Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 3 marzo 2025

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO e PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Paolo Zampolli, imprenditore italo-americano, si presenta come «inviato speciale per l'Italia» del presidente Usa Donald Trump, nonostante la sua nomina non sia stata comunicata né alle istituzioni italiane né all'Ambasciata americana a Roma;

   il riconoscimento degli inviati speciali di Governi esteri in Italia rientra nelle competenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che ne valuta l'accettazione attraverso i canali diplomatici ufficiali;

   secondo quanto riportano gli organi di stampa questo riconoscimento non è avvenuto e tutte le istituzioni che dovrebbero essere state informate non hanno fornito conferme;

   il quotidiano La Repubblica ha riportato la notizia della nomina di Zampolli il 20 febbraio, senza chiarire se si tratti di un incarico formale o informale;

   Zampolli risulta essere ambasciatore della Dominica presso le Nazioni Unite, mentre l'imprenditore texano Tilman Fertitta è stato nominato ambasciatore degli Stati Uniti in Italia;

   mercoledì 25 febbraio, Zampolli ha incontrato il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, che ha definito su X l'incontro «cordiale e costruttivo» –:

   se l'incontro del Ministro Ministro delle infrastrutture e dei trasporti con Paolo Zampolli sia un riconoscimento formale del Governo sulla nomina, o se sia avvenuto a titolo personale e fosse di carattere politico.
(5-03650)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta orale:


   VACCARI, FORATTINI, MARINO, ROMEO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   con la circolare n. 68775 del 16 settembre 2024, Agea ha comunicato le disposizioni per il pagamento degli anticipi delle domande Pac presentate nel 2024. Sempre secondo la circolare Agea i pagamenti possono essere versati a decorrere dal 16 ottobre fino al 30 novembre 2024;

   gli organismi pagatori possono pagare un anticipo con le seguenti percentuali massime: fino al 70 per cento dei pagamenti diretti; fino all'85 per cento per gli interventi di sviluppo rurale. Gli anticipi, saranno erogati in riferimento alle domande risultate ammissibili all'esito dei controlli amministrativi e di monitoraggio delle superfici e alle aziende che possiedono al momento del pagamento il requisito di «agricoltore in attività»;

   si tratta di un passaggio fondamentale in una fase nella quale è più che mai urgente garantire sostegno alla redditività in ambito agricolo e agroalimentare, e favorire la competitività sui mercati nazionali e internazionali –:

   a quanto ammontino le domande di aiuto Pac 2024 presentate, la distribuzione regionale degli importi richiesti nel 2024, la distribuzione degli aiuti in funzione della tipologia aziendale definita sulla base dell'orientamento tecnico economico, della dimensione economica delle aziende o classe di produzione standard, del genere e classe di età del titolare, della dimensione aziendale in termini di superficie agricola utilizzata e a quanto ammonteranno gli anticipi effettivamente erogati suddivisi per organismo pagatore.
(3-01775)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta orale:


   ZARATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con decreto Ministero della transizione ecologica del 4 agosto 2022 è stato adottato il piano d'azione dei siti orfani per l'attuazione dell'investimento 3.4 – di 500 milioni di euro – della misura M2C4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   tra gli interventi di bonifica dei siti orfani della regione Lazio è stato individuato il sito denominato «Santa Apollonia», ubicato nel comune di Aprilia (Latina) oggetto di un finanziamento per 14 milioni di euro, per interventi di messa in sicurezza di emergenza tramite rimozione del corpo rifiuti, cui dovrà seguire il piano di caratterizzazione e l'analisi di rischio sito specifica agli esiti dei quali realizzare l'eventuale bonifica o messa in sicurezza permanente del suolo, da completarsi entro il 31 marzo 2026;

   il sito risulta inserito nel piano regionale dei siti inquinati del Lazio, aggiornato, da ultimo, con il piano regionale dei rifiuti di cui alla Dcr n. 4 del 5 agosto 2020;

   a tutt'oggi si deve registrare il mancato avvio dell'intervento di bonifica secondo il cronoprogramma previsto dall'accordo del 25 gennaio 2024 sottoscritto tra il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, la regione Lazio e il comune di Aprilia;

   da quanto di apprende da organi di stampa SOGESID – società partecipata del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica – con nota del 12 febbraio 2025, nel trasmettere uno schema di convenzione, ex articolo n. 250 del decreto legislativo n. 152 del 2006, al comune di Aprilia quale soggetto attuatore esterno, ha evidenziato come condizione imprescindibile per procedere all'affidamento dei servizi per l'esecuzione delle preliminari attività di indagine e progettazione dell'intervento, sia la sottoscrizione di un accordo tra l'ente e i privati proprietari delle aree, diretto a consentire e disciplinare l'occupazione, l'accesso, il transito delle aree del sito di Santa Apollonia e l'avvio delle attività;

   la richiesta formulata dal comune di Aprilia, con nota del 27 maggio 2024, alle Società «GAL» e «FRALES» quali proprietarie delle aree, di sottoscrizione di un accordo con il soggetto pubblico esecutore dell'intervento non è stata riscontrata positivamente dalle stesse;

   in caso di mancata realizzazione del progetto o di parte di esso entro i termini previsti, l'unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza provvederà, con proprio provvedimento unilaterale, alla riduzione o revoca del finanziamento con restituzione delle somme già corrisposte;

   secondo quanto espresso in una nota trasmessa dal commissario straordinario del comune di Aprilia alla regione Lazio: «la revoca del finanziamento esporrebbe, di fatto, il soggetto attuatore esterno a far fronte con proprie risorse alle lavorazioni già eseguite e non ancora liquidate nonché a tenere indenne l'appaltatore da eventuali altre spese già sostenute e dal danno da mancato guadagno (...) tutto ciò pregiudicherebbe irreversibilmente gli equilibri di bilancio di questo comune, peraltro già precari, determinando un disavanzo che porterebbe ad un inevitabile dissesto»;

   secondo il suo richiamato accordo del 25 gennaio 2024 il soggetto attuatore dell'intervento risulta la regione Lazio, che (articolo 4) è chiamata a svolgere attività di presidio, indirizzo, coordinamento e supporto alla realizzazione operativa dei relativi progetti;

   con Ordine del giorno 9/2184-A/46 la Camera dei deputati nella seduta del 17 febbraio 2025 impegnava il Governo a valutare l'opportunità di adottare le misure di competenza, ai fini della realizzazione degli interventi di bonifica del sito orfano di Santa Apollonia del comune di Aprilia –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere perché siano adottate tutte le immediate ed opportune misure ai fini della realizzazione degli interventi di bonifica del sito orfano di Santa Apollonia, valutando l'opportunità, nel caso di mancata adozione degli atti e provvedimenti necessari da parte del soggetto attuatore e di ulteriore inerzia o ritardo nell'avvio delle attività, di attivare i poteri sostitutivi ai sensi dell'articolo 12 del decreto-legge n. 77 del 2021, convertito con modificazioni dalla legge n. 108 del 2021, secondo quanto previsto dall'articolo 12 dell'accordo.
(3-01777)


   ZANELLA e BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   con atto di sindacato ispettivo 3-01265, cui non è stata data alcuna risposta, il 13 giugno 2024 si chiedeva ai Ministri interrogati se l'opera oggetto della «Proposta di partenariato pubblico privato per un nuovo sistema integrato di mobilità intermodale nel Comune di Cortina d'Ampezzo CUP: C41C22000000003» (di seguito PPP), ricompresa nell'Allegato 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 settembre 2023, potesse ritenersi infrastruttura strategica di assoluta rilevanza per l'organizzazione dei giochi olimpici di Milano Cortina 2026 e quali iniziative di competenza intendessero assumere per garantire che la procedura di valutazione d'impatto ambientale del progetto fosse eseguita nel più rigoroso rispetto dei criteri di sicurezza e di conservazione del patrimonio paesaggistico ed ambientale presente;

   con decreto n. 14 del 13 febbraio 2025 della giunta regionale del Veneto è stato adottato il provvedimento di Via favorevole relativamente al progetto della PPP, subordinatamente al rispetto di 15 condizioni ambientali, 13 delle quali da ottemperare nella fase ante operam;

   l'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali nel parere tecnico sulla documentazione integrativa del 31 gennaio 2025 presentata dal proponente, pone in evidenza come: «ii) nella documentazione trasmessa non è presente alcuno studio idraulico riguardante l'interazione degli interventi degli ambiti A e C con il Pgra (...) I risultati di questa analisi tecnica evidenziano alluvionamenti di estese aree del territorio su cui insiste il progetto»;

   nonostante il permanere di potenziali criticità geologiche riguardo le aree di versante fortemente instabili nelle quali è prevista la realizzazione degli interventi della PPP, si rimanda la verifica delle condizioni di stabilità e deformazione del terreno e le informazioni di dettaglio relative alle tipologie delle fondazioni previste ad una successiva documentazione da trasmettere a cura del proponente;

   nel parere del 5 febbraio 2025 della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio viene evidenziato come «Tale nuova soluzione progettuale modifica la valutazione degli impatti già rilasciata con parere del 27 novembre 2024 protocollo n. 40995, causando impatti paesaggistici ulteriori nel secondo tratto e nella stazione intermedia...»;

   la PPP, per un costo complessivo pari a 127 milioni e 484 mila euro, di cui 6,7 milioni a carico della regione del Veneto e 25 a carico dello Stato, dovrebbe essere realizzata in due fasi. La prima prevede cabinovia e parcheggio stradale ultimati entro l'inizio dei giochi, mentre la seconda fase da realizzare a giochi conclusi, prevede la costruzione di un edificio su cinque livelli, con area commerciale e ristoro (6.391 metri quadrati) un parcheggio pubblico con 747 posti su tre livelli e 114 box privati (per ulteriori 28.387 metri quadrati coperti e 8.500 a raso), con un collegamento pedonale veloce che attraversa Cortina fino alla Stazione;

   l'intervento appare inutile e fortemente impattante per l'elevato consumo di suolo e rispetto al contesto paesaggistico e ambientale nel quale si colloca, considerato che l'importanza strategica dello stesso per la realizzazione dei giochi appare totalmente inesistente, vista la realizzazione delle opere relative alla seconda fase a giochi ampiamente conclusi e che nella Vas olimpica presentata dalla Fondazione Milano Cortina 2026, al capitolo accessibilità, non era neanche compreso –:

   se i Ministri risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa e delle criticità legate al parere di Via, favorevole sul progetto della PPP e quali iniziative di competenza intendano assumere perché si valuti l'opportunità di realizzare, al posto degli interventi della PPP, un sistema efficiente di mobilità sostenibile e intermodale per il trasporto di turisti e spettatori durante le manifestazioni legate ai giochi olimpici Milano Cortina 2026.
(3-01778)

Interrogazioni a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Istituto superiore di Sanità (Iss) ha espresso parere contrario alla valutazione di impatto sanitario (Vis), presentata nel giugno 2024 dai commissari di acciaierie d'Italia e calcolata su una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, ritenendola «Inadeguata per sottostima»;

   secondo quanto riportato dalla testata «Quotidiano di Puglia» il 1° marzo 2025, l'Ispra, in seguito al riscontro di un aumento del ferro allo scarico del trattamento acque del treno lamiere (a maggio 2024), di fenoli totali, cromo totale, azoto ammoniacale e azoto nitroso ad altri scarichi della fabbrica (ad agosto 2024) e di fenoli totali, cianuri e azoto ammoniacale sempre agli scarichi (a novembre e dicembre), avrebbe chiesto ad Acciaierie d'Italia di provvedere ad ulteriori attività di autocontrollo e interventi immediati per contenere tali emissioni;

   dalla stessa fonte, inoltre, si apprende che lo stesso Ministero dell'ambiente avrebbe effettuato, quattro diffide verso l'ex Ilva per questioni ambientali;

   non ricevendo riscontri da parte di Acciaierie d'Italia, Ispra ha segnalato nuovamente la questione al Ministero dell'ambiente, alla procura di Taranto e all'Arpa Puglia;

   a febbraio 2025 Acciaierie d'Italia di avrebbe contestato al TAR di Lecce l'operato di Ispra e Arpa Puglia e impugnato le diffuse ministeriali relative a fenoli totali, cianuri e azoto ammoniacale, sostenendo, altresì, che Ispra «ha commesso numerosi errori in relazione agli accertamenti svolti per il parametro fenoli totali» e che «le metodologie utilizzate non risultano comunque previste»;

   tali accuse sono state fermamente respinte da Ispra;

   è in corso la procedura di rinnovo dell'Aia relativa all'ex Ilva –:

   se intenda confermare o smentire quanto riportato in premessa, con particolare riguardo alle diffide promosse dal Ministero dell'ambiente;

   se e quali iniziative intenda adottare per impedire ulteriori emissioni e sversamenti nocivi per la salute e per l'ambiente da parte di Acciaierie d'Italia;

   se e in che modo intenda prendere in considerazione, nell'ambito della procedura di rinnovo dell'Aia per l'ex Ilva, i rilievi effettuati da Ispra e Arpa Puglia e le criticità riscontrate e riportate in premessa.
(4-04489)


   ORRICO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il Parco nazionale del Pollino, che prende il nome dall'omonimo massiccio montuoso, situato tra Basilicata e Calabria, ossia, tra le province di Cosenza, Potenza e Matera, con i suoi 192.565 ettari, di cui 88.650 nel versante lucano e 103.915 in quello calabro, è la più grande area protetta di nuova istituzione in Italia;

   il Parco nazionale del Pollino, che rientra tra i GeoParchi protetti dall'Unesco e comprende 56 comuni, rappresenta un patrimonio paesaggistico, naturalistico, geologico e storico-culturale, dal valore inestimabile come riconosciuto dagli studiosi in ambito internazionale;

   la guida del Parco nazionale del Pollino è vacante dal 31 gennaio 2023 ed affidata pro tempore alla vicepresidente avvocato Valentina Viola;

   tale ultima, inconsueta, circostanza ostacola, a giudizio dell'interrogante, una piena e più proficua gestione del Parco nazionale del Pollino;

   secondo quanto prevede il testo della legge n. 394 del 1991, attualmente in vigore, il presidente di un Parco nazionale: «è nominato con decreto del Ministro dell'ambiente, d'intesa con i presidenti delle regioni o delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale» –:

   quale iniziativa di competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per far sì che il Parco nazionale del Pollino possa avere di nuovo, a distanza di due anni, un nuovo presidente in modo da amministrare al meglio l'Ente.
(4-04497)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BAKKALI, MANZI e IACONO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   tra maggio e settembre del 2023 risultano espletate le prove preselettive del concorso pubblico per cinquecentodiciotto unità di personale (bando Gazzetta Ufficiale, n. 88 dell'8 novembre 2022) non dirigenziale, a tempo pieno e indeterminato, da inquadrare nell'area III, nei ruoli tecnico-scientifici del Ministero della cultura;

   per l'organizzazione del concorso, il Ministero della cultura si sarebbe affidato al dipartimento della funzione pubblica, avvalendosi della Commissione interministeriale Ripam anche per l'espletamento della procedura concorsuale;

   le figure professionali previste dal bando sono: funzionario archivista di Stato, funzionario bibliotecario, funzionario restauratore conservatore, funzionario architetto, funzionario storico dell'arte, funzionario archeologo, funzionario paleontologo, funzionario demoetnoantropologo;

   il 20 novembre 2024, undici mesi dopo la conclusione delle prove orali, risulta pubblicata la graduatoria;

   in data 10 gennaio 2025 gli idonei e i vincitori sembrerebbero aver ricevuto tramite Pec, dalla Direzione generale organizzazione del Ministero della cultura, la comunicazione della data della presa di servizio per il giorno 17 febbraio 2025. Senza alcuna possibilità di differimento – fatti salvi i gravi e documentati motivi di salute – e soprattutto veniva prescritto di essere, per quella data, liberi da ogni vincolo contrattuale;

   dal ricevimento della comunicazione gli interessati avrebbero dato le dimissioni dal lavoro e chiuso la propria partita iva;

   in seguito al deposito di un ricorso al Tar di uno dei concorrenti, che avrebbe ravvisato un errore materiale nel calcolo del proprio punteggio, in attesa di pronunciarsi nel merito (con udienza fissata al prossimo 20 maggio) in data 23 gennaio 2025, sempre con comunicazione via Pec, da parte della Direzione generale organizzazione, risulterebbe comunicata, con decreto cautelare n. 00331/2025 REG.PROV.CAU (pronunciato dal Presidente della Sez. IV-ter del Tribunale Amministrativo per il Lazio e pubblicato in data 18 gennaio 2025) la sospensione dell'efficacia della graduatoria concorsuale e rinviata l'assunzione in maniera indeterminata;

   a causa della indeterminatezza della tempistica, e non sapendo quando sarà definita la prossima data di presa in servizio da parte del Ministero, i suddetti concorrenti al concorso, che già svolgevano, in attesa della pubblicazione della graduatoria, un ruolo di consulenti o ricoprivano funzioni utili a sopperire alla totale assenza di funzionari tecnici presso il Ministero della cultura, si trovano ora disoccupati –:

   come il Ministro interrogato intenda intervenire al fine di procedere all'avvio delle assunzioni e tutelare gli archivisti coinvolti che già svolgevano, in attesa della pubblicazione della graduatoria, un ruolo di consulenti e ricoprivano funzioni utili a sopperire alla totale assenza di funzionari tecnici presso il Ministero della cultura.
(5-03651)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


   ROGGIANI, GUERRA e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 5 marzo 2024 è stato rinnovato il Ccnl delle cooperative sociali, con efficacia 1° gennaio 2023 - 31 dicembre 2025, che ha dato il giusto riconoscimento al lavoro nei servizi sociosanitari, educativi e di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate con un incremento del 15 per cento, legato al necessario recupero dell'inflazione;

   tale incremento si traduce in un significativo incremento percentuale annuo rispetto al costo del lavoro per le stazioni appaltanti da riconoscere negli importi a base di gara in occasione di nuovi affidamenti;

   per quanto riguarda gli appalti in corso, invece, la situazione è estremamente complessa e diversificata, essendo la revisione dei prezzi legata alla data dell'affidamento, così che per quelli effettuati prima del 27 gennaio 2022 la revisione dei prezzi sembrerebbe applicabile solo se inserita negli atti di gara, mentre per quelli post 27 gennaio 2022 è obbligatoria la previsione negli atti di gara della clausola di revisione dei prezzi;

   sempre in materia di revisione dei prezzi, inoltre, il decreto legislativo 31 dicembre 2024, n. 209, correttivo del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, ha 1 modificato la clausola di revisione dei prezzi disciplinata dall'articolo 60, prevedendo per i soli appalti di lavoro, che la soglia che fa scattare la clausola passi dal 5 per cento al 3 per cento, con il riconoscimento del 90 per cento dei costi sopraggiunti per motivi oggettivi;

   si tratta di una, seppur parziale, soluzione, che, con una incomprensibile discriminazione, non è stata però estesa agli appalti di servizi e forniture al quale continua ad applicarsi la soglia del 5 per cento con il riconoscimento dell'80 per cento, ora applicato solo sulla cifra eccedente. Ciò si traduce in un drammatico svuotamento delle clausole di revisione prezzi in questi contratti;

   l'assenza, di fatto, di efficaci meccanismi di revisione prezzi per gli appalti di servizi, rischia di determinare l'impossibilità, in molti casi, per i soggetti appaltatori di proseguire nell'esecuzione dei servizi e danneggia fortemente i lavoratori del settore;

   è necessario garantire ai contratti di durata pluriennale ad esecuzione continuata o periodica, come sono quelli dei servizi, con particolare riferimento ai servizi sociosanitari, di ristorazione scolastica e sociosanitaria, educativi, un meccanismo efficace, obbligatorio e automatico di revisione dei prezzi in condizioni ordinarie, che includa anche il costo dei rinnovi contrattuali e, in via straordinaria, di adottare un impianto di revisione dei prezzi applicabile a tutti i contratti in essere anche se sottoposti al precedente codice dei contratti con l'abbassamento delle soglie di accesso al meccanismo di revisione al fine di tutelare l'equilibrio economico dei contratti, garantire le imprese e salvaguardare l'efficacia e la qualità del servizio pubblico;

   la modifica della disciplina della revisione dei prezzi non è, tuttavia, sufficiente a garantire la tutela delle imprese fornitrici dei servizi e la tutela dei lavoratori del comparto: è necessario, altresì, riconoscere alle stazioni appaltanti e, in particolare, agli enti locali, le risorse finanziarie necessarie ad assicurare gli incrementi contrattuali, per quanto riguarda sia i nuovi affidamenti sia quelli in corso, tutelando al contempo le imprese fornitrici dei servizi, i lavoratori del comparto, i cittadini fruitori dei servizi e l'equilibrio di bilancio delle amministrazioni territoriali –:

   quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, al fine di trovare soluzione alle questioni esposte in premessa, a tal fine riconoscendo un adeguato trasferimento di risorse in favore degli enti locali o istituendo un fondo specifico al fine di riconoscere gli incrementi contrattuali negli appalti di servizi.
(3-01779)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   Siae (Società italiana degli autori ed editori) è un ente pubblico economico a base associativa, regolato dalla legge 9 gennaio 2008, n. 2 e dal decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 35, e svolge funzioni di gestione collettiva dei diritti d'autore in Italia;

   Siae è soggetta al controllo della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero della cultura, e, con l'attuazione della cosiddetta direttiva Barnier (decreto legislativo n. 35 del 2017), anche dell'Agcom;

   a partire dal 1° gennaio 2023, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato e successiva determinazione n. 152 della Corte dei conti, datata 20 dicembre 2022, è stata sottoposta al controllo della magistratura contabile, prevedendo una serie di adempimenti e controlli sui suoi bilanci e atti normativi;

   in data 23 ottobre 2020 si è perfezionata la convenzione tra l'Agenzia delle dogane e monopoli (Adm) e Siae, rinnovando fino al 31 dicembre 2028 la collaborazione per lo svolgimento delle attività di cooperazione, accertamento e constatazione delle violazioni in materia di Iva e dell'imposta sugli intrattenimenti (Isi), con particolare attenzione ai sistemi di biglietterie automatizzate e misuratori fiscali;

   per garantire tale collaborazione Siae si impegna a garantire una presenza capillare sul territorio nazionale, attraverso sedi territoriali fisiche e una rete di mandatari;

   Siae vanta oltre 120.000 associati, di cui molti non sono in grado di utilizzare i servizi online;

   tuttavia, come comunicato dalla Siae stessa tramite il proprio sito web, «A partire dal 1° febbraio 2025, lo Spazio Siae presso la direzione generale di Roma chiuderà definitivamente al pubblico» e poi ancora «A partire dal 1° febbraio 2025, i servizi, precedentemente offerti presso lo Spazio Siae di Viale della Civiltà Romana 17 – Roma, saranno riorganizzati per rispondere in modo più moderno e flessibile alle vostre esigenze»;

   dal 10 marzo 2025 decorreranno anche le chiusure delle filiali di Parma e di Venezia. Da quanto appreso dall'interrogante, sarebbe prevista anche la chiusura di altre filiali come quelle di Pescara, Perugia, Sassari, Catanzaro, Aosta e altre;

   in quanto ente pubblico economico Siae ha specifici obblighi nei confronti dei propri associati e degli utenti, tra cui la fornitura di servizi adeguati e accessibili a tutti, compreso il servizio di sportello fisico per coloro che non sono in grado di usufruire dei servizi online;

   la chiusura del servizio fisico ha suscitato preoccupazione tra gli associati, in particolare tra coloro che non hanno altre modalità di interazione con l'Ente –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e per quale motivo Siae, in virtù del proprio stato di ente pubblico economico, non mantenga in modo capillare sul territorio un servizio di sportello fisico che possa essere accessibile a tutti i propri associati, inclusi quelli non digitalizzati, al fine di assicurare pari opportunità di accesso ai servizi e alle informazioni dell'Ente.
(4-04490)


   ASCARI e MORFINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel 2009, Giulia Galiotto è stata assassinata dal marito, che ha confessato il crimine. Per l'omicidio è stata stabilita una condanna a 19 anni e quattro mesi, ma il reo ha scontato solo 13 anni ed è stato ammesso alla semilibertà;

   la famiglia di Giulia Galiotto ha diritto a un risarcimento stabilito da una sentenza, che il condannato non ha mai versato;

   nonostante il mancato pagamento da parte del responsabile, l'Agenzia delle entrate ha inviato una cartella esattoriale ai familiari della vittima, richiedendo il pagamento delle imposte su tale risarcimento mai ricevuto, per un importo di circa 6.000 euro;

   la situazione in cui versa la famiglia Galiotto rappresenta a giudizio degli interroganti un caso emblematico di ingiustizia fiscale e di violenza economica istituzionale, che impone un ulteriore peso burocratico su chi ha già subìto una grave perdita;

   tale richiesta fiscale appare all'interrogante priva di equità, poiché colpisce una famiglia che non solo ha perso un proprio caro in circostanze tragiche, ma che si trova ora costretta a farsi carico di oneri tributari su somme che non ha mai effettivamente incassato;

   questa vicenda evidenzia un problema più ampio nella gestione fiscale dei risarcimenti non corrisposti dalle persone condannate in sede penale, che rischiano di ricadere ingiustamente sulle vittime e i loro familiari –:

   se il Governo sia a conoscenza di questa vicenda e quali iniziative intenda adottare per verificare l'operato dell'Agenzia delle entrate in relazione all'emissione della cartella esattoriale nei confronti della famiglia Galiotto;

   se il Ministro dell'economia e delle finanze non ritenga opportuno valutare la sussistenza dei presupposti per riconsiderare tale richiesta fiscale e per evitare che situazioni analoghe possano ripetersi in futuro;

   se non sia il caso di adottare iniziative normative volte ad escludere la tassazione di risarcimenti giudiziari non effettivamente percepiti, al fine di evitare ulteriori ingiustizie a carico delle vittime e dei loro familiari;

   se il Ministro della giustizia, anche sulla base di un attento monitoraggio, con particolare riferimento ai casi in cui i condannati offrono somme irrisorie alle vittime, ritenga opportuno adottare iniziative normative volte ad introdurre criteri più stringenti per garantire una reale riparazione del danno.
(4-04493)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   TORTO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il Palazzo di giustizia di Chieti è ubicato in piazza San Giustino, la più importante piazza della città. La sede danneggiata in seguito agli eventi sismici del 2009 che colpirono la regione Abruzzo, fu oggetto di lavori di adeguamento sismico e interventi strutturali come dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 dicembre 2010 n. 3916 che ha destinato 6.700.000 euro;

   i lavori di sistemazione – nel corso dei quali veniva realizzato un ulteriore piano – venivano completati e l'edificio, completamente rinnovato, veniva parzialmente rioccupato alla fine del 2017;

   il Palazzo di giustizia è un complesso immobiliare costituito dal corpo centrale, avente superficie lorda di 3.595,39 metri quadrati e dalla Ala Galliani, avente superficie lorda di ma 1.094 metri quadrati e in virtù della recente ristrutturazione, si presenta in ottimo stato;

   recentemente è emersa la notizia da parte del Direttore generale Thomas Schael della Asl di Lanciano, Vasto, Chieti che il Ministero della giustizia è intenzionato ad acquisire l'immobile dell'ex sanatorio San Camillo situato nel comune di Chieti; sembrerebbe che tale immobile sarà destinato alla realizzazione di nuovi uffici giudiziari; secondo il Direttore generale Schael il Ministero della giustizia acquisirebbe l'immobile di proprietà della Asl sostenendo un costo di quasi 6,3 milioni di euro a cui si aggiungerebbero, successivamente, a carico dello stesso Ministero i costi di restauro e adeguamento ai locali idonei ad ospitare il Palazzo di giustizia;

   l'attuale collocazione del tribunale di Chieti comporta dei costi di affitto a carico del Ministero della giustizia a favore dell'attuale proprietario che è il Fondo Invimit Sgr s.p.a. il cui capitale interamente detenuto dal Ministero di economia e finanze;

   a giudizio dell'interrogante ogni operazione che prevede lo spostamento di sedi importanti come il Palazzo di giustizia deve preventivamente essere valutata sia in termini di costi per la collettività, sia in termini di benefici per il territorio, ma anche essere giustificata da una revisione della geografia giudiziaria –:

   quale sia l'ammontare annuo dei costi sostenuti dal Ministero della giustizia per l'affitto degli immobili attualmente adibiti a sede del Palazzo di giustizia di Chieti e come siano stati quantificati i costi dei canoni di locazione;

   quali siano reali accordi e impegni che il Ministero della giustizia ha preso con la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti e, eventualmente, quali sarebbero i tempi e i costi stimati per l'adeguamento dell'ex ospedale San Camillo per ospitare il Tribunale di Chieti;

   se l'acquisizione dell'ex San Camillo rientri in una eventuale strategia del Ministero della giustizia sulla revisione della geografia giudiziaria che, si ricorda, è una complessa riforma degli uffici giudiziari nell'ottica del risparmio e di recupero di efficienza;

   quali siano le infrastrutture necessarie che si dovrebbero eventualmente realizzare per rendere funzionale il Palazzo di giustizia nella sede dell'ex ospedale San Camillo;

   quali iniziative il Governo intenda adottare per promuovere la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico in disuso, con particolare riferimento a edifici di interesse storico come l'ex San Camillo di Chieti.
(4-04487)


   ASCARI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato dalla stampa, una minore di 12 anni sarebbe stata costretta a contrarre matrimonio in un contesto di presunta coercizione familiare nella provincia di Latina;

   dagli atti dell'inchiesta risulterebbe che la bambina sia rimasta incinta sempre a 12 anni e che, dopo un'interruzione spontanea della gravidanza, sia stata portata presso l'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli) per l'intervento di rimozione del feto;

   tale vicenda solleva gravi preoccupazioni in merito alla tutela dei minori, al rispetto della legislazione vigente in materia di matrimonio e alla prevenzione di fenomeni di violenza e sfruttamento nei confronti delle bambine;

   l'ordinamento italiano vieta espressamente il matrimonio dei minori di 16 anni, salvo autorizzazione del tribunale per i minorenni in casi eccezionali e nell'interesse del minore (articolo 84 del Codice Civile);

   la Costituzione italiana, all'articolo 29, riconosce la famiglia come una società naturale fondata sul matrimonio e garantisce l'eguaglianza giuridica tra i coniugi, escludendo forme di discriminazione e costrizione;

   la Convenzione di Istanbul, ratificata dall'Italia con la legge n. 77 del 2013, impone agli Stati di adottare misure adeguate per prevenire e contrastare matrimoni forzati e proteggere le vittime;

   risulta necessario accertare se vi siano state omissioni da parte delle autorità locali nella prevenzione di tale fenomeno e quali azioni siano state intraprese per tutelare la minore coinvolta –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda e quali iniziative, per quanto di competenza, abbiano intrapreso per verificare i fatti riportati;

   quali misure di tutela siano state adottate nei confronti della minore coinvolta e se risulti sia stato attivato un percorso di protezione da parte dei servizi sociali;

   se risulti che la bambina abbia frequentato la scuola dell'obbligo e se non lo avesse fatto se sia stato segnalato il suo caso. Ed ancora, se risulti che l'ospedale di San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli) abbia segnalato questo fatto di asportazione del feto alle autorità visto che a quell'età un rapporto sessuale è per legge considerato violenza;

   quali iniziative si intendano adottare per rafforzare i controlli e prevenire situazioni analoghe sul territorio nazionale, anche attraverso campagne di sensibilizzazione e formazione per le comunità maggiormente a rischio.
(4-04491)


   ASCARI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato dal quotidiano online Dire in data 24 febbraio 2025, una madre residente a Modena si sarebbe vista sottrarre il figlio di un anno, affetto da sindrome di down, su disposizione delle autorità competenti;

   la donna, successivamente ospitata in una struttura protetta, avrebbe subìto ulteriori limitazioni, tra cui il divieto di utilizzare il proprio telefono cellulare, impedendole così di mantenere contatti con l'esterno;

   la vicenda ha suscitato un acceso dibattito pubblico e sollevato interrogativi sulla proporzionalità delle misure adottate nei confronti della madre e del minore;

   la tutela dei minori in condizioni di fragilità deve essere perseguita nel rispetto del diritto alla genitorialità, garantendo il superiore interesse del minore, come stabilito dall'articolo 3 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ratificata dall'Italia con legge n. 176 del 1991;

   è fondamentale che le decisioni relative alla sottrazione di un minore dal nucleo familiare siano basate su una rigorosa valutazione dei fatti, supportata da relazioni tecniche imparziali e da un adeguato contraddittorio tra le parti coinvolte;

   la privazione della libertà di comunicazione per la madre potrebbe configurarsi ad avviso dell'interrogante come una misura eccessivamente restrittiva, potenzialmente lesiva dei diritti fondamentali della persona –:

   se i Ministri interrogati intendano promuovere, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti territoriali, un'indagine amministrativa sulle modalità di intervento dei servizi sociali in casi analoghi, al fine di garantire il rispetto dei diritti dei minori e dei genitori coinvolti;

   se siano previste iniziative affinché sia assicurata trasparenza e terzietà nelle procedure di allontanamento dei minori, evitando il rischio di provvedimenti sproporzionati o privi di adeguate garanzie per le famiglie;

   se non si ritenga opportuno adottare iniziative di competenza affinché le madri ospitate in strutture protette possano mantenere un regolare contatto con il mondo esterno, nel rispetto delle esigenze di sicurezza ma senza inutili restrizioni della libertà personale.
(4-04494)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ROMANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 117 del decreto legislativo n. 36 del 2023, al comma 1, disciplina che: «Per la sottoscrizione del contratto l'appaltatore costituisce una garanzia, denominata “garanzia definitiva”, a sua scelta sotto forma di cauzione o fideiussione, con le modalità previste dall'articolo 106»;

   l'articolo 106 del decreto legislativo n. 36 del 2023, ai commi 2 e 3, stabilisce che: «La cauzione è costituita presso l'istituto incaricato del servizio di tesoreria o presso le aziende autorizzate, a titolo di pegno a favore della stazione appaltante, esclusivamente con bonifico o con altri strumenti e canali di pagamento elettronici previsti dall'ordinamento vigente», ed ancora, «La garanzia fideiussoria a scelta dell'appaltatore può essere rilasciata da imprese bancarie o assicurative che rispondano ai requisiti di solvibilità previsti dalle leggi che ne disciplinano le rispettive attività, oppure dagli intermediari finanziari iscritti nell'albo di cui all'articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia.»;

   in data 2 marzo 2025 è stata pubblicata sul quotidiano La Repubblica un'inchiesta dal titolo: «Carte false» volta a far luce sul fenomeno delle false fideiussioni;

   l'articolo evidenzia episodi in cui imprenditori in procinto di stipulare una polizza, attraverso un ente assicurativo od un istituto bancario, per onorare quanto previsto dal codice degli appalti, in realtà sottoscrivono una finta polizza, o polizze reali ma emesse da compagnie che non hanno la reale capacità, giuridica od economica per emetterle;

   le polizze vengono stampate su carta intestata di enti noti ed accreditati salvo poi avere come riferimento indirizzi pec falsi, il che fa sì che un imprenditore non possa facilmente rivalersi sul colpevole che spesso ha sede extraeuropea;

   come si evince dall'articolo una indagine della Guardia di finanza, conclusasi pochi giorni fa, ha consentito la segnalazione di 15 soggetti, ha individuato 143 garanzie fideiussorie mendaci per un importo garantito pari a circa 330 milioni di euro e premi incassati per oltre 6 milioni, tra il 2023 ed il 2023 le organizzazioni individuate avevano rilasciato 109 garanzie di cui 84 abusive e 25 false;

   l'ultima modifica del codice degli appalti ha inserito all'interno del comma 3 dell'articolo 106 la seguente disposizione: «La garanzia fideiussoria deve essere emessa e firmata digitalmente; essa deve essere altresì verificabile telematicamente presso l'emittente ovvero gestita in tutte le fasi mediante ricorso a piattaforme operanti con tecnologie basate su registri distribuiti ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 1, del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12, o su registri elettronici qualificati ai sensi del regolamento (UE) n. 910 del 2014. Le piattaforme, operanti con tecnologie basate su registri distribuiti o su registri elettronici, sono conformi alle caratteristiche stabilite dall'Agid con il provvedimento di cui all'articolo 26, comma 1»;

   ad oggi risulta, tuttavia, che la piattaforma di cui al comma 3 non sia operativa e che l'unica tutela sia quanto disposto dal vademecum della Banca d'Italia;

   l'inchiesta di Repubblica si conclude ponendo l'accento sull'inadeguatezza dei controlli verso gli istituti assicurativi e bancari in contrapposizione ad un vantaggio digitale di questi enti che riescono a sembrare credibili ed eludere i vincoli legali;

   risulta necessario intervenire al fine di evitare un danno alle casse dello Stato garantendo il rispetto della legalità anche attraverso la revoca degli appalti per le imprese che utilizzano tali compagnie consapevolmente, tutelando invece le imprese che agiscono in buona fede –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione e quali siano le iniziative di competenza, anche a carattere normativo, che intendono intraprendere al fine di arginare questo fenomeno e per rafforzare lo strumento della revoca del contratto di aggiudicazione per quelle imprese che agiscono in mala fede.
(4-04495)


   PADOVANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   FlixBus è una società fondata in Germania nel 2011 operante nel settore della mobilità ed entrata nel mercato italiano nel luglio 2015, dove ha sviluppato una rete di circa 500 fermate con linee autorizzate da parte del Ministro interrogato;

   in quanto operatore di trasporto effettuato con autobus, la suesposta società di trasporti è soggetta alle disposizioni del regolamento (UE) n. 181/2011 del Parlamento europeo e dei Consiglio, del 16 febbraio 2011, relative ai diritti dei passeggeri nel trasporto effettuato con autobus, oltre che in ambito nazionale dal decreto legislativo n. 285 del 2005 e dal conseguente regolamento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti n. 316/2006 (modificato con decreto del 15 luglio 2022, n. 124);

   secondo informazioni in possesso dell'interrogante, i reclami inviati dagli utenti del servizio offerto da Flixbus sembrerebbero essere numerosi, a causa dei furti dei bagagli nel corso delle soste intermedie tra una destinazione e l'altra, durante le quali parrebbe non esserci una sorveglianza adeguata per scongiurare questi episodi;

   l'associazione Altroconsumo, viste le numerose segnalazioni ricevute, ha stilato sul proprio sito internet un vademecum sulle procedure da seguire in caso di disservizi, tra cui il furto di bagagli, per far valere i propri diritti nei confronti di Flixbus Italia;

   l'interrogante evidenzia che sul social network Facebook è stato addirittura creato un gruppo denominato «FlixBus bagagli smarriti o ritrovati» per supportare tutti gli utenti che hanno perso il proprio bagaglio durante i viaggi con Flixbus, la cui bacheca risulta piena di segnalazioni quotidiane di viaggiatori che non hanno trovato il loro bagaglio all'arrivo;

   stando a notizie di stampa, le segnalazioni su questo tipo di episodi risalgono già al 2017, senza che la compagnia in questi anni si sia tuttavia adoperata al fine di adottare soluzioni che risolvessero il problema;

   l'interrogante rileva altresì che diversi utenti lamentano le difficoltà nell'ottenere assistenza una volta scoperto il furto e, successivamente, nell'ottenere il risarcimento (spesso inadeguato) dalla società in precedenza richiamata –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato, per quanto di competenza, in merito ai fatti in premessa, con particolare riguardo ai requisiti di sicurezza delle fermate lungo le linee autorizzate.
(4-04496)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   GATTA, LOVECCHIO e D'ATTIS. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 febbraio 2025, nel corso di una riunione a cui hanno partecipato il capo della Polizia prefetto Vittorio Pisani, il vice capo della Polizia vicario Pr.to Carmine Belfiore, il capo della segreteria del Dipartimento Pr.to. Diego Parente e il direttore centrale anticrimine Pr.to Alessandro Giuliano, è stata illustrata, ai rappresentanti delle diverse sigle sindacali di categoria, l'ipotesi di razionalizzazione dei 21 reparti prevenzione crimine presenti sul territorio nazionale;

   in particolare la chiusura interesserebbe i sette reparti prevenzione crimine di Cosenza, Siderno, San Severo (Foggia), Lecce, Perugia, Potenza e Reggio Emilia;

   è stato evidenziato, inoltre, che il personale dei suddetti reparti, circa 400 operatori, verrebbe reimpiegato in altri uffici di polizia della provincia di appartenenza (principalmente nelle diverse questure), oltre alla possibilità di trasferire, a domanda, gli operatori in altre province;

   la prospettata ipotesi di razionalizzazione penalizza soprattutto la Puglia e la Calabria, regioni con un altissimo tasso di criminalità: nell'ultima classifica annuale stilata dal quotidiano «Il sole 24 ore», relativa all'indice di criminalità nelle province italiane sulla base delle denunce presentate per le diverse tipologie di reato nell'anno precedente, in rapporto alla popolazione residente, Foggia è risultata la provincia meno sicura della Puglia, davanti alla provincia di Barletta-Andria-Trani. In particolare, in riferimento alle differenti categorie di reati, il foggiano è in seconda posizione per danneggiamento seguito da incendio, terzo per usura e quinto per omicidi colposi; a ciò si aggiunge la carenza del personale di polizia di Stato, di oltre 100 unità, per coprire tutto il territorio di Capitanata (Foggia e provincia);

   si paventa che la suddetta scelta prospettata dai vertici della polizia di Stato possa incidere negativamente sull'efficienza operativa dei reparti prevenzione e crimine, con un drastico depauperamento dell'organico per il controllo capillare del territorio, e conseguente riduzione della capacità di intervento nelle operazioni straordinarie di sicurezza pubblica;

   recentemente, a seguito dell'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-01658, presentata dallo scrivente, il signor Ministro interrogato, che ha presieduto a Foggia un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ha evidenziato l'importanza dei risultati nella lotta alla criminalità, ottenuti anche grazie al costante e crescente rinforzo dei presìdi di contrasto del crimine su una realtà territoriale particolarmente complessa come quella della Capitanata –:

   se il Ministro interrogato, alla luce di quanto descritto in premessa, non ritenga opportuno avviare un tavolo di confronto approfondito con le parti interessate ed il coinvolgimento dei vari livelli di governo del territorio, per valutare gli effetti della razionalizzazione, al fine di contrastare, a Foggia e provincia, il connubio devastante tra degrado e illegalità, garantendo sicurezza ai cittadini della Capitanata, ed una conseguenziale migliore qualità della vita.
(4-04498)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   GATTA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   l'indirizzo musicale è un percorso didattico che permette agli alunni delle scuole secondarie di primo grado di studiare uno strumento musicale all'interno della scuola pubblica e in maniera gratuita;

   l'attivazione dei percorsi a indirizzo musicale avviene tramite richiesta all'ufficio scolastico regionale avanzata delle istituzioni scolastiche che devono garantire l'acquisizione di strutture e strumentazioni idonee allo svolgimento di tutte le attività previste dalla normativa in materia (decreto ministeriale n. 176 del 2022);

   i percorsi a indirizzo musicale delle istituzioni scolastiche statali sono autorizzati nei limiti dell'organico dell'autonomia assegnato alla regione: ferma restando la dotazione organica per la copertura di due ore settimanali di musica per ciascuna classe, sono attribuite, nell'organico dell'autonomia, per ogni percorso a indirizzo musicale, quattro diverse cattedre di strumento musicale, articolate su tre gruppi, ciascuno corrispondente ad un anno di corso;

   i percorsi a indirizzo musicale costituiscono parte integrante del Piano triennale dell'offerta formativa dell'istituzione scolastica e concorrono all'acquisizione del linguaggio musicale da parte degli alunni, integrando gli aspetti tecnico-pratici con quelli teorici, lessicali, storici e culturali attraverso l'insegnamento dello strumento musicale e della disciplina di musica;

   l'insegnamento dello strumento costituisce, per lo studente che frequenta l'indirizzo musicale, parte integrante dell'orario annuale personalizzato e concorre alla determinazione della validità dell'anno scolastico ai fini dell'ammissione alla classe successiva o agli esami di Stato;

   le istituzioni scolastiche statali che non attivano percorsi a indirizzo musicale possono comunque realizzare percorsi di ampliamento dell'offerta musicale mediante l'impiego di docenti di strumento musicale disponibili nell'organico dell'autonomia ovvero promuovendo accordi di rete con altre istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione;

   è previsto il monitoraggio, da parte degli Ufr, dello sviluppo dei percorsi a indirizzo musicale sui seguenti aspetti: la diffusione territoriale delle specialità strumentali, soprattutto con riferimento a quelle poco presenti o completamente assenti e l'attivazione di percorsi a indirizzo musicale presso istituzioni scolastiche afferenti a bacini provinciali ove tali percorsi siano presenti in numero limitato o completamente assenti;

   la carta della cultura giovani – iniziativa promossa dal Ministero della cultura – prevede un contributo dal valore nominale di 500 euro da spendere, tra le altre opzioni, anche in strumenti musicali;

   è auspicabile una maggiore diffusione territoriale delle specialità strumentali che sono previste quali classi di concorso presso i conservatori di musica di tutto il territorio nazionale anche al fine di conoscere strumenti di solito meno noti: a titolo di esempio si cita qui l'oboe, quale strumento indispensabile per l'attività orchestrale, il cui insegnamento è previsto presso i conservatori, ma che non viene proposto e pubblicizzato presso le scuole primarie e secondarie –:

   se il Ministro interrogato, al fine di ampliare la cultura musicale delle studentesse e degli studenti, non ritenga di dover adottare iniziative di competenza volte a promuovere nelle scuole l'introduzione di momenti di approfondimento della conoscenza di tutti gli strumenti oggetto di studio presso i conservatori di musica nonché di incrementare le risorse destinate alle istituzioni scolastiche finalizzate all'acquisto di strumenti musicali da concedere in comodato d'uso agli studenti al fine di poter introdurre anche l'insegnamento di strumenti musicali il cui costo risulta meno accessibile per le famiglie.
(4-04492)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   COLOMBO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   i lavoratori frontalieri italiani rappresentano una categoria fondamentale nell'economia delle aree di confine, contribuendo allo sviluppo e alla crescita delle realtà produttive in cui operano. Attualmente, per un lavoratore frontaliere non è possibile beneficiare dei permessi lavorativi previsti per prestatori di assistenza familiare in favore di familiari con disabilità o affetti da patologie gravissime correlate all'età;

   in Italia, tali permessi sono garantiti dalla legge n. 104 del 1992, mentre nella Repubblica di San Marino il diritto è disciplinato dall'articolo 27 della legge n. 129 del 2022. La normativa vigente non prevede alcun meccanismo che consenta ai lavoratori frontalieri di accedere a tali permessi a causa della divergenza tra il Paese di residenza e quello in cui viene svolta l'attività lavorativa;

   oltre 8.200 lavoratori attraversano quotidianamente il confine italo-sammarinese per recarsi al lavoro, mentre si stima che circa un migliaio di cittadini sammarinesi lavorino in Italia. La mancata tutela sociale mette i lavoratori frontalieri nella condizione di dover scegliere tra il mantenimento della propria occupazione e l'assistenza ai familiari in condizioni di fragilità;

   la situazione attuale costringe i lavoratori frontalieri a rinunciare alla propria occupazione o a gestire situazioni familiari di estrema difficoltà senza il necessario supporto. Il principio di equità e di tutela sociale impone che tutti i lavoratori possano usufruire di permessi per assistenza familiare indipendentemente dallo Stato in cui risiedono o lavorano;

   si rileva, a parere dell'interrogante, la necessità di sanare questa lacuna normativa e garantire ai lavoratori di frontiera il diritto ai permessi lavorativi per l'assistenza ai familiari in condizioni di disabilità o con patologie gravissime –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della problematica descritta in premessa e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, abbiano già intrapreso o intendano intraprendere per garantire ai lavoratori frontalieri l'accesso ai permessi per l'assistenza ai familiari disabili o affetti da patologie gravissime, anche attraverso un tavolo di monitoraggio con le autorità della Repubblica di San Marino per definire un accordo bilaterale che consenta il riconoscimento dei permessi lavorativi per l'assistenza familiare anche ai lavoratori frontalieri.
(3-01776)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PORTA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 180, della legge di bilancio per il 2025 (Perequazione automatica dei trattamenti pensionistici dei residenti all'estero) stabilisce che in via eccezionale, per l'anno 2025, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici superiori al trattamento minimo INPS non sia riconosciuta ai pensionati residenti all'estero;

   la relazione tecnica presentata in Senato in seconda lettura quantifica la minore spesa pensionistica derivante da tale misura in un importo pari a 8,6 milioni di euro per ciascun anno del periodo 2025-2028; negli anni successivi l'effetto previsto di minore spesa si riduce progressivamente ma comunque per l'anno 2034 – che è l'ultimo preso in considerazione nelle stime – l'importo del risparmio è quantificato in 7,8 milioni di euro;

   sono interessati, e quindi penalizzati, da suddetta disposizione circa 61.000 titolari di pensioni INPS residenti all'estero dei quali oltre 30.000 risultano essere titolari di pensioni di importo che varia da 567 a 1135 euro mensili mentre circa 11.000 sono titolari di pensioni di importo tra 1135 e 1703 euro mentre solo 12.000 pensioni sono superiori a quattro volte il trattamento minimo INPS;

   sembra evidente a giudizio dell'interrogante che la decisione del legislatore di bloccare il meccanismo della perequazione automatica a pensioni di importo così basso, lasciando invece inalterata la rivalutazione per le pensioni di importo alto dei residenti in Italia, oltre a rappresentare una ingiustificabile disparità di trattamento basata manifestamente sulla residenza, costituisce anche e soprattutto una violazione del principio di ragionevolezza, proporzionalità e adeguatezza dei trattamenti previdenziali (principio sancito dagli articoli 3, 36 e 38 della Costituzione) e di quello della salvaguardia delle pensioni più basse evocato più volte dalle sentenze della Corte costituzionale e da ultimo nella recente sentenza n. 19 del 2025 dove si evidenzia che il congegno normativo del rallentamento della dinamica perequativa deve salvaguardare l'integrale rivalutazione delle pensioni di più modesta entità, addirittura ricomprendendo in esso quelle di importo pari a quattro volte il trattamento minimo INPS –:

   considerato che nella relazione tecnica di accompagnamento del provvedimento in oggetto la scelta non viene sostenuta da alcuna valutazione, quali siano le motivazioni che il Ministro interrogato adduce per giustificare il congelamento, ancorché temporaneo, della perequazione automatica delle pensioni di basso importo erogate ai nostri connazionali all'estero alla luce delle sentenze della Corte costituzionale (che sempre nel tempo hanno voluto garantire una rivalutazione piena per le pensioni di importo più basso fino a quattro volte il trattamento minimo Inps), ed in considerazione del fatto che l'applicazione della normativa in questione è stata circoscritta ai soli residenti all'estero i quali sono tuttavia tutelati dal diritto internazionale, dai Regolamenti europei di sicurezza sociale e dalle Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale (che sanciscono il principio della esportabilità delle prestazioni previdenziali e il mantenimento dei diritti acquisiti).
(5-03652)

Interrogazione a risposta scritta:


   MANZI, SARRACINO, ORFINI, BERRUTO, FORATTINI, VACCARI, IACONO, GRIBAUDO, LAI, DI BIASE, CASU, TONI RICCIARDI, MALAVASI, GIRELLI, GHIO, ASCANI, SCARPA, MARINO, SIMIANI e SERRACCHIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'istruzione e del merito. – Per sapere – premesso che:

   proprio perché ritenuti responsabili dell'aggravamento del divario fra Nord e Sud, da oltre cinquant'anni, in Italia non vi sono più stipendi differenziati su base regionale o provinciale per prestazioni di lavoro dello stesso tipo;

   tale evoluzione culturale, in più riprese, ad avviso degli interroganti, è stata messa in discussione dall'Esecutivo: nel febbraio 2023, a pochi mesi dall'insediamento, il Ministro Valditara ipotizzava di varare stipendi diversi per gli insegnanti a seconda delle zone dove prestano servizio e – in fase di approvazione della proposta di legge delega sul salario minimo – il Governo si è sostanzialmente impegnato, con l'approvazione di un ordine del giorno, a firma del Gruppo Lega, ad introdurre una «quota variabile» di stipendio per i dipendenti pubblici, in particolare nel settore scolastico;

   tali proposte, che vanno nella stessa direzione del progetto di autonomia differenziata, prefigurano la volontà dell'Esecutivo di far rientrare anche l'istruzione tra le materie oggetto di trasferimento dallo Stato alle regioni, con il rischio di avviare un processo di regionalizzazione della scuola che deve, invece, continuare ad essere nazionale e pubblico, presidio insostituibile per garantire e rafforzare l'unitarietà dello Stato, senza penalizzare ulteriormente le regioni del Sud a vantaggio di quelle del Nord;

   lo Stato già investe per un cittadino del Nord circa 18 mila euro l'anno, mentre per un cittadino del Mezzogiorno circa 13 mila euro; anche solo portare, con un atto di indirizzo, il tema delle «gabbie salariali» ad avviso degli interroganti conduce a classificare come inferiori i cittadini del meridione e delle aree interne;

   preoccupa l'impostazione dell'ordine del giorno di cui in premessa perché secondo gli interroganti mina ad indebolire l'intero comparto del pubblico impiego, partendo da sanità e scuola, puntando sulla disarticolazione salariale su base territoriale;

   una riflessione sulle retribuzioni variabili per i docenti, in base al territorio, produrrebbe discriminazioni inaccettabili, legittimando la presenza di scuole di serie A e scuole di serie B. Una tale proposta avrebbe l'effetto di accentuare ancora di più l'esodo degli insegnanti del Sud verso istituti del Nord, producendo un danno incalcolabile per il sistema scolastico del Mezzogiorno;

   la questione relativa alla retribuzione dei docenti rimane tuttavia un'emergenza da affrontare partendo non dalle differenze di costi che gli insegnanti sostengono a seconda di dove vivano, ma dalle retribuzioni che rimangono tra le più basse dell'Unione europea;

   l'ultimo rapporto promosso dall'Ocse, che analizza e confronta i sistemi scolastici dei principali Paesi d'Europa e del mondo, conferma il dato negativo delle retribuzioni degli insegnanti italiani che risultano essere molto distanti rispetto a quelle dei colleghi degli altri Paesi. Queste differenze sono presenti ed evidenti in tutti i gradi di scuola, dalla scuola dell'infanzia alle scuole superiori;

   le risorse previste per i rinnovi contrattuali nella legge di bilancio, presentata dal Governo, che pure sono presenti, non sono assolutamente sufficienti a coprire l'inflazione di questi anni –:

   se e in che termini i Ministri interrogati intendano dare seguito all'impegno assunto in fase di approvazione dell'ordine del giorno in premessa e – in ogni caso – quali iniziative di competenza intendano attuare a garanzia della contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego, scongiurando ogni forma di discriminazione retributiva territoriale, in particolare al fine di dare centralità al comparto, a partire da quello dell'istruzione, anche avviando iniziative volte a reperire risorse adeguate ad innalzare le retribuzioni, portandole al livello europeo, e a definire incarichi e progressione di carriera del personale scolastico, attraverso un incremento, stabile, delle risorse stanziate dall'articolo 1, comma 561, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023) per il rinnovo contrattuale.
(4-04486)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazioni a risposta orale:


   AIELLO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da un comunicato stampa della Cgil Palermo si evince che il comune di Casteldaccia da 12 anni non applica ai suoi dipendenti il contratto collettivo decentrato della funzione pubblica. In pratica, alcune figure, come i vigili urbani, perdono anche fino a un massimo di 10 mila euro l'anno di indennità aggiuntive rispetto ai loro colleghi italiani. Nella giornata del 6 marzo 2023 si è svolta un'assemblea della Cgil e della Fp Cgil, nella sede comunale, con i dipendenti e i precari in attesa di stabilizzazione del comune di Casteldaccia. Alla conclusione dell'assemblea con il personale, è stato dichiarato lo stato di agitazione. A seguito di tale assemblea sindacale i dipendenti del comune di Casteldaccia chiedono all'amministrazione comunale che, prima possibile, si regolarizzi la situazione contrattuale, costituendo il fondo per la contrattazione decentrata che non è mai stato costituito dal 2012 a oggi. Considerato che il comune di Casteldaccia è l'unico degli 8.500 comuni italiani a non avere garantito per 12 anni il contratto decentrato ai lavoratori e che occorre quantificare le somme, verificare i residui e in base a quello adattare il contratto decentrato nuovo, adeguandolo alle esigenze dei servizi e alle aspettative –:

   quali iniziative per quanto di competenza il Governo intenda porre in essere, anche ai sensi dell'articolo 60 comma 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001 al fine di tutelare e garantire i diritti dei lavoratori del comune di Casteldaccia, la corretta applicazione del Ccnl e il recupero delle somme ad essi dovute.
(3-01772)


   GIRELLI, ROGGIANI e BRAGA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   il principio cardine che regola le forme di reclutamento nella pubblica amministrazione ha rango costituzionale, e nello specifico l'articolo 97, quarto comma, della Costituzione stabilisce che: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge»;

   da tale principio discende una ricca giurisprudenza che pone in capo alle amministrazioni pubbliche la responsabilità di attuare con rigore il dettato costituzionale, ottemperando altresì alle molteplici direttive, amministrative e di legge, orientate ad escludere elementi di discrezionalità e a preservare l'integrità della pubblica amministrazione, curandone così l'interesse;

   tra novembre 2020 e gennaio 2022, il Consiglio regionale della Lombardia ha bandito tre pubblici concorsi, atti a reclutare 3 dirigenti, 13 funzionari e 12 impiegati;

   le suddette procedure concorsuali si concludevano con la pubblicazione delle graduatorie, composte dai vincitori e dagli idonei non vincitori;

   su due delle tre procedure, e nello specifico su quelle per dirigenti e funzionari, l'amministrazione del Consiglio regionale, ad avviso dell'interrogante, sarebbe stata adottata una condotta gravemente lesiva degli interessi dell'amministrazione pubblica, non coprendo i posti vacanti in organico e lasciando volontariamente che la validità delle graduatorie scadesse, senza prevedere prima di tale termine degli scorrimenti, o senza prorogarne la validità senza costi;

   si fa presente che per le figure dirigenziali si è poi proceduto ad altre forme di reclutamento, provvedendo a coprire i posti vacanti per mobilità;

   per le figure dei funzionari, l'amministrazione è stata lasciata gravemente sguarnita (12 unità da inserire secondo il Piano integrato di attività e organizzazione tra il 2024 e il 2025, a cui bisogna aggiungere i posti relativi ai prossimi pensionamenti), lasciando presagire che potrebbero a breve, viste le carenze, essere bandite altre procedure di reclutamento, con ulteriori tempistiche e costi;

   a giudizio dell'interrogante gli idonei presenti nelle graduatorie dei citati concorsi, sono stati dunque ritenuti in maniera discrezionale inidonei, disattendendo l'idoneità conseguita per procedura concorsuale;

   questo si riverbera in maniera evidente sulle difficoltà di funzionamento dell'amministrazione in oggetto –:

   se, per quanto di competenza, il Ministro interrogato non ritenga di assumere iniziative in merito alla vicenda, anche valutando i presupposti per l'attivazione di verifiche di carattere ispettivo e la verifica di coerenza con il Piano integrato di attività e organizzazione.
(3-01773)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   BENZONI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   gli enzimi pancreatici sono indispensabili per chi ha subito un'operazione chirurgica al pancreas, ma anche per i pazienti affetti da patologie a coinvolgimento pancreatico, come la fibrosi cistica, in quanto consentono l'assimilazione delle sostanze nutritive degli alimenti in caso di insufficienza epatica;

   in tale categoria, si ricomprendono i farmaci contenenti il principio attivo pancrelipasi, ossia gli enzimi lipasi, amilasi e proteasi, secreti dal pancreas, necessari per il corretto svolgimento del processo digestivo e per l'assimilazione delle sostanze nutritive. Tali farmaci, infatti, hanno il compito di trasformare i nutrienti in sostanze semplici che possono essere assorbite dal nostro organismo, funzione fondamentale per i pazienti il cui pancreas non è più in grado di produrli;

   con nota pubblicata sul proprio sito internet il 25 ottobre 2023, l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) comunicava la carenza dei medicinali contenenti pancrelipasi, sottolineando che tale mancanza non fosse legata a problematiche di sicurezza o di qualità, ma dovuta a problemi produttivi e all'elevata richiesta degli stessi, prevedendone la distribuzione in maniera contingentata e aggiungendo che «tale situazione si protrarrà presumibilmente fino al 31/12/2025»;

   il Ministero della salute, attraverso un comunicato del 27 gennaio 2024, rendeva noto di essere a conoscenza della situazione di carenza, pur essendo la stessa «indipendente dalle attività regolatorie di AIFA» e che «la carenza di enzimi pancreatici riguarda, nello specifico, il farmaco Creon. Si tratta di una situazione nota e indipendente dalle attività regolatorie di AIFA, che ha già da tempo fornito ai pazienti e agli operatori sanitari adeguate informazioni anche di carattere operativo. Ad oggi l'unica azienda produttrice (Viatris Italia S.r.l.) ha comunicato l'impossibilità di soddisfare la domanda per eccesso di richiesta. Tuttavia, come peraltro già comunicato da AIFA attraverso le procedure ordinariamente utilizzate in caso di carenza di farmaci, l'Agenzia consente alle strutture sanitarie l'importazione per analogo farmaco autorizzato all'estero, nel caso in cui le strutture stesse dovessero riscontrare discontinuità nella fornitura, a livello delle reti distributive cui hanno accesso. Inoltre, le farmacie che non dovessero reperire il prodotto negli usuali canali distributivi possono effettuare un ordine diretto al titolare tramite l'apposito servizio di Customer Service», precisando infine di seguire la situazione con grande attenzione e di avere intenzione di porre in essere tutte le attività di competenza finalizzate a garantire la continuità terapeutica dei pazienti;

   successivamente, lo stesso Ministero, con una nota del 5 febbraio 2024, annunciava, a seguito della riunione del Tavolo tecnico di lavoro nel settore dell'approvvigionamento dei farmaci sul territorio italiano, in attesa delle prossime forniture già calendarizzate, lo sblocco di un lotto di trentotto mila confezioni del farmaco Creon 10.000UI;

   contestualmente, comunicava che «AIFA sta continuando a supportare le Regioni interessate nell'importazione del farmaco dall'estero», implicitamente evidenziando come la fornitura delle ulteriori confezioni, sebbene utile, non sia comunque sufficiente a soddisfare il fabbisogno del farmaco per i pazienti che ne hanno necessità –:

   quali ulteriori iniziative intenda porre in essere, per quanto di competenza, al fine di aumentare, con la massima priorità, la fornitura dei farmaci suesposti in modo tale da garantire la continuità terapeutica a tutti i cittadini.
(3-01774)

Interrogazione a risposta scritta:


   CARMINA, ILARIA FONTANA e MORFINO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da notizie diffuse a mezzo stampa si è appreso della drammatica vicenda riguardante l'insegnante di Mazara del Vallo, Maria Cristina Gallo, che dopo un'isterectomia effettuata a dicembre 2023 e nonostante i solleciti e le diffide, ha dovuto attendere fino all'agosto 2024 per ottenere l'esito dell'esame istologico. Nello stesso mese, a seguito di ulteriori accertamenti effettuati in conseguenza di dolori addominali, la donna ha scoperto la presenza di metastasi diffuse;

   tali fatti sono stati oggetto di una denuncia alla procura di Marsala;

   tuttavia, non si tratta di un caso isolato. Il precedente più recente riguarda un settantaquattrenne, in attesa dell'esito dell'esame istologico sulla natura del tumore a seguito dell'operazione effettuata presso l'ospedale di Marsala il 24 settembre 2024. L'esito è arrivato soltanto a distanza di 4 mesi, e precisamente lo scorso 13 gennaio, dieci giorni dopo il suo decesso;

   più in generale, i gravi ritardi nella refertazione di esami istologici rappresentano una costante per l'Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Trapani, con attese che risalgono addirittura al mese di maggio 2024;

   situazione che ha costretto il Ministero della salute a inviare una nota al dipartimento pianificazione strategica della Regione Siciliana, richiedendo una dettagliata relazione sul numero di esami istologici evasi e su quelli ancora in attesa di refertazione con scadenza al 19 febbraio 2025;

   a giudizio degli interroganti le tempistiche summenzionate comprimono il diritto fondamentale alla salute previsto dall'articolo 32 della Costituzione –:

   quali iniziative di competenza il Ministero della salute intenda adottare per monitorare e garantire il rispetto delle scadenze indicate dall'Asp di Trapani, in particolare riguardo al completamento dei referti istologici arretrati entro il 31 marzo 2025;

   se siano previste iniziative di competenza anche per il tramite del commissario per il piano di rientro per supportare l'Asp di Trapani nel miglioramento dei processi organizzativi e gestionali, affinché si prevengano futuri ritardi nella refertazione e siano assicurati standard diagnostici adeguati nel rispetto dell'articolo 32 della Costituzione.
(4-04488)

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Aiello n. 5-00496 dell'8 marzo 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-01772;

   interrogazione a risposta orale Manzi e altri n. 3-00865 del 12 dicembre 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-04486;

   interrogazione a risposta scritta Benzoni n. 4-02353 del 19 febbraio 2024 in interrogazione a risposta orale n. 3-01774;

   interrogazione a risposta in Commissione Girelli e altri n. 5-02892 del 27 settembre 2024 in interrogazione a risposta orale n. 3-01773;

   interrogazione a risposta in Commissione Vaccari e altri n. 5-02951 del 14 ottobre 2024 in interrogazione a risposta orale n. 3-01775;

   interrogazione a risposta scritta Colombo n. 4-04455 del 26 febbraio 2025 in interrogazione a risposta orale n. 3-01776.