita? Per noi no. Noi vi chiediamo di farvi un esame di coscienza. Questa proposta, semplicemente, non è ciò di cui il Paese ha bisogno. Tutto ciò di cui ha bisogno lo avete liquidato senza discussione, come il salario minimo legale, come la limitazione dei contratti precari, come la parità di trattamento negli appalti e come la riduzione dei tempi di lavoro a parità di salario.
Per questo il nostro voto sarà contrario, e ho concluso, Presidente. Ieri una parlamentare, una Ministra, ci ha detto che siamo contro i ricchi e gli imprenditori. Mi faccia dire che noi siamo contro gli oligarchi e contro i “prenditori”, quelli che chiedono sacrificio ai loro fornitori e intanto si staccano i dividendi, quelli che non pagano le tasse e non pagano i lavoratori, e poi sfrecciano con le Maserati, fregandosene di tutto e tutti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli della proposta di legge.
LORENZO MALAGOLA , Relatore per la XI Commissione. Grazie, Presidente. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti, tranne che sui seguenti: identici emendamenti 2.1001 Scotto e 2.1002 Mari…
PRESIDENTE. Ci può fornire cortesemente il numero di pagina?
LORENZO MALAGOLA, Relatore per la XI Commissione. Pagina 4 e 5. Poi emendamento 2.1009 Barzotti, 4.5 Scotto, ove così riformulato: “gli amministratori designati ai sensi dei commi 1 e 2 non possono assumere incarichi direttivi, qualora non già ricoperti nella medesima impresa, entro il termine di tre anni dalla cessazione del mandato”, emendamenti 5.500 della Commissione bilancio, 6.500 della Commissione bilancio, 8.400 delle Commissioni…
PRESIDENTE. Questo è fuori sacco.
LORENZO MALAGOLA, Relatore per la XI Commissione. L'emendamento 13.500 della Commissione bilancio e poi l'emendamento Tit.400 delle Commissioni.
PRESIDENTE. Governo?
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, allora faccio un piccolo intervento sul caso di tre emendamenti soppressivi. Abbiamo accettato questi emendamenti soppressivi perché c'è stato un dialogo costante in qualche modo con il PD, che ci vede razionalizzare, secondo me, un intervento importantissimo per quello che riguarda la rappresentatività sindacale. Credo che sia un argomento che debba essere un po' comprensivo di tutte le forze che sono qui in Parlamento e, quindi, con questo dialogo possiamo sicuramente trovare le condizioni che in qualche modo possano rendere più rappresentative, nel miglior modo possibile, le attività da svolgere da qui al futuro, condividendo un percorso che dia pluralità e libertà sindacale in un contesto di parità salariale.
PRESIDENTE. Per quanto riguarda il parere sugli emendamenti, Sottosegretario?
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Conforme.
PRESIDENTE. Parere conforme al relatore.
(Articolo 1 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo quindi all'emendamento 1.5 Mari. Non ci sono richieste di intervento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'emendamento 1.1000 Barzotti.
Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi andiamo a specificare le modalità e i limiti dell'esercizio della partecipazione. Questo perché riteniamo che il testo uscito dalle Commissioni sia totalmente generico e indeterminato, anzi, vada in una direzione molto grave, che è quella di lasciare spazio esclusivamente agli statuti delle aziende per decidere, appunto, modi e metodi di questa partecipazione. Allora noi riteniamo che debba esserci innanzitutto un coinvolgimento attivo e diretto delle rappresentanze sindacali, cosa che nel testo manca, ma poi, soprattutto, il tema è proprio la ratio legis.
Pensiamo che con la partecipazione - in particolare, colleghi, faccio riferimento alla partecipazione economica agli utili, a quella finanziaria, che, comunque, sono due forme di partecipazione che non necessariamente si sovrappongono - non possiamo e non dobbiamo in alcun modo sostituire il concetto di una retribuzione equa e dignitosa, perché, come viene previsto dalla legge nella sua nuova formulazione, non è che garantire ai lavoratori una retribuzione di risultato, sostituendola con azioni, significa che questi lavoratori avranno effettivamente una retribuzione migliore. Peggio mi sento, perché può essere benissimo che queste azioni non valgano assolutamente nulla! Quindi, come e perché dobbiamo sostituire la retribuzione normale con questo tipo di soluzioni inerenti agli utili, per noi è assolutamente un qualcosa di controproducente; non deve esser fatto, anzi rischia di essere un gravissimo pregiudizio per i lavoratori. Come sapete benissimo, la retribuzione è indisponibile, quindi non è possibile cambiarla in questo modo con questa legge.
Siamo totalmente contrari e, quindi, riteniamo che, con i primi emendamenti, si debba necessariamente fare chiarezza su questo, perché il testo della CISL non prevedeva assolutamente questa fattispecie; prevedeva la possibilità, semplicemente, di dare una retribuzione aggiuntiva. Allora, sulla retribuzione aggiuntiva si ragiona, ovviamente, perché non sarà certo il MoVimento 5 Stelle a dirvi di non aumentare i salari. Anzi, è nostra la proposta sul salario minimo legale, è nostra l'esigenza, che abbiamo portato in tutti i modi, dal 2013, ovunque, di alzare i salari e di ascoltare i 4 milioni di lavoratori poveri. Di certo, non staremo qui a dirvi “no, la retribuzione variabile non si tocca”. Non è così.! Quello che volete fare con questa legge è gravissimo. Voi volete trasformare la retribuzione normale con azioni, in modo non volontario e unilaterale, senza coinvolgimento della contrattazione collettiva. Ditemi voi se questo non sia qualcosa di grave che va a detrimento dei diritti dei lavoratori. Questo tipo di soluzione non è neanche avallata dall'Unione europea, perché nelle risoluzioni sulla partecipazione dei lavoratori agli utili d'impresa e alla governance, si prevede esclusivamente che sia una retribuzione aggiuntiva, non i premi di risultato e non la retribuzione normale.
Per cui, di sicuro, riteniamo che questa legge vada specificata nei metodi, nei modi e nei limiti, perché così sarà semplicemente a detrimento dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1000 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 1.1001 Tucci. Ha chiesto di parlare il deputato Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. In modo molto diretto, in linea con quanto appena detto dalla collega Barzotti, questo provvedimento nasce dall'idea di far partecipare i lavoratori alla governance d'impresa e, quindi, di farli partecipare a tutto ciò che riguarda la gestione dell'impresa stessa (la parte organizzativa, la parte economica, la parte finanziaria e la parte gestionale).
Con questo emendamento, chiediamo una cosa che, all'apparenza sembra banale, ma, nella sostanza, in realtà, è molto importante. Chiediamo che la categoria di lavoratori, che accede a questo tipo di esercizio, sia quella dei lavoratori subordinati. Questo perché un lavoratore non subordinato - quindi, per intenderci, i famosi Co.Co.Co. - è notevolmente più debole nella fase di trattativa e potrebbe rischiare di subire da parte delle imprese pressioni a cui non riuscirebbe a rispondere per via della sua debolezza contrattuale. Ecco perché Presidente, banalmente, chiediamo che sia inquadrata la categoria dei lavoratori che partecipa a questo tipo di governance, ovvero quelli subordinati che, almeno fino a questo provvedimento, grazie alla contrattazione collettiva, dovrebbero essere sottoposti a una maggiore forma di tutela.
Dopo questo provvedimento (avremo modo di ragionarci con le successive proposte emendative), il rischio che la contrattazione collettiva, in qualche modo, sia incrinata è molto alto. Quindi, almeno su questo, cerchiamo di dare un segnale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale la deputata Barzotti. Ne ha facoltà, per un minuto.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Molto importante è l'emendamento Tucci che ci ricorda come la forma normale di lavoro dovrebbe essere quella del lavoro subordinato e a tempo indeterminato. Intervengo, quindi, semplicemente per segnalare la necessità di andare sempre in quest'ottica ed invitare, quindi, la maggioranza a votare favorevolmente, perché non si può andare avanti a precarizzare il lavoro, come state facendo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1001 Tucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo all'emendamento 1.1003 Barzotti, su cui le Commissioni e il Governo hanno espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento è molto importante, perché, sull'articolo 1, ci ricorda che, per quanto riguarda la partecipazione, se veramente questo Governo e questa maggioranza volessero renderla efficace, dovrebbero ragionare anche in termini di controllo da parte dei lavoratori, cosa che, purtroppo, manca, perché, in questo provvedimento, non c'è alcun tipo di modalità cogente per i lavoratori di prendere parte alle decisioni aziendali.
Anzi, proprio per il fatto che si tolgono forza e potere alla contrattazione collettiva - che adesso, da sola, riesce a gestire, in modo informativo e consultivo, le relazioni aziendali -, di sicuro, questo provvedimento si trasforma in qualcosa di inutile, oltre che dannoso, perché non c'è, in alcun modo, alcun potere di veto cogente e obbligatorio che i lavoratori, che stanno all'interno del consiglio di sorveglianza o di amministrazione, possano porre in essere. Perciò, invito la maggioranza a correggere il testo, approvando questo emendamento, e rimando la palla al Governo, chiedendogli di cambiare parere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1003 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'emendamento 1.9 Mari.
Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Qui c'è proprio la precipitazione dello stravolgimento della Costituzione che è stato fatto con questa legge. È chiaro che inserire, nell'articolo 1, nelle finalità, anche la proprietà - perché, secondo lo spirito di questa legge, questi lavoratori diventano, in qualche misura proprietari delle aziende - demarca tutta la differenza fra il concetto di collaborazione, contenuto nell'articolo 46, e la partecipazione così come è stata immaginata in questa norma.
La conseguenza di ciò, in questo mercato del lavoro, oggi, qui, non in Germania, è abbastanza semplice, anche per chi, tra l'altro, frequenta i tavoli di crisi. La conseguenza è abbastanza semplice: avremo lavoratori che si mettono in cassa integrazione da soli, si riducono il reddito da soli e, semmai, si licenziano pure da soli, perché sono anche proprietari (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'emendamento 1.1002 Carotenuto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, noi proponiamo di rafforzare il diritto all'informazione dei lavoratori all'interno delle aziende, in linea con principi sanciti dalla Carta sociale europea, oltre che con quelli costituzionali, va da sé. In sintesi, proponiamo di garantire che i lavoratori abbiano accesso alle informazioni riguardanti l'andamento economico e finanziario dell'azienda per cui operano. Ciò non solo promuove una maggiore trasparenza, ma favorisce anche una partecipazione più consapevole e attiva dei dipendenti nelle decisioni aziendali.
Visto e considerato che questa proposta di legge nasce dalla volontà di dare attuazione all'articolo 46 della Costituzione, che riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende, io vi domando: senza un accesso adeguato alle informazioni chiave, come possiamo garantire che questo diritto non rimanga lettera morta? È evidente che la partecipazione effettiva richiede che i lavoratori siano informati sulle scelte strategiche e operative dell'impresa, prima di essere consultati, siamo all'abc.
Peraltro, ci sono gli articoli 21 e 22 della Carta sociale europea, ratificata dall'Italia con la legge n. 30 del 1999, che stabiliscono chiaramente il diritto dei lavoratori all'informazione e alla consultazione; articoli che sottolineano l'importanza di coinvolgere i dipendenti nei processi decisionali, riconoscendo che tale coinvolgimento è essenziale per il benessere sia dei lavoratori, che dell'azienda stessa. Ma se non garantiamo il diritto all'informazione, di che coinvolgimento parliamo? Nel testo originale, d'altra parte, questo diritto d'informazione c'era, poi l'esame in Commissione, con tante altre cose, ha di fatto cancellato anche queste tutele. In dettaglio, l'obbligo per le aziende di informare e consultare preventivamente i dipendenti è stato trasformato in una mera possibilità, lasciata alla discrezionalità del datore di lavoro. Questo, per noi, evidentemente, rappresenta un passo indietro inaccettabile.
Pertanto, approvare questo emendamento significherebbe riaffermare l'impegno del nostro Parlamento nel tutelare i diritti dei lavoratori e nel promuovere una cultura aziendale basata sulla trasparenza e sulla collaborazione; significherebbe, inoltre, allineare la nostra legislazione agli standard europei, oltre che ai richiamati principi costituzionali, che abbiamo il dovere sempre di rispettare e attuare. Quindi sono proposte di buonsenso. Temo che prevalga, in questo Governo, il diritto - se vogliamo chiamarla così - all'opacità del datore di lavoro, magari per consentirgli di non farsi beccare a sfruttare la cassa integrazione COVID per chi sta continuando a lavorare. Ma, se così non fosse e se fossi malpensante, vi invito ad esprimere un voto favorevole a questo emendamento: garantiamo ai lavoratori italiani il diritto all'informazione e alla consultazione, che sono pilastri fondamentali nella partecipazione autentica e democratica alla vita aziendale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1002 Carotenuto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 8).
(Articolo 2 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.7 Scotto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1005 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'emendamento 2.1007 Carotenuto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. La proposta di legge in esame, nata come iniziativa popolare sostenuta da ben 400.000 cittadini, mirava a dare concreta attuazione all'articolo 46 della nostra Costituzione, riconoscendo il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende, ma quello che rischiamo di approvare è un tradimento della volontà di questi cittadini, oltre che un arretramento sostanziale dei diritti dei lavoratori, che è davvero paradossale considerando i presupposti da cui questa proposta partiva.
Ai vostri paradossi, purtroppo, gli italiani stanno facendo l'abitudine: questa è una maggioranza che dice “no” al salario minimo e, poi, parla di salario massimo, che precarizza i rapporti di lavoro, che non attua misure idonee a contrastare gli infortuni sul lavoro e adesso, in un provvedimento che si prefiggeva di dare più potere ai lavoratori, che fa? Attribuisce alle aziende il potere di decidere, unilateralmente e arbitrariamente, di pagare il premio di risultato - che giova ricordare è una retribuzione accessoria, se non strutturale, che permette al lavoratore di beneficiare anche dei contributi previdenziali - con delle azioni che, ovviamente, per loro stessa natura, sono fluttuanti, potrebbero rivelarsi anche una sonora fregatura.
Ma mi domando: chi è il genio del male che, in una proposta di legge che nasceva per dare dei vantaggi ai lavoratori, partorisce queste truffe a loro danno? Un'idea io ce l'ho e, probabilmente, è per questo che, proprio ieri, l'avete confermata al suo posto di Ministra, nonostante le accuse di truffa ai danni dello Stato che pendono su di lei. Anche con questo emendamento, allora, proviamo a riportare nella direzione originaria un testo che oggi rischia di essere approvato profondamente alterato rispetto alla versione originaria e ai suoi intenti. E questa è, francamente, tra le modifiche più preoccupanti e ingiustificabili.
Per queste ragioni abbiamo presentato questo emendamento, che propone la soppressione dell'azionariato dalle forme di partecipazione economico-finanziaria dei lavoratori, preservando così i loro diritti e garantendo anche che eventuali forme di partecipazione siano concordate attraverso la contrattazione collettiva e non imposte unilateralmente delle aziende. Votare contro questo emendamento non solo è un tradimento di 400.000 firme, ma rappresenta un precedente pericolosissimo per i diritti dei lavoratori, per giunta in un momento in cui l'inflazione è altissima, il potere d'acquisto sempre più ridotto, con i salari fermi al palo. In uno scenario del genere, non approvare questo emendamento è una scelta classista e oscena, ripensateci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1007 Carotenuto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1003 Carotenuto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo agli identici emendamenti 2.1000 Scotto e 2.1008 Aiello.
Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento è la dimostrazione che il testo originario è stato totalmente svuotato, perché noi chiediamo di ripristinare la dizione “impresa socialmente sostenibile” - che mi sembra un obiettivo di buonsenso -, che, all'interno di questo faticoso e pervicace lavoro demolitorio che è stato fatto nei confronti del testo originario, viene tolta. Non si capisce perché il centrodestra non sia d'accordo con questa definizione “impresa socialmente sostenibile”. Noi chiediamo di ripristinarla.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1000 Scotto e 2.1008 Aiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1004 Aiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo agli identici emendamenti 2.1001 Scotto, 2.1002 Mari e 2.1009 Barzotti, su cui vi è il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questi, effettivamente, sono emendamenti cruciali per questo provvedimento. Ricordiamo che con questi emendamenti si sopprime un intervento del tutto estemporaneo e alieno rispetto al senso di questo provvedimento. In particolare, si interviene, con una sorta di “zampata”, sul tema fondamentale della rappresentanza dei lavoratori attraverso le organizzazioni sindacali. Cosa chiediamo di sopprimere? Nel confronto con il Governo e la maggioranza, abbiamo ottenuto che venga soppressa una dizione che, come ci veniva ricordato dal Sottosegretario, non è finalizzata a garantire la libertà e, quindi, la pluralità dell'organizzazione sindacale, ma - ove approvata - avrebbe messo in discussione il ruolo non della loro esistenza ma della loro rappresentatività. In altre parole, sarebbe stato un favore ai sindacati non rappresentativi dei lavoratori, che, molto spesso, agiscono come “sindacati pirata”, facendo concorrenza ai sindacati rappresentativi su salari e tutele.
Siamo favorevoli al fatto che si discuta di criteri veri per definire in modo compiuto, anche normativamente, la rappresentatività. A questo disegno di legge abbiamo presentato alcune proposte, le presentiamo sia alla Camera che al Senato.
Quello su cui però vogliamo essere chiari fin da subito è che, invece, non si può intervenire, in modo improvvisato, su un tema così delicato. Ricordiamo il momento in cui ci siamo trovati di fronte a una maggioranza e a un Governo che hanno cercato di smontare il criterio del “comparativamente più rappresentativo” in più passaggi dall'inizio di questa legislatura, ma hanno trovato sempre la ferma opposizione, non solo delle opposizioni (questo è banale), ma anche delle organizzazioni sindacali, fra cui CGIL, CISL e UIL, ma anche spesso UGL. Peraltro, hanno trovato la fermissima opposizione anche delle associazioni datoriali, perché tutta l'organizzazione delle rappresentanze sociali crede sia importante definire un criterio fondamentale per cui sono titolate a rappresentare i lavoratori solo quelle che ne hanno avuto il consenso. Non si può equiparare un'associazione con tre iscritti a un'associazione con tre milioni di iscritti. Questo è un concetto base. Avete provato a farlo, purtroppo, nel collegato Lavoro e nel PNRR; l'avete messo nella delega sul salario minimo, che giace boccheggiante da 14 mesi al Senato - e speriamo non abbia mai corso, contrariamente alle vostre dichiarate intenzioni -; inoltre, avete messo queste norme anche nella revisione del codice degli appalti, suscitando addirittura una lettera scritta da tutte le principali organizzazioni datoriali - quindi non parlo solo dei sindacati - oltre che, ovviamente, in quel caso, dai sindacati CGIL, CISL, UIL e UGL.
Questo perché non si può dire che sono rappresentativi quelli che firmano molti contratti. Noi abbiamo quasi mille contratti depositati al CNEL, di cui sappiamo che almeno 600 sono fasulli. Quindi, un criterio di firma dei contratti non può essere un criterio di rappresentatività, criterio che, però, era stato messo nella revisione del codice degli appalti, Sottosegretario. Non me lo sto inventando io.
L'altra questione riguarda, per esempio, il numero di sedi. Ma, insomma, moltiplicare le sedi... Sappiamo che molte sedi sindacali sono scritte sui campanelli di uffici di avvocati e notai che si prestano. Quindi, siamo disponibili - lo ripeto - ad affrontare seriamente il problema della rappresentanza.
Il nostro emendamento va approvato per sopprimere una norma così come è stata scritta, anche sotto il profilo dell'italiano, dovrei dire, perché due comparativi in italiano non si possono mettere - “maggiormente” e “più” non esiste in italiano -, ma, soprattutto, perché è tecnicamente e politicamente totalmente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo perché c'è questa approvazione degli emendamenti identici, fra cui vi è anche il nostro 2.1009 Barzotti. Sicuramente, è stato fatto un passo in avanti rispetto allo stravolgimento delle logiche sindacali. Infatti, non è la prima volta che il Governo, in assenza di una legge sulla rappresentanza sindacale, interviene sull'alternanza tra “comparativamente” e “maggiormente” rappresentative, con un dibattito annoso di anni e anni. Perciò, non si può intervenire oggi con un provvedimento estemporaneo e senza una legge sulla rappresentanza. Detto questo, di certo, se pur cambia la nostra intenzione di voto sul singolo articolo, visto che l'articolo 2 è meramente definitorio, non cambia il voto e l'orientamento sul provvedimento, che per noi non va nella direzione corretta e per cui non riteniamo di poterlo votare favorevolmente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà, per due minuti.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, questo emendamento inizialmente è stato proposto da me. L'ho presentato - si direbbe, in francese, en mon âme et conscience - non in modo improvvisato, ma partendo dalla conoscenza, dal vissuto e dalla condivisione di ciò che stabilisce la nostra Costituzione in relazione al diritto alla libertà delle lavoratrici e dei lavoratori, dell'insieme delle lavoratrici e dei lavoratori, di potersi organizzare all'interno della forma sindacale. Questo è quanto stabilito dalla Costituzione.
E partendo proprio da questo principio espresso dall'articolo 39 della Carta costituzionale, il tema del sindacato si articola attorno a tre elementi. Il primo elemento è il tema della libertà delle lavoratrici e dei lavoratori di potersi organizzare; il secondo elemento riguarda l'elemento della democrazia, ad esclusione del monopolio, ad esclusione di una forma di sequestro di questa libertà, vale a dire la democrazia; il terzo elemento, Presidente, è il pluralismo. Ed è proprio su questo tema del pluralismo che vorrei soffermarmi. È tema tanto a cuore a Giuseppe Di Vittorio e a Vittorio Foa; è tema tanto a cuore a queste due figure che non soltanto hanno difeso questi tre principi...
PRESIDENTE. Concluda.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). ... ma sta all'interno del principio della libertà del pluralismo. Facciamo l'esempio di un'organizzazione di lavoratori e lavoratrici in una data provincia: prendo, ad esempio, la provincia di Foggia e dei braccianti in quel comparto; o prendo il caso di Piacenza, di Latina, di Viterbo o di Bologna...
PRESIDENTE. Deve concludere. Ha esaurito il suo tempo.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Concludo, Presidente. Che cosa succede? Decidono di organizzarsi. In quel comparto, hanno la rappresentatività. Cosa succede? Li escludiamo. Chi decide?
Allora, iniziamo a parlare del tema della rappresentanza, ma iniziamo a parlare per davvero...
PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il suo tempo.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). ...non usando lo scudo dei “sindacati pirata” per escludere la partecipazione dei lavoratori...
PRESIDENTE. Grazie.
Saluto gli studenti e i docenti del Polo liceale statale “Saffo” di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Accogliendo questi emendamenti, si mette mano a una stortura, non solo linguistica. Tuttavia, bisogna dire la verità. La prima verità è che le parole del Sottosegretario Durigon non mi hanno affatto rassicurato. Ho sentito un ragionamento sull'idea di sindacato e sulla rappresentanza che non mi rassicura affatto; bisogna riprenderle e metterle sotto la lente di ingrandimento.
Devo dire - sembrerà una battuta - che, con l'impianto di questa legge, il “maggiormente” ci stava meglio, non ci si stava peggio (Applausi del deputato Marattin). Ci stava meglio, perché questa è una legge che sceglie un modo di fare sindacato. È una legge di sistema, una legge pericolosissima. Questa legge qua è una bomba nel nostro mercato del lavoro. E se ci aveste messo “maggiormente”, avreste fatto l'operazione come doveva essere fatta e come era stata immaginata. Poi, va beh, è andata in un altro modo e vedremo come andrà.
Noi come la pensiamo? Innanzitutto, questa legge sull'articolo 46, senza mettere mano all'articolo 39, non si doveva e poteva fare, senza fare prima una legge sulla rappresentanza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). La nostra legge sulla rappresentanza deve contenere non solo la rappresentatività, come la immaginiamo noi, e le grandi organizzazioni sindacali, ma anche il diritto pieno dei lavoratori ad eleggere i propri rappresentanti a tutti i livelli, e non solo; anche il diritto vincolante a votare gli accordi che li riguardano. Questi sono elementi della legge sulla rappresentanza di cui dovremmo tenere conto.
Personalmente, credo che l'approvazione di questa legge, ancorché rimuovendo il termine “maggiormente” e lasciando - per fortuna - il “comparativamente”, non faccia un buon servizio al lavoro che dobbiamo fare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Un minuto?
PRESIDENTE. Due minuti.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Due minuti, anche troppi. Io ho applaudito il collega Mari - prima di capire che fosse ironico -, perché, onestamente, pur con l'umiltà che dovrebbe contraddistinguere chi si approccia a un tema senza averlo approfondito in Commissione, a me pare che sia più giusto il “maggiormente”.
Se il punto è tagliare la testa al toro alle interpretazioni ambigue - giurisprudenziali e non solo - che permettono l'esistenza di contratti pirata, scrivere che sono validi solo i contratti firmati dalle organizzazioni “maggiormente più rappresentative” sul piano nazionale toglie l'ambiguità. Se lasciate solo il “comparativamente”, state lasciando spazio all'ambiguità, potenzialmente persino dei contratti pirata. Quindi non ho capito perché volete togliere “maggiormente”. Se qualcuno, magari, me lo vuole spiegare… A me sembra che il “maggiormente” tagli di più la testa al toro e dica che il contratto collettivo valido a questi fini è quello che è firmato dall'organizzazione che, a livello nazionale, ha la rappresentanza vera dei lavoratori. Sto sbagliando qualcosa? Se me lo spiegate, per favore, grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Ho ascoltato la collega Guerra e il collega Soumahoro e credo che, pur con qualche difficoltà - anche mia, non essendo in Commissione - alla comprensione letterale del testo, abbia ragione il collega Soumahoro, nel senso che l'idea non può essere quella… Abbiamo ben presente quello che succede sul piano nazionale con le grandi rappresentanze dei sindacati. Quello che succede oggi - di buono, ma anche di cattivo - è il frutto di quel tipo di rappresentanza dei grandi sindacati nazionali. Se ho capito, la collega Guerra dice: no ma poi ci sono i sindacati pirata. È un'ipotesi. L'ipotesi che sostiene però il collega Soumahoro - che io sposo in pieno - è che ci possano essere rappresentanze che si formano sul piano locale, che non sono affatto pirata, ma che sono molto più genuine e sincere nel difendere l'interesse di quei lavoratori - spesso i più fragili - sul piano provinciale, ad esempio.
Quindi credo che questa sia una proposta molto utile, interessante, liberale e - da un certo punto di vista - anche lungimirante, perché creare un po' di competizione, su scala locale, tra i sindacati e le organizzazioni, magari, solo locali - e, quindi, più vicine -, il cui consenso e il cui finanziamento dipendono direttamente dai lavoratori in gioco, può essere una competizione molto sana, anche con le grandi centrali sindacali, che, magari, de minimis non curat praetor , non riescono a entrare nella carne viva delle contrattazioni a livello locale (Applausi del deputato Soumahoro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Scotto. Ha un minuto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Penso che, su questo emendamento, abbiamo fatto un lavoro molto positivo, superando un errore compiuto dalla Commissione. Infatti, si può mettere tutto all'interno della nostra discussione: le parole espresse dal collega Soumahoro sulla libertà sindacale, sull'autonomia del sindacato le sottoscrivo. C'è un punto: quel “comparativamente più rappresentative” è un argine rispetto a situazioni - come quelle che hanno descritto i colleghi Marattin e Della Vedova -, dove il datore del lavoro si fa il proprio sindacato e si costruisce il proprio contratto. È questo l'argine dei contratti comparativamente più rappresentativi, e noi lo difendiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Il deputato Marattin: “Ma non è vero!”).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Durigon. Ne ha facoltà.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Io ringrazio per il dibattito. Ribadisco il concetto che ho espresso poco fa: di certo non è questo disegno di legge che dà la rappresentanza di quello che deve avvenire sulla rappresentanza sindacale, però sono oggettivamente contento che il dibattito vada nella direzione dell'attività volta a creare i presupposti di una pluralità sindacale nella libertà, cosa che, secondo me, è fondamentale. Quindi, in questo caso, non credo ci sia un errore da parte della Commissione, ma, siccome è un argomento serio e importante, dal quale dipende, secondo me, il futuro della nostra Nazione sull'aspetto lavorativo, credo sia importante discuterne in un'assise particolare che, secondo me, possa dare un fondamento e un'innovazione a quello che sarà il sindacato. Quindi, credo che l'accordo che abbiamo fatto in questo caso - tolto da questo DDL, che non rappresenta una nuova frontiera, e posto, invece, in quello che sarà un DDL sulla rappresentanza - possa avere un valore serio dove tutte, anche le vostre, posizioni sono applicabili e doverose.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Il parere qual è?
PRESIDENTE. Il parere è sempre lo stesso.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. L'ho già espresso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà. Prego, ha un minuto.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Non ho sentito il parere del Governo.
PRESIDENTE. L'ha dato il parere; è confermato il parere positivo, prego.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, alla luce della discussione che è emersa e della sincerità intellettuale di questa discussione, ovviamente se il Regolamento lo permette, chiedo di ritirare l'emendamento.
PRESIDENTE. Non sono i suoi emendamenti, deputato Soumahoro. Ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà. Prego, ha un minuto.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Grazie, Presidente. Capita talmente tanto poco spesso che qua discutiamo una legge invece che un ordine del giorno che almeno fatemi sfruttare il punto. Perché non sono convinto di questo discorso? Allora, immaginiamo di trovarci nella provincia di Latina: col “comparativamente” cosa succede? Succede che mi creo due sindacati pirata: uno con più iscritti, l'altro con due iscritti soltanto. A quel punto, siccome su base nazionale, comparativamente, il mio sindacato è più rappresentativo del suo, io applico il contratto pirata. Se, invece, scrivo “maggiormente”, posso farmi tutti i sindacati pirata che voglio, ma non sono “più rappresentativo”, su base nazionale, e quel contratto pirata non lo posso firmare.
Se sto sbagliando, qualcuno mi spieghi dove (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1001 Scotto, 2.1002 Mari e 2.1009 Barzotti, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale e tecnologico “Fossati - Da Passano”, di La Spezia, e gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico professionale “Carnacina”, di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, che sono presenti in tribuna ad assistere ai nostri lavori. Li ringraziamo per questo e gli auguriamo ogni fortuna (Applausi).
Passiamo all'emendamento 2.1006 Barzotti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1006 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Passiamo alla votazione dell'articolo 2. Ha chiesto di parlare il deputato Sarracino. Ne ha facoltà.
MARCO SARRACINO (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Come abbiamo visto, questo articolo 2 è uno degli articoli più discussi di questo provvedimento e dopo avremo anche il tempo di riagganciarci alle cose che diceva l'onorevole Marattin. Però, Presidente, la domanda che noi, oggi, vorremmo rivolgere al Governo è la seguente: qual è il punto d'avanzamento che questa legge fornisce in termini di diritti nei confronti dei lavoratori? Questo, secondo noi, è il tema su cui dovremmo aprire una discussione, ossia come cambia la vita dei lavoratori in concreto con questa legge, perché poi dobbiamo ragionare sulle cose concrete. Noi, anche grazie al lavoro che ha fatto il Partito Democratico, abbiamo evitato un peggioramento rispetto al tema della rappresentanza.
Però oggi, Presidente, siamo di fronte anche alla possibilità di fare un'operazione verità. E qual è la verità? La verità è che la proposta della CISL, Presidente, non esiste più e non perché lo diciamo noi, ma perché stiamo assistendo ad un cambio di paradigma di quella legge, perché mentre quella legge prevedeva la possibilità e, quindi, la costruzione di un diritto dei lavoratori, oggi, invece, siamo di fronte ad un cambio di paradigma: non c'è più il diritto di un lavoratore, bensì c'è l'eventuale facoltà o la gentile concessione da parte del datore di lavoro nei confronti dei lavoratori. Come vede, si stravolge completamente l'impianto che, invece, era nel disegno originale.
Noi, Presidente, di questo non siamo stupiti: non siamo stupiti delle modifiche che la destra ha fatto nei confronti di quel testo. Sa il perché? Perché è nettamente in linea con il vostro modello di sviluppo, che prevede due cose: i bassi salari - e quotidianamente notiamo la vostra contrarietà al salario minimo - e la compressione dei diritti dei lavoratori e questo testo, alla fine, va proprio in quella direzione, che è la direzione, Presidente - e chiudo su questo -, di un modello di sviluppo che alla fine sta fallendo. Sa il perché? Perché se noi oggi, dopo due anni e mezzo di Governo Meloni, facciamo una domanda agli italiani: cari italiani, dal punto di vista economico e sociale, diteci come state dopo due anni e mezzo di Governo di centrodestra, gli italiani risponderanno che stanno peggio. Questa è la realtà, questa è la verità e la verità è che voi state fallendo sul grande tema economico e sociale di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.01 Scotto. Ha chiesto di parlare il deputato Sarracino. Ne ha facoltà.
MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa proposta emendativa ci dà la possibilità di riallacciarci alle considerazioni che faceva il collega Marattin, in modo tale da entrare anche nel merito. Questa proposta emendativa - Presidente, noi vogliamo annunciarlo - è in sintesi la proposta sulla legge sulla rappresentanza che oggi il Partito Democratico depositerà. C'è un punto: noi siamo di fronte a un quotidiano tentativo di indebolire i corpi intermedi, con la nascita di soggetti che depotenziano quotidianamente la contrattazione e legittimano i contratti pirata e vado nel merito delle considerazioni che venivano fatte anche precedentemente.
Nelle tantissime vertenze che, purtroppo, noi affrontiamo quotidianamente, assistiamo a un fenomeno, che è il seguente: molte volte si siedono al tavolo i sindacati maggiormente rappresentativi di quel territorio e mantengono una posizione e molte volte, però, al tavolo di quelle trattative si siedono anche i sindacati che, all'interno di quell'azienda, hanno uno, due o zero iscritti, e alla fine abbassano il potere contrattuale di trattativa da parte di tutti quei lavoratori e le vertenze non vanno bene. Per questo, il punto oggi ineludibile, caro Presidente, e mi rivolgo al Sottosegretario Durigon, è affrontare la grande questione di una legge sulla rappresentanza, perché non è possibile che i sindacati che non rappresentano nessuno in quelle aziende abbassino il potere di contrattazione e bombardino la contrattazione nei confronti dei lavoratori. C'è questo tema, che per noi è assolutamente fondamentale: la rappresentanza va misurata. Lo chiedono anche le imprese, come il Sottosegretario sa. Noi oggi depositiamo un testo di legge e vi sfidiamo su questo. Vorremmo un confronto già nelle prossime ore, perché le due cose, sia la legge di oggi, che quella che noi depositiamo, stanno assolutamente insieme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Prendo atto che il deputato Mari lo sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
(Articolo 3 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.8 Guerra. Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, questo è uno degli emendamenti più importanti del Partito Democratico, con cui abbiamo cercato - anche in Commissione, dove è stato bocciato, e cerchiamo di farlo anche qui - di dire che una partecipazione vera è possibile. Noi abbiamo accettato il terreno di gioco della proposta della CISL e abbiamo messo i piedi nel piatto anche nella partecipazione gestionale, che non è esattamente la nostra priorità. Però, se parliamo di partecipazione gestionale, che significa partecipazione dei lavoratori o al consiglio di amministrazione e/o al consiglio di sorveglianza, nel caso delle imprese a gestione duale, bisogna che sia una cosa seria. Quella presente in questa proposta di legge, che oggi approviamo, è una cosa, invece, non seria, anzi decisamente sbagliata.
La proposta della CISL aveva una caratteristica di fondo: tutte le forme di partecipazione previste passavano per una decisione assunta in sede di contrattazione. Quindi, era la contrattazione fra le parti sociali che regolava e decideva in merito alla partecipazione dei lavoratori, sia agli organi gestionali, che a tutto il resto. Qui, invece, abbiamo che la partecipazione gestionale, così come richiesto da Confindustria, è assolutamente subordinata a una decisione dell'impresa, la decisione dell'assemblea, cioè degli statuti. Questo è il primo problema.
Il secondo problema è chi, eventualmente, dei lavoratori va dentro gli organi di gestione. Allora, chi deve deciderlo? Per noi - e anche nella proposta della CISL - sono i sindacati, sono i rappresentanti dei lavoratori. Il canale sindacale va prioritariamente indicato. Nell'attuale proposta questa cosa è saltata, tanto che, se per caso uno dei rappresentanti venisse meno o non volesse più andare o cambiasse lavoro, il suo sostituto verrebbe eletto dall'assemblea dei soci, non certo dalle rappresentanze dei lavoratori.
Ma che rappresentanti sono? È una presa in giro. Quanti devono essere? È importantissimo che ci sia una definizione minima quantitativa! Non si può pensare a una presenza - che, in questo caso, riteniamo debba essere obbligatoria - nei consigli di sorveglianza inferiore a un quinto. Sono organismi molto ampi, che decidono e monitorano tutta l'attività dell'impresa. Se deve esserci la rappresentanza dei lavoratori - noi pensiamo ci debba essere obbligatoriamente, ovviamente per l'impresa di una certa dimensione -, deve anche avere i numeri sufficienti per potere contare. Se si decide - e su questo non crediamo nell'obbligatorietà - che ci debba essere una presenza nei consigli di amministrazione, non può essere una o due, ma almeno un terzo dei rappresentanti. E cosa ci fanno in questi organismi? Non possono stare lì a fare le belle statuine! Nei consigli di amministrazione si decidono cose importantissime per i lavoratori, come le delocalizzazioni, gli scorpori e i licenziamenti collettivi!
E, allora, è fondamentale, così come ci riportano le esperienze vere di partecipazioni in altri Paesi, che i rappresentanti dei lavoratori, che, eventualmente, sedessero nel consiglio d'amministrazione, quando si presenta una scelta, che non possono determinare, perché sono minoritari, contro gli interessi dei lavoratori che sono chiamati a rappresentare, possono chiedere una pausa, una sospensione, non dilatoria, ma definita nei tempi, in cui si apre la doverosa contrattazione, il confronto sindacale su quei temi. Questo è e sarebbe un passo in avanti nella partecipazione gestionale. Il resto è fuffa ed è una presa in giro. Addirittura, se realizzata, potrebbe essere dannosa. Con questo emendamento, che riguarda tutta la parte gestionale, ripristiniamo anche una scelta del disegno di legge della CISL, che è stato bocciato, ossia la presenza obbligatoria dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle partecipate pubbliche. Era l'unico elemento di obbligatorietà, uno dei pochi elementi di obbligatorietà: l'avete soppresso e noi chiediamo che venga ripristinato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1001 Scotto e 3.1010 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1006 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1007 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1000 Soumahoro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1004 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1003 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1002 Scotto e 3.1005 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1008 Carotenuto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1009 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Passiamo alla votazione dell'articolo 3. La votazione è aperta…No, chiedo scusa, la votazione è revocata. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per fare una dichiarazione di voto sull'articolo 3, con cui entriamo nel vivo della forma della partecipazione gestionale dell'impresa da parte dei lavoratori. Ebbene, come anticipavo sul discorso sul complesso degli emendamenti, riteniamo che questo articolo sia pericolosissimo, innanzitutto, perché, se prendiamo come riferimento altri modelli di partecipazione (giustamente, vogliamo vedere cosa ci sia fuori dall'Italia), il modello francese e il modello tedesco, per esempio, prevedono una serie di norme, in cui c'è una partecipazione reale da parte dei lavoratori. A cosa attiene questa partecipazione?
Facciamo qualche esempio. In Francia, ad esempio, nel comitato sociale ed economico c'è la partecipazione gestionale; parliamo di consultazione obbligatoria su organizzazione generale dell'azienda, direzioni strategiche, situazione economico-finanziaria e politico-sociale, condizioni occupazionali, quindi su tutte le situazioni che possano incidere sulla vita dell'azienda e sulle vicende che attengono ai lavoratori. In Italia questo cosa vorrebbe dire? Prendiamo l'esempio di una crisi aziendale, a cui, purtroppo, siamo costretti ad assistere ormai quotidianamente. I lavoratori vengono informati prima, come dovrebbe essere da contratto collettivo e come sappiamo benissimo non succede mai. Infatti, quante volte, colleghi e colleghe, ci ritroviamo con i sindacati che non sanno nulla dei piani aziendali, della volontà della proprietà di esternalizzare o di trasferirsi direttamente in altri Paesi? Questo, in Italia, purtroppo, siamo abituati a vederlo. Ebbene, nelle forme reali di partecipazione gestionale, ci sarebbe la possibilità per i lavoratori di dire la loro, di bloccare anche questo tipo di decisioni per un certo periodo, per poi discuterne e capire quali possano essere le soluzioni alternative. Penso, ad esempio, a una pratica - a cui noi, del MoVimento 5 Stelle, guardiamo e per cui, negli anni, abbiamo sempre presentato proposte di legge -, quella dei workers buyout: si tratta della possibilità anche per i lavoratori di prendere possesso dell'azienda e di cercare di portare avanti l'attività aziendale, in modo che non si crei la crisi, che determina successivamente i licenziamenti collettivi.
Quello che voglio dire è che la partecipazione gestionale, se la si vuole fare, non può essere vaga, generica, indeterminata e non obbligatoria, ma deve essere cogente. Nel testo della CISL, c'era un certo tipo di determinatezza, perché nel testo veniva prevista la definizione di una quota non inferiore a un quinto dei componenti del consiglio. Invece, adesso l'articolo 3, comma 1, ha due criticità enormi. La prima, l'abbiamo detta già intervenendo sul complesso degli emendamenti, cioè si rimanda allo statuto delle aziende, quindi si dice che gli statuti possono prevedere i lavoratori all'interno del consiglio di gestione, del consiglio di amministrazione o di sorveglianza, mentre invece noi non riteniamo che debba essere una possibilità.
Vale a dire, se così deve essere, va fatta bene, altrimenti tanto vale non farla. E, in questo caso, appunto, viene ribaltata la prospettiva. Non sono più i contratti collettivi che decidono quanti lavoratori devono essere inseriti nella funzione di gestione ma abbiamo, invece, gli statuti. Quindi, un ribaltamento di prospettiva notevole; l'indeterminatezza di avere la partecipazione di uno o più rappresentanti dei lavoratori dipendenti. Cioè, una legge fatta a caso, a caso questo primo comma, perché almeno la proposta della CISL prevedeva una quota, comunque in ossequio a quello che è il codice civile, mentre qui, praticamente, tutto è generico e indeterminato.
Quindi, noi riteniamo assolutamente pericoloso questo articolo e, comunque, totalmente inutile da una parte, perché, appunto, non c'è la cogenza, e dall'altra pericoloso per lo stravolgimento. Quindi, voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche in questo articolo, come hanno sollevato i colleghi e le colleghe negli interventi precedenti, emergono quelli che, secondo noi, sono gli elementi più critici della scelta che stiamo facendo nella discussione su un atto e su un provvedimento così importante e così centrale per quanto riguarda l'organizzazione del mondo del lavoro, cioè il fatto che, alla fine, il diritto alla partecipazione diventa concessione, gentile concessione talvolta, e perché, poi, il testo originario, che aveva degli elementi di forza e di grande importanza, di fatto è stato svuotato e in buona parte modificato.
Questo viene fuori anche nella discussione sull'articolo 3, dove, appunto, fondamentalmente si fa riferimento al sistema della partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al consiglio di sorveglianza, cioè le aziende si organizzano in un sistema dualistico: il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza; il consiglio di sorveglianza che nomina il consiglio di gestione, che ha la funzione di gestire l'azienda, e il consiglio di sorveglianza che ha altre funzioni, tra le quali quella della vigilanza. Quindi, in questo un ruolo fondamentale che possono svolgere i lavoratori e le lavoratrici.
Ma noi dobbiamo e vogliamo sottolineare che la discussione in Commissione, come è successo in tante occasioni su questo provvedimento, di fatto ha svuotato, come dicevo prima, il senso della proposta di legge originaria. Si è passati, proprio a causa delle modifiche imposte dalle forze della destra in Commissione, dal diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende, sancito dall'articolo 46 della Costituzione, ad una concessione unilaterale delle imprese, quindi snaturando, in questo modo, di fatto le finalità di questo provvedimento che si ispiravano, appunto, ai principi della Carta costituzionale. Rispetto al testo originario, sono state, nello specifico di quest'articolo, soppresse anche le norme che avrebbero promosso la partecipazione nel consiglio di sorveglianza, ed è stata cancellata la possibilità, per le cooperative di consumo, di beneficiare delle disposizioni presenti nell'articolo 3.
Allora, le modifiche apportate in sede referente - e qui è il punto fondamentale - spostano la titolarità della definizione delle modalità di esercizio del diritto alla collaborazione e alla gestione delle aziende all'autonomia statutaria delle medesime imprese. Noi, come Partito Democratico, avevamo in Commissione proposte ed emendamenti al testo che rafforzavano la partecipazione dei lavoratori come diritto e non concessione, e coinvolgevano le rappresentanze sindacali e sancivano che almeno un terzo dei componenti fosse espressione dei lavoratori dell'impresa, designati con metodo elettorale. Tuttavia, non c'è stata quella capacità di accoglienza che speravamo e che, credo, fosse auspicabile per una discussione ancora più approfondita e costruttiva. È questo che, di fondo, ci fa mantenere un approccio critico su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Questa cosa che è stata richiamata anche dai colleghi prima di me va ribadita, va sottolineata, perché è una cosa particolarmente grave e anche un po' insopportabile. La Costituzione, quando parla di diritti, ne parla a ragion veduta. Quei diritti diventano, in qualche modo, esigibili. La Costituzione non dice come ed è responsabilità, ovviamente, del legislatore poi fare in modo che quei diritti possano diventare effettivamente esigibili. Il nostro mestiere dovrebbe essere questo. Guardi, Presidente, chissà, fra qualche anno, forse ci sarà la possibilità di proiettare le slide; giustamente oggi non ci sono, ci sono i video, ma una discussione come questa dovrebbe avere questa possibilità, dovrebbe dare la possibilità ai parlamentari di vedere l'articolo 46. Non è possibile uno stravolgimento di questo tipo: è una cosa particolarmente grave quella che è stata fatta.
In un articolo della Costituzione si dice che c'è il diritto dei lavoratori a collaborare. Si fa una norma, in applicazione a questa cosa dell'articolo 46, e quel diritto dei lavoratori, che doveva essere reso esigibile dal nostro intervento legislativo, diventa una concessione da parte di quella che, ad oggi, è ancora una controparte - chiamatela come volete -, cioè le imprese. Dunque, io non posso rivendicare quel diritto, ma quella collaborazione, che fate addirittura diventare partecipazione, mi deve essere concessa.
Andate avanti, ma togliete almeno il riferimento all'articolo 46 nel testo. Toglietelo! Che non venga più nominato, perché l'articolo 46 della Costituzione repubblicana non c'è più in questa norma. Non c'è più!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 33).
(Articolo 4 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.3 Mari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1004 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Chiedo scusa: revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare il deputato Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie Presidente. Con questo emendamento noi vogliamo ripristinare il primato del contratto collettivo, quindi è molto importante perché ha a che fare con la natura vera di questa proposta di legge. Coerentemente con quanto abbiamo affermato come Partito Democratico nel dibattito in Commissione, vogliamo riportare il comma 1 dell'articolo 4 al suo principio originario.
La partecipazione gestionale, in questo caso la partecipazione al consiglio di amministrazione, coerentemente con quanto espresso dall'articolo 46 della Costituzione, non può essere subordinata allo statuto dell'impresa, ma garantita, appunto, dai contratti collettivi. Le modifiche, apportate in sede referente dalle forze della destra, spostano la titolarità della definizione delle modalità di esercizio del diritto alla collaborazione alla gestione delle aziende all'autonomia statutaria delle imprese stesse. Se non si modifica questa impostazione, che la maggioranza ha voluto introdurre autonomamente, cade tutto l'impianto della proposta di legge. Una proposta di legge - va ricordato - di iniziativa popolare, le cui finalità universali non possono essere piegate a interessi di parte o alle concessioni delle aziende stesse e delle imprese stesse. Quindi, con questo emendamento, si ripristina il primato del contratto collettivo rispetto agli indirizzi autonomi delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo statale “Sinopoli - Ferrini” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1001 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1003 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1005 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1002 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Passiamo all'emendamento 4.5 Scotto: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Chiediamo al deputato Scotto se la condivide: la condivide.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Scotto, come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 43).
Passiamo alla votazione dell'articolo 4. Ha chiesto di parlare il deputato Sarracino.
MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente. Il tema che noi, oggi, qui proviamo a porre è la qualità della partecipazione e se la partecipazione è vera oppure no. Questo come avviene? È innanzitutto un tema numerico, cioè quanti lavoratori possono partecipare nei CdA e, soprattutto, cosa vanno a fare e quanto è utile. Per questo, come diceva anche prima l'onorevole Guerra, c'è un tema, innanzitutto, di presenza dei lavoratori dal punto di vista numerico, e noi chiediamo che vi sia almeno un terzo. Ma, poi, c'è un altro tema: la loro partecipazione deve avere un'utilità, devono avere un potere. Non è possibile, Presidente - noi riteniamo - che, se c'è una delocalizzazione, i lavoratori non possano alzare neanche il dito e opporsi di fronte a questa scelta. Così come ci viene da pensare male rispetto al tema della partecipazione nelle partecipate dello Stato, perché, se i lavoratori non possono partecipare nei CdA delle partecipate dello Stato, allora ci viene da pensare che, ad esempio, su Poste voi vogliate continuare su quella assurda scelta di svenderle e noi su questo ci opporremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 4.01001 Scotto e 4.01003 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01002 Aiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
(Articolo 5 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.3 Mari. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.103 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 49).
Sono così preclusi gli emendamenti 5.101 Guerra e 5.1000 e 5.1001 Fenu. Passiamo all'emendamento 5.1003 Faraone. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1003 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, della V (Bilancio) Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1002 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.4 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1004 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Passiamo alla votazione dell'articolo 5. Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa è praticamente l'unica cosa che resta di questo provvedimento, cioè…
PRESIDENTE. Colleghi, allo stato sono rimasti accesi dei microfoni, il che già non depone bene. Forse possiamo disattivarli, verso i settori di destra. Va bene, comunque, non è una giustificazione. Vi ricordo che dobbiamo fare silenzio e consentire ai deputati di svolgere i propri ragionamenti in tranquillità. Prego, deputata Guerra, ascoltiamo la sua dichiarazione di voto.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dicevo che questa è praticamente l'unica cosa che resta di questo provvedimento, cioè…
PRESIDENTE. C'è una specie di tempesta elettronica in corso. Aspetti, deputata Guerra, aspettiamo un attimo che la situazione si tranquillizzi, vediamo se riusciamo a risolvere tecnicamente il problema. È un problema tecnico, non c'è nessun colpevole per questa disavventura. Meglio ironizzare che litigare, mettiamola così. Provi, deputata Guerra, a riprendere la parola. Vediamo se, facendo silenzio i deputati della fila interessata rispetto a questo disguido tecnico, riusciamo ad ascoltarla. Prego.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, dicevo che questo articolo 5, purtroppo, è l'unica cosa che resta in più rispetto a quello che già esiste in questo provvedimento, cioè un pochino di agevolazione fiscale in più alla distribuzione degli utili.
È un po' una finta, perché si richiede che sia distribuito almeno il 10 per cento degli utili…
PRESIDENTE. Deputata Guerra, siamo costretti ad interrompere. Non mi pare che sia possibile procedere, contestualmente, alla riparazione di questo problema tecnico, quindi, mi trovo costretto a sospendere per 5 minuti la seduta. La seduta è sospesa, riprenderà tra 5 minuti, il tempo tecnico.
La seduta, sospesa alle 12,22, è ripresa alle 12,35.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Prego la deputata Guerra di riprendere la propria postazione per svolgere la sua dichiarazione di voto. Il problema tecnico dovrebbe essere risolto, nonostante il collega Giachetti protesti (Commenti del deputato Giachetti). Nel frattempo, mentre i deputati riprendono la loro postazione dopo questa imprevista pausa, saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto statale di istruzione secondaria superiore “Pacifici e De Magistris” di Sezze, in provincia di Latina, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie per la vostra attenzione e buona vita.
Prego, deputata Guerra per la sua dichiarazione di voto. Ricordo che siamo all'articolo 5.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, questo articolo è l'unica cosa innovativa rispetto al quadro esistente che è sopravvissuto dalla falcidia di questo passaggio in maggioranza del provvedimento della CISL. È poca cosa, aumenta fino a 5.000 euro la possibilità di distribuire utili. Attenzione però che, in questo caso, non c'è l'elemento di partecipazione che, invece, la legislazione presente prevede. È un po' paradossale: nella legislazione presente, la distribuzione degli utili gode di un'agevolazione fiscale maggiorata se, contemporaneamente, si attiva una partecipazione paritaria dei lavoratori all'organizzazione dell'impresa. Qui, invece, abbiamo una distribuzione degli utili maggioritaria non vincolata a nessuna partecipazione. Dovrebbe, forse, stare in un altro provvedimento, non in uno che si chiama “partecipazione”. Per questo ci asterremo su questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Abbiamo lasciato un'Aula ordinata, laboriosa ed efficace, adesso, dopo la pausa, prendiamoci il tempo per far guadagnare la postazione a tutti i deputati che erano usciti a causa dell'interruzione.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 55).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01000 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
L'articolo aggiuntivo 5.01 Roggiani è stato dichiarato inammissibile.
(Articolo 6 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.101 Guerra. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.101 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull' emendamento 6.1001 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 60).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1003 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1004 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1005 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1011 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).
Passiamo all'emendamento 6.1002 Fenu. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento del collega Fenu, noi andiamo ad intervenire sull'articolo 7. In particolare, che cosa accade con questo articolo? Nel testo attuale è articolo 6, ma, di fatto, il collega Fenu, sia con l'emendamento precedente che con questo, va a ripristinare quello che era il testo originario. Questo che cosa prevedeva? Questi articoli sono fondamentali e sono pericolosi, come vi dicevo prima, perché parlano della partecipazione finanziaria del lavoratore. Allora, come dicevamo prima, se l'obiettivo del Governo era quello di intervenire sulle retribuzioni - cosa che possiamo accettare in astratto se, e solo se, viene considerata retribuzione aggiuntiva diversa dalla retribuzione ordinaria -, allora noi possiamo dire che questo emendamento va in quella direzione. Perché? Perché prevede, innanzitutto, che l'adesione dei lavoratori al piano di partecipazione finanziaria deve essere una partecipazione volontaria. Non è che il datore di lavoro può decidere come il lavoratore deve guadagnare il proprio salario: una volta che c'è un contratto di lavoro, di certo, non si può andare ad intervenire in peius, quindi in modo peggiorativo, rispetto alle condizioni retributive stabilite. Quindi, la volontarietà è un principio fondamentale.
Poi, il fatto di non avere discriminazioni sulla partecipazione finanziaria: cosa significa non avere discriminazioni? Significa che i piani devono essere aperti e tutti i lavoratori che ritengano possono partecipare al piano. Allora, sì, abbiamo il rispetto del principio di non discriminazione e abbiamo il rispetto anche di tutti gli intendimenti di soft law e, in particolare, faccio riferimento alla risoluzione del Parlamento europeo del 2014 che parla proprio di questo. Cioè, se si vuole andare nella direzione della partecipazione, devono esserci dei principi chiari, che devono essere quelli della volontarietà, Sottosegretario, quelli della non discriminazione e il fatto che si debba andare nella direzione di meccanismi partecipativi che non possano in alcun modo - lo ribadisco, in alcun modo - sostituire la retribuzione, ma soltanto andare in aggiunta. Invece, purtroppo, con questo articolo, il Governo, per come è stato stravolto, prevede che ci sia la sostituzione dei premi di risultato con azioni. Chi se ne frega se le azioni valgono zero. Non c'è scritto nulla su questo.
Quindi, noi non possiamo che essere contrari sull'articolo, per come è formulato, e non possiamo che votare a favore dell'emendamento Fenu, che è nell'ottica di correggere tutte queste distorsioni che sono previste, gravi, dell'articolo 6 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore “Jean Monnet” di Mariano Comense, in provincia di Como, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie, vi auguriamo ogni fortuna.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1002 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Prendo atto che il deputato Scotto sottoscrive l'emendamento
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1008 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).
Passiamo alla votazione dell'articolo 6. Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Esprimiamo un parere contrario su questo articolo per due ragioni. In primo luogo, perché, anche in questo caso, la partecipazione finanziaria, così com'era stata concepita, è stata completamente stravolta. Sono eliminati i contratti collettivi, non viene stabilito un criterio di antidiscriminazione e, quindi, abbiamo non un piano finanziario ma abbiamo delle azioni date, tipo fringe benefit, ai dipendenti o in cambio di premi di risultato. Questa commutazione di premi di risultato - che sono costruiti attraverso, invece, una partecipazione anche dei sindacati - in dividendi distribuiti e detassati conferma una tendenza, che non condividiamo, a frammentare il salario, a cercare forme per pagare il salario attraverso minori tasse alla collettività e per tenere i salari bassi, da un lato, quando vengono offerti a persone con bassi salari, oppure per favorire dipendenti di lusso, come in questo caso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io sugli articoli 5 e 6, in realtà. Sono articoli - trovare i peggiori è difficile, comunque - particolarmente significativi. È stato, tra l'altro, peggiorato ulteriormente rispetto alla scrittura originale. Innanzitutto, è stato cambiato anche il titolo del provvedimento, che adesso è il seguente: “Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese”. Onestamente, potevamo mettere anche gli utili e le perdite, perché altrimenti non si capisce e sembra che ci sia soltanto la possibilità di dividersi utili in questa prospettiva quando, invece, non è così, perché la partecipazione al capitale significa la partecipazione al capitale e c'è, quindi, un rischio per i lavoratori che onestamente non meritano.
Poi, c'è la questione che è stata accennata un attimo fa. In realtà, l'erogazione dei premi di risultato è un ulteriore strumento per destrutturare il salario. Questo è un punto particolarmente decisivo e particolarmente negativo di questa norma. Non solo c'è il sistema degli aiutini - diciamo così - dal punto di vista fiscale alle imprese, ma questo allargamento delle possibilità dei fringe benefit in realtà ha conseguenze significative sulla composizione del salario dei lavoratori, su quello che trovano nella busta paga, su quello che - diciamo così - sanno di dover percepire per quello che hanno lavorato, che è un elemento fondamentale della dignità del lavoro. Oltretutto, ha conseguenze e io, da questo punto di vista, gradirei un'interlocuzione. Infatti, se una parte del salario viene erogata, di fatto, a questo modo, perché sarà sicuramente una parte della retribuzione, noi ci dobbiamo anche interrogare sulle conseguenze e sulla contribuzione. Ci lamentiamo tutti quanti della difficoltà che abbiamo nel monte contributivo di questo Paese, la possibilità o meno di pagare le pensioni nel nostro sistema pensionistico, fiscale, che è a ripartizione e, quindi, ci preoccupiamo, giustamente, delle pensioni del futuro. Ebbene, qui abbiamo una ulteriore invasione di campo rispetto al salario delle lavoratrici e dei lavoratori e la possibilità di erogare quote di reddito attraverso i fringe benefit si allarga. In generale, però, siccome è chiaro che queste norme vengono presentate e votate come liberali e i liberali sicuramente aderiscono a questa legge, nello spirito della loro cultura politica e della loro cultura economica, io voglio leggere una cosa, un passaggio, cioè l'intervento di un deputato della Costituente proprio a proposito della ripartizione degli utili, contro la partecipazione ai profitti da parte dei lavoratori, la discussione, appunto, dell'articolo 46, che, però, era l'articolo 43.
Dice questo deputato: Voto contro questo emendamento dell'onorevole Puoti e credo di essere soprattutto d'accordo con quella parte - era la sinistra - nel votare contro l'emendamento Puoti, in quanto, se la memoria non mi falla, - è chiaro che il linguaggio possa apparire obsoleto; anche qualche contenuto può apparire obsoleto, obiettivamente -, tutto il movimento operaio del secolo scorso e di questo è indirizzato contro la partecipazione degli operai ai profitti. Le leghe operaie e le associazioni operaie hanno sempre ritenuto che la partecipazione ai profitti fosse il cavallo di Troia introdotto nella loro organizzazione allo scopo di distruggere la solidarietà operaia. Molte altre critiche possono essere mosse contro la partecipazione ai profitti: mi basti ricordare i pericoli che esso rappresenta per gli operai e per la collettività. Troppi pericoli corre questa, a causa del prepotere dei monopoli - e forse sui monopoli ci dovremmo ancora oggi interrogare - non occorre incoraggiare in aggiunta gli operai ad accordarsi con gli imprenditori per taglieggiare la collettività.
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO MARI (AVS). Non era un comunista, né un socialista: era Luigi Einaudi, che diceva queste cose, durante la discussione, in queste sale, dell'Assemblea costituente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Come dicevamo prima, l'articolo 6 parla della quarta forma di partecipazione che andiamo a discutere oggi, che è la partecipazione all'azionariato dei dipendenti. Sono più di cent'anni che si parla di questo tema e, di fatto, è sempre stato risolto con le norme previste dal nostro codice civile, che ricordiamo essere innumerevoli, perché abbiamo l'articolo 2349, 2441, 2358 e anche il 2099 e 2102 del codice. Quindi, di fatto, che cosa è successo? Un po' quello che vi accennavo prima, cioè si è sempre pensato che fosse meglio gestire tutta questa questione della partecipazione finanziaria con l'autonomia statutaria. Ora, la novità del testo di iniziativa popolare della CISL era proprio quello di puntare, invece, sull'autonomia collettiva, quindi, prevedere che le rappresentanze sindacali potessero avere un forte ruolo sia nella fase di accesso che nella fase di gestione di questi strumenti finanziari, proprio per superare il carattere individualistico che ha sempre, invece, caratterizzato l'azionariato dei dipendenti.
Invece, questo articolo, in questo momento, è un crinale pericolosissimo, perché non prevede la partecipazione della contrattazione collettiva ma prevede, invece, le definizioni statutarie prima che collettive; non prevede la volontarietà, come dicevamo prima, dell'adesione ai piani di partecipazione finanziaria; non prevede il fatto che ci siano dei limiti inderogabili oltre i quali non è possibile andare, perché quello che noi riteniamo inaccettabile è la sostituzione della retribuzione con, appunto, questi strumenti finanziari, che possono valere zero, zero. Quindi, il crinale è veramente pericoloso.
Per cui, se guardiamo all'articolo 6, per come è formulato, dobbiamo chiederci, prima di decidere come votarlo: questa partecipazione finanziaria è uno strumento di politica distributiva? È uno strumento di politica sociale? No, non lo è. È uno strumento affinché gli imprenditori continuino a fare quello che vogliono fare senza coinvolgere in alcun modo le rappresentanze sindacali; per cui se la partecipazione poteva essere un forte strumento di coesione sociale - secondo noi era il motivo per cui ci approcciavamo al testo in modo rispettoso - sinceramente così è un abbattimento dei diritti dei lavoratori. Lo vedrete, lo vedrete con il tempo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 67).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01000 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01001 Faraone, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).
(Articolo 7 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 7.5 Guerra e 7.1005 Barzotti. Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda l'articolo 7, quindi la partecipazione organizzativa, uno degli elementi fondamentali se si vuole fare partecipazione, che, peraltro, conosce esperienze molto positive nel nostro Paese ed è anche disciplinato come precondizione per ottenere, come dicevo prima, agevolazioni fiscali.
Questa partecipazione organizzativa è definita nelle normative esistenti, specificando che, se si costituisce un organismo paritario, come propone questo provvedimento, è necessario che i lavoratori intervengano, operino, esprimano opinioni che siano considerate di pari livello, importanza e dignità rispetto a quelle espresse dai responsabili aziendali.
Ebbene, qui si fa un passo indietro perché la partecipazione organizzativa, che anche nella proposta CISL era prevista su iniziativa contrattuale, è mera elargizione da parte del datore di lavoro. È solo l'impresa che può decidere se attivarla oppure no. Ma in più vengono meno i requisiti essenziali: ad esempio, la pari dignità che richiede, se i lavoratori inseriti in un organismo bilaterale e paritario chiedono la convocazione di quell'organismo per discutere di un elemento importante (che può essere anche una criticità che riguarda la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, di questo stiamo parlando), il datore di lavoro deve convocare quella commissione. Questa è la nostra proposta e, se non lo fa, deve essere perseguibile come mancanza di rispetto dei diritti sindacali; quindi comportamento antisindacale. Tutto questo non esiste in questa proposta di legge che svilisce la partecipazione organizzativa facendo addirittura fare un passo indietro rispetto all'esistente, dicendo semplicemente che il datore di lavoro, se vuole, può costituire un organismo e ogni tanto chiamarlo per chiedere se qualche geniale lavoratore ha proposte innovative da proporgli.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 7.5 Guerra e 7.1005 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1002 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).
Passiamo all'emendamento 7.1003 Carotenuto. Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, questo emendamento propone di ripristinare la centralità della contrattazione collettiva nella definizione dei piani di miglioramento e nell'attribuzione dei premi di risultato, in quanto fondamentali per garantire una reale collaborazione tra datori di lavoro e dipendenti.
La proposta di legge in esame nasce come iniziativa popolare - voglio ricordarlo sempre - sostenuta da oltre 400.000 cittadini e aveva l'obiettivo di dare piena attuazione all'articolo 46 della Costituzione. Tuttavia, abbiamo visto e sottolineato in tutti i nostri interventi, durante l'iter in Commissione, che il testo originario è stato profondamente modificato, depotenziando strumenti essenziali, come le commissioni paritetiche, e riducendo il ruolo della contrattazione collettiva.
In particolare, questo articolo, l'articolo 7, nella formulazione uscita dai lavori in Commissione, prevede solo la possibilità per le aziende di istituire commissioni paritetiche incaricate di elaborare proposte per i piani di miglioramento e innovazione. Questa impostazione lascia alla discrezionalità delle imprese decisioni che, proprio per lo spirito di questa proposta di legge, dovrebbero, invece, essere il frutto di un dialogo strutturato e paritario tra le parti sociali.
Per questo, con questo emendamento, proponiamo una modifica che, dal nostro punto di vista, è irrinunciabile, cioè attribuire ai contratti collettivi il compito di prevedere la costituzione di commissioni paritetiche a livello aziendale, incaricate di definire concretamente i piani di miglioramento. Inoltre, si stabilisce che quanto prodotto da queste commissioni sia messo a disposizione delle parti per il confronto negoziale sui premi di risultato e per le relative verifiche periodiche.
Insomma, questa proposta rafforza il ruolo della contrattazione collettiva e garantisce anche che i lavoratori partecipino attivamente ai processi decisionali che influenzano direttamente le loro condizioni di lavoro e la produttività aziendale. E ci viene da pensare che proprio per questo voterete contro. Allora, mi domando: se questa proposta di legge non promuove un coinvolgimento effettivo dei lavoratori e delle loro rappresentanze, che cosa stiamo approvando? Probabilmente il matrimonio tra la CISL e la maggioranza di Governo. Noi, davanti all'amore - per carità - alziamo le mani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Solo che questo non sembra proprio essere frutto di un innamoramento romantico; sembra più un matrimonio di interessi. E tradire lo spirito originario di una proposta di legge popolare significa tradire 400.000 cittadini che hanno creduto in un cambiamento e, invece, era solo un calesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1003 Carotenuto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).
Ricordo - notizia che sapete tutti, ma repetita iuvant (non è inglese) - che è vietato fumare in Aula. Ovviamente, mi riferisco anche alle sigarette elettroniche (Applausi - Commenti del deputato Giachetti).
Passiamo all'emendamento 7.1001 Aiello.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1001 Aiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.103 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.104 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.102 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.105 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).
Passiamo all'emendamento 7.1004 Tucci, su cui il parere delle Commissioni e del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare il deputato Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, il 3 aprile del 1926, con la motivazione di mantenere l'ordine pubblico, con la motivazione di evitare focolai di polemiche, il Governo fascista abolì e soppresse le organizzazioni sindacali e, di conseguenza, tutto ciò che riguardava la contrattazione collettiva. Vede, Presidente, rispetto a questa proposta di legge, con i dovuti distinguo, non si può fare a meno di notarne le somiglianze e le similitudini perché, se si legge tutto il provvedimento uscito dalla Commissione e arrivato in Aula, da nessuna parte viene citata la contrattazione collettiva; e questo, Presidente, non è un fatto da sottovalutare. Ho alcune domande che voglio porle, a cui magari mi potrà rispondere lei o il Governo. Le chiedo: se all'atto della sottoscrizione di questa norma, di questa legge, i 400.000 sottoscrittori avessero saputo che, sottoscrivendo questa proposta, si andava a scardinare, per la prima volta dopo 99 anni, la contrattazione collettiva, che è la massima tutela per il lavoratore, i 400.000 sottoscrittori avrebbero sottoscritto comunque? Inoltre, Presidente, se gli iscritti della CISL, che ha depositato questa proposta di legge in Parlamento, avessero saputo o fossero stati informati adeguatamente dai propri dirigenti, che si sono detti soddisfatti dalla proposta di legge uscita dalla Commissione, sarebbero stati comunque favorevoli e soddisfatti sapendo che si andava a scardinare la contrattazione collettiva?
Ancora, Presidente, se questo tipo di approccio politico venisse applicato agli altri settori (immagino al momento in cui vengono rinnovati i contratti dei metalmeccanici, immagino al momento in cui vengono rinnovati i contratti dei lavoratori della scuola o di qualsivoglia altra tipologia di impresa), cosa succederebbe a questo Paese quando viene meno la contrattazione collettiva come in questa proposta di legge?
Infine, Presidente, mi domando: ma le altre sigle sindacali, le altre organizzazioni sindacali che vedono che questo provvedimento, nato da uno dei loro alleati (la CISL prima di essere alleata del vostro Governo, era alleata di altre categorie sindacali), mette in discussione l'esistenza stessa del sindacato, come dovrebbero reagire di fronte a tutto ciò?
Bene, sono domande a cui non riesco a dare una risposta, però magari qualcuno - il Governo qui rappresentato - potrebbe farlo.
È normale scardinare una delle istituzioni più importanti di questo Paese in questo modo, con una proposta di legge di iniziativa popolare? È normale? Non mi pare sia un atteggiamento normale; non mi pare che vogliate, in alcun modo, mettere in discussione o forse non credevo che voleste mettere in discussione l'istituzione della contrattazione collettiva, ma l'avete fatto. Come l'avete fatto? Sopprimendo, in ogni articolo di questa proposta di legge, tutte le volte che la contrattazione collettiva veniva richiamata.
Allora, cosa abbiamo fatto noi? Abbiamo proposto questo emendamento. Che cosa ci dice l'emendamento? Molto banalmente, la reintroduzione della contrattazione collettiva. Quindi, la direzione aziendale è tenuta a convocare la riunione della commissione paritetica entro 7 giorni dalla richiesta e definizione dei piani di miglioramento provenienti dai rappresentanti datoriali o da quelli dei lavoratori.
PRESIDENTE. Concluda.
RICCARDO TUCCI (M5S). Ecco che cos'è che proponiamo: il ripristino della contrattazione collettiva, che non è una cosa eversiva, non è una cosa sovversiva; è un qualcosa di democratico che è previsto dalla nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto “San Giuseppe” di Acerra, in provincia di Napoli, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Li ringraziamo per questo e gli auguriamo ogni fortuna (Applausi).
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1004 Tucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).
Passiamo alla votazione dell'articolo 7.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7…. No, chiedo scusa. votazione revocata.
Ha chiesto di parlare il deputato Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie Presidente. Allora, questo articolo, come hanno riassunto nei loro interventi i colleghi e le colleghe, ha a che fare con il tema della partecipazione organizzativa e, quindi, con l'istituzione di commissioni paritetiche con la finalità di predisporre proposte di piani di miglioramento, di innovazione dei prodotti, dei processi produttivi, dei servizi e dell'organizzazione del lavoro.
Anche questo articolo è stato completamente svuotato nel corso della discussione e del confronto in Commissione, perché si è passati dal concetto di partecipazione attiva dei lavoratori, come previsto direttamente da contratti collettivi, finalizzata a definire i piani di miglioramento e di innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, dei servizi e dell'organizzazione del lavoro, a concessioni aleatorie da parte delle imprese; quindi, ancora una volta, il testo originario promosso dalla CISL è stato modificato. Qui appare in tutta la sua evidenza come l'eliminazione del principio della contrattazione collettiva conduca, sostanzialmente, al fatto che l'applicazione di questa legge sulla partecipazione sarà pienamente ed esclusivamente nella facoltà degli statuti delle imprese. Saranno infatti le imprese, qualora lo riterranno opportuno e magari conveniente, che consentiranno ai lavoratori di partecipare ai processi produttivi e, quindi, senza alcuna obbligatorietà.
Anche qui, come Partito Democratico, avevamo proposto emendamenti al testo che reintroducevano il protagonismo dei lavoratori e con l'obiettivo di definire i piani di miglioramento e di innovazione dei prodotti, dei processi produttivi e dei servizi nell'organizzazione del lavoro. Avevamo avanzato, poi, proposte che avrebbero coinvolto maggiormente le rappresentanze sindacali e ribadito ancora una volta la priorità dei contratti collettivi sugli statuti aziendali; ma, anche in questo caso, nessuna proposta è stata accolta. Per questo, anche su questo punto teniamo una posizione fortemente critica e voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 80).
(Articolo 8 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.1000 Barzotti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1000 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.400 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 82).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 83).
(Articolo 9 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.1002 Aiello.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1002 Aiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1004 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.6 Mari, 9.10 Scotto e 9.1003 Carotenuto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione) (Commenti del deputato Giachetti).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).
Passiamo all'emendamento 9.8 Guerra. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Qui siamo all'ultima forma di partecipazione prevista dalla proposta di legge: la partecipazione consultiva e all'informazione. È una partecipazione importantissima, disciplinata anche dalla direttiva europea del 2002 - e anche da direttive europee successive -, che qui viene in qualche modo sconfessata; per fortuna, non viene abolita la legislazione in essere, quindi salveremo il salvabile. Ma la cosa ridicola è che questo diritto di informazione, che la direttiva e il decreto legislativo del 2007 - che la recepisce - riconoscono come obbligatoria, un diritto all'informazione obbligatorio nei confronti delle rappresentanze sindacali, qui viene trasformato in una facoltà. Ancora una volta, si interpreta la partecipazione come una scelta esclusiva, unilaterale da parte del datore di lavoro. È una cosa molto discutibile.
Dopodiché, si prevedono possibilità di costituzione di commissioni bilaterali e, ancora una volta, mancano i requisiti fondamentali e, cioè, che la commissione bilaterale, qualora si costituisca, veda i partecipanti dei lavoratori eletti, nominati, andare in rappresentanza dei lavoratori. Quindi, non viene indicato il canale sindacale come il canale attraverso cui si selezionano i rappresentanti dei lavoratori. La seconda cosa è che queste commissioni possano essere convocate anche su richiesta dei lavoratori e che, quando i lavoratori ne facciano richiesta, sia obbligatorio convocarle, a meno di non incorrere, da parte dell'impresa, in una violazione dei diritti sindacali, quindi in un comportamento antisindacale che è sanzionato. Allora, se vogliamo che una partecipazione così delicata e importante sia vera, dobbiamo metterci questi elementi, altrimenti sono parole, nient'altro che parole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.8 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.12 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.106 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).
Passiamo all'emendamento 9.101 Mari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Questo è davvero inquietante. Innanzitutto, il titolo dell'articolo 12 era “Consultazione preventiva e obbligatoria”: qui ci siamo lasciati andare, è diventato consultazione preventiva. Poi, come diceva la collega Guerra, il diritto ad essere consultati è stato trasformato in “possono essere preventivamente consultati” in base alle scelte aziendali. Grazie, viene da dire.
Questa è la legge sulla partecipazione. Colleghe e colleghi, questa che stiamo approvando viene sinteticamente definita come la legge sulla partecipazione dei lavoratori. In questo articolo c'è scritto che i rappresentanti dei lavoratori e le strutture territoriali degli enti bilaterali di settore possono essere anche preventivamente consultati: come dire, se l'azienda lo ritiene utile, se l'azienda fa questa concessione. Guardate che, forse, è peggiorativa rispetto alla situazione attuale, perché un'azienda che vuole limitare la partecipazione adesso, che vuole, di fronte a una domanda di partecipazione dei lavoratori, limitare invece la partecipazione, potrà fare tranquillamente appello a questo articolo di legge e dire: “guarda che io non ho l'obbligo di consultarti, io ho la possibilità e, quindi, la valuto io”. Rispetto a quello che accade oggi nelle aziende - perché i lavoratori, spesso, hanno la forza di partecipare, di collaborare, di farsi consultare -, la situazione peggiora. È una legge sulla partecipazione che, di fatto, riduce la possibilità dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali a collaborare con le imprese. È incredibile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.101 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.9 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.102 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.104 Mari e 9.1001 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.13 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.15 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.14 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).
Passiamo alla votazione dell'articolo 9.
Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Voteremo contro questo articolo, oltre che per i motivi che ho già illustrato prima, anche per una cosa che vorrei sottolineare. Siamo in una situazione paradossale: un provvedimento considerato molto importante, su cui, in quest'Aula, non abbiamo ancora sentito la voce della maggioranza. Ebbene, la maggioranza fa bene, effettivamente, a non parlare di partecipazione consultiva e all'informazione, perché, con gli atti, ha negato quello che oggi dice di voler votare. Ricordo che, con il decreto cosiddetto Primo maggio, ha eliminato una importantissima parte del diritto all'informazione da parte dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali. Mi riferisco alla conoscibilità degli algoritmi, gli algoritmi che governano all'interno delle imprese - non sto parlando dei rider, che pure è un problema serissimo - le modalità del lavoro.
Ebbene, secondo questa maggioranza, che adesso fa propria una bandiera che chiama “partecipazione”, quel diritto dovrebbe essere negato. Per fortuna, come al solito, la legge è scritta in contrasto con il buonsenso, oltre che spesso con la normativa europea, e i TAR di tutta Italia - sarà perché i giudici sono tutti di parte in questo periodo storico - l'hanno distrutta pezzo per pezzo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 98).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 9.01000 Scotto e 9.01001 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).
Interrompo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,15.
Sospendo altresì la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, il Ministro per lo Sport e i giovani e il Ministro della Salute.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso. La Presidenza, per venire incontro alle esigenze di orario, scampanella quando mancano 30 secondi.
(Elementi e iniziative in merito all'entrata in vigore dell'accordo tra Italia e Svizzera in materia di trasporto pubblico transfrontaliero - n. 3-01758)
PRESIDENTE. Il deputato Manes ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01758 (Vedi l'allegato A).
FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Ministro, da fonti di stampa abbiamo appreso che il 17 ottobre il consigliere federale elvetico Rosti e il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Rixi hanno firmato un Accordo bilaterale concernente il trasporto di cabotaggio nell'ambito dei servizi internazionali regolari transfrontalieri con autobus; un Accordo, questo, volto a rendere più attrattivi i servizi di trasporto tra i due Paesi, un Accordo importante che dovrebbe permettere ai passeggeri di beneficiare di questi servizi. Chiediamo, pertanto, di sapere quali siano le tempistiche reali per l'entrata in vigore dell'Accordo anche da parte dell'Italia.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente e grazie al collega Manes. Come da lei ricordato, lo scorso 17 ottobre è stato firmato al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti un importante Accordo sul cabotaggio transfrontaliero tra Italia e Svizzera con l'obiettivo di rafforzare i collegamenti tra i due Paesi, migliorando l'accesso a opportunità lavorative e favorendo un'interconnessione più efficace tra Italia e Svizzera, appunto. In quell'occasione sono stati illustrati anche gli interventi infrastrutturali realizzati dal Governo per rafforzare l'integrazione dell'asse ferroviario Genova-Milano con il sistema svizzero Alptransit e si è preso atto dell'Accordo raggiunto tra le due concessionarie per i lavori nella galleria del Gran San Bernardo, che rappresenta un passaggio cruciale per i collegamenti stradali tra Italia e Svizzera.
Entrando nel merito dell'Accordo, da lei ricordato, tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero, concernente il trasporto di cabotaggio nell'ambito dei servizi transfrontalieri con autobus, segnalo che la predisposizione della legge di ratifica del suddetto Accordo da parte del Presidente della Repubblica è rimessa al Ministero degli Affari esteri. Per quanto concerne le competenze del MIT, che ho l'onore di presiedere, lo scorso 27 gennaio abbiamo inviato al Ministero degli Affari esteri le integrazioni documentali richieste ai fini del perfezionamento dell'iter di ratifica dell'Accordo. A seguito della trasmissione dello schema di disegno di legge da parte del Ministero degli Affari esteri, lo scorso 31 gennaio il MIT ha trasmesso il proprio nulla osta al prosieguo dell'iter, formalizzando il proprio concerto e ha, quindi, concluso le valutazioni di nostra competenza.
Al momento quindi, sulla base di quanto comunicato dal collega competente, l'Accordo è in fase di concerto interministeriale anche coi Ministeri MIMIT e MEF, in vista dell'iscrizione dello stesso all'ordine del giorno di una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri. Confido pertanto, come immagino anche da lei auspicato, in una rapida conclusione dell'iter di ratifica, al fine di rispondere alle esigenze dei lavoratori e degli operatori del settore coinvolti, consentendo, al contempo, il miglioramento della circolazione stradale nei territori interessati.
PRESIDENTE. Il deputato Manes ha facoltà di replicare per due minuti.
FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, per la risposta. L'Accordo in questione, che integra quanto già previsto dall'Accordo fra la Confederazione svizzera e la Comunità europea, evidenzia bene come i trasporti di cabotaggio, che rientrano nell'ambito dei servizi regolari internazionali, possano aumentare i flussi e l'efficienza economica dei servizi erogati, rafforzando la stretta integrazione tra le regioni frontaliere dell'Italia e della Confederazione elvetica, come, per l'appunto, la mia regione. Il fatto è che, ad oggi, la notifica non è stata ottimizzata, però, data la chiarezza delle informazioni che lei ha fornito, l'iter è in corso e vedrà a breve anche il completamento della sua efficacia.
Queste tematiche, in particolare quelle dei trasporti, signor Ministro, sono estremamente sentite dalla mia regione, come ben sa, tenuto conto soprattutto dell'importanza che i collegamenti transfrontalieri hanno per i cittadini e, nel caso specifico, per quelli del Vallese e della Valle d'Aosta. Voglio evidenziare, quindi, che l'Accordo in questione appare strategico, tenuto anche conto degli sforzi che la regione autonoma Valle d'Aosta - insieme alle autorità cantonali - sta portando avanti per riattivare la linea internazionale fondamentale per la nostra stessa regione.
Confidiamo, pertanto, che in tempi estremamente celeri si possa procedere alla conclusione almeno di questo Accordo, per evitare che la Valle d'Aosta e i valdostani continuino a sentirsi sempre più isolati rispetto ai principali collegamenti nazionali e internazionali, sensazione questa sempre più evidente - se me lo consente - non solo per gli atteggiamenti non collaborativi dei territori d'oltralpe - e qui mi riferisco all'annosa questione del tunnel del Monte Bianco - ma anche per il prolungarsi dei tempi realizzativi in terra piemontese degli interventi sulla rete autostradale, di interesse per la Valle d'Aosta.
(Elementi in ordine alle misure adottate nell'ambito del fondo previsto dall'articolo 19 del decreto-legge n. 104 del 2023 e iniziative di competenza a sostegno dei piccoli comuni per interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle strade - n. 3-01759)
PRESIDENTE. La deputata Montemagni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01759 (Vedi l'allegato A).
ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, come sappiamo i piccoli comuni sono in difficoltà a causa dell'atavica carenza di personale e di competenze, ma anche perché hanno bilanci che spesso non gli consentono di poter effettuare gli interventi di cui il loro territorio avrebbe bisogno e, non da ultimo, devono far fronte all'aumento dei costi dell'energia e all'aumento del costo dei materiali. Come sappiamo, i comuni sotto i 5.000 abitanti sono la spina dorsale della nostra Italia, sono importanti e la politica, come già sta facendo con il suo Ministero, ha il dovere di sostenere queste amministrazioni, questi sindaci e queste comunità.
Tra le diverse misure messe in atto da lei, Ministro, è di particolare rilevanza il Fondo investimenti stradali nei piccoli comuni, un Fondo utile a sostenere le amministrazioni negli interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle strade, dei ponti e dei viadotti e, quindi, un Fondo che serve proprio a dare risposte a quei cittadini che vivono in quei territori. Oggi siamo qui, sapendo benissimo che lei è sensibile su questo tema, a chiederle quali siano le misure adottate nel 2024 per dare attuazione al Fondo e quali iniziative intende adottare per continuare a sostenere i piccoli comuni per la manutenzione e la messa in sicurezza delle proprie strade.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, perché la maggioranza dei nostri concittadini abita in piccoli comuni, non abita solo in centro a Milano, a Roma, a Torino o a Napoli. A proposito, colgo l'occasione per salutare e ringraziare tutti i sindaci dei piccoli comuni italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a prescindere dal colore politico, che spesso fanno lavoro e volontariato per la propria comunità.
Veniamo al dunque, perché l'obiettivo di questo Governo e della Lega - dal mio punto di vista, ovviamente - è di aiutare soprattutto i piccoli comuni che hanno più bisogno di infrastrutture di altri. Proprio a questo obiettivo è rivolto il Fondo degli investimenti stradali nei piccoli comuni che, come da lei ricordato, intende sostenere i piccoli comuni nella messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti, istituito da quando sono arrivato al Ministero. Sia nel 2003 che nel 2024 siamo riusciti a impegnare tutte le risorse disponibili, a riprova del fatto che se dai soldi in mano direttamente ai sindaci, nel nome dell'autonomia, quei soldi sicuramente vengono spesi e vengono spesi bene: 38 milioni a favore di 136 comuni nel 2023 e di altri 151 comuni nel 2024. Sono già state erogate le prime rate a favore dei comuni che hanno rispettato i termini per la stipula del contratto per l'affidamento dei lavori e sono in predisposizione i decreti di saldo per gli enti locali che hanno presentato la documentazione sulla conclusione degli interventi finanziati.
Il successo dell'iniziativa ci ha spinto, negli ultimi mesi dell'anno scorso, a destinare una parte ulteriore delle economie di bilancio del MIT, pari a 2.300.000 euro, al rifinanziamento dei Fondi per lo scorrimento della graduatoria. A questo riguardo, sono lieto di comunicarle che oggi pomeriggio, tornando al Ministero, sarà pubblicato il decreto di approvazione dello scorrimento della graduatoria che finanzierà interventi in ulteriori 39 comuni del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Per quanto concerne invece il 2025, siamo pronti ad avviare le procedure per assegnare 12 milioni di euro sempre a favore dei comuni con una popolazione fino a 5.000 abitanti, fino a 150.000 euro di cofinanziamento per manutenzione e messa in sicurezza di strade comunali.
Nelle prossime settimane pubblicheremo anche questo bando per la definizione dei criteri e delle modalità di presentazione delle relative istanze. Sono contributi concreti, non meri proponimenti. Aggiungo una riflessione a proposito di strade e di scuole. Qualcuno a sinistra depotenziò le province spiegando agli italiani che avrebbe risparmiato i soldi, oggi le scuole superiori dove studiano i nostri figli e le strade provinciali hanno un pessimo grado di manutenzione e, quindi, ritengo che sarebbe cosa utile reintrodurre le province per offrire questi servizi ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. La deputata Montemagni ha facoltà di replicare per 2 minuti.
ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Si, grazie, Ministro, perché anche oggi, in quest'Aula, è venuto a dimostrare la sensibilità che ha per il territorio e, soprattutto, la conoscenza della nostra bella Italia. Non ci sono cittadini di serie A e di serie B e lei, con il suo lavoro al Governo, lo sta dimostrando ogni giorno, perché riesce a spaziare a 360 gradi, dalle grandissime infrastrutture che puntano ad ammodernare la nostra Italia ai piccoli aiuti che vengono dati singolarmente ai comuni per cercare di risolvere quelle situazioni che i cittadini vivono giornalmente. E ciò perché dobbiamo per forza garantire a chi va a casa, a chi va al lavoro, a chi accompagna i figli a scuola o, semplicemente, a chi va a visitare i nostri borghi la possibilità di percorrere strade sicure; e questo si fa mettendo in campo quello che già lei sta facendo e che, con piacere, ci comunica oggi che sta continuando a fare; se parliamo di Italia, spesso abbiamo anche l'onore di parlare di spopolamento e per evitare lo spopolamento anche queste misure sono fondamentali, perché per lasciare le persone continuare a vivere dove sono nate e dove sono cresciute le dobbiamo mettere in condizione di avere servizi e di usufruire al meglio di quella che è casa loro.
Quindi, Ministro, vada avanti così perché, nonostante le critiche su alcune opere che l'opposizione fa, forse per invidia o forse per mancata conoscenza delle esigenze della nostra Italia, noi pensiamo che il lavoro che lei sta facendo sia importante per i cittadini, per gli italiani e per il territorio e che, grazie a lei, sia possibile vedere un'Italia più moderna e più al passo con i tempi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Iniziative di competenza volte a chiarire gli effetti applicativi della disposizione del decreto legislativo n. 209 del 2024 in materia di lavori subappaltati ai fini Soa – n. 3-01760)
PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01760 (Vedi l'allegato A).
ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, in seguito alla legge delega approvata nel 2022, lo scorso 31 dicembre sono stati approvati i correttivi, con luci ed alcune ombre, come sollevato dalle categorie economiche del settore, in particolare in merito all'utilizzo dei lavori in subappalto ai fini Soa. Conseguentemente, i lavori dati in subappalto dall'impresa appaltatrice nelle categorie scorporabili rimangono utilizzabili solo per la qualificazione delle imprese subappaltatrici che possono autonomamente richiedere i relativi certificati alla stazione appaltante. Tale decurtazione non appare in linea con le prescrizioni dell'Unione europea e della circolazione nel libero mercato, oltre a profili di incostituzionalità per disparità di trattamento e mancanza di valorizzazione delle responsabilità.
Pertanto, chiedo al Ministro se intende rivedere, ovvero sospendere la previsione sopra citata, in quanto ostativa per le piccole e medie imprese italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. A parte il fatto che, se fosse incostituzionale, non saremmo qui a parlarne oggi, però, fatta questa dovuta premessa, il quesito riguarda una delle innovazioni introdotte dal correttivo al codice dei contratti pubblici, entrato in vigore lo scorso 31 dicembre, che, lo ricordo a beneficio di tutti, è stato adottato per fornire risposte ad alcuni precisi obiettivi: promuovere appalti di qualità, favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese, agevolare l'efficiente realizzazione delle opere e, aggiungo, superare il caos creato dal precedente codice degli appalti versione Renzi.
In tale contesto si inserisce la previsione richiamata nell'interrogazione, che riguarda la possibilità per l'appaltatore di spendere l'esperienza e la competenza maturata nei lavori eseguiti in subappalto ai fini dell'attestazione Soa e, quindi, della qualificazione per le successive gare.
Ricordo che, prima dell'adozione del correttivo, l'appaltatore poteva utilizzare per l'ottenimento della propria qualificazione non solo i lavori effettuati direttamente ma anche quelli realizzati dai propri subappaltatori. Tale formulazione comportava la doppia spendita dei requisiti di qualificazione a favore sia dell'appaltatore che del subappaltatore con benefici, non imputabili a finalità premiali, che apparivano non commisurati né proporzionati rispetto all'attività effettivamente svolta. Veniva infatti riconosciuta alle imprese affidatarie la qualificazione in una determinata categoria senza aver maturato in proprio i requisiti necessari; il che - sì - rischiava di alterare la qualità degli affidamenti.
Tale situazione è stata, infatti, oggetto di formali rilievi rivolti al MIT e alla Presidenza del Consiglio da parte, ad esempio, di Anac. In riscontro anche alle segnalazioni di operatori del settore, l'Autorità ha evidenziato il rischio che la doppia spendita dei requisiti di qualificazione finisse per viziare il rapporto tra imprese generaliste e imprese specialistiche, limitando, in un'ottica anticoncorrenziale, il ricorso al subappalto e, quindi, la partecipazione alle gare delle piccole e medie imprese che al Governo e alla Lega stanno particolarmente a cuore.
È per ovviare a tali criticità che, con il correttivo, si è specificato che il valore, la categoria di quanto eseguito in subappalto può essere utilizzato per la sola qualificazione dei subappaltatori e non anche dell'impresa appaltatrice; pare quasi banale. Gli appaltatori potranno continuare a utilizzare i lavori eseguiti in subappalto nelle categorie scorporabili solo per dimostrare la cifra d'affari complessiva. Ribadisco quindi che, a differenza di quanto paventato, si tratta di una modifica volta a valorizzare il ruolo svolto dai subappaltatori in un'ottica a favore della concorrenza e del riconoscimento delle professionalità. Resta peraltro implicito che, come tutte le norme sui contratti pubblici, anche questa dovrà essere testata alla luce delle dinamiche del mercato e valutata per la capacità di migliorare la qualità delle opere pubbliche.
A meno di due mesi dall'entrata in vigore della disposizione non siamo ancora, ovviamente, nelle condizioni di misurarne l'efficacia, ma le assicuro il massimo impegno del Ministero a monitorarne la fase attuativa. Lo ripeto anche in questa circostanza e concludo: nessuna norma del codice o del correttivo è intangibile, ma serve confrontarsi in modo pragmatico sui numeri e sui dati per capire davvero cosa funziona o cosa, invece, va cambiato.
PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di replicare.
ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, volevo sollecitare sicuramente il fatto che Forza Italia da sempre è vicina alle piccole e medie imprese, tant'è che noi siamo favorevoli a portare avanti questo codice appalti - sono stata relatrice nella scorsa legislatura e in questa - e sicuramente faremo una battaglia per salvaguardare le piccole e medie imprese, come lo stiamo facendo anche per i consorzi stabili e per tanti altri settori, perché questa è una priorità.
Arrivando all'incostituzionalità, mi riferivo all'articolo 3 della Costituzione per disparità di trattamento. Questo ci preoccupa molto; e ci preoccupa molto anche la direttiva Unione europea, che incita a fare il subappalto a parità. Invece, in questi correttivi che abbiamo approvato proprio qualche mese fa si va nella versione opposta. Ecco, come Forza Italia, siamo convintamente favorevoli rispetto a questi correttivi e mi fa piacere che lei, in breve tempo, li abbia portati avanti e approvati, tant'è che la prima risoluzione che è stata fatta per i correttivi del codice appalti è dello scorso aprile ed è di Forza Italia; e la prima firmataria ero proprio io. Però è emersa questa discrasia, che è importante, e mi fa piacere che lei la monitori perché oggi possiamo vedere in piccola parte questa cosa, in quanto stiamo facendo quasi tutti lavori pubblici inerenti al PNRR e sappiamo benissimo che questi lavori li facciamo non con il codice, di cui al decreto legislativo n. 36, ma con altro strumento.
Pertanto, bene il monitoraggio; noi di Forza Italia saremo vigili rispetto a questo perché ci teniamo talmente tanto alle piccole e medie imprese e a che le opere vengano fatte come lei vuole, perché il risultato è uno dei principi fondamentali del codice, ma soprattutto è uno dei principi fondamentali di Forza Italia per il bene del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Iniziative per rispettare i cronoprogrammi fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e per garantire in tale ambito un adeguato supporto agli enti locali – n. 3-01761)
PRESIDENTE. La deputata Onori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01761 (Vedi l'allegato A).
FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Membri del Governo, negli scorsi mesi il Governo ha ottenuto il via libera preliminare, da parte della Commissione europea, all'erogazione della sesta rata di fondi del PNRR. È un traguardo importante perché è subordinato a tutta una serie di criteri. Tutto bene, quindi? No, non proprio, perché la verifica sul rispetto delle scadenze non rappresenta, in questa fase, un indicatore particolarmente significativo per valutare se ci sono criticità o ritardi.
Quale sarebbe l'indicatore migliore? Il cosiddetto SSF (spesa sostenuta finora). Come siamo messi da quel punto di vista? Molto male. Soltanto il 30 per cento dei soldi che ci sono arrivati è stato speso, questo ce lo dice la Corte dei conti, Ministro. Cosa vuol dire questo?
Che l'impatto di questa iniezione di risorse che viene dall'Europa è, infatti, piccolissimo. Il secondo semestre del 2024 si è chiuso con una crescita del PIL dello 0,5, cioè dimezzato rispetto a previsioni che erano già decisamente non rosee. Cosa intendete fare rispetto a tutto questo?
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, onorevole Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Ringrazio l'interrogante. Vi è anche un'altra sigla: dati esatti da dare, perché ad oggi, come lei sa, e penso lo sappia anche la Corte dei conti, noi abbiamo maturato 6 rate pagate per 120 miliardi di euro: 62,2 miliardi di spesa, su 120 miliardi, sono il 50 per cento e oltre, e non il 30 per cento. Questa è matematica, non è politica. Detto questo, in premessa faccio presente che, come lei sa, il PNRR non è un programma di spesa, è anche un programma di obiettivi e di riforme. Voglio andare a quella che è la sua domanda, in realtà. La domanda era principalmente rivolta a cosa si faceva per gli enti locali, perché questo è il succo della domanda. Gli enti locali hanno 20 miliardi di euro di spesa a disposizione.
È evidente che, nella fase di progettazione e programmazione, hanno impegnato un lasso di tempo che, solo oggi, porta ad un'esecuzione effettiva dei lavori. Vi era un problema per gli enti locali: soprattutto in quelli più piccoli, era difficile procedere con l'anticipazione di spesa nel momento in cui si dava agli stessi solo il 30 per cento dell'avviamento dei lavori; oggi è possibile richiedere il 90 per cento.
Vi è poi un secondo problema, che abbiamo posto all'attenzione della Commissione europea, che è la mole di documentazione per la rendicontazione che deve essere presentata. Siamo in fase di trattativa per cercare di avere una semplificazione anche e soprattutto in relazione al fatto che usiamo piattaforme che, evidentemente, se vengono ingolfate di documenti su documenti, rischiano di dare un ritardo di registrazione delle operazioni e un ritardo nel controllo, che altera quella che dovrebbe essere una spesa rendicontata in termini veloci.
Aggiungo che abbiamo ancora 337 obiettivi da raggiungere. Non a caso, vi sono: l'ottava rata, che ha 40 obiettivi per 12,8 miliardi di euro; la nona rata, con 40 obiettivi per 12,8 miliardi di euro; la decima rata, con 177 obiettivi per 28,4 miliardi di euro. Queste somme, ovviamente, non le abbiamo ancora incassate perché le scadenze per raggiungere gli obiettivi sono: il 30 giugno 2025, il 31 dicembre 2025 e il 30 giugno 2026. Sicché il dato che ho dato correttamente dei 120 miliardi ad oggi ricevuti dà anche conto dei 62,2 miliardi di spesa, pari ad oltre il 50 per cento delle somme a disposizione.
PRESIDENTE. La deputata Daniela Ruffino ha facoltà di replicare.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Grazie, Ministro. So che lei comprende bene il senso del nostro question time, perché conosce la realtà all'esterno. Quando lei parla di comuni, si rende anche conto delle difficoltà che incontrano i nostri sindaci e i nostri amministratori. Forse, quello che noi avremmo voluto sentirle dire è che tutti i comuni che oggi, purtroppo, hanno subito ritardi - i motivi sono innumerevoli e li citerò - riusciranno, comunque, ad arrivare a compimento del loro progetto, soprattutto quei comuni che hanno ricevuto degli anticipi.
Allora, succede questo, signor Ministro: ci sono stati dei ritardi. Sappiamo benissimo quali sono i motivi, del resto succede anche ai Ministeri e al Governo di avere dei ritardi. Il tema è quello del personale. L'ennesimo problema è stato quello del caro prezzi, del dover rifare i computi perché sono cambiati i prezzi, ci sono state modifiche, quindi si accumula il ritardo.
Oggi i sindaci ci dicono: ma noi riusciremo a portare a compimento la nostra opera, quella famosa opera che, in tutti i territori d'Italia, per i sindaci che hanno aderito al PNRR, deve migliorare la qualità della vita degli italiani?
Quindi la grande attesa, signor Ministro, è questa. Ed è quello che vorrebbero sapere i sindaci. Purtroppo, che cosa succede? Poche risposte da parte dei Ministeri. Ovvio, si telefona, ma non ci sono garanzie e non ci sono certezze.
E poi c'è un altro aspetto importantissimo. Ci sono migliaia di dipendenti che sono stati assunti nei comuni più grandi per il PNRR e sono in scadenza; debbono essere rinnovati, perché non termina in questo momento l'iter del PNRR, ma ovviamente prosegue…
PRESIDENTE. Concluda.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). In sintesi, io cito un solo comune, il comune di Candiolo, con la cui sindaca ho parlato stamattina, la quale mi dice: ma noi che cosa facciamo? Abbiamo ricevuto un anticipo, non abbiamo risposte, i cittadini ci chiedono, i dipendenti sono in crisi. Possiamo terminare la nostra opera, pur avendo avuto ritardi che non dipendono da noi (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe)?
(Iniziative volte a garantire il raggiungimento entro il 2026 degli obiettivi fissati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza - n. 3-01762)
PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di illustrare l'interrogazione Faraone ed altri n. 3-01762 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ha ereditato un compito veramente delicato e forse anche un po' ingrato. Però, i ritardi che stiamo denunciando sono innegabili e non sono nemmeno negati da voi. È stato proprio il Ministro Nordio ad aver sottolineato i ritardi nel settore della giustizia. Abbiamo mancato i target del 2024: anziché diminuire e ridurre del 50 per cento l'arretrato dei processi civili, gli stessi sono aumentati del 3,5 per cento. Sul settore delle infrastrutture sapete benissimo che opere come il Terzo valico e la Salerno-Reggio Calabria sono in ritardo e, probabilmente, vanno rinegoziate. Non stiamo meglio sul settore sanitario. Dunque noi le domandiamo cosa intenda fare il Governo per recuperare questi ritardi e rimettere il PNRR sui giusti binari.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Ringrazio l'interrogante. Sono, a dire il vero, quattro le risposte, anche se una sola è la domanda. Quindi, vado per flash.
Per quanto riguarda il tema della giustizia, che lei ha affrontato, al 31 dicembre 2024 l'arretrato in materia civile era del - 99,1 per cento, con un obiettivo del 95 per cento: obiettivo raggiunto. Per quanto riguarda i tribunali: - 93,2 per cento, il target era il 95 per cento; vi è una franchigia nel PNRR del 5 per cento: obiettivo raggiunto. Vi sono, invece, problemi per quanto riguarda la digitalizzazione del processo penale, che, infatti, sono oggetto, ancorché non di misura di PNRR stretta, ma comunque di valutazione per rendere il più velocemente possibile attuabile quella iniziativa.
Sulle infrastrutture, lei chiedeva del Terzo valico: il Terzo valico si è bloccato perché vi era una fuoriuscita di gas. A maggio vengono ripresi i lavori. Il Ministero delle Infrastrutture comunica che il cronoprogramma sarà rispettato entro giugno 2026.
Chiedeva della Battipaglia-Romagnano: in data 21 febbraio 2025 è stato avviato lo scavo della galleria Saginara, utilizzando una delle talpe più grandi d'Europa. Ministero della Salute: 480 su 480 centrali operative territoriali previste e realizzate. Case di comunità: previsti 1.038 interventi, in realizzazione 943 interventi. Ospedali di comunità: 378 interventi previsti, 278 in corso. Per quanto riguarda gli ospedali sicuri: 84 interventi previsti, 84 in corso.
Per quanto riguarda le residenze universitarie, a fronte dell'obiettivo dei 60.000 posti - per questioni di tempo devo sintetizzare su questo, ma risponderò ad altra interrogazione -, ad oggi sono ammessi a finanziamento 22.200 posti, con un incremento del 50 per cento rispetto a quelli preesistenti alla data di entrata in vigore del PNRR.
PRESIDENTE. L'onorevole Del Barba ha facoltà di replicare.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ahinoi, anche lei insiste sulla linea della Premier nel fare annunci e dire che tutto “va bene, madama la marchesa”. Allora, si dovrebbe mettere d'accordo con il Ministro Nordio per quanto riguarda la giustizia. E, soprattutto, i dati andrebbero dati in maniera continuativa e trasparente: tutti sanno che è impossibile avere questi dati, per i comuni, per i parlamentari, per i mezzi di comunicazione. Il problema, signor Ministro, non è tanto questa disputa.
Noi le chiedevamo non di rispondere su questi aspetti, ma di dirci cosa state facendo per evitare che nel 2026 dovremo restituire dei soldi e dovremo assistere a delle riforme non compiute. Questa risposta lei, evidentemente, non ce l'ha, però, mentre voi galleggiate, il Paese affonda. Questo è il problema e, purtroppo, questo vale non solo sul PNRR, ma è un vezzo e un'abitudine di questo Governo cercare di raccontare un Paese che sta funzionando a meraviglia, quando sapete benissimo che state posticipando i problemi. Lei “ma come”, mi dirà: lo avete fatto già benissimo per quanto riguarda tutta la vicenda del superbonus, laddove siete riusciti a posticipare sia quanto deve gravare sul bilancio dello Stato sia i fallimenti che avete creato e le opere incompiute; lo avete fatto, recentemente, con la nuova governance economica e finanziaria del nostro Stato, laddove tutti i tagli della spesa inizieranno a farsi sentire dal 2027 in avanti. È molto chiaro: voi state raccontando un Paese che non esiste, ma il Paese inizia a soffrire sotto la vostra presenza e, purtroppo, i dati della produzione industriale sono lì a ricordarvelo ogni giorno.
(Intendimenti del Governo in ordine all'obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di alloggi universitari - n. 3-01763)
PRESIDENTE. L'onorevole De Luca ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01763 (Vedi l'allegato A).
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Caro Ministro, sul PNRR i conti non tornano, per questo vi regaleremo, dopo, una calcolatrice funzionante (Il deputato De Luca mostra una calcolatrice), considerando le difficoltà con i numeri anche della Premier Meloni. Il PNRR è diventato, per colpa vostra, il Piano nazionale dei ritardi e dei rinvii; la spesa è ferma al 50 per cento delle risorse ottenute, ma al 30 per cento le risorse complessive: restano 130 miliardi ancora da mettere a terra. Serve un'operazione verità. Negli anni scorsi avete fatto disastri, applicando la teoria di Salvini sui treni e per eliminare i ritardi avete cancellato i progetti: avete eliminato 100.000 posti in asili nido, 500 case e ospedali di comunità e miliardi di euro di investimenti nelle periferie dei comuni e dalla stampa emerge che oggi avete volontà di tagliare 60.000 posti letto negli studentati universitari.
Le diciamo con forza una cosa con questo question time: questi progetti per noi non si toccano, sia chiaro. Il caro affitti e la carenza di alloggi sono una vera e propria emergenza. Non si tratta di piccoli interventi, ma di investimenti strategici per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti in ogni area del Paese.
PRESIDENTE. Concluda
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Fermatevi. Lei dovrebbe essere il Ministro attuatore, non il commissario liquidatore di questo Piano nazionale di ripresa e resilienza; dovrebbe accelerare e non cancellare i progetti, come quelli sull'housing universitario. Altrimenti, rischiate davvero di bruciare il futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR, le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, faccio una precisazione, anche rispetto agli altri interventi: qui nessuno viene a dare i dati del lotto; vengono forniti dati che sono certi. Se altri non se li procurano, è un altro paio di maniche. Ma vi posso garantire che sulle piattaforme questi dati possono essere estraibili da chicchessia. Quindi, sotto questo profilo non accetto lezioni di trasparenza, perché la trasparenza c'è ed è fino in fondo. Poi, possiamo discutere se un obiettivo è raggiunto o meno. Guardate, pubblicherò, comune per comune, lo stato di avanzamento dei lavori e, regione per regione, lo stato di avanzamento della spesa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) -MAIE-Centro Popolare), perché è questo che bisogna fare se si vuole un'operazione chiarezza.
Ma quanto alla domanda - perché lei sa che tutto il suo question time era, in realtà, rivolto alle residenze universitarie; mi scusi se rispondo a lei e non a la Repubblica, ma non sono interessato a rispondere a la Repubblica -, per quanto riguarda la dotazione finanziaria è una dotazione finanziaria di 1.200 milioni riservata alle residenze universitarie per trovare 60.000 nuovi posti per studenti universitari. A febbraio 2024 - quindi, non oggi; un anno fa - è stato emanato dalla Ministra Bernini un avviso, un decreto per un bando a sportello. Questo bando a sportello chiedeva di mettere a disposizione alloggi per i quali vi era una disponibilità di 19.666,66 euro a posto letto e, infatti, se fate la moltiplicazione dà circa 1.200 milioni di euro. Questo contributo a che cosa è riservato? È riservato a garantire per tre anni un prezzo calmierato e un'obbligatorietà di tenere per 12 anni vincolato a posto di alloggio universitario quello che viene messo a disposizione.
Ad oggi sono pervenute domande pari a 22.000 posti letto e, quindi, non c'è nessun taglio. C'è una legge della domanda e dell'offerta, i soldi sono tutti lì. Sono stati offerti 22.200 posti; abbiamo ottenuto dalla Commissione europea di abolire un vincolo, che era quello che riguardava la percentuale di alloggi singoli rispetto agli alloggi doppi e, quindi, oggi si può chiaramente andare senza più vincoli anche sugli alloggi doppi; sono state presentate ulteriori 2.400 offerte di posti per un totale di 23 domande. Ad oggi, non è stata inviata al Ministero, che io rappresento in questa sede, alcuna proposta di rimodulazione da parte del Ministro Bernini rispetto all'obiettivo del piano di 60.000 nuovi posti letto per universitari. Questo è tanto.
Poi, come sapete, chi parla, raccoglie le proposte che vengono dai Ministeri, perché la riprogrammazione deve venire dai Ministeri e non viene fatta sicuramente da me, motu proprio. Aggiungo che, come è noto, vi è un articolo 2 del decreto-legge del 2024 che prevede, poi, la responsabilità, per gli enti locali e per le amministrazioni centrali, di rispettare gli obiettivi con le relative sanzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. La deputata, Irene Manzi, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Ringrazio il Ministro per questa puntuale risposta, ma, in realtà, noi qui chiedevamo, con la nostra interrogazione, di sapere se effettivamente c'è la volontà. Della volontà della Ministra Bernini eravamo a conoscenza, perché proprio poche settimane fa aveva difeso a spada tratta e aveva proprio detto che avrebbe difeso fino alla fine i fondi per gli studentati e di questo siamo felici. C'era una notizia, però, di cronaca pochi giorni fa - risponde a noi e non a la Repubblica, quindi - ed è la domanda, però, che tutti noi volevamo farle: ma è vero o meno?
Da parte del Ministero dell'Università non c'è questa volontà. Mi fa piacere sapere che non c'è neanche da parte del suo Ministero la volontà, come da notizie di stampa apprendevamo, di ridurre, di rivedere quell'obiettivo dei 60.000 posti letto, perché quello è un obiettivo chiave per garantire un principio di equità, per garantire un principio reale ed effettivo di diritto allo studio a favore degli studenti. Condivido le parole - avevamo posto anche con altri gruppi di opposizione quella richiesta alla Ministra Bernini - e anche noi saremo al fianco della Ministra Bernini in questo senso, per difendere fino alla fine il raggiungimento di quell'obiettivo.
Pochi mesi fa gli studenti universitari hanno sollecitato questo tipo di interventi, hanno fatto anche delle proposte concrete per rimodulare e per migliorare. Voi siete intervenuti spesso, avete creato anche un commissario specifico con il compito di attuare questa delega. Ma noi riteniamo che, purtroppo, questa domanda che oggi noi facevamo, questa richiesta di trasparenza, sostanzialmente, che noi vi abbiamo rivolto, nasce da una preoccupazione. Il collega De Luca ha, giustamente, ricordato alcuni obiettivi che sono stati rimodulati proprio in materia di diritto allo studio e di diritto all'istruzione, l'obiettivo dei 100.000 posti degli asili nido.
Diciamo che c'erano dei fatti concludenti che ci facevano temere, in questo caso, che ci fosse una volontà di non raggiungere quell'obiettivo, proprio perché ci sono quelle parole d'ordine di effettivo diritto allo studio, di principio di equità, di consentire alle famiglie e agli studenti, in particolar modo, di avere accesso a forme di residenze universitarie pubbliche e, quindi, la possibilità di poter contenere quei costi degli affitti che gravano, in maniera pesante e significativa, sull'effettivo diritto allo studio, questa volontà, dicevo, oggi da lei viene, in qualche modo, smentita e noi siamo molto lieti di questa informazione. Continueremo, però, nell'esercizio del nostro compito di opposizione a vigilare, perché quell'obiettivo non può essere mancato in nessun modo, a nostro avviso. Non è una questione di scaricabarile o di trasferimento di responsabilità sugli enti locali, come qualcuno ha provato a fare; si tratta di esercizio di un diritto costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Iniziative di competenza volte ad assicurare la corretta destinazione dei fondi di coesione europei, scongiurando il rischio di un loro utilizzo per il finanziamento di spese militari - n. 3-01764)
PRESIDENTE. Il deputato Pellegrini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scutella' ed altri n. 3-01764 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. I fondi di coesione e i fondi strutturali europei costituiscono il principale strumento per la politica di sviluppo e per la rimozione degli squilibri sociali ed economici che esistono all'interno dell'Unione europea, nei Paesi che costituiscono l'Unione europea e nei singoli Paesi, cosa che succede, per esempio, in Italia (penso, ma non solo, alle regioni del nostro Mezzogiorno). Proprio per questo l'Italia è uno dei maggiori beneficiari di questi fondi, anche se, purtroppo, la capacità di spesa si è rivelata, per il settennio in corso (2021-2027), davvero ridotta al lumicino. Si è speso soltanto il 2,8 per cento dei fondi assegnati.
A questa notizia, che già di per sé è pessima per i cittadini, per i territori e per le regioni, si aggiunge l'ipotesi nefasta che arriva dall'Europa che i fondi non spesi dalle regioni potrebbero essere utilizzati per costruire strumentazione militare, droni e quant'altro.
La legge attuale consentirebbe l'utilizzo duale - quindi, la realizzazione di strumenti, di armi con utilizzo duale -, ma, se si dovesse arrivare a questa scelta, sarebbe una scelta folle che, tra l'altro, ben si inserisce in quello che sta succedendo in Italia e in Europa, cioè una folle corsa al riarmo, un folle bellicismo, che, tra l'altro, è contrario all'articolo 11 della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi le chiediamo, Ministro, che cosa intenda fare per scongiurare questo pericolo che noi lamentiamo.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Ringrazio l'onorevole interrogante, anche perché mi dà l'opportunità di fare alcune precisazioni.
Per quanto riguarda i fondi di coesione, quelli dal 2000 al 2014, si sono dovuti raggruppare in un unico contenitore, perché non erano stati spesi abbastanza. Potrei ricordarle il regolamento (UE) 2024/795, che ha prorogato, al 31 luglio 2025, la rendicontazione delle spese per quanto riguarda il ciclo di programmazione 2014-2020. Ciò a dimostrare che cosa? Che, effettivamente, vi è una capacità di programmazione, vi è una buona capacità di selezione degli interventi e vi è un'abitudine a concentrare la spesa sugli interventi nell'ultimo anno, nell'ultimo biennio, la qualcosa evidentemente porta a non raggiungere gli obiettivi di spesa come previsti.
Nella fattispecie - se vuole, le do i dati relativi all'anno in corso -, abbiamo operazioni selezionate per 18,5 miliardi di euro, impegni giuridicamente vincolanti per 12,4 miliardi di euro, spese, come diceva lei, di 3 miliardi di euro rispetto ai 79,9 miliardi di risorse complessivamente a disposizione.
Quanto alla domanda, non vi sono documenti o iniziative di regolamento - perché lei sa che queste modifiche devono essere fatte con modifiche regolamentari - che portano a una rimodulazione dei fondi della politica di coesione 2021-2027, per quanto riguarda i fondi non ancora spesi da regioni o da amministrazioni centrali, volti a consentire l'acquisto di armamenti militari, o, comunque, di finanziare direttamente le Forze armate.
Quanto alla comunicazione della Commissione europea, che, mi permetto di aggiungere, oltre che del 29 gennaio è anche del 26 febbraio, faccio presente, semplicemente, che la stessa rilancia il tema del sostegno alla piattaforma STEP, con spese che sono riservate a tecnologie digitali, a quelle ad emissioni a zero, alle biotecnologie, a rafforzare l'innovazione. Non risultano quindi, allo stato, le questioni che lei ha posto.
PRESIDENTE. La deputata Scutella', cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, guardi, è veramente triste, è veramente triste vedere come vi siete ridotti. Perché voi e il vostro Governo, che era il Governo dei patrioti, di quelli che avrebbero salvato l'Italia, che avrebbero fatto l'Italia protagonista, ad oggi, vi siete ridotti ad essere gli scendiletto, i cagnolini impauriti che prendono ordini dalla NATO e dall'Unione europea. Vi siete fatti rifilare un Patto di stabilità di 13 miliardi di euro di tagli all'anno per i cittadini. E lei, oggi, non smentisce a chiare lettere quello che gli abbiamo chiesto, e cioè se questi 140 miliardi di euro, che sono fondi destinati alle regioni, alle strade, alle ferrovie, ai servizi sanitari di cui tanto vi riempite la bocca, saranno spostati per investire nella difesa e quindi per acquistare armi per questa stramaledettissima guerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Voi non prendete nessuna iniziativa. Vi accodate alle idee, ai pensieri degli altri, e questo, Ministro, lo penso veramente, perché forse il vostro problema è che siete diventati Ministri, siete entrati a Palazzo Chigi e vi siete accontentati di questo. Vi siete fatti commissariare dalla NATO (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e dall'Unione europea. Non prendete un'iniziativa. E poi, Ministro Foti - sì, mi indichi tranquillamente, sorrida -, le dico una cosa: sono anni, e ho le prove di tutto quello che sto dicendo, che il MoVimento 5 Stelle e anche la sottoscritta vi dice che le guerre non si risolvono finanziando o acquistando armi, ma si risolvono con negoziati, con trattative, con tavoli diplomatici. Lei, proprio lei, Ministro Foti, quattro giorni fa rilasciava una dichiarazione, dicendo: sarebbe ora di parlare di pace, di aprire un tavolo di pace.
Complimenti, Ministro, meno male che ci è arrivato. Le do un suggerimento: se vuole proprio seguire l'indicazione di qualcun altro, si iscriva al MoVimento 5 Stelle, così può seguire le nostre indicazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), lo so che i colleghi non lo vogliono, però è una cosa che le sto dicendo io, personalmente; perché il Presidente Conte ha preso i soldi dall'Europa e li ha portati in Italia. Qualcun altro, invece, prende i soldi dall'Italia e li porta da un'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative di competenza in merito ad obblighi di trasparenza in capo alla Fondazione Milano Cortina 2026, alla luce del recente pronunciamento dell'Autorità nazionale anticorruzione – n. 3-01765)
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01765 (Vedi l'allegato A).
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. L'approfondimento dell'Autorità nazionale anticorruzione, in merito alla Fondazione Milano-Cortina 2026, chiarisce che la stessa fondazione è configurabile come organismo di diritto pubblico. L'ANAC si richiama anche ad un rendiconto del procuratore della Corte dei conti del Veneto, che constata che gli organi di direzione e di controllo sono interamente composti da membri di nomina pubblica e che anche le garanzie sono in capo al pubblico. A dire, dal momento che, anche nel bilancio del 2023, alla fine dell'esercizio dell'anno - concludo Presidente -, si registra un deficit di oltre 107 milioni di euro, chi garantisce, chi coprirà questo deficit? Lo Stato e gli enti pubblici fondatori della Fondazione stessa.
PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante, che chiede quali iniziative intenda assumere, perché la Fondazione Milano-Cortina 2026 adempia pienamente agli obblighi di trasparenza.
In primo luogo, risulta importante ribadire, nuovamente, che la Fondazione stia operando, sin dalla sua costituzione, in regime di diritto privato, sulla base del proprio statuto e, soprattutto, della legge istitutiva, il decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, svolgendo tutte le attività di gestione, organizzazione, promozione e attività commerciali e di sfruttamento dei Giochi olimpici e paralimpici del 2026, nella stessa forma con la quale i comitati organizzatori hanno operato nelle passate edizioni, compreso quello di Parigi del 2024.
Viceversa, è certamente di diritto pubblico, sempre in ragione del summenzionato decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, il soggetto che invece è chiamato allo sviluppo delle infrastrutture, quindi Società Infrastrutture Milano-Cortina 2026, che, pertanto, è soggetta anche alla disciplina in materia di trasparenza.
Partendo da queste oggettive premesse, dopo aver ricevuto, la settimana scorsa, la nota dell'ANAC del 14 febbraio 2025, al di là delle considerazioni di merito, ho richiesto tempestivamente alla fondazione, in via formale, un approfondimento tecnico giuridico volto ad individuare, con precisione, quali siano gli eventuali ambiti di applicabilità della disciplina in materia di trasparenza, a quali attività possa riferirsi e a quali specifici obblighi conseguenti possa essere tenuta, alla luce del particolare regime che, come è noto, regola l'organizzazione e lo svolgimento di eventi e attività che coinvolgono soggetti dell'ordinamento giuridico internazionale. Tanto è vero che l'autore dell'atto di candidatura è il CONI, quale espressione territoriale di tale ordinamento facente capo al Comitato olimpico internazionale.
Tengo a ribadire, come ho detto più volte pubblicamente, che, nel caso di specie, la trasparenza è un valore e un indirizzo che deve operare a prescindere, al quale non è possibile rinunciare. Personalmente, ritengo che la Fondazione in questo senso debba essere come una casa di vetro e che l'azione di tutti i soggetti coinvolti debba rimanere improntata proprio ai criteri di trasparenza ed efficienza, anche nel rispetto della sostenibilità ad ampio spettro.
Per queste ragioni, la Fondazione ha adottato un modello di gestione che ha come obiettivo primario, che rispetterà, il pareggio di bilancio, raccogliendo risorse private che copriranno la struttura dei costi organizzativi dei giochi, in modo ben distinto - questo è opportuno ribadirlo, ancora una volta, e mi auguro definitivamente - dal bilancio della società Simico, che investirà nelle opere pubbliche risorse della stessa natura e, come detto, con un modello di gestione pubblicistico.
D'altro canto, l'attività di indagine svolta dall'Autorità l'ha portata a concludere che la Fondazione possa essere qualificabile come soggetto tenuto ad applicare le misure di trasparenza previste dal decreto legislativo n. 33/2013, in quanto compatibili e limitatamente ai dati e ai documenti inerenti alle attività di pubblico interesse. Quello che posso assicurare nuovamente è che il Governo si è immediatamente attivato affinché fossero avviate le attività di accertamento finalizzate a stabilire se e in che misura le informazioni e i dati già pubblicati sui canali ufficiali possano essere considerati carenti alla luce delle considerazioni dell'Anac e in relazione a quali profili dell'attività della Fondazione.
In conclusione, ricordo, come sopra già premesso, che l'intero piano delle opere in capo a Infrastrutture Milano-Cortina 2026 Spa è sottoposto a vigilanza e controllo pubblici e già risponde ai requisiti di trasparenza e integrità. Per quanto attiene alle opere di sua competenza, la società è sempre stata a disposizione delle associazioni e di tutti i soggetti interessati per fornire documenti e informazioni, e opera nel rispetto della normativa sulla trasparenza e del diritto di accesso, coerentemente con il disposto dell'articolo 2, comma 4, del DPCM dell'8 settembre 2023, che prevede che questa agisca “secondo i principi di trasparenza, imparzialità e correttezza dell'azione a finalità pubblica per la quale è stata costituita”.
PRESIDENTE. La deputata Luana Zanella ha facoltà di replicare.
LUANA ZANELLA (AVS). Lei, Ministro, sicuramente sa che è in atto una campagna proprio per la richiesta di trasparenza da parte della Fondazione, perché, Ministro, questa Fondazione, il primo atto che ha fatto, nel consiglio di amministrazione del febbraio del 2020, è di affermare la sua natura giuridica privata, anche perché si trovava a dover approvare lo stipendio dell'amministratore delegato dell'epoca - che poi è stato anche indagato, come noto, dalla procura di Milano - di 450 milioni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), più 100 milioni lordi all'anno.
Si sono accorti che, se il regime fosse stato privato, ci sarebbe stato il tetto, ovviamente, a questo ammontare di stipendio. Da quel momento, in tutto il prosieguo c'è stata una resistenza, dovuta soprattutto - lei lo sa meglio di me - alle indagini della procura della Repubblica sulla Fondazione, perché ci sono, a proposito di trasparenza, veramente delle opacità insopportabili. Infatti, ci sono i reati, è vero, di cui sono imputate alcune persone, di turbativa d'asta, di corruzione, di appalti assegnati in maniera impropria e così via. Quindi la trasparenza è a maggior ragione dovuta, perché noi abbiamo un fascicolo in procura della Repubblica di Milano che potrebbe essere anche riaperto, perché è vero che questa estate c'è stato il decreto che ha dato interpretazione autentica dell'essere ente privato…
PRESIDENTE. Concluda.
LUANA ZANELLA (AVS). …e invece, secondo noi, può essere anche a regime privato per quanto riguarda la gestione, ma la natura è pubblica, perché sappiamo che nel 2026 ci troveremo con un deficit grande come una casa: 5,7 miliardi. Sì, Ministro…
PRESIDENTE. Concludiamo, concludiamo.
LUANA ZANELLA (AVS). …non li troverete, certamente, coperti dalle sponsorizzazioni, dai biglietti. Ci saranno gli enti pubblici. Tra l'altro, anche il Ministro Salvini, l'ultima volta che è stato a Milano, ha detto: il Governo farà la sua parte. Stiamo a vedere quanto grande sarà la parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Stato di aggiornamento del piano pandemico nazionale, con particolare riferimento alle risorse previste e al potenziamento dei sistemi di sorveglianza e prevenzione – n. 3-01766)
PRESIDENTE. La deputata Buonguerrieri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-01766 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
ALICE BUONGUERRIERI (FDI). Ministro, sono passati 5 anni dallo scoppio della pandemia e gli italiani, ancora oggi, ne pagano le pesanti conseguenze. Mentre l'allora Premier Giuseppe Conte, a domanda, rispondeva, mentendo, “siamo pronti”, gli italiani si scontravano con la realtà: l'Italia non era pronta, l'Italia non aveva un piano pandemico aggiornato, le misure restrittive adottate dal Governo Conte erano misure ideologiche, di cieca disperazione, come confermato non da Fratelli d'Italia, ma da Walter Ricciardi, consulente di Speranza. Da quanto emerso dalla Commissione COVID, Ministro, mentre gli italiani morivano, vi sarebbe chi ha lucrato sulla pandemia ai danni dello Stato. Accerteremo tutto.
Tanto è stato fatto da lei e dal Governo Meloni, altro deve ancora farsi per rimediare ai gravi errori del passato. E allora le chiedo, Ministro, sul piano pandemico qual è lo stato dell'aggiornamento, quale il contenuto, quali le risorse umane e finanziarie allocate, per informare gli italiani e per mettere definitivamente a tacere le strumentalizzazioni di una sinistra evidentemente in difficoltà e priva di argomenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per questa opportunità di fare chiarezza su un tema di fondamentale importanza per la salute pubblica e la sicurezza nazionale. A 5 anni dall'inizio della pandemia, questo Governo ha scelto, fin dal primo giorno, di adottare un approccio concreto, basato sulle evidenze scientifiche e sulla pianificazione strategica; non improvvisazione, ma preparazione, non allarmismo, ma responsabilità. Il nuovo Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2025-2029 rappresenta un cambio di paradigma chiaro rispetto al passato.
Non è una semplice formalità burocratica o la fotocopia sbiadita di documenti precedenti, ma uno strumento operativo concreto, con finanziamenti adeguati e responsabilità chiaramente definite. Colgo l'occasione per evidenziare alcune delle principali innovazioni. Il Piano persegue cinque obiettivi concreti: proteggere la salute pubblica, riducendo diffusione e mortalità delle infezioni; garantire coordinamento efficace tra istituzioni; minimizzare l'impatto sui servizi sanitari ed essenziali; tutelare la salute degli operatori sanitari in prima linea; coinvolgere attivamente i cittadini con informazione trasparente.
Il Piano non si limita alle buone intenzioni, ma definisce chiaramente attività operative: rafforzamento dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL e laboratori di virologia; comunicazione chiara ed equilibrata, senza allarmismi o stigmatizzazioni; misure restrittive solo se indispensabili, temporanee e proporzionate; rete nazionale di ricerca e monitoraggio; sistema avanzato di allerta precoce; coordinamento Stato-regioni; sorveglianza integrata per patogeni respiratori, con analisi dati multi-fonti; pianificazione di contromisure mediche efficaci e sostenibili. Il Piano stabilisce, inoltre, una precisa scala di ruoli e responsabilità di tutte le istituzioni, con una catena di comando chiara ed efficace in caso di emergenza.
Tutto questo è sostenuto da investimenti concreti: 50 milioni per il 2025, 150 milioni per il 2026, 300 milioni per il 2027. Nei giorni scorsi, sia il sottoscritto che i dirigenti del Ministero siamo stati oggetto di un'attenzione mediatica talvolta faziosa e scorretta, con tentativi di estrapolazione di frasi fuori dal contesto, al solo scopo di avvalorare tesi precostituite o attaccare singoli professionisti. È un metodo che non fa onore al dibattito pubblico e che allontana i cittadini dalle istituzioni.
La verità è che, se è vero che prevenire è sempre meglio che curare, allora servono pianificazione, risorse e anche onestà intellettuale. Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che nel passato, spesso, si è sbagliato. Si è trascurata l'importanza della prevenzione, ci si è limitati a fare fotocopie di piani spesso sbrigativi o inadeguati e il risultato lo abbiamo pagato tutti, cittadini, operatori sanitari, imprese. Per questo Governo la prevenzione non è uno slogan, ma un impegno concreto. Il nuovo Piano ne è la dimostrazione tangibile.
La salute dei cittadini e il futuro della Nazione non possono essere sacrificati sull'altare di polemiche strumentali o visioni ideologiche. Continueremo a lavorare con metodo scientifico e trasparenza, nell'interesse esclusivo dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Francesco Filini ha facoltà di replicare.
FRANCESCO FILINI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, non soltanto per la risposta, di cui ci dichiariamo soddisfatti, ma anche per il lavoro che ha svolto fin qui, per aver dato finalmente all'Italia e agli italiani un piano pandemico, che, finalmente, è stato aggiornato con una copertura di 300 milioni fino al 2027. Finalmente abbiamo uno strumento con cui, nel caso in cui - non se lo augura nessuno - dovessimo affrontare un'altra pandemia, sapremo come comportarci e non ci comporteremo come in passato. Con questo piano pandemico, Ministro, va sostanzialmente in soffitta l'era dell'improvvisazione, dell'allarmismo, delle conferenze stampa urbi et orbi, a reti unificate, senza contraddittorio, a spiegare, poi, agli italiani quali erano i loro diritti e le loro libertà. Finisce tutto ciò. Ma finisce anche - e di questo siamo particolarmente orgogliosi - l'era dell'insipienza, del lassismo e della sciatteria amministrativa, che hanno caratterizzato i Governi dal 2013. Fino a che non ci siamo insediati noi, nessuno è stato in grado di aggiornare il piano pandemico, nonostante nel 2013 sia diventato una legge imposta dall'Unione europea, in tutti questi anni nessuno l'aveva fatto, dovevano arrivare il Governo Meloni e il Ministro Schillaci per arrivare a questo aggiornamento (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Questa improvvisazione, poi, l'abbiamo vista nel corso della triste pagina di storia della pandemia, perché siamo passati dal “Milano non si ferma”, repentinamente, a un “abbraccia un cinese”, fino poi al lockdown duro e puro, chiusure con l'accetta, a suon di codici Ateco, e tutto quello che abbiamo visto, con grandi danni all'economia e alla società. Siamo passati dalle mascherine inviate dal Ministro Di Maio in Cina, fino a vedere la struttura commissariale gestita da Domenico Arcuri, che, invece, importava mascherine a quattro volte il prezzo di mercato.
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO FILINI (FDI). Mascherine che poi abbiamo visto essersi rivelate - come ha sostenuto la Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza SARS-CoV-2 - non salubri, assolutamente non adatte a contenere il virus, e chissà quanti danni hanno fatto, perché quelle mascherine, lo ricorderemo per sempre, sono state indossate da infermieri, medici, Forze dell'ordine e da tantissimi milioni di italiani.
Credo che con Fratelli d'Italia si chiuda questa pagina di storia. Mi scusi, Presidente, chiudo soltanto con questo: a guidare la nostra azione sono, sicuramente, la responsabilità, il buon senso, il rigore scientifico - e non l'idolatria scientista, come l'abbiamo vista - e la tutela della salute e della libertà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative di competenza volte a salvaguardare e valorizzare il ruolo dei medici di medicina generale - n. 3-01767)
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01767 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, i medici di medicina generale sono un pilastro del sistema sanitario nazionale. Sono importanti per ridurre gli accessi agli ospedali e svolgono una funzione sociale soprattutto in un Paese come il nostro, fatto non solo da grandi città, ma anche da aree interne e piccoli borghi. I medici di medicina generale, insieme agli infermieri, sono la categoria che dà maggiori preoccupazioni rispetto alle prospettive future. Alcuni dati ce lo dicono: nel 2022 il numero è diminuito di 6.000 unità rispetto al 2012, l'età media è vicina alla pensione e gli iscritti per diventare medici di medicina generale sono in calo, anche perché il corso triennale prevede compensi di 900 euro, rispetto alle specializzazioni universitarie, che ne riconoscono 1.800, il doppio.
I mesi scorsi, lei, signor Ministro, ha proposto di ripensare il ruolo dei medici di medicina generale, ma un sondaggio della Federazione italiana della categoria ha mostrato che il 70 per cento si dice contrario ad essere assunto dal Servizio sanitario nazionale. Allora, signor Ministro, il gruppo di Noi Moderati le chiede come intenda valorizzare la figura del medico di medicina generale e come possa garantire la parità di trattamento tra corso di formazione di medicina generale e la specializzazione universitaria, perché noi crediamo che questa sia una priorità.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha facoltà di rispondere.
ORAZIO SCHILLACI, Ministro della Salute. Grazie, signor Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per questa opportunità di confrontarci su un tema cruciale per il futuro della nostra sanità.
I medici di medicina generale rappresentano non solo il primo contatto dei cittadini con il Servizio sanitario nazionale, ma il vero cuore pulsante della medicina di prossimità. La salute di prossimità non è un concetto astratto, vive concretamente negli studi dei nostri medici di famiglia, che custodiscono quel patto di fiducia che è alla base del rapporto medico-paziente.
Il loro contributo è determinante, tanto nella prevenzione, quanto nell'orientare i cittadini verso stili di vita corretti, in un'epoca in cui le malattie croniche rappresentano la sfida principale dei sistemi sanitari moderni. Oggi, però, dobbiamo riconoscere che la domanda di assistenza è cambiata profondamente. Cittadini più informati, con aspettative diverse e bisogni complessi, richiedono risposte spesso innovative. La rivoluzione digitale, con l'implementazione del fascicolo sanitario elettronico, non rappresenta, semplicemente, un cambiamento tecnologico, ma l'opportunità per un'evoluzione virtuosa, che porti a riaffermare e rafforzare la centralità di questa professione fondamentale, con una relazione con i pazienti rinnovata e potenziata.
I dati parlano chiaro: dal 2017 al 2023 abbiamo assistito ad una diminuzione del 13 per cento dei medici di medicina generale e il numero dei massimalisti è aumentato del 42 per cento, segnale di un sistema sottopressione. L'attuale organizzazione del corso di formazione specifica in medicina generale, gestito dalle regioni e province autonome, non sta rispondendo adeguatamente alle sfide del presente, e ne è prova tangibile la questione vocazionale. Molti giovani medici pensano che la medicina generale rappresenti, oggi, una seconda scelta rispetto alle scuole di specializzazione, considerate più prestigiose e remunerative. Basti pensare che un medico in formazione per la medicina generale riceve una borsa di studio di soli 11.603 euro annui, contro i 25.000-26.000 euro degli specializzandi.
Non possiamo più permetterci che la medicina generale sia percepita come un ripiego. È tempo di trasformarla in una vocazione di eccellenza e di equipararla alle altre specializzazioni, non solo nel percorso formativo, ma anche nel riconoscimento professionale, economico e con nuovi parametri di efficienza. Non è solo una questione di giustizia, ma di visione strategica per il futuro della sanità italiana. Per affrontare questa sfida, il Ministero della Salute ha istituito, insieme al Ministero dell'Università e della ricerca, un tavolo di lavoro dedicato, che ha elaborato un documento condiviso anche dal gruppo per l'accesso sostenibile alle professioni sanitarie. La proposta è necessaria. Bisogna superare l'attuale corso di formazione e trasformarlo in una vera e propria scuola di specializzazione. Questo permetterebbe di strutturare il percorso post lauream del medico di medicina generale, allineandolo con le altre specialistiche.
Sul fronte contrattuale voglio essere chiaro. L'obiettivo primario di questo Governo è garantire ai cittadini prestazioni di eccellenza da parte di professionisti motivati e consapevoli. I contratti seguiranno, come naturale conseguenza, un processo che mette al centro la qualità, la quantità dell'assistenza e la dignità della professione. Concludo, con un impegno concreto: il mio Ministero, in sinergia con il MIUR, adotterà tutte le iniziative necessarie per realizzare questa evoluzione del percorso formativo. Investire nella medicina generale significa investire nella salute di prossimità e nella prevenzione. Significa, in ultima analisi, investire nel futuro della salute di tutti gli italiani.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Devo dirle, Ministro, che il gruppo di Noi Moderati sottoscrive, parola per parola, la risposta che lei ci ha dato. E vorrei riprenderla con un “nota bene”: danno un contributo “determinante”, ha usato questa parola. La medicina di prossimità è una medicina fondamentale. Tra l'altro, l'interrogazione precedente ha parlato della pandemia. Ci siamo accorti tutti quanto era fondamentale ed è fondamentale una medicina territoriale, una medicina di prossimità, il medico di famiglia - a cui, immediatamente, possa rivolgersi la famiglia - a fare da filtro, essere interlocutore. Ha sottolineato con una parola: è un tema cruciale.
Ma, dall'altra parte, dobbiamo prendere atto della situazione in cui siamo: continuare a mettersi le mani davanti agli occhi e non comprendere che, se andiamo avanti in questa direzione, quella professione fondamentale - tra l'altro, ricordiamo che l'Italia non è composta solo dalle grandi metropoli, delle aree metropolitane, l'Italia è fatta di 5.000 comuni sotto i 5.000 abitanti, se andiamo sopra i 15.000 siamo quasi a 8.000 comuni - verrà svilita. E allora, qual è la ragione per cui si è svilita questa professione? Perché è stata trascurata? Mi sembra che il dato che lei ha fornito, e che ha ricordato anche l'onorevole Colucci, sia sotto gli occhi di tutti. Un giovane che sceglie di fare il medico di medicina generale ha, addirittura, una borsa di studio pari alla metà di quella di un medico specializzando.
Mi sembra che la strada che lei ha individuato, e che noi condividiamo insieme anche al Ministero dell'Istruzione e del merito, e cioè quella di far diventare la medicina generale, la professione di medico di medicina generale, per il giovane che ci si voglia approcciare, come un corso di specializzazione, esattamente quanto altro, dia dignità a quella professione.
Così come bisogna riflettere sull'organizzazione generale. Un nota bene, ed è il messaggio che noi le vogliamo dare: ridurre tutto, e su questo lei sa che si sono aperti un confronto e un dibattito, anche con il Governo, all'interno della maggioranza e con il Parlamento. Pensare che sia la statalizzazione o l'assunzione da parte dello Stato dei medici di medicina generale e così risolviamo il problema non è una risposta, non dà dignità - lo ha sottolineato lei - a quella professione e, comunque, non garantisce l'efficienza del servizio (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
Quindi, da questo punto di vista, è evidente che quel percorso che lei ha indicato con questo nota bene, che per noi non è un nota bene, diventa una sottolineatura che dopo anche il piano pandemico, come lei ha presentato, dà un passo in avanti con cui questo Governo e il Ministro della Salute - e concludo, signor Presidente - si sono impegnati. Siamo sicuri che alla fine di questa legislatura ridaremo dignità anche al medico di famiglia, ma nella sua autonomia professionale e nella sua dignità professionale. Questa è la nostra sfida (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.
La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,15.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Approvazione in Commissione.
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di mercoledì 26 febbraio 2025, la VII Commissione permanente (Cultura, scienza e istruzione) ha approvato, con modificazioni, in sede legislativa, la seguente proposta di legge d'iniziativa dei senatori Fallucchi e altri: “Disposizioni per la promozione delle manifestazioni in abiti storici. Istituzione della Giornata nazionale degli abiti storici” (Approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato) (1979).
In ricordo dell'onorevole Enzo Fragalà.
PRESIDENTE. Come preannunciato ai gruppi, ha chiesto di intervenire il deputato Federico Mollicone per un breve ricordo dell'ex deputato Enzo Fragalà, di cui ricorrono oggi i 15 anni dall'assassinio.
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Il 26 febbraio di 15 anni fa, dopo tre giorni di sofferenza, fu ucciso barbaramente dalla mafia a colpi di bastone Enzo Fragalà. Penalista di fama, parlamentare di Alleanza Nazionale, uomo impegnato in miriadi di attività, di grande coraggio, stile e cultura, che fui onorato di seguire nei lavori parlamentari delle Commissioni d'inchiesta. Come avvocato seguiva moltissimi processi di mafia e per questo impegno fu ferocemente assassinato da Cosa Nostra.
Uno sbirro che spingeva i suoi clienti a collaborare con la giustizia: fu questo, dalle intercettazioni, il motivo, emerso durante il processo, che portò al suo barbaro assassinio. Un monito per tutta l'avvocatura palermitana. Il procuratore generale della Corte di cassazione nella requisitoria lo elogiò: “Morto nell'esercizio della sua missione”. Una missione come quella condotta da parlamentare per la ricerca della verità sulle stragi che hanno insanguinato la nostra Nazione.
Grande esperto di terrorismo internazionale, fu componente della Commissione stragi e della Commissione parlamentare d'inchiesta concernente il dossier Impedian, il cosiddetto dossier Mitrokhin. Una battaglia, questa, che abbiamo condiviso e che continuiamo a portare avanti.
Scriveva Bertolt Brecht: “Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi e poi ci sono quelli che lottano tutta la vita. Essi sono gli imprescindibili”. Addio, Enzo. Sei è stato un imprescindibile. La nostra azione quotidiana si ispira al tuo esempio (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Anastasio Carrà. Ne ha facoltà.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, oggi ricordiamo con profonda commozione Enzo Fragalà a 14 anni dalla sua tragica scomparsa. Il 26 febbraio 2010, un vile e brutale agguato ci ha strappato un uomo di straordinaria levatura, un avvocato coraggioso, un servitore dello Stato e un politico appassionato. Militante nell'area della destra di Pino Rauti, deputato per due legislature, componente di diverse Commissioni d'inchiesta parlamentari, assistente di Storia contemporanea presso l'Università di Palermo, Enzo Fragalà non era soltanto un avvocato a tutto tondo, uno di quelli da trincea, ma anche un fine letterato, un uomo pieno di interessi, uno di quegli uomini che certamente non sprecavano il loro tempo e che svolgeva, o meglio, ricopriva il proprio ruolo di difensore con una statura morale e professionale invidiabile.
Fragalà frequentava sovente le aule d'assise, difendeva tanti clienti per mafia in una terra dove ogni piccola indecisione poteva costare cara. E fu proprio quell'inflessibilità, quel suo non piegarsi a logiche perverse, che gli costò la vita in quel maledetto 26 febbraio 2010, quando morì dopo tre giorni di dura agonia per il pestaggio subito sotto il suo studio da un commando mafioso. Il pestaggio avvenne la sera del 23 febbraio 2010, in via Turrisi, a due passi dal Palazzo di giustizia. Il penalista morì tre giorni dopo in ospedale. Un lungo e travagliato iter giudiziario ha portato alla condanna definitiva di quattro imputati, legati al clan di Porta Nuova. L'uccisione del penalista doveva servire da lezione a tutta l'avvocatura. Enzo Fragalà non è morto invano, il suo nome resta scritto nella storia di questo Paese, accanto a quelli di tanti eroi, che hanno dato la vita per la legalità. Proprio per questo, il suo sacrificio non può e non deve essere dimenticato. Il gruppo parlamentare della Lega ribadisce con forza che la mafia deve essere cancellata dalla nostra terra con ogni mezzo necessario. Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene e rinnoviamo il nostro impegno, affinché nessuno si senta mai solo nella lotta contro la criminalità organizzata (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel tempo che viviamo abbiamo bisogno di esempi concreti nella lotta contro la criminalità organizzata. Certamente un esempio è stato l'avvocato e collega Enzo Fragalà. Abbiamo bisogno di esempi, anche alla luce della cronaca attualissima degli ultimi giorni. Vedete, nei blitz delle ultime settimane, è emerso in modo chiaro ed evidente che la mafia continua a reclutare tanto nelle giovani generazioni. Allora, crediamo che un esempio vero di vita - vita professionale, politica e parlamentare -, come quello di Enzo Fragalà, possa essere un modello da seguire per i giovani, un modello anche per il ruolo dell'avvocatura. Mi piace ricordare in questa sede un altro collega della mia città che è stato assassinato, un altro avvocato, Serafino Famà. E, allora, il loro ricordo oggi è vivo e deve spingerci anche come monito, perché la lotta alla criminalità organizzata merita sempre di più atteggiamenti inflessibili da parte della società civile, del mondo delle professioni e, ancora di più, del mondo della politica. Da ultimo, il collega Fragalà, certamente, lascia un ricordo indelebile anche per la spiccata attività parlamentare. Il suo impegno contro la mafia era emerso in modo evidente anche nell'attività parlamentare (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tommaso Calderone. Ne ha facoltà.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Signor Presidente, signori colleghi, Enzo Fragalà è stato deputato per tre legislature, ha fatto parte della Commissione affari costituzionali ed è stato capogruppo di Alleanza Nazionale in Commissione giustizia. Docente universitario, ma soprattutto avvocato, venne a morte il 26 febbraio 2010, dopo essere stato aggredito, tre giorni prima, il 23 febbraio 2010. Sono straordinarie le parole della figlia, che, in un suo intervento, ebbe a dire: ucciso perché avvocato e perché esercitava la professione in maniera libera.
Oggi, lo voglio ricordare non soltanto da collega parlamentare, ma, se mi è consentito, anche da collega avvocato e da avvocato penalista, perché, vedete, l'avvocatura è un sogno che dura tutta la vita. Forse siamo figli di un dio minore, però ne siamo orgogliosi, quando andiamo a indossare la toga in maniera così prestigiosa, come lo ha fatto Enzo Fragalà, senza piegarsi al crimine e definito in maniera volgare e inaccettabile “cornuto e sbirro”, soltanto perché indossava la toga, senza se e senza ma, difendendo i propri clienti, non trasgredendo mai le regole. Forza Italia, oggi, lo vuole ricordare e indicare come esempio, perché Enzo Fragalà non è stato soltanto un ottimo politico o un illustre docente universitario, è stato soprattutto un grande uomo e un grande avvocato (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io mi unisco al ricordo dell'avvocato Enzo Fragalà, assassinato brutalmente dopo un brutale pestaggio nel febbraio del 2010. Ho un'immagine di quel periodo: qualche giorno dopo si sarebbe svolta la cerimonia di giuramento degli avvocati. Io ero tra coloro che giuravano proprio in quella cerimonia e mi ricordo il clima di commozione, di smarrimento di tutta l'avvocatura del foro palermitano. Ricordarlo adesso mi riporta davvero la stessa emozione di quel momento, perché non si poteva accettare, non si capiva davvero per quale motivo fosse stata riservata una sorte tanto atroce ad uno dei più noti penalisti della nostra città, del nostro foro.
Il motivo si è saputo all'esito del processo. Nella sentenza abbiamo letto quelle intercettazioni che, anche prima, hanno citato alcuni colleghi. Enzo Fragalà doveva essere punito perché “cornuto e sbirro”, così dicevano i mafiosi nelle intercettazioni, perché aveva la tendenza a far collaborare con la giustizia i suoi clienti, in totale antitesi, quindi, con la rigida regola dell'omertà vigente in Cosa Nostra. Il suo pestaggio doveva servire da lezione a tutta l'avvocatura palermitana, questo era il movente dell'assassinio di Enzo Fragalà.
Allora, questo ci riporta a due considerazioni; sicuramente ad individuarlo come esempio di libertà nell'affrontare la professione forense, la professione di avvocato. Anche un'altra considerazione ci consegna, quanto sia importante abbattere il muro di omertà, per contrastare realmente la mafia, quanto sia importante l'istituto della collaborazione per scardinare il potere delle mafie. Ecco, penso che a questo deve servire sempre il ricordo di questi uomini, martiri per la giustizia, potremmo dire così. Questo ci deve servire pure per indirizzare correttamente le iniziative legislative in tema di contrasto alle mafie (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Più volte, in quest'Aula, ci siamo trovati a commemorare personalità importanti che hanno lasciato il segno. Fare memoria significa proprio ricordare quel segno, ricordare l'impronta che è stata tracciata nel contesto umano, nel contesto politico e nel contesto sociale.
Io mi permetto di ricordare Enzo Fragalà come collega avvocato, per avere condiviso tante aule, tante udienze, condiviso qualche difesa. Voglio ricordarlo anche come amico, come collega parlamentare, i tanti viaggi fatti insieme da Palermo a Roma per raggiungere questi scranni. Enzo Fragalà era una persona dal tratto sempre gentile, e questo tratto gentile viene ricordato sempre da tutti, perché è un tratto che ha lasciato il segno indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto e lo hanno potuto apprezzare.
Enzo Fragalà è stato consigliere comunale a Palermo. Amava la politica non soltanto perché era stato parlamentare, ma perché la viveva, perché la politica scorreva come il sangue nelle sue vene. Impegnato nel Movimento Sociale prima e in Alleanza Nazionale, ma comunque, seppure di parte, sempre pronto a confrontarsi e a raccogliere, attraverso il confronto, le idee e le critiche anche degli altri.
Enzo Fragalà aveva una personalità così spiccata che non si è fermato nemmeno davanti alla mafia prevaricatrice. Non si è fermato perché era fedele alla sua idea di avvocato, colui che doveva difendere il cliente, ma che allo stesso tempo manifestava la sua autonomia e la sua integrità durante la difesa. Enzo Fragalà è stato un uomo, un marito, un padre che non ha mai trascurato la sua famiglia, e in questo ricordo mi unisco anche al loro dolore, perché Enzo Fragalà ancora oggi, dopo tanti anni, è ricordato da tutti noi come un esempio da seguire e un punto di riferimento (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Sono passati 15 anni dalla morte di Enzo Fragalà, come ricordato, avvocato e deputato di Alleanza Nazionale dal 1994 al 2006. Vorrei ricordarlo spendendo per lui un'unica parola, che ne racchiude altre mille: un galantuomo. Enzo lo conobbi alla mia prima legislatura, quando di fatto ero un novizio e conoscevo poco e nessuno. Ho trovato in lui, oltre a un parlamentare di straordinaria capacità, soprattutto una persona perbene, un uomo di grande sensibilità, che non ha mai mancato, negli anni passati qui dentro, di darmi consigli, di stimolarmi e occasionalmente - perché no? - di invitarmi alla prudenza, quando la mia attitudine radicale andava sconfinando.
Un piccolo inciso: a proposito di radicali, e, quindi, anche di garantismo, mi fa piacere ricordare che Fragalà, anche perché ottimo avvocato, nel partito in cui militava spiccava proprio per grandi qualità dal punto di vista dell'interpretazione garantista del nostro diritto e della vita democratica del nostro Paese. Chiudo l'inciso, ci troviamo qui a ricordarlo, dunque, per le sue qualità da vivo, certamente, ma soprattutto per il barbaro omicidio di cui rimase vittima. Fragalà venne ucciso a bastonate mentre usciva dal suo studio.
Fu un omicidio mafioso, come da sentenza definitiva, arrivata, come ricordato dai colleghi, nel 2023, 13 anni dopo la sua morte, con pene dai 30 ai 14 anni per i quattro colpevoli. Per i giudici, infatti, fu un omicidio di mafia, una punizione dei boss per l'avvocato considerato uno sbirro. La sua colpa fu quella di voler indirizzare i suoi clienti verso un'apertura nei confronti dei magistrati, in altre parole di collaborare con la magistratura. Vorrei concludere questo ricordo usando le parole che la figlia Marzia ha rilasciato subito dopo la sentenza, che leggerò per intero perché mi hanno colpito e perché credo restituiscano perfettamente la statura morale di Enzo Fragalà: Volevano uccidere mio padre due volte. Materialmente, con i colpi che gli hanno inflitto in maniera mortale, ma anche moralmente, attribuendogli dei comportamenti che non la rappresentavano, così come usa fare la mafia quando compie dei delitti così efferati. La mia famiglia non si è mai piegata, non si è mai arresa. Anzi, abbiamo combattuto ancora di più e preteso la verità fino alla fine. La sentenza della Cassazione è un grande risultato. La Suprema Corte ha dichiarato la verità sia giudiziaria che dei fatti rispetto a quanto successo. Mio padre è stato ucciso dalla mafia perché avvocato e perché esercitava la professione in maniera libera. Era un uomo brillante e coraggioso, che non si lasciava influenzare da nessuno, men che meno dalla mafia. Era fiero di indossare la toga. Il Procuratore generale della Cassazione ha sottolineato, da magistrato, il ruolo importante di un avvocato che ha sempre svolto la professione con passione e dedizione. Un avvocato morto perché tale. Un avvocato con la “A” maiuscola” (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Oggi l'Aula è impegnata nel ricordo doveroso della figura di Enzo Fragalà, un uomo il cui impegno professionale e politico ha lasciato un segno profondo nel nostro Paese. A distanza di anni dalla sua tragica scomparsa, il suo ricordo rimane vivo e ci impone ancora una riflessione sui valori della giustizia, della legalità e del coraggio civile. Enzo Fragalà è stato un grande avvocato, di competenza e passione, un uomo che ha dedicato la propria vita alla difesa dei principi fondamentali dello Stato di diritto, ma è stato anche un grande politico, e lo si ricorda in quest'Aula per oltre tre legislature.
La brutale aggressione che lo strappò alla vita nel 2010 ha rappresentato una ferita per l'intero Paese e un monito contro ogni forma di violenza e intimidazione. La sua uccisione, maturata in un contesto di criminalità organizzata, ci ricorda quanto sia alto il prezzo che ancora oggi molti servitori dello Stato pagano per il loro impegno. E allora oggi, nel commemorare la sua figura, vogliamo ribadire l'impegno di tutti nella lotta contro ogni forma di criminalità e nell'affermazione della giustizia.
La sua memoria deve essere per tutti noi, e soprattutto per tutti coloro che, come me, non lo hanno conosciuto, un esempio di dedizione e di coraggio, un richiamo costante alla responsabilità che abbiamo nei confronti dei cittadini e delle istituzioni. Alla sua famiglia una sola promessa, quella che il suo sacrificio non sarà mai dimenticato (Applausi).
PRESIDENTE. Colleghi, grazie a tutti voi per il ricordo. Chi vi presiede ebbe il privilegio di conoscere ed essere amico dell'avvocato Fragalà, di cui avete ricordato, e bene avete fatto, con le parole il rigore morale, la tensione che animava ogni sua azione, nel rispetto e nell'adesione ai valori costituzionali che, nella sua professione, portava avanti. Una persona di straordinaria umanità, un avvocato integro, un siciliano onesto, libero e perbene. Vi ringrazio per il vostro ricordo (Applausi).
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 1573-A e abbinate.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 1573-A.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo respinti gli identici articoli aggiuntivi 9.01000 Scotto e 9.01001 Barzotti.
(Articolo 10 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'emendamento 10.1001 Aiello, su cui il Governo e le Commissioni hanno espresso parere contrario. Chiedo se su questo emendamento vi sono degli interventi. Non ve ne sono.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1001 Aiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.4 Mari e 10.13 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.14 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1002 Carotenuto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.11 Mari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).
Passiamo alla votazione dell'articolo 10. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.
EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche questo articolo ha rappresentato l'ennesima occasione persa. Non è stato, infatti, specificato che la partecipazione consultiva debba essere articolata in maniera coerente con quanto già previsto dal nostro ordinamento, attraverso il decreto legislativo n. 25 del 2007, e che sia agibile anche dai lavoratori e dalle loro rappresentanze. Non è stato, inoltre, previsto che, in caso di violazione di tale diritto, sia configurabile una condotta antisindacale ai sensi dello Statuto dei lavoratori. Sono state, poi, palesemente escluse le associazioni sindacali nei processi di risoluzione delle divergenze e non vi è alcun accenno alla necessità di fare riferimento ai contratti collettivi nazionali di settore nelle procedure per la costituzione delle commissioni paritetiche. Inoltre, cosa molto importante, sono stati tagliati dal testo i processi partecipativi e, quindi, di consultazione preventiva nelle banche e nelle società partecipate. Il motivo, a nostro avviso, è palese: il Governo è impegnato a far cassa svendendo le partecipazioni pubbliche in questi settori e, quindi, ha paura anche delle deboli norme presenti in questa proposta di legge. Anche qui, il Partito Democratico ha proposto emendamenti correttivi, proposte per rafforzare i princìpi previsti dal decreto legislativo n. 25 del 2007, per rendere realmente efficaci le procedure di consultazione e non estromettere le rappresentanze sindacali.
Per quanto riguarda la consultazione preventiva obbligatoria negli istituti di credito, nelle banche e nelle imprese erogatrici di servizi pubblici essenziali, abbiamo voluto specificare che devono essere costituite commissioni paritetiche su temi cruciali, come quello delle politiche di remunerazione di tutto il personale, quello delle politiche di incentivazione della produttività e quello delle politiche commerciali. Ancora una volta queste proposte sono state respinte e, per questo, voteremo contro questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 107).
Passiamo adesso agli identici articoli aggiuntivi 10.01000 Scotto, 10.01001 Faraone e 10.01002 Fenu.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 10.01000 Scotto, 10.01001 Faraone e 10.01002 Fenu, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).
(Articolo 11 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 11. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Molto rapidamente, noi voteremo a favore di questo articolo - è il primo - perché è l'articolo che contiene la salvaguardia dei contratti collettivi, ossia quelli già in essere. Infatti, come lei ben sa e come sa molto bene il Sottosegretario, con questa legge, alcuni punti già avanzati della contrattazione collettiva - penso alla partecipazione consultiva, su cui abbiamo votato già oggi - per il domani saranno profondamente peggiorati. Perché è giusto fare salvi i contratti collettivi.
Posso portare alcuni esempi su alcune cose che sono state fatte in questi anni. Come opposizione, stiamo testardamente provando a portare avanti una legge sulla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario; nella quota della partecipazione organizzativa, ci sono, per esempio, gli accordi costruiti da Luxottica, da Lamborghini, da Banca Intesa, che hanno introdotto, attraverso una partecipazione organizzativa e consultiva con tutti i sindacati, la settimana corta. Grazie a questo articolo, quegli accordi sono salvaguardati, ma, se non ci fosse stato nemmeno questo articolo, saremmo tornati molto indietro.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 109).
(Articolo 12 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.1001 Barzotti. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1001 Barzotti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 112).
(Articolo 13 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 13.1000. Faraone.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1000 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1001 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.101 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).
Passiamo all'emendamento 13.102 Guerra. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per ricordare brevemente che questo emendamento è, praticamente, la riproposizione integrale di uno dei sette articoli che sono stati completamente rasi al suolo dal passaggio in Commissione, ad opera della maggioranza, del disegno di legge della CISL.
Il tema di cui si parla riguarda il Garante della sostenibilità sociale delle imprese. Il tema della sostenibilità sociale delle imprese è un tema che sicuramente è rilevante e potrebbe essere oggetto di un intervento che riguardi la partecipazione, anche perché è proprio nell'ambito della contrattazione che potranno essere definiti i vari obiettivi di sostenibilità sociale che sono anche richiesti dalle nuove normative europee e che possono riguardare la questione della parità all'interno dei posti di lavoro, le questioni ambientali e così via. Tutti i temi che, in questo momento storico - con il vento che spira dall'America -, non sembrano essere molto interessanti anche per una certa area di questo Paese e di questo Parlamento, ma, al contrario, sono assolutamente fondamentali.
Noi non abbiamo veramente capito perché questo argomento sia stato completamente cancellato, sia nelle definizioni iniziali, sia nella sua realizzazione prevista dal disegno di legge originario, da questo progetto di legge. Si potevano, magari, fare proposte, migliorarlo, cambiarlo, ma proprio negare l'esistenza, nell'ambito della dialettica sul posto di lavoro, dell'esigenza di parlare di questi temi ci sembra assolutamente fuori luogo, e quindi con questo emendamento abbiamo riproposto il testo.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.102 Guerra, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 117).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 118).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01002 Tucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01000 Scotto, a pagina 43 del nostro fascicolo. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per segnalare ai colleghi che questo articolo - come ha detto già prima di me la deputata Guerra - reintroduce la figura del Garante della sostenibilità sociale delle imprese. Era uno dei capisaldi della proposta iniziale della CISL, evirato, diciamo, durante questa tortuosa discussione in Commissione parlamentare che ci porta di nuovo a porre una domanda: che cosa resta di quell'impianto, soprattutto nel momento in cui vengono tolti tutti gli istituti volti a garantire la reale applicazione, la partecipazione e dargli una caratteristica sociale? Purtroppo, siamo in tempi significativi dal punto di vista della manomissione delle parole, perché ormai di questa partecipazione resta poco più che il titolo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01001 Tucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 121).
(Articolo 14 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 14.1000 Scotto. Se nessuno chiede deve intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1000 Scotto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 122).
Passiamo alla votazione dell'articolo 14. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 123).
Passiamo, ora, all'articolo aggiuntivo 14.01000 Appendino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. A causa delle scelte classiste di questo Governo e della maggioranza che lo sostiene il nostro Paese sta vivendo una stagione di crescenti disparità sociali. In effetti, si stanno battendo dei record, ahimè, negativi - almeno per noi - di povertà, che si stanno superando. Mentre a voi interessa tutelare i ricchi - lo avete dimostrato e sbandierato di nuovo ieri -, noi riteniamo che dovremmo, invece, prima occuparci di chi non ha un piatto a tavola né un tetto sotto il quale vivere. Poi ci sarebbe anche il tema dei moltissimi lavoratori che, a causa dell'assenza di un salario minimo legale, rientrano nella casistica dei poveri nel nostro Paese. In questo momento, ci sono tanti concittadini in difficoltà a pagare le cure mediche e, in questi giorni, anche a pagare le bollette del gas, evidentemente, a causa della totale inadeguatezza di questo Governo, dal nostro punto di vista. Ebbene, questo scenario è ulteriormente aggravato dal fenomeno della crescente disparità salariale all'interno delle aziende, che quindi rappresenta una questione, dal nostro punto di vista, cruciale, dal punto di vista sia etico - parola che capisco a voi fa un po' rabbrividire - che socioeconomico. Solo qualche mese fa, abbiamo letto scandalizzati della retribuzione che Stellantis garantiva a Carlos Tavares, che, nonostante la crisi del comparto, gli operai in cassa integrazione, i licenziamenti, eccetera - quindi, risultati tutt'altro che pregevoli -, ha goduto di una retribuzione 130 volte superiore al salario medio di un dipendente della sua azienda. Questo tratteggia un modello di società che, in teoria, questo Parlamento dovrebbe contrastare, promuovendo scelte che vanno nella direzione opposta, scelte etiche per l'appunto. Proprio in quest'Aula abbiamo sentito, qualche settimana fa, riecheggiare il nome di Adriano Olivetti: noi siamo stati contenti, perché a lui ci siamo ispirati per una proposta di legge che va proprio nella direzione di questo articolo aggiuntivo. L'esempio di Olivetti è quello di un imprenditore che sosteneva che nessun dirigente dovesse guadagnare più di 10 volte il salario minimo all'interno della propria azienda. Sicuramente, dal nostro punto di vista è un ottimo esempio da seguire. Mi viene da pensare di questi tempi che, forse, non basta neanche questo confine, che è diventato troppo labile, a causa dell'uso sconsiderato che si fa dei subappalti fittizi e del relativo sfruttamento dei lavoratori che ne è conseguenza. Sarebbe quindi importante, forse, includere anche i dipendenti delle aziende che lavorano in subappalto, le partite IVA, che sono coinvolti nei processi produttivi di un'azienda madre in una proporzione che sia, normalmente e moralmente, accettabile. Perché stabilire limiti a questa disparità salariale e incentivare le aziende che mantengono proporzioni retributive accettabili è, dal nostro punto di vista, un tema di giustizia sociale, ma è anche la base di una strategia efficace per garantire la sostenibilità e il successo a lungo termine delle imprese, e Olivetti ne è stato un grande esempio.
Pur senza molte speranze, devo dire, consapevoli che ormai questa maggioranza non ha alcuna intenzione di combattere le disuguaglianze e, anzi, che il suo obiettivo sembra proprio quello di aumentare i divari sociali, chiediamo il voto favorevole su questa proposta emendativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei provare a richiamare l'attenzione dell'Aula su questo articolo aggiuntivo, perché, forse, siamo un po' assuefatti dalle tante votazioni. Il voto che sta per fare l'Aula in questo momento è importante per quello che è successo e che abbiamo discusso qualche mese fa, con le parole di molti leader, anche dei partiti di maggioranza. Quindi, in qualche modo, è bene che siate consapevoli di cosa stiamo parlando. Questo articolo aggiuntivo, Presidente, che cosa fa? Fa una cosa che non è nulla di vincolante, in realtà. È una mano che lo Stato tende a un comportamento che noi riteniamo positivo. Cioè, cosa chiediamo con questo articolo aggiuntivo? Non di cacciare i manager brutti e cattivi, non di tagliare gli stipendi a tutti, non di alzarli - Presidente, chiudo -, no, chiediamo di abbassare di qualche punto percentuale l'Ires a quelle aziende che mantengono il giusto limite, 1-25, tra lo stipendio più alto e quello più basso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È importante il voto, perché, poi, se votate “no”, non andate dagli operai di Stellantis a dire che non è dignitoso lo stipendio di Tavares. Non ci andate, non metteteci la faccia, perché potete farlo oggi con un voto. Date un segnale vero: delle parole e degli slogan non ce ne facciamo nulla e non se ne fanno nulla quegli operai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Presidente, noi voteremo questo articolo aggiuntivo. Pensiamo che sia giusto andare nella direzione di una riduzione dei divari, che sono diventati sconvolgenti e sconcertanti. Perché? Perché ho ascoltato le parole della Presidente del Consiglio di qualche giorno fa, proprio a proposito di questo provvedimento e di alcuni giudizi che lei ha deciso di esprimere nei confronti, in particolare, di un sindacato, dicendo che il conflitto è tossico e che, ormai, siamo pienamente dentro un'epoca che potremmo definire armonica tra capitale e lavoro. Certo, se guardo oggi, per esempio, le immagini, che sono state stigmatizzate in maniera molto forte da parte di tantissimi colleghi, di questo video orribile e agghiacciante di Donald Trump, in cui si vede Elon Musk che porta i dollari a Gaza dopo una catastrofe, mi domando in quale mondo viva la Presidente del Consiglio.
Ma, se proprio bisogna dire che va superato, allora occorre accorciare drasticamente le distanze economiche e retributive tra chi vive del proprio lavoro e chi invece, sulla base della propria funzione datoriale, guadagna, talvolta, 10.000-20.000 volte di più del proprio dipendente. Noi siamo arrivati a questo, siamo arrivati di fronte a un capitalismo che, progressivamente, si è separato da un contenuto democratico. Quando accade questo, quando i divari sono così ampi, poi si determinano condizioni che preoccupano ciascuno di noi, come il distacco dalla partecipazione e dalla vita democratica, un'idea sempre più radicata che la politica non conti nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.01000 Appendino, con il parere contrario delle Commissioni, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 124).
(Articolo 15 - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 15. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo articolo, a cui daremo parere favorevole, riguarda la copertura finanziaria del provvedimento. Devo dire una cosa: se una cosa è vera e ci si crede, non c'è bisogno di andare in giro raccontando storie. Io sento tanti esponenti della maggioranza, e non solo, dichiarare di aver messo tantissimi soldi su questo provvedimento. Non è vero: il provvedimento originario chiedeva 50 milioni e qui ce ne sono 70, con la piccola differenza che nel progetto originario si trattava di 50 milioni a regime e che qui sono 70 milioni per un solo anno e, per giunta, sono in larga parte una finta. Vi faccio un esempio: ci sono 21 milioni che sono dedicati a questa cosa: 2025, devo decidere la distribuzione dei premi di risultato.
Quando ci sono i premi di risultato, devo vedere quali sono e se ci sono lavoratori che decidono di prendere i premi di risultato, con l'accordo dell'impresa, sotto forma di azioni invece che di soldi; poi su quelle azioni devo prevedere una distribuzione dei dividendi, che sarà parzialmente detassata. Tutto questo nel 2025. Non vorrei usare un termine poco adatto a una signora, ma sono balle, immense balle. Per quanto riguarda l'altro, i 49 milioni, staremo a vedere. Come dicevo prima, sono soldi che riguardano sempre la distribuzione degli utili nel 2025, quindi vediamo quali sono le imprese che distribuiscono gli utili in epoca successiva al momento in cui questo disegno di legge sarà approvato e i soldi saranno disponibili, ma devono essere imprese che distribuiscono ai lavoratori, sulla base di un accordo contrattuale, più del 10 per cento dei propri utili. Sono pronta ad accettare una scommessa che, di questi 70 milioni, 69 resteranno nelle casse dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 125).
(Emendamento al titolo - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tit. 400 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 126).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/1573-A/15 Scotto e n. 9/1573-A/24 Morassut sono stati ritirati dai presentatori.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/1 Tenerini il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/2 Del Barba il parere è favorevole, se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/1573-A/1 Tenerini.
PRESIDENTE. Che però non è riformulato, è favorevole, cioè deve…
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Favorevole se…
PRESIDENTE. Diventa uguale.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Esatto.
PRESIDENTE. Ah, perfetto.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sugli ordini del giorno n. 9/1573-A/3 Dondi e n. 9/1573-A/4 Battilocchio il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/5 Merola, stralciate le premesse, si propone la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di intervenire per ulteriori forme di incentivazione alle imprese per la partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale”.
PRESIDENTE. D'accordo, soltanto per una precisazione. Il parere favorevole riformulato dell'ordine del giorno n. 9/1573-A/2 Del Barba è limitatamente all'impegno o anche sulle premesse?
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. No, all'impegno.
PRESIDENTE. È sull'impegno, va bene. Le premesse rimangono, mentre nell'ordine del giorno n. 9/1573-A/5 Merola vengono espunte le premesse e viene riformulato l'impegno come lei ci ha testé indicato.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sugli ordini del giorno n. 9/1573-A/6 Mari, n. 9/1573-A/7 Barzotti e n. 9/1573-A/8 Aiello il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/9 Tucci, stralciate le premesse, si propone la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità nel rispetto dei vincoli di finanza”.
PRESIDENTE. Quindi le premesse sono espunte e poi questo è l'impegno.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sugli ordini del giorno n. 9/1573-A/10 Raffa, n. 9/1573-A/11 Fenu e n. 9/1573-A/12 Gubitosa il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/13 Carotenuto, stralciate le premesse, si propone la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di intervenire con ulteriori forme di incentivazione alle imprese per la partecipazione”.
PRESIDENTE. Quindi vengono stracciate più che stralciate.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/14 Soumahoro il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1573-A/15 Scotto è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/16 Laus, stralciate le premesse, si propone la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere forme di monitoraggio degli effetti del provvedimento tramite gli enti e le strutture preposte”.
L'ordine del giorno n. 9/1573-A/17 Sarracino è favorevole, se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/1573-A/1 Tenerini, quindi: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di individuare gli strumenti più opportuni al fine di valorizzare e diffondere le forme di partecipazione gestionale dei lavoratori nelle società a partecipazione pubblica di cui al decreto legislativo n. 175 del 2016, dando compiuta attuazione all'articolo 46 della Costituzione”.
PRESIDENTE. Senta, Sottosegretario, e sulle premesse che facciamo? Le stracciamo, le stralciamo, le espungiamo…
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. No, rimangono.
PRESIDENTE. Rimangono.
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sugli ordini del giorno n. 9/1573-A/18 Boldrini, n. 9/1573-A/19 Gribaudo, n. 9/1573-A/20 Fossi, n. 9/1573-A/21 Roggiani, n. 9/1573-A/22 Guerra, n. 9/1573-A/23 Grimaldi e n. 9/1573-A/25 Stumpo il parere è contrario.
PRESIDENTE. La ringrazio molto. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/1 Tenerini vi è il parere favorevole del Governo, dunque proseguiamo.
Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/2 Del Barba il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole? La accetta, dunque proseguiamo.
Sugli ordini del giorno n. 9/1573-A/3 Dondi e n. 9/1573-A/4 Battilocchio vi è il parere favorevole del Governo, dunque proseguiamo.
Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/5 Merola il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Onorevole Merola, accetta la riformulazione? Mi date un segno, per favore? Onorevole Merola, onorevole Scotto, onorevole Guerra, datemi un segno di vita. Lo accettate, dunque proseguiamo. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/6 Mari il parere è contrario: lo votiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/6 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 127).
Passiamo all'ordine del giorno 9/1573-A/7 Barzotti, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno noi torniamo sul concetto che con questa proposta di legge, di fatto, non si garantisca l'azionariato e i quattro tipi di partecipazione dei lavoratori all'interno delle aziende. Per cui quello su cui noi effettivamente vorremmo impegnare il Governo - e quindi chiediamo al Governo di cambiare parere - è proprio questo, di verificare effettivamente se ci sarà questa partecipazione oppure no, perché, di fatto, è inutile legiferare in questo modo se poi, alla fine, l'impatto concreto non si ha. Perché ricordiamoci che, comunque, anche all'interno dei contratti collettivi ci sono gli obblighi di informazione e consultazione, ma questo non significa che questi obblighi vengano effettivamente rispettati, tanto è vero che, come dicevamo prima, in tantissimi casi abbiamo crisi industriali che non sono state preannunciate in nessun modo e non vengono fatte le informative annuali che dovrebbero essere fatte da contrattazione, per cui è inevitabile che questi obblighi lascino un po' il tempo che trovano. Per cui, quello che riteniamo fondamentale con questo ordine del giorno è impegnare il Governo a monitorare l'attuazione concreta di questa normativa.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/1573-A/7 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 128).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/1573-A/8 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 129).
Passiamo all'ordine del giorno 9/1573-A/9 Tucci, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Onorevole Tucci, accetta la riformulazione?
RICCARDO TUCCI (M5S). Sì, Presidente, ma vorrei comunque…
PRESIDENTE. Lei vorrebbe, ma non può. Faccia un cenno con la testa, va bene.
RICCARDO TUCCI (M5S). Va bene.
PRESIDENTE. Andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno 9/1573-A/10 Raffa, su cui vi è il parere contrario del Governo: si vota.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/1573-A/10 Raffa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 130).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/1573-A/11 Fenu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 131).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1573-A/12 Gubitosa: onorevole Gubitosa, vuole metterlo in votazione? Va bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/12 Gubitosa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 132).
Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/13 Carotenuto c'è una riformulazione: onorevole Carotenuto, la accetta?
DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, se possibile, vorrei riascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Sottosegretario Durigon, cortesemente, ci può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1573-A/13 Carotenuto?
CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Stralciate le premesse, si propone la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di intervenire per ulteriori forme di incentivazione alle imprese per la partecipazione”.
PRESIDENTE. Onorevole Carotenuto?
DARIO CAROTENUTO (M5S). No, non accettiamo, grazie.
PRESIDENTE. Quindi lo poniamo in votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere e per dire all'Aula quanto già detto precedentemente in merito all'emendamento. Francamente, anche con riferimento a un ordine del giorno, che è un indirizzo generico su un Ires premiale - che avete fatto già, peraltro - che è un meccanismo incentivante, io credo che, nel momento in cui tu hai diseguaglianze che esplodono e top manager che vanno via con milioni di euro, mentre i lavoratori sono in cassa integrazione - e ci siamo indignati tutti in quest'Aula, tutti, e guardo i banchi della maggioranza, per Tavares, che prendeva soldi sulla pelle della gente -, a parole sono tutti d'accordo che non è giusto che ci sia qualcuno che vada oltre una certa soglia, e poi, quando c'è da schiacciare il bottone e dare un indirizzo non vincolante, non avete il coraggio di farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ma ditelo fuori da che parte state, non si possono tenere i piedi in due scarpe qui! O si sta dalla parte di chi soffre, o si sta dalla parte di chi ha lucrato sulla sofferenza della gente. Io francamente non lo capisco. Non c'è nulla da valutare, non c'è l'opportunità di valutare, c'è da dare un segnale a questo Paese. E voi, di nuovo, siete dalla parte sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/13 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 133).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/14 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 134).
Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/16 Laus c'è una riformulazione: onorevole Laus, la accetta? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/17 Sarracino c'è una riformulazione: onorevole Sarracino, la accetta? No.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/17 Sarracino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 135).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/18 Boldrini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 136).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/19 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 137).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/20 Fossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 138).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/21 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 139).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1573-A/22 dell'onorevole Guerra, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, con questo ordine del giorno ritorniamo su degli argomenti che abbiamo già trattato in sede di discussione del provvedimento. In particolare, questo riguarda la partecipazione organizzativa ed esprime una preoccupazione che penso possa essere accolta anche dall'Aula, perché, sostanzialmente, al di là della valutazione che si può dare del provvedimento - che eventualmente riguarda le premesse, ma non il dispositivo -, noi sottolineiamo che sulla partecipazione organizzativa c'è il rischio che si facciano anche dei passi indietro rispetto alla normativa attuale e, soprattutto, rispetto alle esperienze in essere o che si possono costruire, in modo particolare, attorno ai premi di risultato. Infatti, sia pure con molte contraddizioni, perché talvolta i premi di risultato sono utilizzati semplicemente come modalità per distribuire una parte del salario in forma detassata, cosa che a noi non va bene, però, nella prospettiva in cui sono stati pensati e costruiti e per la quale si battono i sindacati, sono momenti di partecipazione alla definizione di obiettivi che avvengono attraverso la costituzione di organismi paritari, come quelli previsti da questa proposta di legge, e che decidono insieme su aspetti rilevanti per l'organizzazione delle imprese. Quindi, siccome quella è una forma - che già esiste e che può, quindi, anche andare avanti - di organizzazione molto più pregnante di quella prevista da questa proposta di legge, l'impegno è semplicemente quello di adottare ogni iniziativa utile affinché la normativa che stiamo per approvare non entri in contrasto e non inibisca le esperienze virtuose di partecipazione organizzativa che già si sono sviluppate, con particolare riferimento alla definizione dei premi di risultato. Francamente, non riesco a capire, perché, ripeto, può essere che il Governo non sia d'accordo - Governo, mi rivolgo a lei - sulle premesse, questo posso capirlo, ma su un impegno di questo tipo, che è semplicemente una richiesta di monitoraggio, affinché non si faccia danno, non vedo quale sia la resistenza. E quindi, se lei fosse disponibile a rivedere il suo parere, io lo capirei.
PRESIDENTE. Il Governo non ha intenzione di rivedere il proprio parere, dunque passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/22 Guerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 140).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1573-A/23 Grimaldi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Con le stesse motivazioni utilizzate dalla collega Guerra, perché si tratta sostanzialmente della stessa fattispecie, anche se io so che gli ordini del giorno sono degli inviti, degli auspici, sinceramente sono pessimista da questo punto di vista, perché la normativa, così come è stata scritta, inibisce eccome le esperienze virtuose. È chiaro che le inibisce, perché, quando abbiamo due strumenti diversi con i quali operare, è chiaro che chi ha il coltello dalla parte del manico utilizzerà necessariamente quello più vantaggioso. In questo caso, siccome stiamo scrivendo una legge tutta esclusivamente a vantaggio delle aziende, è chiaro che andrà, presumibilmente, a finire così. Ci manca il fiocco, è un regalo, né più, né meno.
Esistono, ovviamente, normative di carattere fiscale che consentono la detassazione del salario e i premi di produttività, di risultato, contrattati nel secondo livello, che già adesso prevedono parametri legati alla redditività dell'impresa. Tuttavia, proprio perché sono già vigenti queste normative che consentono la detassazione del salario di produttività, se contrattato, se dentro i piani di partecipazione, è chiaro che questa norma, così come è scritta, rappresenta esclusivamente un regalo per le imprese e un ulteriore elemento - ahimè - di destrutturazione e di indebolimento del salario. Il salario, in questo caso, è la vittima designata di questa legge.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/23 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 141).
Passiamo all'ordine del giorno del parere n. 9/1573-A/25 Stumpo, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Questo ordine del giorno è rivelatorio, perché consegna a quest'Aula tutto lo stato confusionale nel quale si trova questa maggioranza e il Governo. Perché? Sono convinto che il Sottosegretario l'abbia letto attentamente e credo che, in cuor suo, mi dia anche ragione (Il deputato Giachetti: “È senza cuore”). Perché? Cosa diciamo? Noi diciamo: da 14 mesi, fate marcire una delega al Senato, dopo che, con un furto abile, avete cancellato e tolto di mezzo il salario minimo; in quella delega avete inserito la partecipazione, quindi, se quella delega venisse approvata domani mattina dal Senato, che evidentemente ha tempi molto lunghi, più lunghi di quelli della Camera, quello che abbiamo discusso oggi, tutta questa discussione - che ci ha impegnato per settimane e mesi, che ha consentito a ciascuno di noi di cimentarsi in una materia molto ostica, che ha messo alla prova il relatore, i commissari, il Governo, le opposizioni - e questa proposta di legge scomparirebbero. Ciò perché, caro Sottosegretario, lei sa benissimo che, se domani mattina al Senato voi approvaste quella delega così com'è, non ci sarebbe bisogno di votare, in seconda lettura, al Senato questa proposta di legge.
Allora, cosa proponiamo? Una cosa molto semplice: stralciate la parte sulla partecipazione dalla delega e riportate qui la discussione sulla delega e, dunque, sul salario minimo. È semplice.
Ho l'impressione che questo “no” sia un “no” politico, perché non c'è alcun appiglio formale e ve ne renderete conto, perché, quando, a un certo punto, dal porto delle nebbie della Commissione lavoro e politiche sociali del Senato uscirà quella delega, avrete costruito una legge dimezzata, una sorta di visconte dimezzato, perché quello che avete approvato qui alla Camera non sarà approvabile al Senato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1573-A/25 Stumpo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 142).
Colleghi, la Presidenza intende accogliere le numerose istanze che sono state rivolte per una richiesta di sospensione della seduta di cinque minuti. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 17,42.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intanto grazie per questa pausa che ci ha consentito di svuotare, so che lo ha fatto per questo.
PRESIDENTE. Certo, di riempire anche, dipende.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, intanto, in merito a quanto questo Governo tenga a questa legge, naturalmente ringrazio il Sottosegretario Durigon per la presenza e anche per la partecipazione attiva all'elaborazione della proposta, ma l'assenza della Ministra per tutto il percorso dell'approvazione della legge, e anche per le dichiarazioni di voto credo sia abbastanza inquietante. Tra l'altro, ancora di più sarà in contraddizione quando sentiremo il collega Rizzetto, che parlerà per ultimo a nome di Fratelli d'Italia, dire che per la prima volta nella storia - perché è una frase tipica di Fratelli d'Italia che su ogni provvedimento c'è sempre questa prima volta nella storia - approveremo una legge, e la Ministra Calderone è assente. Credo sia abbastanza grave (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe), perché noi voteremo a favore, Sottosegretario, e voteremo a favore nonostante voi vi siate messi d'impegno per farci votare contro, perché sulla proposta originaria, che tra l'altro noi avevamo ripreso in toto, abbiamo assolutamente condiviso l'iniziativa della CISL, ci è piaciuto anche il metodo di presentazione di una proposta con una partecipazione dei lavoratori. Il problema è uno: che quando accade che un terzo della proposta, quindi 7 articoli su 22 vengono cancellati, togliendo gli articoli proposti dall'organizzazione sindacale, quando gli altri articoli in grossa parte vengono stravolti, è chiaro che vi siete messi d'impegno per non farci votare un provvedimento, che invece, probabilmente, se fosse rimasto integralmente quello proposto, avrebbe raccolto molti più consensi di quelli che oggi, purtroppo, verranno raccolti.
Faccio questa considerazione, ma, al tempo stesso, dico che è comunque un passo avanti. Essere riusciti ad approvare, quando voteremo questa proposta, un rafforzamento degli istituti di partecipazione, e quindi l'attuazione dell'articolo 46 della Costituzione, seppur in minima parte, comunque lo considero un passo in avanti. Il tema però, Sottosegretario, Presidente, è che noi abbiamo semplicemente piantato una bandierina.
Potevamo essere molto più ambiziosi, perché alla fine è stata tolta, anzi, introdotta la quota minima di lavoratori nel consiglio di sorveglianza delle imprese, che, nella proposta della CISL, corrispondeva a un quinto dei dipendenti, mentre la vostra riscrittura prevede solo uno o più rappresentanti dei lavoratori. Così come avete tolto alcuni cambiamenti radicali che riguardavano i meccanismi premiali e le commissioni di consultazione con i rappresentanti dei lavoratori, che sono diventati ipotetici e non più obbligatori, questo lo reputo un errore. Ai dipendenti è stata negata la possibilità di influire sulle politiche gestionali degli istituti bancari ed è stata pure soppressa la figura del garante della sostenibilità sociale delle imprese.
Credo che avere tolto queste cose dalla proposta della CISL sia stato criminale. Penso che l'errore è stato compiuto e, invece, penso che positivamente si può valutare il mantenimento e la volontarietà, e non l'obbligo, affidando alla contrattazione e agli accordi tra le parti le modalità delle intese e anche gli incentivi economici, che potevano essere, secondo me, molto più coraggiosi, ma sicuramente comunque avvicinano imprese e lavoratori, con un'idea che condividiamo rispetto al pensiero della CISL, e cioè che bisogna incrementare lo spirito collaborativo, oltre quello rivendicativo, che naturalmente fa parte delle azioni dei sindacati.
Però qui, in questo Paese, esiste un corto circuito, una tendenza anche nella regolazione della tassazione ad allontanare i lavoratori dalle imprese. Oggi un imprenditore che vuole dividere parte dei suoi profitti con i dipendenti è costretto a pagare tasse allucinanti, e lo deve fare per due volte: deve pagare prima le tasse sugli utili e poi deve pagare le tasse in capo ai dipendenti sull'Irpef. Questa condizione è emblematica di come, in questo Paese, non si aiuti e si agevoli la collaborazione, e in questa proposta di legge o nella passata proposta di legge di bilancio potevate sforzarvi di presentare qualcosa che avvicinasse lavoratori e imprese, che detassasse chi voleva favorire la ripartizione dei profitti verso i lavoratori; poteva essere fatto e invece, sostanzialmente, non avete fatto un tubo.
In generale, al di là di questa proposta, sul lavoro, caro Sottosegretario, voi non avete presentato una sola proposta di vostro pugno in due anni e mezzo che siete al Governo. Vi state limitando oggi a copiare male una proposta di un sindacato. E credo che presentarvi con un'idea, con un bignami della proposta della CISL, e spingervi - vorrei dire, con una battuta - al minimo sindacale rispetto a quello che invece avreste potuto fare, secondo me è assolutamente nella lunghezza d'onda che avete deciso di mantenere sulle politiche del lavoro in questa legislatura.
Perché, Presidente, reputo assolutamente antidemocratico, pur non condividendo le proposte fatte dai colleghi sul salario minimo, non perché non condividiamo il salario minimo - era una delle proposte del Governo Renzi bocciata allora dai sindacati che oggi la promuovono -, ma il problema è uno: noi non condividiamo quella proposta perché si paga quel salario aggiuntivo tassando le imprese, tassando i cittadini. Questo è sicuramente qualcosa che ci spinge a dire che non andava bene quella proposta. Così come non condividiamo fino in fondo la proposta della riduzione per legge dell'orario di lavoro.
Dovrebbe essere affidata alla contrattazione fra le imprese e i lavoratori. Però, ancora più scandaloso - rispetto alle proposte che potevano essere modificate, alle proposte che democraticamente possono essere contrastate, intervenendo in Parlamento - è stato il vostro comportamento: ossia l'idea antidemocratica che quelle proposte, siccome non si condividono, non si discutono e si rispediscono in Commissione. Quindi, anziché assumervi la responsabilità degli emendamenti, anziché assumervi la responsabilità della bocciatura, avete votato per rispedire i provvedimenti in Commissione e, quindi, per non trattarli. Questo è il simbolo del vostro zero assoluto sulle politiche sul lavoro. Eppure, ci sarebbe tanto da fare; eppure, in quest'Aula ci si è divisi in passato. Noi abbiamo contestato la proposta di legge del reddito di cittadinanza, perché la consideravamo uno strumento fondato prevalentemente sull'assistenzialismo, ma almeno quella forza politica, che ha fatto quella proposta, aveva un'idea di lavoro - che per noi, ripeto, era di tipo assistenziale - e l'ha esposta. Noi abbiamo presentato in quest'Aula il Jobs Act ispirato alla flexsecurity e, quindi, sull'idea che bisognasse investire sulla flessibilità, non sulla precarietà e, al tempo stesso, costruire una rete protettiva. Così è nata l'idea della NASpI e quell'idea ha trovato contrasti, ha trovato parlamentari che si sono espressi in maniera brutale contro, ma almeno era un'idea! Noi, da questo Governo, in tutta la legislatura, non ascoltiamo nulla; non sappiamo neanche come voterete il referendum sul Jobs Act (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe) per quanto avete l'elettroencefalogramma piatto sulle politiche del lavoro; e, ripeto, vi limitate semplicemente a prendere una proposta di un sindacato meritoria, la riducete a un bignami e poi la votate. Questa è la politica del lavoro del Governo Meloni.
PRESIDENTE. Concluda.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). E, ripeto, c'è tanto da fare - chiudo Presidente - perché oggi la carriera lavorativa è profondamente mutata rispetto al passato. Prima c'era il posto fisso, prima le pensioni erano alte perché erano calcolate sul sistema retributivo, prima non c'era bisogno di una formazione eccessiva; oggi la formazione è necessaria anche durante il lavoro. Quindi, ci sarebbero riforme da fare, incentivi da prevedere e, invece, voi niente. Per cui, Presidente, chiudo dicendo che noi voteremo sì a questa proposta perché reputiamo sia un inizio rispetto a un'idea che ha rappresentato la CISL, che noi condividiamo, ma, se dovessimo votare per le politiche del lavoro del Governo Meloni, voteremo contro, anche perché i salari restano fermi al palo, le bollette crescono, il carburante si paga di più e il Governo viaggia per il mondo e non si occupa di nulla (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. I primi due interventi sono singolari. Il collega Faraone annuncia il voto favorevole, voterà il provvedimento, nonostante lo stravolgimento, le cancellazioni, diciamo così, le modifiche fatte al testo base, che era quello della CISL. Ammette che è peggiorato, però vota a favore. Noi avremmo votato contro, anche se il testo fosse stato esattamente quello della CISL (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) perché è lo spirito di questa normativa, poi della sua declinazione, di come è stata scritta, che effettivamente peggiora il testo della CISL, ma lo spirito è chiaro. Questa è una legge contro la contrattazione. Voi ci avete riempito la testa della contrattazione. Vi abbiamo fatto due proposte di legge a favore della contrattazione: il salario minimo e la riduzione dell'orario di lavoro. Il salario minimo per contrattare più salario, perché avrebbe favorito la contrattazione, favorirà la contrattazione, quando ci sarà; la riduzione dell'orario di lavoro per contrattare meno orario di lavoro. Quindi, due leggi a supporto, a sostegno esattamente della contrattazione, ma ci avete detto che quelle erano leggi che attaccavano la contrattazione, la libertà sindacale, addirittura il salario.
L'altra vittima, invece, di questa vostra norma è proprio il salario, perché questa non è soltanto una legge contro la contrattazione e contro un modo di fare sindacato - poi diremo perché -, ma è anche una legge contro il salario, che è l'altra vittima. Si compromette ulteriormente, più di quanto non sia già oggi, il rapporto tra - chiamiamola per quello che è - busta paga, cioè quello che il lavoratore trova alla fine del mese nella busta paga. Alla fine di questo mese i lavoratori hanno avuto qualche sorpresina dal taglio del cuneo fiscale; hanno avuto qualcosina addirittura in meno dopo che - se ricordiamo alla vigilia e durante l'approvazione della legge finanziaria - i rappresentanti della maggioranza parlavano delle mani nelle tasche dei lavoratori, di mettere i soldi nelle tasche dei lavoratori. Ci sono andati nelle tasche dei lavoratori, ma se li sono presi i soldi, invece di metterceli (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Quindi, il rapporto tra la busta paga e quanto hai lavorato, quello che hai fatto, la tua prestazione lavorativa: questa cosa, diciamo così, provate a farla perdere completamente di vista, come per esempio il rapporto con il datore di lavoro.
State smantellando il mondo del lavoro, il mercato del lavoro, il sistema su cui è costruito il lavoro. Ogni norma che fate ha questo obiettivo: smantellare. E qui attaccate, appunto, la contrattazione e il salario. La contrattazione, tra l'altro, la attacca, poi, per gli effetti che avrà nel suo punto più alto, probabilmente nelle imprese più forti, quelle più significative. E lì, dove? Esattamente dove si contratta di più. Dove si contratta di più i lavoratori devono essere incentivati a non - qui viene un'altra parola, di cui parleremo dopo - confliggere, a non fare il conflitto, ma a stare dentro il processo, addirittura a partecipare alle decisioni dell'impresa; partecipare addirittura stando dentro il capitale. E quindi, l'avete scritta male - l'avevo già detto negli interventi -, non si tratta soltanto di dividere gli utili, ma probabilmente si tratta di dividere le perdite, si tratta di decidere i licenziamenti, si tratta di decidere i tagli. Questa è una cosa che, vista com'è la situazione oggi, è davvero terrificante. Quindi, attacca la contrattazione nel suo livello più alto e allunga ancora di più il nostro sistema, il nostro mercato del lavoro, che è più sfilacciato d'Europa, il più debole, il più fragile d'Europa; e dove ci sono condizioni maggiori di contrattazione, lì si attacca il sindacato. E poi, invece, resta tutto com'è fino al caporalato, fino alla schiavitù, fino ai contratti a termine, in questa immensa frammentazione che caratterizza il nostro mercato del lavoro. E introduce - guardate è una cosa particolarmente grave per la contrattazione, che è un concetto largo, non è soltanto il contratto, non è il contratto nazionale, non è il contratto di secondo livello; la contrattazione è tante cose, alcune vissute dai lavoratori e dai loro rappresentanti giorno per giorno - questi istituti o li modifica in alcuni casi (commissioni), riducendo visibilmente - questa è la prima conseguenza, questa forse l'avremo molto rapidamente - il ruolo democratico, per esempio, che le RSU svolgono in questo Paese. Indebolire le rappresentanze unitarie dei lavoratori è un fatto gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) da tutti i punti di vista, non ultimo, non ultimo quello della sicurezza, perché, se c'è un presidio oggi rispetto alla sicurezza del lavoro, è perché ci sono i rappresentanti eletti dai lavoratori. Bene, tutti questi istituti che si aggiungono al sistema, in realtà, non fanno altro che indebolire l'RSU.
Pensate, fa una cosa incredibile questa norma: riduce il diritto all'informazione, cioè il diritto di sapere. Questo avviene al tempo degli algoritmi ossia quando avremmo bisogno di un sistema normativo, dell'introduzione di norme nuove; di fronte a quello che sta accadendo nel lavoro, al fatto che sempre più lavoratori sono eterodiretti o diretti da un algoritmo, noi dovremmo avere strumenti perché i lavoratori siano di più, meglio, al più presto informati; devono conoscere di più.
Qui anche la conoscenza, l'informazione, anche il sapere come lavori, perché lavori viene capovolto e diventa una concessione dell'impresa. Tutti gli strumenti che vengono introdotti in questa normativa sono concessione dell'impresa.
Abbiamo detto l'altra vittima. L'altra vittima è il salario. Il salario, ne sta prendendo di colpi ultimamente, e qui si dà un ulteriore colpo: sono i fringe benefit e i bonus. Qui ce ne sono di ulteriori e non si sa quali effetti avranno. Però, è stato detto - lo voglio ripetere - che questo è molto pericoloso, perché trattare così i premi di risultato, portarli, di fatto, fuori dalla busta paga, fuori dalla retribuzione, è un fatto molto negativo, anche per le pensioni, per il nostro sistema previdenziale, per il montante contributivo dei lavoratori. Si fanno cose che vanno letteralmente nella direzione opposta a ciò che si è detto. Quindi, un salario fatto di elargizioni, di fringe benefit, di divisione degli utili, di 100 euro che vengono promessi ma, poi, non vengono dati.
Si perde di vista una cosa che sta dentro la busta paga; guardate, non sta da nessuna parte come sta dentro la busta paga, ed è la dignità del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). La dignità del lavoro sta nel fatto che tu lavori, esattamente, per poter vivere dignitosamente con la tua famiglia. Chiunque venga a darti qualcosa, un Governo o qualcun altro, non aiuta la dignità del lavoro, anzi, hai la percezione inversa: ti rendi conto che, con il tuo lavoro, non puoi pagare le bollette, però arriva il Governo e ti aiuta. Questa cosa, davvero, non funziona.
Abbiamo detto che, per fare tutto questo, il Governo e la maggioranza hanno approfittato - approfittato, forse, è la parola giusta - della legge proposta dalla CISL. Noi avremmo votato, comunque, contro, ma è anche vero che quella che esce oggi da quest'Aula è una legge, addirittura, peggiore. È una legge regressiva, da moltissimi punti di vista e, soprattutto, ha un carattere volto ad un uso distorto della Costituzione, che è un fatto davvero molto grave.
La Costituzione, in quell'articolo che richiamate, dice due cose. Nell'articolo 46 della Costituzione si parla di “diritto” e di “collaborare”. L'articolo 46 riconosce questo “il diritto” ai lavoratori. È un diritto che doveva essere esigibile. L'altra parola magica è “collaborare”, è quella che voi trasformate in “partecipare”.
Nel dibattito della costituente, in realtà, c'è stato ben altro livello rispetto al nostro, siamo davvero nani sulle spalle dei giganti. C'è stato un dibattito su questo. Non è per il controllo di stile, che partecipare è diventato collaborare: no, ci fu una grande discussione tra l'uso della parola collaborare e l'uso della parola partecipare. Alla fine, si trovò non una mediazione, perché l'ipotesi della partecipazione fu scartata: la sosteneva, neanche tutta la destra…
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO MARI (AVS). …ma una parte della destra. Voglio ricordare, perché alla fine si trovò una mediazione (perdonatemi, sono tre o quattro righe), che a un certo punto di quella discussione, si alzò un deputato che non aveva parlato tantissimo e disse: noi, come gruppo, voteremo l'emendamento dell'onorevole Corbino. Il nostro gruppo sarebbe favorevole a mantenere il testo approvato dalla Commissione, però siccome noi vogliamo ricercare dei punti di incontro con altri gruppi che rappresentano larghe correnti dell'opinione pubblica e dei lavoratori, voteremo l'emendamento sostitutivo dell'onorevole Gronchi, attribuendo al concetto di collaborazione il significato di partecipazione attiva dei lavoratori alla gestione dell'azienda. Quindi, questo è, per noi, la collaborazione e quindi allo sviluppo dell'azienda stessa nell'interesse, esclusivo, dei lavoratori e del Paese. Quel deputato era Giuseppe Di Vittorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra – Il deputato Grimaldi espone un foglio recante il testo dell'articolo 46 della Costituzione).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Signori colleghi, Sottosegretario, è un provvedimento di portata storica; sono quasi 80 anni, 78 per la precisione, che l'Italia auspicava un provvedimento di attuazione dell'articolo 46 della nostra Costituzione.
Che cosa dice l'articolo 46? L'articolo dice che la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende. Certamente, è un primo passo importante. Forse, alcuni gruppi parlamentari, in Commissione e in Aula, nel corso dei lavori parlamentari, pretendevano qualcosa in più, però penso sia importante, perché è un primo passo dopo 78 anni.
Allora, vediamo cosa è successo negli altri Paesi europei. Un provvedimento simile è già in atto in Europa; in Germania, in Olanda, in Francia, in Svezia e in Danimarca. In questi Paesi dell'Europa è un'esperienza positiva. Possiamo prendere atto che ha portato all'interno delle aziende un clima di convivenza migliore e sono aumentate produttività e competitività.
Allora è giusto che, dopo tutti questi anni, si approvi uno degli atti più importanti che questa legislatura ha prodotto fino oggi. Oggi, esaminiamo una proposta di legge di iniziativa popolare con quasi 400.000 sostenitori promossa dalla CISL, quindi, è una richiesta che parte dal basso, dai cittadini. Devo dire che, in maniera corretta, la Commissione l'ha presa come testo base, e in tutti questi anni erano stati depositati altri progetti di legge sul tema. Il testo base era diverso, perché, durante i lavori in Commissione, sono stati soppressi 7 articoli e 46 commi, quindi, in parte, attraverso una mediazione (che, spesso, avviene tra le forze politiche, ma non solo, in questo caso anche tra le rappresentanze sindacali dei lavoratori e il mondo produttivo) è stata prodotta questa forma di equilibrio.
Che cosa si prevede in questo provvedimento? Si prevede, anzitutto, la partecipazione gestionale dei lavoratori alle scelte strategiche dell'impresa e la rappresentanza nei CDA o nel comitato di sorveglianza, ma è anche importante la formazione, perché, spesso, per un lavoratore, per far parte di un consiglio di amministrazione, è necessaria la giusta esperienza; si prevede, quindi, la formazione specifica per i lavoratori; così come la partecipazione a un grandissimo risultato economico e finanziario, ai profitti e ai risultati delle imprese, magari anche tramite le azioni della stessa impresa. Si prevede la partecipazione organizzativa, nelle fasi produttive, che l'impresa deve modificare e migliorare nei processi. Penso a quella forma di buona pratica che in Italia già mettono in atto molti dei nostri imprenditori e tutto il mondo che produce, ossia confrontarsi con i propri collaboratori. Infatti, chi quotidianamente esercita un'attività specifica conosce meglio, rispetto a un manager o alla stessa proprietà, le difficoltà e come si possa migliorare un processo di lavoro, tutto aiuta a fare in modo che l'azienda sia competitiva. Il provvedimento prevede la partecipazione consultiva, con pareri, con proposte riferite alle decisioni dell'impresa. Prevede l'agevolazione fiscale sugli utili ripartiti ai dipendenti, in particolar modo - io dico, purtroppo - solo con questo provvedimento, solo fino al 2025, ma penso che, in futuro, bisognerà adottare altri provvedimenti per incentivare questa forma di collaborazione.
Allora, in questo provvedimento, c'è anche un valore sentimentale, dove il lavoratore si sentirà partecipe, si sentirà parte di una comunità, vedrà un suo futuro diverso.
Quindi, è anche una sfida, un orgoglio, che aiuta certamente a raggiungere gli obiettivi dell'azienda, perché il lavoratore la sente un pochino sua, quindi raccoglie la sfida anche del mercato e partecipa con tutte le sue forze, perché ha un interesse oggettivo. Ma non è soltanto un interesse economico, perché a quel punto c'è l'orgoglio di aver contribuito a fare in modo che l'azienda vada nel migliore dei modi. Certamente, è anche uno strumento che andrà a superare eventuali conflitti, perché è un modello di partecipazione diverso. Purtroppo, la nostra storia ha portato anche a dei conflitti, molte volte giusti, altre volte strumentali, però ci sono stati. Certamente questo provvedimento aiuterà, laddove sarà attuato, a fare in modo che si superino quei conflitti e si riesca a convivere meglio con una comunità di valori che siano proiettati sullo stesso obiettivo. Certamente il dialogo è utile per aumentare, per migliorare e per ottimizzare i processi, con uno spirito di squadra, perché quello deve fare un bravo imprenditore, che ha uno strumento che noi metteremo a sua disposizione. Certamente raggiunge un altro grande obiettivo, che oggi il mondo produttivo ha: l'obiettivo della fidelizzazione. Uno strumento migliore, rispetto a quelli che l'imprenditore oggi ha, per fare in modo che i suoi collaboratori rimangano fidelizzati alla propria azienda, perché sono coinvolti sotto tutti gli aspetti, sull'organizzazione, sul confronto, sugli interessi economici, perché c'è la ripartizione in parte degli utili. Quindi, certamente è uno strumento che andremo a mettere a disposizione nel nostro sistema produttivo. Un sistema dove tutti si sentono attori e, quindi, un ruolo riconosciuto dentro, ma anche fuori la comunità lavorativa. Allora, ci auguriamo che un provvedimento che ha una portata - oserei dire - storica, visto che è atteso, rispetto a quanto previsto dall'articolo 46, da 78 anni, sia un provvedimento quanto più ampiamente condiviso, seppur consapevoli che si poteva fare certamente meglio. Ma è anche vero che è meglio iniziare un primo passo e poi, magari, quando avremo riscontrato le criticità e dei margini di miglioramento, il Parlamento tornerà, magari, a ottimizzarlo ulteriormente. Ma oggi penso che sia importante che questo provvedimento venga approvato con una più ampia maggioranza possibile, perché noi crediamo che sia uno strumento migliore rispetto a quello che oggi hanno i lavoratori e il mondo produttivo.
Con queste considerazioni e per questi motivi, il gruppo di Azione voterà questo provvedimento, pur, ovviamente, facendo parte della minoranza, dell'opposizione, ma di quell'opposizione che - come abbiamo sempre detto, fin dal primo giorno di questa legislatura - è finalizzata non a preconcetti, ma a dare un contributo su provvedimenti che riteniamo giusti. E questo è uno di quei provvedimenti che Azione, pur facendo parte dell'opposizione, appoggerà e voterà in maniera favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Tenerini. Ne ha facoltà.
CHIARA TENERINI (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento dà attuazione a uno degli articoli più avanzati e lungimiranti, rispetto al mondo del lavoro, della nostra Costituzione: l'articolo 46, che garantisce il diritto dei lavoratori alla partecipazione nella gestione delle imprese. Obiettivo strategico della proposta era, sin dall'inizio del suo iter, quello del potenziamento della democrazia economica e del consolidamento di una nuova visione del mondo del lavoro. Questa proposta si inserisce in una tradizione europea di partecipazione, che ha trovato terreno fertile in Paesi come la Germania e la Francia. In Germania, il modello di cogestione prevede la presenza dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza delle aziende, contribuendo a una gestione più inclusiva e lungimirante. In Francia, istituti simili hanno favorito un dialogo più equilibrato tra le parti sociali, migliorando la produttività e la coesione sociale. L'Italia, in questo contesto, è rimasta indietro.
La norma dà un valore al concetto di partecipazione, una partecipazione concepita non come qualcosa di imposto dall'alto, ma qualcosa da attuare con il pieno accordo del mondo imprenditoriale, attraverso un equilibrio tra le esigenze produttive e i diritti dei lavoratori. Partecipazione come nuove relazioni industriali nei luoghi di lavoro. Partecipazione come capacità di entrare negli algoritmi delle intelligenze artificiali e negoziarne criteri e limiti. Partecipazione come difesa dell'integrità delle nostre comunità locali e consolidamento della contrattazione sociale sui territori. Partecipazione come elemento chiave per rafforzare la capacità delle imprese di adattarsi velocemente ai cambiamenti di mercato, di prodotto e di tecnologie, attraverso il coinvolgimento attivo e consapevole della forza lavoro. Partecipazione come argine alla disgregazione del lavoro debole, come organizzazione di nuove comunità lavorative e come inclusione dei fragili nella società e nel cantiere della crescita.
Questo è lo spirito e la cultura che sta alla base della proposta di legge. Sia chiaro: non stiamo parlando di un modello statalista o dirigista, non stiamo parlando di un'ingerenza pubblica nella vita delle imprese. La partecipazione che vogliamo incentivare non è imposta dall'alto, non è un obbligo che soffoca l'iniziativa privata, ma uno strumento di collaborazione che imprese e lavoratori potranno scegliere di adottare nel rispetto della libertà contrattuale e della reciproca autonomia. È una partecipazione costruttiva e moderna, che si inserisce nella tradizione liberale del nostro Paese, perché Forza Italia è da sempre il partito della libertà economica e della responsabilità individuale. E allora, partecipazione significa: coinvolgere i lavoratori nelle scelte strategiche, perché chi contribuisce al successo di un'azienda deve sentirsi parte di quel successo; creare ambienti di lavoro più produttivi e motivanti, perché il senso di appartenenza e la condivisione degli obiettivi aumentano l'efficienza e la competitività; rafforzare la stabilità occupazionale, perché chi partecipa attivamente alla vita aziendale ha maggiori possibilità di crescita professionale e retributiva. Questa è la via liberale alla partecipazione: non uno strumento per irrigidire il mercato del lavoro con nuovi vincoli e burocrazia, ma un incentivo alla crescita, alla condivisione dei risultati e alla competitività.
Voglio essere molto chiara su un punto. Questa legge non è assistenzialismo, non è un meccanismo di redistribuzione passiva della ricchezza. Noi non crediamo in uno Stato che impone dall'alto, che detta regole rigide e penalizza il merito. Noi crediamo in uno Stato che crea le condizioni per far crescere l'economia, per incentivare il lavoro, per premiare chi investe e chi si impegna. La partecipazione va esattamente in questa direzione. Significa dare più valore al lavoro, elevare la qualità delle relazioni industriali, costruire imprese più solide e più competitive, capaci di adattarsi meglio ai cambiamenti di mercato, alle nuove tecnologie e alle trasformazioni globali. Significa contrastare la precarietà, non con vincoli burocratici e sussidi, ma con un modello di impresa più inclusivo, in cui i lavoratori non siano più semplici e meri esecutori, ma protagonisti attivi.
Con la partecipazione si è preferito un approccio non conflittuale, sposando un modello di collaborazione che accoglie le esigenze delle imprese del mercato e dei lavoratori. L'obiettivo è superare il conflitto tra capitale e lavoro, promuovendo la collaborazione, in contrapposizione ad un'antiquata visione del mondo del lavoro che appartiene, ormai, a un secolo fa. Per tanto tempo la società è stata dominata da un'ideologia conflittuale, che metteva in fatale contrapposizione fabbrica e sindacato. Oggi occorre lasciarsi definitivamente alle spalle il Novecento, segnare una cesura tra un'epoca segnata dal conflitto inevitabile tra capitale e lavoro, dalla logica permanente della divisione pregiudiziale e dalla contrapposizione tra impresa e lavoratori, per entrare pienamente nella modernità e nel tempo che stiamo vivendo. Questo è un momento complesso, segnato da cambiamenti permanenti, dalla transizione ecologica e da quella digitale, da crisi ed emergenze strutturali. Servono nuovi strumenti ed una profonda evoluzione delle relazioni sociali e industriali, che diano impulso ad alcuni fattori di crescita e coesione, rimasti troppo a lungo fermi. Bisogna rendere più flessibile l'organizzazione del lavoro, far ripartire e radicare gli investimenti, elevare la competitività e le tutele, la produttività e le retribuzioni. Vanno arginate la speculazione finanziaria, le delocalizzazioni e la pirateria industriale. Va garantito il rispetto delle norme su salute e sicurezza e incrementato il valore aggiunto del lavoro. All'incrocio di tutto questo, c'è l'opportunità della partecipazione, vale a dire la sfida di un sistema sociale e industriale unito, coeso e capace di individuare, nell'autonomia di sindacato e impresa, soluzioni a somma positiva per tutti. Dovrebbe essere ormai chiaro che agire in via unilaterale, soprattutto se ancorati all'antagonismo del secolo scorso, non porta da nessuna parte. Quella stagione, nonostante qualcuno provi ancora ad evocarla, è finita. Purtroppo, non possiamo, però, fare a meno di notare che le opposizioni continuano a proporre visioni radicalmente diverse dalla nostra.
Ci accusano di aver rafforzato la facoltatività della partecipazione, dicendo che abbiamo trasformato la legge in una facoltà per gli imprenditori e non in un obbligo. Vorrei ribadire, però, che il nostro approccio è esattamente opposto al loro. Loro continuano a proporre soluzioni rigide, come il salario minimo per legge e la settimana corta per legge, come se la legge potesse risolvere ogni problema. Noi, invece, crediamo in un approccio che rispetti la libertà delle imprese, valorizzi la responsabilità e premi l'impegno, senza obbligare nessuno a scelte che potrebbero risultare dannose. E se la loro visione si ferma a fare forzature legislative che rischiano di irrigidire il sistema, il nostro modello mira ad aprire nuove opportunità. La partecipazione che stiamo proponendo è un meccanismo di crescita e non di costruzione.
Nel nostro Paese, le relazioni sindacali hanno un ruolo fondamentale: il valore della bilateralità è alla base di un sistema sano ed efficace di confronto tra imprese e lavoratori. Lo dimostra il fatto che questa proposta di legge nasce da un'iniziativa popolare promossa dalla CISL, che ha saputo interpretare al meglio il concetto di partecipazione come strumento di collaborazione e crescita reciproca. Ci sono sindacati che, con responsabilità, lavorano per costruire relazioni industriali moderne ed efficaci, capaci di conciliare le esigenze delle imprese con i diritti dei lavoratori; e, poi, ci sono sindacati che, invece, sembrano più interessati alla battaglia politica che alla tutela concreta dei lavoratori, sindacati che non interpretano il loro ruolo come dovrebbe fare il segretario di una grande organizzazione sindacale e che continuano a proporre vecchie logiche di scontro, anziché contribuire a costruire nuove opportunità. Questa legge, invece, va nella direzione giusta: rafforzare il dialogo, incentivare la collaborazione, costruire un mercato del lavoro più moderno e più giusto.
Prima di concludere, vorrei rivolgere due parole a chi ha saputo mantenere una visione di prospettiva orientata al dialogo e al risultato. Infatti, oggi, con questo provvedimento, portiamo a compimento una battaglia storica che la CISL ha sempre sostenuto con convinzione e che, grazie all'iniziativa popolare da loro promossa, arriva finalmente a concretizzarsi. Un risultato che non sarebbe stato possibile senza l'impegno di chi, alla guida di questa grande organizzazione sindacale, ha saputo interpretare il proprio ruolo con senso di responsabilità e capacità di mediazione. Mi riferisco a Luigi Sbarra che, da segretario generale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), ha incarnato perfettamente questo spirito, dimostrando che la tutela dei lavoratori non passa per le barricate, ma per il confronto costruttivo, la ricerca di soluzioni concrete e la capacità di cogliere l'opportunità delcambiamento. E oggi, questo stesso approccio prosegue con la nuova segretaria della CISL, che raccoglie un testimone importante in una fase molto importante per il mondo del lavoro. Ad entrambi va il riconoscimento per aver creduto in questo modello, perché il vero progresso non nasce dall'imposizione, ma dalla partecipazione, ed è proprio questo il principio che insieme, oggi, trasformiamo in realtà.
È per questo che Forza Italia esprime parere favorevole: perché questa legge è un passo avanti nella modernizzazione del nostro mercato del lavoro; perché incentiva la collaborazione e non il conflitto; perché premia chi investe, chi lavora, chi crede nella crescita e nella libertà economica; perché il futuro del lavoro non è scontro ma responsabilità condivisa e noi, con convinzione, scegliamo il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, per quanto riguarda il provvedimento che è stato oggetto di esame oggi e per cui siamo portati ad esprimerci al voto finale, quel che possiamo dire è che, per quanto il provvedimento sia un provvedimento che noi inizialmente abbiamo rispettato perché veniva da una proposta di iniziativa popolare sottoscritta da 400.000 cittadini e, comunque, promossa dal sindacato della CISL, non possiamo non rilevare come, nel corso dell'esame, anche qui, nel corso dell'esame dell'Aula, il provvedimento sia stato del tutto stravolto e snaturato nel suo fine, nei suoi intendimenti e nel suo scopo ultimo.
In questo provvedimento erano previste tante disposizioni in tante materie, perché andiamo a toccare il diritto del lavoro, il diritto societario, il diritto tributario, ma, parlando di partecipazione, sono quattro, sostanzialmente, le forme di partecipazione e, purtroppo, quello che ha portato questo provvedimento non ci piace, per tanti motivi. Innanzitutto, perché, diversamente da come è stato detto, non si fa un passo in avanti, ma si fa un passo indietro nei confronti dei diritti dei lavoratori, ma, soprattutto, dello spirito e della ratio di questa legge.
Mi spiego, Presidente. Noi abbiamo visto che la maggioranza parla dell'articolo 46 della Costituzione dicendo che, finalmente, si dà attuazione a questo importante articolo. Ebbene, Presidente, in realtà, come è emerso anche nel corso del dibattito - abbiamo avuto modo di sottolinearlo -, l'articolo 46 della Costituzione - lo rileggiamo perché, magari, a qualcuno sfugge -, non parla di partecipazione agli utili, né di partecipazione gestionale, né di partecipazione consultiva, né di partecipazione economica: parla, semplicemente, del diritto dei lavoratori di collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende. Ora, sinceramente, se il testo della Costituzione parla di collaborare è perché c'è stata un'attività in sede costituente, un'attività che ha portato a scegliere “collaborare” e non “gestire”. Quindi, evidentemente, sotteso a questo termine c'è molto di più: c'è la storia della nostra Costituzione. Per cui, non penso che questa maggioranza e questo Governo possano riempirsi la bocca di questi contenuti, andando a stravolgere totalmente il testo che, invece, poteva, in qualche modo, avvicinarsi allo spirito costituente.
Il testo, in particolare, è stato portato da 22 articoli a 15; in ogni parte in cui si è potuto fare, si è stravolta la logica delle relazioni industriali e delle relazioni sindacali. Si è partiti dalla contrattazione collettiva, prevista nel testo base, che avrebbe potuto effettivamente accompagnare questo processo di partecipazione sia nella fase introduttiva, che durante, che nel seguito delle varie forme di partecipazione che possono esserci, perché, ovviamente, la partecipazione amministrativa è diversa dalla partecipazione gestionale ed è diversa dalla partecipazione economica e finanziaria (quindi, stiamo parlando di mondi completamente diversi). Però, di fatto, quello che succede è che qui l'autonomia statutaria, l'autonomia del datore di lavoro e del diritto commerciale prevarrà rispetto a tutte le logiche del lavoro e della protezione dei lavoratori, perché non si muoverà una foglia se il datore di lavoro non vuole.
Di fatto, questa proposta di legge stravolge tutti i principi che sono stati posti a regola e a linee di indirizzo da parte dell'Unione europea su questa materia della partecipazione. Li troviamo nella risoluzione del Parlamento europeo del 2014, che parla di vari principi: innanzitutto, le forme di partecipazione devono vedere protagonista la contrattazione collettiva e, quindi, di fatto, già siamo lontani da quella che è la direzione corretta; deve esserci la non discriminazione tra lavoratori, quindi permettere a tutti i lavoratori di partecipare nello stesso modo a questi piani di partecipazione, cosa che, invece, è stata espunta dalla maggioranza nel corso dei lavori di Commissione, così come è stata esclusa la volontarietà del lavoratore di aderire a questi piani. Questo è gravissimo, Presidente, perché noi abbiamo provato a far capire che, forse, se nella proposta di legge del sindacato CISL, nella proposta di iniziativa popolare, c'è questa dicitura, evidentemente, un motivo c'è. Ma no, la maggioranza se ne è fregata, l'ha tolto e quindi, sostanzialmente, è sparita la volontarietà.
La risoluzione dice anche di evitare di utilizzare la partecipazione finanziaria, la partecipazione agli utili come uno strumento di politica salariale perché non può essere così. La retribuzione è la retribuzione, poi, se vogliamo, possiamo andare ad aggiungere delle componenti tramite forme di azionariato e di partecipazione agli utili ma, in nessun modo, può esserci la sostituzione di una retribuzione equa e dignitosa con questi strumenti partecipativi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Diversamente, non si può parlare di giustizia sociale; diversamente, non si può parlare di logiche redistributive. Logiche redistributive che, invece, avremmo potuto superare con l'attuazione della proposta di legge di introduzione del salario minimo per legge in questo ordinamento, proposta che il MoVimento 5 Stelle porta avanti, con forza, dal 2013 e a cui, fortunatamente, nel tempo, si sono accodate anche le altre forze politiche di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma, purtroppo, rileviamo che questo Governo, su questo tema, non ci sente.
Spara cortine di fumo, così come fa con questa proposta di legge, perché dice “sì, sì, c'è un problema, cerchiamo di risolverlo” ma poi, alla fine, rifila soltanto dei gran pacchi.
Pacchi che ci hanno portato a togliere le firme sulla nostra proposta di legge sul salario minimo legale e pacchi con questa proposta di legge, che, in realtà, va addirittura a sostituire i premi di risultato con azioni, in modo unilaterale, in modo discrezionale, quando magari queste azioni non valgono nulla. Questo c'è scritto in questo testo che noi andiamo ad approvare oggi, e voi ci avete accusato, colleghi della maggioranza, di avere attaccato la contrattazione collettiva. Noi!
Quando, invece, voi, con questo provvedimento, state smantellando ogni volta che c'è scritto “contrattazione collettiva” e state ribaltando l'ottica di questa legge, che, appunto, parte da un sindacato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per cui, questa proposta di legge, secondo noi, nasconde un gravissimo tradimento non soltanto della proposta di legge, ma proprio dei lavoratori in quanto tali, perché dice loro “sì, partecipate”, con un bel titolo roboante. Poi, invece, andiamo a vedere, faremo quello che vorremo.
In realtà la maggioranza non ha introdotto niente di niente, niente di innovativo, ma solo peggiorativo, e di sicuro questo non aiuta in uno scenario economico agghiacciante come quello che ci costringete a vedere, ossia 24 mesi di calo della produzione industriale consecutivi, un più 20 per cento di cassa integrazione guadagni, una situazione di aumento continuativo della povertà anche tra i lavoratori. Quindi, forse, gli strumenti da utilizzare in questa fase storica sarebbero stati ben diversi. Noi del MoVimento 5 Stelle, ad esempio, abbiamo sempre proposto i workers buyout, ossia la partecipazione diretta dei lavoratori alla proprietà dell'azienda nelle fasi di crisi industriale.
Voi avreste potuto lavorare su questo, come proponeva la nostra collega Ciprini nella scorsa legislatura; invece no, siete andati a regalare questo pacco clamoroso. Oppure avreste potuto riportare al centro del dibattito il tema del salario minimo, cosa che non avete fatto. Qui mi chiedo - e concludo, Presidente - a cosa serve questa legge? Ve lo dico io: semplicemente a picconare la contrattazione collettiva, le tutele dei lavoratori e assolutamente a nient'altro. Per cui noi voteremo convintamente “no” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caparvi. Ne ha facoltà.
VIRGINIO CAPARVI (LEGA). Grazie, Presidente. Saluto il Vice Ministro Bellucci, saluto anche il Sottosegretario Durigon, che ora è uscito, ed i colleghi tutti. Siamo giunti all'approvazione di una proposta di legge di iniziativa popolare in materia di partecipazione dei lavoratori alla governance delle aziende, proposta e sottoscritta da centinaia di migliaia di cittadini e da una sigla sindacale importante, la CISL, che ringraziamo. Questo è già un primo segnale positivo, che possiamo interpretare come positivo, poiché non è un mistero come negli anni ci sia stata una diffidenza più o meno marcata da parte anche del mondo sindacale rispetto a nuove forme di cooperazione tra aziende e lavoratori, nel timore, forse, che le stesse potessero marginalizzare il ruolo del sindacato.
Come anche non è un mistero che parte del mondo imprenditoriale sia stato scettico, e in parte sia ancora oggi scettico, rispetto a nuovi paradigmi lavorativi. Nel mezzo di queste diffidenze e di questi convincimenti, nonostante delle diffidenze che perdurano da quasi 80 anni, visto l'articolo 46 della nostra Costituzione che promuove questo diritto, nonostante tutto, il Parlamento ha fatto il suo lavoro, cioè quello del legislatore. Ha preso, dunque, diverse proposte di legge e coralmente ci siamo accordati su un testo base, che è proprio quello della proposta di iniziativa popolare.
Rivendichiamo questo con un certo orgoglio perché tra le diverse proposte di legge c'era anche quella del nostro capogruppo, Riccardo Molinari, già presentata nella scorsa legislatura, presentata in questa legislatura e già calendarizzata. Ma il rispetto che si deve a un istituto così importante di democrazia diretta ci ha fatto propendere, giustamente, per adottare questo testo come testo base. Sono poi iniziati i lavori di Commissione, ringrazio i relatori Cavandoli e Malagola per il lavoro anche sartoriale che hanno fatto: si sono adoperati per raccogliere il maggior numero di proposte emendative, con particolare rilievo quelle delle opposizioni, con un approccio inclusivo e responsabile.
Come anche responsabile è stato l'atteggiamento del Sottosegretario Durigon, quando ha accolto gli emendamenti soppressivi rispetto a quella parola “maggiormente”, che tanto avevano fatto discutere in Commissione, ma che, di fatto, non risolvono il problema della rappresentatività sindacale, che, anzi, noi crediamo debba essere un tema posto all'attenzione della Commissione lavoro. Sull'impegno che si è preso il Sottosegretario Durigon, e quindi il Governo, noi crediamo debba essere aperta una discussione per garantire pluralità sindacale, senza mai mettere in dubbio la parità salariale.
Quindi questi emendamenti hanno, da un lato, levigato alcuni aspetti e, dall'altro, sottolineato maggiormente altri aspetti. Basti pensare che è stato aumentato il fondo da 50 a 70 milioni di euro. Di una cosa siamo certi: questa proposta non è stata snaturata. Lo abbiamo sentito dire in queste settimane, anche poc'anzi in quest'Aula. Forse, nel mero tentativo di rifuggire l'imbarazzo di non votare favorevolmente questa proposta, si continua a dire che questa legge è stata snaturata. Un convincimento solo delle opposizioni, visto che la neoeletta segretaria della CISL, Fumarola, ed il suo predecessore Sbarra continuano a ripetere che questa è una buona legge, l'impianto non è stato toccato, e quindi abbiamo fatto tutti un buon lavoro, coralmente, anche con il supporto delle opposizioni.
Noi voteremo, quindi, convintamente questo provvedimento. La diffusione di formule partecipative alle realtà produttive, come già sta avvenendo in altri contesti europei, la Germania su tutti, dimostra che la risorsa umana sia sempre più importante all'interno delle realtà produttive. Oggi al lavoratore non si chiede soltanto lo svolgimento di funzioni meramente esecutive, ma anche l'implementazione di linee progettuali riguardanti la definizione dei processi produttivi.
Pertanto l'obiettivo di ottimizzare l'impiego del lavoro spinge a ricercare formule per le quali il lavoratore diventi sempre più un soggetto della produzione attraverso il suo pieno coinvolgimento nelle dinamiche dell'impresa. L'iniziativa popolare di questa legge, sostenuta, appunto, dalla CISL, evidenzia che il mondo del lavoro sta cambiando. Lo dimostra anche la continua ricerca da parte delle aziende di lavoratori qualificati. Proprio attraverso la partecipazione alla gestione aziendale si vuole favorire la fidelizzazione e il riconoscimento del merito.
Si è quindi ampliato il concetto di partecipazione, includendo non solo l'aspetto gestionale. ma anche quello economico-finanziario, attraverso la redistribuzione degli utili, la partecipazione organizzativa e consultiva. L'obiettivo è di migliorare la produttività aziendale attraverso il contributo diretto dei lavoratori. Particolare rilievo è stato dato alla possibilità, per le società che adottano il sistema dualistico, di introdurre rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza. Inoltre, si prevede la costituzione di commissioni paritetiche di lavoratori, con processi produttivi e dell'organizzazione del lavoro.
Ciò include anche gli aspetti cruciali come il welfare aziendale, le politiche retributive, la qualità degli ambienti di lavoro e l'inclusione delle persone con disabilità. Infine, presso il CNEL sarà istituita una commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori con funzioni di indirizzo e interpretazione, nonché di monitoraggio delle buone prassi in materia di consultazione dei lavoratori nelle imprese.
Presidente, noi, di fronte a un provvedimento che riteniamo possa segnare una svolta in un settore così cruciale quale quello del lavoro, ancorché questo sia un avvio di un percorso, non nascondiamo una certa amarezza nel constatare che un passo così importante potrebbe trovare una maggioranza che è quella di Governo e poco di più. Avremmo auspicato una maggioranza diversa. Crediamo che sulle strategie ci si possa anche dividere, ma sui principi si debba provare a non dividerci, anche se poi, a ben vedere, questo Governo in 2 anni ha portato risultati tangibili, che sono stati invece presi d'assalto dalle opposizioni.
Ne ricordo solo alcuni, dati confermati e ufficiali: l'occupazione in Italia è cresciuta del 3,6 per cento, lavoratori a tempo indeterminato aumentati di 900.000 unità, lavoratori con un contratto a termine diminuiti di 260.000 unità, disoccupati diminuiti di circa 500.000 unità. Dunque è finita la stagione dell'assistenzialismo, sono aumentati i posti di lavoro.
Di fronte a tutto questo abbiamo solo ascoltato il vero leader politico delle opposizioni, Maurizio Landini, chiamare a gran voce la rivolta sociale. Crediamo che non sia questo il modo di porsi di fronte a un tema così importante quale quello del lavoro in un momento storico come quello che stiamo attraversando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), anche perché crediamo che questo sia troppo forte nel dibattito politico italiano, ma sia anche poco rispetto alla tradizione importante anche della sinistra, che da sempre è vicina ai lavoratori, perché, quando si cerca di intorbidire le acque, poi se ne esce confusi tutti.
Forse ne uscirete così confusi che, a giugno, quando il vostro leader politico vi chiamerà a votare sui quesiti referendari, vi chiederà di votare “no” a quel Jobs Act a cui voi avete votato “sì” nella stagione in cui si comprimevano i diritti e nessuno gridava alla rivolta sociale. E allora, magari, sui principi dovremmo stare attenti a non dividerci e a rimanere uniti.
Noi riteniamo che la lungimiranza dei nostri padri costituenti - nel riconoscere il diritto di cooperare alla gestione delle aziende quale momento di elevazione economica e sociale - debba trovare finalmente un percorso sicuramente perfettibile, come tutto è perfettibile, affinché non ci si fossilizzi, ancora una volta, nella dicotomia stantia tra capitale e lavoro che non ci porta da nessuna parte, poiché questi non sono in antitesi, ma anzi debbono sfidare insieme le necessità di questo tempo.
Mi auguro davvero che tutte le forze politiche possano convergere in un voto favorevole che dia un segnale a tanti lavoratori, che della sola rivendicazione sindacale e della rivolta sociale non sanno cosa farsene. Facciamo in modo, almeno questa volta, che il lavoro, che è stato viatico di unità nazionale proprio nello spirito della Costituzione, non sia qui dentro, ancora una volta, al vaglio delle ideologie o delle vicinanze a questo o a quel sindacato, ma sia confronto onesto con la quotidianità dei lavoratori. Crediamo che per guardare avanti dobbiamo impiantare nella saggezza di ieri i semi delle sfide di domani. È tempo, dunque, di puntare non solo alla produttività, ma anche alla valorizzazione del capitale umano. Attraverso l'introduzione e la promozione di nuove forme di partecipazione attiva si favorisce non solo la crescita professionale, ma anche un incremento della qualità del lavoro con impatti diretti e positivi sulla competitività delle imprese italiane nel mercato globale. Questa novità rappresenta, quindi, una scelta strategica per il futuro del sistema produttivo nazionale capace di coniugare innovazione, sostenibilità e sviluppo economico. È per queste ragioni che dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Trovo veramente stucchevole la melensa con cui in quest'Aula i rappresentanti della maggioranza stanno parlando di un tema così importante come la partecipazione; lo trovo stucchevole perché non ha niente a che vedere con quello che stanno facendo. È bello che ci sia un clima idilliaco sui luoghi di lavoro, in cui capitale e lavoro si parlano amichevolmente a braccetto, ma non è quello che sta succedendo e non è quello che con i provvedimenti che sistematicamente hanno preso in questi due anni stanno facendo: mi riferisco all'aumento a dismisura delle possibilità di assumere persone con contratti precari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), alzando i tetti per il tempo determinato e la somministrazione togliendo le causali; mi riferisco anche al tentativo ripetuto, a cui abbiamo assistito pure in questo passaggio, di attaccare il principio fondamentale della rappresentanza, che richiede che siano chiamati a rappresentare i lavoratori quelli che danno a queste associazioni il loro voto e il loro sostegno, che eleggono le RSA, non quelli che firmano contratti a gettone. Abbiamo fermato questo ulteriore tentativo, c'è una proposta - nei confronti della quale siamo sempre stati disponibili - di mettere in chiaro le regole della rappresentanza, che non siano regole pensate per esaltare un certo tipo di sindacato piuttosto che un altro, ma che rispondono a quello che le parti sociali da tempo stanno proponendo e partendo dalle loro proposte si possa arrivare anche a una definizione normativa.
Questa narrazione non ci convince e purtroppo questa ha seminato un po' del suo veleno anche in un provvedimento che era nato con tutt'altra intenzione, quindi direi che ci raccontiamo una favola che inizia, come al solito, così: “c'era una volta”. C'era una volta la proposta di legge della CISL, una proposta di legge finalizzata a disciplinare varie forme di partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese accumunate da un solo principio, un principio base che peraltro la CISL sostiene da sempre, cioè doveva trattarsi di forme di partecipazione non obbligatorie, ma attivate dalla contrattazione collettiva nazionale o di secondo livello.
Ebbene, questo processo e questo approccio non piacevano a Confindustria che ha rivendicato una visione completamente diversa, legittima, però diversa: la partecipazione, secondo i rappresentanti delle imprese, deve essere una libera scelta delle imprese; e questo è quello che è diventato questa proposta di legge, una proposta di legge in cui ogni forma di partecipazione è, lo dico tra virgolette, “subordinata” al favore e, quindi, alla gentile concessione da parte delle imprese.
Quindi, la proposta di legge CISL è stata smontata, amputata del suo nucleo principale. Il ruolo della contrattazione collettiva è stato cancellato 14 volte, contatelo, e nei passaggi cruciali sostituito, appunto, dall'impresa dominus assoluto nel decidere se concedere ai lavoratori un qualche luogo, un qualche ruolo.
Ora, noi avevamo fatto delle proposte diverse, che vi annuncio già all'inizio, vi dico già come va a finire: sono state completamente bocciate.
Non mi sembrano molto illogiche se si parla di partecipazioni, un terreno su cui noi stiamo volentieri, ci crediamo. Cosa dicevano le nostre proposte nel succo? L'abbiamo già detto stamattina, due cose. Se decidiamo una presenza dei lavoratori nei consigli di gestione, nei consigli di sorveglianza, in organismi bilaterali, bene, quei lavoratori ci devono andare in quanto rappresentanti, non in quanto scelti dall'impresa o dall'assemblea dei soci, o non si sa come. Quindi, deve essere stabilito chiaramente che c'è un canale sindacale che passa per le RSU elette o per le RSA che si costituiscono, come sapete, per accordo o per elezione.
La seconda cosa è: la partecipazione è una cosa seria, è una cosa vera, quindi se un soggetto è chiamato a partecipare, a collaborare, deve avere un potere reale, deve avere un ruolo effettivo, non deve essere una bella statuina. Se io mando un rappresentante dei lavoratori - uno solo, perché voi non avete voluto mettere neppure dei limiti minimi - dentro un consiglio di amministrazione, dove passano decisioni molto importanti ma che possono essere contrarie agli interessi dei lavoratori, come può essere una delocalizzazione, una ristrutturazione, persino un licenziamento collettivo, è fondamentale che quel rappresentante dei lavoratori non sia solo, non faccia da paravento a decisioni, ripeto, che possono essere contrarie agli interessi dei soggetti che rappresenta, ma possa chiedere e abbia il diritto di ottenere una sospensione di quella decisione per un periodo di tempo sufficiente a permettere l'apertura di un confronto sindacale. Confronto: conoscete questa parola? Confronto.
Vi dà fastidio la parola “conflitto”. Il confronto si trasforma in conflitto quando non può operare. A noi non dà fastidio la parola conflitto perché, in molti casi, purtroppo, si rende necessaria, ma se si vuole cercare di risolvere i problemi, di affrontarli nel campo sfidante della nuova organizzazione del lavoro, della decisione di come definire i processi produttivi, di come affrontare il tema fondamentale della sicurezza, bene, i lavoratori devono essere pienamente partecipi. Purtroppo, dopo questa proposta di legge, questa cosa sarà sempre, sempre meno possibile.
Quindi, la cosa migliore che c'è dentro questa proposta di legge è la salvaguardia di tutte le contrattazioni collettive che hanno già portato a risultati positivi e favorevoli. Noi siamo favorevoli e sosteniamo con forza la contrattazione, quella che voi portate come alibi per non approvare la nostra proposta di legge sul salario minimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
E qui siamo veramente di fronte alle barzellette, signora Ministra, mi rivolgo a lei, alle barzellette, perché non è che potete dire: non vogliamo fare il salario minimo perché la materia salariale è oggetto della contrattazione, e quando un importante sindacato, come è la CISL, vi propone una proposta di legge fondata sulla contrattazione, voi cancellate, cancellate, cancellate, cancellate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) tal che della contrattazione non ci rimane più niente.
Qui ci stiamo veramente prendendo in giro; e vi ricordo che la nostra legge sul salario minimo è molto radicata sull'idea di associazioni sindacali comparativamente più rappresentative, perché non dice solo che sotto i 9 euro all'ora non è lavoro ma è sfruttamento. Dice anche un'altra cosa che vi dà molto, molto fastidio e cioè che non importa se tu lavori nelle ceramiche, se lavori nei campi, se lavori da qualsiasi altra parte vi venga in mente: hai diritto a vederti riconosciuto il trattamento economico complessivo dei contratti siglati dalle associazioni dei lavoratori e datoriali comparativamente più rappresentative.
Questa è l'unica tutela contro la guerra competitiva al ribasso sulle condizioni economiche, che viene operata da tanti “sindacati pirata” in questo momento storico e che, purtroppo, caratterizza anche alcuni contratti che sono stati siglati - mi dispiace dirlo - proprio con il beneplacito, Ministro, anche suo. Perché io non ho mai visto una Ministra del Lavoro che va a presenziare la sigla di un contratto fatto da alcune parti, mentre non va da quelli siglati da altre parti. Questa è una cosa che le devo dire in tutta sincerità. Quindi, noi crediamo al valore della partecipazione. Ci dispiaceva molto per la battuta che abbiamo fatto in questi giorni: “Di questo progetto di legge, ahimè, è rimasto soltanto il titolo”. Ci avete tolto anche questo. E guardate che non è una cosa piccola, anzi, è molto indicativa, perché il titolo della CISL diceva “Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori”. Una governance d'impresa. Cosa è rimasto della governance? È rimasto “Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili dell'impresa”. Cosa manca da questo elenco, stando alle definizioni che pure la proposta di legge meritoriamente elenca? Mancano la partecipazione organizzativa, la partecipazione consultiva e il diritto all'informazione. Sono le cose a cui crediamo di più e su cui continueremo a lavorare. Noi crediamo che sia importante rispettare il fatto che un sindacato così importante e così rilevante, come la CISL, ci chieda sostanzialmente di non votare contro questa proposta di legge. Vogliamo fare, quindi, un voto di astensione. Un'astensione critica, perché tutti gli elementi che io ho portato fino adesso sono elementi critici, ma anche un'astensione costruttiva, perché tutta la nostra presenza e la nostra partecipazione ai lavori del Parlamento, dal momento dell'inizio della legislatura fino ad adesso, hanno dimostrato che il Partito Democratico si batte per un ruolo attivo dei lavoratori e per il riconoscimento della loro piena dignità. Quindi, noi continueremo, anche al Senato e in tutti gli altri provvedimenti, a cercare di dare contenuti, laddove voi mettete solo “parole, parole, parole” (La deputata Guerra prosegue cantando - Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Pure con le note, bene. Complimenti, è intonata. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole del gruppo Noi Moderati e consegno il testo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente Mule'. Non sarò intonato come la collega Guerra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), però cercherò banalmente di spiegare perché noi oggi ci troviamo qui. Innanzitutto, grazie: grazie al Ministro del Lavoro Calderone e grazie al Vice Ministro Bellucci, grazie al Sottosegretario Durigon. Tre persone che non ci hanno mai fatto mancare l'appoggio e la presenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non soltanto in seno a questo provvedimento, ma rispetto a tutto quanto di bello questo Governo di centrodestra sta portando avanti su questi temi. Grazie al collega, amico e relatore di questo importante provvedimento, Lorenzo Malagola, che, assieme alla collega Cavandoli, relatrice per la Lega, ha seguito centimetro su centimetro questo provvedimento. E devo dire un grazie non scontato, senza alcuna captatio benevolentiae, Presidente Mulè, anche nei confronti di una persona, anzi, di un sindacato, in questo caso, la CISL, che ha raccolto più di 400.000 firme e che oggi è rappresentato e sta ascoltando i nostri lavori d'Aula, per il tramite del segretario Luigi Sbarra, che è qui con noi (Il deputato Rizzetto indica le tribune - Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, grazie segretario, perché ci ha sollecitato nel modo corretto per portare avanti questo provvedimento di assoluta importanza.
Però, Presidente, mi tolgo subito un piccolo sassolino dalla scarpa: avrei preferito vedere qui, in Aula, sugli spalti, ad ascoltare i nostri lavori e la votazione finale, non soltanto il segretario Sbarra, ma anche il segretario Landini e il segretario Bombardieri, che oggi sono assenti ingiustificati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) rispetto al provvedimento che noi stiamo per andare a votare. Perché vede, Presidente, non cadrò nella trappola preannunciata dal collega Faraone poc'anzi, per cui noi, oggi, qui, dobbiamo guardarci allo specchio e dirci “eh, noi siamo i primi”, anche se in realtà è vero, ma non farò questo errore. Dico soltanto, Ministro, che un provvedimento del genere dovrebbe essere patrimonio non soltanto di tutto il Parlamento, ma di tutte le sigle sindacali, anche quelle più piccole. Oggi così non è, speriamo che pian piano qualcuno se ne accorga e faccia cambiare idea.
La battaglia… i lavori, rispetto alla celebrazione dell'articolo 46, partono da molto lontano, dai nostri Padri costituenti, hanno avuto una visione politica molto importante negli anni, in oltre 75 anni, una visione che non è esclusiva di un partito, ma - lo rinnovo - è esclusiva dell'azione politica da 75 anni in questo Paese. È un qualcosa che parte dalla socialità mazziniana, è un qualcosa che continua attraverso la democrazia futurista di Marinetti, è un qualcosa di cui Giolitti parlava, è un qualcosa di cui la dottrina della Chiesa si è sempre occupata. Giovanni Paolo II, nell'enciclica Laborem exercens, ne parla, e quando parlo di Giovanni Paolo II, oggi, qui, ancora una volta, Presidente, colgo l'occasione per fare i più grandi auguri al nostro Santo Padre, a Papa Francesco, per una ripresa immediata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
E questo è un provvedimento che - lo rinnovo - era un incompiuto della nostra Carta costituzionale, laddove i nostri Padri costituenti hanno dato il meglio nella scrittura del corpo di questo articolo. È un provvedimento che, però, nasce anche dalla storia della destra parlamentare, dal Movimento Sociale Italiano, da Alleanza Nazionale, l'onorevole Roberti, che scrisse un testo sul punto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È un qualcosa che va a snocciolarsi attraverso quello che, nel 2018, abbiamo celebrato con il Patto per la fabbrica, che parlava atavicamente di partecipazione e che va a sostanziarsi ed è andato a sostanziarsi in modo intrinseco, importante e virtuoso nelle proposte di legge che sono state presentate in Commissione lavoro da parte del Ministro Foti, del Vicepresidente Rampelli, del Vice Ministro Cirielli, del capogruppo della Lega Riccardo Molinari, del collega Mollicone. Però vede, Ministro, ad un certo punto noi ci siamo guardati in faccia e abbiamo fatto non un passo indietro rispetto alle proposte presentate, abbiamo fatto un passo di lato, perché ci sembrava giusto celebrare le 400.000 firme raccolte dalla CISL e dare a loro un importante diritto di tribuna in seno alla Commissione ed oggi al provvedimento che stiamo votando.
Vede, non soltanto un passaggio economico, ma un passaggio profondamente umano. Questo provvedimento tocca, nel cuore più profondo, anche quello che, di fatto, è il nostro tessuto produttivo - e quanto abbiamo bisogno di tessuto sempre più produttivo nel nostro Paese! -, tocca i lavoratori, i genitori che si alzano alle 5 del mattino per andare a lavorare, ma tocca anche le corde dei giovani che devono, evidentemente, cercare un futuro. Perché, ci siamo chiesti, queste persone, i lavoratori del nostro Paese - seppur con degli accordi aziendali, certo, ma dopo mi soffermerò sul punto -, non possono diventare parte attiva di un grande progetto? Perché chi contribuisce a tutto questo non deve beneficiarne? E su questa base si è sostanziata la proposta in collaborazione con la CISL. L'articolo 46 della nostra Carta costituzionale, colleghi, per quanto mi riguarda - lo dico personalmente, Ministro - è un capolavoro, perché va ad unire l'elevazione economica e sociale con l'armonia, e va ad armonizzare tutto questo con le esigenze di produzione. In poche righe, noi andiamo, fondamentalmente, a dire due cose: c'è la produzione, ma ci sono anche, chiaramente, le elevazioni economiche e sociali dei nostri lavoratori.
Vedete, chi prima ha citato l'articolo 46, per l'amor di carità, lo citi completamente, perché l'articolo 46 continua rispetto alla collaborazione di tutto questo “nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi”. Questo è il modo e il limite attraverso una proposta, con cui la legge si affaccia a tutto questo.
E allora noi, Ministro, abbiamo raccolto un testimone che ancora non era stato raccolto, un patto in cui l'impresa non è più soltanto un luogo di profitto e di produzione, ma diventa una vera e propria comunità; non solo funziona, ma rende le imprese più solide, più innovative, più sbilanciate verso il futuro, anche alla luce delle nuove tecnologie a cui, evidentemente, oggi dobbiamo dare seguito. È una sorta di connessione morale con tutta la forza lavoro del nostro Paese. Si andrà verso una sorta di partecipazione gestionale, economica, finanziaria, organizzativa e consultiva. E qui devo sfogarmi, sotto questo punto di vista, Ministro: se all'interno di aziende ci fosse stata questo tipo di possibilità, quante volte, attraverso una consultazione preventiva, i lavoratori avrebbero impedito la delocalizzazione di aziende da parte di multinazionali, che spesso hanno sfruttato il nostro tessuto e se ne sono andate nel giro di qualche giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? E in tutto questo, Sottosegretario Durigon, vi è quello di cui, fondamentalmente, abbiamo discusso sino a qualche ora fa, il cuore di tutto, che rappresenta la cosiddetta pluralità sindacale e la ringrazio per aver messo all'ordine del giorno questo punto. La partecipazione non è soltanto di un partito, come la partecipazione non è soltanto di un sindacato, ma dovrebbe essere di tutti i sindacati, proprio per celebrare continuamente la pluralità sindacale.
E poi, Presidente, sono molto contento e stupito di aver ascoltato le parole della collega Guerra, che dice: preserviamo la rappresentanza. Ha ragione la collega Guerra, dovrebbe spiegarlo al collega Mari, quando dice che, invece, la contrattazione, in questo caso, viene completamente decapitata. Ma noi siamo abituati a realizzare i vostri sogni; quanto voi non siete riusciti a fare, noi lo realizziamo.
E poi, Presidente, abbiamo tolto gli alibi: c'era l'alibi, non mi nascondo dietro a un dito, della differenza della contrattazione o della rappresentanza sindacale tra il maggiormente o il proporzionalmente. Ecco, abbiamo tolto l'alibi, ad esempio, del maggiormente. Ma vorrei ricordare, solamente, ai colleghi della sinistra di questo Paese che l'emendamento che metteva loro in difficoltà e in grande imbarazzo non veniva dalla destra, ma veniva, esattamente, dal collega Soumahoro, che è stato eletto con AVS alla Camera dei deputati! Veniva da sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
WALTER RIZZETTO (FDI). Concludo, ricordando che alle rivolte sociali noi preferiamo un'altra cosa. Oltre al fatto che il segretario Landini dovrebbe essere qui ad ascoltare o per lo meno a condividere con noi questo grande risultato, più che la rivolta sociale, al segretario Landini suggerirei il rinnovo dei contratti in sanità e agli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che stanno tenendo fermi, assieme alla UIL! Rinnovate i contratti. Ve lo stanno dicendo, esattamente, coloro con cui colloquiate tutti i giorni. È una proposta ampia, e chiudo Presidente, che va nel substrato e in tutto quello che questo Governo sta facendo, Ministro, in questi due anni. C'è un milione in più di posti di lavoro in 24 mesi nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sono posti di lavoro che potranno accedere a tutto il tema della partecipazione.
Chiudo. Quando sento parlare in quest'Aula, ancora ed ancora una volta degli imprenditori definiti, come oggi è stato fatto, come prenditori, fidatevi dei nostri imprenditori, perché sono quelli che alzano la saracinesca ogni mattina e creano i veri posti di lavoro nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non sono prenditori, ma è gente che si sveglia la mattina e crea posti di lavoro. Come con questo provvedimento, andremo avanti con molti altri. Oggi, sono molto contento, perché, dopo 75 anni, un Governo di centrodestra celebra questo importantissimo e storico passaggio. Voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende. Questo recita l'articolo 46 della nostra Carta costituzionale.
Allora, Presidente, tutto il dibattito che si è manifestato, si è verificato, si è generato, si è animato nel rispetto delle opinioni di ciascuno di noi, attorno al tema delle modalità per far sì che l'elevazione delle lavoratrici e dei lavoratori, in termini economici, possa manifestarsi. E in che modo il tema della collaborazione delle lavoratrici e dei lavoratori nella gestione delle aziende possa verificarsi: questo è il tema. E, inoltre, attraverso quali sistemi, in termini di partecipazione e di rappresentanza.
Allora, nel massimo rispetto anche dell'intervento dell'onorevole Rizzetto, ho l'impressione di aver ascoltato in certi versi, in ciò che, in qualche modo, in francese, viene chiamato “un discours de Babel”. Non si può scindere il tema dell'elevazione economica dal tema della rappresentanza. Non si può scindere il tema…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, concludo. Non si può scindere il tema della rappresentanza dal tema del pluralismo. Presidente, per il suo tramite, l'emendamento sulla rappresentanza lo scrissi nel libro “Umanità in rivolta”, era nel 2019. Non so dov'era il collega Rizzetto, ma io ero lì, nei campi, insieme ai braccianti (Commenti) a porre la necessità del pluralismo sindacale. Cinque secondi e concludo, Presidente. Abbiamo una questione gigantesca che si chiama crisi di autorevolezza della rappresentanza. Come si risolve? Questo è il tema.
PRESIDENTE. In cinque secondi non ce la facciamo.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Riguarda i sindacati. Riguarda la politica. Per questo motivo, rispetto a questo provvedimento, dichiaro il mio voto di astensione.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare, per un rapido ringraziamento, il relatore, l'onorevole Malagola. Ne ha facoltà.
LORENZO MALAGOLA, Relatore per la XI Commissione. Grazie, Presidente. Mi permetta di ringraziare la CISL per il coraggio e la lungimiranza con cui ha dato avvio a questo iter legislativo, ai Presidenti e ai componenti delle Commissioni lavoro e finanze, ai deputati di maggioranza e opposizione, ai rappresentanti di Governo che ci hanno accompagnato nell'esame in Commissione e in Aula e, in particolare, al Ministro Calderone. Ma, su tutti, mi permetterete di ringraziare il Presidente Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) senza la quale questo provvedimento non sarebbe stato possibile. Signor Presidente, un'unica annotazione. Ogni legge ha ugual valore, ma ce ne sono alcune che, dal punto di vista simbolico, hanno veramente…
PRESIDENTE. È una dichiarazione questa, onorevole Malagola, abbia pazienza.
LORENZO MALAGOLA, Relatore per la XI Commissione. Ho finito.
PRESIDENTE. Ha finito, deve ringraziare e lì si deve fermare. Grazie.
(Coordinamento formale - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1573-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1573-A: "Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 143) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 300-1184-1299-1310-1617.
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 347 - D'iniziativa dei senatori: Pirovano ed altri: “Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante «Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti», al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di «viaggi nella memoria» nei campi medesimi” (Approvata dal Senato) (A.C. 792) e delle abbinate proposte di legge: Manzi ed altri; De Palma ed altri (A.C. 777-1495).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 792: “Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante «Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti», al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di «viaggi nella memoria» nei campi medesimi” e delle abbinate proposte di legge nn. 777-1495.
Ricordo che nella seduta del 27 gennaio si è conclusa la discussione generale e il presidente della Commissione e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 792 e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge (Vedi l'allegato A), alla quale è riferita unicamente una condizione della Commissione Bilancio, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. Tale condizione è contenuta nel fascicolo e sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Invito la relatrice, l'onorevole Dalla Chiesa, e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
RITA DALLA CHIESA, Relatrice. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 144).
Avverto che, consistendo la proposta di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma dopo l'esame degli ordini del giorno si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 792 e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/792/1 Piccolotti, espunta la terza premessa e il primo impegno, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a prevedere nel decreto del Ministro dell'Istruzione e del merito di cui al comma 3 del nuovo articolo 2-bis, tra le modalità di utilizzo delle risorse, anche i viaggi nei campi in cui erano internati deportati militari e politici italiani.”
Sull'ordine del giorno n. 9/792/2 Vaccari, espunta la quarta premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a sostenere, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, anche i viaggi della memoria nei luoghi di memoria siti in territorio italiano.”
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. n. 9/792/3 Soumahoro?
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Volevo fare una premessa. Premetto che il Governo condivide le finalità dell'ordine del giorno, che saranno perseguite attraverso l'inserimento di queste tematiche all'interno delle prossime indicazioni nazionali nell'ambito dell'educazione civica. Tenuto conto che lo stesso ordine del giorno non attiene alle finalità della presente legge, e che dunque potrà essere considerato in altra sede, il parere del Governo è di accoglierlo come raccomandazione.
PRESIDENTE. Onorevole Piccolotti, accetta la riformulazione? Accetta. Onorevole Vaccari? Accetta. Onorevole Soumahoro, accetta l'accoglimento come raccomandazione del suo ordine del giorno n. 9/792/3? Si alzi, mi dica, parliamo io e lei e ci capiamo. Il suo ordine del giorno sarebbe accolto come raccomandazione con la motivazione che il Governo le ha comunicato, che si impegna, nel prossimo provvedimento, ad assorbirlo. Quindi lo accetterebbe come raccomandazione. Lei a questa proposta cosa risponde?
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, accettando, eventualmente, come raccomandazione, posso intervenire?
PRESIDENTE. Non può, però può sorridere e noi capiremo che è felice di questo accoglimento come raccomandazione. Lo intendiamo come manifestazione di apprezzamento rispetto alla proposta del Governo. Quindi accetta. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 27 febbraio, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e il voto finale quale unico argomento all'ordine del giorno, in quanto, secondo le medesime intese, gli ulteriori argomenti previsti all'ordine del giorno della seduta odierna sono rinviati ad altra seduta.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta, che devono svolgersi nel silenzio che obbliga tutti noi quando siamo in quest'Aula. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà
ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Morire triturati vivi, con il gas o per asfissia. L'altra sera, sul Colosseo, sono state proiettate le immagini di ciò che accade ai pulcini maschi …
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Prego.
ELEONORA EVI (PD-IDP). Trenta milioni di pulcini maschi fanno questa fine atroce solo perché per l'industria delle uova sono considerati uno scarto. Sì, sono uno scarto di produzione, perché nell'epoca della produzione alimentare industriale intensiva e insostenibile la vita di un essere vivente non ha alcun valore se non ha una funzione precisa nella macchina infernale di produzione. Quindi possono essere eliminati, o meglio uccisi. E questa strage continua anche oggi, nel 2025, nonostante ormai ben 3 anni fa, nel 2022, sia stata adottata una legge per vietare questo orrore.
Ma da allora è tutto fermo perché mancano i decreti attuativi. Il Colosseo illuminato aveva un messaggio chiaro, diretto ai Ministri Lollobrigida, Schillaci e Urso, per rinfrescare loro la memoria, per chiedere di tenere fede agli impegni della legge del 2022 e per porre fine a questa strage, che è assurda e inutile, considerate anche le tecnologie che sono a disposizione oggi per evitarla. Glielo chiediamo noi oggi, lo hanno chiesto altri colleghi, lo chiedono le tante cittadine e i tanti cittadini che continuano a firmare petizioni, appelli e continuano a manifestare e a fare azioni concrete per chiedere, appunto, ai Ministri di agire e di non girarsi dall'altra parte ancora una volta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barabotti, che non è presente in Aula: si intende che abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà. Rinuncia anche lei?
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Assolutamente non rinuncio, perché il tema è serio, serissimo. Purtroppo, ormai, in quest'Aula ogni settimana interveniamo per denunciare una crisi che riguarda lavoratori e lavoratrici che sono abbandonati, sono lasciati soli. In questo caso parliamo di un'azienda, la STMicroelectronics, che peraltro ha ricevuto importanti risorse, con investimenti previsti per 6 miliardi, anche grazie a un intervento dell'Unione europea. Risorse che servirebbero, dovevano servire per una riconversione, tra l'altro legata alla mobilità elettrica, perché questa è un'azienda che sta soffrendo e ha sofferto tantissimo proprio per la crisi dell'automotive.
La sede principale è a Catania, in una multinazionale che riguarda Italia e Francia, dove sono impiegate 5.000 persone. Bene, sono state avviate le procedure per la cassa integrazione per 2.500 persone, che non sono solo numeri, ma sono storie, professionalità, competenze, persone che vivono e hanno vissuto anni in quella realtà, e si tratta della loro dignità, perché il lavoro è la loro dignità. E allora, Presidente, sono molto preoccupata perché la loro lotta è nelle mani di un Ministro che, quando noi abbiamo più volte denunciato queste cose, in faccia ai lavoratori ha riso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora, Presidente, io credo che quando un Ministro ride in faccia, quando Ministro viene qui, come la settimana scorsa nel question time, e non si rende conto di quello che succede fuori, quando un Ministro non va sui territori, ai cancelli - come noi che, oggi, eravamo di nuovo in piazza di fianco a chi, ad esempio nella chimica, sta lamentando il rischio di 20.000 posti di lavoro -, c'è da preoccuparsi.
Ma io non demordo, Presidente. Quindi, intervengo per dire che presenteremo un'interrogazione e che chiediamo oggi, anzi ieri - ma lo ribadisco oggi -, al Ministro di convocare un tavolo di crisi, perché i tavoli di crisi servono non quando l'azienda se ne è già andata ed è già morta, non quando i lavoratori sono stati licenziati, servono prima per gestire le crisi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, Presidente, tramite lei, ribadisco che il MoVimento 5 Stelle sarà anche in questa crisi, purtroppo - dico “anche” perché è l'ennesima -, a fianco di chi la vive sulla sua pelle e non di chi, qui, in Aula, non si rende conto di quello che succede fuori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.
SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se si ricopre la carica di consigliere comunale - e io aggiungo consigliera comunale -, la priorità deve essere quella di partecipare al consiglio comunale e, quindi, di esserci, di essere sempre presente. Poi, nella vita, ti possono capitare cose belle, oppure ti possono capitare delle cose brutte: ad esempio, puoi rimanere incinta, oppure cambiare lavoro, oppure avere una malattia. In quel caso dovresti ripensare le tue priorità e, se fai la consigliera comunale, ti devi dimettere. Di chi sono queste parole incredibili, che sembrano uscite dal Medioevo e che, invece, purtroppo, sono state pronunciate nel 2025 a Treviglio? Sono le parole di una consigliera comunale di Fratelli d'Italia, Silvia Colombo - dico nome e cognome perché ricopre una carica pubblica e ha detto queste parole in un'aula di un consiglio comunale -, rispondendo alla nostra capogruppo Matilde Tura, del Partito Democratico, che aveva, purtroppo per lei - questa è la sua colpa -, proposto una mozione in cui si chiedeva, nei casi di gravidanza a rischio o nei primi mesi di genitorialità - quindi non solo della mamma, perché per noi genitori sono genitori entrambi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) - di poter avere accesso alla partecipazione online alle commissioni e al consiglio, cosa che, peraltro, viene già effettuata in altri comuni d'Italia. Questa è stata la risposta della consigliera di Fratelli d'Italia: dimettiti. Sei incinta? Diventi genitore? Dimettiti, non puoi più ricoprire una carica pubblica.
E, allora, io vorrei in quest'Aula due cose: da un lato, che una donna o un uomo di Fratelli d'Italia prendesse le distanze da queste parole indegne, medioevali, patriarcali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che non si possono sentire e, dall'altro lato, vorrei capire la nostra Presidente del Consiglio o, meglio, come si fa chiamare lei, il nostro Presidente del Consiglio - perché non sia mai declinare al femminile -, donna, madre e cristiana, se davvero non pensa di censurare quello che una consigliera del suo partito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) ha detto a una madre, che chiede semplicemente di dare accesso alla politica a chi sceglie di diventare genitore, in un Paese dove i figli non se ne fanno più. Oppure, forse, qui si sostiene la famiglia solo a parole e solo quando si vuole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per ricordare Giuseppe Salvia. Giuseppe Salvia è stato il vicedirettore del carcere di Poggioreale, ucciso dalla camorra su mandato del boss di camorra Cutolo. Lo ricordo oggi nell'Aula perché, ieri, a Ottaviano, con i figli - che quando lui fu ucciso nel 1981 avevano tre e cinque anni, e uno di loro ha scelto poi di diventare servitore dello Stato -, abbiamo ricordato con rabbia come lui sia sostanzialmente dimenticato. Giuseppe Salvia ha dato la vita per il nostro Paese, per non essersi piegato nel carcere di Poggioreale davanti al boss Cutolo, che viveva nel carcere come se stesse in un grand hotel. A un certo punto, lui obbligò a fare le perquisizioni quando Cutolo entrava e usciva dal carcere e, per questo, fu schiaffeggiato. Poiché non si piegò e chiese, addirittura, il trasferimento di Cutolo ad altro carcere - che non gli fu concesso -, Cutolo mandò dei suoi aguzzini a sparargli all'uscita della tangenziale dell'Arenella.
Oggi Salvia è poco ricordato, eppure, per non piegarsi davanti a un boss sanguinario, ha dato la vita per il nostro Paese. Ancora oggi, però, io voglio ricordare una cosa: che lui era il vicedirettore del carcere di Poggioreale. Il problema è che, a distanza di tanti anni dal suo omicidio, il direttore di allora non ha pagato nulla, non è stato sanzionato in nulla. E anche gli uomini e le donne della Polizia penitenziaria che erano lì dentro e che dovevano sostenere Salvia, perché i camorristi sono nostri nemici, gli uomini delle istituzioni che stavano lì dentro e che isolarono il vicedirettore Salvia, non hanno mai pagato nulla per quello che hanno fatto.
Allora, oggi, dico questo anche a nome della sua famiglia e dei figli, che hanno pagato fin dall'inizio, perché non dimentichiamo mai che, quando hanno ucciso Salvia, non hanno ucciso soltanto lui, hanno ucciso una famiglia, hanno ucciso una moglie, hanno ucciso dei figli che non sono potuti crescere con il padre, se non per un motivo: che oggi, nell'Aula del Parlamento, noi possiamo ricordare a voce alta il nome di un grande servitore dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha fatto bene. Grazie, onorevole Borrelli. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza… sono gli interventi di fine seduta: dovreste sapere che si preannunciano due ore prima della fine. Se, eccezionalmente, mi dice l'argomento, prego.
MADDALENA MORGANTE (FDI). Eccezionalmente, grazie Presidente.
PRESIDENTE. Ma su cosa? Mi deve dire su cosa vuole intervenire.
MADDALENA MORGANTE (FDI). Per prendere le distanze, come gruppo di Fratelli d'Italia, dall'intervento di Silvia Colombo, consigliere comunale di Treviglio.
PRESIDENTE. Su Treviglio? Prego.
MADDALENA MORGANTE (FDI). Grazie, Presidente. Faccio seguito all'intervento della collega Roggiani del Partito Democratico per sottolineare come Fratelli d'Italia abbia già preso le distanze dall'intervento di Silvia Colombo, consigliere comunale del comune di Treviglio, in provincia di Bergamo. Specifico, altresì, che la posizione di Fratelli d'Italia non coincide con quella di Silvia Colombo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Fratelli d'Italia e le politiche portate avanti dal Governo Meloni, da Giorgia Meloni, che, colgo l'occasione per sottolineare ancora una volta, è la prima donna Premier e anche mamma nella storia della nostra Repubblica, sono a favore delle donne, sono a favore della natalità, sono a favore della maternità nel suo alto valore sociale e sono a favore della conciliazione tra la famiglia e il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di marzo 2025, programma dei lavori per i mesi di aprile e maggio 2025. Organizzazione dei tempi di esame degli argomenti iscritti nel calendario.
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei capigruppo, sono stati convenuti il calendario dei lavori per il mese di marzo 2025 e il programma dei lavori per i mesi di aprile e maggio 2025, entrambi pubblicati in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
È altresì pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna l'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario, conclusi in sede referente, nonché delle mozioni presentate.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 27 febbraio 2025 - Ore 9,30:
1. Seguito della discussione della proposta di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):
S. 347 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PIROVANO ed altri: Modifica alla legge 20 luglio 2000, n. 211, recante "Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti", al fine di prevedere un fondo per favorire l'organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di "viaggi nella memoria" nei campi medesimi (Approvata dal Senato).
(C. 792)
e delle abbinate proposte di legge: MANZI ed altri; DE PALMA ed altri. (C. 777-1495)
Relatrice: DALLA CHIESA.
La seduta termina alle 19,40.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: CALOGERO PISANO (A.C. 1573-A e abb.)
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)M-CP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1573-A e abb.). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, non siamo di fronte a un provvedimento banale, né per i contenuti, né per l'iter che lo ha portato oggi al voto di quest'Aula, né per le finalità che porta avanti.
Un provvedimento ispirato a uno dei principi costituzionali cardine della nostra Carta, frutto di una proposta di iniziativa popolare e di un proficuo lavoro delle Commissioni parlamentari.
La proposta di legge oggi esaminata rappresenta infatti l'attuazione dell'articolo 46 della Costituzione, rimasto solo sulla Carta dal 1948 fino ai giorni nostri nonostante i numerosi tentativi di metterlo in pratica, e si inserisce nell'alveo e nel rispetto dei principi e dei vincoli derivanti in materia dall'ordinamento dell'Unione europea e internazionale.
La norma infatti reca disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e agli utili di impresa, disciplinando di fatto quella cooperazione che sta alla base di ogni impresa.
Noi, a differenza di molti colleghi che siedono nei banchi dell'opposizione, siamo sempre stati convinti che l'impresa fosse proprio il luogo in cui capitale e lavoro si incontrano per produrre sviluppo tecnologico, crescita economica e benessere sociale. Non ci ha mai convinto la visione della contrapposizione, dello scontro.
Imprenditori e lavoratori hanno il comune interesse della riuscita dell'impresa, della produttività e della competitività.
Non ha alcun senso una narrazione che contrappone sempre lavoratori e imprenditori.
Certo, la storia industriale, anche nel nostro Paese, ha registrato, e presenta tutt'oggi, casi in cui le relazioni all'interno dell'impresa sono distorte, in cui non sono garantiti i diritti dei lavoratori, anche in termini di sicurezza. Questi casi vanno affrontati, in base alla loro gravità, come tali, deviazioni di un corretto rapporto che deve basarsi sulla cooperazione. Allo stesso tempo è innegabile che senza l'iniziativa imprenditoriale tutto il meccanismo, in cui confluiscono investimenti, visione, sacrifici, lavoro degli imprenditori e lavoro e competenze dei lavoratori, non si avvierebbe.
E questo a nostro avviso comporta che al centro del quadro debba restare la figura dell'imprenditore.
Vorrei citare nella sua interezza l'articolo 46 della Costituzione, per ribadire la lungimiranza dei nostri Padri Costituenti: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.”
Eccola dunque questa legge, una legge che pur trovando le proprie radici nella Carta costituzionale rappresenta una forte innovazione del paradigma industriale.
Se pensiamo solo ai concetti che introduce nell'ordinamento e che rende attuabili per la prima volta: dalla partecipazione gestionale, intendendosi con essa la pluralità di forme di collaborazione dei lavoratori alle scelte strategiche dell'impresa; la partecipazione economica e finanziaria, con riferimento alla possibilità per i lavoratori di prendere parte ai profitti e ai risultati dell'impresa, anche tramite forme di partecipazione al capitale, tra cui l'azionariato; la partecipazione organizzativa, intendendosi per tale il complesso delle modalità di coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni relative alle varie fasi produttive e organizzative della vita dell'impresa; la partecipazione consultiva, che avviene attraverso l'espressione di pareri e proposte sul merito delle decisioni che l'impresa intende assumere.
Si individuano dunque meccanismi di incentivo alla partecipazione attiva dei lavoratori alla gestione delle imprese.
L'obiettivo è quello di incrementare la produttività e la sostenibilità aziendale, definendo un modello di relazioni industriali innovative di cui possa beneficiare innanzitutto l'impresa, che è l'ecosistema alla base di tutto il sistema economico; in particolare nel nostro Paese dove la struttura portante è costituita da migliaia di piccole e medie imprese, organismi vivi, fatti di persone, di progetti, di sacrifici e di tanto lavoro, fianco a fianco, imprenditore e lavoratori.
Quello individuato da questa legge, nelle modificazioni intercorse durante l'esame parlamentare, è un sistema che si confà al modello di impresa italiano e che può rappresentare un'occasione di crescita e maturità.
Andando nello specifico del testo, il provvedimento, per perseguire le finalità illustrate, introduce norme volte a rafforzare la collaborazione fra datore di lavoro e lavoratori, preservando e incrementando i livelli occupazionali e valorizzando il lavoro sul piano economico e sociale.
Si allargano e si consolidano i processi di democrazia economica e sostenibilità delle imprese.
In relazione alla partecipazione gestionale dei lavoratori, si traduce nella collaborazione dei lavoratori alle scelte strategiche dell'impresa, prevedendo per le imprese che hanno adottato il sistema dualistico, ovvero il consiglio di gestione affiancato dal consiglio di sorveglianza, che gli statuti possano prevedere, qualora sia disciplinato dai contratti collettivi, la partecipazione di rappresentanti dei lavoratori dipendenti nel solo consiglio di sorveglianza, individuato sulla base delle procedure previste dai contratti collettivi. Tra i membri del consiglio di sorveglianza può essere prevista la presenza di almeno un rappresentante dei lavoratori che aderiscono ai piani di partecipazione finanziaria. Per le società che, invece, adottano il cosiddetto sistema tradizionale, si stabilisce che gli statuti possono prevedere, sempre qualora sia previsto dai contratti collettivi, la partecipazione al consiglio di amministrazione, oppure al comitato per il controllo sulla gestione, di uno o più amministratori rappresentanti gli interessi dei lavoratori dipendenti.
Dal punto di vista fiscale, nell'ambito delle forme di partecipazione economica e finanziaria dei lavoratori e, in particolare, in tema di distribuzione degli utili, si riduce per l'anno in corso, in deroga alla normativa vigente, dal 10 al 5 per cento, entro il limite di importo complessivo di 5.000 euro lordi, l'aliquota dell'imposta sostitutiva dell'Irpef e delle relative addizionali regionali e comunali concernenti le somme derivanti dalla distribuzione ai lavoratori dipendenti di una quota di utili di impresa, non inferiore al 10 per cento degli utili complessivi, se erogate in esecuzione di contratti collettivi aziendali o territoriali.
Ciò costituisce, assieme ad altre norme previste nel testo, una forma sostanziale di incentivazione fiscale all'introduzione di forme di partecipazione all'interno dell'impresa.
Questo è un passaggio molto importante, perché vuol dire rafforzare il vantaggio per l'impresa all'adozione di forme di partecipazione che non restano dunque solo un'opzione remota.
Inoltre, si consente che nelle aziende possano essere previsti piani di partecipazione finanziaria dei lavoratori dipendenti attraverso strumenti di partecipazione dei lavoratori al capitale della società, nonché l'attribuzione di azioni in sostituzione di premi di risultato.
La disposizione prevede, per il solo anno d'imposta 2025, l'esenzione dalle imposte sui redditi dei dividendi corrisposti ai lavoratori e derivanti dalle azioni attribuite in sostituzione dei premi di risultato, per un importo non superiore ai 1.500 euro, nella misura pari al 50 per cento del loro ammontare.
Vi è poi la forma più vincolante di partecipazione, la partecipazione organizzativa, che prevede la possibilità per le aziende di promuovere l'istituzione di Commissioni paritetiche con la finalità di predisporre proposte di piani di miglioramento e di innovazione dei prodotti, dei processi produttivi, dei servizi e l'organizzazione del lavoro. È dunque vincolante per l'impresa, perché, in questa fattispecie, l'impresa si impegna a decidere, insieme ai lavoratori, le innovazioni dal punto di vista organizzativo che interessano l'impresa. Non si tratta dunque solo di rappresentare gli interessi dei lavoratori nelle diverse fasi aziendali, ma di condividere la progettualità dell'impresa stessa, gli obiettivi e i cambi di rotta, le scelte in termini di posizionamento e di strategie complessive. È sicuramente la forma più sfidante per il sistema imprenditoriale attuale.
Al contempo, si introduce anche un altro istituto, quello della partecipazione consultiva, che rappresenta una modalità di partecipazione meno stretta, ma comunque rispettosa dei ruoli e delle prerogative. Essa infatti prevede la possibilità per le rappresentanze sindacali unitarie, per le rappresentanze sindacali aziendali o, in mancanza, per i rappresentanti dei lavoratori e le strutture territoriali degli enti bilaterali di settore, di essere informati e preventivamente consultati in merito alle scelte aziendali.
In questo senso, l'azienda, con la partecipazione consultiva, compie il primo passo di una forma partecipativa, aprendo un dialogo non solo di informazione, ma anche di consultazione con i lavoratori per scelte strategiche che riguardano i destini dell'impresa.
Affinché questi meccanismi di partecipazione funzionino e i rappresentanti dei lavoratori siano messi nelle condizioni davvero di condividere scelte, informazioni e decisioni, è previsto un percorso formativo non inferiore alle dieci ore annue, finalizzato a sviluppare conoscenze e competenze tecniche specialistiche, nonché trasversali. Le competenze, in generale, sono i primi strumenti operativi, anche quando parliamo di organizzazione come in questo caso. Ed è quasi simbolico come rappresentino una chiave di accesso alle decisioni, alla possibilità di definire le strategie e gli obiettivi.
Non ci stancheremo mai di sottolineare l'importanza della formazione, sia prima dell'inserimento nel mondo del lavoro e a maggior ragione all'interno delle aziende. Investire in formazione vuol dire investire nel fattore di produzione principale, il capitale umano, rendendolo non solo leva di produttività ma anche di innovazione e benessere aziendale.
L'ultimo Capo del provvedimento prevede l'istituzione, presso il CNEL, della Commissione nazionale permanente per la partecipazione dei lavoratori con funzioni interpretative e di indirizzo sull'attuazione della partecipazione dei lavoratori alle aziende, proponendo, altresì, agli organismi paritetici eventuali misure correttive in caso di violazione di norme procedurali relative alla partecipazione dei lavoratori.
La Commissione permanente presso il CNEL non dovrà limitarsi solo a compiti di monitoraggio, ma ha anche il compito e l'onere di dare indicazioni alle Commissioni paritetiche rispetto a violazioni di accordi a cui sono addivenute le parti sociali.
Per quanto riguarda la copertura finanziaria ci tengo a sollevare come sia stata aumentata rispetto a quella proposta dal testo di iniziativa popolare della CISL, dimostrando quanto questa maggioranza creda nel provvedimento e nell'introduzione di un modello innovativo di relazioni industriali.
E con questo rilievo mi auguro anche che la legge trovi il più largo consenso possibile nell'emiciclo, perché rappresenta un passaggio importante di crescita per il nostro tessuto imprenditoriale.
Credo fermamente che un provvedimento espressione della volontà popolare, che mette in pratica un principio costituzionale che era rimasto inattuato per tutti questi anni, e che è stato oggetto di un esame parlamentare così approfondito, possa contribuire a un salto di qualità rafforzando il nostro sistema imprenditoriale.
È un imperativo che ci viene dettato anche dallo scenario internazionale, dalle sfide enormi della doppia transizione e dalla necessità di competere con colossi globali, basati, da un lato, sul modello degli hedge fund, dall'altro, su quello della programmazione di Stato.
Abbiamo il dovere di introdurre strumenti innovativi che le imprese possano adottare per affrontare le grandi trasformazioni in atto, superare stereotipi e ostacoli a una visione organica e lungimirante del futuro.
È una prova di maturità e resilienza del sistema. Pertanto dichiaro il voto favorevole di Noi Moderati.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 5 il deputato Gnassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 11 la deputata Di Biase ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 11 il deputato D'Alessio ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 13 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 16 i deputati Amich e L'Abbate hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 20 le deputate Longi e Andreuzza hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 25 il deputato Malagola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 32 la deputata Kelany ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 32 il deputato Davide Bergamini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 44 e 66 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 48 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 48 la deputata De Micheli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nelle votazioni nn. 50, 122 e 134 il deputato De Corato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 52 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 53 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 53 il deputato D'Alfonso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 60, 67, 80, 82 e 83 la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni dalla n. 61 alla n. 66, dalla n. 68 alla n. 79, e nelle votazioni n. 81 e dalla n. 84 alla n. 97, la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 62 la deputata Boldrini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 66 il deputato Donno ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nelle votazioni dalla n. 69 alla n. 72 e n. 110 il deputato Pandolfo ha segnalato non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 74 la deputata Matera ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 75 le deputate L'Abbate e Ferrari hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 77 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 78 il deputato Fede ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 81 la deputata Kelany ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 81 il deputato Pandolfo ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 83 il deputato Fede ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 84 la deputata Lucaselli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 94 il deputato Amato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 104 la deputata Andreuzza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 105 la deputata Matera ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 119 la deputata Mantovani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 120 la deputata Bordonali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 121 la deputata Ferrari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 126 e 127 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 139 il deputato Amorese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Predisposto ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento
(Conferenza dei presidenti di gruppo del 26 febbraio 2025)
Lunedì 3 marzo (ore 14,30) |
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2240 - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (approvato dal Senato) Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2026 - Disposizioni in materia di economia dello spazio (collegato alla manovra di finanza pubblica) |
Martedì 4 marzo (ore 11) |
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni |
Martedì 4 (ore 14-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 5 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 6 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 7 marzo) |
Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2240 - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (approvato dal Senato) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 153-202-844-1104-1128-1395-A/R - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2026 - Disposizioni in materia di economia dello spazio (collegato alla manovra di finanza pubblica) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 805 e abbinata - Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo Seguito dell'esame della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390 concernente iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese |
Mercoledì 5 marzo (ore 15) |
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata |
Venerdì 7 marzo (ore 9,30) |
Svolgimento di interpellanze urgenti |
Lunedì 10 marzo (a.m. e p.m.) |
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2142 - Misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 (approvato dal Senato) Discussione generale delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00293 e Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297 concernenti iniziative a tutela dell'ambiente e della salute in relazione alle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) Discussione sulle linee generali della mozione Faraone ed altri n. 1-00401 concernente iniziative volte a reintrodurre il cosiddetto «Bonus Renzi», al fine di sostenere il potere d'acquisto delle fasce più deboli della popolazione Discussione sulle linee generali del disegno di legge di ratifica n. 2189 - Convenzione che istituisce l'Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021 (approvato dal Senato) |
Martedì 11 marzo (ore 11) |
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni |
Martedì 11 (ore 14-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 12 (al termine dell'esame della Relazione della Giunta delle elezioni - ore 13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 13 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 14 marzo) |
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2084 - Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (approvata dal Senato) (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità e della questione pregiudiziale di merito presentate) Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2142 - Misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 (approvato dal Senato) Seguito dell'esame della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1305 - Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria (approvata dal Senato) Seguito dell'esame delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00293 e Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297 concernenti iniziative a tutela dell'ambiente e della salute in relazione alle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) Seguito dell'esame della mozione Faraone ed altri n. 1-00401 concernente iniziative volte a reintrodurre il cosiddetto «Bonus Renzi», al fine di sostenere il potere d'acquisto delle fasce più deboli della popolazione Seguito dell'esame del disegno di legge di ratifica n. 2189 - Convenzione che istituisce l'Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021 (approvato dal Senato) |
Mercoledì 12 marzo (ore 9,30) |
Esame della Relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata della deputata Anna Laura Orrico per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria (Doc. III, n. 1) |
Mercoledì 12 marzo (ore 15) |
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata |
Venerdì 14 marzo (ore 9,30) |
Svolgimento di interpellanze urgenti |
Lunedì 17 marzo (a.m. e p.m.) |
Discussione delle linee generali del disegno di legge S. 1359 - Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2025, n. 3, recante misure urgenti per assicurare la continuità produttiva ed occupazionale degli impianti ex ILVA (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 25 marzo 2025) Discussione sulle linee generali della mozione relativa al monitoraggio e allo stato di attuazione del PNRR (in corso di presentazione) Discussione delle linee generali del disegno di legge n. 1730 - Modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento (approvato dal Senato) |
Martedì 18 marzo (ore 11) |
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni |
Martedì 18 (ore 14-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 19 (ore 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 20 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 21 marzo) |
Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1359 - Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2025, n. 3, recante misure urgenti per assicurare la continuità produttiva ed occupazionale degli impianti ex ILVA (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 25 marzo 2025) Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi Seguito dell'esame della mozione relativa al monitoraggio e allo stato di attuazione del PNRR (in corso di presentazione) Seguito dell'esame delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00228 e Berruto ed altri n. 1-00393 concernenti iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1730 - Modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento (approvato dal Senato) |
Mercoledì 19 marzo (ore 9,30) |
Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2025 |
Mercoledì 19 marzo (ore 15) |
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata |
Venerdì 21 marzo (ore 9,30) |
Svolgimento di interpellanze urgenti |
Lunedì 24 marzo (a.m. e p.m., con eventuale prosecuzione notturna) |
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2139 - Misure in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (approvato dal Senato) Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1621 e abbinata - Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, al codice della giustizia contabile, di cui all'allegato 1 al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, e altre disposizioni in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1562 - Disposizioni concernenti la programmazione dell'edilizia residenziale pubblica, le agevolazioni fiscali per interventi di recupero del patrimonio edilizio residenziale pubblico e sociale nonché il sostegno dell'accesso alla locazione di immobili abitativi e del pagamento dei canoni di locazione Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2149 e abbinate - Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria (approvata, in un testo unificato, dal Senato) Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1806 e abbinata - Modifiche all'articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne (approvata dal Senato) Discussione sulle linee generali della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Richetti, Faraone, Magi ed altri n. 1-00402 concernente iniziative in materia di applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, cosiddetto European media freedom act,con particolare riguardo alla governance della Rai |
Martedì 25 marzo (ore 11) |
Svolgimento di interpellanze e interrogazioni |
Martedì 25 (ore 14-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 26 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 27 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 28 marzo) |
Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2139 - Misure in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (approvato dal Senato) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1621 e abbinata - Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, al codice della giustizia contabile, di cui all'allegato 1 al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, e altre disposizioni in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1562 - Disposizioni concernenti la programmazione dell'edilizia residenziale pubblica, le agevolazioni fiscali per interventi di recupero del patrimonio edilizio residenziale pubblico e sociale nonché il sostegno dell'accesso alla locazione di immobili abitativi e del pagamento dei canoni di locazione Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2149 e abbinate - Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria (approvata, in un testo unificato, dal Senato) Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1806 e abbinata - Modifiche all'articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne (approvata dal Senato) Seguito dell'esame della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Richetti, Faraone, Magi ed altri n. 1-00402 concernente iniziative in materia di applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, cosiddetto European media freedom act,con particolare riguardo alla governance della Rai |
Mercoledì 26 marzo (ore 15) |
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata |
Venerdì 28 marzo (ore 9,30) |
Svolgimento di interpellanze urgenti |
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni. |
Ddl n. 2240 - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria
Tempo complessivo: 14 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito dell'esame | |
Relatore | 10 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 22 minuti |
53 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore e 58 minuti | 3 ore e 47 minuti |
Fratelli d'Italia | 43 minuti | 35 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 46 minuti | 42 minuti |
Lega – Salvini premier | 37 minuti | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 41 minuti | 32 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 35 minuti | 21 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 32 minuti | 16 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 32 minuti | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 31 minuti | 12 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 30 minuti | 15 minuti |
Misto: | 31 minuti | 13 minuti |
Minoranze Linguistiche | 18 minuti | 7 minuti |
+Europa | 13 minuti | 6 minuti |
Pdl n. 153-202-844-1104-1128-1395 - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche
Seguito dell'esame: 6 ore
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti |
Interventi a titolo personale |
53 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 47 minuti |
Fratelli d'Italia | 44 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 31 minuti |
Lega - Salvini Premier | 30 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 26 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 25 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 15 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 15 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 14 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 14 minuti |
Misto: | 13 minuti |
Minoranze Linguistiche | 7 minuti |
+Europa | 6 minuti |
Pdl n. 805 e abb. - Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo
Seguito dell'esame: 5 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale |
46 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 14 minuti |
Fratelli d'Italia | 37 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 26 minuti |
Lega – Salvini premier | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 22 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 22 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 13 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 13 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 13 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 12 minuti |
Misto: | 11 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 5 minuti |
Mozioni n. 1-00390 e abb. – Iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 18 febbraio 2025.
Mozioni n. 1-00293 e abb. – Iniziative a tutela dell'ambiente e della salute in relazione alle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas)
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.
Mozioni n. 1-00401 – Iniziative volte a reintrodurre il cosiddetto «Bonus Renzi», al fine di sostenere il potere d'acquisto delle fasce più deboli della popolazione
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Ddl di ratifica n. 2189
Tempo complessivo: 2 ore.
Relatore | 5 minuti |
Governo | 5 minuti |
Richiami al regolamento | 5 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale |
19 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 1 ora e 21 minuti |
Fratelli d'Italia | 12 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 15 minuti |
Lega – Salvini premier | 9 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 12 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 7 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 6 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 6 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 4 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 5 minuti |
Misto: | 5 minuti |
Minoranze Linguistiche | 3 minuti |
+Europa | 2 minuti |
Pdl n. 2084 - Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione
Seguito dell'esame: 8 ore e 30 minuti.
Relatori |
40 minuti (complessivamente) |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora e 12 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore e 38 minuti |
Fratelli d'Italia | 56 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 49 minuti |
Lega – Salvini premier | 38 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 42 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 31 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 28 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 18 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 27 minuti |
Misto: | 21 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 12 minuti |
Mozione n. 1-00396 - Presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 8 ore e 30 minuti (*).
Governo | 20 minuti |
Richiami al Regolamento | 15 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale |
1 ora e 17 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore e 38 minuti |
Fratelli d'Italia | 40 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 37 minuti |
Lega – Salvini premier | 36 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 35 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 35 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 31 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 31 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 31 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 31 minuti |
Misto: | 31 minuti |
Minoranze Linguistiche | 18 minuti |
+Europa | 13 minuti |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 25 febbraio 2025.
Pdl n. 1305 - Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria
Seguito dell'esame: 5 ore.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
45 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 3 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 37 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 26 minuti |
Lega – Salvini premier | 25 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 22 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 21 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 12 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 12 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 12 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 12 minuti |
Misto: | 11 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 5 minuti |
Doc. III, n. 1 – Relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata della deputata Anna Laura Orrico
Tempo complessivo: 4 ore (*).
Relatore | 10 minuti |
Richiami al Regolamento | 5 minuti |
Tempi tecnici | 5 minuti |
Interventi a titolo personale | 42 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 2 ore e 58 minuti |
Fratelli d'Italia | 36 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 24 minuti |
Lega – Salvini premier | 24 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 20 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 20 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 11 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 11 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 11 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 11 minuti |
Misto: | 10 minuti |
Minoranze Linguistiche | 6 minuti |
+Europa | 4 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato.
Mozione n. 1-00228 - Iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 27 gennaio 2025.
Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2025
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 4 ore e 15 minuti.
Governo | 30 minuti | |
Tempi tecnici | 5 minuti | |
Interventi a titolo personale | 5 minuti | |
Gruppi |
1 ora e 55 minuti (discussione) |
1 ora e 40 minuti (dichiarazioni di voto) |
Fratelli d'Italia | 23 minuti | 10 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 16 minuti | 10 minuti |
Lega – Salvini premier | 15 minuti | 10 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 13 minuti | 10 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 13 minuti | 10 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 7 minuti | 10 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 7 minuti | 10 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 7 minuti | 10 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 7 minuti | 10 minuti |
Misto: | 7 minuti | 10 minuti |
Minoranze Linguistiche | 4 minuti | 6 minuti |
+Europa | 3 minuti | 4 minuti |
Pdl n. 1806 e abb. - Modifiche all'articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne
Tempo complessivo: 14 ore, di cui:
Discussione generale | Seguito dell'esame | |
Relatore | 10 minuti | 20 minuti |
Governo | 20 minuti | 20 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti | 10 minuti |
Tempi tecnici | 30 minuti | |
Interventi a titolo personale | 1 ora e 22 minuti |
53 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 5 ore e 58 minuti | 3 ore e 47 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti | 43 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 41 minuti | 31 minuti |
Lega – Salvini premier | 40 minuti | 30 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 37 minuti | 26 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE | 37 minuti | 25 minuti |
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe | 31 minuti | 15 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 31 minuti | 15 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare | 31 minuti | 15 minuti |
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe | 31 minuti | 14 minuti |
Misto: | 31 minuti | 13 minuti |
Minoranze Linguistiche | 18 minuti | 7 minuti |
+Europa | 13 minuti | 6 minuti |
Mozioni n. 1-00402 – iniziative in materia di applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, cosiddetto European media freedom act , con particolare riguardo alla governance della Rai
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).
Governo | 25 minuti |
Richiami al regolamento | 10 minuti |
Tempi tecnici | 15 minuti |
Interventi a titolo personale |
1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 4 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 48 minuti |
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista | 35 minuti |
Lega - Salvini Premier | 33 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 28 minuti |
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE | 28 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 16 minuti |
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe | 16 minuti |
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare | 16 minuti |
Italia Viva-il Centro-Renew Europe | 15 minuti |
Misto: | 15 minuti |
Minoranze Linguistiche | 9 minuti |
+Europa | 6 minuti |
(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.
Predisposto ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento
(Conferenza dei presidenti di gruppo del 26 febbraio 2025)Disegno di legge n. 2240 - Modifiche alla legge 5 marzo 2024, n. 21, per l'aggiornamento della delega ivi prevista e per il conferimento della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998, nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria (approvato dal Senato)
Disegno di legge n. 2026 - Disposizioni in materia di economia dello spazio (collegato alla manovra di finanza pubblica)
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 153-202-844-1104-1128-1395-A/R - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 805 e abbinata - Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo
Seguito dell'esame delle mozioni Cappelletti ed altri n. 1-00390, Peluffo ed altri n. 1-00398 e Bonelli ed altri n. 1-00399 concernenti iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese
Disegno di legge n. 2142 - Misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 (approvato dal Senato)
Mozioni Zanella ed altri n. 1-00293 e Ilaria Fontana ed altri n. 1-00297 concernenti iniziative a tutela dell'ambiente e della salute in relazione alle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas)
Mozione Faraone ed altri n. 1-00401 concernente iniziative volte a reintrodurre il cosiddetto «Bonus Renzi», al fine di sostenere il potere d'acquisto delle fasce più deboli della popolazione
Disegno di legge di ratifica n. 2189 - Convenzione che istituisce l'Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021 (approvato dal Senato)
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2084 - Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (approvata dal Senato) (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità e della questione pregiudiziale di merito presentate)
Seguito dell'esame della mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Faraone, Magi ed altri n. 1-00396 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1305 - Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria (approvata dal Senato)
Relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata della deputata Anna Laura Orrico per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria (Doc. III, n. 1)
Disegno di legge S. 1359 - Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2025, n. 3, recante misure urgenti per assicurare la continuità produttiva ed occupazionale degli impianti ex ILVA (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 25 marzo 2025)
Mozione relativa al monitoraggio e allo stato di attuazione del PNRR (in corso di presentazione)
Disegno di legge n. 1730 - Modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento (approvato dal Senato)
Seguito dell'esame delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00228 e Berruto ed altri n. 1-00393 concernenti iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria
Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2025
Disegno di legge n. 2139 - Misure in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (approvato dal Senato)
Proposta di legge n. 1621 e abbinata - Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, al codice della giustizia contabile, di cui all'allegato 1 al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, e altre disposizioni in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale
Proposta di legge n. 1562 - Disposizioni concernenti la programmazione dell'edilizia residenziale pubblica, le agevolazioni fiscali per interventi di recupero del patrimonio edilizio residenziale pubblico e sociale nonché il sostegno dell'accesso alla locazione di immobili abitativi e del pagamento dei canoni di locazione
Proposta di legge n. 2149 e abbinate - Delega al Governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria (approvata, in un testo unificato, dal Senato)
Proposta di legge n. 1806 e abbinata - Modifiche all'articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne (approvata dal Senato)
Mozione Braga, Riccardo Ricciardi, Zanella, Richetti, Faraone, Magi ed altri n. 1-00402 concernente iniziative in materia di applicazione del regolamento europeo che istituisce un quadro comune per i servizi di media, cosiddetto European media freedom act, con particolare riguardo alla governance della Rai
Relazione delle Commissioni riunite III (affari esteri e comunitari) e IV (difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2025 (Doc. XXV, n. 3) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace di stabilizzazione, riferita all'anno 2024, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2025 (Doc. XXVI, n. 3)
Disegno di legge n. 2126 e abbinate - Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (approvato dal Senato)
Seguito dell'esame della mozione Boldrini ed altri n. 1-00223 concernente iniziative volte al riconoscimento del genocidio del popolo yazida
Disegno di legge n. 1258 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2024
Proposta di legge n. 1298 - Disposizioni concernenti il finanziamento, l'organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all'assistenza sanitaria complementare
Proposta di legge n. 997 e abbinate - Disposizioni in materia di turismo accessibile e di partecipazione delle persone disabili alle attività culturali, turistiche e ricreative
Mozione Bonafè ed altri n. 1-00403 concernente iniziative volte a fronteggiare la crisi del settore della moda
Disegno di legge n. 1716 - Delega al Governo per il riordino delle funzioni e dell'ordinamento della polizia locale
Proposta di legge n. 981 - Modifica all'articolo 56-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, concernente la riapertura dei termini per la richiesta di acquisizione di immobili dello Stato da parte degli enti territoriali
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2067 e abbinate - Disposizioni per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell'orario di lavoro
Proposta di legge n. 741 e abbinata - Disposizioni per la prevenzione e la cura dell'obesità
Proposta di legge n. 182 - Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da Stati esteri o da enti o istituzioni culturali straniere, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico
Proposta di legge n. 1311 - Disposizioni per il sostegno delle attività educative e ricreative non formali
Proposta di legge n. 218 e abbinate - Interventi per la prevenzione e la lotta contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), il papilloma virus umano (HPV) e le infezioni e malattie a trasmissione sessuale
Proposta di legge n. 441-1657-1694 - Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari
Proposta di legge n. 1074 - Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'incolumità fisica del soggetto interessato
Proposta di legge n. 1091-1240 - Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente
Proposta di legge n. 1367 - Disposizioni per il sostegno del diritto allo studio e per la prevenzione della dispersione scolastica
Disegno di legge S. 1146 - Disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale
Mozione in materia di pianificazione infrastrutturale (in corso di presentazione)
Proposta di legge n. 1254 e abbinata - Riduzione dei termini per la liquidazione del trattamento di fine servizio dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche e rivalutazione dei limiti di importo per l'erogazione rateale del medesimo trattamento
Proposta di legge costituzionale n. 1354 e disegno di legge costituzionale n. 1921 - Modifiche alla parte seconda della Costituzione per l'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l'abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica (approvato, in prima deliberazione, dal Senato)
Mozione Vietri ed altri n. 1-00264 concernente iniziative per il contrasto alle sostanze stupefacenti e alle droghe di origine sintetica di nuova diffusione
Proposta di legge n. 2019 - Modifiche alla legge 30 dicembre 2010, n. 240, e al decreto legislativo 27 gennaio 2012, n. 19, in materia di esclusione del fine di lucro dalla natura giuridica delle università e di accreditamento delle università telematiche
Proposta di legge n. 1521 - Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e altre disposizioni concernenti la valorizzazione sussidiaria dei beni culturali e l'istituzione del circuito “Italia in scena”
Proposta di legge n. 165 - Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina
Disegno di legge n. 1866 - Disposizioni in materia di tutela dei minori in affidamento
Proposta di legge n. 1693 - Modifica dell'articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso
Proposta di legge n. 1928 e abbinate - Delega al Governo in materia di organizzazione, potenziamento e sviluppo tecnologico dei centri di elaborazione dati
Proposta di legge costituzionale n. 312 - Modifiche all'articolo 117 della Costituzione, concernenti l'attribuzione allo Stato della competenza legislativa esclusiva in materia di tutela della salute
Proposta di legge n. 1301 - Modifiche al codice di procedura civile in materia di protezione dei diritti del consumatore nel procedimento di ingiunzione
Proposta di legge n. 329 - Disciplina dell'ippicoltura
Proposta di legge n. 1794 - Istituzione dell'Albo nazionale delle imprese agromeccaniche e disciplina dell'esercizio dell'attività professionale di agromeccanico
Proposta di legge costituzionale n. 514 e abbinate - Modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della Città di Roma, capitale della Repubblica
Proposta di legge n. 1049 - Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming)
Mozione Ravetto ed altri n. 1-00397 concernente iniziative volte a prevenire e contrastare la violenza sulle donne
Proposta di legge n. 69 - Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, per la promozione del regolare soggiorno e dell'inclusione sociale e lavorativa dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea
Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | PDL 1573-A E ABB - EM 1.5 | 279 | 225 | 54 | 113 | 72 | 153 | 72 | Resp. |
2 | Nominale | EM 1.1000 | 275 | 275 | 0 | 138 | 107 | 168 | 71 | Resp. |
3 | Nominale | EM 1.1001 | 279 | 278 | 1 | 140 | 107 | 171 | 69 | Resp. |
4 | Nominale | EM 1.1003 | 283 | 281 | 2 | 141 | 108 | 173 | 69 | Resp. |
5 | Nominale | EM 1.11 | 280 | 277 | 3 | 139 | 122 | 155 | 69 | Resp. |
6 | Nominale | EM 1.9 | 282 | 242 | 40 | 122 | 88 | 154 | 69 | Resp. |
7 | Nominale | EM 1.1002 | 282 | 266 | 16 | 134 | 108 | 158 | 69 | Resp. |
8 | Nominale | ARTICOLO 1 | 281 | 182 | 99 | 92 | 171 | 11 | 69 | Appr. |
9 | Nominale | EM 2.7 | 286 | 231 | 55 | 116 | 71 | 160 | 69 | Resp. |
10 | Nominale | EM 2.1005 | 285 | 257 | 28 | 129 | 99 | 158 | 69 | Resp. |
11 | Nominale | EM 2.1007 | 281 | 216 | 65 | 109 | 49 | 167 | 69 | Resp. |
12 | Nominale | EM 2.5 | 279 | 166 | 113 | 84 | 12 | 154 | 69 | Resp. |
13 | Nominale | EM 2.1003 | 276 | 255 | 21 | 128 | 103 | 152 | 69 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | EM 2.1000, 2.1008 | 278 | 274 | 4 | 138 | 124 | 150 | 68 | Resp. |
15 | Nominale | EM 2.1004 | 278 | 257 | 21 | 129 | 108 | 149 | 68 | Resp. |
16 | Nominale | EM 2.1001, 2.1002, 2.1009 | 268 | 267 | 1 | 134 | 258 | 9 | 68 | Appr. |
17 | Nominale | EM 2.1006 | 268 | 266 | 2 | 134 | 120 | 146 | 68 | Resp. |
18 | Nominale | ARTICOLO 2 | 266 | 172 | 94 | 87 | 161 | 11 | 68 | Appr. |
19 | Nominale | ART AGG 2.01 | 271 | 236 | 35 | 119 | 85 | 151 | 68 | Resp. |
20 | Nominale | EM 3.8 | 267 | 257 | 10 | 129 | 110 | 147 | 67 | Resp. |
21 | Nominale | EM 3.9 | 272 | 259 | 13 | 130 | 112 | 147 | 67 | Resp. |
22 | Nominale | EM 3.1001, 3.1010 | 272 | 260 | 12 | 131 | 111 | 149 | 67 | Resp. |
23 | Nominale | EM 3.1006 | 273 | 264 | 9 | 133 | 98 | 166 | 67 | Resp. |
24 | Nominale | EM 3.1007 | 273 | 272 | 1 | 137 | 119 | 153 | 67 | Resp. |
25 | Nominale | EM 3.1000 | 273 | 262 | 11 | 132 | 52 | 210 | 67 | Resp. |
26 | Nominale | EM 3.1004 | 272 | 263 | 9 | 132 | 112 | 151 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | EM 3.1003 | 267 | 266 | 1 | 134 | 119 | 147 | 67 | Resp. |
28 | Nominale | EM 3.101 | 277 | 275 | 2 | 138 | 124 | 151 | 67 | Resp. |
29 | Nominale | EM 3.1002, 3.1005 | 278 | 276 | 2 | 139 | 125 | 151 | 67 | Resp. |
30 | Nominale | EM 3.4 | 260 | 256 | 4 | 129 | 119 | 137 | 67 | Resp. |
31 | Nominale | EM 3.1008 | 278 | 276 | 2 | 139 | 109 | 167 | 67 | Resp. |
32 | Nominale | EM 3.1009 | 273 | 203 | 70 | 102 | 54 | 149 | 67 | Resp. |
33 | Nominale | ARTICOLO 3 | 269 | 269 | 0 | 135 | 166 | 103 | 67 | Appr. |
34 | Nominale | EM 4.3 | 268 | 234 | 34 | 118 | 10 | 224 | 67 | Resp. |
35 | Nominale | EM 4.1004 | 267 | 207 | 60 | 104 | 43 | 164 | 67 | Resp. |
36 | Nominale | EM 4.1000 | 272 | 268 | 4 | 135 | 117 | 151 | 67 | Resp. |
37 | Nominale | EM 4.101 | 269 | 266 | 3 | 134 | 118 | 148 | 67 | Resp. |
38 | Nominale | EM 4.1001 | 269 | 266 | 3 | 134 | 118 | 148 | 67 | Resp. |
39 | Nominale | EM 4.4 | 272 | 268 | 4 | 135 | 118 | 150 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | EM 4.1003 | 276 | 203 | 73 | 102 | 52 | 151 | 67 | Resp. |
41 | Nominale | EM 4.1005 | 273 | 269 | 4 | 135 | 49 | 220 | 67 | Resp. |
42 | Nominale | EM 4.1002 | 272 | 267 | 5 | 134 | 118 | 149 | 67 | Resp. |
43 | Nominale | EM 4.5 RIF | 275 | 275 | 0 | 138 | 275 | 0 | 67 | Appr. |
44 | Nominale | ARTICOLO 4 | 272 | 211 | 61 | 106 | 164 | 47 | 67 | Appr. |
45 | Nominale | ART AGG 4.01000 | 272 | 259 | 13 | 130 | 114 | 145 | 67 | Resp. |
46 | Nominale | ART AGG 4.01001, 4.01003 | 272 | 258 | 14 | 130 | 112 | 146 | 67 | Resp. |
47 | Nominale | EM 4.01002 | 266 | 261 | 5 | 131 | 117 | 144 | 67 | Resp. |
48 | Nominale | EM 5.103 | 274 | 180 | 94 | 91 | 12 | 168 | 67 | Resp. |
49 | Nominale | EM 5.500 | 276 | 214 | 62 | 108 | 213 | 1 | 67 | Appr. |
50 | Nominale | EM 5.1003 | 273 | 209 | 64 | 105 | 54 | 155 | 67 | Resp. |
51 | Nominale | EM 5.1002 | 271 | 206 | 65 | 104 | 60 | 146 | 67 | Resp. |
52 | Nominale | EM 5.4 | 272 | 268 | 4 | 135 | 116 | 152 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | EM 5.5 | 270 | 266 | 4 | 134 | 118 | 148 | 67 | Resp. |
54 | Nominale | EM 5.1004 | 275 | 271 | 4 | 136 | 122 | 149 | 67 | Resp. |
55 | Nominale | ARTICOLO 5 | 257 | 165 | 92 | 83 | 155 | 10 | 67 | Appr. |
56 | Nominale | ART AGG 5.01000 | 263 | 202 | 61 | 102 | 54 | 148 | 67 | Resp. |
57 | Nominale | EM 6.101 | 267 | 252 | 15 | 127 | 107 | 145 | 67 | Resp. |
58 | Nominale | EM 6.1001 | 262 | 248 | 14 | 125 | 105 | 143 | 67 | Resp. |
59 | Nominale | EM 6.1000 | 267 | 255 | 12 | 128 | 110 | 145 | 67 | Resp. |
60 | Nominale | EM 6.500 | 272 | 262 | 10 | 132 | 262 | 0 | 67 | Appr. |
61 | Nominale | EM 6.1003 | 271 | 259 | 12 | 130 | 51 | 208 | 67 | Resp. |
62 | Nominale | EM 6.1004 | 271 | 257 | 14 | 129 | 53 | 204 | 67 | Resp. |
63 | Nominale | EM 6.1005 | 270 | 254 | 16 | 128 | 104 | 150 | 67 | Resp. |
64 | Nominale | EM 6.1011 | 271 | 268 | 3 | 135 | 121 | 147 | 67 | Resp. |
65 | Nominale | EM 6.1002 | 276 | 265 | 11 | 133 | 112 | 153 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nominale | EM 6.1008 | 271 | 268 | 3 | 135 | 17 | 251 | 67 | Resp. |
67 | Nominale | ARTICOLO 6 | 276 | 274 | 2 | 138 | 165 | 109 | 67 | Appr. |
68 | Nominale | ART AGG 6.01000 | 277 | 272 | 5 | 137 | 51 | 221 | 67 | Resp. |
69 | Nominale | ART AGG 6.01001 | 277 | 261 | 16 | 131 | 111 | 150 | 67 | Resp. |
70 | Nominale | EM 7.5, 7.1005 | 278 | 276 | 2 | 139 | 123 | 153 | 67 | Resp. |
71 | Nominale | EM 7.1002 | 273 | 272 | 1 | 137 | 122 | 150 | 67 | Resp. |
72 | Nominale | EM 7.1003 | 273 | 273 | 0 | 137 | 121 | 152 | 67 | Resp. |
73 | Nominale | EM 7.1001 | 271 | 270 | 1 | 136 | 119 | 151 | 67 | Resp. |
74 | Nominale | EM 7.103 | 269 | 257 | 12 | 129 | 108 | 149 | 67 | Resp. |
75 | Nominale | EM 7.104 | 254 | 243 | 11 | 122 | 100 | 143 | 67 | Resp. |
76 | Nominale | EM 7.1000 | 272 | 264 | 8 | 133 | 117 | 147 | 67 | Resp. |
77 | Nominale | EM 7.102 | 258 | 254 | 4 | 128 | 110 | 144 | 67 | Resp. |
78 | Nominale | EM 7.105 | 271 | 240 | 31 | 121 | 89 | 151 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nominale | EM 7.1004 | 268 | 260 | 8 | 131 | 112 | 148 | 67 | Resp. |
80 | Nominale | ARTICOLO 7 | 264 | 264 | 0 | 133 | 161 | 103 | 67 | Appr. |
81 | Nominale | EM 8.1000 | 270 | 186 | 84 | 94 | 38 | 148 | 67 | Resp. |
82 | Nominale | EM 8.400 | 272 | 270 | 2 | 136 | 201 | 69 | 67 | Appr. |
83 | Nominale | ARTICOLO 8 | 266 | 266 | 0 | 134 | 166 | 100 | 67 | Appr. |
84 | Nominale | EM 9.1002 | 273 | 270 | 3 | 136 | 120 | 150 | 67 | Resp. |
85 | Nominale | EM 9.1004 | 274 | 262 | 12 | 132 | 75 | 187 | 67 | Resp. |
86 | Nominale | EM 9.1000 | 268 | 232 | 36 | 117 | 80 | 152 | 67 | Resp. |
87 | Nominale | EM 9.6, 9.10, 9.1003 | 273 | 271 | 2 | 136 | 118 | 153 | 67 | Resp. |
88 | Nominale | EM 9.8 | 266 | 266 | 0 | 134 | 114 | 152 | 67 | Resp. |
89 | Nominale | EM 9.12 | 272 | 237 | 35 | 119 | 85 | 152 | 67 | Resp. |
90 | Nominale | EM 9.106 | 268 | 268 | 0 | 135 | 115 | 153 | 67 | Resp. |
91 | Nominale | EM 9.101 | 271 | 269 | 2 | 135 | 116 | 153 | 67 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 8 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
92 | Nominale | EM 9.9 | 265 | 264 | 1 | 133 | 114 | 150 | 67 | Resp. |
93 | Nominale | EM 9.102 | 268 | 268 | 0 | 135 | 113 | 155 | 67 | Resp. |
94 | Nominale | EM 9.104, 9.1001 | 268 | 268 | 0 | 135 | 114 | 154 | 67 | Resp. |
95 | Nominale | EM 9.13 | 268 | 268 | 0 | 135 | 115 | 153 | 67 | Resp. |
96 | Nominale | EM 9.15 | 268 | 268 | 0 | 135 | 116 | 152 | 67 | Resp. |
97 | Nominale | EM 9.14 | 268 | 268 | 0 | 135 | 115 | 153 | 67 | Resp. |
98 | Nominale | ARTICOLO 9 | 262 | 227 | 35 | 114 | 162 | 65 | 67 | Appr. |
99 | Nominale | ART AGG 9.01000, 9.01001 | 263 | 263 | 0 | 132 | 112 | 151 | 67 | Resp. |
100 | Nominale | EM 10.1001 | 238 | 233 | 5 | 117 | 90 | 143 | 83 | Resp. |
101 | Nominale | EM 10.1 | 245 | 245 | 0 | 123 | 99 | 146 | 81 | Resp. |
102 | Nominale | EM 10.4, 10.13 | 242 | 208 | 34 | 105 | 64 | 144 | 81 | Resp. |
103 | Nominale | EM 10.14 | 238 | 233 | 5 | 117 | 89 | 144 | 81 | Resp. |
104 | Nominale | EM 10.1000 | 239 | 238 | 1 | 120 | 94 | 144 | 81 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 9 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
105 | Nominale | EM 10.1002 | 238 | 226 | 12 | 114 | 82 | 144 | 81 | Resp. |
106 | Nominale | EM 10.11 | 243 | 235 | 8 | 118 | 88 | 147 | 81 | Resp. |
107 | Nominale | ARTICOLO 10 | 243 | 243 | 0 | 122 | 153 | 90 | 80 | Appr. |
108 | Nominale | ART AGG 10.01000,10.01001,10.01002 | 246 | 237 | 9 | 119 | 92 | 145 | 80 | Resp. |
109 | Nominale | ARTICOLO 11 | 247 | 247 | 0 | 124 | 247 | 0 | 80 | Appr. |
110 | Nominale | EM 12.1001 | 243 | 241 | 2 | 121 | 102 | 139 | 80 | Resp. |
111 | Nominale | EM 12.1000 | 241 | 238 | 3 | 120 | 100 | 138 | 80 | Resp. |
112 | Nominale | ARTICOLO 12 | 248 | 157 | 91 | 79 | 156 | 1 | 79 | Appr. |
113 | Nominale | EM 13.1000 | 251 | 207 | 44 | 104 | 64 | 143 | 79 | Resp. |
114 | Nominale | EM 13.1001 | 247 | 204 | 43 | 103 | 61 | 143 | 79 | Resp. |
115 | Nominale | EM 13.101 | 250 | 246 | 4 | 124 | 100 | 146 | 79 | Resp. |
116 | Nominale | EM 13.102 | 250 | 248 | 2 | 125 | 101 | 147 | 79 | Resp. |
117 | Nominale | EM 13.500 | 255 | 156 | 99 | 79 | 155 | 1 | 79 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 10 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
118 | Nominale | ARTICOLO 13 | 253 | 155 | 98 | 78 | 154 | 1 | 79 | Appr. |
119 | Nominale | ART AGG 13.01002 | 252 | 245 | 7 | 123 | 101 | 144 | 79 | Resp. |
120 | Nominale | ART AGG 13.01000 | 253 | 251 | 2 | 126 | 105 | 146 | 79 | Resp. |
121 | Nominale | ART AGG 13.01001 | 248 | 245 | 3 | 123 | 102 | 143 | 79 | Resp. |
122 | Nominale | EM 14.1000 | 251 | 250 | 1 | 126 | 104 | 146 | 79 | Resp. |
123 | Nominale | ARTICOLO 14 | 254 | 203 | 51 | 102 | 161 | 42 | 79 | Appr. |
124 | Nominale | ART AGG 14.01000 | 254 | 243 | 11 | 122 | 100 | 143 | 78 | Resp. |
125 | Nominale | ARTICOLO 15 | 259 | 223 | 36 | 112 | 213 | 10 | 77 | Appr. |
126 | Nominale | TIT 400 | 258 | 226 | 32 | 114 | 162 | 64 | 77 | Appr. |
127 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/6 | 240 | 227 | 13 | 114 | 91 | 136 | 77 | Resp. |
128 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/7 | 252 | 231 | 21 | 116 | 89 | 142 | 77 | Resp. |
129 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/8 | 250 | 245 | 5 | 123 | 102 | 143 | 77 | Resp. |
130 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/10 | 257 | 249 | 8 | 125 | 104 | 145 | 76 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 11 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
131 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/11 | 255 | 253 | 2 | 127 | 111 | 142 | 76 | Resp. |
132 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/12 | 261 | 240 | 21 | 121 | 93 | 147 | 76 | Resp. |
133 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/13 | 262 | 246 | 16 | 124 | 99 | 147 | 76 | Resp. |
134 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/14 | 262 | 217 | 45 | 109 | 6 | 211 | 76 | Resp. |
135 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/17 | 264 | 253 | 11 | 127 | 108 | 145 | 76 | Resp. |
136 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/18 | 265 | 263 | 2 | 132 | 115 | 148 | 76 | Resp. |
137 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/19 | 262 | 259 | 3 | 130 | 113 | 146 | 76 | Resp. |
138 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/20 | 258 | 248 | 10 | 125 | 105 | 143 | 76 | Resp. |
139 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/21 | 264 | 261 | 3 | 131 | 115 | 146 | 76 | Resp. |
140 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/22 | 263 | 261 | 2 | 131 | 112 | 149 | 76 | Resp. |
141 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/23 | 263 | 255 | 8 | 128 | 107 | 148 | 76 | Resp. |
142 | Nominale | ODG 9/1573-A E ABB/25 | 260 | 256 | 4 | 129 | 111 | 145 | 75 | Resp. |
143 | Nominale | PDL 1573-A E ABB - VOTO FINALE | 260 | 203 | 57 | 102 | 163 | 40 | 73 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 12 DI 12 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 144) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
144 | Nominale | PDL 792 E ABB - EM 1.500 | 252 | 252 | 0 | 127 | 252 | 0 | 73 | Appr. |