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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 28 febbraio 2025

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, il Ministro delle imprese e del made in Italy, per sapere – premesso che:

   la disciplina dell'equo compenso è stata introdotta nella XVII legislatura per contrastare lo squilibrio nei rapporti contrattuali tra professionisti e clienti «forti», identificati in imprese bancarie, assicurative e società di dimensioni superiori alle Pmi è stata modificata nel 2023 su proposta dell'onorevole Meloni;

   in particolare, l'articolo 19-quaterdecies del decreto-legge n. 148 del 2017 regola il compenso degli avvocati nei rapporti professionali con imprese bancarie, assicurative e aziende di grandi dimensioni, quando il rapporto è disciplinato da una convenzione. Il legislatore ha stabilito che tale compenso debba essere equo, poiché tali convenzioni sono spesso predisposte unilateralmente dai clienti «forti» a danno dei professionisti;

   a tal fine, è stato introdotto nella legge professionale forense (legge n. 247 del 2012) l'articolo 13-bis, poi modificato dalla legge di bilancio 2018, che stabilisce i criteri per la definizione di un compenso equo: proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto; adeguato al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale; conforme ai parametri ministeriali previsti per la mancata determinazione consensuale e per la liquidazione giudiziale;

   il 24 gennaio 2025, l'Associazione Class Action Italia ha depositato un ricorso collettivo contro il Gruppo Generali, chiedendo la dichiarazione di nullità delle clausole contrattuali contenute nelle convenzioni stipulate tra la compagnia assicurativa e i suoi legali fiduciari, poiché contrarie alla normativa sull'equo compenso;

   dall'esame del ricorso emergono a giudizio dell'interrogante numerose violazioni da parte del Gruppo Generali, tra cui: elusione della normativa sull'equo compenso, con compensi inferiori ai parametri ministeriali, nonostante l'obbligo di adeguamento alle tabelle stabilite dal Ministero della giustizia; clausole vessatorie, che impongono condizioni gravose e penalizzanti per gli avvocati fiduciari, in particolare: discriminazione territoriale, con compensi significativamente più bassi per gli avvocati del Sud Italia rispetto a quelli del Nord e del Centro, nonostante il maggiore impegno richiesto in contesti caratterizzati da: più elevata complessità processuale; maggiore incidenza delle frodi assicurative; ritardi e inefficienze nella gestione del contenzioso da parte delle compagnie;

   dati settoriali confermano che le compagnie assicurative, incluso il Gruppo Generali, investirebbero meno nel contrasto alle frodi nel Mezzogiorno, nonostante l'alta incidenza del fenomeno. Allo stesso tempo, continuano a ridurre i compensi dei legali fiduciari, imponendo loro carichi di lavoro più onerosi senza adeguata remunerazione;

   l'assenza di controlli stringenti e sanzioni efficaci per le compagnie assicurative che adottano pratiche contrattuali scorrette sta vanificando l'efficacia della normativa sull'equo compenso;

   l'Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private) e l'Osservatorio nazionale sull'equo compenso hanno il compito di vigilare sul rispetto della normativa, impedendo che il mancato adeguamento retributivo dei professionisti diventi una prassi consolidata;

   nonostante la riduzione del numero di sinistri e frodi assicurative, il Gruppo Generali non ha adeguato i compensi dei legali fiduciari né ridotto i premi assicurativi a beneficio dei cittadini;

   questo comportamento a giudizio dell'interrogante solleva interrogativi sulla distribuzione dei vantaggi derivanti dalla riduzione del contenzioso e sulla coerenza delle politiche tariffarie adottate dalla compagnia;

   il ruolo cruciale svolto dagli avvocati fiduciari nel contrasto alle frodi e nella gestione delle pratiche legali non riceve un adeguato riconoscimento economico, generando crescente insoddisfazione tra i professionisti del settore e rafforzando la necessità di un intervento normativo più incisivo;

   la normativa attuale comprime la concorrenza tra avvocati a danno dei giovani legali che, se volessero assumere incarichi con imprese assicurative e bancarie, dovrebbero attenersi alla normativa sull'equo compenso contrariamente agli avvocati più anziani che, secondo le società «forti», sono liberi di violare la legge –:

   quali iniziative, anche normative intendano adottare, per quanto di competenza, per rafforzare gli strumenti atti a garantire il rispetto effettivo della normativa sull'equo compenso nel settore assicurativo, impedendo così che convenzioni unilaterali impongano compensi inferiori ai parametri ministeriali;

   quali iniziative efficaci risultino adottate dall'Osservatorio nazionale sull'equo compenso costituito presso il Ministero della giustizia per monitorare il rispetto della normativa vigente;

   se siano previsti controlli specifici per verificare il trattamento economico riservato ai legali fiduciari nelle diverse aree del Paese, al fine di scongiurare disparità territoriali ingiustificate tra le diverse aree del Paese;

   se intendano adottare iniziative di competenza, anche normative, per il contrasto alle frodi assicurative, imponendo alle compagnie di destinare risorse adeguate nelle aree maggiormente colpite dal fenomeno, riducendo così l'impatto delle frodi sui premi assicurativi pagati dai cittadini;

   se ritengano opportuno adottare iniziative normative volte a inasprire le sanzioni per le imprese che, in violazione della normativa vigente, continuano a imporre compensi inferiori ai minimi previsti, compromettendo la sostenibilità della professione forense e la qualità della giustizia per i cittadini.
(2-00552) «Borrelli».

Interrogazioni a risposta scritta:


   CARAMIELLO e MORFINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   fino al 31 dicembre 2023, erano attive 8 Zes in tutto il Sud Italia. Con l'entrata in vigore del decreto-legge n. 124 del 2023 è stata istituita una Zes Unica, estesa a tutto il Mezzogiorno. Tuttavia, sono sorte nuove perplessità: la Zes Unica, senza più avere una precisa e razionale differenziazione su base territoriale, finisce col privilegiare, di fatto, le aree costiere, maggiormente dotate di servizi ed infrastrutture adeguati, a danno delle zone più interne e fragili;

   in aggiunta, il nuovo modello istituito con il decreto-legge n. 124 del 2023, rischia di penalizzare ulteriormente le micro e piccole imprese: i requisiti necessari per poter accedere alle agevolazioni previste dalla Zes unica, con la previsione di una soglia minima di investimento di 200.000,00 euro, costituiscono – infatti – un ostacolo per molte micro e piccole imprese che, pur operando nelle medesime aree, non possono proporre domanda per l'avvio o l'ampliamento delle proprie attività se la spesa di investimento non raggiunge la suddetta soglia. Tale spesa minima di investimento richiesta per accedere al credito d'imposta privilegia, quindi, le imprese di medie e grandi dimensioni, escludendo le piccole realtà produttive (molte a carattere individuale ed artigianale), che – al contrario – costituiscono il prevalente tessuto produttivo del Paese e delle aree più fragili;

   un'ulteriore grave limite dell'istituita Zes Unica, per come concepita dal decreto-legge 124 del 2023, sta nel considerare il Mezzogiorno come una realtà unica ed omogenea, dal punto di vista territoriale, senza – invece – considerare gli evidenti divari e ritardi economici ed infrastrutturali presenti nel suo ambito tra aree della fascia costiera e aree interne, con l'effetto che, senza la previsione per queste ultime di meccanismi di premialità nel riconoscimento dell'intensità di aiuto, lo stesso strumento – invece che correggere le divergenze e gli squilibri territoriali – finirà con l'accrescerli e aggravarli ulteriormente;

   un'ulteriore criticità riguarda l'attività di gestione e di controllo delle Zes. Il Decreto «Sud», n. 124 del 2023, ha confermato il ruolo di coordinamento, indirizzo e vigilanza della cabina di regia, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. A giudizio degli interroganti tale accentramento del potere di coordinamento e monitoraggio non risulta particolarmente utile ed efficace nell'interpretare le reali esigenze delle realtà produttive locali. Pertanto, sarebbe auspicabile l'istituzione di «commissari» per ciascuna regione del Mezzogiorno, affinché sia svolta un'attività di promozione dello sviluppo economico più puntuale ed idonea a rispondere alle sfide che le imprese e le comunità locali affrontano quotidianamente. La presente soluzione consentirebbe un'efficace attuazione delle politiche di sviluppo, rispondendo con tempestività alle necessità concrete del territorio –:

   se il Governo intenda adottare iniziative di carattere normativo volte a sostituire la neo-istituita «cabina di regia» centrale con una gestione decentralizzata, attraverso l'istituzione di commissari per ogni singola regione coinvolta, al fine di gestire, con maggiore efficacia ed efficienza, le specifiche problematiche e necessità delle imprese sul territorio;

   se si ritenga necessario prevedere meccanismi di premialità per le aree interne classificate nell'ambito della Snai (strategia nazionale aree interne), riconoscendo – a parità di risorse stanziate per ciascun bando a favore delle imprese che qui si localizzano – un'intensità d'aiuto, sotto forma di credito d'imposta, superiore di almeno il 30 per cento rispetto a quella prevista per tutte le altre aree Zes;

   se si intendano rivedere i requisiti di ammissibilità degli investimenti, attualmente previsti dalla Zes Unica, in modo da consentirne l'accesso anche alle micro e piccole imprese, che costituiscono l'ossatura prevalente e caratterizzante del tessuto produttivo del nostro Paese, attraverso la previsione di una soglia minima di investimento, più ridotta di almeno il 50 per cento, rispetto a quella attualmente prevista di 200.000,00 euro.
(4-04476)


   ONORI e PASTORELLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane si è intensificata una campagna di attacchi informatici di tipo Ddos (distributed denial of service) da parte del gruppo informatico NoName057, con obiettivi che includono infrastrutture critiche e, più recentemente, siti web della pubblica amministrazione locale, in particolare quelli di regioni e comuni;

   questi attacchi mirano a rendere inaccessibili i servizi online essenziali, compromettendo il funzionamento delle istituzioni pubbliche e causando disservizi ai cittadini, oltre a rappresentare una minaccia più ampia alla sicurezza nazionale;

   tali azioni si inseriscono in un più ampio contesto di minacce cibernetiche riconducibili ad attori statuali o gruppi affiliati, con particolare riferimento a campagne riconducibili alla Federazione Russa, che hanno già colpito infrastrutture critiche di diversi Paesi europei;

   il sistema legislativo italiano e, in particolare, il decreto-legge sulla cybersicurezza n. 105 del 2019, convertito con modifiche dalla legge n. 133 del 2019, e la successiva legge n. 90 del 2024, recante «Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale, di resilienza delle pubbliche amministrazioni e del settore finanziario» prevedono strumenti per il rafforzamento della resilienza cibernetica, anche della Pubblica Amministrazione, stabilendo misure di prevenzione, risposta e recupero in caso di attacchi informatici;

   il quadro normativo europeo rafforza ulteriormente gli strumenti di cybersicurezza a disposizione della PA attraverso la direttiva Nis2 (Network and information security directive 2), recepita nell'ordinamento italiano con il decreto legislativo n. 138 del 2024;

   nonostante tali normative, le pubbliche amministrazioni locali restano spesso bersagli vulnerabili a causa di risorse limitate, carenza di personale specializzato e mancanza di sistemi di difesa adeguati;

   l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha il compito di coordinare la strategia nazionale di sicurezza informatica e supportare le amministrazioni pubbliche nella prevenzione e nella gestione degli attacchi cibernetici –:

   quali iniziative di competenza siano state messe in atto dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e dagli altri organismi competenti per supportare le pubbliche amministrazioni locali nel prevenire e mitigare gli attacchi informatici.
(4-04478)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIULIANO e TORTO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il sovraffollamento all'interno delle carceri e le modalità di svolgimento dei colloqui con gli assistiti è un grave problema, sempre più critico a livello nazionale;

   in tale contesto il consiglio dell'Ordine degli avvocati di Pescara, a mezzo del Presidente avvocato Francesco Squartecchia, ha più volte evidenziato le criticità relative all'accesso dei difensori alla casa circondariale di Pescara, con particolare riferimento ai tempi e alle modalità di svolgimento dei colloqui con gli assistiti;

   di fatti, si lamenta che dal termine dell'emergenza sanitaria da COVID-19, l'ingresso dei difensori è consentito dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12:30, in un'area trattamentale;

   peraltro, in alcune giornate, la situazione risulta ulteriormente aggravata dalla trattazione delle udienze a distanza, tenute dal Tribunale di sorveglianza di L'Aquila, che si collega in videoconferenza con la casa circondariale a partire dalle ore 9:30;

   si è denunciato, altresì, che i colloqui si svolgono talvolta nei corridoi, esponendo i difensori e gli assistiti al passaggio del personale e di altri detenuti, in violazione dei princìpi di riservatezza e sicurezza;

   l'assenza di risposte da parte del Governo sull'esigenza fondamentale di garantire l'effettuazione dei colloqui tra detenuti e difensori in spazi, tempi e modalità idonee, ha addirittura determinato lo stato di agitazione degli avvocati del Foro di Pescara, i quali, nonostante i ripetuti tentativi di confronto con la casa circondariale di Pescara, non sono riusciti a ottenere una soluzione –:

   se e come intenda intervenire il Ministro interrogato per affrontare e risolvere le problematiche sopra rappresentate ed in particolare quanto denunciato dal Presidente del consiglio dell'Ordine degli avvocati di Pescara e migliorare le condizioni logistiche e organizzative dell'istituto penitenziario di Pescara.
(5-03649)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   FURFARO e SCOTTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo Unicusano ha annunciato la chiusura delle emittenti televisive Cusano Italia tv e Cusano news 7, determinando il licenziamento di circa 250 lavoratori tra giornalisti, tecnici e personale amministrativo, una decisione che segue l'inchiesta giudiziaria che ha portato al sequestro di oltre 20 milioni di euro e all'accusa di evasione fiscale nei confronti del fondatore Stefano Bandecchi e di altri dirigenti, sulla base della presunta natura commerciale delle attività televisive, ritenute estranee agli scopi istituzionali dell'università;

   la trasmissione televisiva Report, nella puntata del 9 febbraio 2025, ha approfondito la vicenda, evidenziando criticità nella gestione delle attività economiche di Unicusano e nelle condizioni contrattuali dei lavoratori coinvolti;

   nella stessa puntata, è stato evidenziato che da numerose ispezioni condotte dall'Inps sarebbero emerse numerose irregolarità, con particolare riferimento alla presenza di false partite Iva, riconducibili a una presunzione di subordinazione ai sensi della normativa vigente;

   Bandecchi ha dichiarato che i lavoratori coinvolti sarebbero 250, senza tuttavia fornire indicazioni sulle tutele previste né sulle soluzioni per una loro ricollocazione;

   tra i lavoratori colpiti dai licenziamenti vi è un numero significativo di over 50, una categoria che incontra maggiori difficoltà di reinserimento nel mercato del lavoro, in particolare nei settori dell'editoria e dell'informazione, già gravemente segnati da crisi occupazionali, senza che siano emerse, anche da parte di Bandecchi, indicazioni sulle tutele previste né sulle soluzioni ricollocazione –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione e delle criticità emerse dall'inchiesta giudiziaria e dalle ispezioni INPS e quali iniziative di competenza intendano adottare per verificare le condizioni contrattuali dei lavoratori coinvolti e garantire loro le tutele previste, soprattutto nel caso in cui vengano accertate forme di lavoro irregolare;

   se, alla luce del numero di lavoratori coinvolti e delle difficoltà di reinserimento occupazionale nonché all'eventuale conferma di una loro presunzione di subordinazione, il Ministro delle imprese e del made in Italy intenda attivare un tavolo di crisi presso il Mimit, coinvolgendo tutte le parti interessate per individuare soluzioni concrete a tutela dei lavoratori licenziati.
(4-04479)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:


   FRIJIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la legge 30 dicembre 2024, n. 207 – legge di bilancio per il 2025 ha previsto una misura di incentivo per il traffico ferroviario merci nei porti, con particolare attenzione alle operazioni di manovra ferroviaria nell'ambito portuale che consentono, fino al 31 dicembre 2026, a ciascuna autorità di sistema portuale di erogare contributi fino a 1 milione di euro annui in favore degli operatori dei servizi di manovra ferroviaria nell'area portuale, con l'obbligo di trasferire almeno il 50 per cento del contributo alle imprese clienti che usufruiscono dei servizi stessi;

   la predetta misura è in linea con gli obiettivi europei di trasferimento modale dal trasporto su gomma su quello ferroviario, promossi dalla strategia per una mobilità sostenibile della Commissione europea, che prevede un incremento del 50 per cento del traffico merci su rotaia entro il 2030 e un raddoppio entro il 2050;

   l'intervento normativo inoltre, ha inteso dare supporto al settore del trasporto ferroviario merci che sta attraversando un periodo di difficoltà a livello nazionale, con un calo del 5 per cento dei treni-chilometro sul territorio nazionale e nell'insieme dei porti rispetto al 2021 e del 6 per cento rispetto al 2022;

   a questi dati si aggiunge il permanere di criticità infrastrutturali e dinamiche internazionali che penalizzano il traffico ferroviario generato dai porti, che ha subito contrazioni in quasi tutti gli scali nazionali;

   l'associazione di categoria Federmerci, in relazione alle suesposte osservazioni tramite il direttore, ha dichiarato che: «È assolutamente positiva la misura introdotta nella legge di Bilancio per il 2025, che consente alle autorità di sistema portuale di stanziare sostegni per la manovra ferroviaria merci in ambito portuale. Ci auguriamo che questa misura venga attuata dal maggior numero di Adsp possibile. Considerate le difficoltà infrastrutturali che dureranno fino al 2026, con picchi nel 2025, ha proseguito, è fondamentale anticipare al 2025 il nuovo periodo tariffario che prevede la riduzione dei pedaggi per il trasporto ferroviario merci»;

   al riguardo, l'interrogante evidenzia che rispetto a quest'ultima proposta (ovvero anticipare al 2025 il nuovo periodo tariffario), l'Autorità di regolazione dei trasporti (Art) si è già espressa in maniera favorevole –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie competenze, in merito a quanto riportato in premessa, con particolare riguardo alle azioni da intraprendere per supportare il traffico ferroviario merci nei porti.
(4-04481)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   CECCHETTI e IEZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso dalla stampa che il Consiglio di Stato, sede di Milano, avrebbe accolto il ricorso dell'associazione Abu Bakar e, ribaltando il giudizio di primo grado, avrebbe ordinato al comune di Magenta di trovare un'area idonea per la costruzione di un luogo di culto per i fedeli di religioni islamica;

   la notizia ha inevitabilmente creato grande sconcerto tra i cittadini, anche per l'impatto che l'eventuale edificazione di tale moschea, che attirerà certamente numerosi fedeli anche da altri comuni, potrà avere sulla comunità e sul territorio;

   indubbiamente, infatti, l'eventuale seguito di tale sentenza, obbligando un ente locale a procedere per un'edificazione di struttura senza valutazioni a latere, avrà ricadute sulla pianificazione territoriale ed in termini di sicurezza e ordine pubblico;

   la vicenda richiama alla mente un'altra similare, quella di Cantù, a riprova di un tentativo di convivenza religiosa a suon di sentenze invece che nel rispetto della legalità e dei valori del mondo occidentale;

   a parere dell'interrogante, senza intese ex articolo 8 della Carta costituzionale con lo Stato italiano, le comunità islamiche non possono arbitrariamente pretendere luoghi di culto senza una preventiva determinazione di rispetto dei valori e dei princìpi del nostro ordinamento, tra i quali il rispetto della donna e la parità uomo-donna –:

   se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intendano adottare affinché questioni importanti come quella in premessa, che investono non solo profili costituzionali, come la libertà di culto, ma l'essenza stessa della nostra Costituzione e dei valori in essa contenuti, non siano lasciati ad una soluzione di carattere politico-giudiziario che a giudizio dell'interrogante non tiene conto di eventuali ulteriori conseguenze come, ad esempio, la sicurezza dei cittadini, l'impatto ambientale, l'ordine pubblico e similari.
(4-04483)


   PAVANELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel 2015, l'imprenditore Andrea Bulgarella veniva sottoposto a perquisizioni e sequestro di documenti presso i suoi uffici nell'ambito di un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Firenze per riciclaggio e truffa aggravata dal favoreggiamento di Cosa nostra, avviata anche nei confronti di altri soggetti;

   nell'ambito di tale indagine, l'unico provvedimento adottato è stato il sequestro dei documenti, poi annullato dal Tribunale del riesame, con successiva conferma da parte della Corte di cassazione;

   nonostante l'archiviazione, la vicenda ha avuto conseguenze sull'attività di impresa di Bulgarella che ha visto compromessa la propria reputazione incontrando difficoltà nell'accesso al credito e nell'instaurazione di rapporti bancari, con conseguente perdita di opportunità imprenditoriali;

   successivamente alla conclusione del suddetto procedimento, l'imprenditore ha segnalato il verificarsi di ulteriori iniziative giudiziarie nei propri confronti che, pur essendosi concluse con il pieno proscioglimento dello stesso, continuavano a condizionarne l'attività imprenditoriale;

   nel corso della XVIII Legislatura, la sopradescritta situazione è stata rappresentata anche dinanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario durante l'audizione dello stesso Bulgarella del 29 marzo 2022;

   i fatti suesposti sono stati oggetto di denunce-querele presentate dall'imprenditore presso diverse Procure della Repubblica tra il 2022 e il 2024 e, in particolare, presso la Procura di Milano nel 2022, presso le Procure di Genova e Caltanissetta nel settembre 2024 e nuovamente presso la procura di Caltanissetta nel novembre 2024 –:

   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga opportuno verificare, per quanto di competenza e attraverso gli organi preposti, l'eventuale sussistenza di segnalazioni o provvedimenti amministrativi che possano aver influito sulla possibilità per l'imprenditore di accedere a servizi bancari e finanziari;

   se non ritenga necessario valutare, per quanto di competenza, eventuali iniziative anche di carattere normativo utili a garantire che non si verifichino situazioni di limitazione dell'attività economica derivanti da provvedimenti che abbiano esaurito il loro corso, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 41 della Costituzione.
(4-04485)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   SASSO e CECCHETTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla stampa che il 19 febbraio 2025 il sindaco di Buccinasco e l'assessore alla cultura abbiano donato dei volumi del libro di Walter Veltroni intitolato «La più bella del mondo» ad alcuni istituti scolastici del Paese;

   il testo, per stessa ammissione dell'autore e personaggio politico Veltroni, utilizzerebbe il metodo narrativo della finzione per parlare della Costituzione, attraverso una interpretazione ideologica di parte che non è piaciuta ad alcune famiglie, con particolare riferimento ad alcuni brani del libro in cui si promuovono la politica immigrazionista e l'ideologia gender, con protagonisti bambini immaginari frutto della fantasia dell'autore del libro. Tutto ciò ha destato la forte preoccupazione di molte famiglie degli alunni, rientrati a casa con l'omaggio autografato dal primo cittadino, tanto che le stesse hanno scritto una lettera al dirigente scolastico ritenendo inopportune tale lettura per bambini di 9 anni;

   le famiglie non erano infatti state previamente informate di questa iniziativa e nemmeno del progetto scolastico che includeva anche questa lettura, pubblicizzato solo dopo le loro aperte rimostranze e a distribuzione dei testi già avvenuta;

   si deve sottolineare che, se è vero che lo spazio scolastico è e deve restare uno spazio autonomo, è altresì indubbio che in esso debbano essere rappresentate tutte le opinioni presenti nel dibattito pubblico, nel pieno rispetto del principio del contraddittorio, senza cadere in eccessi demagogici di alcun tipo e che, laddove si organizzino attività rivolte agli studenti di scuola dell'infanzia e primaria si presti ancora più attenzione ai temi trattati e sia indispensabile acquisire preventivamente l'autorizzazione delle famiglie;

   in definitiva, a parere degli interroganti, la scuola pare essere, ancora una volta, al centro di un corposo tentativo di strumentalizzazione da parte di alcuni gruppi di pressione che vorrebbero superare il dibattito sociale, politico e istituzionale per superare il concetto di binarismo sessuale senza contraddittorio, parlandone nelle aule e ottenendo così maggiore risonanza –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e intenda verificare, per quanto di competenza, eventuali responsabilità amministrative per l'accaduto;

   quali iniziative intenda intraprendere affinché le scuole non siano utilizzate come palco privilegiato per propagandare qualsiasi ideologia politica e per assicurare che tutte le attività proposte nelle scuole del Paese rispondano a criteri di oggettività e trasparenza nonché che venga acquisita preliminarmente l'autorizzazione delle famiglie.
(4-04477)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   CARAMIELLO e MORFINO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2025 prevede l'introduzione della tassazione agevolata al 5 per cento sugli straordinari, applicabile esclusivamente alla categoria degli infermieri;

   le professioni sanitarie svolgono un ruolo imprescindibile e insostituibile all'interno del Servizio sanitario nazionale (Ssn), lavorando quotidianamente e collaborando nella cura dei pazienti, con competenze specifiche e complementari;

   le professioni sanitarie, quali i tecnici sanitari di radiologia medica, i tecnici sanitari di laboratorio biomedico, i fisioterapisti, i logopedisti, le ostetriche, nonché tutti gli operatori sanitari riconosciuti che svolgono la propria attività in prima linea come Oss e autisti, spesso con turni prolungati e sotto carichi assistenziali gravosi, garantiscono il diritto alla salute dei cittadini, sancito dall'articolo 32 della Costituzione italiana;

   le figure amministrative e tecniche, quali collaboratori amministrativi, collaboratori tecnici, assistenti amministrativi, assistenti tecnici e tecnici, svolgono la loro attività in modo che la catena assistenziale non venga interrotta garantendo l'applicazione delle corrette procedure burocratiche e/o di interfaccia con l'utenza per poter dare risposte sempre adeguate e aggiornate ai bisogni dei cittadini;

   il contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) del comparto sanità, che comprende tutte le categorie professionali operanti all'interno del Servizio sanitario nazionale, sopra elencate, le quali svolgono un ruolo fondamentale nella cura e assistenza diretta e indiretta ai pazienti, sancisce l'importanza e l'unicità dell'équipe multi professionale e interprofessionale coinvolta ad assicurare prestazioni di qualità;

   la proposta normativa, limitata a una sola categoria professionale, appare in contrasto con il principio di eguaglianza sostanziale sancito dall'articolo 3 comma 2 della Costituzione, che garantisce pari dignità sociale e diritti economici a tutti i cittadini senza discriminazioni;

   l'aliquota di tassazione agevolata sugli straordinari, applicata solo agli infermieri, crea una disparità di trattamento che non trova giustificazione nell'effettiva natura del lavoro svolto, discriminando ingiustamente le restanti categorie professionali, essenziali per il funzionamento del Servizio sanitario nazionale;

   su sollecitazione del delegato Uil Fpl Doriano Calise, si evidenzia che la misura fiscale introdotta con legge di bilancio 2025 non riconosce in modo equo l'impegno e la dedizione di tutti i professionisti sanitari le cui prestazioni, nonostante la differenza di competenze specifiche, sono tutte fondamentali per il buon funzionamento dell'intero sistema sanitario nazionale –:

   se il Ministro interrogato ritenga opportuno adottare iniziative di carattere normativo che superino la disparità di trattamento tra le varie categorie professionali del settore sanitario, in coerenza con il principio di eguaglianza sostanziale di cui all'articolo 3 comma 2 della Costituzione, riconoscendo il valore imprescindibile e complementare di ciascun professionista sanitario nell'équipe di cura;

   quali misure siano previste, per garantire una maggiore equità e valorizzazione dell'impegno profuso da tutti i lavoratori del Servizio sanitario nazionale, nel rispetto dei diritti e delle aspettative delle categorie professionali che operano in condizioni di stress elevato e con carichi assistenziali gravosi.
(4-04475)


   D'ALFONSO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con interrogazione a risposta orale n. 3-01591 presentata il 3 dicembre 2024, tutt'ora in corso, l'interrogante chiedeva un intervento del Ministro interrogato al fine di poter assicurare la presenza di un responsabile medico di base ai cittadini dei comuni di Carpineto della Nora, Vicoli, Brittoli e Catignano, piccoli paesi dell'entroterra abruzzese, dove la dipartita dell'ultimo medico di base e la fine della convenzione con il suo sostituto avevano lasciato l'intero comprensorio privo del presidio medico, facendo così venir meno una fondamentale garanzia del diritto alla salute, soprattutto per quanti, per molteplici condizioni, sono impossibilitati ad affrontare medio-lunghi spostamenti;

   purtroppo le continue sollecitazioni per avere un medico di base, rivolte dai sindaci alla regione Abruzzo, continuano a non avere valido riscontro, e si va avanti con soluzioni tampone, ricorrendo addirittura ai tirocinanti, e la situazione è a tal punto compromessa che non si riesce a far fronte nemmeno ai bisogni più immediati tanto che l'amministrazione guidata dal sindaco di Carpineto si è rivolta alla Procura della Repubblica affinché si individui una soluzione definitiva per sopperire alla carenza di medici nell'alta area vestina;

   la stessa azienda sanitaria di Pescara in una nota al sindaco afferma che il problema che affligge la sanità territoriale, soprattutto nelle aree interne, è la grave carenza di medici di medicina generale, una problematica che coinvolge non solo la Asl di Pescara, ma l'intero Sistema sanitario nazionale e che in tale contesto, «la difficoltà nel reperire professionisti disponibili a operare in aree meno attrattive rappresenta un ostacolo significativo»;

   l'isolamento sempre crescente in cui versano queste comunità della Valle della Nora, loro malgrado, a causa della cronica carenza di servizi e collegamenti è ulteriormente accresciuto dall'assenza del presidio medico che contribuisce ad aumentare anche la pressione sugli ospedali e soprattutto sui pronto soccorso –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti territoriali interessati per il superamento di questa emergenza sanitaria gravissima, al fine di giungere rapidamente ad una soluzione che consenta ai cittadini dei comuni di Carpinete della Nora, Vicoli, Brittoli e Catignano l'accessibilità alle cure di cui hanno bisogno, con l'assegnazione stabile di un medico di base.
(4-04480)


   ZANELLA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   si calcola che siano circa 30 milioni ogni anno i pulcini che vengono soppressi in Italia per il solo fatto di essere maschi e di non potere produrre uova e, pertanto, non essendo utili allo scopo vengono subito smaltiti con metodi che, per quanto considerati i più rapidi e indolori, fanno rabbrividire solo a descriverli: per asfissia, in apposite camere a gas, o per triturazione, con apparecchi che sono versioni in scala ridotta di quelli in uso negli sfasciacarrozze;

   questo perché per il consumo umano sono state selezionate tipologie particolari di polli, i broiler, che crescono più rapidamente e che accumulano maggiore massa corporea. E di conseguenza sono più redditizi;

   il 7 gennaio 2024 è entrato in vigore il decreto legislativo 7 dicembre 2023, n. 205 di adeguamento alle disposizioni del regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio, del 24 settembre 2009, relativo alla protezione degli animali durante l'abbattimento, nonché, in attuazione dell'articolo 18 della legge 4 agosto 2022, n. 127, alle disposizioni sul divieto di abbattimento selettivo dei pulcini di linea maschile delle galline, provenienti da allevamento per la produzione di uova non destinate alla cova. Il divieto, relativo all'abbattimento selettivo dei pulcini, decorrerà dal 26 dicembre 2026. Ma a tutt'oggi i Ministeri competenti non hanno ancora emanato i decreti attuativi che rendano le norme effettivamente applicabili. E, soprattutto, non hanno stanziato i fondi necessari per accompagnare le aziende nel passaggio a metodi di individuazione preventiva del sesso nei nascituri;

   il risultato è che la mattanza sta continuando e ancora continuerà. E di questo passo non è detto che si riesca ad arrivare pronti alla «deadline» del prossimo anno;

   di qui l'iniziativa al Colosseo, organizzata da Animal Equality, contro queste uccisioni inutili che ha già raccolto il sostegno di molti volti noti. Tra loro il divulgatore scientifico Mario Tozzi, la cantante Giorgia, Rosita Celentano, Sabrina Salerno, Edoardo Stoppa, Bruno Bozzetto, il duo comico Le Coliche, la conduttrice tv Tessa Gelisio e altri ancora, oltre a diversi giornalisti;

   un'alternativa però esiste ed è la determinazione preventiva del sesso del pulcino che nascerà. Si chiama ovosessaggio (in-ovo sexing nella definizione inglese) e consiste sostanzialmente nell'individuare a priori se in un uovo fecondato l'embrione in sviluppo sarà maschio o femmina. Nel primo caso è possibile decidere di non farlo neppure nascere, visto che sarebbe destinato a morire poche ore più tardi. Ma questa tecnica richiede dei macchinari particolari, capaci di «leggere» attraverso il guscio o con prelievi di campioni le caratteristiche del nascituro;

   le tecniche allo studio sono diverse ed è fondamentale che venga accompagnata la transizione tecnologica delle imprese agricole. I macchinari possono essere un costo non sostenibile per gli operatori senza un affiancamento pubblico;

   l'Italia non è il solo Paese ad avere previsto uno stop alle uccisioni di massa dei pulcini maschi. Anche Francia, Germania e di recente l'Olanda hanno adottato norme analoghe. Ma in quei casi non sono rimaste in sospeso;

   evitare di emanare i provvedimenti previsti tradisce la fiducia delle persone, viola un mandato preciso dei legislatori e legittima un sistema che sfrutta e uccide gli animali anche quando potrebbe e dovrebbe evitarlo –:

   quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare sia per ottemperare agli obblighi previsti dai regolamenti dell'Unione europea recepiti con il decreto legislativo n. 205 del 2023, in attuazione dell'articolo 18 della legge 4 agosto 2022, n. 127, sia per evitare procedure di infrazione ai sensi dell'articolo 260, paragrafo 2 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue) e nello stesso tempo stanziare i necessari fondi per sostenere il passaggio tecnologico delle aziende all'ovosessaggio.
(4-04482)


   PITTALIS. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in Consiglio regionale della Sardegna, nel corso della discussione su un disegno di legge regionale relativo alla riorganizzazione del sistema sanitario regionale, l'assessore alla sanità Bartolazzi avrebbe pronunciato parole fortemente offensive e lesive della dignità della categoria professionale dei medici, chiudendo il suo intervento affermando: «Vorrei rinascere in una regione dove se porti un figlio all'ospedale per un'operazione di tonsillite, ne esce vivo»;

   presumibilmente, le parole dell'assessore facevano, riferimento al caso della bambina di 8 anni, Natalie Tanda, di Villanova Monteleone deceduta l'8 febbraio 2025 all'ospedale civile di Alghero in seguito a complicanze sorte dopo un intervento alle tonsille;

   sul grave e triste episodio al quale ha fatto accenno l'assessore Bartolazzi la procura di Sassari ha avviato un'inchiesta ancora in corso per chiarire le cause del decesso;

   ad avviso dell'interrogante l'uso strumentale di un simile dramma umano per fini politici appare inaccettabile, getta fango sull'intero sistema sanitario regionale e scredita l'operato di tutti gli operatori sanitari della regione –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, non ritenga di dover acquisire elementi utili a verificare la situazione del sistema sanitario della Sardegna in considerazione di quelle che all'interrogante appaiono deprecabili accuse di inefficienza e inadeguatezza rivolte verso il personale medico e para medico operante nelle strutture sanitarie della Sardegna.
(4-04484)

 
 
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