XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 445 di mercoledì 12 marzo 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FRANCESCO BATTISTONI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito di un gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 11 marzo 2025, il presidente del gruppo parlamentare Fratelli d'Italia ha reso noto che il deputato Vincenzo Amich è stato designato delegato d'Aula in sostituzione del deputato Luca Sbardella.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Discussione della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata della deputata Anna Laura Orrico per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria (Doc. III, n. 1).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata della deputata Anna Laura Orrico per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria (Doc. III, n. 1).
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).
La Giunta delle elezioni propone l'annullamento dell'elezione per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria della deputata Anna Laura Orrico e, per l'effetto, la sua proclamazione nel Collegio plurinominale unico della XXIII Circoscrizione Calabria; conseguentemente, l'annullamento dell'elezione della deputata Elisa Scutella' proclamata nella XXIII Circoscrizione Calabria ai sensi dell'articolo 84, comma 3, del DPR n. 361 del 1957; nonché la proclamazione a deputato del candidato Andrea Gentile nel Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Su cosa?
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente, sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Prego.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere, ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento, il rinvio in Giunta delle elezioni del Doc. III, n. 1.
L'Aula oggi è chiamata ad esprimersi sull'annullamento di un'elezione democratica e, dunque, sulla decadenza di un deputato della Repubblica. La decisione a cui è pervenuta la Giunta è, tuttavia, segnata da gravi vizi ed errori di merito e di metodo e si basa su un divario numerico pari a 240 voti. Rileva, tra l'altro, in considerazione dell'esigua differenza numerica, la mancata verifica delle schede valide, nonostante l'esistenza di precedenti in tal senso. Questa appare l'unica consequenziale e doverosa scelta da compiere dopo che è stato deliberato il riconteggio delle schede nulle e bianche che, anziché offrire indicazioni risolutive, ha restituito uno scenario ancora più incerto.
Onorevole Presidente, colleghi, il complesso degli elementi esaminati induce a concludere che le decisioni della Giunta delle elezioni non siano contraddistinte dal principio dell'oltre ogni ragionevole dubbio, immanente nel nostro ordinamento costituzionale e ordinario. È, dunque, doverosa un'ulteriore approfondita integrazione di istruttoria dell'organo preposto. Per tali ragioni, si richiede il rinvio dell'esame del Doc. III, n. 1, alla Giunta delle elezioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sulla richiesta di rinvio alla Giunta delle elezioni della questione relativa all'elezione contestata della deputata Anna Laura Orrico per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria per svolgere ulteriori approfondimenti o, comunque, un supplemento di istruttoria, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, darò la parola ad un oratore contro ed uno a favore per non più di 5 minuti ciascuno.
Chi chiede di parlare contro? Nessuno. Chi chiede di parlare a favore? Nessuno.
A questo punto, non essendo ancora trascorsi i termini di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,40.
La seduta, sospesa alle 9,38, è ripresa alle 9,40.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Colleghi, passiamo dunque ai voti, avvertendo che, in caso di reiezione, si procederà alla discussione della relazione della Giunta delle elezioni.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio alla Giunta delle elezioni degli atti relativi alla proposta di deliberazione di cui al Doc. III, n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 19 voti di differenza (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Discussione - Doc. III, n. 1)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare la relatrice per la maggioranza, deputata Maddalena Morgante.
MADDALENA MORGANTE, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Signor Presidente, cari colleghi, vorrei iniziare, innanzitutto, con un ringraziamento; un ringraziamento sentito al presidente della Giunta delle elezioni, presidente Fornaro (Applausi), per la fiducia e per il rispetto che ha avuto nei confronti del lavoro del Comitato. Vorrei ringraziare anche tutti i singoli componenti…Presidente perdoni: la tematica è complessa e anche molto delicata.
PRESIDENTE. Onorevole Morgante, adesso ristabiliamo ordine e silenzio. Colleghi, prendete posto. Ascoltiamo in silenzio la relatrice di maggioranza, così abbiamo modo di sviluppare ognuno il proprio giudizio su ciò che saremo chiamati a votare di qui a poco.
Colleghi del MoVimento 5 Stelle, se mi aiutate, per favore. Onorevole Ricciardi, facciamo in modo di fare un po' di silenzio nel gruppo.
Colleghi del Partito Democratico, se mi date una mano anche voi. Onorevole Casu, onorevole De Luca, facciamo in modo di fare silenzio. Onorevole Braga, se mi date una mano, altrimenti non si riesce ad ascoltare l'onorevole Morgante. Un attimo, onorevole Morgante.
Colleghi, ripeto: è necessario silenzio come sempre avviene. Forse, però, non mi sentite. Onorevole Casu mi dà una mano, per favore? La ringrazio. Onorevole Rossi, può prendere posto, per favore? La ringrazio. Prego, onorevole Morgante.
MADDALENA MORGANTE (FDI), Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare anche tutti i singoli componenti del Comitato per la loro grandissima diligenza, per il puntuale, preciso e approfondito lavoro svolto, ma anche un grandissimo ringraziamento va agli uffici per la loro professionalità e costante disponibilità.
La Giunta delle elezioni, nella seduta pubblica del 17 gennaio 2025, ha deliberato di proporre all'Assemblea l'annullamento dell'elezione dell'onorevole Anna Laura Orrico proclamata nel Collegio uninominale 2 della Circoscrizione Calabria e, per l'effetto, la sua proclamazione nel collegio plurinominale unico della medesima circoscrizione.
Conseguentemente, l'annullamento dell'elezione dell'onorevole Elisa Scutella', proclamata in tale Circoscrizione Calabria, a seguito dell'incapienza della lista, ai sensi dell'articolo 84, comma 3, del DPR n. 361 del 1957, nonché la proclamazione a deputato del candidato Andrea Gentile nel Collegio uninominale n. 2 della Circoscrizione Calabria.
Riassumo brevemente, signor Presidente, i fatti e le ragioni che hanno indotto la Giunta delle elezioni a pronunciarsi in tal senso, rinviando completamente alla relazione scritta e agli atti parlamentari per la puntuale illustrazione delle argomentazioni svolte nel corso delle sedute della Giunta e nelle diverse fasi del contraddittorio che hanno caratterizzato la complessa attività di verifica dei poteri, svolti in questi anni.
Ricordo che nelle elezioni per la Camera dei deputati del 25 settembre 2022, la candidata del MoVimento 5 Stelle, Anna Laura Orrico, è stata proclamata eletta nel Collegio uninominale 2 Cosenza, della XXIII Circoscrizione Calabria, con una cifra elettorale di 66.193 voti. Al secondo posto per numero di voti è risultato il candidato Andrea Gentile, con una cifra elettorale di 65.711, con una differenza di 482 voti in meno rispetto alla proclamata.
Avverso la proclamazione dell'onorevole Orrico è stato presentato, nei termini previsti, il ricorso da parte del candidato della coalizione del centrodestra nel suddetto Collegio uninominale n. 2, Andrea Gentile. Dopo l'attività parlamentare di verifica, svolta sui verbali di tutte le 2.400 sezioni in cui si articola la Circoscrizione Calabria, nella seduta dell'8 novembre 2023 ho illustrato alla Giunta delle elezioni le risultanze delle operazioni svolte, dove ho riferito come, sulla base dell'esame dei verbali e delle tabelle di scrutinio, il totale dei voti validi riportati dall'onorevole Orrico risultava essere pari a 66.197, mentre il totale dei voti validi attribuiti al candidato Gentile risultava essere pari a 65.713.
Veniva, quindi, confermato il maggior numero di voti validi ricevuti dal deputato proclamato, Orrico, rispetto al candidato Gentile, con il divario di voti che passava da 482 a 484. Le schede nulle sono risultate pari a 6.135 e le schede bianche pari a 4.650. Nella medesima seduta dell'8 novembre, la Giunta ha deliberato l'apertura dell'istruttoria in aderenza con il criterio generale seguito anche per gli altri ricorsi riguardanti le proclamazioni nei collegi uninominali, sulla base dei dati relativi al divario tra il candidato eletto e il secondo candidato più votato, ma anche in rapporto al numero delle schede bianche e nulle contestate del collegio e ritenendo il ricorso non infondato. La Giunta ha, pertanto, disposto l'istituzione di un Comitato di verifica, di cui hanno fatto parte i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari presenti nella Giunta.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Morgante. Colleghi, la regola del silenzio non vale solo quando si comincia a parlare; vale per tutta la durata degli interventi. Quindi, vi prego: chi non è interessato esca dall'Aula; chi sta in Aula deve stare zitto. Aspetti, onorevole Morgante. Prego.
MADDALENA MORGANTE, Relatrice per la maggioranza. Dicevo, la Giunta ha pertanto disposto l'istituzione di un Comitato di verifica, di cui hanno fatto parte i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, con il compito di revisionare le schede bianche, nulle e contestate del Collegio n. 2, dapprima con un campione del 5 per cento e successivamente dell'intero collegio uninominale. Le successive riunioni del Comitato di verifica si sono svolte per un totale di circa 37 ore nell'arco di sei mesi. Gli esiti della verifica delle schede bianche e nulle - non vi erano schede contestate - sono stati comunicati e illustrati alla Giunta nella seduta del 17 settembre 2024, evidenziando, in particolare, come il criterio guida per tutti i lavori del Comitato di verifica sia stato quello, uniforme, del medesimo rispetto del principio fondato sulla legge e sull'evoluzione giurisprudenziale, nonché dei criteri definiti ex ante dalla Giunta nella seduta del 28 giugno 2023 del favor voti. Tale principio richiede, infatti, di salvaguardare la validità dei voti espressi ogni qualvolta possa desumersi la volontà effettiva dell'elettore, risultando chiara l'intenzione di esprimersi in favore di una determinata lista o di una coalizione di liste; ciò sempre in assenza di elementi di riconoscibilità del voto e considerando le cause di nullità del voto di stretta interpretazione, in ossequio all'articolo 48 della Costituzione.
Si è anche concordato sulle diverse fattispecie riscontrate per i casi di nullità, in particolare riconducibili a parole sconvenienti o all'apposizione di un unico segno o di più segni volti a ricomprendere la totalità delle liste presentate o più liste non in coalizione.
Un unico segno, al di fuori del riquadro, contenente il simbolo o la lista dei candidati nel collegio plurinominale, in conformità all'impostazione dei precedenti Comitati di verifica di questa legislatura. Come risulta agli atti della Giunta, è stato, quindi, dato conto che la verifica svolta ha comportato l'attribuzione di complessivi 1.623 nuovi voti validi ai candidati e alle liste nell'ambito delle 4.637 schede bianche e 6.122 schede nulle oggetto di revisione.
Nei casi di voti espressi in favore del solo candidato uninominale e/o di più liste della medesima coalizione, questi sono stati attribuiti, oltre che al candidato uninominale, pro quota tra le liste delle coalizioni, ai sensi dell'articolo 58, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957. Lo stesso UCC della Calabria, d'altronde, ha seguito la medesima impostazione, sottolineando come fosse da ritenersi univoca la volontà dell'elettore di votare il candidato uninominale e disponendo l'attribuzione di tali voti in favore del candidato uninominale, ripartendoli, in base al citato articolo 58, tra tutte le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti nel collegio.
Nel caso di un unico segno o di più segni apposti sulle liste appartenenti alla medesima coalizione, l'orientamento maggioritario dei gruppi presenti nell'ambito del Comitato di verifica, in continuità con gli orientamenti seguiti dalla Giunta per gli altri Comitati di verifica, è stato quello di considerarli voti validi in ossequio al principio guida del favor voti, anche tenendo conto del fatto che le casistiche riscontrate non potevano far sorgere elementi di dubbio in ordine al profilo di riconoscibilità. Tenuto conto che la validità del voto è stata ricondotta all'evidente volontà dell'elettore di esprimersi in favore di una determinata coalizione elettorale, si è pertanto convenuto di considerare tali voti alla stregua di quelli espressi in favore del solo candidato uninominale, secondo quanto prevede la legge elettorale. L'impostazione seguita ha consentito di assicurare sempre il rispetto del principio, alla base della legge elettorale vigente, di necessaria corrispondenza fra i voti riportati dai candidati nei collegi uninominali e quelli attribuiti alle liste agli stessi collegate nei collegi plurinominali. È al contempo agli atti del Comitato di verifica il dissenso riguardo a tale impostazione espresso dalla rappresentante del gruppo MoVimento 5 Stelle.
Vorrei ricordare solo brevemente che la questione del rapporto tra le decisioni assunte in sede di verifica dei poteri, rispetto a quanto evidenziato nelle istruzioni per gli uffici elettorali di sezione da una struttura amministrativa del Ministero, era stata, a sua volta, oggetto di ampia riflessione nelle sedute della Giunta plenaria, dedicate all'adozione dei criteri di nullità e validità dei voti, poi approvati nella seduta del 28 giugno 2023. In particolare, si è proceduto all'approvazione della parte comune degli emendamenti presentati dai colleghi Della Vedova, Pittalis e Malavasi, quindi esponenti di gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, volti a sopprimere un criterio che già nella XVIII legislatura era stato introdotto con l'approvazione dell'emendamento del deputato Parisse, rappresentante del MoVimento 5 Stelle.
All'esito della complessiva attività di verifica, sono stati attribuiti alla deputata Orrico 234 nuovi voti validi e al ricorrente Gentile 958 voti validi. La verifica delle schede bianche e nulle da parte del Comitato ha quindi portato alla determinazione delle nuove cifre elettorali, riscontrando un esito di 240 voti validi in favore del ricorrente Gentile rispetto all'onorevole proclamata Orrico.
Nella seduta del 17 settembre, la Giunta, dopo aver preso atto degli esiti dell'attività svolta dal Comitato di verifica, ha definito i termini per consentire alle parti l'accesso alla documentazione elettorale. Oltre alle parti, è stata altresì ammessa all'istruttoria, in qualità di soggetto interessato, l'onorevole Scutella', proclamata eletta per la lista del MoVimento 5 Stelle.
Dopo aver provveduto alla formale comunicazione dell'esito della verifica alle parti e consentito l'accesso alla documentazione nei termini definiti dalla Giunta, il ricorrente Gentile, la proclamata Orrico e l'onorevole Scutella' hanno trasmesso, nei termini regolamentari, memorie e chiarimenti (Commenti)…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Onorevole Morgante, se può avviarsi alla conclusione intanto, prego.
MADDALENA MORGANTE (FDI), Relatrice per la maggioranza. Nella memoria dell'onorevole Scutella', si legge, altresì, il testo della denuncia presentata alla procura della Repubblica, presso il tribunale di Roma, in data 17 ottobre 2024, in cui si evidenzia l'opportunità di disporre ulteriori attività istruttorie, rilevando, cito testualmente la memoria: “(…) il sospetto che l'anomalo risultato del processo di revisione delle schede bianche sia stato il frutto - come già portato all'attenzione dell'autorità giudiziaria - di condotte dolose penalmente rilevanti. Da questo punto di vista si ritiene preliminarmente necessario accertare la permanente e continua sicurezza del materiale elettorale dal momento in cui si sono concluse le operazioni degli uffici elettorali sezionali a quello della chiusura dell'istruttoria da parte del Comitato di verifica”.
Mi avvio alla conclusione. Nella successiva seduta del 19 novembre 2024, la Giunta delle elezioni - dopo aver respinto la richiesta presentata dal MoVimento 5 Stelle di ampliamento dell'istruttoria per mezzo dell'esame di un campione di schede valide - ha approvato la proposta di contestazione dell'elezione dell'onorevole Orrico.
Per concludere, signor Presidente, vorrei sottolineare come la decisione della Giunta delle elezioni di approvare la proposta di annullamento dell'elezione, di cui la presente relazione dà conto, unitamente all'iter parlamentare svolto e alle motivazioni che ne sono alla base, sia stata adottata all'esito di una puntuale e approfondita attività di verifica, della cui complessità e delicatezza è consapevole ciascun componente della Giunta, che ringrazio nuovamente in questa sede.
E vorrei anche sottolineare, signor Presidente, come il ruolo stesso della Giunta delle elezioni e la base costituzionale su cui si fonda la verifica dei poteri impongano di assumere una decisione fondata sui dati numerici riscontrati, tenendo altresì conto dell'esigenza di operare un imprescindibile bilanciamento tra esigenze istruttorie, durata del mandato parlamentare e necessità di esaminare tutti i ricorsi presentati alla Giunta in tempi congrui, sempre nel costante rispetto della legge, delle procedure e dei diritti verso terzi.
Ogni fase è stata sempre caratterizzata dai principi di trasparenza, del contraddittorio e da un'approfondita istruttoria, con anche una grandissima sensibilità umana per la delicatezza della questione, nella quale ciascuna decisione è stata assunta sulla base di un'attenta motivazione, sostenuta dal contenuto dei documenti elettorali e dalle schede, bianche e nulle, dell'intero collegio uninominale revisionate dal Comitato di verifica (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la relatrice di minoranza, deputata Carmela Auriemma.
CARMELA AURIEMMA , Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, prima di procedere ai motivi per cui noi contestiamo in toto la relazione di maggioranza, è opportuno precisare una cosa. Oggi votiamo la decadenza di un rappresentante della Repubblica democraticamente eletto a settembre 2022 e questa decadenza non si basa su principi di giustizia, né su principi di legittimità e neanche di merito, ma semplicemente su una decisione di un partito, appoggiato dalla maggioranza, e sulla volontà, appunto, esclusivamente della maggioranza.
Andiamo con ordine. A giugno 2023, la Giunta, con il voto di tutti i partiti, tranne del MoVimento 5 Stelle, annulla un criterio adottato dal Ministero dell'Interno e contenuto all'interno delle istruzioni e adotta un criterio diverso, un criterio di validità che non è previsto dalla legge elettorale, perché la legge elettorale in vigore prevede ben tre criteri di validità: uno pieno, cioè il voto sulla singola lista e il voto sull'uninominale: in quel caso, il voto si assegna alla singola lista e al candidato dell'uninominale. Poi prevede una seconda ipotesi, all'articolo 58, comma 2, in cui l'elettore ha barrato una sola lista e non l'uninominale: in quel caso, la legge prevede che il voto venga assegnato anche all'uninominale. E, poi, prevede l'ipotesi in cui il voto venga barrato solo sull'uninominale: in quel caso, il voto viene diviso pro quota alle varie liste in base alla proporzione delle liste conquistate in quel collegio.
Su questo criterio, che è previsto dalla legge ed è conosciuto dagli elettori, già ci sono dubbi di costituzionalità. E perché? Perché è evidente che, se un elettore barra - supponiamo - tre liste di maggioranza e non barra - per esempio, in questo caso - Fratelli d'Italia, è evidente che il risultato va ad avvantaggiare proprio quel partito che non è stato barrato.
La Giunta che cosa fa? Introduce un nuovo criterio, completamente diverso da questi criteri e che va contro le istruzioni del Ministero dell'Interno, istruzioni che - sfatiamo un mito - non sono esercizi di scrittura del Ministero, ma si basano sull'interpretazione della norma e, quindi, prevedono che, nel caso in cui ci siano più voti su più liste, non essendo chiara la volontà dell'elettore sul proporzionale, quel voto è nullo, perché non si può trascinare il voto sull'uninominale. Ora, che cosa fa la Giunta?
La Giunta decide di cambiare le regole di assegnazione dei voti validi a partita chiusa, cioè come se noi, a partita chiusa, decidessimo che un determinato comportamento, che aveva un valore durante la partita, ha tutto un altro valore. Ma cosa succede? Che gli elettori e la volontà degli elettori si sono formati su quelle istruzioni, su quelle regole; quindi, la Giunta che cosa decide? Decide anche di incidere sulla volontà dell'elettore, perché è evidente che la Giunta non si può sostituire alla volontà dell'elettore, ma così sta facendo.
Basterebbe soltanto questo per capire l'ingiustizia che state esercitando, l'illegittimità che state esercitando. Io voglio ricordare a quest'Aula che neanche le sentenze della Corte costituzionale in materia elettorale hanno un'efficacia retroattiva, perché salvano i rapporti esauriti, salvano tutti i rapporti esauriti che, nel momento elettorale, si hanno nella proclamazione degli eletti. La Giunta che fa? Appellandosi all'autodichia - ma non è autodichia - addirittura torna indietro nel tempo e modifica la volontà degli elettori, perché decide che quel voto che era nullo, perché l'elettore è andato nel seggio a invalidare quel voto, in realtà, è un voto valido e lo assegna al ricorrente e lo assegna in maniera proporzionata anche a quelle liste che non sono state barrate dall'elettore. È evidente che il favor voti che voi avete sempre richiamato non esiste in questo caso, anzi il criterio approvato dalla Giunta va a favorire, in alcuni casi, in tanti casi, proprio la lista che non è stata barrata.
Ma andiamo avanti. Il procedimento che porta alla contestazione del seggio dell'onorevole Orrico e, quindi, alla decadenza della collega Scutella' è un procedimento che prevede vizi costituzionali di legittimità. È stato presentato un ricorso, un ricorso che si basa su 83 dichiarazioni. Queste 83 dichiarazioni sono state verificate e abbiamo rappresentanti di lista che si trovano contemporaneamente in più seggi o, addirittura, in seggi che sono distanti 21 chilometri; abbiamo cittadini che non potevano essere presenti in quei seggi perché non sono elettori di quei seggi; eppure, vanno a dichiarare all'avvocato del ricorrente presunte illegittimità; abbiamo rappresentanti di lista che dicono di aver visto annullamenti anomali di voti.
Allora, Presidente, io ho fatto il rappresentante di lista e la prima cosa che dicono ai rappresentanti di lista è che, quando non viene assegnato il voto, si deve contestare e verbalizzare quel voto. Non c'è un voto verbalizzato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non c'è un voto contestato; questi rappresentanti di lista non hanno fatto il proprio dovere, ma hanno fatto una corsa dall'avvocato del ricorrente Gentile per fare queste dichiarazioni e non si sono neanche preoccupati di fare un'eventuale denuncia per l'irregolarità, qualora ci fosse stata, delle elezioni. Un procedimento arbitrario e discriminatorio, perché, Presidente, è evidente: se noi ammettiamo un criterio che determina la possibilità di recuperare voti validi solo per le coalizioni, è evidente che si sta dando un vantaggio esclusivamente al ricorrente, discriminatorio, che ha portato un vantaggio al ricorrente Gentile perché la collega Orrico perde il seggio solo ed esclusivamente per questo criterio; perché se noi volessimo contare anche le schede bianche - l'altro dato anomalo - comunque, in ogni caso, Orrico vincerebbe il seggio per 58 voti. Quindi, il criterio è stato lo strumento per sottrarre il seggio a Orrico e, quindi, la decadenza. Qui mi rivolgo, suo tramite, al presidente Fornaro, nelle grandi discussioni che abbiamo avuto: dove ci poteva portare questo criterio? Dove voleva esattamente il ricorso Gentile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): recuperare voti solo a favore del ricorrente ed è questo ciò che contestiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Non siamo d'accordo sulle assegnazioni? Allora, quest'Aula deve prendere coraggio e mettere mano alla legge elettorale, ma non può incidere in maniera così incostituzionale e così illegittima.
Mi permetto, Presidente, un inciso, perché questa arbitrarietà la viviamo anche oggi. A me fa specie, semplicemente per bon ton istituzionale, che la Presidenza venga tenuta oggi dall'unico partito che, appunto, sostiene il ricorrente Gentile. Almeno su questo un bon ton istituzionale si sarebbe dovuto avere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
La Giunta delle elezioni è un giudice e deve essere terzo e imparziale e tutto questo non c'è stato nel procedimento dell'onorevole Orrico. L'autodichia è stata, invece, uno strumento in mano alla maggioranza per far sì che a un candidato non eletto possa essere riassegnato il seggio che non ha vinto, perché quel seggio, senza quel criterio, non poteva, comunque, essere assegnato al candidato Gentile, perché Anna Laura Orrico l'avrebbe comunque vinto.
Poi c'è il dato anomalo delle schede bianche: come è possibile recuperare schede bianche per un valore del 10 per cento, quando la media delle scorse legislature era solo del 3 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Allora, noi ce lo dobbiamo chiedere e questa Assemblea ha un dovere etico, prima che politico, di chiedersi: come è possibile? Cosa è successo? Non è possibile venire qui ed esercitare la forza dei numeri. Noi siamo rappresentanti di una Repubblica libera e indipendente e non possiamo non riflettere su questi dati. Quello che sta succedendo all'onorevole Scutella' potrebbe succedere a chiunque di voi. A chiunque!
Cari colleghi e care colleghe, tutti noi siamo rappresentanti della Repubblica italiana, una Repubblica libera e indipendente. Per questo abbiamo un obbligo etico, prima che politico, di essere rappresentanti liberi e indipendenti. Quindi, vi chiedo di avere coraggio: siate coraggiosi, non piegatevi ai desiderata di un signorotto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che vanta, come unico titolo di ingresso, l'appartenenza a un blasone che oggi chiede il seggio dell'onorevole Scutella', ma che domani potrebbe chiedere il seggio di chiunque di voi. Siate liberi, votate in libertà e restituiamo insieme la dignità all'istituzione che, con onore, dobbiamo rappresentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni)
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Anna Laura Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Presidente, non farò la cronistoria dello stillicidio della democrazia che si è consumato nella Giunta delle elezioni, ma vorrei lasciare agli atti un discorso più ampio sul significato della politica, sul significato del diritto di voto e della libertà di voto e sul senso che ha, per me, essere una rappresentante parlamentare di tutti i cittadini calabresi.
La politica è ordine dove c'è caos e tirannia, giustizia dove ci sono diseguaglianze e discriminazioni, diritti per tutti dove c'è il potere di pochi. Questo per me vuol dire fare politica, lottare per un'idea di mondo dove tutti possano essere felici, dove tutti possano condurre una vita dignitosa. Le categorie politiche alle quali ci hanno abituato - destra, sinistra, dittatura, democrazia - in Calabria sono diventate obsolete, perché se ne è aggiunta una nuova di categoria politica, quella della famiglia; e mi piacerebbe che i politologi iniziassero a studiare questo caso particolare delle famiglie politiche, famiglie che, nella mia regione, si sono mescolate alle famiglie di affari, generando quel voto clientelare che ha ucciso ogni diritto, facendolo diventare una gentile concessione, una gentile concessione del capo della famiglia di turno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
È accaduto - e accade ancora oggi - che i calabresi abbiano paura di esprimere le proprie idee, di criticare chi detiene il potere, che si tratti del sindaco del più piccolo paese o del Sottosegretario al Governo del Paese.
La paura mangia la speranza e sta divorando il nostro futuro. Ecco perché quel voto, nel 2022, nel collegio elettorale di Cosenza, ha rappresentato un punto di svolta. E' stata la rivincita di chi si è sentito continuamente vessato dalla prepotenza del ricatto di chi ha il potere: il ricatto del posto di lavoro, il ricatto delle visite in ospedale o del ricovero ottenuto per l'amicizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il ricatto delle autorizzazioni necessarie per far partire la propria impresa, il ricatto del concorso improvvisamente perso per fare posto al figlio di o alla figlia di (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); il ricatto di un cognome che suona pesante perché è di quella famiglia.
Ma accade anche che ci sia un sussulto di dignità e rabbia. Può accadere che i calabresi decidano di alzare la testa e che votino liberamente, ma poi ci pensa il Parlamento a sovvertire e a schiacciare quel sussulto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E allora vi chiedo: dove sta la democrazia in tutta questa vicenda? Dove sta la libertà di voto di ogni deputato? Seguirete ancora una volta le indicazioni del vostro partito o voterete con coscienza, pensando ai calabresi, agli italiani che tradirete con il vostro voto a favore di chi entrerà per diritto di nascita e non per i meriti conquistati sul campo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
Eppure, qualcuno di voi lo ha fatto e lo ringrazio: voglio ringraziare Katya Gentile, esponente della Lega, che ha detto chiaramente che il ricorso Gentile si è fatto in Giunta e il percorso non è stato adamantino. Avete imbrogliato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Tra parentesi, è la cugina di Andrea Gentile, per chi non lo sapesse.
Io non ho alcun diritto di nascita, non ho un cognome pesante o importante, ma ho la mia storia personale che parla di fatica, di lotta quotidiana per i diritti di tutti. Voglio parlare ai calabresi, quelli che non decideranno più di nascondersi dopo l'ennesimo sopruso. A loro dico che io ci sono e ci sarò sempre, che non mi tirerò indietro, ma dobbiamo tutti avere più coraggio per mandare a casa chi, con l'arroganza e la prepotenza, schiaccia i nostri diritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Voglio ringraziare tutti i colleghi: grazie! Grazie perché non ci avete lasciato sole, non avete lasciato soli i calabresi, avete lottato insieme a noi, vi siete fatti sospendere per il diritto alla libertà di voto dei calabresi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Grazie, perché questo è il MoVimento 5 Stelle: è un sussulto di dignità, è un sussulto di libertà, è un sussulto di democrazia; è la voce a chi la voce non ce l'ha, a chi fiato non ha. E grazie alla collega Elisa Scutella', che si è sempre impegnata con disciplina e con onore. Elisa, continueremo a lottare insieme e non abbandoneremo i calabresi, quelli che lavorano onestamente, quelli che vogliono votare liberamente, quelli che non accettano l'arroganza del potere: è arrivato il momento di dire basta. Basta (Prolungati applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, che si levano in piedi, e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Elisa Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Presidente, siamo arrivati alla fine di una vicenda contrassegnata da dati surreali, da prevaricazioni, da soprusi, o, meglio, dalla parola che tutti usano quando parlano di questa vicenda: un'ingiustizia. Sapete - lei lo sa meglio di me, Presidente - che a Montecitorio ci conosciamo tutti, parliamo tutti; e tutti, anche chi ha spinto in prima persona questo ricorso, mi hanno detto privatamente: ma sai, è un'ingiustizia, ma andava fatto, va fatto. Va fatto per chi? Per chi e per cosa va fatto questo? Per chi e per cosa avete cambiato i criteri?
Sapete cosa andava fatto? Andava rispettato il voto dei cittadini calabresi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché un uomo, un vero uomo, un vero politico, quando si candida e perde le elezioni, fa un mea culpa e se ne sta a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e non cambia le regole per entrare. Avete cambiato le regole, perché nel 2022 il Ministero dell'Interno, come in tutte le elezioni politiche, ha dettato le linee guida e queste linee guida sono state accompagnate da video in TV dove vi veniva spiegato e ci veniva spiegato come votare: una “x” è valida…chiedo silenzio, gentilmente: almeno in questo momento abbiate un po' di rispetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Il video diceva ai cittadini: una “x” è valida, due, tre sono nulle e voi avete cambiato questi criteri rendendoli retroattivi. Lo avete fatto tutti, tranne il MoVimento 5 Stelle.
Lo avete fatto tutti e che cosa succede? Succede che qualcuno…e guai - io dico guai - a quella persona, quel calabrese che si è permesso di dire, per giustificare questa porcata: dobbiamo cambiare i criteri perché i calabresi sono ignoranti e non sanno votare. I calabresi hanno votato bene e non hanno votato per Andrea Gentile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Capitelo! Non hanno votato per Forza Italia e per Andrea Gentile e lo dico con orgoglio, da calabrese che rivendica ogni giorno le sue origini.
Se tutto questo non bastasse, se la distruzione della democrazia che avete fatto, colleghi, e anche chi voterà oggi…è inutile che guardate i cellulari, sorridete: oggi state facendo una porcata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E vedo che c'è un plotone di esecuzione e c'è anche il Ministro Tajani che, invece di andare a parlare e risolvere le guerre, viene qui per fare entrare Andrea Gentile (Vivi applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Il deputato Donno: “Vergogna! Vai a lavorare! Vai a lavorare, vai! Vai a lavorare! Vergogna!” - Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Onorevole Donno, onorevole Donno, onorevole Donno! La richiamo all'ordine, onorevole Donno!
ELISA SCUTELLA' (M5S). E allora come se tutto questo (Proteste del deputato Donno, che rivolge un gesto all'indirizzo della Presidenza) ...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Scutella'. Onorevole Donno, non si permetta mai più di fare quel gesto rivolto alla Presidenza, perché altrimenti lascia l'Aula (Il deputato Donno: “Mi cacci!”).
Onorevole Donno, la richiamo per la seconda volta all'ordine (Proteste del deputato Donno) ...
ELISA SCUTELLA' (M5S). Come se, Presidente…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Scutellà, non ho finito. Onorevole Donno, l'ho già richiamata due volte all'ordine, la prego di stare composto. Prego, onorevole Scutella'.
ELISA SCUTELLA' (M5S). La ringrazio, Presidente. Continuo dicendo, a tutti i colleghi che fanno finta di niente, che questo voto di oggi porterà la vostra firma e la vostra faccia e voi state calpestando il diritto di voto, il diritto di voto, quello che i cittadini scelgono e gli state togliendo anche questo. Non è democrazia, perché quando si cambiano le regole per fare entrare una persona e si fanno leggi ad personam, non è più democrazia, Presidente, ma si chiama in un altro modo.
E se tutto questo non bastasse, aggiungiamo un altro tassello. Nel collegio di Cosenza succedono cose strane: 83 persone che non potevano stare in quei seggi - perché i regolamenti li conosciamo un po' tutti - controllano, vedono che ci sono nelle schede delle anomalie e si sentono in dovere di andare tutti a denunciare non alla procura della Repubblica ma dall'avvocato Morcavallo, perché a Cosenza non c'è più la procura della Repubblica: c'è l'avvocato di Gentile che prende le dichiarazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si sentono tutti in dovere di andare lì: persone che non potevano stare in quei seggi, persone che si trovavano in quattro o cinque seggi distanti di 40, 50 chilometri tra loro. Ma voi siete impazziti! Ma di che cosa stiamo parlando?
E se ancora tutto questo non bastasse, se tutto questo non bastasse, c'è un dato inquietante: quando si procede a un ricorso, a un riconteggio - che per carità è legittimo, ognuno lo può richiedere - si fa un controllo delle schede bianche e delle schede nulle. Con le schede bianche può accadere che delle volte - perché è tardi, perché è notte, perché ci sono dei segni impercettibili - si verifica ed effettivamente il voto c'era. Ma questo, come è successo nei cinque ricorsi di questa legislatura - guarda caso solo quello di Andrea Gentile è andato a buon fine -, il dato percentuale è del 2 o 3 per cento.
Qua, nel seggio di Cosenza, c'è il 10 per cento di schede bianche che sono diventate valide (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare), e il 50 per cento di queste schede, guarda un po', va a Forza Italia e ad Andrea Gentile. Ma guarda che caso? E io invito tutti i colleghi - perché voi, prima di votare una cosa, la dovete conoscere - di andare a vedere quelle schede: io le ho viste e il segno non era impercettibile, era molto evidente.
E allora, che cosa succede? La trasmissione Report, che ringrazio, cerca di ristabilire la verità. Ci sono le persone che lavorano, i presidenti di seggio, i rappresentanti di lista - che ringrazio di cuore - che hanno detto apertamente: noi eravamo in tanti, le schede erano bianche. Allora, soprattutto nei verbali, Presidente - qui facciamo politica tutti -, non c'è stata una contestazione, non c'è un rappresentante di lista che ha detto ci sono delle anomalie (Commenti del deputato Cangiano)…
PRESIDENTE. Onorevole Cangiano, per favore.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Ma come è possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Dai Banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle: “Vergogna!”, “Vergognatevi!”)? E allora concludo, Presidente, e le dico una cosa e invito a una riflessione. Si fa politica per diversi motivi, ognuno di noi la fa per diversi motivi. C'è chi lo fa per senso di giustizia, chi per passione, chi per soddisfare il proprio ego, insoddisfatto, chi per potere, chi per soldi. Personalmente, mi sono avvicinata al MoVimento 5 Stelle quando, da giovane laureata che stava in Calabria, ho affrontato dei problemi che affrontano ancora i miei i giovani concittadini, i giovani calabresi, e cioè fare colloqui di lavoro dove mi veniva detto, delle volte implicitamente, in maniera velata, delle volte in maniera molto diretta e fredda: sì, il tuo curriculum va bene, ma qualche raccomandazione, qualche famiglia c'è dietro alle tue spalle?
Allora voi, oggi, mi buttate fuori, ma io vi dico una cosa: sarò più forte di prima da fuori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), continuerò a combattere questo sistema clientelare, di famiglie, che i calabresi perbene non vogliono, i calabresi che ogni giorno vivono in Calabria e combattono il sistema che vede, in campagna elettorale, non dei politici - perché quelli non sono politici -, ma dei signorotti, che vanno a dire: la vuoi la TAC cinque mesi prima? Votami. Vuoi che tuo figlio abbia un posto di lavoro? Votami.
Fate schifo, questo sistema fa schifo! E noi lo combatteremo fino alla fine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E, Presidente, le dico una cosa. Si voterà a breve in Calabria e io questo ve lo giuro: non ci sarà nessun convegno, nessuna manifestazione del centrodestra in cui non sarà presente il MoVimento 5 Stelle per ricordare lo schifo del caso Gentile (Prolungati applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Saluto gli alunni, le alunne e gli insegnanti del Collegio San Giuseppe-Istituto De Merode, di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Prendo atto che la relatrice per la maggioranza, deputata Morgante, e la relatrice di minoranza, deputata Auriemma, rinunciano alla replica.
(Dichiarazioni di voto - Doc. III, n. 1)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Io, noi replicheremo in Aula il voto che ho dato in Giunta e, quindi, voteremo contro la relazione che prevede la decadenza della collega. Lo faremo non in base a un giudizio politico, perché non è questa la sede per esprimere un giudizio politico rispetto al profilo politico-personale delle persone che sono in causa. Voglio dire ai colleghi, per quel che mi riguarda, che non è nemmeno un giudizio sul criterio adottato dalla Giunta delle elezioni, non è questo il momento di discuterne. Come i colleghi sanno, avevo proposto il criterio, poi utilizzato, prima ancora che si riunisse la Giunta e prima che si capisse cosa questo avrebbe comportato. Ma voglio dire ai colleghi di maggioranza che qui c'è un punto di sensibilità istituzionale e democratica, di equilibrio, che in Giunta non è stato rispettato. Perché le maggioranze cambiano e non si può pensare di affidare un giudizio di questo tipo a criteri che non siano ispirati a un fair play istituzionale tra maggioranza e opposizione che, in questo caso, a maggior ragione è dovuto. Ed è dovuto, ripeto, perché non può essere un criterio di maggioranza e opposizione.
Quindi, perché votiamo contro? Perché io trovo inaccettabile la decisione della maggioranza in Giunta di non procedere in un caso così delicato, quando i margini di differenza sono minimi, uno 0,01 per cento. La maggioranza ha voluto, con prepotenza ingiustificata, non accedere a una richiesta, che ciascuno di voi e di noi - me compreso - avrebbe rivolto alla Giunta, di procedere a un supplemento, se fosse il caso, anche alla riapertura di tutte le schede, di quelle non valide - come è successo -, cioè nulle e bianche, ma, anche, delle schede valide. Ciascuno di noi avrebbe chiesto, fino in fondo, il riconteggio di fronte a una manciata di voti, che segnano il destino delle persone in termini di elezione o no.
Rispetto a questa prepotenza, di cui, colleghi, nelle future legislature, se rimarremo un Paese democratico e libero, improntato allo Stato di diritto, ci sarà chi si dovrà pentire, perché, in quest'Aula poi, i precedenti - non è la mia convinzione - sono più immodificabili delle regole costituzionali, rispetto a questa prepotenza, che diventa una prepotenza quali siano le ragioni, cari colleghi, io invito a votare contro. Bisognava rinviare in Giunta, ma invito a votare contro perché è una prepotenza ingiustificata, voluta da una maggioranza, che pensa così di incassare un risultato - uno più, uno meno non cambierà le sorti di questa legislatura -, ma che segna un precedente pericoloso anche per il futuro (Applausi di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Italia Viva-il Centro-Renew Europe e del deputato Soumahoro).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, quello che stiamo votando oggi è un pericoloso precedente, l'ho detto in Giunta per le elezioni e lo ribadisco, qui, in Aula. Voglio ricostruire un attimo il percorso che ha portato a una decisione, che noi abbiamo contestato, di far decadere la collega che aveva legittimamente vinto nel collegio elettorale uninominale.
Parte così. Ci riuniamo le prime volte nella Giunta delle elezioni e arriva immediatamente un dossier, con decine di cittadini che denunciavano - essendo rappresentanti di lista, ma anche da parte di singoli cittadini, che erano andati nel seggio e si erano resi conto di questa incredibile anomalia - che molte schede erano state annullate ingiustamente o che alcune schede che erano state votate, invece, erano state dichiarate bianche.
Ebbene, durante la sessione pubblica che abbiamo fatto con l'avvocato del candidato che ha presentato il ricorso, io ho domandato se fosse stata fatta una denuncia. Questo spontaneismo si era trasformato in questo comportamento: questi cittadini erano andati spontaneamente da un solo avvocato - che poi è anche un rappresentante del centrodestra del territorio calabrese - e avevano segnalato a lui, ma avevano deciso di non fare denuncia a organi giudiziari né, tantomeno, lo avevano segnalato nel seggio. Non lo avevano segnalato nel seggio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Presidente, ho fatto il rappresentante di lista e lo scrutatore. Nella mia vita non è mai successo che decine di persone segnalassero non durante lo scrutinio nel seggio, ma a un singolo avvocato e neanche a soggetti delle Forze dell'ordine o della magistratura. Ma la cosa più incredibile è che alcuni di loro erano rappresentanti di lista e, nonostante fossero rappresentanti di lista, avevano denunciato un avvenimento per il quale risultavano assenti, ossia non c'erano i loro nomi nei verbali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Eppure, era stato costruito tutto. Il ricorso, ovviamente, come tutti i ricorsi, andava analizzato; però vengono modificati i criteri.
Ecco, oggi, discutiamo su qualcosa che riteniamo estremamente pericoloso (lo ha detto prima anche il collega Della Vedova): il precedente diventa una pietra pesantissima sulle azioni e sulle scelte di quest'Aula. Decidere di far decadere un collega parlamentare...Lo voglio ricordare: il collegio uninominale era stato vinto per 482 voti; al termine del riconteggio delle schede bianche e nulle, la differenza a favore del ricorrente è di 240 voti. Alla nostra richiesta, a quel punto, di iniziare un riconteggio almeno del 5 o del 2 per cento delle schede valide, ci è stato risposto no. Questa è una scelta molto grave. Infatti, non si capisce perché era corretto ricorrere con un differenziale di 500 voti, ma, quando si è ribaltato il risultato, si è deciso di chiudere il libro. È un precedente pericolosissimo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Significa dire: quando vinco, chiudo e porto a casa il risultato!
Presidente, mi fa piacere che oggi siano presenti in Aula il Ministro Tajani, che saluto - prima stava tra i banchi del Governo, mentre adesso non so dove sia - e il Ministro Giorgetti… No, Pichetto Fratin, scusate. Quindi, sono il Ministro Tajani e il Ministro Pichetto Fratin.
Ritengo che questa decadenza, questo voto in Aula, per il Ministro, sia anche più importante di tante vicende legate alla guerra, dei problemi internazionali, per cui non lo abbiamo visto negli ultimi tempi in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ci dicono - lo leggiamo dalle cronache - che, addirittura, al voto di oggi sia legata la tenuta della giunta in Calabria (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! La giunta in Calabria dipende da questo voto! Stiamo parlando, oramai, di una situazione medievale, in cui il Ministro deve venire qui ad omaggiare una scelta, altrimenti i signorotti fanno cadere la giunta calabrese (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle)! A questo è ridotta quest'Aula! Ministro, la giunta calabrese è più importante di Gaza o dell'Ucraina (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle)?
Mi dispiace, ma questa non è politica. Addirittura, abbiamo deciso di fare in fretta e furia, perché sui giornali sta uscendo un dibattito. Ci sono consiglieri regionali che hanno detto: se non entra questo deputato, non è detto che la Calabria continuerà ad avere quel presidente. Vi renderete conto che, dal nostro punto di vista, è qualcosa di inaccettabile. Come è inaccettabile la decisione finale.
Noi dovevamo aprire di nuovo le schede votate e verificare se anche quelle fossero state coerenti con il percorso elettorale e con un differenziale… Voglio ricordare che la collega che ha vinto nel collegio uninominale aveva circa 500 voti di vantaggio; con il riconteggio con altre regole ha avuto 280 voti di svantaggio. Quindi, facciamo entrare un deputato che ha preso meno voti di differenziale rispetto al collega precedente e abbiamo scelto di non riaprire, almeno a percentuale, le schede votate (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle)!
Vi rendete conto che è una scelta molto grave? Continuo a dirlo ai colleghi. Sia chiaro: ho partecipato e non mi sento assolutamente di dire che il presidente della Giunta e la presidente della Commissione abbiano fatto azioni scorrette o di altro tipo, ma è evidente che è stato impostato un sistema per portare a questo risultato e, se lo si voleva ottenere in modo onesto intellettualmente, bisognava avere il coraggio di ricontare anche le schede votate.
Inoltre, voglio ricordare a tutti noi che, se abbiamo fatto passare, una volta, l'idea che si vota e si scrutinano i voti in un modo e poi si riconteggiano in un altro, lo si potrà rifare sempre (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, MoVimento 5 Stelle e della deputata Boldrini)! Ognuno di noi, ogni parlamentare, ogni consigliere regionale, ogni consigliere comunale potrà essere soggetto a un sistema diverso a seconda di chi detiene la maggioranza.
Ed è qui che voglio fare una riflessione con i colleghi e con l'Assemblea: è vero che ci sono una maggioranza e una minoranza, ma c'è anche l'idea di rappresentare il Paese e le regole. Guardate, è chiaro che non è la prima volta - e forse non sarà l'ultima -, ma la stella cometa che ci deve sempre spingere ad agire è l'interesse collettivo e la correttezza nei comportamenti. Ribaltare un risultato, come è avvenuto questa volta, significa dire: se vinco e mi serve quella persona, io faccio tutto e anche oltre quello che è previsto dalle leggi per farlo entrare (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).
Questa cosa non ci fa onore, non rende questo Parlamento più onorevole, anzi, getta una macchia. È il motivo per cui avevamo chiesto, con insistenza e con determinazione, che almeno si facesse quel riconteggio. Oggi, abbiamo votato a favore del rinvio in Giunta delle elezioni. Si è scelto di non farlo, si è scelto di fare una seduta alla presenza di Ministri, addirittura del capo del partito a cui appartiene questo deputato che dovrebbe subentrare. Non credo sia una buona accoglienza e non credo sia una buona immagine per il nostro Parlamento.
Quello che è certo, Presidente, è che oggi, anche davanti a questi ragazzi che ci sono venuti a vedere in Parlamento, abbiamo dato una pessima idea di cosa sia la democrazia e di cosa sia la democrazia parlamentare. Quindi, voteremo contro (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Innanzitutto, volevo ringraziare tutti i commissari per il lavoro fatto, la coordinatrice del comitato, Morgante, e il presidente della Giunta, Fornaro. Certamente, intervenire in questo contesto - quando si parla di colleghi - non è una cosa facile ma, ovviamente, come membri di Commissione, abbiamo un ruolo di commissari e dobbiamo essere i notai, i giudici rispetto a quello che accade. Dunque, bisogna far venir meno anche il senso di appartenenza partitica, il senso di appartenenza ad una coalizione perché, se andassimo a regolare i nostri comportamenti in base a un'appartenenza partitica o di coalizione, rischieremmo di non fare bene il nostro lavoro, perché il nostro lavoro, come dicevo prima, è quello di fare i giudici rispetto a quello che abbiamo visto e toccato con mano.
Allora, a partire dall'ultimo intervento, ho ascoltato alcuni interventi oggettivamente poco realistici e anche abbastanza di parte. Perché, Presidente, il vulnus vero di questa vicenda sta nel fare un criterio, che la Giunta ha adottato, su cui noi, di Azione, insieme ai 5 Stelle, eravamo contrari.
Oggi vedo colleghi appartenenti alla coalizione che, per un discorso di parte/interesse, hanno votato un criterio e oggi vengono qui a fare i moralisti (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e MoVimento 5 Stelle). Allora, il criterio è stato, come dire, adottato; ricordo che ci furono anche grosse proteste e ci fu l'occupazione della Giunta, ma il criterio fu adottato a larghissima maggioranza. Poi, c'è stato tutto il lavoro del Comitato, un lavoro serio, un lavoro meticoloso. Devo dire che abbiamo fatto più di una seduta a settimana, spesse volte, ed è uscito fuori il risultato oggettivo, con tante stranezze, perché ce lo dobbiamo dire: stranezze nel trovare schede votate bene dentro buste sigillate che dovevano contenere solo schede bianche e, invece, abbiamo rinvenuto schede votate. Quindi, certamente è un caso che noi in Giunta abbiamo detto che va segnalato per capire come questi presidenti abbiano potuto inserire schede votate dentro le buste che dovevano, invece, contenere solo schede bianche. Quindi, alla fine di questo lavoro scrupoloso si arriva, ovviamente, con dei numeri oggettivi.
Quindi, uno non ritiene corretto il criterio, ma per il criterio adottato - e torniamo nel nostro ruolo di commissari, di giudici, di notai - a quel punto la matematica è oggettiva, non è più un'opinione. Quindi, noi abbiamo votato, come gruppo di Azione, in maniera favorevole sul ritorno in Giunta, però, nello stesso tempo, non siamo falsi moralisti, perché la matematica la conosciamo tutti. Per noi è oggettivo e, quindi, il nostro voto sarà di prendere atto del risultato che il Comitato ha avuto in maniera corretta e trasparente perché abbiamo fatto un lavoro meticoloso (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare - Commenti della deputata Orrico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Ritengo doveroso, innanzitutto, rivolgere a nome di tutti i gruppi politici del centrodestra…
PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Pittalis, un attimo solo. Colleghi, per favore: lo stesso silenzio di prima garantiamolo adesso e anche nei successivi interventi. Prego.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ritengo, dicevo, doveroso, innanzitutto, rivolgere, a nome di tutti i gruppi politici del centrodestra, un ringraziamento al presidente della Giunta delle elezioni, onorevole Federico Fornaro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare) per la correttezza e l'equilibrio con i quali ha diretto i lavori della Giunta.
Un grazie sentito anche alla presidente del Comitato istituito per la verifica delle schede, onorevole Maddalena Morgante (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), la quale ha svolto un ruolo assolutamente terzo ed imparziale, avendo cura, in relazione ad ogni questione che potesse presentare profili problematici, di rimettersi sempre alle decisioni del Comitato e della Giunta delle elezioni, astenendosi da ogni valutazione che potesse favorire una parte piuttosto che l'altra. È una grande lezione di stile che le fa onore, onorevole Morgante (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che fa onore alla stessa Giunta delle elezioni e al Parlamento, perché grazie a lei e grazie alla condotta tenuta dal presidente Fornaro è stato possibile preservare il ruolo e la funzione di questo importante organo di garanzia (La deputata Torto: “Bravo, te lo facciamo pure noi l'applauso”)…
PRESIDENTE. Onorevole Torto, no, no, no. Abbia pazienza, onorevole Pittalis. Colleghi (Commenti della deputata Torto)…Onorevole Torto, così non va bene, però, non va bene, non va bene, onorevole Torto, e lo dico anche a tutti i colleghi del MoVimento 5 Stelle: si ascoltano gli interventi di tutti con lo stesso rispetto. È quello che io pretendo dagli altri, è quello che io pretendo da voi: lo stesso rispetto, uguale. Prego, onorevole Pittalis (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… No, colleghi. Intendiamoci, faccio appello veramente al vostro capogruppo: facciamo in modo che la seduta vada avanti con l'ordine che pretende.
Prego.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Dicevo, ruolo e funzione di garanzia, assicurato dal costante supporto dei dirigenti, dei funzionari e del personale tutto addetto alla Giunta delle elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), che si è contraddistinto per la competenza, la preparazione, la disponibilità e una dedizione al servizio non comune, che ritengo meriti un plauso da parte di tutta l'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).
L'ufficio della Giunta ha, con pazienza, scrupolo e diligenza, seguito in ogni momento i nostri lavori e tutte le connesse operazioni: dalla custodia dei plichi contenenti le schede bianche e nulle all'apertura delle buste sigillate, fino allo spoglio e all'esame di ogni singola scheda, con puntuale verbalizzazione di tutte le operazioni compiute e non facendo, soprattutto, mai mancare il supporto, anche sotto il profilo tecnico-giuridico, in relazione anche ai casi controversi.
Dunque, al di là delle polemiche, spesso ingenerose e strumentali, a tutti deve essere chiaro che il ruolo e la funzione della Giunta delle elezioni non sono mai stati e mai dovranno essere quelli di dirimere contese politiche tra contendenti di opposti schieramenti, bensì quello di accertare, sulla base di un esame oggettivo delle schede nulle e bianche e, soprattutto, in ossequio al principio del favor voti, la fondatezza o meno dei ricorsi che vengono proposti all'attenzione della Giunta medesima. E di ricorsi in questa, come in altre passate legislature, ne abbiamo visti tanti: alcuni definiti con esito favorevole ed altri con esito negativo per il ricorrente.
In questa legislatura, ad esempio, abbiamo esaminato i ricorsi proposti dai candidati del Partito Democratico e di Italia Viva avverso le proclamazioni nei collegi uninominali delle circoscrizioni Emilia-Romagna e Lombardia 1, la cui verifica si è attestata su un campione del 10 per cento delle schede bianche e nulle che - voglio qui ricordare - hanno certificato, questo sì, una tendenza di recupero di voti validi sempre a favore dei candidati del centrodestra.
E così si è verificato anche nel caso del ricorrente Andrea Gentile, al quale sono stati applicati gli stessi criteri e le stesse identiche regole, quelle stesse identiche regole che ha voluto il Partito Democratico, estendendo la verifica al 100 per cento delle schede bianche e nulle, proprio perché non potesse residuare dubbio alcuno e anche perché - è bene ricordare - nel collegio uninominale n. 2 di Cosenza la candidata eletta, onorevole Anna Laura Orrico, aveva riportato appena 482 voti in più rispetto al suo contendente.
La verifica, come è stato già evidenziato, ha avuto una lunga gestazione, come era doveroso: è iniziata il 20 febbraio 2024 ed è stata conclusa dal Comitato - di cui ha fatto parte un rappresentante per gruppo, tra i quali la rappresentante del MoVimento 5 Stelle, onorevole Auriemma, che io ringrazio perché ha dato un contributo fattivo ai lavori del Comitato - il 31 luglio 2024, cui è poi seguita, all'esito del contraddittorio tra le parti, la camera di consiglio del 17 gennaio 2025, con l'esito che anch'io voglio qui ricordare: sono stati assegnati complessivamente 1.623 voti, di cui 958 attribuiti al candidato del centrodestra Gentile, 234 voti alla candidata del Movimento 5 Stelle Orrico, 263 voti al candidato del centrosinistra Pecoraro, 60 voti al candidato di Azione - Italia Viva e il resto distribuito tra le liste minori.
E se si ha riguardo ai voti validi attribuiti alle liste, a Forza Italia sono stati assegnati 414 voti, a Fratelli d'Italia 377 voti, alla Lega 149 voti, a Noi Moderati 18 voti, al MoVimento 5 Stelle 234 voti, al Partito Democratico 187 voti, ad Azione - Italia Viva 60 voti e ad AVS 28 voti. Perché ho richiamato questi voti attribuiti ai partiti? Perché sono voti validi, a fronte di corrispondenti schede nulle e bianche, in favore, dunque, di tutti i partiti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), di centrodestra e di centrosinistra, compreso il MoVimento 5 Stelle, che ha recuperato, come ho detto, ben 234 voti.
Ho richiamato questi dati perché, colleghe e colleghi, impongono con urgenza una seria riflessione da parte di tutte le forze politiche sulla necessità di apprestare strumenti che non vanifichino la volontà dell'elettore, ad iniziare dalle stesse istruzioni ministeriali, spesso di non facile interpretazione, in uno alla selezione del personale addetto ai seggi elettorali, che abbiamo potuto appurare sono, nei numerosi, oramai, casi ricorrenti, privi di quale che sia formazione e preparazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Riteniamo utile, signor Presidente, che vengano segnalati, in particolare, quei casi di conclamata negligenza che sembra spesso sconfinino nell'intenzionalità di rendere nulla la volontà dell'elettore.
Allora, tornando al caso in esame, i dati - potete dare qualunque tipo di valutazione - parlano chiaro ed hanno in primo luogo un esito numerico di per sé oggettivo e inequivocabile: uno scarto di voti pari a 240 voti in favore di Andrea Gentile. E un altro dato, non meno rilevante, è che, anche a non voler tenere conto dei voti contestati dalla rappresentante del MoVimento 5 Stelle, perché la rappresentante Auriemma ha contestato ben 216 voti su un totale di 1.623 (Commenti della deputata Auriemma), allora la matematica, che non è un'opinione e si fanno i calcoli corretti…
PRESIDENTE. Onorevole Auriemma, per favore! Ho capito, ma sta svolgendo…parlerà il vostro rappresentante dopo e contesterà quello che (Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…Colleghi, non è che io posso entrare nel merito. Ma veramente? Colleghi, davvero? Poi lo contesterete quando parlerete tra poco. Prego.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Allora, dicevo, che anche a voler eliminare i voti contestati, che su 1.623 sono soltanto 216, rimane pur sempre il vantaggio in favore di Andrea Gentile. Questo è il dato oggettivo ed incontrovertibile (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) rispetto al quale ogni altra considerazione davvero è speciosa.
Tanto ritengo doveroso rimarcare proprio perché il dissenso, come abbiamo sentito anche questa mattina, del MoVimento 5 Stelle, si è sempre riferito proprio all'assegnazione di detti voti, cioè di quei voti espressi a favore di due o più liste della stessa coalizione che, dunque, non hanno avuto alcuna influenza sul risultato. Sono, purtroppo, quelle schede che erano valide e che scrutatori poco scrupolosi hanno (Dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: “Non erano valide, non puoi dire bugie!”)...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Per favore! Può dire, nel perimetro del Regolamento, quello che gli pare. Voi parlerete dopo e svolgerete le vostre osservazioni. Adesso basta! Lasciate concludere l'onorevole Pittalis (Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pretendete rispetto che dovete avere per gli altri (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Vi è chiaro questo? Pretendete rispetto e dovete avere rispetto. Non so in che lingua dirvelo. Non dovete urlare e dovete stare composti. Dovete avere lo stesso rispetto che pretendete per voi: non è difficile.
Prego, concluda.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Allora, Presidente, l'invito che estendo a tutti e, tramite lei, in particolare ai rappresentanti del MoVimento 5 Stelle, è, dunque, di evitare ricostruzioni fantasiose (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed avulse dalla realtà e prendere atto, come avremmo fatto anche noi, nel rispetto della sacralità del voto democratico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), del risultato che in questo caso assegna il seggio al candidato Andrea Gentile.
Andrea Gentile ha dovuto subire un grave, gravissimo danno ingiusto: due anni e mezzo fuori dalla Camera dei deputati. Un danno, soprattutto, alla democrazia perché è stata disattesa e violata la volontà liberamente espressa dagli elettori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). In conclusione, Presidente, siccome noi, a differenza di altri, non nutriamo odio e livore, voglio esprimere i sentimenti di umano rispetto e considerazione per la collega Scutella', che dovrà lasciare il seggio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia). Però, ci saremmo aspettati da lei, così come dall'onorevole Orrico, un atteggiamento diverso, anche perché (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Colleghi! Concluda, onorevole Pittalis. Colleghi, per favore! Concluda, la prego. Davvero, concluda però.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Concludo, Presidente, ma mi si lasci concludere però…
PRESIDENTE. Ci stiamo provando, onorevole.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Ci saremmo aspettati, per esempio, Presidente, che l'onorevole Orrico, parte direttamente interessata al procedimento, si fosse astenuta dal partecipare al voto, sia in Giunta che nella camera di consiglio, stante il palese conflitto di interessi personale e privato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Queste, Presidente, - e concludo - sono le regole che in democrazia devono valere sempre e per tutti e tutti e sempre dobbiamo rispettare.
A nome dei gruppi del centrodestra, preannuncio il voto favorevole sulla proposta contenuta nella relazione della presidente Morgante (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.
Vede, onorevole Conte, il silenzio in quest'Aula si può avere. È possibile anche questo. Come vede, presidente Conte, adesso è in condizione di parlare nel silenzio dell'Aula. Prego.
GIUSEPPE CONTE (M5S). Signor Presidente, cari colleghi, io davvero non ho parole. Quest'Aula, questo Parlamento dovrebbe esser concentrato - e non solo oggi, da mesi - per risolvere i problemi urgenti dal carovita, al carobollette, ai tagli e il definanziamento alla sanità, alle liste d'attesa, ai pronto soccorso, per un esame diagnostico. Avrebbe dovuto e dovrebbe prima o poi, Ministro Tajani, occuparsi anche di questo piano di riarmo dove ci state portando(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lei oggi è qui per riscuotere un seggio nel suo interesse di partito. C'è l'interesse dell'Italia! Quando parleremo del piano di riarmo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quando parleremo di questo scellerato piano di finanziamenti, buttando soldi per investimenti militari e spese militari?
Invece, no. Quest'Aula è focalizzata qui, perché tanti, molti - devo dire la verità - all'interno della maggioranza, anche con scarso entusiasmo, perché, Forza Italia, vi state applaudendo solo tra di voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Si rivolga a me, presidente Conte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Si rivolga a me, per favore.
GIUSEPPE CONTE (M5S). Oggi siamo qui concentrati in questa surreale vicenda, sulla necessità di inventare, costruire artifici e cambi di regole per scippare un posto in questo Parlamento non al MoVimento 5 Stelle - qui c'è un equivoco - ma ai cittadini calabresi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che hanno espresso un voto libero secondo i principi democratici della nostra Costituzione, e togliere questo posto, questo seggio alla nostra collega, Elisa Scutella', per darlo al signor Andrea Gentile, che ha un merito che tutti gli riconosciamo: è di nobile lignaggio politico.
Quindi, pretende, per naturale propensione ereditaria, rivendica con forza quel seggio ed è riuscito ad assoggettare tutta la Giunta delle elezioni concentrata per questo risultato. E oggi siamo qui a votare per questo risultato.
Le anomalie sono state dette. Qui si è arrivati e io lo dico a tutti i colleghi, perché potrebbero ribaltarsi le cose e potrebbe capitare ad altre forze politiche di ritrovarsi con il cambio di regole elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… E non vi permettete di dire che i cittadini calabresi non hanno saputo votare e non hanno votato: hanno seguito le regole elettorali di questa legge elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se non fosse stata chiara la legge, hanno seguito le istruzioni aggiuntive del Ministero dell'Interno. Il fatto è gravissimo. Io, cittadino calabrese, voto secondo le istruzioni, diligentemente le seguo e poi, in sede di Giunta, ahimè, con larga maggioranza, quelle regole vengono riscritte. È come se, a partita chiusa, si riscrivesse un risultato, ma cambiando in modo artificioso, illegittimo e vergognoso quelle che sono le regole di una partita di calcio, come a dire: signori, a posteriori, spostiamo la linea della porta e, quindi, rivalutiamo tutte le vicende che si sono svolte su questo rettangolo di gioco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
E non parlate, non ingannate, non mettetevi in bocca queste parole: favor voti. Questo è “favor coalitionis” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Diciamolo ai cittadini che ci ascoltano: questo è il favor, lo stratagemma, l'espediente vergognoso che avete elaborato per avvantaggiarvi, voi, i partiti che siete in coalizione. Noi, che siamo da soli, siamo per questo svantaggiati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
E poi, il riconteggio delle schede: qui anche la relatrice del Comitato di verifica è andata in difficoltà e ha dovuto ammettere l'anomalia. Mai successo, pensate: 200 schede, assegnate ufficialmente, certificate come bianche, vengono recuperate al voto. Addirittura, tutti i componenti del seggio, compresi i rappresentanti di lista, tutti i presenti, hanno avuto una svista collettiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Signori, la procura indagherà. La procura indagherà, anche se siete allergici ai giudici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E allora si ribalta il risultato. Certo, voi obietterete, e l'avete anche detto: è fisiologico che nel riconteggio ci possa essere stata qualche svista. Sì, nell'ordine del 2 o 3 per cento, ma 200 schede recuperate al voto è una truffa. Una truffa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
E poi, se qualcuno avesse un dubbio, se i cittadini che ci seguono avessero un dubbio, vediamo l'atto finale. Per costruire un ricorso, occorrono degli elementi di prova, degli indizi. Ebbene, 83 cittadini - 83! - si danno appuntamento. Cos'è, un collettivo? Avete costruito una riunione carbonara (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Tutti dall'avvocato del signor Gentile, tutti a fare delle dichiarazioni, vantando il dono dell'ubiquità. Addirittura c'erano seggi distanti chilometri! E poi, fateci capire, lo dico in vista di chi indagherà a memoria futura: il compito di alcuni di questi rappresentanti di lista - l'unico compito che hanno - è di controllare la correttezza delle assegnazioni dei voti. Quindi loro hanno assistito, durante il voto, alla scorretta e illegittima assegnazione e qualificazione dei voti, non vanno in procura, non mettono a verbale la contestazione, però la mettono a verbale dal signor Gentile! Ma chi volete prendere in giro (Prolungati applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, che si levano in piedi e gridano: “Vergogna, vergogna!”)?
Volevate passare indenni dalla vergogna pubblica. Non ci siete riusciti, perché avete esagerato: 83 cittadini. Dovevate stare sotto una soglia più contenuta. È un sistema clientelare! È la prova del vostro sistema clientelare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E, quindi, il risultato di tutto questo è che il voto democratico è stravolto, viene ribaltato l'esito. Un inganno - dicevo - vergognoso nei confronti degli elettori. Una ferita per la nostra democrazia.
E attenzione, tutto questo come andrà avanti? Che cosa succederà? Succederà che voi, oggi, probabilmente, incasserete un risultato. Avrete contribuito, ancora una volta, a creare sfiducia nei cittadini calabresi che ci guardano, perché io mi metto nei panni di un territorio martoriato, un territorio svantaggiato. Noi lo conosciamo bene. Noi siamo vicini veramente ai cittadini calabresi per cercare di offrire loro prospettive di riscatto. Noi siamo in mezzo a loro, anche a quelli più umili, e non certo per chiedere un voto di scambio o solo per interesse, ma per realizzare veramente le condizioni di riscatto di questa terra svantaggiata. Una terra di passaggio, che non ha neppure il vantaggio della Sicilia, che, comunque, è una terra che attrae di per sé. Spesso, la Calabria è un territorio di passaggio e ha tutti gli svantaggi del Sud.
E che cosa è successo? Che al candidato di Forza Italia sono stati garantiti cambi di regole e anomalie di ogni tipo. A noi è stato, addirittura, negato ciò che è stato sempre garantito a tutti, cioè l'apertura delle schede valide per un serio e trasparente riconteggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E le audizioni! Addirittura, in Giunta, avete negato anche le audizioni, avevate paura anche degli esperti, di un contraddittorio vero, efficace e reale.
La verità è che noi siamo scomodi. Lo abbiamo visto anche ieri: eravamo a Strasburgo, cercando di dar voce a una parte importante - noi riteniamo - dell'opinione pubblica, che è contro questa politica folle del riarmo. E ieri avete, qui, largamente applaudito alla nostra assenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Complimenti! Complimenti!
PRESIDENTE. Concluda, presidente Conte.
GIUSEPPE CONTE (M5S). Sono risuonati in eurovisione i vostri applausi per la nostra assenza. Qualcuno, evidentemente, ritiene che noi diamo fastidio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, allora, vi vogliamo dire questo: noi siamo scomodi, evidentemente, sì. Non prendiamo finanziamenti da nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), noi li respingiamo; non mettiamo né candidiamo rappresentanti di interessi corporativi, di lobby. Addirittura, restituiamo ai cittadini con grande sacrificio personale 100 milioni, da quando siamo qui nelle istituzioni democratiche; restituiti in opere per la collettività per il bene dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
GIUSEPPE CONTE (M5S). Questo è il nostro modo di fare politica. Ma, soprattutto, c'è un principio che per noi non è negoziabile: la legalità, la trasparenza prima di tutto. Legalità e trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E ci batteremo. Elisa è qui a fianco…E' un giorno brutto per la democrazia, non per Elisa Scutella', perché per noi la democrazia è in mezzo ai cittadini, non è solo qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Elisa, da domani mattina, sarà una spina nel fianco - insieme a tutti noi - del vostro sistema clientelare…
PRESIDENTE. Grazie, Presidente Conte, deve veramente concludere.
GIUSEPPE CONTE (M5S). …e si batterà per evitare i privilegi di qualcuno, i favori che concedete a pochi, illudendoli, e per riconoscere i diritti a tutti i cittadini calabresi (Vivi e prolungati applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, che si levano in piedi - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Cari colleghi e care colleghe, oggi siamo chiamati a discutere e a votare la relazione della maggioranza della Giunta delle elezioni che propone la decadenza di una collega, eletta in un seggio uninominale, e la convalida di una nuova elezione. Non sfugge alla sottoscritta, ma sono certa che non sfuggano a nessuno in quest'Aula la delicatezza di questo momento, la tensione emotiva, la preoccupazione, la rilevanza della decisione che siamo chiamati a prendere.
Quando si parla di colleghi e di seggi parlamentari, credo sia importante sottolineare la stima e l'apprezzamento per il lavoro serio, appassionato e competente fatto dalle colleghe coinvolte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), la collega Orrico e la collega Scutella'. Con le quali, in questi due anni, abbiamo lavorato e collaborato; anni durante i quali hanno interpretato, con disciplina ed onore, il loro mandato parlamentare, come chiede la nostra Costituzione.
Al netto della decisione che oggi sarà presa, nella libertà di coscienza di ognuno di noi, credo che non debbano comunque mai venire meno la stima e il rispetto reciproco che devono comunque permanere tra i banchi di questo Parlamento. Il Parlamento, infatti, è il luogo in cui abbiamo l'onore di sedere e la possibilità di discutere con persone che la pensano anche in modo diverso, ma di cui siamo tutti parte, orgogliosi e fieri di essere parlamentari della Repubblica Italiana.
Questa storia complessa inizia con l'apertura di un'istruttoria per la verifica dei poteri nella Circoscrizione Calabria, nel mese di novembre del 2023, a cui è seguita, sempre nello stesso mese, la costituzione del Comitato per la verifica per il ricorso pendente nel Collegio n. 2 Cosenza, promosso da Andrea Gentile contro l'elezione nel collegio uninominale della collega Orrico, che si trascina di conseguenza anche il coinvolgimento della collega Scutella'.
Il ricorso e l'apertura dell'istruttoria sono stati motivati dall'elevato numero di schede bianche e nulle, a fronte di un differenziale di 482 voti a favore della collega Orrico, che avrebbero potuto, nel loro complesso, modificare l'esito del voto. Per una prima valutazione è stato aperto un 5 per cento delle schede bianche e nulle, lo voglio ricordare, non essendoci nessuna scheda contestata, utilizzando la stessa percentuale di campioni, pari al 5 per cento, utilizzata anche per gli altri tre ricorsi dei collegi uninominali Emilia-Romagna 07, Lombardia 08 e il collegio in questione, oltre all'Emilia-Romagna 08, analizzandoli in ordine decrescente, partendo dal ricorso fondato sullo scarto maggiore di voti tra l'eletto e il ricorrente.
Vale la pena ricordare che, nella seduta del 28 giugno 2023, quindi in un momento antecedente alla costituzione dei comitati e all'apertura di qualsiasi scheda, la Giunta ha votato a maggioranza i criteri di validità e di nullità degli stessi; criteri che sono stati applicati con uniformità in tutti e quattro i comitati costituiti per i ricorsi nei seggi dei collegi uninominali.
Spiace, devo dire in questa sede, lo ricordo volentieri, lo ha fatto anche il presidente Conte, come non ci sia stata la volontà all'interno della Giunta, in particolare da parte della maggioranza, di addivenire all'audizione, soprattutto in fase di discussione dei criteri, di alcuni esperti in materia costituzionale ed elettorale, proprio per approfondire i dubbi, le perplessità, le proposte e le valutazioni, prendendoci dunque qualche ora di tempo in più per un confronto che, dal nostro punto di vista, sarebbe stato utile, legittimo e necessario, e sul quale avevamo accolto la proposta dei colleghi del MoVimento 5 Stelle.
In questa sede, mi pare giusto ricordare come il Comitato, di cui anche io ho fatto parte, presieduto dalla collega Morgante, si sia successivamente attenuto, in modo scrupoloso, ai criteri deliberati dalla Giunta, in un lavoro certamente attento, durato 6 mesi, in cui abbiamo, in modo collegiale, aperto tutti i plichi elettorali, guardando le schede ad una ad una, cercando di fare un lavoro serio ed onesto, andando dunque a guardare il 100 per cento delle schede bianche e delle schede nulle, pari a un totale di 10.759 schede totali.
Lo dico anche per ricordare il tempo che abbiamo dedicato, l'impegno, il modo scrupoloso e attento con il quale ci siamo confrontati all'interno del Comitato. Ogni scheda, infatti, è stata analizzata con attenzione, perseguendo un unico obiettivo: quello di ragionare insieme per salvaguardare il voto espresso ogni qualvolta sia stato posto possibile desumere la volontà dell'elettore, fatto salvo il caso in cui sia stata manifesta l'intenzione di annullare la scheda o di rendere riconoscibile il voto.
Il principio, richiamato anche dal presidente Conte, del favor voti è stato quello che ha guidato il lavoro che abbiamo fatto, provando ad interpretare in modo corretto la volontà dell'elettore, nell'univocità e nella non riconoscibilità del voto. La legge, infatti, è incentrata sul principio del favor voti, in base al quale le ipotesi di nullità…
PRESIDENTE. Colleghi, silenzio, per favore.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). …del voto costituiscono l'extrema ratio con cui ricorrere ove, solamente ove, l'elettore abbia manifestato in modo inequivocabile l'intento di farsi riconoscere. Alla fine di questa istruttoria sono stati recuperati 439 voti tra le schede bianche, pari circa al 10 per cento, un dato certamente anomalo, e 1.184 voti validi tra le schede nulle, quasi pari al 20 per cento, per un totale complessivo di 1.623 voti validi.
Questi voti hanno comportato l'attribuzione di 1.214 voti validi ai singoli partiti, espressi con un singolo unico segno, e 409 voti alle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra, alcuni espressi con unica croce, - mi permetto di ricordare ai colleghi -, criterio mai contestato all'interno del Comitato, e alcuni espressi con più croci (Applausi di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare) ai diversi partiti facenti parte della stessa coalizione, rendendo, nell'interpretazione del Comitato, in modo evidente l'intenzione di sostenere un candidato o una coalizione.
Certo è che, se siamo partiti da un ricorso che aveva come differenziale 484 voti, dopo la verifica dei verbali sezionali, è emersa, alla fine dei riconteggi, una differenza di soli 240 voti a favore di Andrea Gentile. Differenza che, dal nostro punto di vista, avrebbe legittimato e legittima tuttora l'apertura di almeno un campione di schede valide proprio per affrontare la decisione di oggi avendo a disposizione dati certi ed inoppugnabili per giungere ad un voto consapevole e condiviso. Anche nel rispetto dell'economia dei lavori e dei tempi della Camera, che è un criterio che ha guidato il nostro Comitato, ciò avrebbe comportato qualche giorno di lavoro in più, senza dunque inficiare la gestione che la presidente ha fatto del Comitato, né, probabilmente, lo stesso risultato numerico, ma avrebbe sicuramente aiutato ad arrivare ad una scelta più consapevole e più condivisa.
Nonostante la tendenza fosse chiara e in quasi tutte le sezioni siano stati recuperati voti per Andrea Gentile più che per la collega Orrico, già a partire dalla riapertura delle schede bianche, è tuttora evidente, e siamo tuttora convinti, che sia doveroso, anche per il rispetto che meritano le colleghe coinvolte, aprire almeno un campione di schede valide…
PRESIDENTE. Colleghi! Scusi onorevole, scusi. Colleghi, dobbiamo fare silenzio, però. Prego.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). …Siamo tuttora convinti che sia doveroso, anche per il rispetto che meritano le colleghe coinvolte, aprire almeno un campione di schede valide, come richiesto dal MoVimento 5 Stelle con il nostro pieno appoggio. Si crea infatti, in questo modo, un precedente pericoloso, un'arroganza che in democrazia non va bene e che rischia, comunque, di predeterminare una situazione che può, anche in futuro, cambiare le elezioni dei nostri colleghi.
Come già detto nel corso della seduta pubblica svoltasi nel mese di gennaio, esprimeremo un voto contrario alla relazione della presidente Morgante, perché crediamo che sia sbagliato questo approccio conclusivo con cui siamo arrivati alla relazione stessa. In ultimo, visto che mi mancano pochi minuti, vorrei fare un grande ringraziamento ai colleghi del Comitato di verifica, ma a tutti i colleghi della Giunta e anche al personale che ha supportato i nostri lavori.
E il mio più grande ringraziamento, il nostro più grande ringraziamento, come Partito Democratico, va al presidente Fornaro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) per avere sempre gestito con capacità, con imparzialità e con intelligenza la Giunta, sempre garantendo a tutti i componenti tempi e spazi di dialogo e di confronto. Ha fatto un lavoro onesto e a lui davvero va il nostro ringraziamento.
Lo dico perché in quest'Aula, come nelle nostre Commissioni, nella Giunta delle elezioni, nella Giunta per le autorizzazioni, siedono persone oneste. I membri del Partito Democratico sono stati onesti e corretti nel lavoro che hanno fatto e svolgono con disciplina ed onore il lavoro di parlamentare. Lo dico perché non siamo abituati a dare giudizi, tanto meno politici, alle persone, ma certamente non permettiamo a nessuno di giudicarci, nella nostra onestà e nella nostra correttezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare), per i comportamenti che il Partito Democratico ha avuto nella correttezza, nel rispetto e nella serietà della decisione che dobbiamo prendere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Non avendo fatto parte della Commissione ho seguito questa vicenda grazie, ovviamente, ai resoconti fatti dall'onorevole Borrelli, ma anche da quello che ho letto sui giornali e devo dirle che mai come in questo caso sento - mi faccia dire - pressioni indebite che non dovrebbero entrarci nulla con quello che è stato il lavoro di quella Commissione, che, tra l'altro, non solo è presieduta ma è frequentata da tantissimi deputati che conosco bene. Però, come ha visto, la presenza anche, diciamo, di numerose autorità…
PRESIDENTE. No, mi scusi, onorevole Grimaldi: la questione qual è? Mi deve porre una questione.
MARCO GRIMALDI (AVS). Ma la premessa è importante.
PRESIDENTE. No, la premessa mi è chiara: la questione qual è? Siamo in una fase già successiva. Mi dica la questione e la affrontiamo.
MARCO GRIMALDI (AVS). Articolo 49, comma 1, del Regolamento.
PRESIDENTE. Prego.
MARCO GRIMALDI (AVS). Le chiedo il voto segreto, perché questo è richiesto dal nostro Regolamento, che cita la Costituzione per gli articoli 6, 13, 22, 24 e 27 e le spiego il perché: perché i deputati si esprimano liberamente su temi sensibili ma anche su pressioni esterne (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle). Io ho qui un po' di precedenti che, immagino, prima o poi lei dirà, ma per qualsiasi precedente, anche quello in cui la Camera era presieduta da Fausto Bertinotti - in cui, tra l'altro, era il suo gruppo che chiedeva il voto segreto -, mi coglie l'obbligo di dire, anticipandola, che Bertinotti analizzava un caso diverso, ma non perché le pressioni sul deputato Berlusconi o su altre vicende che sono emerse in quest'Aula siano meno importanti, ma perché qui non si può dire che su questo voto stiamo votando un procedimento.
Mi pare - io lo dico così - che il subentro di questo deputato sia fonte di una pressione anche esterna (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle) a questa discussione, e oggi l'abbiamo vista. Quindi, io le chiedo formalmente di rivedere anche i pareri precedenti della Giunta per il Regolamento e il caso citato in precedenza, in cui si è affrontato il tema, appunto, della decadenza di un deputato su questo, però, di orientamento e su questo tipo di richiesta.
Quindi, le chiederei il voto segreto (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle) per esprimerci liberamente e perché credo che la Camera dei deputati c'entri poco anche con la presidenza della regione Calabria (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Devo, ovviamente, una risposta all'onorevole Grimaldi, che ha chiesto, in maniera chiara, lo scrutinio segreto.
Ricordo che la Giunta per il Regolamento, nella seduta del 6 giugno 2007, ha escluso che le votazioni in materia, tra l'altro, di verifica dei poteri possano essere ricondotte alla categoria delle votazioni riguardanti persone, per le quali l'articolo 49, comma 1, del Regolamento, prescrive lo scrutinio segreto. Ciò anche alla luce della disposizione, di cui al comma 2, dell'articolo 2, del regolamento della Giunta delle elezioni (approvato nella XIII legislatura con le medesime modalità e maggioranze prescritte dall'articolo 64 della Costituzione per l'adozione del Regolamento della Camera), in base alla quale “le votazioni in materia di verifica dei poteri (…) non costituiscono votazioni riguardanti persone ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del Regolamento della Camera”. Tale orientamento - confermato da ultimo nella seduta del 14 luglio 2020, in occasione dell'esame della relazione della Giunta delle elezioni concernente l'elezione contestata del deputato Cubeddu - è, altresì, conforme ai criteri interpretativi del Regolamento in materia di scrutino segreto enunciati dal Presidente della Camera, nelle riunioni della Giunta per il Regolamento del 7 febbraio e del 7 marzo 2002, che ha ridefinito le fattispecie riconducibili alla categoria delle votazioni riguardanti persone, senza includervi quelle in materia di verifica dei poteri.
Alla luce di tali elementi dunque, colleghi, non posso che confermare il carattere palese della deliberazione che l'Assemblea si accinge ad adottare.
Dunque, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico…
MARCO GRIMALDI (AVS). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Su che, onorevole Grimaldi?
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Visto che mi era chiara…
PRESIDENTE. No, no, scusi: è ordine dei lavori, Regolamento: cosa è?
MARCO GRIMALDI (AVS). È un intervento sull'ordine dei lavori per chiedere la sospensione e una nuova riunione della Giunta per il Regolamento perché si possano cambiare questi orientamenti e i precedenti da lei citati (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle) sono in contrasto con quello che le ho appena detto. Infatti, non c'era alcun bisogno che lei me lo spiegasse per far capire che - anche rispetto a quanto chiedeva Simona Bordonali della Lega, per esempio, nel citato caso del 2020 o nel caso, addirittura, della Presidenza Bertinotti del 2007 - il caso in questione è diverso. Vorremmo una sospensione per avere un nuovo parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) della Giunta per il Regolamento, perché in questo caso io non vorrei che non si comprendesse questo: mentre in quei casi si voleva il voto segreto per andare oltre, diciamo, a una possibile maggioranza, qui si chiede a una maggioranza di rispettare i patti e, se non si rispettano i patti, non solo salta questa maggioranza, ma saltano altre maggioranze in altre regioni. Mi pare chiaro che l'espressione dei deputati deve essere libera, libera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Lo dice la Costituzione, lo dice il Regolamento! Le chiedo la sospensione immediata, perché la Giunta per il Regolamento si possa esprimere liberamente.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimaldi. Sentito anche il Presidente della Camera, non posso dare seguito alla sua richiesta, tenuto conto che la questione da lei posta non ha alcun margine di interpretazione, in quanto la stessa ha formato più volte oggetto di esame da parte della Giunta per il Regolamento, che si è espressa sempre univocamente. La richiesta di sospensione della seduta, dunque, onorevole Grimaldi, non può essere pertanto accolta.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole D'Orso, su cosa? Prego, onorevole.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, sullo stesso argomento, perché non è esaurito lo stesso argomento. Anch'io mi associo alla richiesta di sospensione di questa seduta per procedere alla convocazione immediata della Giunta per il Regolamento, perché credo che questo fatto che si sta verificando oggi non abbia dei precedenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) nella storia di questo Paese. Dunque, vediamo di non essere imbrigliati in precedenti che oggi qui non possono essere richiamati in alcun modo. Quindi, è inutile che ci dite in burocratese tutti i precedenti di un tempo passato.
Oggi si sta verificando qualcosa di eccezionale che merita l'attenzione di tutti e merita la libertà e la consapevolezza di tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) in quest'Aula. Poi mi chiedo e le chiedo: se una Giunta può sovvertire i criteri per interpretare il voto dei cittadini, perché oggi una Giunta per il Regolamento non si può riunire per dare un'interpretazione nuova ad un caso nuovo? Perché non può farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Questo è il punto, questo è il punto!
Gli organi della Camera dei deputati possono soltanto riunirsi e fare nuovi criteri quando conviene alla maggioranza? No, non è questa la democrazia: questa è un'altra cosa; stiamo andando verso una deriva davvero preoccupante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e tutti lo devono sapere, dentro e fuori da quest'Aula. Va bene? Quindi, non solo mi associo alla richiesta di sospensione immediata e alla convocazione di una Giunta per il Regolamento, ma davvero state ulteriormente, in quest'Aula, forzando la mano e questo non può essere taciuto e non potrà mai passare inosservato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per associarci alla richiesta, per rinnovare la richiesta alla Presidenza di valutare con attenzione una richiesta di cui, penso, nessuno in quest'Aula dovrebbe avere paura, cioè il fatto di procedere con un voto segreto.
Quindi, da questo punto di vista, immaginiamo che sia importante che si prendano tutti i tempi dovuti: se è necessaria una sospensione, un rinvio, per approfondire queste questioni e valutare gli ulteriori elementi che sono emersi questa mattina, non riusciamo a capire quale può essere una ragione che non ci porti a seguire questo tipo di percorso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, colleghi, io reitero la decisione che ho comunicato poc'anzi, che - vi ripeto - è frutto di un confronto con il Presidente della Camera, alla luce di quello che non è burocratese, ma è il Regolamento, e sapete che quest'Aula forma le sue decisioni sulla base dei regolamenti e dei precedenti. Quindi, vi ribadisco che non ho alcun margine per potere interpretare diversamente ciò che già ho comunicato precedentemente.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Io comprendo perfettamente la motivazione che lei ora ci ha dato. Le domando e la pregherei di verificare anche questo: ci sono alcuni diritti dei parlamentari che non possono essere soppressi in ragione di una valutazione legata al merito di una vicenda. Noi, in questa Camera, abbiamo due possibilità di richiesta di rinvio: una l'abbiamo già esperita, ed è la richiesta di rinvio in Giunta, e l'altra è la richiesta di rinvio ad altra seduta. La motivazione per la quale ciascuno di noi può ritenere di rinviare ad altra seduta per me è marginale, nel diritto del deputato o del gruppo c'è di chiedere il rinvio ad altra seduta.
La cosa che le chiedo - glielo suggerisco anche per una questione di delicatezza del momento che stiamo vivendo, che non è un momento normale - è che non venga sottratto all'Aula - sapendo, Presidente, che, probabilmente, accadrà lo stesso risultato che abbiamo avuto rispetto alla prima votazione - il diritto di ciascuno di noi che, sulla proposta di rinvio ad altra seduta, ci sia l'espressione del voto da parte dell'Assemblea. Sono due fattispecie regolamentari che, ogni volta, vengono messe in votazione quando c'è la proposta di qualcuno. Abbiamo messo giustamente in votazione la richiesta di rinvio in Giunta; troverei abbastanza singolare una decisione restrittiva della richiesta di rinvio ad altra seduta, che può essere, e a mio avviso deve essere, votata dall'Assemblea esattamente come la precedente (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti. Io comprendo perfettamente la delicatezza dell'argomento, la delicatezza della seduta. Lei sa, conoscendo perfettamente il Regolamento, che siamo in una fase, quella delle dichiarazioni di voto, che escluderebbe questo tipo di richiesta. Tuttavia, siccome sono perfettamente cosciente della delicatezza, in via del tutto eccezionale, io chiederò a un deputato di parlare a favore e a uno di parlare contro la richiesta di rinvio. Se, all'esito della votazione, la richiesta verrà respinta, andremo a votare ciò che stiamo facendo. Chi vuole parlare a favore della richiesta di rinvio? Nessuno. Chi vuole parlare contro? Nessuno.
Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di rinvio ad altra seduta del tema all'ordine del giorno.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 38 voti di differenza.
(Votazione - Doc. III, n. 1)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di annullare l'elezione per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione della Calabria della deputata Anna Laura Orrico e, per l'effetto, la sua proclamazione nel Collegio plurinominale unico della XXIII Circoscrizione Calabria; conseguentemente, l'annullamento dell'elezione della deputata Elisa Scutella' proclamata nella XXIII Circoscrizione Calabria ai sensi dell'articolo 84, comma 3, del DPR n. 361 del 1957, nonché la proclamazione a deputato del candidato Andrea Gentile nel Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria.
Avverto che, in caso di reiezione della proposta della Giunta, l'elezione della deputata Orrico si intenderà convalidata nel Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria.
Pertanto: chi vuole votare per l'annullamento dell'elezione della deputata Orrico per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria deve votare “sì”, mentre chi vuole votare per la convalida dell'elezione della deputata Orrico per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria, deve votare “no”. Per l'annullamento si vota “sì”, per la convalida si vota “no”.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1).
Dichiaro pertanto annullata l'elezione (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle )… Colleghi (Proteste della deputata Raffa)… della deputata Anna Laura Orrico per il Collegio uninominale n. 2 della XXIII Circoscrizione Calabria; per tale Collegio (Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle: “Vergogna, vergogna!”)… Onorevole Raffa, onorevole Raffa! Per tale Collegio uninominale è proclamato deputato Andrea Gentile. Per l'effetto, la deputata Anna Laura Orrico è proclamata per il Collegio plurinominale unico della XXIII Circoscrizione Calabria ed è conseguentemente annullata l'elezione della deputata Elisa Scutella' proclamata, in tale Circoscrizione, ai sensi dell'articolo 84, comma 3, del DPR n. 361 del 1957.
Si intende che, da oggi, decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi nei confronti dei nuovi proclamati (Applausi polemici dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati di Italia Viva-il Centro-Renew Europe - I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle abbandonano l'Aula).
Colleghi, devo una spiegazione. Con riferimento alle considerazioni che sono state svolte circa il fatto che oggi sia io a presiedere l'Aula, faccio presente (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) … Abbandoni l'Aula! …Faccio presente di aver esercitato le funzioni a me spettanti in quanto Vicepresidente, sulla base di turni predisposti con largo anticipo e di durata quadrimestrale. In diritto si direbbe…
MARCO PELLEGRINI (M5S). Bravo Fornaro! Sei contento?
PRESIDENTE. Onorevole Pellegrini! … Si potrebbe dire in diritto che si tratta del giudice naturale precostituito per legge.
Comunque, colleghi, mettere in discussione un criterio così oggettivo ogni volta che siano in discussione argomenti che creino contrapposizione politica rischia di minare - lo voglio dire con grande chiarezza - non tanto la legittimazione del singolo Vicepresidente di turno, ma il ruolo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare) e di deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto) e le funzioni della Presidenza in quanto tale. Io vi consegno questa riflessione con la serenità assoluta, che anche oggi mi ha accompagnato nella conduzione di tutta la seduta.
Come anticipato per le vie brevi ai gruppi dalla Presidenza, su richiesta del gruppo MoVimento 5 Stelle, sospendo, a questo punto, per venti minuti la seduta, che riprenderà alle ore 12. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 12.
Seguito della discussione delle mozioni Cappelletti ed altri n. 1-00390, Peluffo ed altri n. 1-00398, Bonelli ed altri n. 1-00399, Benzoni ed altri n. 1-00404, Squeri, Caramanna, Gusmeroli, Cavo ed altri n. 1-00408 e Boschi ed altri n. 1-00413 concernenti iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Cappelletti ed altri n. 1-00390, Peluffo ed altri n. 1-00398, Bonelli ed altri n. 1-00399, Benzoni ed altri n. 1-00404, Squeri, Caramanna, Gusmeroli, Cavo ed altri n. 1-00408 e Boschi ed altri n. 1-00413 concernenti iniziative per contrastare il rincaro dei costi dell'energia per famiglie e imprese (Vedi l'allegato A).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di martedì 18 febbraio 2025, sono state presentate le mozioni Peluffo ed altri n. 1-00398, Bonelli ed altri n. 1-00399, Benzoni ed altri n. 1-00404, Squeri, Caramanna, Gusmeroli, Cavo ed altri n. 1-00408, Boschi ed altri n. 1-00413 che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo, altresì, il parere sulle mozioni all'ordine del giorno. Mentre si prepara, salutiamo - bellissimi! - le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Istituto “Santa Sofia” di Civitavecchia, di Roma, che assistono, con la loro divisa, ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Inizio con la mozione presentata dall'onorevole Cappelletti ed altri la n. 1-00390. Per quanto riguarda le premesse, il parere è il seguente: capoversi 1), 2), 3) parere favorevole; 4) contrario; 5), 6), 7) parere favorevole; 8) e 9) parere contrario; 10) e 11) parere favorevole; 12), 13), 14) parere contrario; 15), 16) e 17) parere favorevole.
Sull'impegno 1) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: all'inizio aggiungere “a valutare l'opportunità di opportune iniziative”.
Sugli impegni 2) e 3) il parere è contrario. Sull'impegno 4) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di avviare iniziative per”, poi continua “una riforma”. Sugli impegni 5) e 6) il parere è contrario. Sull'impegno 7) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare le iniziative finalizzate a promuovere, anche attraverso un'adeguata campagna di comunicazione sui media nazionali e locali, la conoscenza di tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili per i clienti finali” e così via. Sull'impegno 8) il parere è favorevole. Sugli impegni 9), 10) e 11), il parere è contrario. Sull'impegno 12), il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Peluffo ed altri n. 1-00404.
VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Per quanto riguarda le premesse, sui capoversi 1) e 2) il parere è favorevole; sul capoverso 3) parere favorevole se riformulato: “Il processo di liberalizzazione del settore elettrico italiano ha previsto la graduale eliminazione del servizio di maggior tutela ovvero il regime di prezzi regolati per i clienti che non sceglievano un fornitore nel mercato libero e per i quali l'approvvigionamento era assicurato da Acquirente Unico, consentendo loro di ottenere condizioni allineate ai prezzi del mercato all'ingrosso”. Sul capoverso 4) il parere è contrario, mentre è favorevole sul 5). Sui capoversi 6) e 7) il parere è contrario; sul capoverso 8) il parere è favorevole se riformulato: “Anche il mercato del gas rischia di incorrere in meccanismi di volatilità nei prossimi mesi quando la domanda salirà per effetto del riempimento degli stoccaggi e dopo i rincari del gas previsti, dovuti principalmente a una molteplicità di fattori, quali il blocco dei flussi dall'Ucraina, l'interruzione di un impianto GNL in Norvegia e le temperature più rigide rispetto alla media stagionale”. Sul capoverso 9) il parere è favorevole se riformulato nel modo seguente: “Ad essere colpiti duramente sono dunque i redditi delle famiglie e delle imprese che vedono erodere il loro potere d'acquisto per far fronte agli alti livelli di prezzi dell'energia. Fra le cause di tale aumento rientra la struttura del sistema energetico europeo e la relativa dipendenza dal gas, per cui l'Unione europea e l'Italia, pur disponendo di un sistema di infrastrutture di importazione diversificato, non sono riuscite a sottrarsi alle dinamiche globali, non dominabili, degli aumenti del prezzo”. Sul capoverso 10) il parere è favorevole, mentre è contrario sul capoverso 11); sui capoversi 12), 13) e 14) il parere è favorevole, mentre è contrario sui capoversi 15), 16), 17), 18) e 19).
Per quanto riguarda gli impegni, sull'impegno 1) il parere è contrario. Sull'impegno 2) il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative di carattere normativo volte ad aumentare la contrattualizzazione a termine della produzione rinnovabile via CFD a due vie con il GSE o via PPA così da valorizzare ciascuna fonte sulla base della diversa struttura dei costi di produzione”.
Sull'impegno 3) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare appositi interventi volti a calmierare i costi delle bollette energetiche, soprattutto per i soggetti economicamente svantaggiati e vulnerabili”. Sull'impegno 4) il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad attivarsi affinché, in raccordo con le rispettive autorità di riferimento di ciascun settore, sia valutata l'introduzione di specifici interventi finalizzati a contenere incrementi ingiustificati dei prezzi, a partire dalle tariffe per l'acqua e per le bollette elettriche e del gas”.
Sull'impegno 5) il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative di competenza volte a dare seguito alla riforma degli oneri di sistema su beni energetici, razionalizzando le voci degli oneri e spostandone alcune sulla fiscalità generale”. Sugli impegni 6) e 7) il parere è favorevole. Sull'impegno 8) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative di competenza affinché si elimini il differenziale positivo tra il prezzo del mercato italiano del gas naturale e quello del Nord Europa TTF”. Sull'impegno 9) il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Bonelli ed altri n. 1-00399.
VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sulle premesse, dal capoverso 1) al capoverso 11), il parere è favorevole. Sui capoversi 12), 13), 17) e 19) il parere è contrario. Sul resto delle premesse il parere è favorevole.
Per quanto riguarda gli impegni, sull'impegno 1) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative volte a consentire l'approvvigionamento a termine dell'energia anche a favore dei cittadini in condizioni di vulnerabilità serviti nel mercato di maggior tutela così da mitigare la volatilità dei prezzi”.
Sugli impegni 2) e 3) il parere è contrario.
Sull'impegno 4) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare le necessarie iniziative volte a raggiungere la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili pari al 39,4 per cento del consumo complessivo a livello nazionale, in conformità con gli obiettivi fissati dal PNIEC, trasmesso nel 2024, per traguardare il target rinnovabile definito dall'Unione europea”.
Sull'impegno 5) il parere è contrario.
Sull'impegno 6) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative di carattere normativo volte ad aumentare la contrattualizzazione a termine della produzione di rinnovabile via CFD a due vie con il GSE o via PPA, così da valorizzare ciascuna fonte sulla base della diversa struttura dei costi di produzione”.
Sugli impegni 7), 8), 9) e 10) il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Benzoni ed altri n. 1-00404.
VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Tutte le premesse sono accoglibili. Per quanto riguarda gli impegni, sull'impegno 1), lettera a), il parere è favorevole; sulla lettera b) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a consentire il contenimento dei costi variabili sostenuti per la produzione termoelettrica a gas, tenendo conto degli oneri di varia natura che oggi colpiscono il consumo di gas per la produzione termoelettrica”; sulle lettere c), d) ed e) il parere è favorevole. Sugli impegni 2) e 3) il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Squeri, Caramanna, Gusmeroli, Cavo ed altri n. 1-00408.
VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Il parere è favorevole sia sulle premesse sia sugli impegni.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Boschi ed altri n. 1-00413.
VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sulle premesse, il parere è contrario. Per quanto riguarda gli impegni, sull'impegno 1) il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare gli effetti delle iniziative di competenza adottate per contrastare il rincaro dei costi” e così via.
Sul punto 2) il parere è favorevole, previa riformulazione, che viene anteposta: “a valutare ogni misura di competenza per (…)”.
Sul punto 3) il parere è favorevole, previa riformulazione, posta all'inizio: “a valutare iniziative normative (…)”.
Sul punto 4) il parere è favorevole.
Sul punto 5) il parere è favorevole, previa riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure normative volte a innalzare a regime la soglia ISEE per i percettori di bonus sociale, nonché di adottare misure strutturali volte a mettere al riparo famiglie e imprese da dinamiche caratterizzate da forte volatilità dei prezzi dell'energia”.
Sul punto 6) il parere è favorevole con la seguente riformulazione, che va aggiunta dopo le parole “avvio di interventi infrastrutturali”: “funzionali al perseguimento degli obiettivi del PNIEC, nonché al fine di rafforzare (…)” e poi continua.
Sull'impegno 7) il parere è favorevole previa riformulazione: “ad accelerare nel percorso virtuoso di disaccoppiamento dei prezzi del gas da quelli dell'energia elettrica, al fine di favorire il contenimento dei prezzi e lo sviluppo dei mercati energetici più efficienti e legati alle singole strutture di costo di produzione”.
Sull'impegno 8) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative normative volte all'adozione di disposizioni che permettano la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile in Italia, con l'obiettivo di incrementare l'energy mix e rafforzare l'autonomia energetica del Paese”.
PRESIDENTE. Grazie, Vice Ministra Gava. Adesso recuperiamo il testo delle riformulazioni degli impegni in modo tale da poterlo poi distribuire ai gruppi.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà. Prego, onorevole Del Barba.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi. Con queste mozioni credo che un po' tutta l'Aula - in particolar modo le forze di opposizione - intendesse dare una sveglia al Governo su un tema scottante. Sveglia che ci si aspettava non fosse più necessaria all'indomani dell'arrivo in Parlamento del decreto Bollette. Il tema è che, andando poi a vedere quello che il Governo sta per proporre al Parlamento e al Paese, pensiamo che questa sveglia vada ulteriormente rafforzata.
Nel Paese c'è un incendio che divampa e quello che la maggioranza pensa di offrire al Paese è un sorso d'acqua. Un sorso d'acqua tardivo che non serve a spegnere l'incendio e che, anzi, può determinare anche un senso di frustrazione e di impotenza perché questa maggioranza - anche con quel provvedimento - non solo non attenua le problematiche ma non lascia intravedere, in alcun modo, la volontà e la capacità di porre in essere soluzioni per il futuro. E' un pannicello caldo, un tentativo di spegnere un incendio dopo che è divampato. Non si capisce perché questi soldi per le famiglie e per le imprese non siano stati messi a disposizione prima e si sia lasciato inascoltato un urlo di dolore.
Che si tratti di un problema enorme per le famiglie e le imprese sono i dati a dimostrarlo. Per le famiglie ci sono chiari, forti, problemi rispetto al loro potere d'acquisto. Per le imprese vengono indotti forti problemi di competitività. Secondo l'Istat, il 22,8 per cento della popolazione italiana è a rischio povertà assoluta o esclusione sociale; nel Mezzogiorno arriviamo addirittura al 39 per cento.
Ecco, a questo quadro preoccupante vengono aggiunti, appunto, gli aumenti delle tariffe, a volte anche sconsiderati, le imposte e i tributi che rendono sempre più difficile, per le famiglie, far fronte alle spese quotidiane. Credo che questi aumenti costituiscano tasse occulte fortissime che lasciano e fanno impallidire qualsiasi bonus sia stato fin qui immaginato.
Quindi, ci saremmo aspettati una reazione che non troviamo. E allora siamo costretti a ribadire i contenuti di queste mozioni presentate tempo fa e che, nel frattempo, vi trovano ancora inermi. Nel 2024, signori del Governo e della maggioranza, l'Italia ha registrato i prezzi dell'energia più alti d'Europa, con un costo medio del 25 per cento superiore a quello tedesco, del 40 per cento rispetto a quello francese e del 48 rispetto a quello spagnolo. Nel mese di febbraio 2025 il prezzo medio all'ingrosso dell'energia ha raggiunto i 150 euro MWh, con un aumento del 72 per cento rispetto all'anno precedente.
Questo ha un significato molto chiaro: questo significa che le famiglie e le imprese stanno pagando molto più l'energia rispetto ai propri concittadini europei e ai propri competitor nel mercato europeo. E capite che - come dimostrano i dati, ahinoi sempre più allarmanti sull'andamento dell'economia italiana - questo incide sulla competitività del nostro sistema produttivo.
La bilancia energetica italiana registra un'importazione media di 52 TWh di energia elettrica, pari al 17 per cento del fabbisogno nazionale, il doppio della Germania. Questa dipendenza strategica rende il nostro Paese chiaramente vulnerabile alle fluttuazioni di mercato e alle tensioni geopolitiche internazionali.
Ecco, guardiamo anche avanti: per quanto riguarda il futuro, l'ARERA ha annunciato che, per il primo trimestre 2025, la tariffa dell'energia elettrica aumenterà del 18,2 per cento per i 3,4 milioni di clienti rimasti nel servizio di maggior tutela, ovvero proprio i cittadini più vulnerabili. Mentre coloro che sono passati al mercato libero si trovano a dover affrontare costi di commercializzazione aggiuntivi.
Negli ultimi quattro mesi - noi lo abbiamo sottolineato pubblicizzando molto queste bollette - una famiglia media ha speso 777 euro per l'energia, con un incremento del 5,9 per cento su base annua. Questi rincari si sommano ad altri aumenti nei settori dei pedaggi autostradali - grazie al vostro intervento - delle assicurazioni, dei carburanti, dei beni alimentari. E quindi capiamo bene cosa sta accadendo nelle famiglie, in termini di pressione economica sui cittadini.
Di fronte a queste situazioni è imprescindibile per noi adottare misure nel breve e nel lungo periodo. Quello che state adottando, che adotterete, che avete adottato nel breve periodo - lo ripeto - è semplicemente un pannicello caldo.
Servono interventi per abbattere il costo delle bollette per famiglie e imprese. Bisogna, ad esempio, incidere sulla riduzione dell'IVA per le materie prime energetiche; bisogna trasferire progressivamente gli oneri generali di sistema della bolletta; è fondamentale garantire agevolazioni per il Terzo settore che svolge un ruolo cruciale nel supporto alle fasce più deboli della popolazione.
Ma il problema sta nel lungo periodo, sta in quello che il Governo - fin da quando si è insediato - si attarda a mettere in campo perché è necessario riformare profondamente il sistema energetico, diversificando il mix energetico nazionale e rivedendo la fiscalità generale e i costi fissi in bolletta.
Noi siamo di fronte fondamentalmente a due problemi interconnessi. Un problema, che è molto tecnico, riguarda la formazione del prezzo, in particolar modo dell'energia elettrica. Ma anche questo problema, che è un problema tecnico e che potrebbe essere rapidamente affrontato con delle norme, vede il Governo completamente al palo.
Continuiamo a operare con il sistema del prezzo marginale, che fa sì che l'energia elettrica quotidianamente venga quotata al prezzo del vettore più alto disponibile in quel momento; poi cerchiamo di inseguire i fantomatici extraprofitti quando è chiaro, anche dai pareri che avete espresso - e allora ci domandiamo perché non operiate -, che ci sono le opportunità e le necessità per operare sul fronte del disaccoppiamento.
Certo, operare sul fronte del disaccoppiamento non può significare, però, uno stop agli investimenti nelle rinnovabili.
E, allora, questo presupporrebbe una forte iniziativa del Governo, una capacità di intervenire con gli strumenti che sono già stati utilizzati, anche da Paesi vicini, come i contratti a medio e lungo termine, che vanno però garantiti dal pubblico per la quota di energia rinnovabile o, comunque, intervenire, proprio perché il meccanismo di formazione del prezzo non dipenda da quello che, per ora, è un fattore non eliminabile, cioè il prezzo giornaliero del gas. Chiaramente quello continuerà a incidere, ma dovrà incidere quota parte; non può portarsi dietro tutto il settore.
È evidente che in questa situazione di incertezza i prezzi salgono, chi deve investire non investe, anche laddove fosse particolarmente vantaggioso, come nel caso delle rinnovabili, anche perché avete fatto di tutto per complicare il percorso in questi anni dal punto di vista normativo e delle semplificazioni; e, soprattutto, lasciando questo nodo sul tavolo e non risolvendolo, create un'incertezza molto forte per quanto riguarda il futuro. Dal punto di vista strutturale, siamo favorevoli all'introduzione del nucleare, ma ci dobbiamo confrontare con un Governo che ne parla, ne chiacchiera, ma rimane inoperoso. Anche su questo campo, quindi, convegni, dichiarazioni, comunicati, ma nessun tipo di azione.
Concludo, allora, Presidente. Noi pensiamo che questo immobilismo e anche questo tasso eccessivo di nazionalismo stiano tenendo al palo il nostro Paese. Occorre sicuramente agire perché il mercato dell'energia venga uniformato a livello europeo - cosa che voi non state facendo -, ma occorre anche agire tempestivamente non per gettare un sorso d'acqua su un incendio che sta divampando…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). …e non dite che non avete i soldi, semmai li state sprecando in Albania, ma occorre agire per mettere in campo urgentemente misure strutturali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Questa discussione, l'ennesima discussione che facciamo in Parlamento sul tema del caro energia, che è legato alla politica energetica di questo Governo, evidenzia come questo Governo non abbia una strategia energetica. Questo Governo non ha una politica energetica; ne sono prova le affermazioni della Premier Meloni che, durante la conferenza stampa non di fine anno, ma trasferita a pochi giorni dopo l'inizio dell'anno, affermava, rispetto a numerose domande di giornalisti, quale fosse la strategia del Governo rispetto al caro energia. La risposta è stata: non posso rispondere su un tema così complesso in pochi secondi o minuti.
Il punto è che non rispondono proprio. In tre anni quello che si è realizzato in questo Paese è una profonda rapina sociale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) nei confronti di famiglie e piccole e medie imprese, mentre c'è stata una grande accumulazione di ricchezza da parte delle grandi società energetiche. Questo elemento è stato e viene totalmente censurato nell'azione del Governo e nel dibattito politico del Parlamento. E, allora, vogliamo dire - perché questi sono numeri assolutamente inconfutabili - che le grandi società energetiche, da tre anni a questa parte, hanno realizzato 70 miliardi di euro? Io non li chiamo più, signor Presidente, extraprofitti, perché, ormai, sono diventati così regolari che non è più un “extra”; è un qualcosa di costante che, grazie all'azione di questo Governo, si è realizzato.
Ma come si è realizzato un elemento così imponente di accumulazione di ricchezza, mentre in Italia la povertà energetica aumenta? Come sa la Vice Ministra Gava, nel nostro Paese esistono 2.360.000 famiglie che si trovano in povertà energetica, il 9 per cento dei nuclei familiari italiani. Cosa significa povertà energetica? Significa che ci sono persone che mutano i loro comportamenti, rinunciando in maniera significativa a bisogni primari o, addirittura, a riscaldarsi, perché non sono in grado di pagare le bollette. Di fronte a tutto ciò, qual è stata la risposta del Governo? L'ultima l'abbiamo vista pochi giorni fa. Devo dire che è un affronto, cioè pensare di realizzare interventi - tra l'altro, non un pannicello caldo, ma veramente uno schiaffo in faccia agli italiani - per tre mesi.
Abbiamo sentito il Governo dire che si affida - udite, udite - all'andamento dei future. I future, per chi non lo sapesse, sono gli andamenti di indice della Borsa del prezzo dell'energia da qui all'estate. Allora, la strategia del Governo: noi ci affidiamo ai futures e non ad interventi strutturali che vadano a supporto delle famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Francamente trovo anche preoccupanti, se non da ridere, ma, siccome ci sono in gioco i risparmi degli italiani e il futuro anche dell'ambiente nel nostro Paese, trovo incredibili questi video che la Premier Meloni fa costantemente su vari temi. Perché il tema del contraddittorio e delle risposte non è amato dalla Premier Meloni, delle risposte, in particolar modo, dei giornalisti. Aspetteremo con ansia che la prossima settimana, dopo mesi e mesi di totale assenza, la Premier venga qui, in Parlamento, a dirci innanzitutto che esiste; a dirci poi che cosa vuole fare, da questo punto di vista, non solo sul tema del riarmo, ma anche su quello della strategia energetica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Sul tema del nucleare - è veramente incredibile, in questo Paese si può dire tutto e il contrario di tutto, come sul tema esilarante dell'intervista al TG1 della Premier Meloni che è riuscita a dire (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) che non è aumentata la pressione fiscale, ci torneremo quando sarà qui la Premier Meloni, cioè baggianate incredibili - è riuscita a dire che, grazie all'introduzione del nucleare, l'Italia sarà autonoma dal punto di vista energetico e pagherà l'energia a basso costo. Ma come si fa a fare un'affermazione di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Nemmeno all'università sarebbe consentita. Ma sapete, conoscete la differenza tra fonte energetica e autonomia energetica? Ve la dobbiamo spiegare noi? L'uranio dove lo prendete? Abbiamo le miniere di uranio, Vice Ministra Gava? Non ce l'abbiamo le miniere di uranio, le hanno i russi, però, le miniere, tanto per capire dal punto di vista dell'autonomia energetica.
Ma vogliamo anche capire quanto costa questo nucleare? Perché quello che sta dicendo la Premier Meloni è una bugia enorme, cioè che con il nucleare l'energia costerà di meno, quando è esattamente il contrario - dati alla mano - di quello che scrive l'Agenzia internazionale dell'energia sul tema del costo del nucleare.
Sapete quanto costa il nucleare in Europa secondo l'Agenzia internazionale, non per Angelo Bonelli, ma per l'Agenzia internazionale? Costa 170 euro a megawattora. Oggi, il prezzo dell'energia sul PUN è il 30 per cento di meno alimentato nel mix italiano, che è una componente fortissima di gas e una minore componente di energia rinnovabile. Allora, voi volete far pagare l'energia agli italiani, con il nucleare, più cara di quello che pagano oggi? Ma dove pensate di andare? Ma questa è veramente una rapina sociale inaccettabile da questo punto di vista, perché non siete in grado di dire la verità.
E c'è anche un elemento che noi vi contestiamo profondamente e, per suo tramite, signor Presidente, lo dico anche alla Vice Ministra Gava: vi contestiamo profondamente, perché la vostra strategia energetica non dei prossimi dieci anni, ma dei prossimi venti, trenta anni è di basare la politica solo ed esclusivamente attraverso il rafforzamento dell'infrastrutturazione del gas. Chiaro? E noi non abbiamo riserve di gas, Vice Ministra Gava. Noi non abbiamo quelle riserve di gas per soddisfare il fabbisogno, noi non abbiamo praticamente nulla, al di là delle sciocchezze che si dicono delle nostre riserve in Adriatico. Sa quant'è? C'è un solo un giacimento russo, di Gazprom, in Siberia. Sapete quant'è la capacità di questo giacimento? È di 47,8 mila miliardi di metri cubi di gas. Quel tipo di giacimento potrebbe soddisfare, per 700 anni, il fabbisogno italiano. Allora, capite perché ci sono Paesi che vogliono farla finita con le politiche della transizione ecologica? Perché devono vendere il gas: Putin deve vendere il gas, Trump deve vendere il gas e ce lo vuole mollare a noi, tra l'altro, a prezzi esorbitanti, costringendo tante famiglie a continuare nella povertà energetica.
Quindi, la vostra politica, che si basa per i prossimi venti anni e trenta anni su un rafforzamento dell'infrastrutturazione del gas, condannerà l'Italia e la nostra economia alla speculazione e alla volatilità del prezzo del gas sulle borse, che sono condizionate da fattori geopolitici che noi tutti oggi vediamo.
E ve lo contestiamo in maniera forte, come abbiamo contestato, ad esempio, la grande questione che ha portato alla mobilitazione di tanti cittadini, che sono stati derubricati come quelli del “no”. Pensiamo al rigassificatore di Piombino, a quello di Ravenna o alla volontà di costruire questi impianti per avere sempre più gas, però, nel frattempo, le rinnovabili non vanno avanti. Il Ministro Lollobrigida le ha fermate con l'articolo 1 e devo dire che c'è stato il silenzio inaccettabile, Vice Ministra Gava, da parte del Ministero dell'Ambiente per aver subito l'offensiva del Ministro dell'Agricoltura, che ha condizionato la politica energetica perché c'è un'organizzazione sindacale, come la Coldiretti, che ha altri tipi di interessi, ma non agguarda, certamente, il tema della transizione ecologica che determinerebbe una diminuzione costante del costo dell'energia.
Noi abbiamo delle proposte e vorrei dire con chiarezza che questo sarà oggetto di un'interpellanza molto dura che rivolgeremo al Ministero dell'Ambiente sul ruolo di ARERA che, in questo Paese, dovrebbe essere esercitato nell'autonomia e non nel condizionamento delle grandi società energetiche del gas, perché questo accade anche con le persone che lavorano in ARERA.
Allora, la domanda, che sarà oggetto della nostra interpellanza, è: per quale ragione non si dà applicazione alla direttiva europea di determinare le tariffe zonali? Perché ARERA blocca le tariffe zonali? Lo sa, Vice Ministra Gava, che se si applicasse la tariffa zonale in Calabria, in Puglia, in Sicilia, in Sardegna il prezzo dell'energia costerebbe il 30 per cento di meno? Perché ARERA blocca questa tariffa zonale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? La blocca perché le grandi società energetiche non vogliono un cambiamento che faccia pagare meno l'energia. Ma la domanda ancora è: perché voi subite l'ostracismo di ARERA e impedite l'applicazione della tariffa zonale? Perché nel Sud, dalla Sardegna alla Sicilia, dalla Calabria alla Puglia, le energie rinnovabili già oggi, a volte, arrivano al 100 per cento, o forse più, del fabbisogno.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
ANGELO BONELLI (AVS). Allora - e questo sarà oggetto di una nostra interpellanza - perché voi subite l'azione dei grandi colossi energetici del gas che impediscono il cambiamento? Me lo lasci dire in nome del popolo italiano e in nome dell'interesse pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghi e Governo, certamente i prezzi medi dell'energia elettrica in Borsa in Italia nel 2024 sono stati i più alti dell'Unione europea e, in particolare, lo sono stati del doppio della Francia, che ha basato la sua produzione prevalentemente sul nucleare, sull'idroelettrico e sulle fonti a basso costo. Questo mix comporta certamente costi di sistema, incentivi, accumuli, reti e bilanciamenti modesti. Perciò le aziende francesi che cosa fanno? Acquistano l'energia, prevalentemente fuori Borsa, con contratti bilaterali di lungo periodo, sui quali sono basse sia la componente energia che quella relativa agli oneri di sistema.
Vediamo ora che cosa succede in Spagna. Abbiamo, anche in questo caso, prezzi molto più alti della Spagna: siamo a un 70 per cento in più della Spagna, dove il 22 per cento dell'energia elettrica era nucleare, il 44 per cento veniva da solare ed eolico e, grazie alle condizioni favorevoli di irraggiamento e ventosità, il 18 per cento era prodotto a gas. Però, la Spagna è riuscita a costruire un efficace meccanismo di tetto al prezzo del gas e, di conseguenza, dell'elettricità prodotta a gas, soprattutto grazie anche alla scarsa interconnessione con la Francia, per cui il prezzo dell'energia elettrica è abbastanza disaccoppiato. Poi, c'è la rigassificazione cinque volte più grande di quella italiana e tutto ciò consente di contenere il prezzo di Borsa, anche quando a determinarlo è il gas.
Poi, non possiamo lasciare da parte la Germania perché per noi è significativa. Noi paghiamo sempre un 30 per cento in più della Germania, dove il 20 per cento dell'energia elettrica era a carbone, sebbene altamente inquinante e a forte emissione di CO2. Infatti, nel 2024 le emissioni tedesche sono state dieci volte più alte di quelle francesi: il 16 per cento era a gas e ben il 44 per cento era eolico o solare, oltre ai 172 gigawatt installati tra pannelli solari e pale eoliche e anche a fronte di una domanda di picco di circa 70 gigawatt.
Che cosa è successo? Per far fronte alla domanda la Germania ha dovuto importare 77 terawatt, il 15 per cento della sua domanda elettrica, e nelle ore con scarsa produzione eolica o solare, quindi a prezzi decisamente elevati, ha esportato 49 terawatt nelle ore con surplus di produzione eolica e solare e, quindi, a prezzi bassi. È comunque, questo, un meccanismo decisamente interessante.
C'è da aggiungere che in Germania gli incentivi erogati alle rinnovabili (oltre 20 miliardi di euro) e altri oneri sono stati trasferiti alla fiscalità generale e gli oneri residui sono stati caricati maggiormente sui consumatori domestici. Ricordiamo che il reddito medio tedesco è del 50 per cento più alto di quello italiano e, pertanto, le industrie tedesche pagano l'energia significativamente meno di quelle italiane.
In Italia il prezzo di Borsa è particolarmente elevato perché dipendiamo troppo dal gas e la situazione peggiorerà nel corso del 2025. Nel 2024 il 42 per cento della domanda italiana era coperta da elettricità prodotta a gas; il 65 per cento delle ore è stato determinato da centrali a gas, su cui gravano l'elevato prezzo della materia prima e poi i permessi di emissione che da soli pesano circa 35 euro a megawatt. L'Italia è anche il Paese UE con la più elevata quota di import netto: siamo a 51 terawatt, il 16,5 per cento della domanda. Anche questo è un caso che, ovviamente, deve farci riflettere. Poi, ancora, sulla bolletta che pagano i cittadini e le imprese gravano gli incentivi alle rinnovabili e altri oneri, reti, accumuli e bilanciamenti, che tutti insieme superano la componente energia.
È una situazione evidentemente critica. Lo abbiamo fatto presente più volte al Governo, perché è noto che questo è un tema che interessa tantissimo Azione. È una situazione critica dalla quale si può uscire in modo definitivo soltanto cambiando il mix elettrico nazionale. Come? Imitando, ad esempio, chi è più virtuoso, ossia la Francia, e non copiando le scelte che comunque, per noi, sono fallimentari della Germania. Ci siamo mossi e abbiamo raccolto le firme per una legge di iniziativa popolare che acceleri l'iter di ritorno del nucleare nel mix elettrico italiano, ma servono misure a effetto immediato che siano volte a contenere il costo della bolletta elettrica soprattutto per le imprese più esposte alla concorrenza internazionale, per le quali l'elevato prezzo dell'energia è un fattore fortemente penalizzante.
Per questo - e lo abbiamo messo in mozione - la misura più efficace è il disaccoppiamento del prezzo dell'energia elettrica rinnovabile da quello della Borsa. Come si può realizzare? Si può realizzare senza necessariamente creare due mercati paralleli, per esempio attraverso contratti bilaterali oppure con contratti a due vie, con i quali il GSE preleva l'energia elettrica rinnovabile sempre a un prezzo fisso indipendentemente dal prezzo di Borsa. I contratti a due vie sono già applicati in Italia e riguardano gli impianti entrati in esercizio dopo il 2016. È per questo che peroriamo questa causa. Il prezzo di prelievo viene determinato da un'asta al ribasso a partire da un valore che copre il costo di generazione e il margine per l'operatore che realizza l'impianto. L'asta, ovviamente, si tiene prima che l'impianto venga costruito.
Noi chiediamo che tali contratti vengano applicati non solo agli impianti di nuova costruzione, ma anche ai grandi impianti idroelettrici, per i quali dovranno essere a breve rinnovate le concessioni, e che, anche in questo caso, il prezzo di prelievo sia determinato tenendo conto dei reali costi e del giusto profitto dell'operatore.
E poi chiediamo ancora - e questo è un passaggio fondamentale - che il GSE possa cedere ai consumatori finali, in particolare a quelli industriali più colpiti dal caro energia, l'energia elettrica rinnovabile prelevata, e che la cessione avvenga con contratti pluriennali di lungo periodo che sarebbero svincolati dal prezzo del gas.
Non possiamo non ricordare in quest'Aula, anche con rammarico, che, ad esempio, per gli enti locali, la bolletta più salata è proprio quella dell'energia elettrica. Nel 2023 i comuni hanno speso 2 miliardi e mezzo, con un aumento di spesa di 533 milioni di euro. Un cliente vulnerabile in regime di maggior tutela spenderà, in un anno, 523 euro. Sono davvero tanti soldi.
E poi ci sono dei risvolti; sono tanti. Oltre ai clienti vulnerabili, abbiamo chi opera e mantiene vivi i nostri territori, dalle bocciofile ai palazzetti, alle palestre e ai campi da gioco, che hanno dei fari altamente energivori. E posso aggiungere anche tutte quelle realtà di volontariato - il Terzo settore o le comunità - che dovrebbero assolutamente essere tutelate e dovrebbero spendere le loro risorse per i servizi che erogano e non per queste bollette stratosferiche. E così ci riteniamo autorizzati a pensare che non sia vero che mancano i fondi per realizzare gli interventi strutturali di riduzione delle bollette. Può essere che il nostro Paese non sappia spendere questi soldi.
Per contro, si registrano aumenti ormai strutturali che sono e saranno tali nel tempo; non si ridurranno più. Le imprese, ad esempio, che hanno una marginalità ridotta, con costi che non hanno mai impattato più del 2 per cento sui conti, oggi arrivano al 10 per cento. E così si chiude, si chiudono imprese, si perdono posti di lavoro. Questo è il duro prezzo che in Italia si paga per gli aumenti del costo dell'energia.
Il Ministro dell'Ambiente è venuto in Aula e ha affermato che il problema non è più rinviabile. Però noi continuiamo a non sentir parlare di nucleare. Ci aspettavamo che nella mozione di maggioranza si parlasse di disaccoppiamento. E in più, c'è un ulteriore problema, che arriva dagli Stati Uniti e dagli sbalzi di umore del Presidente Trump. Verrebbe da dire che, in qualche maniera, il tempo è scaduto.
La nostra mozione punta alla strategia per la riduzione dei costi in bolletta, con disaccoppiamento - lo ripeto - del prezzo dell'energia elettrica. È una proposta concreta e - a nostro parere, ma non soltanto a nostro parere - risolutiva.
Quanto proposto nelle altre mozioni, purtroppo, consiste in una serie di proposte reiterate dove il Governo deve investire risorse, però pare che non ci siano più soldi. È per questo che noi, pensando alle famiglie, agli italiani, alle nostre imprese, presentiamo questa proposta. Ho sentito il parere del Governo. Siamo parzialmente soddisfatti, ma siamo parzialmente soddisfatti soprattutto per quello che non abbiamo trovato nella mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Nell'affrontare il tema dei costi energetici su cui Governo e Commissione stanno già lavorando per venire incontro alle esigenze di famiglie e imprese, non si può non partire dai dati riportati anche nella mozione che, come gruppo Noi Moderati, abbiamo sottoscritto.
Negli ultimi mesi del 2024 e nei primi mesi dell'anno in corso, il costo dell'energia ha registrato un aumento che, nel mese di gennaio, ha visto un attestarsi del prezzo medio giornaliero dell'energia elettrica a 143 euro al MWh e del prezzo medio giornaliero del gas a circa 50 euro al MWh.
A gennaio 2025, l'energia elettrica in Italia è costata in media 143 euro al MWh, rispetto ai 99 euro del gennaio 2024, con un rincaro del 44 per cento in un anno. A febbraio 2025 la media italiana è salita a 154 euro al MWh.
Tra le cause di questi aumenti, vanno ascritte: la crescente domanda di energia in atto in Asia, i rischi della frammentazione della supply chain a livello europeo, le tensioni geopolitiche in alcune aree del mondo, quali Ucraina e Medio Oriente, e i possibili impatti derivanti dalla situazione politica internazionale che implica, tra i diversi effetti, il persistere di condizioni di volatilità dei mercati energetici e possibili speculazioni.
Fatte queste considerazioni, sosteniamo la mozione che chiede al Governo di assumersi diversi impegni. Ne cito solo alcuni, tra cui i più rilevanti: adottare un provvedimento normativo volto ad intervenire nell'immediato sulla dinamica dei prezzi dell'energia e sulle ripercussioni prodotte in danno dei clienti domestici e delle piccole e medie imprese, anche promuovendo una capillare campagna informativa in merito alla possibilità, per i clienti vulnerabili, di passare al servizio a tutele graduali entro il 30 giugno 2025; adottare le possibili misure per ridurre gli oneri generali di sistema sulle bollette elettriche e del gas delle famiglie e delle piccole e medie imprese, valutando altresì se non sia opportuno ridurli sul gas utilizzato a fini di produzione energetica per ridurre i costi di generazione degli impianti termoelettrici a gas e, conseguentemente, il prezzo marginale dell'energia elettrica; incrementare il bonus sociale per i clienti in condizioni di difficoltà economica, anche attraverso l'ampliamento della platea dei beneficiari, avendo particolare riguardo ai componenti del nucleo familiare e ai soggetti in gravi condizioni di salute; introdurre iniziative di competenza volte a ridurre il costo dell'energia per le attività produttive, in particolare per le piccole e medie imprese.
Sono impegni molto puntuali e concreti, in linea con l'operato del Governo e con riferimento ai quali dobbiamo lavorare alla sensibilizzazione in Europa. È essenziale ripartire dal principio di neutralità tecnologica. Non possiamo inseguire standard tecnologici imposti all'estero e relegare in un cantuccio filiere nazionali ed europee innovative che possono sviluppare valide alternative, utili ad abbattere le emissioni, contribuendo sensibilmente alla crescita. Penso ai biocarburanti in tema di mobilità sostenibile, al nucleare in tema di produzione di energia elettrica, ma anche alle tante innovazioni nel campo dell'economia circolare, dal riuso alla trasformazione dei rifiuti; abbiamo eccellenze da valorizzare e sostenere. Questa è la transizione che condividiamo e sosteniamo: una transizione volta a migliorare complessivamente le condizioni di cittadini e imprese, e non a scaricare costi insostenibili di battaglie ideologiche prive di contatto con la realtà.
La politica è questa: capacità di visione ed equilibrio tra esigenze e priorità a volte in contrasto tra loro. Dobbiamo comprendere che la neutralità climatica può servirci solo se coniugata alla neutralità tecnologica e che la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo alla sostenibilità sociale. Solo in questo modo possiamo pensare di puntare concretamente al rilancio dell'economia europea e alla possibilità di competere con altre potenze mondiali. Obiettivi, questi, ambiziosi, ma raggiungibili se si coopera con tutti gli altri attori, da quelli istituzionali a quelli industriali, ma senza dimenticare il settore finanziario. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Saluto le allieve, gli allievi e gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado “Don Lorenzo Milani”, di Marina di Massa, in provincia di Massa Carrara, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti alla Camera dei deputati (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Forza Italia voterà convintamente a favore della mozione di maggioranza per contrastare i costi dell'energia. In particolare, sottolineo gli aspetti per noi più significativi: il sostegno alle piccole e medie imprese; il rafforzamento del meccanismo del gas release, che prevede la fornitura, a prezzi calmierati, di produzione nazionale di gas alle imprese gasivore; l'operatività del meccanismo del PPA, che prevede lo sviluppo di contratti a lungo termine tra produttori di fonti energetiche rinnovabili e le imprese; l'accelerazione dello sviluppo del nucleare; l'implementazione di tutte le fonti rinnovabili; il rafforzamento dell'opzione idroelettrica quale fonte rinnovabile programmabile, rispetto alla quale si sta lavorando per consentire gli investimenti che ne determinerebbero un significativo aumento di produttività.
È di ieri la notizia che, in febbraio, i consumi elettrici italiani sono crollati quasi del 9 per cento, anno su anno. I prezzi dell'energia stanno minando la base produttiva non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa.
In Italia, l'aumento dei prezzi dell'energia è superiore alla media e sta indebolendo il nostro tessuto produttivo, soprattutto nei settori energivori, come quelli dell'acciaio, del cemento, della ceramica, della carta, della chimica e del farmaceutico, penalizzando le piccole e medie imprese che rappresentano una componente importante del nostro tessuto produttivo.
A gennaio 2025, l'energia elettrica, in Italia, è costata, di media, 139 euro al megawattora, dagli 88 del febbraio 2024, con un rincaro del 58 per cento in circa un anno solamente; in Germania 108 euro, in Francia 98 euro, in Spagna 111 euro, negli Stati Uniti 61 euro al megawattora.
Secondo un recente studio della CGIA di Mestre, a differenza degli altri Paesi dell'area euro, il prezzo dell'energia elettrica in capo alle nostre micro imprese è il più alto di tutti. In Italia, nel primo semestre del 2024, il costo in euro per megawattora era di 348 euro, mentre in Europa, secondo i dati Eurostat, la media è stata di 294 euro. L'Italia, messa a confronto con gli altri Paesi europei, rispetto alla Germania registra un 5,8 per cento in più, un 38 per cento in più rispetto alla Francia, un 43 per cento in più rispetto alla Spagna.
Noi di Forza Italia sottolineiamo gli impatti sul sistema delle imprese e gli impatti sul sociale, che certo non sono meno importanti, perché senza il plusvalore delle imprese non può esistere uno Stato sociale.
Le mozioni dell'opposizione accusano il Governo di non avere una strategia in merito al contrasto del caro energia. È vero esattamente il contrario. Abbiamo fatto una verifica veloce sui provvedimenti adottati dall'ottobre 2022 ad oggi per sostenere i prezzi pagati da famiglie e imprese e favorire l'efficienza energetica. Mi riferisco evidentemente alle nuove misure adottate e non al trascinamento dei Governi precedenti.
Ebbene, il risultato è un intervento di oltre 30 miliardi di euro e di misure adottate in ben 31 provvedimenti, la gran parte decreti-legge o manovre finanziarie.
Per il 2025, agli 1,7 miliardi di euro stanziati dalla legge di bilancio si aggiungono i 3 miliardi del decreto Bollette e i 3 miliardi del Transizione 5.0, destinato all'efficientamento energetico delle imprese.
Una delle richieste delle mozioni delle opposizioni consiste nel fiscalizzare gli incentivi per le rinnovabili, che oggi gravano sulle bollette. Si tratta di un conto di circa 6 miliardi l'anno da trasferire alla fiscalità generale per una presunta equità fiscale.
Ebbene, a parte l'aumento della pressione fiscale complessiva, impossibile da proporre a una maggioranza che ha, tra i suoi obiettivi, la riduzione della pressione fiscale, vorrei ricordare che attualmente i contribuenti con redditi superiori a 35.000 euro sono il 14 per cento del totale e versano il 62 per cento delle imposte dei redditi sulle persone fisiche.
Nel complesso i contribuenti delle prime due fasce di reddito, compresi i negativi, sono il 42 per cento del totale e pagano l'1,73 per cento dell'IRPEF complessiva, ampiamente insufficiente a ripagare anche solo il costo della spesa sanitaria. Dunque, la fiscalizzazione degli incentivi per le rinnovabili andrebbe a colpire, con modalità tutt'altro che eque, proprio quel ceto medio che questa maggioranza, ma - fatemi dire - soprattutto Forza Italia intende difendere.
Quanto all'insufficiente azione del Governo in favore delle rinnovabili, vorrei ricordare i nuovi incentivi per le rinnovabili richiesti dalle norme europee, cioè il FER-X transitorio, il FER-X e il FER-2, che prevedono misure che cubano oltre 80 miliardi di oneri da spalmare nell'arco di vent'anni, il che significa un potenziale incremento degli oneri di sistema gravanti sulle bollette di famiglie e imprese di 4 miliardi l'anno.
Proprio ieri, il Tavolo della domanda, che riunisce le industrie forti, consumatrici di energia, di Confindustria, ha affermato due punti che condividiamo, cioè che la conversione del DL Bollette deve essere la giusta occasione per superare le sacche di rendita che ostacolano la promozione di mercati dell'energia concorrenti e competitivi in favore del consumatore; accelerare sulle rinnovabili per ridurre il costo dell'energia. Va bene, se ci si assicura che i benefici del costo arrivino al consumatore finale e non si trasformino, invece, in rendite per il produttore.
Quanto al presunto mancato sostegno allo sviluppo delle fonti rinnovabili, i 32 provvedimenti che ho citato contengono misure sull'energia e l'attuale Governo ritiene che siano misure richieste dalle principali realtà del settore.
Inoltre, questo Governo sta dando attuazione a tutte le misure che provengono dal Green Deal adottato dall'Unione europea. Concludo, elencandone una serie, senza per questo pretendere di essere esauriente: i sostegni del FER-X transitorio, che ha il compito di incentivare la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica dalle principali fonti rinnovabili fino a fine 2025 e cuba circa 10 miliardi di euro; il FER-X, che ha lo stesso obiettivo del transitorio e incentiva le principali fonti rinnovabili fino al 2028 e cuba fino a 35 miliardi di euro; il sostegno dal decreto FER 2, con incentivi fino al 2028, impianti a fonte rinnovabile innovativi, con risorse che arrivano fino a 38 miliardi di euro; la prossima emanazione del Conto termico 2.0, che amplia il mercato dei titoli di efficientamento energetico; la pubblicazione del testo unico delle norme sulle rinnovabili, che semplifica i procedimenti autorizzatori; il decreto sulle aree idonee all'installazione delle fonti di energia rinnovabile e l'emanazione, in corso, delle norme regionali sulle aree idonee; le garanzie per i PPA previste nel decreto-legge Emergenze appena approvato; la nuova struttura del dispacciamento elettrico per la transizione energetica, che parte dal 1° gennaio 2025; gli investimenti REPowerEU per il rafforzamento della rete elettrica dei gasdotti; le misure per sviluppare le comunità energetiche rinnovabili, in particolare nei piccoli comuni, che saranno presto oggetto di ulteriore semplificazione; il rinnovo delle concessioni ai gestori elettrici, inserito nella legge di bilancio 2025, in cambio di investimenti per rendere le reti di trasmissione elettrica smart grid.
Dunque - in conclusione -, respingiamo al mittente tutte le accuse di presunta incapacità e inazione rivolte al Governo che, anzi, invitiamo a proseguire negli obiettivi già tracciati, tra cui l'implementazione di tutte le fonti rinnovabili, il rilancio della politica nucleare nazionale, il rinnovo delle concessioni idroelettriche per favorire gli investimenti immediati da parte degli attuali gestori - per i quali stiamo lavorando a Bruxelles -, il disaccoppiamento dei prezzi dell'energia elettrica prodotta da gas e da fonti rinnovabili, l'incremento della produzione nazionale di gas e azioni volte a trasformare il nostro Paese in un hub del gas, sfruttando la sua centralità nel Mediterraneo.
Perciò, invitiamo il Governo ad andare avanti, votando a favore di questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Vede, non so se il Governo se ne sia accorto, ma fuori di qui inizia a fare caldo. L'inverno sostanzialmente è andato e le famiglie, che non hanno avuto aiuti, hanno dovuto abbassare i riscaldamenti e cercare di coprirsi con le coperte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non solo: i bar, i negozi e i ristoranti, i frigoriferi, probabilmente, li hanno già spenti, le serrande le hanno già chiuse e gli imprenditori hanno già licenziato. Cosa ha fatto questo Governo per loro, in questi mesi? Zero, nulla. Lo zero più assoluto.
Eppure, Presidente, eravamo qui. Il MoVimento 5 Stelle chiede da più di un anno di intervenire. Lo abbiamo fatto mesi fa, quando abbiamo detto che bisognava bloccare il passaggio al mercato libero. Ma ve lo ricordate il Ministro Pichetto? Ma perché, che problema c'è? È un'opportunità. Alla faccia dell'opportunità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Sapete cos'è successo? Milioni di persone fragili si sono viste aumentare le bollette del 20 per cento. Quella non è un'opportunità! Quella è una rapina di Stato sulla pelle di migliaia di persone fragili!
Allora, siamo andati avanti, abbiamo insistito, abbiamo continuato a chiedere. È arrivata la legge di bilancio, Presidente. Abbiamo chiesto, in ogni modo, di intervenire lì, perché noi lo vedevamo che le famiglie si vedevano le bollette aumentare di 300, 400 euro.
E Meloni cosa fa? Niente. Niente: non trova nemmeno venti secondi in una conferenza stampa di ore, in cui risponde su tutto, su Trump, su Musk, sui suoi amici e amichetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma non una parola alle famiglie sul caro bollette. Allora, abbiamo insistito, perché noi non molliamo, e lo abbiamo fatto con questa mozione, in cui chiediamo di fare cose semplici per aiutare famiglie e imprese. Ma niente, niente. Voi, questa maggioranza e la Presidente Meloni ormai è come se foste abitanti fissi di un paese, quello di Giorgia. Fissi lì in quella dimora e lì va tutto bene e, quindi, ignorate i problemi e non intervenite. Allora, Presidente, cosa succede? Succede che poi, ad un certo punto, non è che ci si può proprio nascondere di fronte all'evidenza e l'evidenza è che i costi dell'energia sono più alti del 30 per cento rispetto agli altri Paesi europei, che le famiglie sono strozzate, che le imprese chiudono e 285.000 sono già morte nel 2024.
Quindi, oddio, aiuto: facciamo qualcosa. Ma non perché volete salvare le famiglie e le imprese, ma perché dovete far finta di fare qualcosa, qualcosa da poter vendere come un video social per dire e per lavarsi la coscienza. Quindi, arriva questo decreto: questo decreto è tardivo e insufficiente. Punto! Lo potete raccontare come volete, ma non risolverà i problemi delle famiglie e delle imprese. A proposito: quante volte vi abbiamo sentito, in quest'Aula, in TV, sui giornali, ricordare quello che facevamo noi quando eravamo al Governo? Bene, Presidente, sapete quanto ha stanziato il Governo Conte con il MoVimento 5 Stelle quando governava questo Paese per far fronte al caro bollette? Cinquantacinque miliardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Le vostre sono briciole e possono servire al massimo per un video social.
Allora, una cosa la voglio dire chiaramente: guardate che non vi lavate la coscienza così. Nel solo 2025 le aziende avranno extracosti per 10 miliardi e le famiglie pagheranno 400 euro in più, che si aggiungono agli aumenti che ci sono già stati e che avete fatto finta di non vedere. Allora, se non sapete dove prendere i soldi, ve lo diciamo noi. Guardate, è semplice: prendete una bolletta - oggi non ce l'ho - e guardatela bene. Vedrete un aumento stratosferico che ricade sulla pelle delle persone. Dietro quell'aumento che ricade sulla pelle delle persone c'è qualcuno che ci ha fatto degli extraprofitti miliardari, c'è qualcuno che su quel dramma di quelle persone ci ha guadagnato. Parliamo di 40 miliardi extra negli ultimi due anni; parliamo del 135 per cento in più di guadagni rispetto a prima della pandemia; parliamo degli extraprofitti delle aziende che hanno fatto profitti proprio su questi aumenti, quindi di quelle energetiche. Allora, cosa c'è di tanto difficile? Votate la nostra proposta di legge che chiede di tassare quegli extraprofitti. Ma niente, niente: voi non lo fate e non lo fate perché siete codardi. Questo è un Governo codardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Punto!
È lo stesso schema che abbiamo visto con le banche. Voi preferite coccolare i potenti e far pagare il prezzo ai cittadini e quelli sono i cittadini, colleghi e colleghe, che stanno già pagando un prezzo caro per le vostre politiche di tagli e tasse. Io non so se vi rendete conto del baratro economico in cui ci avete portato. Io non so se vi rendete conto del fango che devono spalare le famiglie ogni giorno per cercare di sopravvivere e del fango che devono spalare gli imprenditori ogni giorno per non chiudere l'azienda. Secondo me, non ve ne rendete conto: 24 mesi su 25 di crollo della produzione industriale; 40 miliardi di fatturato perso; il PIL fermo al palo; la cassa integrazione che esplode; crisi aziendali a ogni angolo. La settimana scorsa ero a Brindisi. Lo dico ai colleghi di maggioranza: andate ai cancelli di quelle aziende dove ci sono gli operai che protestano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), andate al fianco del settore del petrolchimico, andate alla centrale ENEL e capirete cosa succede qui fuori. Gli operai sono terrorizzati di perdere il posto di lavoro. Le piccole e medie imprese delle filiere hanno paura di non arrivare a fine mese e dover licenziare.
Allora, Presidente, una cosa, però, proprio non si può dire. Non azzardate a dire che il problema è che la coperta è corta, perché noi vi abbiamo visto. Noi vi abbiamo visto, in 24 ore, pensare, finanziare e votare per aumentare gli stipendi dei Ministri e non lo dimentichiamo. Vi abbiamo visto trovare 15 miliardi per l'inutile ponte sullo Stretto. Vi abbiamo visto buttare a mare un miliardo - a mare, tra l'altro - per i ridicoli centri in Albania. Soprattutto, vi abbiamo visto, vi vediamo e vi continueremo a vedere, purtroppo, investire e trovare i soldi per le armi. Fatemelo dire: io credo che il vostro amore per le armi abbia un qualcosa di ossessivo, perché non si spiega altrimenti. È ossessione per le armi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Infatti, anche davanti alla follia di ReArm Europe - 800 miliardi in armi che sono un'ipoteca sul futuro di tutti i cittadini, tra cui anche le nuove generazioni, le future generazioni di questo Paese - cosa fa Giorgia Meloni? Non dice no; non si oppone, come direbbe il buon senso e la buona politica che deve tutelare gli interessi nazionali. No, dice sì, lo avalla e poi attenzione, genialata: operazione maquillage; facciamo finta di cambiargli il nome, così magari qualcuno non capisce che sono armi ma è difesa. No, non funziona così, perché i cittadini non sono scemi: i cittadini lo capiscono che non è un piano di difesa comune; i cittadini lo capiscono che questo significa semplicemente chiedere agli Stati di indebitarsi e di armarsi fino ai denti, sottraendo soldi alla sanità, alla scuola, al welfare e alle aziende, perché è di questo che si tratta. Allora, Presidente, potete anche provare a cambiare il nome, potete anche fare questa operazione di maquillage, ma quel piano di riarmo da 800 miliardi uno scempio è e uno scempio rimarrà, indifferentemente dall'etichetta che ci volete mettere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ne siete responsabili, perché i cittadini devono sapere la verità, cioè che ogni euro speso in armi è un euro in meno per loro. I cittadini devono sapere che Giorgia Meloni preferisce imporre sacrifici a loro - quindi, al popolo - mentre, invece, adora dare soldi e ingrassare le lobby delle armi e lo ama fare soprattutto quando - noi lo sappiamo - quelle lobby sono americane, perché più del 60 per cento di quello che spende la NATO in armamenti va proprio alle aziende americane. Ma Meloni, quando c'è da prendere il bacio di Biden o prendere i diktat dagli Stati Uniti, è sempre felicissima, è sempre pronta, prontissima. Allora, Presidente, 30 miliardi in armi sono 30 miliardi con cui avreste potuto finanziare 187.000 posti letto negli ospedali, con cui avreste potuto alzare le pensioni, con cui avreste potuto fare il salario minimo, dando una risposta a più di 4 milioni di lavoratori poveri che si spaccano la schiena, con cui avreste potuto dare una risposta a quelle aziende che sono in difficoltà.
Il tutto lo fate - e mi riferisco a questi 30 miliardi che siete pronti a mettere sulle armi - mentre avete stanziato una cifra ridicola per il caro bollette, zero contro il caro mutui e bloccato 6 miliardi di Transizione 5.0, di cui ancora oggi vi vantate. Sono soldi che avete tolto alle aziende e fate pure quelli che dicono: che bella questa misura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma 500 milioni ne hanno usati, perché l'avete resa inutilizzabile. Allora, Presidente - e chiudo -, quando capirete che questa corsa al riarmo è una follia? Fermatevi. Fermatevi prima che sia troppo tardi, perché spendere in armi non significa aiutare la nostra economia. Provare a riconvertire le nostre aziende in crisi in aziende che fanno armi, non fa crescere il PIL e non lo diciamo noi, lo dice il governatore di Bankitalia. Ma soprattutto - e chiudo - spendere in armi significa togliere risorse a tutto il resto.
Allora, Presidente, noi continueremo con queste mozioni, con gli atti, ma soprattutto scenderemo in piazza, fuori da quei palazzi che a voi non piacciono, perché noi saremo lì il 5 aprile e speriamo di vedervi lì, anche se so che non ci sarete perché non avete il coraggio di farlo e perché a voi piacciono le armi; e saremo lì in piazza a dire che noi vogliamo i soldi per le bollette, per la sanità e per la scuola e non per le lobby delle armi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, le buone leggi dovrebbero unire il Parlamento e il Paese. Le buone leggi dovrebbero essere pubblicizzate al Paese, soprattutto in un momento in cui abbiamo una situazione delle famiglie italiane difficile, tanto che il Governo è intervenuto con un decreto da 3 miliardi di euro per aiutare famiglie e imprese.
Perché dico che le buone leggi dovrebbero essere pubblicizzate al Paese? Perché, tranne che nella mozione di maggioranza, non c'è alcun riferimento da parte delle opposizioni a una buona legge. Ne parlo dopo. Adesso che cosa si aspettano i cittadini relativamente al caro bollette? Oltre che a polemiche, come abbiamo sentito qui, sui sovraprofitti che devono essere tassati, mix energetici, tutto quello che si può fare nei prossimi anni o decenni, nel caso di chi è pro o contro il nucleare, i cittadini si aspettano interventi immediati. Noi abbiamo una buona legge che abbiamo approvato qui, alla Camera, il 3 dicembre. In quella legge c'è un emendamento della Lega che dice, sostanzialmente, questo: tutti i vulnerabili di Italia - e sono le persone che hanno più di 75 anni, le persone diversamente abili e i fragili economici, cioè le persone che la politica deve tutelare, e che, in questo momento, fanno più fatica - hanno la possibilità sino al 30 giugno del 2025, per i prossimi tre mesi e mezzo, di andare nel servizio a tutele graduali e risparmiare sulla bolletta. Ebbene, in quest'Aula non l'ho sentito dire da nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Nessuno!
L'abbiamo fatto approvare come Lega nel decreto Concorrenza. Ne hanno parlato, con la forza che hanno, le associazioni dei consumatori; perché, purtroppo, si impegnano in un modo incredibile ma non hanno la forza che hanno la politica, le società dell'energia, i giornalisti e quant'altro. Per cui noi, nella nostra mozione, abbiamo scritto: bisogna promuovere una campagna informativa in merito alla possibilità, per i clienti vulnerabili, di passare al sistema a tutele graduali entro il 30 giugno del 2025. Che cosa può fare la politica? La politica può andare dai propri cittadini, che siano del Partito Democratico, del MoVimento 5 Stelle, della Lega, di Forza Italia, e dire: cari cittadini, avete da subito una possibilità di risparmiare. Vi spostate dal mercato libero, che vi costa 35 centesimi di euro al kilowattora, al sistema a tutele graduali, che vi costa 20 centesimi di euro al kilowattora. Quindi, fate voi l'enorme differenza.
Ebbene, ma non basta la campagna informativa. Perché? Perché qui parliamo di persone vulnerabili. Noi abbiamo fatto, in Commissione attività produttive, l'indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale. Da lì è emerso che solo il 46 per cento degli italiani, tra 16 e 74 anni, ha un minimo di dimestichezza con il digitale, col computer. Quindi, immaginate over 75 anni che fanno questo: scoprono in primo luogo da una campagna informativa che non c'è - ma non c'è nemmeno dalle minoranze - che possono risparmiare. Una volta che hanno scoperto che possono risparmiare devono andare sul sito di Arera; digitare il loro comune, scoprire chi gestisce il servizio a tutele graduali, andare sul sito di chi gestisce il servizio a tutele graduali, capire come si fa a fare la domanda, scaricare la domanda, compilare la domanda, mandare la domanda, ricevere il contratto, compilare il contratto, scannerizzare il contratto e rispedire il contratto. Allora, io chiedo a tutti voi di aiutare i vulnerabili a spostarsi, entro il 30 giugno, perché questo è il dovere della politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non basta approvare una buona legge, vuol dire condividerla tutti insieme. Questo vuol dire fare buona politica! Allora, nel nostro piccolo, la Lega che cosa ha fatto? In un piccolo comune del Lago Maggiore ha aperto uno sportello per aiutare, non ad informare i cittadini, a compilargli la domanda. A compilarla!
Il comune di Massa ci ha seguito. Io ho scritto al presidente dell'ANCI perché tutti gli 8.000 comuni aiutino le persone vulnerabili, altrimenti non è buona politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E questa è la buona politica, che si può fare subito. Ma si può fare solo ed esclusivamente fino al 30 giugno. Prima, l'onorevole del MoVimento 5 Stelle parlava: tassiamo i sovraprofitti delle società dell'energia. Non c'è bisogno! Non c'è bisogno di alterare il mercato in questo modo. C'è bisogno di fare questa cosa: spostare le persone vulnerabili dal mercato libero al mercato a tutele graduali. Allora, cosa succederà? Succederà che non solo risparmieranno tante persone vulnerabili, over 75, diversamente abili, fragili economiche, ma il mercato libero diventerà più concorrenziale, cosa che adesso non è (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo deve succedere! Allora, torno all'inizio. Io voglio ringraziare le associazioni dei consumatori, perché, su questa battaglia della Lega, ci sono al fianco, ma questa deve essere una battaglia di tutti, per gli 8 milioni di vulnerabili che sono nel mercato libero e stanno pagando 0,35 euro invece di 0,20 euro. Questo bisogna fare e potete farlo subito, immediatamente, uscendo da quest'Aula, chiamando sindaci, chiamando tutti i vostri militanti, a fare qualcosa che è molto meglio ed è concorrenziale, liberista, rispetto a fare una tassa sui sovraprofitti. Questa è l'occasione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È l'occasione in cui il Parlamento può essere decisivo e incidere sul Paese.
Ecco perché questa mozione della maggioranza contiene quelle quattro righe fondamentali, ma non basta. Non basta promuovere una campagna informativa - perché non lo sa nessuno che c'è da subito la possibilità di risparmiare -, bisogna aiutarle le persone, prenderle per mano e compilargli le domande. Solo così avremo fatto buona politica, al di là degli schieramenti politici. Ecco perché voteremo, convintamente, questa mozione e non le altre, perché non contengono questo aspetto che è buona politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Saluto i giovanissimi allievi e i docenti dell'Istituto comprensivo di Orvieto-Baschi - scuola “Erminia Frezzolini” di Orvieto - siamo ovviamente in provincia di Terni -, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi iniziamo questa discussione stamani, sulla mozione sul caro bollette, con una serie di dichiarazioni, in parte urlate, in parte descritte come salvatrici di una situazione complessa, come può essere quella che viviamo oggi, sull'aumento dei costi dell'energia. E qual è la risposta che sento, soprattutto dall'onorevole Gusmeroli? Che bisogna dire agli italiani che c'è il sistema di risparmio se vanno sul sito.
Ora - io dico - dopo due anni e mezzo in cui c'è stato un percorso complicato e difficile, già precedentemente al Governo Meloni, voi cosa avete fatto?
Arrivate a questa discussione dicendo: eh, ma c'è il modo di risparmiare, bisogna andare sul sito. Questa cosa non è credibile, scusate ma questa cosa non è più credibile. Voi state dicendo agli italiani che c'è il modo di risparmiare solamente perché va comunicato? Anzi, ci invitate tutti ad andare sul sito per un risparmio? Allora, scusate, ma forse mi sono perso qualcosa. Lo dico tramite lei, Presidente, anche alla Vice Ministra che ha una sensibilità spiccata anche sull'ambito - e la ringrazio - di alcune forme anche di energie rinnovabili che potrebbero veramente cambiare le sorti di questo Paese. Ma qual è la risposta? Andate sul sito? Scusate, ma questa è veramente ridicola come proposta.
Allora io dico che, se noi adottiamo una discussione seria, senza urlare, in maniera anche responsabile, come Paese e come Parlamento, questa va fatta in maniera completa e provo a sintetizzarla. Dopo la scelta del Governo Draghi, nel momento in cui ci fu la possibilità di fare la legge di bilancio del 2022, si disse chiaramente che quello era l'ultimo modo di poter dare soldi in un pozzo senza fine. Era l'ultima scelta, era l'ultima decisione, da lì in poi sarebbe cambiato il mondo. Alcune scelte strutturali il Governo Draghi le aveva date nei suoi decreti. Faccio un esempio: l'Energy Release, uno strumento che tutte le aziende potevano, in questo caso, praticare e, comunque, utilizzare. C'era tutta una serie di azioni che dovevano essere fatte nel rapporto con l'Europa e questa roba non è stata fatta, niente. Voi, da una parte, siete rimasti fermi ad una discussione che riguardava il nucleare, che ad oggi è solamente una vostra idea che non porterà a niente; dall'altra, avete messo in campo azioni, in serio ritardo, nell'ambito delle energie rinnovabili (il decreto Aree idonee, la parte legata alle CER, alle comunità energetiche, tutte azioni in ritardo) e non avete messo in campo un'azione strutturale che avrebbe cambiato le sorti del percorso che state facendo.
Ecco perché io credo che, se veramente la discussione deve essere seria e se volete farla aggiornando la situazione e cercando anche di affrontarla nelle sedi competenti, dovete iniziare a fare questo. Noi l'abbiamo fatta una proposta, abbiamo fatto proposte serie che sono state, anche in parte, riprese dal vostro decreto, però ve lo dico sinceramente: la prossima volta, se dovete copiare una proposta del Partito Democratico, copiate bene. Avete fatto una proposta sull'acquirente unico, che è uno strumento che può dare, in questo momento, veramente una risposta seria ai vulnerabili, alle famiglie in difficoltà, ma, forse, dovevate aggiornarla tenendo conto anche di tutta la parte contrattuale che si rivolgeva alle fonti rinnovabili. Ecco perché io vi chiedo di concentrarvi fortemente sui risultati e sugli obiettivi che noi dobbiamo conseguire. Primo: andare in Europa cercando di riuscire a definire una strategia complessiva, perché oggi il nostro Paese - ve lo ricordo - pianifica a livello regionale l'energia, quando noi dobbiamo avere una dimensione nazionale, ma, soprattutto, europea rispetto a quella che può essere, soprattutto, la parte del costo dell'energia. Il disaccoppiamento è uno strumento e questo lo dobbiamo chiedere fortemente in Europa. Il Governo Meloni deve riuscire a confermarlo, attraverso una proposta europea, dicendo che il price cap, che oggi mette in difficoltà, può essere recuperato nell'ambito del costo del gas. Credo che debba essere assolutamente confermato e debba essere assolutamente definito con la Comunità europea.
Altro aspetto fondamentale è riuscire ad aumentare velocemente il ritmo delle installazioni delle energie rinnovabili. Voi dovete definire una strategia, anche perché oggi c'è un contenzioso in atto fra il decreto n. 199 e quello che riguarda le aree idonee, il decreto Aree idonee, che oggi le regioni devono, in questo caso, svolgere, e che voi non avete voluto risolvere. Avete detto, in una nostra interrogazione, che ci penserà la sentenza del Consiglio di Stato. Secondo voi, noi dobbiamo aspettare la sentenza del Consiglio di Stato o dobbiamo attivare velocemente le misure che riguardano le energie rinnovabili e le installazioni di energie rinnovabili?
Terzo aspetto. Riuscire a definire attraverso non un annuncio in Parlamento - per suo tramite, all'onorevole Gusmeroli -, ma, in questo caso, attivando una campagna di informazione, che doveva partire non ora, ma doveva partire nel 2024, quando è partita la liberalizzazione dell'energia. Ecco perché credo che lì dovesse esserci una seria e vera comunicazione, prendendo in mano i cittadini, cercando di dare risposte concrete, oggi, alle famiglie italiane.
L'onorevole Gusmeroli ha fatto l'esempio, Presidente, del comune in cui ha insegnato come poter fare per poter risparmiare. Sa qual è la risposta che dò all'onorevole Gusmeroli? È che oggi esistono Paesi - come può essere anche uno della mia terra, Santa Fiora - in cui esistono aziende che hanno deciso di costruire lì il proprio profitto perché risparmiano, perché il costo dell'energia costa meno della bolletta dell'acqua, perché quella è energia geotermica, è energia rinnovabile. È quella la soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), non quella di insegnare al sindaco ad agire, in questo caso, in maniera anche locale, nelle singole cose.
Ultimo punto, Presidente: la questione dell'efficientamento energetico. Noi abbiamo visto una storia infinita attraverso un atteggiamento iconoclasta sul superbonus, su cui ne avete dette di tutti i colori, quando poi, alla fine, l'avete votato tutti. Ma a parte questo, oggi in base anche alle direttive europee, voi dovete fare una proposta per quanto riguarda l'efficientamento energetico, perché quello è un elemento portante affinché i cittadini possono risparmiare. Presidente, oggi una delle cose più importanti non è quanto una famiglia incassa a fine mese, ma quanti soldi gli rimangono nel portafoglio a fine mese. Ecco perché è importante anche l'efficientamento energetico. Ebbene, in queste proposte, in cui doveva, in questo caso il Governo, definire una strategia, un percorso lungo, un percorso che doveva dare sicuramente anche una speranza, che doveva essere accompagnata, legata anche ai processi e anche alle azioni che riguardavano i redditi delle persone, tutto questo non è avvenuto. Voi oggi fate un provvedimento - il decreto Bollette, su cui ora ci saranno le audizioni, ci sarà una discussione su questo - con una goccia nel mare e niente di strutturale. Io credo che questo sia grave, Presidente. Io credo che, forse, sia arrivato il momento: se volete veramente lavorare insieme a noi e ascoltare le nostre proposte, noi siamo assolutamente d'accordo e ci metteremo al lavoro anche nelle Commissioni X e VIII, ma lo possiamo fare se c'è la volontà. Oggi ho visto, dagli interventi dell'onorevole Squeri e dell'onorevole Gusmeroli, sostanza quasi zero.
Dico l'ultima cosa proprio perché credo che il momento sia molto complicato, non solo nel nostro Paese, ma anche in Europa, viste le situazioni geopolitiche e, soprattutto, anche le situazioni che riguardano i prezzi e i costi, che saranno sicuramente maggiori nei prossimi mesi e nelle prossime settimane. Oggi serve un'azione responsabile, serve l'unità nazionale sul costo dell'energia, serve la capacità di mettersi lì e capire le difficoltà che oggi vivono i cittadini, ma, se voi volete fare da soli, state facendo un errore, perché non solo se ne accorgeranno gli italiani, ma se ne accorgeranno soprattutto i vostri votanti, che, sicuramente, diminuiranno nei prossimi anni. Noi voteremo contro la mozione di maggioranza, convintamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Fra le tante premesse che abbiamo letto - alcune condivisibili, altre meno - io credo che ne manchi una e non è quella che riguarda un passato dell'Italia che, anche in campo di produzione energetica, è un passato glorioso. Io vorrei ricordare che la prima centrale idroelettrica fu costruita in Lombardia nel 1892 e che la prima centrale geotermica fu costruita in Toscana nel 1904. Non eravamo indietro, eravamo avanti, eravamo i primi. Le problematiche nascono in un passato non così lontano quindi, ma piuttosto recente.
Ci sarà un motivo per cui l'Italia, pur avendo un passato storico, pur essendo la seconda industria manifatturiera d'Europa, si trovi più in difficoltà di altri Paesi. Purtroppo, questo lo dobbiamo a una miopia che c'è stata, sicuramente, in Europa, nell'indirizzare queste politiche verso obiettivi irrealizzabili, ma dannosi, contrari agli interessi dell'Italia. Guardate i colpi che ha ricevuto l'industria in generale - non solo quella dell'automotive - con politiche astruse realizzate dall'Europa e, quindi, con ricadute importanti anche per il sistema economico italiano, e anche con una miopia italiana.
Noi ci siamo fatti imporre dall'Europa le politiche energetiche, anche quando erano in evidente contrasto con i nostri interessi. Parlo anche del sistema dei gasdotti, che dovevano per forza essere situati nel Nord-Est dell'Europa. Tutti i progetti che coinvolgevano, invece, l'Est del Mediterraneo o il Sud del Mediterraneo sono stati boicottati dall'Europa, complici i Governi italiani che hanno accettato queste imposizioni.
Oggi le paghiamo queste cose. L'EastMed, il gasdotto che doveva arrivare da Cipro, è stato bloccato dall'Europa e noi lo abbiamo accettato. Ma noi abbiamo fatto anche di peggio in Italia, abbiamo fatto delle scelte o non scelte: abbiamo chiuso tutti i nostri impianti di estrazione del gas o quasi; abbiamo limitato a un quarto oggi la nostra produzione; abbiamo limitato il geotermico; abbiamo costretto l'idroelettrico, addirittura, a essere inserito nei requisiti del PNRR.
Queste sono manovre politiche prive di una visione che in Islanda hanno avuto: si sono affidati al geotermico, hanno quello e sono tranquillissimi. Spagna e Francia hanno aumentato le rinnovabili - bravi! -, ma hanno lasciato una quota di produzione dal nucleare dal quale siamo usciti e oggi pagano l'energia elettrica molto meno. La Norvegia si è basata sull'idroelettrico - noi l'abbiamo penalizzato - e ha risolto i suoi problemi, parzialmente anche col nucleare. Per forza lì l'energia costa meno.
Noi dobbiamo comprare quasi tutta l'energia che ci serve, ne dovremo comprare sempre di più. Inutile fare l'elegia del gas, poi. È un idrocarburo anche quello, inquina, produce emissioni climalteranti. Quindi, siamo in una condizione pessima, ma ci troviamo in questa condizione a fronte di una mancanza di visione su queste cose.
Allora, io credo che le mozioni siano atti di indirizzo, quindi tutte sono apprezzabili secondo le vostre idee, però non possono essere neanche un elenco di desiderata. Devono avere sicuramente un appiglio, una realizzabilità. Il disaccoppiamento, che è presente per esempio anche nella nostra mozione, sappiamo che comporta alcune problematiche, perché noi siamo comunque inseriti in un mercato unico di fatto e libero delle energie e del gas a livello europeo. Dobbiamo tener conto di questo, dobbiamo tener conto delle normative sugli aiuti di Stato. Si potrebbe, intanto, però, ipotizzare - come facciamo - il ricorso a contratti di lungo termine su un mercato parallelo che fissi un prezzo riservato solo alle nuove produzioni da rinnovabili in modo da incentivarle ulteriormente. Ma anche in questo caso servirebbe un garante del meccanismo, che potrebbe essere il GSE, così come sarebbe utile riagganciare contratti a lungo termine al prezzo del Brent che è meno volatile.
Sugli extraprofitti, io credo che questa misura - tra l'altro non fatta inizialmente dal Governo Meloni, ma fatta nel momento di crisi più forte dell'inizio della guerra russo-ucraina - abbia avuto qualche difficoltà. Il gettito non è stato certo quello ipotizzato, ci sono stati molti ricorsi, i calcoli erano stati fatti anche male, impostati male, ci sono stati ricorsi giurisdizionali, sono arrivate le sentenze della Corte costituzionale che ha parzialmente cassato quella norma sugli extraprofitti; e oltretutto si è rivolta alla Corte di giustizia europea per sapere se la norma sia compatibile con il Trattato di funzionamento dell'Unione europea. Non possiamo far passare come manna quella che manna non è assolutamente stata.
Ho sentito tante critiche. Ebbene, la postura del Governo Meloni in campo energetico credo che si sia circostanziata nel breve periodo col decreto Bollette. Non sto a ripetere cose che, tra l'altro, il collega Squeri ha già detto in modo esauriente, anche sui 32 provvedimenti in tema di energia varati dal Governo Meloni. Nel medio periodo, il Piano Mattei per esempio; quella è una visione. Voi avete sentito che, recentemente, c'è stato un contratto con gli Emirati Arabi Uniti, che riguarda l'energia, materie critiche, ricerca spaziale: 40 miliardi di investimenti. Quello è guardare al futuro, non fare le politiche succubi che sono state realizzate prima. L'energy release sta finalmente partendo. C'è un'interlocuzione anche sugli ETS, perché non è possibile che una tonnellata di emissioni in Europa costi 100 euro e in Cina 6 euro.
Sul lungo periodo: rinnovabili, sì, certamente. Però, lo vorrei dire anche al collega Bonelli, anche senza il suo tramite: dalle ore 15,00 in inverno, in Italia, la luce che si consuma proviene tutta dal gas. Le rinnovabili sono bellissime, vanno implementate e sostenute, ma oggi siamo dipendenti dal gas. Chiuso, finito. Siamo dipendenti per i motivi che dicevo prima.
Alcune accuse, poi, credo che siano veramente campate in aria, perché, guardate, non è stato il Governo Meloni a danneggiare l'idroelettrico, a bloccare gli investimenti nell'idroelettrico. Non è stato il Governo Meloni a bloccare il geotermico, che il Governo Meloni ha sbloccato recentemente, consentendo in Toscana di andare, finalmente, a un accordo per rilanciare il settore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non è stata Giorgia Meloni, ma le regioni Toscana, Puglia, Sardegna a bloccare le autorizzazioni sulle rinnovabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Anzi, il Consiglio dei ministri ne sta approvando a iosa. Poi, arrivano nelle regioni di chi vuole tanto la transizione energetica e lì vengono bloccate. Non va bene così. Non è stato il Governo Meloni, ma l'Unione europea, a guida del Partito Socialista Europeo, a realizzare politiche sui flussi di gas esclusivamente dal Nord-Est Europa, senza tenere conto degli interessi dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Signori, queste cose, però, non è che le possiamo sottacere, citando soltanto quelle che fanno comodo. Allora, qui c'è una visione. Siamo in difficoltà come Paese. Il decreto Bollette è un passo iniziale per far fronte a una nuova crisi energetica, ma il Governo c'è e lo sta dimostrando.
Anche nella mozione di maggioranza ci sono atti di indirizzo fondati e non elenchi di desiderata. Il gruppo di Fratelli d'Italia, quindi, voterà a favore della mozione di maggioranza Squeri, Caramanna, Gusmeroli, Cavo ed altri n. ed altri n. 1-00408, di cui siamo anche estensori, e che si articola in 18 punti con proposte realizzabili. Questa è la responsabilità di chi è al Governo di una Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo, Vice Ministra Gava, per una precisazione sul parere espresso.
VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Sì, volevo fare un chiarimento sulla mozione presentata dall'onorevole Cappelletti. Il punto 7) delle premesse è accoglibile.
PRESIDENTE. Colleghi, Dovremmo passare ora alla votazione delle mozioni. Tuttavia, poiché l'ultima interlocuzione con i gruppi, al fine di verificare l'accettazione delle proposte di riformulazione, si è conclusa solo qualche minuto fa, necessitano alcuni minuti per la predisposizione del corretto elenco delle votazioni da effettuare.
Sospendo, pertanto, brevemente la seduta che riprenderà alle ore 13,50.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 13,42, è ripresa alle 13,54.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Per quanto riguarda le votazioni per parti separate, faccio presente che i presentatori delle mozioni - ove necessario - hanno prestato il consenso previsto a seguito delle riforme regolamentari.
Colleghi, vi prego adesso, perché, viceversa, poi abbiamo problemi nel capire cosa votare.
Passiamo alla votazione della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390.
Avverto che i presentatori hanno accettato esclusivamente la riformulazione relativa al 7° capoverso del dispositivo.
Avverto, altresì, che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate nel senso di votare: dapprima, congiuntamente, i capoversi 1°, 6°, 9°, 10° e 11° del dispositivo; a seguire, congiuntamente, i capoversi 2°, 3°, 4° e 5° del dispositivo; quindi, i capoversi 7°, 8° e 12° del dispositivo; a seguire - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - i capoversi 1°, 2°, 3°, 5°, 6°, 7°, 10°, 11°, 15°, 16° e 17° della premessa; infine - sempre ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, i restanti capoversi della premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 6°, 9°, 10° e 11° del dispositivo della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 2°, 3°, 4° e 5° del dispositivo della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 7°, come riformulato, 8° e 12° del dispositivo della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2°, 3°, 5°, 6°, 7°, 10°, 11°, 15°, 16° e 17° della premessa della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui restanti capoversi della premessa della mozione Cappelletti ed altri n. 1-00390, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo alla votazione della mozione Peluffo ed altri n. 1-00398.
Avverto che i presentatori hanno accettato esclusivamente le riformulazioni relative ai capoversi 3°, 8° e 9° della premessa e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, i capoversi del dispositivo su cui il parere del Governo è contrario; a seguire, i capoversi del dispositivo su cui il parere del Governo è favorevole; quindi - ove il dispositivo venga in tutto in parte approvato - i capoversi su cui il parere del Governo è favorevole; infine - sempre ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, i restanti capoversi della premessa su cui il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2°, 3°, 4°, 5° e 8° del dispositivo della mozione Peluffo ed altri n. 1-00398, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 6°, 7° e 9° del dispositivo della mozione Peluffo ed altri n. 1-00398, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2°, 3°, come riformulato, 5°, 8°, come riformulato, 9°, come riformulato, 10°, 12°, 13° e 14° della premessa della mozione Peluffo ed altri n. 1-00398, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui restanti capoversi della premessa della mozione Peluffo n. 1-00398, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo alla votazione della mozione Bonelli ed altri n. 1-00399.
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo relative al 3° e al 6° capoverso del dispositivo.
Avverto, altresì, che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate, nel senso di votare: dapprima, congiuntamente, i capoversi 1°, 2° e 5° del dispositivo; a seguire i capoversi 3°, 6°, 7°, 8°, 9° e 10° del dispositivo; quindi, il 4° capoverso del dispositivo; quindi - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, i capoversi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 11°, 14°, 15°, 16°, 18°, 20°, 21°, 22° e 23° della premessa; infine - sempre ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, i restanti capoversi della premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2° e 5° del dispositivo della mozione Bonelli e altri n. 1-00399, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 3° e 6°, come riformulati, nonché sui capoversi 7°, 8°, 9° e 10° del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00399, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso del dispositivo della mozione Bonelli ed altri n. 1-00399, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 11°, 14°, 15°, 16°, 18°, 20°, 21°, 22° e 23° della premessa della mozione Bonelli ed altri n. 1-00399, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui restanti capoversi della premessa della mozione Bonelli ed altri n. 1-00399, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benzoni ed altri n. 1-00404, come riformulata, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Squeri, Caramanna, Gusmeroli, Cavo ed altri n. 1-00408, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Passiamo alla votazione della mozione Boschi ed altri n. 1-00413.
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione di quella relativa al 7° capoverso del dispositivo.
Avverto, altresì, che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo, ad eccezione dei capoversi 6°, 7° e 8°; a seguire, congiuntamente i capoversi 6° e 8° del dispositivo; quindi, il 7° capoverso del dispositivo; a seguire - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa, ad eccezione dei capoversi 26° e 32°; in fine - sempre ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - i capoversi 26° e 32° della premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della mozione Boschi ed altri n. 1-00413, come riformulato, ad eccezione dei capoversi 6°, 7° e 8°, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 6° e 8° del dispositivo della mozione Boschi ed altri n. 1-00413, come riformulati, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso del dispositivo della mozione Boschi ed altri n. 1-00413, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Boschi ed altri n. 1-00413, ad eccezione dei capoversi 26° e 32°, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 26° e 32° della premessa della mozione Boschi ed altri n. 1-00413, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che il deputato Andrea Gentile, proclamato in data odierna, ha dichiarato, con lettera testé pervenuta, di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE.
La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 12 marzo 2025, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Successivamente, la seduta riprenderà alle ore 16,15 a partire dalla commemorazione del professor Giovanni Scambia, cui seguirà la commemorazione dell'ex deputato Fulco Pratesi e, quindi, l'esame degli ulteriori argomenti all'ordine del giorno.
La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro dell'Economia e delle finanze, il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica e il Ministro della Cultura.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative di competenza per la tutela dell'ordine pubblico e il contrasto del degrado sociale nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria - n. 3-01798)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Cannizzaro n. 3-01798 (Vedi l'allegato A).
Il deputato Cannizzaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01798.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, intanto intendo ringraziarla per la sua presenza e il ringraziamento è doppio, anche perché lei oggi non aveva in programma di venire in Aula ed è qui a testimonianza di quanto sia sensibile a quelle che sono le problematiche del Paese e, in modo particolare, dei territori.
Signor Ministro, l'articolo 1 del decreto-legge n. 123 del 2023 ha previsto misure urgenti ed importanti per Caivano, ridando di fatto una nuova vita. Questo impianto - che è funzionale, ed è notorio a tutto il Paese - è stato riproposto per tantissime altre realtà della nostra Nazione, però evidentemente ci sono anche delle assenze importanti. Abbiamo immaginato, assieme a lei, attraverso delle interlocuzioni, di mettere al centro dell'agenda del Governo e del Parlamento delle aree che evidentemente hanno la necessità di avere un'attenzione importante e imminente da parte del Governo.
Lei lo ha già fatto: l'ha fatto con Scampia, l'ha fatto con Rosarno e San Ferdinando e qui la lungimiranza anche dei sindaci a collaborare per redigere un programma di intervento aggressivo per aggredire problematiche ataviche. Allora, in queste presenze manca il quartiere di Arghillà, a Reggio Calabria, l'unica città metropolitana della Calabria, dove c'è questo quartiere che - è notorio a tutti - è un quartiere evidentemente disagiato, degradato e che ha la necessità di avere un intervento mirato da parte dello Stato.
Allora, attraverso questa interrogazione, sono qui per chiederle, Ministro…
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). …cosa intenda fare il Governo e il suo Ministero per far sì che questa problematica possa essere risolta finalmente nel migliore dei modi e il prima possibile.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Le iniziative intraprese per il quartiere Arghillà, come diceva l'onorevole interrogante, devono inserirsi coerentemente nel quadro degli interventi del Governo per la riqualificazione delle aree periferiche e questo perché il quartiere di Arghillà, nel corso degli anni, ha obiettivamente conosciuto un progressivo degrado urbano e sociale, connotato anche da criticità dal punto di vista ambientale e dalla presenza di fenomeni di illegalità diffusa, tra cui la ripetuta occupazione abusiva degli immobili di edilizia residenziale pubblica. Al fine di promuovere un processo di rigenerazione urbana della zona, la prefettura di Reggio Calabria sta svolgendo già un'attività di impulso e raccordo tra i vari attori istituzionali coinvolti, mediante una strategia d'intervento incentrata sul ripristino della legalità, ad opera delle Forze dell'ordine, e sullo sviluppo di progettualità ad ampio raggio. In questa direzione, sono in corso iniziative per la definizione di un patto di comunità per Arghillà, con il contributo - e questo in un articolato piano strategico d'azione - delle istituzioni del territorio e delle realtà sociali e associative che già operano in quel contesto. Si tratta di mettere in campo misure finalizzate ad assicurare la salute pubblica, a supportare le realtà economiche locali e a programmare i servizi sociali, con una particolare attenzione rivolta a specifiche progettualità educative. In parallelo, sono programmati interventi di sgombero di immobili occupati abusivamente, con eventuale ricollocamento degli aventi titolo, e poi conseguenti azioni mirate al miglioramento della qualità della vita mediante riqualificazione degli spazi urbani. Da quest'ultimo punto di vista, io segnalo il progetto PINQuA, un programma nazionale innovativo nell'ambito dell'attuazione del PNRR per la qualità dell'abitare, promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, per il quale sono stati stanziati 15 milioni di euro finalizzati al ripristino dell'area di Arghillà, la cosiddetta Modenelle.
In questo contesto, proseguono senza sosta anche le attività di prevenzione e contrasto del crimine, nell'ambito delle quali sono state condotte, anche di recente, indagini che hanno permesso di identificare gli autori di diversi danneggiamenti e reati di natura predatoria, mentre in chiave di prevenzione nelle diverse aree del quartiere sono sistematicamente pianificati ed effettuati servizi interforze ad alto impatto. Il quartiere è ora anche incluso in un progetto di sviluppo del sistema di videosorveglianza cittadina, finanziato con risorse del Programma operativo complementare legalità, gestito dal Ministero dell'Interno, la cui fase attuativa è curata dal comune di Reggio Calabria. Insomma, occorrono investimenti infrastrutturali straordinari ed opere di riqualificazione. Proprio per questo, per supportare ulteriormente questo piano d'azione, il Ministero dell'Interno destinerà tra i 4 e i 5 milioni di euro della quota di competenza del Fondo per lo sviluppo e coesione 2021-2027 per la via degli interventi di rigenerazione urbana di Arghillà, anche d'intesa con la regione, allo scopo di rimuovere le condizioni di degrado del quartiere ed elevarne la complessiva cornice di sicurezza.
PRESIDENTE. Il deputato Cannizzaro ha facoltà di replicare.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, io la ringrazio intanto per la risposta assolutamente esaustiva e direi puntuale. Era quello che le mie orecchie, ma evidentemente anche quelle di tanti cittadini, che non sopportano più questa situazione, le parti sociali e penso anche alle Forze dell'ordine, che quotidianamente sono impegnate ad affrontare un sistema anche di degrado criminale in questo quartiere, avrebbero voluto sentire, cioè la presenza dello Stato.
Oggi, lei, signor Ministro, ha elencato quelle che sono le iniziative di fatto in itinere, evidentemente misure che hanno ancora la necessità di più tempo per essere concretizzate. Ma il fatto nuovo qui è un altro ed è straordinario, perché ne prendiamo assolutamente tutti positivamente atto, ossia che il Ministero dell'Interno destina 5 milioni di euro a questo quartiere e lo fa con dei fondi straordinari. Il fatto stesso che oggi lei lo dice e lo annuncia qui, in Parlamento, è un altro fatto straordinario, perché è finalmente il Parlamento che se ne occupa, è lo Stato centrale che, per la prima volta nella storia, si occupa di questo quartiere. Quindi, questo caso di Arghillà entra a pieno titolo nell'agenda del Governo e di questo Parlamento e io per questo la voglio assolutamente ringraziare. Diventa una priorità per il Governo. Nelle nostre interlocuzioni, nella sede del suo Ministero ma anche qui alla Camera, abbiamo convenuto insieme quanto sia necessario intervenire tempestivamente per dare anche manforte alle Forze di Polizia.
Io devo fare anche dei doverosi ringraziamenti. Il primo, al presidente della Commissione periferie, che è qui, dietro di me, l'onorevole Battilocchio, assieme al quale abbiamo intrapreso un percorso parlamentare e seguiranno delle iniziative, assieme a tutti i componenti della Commissione, sul territorio per far sentire la presenza della squadra Stato. Lei con questa notizia conferma la centralità del Governo, conferma la priorità del Governo per questo quartiere e questo è un fatto assolutamente nuovo e assolutamente importante. Mi consenta - e concludo Presidente - di ringraziare tutte le Forze di Polizia, quindi il comando provinciale dei Carabinieri, della Guardia di finanza, il questore di Reggio Calabria e quindi, tramite il questore, la Polizia di Stato, il prefetto di Reggio Calabria e la procura di Reggio Calabria, che in maniera assolutamente sinergica tutti i giorni sono lì a lavorare per affrontare queste problematiche…
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). …in un quartiere che è assolutamente oggi noto come uno dei quartieri più degradati e più di impatto sociale del nostro Paese, ma che grazie a questo Governo, grazie a lei, Ministro, sicuramente cambierà vita nel più breve tempo possibile.
PRESIDENTE. Grazie.
FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). La ringrazio di cuore: lei è l'esempio emblematico del pragmatismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), della concretezza e di quello che questo Governo sta mettendo in atto. La ringrazio, Ministro Piantedosi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Iniziative di competenza volte a tutelare la memoria delle vittime di mafia, in relazione a recenti atti di oltraggio della figura di Beppe Alfano verificatisi nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto - n. 3-01799)
PRESIDENTE. Il deputato Rosato ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01799 (Vedi l'allegato A).
ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, Beppe Alfano era un uomo tutto d'un pezzo, insegnante, giornalista coraggioso e tenace. L'8 gennaio del 1993 è stato ucciso perché le sue inchieste sulla mafia, contro la mafia, avevano messo in luce intrecci con affari, politica e massoneria. L'8 gennaio 1993 è successo un fatto che lo Stato ha voluto ricordare e rammentare con gesti significativi, anche con l'intitolazione di una piazza a Barcellona Pozzo di Gotto, dove questo omicidio avvenne.
Qualche giorno fa, ci sono stati degli atti incivili contro una targa che rappresentava la toponomastica di questa piazza. Signor Ministro, la nostra preoccupazione certo è sulla toponomastica, sulla targa, ma la nostra preoccupazione è che ci sono persone che ancora non conoscono che cosa la mafia ha fatto, i danni che la mafia ha fatto, o, se li conoscono, usano questi gesti in maniera violenta contro le vittime che la mafia ha fatto nel nostro Paese. Per questo la interroghiamo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.
MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. In relazione all'episodio citato di vandalismo perpetrato contro la targa intitolata a Beppe Alfano, sita nell'omonima piazza di Barcellona Pozzo di Gotto, il sindaco lo scorso 8 marzo ha sporto denunzia contro ignoti presso il locale commissariato di pubblica sicurezza, e al momento ci sono delle indagini in corso, anche mediante l'acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza delle zone limitrofe alla piazza. L'amministrazione comunale di Barcellona Pozzo di Gotto commemora ogni anno, l'8 gennaio, l'assassinio del giornalista con una cerimonia nel luogo in cui venne ucciso per mano della mafia barcellonese.
E anche quest'anno, come mi ha segnalato la prefettura di Messina, in occasione del trentaduesimo anniversario della morte, si è svolta una cerimonia, nel corso della quale è stata deposta una corona d'alloro presso la stele in memoria del giornalista, alla presenza del prefetto, di un'ampia rappresentanza delle autorità civili e militari, delle associazioni, degli organi di stampa, nonché degli studenti di tutti gli istituti presenti nel territorio barcellonese. Sempre in occasione di questa ricorrenza, presso la piazza Alfano è stato piantato un albero della memoria e nell'Auditorium Parco Maggiore La Rosa si è tenuto un convegno sui temi della legalità e della memoria, con la partecipazione delle scuole cittadine.
In vista dell'approssimarsi, in quest'anno, dell'ottantesimo anniversario della nascita di Beppe Alfano, il comune ha peraltro preannunziato l'intenzione di organizzare un'apposita cerimonia in memoria del giornalista. Su un piano più generale, la vicinanza e il supporto dello Stato in favore delle vittime innocenti della criminalità organizzata, come Beppe Alfano, sono testimoniati anche dalle provvidenze erogate dal commissario per le iniziative di solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, che solo nello scorso anno hanno consentito risarcimenti in favore delle vittime di mafia per più di 28 milioni di euro.
E tra le iniziative a cura del commissario è stata di recente effettuata anche una campagna di comunicazione sulle reti Rai, allo scopo di far conoscere proprio l'intervento dello Stato in favore delle vittime dei reati di tipo mafioso. Sul sito istituzionale del Ministero dell'Interno, inoltre, nel profilo dedicato alle azioni poste in essere in tale ambito, è anche presente una sezione dedicata alle testimonianze di coraggio, nella quale sono riportate le vicende di chi ha perso la vita per la legalità, e tra queste c'è anche quella di Beppe Alfano.
Merita di essere segnalato, secondo me, anche che le prefetture e le Forze dell'ordine sono attivamente impegnate su tutto il territorio nazionale in campagne di informazione e sensibilizzazione, per promuovere, specie tra le giovani generazioni e in ambito scolastico, la cultura della legalità. E questo nella consapevolezza che la memoria di coloro che hanno pagato con la vita il coraggio con cui hanno combattuto le mafie sia condizione necessaria per proseguire sulla strada che hanno tracciato e per rafforzare l'impegno, di fronte ad ogni forma di violenza, prepotenza e prevaricazione, a non rassegnarci mai all'indifferenza.
PRESIDENTE. Il deputato Rosato ha facoltà di replicare.
ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Grazie, signor Ministro, per la sua risposta. È chiaro che c'è sempre il rischio di perdere la memoria, dopo oltre 30 anni, rispetto a persone come Beppe Alfano. Non può perdere la memoria la sua famiglia, i suoi figli, Sonia e Francesco, a cui siamo sempre vicini, lo siamo come gruppo, con i colleghi che sono anche qui. Ma non basta, perché quel giornalista, quel padre, quel professore, quell'uomo era innamorato della sua terra e non voleva cimentarsi in nessun atto di coraggio, in nessun atto di eroismo; aveva, anzi, paura per la sua vita, e lo confidò anche alla moglie.
Ma andava avanti perché considerava suo dovere combattere la mafia, che strangola, strangolava e continuerà a strangolare quella terra, se noi non continuiamo la lotta contro la mafia.
Lo faceva per lui, Beppe Alfano, lo faceva per i suoi figli, lo faceva per chi viveva vittima di una morsa mortale. E credo che, soprattutto in questo luogo, noi abbiamo il dovere di rendergli omaggio e di continuare a difendere la sua memoria e difendere il suo lavoro. Ministro, tra gli obblighi che abbiamo noi, che ha lei e che hanno tutte le istituzioni, c'è un obbligo di verità, perché per lui, per Beppe Alfano, come per tante altre vittime della mafia, ancora non si è arrivati alla verità giudiziaria. È stato arrestato e ha avuto una sentenza definitiva il mandante, Giuseppe Gullotti, ma, purtroppo, non c'è una verità sull'esecutore materiale di quell'omicidio.
Così, tra gli altri obblighi che noi abbiamo, oltre a quello di perseguire ancora la verità, abbiamo il compito di educare chi non conosce - tanti giovani, purtroppo - e dobbiamo insegnare che quella storia è la nostra storia e bisogna conoscere i pericoli mortali della mafia, perché la mafia è un cancro, le mafie sono un cancro che entra profondamente nella società, e, per combattere il cancro, bisogna che ci siano medici, che sono giornalisti, che sono educatori, che sono volontari, che sono magistrati e Forze di Polizia, che ogni giorno combattono contro questo cancro che continua a esserci nella nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
(Iniziative volte a garantire risorse finanziarie a favore degli enti locali per il riconoscimento degli incrementi contrattuali negli appalti di servizi – n. 3-01800)
PRESIDENTE. Il deputato Ubaldo Pagano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Roggiani ed altri n. 3-01800 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro, lo scorso anno è stato rinnovato il contratto collettivo delle cooperative sociali che garantisce un aumento salariale mediamente del 15 per cento per il triennio 2023-2025. Il problema è che questo incremento viene interamente scaricato sulle stazioni appaltanti, che molto spesso sono enti locali, e quindi diramazioni dello stesso Stato, peraltro in modo diverso. Per i nuovi affidamenti i maggiori costi vanno ad ingrossare gli importi a base di gara, mentre per gli appalti in corso la situazione si presenta caotica e completamente senza controllo, perché legata a doppio filo alla data dell'affidamento.
Le recenti modifiche del codice degli appalti hanno comportato, solo per i lavori, l'abbassamento della soglia di attivazione della revisione prezzi, prevedendo in quel caso soglie più elevate e un riconoscimento parziale per i servizi. Quindi, da una parte, abbiamo appaltatori di fatto impossibilitati a garantire i servizi e, dall'altra, abbiamo una grossa fetta di lavoratrici e lavoratori del settore che non si vedono riconoscere l'aumento che gli spetterebbe. Allora è chiaro: manca un meccanismo efficace di revisione dei prezzi per gli appalti di servizi, come mancano le risorse per gli enti locali per assicurare gli aumenti contrattuali. Il Governo finora ha guardato dall'altra parte, e per questo le chiediamo una risposta chiara e netta per risolvere la questione.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti riguardante alcune criticità che il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali potrebbe determinare sugli appalti di servizi in corso, premetto che si tratta di tematica che coinvolge in via prevalente aspetti giuridici connessi al riconoscimento dei maggiori costi prima ancora che aspetti economici attinenti al finanziamento delle misure di equilibrio.
Si tratta, d'altronde, di materia di competenza prevalente del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, influenzata dall'evoluzione normativa degli ultimi anni. Osservo che la vigente disciplina ha confermato l'obbligatorietà dell'inserimento di clausole di revisione prezzi e con il decreto legislativo correttivo n. 209 del 2024 ha differenziato le soglie tra appalti di lavori e appalti di servizi e forniture e riconosciuto espressamente per le stazioni appaltanti la facoltà di inserire ulteriori meccanismi ordinari di adeguamento dei prezzi contrattuali all'andamento dell'inflazione, garantendo, pertanto, margini di elasticità che il semplice rimando a soglie predeterminate potrebbe non assicurare.
Il codice prevede, inoltre, la possibilità di ricorrere alla rinegoziazione del contratto secondo buona fede qualora i meccanismi di revisione prezzi non garantiscano il principio di conservazione dell'equilibrio contrattuale. Resta, ovviamente, il tema dei contratti pregressi e della disciplina intertemporale agli stessi applicabile, anche in riferimento all'incremento dei costi del lavoro a seguito dei rinnovi contrattuali. Si tratta di un aspetto estremamente delicato, che, tuttavia, non può essere valutato al di fuori delle regole delle procedure di gara a tutela di tutti i concorrenti e delle relative offerte.
Si tratta di un aspetto che è stato di recente affrontato dal Consiglio di Stato nella pronuncia n. 453 del 2024 che ha affermato che le stazioni appaltanti sono tenute a valutare la tenuta economica dell'offerta nel tempo dell'esecuzione del contratto con riguardo al costo del personale impiegato, il cui aumento, derivante dal periodico rinnovo dei contratti collettivi di lavoro applicabili al settore, non dovrebbe essere considerato un evento imprevedibile, ma una normale evenienza di cui l'imprenditore dovrebbe sempre tener conto nel calcolo della convenienza economica dell'offerta presentata in gara. Tanto premesso, il Governo seguirà con attenzione la problematica esposta, riservandosi di assumere le eventuali iniziative nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.
PRESIDENTE. La deputata Roggiani ha facoltà di replicare.
SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Da un lato, francamente, non possiamo dirci soddisfatti di questa risposta che è iniziata sostanzialmente con il Ministro che si è dichiarato incompetente rispetto alla materia che stiamo trattando.
Qui io vorrei ricordare che stiamo affrontando dei temi - due, anzi tre - che voi state contrapponendo, ma che in realtà, invece, andrebbero affrontati tenendoli assolutamente insieme. Da un lato, il lavoro dignitoso di lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali che sono importantissime per il ruolo che svolgono nel nostro Paese, anche supplendo ai servizi che lo Stato dovrebbe fornire. Lavoratrici e lavoratori che finalmente hanno ottenuto un rinnovo contrattuale che aspettavano da tempo e che hanno tutto il diritto di vederselo riconosciuto; ma del resto noi sappiamo che, rispetto alla questione del lavoro dignitoso, come ci avete dimostrato con il salario minimo, l'attenzione non è altissima.
Dall'altro lato, però, abbiamo un tema che, Ministro, la riguarda tantissimo che è quello dei nostri sindaci. I nostri comuni sono chiamati a dare servizi alle famiglie e a chi è più fragile. Ecco, stiamo parlando di nidi, stiamo parlando di disabilità, stiamo parlando di sostegno, di vita delle persone; la vita sia delle persone coinvolte nei servizi, sia delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno diritto ad avere un salario dignitoso. Lo ribadisco.
Avete affamato i comuni, Ministro, e questo lei lo sa bene. Ci avevate promesso che non avreste fatto più tagli. Nella scorsa legge di bilancio per cinque anni ci sono stati 250 milioni di tagli agli enti locali. Quest'anno intervenite di nuovo sulla spesa corrente perché quell'importo di 1,4 miliardi di accantonamenti, che chiedete ai comuni fino al 2029, sono tagli alla spesa corrente. Come fanno i comuni a far fronte oggi, senza una soluzione, a questi aumenti?
Allora, noi vi abbiamo proposto, anche in questo question time, due soluzioni o due richieste. Una è legislativa e ci auguriamo che lo possiate fare rispetto agli appalti. Perché lei lo ha detto, ma guardi che non c'è oggi una disciplina che permette davvero, rispetto a quel 3 per cento, di andare a intervenire. La seconda è la questione di un fondo: creiamo un fondo, come avete fatto con il COVID, per permettere ai comuni di affrontare questo tema. Purtroppo, ci avete detto - e spiace dirlo - che non vi interessa né delle lavoratrici e dei lavoratori delle cooperative, né delle cooperative, né dei comuni e delle famiglie. Ci auguriamo che arrivino queste risposte normative che, invece, lei forse nell'ultima parte del suo discorso ha annunciato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Impatto del progetto di riarmo promosso dalla Commissione europea sui saldi di finanza pubblica e sui titoli di debito pubblico – n. 3-01801)
PRESIDENTE. La deputata Torto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Riccardo Ricciardi ed altri n. 3-01801 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
DANIELA TORTO (M5S). Ministro, diciamo le cose come stanno. Questo piano di riarmo non ha nulla a che vedere con la difesa europea perché la verità è che ogni Paese europeo è chiamato da von der Leyen a rispondere ai signori della guerra. L'Italia di Meloni che cosa fa? Nega sanità, istruzione e servizi e scarica sulle spalle delle famiglie italiane i costi per armi, missili, bombe e droni da guerra.
Quello che le chiediamo, perché è alquanto oltraggioso sapere questo, senza giri di parole, è di dirci se davvero le spese previste sono a debito, quanto aumenterà il debito e, soprattutto, ci deve dire la verità perché lei una risposta l'ha già data nel 2023 quando si è fatto rifilare il Patto di stabilità dalla Germania che ha imposto alle nostre famiglie un taglio di 13 miliardi all'anno.
Allora, Ministro, io chiudo perché il Governo deve stare attento. Chi tinge di verde militare la bandiera dell'Italia e la bandiera dell'Europa non è un sovranista, è qualcuno che sta contro la nostra Patria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signor Presidente, colleghi, l'ovvia premessa è che l'attuale panorama geopolitico è caratterizzato da una complessità e un'incertezza che non possono essere fronteggiati articolando una risposta priva, ovviamente, di una coerenza con gli altri Stati membri dell'Unione europea. E, in tale contesto, il piano cosiddetto ReArm Europe, annunciato dalla Commissione, che prevede la mobilizzazione di risorse complessive fino a 800 miliardi di euro per rafforzare la sicurezza e la difesa europea, reso pubblico dalla Presidente von der Leyen, si articola su cinque pilastri, che sono stati brevemente descritti, ma i dettagli - che, in questo caso, saranno anche determinanti - saranno forniti soltanto nelle prossime settimane, anche con la pubblicazione di un Libro bianco sulla difesa, che sarà fondamentale per delineare le strategie future e le priorità in materia di difesa a livello europeo.
L'Italia ha salutato positivamente la proposta della Commissione di attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita per le spese legate alla difesa. Ricordo che quel Patto di stabilità, che lei dice ha imposto la Germania, era esattamente la richiesta dell'Italia solitaria (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il tempo ci ha dato ragione e, ahimè, devo dire che, anche negli altri due anni passati, la guerra in Ucraina era in corso ed evidentemente altri non se ne erano accorti.
Il Governo, tuttavia, ha ben presente la necessità che la flessibilità connessa all'attivazione della clausola nazionale di salvaguardia non comprometta la sostenibilità delle finanze pubbliche e non comporti un aumento significativo del debito pubblico. Questo, infatti, lascerebbe i Paesi ad alto debito in una posizione di debolezza e aumenterebbe la frammentazione di chi crede di compromettere la stabilità finanziaria nell'area dell'euro.
Inoltre, come ho già avuto modo di chiarire, per il Governo italiano, il finanziamento della difesa non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali per i cittadini, quali ad esempio la sanità e i servizi pubblici.
L'Italia ha, pertanto, elaborato una proposta, presentata nell'ultima riunione del Consiglio Ecofin, con l'obiettivo di colmare il divario di investimenti dell'Europa nel settore della difesa e della sicurezza e migliorare significativamente le sinergie tra risorse nazionali ed europee, ma cercando, per quanto possibile, di minimizzare l'impatto sul debito pubblico.
La proposta si basa sul rafforzamento di InvestEU per la difesa, per accrescere la sua capacità di attrazione di investitori privati; quindi, l'appetito per il rischio. In estrema sintesi, si tratta di un Fondo di garanzia in più tranche, che ottimizza l'utilizzo delle risorse nazionali ed europee, con l'obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati.
L'iniziativa punta in modo mirato al sostegno della base tecnologica e al tessuto industriale europeo nei settori strategici della difesa, delle tecnologie dual-use, delle protezioni delle filiere critiche dei dati e delle infrastrutture essenziali. È auspicabile anche un ruolo maggiore per il bilancio dell'Unione europea e una cooperazione con la Banca europea per gli investimenti, preservando al contempo le operazioni e le capacità finanziaria del gruppo della BEI.
PRESIDENTE. Il deputato Donno ha facoltà di replicare.
LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, è veramente imbarazzante, perché milioni di italiani sono sommersi di conti da pagare, tra bollette, carovita, mutui, affitti, pensioni e salari troppo bassi. Si aspettano mesi per un esame diagnostico. Le imprese sono affossate da un calo di 23 mesi consecutivi della produzione industriale. E voi che cosa fate? Volete indebitare gli italiani per miliardi di euro, che andranno alle lobby delle armi. Però, poi, tagliate 100 euro al mese a chi ne guadagna 700 al mese. È veramente assurdo. È penoso poi provare, come ha fatto Fratelli d'Italia questa mattina, a cambiare il nome al Piano europeo da riarmo a difesa. Veramente imbarazzanti.
Le lobby dietro a von der Leyen e a Meloni - ricordiamo, von der Leyen, Ministro della Difesa tedesca - vogliono, è chiaro, più soldi, il più velocemente possibile e nel modo più sicuro possibile. E voi siete al servizio di queste lobby.
Ricordo ancora, Ministro, che, pochi giorni, fa la Presidente Meloni, a nome del Governo, quindi anche a nome suo, Ministro, e anche a nome della Lega, il suo partito, ha voluto e ha approvato un Piano europeo di riarmo da 800 miliardi di euro a debito, di cui almeno 35 ricadranno sulle spalle di tutti gli italiani. Una follia.
Ma allora perché, pochi minuti fa, il suo partito, in Europa, ha votato contro il Piano di riarmo? O pensate di prendere in giro i cittadini italiani, e quindi pensate che siano stupidi, oppure, Ministro, smettete di prenderli in giro. Dimostrate un po' di coerenza. Lei, uscito da qui, insieme a Salvini e agli esponenti di Governo della Lega, andate a Palazzo Chigi a dimettervi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! La Lega esca da questa maggioranza! Questa sarebbe l'unica azione coerente e dignitosa. Ma voi siete senza coraggio, senza dignità e senza vergogna! Questa è la realtà. È inutile che ride, Ministro, si dovrebbe vergognare, perché la verità…
PRESIDENTE. La ringrazio.
LEONARDO DONNO (M5S). …è che ve ne fregate delle famiglie italiane - concludo, Presidente - e che siete complici della corsa alle armi. È una follia tutta vostra, contro cui noi non vi daremo mai tregua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
(Posizione del Governo italiano in merito al progetto di riarmo promosso dalla Commissione europea - n. 3-01802)
PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01802 (Vedi l'allegato A).
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, innanzitutto mi permetta di esprimerle una qualche solidarietà. Capisco il suo imbarazzo: è quello di un Ministro di un partito che, come è stato ricordato, ha appena votato contro ciò che lei sta qui difendendo. Ha dato, prima che glielo chiedessimo, risposte che però, francamente, sono poco convincenti. Noi torniamo a chiederle quale sarà l'impatto non solo sul debito, sui conti pubblici e sui tagli allo Stato sociale, ma sulla mancanza di risorse per investire nello Stato sociale.
Perché il problema che abbiamo, signor Ministro, non è di tagliare o meno, ancora più di quanto abbiate fatto, ma è dove troviamo le risorse, molte, tantissime, per investire in sanità, pensioni, politica industriale per la transizione, lavoro e diritti, in tutto quello che avrebbe bisogno di investimenti per migliorare la vita della stragrande maggioranza degli italiani, che, come sappiamo, fanno, invece, molta fatica ad arrivare alla fine del mese.
Ora, il piano di riarmo - non cosiddetto di riarmo, di riarmo, perché così si chiama e questo significa - ha obiettivamente una finalità che è in netta contraddizione con la possibilità di investire in altri settori. E noi vogliamo chiederle, una volta per tutte, se il Governo italiano abbia intenzione o no di accedere a quello strumento nelle modalità con cui è previsto, che sono molto chiare: una piccola quota di debito comune, poi la deroga al Patto di stabilità, che però, guarda caso, non si può fare mai quando serve per investire in sanità, lavoro, territorio, scuola e istruzione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), e lei lo sa meglio di me, e poi i Fondi di coesione. Questo è quello che è previsto, non altro. Allora ci dica cosa intende fare su questo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Onorevole Fratoianni, rispondo a lei e le dico che cosa ho detto lunedì e martedì, in sede europea. È quello che pensa il Governo italiano e che penso io. Per quanto riguarda la clausola di flessibilità sul Patto di stabilità, l'abbiamo chiesta per 2 anni, solitari; ce la riconoscono, ce l'hanno riconosciuta e non possiamo che valutarla positivamente. Ho ribadito che è impossibile da valutare politicamente una politica che tagli la sanità e i servizi pubblici per finanziare la spesa militare. Non tutti in Europa la pensano allo stesso modo, io l'ho detto chiaramente, questo è il nostro punto di vista.
Ho detto che occorre distinguere tra quelli che sono bisogni immediati, che fanno riferimento alla situazione ucraina, rispetto alla necessità di garantire sicurezza e difesa all'Europa, che richiede un ragionamento di lungo periodo rispetto alle effettive necessità. Di conseguenza, ragionando in questo modo, credo che, per agire in modo informato, prima di tutto vada fatta una valutazione approfondita delle necessità, seguita dallo sviluppo di una strategia e da un piano di attuazione.
E, infine, occorre parlare delle risorse necessarie, tenendo conto del fatto che qualsiasi aumento della spesa della difesa deve dare conto, terzo elemento, di uno sviluppo della capacità produttiva e, quindi, dell'industria europea, e, per quanto riguarda il sottoscritto, soprattutto dell'industria italiana. Quindi, la valutazione di questo piano potrà essere fatta solamente alla fine di questo tipo di ragionamento, al di fuori della frenesia che, in questo momento, suggerisce di sparare delle cifre che, a mio giudizio, non sono subordinate a questo processo logico di ragionamento.
Quindi, riassumendo, per chiarire quello che è il pensiero del sottoscritto, prima di tutto l'Italia deve rispettare gli impegni internazionali: si fa parte di un'alleanza e, se questa alleanza richiede un impegno del 2 per cento, siamo tenuti seriamente a rispettarlo. La seconda dimensione è che, invece di sparare cifre a priori, dobbiamo decidere e sapere quali sono le vere necessità per quanto riguarda gli investimenti di natura militare. Una volta determinati questi, e il Ministro Crosetto sta lavorando su questo, si stabilirà il tipo e l'ammontare dell'impegno che il Governo italiano dovrà sostenere.
Terza dimensione: questo sforzo non potrà non contemplare una valutazione di politica industriale con riferimento all'industria della difesa, che dovrà, evidentemente, se ha un prezzo, produrre anche un beneficio in termini di crescita economica e anche di occupazione, in particolare in quei settori oggi particolarmente esposti alla crisi industriale. Credo che sia un ragionamento semplice, onesto e anche serio (Applausi di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Ministro Giorgetti, lei ha appena espresso soddisfazione per il grande obiettivo che l'Italia ha raggiunto per avere ottenuto la deroga al Patto di stabilità, ma, francamente, voi avete ottenuto la deroga al Patto di stabilità per spendere di più in armi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non è che lei è andato in Europa a chiedere la deroga al Patto di Stabilità per assumere medici. In Italia mancano 40.000 medici, Ministro Giorgetti, non so come fa a ritenersi soddisfatto di questo obiettivo.
Poi, guardi, sul Fondo di garanzia facciamo un po' una questione di verità, quel Fondo di garanzia che lei ha proposto ai suoi colleghi all'Ecofin, ai ministri dell'economia. Ebbene, guardi che quei 16 miliardi di euro si vanno ad aggiungere alle risorse che noi dovremo spendere per acquistare armi. Non è una grande genialata e conferma che noi stiamo entrando in un'economia di guerra. C'è un tema su cui lei continua a non rispondere. Il collega Fratoianni glielo ha detto: la Lega vota contro in Europa e qui in Italia, invece, vi accingete a votare a favore di quello su cui avete votato contro in Europa.
C'è un bel film di Totò e Peppino, “La banda degli onesti”, non so se lo ha visto, in cui a un certo punto stampano banconote false. Ma cosa volete far credere agli italiani? Che tutto ciò sarà gratis e che qualcuno non pagherà il prezzo di queste scelte economiche scellerate? Il prezzo lo pagheremo perché voi state portando l'Italia in un'economia di guerra e l'unica politica industriale che state facendo in questo Paese è la politica industriale delle armi.
Lei è venuto pochi mesi fa in Aula a chiedere sobrietà al Parlamento riguardo alla manovra economica, a tal punto che avete tagliato su tutto: avete azzerato il Fondo nazionale per il trasporto rapido di massa, avete dato 1,80 euro di aumento alle pensioni minime e oggi vi accingete a fare un investimento che sarà lacrime e sangue. Il punto è che non volete ammettere questo, e il raggiungimento di quei 2 punti percentuali del PIL che lei dice essere un obbligo, a parte che non è un obbligo, non c'è nessun obbligo…
PRESIDENTE. Concluda.
ANGELO BONELLI (AVS). … ma, in secondo luogo, questa è la reazione alla scelta di Trump (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ma noi possiamo rincorrere le scelte di chi, oggi, sta mettendo sotto scacco il mondo? Guardi che…
PRESIDENTE. Deve concludere.
ANGELO BONELLI (AVS). Concludo, Presidente. Un'Europa debole socialmente ed economicamente è un'Europa vulnerabile anche per potenze straniere, e, quindi, anche l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Elementi e iniziative in ordine all'applicazione di dazi su beni e servizi italiani da parte degli Stati Uniti d'America – n. 3-01803)
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Boschi ed altri n. 3-01803 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro Giorgetti, per i cittadini e le imprese italiane c'è da mesi una sola certezza, ossia che tutto è più caro: energia, bollette, carrello della spesa, acquisto delle materie prime. Più tasse ovunque dal Governo Meloni, occulte e dirette. Occulte perché avete tagliato i fondi ai comuni e ai servizi. Ora ci sono pure i dazi del vostro amico Trump. Gli Stati Uniti sono il terzo Paese verso cui le nostre aziende italiane esportano.
Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana producono i due terzi dell'export verso gli Stati Uniti in macchinari, tessile e agroalimentare. Da lei, Ministro Giorgetti, vogliamo una parola chiara rispetto a quanto questi dazi di Trump influiranno sulla crescita e sullo sviluppo del nostro Paese e quali sono i tempi, perché oggi le aziende e i cittadini vivono solo incertezze.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Onorevole Gadda, se fossi in grado di dirimere l'incertezza che in questo momento grava in termini geoeconomici e geopolitici, mi candiderei a diventare santo subito. Nessuno sa oggettivamente quello che ci aspetta. Sicuramente è innegabile che la politica di introduzione dei dazi annunciata dall'Amministrazione americana potrebbe danneggiare l'economia italiana come l'economia europea, e, con un effetto a catena, il commercio globale.
Però una cosa in questo momento, secondo me, va ribadita, di cui forse ci dimentichiamo. Noi arriviamo da decenni di concorrenza totale a livello globale, la mitica globalizzazione, senza regole spesso, senza regole. Quindi noi oggi abbiamo l'incertezza di quelle che potrebbero essere le ricadute sull'economia italiana dei dazi degli Stati Uniti, ma ci dimentichiamo dei danni effettivi che ha subito l'economia italiana - tante imprese e tanti imprenditori di settori che sono totalmente scomparsi - grazie alla concorrenza sleale (Applausi del deputato Deidda) rispetto a una teoria del free trade che, in qualche modo, si considerava ineluttabile.
Credo che questa sia l'occasione - e sfrutto la sua domanda per dire quello che ho sostenuto in sede internazionale, in sede di G7 e G20, ossia che non conviene a nessuno la guerra commerciale - forse per rimettere a posto un po' le cose, per far nascere un WTO più trasparente e con parità competitiva tra imprese che rispettano le normative ambientali, che rispettano le normative sociali, rispetto a quelle che invece, magari sussidiate dallo Stato, sono in grado di spazzarti via dal mercato senza colpo ferire. Ecco, pensiamo anche a questi oltre che ai pericoli che abbiamo davanti.
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Ministro Giorgetti, queste parole di buon senso però le porti anche dal palco di Pontida, perché la confusione regna sovrana nel suo partito. Mi faccia una cortesia: porti magari una sera a cena il Ministro Salvini e il Ministro Lollobrigida, perché dicono che i dazi, tutto sommato, ci possono anche fare bene; che i nostri vini - prendiamo un esempio dei prodotti che noi esportiamo - di fatto si vendono da soli. Non è così, anche perché, se guardiamo quello che funziona negli Stati Uniti, sono proprio i prodotti che vanno alla classe media e i dazi, di cui, come lei ha ricordato, non abbiamo contezza rispetto ai tempi, già oggi stanno manifestando problemi enormi alle nostre imprese.
In poche ore si sono bruciati miliardi nelle Borse. Ma, soprattutto, le imprese italiane, che non tengono le mani in tasca, stanno ragionando sul da farsi. Alcuni grandi marchi stanno ragionando se delocalizzare le produzioni negli Stati Uniti e quindi questa non è una buona notizia per i nostri lavoratori in Italia. Mi sbaglio, Ministro Giorgetti? Quindi su questo, forse, qualcosa andrebbe detta. Soprattutto, non stanno facendo gli investimenti perché l'incertezza è il nemico peggiore delle imprese, che poi pagano i cittadini quando vanno a fare la spesa e pagano il conto di questa incertezza.
Servono più Stati Uniti d'Europa e l'Italia su questo deve avere una voce forte, perché, altrimenti, l'effetto indotto da questi dazi, anche sulla Cina, cosa porterà? Che l'Europa diventerà un mercato ancora più ghiotto per quelle merci cinesi a basso costo che proprio lei ha ricordato, rispondendomi, in questa concorrenza sleale che rovina le nostre imprese.
Quindi cerchiamo di essere più seri al Governo e di costruire un'Europa diversa. Anche noi di Italia Viva siamo per costruire un'Europa diversa, ma evitiamo di tenere il piede in tante scarpe perché ad oggi la Meloni doveva essere il ponte tra l'Europa e gli Stati Uniti e, semplicemente, sta in un angolo, aspettando che qualcun altro faccia qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
(Intendimenti in merito all'offerta pubblica di scambio su Banco Bpm da parte di Unicredit, con particolare riferimento all'utilizzo dei poteri speciali sugli assetti societari (cosiddetto golden power) – n. 3-01804)
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01804 (Vedi l'allegato A).
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, dopo i temi essenziali che sono stati affrontati dai colleghi sull'Europa e sui dazi, le voglio fare una domanda su una questione però di rilevanza italiana ed europea, che riguarda la scalata di UniCredit a Bpm. Il giorno dopo questo annuncio, il 26 novembre, il leader del suo partito Salvini, Vicepresidente del Consiglio, ha cominciato a dire che UniCredit è una banca straniera, ma ci torno nella replica, e lei ha subito detto che c'è il golden power per bloccare l'operazione UniCredit-Bpm. C'è un problema però: lei, il Tesoro, grazie agli investimenti fatti con il denaro dei contribuenti, è ancora un azionista importante - anzi, il primo - di MPS, è socio con Bpm e avete, insieme ad altri, deciso una scalata altrettanto ostile a Mediobanca.
Lei sta facendo l'arbitro e il giocatore: da una parte, attraverso l'esercizio del golden power, può bloccare la scalata di UniCredit su MPS e dall'altra, invece, può dare il via libera a quella sua, di Bpm e di altri, su Mediobanca. Ora c'è questo da chiarire: visto che non avete voluto cedere prima la quota del Tesoro, che garanzia ci dà...
PRESIDENTE. Concluda.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). ...che il golden power non venga usato in modo strumentale per interferire nel riequilibrio, che può piacerci o no, del mercato del credito italiano?
PRESIDENTE. Deve concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Qual è la garanzia che il golden power non sia usato in modo strumentale e in modo da interferire?
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.
GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signor Presidente, in riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti, appare opportuno preliminarmente chiarire il funzionamento della normativa in materia di poteri speciali. Nel settore finanziario la normativa golden power impone l'obbligo di notifica, indipendentemente dalla nazionalità italiana o straniera del soggetto acquirente, nel caso in cui l'operazione di acquisizione abbia ad oggetto attivi di rilevanza strategica e nel settore finanziario sono ritenuti tali, tra l'altro, banche, società assicurative e altre società finanziarie che generino un fatturato annuo superiore a 300 milioni e che occupino 250 dipendenti.
Quindi, non è mia discrezione, era mio dovere ricordare che esiste il golden power. Le operazioni notificate ai sensi della normativa golden power sono oggetto di valutazione da parte di un gruppo di coordinamento interministeriale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. La valutazione è effettuata esaminando le informazioni fornite dalle società notificanti, nonché, ove sia ritenuto necessario, formulando richieste istruttorie a queste ultime o a soggetti terzi. Infine, la normativa consente al gruppo di coordinamento interministeriale di collaborare mediante scambio di informazioni con Banca d'Italia, Consob e Autorità indipendenti.
Nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza, il suddetto gruppo può proporre al Consiglio dei ministri l'esercizio di poteri speciali sotto forma di prescrizioni o di veto all'operazione, in presenza di minaccia di grave pregiudizio agli interessi essenziali dello Stato. In assenza di tali minacce, la valutazione sull'operazione notificata è conclusa non esercitando i poteri speciali. Ciò posto, rappresento che le due operazioni richiamate nell'interrogazione hanno ad oggetto attivi di rilevanza strategica e per questo motivo tali operazioni sono state notificate da UniCredit e MPS in conformità con quanto previsto dalla legge.
Così come avviene per qualsiasi operazione notificata in ambito finanziario, il gruppo di coordinamento interministeriale sta valutando le due operazioni al fine di verificare gli impatti delle stesse sugli interessi generali dello Stato nel settore finanziario, tra cui la continuità delle attività di raccolta del risparmio, l'impiego del risparmio raccolto e il buon funzionamento dell'infrastruttura fisica o tecnologica dei sistemi di pagamento.
Tali valutazioni saranno evidentemente effettuate in conformità con quanto previsto dalla legge, quindi in modo ragionevole, proporzionato e nel rispetto del principio di non discriminazione, ricordando che ogni decisione viene presa a seguito di un'istruttoria approfondita che coinvolge le imprese interessate e che, anche in caso di determinazioni finali concernenti l'esercizio dei poteri e la gamma delle possibili soluzioni, che, appunto, vede il veto alle operazioni solo come extrema ratio, consente l'adozione di misure di monitoraggio e prescrittive pienamente idonee a contemperare gli interessi in gioco.
PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di replicare.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie. Ministro, sono totalmente insoddisfatto della sua risposta. Conosco la normativa, probabilmente non bene come lei, ma la conosco anch'io. Mi sarei aspettato che lei dicesse: “Nonostante tutto quello che i politici e anche il leader del mio partito, la Lega, Salvini” - ci vengo - “hanno detto, io garantisco l'imparzialità. Anzi, la garantisco al doppio perché sono arbitro e giocatore”. Perché, purtroppo o per fortuna, lei ha ereditato un pezzo di MPS.
Salvini ha subito detto che UniCredit non è una banca italiana, e lo ha detto nel momento in cui UniCredit era impegnata - io non faccio il tifo e non ho il conto corrente su nessuna delle banche considerate - in un'operazione internazionale. Salvini, che è il leader del suo partito, ma soprattutto è il Vicepresidente del Consiglio, a Borse aperte, ha detto che UniCredit non è italiana.
È una banca milanese; ha il presidente italiano e l'amministratore delegato italiano: sono tutti e due di Roma; ha gli azionisti stranieri. Ma perfino il Milan: cosa facciamo, lo togliamo dalla Serie A? E perfino il suo Southampton non ha azionisti ed è di proprietà di un serbo.
Quindi, qui si tratta di fare chiarezza, perché lei su questa partita gioca un ruolo decisivo. Non mi deve spiegare la normativa che già conosco. Mi deve dire e deve dire agli italiani e ai mercati che assolutamente lei non interferirà, perché lei ha le chiavi di questo. Si trova una ragione. Basta dire “no” a Unicredit su BPM, che sono amici vostri e sono soci - e in più, tutte le agenzie e le dichiarazioni dei politici le sappiamo - e dire invece “sì” alla scalata di MPS su Mediobanca. Ecco, io mi sarei aspettato che lei facesse chiarezza su questo, prendendo un impegno pubblico...
PRESIDENTE. Concluda.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). …prendendo un impegno pubblico di neutralità. Questo volevo sapere, non il bigino sul golden power (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).
(Iniziative di competenza in ordine ai progetti di impianti eolici nella provincia di Savona – n. 3-01805)
PRESIDENTE. Il deputato Bruzzone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01805 (Vedi l'allegato A).
FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per essere oggi qui in Aula a rispondere su questa tematica che comunque è di interesse nazionale.
Premetto che non sono contro l'uso delle energie rinnovabili, però oggi è noto a tutti che il forte impatto ambientale, ma anche sociale non solo ambientale, degli impianti industriali eolici sta scatenando discussioni, malumori e disagi più o meno diffusi, come peraltro certificato anche dalla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha fissato un importante paletto sul rapporto tra eolico e tutela del paesaggio.
L'interrogazione che ho voluto presentare inserisce alcuni casi di raggiunta saturazione che interessano la mia regione e, in particolare, la provincia di Savona. Ma vi sono tante altre aree del Paese interessate: mi viene in mente la Sardegna, che sta di fronte alla Liguria...
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). E non vorrei che le due realtà si salutassero a suon di pale eoliche, visto che sono talmente alte che potrebbero scavalcare addirittura la Corsica. La ringrazio anticipatamente per la risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.
GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Grazie agli interroganti. In relazione al quesito posto, vorrei rassicurare gli onorevoli interroganti che, per quanto riguarda i nuovi progetti eolici menzionati, verranno prese in considerazione, nell'ambito dei singoli procedimenti di valutazione ambientale, svolti a seconda della potenza dell'impianto in sede regionale o in sede statale, le esigenze di tutela del patrimonio culturale, delle aree agricole e forestali, della qualità dell'aria e dei corpi idrici (che nella realtà della Liguria sono rilevanti) e gli ipotetici impatti significativi sulle componenti ambientali e sul paesaggio o la necessità di misure di mitigazione in relazione alla localizzazione degli impianti.
Resta ferma la necessità di agevolare in ogni modo gli interventi di repowering, perché in questo caso si tratta di fare repowering su impianti che già ci sono e, quindi, si tratta di interventi di modifica che consentono di aumentare considerevolmente la capacità installata, minimizzando al contempo gli impatti sul territorio.
In ogni caso, è utile ricordare come il decreto sulle aree idonee consentirà alle regioni una corretta ed oculata programmazione ed installazione di impianti a fonte rinnovabile nei relativi piani energetici, in modo tale da raggiungere i target di nuova potenza previsti per il 2030 dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima.
È chiaro che si precisa che la non idoneità delle aree non preclude a priori la realizzazione di impianti, ma determina unicamente la mancata adozione di quello che è l'iter accelerato delle valutazioni, che invece è riservato agli impianti ricadenti nelle zone identificate idonee.
Per concludere, nell'ambito dell'attività di monitoraggio sull'attuazione di quanto previsto dal decreto Aree idonee, il Ministero dell'Ambiente, per quanto riguarda l'attuazione della normativa, vigilerà sul corretto raggiungimento degli obiettivi previsti per le singole regioni, nel rispetto più totale della tutela e della salvaguardia del paesaggio.
Inoltre, aggiungo che rispetto a molti di questi impianti - rispetto ad essi, io vedo il totale, la valutazione totale, quindi, la valutazione di merito viene svolta dalle commissioni indipendenti - c'è un'eccedenza di domande rispetto a quella che poi deve essere l'installazione e la vera misura per raggiungere gli obiettivi.
PRESIDENTE. Il deputato Bruzzone ha facoltà di replicare.
FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la risposta. Mi dichiaro soddisfatto. Sottolineo l'opportunità di coinvolgere maggiormente i territori. Che i sindaci non si sentano esclusi perché oggi - seppure la normativa preveda questo - è importante che ci sia una condivisione. Non è possibile fare un impianto eolico su un comune senza che addirittura il sindaco venga informato preventivamente.
Poi, per i grandi impianti, addirittura, vengono scavalcati non soltanto i sindaci, ma anche le regioni. Hanno un'alta potenza, sono di competenza ministeriale. La via è nazionale, però, poi, il territorio è quello là e, quindi, i gravami, alla fine, vengono sopportati lì.
Signor Ministro, le assicuro che prendere visione di questi progetti devastanti - li stiamo vivendo sul territorio della provincia di Savona -, anche di rilevanza nazionale, non è bello. Non è bello vedere che la costa ligure viene deturpata; non è piacevole, da parte della politica, sentirsi esclusa dalla possibilità anche di dare un parere su questi forti impatti di queste grandi attività di carattere industriale.
Io do un suggerimento, la butto lì. Perché questo tipo di procedura è vero che è contenuta nel decreto, però sappiamo bene che c'è anche la possibilità che i decreti vengano modificati. Quindi, che ci sia una valutazione anche da parte del Governo sulla possibilità di rivedere la legge in materia e, magari - butto lì un'altra cosa - che quell'energia, che io ritengo pulita e virtuosa e che deriva dalla trasformazione dei rifiuti in energia elettrica, possa essere considerata anche rispetto a un obiettivo da raggiungere.
Torno alla Liguria perché intendo ringraziare la giunta regionale, il presidente Bucci, l'assessore Ripamonti per il forte impegno e per aver manifestato la necessità che i territori e i sindaci vengano coinvolti.
Signor Ministro, l'uso delle rinnovabili va benissimo, fa bene all'ambiente, ma non possiamo demolire l'ambiente per andare verso le rinnovabili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
La ringrazio e le assicuro che vigileremo al massimo perché una sentenza del Consiglio di Stato oggi ha stabilito, come ho detto in apertura, un principio molto, molto importante: c'è anche un paesaggio che ha un suo ruolo e che va tutelato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Iniziative di competenza volte a valorizzare e promuovere il patrimonio archeologico nazionale, anche alla luce dei recenti ritrovamenti nei siti di Ostia antica e Pompei – n. 3-01806)
PRESIDENTE. Il deputato Perissa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-01806 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
MARCO PERISSA (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno, Ministro Giuli. Parto, innanzitutto, con un ringraziamento - prima dell'interrogazione - da residente di Ostia, perché, grazie a un finanziamento del Ministero, è stato possibile rinvenire, proprio nel sito di Ostia Antica, un antico bagno rituale ebraico che ha una sua unicità, diciamo, nella storia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché è il primo trovato fuori da Israele.
Questo ci racconta anche di una dimensione di Ostia, all'epoca romana, che era multiculturale e multireligiosa. Quindi, non solo un porto ma anche un luogo capace di accogliere le diversità.
Alla luce di questi ritrovamenti, ovviamente, è nostra intenzione chiedere e ottenere da parte del Ministero risposte su come si intenda valorizzare questo importante ritrovamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Ringrazio molto gli onorevoli interroganti che, con questo quesito, mi consentono nuovamente di ritornare in quest'Aula, tra noi felici pochi, su due grandi scoperte archeologiche che si sono susseguite a distanza di pochissimo tempo presso il Parco archeologico di Ostia Antica e presso il Parco archeologico di Pompei.
Le campagne di scavo condotte hanno dato alla luce ritrovamenti dall'inestimabile valore culturale per il nostro Paese. Da una parte, il mikveh, il bagno rituale ebraico, per l'appunto, di epoca romana, emerso durante la campagna di scavo presso il Parco archeologico di Ostia che è un unico, sì, un unico nell'area mediterranea, al di fuori di Israele. Dall'altro, l'affresco monumentale sui culti dionisiaci del primo secolo avanti Cristo, emerso a Pompei nella cosiddetta casa del Tiaso.
Si tratta, in entrambi i casi, di scoperte eccezionali, il cui valore storico, artistico e rituale conferma che stiamo procedendo nella giusta direzione, ovvero continuare a finanziare le attività di scavo in un momento di massimo splendore per l'archeologia italiana e mondiale che con i suoi parchi e musei, nel caso dell'Italia, registra numeri sempre più alti di visitatori. Non a caso, la scoperta del bagno rituale ebraico è avvenuta durante la campagna di scavo finanziata dal Ministero della Cultura e realizzata nell'ambito del progetto OPS, Ostia post scriptum, in collaborazione con l'Università degli Studi di Catania e il Politecnico di Bari.
Erano diversi decenni che il parco non eseguiva scavi. Senza i finanziamenti non sarebbe stato possibile promuovere una campagna di indagini archeologiche volte alla promozione della ricerca e al miglioramento della fruizione del sito. Grande soddisfazione emerge, quindi, dalle risorse investite, attraverso la Direzione generale musei, nel predisporre e attuare un piano di interventi su scala nazionale volto alla valorizzazione dei luoghi e degli istituti della cultura, lungo le due direttrici della manutenzione programmata e della promozione della ricerca archeologica.
A sua volta, la scoperta pompeiana è frutto di una campagna di scavo iniziata circa un anno fa nell'ambito del progetto “Valorizzazione, scavo, messa in sicurezza e restauro dell'Insula 10 Regio IX”. Nell'ultimo decennio, il Parco di Ostia e quello di Pompei hanno ricevuto finanziamenti per un totale di quasi 230 milioni di euro. Soldi ben spesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Gli eccezionali ritrovamenti degli ultimi giorni denotano la necessità di proseguire le attività volte a consentire la messa in sicurezza e il restauro delle strutture circostanti al fine di valorizzare appieno questi ritrovamenti. Per tale motivo, il Parco di Ostia ha già chiesto un finanziamento straordinario, a cui è stato dato seguito.
Inoltre, grazie ai fondi del Piano nazionale cultura per il Parco archeologico di Pompei, pari a 23 milioni di euro, sarà possibile liberare risorse per il bilancio ordinario del Parco e completare lo scavo della “casa del Tiaso”. Al fine di arricchire la conoscenza e la fruizione di questi siti, sin da subito si è deciso di rendere accessibile ai visitatori l'ambiente del Tiaso dionisiaco e sono in corso approfondimenti in merito alla fattibilità di iniziative per raccontare un nuovo ciclo pittorico e il suo contesto storico e culturale ad un pubblico più ampio.
Infine - concludo, Presidente -, consapevoli della centralità del nostro patrimonio culturale, cui intendiamo assicurare una piena promozione e valorizzazione, con il nuovo regolamento di organizzazione del Ministero della Cultura è stato creato l'Istituto centrale per la valorizzazione economica e la promozione del patrimonio culturale. Si tratta di ulteriori dimostrazioni della grande sensibilità di questo Governo per le attività di scavo, ricerca e tutela del nostro immenso patrimonio culturale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Cangiano ha facoltà di replicare.
GEROLAMO CANGIANO (FDI). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare il Ministro Giuli per la sua dettagliata risposta che conferma il grande lavoro portato avanti dal Governo Meloni nella tutela e nella valorizzazione del nostro immenso patrimonio archeologico. Le straordinarie scoperte di questi giorni, a Ostia antica e a Pompei, sono la dimostrazione concreta dell'efficacia degli investimenti e della strategia adottata dal Ministero della Cultura. I due siti, Pompei e Ostia, arricchiscono culturalmente il nostro patrimonio storico e artistico, rendendolo sempre più attrattivo, più accessibile sia al pubblico nazionale che internazionale.
Oltre agli interventi citati, è importante evidenziare ulteriori progetti di grande rilievo che, di fatto, impegnano il Governo a valorizzare i nostri beni archeologici su tutto il territorio nazionale. Voglio, da parlamentare campano, ricordare, per esempio, la Villa Augustea di Somma Vesuviana, l'anfiteatro di Nola, la Villa di Gradola a Capri e le aree archeologiche di Benevento, Cellole e Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Questi progetti, insieme agli interventi su Pompei e Ostia, rientrano in una visione complessiva volta a garantire la conservazione, la tutela e la promozione del nostro patrimonio culturale.
Il Ministero della Cultura prosegue con determinazione questo impegno, consapevole che valorizzare il nostro paesaggio significa costruire un futuro su basi solide, capace di coniugare identità, sviluppo e crescita turistica. Non solo tutela e ricerca, ma anche potenziamento e accessibilità.
Il fatto che questi straordinari ritrovamenti siano già stati inseriti in percorsi fruibili al pubblico dimostra la volontà di rendere il nostro patrimonio archeologico sempre più vivo e protagonista. I numeri in crescita dei visitatori in questi siti sono la conferma che questa strategia sta portando avanti frutti concreti. È motivo di orgoglio vedere come, grazie ad un lavoro serio e programmato, il nostro Paese continui a ricoprire il ruolo di capitale mondiale della cultura. Complimenti ancora al Ministro Giuli e a tutto il Governo per questa straordinaria stagione…
PRESIDENTE. Concluda.
GEROLAMO CANGIANO…di rinascita dell'archeologia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative per l'ampliamento delle categorie dei beneficiari del cosiddetto «Art bonus» – n. 3-01807)
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01807 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la nostra Costituzione sancisce che è compito della Repubblica promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, e tutelare il paesaggio e il patrimonio storico-artistico. Nel maggio del 2014 è stato introdotto un credito d'imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura, cosiddetto Art bonus, a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano. L'Art Bonus in 10 anni ha permesso di raccogliere circa un miliardo di euro, grazie a 44.300 donazioni, portando a termine oltre 4.150 progetti.
Nell'ottobre del 2024 è stato presentato il quinto rapporto dell'Osservatorio del patrimonio culturale privato, che ha indicato in quasi 2 miliardi di euro gli interventi raccolti nel 2023 per mantenere il patrimonio culturale privato, che nello stesso anno ha saputo attrarre 34 milioni di visitatori. Quindi, signor Ministro, il gruppo di Noi Moderati le chiede se è favorevole all'ampliamento della platea degli enti beneficiari dell'Art Bonus ai beni artistici privati di interesse pubblico, ai beni ecclesiastici di rilevanza storica, ai borghi storici, a fortificazioni, agli spazi per l'arte contemporanea e alle residenze artistiche, perché noi, signor Ministro, crediamo che il privato…
PRESIDENTE. Concluda.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). …sia una risorsa preziosa per il pubblico e per i beni di interesse pubblico, in una sana e virtuosa collaborazione pubblico-privato, e pensiamo si possa fare anche nell'arte (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Parto dalla fine: sì (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Ringrazio per il quesito posto, perché mi consente, davanti a quest'Aula, di raccontare, innanzitutto, i primi 10 anni di un prezioso strumento di investimento del patrimonio culturale italiano, l'Art Bonus. La misura è stata istituita, come ricordato, dall'articolo 1 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, ovvero il provvedimento in cui viene riconosciuto un credito d'imposta nella misura del 65 per cento delle erogazioni liberali effettuate a sostegno di un bene o di un'attività culturale.
Fino a oggi sono stati raccolti sul territorio nazionale 1 miliardo e 61 milioni di euro. Il Ministero della Cultura è entusiasta di questa manifestazione contemporanea di mecenatismo diffuso, tanto da parte di semplici cittadini quanto da parte di imprese e fondazioni bancarie, i cui apporti sono stati anche di milioni di euro. È emersa un'ampia consapevolezza identitaria e la volontà di trasmetterla alle generazioni future, intervenendo a tutela di beni culturali. A oggi si registrano 2.790 enti beneficiari, 47.000 mecenati, 7.300 interventi pubblicati sulla piattaforma dedicata.
È un ottimo bilancio per una misura ancora giovane, che crescerà e invecchierà molto bene, i cui punti di forza sono la facilitazione del rapporto pubblico-privato, la semplicità, la trasparenza e l'assistenza nell'utilizzo. Ci sono stati tanti interventi modello realizzati grazie all'Art Bonus che meritano di essere raccontati. Non ho il tempo per farlo, ma cito molto rapidamente l'ex Centro Caimi, ora Bagni Misteriosi di Milano, trasformato da bene abbandonato in un asset strategico per il Teatro Franco Parenti; la Fondazione Arena di Verona con il progetto delle 67 colonne; le Torri Garisenda e Asinelli a Bologna; il complesso delle mura urbane di Lucca; il restauro della decorazione plastica del fronte principale della Scalea del Vittoriano, ma anche Ara Pacis, Mausoleo di Augusto, Area Sacra di Largo Argentina.
Attualmente sono in corso iniziative di promozione ulteriore dell'istituto, come la nona edizione del concorso Art Bonus con due categorie del premio, “Beni e luoghi della cultura” e “Spettacoli dal vivo”. Lo scopo è quello di offrire visibilità e riconoscimento agli enti promotori di raccolte Art Bonus e ai loro donatori, ma anche per promuovere l'Art Bonus verso il grande pubblico. Per ogni categoria vincerà il progetto che avrà ottenuto il maggior numero di voti sommando i voti ricevuti sulla piattaforma Art bonus e quelli ricevuti sui social.
Ammessi al concorso del 2025 già 400 progetti che hanno raggiunto il loro obiettivo economico tra il 1° gennaio e il 31 dicembre del 2024. Condivido, quindi, pienamente la necessità di dar luogo a un'ampia riflessione sulla possibilità di estendere tale istituto anche a beni oggi non ricompresi. Del resto, la stabilizzazione e il consolidamento dell'istituto dell'Art Bonus sono avvenuti, a partire dalla sua introduzione, proprio per tappe. Penso all'estensione al sostegno dei teatri di tradizione avvenuta con la legge di stabilità del 2015, all'estensione alle istituzioni concertistico-orchestrali, ai teatri nazionali, ai teatri di rilevante interesse culturale, ai festival, e via così.
Mi auguro che la consapevolezza verso la necessità di questo istituto cresca sempre di più e ribadisco: siamo favorevoli a ogni forma di estensione di una misura che ha dimostrato di funzionare grazie all'integrazione tra pubblico e privato. Sarà compito del Ministero della Cultura promuovere l'allargamento della platea di beneficiari del bonus, ivi compresi i beni ecclesiastici di rilevanza storica, anche sensibilizzando gli altri Ministeri e tenendo conto delle necessarie coperture finanziarie…
PRESIDENTE. Concluda, Ministro.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. …ma anche delle proiezioni sui vantaggi economici, sociali e culturali dell'Art Bonus (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Il deputato Maurizio Lupi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, più che una replica, è una soddisfazione, non solo da parte di tutto il nostro gruppo, di Noi Moderati, ma, credo, da parte di tutti noi, perché questa interrogazione sembra una cosa semplice, banale, ma credo, crediamo, che sia uno dei pilastri del nostro Paese. La cultura è lo strumento non solo di coesione sociale, ma è innanzitutto l'identità di un Paese che guarda al mondo. L'Art bonus ha valorizzato questo e lo ha detto bene. Pensate alla forza che hanno 47.000 mecenati. Ci siamo dimenticati del valore di Lorenzo il Magnifico o dei tanti Lorenzo il Magnifico che hanno attraversato la storia del nostro Paese?
E, anche qui, si sfata un mito: la contrapposizione pubblico-privato. L'Italia è una comunità intera fatta di ogni singolo cittadino e di ogni persona che si mette insieme o che libera le proprie energie. E il patrimonio culturale italiano è la dimostrazione nel mondo di questa idea di società, di cultura e di Stato. Sarebbe contraddittorio non pensare che un bene ecclesiastico o una dimora storica di un privato valgano esattamente quanto un meraviglioso monumento che appartiene al pubblico, allo Stato, perché sono l'esemplificazione e la storia al mondo di quello che è la nostra ricchezza. E la nostra ricchezza è la comunità viva, sono le persone vive, le imprese, le associazioni del Terzo settore, coloro che ogni giorno, dalle famiglie ai singoli cittadini, fino all'imprenditore, si rimettono in gioco e, con orgoglio, dicono qual è la nostra storia e qual è la nostra identità.
Per questo noi siamo molto soddisfatti e crediamo - lo ha sottolineato lei - nella partecipazione diffusa alla tutela del patrimonio, nel mecenatismo come valore sociale, nella cultura come leva dello sviluppo economico. Da quando è stato istituito - signor Presidente, concludo - il Ministero della Cultura, trasversalmente in tutte le legislature, rappresenta uno dei pilastri, insieme all'educazione, alla formazione e alla ricerca nel nostro Paese. Per questo siamo contenti di aver posto, come gruppo di Noi Moderati, a lei questa interrogazione, ma, innanzitutto, ringraziamo la ricchezza ancora grande che esiste nella nostra grande Italia (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16 - tra pochissimi minuti, due, tre minuti -, a partire dalla commemorazione del professor Giovanni Scambia, a cui seguirà la commemorazione dell'ex deputato Fulco Pratesi. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 16,15, è ripresa alle 16,18.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Commemorazione di Giovanni Scambia.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Care colleghe e cari colleghi, lo scorso 20 febbraio, dopo una breve malattia, è venuto a mancare il professor Giovanni Scambia, chirurgo e oncologo di fama mondiale che, con le sue tecniche e i suoi approcci innovativi, ha rivoluzionato l'oncologia ginecologica.
Nato a Catanzaro nel 1959, si laurea con lode in medicina e chirurgia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nel 1983. Nello stesso ateneo, nel 1987, consegue la specializzazione in ginecologia.
La sua carriera al Policlinico universitario Agostino Gemelli si caratterizza per un'intensa attività clinica, accademica e di ricerca, culminata nella nomina a direttore scientifico nella relativa Fondazione. Ordinario di ginecologia e ostetricia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore e membro del Consiglio superiore di sanità, è stato direttore del Dipartimento della Salute della donna e del bambino della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli e presidente della Società italiana di ginecologia.
Autore di oltre 1.100 pubblicazioni scientifiche, le sue doti professionali e umane hanno contribuito a far progredire la ricerca nel campo dell'oncologia ginecologica.
È anche grazie ai suoi ai suoi studi se, in questi anni, sono stati raggiunti progressi inimmaginabili nel trattamento e nella cura di questi tumori.
Al fine di offrire cure e terapie sempre più avanzate e mirate, la sua attività scientifica si era recentemente indirizzata verso lo studio di innovazioni, come la biopsia liquida e l'intelligenza artificiale, per migliorare la capacità di diagnosi, monitorare l'efficacia dei trattamenti e anticipare l'individuazione di eventuali recidive.
Membro di numerose società scientifiche internazionali, per i suoi meriti nel campo della medicina, nel 2017, ha ricevuto l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica.
Lo ricordiamo oggi anche per il suo costante e instancabile impegno nella formazione di generazioni di ginecologi e oncologi, ai quali ha insegnato prima di tutto a mettere la persona al centro del percorso terapeutico. La sua prematura scomparsa lascia un vuoto incolmabile nella comunità scientifica come nella vita di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo: colleghi, allievi, e in particolare, le sue pazienti, per le quali si è speso fino all'ultimo dei suoi giorni.
Il suo esempio continuerà a essere fonte di ispirazione per tanti giovani medici ai quali in un video ha rivolto il suo ultimo, commovente messaggio, augurando loro di meravigliarsi dei progressi e delle conquiste raggiunte proprio come lui stesso continuava a meravigliarsi di dove si fosse arrivati. Alla moglie Emma, alla figlia Luisa e alla sorella Tommasella, oggi qui presenti, esprimo quindi il più sincero sentimento di cordoglio e di vicinanza mio personale e della Camera dei deputati. Chiedo ora all'Assemblea di osservare un minuto di silenzio in sua memoria (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Prolungati applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Colosimo. Ne ha facoltà.
CHIARA COLOSIMO (FDI). Grazie, Presidente. Cari colleghi, sarò molto sincera: della morte di Giovanni Scambia mi ha colpito l'amore che ha scatenato, mi ha colpito il fiume di persone che hanno letteralmente invaso la chiesa del Policlinico Agostino Gemelli, mi ha colpito lo sguardo di tutte le donne che lui, in questi anni, ha non solo curato, ma accolto, capito e accompagnato. Io sono tra le privilegiate che lo hanno conosciuto, ma quello che ancora una volta ha segnato la storia di Giovanni Scambia è l'avere reso il proprio servizio alla medicina con abnegazione proprio fino al suo ultimo giorno.
Il professor Scambia era un uomo brillante, ma era anche un padre e un marito straordinario e le sue donne possono testimoniarlo. Era un medico certamente illuminato, era sicuramente un professore dedito alla ricerca e alla formazione dei più giovani, ma era, innanzitutto, una persona con la battuta pronta, capace di stare in ogni situazione, di mantenere vive le amicizie, e, in tutto questo, di non smettere davvero mai di lavorare.
Ecco, devo dire grazie al professor Scambia perché ha voluto fortemente dedicare la sua vita alla ginecologia oncologica, per avere decisamente cambiato la storia di centinaia, anzi, di migliaia e migliaia di donne, per avere regalato il futuro a centinaia, anzi, migliaia di bambini, tra cui anche il mio (Applausi). Tutti quanti noi, colleghi, quando ci occupiamo di sanità, dobbiamo dire grazie al professor Scambia, perché ha portato la sua Calabria, ma anche l'Italia, nel mondo come davvero un'eccellenza e questo ci rende tutti orgogliosi, ci rende tutti partecipi di questo dolore.
Sì, ci ha detto “meravigliatevi” in quella testimonianza che poi è diventata una specie di testamento, che questo forse non voleva essere. Lui, ancora una volta, fino all'ultimo ci ha meravigliato con questo epilogo così veloce, troppo veloce, ci ha davvero meravigliato. Ma lo dico ad Emma, lo dico a Luisa, lo dico a tutti i colleghi del Policlinico Gemelli: noi lo sappiamo, e lui anche lo sapeva, in realtà il 20 febbraio è solo nato al cielo (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chi è Giovanni per me non lo dirò oggi, qui. Nella solennità di quest'Aula ricordiamo il professor Scambia, e non Giovanni o Giò, per dirlo con Emma, che abbraccio, insieme a Lulù e Tommasella. Anche se forse proprio una delle sue caratteristiche uniche e irripetibili - perché il professor Scambia non era solo il più bravo, ma era unico e irripetibile - è stata proprio tenere insieme, sempre unite, le sue straordinarie competenze di medico, ginecologo, chirurgo, oncologo, ricercatore, scienziato conosciuto in tutto il mondo con la sua umanità; il suo impact factor delle pubblicazioni scientifiche, mostruoso, come ha ricordato il preside della sua facoltà di medicina, dell'Università Cattolica, il professor Gasbarrini, con il suo sorriso.
La sua genialità aveva il coraggio di operare in situazioni davvero molto complesse, senza mai dare false speranze, con una camera operatoria, la sua, che non si fermava mai, con la sua umiltà; insomma, proprio di tenere insieme il professore con Giovanni. Ed è per questo che qui sulla terra lascia un cratere. Quando ho preso il taxi a Roma, il giorno del suo funerale, per andare al suo funerale, il tassista mi ha detto: “Signora, va al funerale del medico?”. Rispondendogli di sì, gli ho chiesto se lo conoscesse. “No, no, non lo conoscevo, non guardo la televisione, non conosco le persone famose, ma tutti parlano di lui”. Però il professor Scambia non stava sempre in televisione, ma stava, questo sì, sempre al Policlinico Gemelli.
È semplicemente diventato famoso perché da tanti anni è una speranza concreta per migliaia e migliaia di donne e per le loro famiglie. Ecco, spero che la sua passione inesauribile per la salute della donna e della vita nascente, nome bellissimo del dipartimento da lui diretto, contagi tanti giovani. A noi il dovere di raccontare, di raccontare chi era, di raccontare cosa ha creato, perché da una sua idea è nato l'IRCCS del Gemelli, diventato poi in pochi anni tra i primi, di raccontare come ha vissuto senza risparmiarsi, anche dopo la terribile diagnosi che ha ricevuto, senza risparmiarsi per curare le donne con il suo lavoro di ricerca per farne guarire sempre di più.
Ha vissuto troppo poco, è vero, ma in fondo è come se avesse vissuto 20 vite. Non ha sprecato i suoi talenti e quello che sta capitando in questi giorni, questo flusso continuo di restituzione di stima e di amore, lo dimostra. Ecco, che sia uno stimolo per la politica tutta, per tutti noi, per dare ai medici, al personale sanitario e ai ricercatori le condizioni e i mezzi per lavorare al meglio ed essere sollievo e poter essere sollievo della sofferenza di chi sta male. Che la politica sia sempre all'altezza dei suoi cittadini, dei suoi migliori cittadini (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loizzo. Ne ha facoltà.
SIMONA LOIZZO (LEGA). Giovanni, parlare di te inevitabilmente mi riporta ai giorni in cui eravamo studenti della Cattolica, arrivati a Roma con una valigia di sogni e aspettative. E quella università ci accolse come un maestro accoglie i bambini al primo giorno di scuola, con la consapevolezza di avere davanti il futuro, i medici che avrebbero inciso negli anni successivi dovunque la loro vita li avesse portati, nelle diverse regioni d'Italia, nei diversi ospedali italiani.
E quella università parlava anche calabrese e aveva della Calabria la voglia di riscatto che ha prodotto talenti unici come Crucitti, Rocco Bellantone, Giovanni Scambia.
Mi ritrovo a pensare che, nella tua straordinaria carriera nel mondo scientifico, tu hai portato della Calabria la voglia di vincere, la voglia di dimostrare chi siamo, nell'assoluta sensibilità degli uomini di onore e rispetto verso chi soffre, coniugando sempre scienza e coscienza, che i grandi maestri ci hanno insegnato nella Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Le donne calabresi, quelle che continuavano a venire da te, ti ringraziano per aver sconfitto l'idea che il tumore ovarico sia una sentenza di morte. Tutte le donne italiane ed europee che hai curato hanno un debito con te per averle sostenute nel loro cammino verso la speranza e la guarigione, ma anche, come me, per aver protetto i loro bambini in parti difficili, in cui una mano, la tua mano sicura, ha fatto la differenza tra vivere o morire, tra un bimbo sano e un bimbo con esiti permanenti.
A noi medici resta il ricordo del tuo talento, un talento unico che ti colloca tra le divinità scientifiche della medicina contemporanea. Ai tuoi studenti e specializzandi resti la capacità di trovarti negli studi internazionali che segnano la mappa dell'oncologia ginecologica moderna. Alla politica il compito di aiutare in ogni modo una sanità come l'hai fatta tu, dove non esiste giorno in cui si perda una sfida, dove ogni morte venga vissuta come una sconfitta, una sanità che accolga e curi senza barriere e metta scienza e coscienza sempre alleate nella battaglia della vita.
Ciao, Giovanni, ti accolgano le porte di un ospedale più grande e pieno di luce. Ti accolgono le donne e i bambini che non ce l'hanno fatta nonostante te e, soprattutto, le menti illuminate dei nostri maestri della scienza della vita, nell'assoluta consapevolezza che la vita è niente e che l'eternità ti appartiene, Giovanni. Ciao, Giovanni (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappellacci. Ne ha facoltà.
UGO CAPPELLACCI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Presidente, lei nel suo toccante intervento ha ricordato l'ultimo messaggio del professor Scambia, quelle parole che tanto hanno colpito. E con queste parole il professor Giovanni Scambia ha lasciato, credo, il suo più grande lascito, ovverosia quell'invito alla meraviglia, alla passione per la scienza, all'impegno per migliorare la vita delle persone. E se oggi la ginecologia oncologica in Italia e nel mondo può contare su strumenti più avanzati, su terapie più efficaci e su una medicina sempre più umana è grazie alla visione del professor Scambia.
Scambia non è stato solo un medico straordinario, ma un innovatore instancabile. Il suo contributo nella chirurgia ha rivoluzionato l'approccio ai tumori ginecologici, riducendo drasticamente i tempi di recupero per le pazienti e migliorando gli esiti clinici. Ha creduto nella ricerca e l'ha resa il cuore pulsante della pratica medica, guidando studi che hanno promosso e cambiato le linee guida internazionali. Ha promosso l'integrazione tra scienza e tecnologia, introducendo l'uso dei robot in chirurgia e perfezionando tecniche che oggi sono standard di eccellenza. Ma il vero impatto del professor Scambia non si misura solo con i numeri o con le sue pubblicazioni o con i riconoscimenti accademici, no, si misura nelle migliaia di vite che ha salvato, con le donne che hanno potuto abbracciare il futuro grazie a cure più tempestive ed efficaci, con le famiglie che hanno trovato speranza quando speranza sembrava non essercene più.
Era un medico che ascoltava, che si prendeva cura non solo della malattia, ma della persona. Ha lavorato al Policlinico Gemelli, una delle più grandi eccellenze italiane nella sanità, e lui stesso è stato l'eccellenza nell'eccellenza: ha reso il Gemelli un centro di riferimento internazionale, facendo dell'Italia un punto all'avanguardia nel trattamento dei tumori ginecologici.
Giovanni Scambia ha lasciato un segno indelebile nella medicina. La comunità scientifica ha perso un luminare, non solo per quello che ha fatto, ma per il modo in cui l'ha fatto. Il suo ultimo messaggio di meraviglia, di dedizione e di passione continuerà a ispirare i giovani medici, perché le idee non muoiono, continuano a vivere nelle mani e nelle menti di chi raccoglie il testimone. Alla famiglia di Giovanni Scambia vanno il cordoglio e la riconoscenza di tutta la comunità di Forza Italia (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi rendiamo omaggio a una grande persona, a un uomo di grande valore, il professor Giovanni Scambia. Una persona che ha reso la scienza medica intrisa di professionalità, di passione e di umanità. Una vita dedicata al sapere e all'impegno instancabile per pazienti, per la ricerca, per la formazione di menti curiose e cuori generosi. Non mi soffermerò sulla sua ricchissima produzione scientifica né sui prestigiosi riconoscimenti che ha ricevuto che sono tantissimi, ma sul suo impegno costante per dare forza ai bisogni di salute delle persone e, soprattutto, alla sua possente umanità.
Ha incoraggiato donne, ragazze e ragazzi, bambini nei loro percorsi di cura senza mai perdere la speranza di poter fare meglio e di più.
Il professor Scambia non era soltanto un maestro, era un vero e proprio mentore e nel suo testamento morale lui dice, come è stato ricordato anche dagli altri, di meravigliarsi dei progressi e delle conquiste, così come diceva: mi meraviglio io oggi di dove siamo arrivati. Quando iniziai non avrei mai pensato di poter dire a una donna con un tumore che dopo la guarigione avrebbe potuto avere un bambino o che l'intelligenza artificiale avrebbe potuto fornire modelli predittivi della risposta alle cure. Eppure oggi è così, concludeva.
Vede, Presidente, in questa citazione, in questo testamento morale c'è tutto l'uomo che oggi celebriamo, la sua umanità, la sua disponibilità, la sua apertura al mondo. Ha lasciato un vuoto incolmabile, profondo e prematuro. Mi sento di dire: grazie, professor Giovanni Scambia, per aver insegnato che la vera grandezza si misura nella capacità di donare agli altri il meglio di sé.
La tua eredità continuerà a vivere in ogni mente che si apre al sapere e in ogni cuore che decide di fare la differenza (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Sono grata a lei, alle colleghe e ai colleghi per le parole autentiche e commoventi che ho ascoltato in quest'Aula, e dire che siamo davvero unite e uniti nel celebrare questa persona che ha fatto grande l'Italia.
Giovanni Scambia è stato un luminare della ginecologia oncologica, come avete detto tutti e tutte, una vera eccellenza in un settore nel quale è stato ricercatore, clinico amatissimo dalle sue pazienti, formatore di generazioni di ginecologhe e ginecologi fino alla creazione di un centro notissimo e avanzatissimo nella ginecologia oncologica, uno dei più importanti al mondo.
Scambia ha svolto il suo importante percorso professionale all'interno di una grande realtà sanitaria della nostra Capitale, il Policlinico Gemelli, della cui Fondazione egli era direttore scientifico. Aveva 65 anni, da poco aveva scoperto di essere gravemente malato.
Anche noi di Alleanza Verdi e Sinistra ci uniamo alla commemorazione di questa persona speciale, che rappresenta tanto, tante cose. La sua storia è un simbolo del senso più profondo della medicina, della generosità del medico, della dedizione alle persone, alle donne, agli uomini che dovrebbero essere il centro, l'unico centro di interesse della medicina che, invece, talvolta è triste terreno di voraci speculazioni affaristiche, che la sottraggono sempre più alla sua dimensione pubblica e universale.
La memoria di Giovanni Scambia, quindi, sia di esempio a noi qui, nel Parlamento, che svolgiamo l'esercizio delle nostre funzioni e insieme ci stringiamo alla comunità del Policlinico Gemelli, scossa da questo grave lutto, alla moglie Emma, alla figlia Luisa e a tutti e tutte coloro che lo hanno amato e accompagnato fino all'ultimo respiro in questa vita (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Non ho avuto l'onore di conoscere e di incontrare il professor Giovanni Scambia, però, ascoltando l'intervento delle colleghe, traspare con forza la figura di un medico eccezionale e illuminato che ha dato speranza e vita a molte donne e ai loro bambini. Prevalgono la sua umanità, la sua empatia e la sua capacità di ascoltare: quanto sono importanti queste doti in un ospedale e nei confronti di chi sta vivendo un momento difficile e di chi soffre.
Immagino che le giornate del professor Giovanni Scambia siano state pienissime. Il fatto che trovasse anche il tempo per parlare ed ascoltare i pazienti diventa sicuramente un aspetto eccezionale. Penso che l'eredità del professor Scambia continuerà a vivere attraverso le sue scoperte scientifiche, i professionisti che ha formato e le vite che ha salvato. Il suo esempio ci sprona a perseguire con determinazione nella ricerca e nella cura e ce ne rendiamo conto più che mai, mettendo, però, sempre al centro la dignità e il benessere della persona.
In questo momento di cordoglio desideriamo esprimere la nostra vicinanza alla moglie Emma e alla figlia Luisa, condividendo con loro il dolore per la perdita di un uomo straordinario, vicini agli amici e a chi ha avuto l'onore di lavorare con lui, per un uomo che ha dedicato la sua vita al servizio degli altri. Che il ricordo del professor Giovanni Scambia possa continuare a ispirare le future generazioni di medici e ricercatori affinché il suo impegno e la sua passione per la medicina non vengano mai dimenticati (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.
MARIA ROSARIA CARFAGNA (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Mi unisco con profonda commozione al ricordo che lei e i colleghi hanno fatto del professor Giovanni Scambia. Ricordarlo in quest'Aula significa rendere omaggio ad una figura di straordinaria grandezza, un luminare della ginecologia oncologica, come molti hanno ricordato, uno scienziato, un ricercatore, un medico conosciuto, rispettato e apprezzato nel mondo per le sue straordinarie competenze professionali, ma forse ancora di più per le sue eccezionali doti e qualità umane.
Lo dicono i colleghi che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui, lo dicono e lo raccontano i suoi studenti, soprattutto lo testimoniano le migliaia di donne che il professor Scambia ha salvato, a cui ha donato vita e speranza, al cui fianco ha lottato contro la malattia in tutti questi anni. Era sempre in prima linea e sempre disponibile, con un impegno, una umanità, una generosità e un'attenzione alle persone, espressione autentica dei valori più nobili che ispirano il giuramento di Ippocrate. Ma per me il ricordo del professor Scambia ha un significato ancora più profondo.
Giovanni Scambia era un uomo del Sud, nato in Calabria, a Catanzaro, orgoglioso delle sue origini meridionali, figlio di una terra che lo ha formato fino a farlo diventare un'eccellenza a livello nazionale e a livello internazionale. È stato e resta il simbolo del Sud che ce la fa, che lotta, combatte contro pregiudizi e ostacoli e porta in alto il nome dell'Italia nel mondo. Un esempio incredibile di tenacia e di passione per tutti quei giovani a cui ha dedicato gran parte della sua carriera universitaria.
Ma Giovanni Scambia è stato per me anche un valido supporto in momenti non sempre facili. Un uomo perbene, così lo ricordo, un uomo perbene, garbato, gentile, generoso, attento, sempre pronto a sostenere, incoraggiare e rassicurare con quella semplicità, quella dedizione e quello spirito di abnegazione che lo hanno portato a salvare tantissime vite e a farlo anche fino agli ultimi giorni della sua esistenza. La sua scomparsa dopo una malattia fulminea è stato uno shock per tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e rappresenta una perdita enorme per tutti e per la comunità medico-scientifica.
Il vuoto che lascia è immenso, ma immenso è anche il suo testamento spirituale, lo hanno ricordato tanti colleghi prima di me. L'ultimo messaggio è ai più giovani, con l'invito a meravigliarsi sempre. Un inno, un inno alla conoscenza, alla speranza, alla scienza, alla ricerca e a quel lavoro di squadra che resterà la sua più grande eredità per tutti noi, indipendentemente dal campo in cui ciascuno di noi agisce. Il mio pensiero, in queste ore difficili, in questi giorni difficili, va alla sua famiglia e alla comunità dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, del Policlinico Gemelli, a cui mando il mio cordoglio e le mie più sentite condoglianze. Addio, Giovanni, riposa in pace, che la tua anima sia accolta con tutti gli onori che merita (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Vorrei esprimere la mia vicinanza affettuosa e il cordoglio di tutto il gruppo di Italia Viva alla famiglia di Giovanni Scambia, alla moglie Emma, alla figlia Luisa, alla sorella Tommasella, ma anche all'altra famiglia del professor Scambia, alla famiglia del Policlinico Gemelli e a tutta la sua straordinaria équipe. Il professor Scambia ha vissuto tutta la sua vita accademica all'Università Cattolica, dove è arrivato giovane studente dalla sua Calabria e dove ha percorso tutte le tappe fino a diventare professore ordinario e a formare generosamente tantissimi studenti e studentesse.
Eppure da lì si è aperto al mondo, ha avuto scambi, confronti con tutta la comunità scientifica, ha pubblicato nelle principali riviste internazionali, venivano da tutto il mondo per farsi operare da lui. È stato ricordato, è stato un grande ricercatore, un innovatore coraggioso, però ha sempre unito al rigore scientifico, alla fiducia nel progresso, che non è mai venuta meno fino alle ultime ore in cui ha ricordato l'importanza di continuare a meravigliarsi, anche una grande responsabilità, una grande attenzione verso le persone e un senso cristiano della vita che lo ha sempre accompagnato, anche nel suo lavoro scientifico.
È stato un professore, è stato ricercatore, è stato direttore scientifico della Fondazione Policlinico Gemelli, però è stato soprattutto un medico, un chirurgo oncologo.
Forse non è un caso che se ne sia andato proprio nel giorno in cui ricordiamo il personale sanitario. È stato un medico fino in fondo; il suo principale impegno era proprio quello di curare le sue pazienti, tante, tantissime donne, che oggi lo ricordano perché, grazie a lui, si sono potute curare; tanti bambini che sono nati perché il professor Scambia ha curato le loro mamme. E sapeva trattare con la stessa umiltà, ma anche serietà, dando speranze, mai illusione, chiunque, dalla persona più semplice alle regine; e lo faceva trovando sempre tempo per tutti, io ne sono testimone diretta.
Un lavoratore instancabile, infaticabile. Se ne è andato troppo in fretta e troppo presto, lasciando sicuramente un grande vuoto in chi lo ha amato, ma anche una grande eredità in chi proseguirà il suo lavoro.
Io credo che, tra i tanti riconoscimenti che ha avuto nella sua carriera e le tante dimostrazioni di affetto, anche dopo la sua scomparsa, sicuramente il riconoscimento più importante, quello a cui tutti tengono di più, è proprio quello che gli ha tributato sua figlia Luisa, dicendo che è stato, prima di tutto, un grande padre. E allora per chi, come il professor Scambia, ha fede, sa che oggi lo piangiamo, ma che questo non è un addio definitivo (Applausi).
PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi per la commemorazione del professor Giovanni Scambia.
Sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle 17.
La seduta, sospesa alle 16,52, è ripresa alle 17.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Commemorazione di Fulco Pratesi.
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e il rappresentante del Governo). Colleghi, come sapete, lo scorso 1° marzo è venuto a mancare - all'età di 90 anni - Fulco Pratesi, deputato nella XI legislatura.
Nacque a Roma il 6 settembre 1934 e si laureò in architettura nel 1960, ma, già negli anni successivi, pose al centro dei suoi interessi la protezione della natura, dell'ambiente e degli animali.
Raccontò in più occasioni l'incontro che gli cambiò la vita: nel 1963, mentre partecipava a una battuta di caccia nelle foreste dell'Anatolia, in Turchia, si imbatté in un'orsa con tre piccoli, e, di fronte a tanta bellezza e armonia con la natura, mise da parte il fucile, comprendendo che, da allora in poi, la sua vita sarebbe stata dedicata alle battaglie per la conservazione delle specie animali e alla salvaguardia dell'ecosistema.
Per rendere concreta questa aspirazione, il 5 luglio 1966, fondò, insieme a un gruppo di amici e sostenitori, la sezione italiana del WWF, che ebbe la sua prima sede in uno stanzino del suo studio di architetto.
Dell'associazione ambientalista fu presidente dal 1979 al 1992 e, successivamente, dal 1998 al 2007, quando ne divenne presidente onorario. In tale veste, ha ottenuto risultati straordinari, a partire dal 1967, quando il WWF acquistò i diritti di caccia nella laguna di Burano, trasformandola nella prima delle 100 oasi oggi esistenti, che tutelano più di 30.000 ettari di territorio italiano.
Fulco Pratesi seppe cogliere in anticipo i rischi per l'ambiente connessi al rapido sviluppo industriale degli anni Sessanta, facendosi promotore e instancabile artefice di una vera e propria rivoluzione culturale che, nel corso di decenni, ha fatto fare grandi passi avanti alla crescita della coscienza ambientale nella nostra Nazione.
“Conoscere, amare e difendere la natura. Queste tre semplici regole ci aiuteranno a vivere in armonia”: sono le parole che hanno guidato la sua vita e le sue appassionate battaglie per la limitazione della caccia e la protezione del lupo, dell'orso e di altre specie a rischio estinzione, comunque considerate, prima di lui, “nocive”.
Convinto sostenitore dell'esigenza di tutelare gli animali, dal 1970 fu vice presidente della LIPU, la Lega italiana per la protezione degli uccelli, di cui era stato tra i primissimi attivisti, a partire dal 1966, per poi assumere l'incarico di presidente dal 1975 al 1980.
Sul piano istituzionale, fornì un contributo molto significativo alla definizione di norme fondamentali per la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema della nostra Nazione: la legge n. 394 del 1991 sulle aree naturali protette e la legge n. 157 del 1992 per la tutela della fauna selvatica.
Nell'XI legislatura, tra il 1992 e il 1994, fu deputato per il partito dei Verdi e fu componente della Commissione agricoltura.
Al termine del mandato parlamentare, tra il 1995 e il 2005, rivestì la carica di presidente del Parco nazionale d'Abruzzo.
Ma, oltre che ambientalista e politico, Fulco Pratesi è stato anche disegnatore, illustratore, giornalista, divulgatore e autore di diversi saggi, nonché direttore responsabile della storica rivista Panda del WWF, fin dalla sua fondazione.
Con la scomparsa di Fulco Pratesi perdiamo un pioniere del movimento ambientalista italiano, una vera e propria guida per un'intera generazione di naturalisti.
Esempio vivente di ecologismo attivo, ha contribuito a far entrare l'ecologia nelle case degli italiani, insegnandoci a comprendere come ogni nostro piccolo gesto possa far bene al pianeta.
Un insegnamento che ha strappato la materia ai soli laboratori scientifici per proiettarla d'imperio nelle scuole, nelle case, nella società.
Tuttavia, la cultura del buon esempio e dello stile di vita virtuoso e responsabile che ci ha lasciato non ha ancora del tutto contagiato la nostra comunità. Motivo in più per diffondere la sua filosofia e onorarne, così, la memoria.
La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari, che sono presenti oggi in tribuna, le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, invitandola ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi). Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. La ringrazio ulteriormente per le parole che ha speso nei confronti di Fulco Pratesi, perché con Fulco Pratesi l'Italia perde un pilastro dell'ambientalismo italiano. Fulco, pochi mesi fa, ad ottobre, aveva perso anche la sua amata moglie, Fabrizia, anche lei un'ecologista, una donna straordinaria. Una bellissima coppia. Sono i casi in cui si può dire che l'amore si rincorre e si unisce anche nella morte, e non si sono lasciati.
Fulco era un uomo gentile ed onesto. La sua storia è intrisa di grande passione e determinazione, che lui dimostrava a tutti coloro i quali si avvicinavano a lui. Come lei ha avuto modo di ricordare, signor Presidente, Fulco Pratesi, nel 1966, fondò il WWF Italia. Grazie a lui e alla sua straordinaria determinazione, vi fu una mobilitazione di volontari che, nel corso degli anni, sono cresciuti nel WWF Italia, rappresentando un'assoluta presenza di coscienza civica nel Paese, nella difesa di un bene comune come quello dell'ambiente, che dev'essere conservato per le future generazioni. E questo lo si deve proprio alla capacità straordinaria, anche di visione, di Fulco Pratesi, che ha dato vita al sistema delle Oasi del WWF, un sistema che oggi, come lei ha ricordato, conta 100 oasi e 30.000 ettari di territorio protetto. Ma non è solo questo. È anche la sua caparbietà nel dare all'Italia un sistema di aree protette nazionali, con la legge sulle aree protette: una determinazione essenziale e fondamentale.
Ma sono state proprio la sua caparbietà, la sua onestà e la sua genuinità a farlo apprezzare anche a coloro i quali lo attaccavano, perché lui voleva indicare anche una modalità su cui tutti noi dovremmo riflettere, quella degli stili di vita.
Lei ha ricordato - e per questo la ringrazio - il fatto che lui fosse stato un cacciatore, l'incontro con l'orsa e i tre cuccioli e, da lì, il cambiamento. Ecco, io penso che questa sia la grande onestà intellettuale di uomini che sanno capire, dai propri errori, come si può costruire un mondo migliore. Penso che questo dovrebbe riguardare tanti uomini e donne di questo Paese e di questo pianeta: guardare ai propri errori per poi cambiare e costruire un mondo migliore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
È stato un deputato dei Verdi, ma qui non è un problema di appartenenza o quant'altro. Io ricordo questo aspetto perché lui fu deputato dei Verdi nel 1992, fino al 1994, perché io ero un giovane militante dei Verdi e dovevamo difendere - lei se lo ricorderà, signor Presidente - un'importante valle dalla cementificazione di Roma, la valle di Malafede. E Fulco fu vicino a me; andammo a passeggiare in quella valle, lui mi indicò le grotte della transumanza, mi indicò i corridoi dell'avifauna migratoria. Lo ricordo come se fosse oggi; eppure, sono passati tanti, tanti anni!
Mancherà a tutti Fulco Pratesi, simbolo di una coscienza ambientalista che deve continuare a crescere nonostante i tempi oggi abbiano indicato nuove e diverse emergenze, che non sono emergenze ma rappresentano un pericolo per l'umanità. Penso alla guerra e penso a tutte queste questioni che stanno mettendo di lato, invece, una grande questione come la difesa del pianeta e, per chi crede, la difesa del creato. Su questo dovremmo tutti interrogarci riguardo a quanto sia importante avere figure, ricordare figure, come Fulco Pratesi: una persona che ha difeso gli umani ma, principalmente, ha difeso i non umani perché, difendendo i viventi non umani, sappiamo che difendiamo anche gli umani.
Vede, è una nostalgia profonda che sento perché la vita è anche morte; ma il problema è il tema di quando, poi, un pensiero non se ne deve andare, un pensiero va assolutamente difeso. Immaginiamoci un mondo in cui gli umani - purtroppo il mondo in cui viviamo - si sentono padroni di tutto: foreste, fiumi e boschi. Pensiamo a boschi e a foreste senza animali, pensiamo al tema della difesa della biodiversità. Cosa ne sarà del futuro delle generazioni che verranno? Ecco perché la caparbietà di uomini come Fulco Pratesi è importante per l'Italia, per il nostro Paese; rappresentano la storia del nostro Paese, non solo dell'ambientalismo italiano. Quindi ringrazio ancora, signor Presidente, per le parole che lei ha speso - che so essere parole estremamente sincere - e, a nome dei Verdi e a nome del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, rivolgiamo le condoglianze più sentite nei confronti della famiglia, di Carlo, Olimpia, Isabella, Francesco e a tutta la sua famiglia. A tutti i volontari del WWF - parafrasando quello che disse Alex Langer - continuate in quello che è giusto, continuate in quello per cui Fulco Pratesi si è battuto (Applausi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sergio Costa. Ne ha facoltà.
SERGIO COSTA (M5S). Grazie, signor Presidente. Pochi giorni fa ci ha lasciato Fulco Pratesi. Fulco Pratesi è stato, per noi tutti innamorati della natura, il padre nobile di questo amore per la natura. Fulco Pratesi è stato per noi un riferimento. La profilatura che lei ha tracciato, e la ringrazio, ci ha fatto comprendere, come Aula, quale importanza lui abbia segnato per il Paese Italia, così come oltre i confini nazionali.
Potendolo definire, direi che lui è stato un grande visionario: un grande visionario perché, in quel momento storico - parliamo degli anni Sessanta - nel quale si parlava solo di sviluppo e gli altri concetti non esistevano, non erano praticati, lui ha avuto l'intuizione e la visione di capire che lo sviluppo, senza sostenibilità, non avrebbe costruito un vero futuro e l'ha fatto con coraggio, perché, quando nel 1966 lui fonda il WWF Italia, lui è un pioniere, lui sa che andrà a contrastare un altro tipo di pensiero, ma sa anche che, se non l'avesse fatto, noi oggi non potremmo mai pensare che sviluppo e sostenibilità devono andare assieme.
Quando lui fonda il WWF Italia, con la sua passione, con la sua determinazione, riesce a fare subito squadra e le 100 e più oasi, che oggi sono in capo al WWF, i tanti volontari e i tanti appassionati della natura hanno un padre nobile e un'eredità da coltivare adesso. Tra l'altro, il WWF Italia per noi rappresenta un interlocutore importante; un confronto che, per la politica, è importante, quando si pensa a qualche norma - che sia nazionale o che sia regionale - che consenta poi di confrontarsi con un soggetto autorevole. Questa autorevolezza nasce da Fulco Pratesi e, ancora, viene portata avanti da tanti appassionati come lui. Questo significa anche tantissimo per il futuro che ancora ci attende.
Fulco Pratesi, nel 1966, intuisce quello che - pensate - il Club di Roma intuirà sei anni dopo, chiedendo quali fossero i limiti dello sviluppo al MIT. Lui lo intuisce sei anni prima e compone la teoria dello sviluppo sostenibile; ma in che termini? Ponendo al centro alcune questioni che si chiamano: ecosistema, biodiversità, naturalismo e tutela degli animali per le future generazioni.
Ho recitato l'articolo 9 della Carta costituzionale e mi consenta, Presidente, quindi anche un ricordo personale, perché io prima - nella mia professione reale, quella di investigatore sull'ambiente - ho avuto il privilegio di conoscerlo, ma ho avuto anche il privilegio di conoscerlo da Ministro dell'Ambiente. Quando ci siamo più volte incontrati, le nostre chiacchierate ci hanno portato a dire: c'è bisogno di fare un salto supplementare, perché tutta una vita, come lui l'ha spesa alla tutela dell'ambiente, ha bisogno che venga riconosciuta come patrimonio valoriale della Repubblica italiana. Da quelle chiacchierate è iniziata la prima Commissione, la Commissione Onida, che portava la mia firma e la sua ispirazione, e che poi ha modificato la Carta costituzionale, l'articolo 9 della Carta costituzionale.
Quella persona, di nome Fulco, ci ha consentito di fare il salto siderale, il salto quantico che oggi ci porta a dire che noi abbiamo un pilastro della Repubblica nell'articolo 9 della Carta costituzionale. Questo, per noi, è il miglior modo per avere memoria ed eredità di Fulco Pratesi.
Fulco Pratesi, quindi, padre nobile del naturalismo, garbato deputato, determinato deputato che ha spinto la norma sui parchi, che ha anche consentito di tutelare uno dei più bei parchi nazionali che abbiamo, quello dell'Abruzzo - l'ha rammentato, dieci anni da Presidente -, ci consente di dire che si può fare e che non è vera la narrativa che la tutela dell'ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali è qualche cosa che non ha a che fare con lo sviluppo. Si può fare e noi siamo qui per onorare quella memoria e per impegnarci a farlo (Applausi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Rossi. Ne ha facoltà.
FABRIZIO ROSSI (FDI). Grazie, Presidente. Ricordare oggi Fulco Pratesi è un dovere, un dovere di ogni buon italiano. Scrittore, architetto, giornalista - direi - antesignano di una cultura ambientale nuova e diversa; fondatore del WWF in Italia che non si è limitato a portare una sigla nel nostro Paese ma ha fatto grande e grande esperienza con le oasi che il WWF ha creato grazie a lui, grazie a lui in Italia, nel nostro territorio. Non a caso, oggi, prendo la parola con molto piacere per ricordarlo, perché la prima oasi fu istituita nel mio territorio, l'oasi del lago di Burano; 100 oasi e 27.000 ettari amministrati, controllati e difesi dal WWF in Italia. Difensore della natura, degli animali; difensore del nostro grandissimo patrimonio ambientale, perché - guardate - l'Italia ha sicuramente un grande patrimonio culturale, storico ma, certamente, grazie anche all'opera di Fulco Pratesi, ha apprezzato e ha iniziato a tutelare il grandissimo patrimonio ambientale e naturalistico del nostro Paese che oggi davvero risplende ed è ammirato in tutto il mondo.
La nascita dei parchi, di tanti parchi; la legge sulle aree protette. Considerava la natura il suo quinto figlio, cioè come qualcosa di vivo, qualcosa che, come tutte le cose viventi, deve essere amata e tutelata.
Può essere sicuramente annoverato tra i grandi del nostro Paese, tra i grandi innovatori dell'Italia. Oggi l'Italia, infatti, lo ricorda come un grande italiano. Onesti intellettualmente, a prescindere dalle sue opinioni politiche, ma tutti consapevoli che il suo grande contributo al nostro Paese è chiaro, è limpido, è cristallino ad ogni buon italiano.
Un protagonista, un innovatore, una rivoluzione culturale che parte da lontano e che, con lui, ha trovato, anche nel nostro Paese, grande attuazione. E quindi noi l'apprezziamo, l'abbiamo apprezzato, e ne continueremo sicuramente ad apprezzare, con i suoi scritti, con la sua opera, anche tutto quello che potremmo fare in questo Parlamento per la tutela del nostro patrimonio - ripeto, ambientale e naturalistico - di cui abbiamo sicuramente eredità dai nostri avi ma che vogliamo continuare a difendere.
Non solo teoria ma tanta azione. Ecco, con lui si sposa sicuramente il motto: “le idee che diventano azione”. E con il suo esempio, con le sue battaglie, che hanno davvero rivoluzionato il comune sentire del nostro Paese, noi andiamo, oggi, a ricordarlo; a ricordare una persona che, comunque, è viva con quello che ha fatto; con quello che ha scritto; è viva nel cuore di tutti noi e possiamo sicuramente rivedere nelle oasi del WWF la sua grande opera di tutela del nostro patrimonio.
Pertanto, il nostro gruppo, il gruppo di Fratelli d'Italia, vuole portare le sue sincere condoglianze ai suoi familiari, ai quali va il nostro saluto e il nostro ringraziamento (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, Presidente. “Tanti anni fa io ero un cacciatore. Un giorno, mentre mi trovavo a caccia di orsi nei boschi della Turchia, ho assistito ad una scena che mi ha cambiato la vita: un'orsa con i suoi 3 cuccioli, a pochi metri da me. In una manciata di secondi ho capito che stavo facendo una follia. Sono tornato in Italia, ho venduto i fucili e, con un gruppo di amici appassionati di natura, ho fondato il WWF. In me era nato un sogno: proteggere gli animali, gli ambienti, fare qualcosa per costruire un mondo di armonia tra uomo e natura”. Queste le sue parole.
Un racconto che Fulco Pratesi ha ripetuto molte volte e che testimonia una vita di passione, di amore e di attivismo per la difesa della natura e degli animali. In una intervista a la Repubblica, nel 2016, quando il giornalista gli chiese quando avesse smesso di sparare agli animali, lui rispose: “penso che appartenga alla natura umana la possibilità di cambiare”. Una frase - io credo - emblematica dell'azione e dell'ottimismo contagioso di Pratesi che diceva anche che: “la natura è tutto. È ciò che ci salva dalla specie più dannosa al mondo: l'uomo”.
Nella possibilità di cambiamento c'è tutta la forza trasformativa del porsi le domande giuste, della conoscenza, del coraggio, dell'attivismo e dell'azione, tanto personale, quanto collettiva.
Fecero scalpore, infatti, le sue dichiarazioni sulla parsimonia nell'uso dell'acqua, ma era un modo per far capire a tutti l'importanza delle azioni di ciascuno. Mai troppo piccole per fare la differenza, anche solamente per scaturire e stimolare una riflessione.
Fulco Pratesi è stato senza dubbio un pioniere dell'ecologismo in Italia. Un innovatore, un esploratore, un divulgatore che ha ispirato tante generazioni a prendersi cura del nostro pianeta. Era un uomo che sapeva vedere la bellezza in ogni angolo della natura, anche quelli più odiati come le paludi, e ci ha insegnato a fare lo stesso. Infatti, ha creato le prime oasi protette del WWF proprio nelle paludi, veri e propri scrigni di biodiversità, e poi non si è più fermato. Un'idea tanto rivoluzionaria quanto moderna, quella delle oasi, che, oggi, sono infatti più di 100 in tutta Italia.
E poi le iniziative per proteggere i grandi carnivori, tanto mistificati dall'opinione pubblica quanto, invece, fondamentali per gli equilibri degli ecosistemi: con l'operazione San Francesco per salvare il lupo o quella per gli orsi marsicani in Abruzzo.
Ma non si può ricordare Fulco Pratesi senza menzionare Fabrizia Pratesi de Ferrariis, sua moglie. Settant'anni vissuti insieme. Un legame fortissimo, fatto di amore e condivisione, di battaglie per la natura e gli animali, come quella per porre fine alla sperimentazione sugli animali, che vide Fabrizia sempre in prima linea.
Fabrizia si è spenta prima di Fulco, solo pochi mesi fa. Ai figli, alla famiglia, ai loro cari, a nome del gruppo del Partito Democratico, io voglio esprimere il nostro sentito cordoglio. E oggi, mentre ci troviamo qui a ricordarlo, è importante riflettere su ciò che Fulco Pratesi ci ha lasciato, e non è solo un'eredità di conoscenza, ma anche un invito all'azione. Dobbiamo continuare il suo lavoro: proteggere la natura, gli animali, la biodiversità e farlo per noi oggi e per le generazioni future. Dobbiamo tenere fede agli impegni sanciti nel novellato articolo 9 della Costituzione e dobbiamo, come diceva lui, per prima cosa conoscere la natura, osservarla, poi amarla per capire le sue esigenze e, per ultimo, difenderla. La vita è questo, null'altro (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pizzimenti. Ne ha facoltà.
GRAZIANO PIZZIMENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente, colleghi, oggi vogliamo ricordare la figura di Fulco Pratesi. Uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa dell'ambiente e della biodiversità. Fondatore storico e presidente del WWF Italia, ha contribuito in modo determinante a diffondere, con articoli sui giornali e pubblicazioni di saggi, una cultura di rispetto e tutela della natura, promuovendo battaglie che hanno lasciato un segno profondo nella coscienza ecologica del nostro Paese.
Il suo impegno, sempre appassionato e coerente, ha portato alla creazione di parchi nazionali, di oasi, alla protezione di specie a rischio e a un'educazione ambientale più consapevole, trasmettendo l'importanza di un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità.
Pur provenendo da sensibilità diverse, non possiamo che riconoscere il valore del suo contributo: quello di una maggiore attenzione per il nostro territorio, per le nostre eccellenze naturalistiche. Più che un esempio è stato una guida per un'intera generazione di naturalisti e rimarrà un punto di riferimento anche per le nuove generazioni. Ai suoi quattro figli e ai suoi sei nipoti, vanno le più sentite condoglianze del gruppo Lega Salvini Premier (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Oggi commemoriamo la figura di Fulco Pratesi, scomparso il 1° marzo scorso all'età di 90 anni. Fulco Pratesi è stato deputato nella XI legislatura, una delle più intense e più drammatiche della storia repubblicana. Quella che ha segnato la fine della Prima Repubblica.
Ma ritengo sia pacifico che, nel ricordare la figura di Fulco Pratesi, la sua esperienza parlamentare rappresenti solo una parte della sua vita, perché lui è stato, e rimarrà, uno dei principali protagonisti e, potremmo dire, uno dei padri dell'ambientalismo italiano.
Come lui ha raccontato più volte, la scoperta dell'ambientalismo è stata una sorta di vera e propria conversione, avvenuta nel corso di una battuta di caccia in Turchia, allorquando si trovò davanti ad un'orsa con i propri cuccioli. Cito questo episodio perché i grandi risultati ottenuti nella sua seconda vita ambientalista, denotano, alla base, una forza ed una fede propria di chi si converte, di chi, per motivi personali, decide di abbracciare una nuova ideologia da declinare nella vita quotidiana. Basterebbe citare la fondazione del WWF in Italia, nel 1966, per dare l'idea della rilevanza dell'azione svolta da Fulco Pratesi.
Ma quest'azione ha visto numerosi altri risultati. Tra questi, la redazione del primo manuale di ecologia dedicato ai ragazzi, dal titolo: “Il salva natura”. Oppure, la sua attività di progettazione di numerosi parchi e riserve naturali in Italia e anche all'estero.
La figura di Fulco Pratesi è affascinante e merita di essere ricordata perché la sua è stata una vita che potremmo definire controvento, come tutte quelle di coloro che, con la propria azione, contribuiscono a far nascere e radicare una cultura che non esisteva.
Ricordiamo che è diventato un mito per tutti i giovani che, attraverso di lui, hanno imparato a rispettare l'ambiente e la natura, che è casa nostra. Persone come Pratesi, che contribuiscono a scrivere paragrafi della nostra storia, meritano rispetto e onore da parte di tutti.
È per questo che, a nome di Forza Italia, porgo la nostra vicinanza, oltre che ai familiari, alla comunità politica dei Verdi e ai movimenti ambientalisti italiani, che non possono non vedere in Pratesi uno dei loro padri (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Fulco Pratesi e l'ambiente, Fulco Pratesi e il WWF, Fulco Pratesi e la versatilità straordinaria, in grado di sensibilizzare l'opinione pubblica. Tutti sappiamo quanto sia difficile, lui ci è riuscito, ci è sempre riuscito. Le sue battaglie contro gli sprechi, l'acqua oggi carente, rara, preziosa era al centro delle sue battaglie. Fulco Pratesi è stato un abile divulgatore, è riuscito a portare l'ecologia al centro del dibattito politico; con lui è nato il movimento ambientalista. Di Fulco Pratesi ci sono leggi, la legge n. 157, la legge quadro sulle aree protette.
Siamo consapevoli che il modo migliore per onorare la sua memoria sia continuare il percorso da lui tracciato. A Fulco Pratesi va il nostro grazie per averci insegnato ad amare e rispettare la natura, per averci guidati nella costruzione di un mondo in armonia con l'ambiente, cosa assolutamente non semplice. Siamo consapevoli che il modo migliore per onorare la sua memoria sia continuare il percorso da lui tracciato, direi in modo, purtroppo, indegno, ma ci possiamo e ci dobbiamo provare. Il suo esempio ci sprona a proseguire con determinazione nella difesa dell'ambiente, affinché le sue battaglie e i suoi ideali possano vivere attraverso le nostre azioni quotidiane.
A Fulco Pratesi va il nostro grazie, il suo lascito certamente continuerà a guidarci, a ispirarci nella costruzione di un mondo più sostenibile e in armonia con l'ambiente. Siamo vicini alla famiglia, tutta la sua famiglia, agli amici, a coloro i quali lo hanno amato (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, rendiamo omaggio all'onorevole Fulco Pratesi, collega dell'XI legislatura, ma soprattutto un uomo di grande visione, che ha contribuito in modo determinante a plasmare il dibattito ambientale del nostro Paese con concretezza e con un approccio mai ideologico. Ha dedicato la sua vita alla tutela dell'ambiente, ponendo le basi per una nuova consapevolezza ideologica. La tutela dell'ambiente non è solo un gesto etico, ma una scelta indispensabile per il benessere delle generazioni future. Il suo impegno per la tutela della natura è stato, al tempo stesso, appassionato e pragmatico, capace di unire anziché dividere. Architetto di formazione, Fulco Pratesi scelse di lasciare la carriera per abbracciare con coraggio e determinazione la missione di difendere il nostro patrimonio naturale quando il tema della sostenibilità ambientale non aveva ancora grande rilievo. Nel 1966 - lo hanno ricordato i colleghi - insieme a un gruppo di visionari diede vita al WWF Italia, portandolo ad essere un punto di riferimento per la protezione delle specie in pericolo e per gli ecosistemi fragili.
Pratesi non si è mai fermato a slogan o teorie, ma ha sempre fatto proposte concrete, suggerendo soluzioni praticabili. Ci ha insegnato che l'ambientalismo non è e non deve essere un tema divisivo. La tutela del pianeta e delle sue specie viventi non appartiene ad una parte politica, ma è un valore comune, un interesse collettivo che impatta sul benessere economico e sociale e sulla salute di tutti noi. Grazie al suo approccio lontano dagli estremismi, fondato sul dialogo e la responsabilità, ha vinto numerose battaglie: dall'istituzione dei parchi nazionali alla difesa delle coste italiane, dall'edilizia selvaggia alla protezione di specie come il lupo, l'orso marsicano, le tartarughe marine. Ciò è stato possibile grazie alla sua capacità di costruire ponti tra la politica e il mondo imprenditoriale e la società civile. Un visionario, dunque, ma anche un uomo profondamente radicato nella realtà.
Il suo esempio ci invita oggi a superare le contrapposizioni ideologiche e a fare dell'ambiente un tema centrale e trasversale delle politiche pubbliche. Fulco Pratesi non ci ha lasciato solo un'eredità di idee, ma anche un metodo; ha dimostrato che è possibile perseguire la sostenibilità ambientale senza compromettere lo sviluppo economico, ma anzi facendo di esso un motore per l'innovazione e la crescita. Ha dimostrato che proteggere la natura significa proteggere la nostra identità e il nostro futuro.
Più che celebrare il suo passato, impegniamoci a costruire il futuro che lui ha sognato, un futuro in cui la tutela dell'ambiente non è una bandiera ideologica, ma è un principio condiviso e una priorità concreta. Grazie, Fulco. La tua lezione non andrà perduta. Ai familiari, come gruppo di Noi Moderati, le nostre condoglianze e un abbraccio grande (Applausi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. La scomparsa di Fulco Pratesi, avvenuta lo scorso 1° marzo, all'età di novant'anni, ci pone di fronte a un'intera storia da celebrare, la vita di un italiano, architetto, disegnatore, giornalista, politico ambientalista, che ha dato lustro al nostro Paese, perché padre dell'ambientalismo. Chi è padre, come lui lo era, lo rimane fino all'ultimo giorno della sua vita. È allora naturale - a nostro modo di vedere - che per celebrare una personalità tanto complessa, il modo più giusto e più generativo sia quello di celebrare la sua creatura, l'ambientalismo, offrendo alla sua famiglia, ai suoi cari, il nostro sentimento di cordoglio. Lo faccio e lo facciamo come partito con grande piacere e gratitudine, proprio partendo dalla nostra posizione di persone che amano e rispettano la natura. È padre dell'ambientalismo e, come tutti i padri fedeli alla propria missione fino all'ultimo giorno, il desiderio è che i figli vadano per la loro strada. Va compreso e detto con chiarezza: aver portato l'ambiente nella cultura italiana, nella mente e nei cuori degli italiani, nelle istituzioni, nella quotidianità è un merito enorme che gli deve la gratitudine perenne del nostro Paese.
Nel ripercorrere la sua storia, le numerose interviste, articoli a sua firma, le tante battaglie vinte e perse, le numerose critiche ricevute e date, anche e soprattutto all'interno del suo stesso mondo, al termine di una vita spesa con coerenza assoluta, ideale e personale, quello che si staglia sullo sfondo a definire la grandezza delle opere compiute è la storia dell'ambientalismo, posto di fronte a tanti bivi di crescita.
Voglio ancora credere che la sua costante apertura alle critiche, alla critica, senza mai una benché minima ritrosia di fronte ai temi più controversi, apprezzerebbe che il saluto da questi banchi che gli rivolgiamo si concluda proprio con una riflessione critica su questo bivio, segno che ciò che egli fece prosegue e ci accompagna con vigore anche dopo la sua scomparsa.
Voglio ricordare qui la data dell'11 febbraio 2022, quando il Parlamento mise in Costituzione l'ambiente nell'interesse delle future generazioni. Per Pratesi quel giorno fu un giorno felice e ne aveva molte ragioni. Mai nella sua vita le sue battaglie, che non furono mai battaglie del “no”, poterono conoscere una forma così evidente e significativa. Ecco, noi proprio in quella data riconosciamo un bivio. Avremmo voluto che in quella riforma comparissero le parole “sviluppo sostenibile”; avremmo voluto portare l'ambiente dentro lo sviluppo sostenibile. Lui, in quell'occasione, dichiarò che si augurava che questo traguardo consentisse di ridurre la crescita o almeno l'impatto di questa specie invasiva e prepotente che è l'homo sapiens.
Per questo, oggi, lo ricordiamo con gratitudine e lo sentiamo nel contempo presente. Senza di lui nessuna delle nostre volontà politiche sarebbe rivendicabile. Con lui, con la sua eredità culturale - ne siamo certi - continuerà questo appassionante confronto politico che, a nostro avviso, è tutt'altro che marginale, ma sta alla base dei modelli di sviluppo che, via via, nella storia, l'umanità conquista, a volte con il prezzo di inutili e sanguinari conflitti, a volte con gesti di amore e semplice osservazione di una realtà che si impone, quella che Fulco Pratesi ci indicò e che ci invita a difendere (Applausi)!
PRESIDENTE. Si è così conclusa la commemorazione dell'ex deputato Fulco Pratesi. La Presidenza si unisce ai saluti che l'Assemblea ha voluto indirizzare alla famiglia.
Seguito della discussione della proposta di legge: S. 932 - D'iniziativa del senatore Zanettin: Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (Approvata dal Senato) (A.C. 2084).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 2084: Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione.
Ricordo che sono state presentate la questione pregiudiziale di costituzionalità D'Orso ed altri n. 1 e la questione pregiudiziale di merito Gianassi ed altri n. 1.
(Esame di una questione pregiudiziale di costituzionalità e di una questione pregiudiziale di merito - A.C. 2084)
PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame di tali questioni pregiudiziali.
Avverto che i tempi per il relativo esame sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione generale.
Ricordo che a norma dell'articolo 40, comma 4, primo periodo, del Regolamento, nel corso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione.
In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 40, comma 4, terzo periodo, del Regolamento, ad una votazione sulla questione pregiudiziale sollevata per motivi di costituzionalità e poi a un'altra votazione sulla questione pregiudiziale sollevata per motivi di merito.
Il deputato Federico Cafiero De Raho ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità D'Orso n. 1, di cui è cofirmatario. Prego.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. La questione pregiudiziale di legittimità costituzionale è fondata sulla nostra valutazione di conflitto, della norma proposta, con gli articoli 3, 24, 111, 112 e 117 della Costituzione.
La proposta di legge vuole che la durata delle intercettazioni non superi, con le proroghe, i 45 giorni, salvo che elementi specifici e concreti ne evidenzino l'ulteriore, assoluta, indispensabilità, e ciò ci sembra veramente contrario ai principi generali della nostra Costituzione.
La disciplina, innanzitutto, confligge - a nostro modo di vedere - con il principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale. Tale precetto richiede il compimento di tutti gli accertamenti necessari a stabilire se per una notizia di reato debba o meno essere promossa l'azione penale, in un equilibrio tra il principio di completezza delle indagini e quello di disponibilità dei mezzi di ricerca della prova. E il principio di completezza delle indagini è stato affermato dalla Corte costituzionale con sentenza n. 88 del 1991. La Corte costituzionale, in quell'occasione, ha sottolineato come il principio di completezza delle indagini funge da argine contro eventuali prassi di esercizio apparente dell'azione penale che, avviando la verifica giurisdizionale sulla base di indagini troppo superficiali, lacunose e monche, si risolverebbe in un ingiustificato aggravio del carico dibattimentale.
Ebbene, questa valutazione effettuata dalla Corte costituzionale si riflette, sostanzialmente, sulla valutazione che dobbiamo fare rispetto al limite che, oggi, la maggioranza di Governo vuole proporre all'Aula. Questa norma è già passata al Senato, ma io credo che debba essere rivalutata da quest'Aula, perché ci troviamo di fronte ad una disposizione che vuole ridurre la durata delle intercettazioni e quindi delle indagini; e ciò si ripercuote sulla efficienza e completezza delle indagini, non consentendo, cioè, al pubblico ministero di portare avanti, secondo un disegno investigativo, l'esigenza che vi è di seguire con intercettazioni determinati soggetti.
La proposta confligge, appunto, con l'obbligatorietà dell'azione penale perché vieta al pubblico ministero di utilizzare uno strumento di ricerca della prova per il tempo adeguato alla specificità delle indagini.
E poi non si può sottrarre al pubblico ministero la disponibilità delle intercettazioni. La disponibilità delle intercettazioni è la disponibilità degli strumenti di ricerca delle prove e finisce per incidere su tutto il quadro investigativo, quindi su ciò che discende dal principio di obbligatorietà dell'azione penale che, appunto, richiede - come ho detto - completezza ed efficienza delle indagini.
Peraltro, le indagini hanno un periodo di durata: 18 mesi per i reati ordinari, 24 mesi per i reati più gravi, quelli elencati dall'articolo 407, comma 2, lettera a). Ebbene, questi reati non potranno essere perseguiti perché, casomai, l'indagato non può essere seguito per oltre 45 giorni, e se più sono gli indagati, quegli indagati potranno poi parlare liberamente nel periodo successivo ai 45 giorni.
Ma che facciamo, l'immunità per gli indagati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Mi sembra veramente assurdo che possa essere inserita una norma come questa, sottraendo al pubblico ministero la possibilità di descrivere un quadro di indagini che sia effettivamente efficiente.
La stessa Consulta, quando ha guardato alla completezza delle indagini, ha anche guardato al giudizio abbreviato, imponendo al pubblico ministero tutte le indagini necessarie. E qui, ancora una volta, si confligge con quanto dice la Corte costituzionale perché, limitando a 45 giorni il periodo in cui il pubblico ministero può eseguire le indagini, quel quadro completo non lo potrà acquisire.
Ed ancora una volta, allora, abbiamo la violazione di questa stessa disposizione, ma, in più, l'abbiamo anche in relazione all'articolo 24 della Costituzione, laddove si parla della difesa che è un diritto in ogni stato e grado. Ma la difesa non è prevista solo per l'indagato, è prevista anche per le vittime dei reati che hanno diritto ad essere tutelate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E guardate, da un lato, l'articolo 358 del codice di procedura penale prevede che il pubblico ministero debba eseguire tutte le indagini che sono necessarie per individuare i responsabili; non solo, ma anche tutte le indagini necessarie a favore dell'indagato. E pensate, quei 45 giorni, limitati ad un periodo così breve, finiscono per essere anche un elemento di insufficienza per la difesa dell'indagato, non solo per l'acquisizione di elementi ulteriori, perché conoscere qual è la vita dell'indagato, quali sono le sue frequentazioni, quali sono le sue proiezioni è utile alle indagini, è utile per conoscere effettivamente quale sia la responsabilità dell'indagato. Non solo, ma anche per le vittime dei reati. E qui abbiamo un'esigenza enorme per la tutela delle vittime dei reati.
E pensiamo ancora che la mancanza di una pluralità di intercettazioni per un periodo più ampio, da un lato, non consente quindi di approfondire indagini in materia di spaccio di droga, stalking, maltrattamenti in famiglia, rapine, estorsioni, disastro ambientale, reati fiscali e finanziari. C'è un complesso enorme di reati che non possono più essere seguiti oltre i 45 giorni solo perché in quel termine così breve non emergono ulteriori elementi.
E poi - dicevamo poc'anzi - per quanto riguarda le vittime dei reati: qui, da un lato, vi è il principio di difesa che deve estendersi necessariamente alla tutela delle vittime e quindi delle persone offese; dall'altro, vi è anche la violazione delle norme internazionali. Qui abbiamo la violazione, quindi, non solo dell'articolo 24 ma anche dell'articolo 117 della Costituzione. Pensate infatti agli obblighi che derivano dagli articoli 2 e 3 della CEDU che prescrivono agli Stati di adoperarsi, in caso di violazione delle disposizioni - appunto - della Carta fondamentale, per garantire lo svolgimento di indagini effettive e idonee ad accertare i fatti reato, anche in prospettiva di tutela e ristoro della vittima del reato. Nel nostro caso questo non sarà possibile perché dopo i 45 giorni, se non ci sono ulteriori elementi, il pubblico ministero non potrà continuare a seguire le persone che si ritengono indagate e tutto il contesto che vi si accompagna.
Ed ancora il considerando n. 9 della direttiva 2012/29/UE che afferma: “un reato è non solo un torto alla società, ma anche una violazione dei diritti individuali delle vittime”. Ma ancora. La violazione delle norme internazionali è in relazione alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Voi pensate: l'autore di questi reati deve essere seguito e viene seguito per soli 45 giorni, mentre è indispensabile, proprio in questi reati, un monitoraggio che si prolunghi ben oltre. E noi, tutto questo, lo abbiamo chiesto ed evidenziato nel corso dell'esame della disciplina proposta, ma non c'è stato dato alcun ascolto. Nulla è stato accolto di ciò che abbiamo sottoposto all'attenzione della Commissione.
Ma ricordiamo anche che la norma - si afferma, almeno per quel che si è potuto sentire - sarebbe giustificata da un diritto alla riservatezza. Ma quale diritto alla riservatezza? Qui la riservatezza è già tutelata dalla riforma Orlando del 2017, dalla riforma Bonafede del 2019/2020, dal decreto legislativo sulla presunzione di innocenza: sono tutte norme che hanno limitato enormemente la possibilità di invadere quel campo. In sede di audizione del Garante della privacy si è affermato che non si registrano violazioni della riservatezza.
PRESIDENTE. Concluda.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Un minuto mi manca?
PRESIDENTE. No, un minuto glielo ho dato già.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Ah, già me l'ha dato.
PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Allora, vado a concludere…
PRESIDENTE. Le lascio, ovviamente, i secondi necessari per dare un senso al suo intervento nella parte finale.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie. Mi sembrava che avesse ora suonato. Non deve sorprendere quindi il senso diffuso di insicurezza dei cittadini, non deve meravigliare la paura delle persone. E la politica, qui, gioca un ruolo dominante, proprio adottando leggi, come quella di cui si discute oggi. Questa norma, ponendo limiti alle intercettazioni e, quindi, alle indagini, determina l'arretramento ulteriore degli strumenti di contrasto alla criminalità. Ed è sempre il cittadino, ancora una volta, a doversi esporre con denunce, mentre lo Stato, attraverso magistratura e Polizia giudiziaria, nulla potrà fare per il limite dei 45 giorni, che voi ponete con questa disciplina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il deputato Lacarra ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di merito Gianassi ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signor Vice Ministro, onorevoli colleghi, ancora una volta, ci troviamo in quest'Aula a discutere di giustizia. È un tema che dobbiamo affrontare, perché nessuno, credo, può dirsi pienamente soddisfatto del livello di efficacia del nostro sistema giudiziario.
A fronte di problemi noti - dai tempi ancora troppo lunghi dei processi alle condizioni delle strutture detentive, fino alle scoperture di organico nelle file dei magistrati e non solo - è indubbio che la politica si debba occupare dello stato di salute della giustizia e debba tentare di offrire soluzioni, soluzioni attese tanto dalla macchina stessa della giustizia quanto dai cittadini che, ogni giorno, toccano con mano le conseguenze di talune disfunzioni.
La nostra pregiudiziale, dunque, non vuole entrare nel merito della necessità di affrontare questi problemi, perché - come detto - si tratta di una esigenza largamente condivisa. Piuttosto - come abbiamo provato a fare tante altre volte in questi due anni e mezzo -, siamo a chiedervi se davvero le proposte che il Governo mette in campo, di volta in volta, rispondano o meno a quella logica migliorativa dei processi e dei meccanismi che regolano il nostro sistema giudiziario oppure se siano altre e di diversa natura le ragioni che spingono il Governo e la maggioranza a un'attività di riforma tanto intensa.
Questo provvedimento introduce un limite massimo di 45 giorni per la durata complessiva delle intercettazioni con proroga possibile solo in presenza di elementi specifici e concreti che ne dimostrino l'assoluta indispensabilità. Ad oggi, non esiste un limite predefinito per le intercettazioni, ma la loro durata è implicitamente correlata ai tempi massimi delle indagini preliminari, che possono arrivare fino a 18 o 24 mesi, come indicato dall'articolo 407 del codice di procedura penale.
Ora, signor Presidente, anche noi siamo ben consapevoli che esiste un vulnus nell'utilizzo dello strumento delle intercettazioni: abusi che spesso feriscono gravemente il diritto alla privacy delle persone, soprattutto quando le intercettazioni vengono inopinatamente rese pubbliche.
Ugualmente riteniamo che talvolta le intercettazioni vengano utilizzate impropriamente anche dagli inquirenti, quando le impongono anche nei casi in cui non sono presenti elementi indiziari tali da giustificarne l'uso. Ma la soluzione non è nella proposta oggi in esame, cioè di una norma che viola il principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale, che viene fortemente compressa e limitata. Ancora una volta, andiamo a limitare l'azione del pubblico ministero.
La soluzione invece dovrebbe essere nella ricerca di una ristrutturazione organica del sistema, attraverso una riforma complessiva, soprattutto, della fase delle indagini preliminari, che si fondi sulla situazione dell'indagato. Allora, dovremmo partire da lì. Quali forme di tutela è necessario garantire a chi viene iscritto nel registro degli indagati? Quale nuovo equilibrio possiamo immaginare per difendere i diritti di una persona, senza indebolire gli strumenti a disposizione degli inquirenti, come si fa con questo provvedimento? Come si può - dovrebbe essere il fulcro della nostra iniziativa - riequilibrare la parte pubblica dell'accusa e la parte privata della difesa? Scopriremo ben presto che le intercettazioni sono solo uno dei tanti elementi da riconsiderare. Ci renderemo conto che a dover essere rimesso in discussione è l'utilizzo generale delle misure cautelari, ad esempio, misure che, troppo spesso, vengono adoperate in assenza dei dovuti presupposti, ossia quei requisiti che rendono accettabile la violazione di un caposaldo della nostra Costituzione: la libertà personale di un individuo.
L'uso di misure cautelari, insomma, dovrebbe sempre avere, come contrappeso, la necessità di rispondere a un allarme sociale, a un pericolo concreto, a indizi rilevanti che portino a pensare che il reato possa essere reiterato o le prove possano essere inquinate. Oggi, invece, tali misure spesso vengono utilizzate anche per costituire la prova, per ottenere dichiarazioni di accusa o confessioni.
Questa proposta di legge, come tante altre iniziative che avete approvato in questa legislatura, non fa nulla di tutto quello che auspichiamo e che ho provato a rappresentare nel mio intervento: non affronta il problema né lo risolve, al contrario, lo aggrava, perché porre un termine così stringente non garantisce agli inquirenti di disporre di uno strumento utile per le indagini, ma nemmeno tutela gli indagati. Gli unici che potrebbero beneficiare di questa modifica - e lo faranno sicuramente - sono proprio i criminali, a cui basterà semplicemente avere un po' di pazienza, attendere 45 giorni per ritornare a delinquere, sapendosi indisturbati e legalmente autorizzati a farlo, se così possiamo dire. Ed è così che una riforma con determinati obiettivi, almeno sulla carta, sarà utilizzata a pieno vantaggio dei criminali peggiori.
È chiaro allora che questo provvedimento, come tutti i precedenti, si pone un obiettivo diverso: quello di legare le mani alla magistratura. E a questa conclusione si giunge, scendendo appena un po' nel dettaglio di questa proposta. D'altronde, la maggior parte dei soggetti che abbiamo ascoltato in audizione, tra esponenti dell'accademia e membri della magistratura, ha sottolineato lo stesso rischio: questo nuovo limite ridurrà pesantemente la capacità di indagine e sarà, di fatto, un divieto ad indagare.
I perché di questo allarme sono molteplici. In primo luogo, questo nuovo limite opererà per una serie di reati gravissimi che, di conseguenza, non potranno più essere perseguiti dallo Stato con la dovuta pervicacia. E non parliamo di questioni minori, ma di omicidi, ad esempio, oppure di tutti i reati connessi al cosiddetto codice rosso. Ed è qui che sorge un primo interrogativo: come può dirsi coerente l'azione di un esecutivo che il giorno prima istituisce il reato di femminicidio e il giorno dopo impone al Parlamento di approvare una norma che metterà in pericolo centinaia di migliaia di donne vittime di violenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?
La conclusione che si può trarre è scontata, signor Presidente, oltre che amara: quello del femminicidio è nient'altro che uno spot elettorale che nulla di nuovo aggiunge allo strumentario di contrasto dei reati di genere, mentre, proprio lì dove occorrerebbe si spuntano le armi a disposizione di magistrati e Forze dell'ordine per combattere i violenti e impedire nuove violenze. Anche in questi casi, l'unico risultato prodotto da questo provvedimento sarà più crimini, più vittime e meno tutele. E questa è una deriva che noi crediamo veramente - davvero, signor Presidente -, preoccupante.
In secondo luogo, c'è la questione della proroga che si rivela possibile solamente in teoria. Perché anche nel raro caso in cui si riuscisse ad ottenere una prima estensione del termine, contare su una seconda è davvero una missione impossibile, visto che questa, ai sensi della disposizione che volete introdurre, dovrebbe essere strettamente legata alla scoperta di nuovi elementi specifici.
In sostanza, stiamo dicendo a chi commette illeciti di sbrigarsi a dare ai giudici dei forti motivi per perseguirli.
In terzo luogo, e torniamo al punto da cui sono partito, c'è la questione del coordinamento con gli altri strumenti di indagine e con le misure cautelari. Basta fare un esempio: le intercettazioni potranno durare solo 45 giorni, ma le perquisizioni potranno essere disposte in ogni momento delle indagini. Che cosa si crea di fatto, come ha giustamente sostenuto qualcuno nelle ultime settimane? Una irragionevole, per non dire insensata, gerarchia tra i mezzi di ricerca della prova.
In ultimo, vi è la questione della tutela della privacy e dei diritti individuali perché se è questo il cardine di tutta la discussione, allora, avremmo potuto trovare modalità per risolverlo davvero senza amputare i mezzi a disposizione delle procure. Potevamo intervenire sulle possibilità di rafforzare il controllo sulla rilevanza delle comunicazioni captate, oppure sulle modalità di conservazione delle intercettazioni irrilevanti. Avremmo potuto fare molte altre cose per rafforzare e migliorare il sistema e, invece, avete deliberatamente scelto di indebolirlo. Alla fine, i resoconti dei nostri lavori in Commissione, sia qui che al Senato, parlano piuttosto chiaramente: mai e poi mai il Governo e la maggioranza hanno manifestato la minima volontà di aprire un dialogo, di ragionare sulle possibili soluzioni e, allora, forse non sbaglia chi crede che tutte queste manovre non servono a migliorare la giustizia ma guardano a un altro fine: punire i magistrati, colpire la magistratura.
Il caso ha voluto poi che la discussione di questa proposta di legge arrivasse al traguardo proprio nelle settimane in cui un altro scandalo, quello legato alla società Paragon, ci invita a riflettere sulla pericolosità delle intercettazioni abusive e illegali, strumenti molto diversi da quelli a cui oggi voi intendete mettere mano, che davvero dimostrano di incidere irrimediabilmente sui valori fondanti di una democrazia. Su quel caso giudiziario, su cui peraltro è stato aperto un fascicolo dalla procura di Roma, ci aspettiamo che si faccia piena luce e ci auguriamo con tutto il cuore di non trovarci davanti a un coinvolgimento diretto di esponenti del Governo perché sarebbe oltremodo grave assoldare un soggetto straniero per spiare giornalisti e organizzazioni non gradite.
Nel frattempo, però, chiediamo all'Aula di fermarsi qui, di non procedere con l'approvazione di questa riforma minima e dannosa perché la pezza rischia di essere enormemente peggiore del buco. Per queste ragioni noi voteremo a favore della pregiudiziale proposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Calderone. Ne ha facoltà.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Sì, Presidente. Signori colleghi, la questione pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal MoVimento 5 Stelle è un errore da matita blu e su questo non ci sono dubbi. Si è fatto riferimento, in siffatto atto, all'articolo 12 delle preleggi. Leggo per me stesso: “Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole”. Cosa c'entra?
Si è fatto riferimento alla violazione dell'articolo 24 della Costituzione, fuori tema. L'articolo 24 della Costituzione recita: “La difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”. Cosa c'entra con la questione di costituzionalità e cosa c'entra con la proposta di legge in trattazione? È vero, il diritto di difesa è stato violato in questi ultimi trent'anni, è stato violato perché è stata abusivamente violentata la riservatezza del cittadino italiano senza alcuna ragione e perché - sapete - nove volte su dieci, e forse più, le intercettazioni si concludono con un nulla di fatto. Questo significa che non sono servite a nulla e che abusivamente si è operata una intromissione intollerabile nella riservatezza del cittadino italiano. Questa volta sì, signori colleghi, violando l'articolo 15 della nostra Carta costituzionale. Quindi, anche in questo caso, errore da matita blu. Non c'entra niente con l'articolo 24 della Costituzione.
Avete fatto riferimento all'articolo 111 della Costituzione, qual è il principio?
Credo che si sia fatta un'ulteriore ennesima confusione, un errore da matita blu perché il giusto processo viene violentato e violato nel momento in cui si esercita in maniera indiscriminata il diritto negativo di intromettersi e di invadere la riservatezza dei cittadini italiani.
Avete fatto riferimento all'articolo 112 della Costituzione, ma cosa c'entra? L'ho sentito e lo dico per il suo tramite, signor Presidente, al collega Cafiero De Raho: cosa c'entra l'articolo 112 e come si può eccepire una questione di costituzionalità pregiudiziale, invocando, nel caso di cui trattasi, l'articolo 112?
L'azione penale si esercita, cari colleghi, quando vengono raccolte le prove legali. Quindi, non c'è nessuna violazione dell'articolo 112 e, poi, avete fatto riferimento, quasi declinando l'articolo 112, all'articolo 358 perché - sapete – ritengono, i colleghi dell'opposizione, che, varando questa legge di cui oggi stiamo discutendo, il pubblico ministero non potrà più fare indagini a favore dell'indagato.
Ma veramente dobbiamo essere seri perché siamo dei parlamentari. In quarant'anni di professione non ho mai visto un pubblico ministero che ha indagato a favore dell'indagato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è l'esaltazione dell'ipocrisia, non esiste un pubblico ministero che indaga a favore dell'indagato, non è mai esistito, ma cosa dite ai cittadini italiani! Ma cosa state dicendo! E sollevate una questione di pregiudizialità costituzionale, dicendo che questa norma va a violare l'articolo 112 della Costituzione. Veramente questo è troppo, e il troppo è troppo.
Poi, avete fatto riferimento - e concludo, Presidente - all'articolo 117 della Costituzione, ovvero al fatto che vengono violate norme comunitarie. È vero sono state violate in questi trent'anni, cari colleghi dell'opposizione, le norme comunitarie. Infatti, siamo stati sanzionati, sapete perché? Perché non si è celebrato il giusto processo, perché il cittadino è stato inerme davanti alla legge, perché c'è stata una disparità, che col disegno di legge costituzionale andremo a colmare, tra le parti processuali dove c'è stato sempre un contraente forte, che è stato il pubblico ministero, e un contraente debole che è stata la difesa. Adesso la musica è cambiata perché adesso c'è il Governo di centrodestra. Quindi, questa questione, ritornando al tema, signor Presidente e signori colleghi, va rigettata e va rigettata con forza perché è da matita blu (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. A noi il provvedimento, per come esageratamente comprime i tempi della intercettazione, onestamente non piace. Però ancora una volta, in rigorosa coerenza con le nostre posizioni, esprimiamo la nostra opinione su come e se debbano essere utilizzate le questioni pregiudiziali di costituzionalità o di merito. Forse, abbiamo noi un pregiudizio nei confronti delle pregiudiziali però, a nostro avviso, i rilievi mossi sono rilievi di merito. Un legislatore può decidere che cosa fare, comprimere il tempo delle intercettazioni, non comprimerlo; poi, può non piacere, ma la sede propria della discussione è la sede di merito del provvedimento. Opporsi alla limitazione della durata delle operazioni di intercettazione è una valutazione che attiene al dibattito di merito parlamentare e alla dinamica politica.
A nostro avviso, non c'è spazio per una valutazione di contrarietà e di contrasto con i principi costituzionali, a meno che non allarghiamo il campo del contrasto ai principi costituzionali fino a ricomprendere tutti i provvedimenti sui quali noi esprimiamo delle opinioni perché tutti sono riconducibili a delle valutazioni o a dei principi costituzionali. A noi non piace la compressione esagerata della agibilità dei tempi delle indagini.
Diciamo che ci convince e ci persuade anche la necessità di un perimetro temporale, ma questo perimetro di 45 giorni sembra essere veramente, esageratamente stretto, per cui saremmo stati d'accordo con una valutazione molto più ampia di un perimetro precostituito, ma non così stretto, perché oggettivamente crea difficoltà di indagini. Però ci sono anche altri valori costituzionali: la privacy, la riservatezza, la certezza dei tempi del diritto, tante cose che vanno equilibrate, bilanciate e valutate nel perimetro di una valutazione nel merito della dinamica politica, non nel discorso di una pregiudiziale costituzionale, sulla quale, naturalmente, non possiamo trovarci d'accordo.
E, allora, chiudo, Presidente, facendo la solita riflessione: perché trasformiamo questo strumento, così pregnante, della pregiudiziale di costituzionalità in un elemento procedurale della routine parlamentare? Perché lo trasformiamo in un piccolo pre-dibattito parlamentare? Perché poi andremo a fare le stesse considerazioni che sono state fatte sinora, questa è la nostra opinione. Quindi, di fatto, finiamo con lo svilire questo strumento che, invece, a nostro avviso, è molto importante. La domanda che ci facciamo sempre è: se lo utilizzassimo molto meno, probabilmente avremmo un'attenzione, anche mediatica, avremmo un dibattito vero su un ipotetico contrasto del provvedimento con le norme costituzionali, avremmo probabilmente un utilizzo molto più importante di questo strumento. Per cui, anche se non ci piace quella perimetrazione di 45 giorni, devo dire che sulle pregiudiziali, per tutto quello che ho detto, ovviamente, voteremo no.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. La proposta di legge in esame introduce un limite massimo di 45 giorni per la durata complessiva delle intercettazioni, quali strumento fondamentale per la ricerca della prova, con una proroga possibile solo in presenza di elementi specifici e concreti che ne dimostrino l'assoluta indispensabilità.
E, com'è noto, attualmente non esiste, non esisteva un limite massimo predefinito per le intercettazioni, ma la loro durata è implicitamente correlata ai tempi massimi delle indagini preliminari. Quindi, di fatto, potevano arrivare fino a 18, 24 mesi. Imporre, invece, un tetto rigido di 45 giorni significa ridurre drasticamente l'efficacia di uno strumento essenziale per l'accertamento della verità.
La restrizione a 45 giorni compromette gravemente l'efficacia investigativa delle intercettazioni. È stato detto anche dagli auditi che le intercettazioni richiedono tempo per essere efficaci, perché spesso le prime settimane servono proprio agli inquirenti per comprendere come comunicano gli indagati. Un periodo, invece, così breve, come quello che introduce il Governo, assente in questo momento dai banchi del Governo, potrebbe invece non essere sufficiente per ottenere prove rilevanti. E considerato che il nuovo limite si applicherà ai reati gravi o di difficile accertamento, come anche lo stalking, i maltrattamenti in famiglia, i reati finanziari, la corruzione, in ambiti quindi non coperti dalla deroga prevista dalla normativa vigente, ciò rende palese il grave errore che sta commettendo la maggioranza.
A tal proposito, chiederemo nuovamente con un emendamento, anche qui fra poco in Aula, che almeno i reati del cosiddetto codice rosso siano esclusi da questa nuova stretta delle intercettazioni, perché, in caso contrario, davvero sarebbe evidente a tutti l'ipocrisia della maggioranza, che, proprio l'8 marzo, presenta un DDL sul femminicidio, quando poi qui si rigettano i nostri emendamenti, rendendo, di fatto, inutile uno strumento così importante, come le intercettazioni, proprio per colpire coloro che si macchiano di reati, anche gravi, contro le donne.
Quindi, chiedo alla maggioranza di essere coerente, approvando successivamente questi nostri emendamenti, altrimenti davvero si paleserà come l'intenzione non sia seria rispetto al tema della violenza di genere. Quindi, la maggioranza e il Governo si vanno a nascondere solo dietro spot elettorali. Ecco, alla luce di quanto ho appena esposto, il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra voterà a favore delle pregiudiziali, affinché non si proceda all'esame della proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Nel leggere queste pregiudiziali, devo dire che ho notato soprattutto una cosa. Si parla di incomprensibilità della norma, non specificità della norma. In realtà, la norma è assolutamente semplice ed è ripresa addirittura all'inizio della pregiudiziale - quindi, chi l'ha scritta, in qualche modo, l'ha capita - e dice che, in particolare, si pone un limite massimo di durata complessiva delle intercettazioni pari a 45 giorni, facendo salva tuttavia la possibilità di derogare al suddetto limite, nei casi in cui l'assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall'emergere di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di un'espressa motivazione e mantenendo l'attuale regime di deroga per quello che riguarda la mafia e il terrorismo. Quindi, non c'è nulla di incomprensibile in questa norma; si pone un limite massimo alla durata delle intercettazioni, intercettazioni che da sempre limitano anche pesantemente la privacy di tutti i cittadini italiani e, quindi, anche la propria libertà. Chiaramente, per quello che riguarda la criminalità organizzata, il terrorismo o quando vi sono elementi specifici e concreti, non quando vi sono 45 giorni di nulla e si continuano ad effettuare intercettazioni costose, che ledono la libertà dei cittadini, ma se vi è qualcosa di concreto e specifico, queste intercettazioni potranno, comunque, proseguire, oltre che nei casi di criminalità più grave.
Quindi, non c'è nulla di incomprensibile, nulla di incostituzionale e di così grave. Si arriva perfino a dire che manca un'adeguata relazione illustrativa sulla ratio del provvedimento, ma mi chiedo cosa non vi sia di chiaro e di misterioso in questa ratio e perché si venga a raccontare che la relazione illustrativa non è chiara. In particolare, con queste pregiudiziali, si dice: “alla luce dell'articolo 12 delle preleggi secondo cui, nell'applicare la legge, non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese (…)”. Ma più palese che dire che le intercettazioni non possono durare più di 45 giorni… Penso che poche norme, in Italia, siano così chiare e palesi. Addirittura, sempre in questa pregiudiziale (e, sinceramente, non ne capisco il senso), si cita l'articolo 3 della Costituzione, sostenendo che è violato in quanto stabilisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione (…)”. Ditemi voi cosa c'entra con i 45 giorni per le intercettazioni. L'articolo 24 della Costituzione, che stabilisce che “tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti (…)”, si ritiene violato. L'articolo 111 della Costituzione stabilisce che “la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge”: noi, con una legge, andiamo a regolamentare la durata massima delle intercettazioni. Tirate in ballo perfino l'articolo 117 sulla ripartizione dei compiti tra Stato e regioni, senza spiegare come mai.
Quindi, se questa è una pregiudiziale di costituzionalità - poi ne è stata presentata anche una di merito -, sinceramente si ritiene che questi motivi siano del tutto infondati. Addirittura, alla luce del fatto che la Costituzione è stata approvata ed è entrata in vigore nel 1948, in un capoverso, si riporta che, a parere dei firmatari della pregiudiziale, la disciplina introdotta con il provvedimento in esame - cioè i 45 giorni massimi -, che limita la durata massima delle operazioni di intercettazione a 45 giorni, confligge con il dettato costituzionale, di cui all'articolo 112 della Costituzione, che impone al pubblico ministero di esercitare l'azione penale.
Allora, nel 1948 le intercettazioni neanche esistevano e si ritengono assolutamente pretestuose queste due pregiudiziali. Per questo motivo, Fratelli d'Italia voterà assolutamente contro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di costituzionalità D'Orso ed altri n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di merito Gianassi ed altri n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2084)
PRESIDENTE. Essendo state testé respinte le questioni pregiudiziali presentate, passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Avverto che la ripartizione dei tempi per il seguito dell'esame è pubblicata in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento in esame, l'articolo aggiuntivo 1.01000 Ascari, non segnalato per la votazione e non previamente presentato in Commissione e volto a novellare l'articolo 266 del codice di procedura penale, al fine di introdurre ulteriori fattispecie di reato in relazione ai cui procedimenti è consentita l'intercettazione di conversazioni o comunicazioni telefoniche e di altre forme di telecomunicazione.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 5, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
Constando il testo di un unico articolo, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione ed al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al doppio di quelli che sarebbero consentiti.
A tal fine, i gruppi Partito Democratico-Italia democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo unico della proposta di legge segnalati per la votazione.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE , Relatore. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Governo?
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 1.1 D'Orso e 1.2 Gianassi.
Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento proponiamo la soppressione della proposta di legge, che consta di un solo articolo. Questa iniziativa legislativa della maggioranza introduce, per la prima volta nel nostro ordinamento, un limite temporale all'effettuazione delle intercettazioni e fissa un limite di 45 giorni. Ad oggi, nel nostro ordinamento, non esiste un limite e, dunque, le intercettazioni possono essere, attraverso proroghe, continuate durante l'attività di indagine. Non sarebbe affatto scandaloso immaginare di prevedere un termine massimo per la durata delle intercettazioni. Tuttavia, la scelta che ha adottato la maggioranza, come sempre avviene in materia di giustizia, è caratterizzata da un furore ideologico privo di qualunque giustificazione, cioè con questa proposta di legge i partiti della destra, che ogni giorno nel Paese dicono di essere attenti alle tematiche di sicurezza, per la prima volta introducono un limite a 45 giorni per le intercettazioni relative a reati gravissimi, ad esempio per il reato di omicidio e in queste ore abbiamo visto che si riaprono indagini per fatti commessi molti anni prima.
Abbiamo ascoltato in Commissione gli operatori della giustizia, magistrati, esperti di diritto e Polizia giudiziaria, che ci hanno raccontato come, nella prassi quotidiana, per scoprire gli autori dei reati gravissimi il termine di 45 giorni sia assolutamente privo di ragionevolezza. Non è un caso, infatti, che nei Paesi democratici, laddove pure esistono limiti, non siano previsti limiti così stringenti. Cioè la maggioranza, con la Lega che ogni giorno dice di volersi occupare delle tematiche di sicurezza e Fratelli d'Italia che dice di volersi occupare di tematiche di sicurezza, sta portando in Aula e sta votando un provvedimento che dice che, dopo 45 giorni dall'effettuazione di un omicidio, il pubblico ministero e il giudice sono obbligati a interrompere la luce, a spegnere la luce, a fermare le intercettazioni per scoprire l'autore di un reato di omicidio o, mentre se un sequestro di persona è in corso, si smettono di effettuare le intercettazioni su potenziali sospetti perché le intercettazioni regolari, approvate e autorizzate dalla magistratura, destano sdegno alla maggioranza di destra che, però, scappa da un mese sul caso Paragon in presenza di intercettazioni abusive (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) ai danni di attivisti politici, di giornalisti direttori di testate che hanno fatto inchieste scomode nei confronti di Fratelli d'Italia o, addirittura, di preti. Se a qualcuno in quest'Aula sembra un'azione ragionevole si alzi e lo dica, ma qui siamo veramente fuori da ogni ragionevolezza. Si tratta di una misura che è ideologica ed è, pertanto, pericolosa.
In Commissione è stata respinta ogni iniziativa delle opposizioni che, ad esempio, avevano cercato di mitigare - e noi lo faremo anche con gli emendamenti successivi - la portata di questo provvedimento, ad esempio escludendo il reato di omicidio, i reati di violenza contro le donne e tanti altri reati gravissimi. L'unica eccezione è prevista per i reati di criminalità organizzata e non per gli altri. Oltretutto, è possibile ottenere, in casi eccezionali, una deroga per 15 giorni nel caso in cui vi siano elementi nuovi, circostanziati, precisi e concreti, che sia assolutamente indispensabile per le indagini e, in relazione a questi fatti così particolari, sia anche emesso un provvedimento motivato. Insomma, si sta, di fatto, rendendo impossibile la proroga nel nostro Paese.
Io penso e noi pensiamo che una misura di questo tipo qui non potrà produrre altro che un risultato nefasto. Si renderanno complesse, difficili e talvolta impossibili le indagini per assicurare alla giustizia gli autori di reati gravissimi. Una scelta di questo tipo è una scelta che si può spiegare solo nella logica che anima e attanaglia la maggioranza, cioè di punire e colpire la magistratura perché autonoma e indipendente dal Governo e, pertanto, è pericolosa, al punto tale che questo intendimento deve prevalere sul buon senso e, cioè, mette a rischio i cittadini italiani, rispetto ai quali la maggioranza oggi sta dicendo: non ci interessa scoprire gli autori di reati gravissimi, non ce ne importa niente delle vittime di reato, perché a noi interessa fermare e ostacolare l'opera della magistratura. È una scelta folle e perdete ogni credibilità quando parlate di giustizia. Siete ancora in tempo per correggere questo errore votando a favore di un emendamento che cancella questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo presentato un emendamento integralmente soppressivo di questo provvedimento, perché, pur trattandosi di un provvedimento di poche righe, potremmo definirlo dagli effetti esplosivi. Sono poche righe scritte molto male che produrranno tante ambiguità di applicazione, come ci hanno segnalato i tanti auditi che abbiamo ascoltato in Commissione giustizia.
Però, una certezza la produrranno, un'unica certezza, quella che per quasi tutti i reati e quasi tutte le attività di indagine le intercettazioni si interromperanno il 46° giorno e questo vorrà dire che tutte quelle inchieste andranno in fumo.
Nel dettaglio della disciplina entreremo discutendo i successivi emendamenti, ma quello che mi preme fin d'ora sottolineare è una cosa, come questo sia il colpo di grazia, quello letale - se fossimo in un ring - rispetto allo strumento delle intercettazioni, che è un preziosissimo mezzo di ricerca della prova, il più prezioso che oggi abbiamo. Rinunciarvi adesso vuol dire dichiarare la resa dello Stato rispetto all'accertamento e alla repressione dei reati, di quasi tutti i reati, anche quelli gravi e gravissimi, con buona pace delle istanze di giustizia delle vittime di reato, che da domani saranno lasciate sempre più sole. E meno male che vi riempite la bocca di sicurezza per i cittadini.
Ma del resto, cosa c'era da aspettarsi da questo Governo, da questa maggioranza, dal Ministro Nordio, che, all'indomani dell'insediamento, hanno dichiarato guerra alle intercettazioni? È una vera e propria ossessione quella del centrodestra. Se ripercorriamo le dichiarazioni, ma anche tutti gli interventi che ne sono seguiti, ne abbiamo la conferma.
Iniziamo, per esempio, con la prima delle critiche che veniva fatta dal Ministro Nordio alle intercettazioni: uno spreco di denaro pubblico. Bene, è bastata una dichiarazione del procuratore Gratteri per smentire questa narrazione. Dice Gratteri: io ho speso, sì, nella procura di Napoli 5 milioni in intercettazioni, ma ho fatto sequestri per 600 milioni di euro. Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Potremmo dire che il bilancio, o la bilancia, è sempre a favore, che c'è un ritorno economico grazie alle intercettazioni, perché molte inchieste vanno in porto grazie a questo prezioso strumento.
Avete sostenuto, poi, che la pubblicazione delle intercettazioni viola il diritto alla riservatezza. Peccato, però, che siete stati smentiti platealmente dal Garante della privacy, venuto in Commissione giustizia al Senato, che diceva testuali parole: dal 2020 gli abusi sono stati pari a zero, cioè nessuna contestazione per violazione della privacy e del diritto alla riservatezza. Questo perché - lo ricordo - nel 2020 è entrata in vigore la cosiddetta legge Orlando-Bonafede, che ha apportato dei correttivi e ha introdotto quel bilanciamento, proprio quel bilanciamento tra la repressione dei reati, le esigenze investigative e le esigenze di riservatezza e privacy dei cittadini, che è tanto auspicato dalla maggioranza ed è l'alibi di questa questa maggioranza per intervenire su questo strumento. Ma siete stati - ripeto - smentiti. Nonostante i dati e i fatti che confutano le vostre elucubrazioni mentali e i vostri pregiudizi sulle intercettazioni, state andando dritti con questo intervento normativo, che - dicevo - è il colpo di grazia. Ma ci sono stati anche altri interventi che hanno preceduto questo, in cui avete picconato lo strumento delle intercettazioni. Ricordiamo lo stop all'utilizzo delle intercettazioni per reati diversi da quelli per cui sono state autorizzate, tranne che si tratti di reati per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza. E, guarda caso, già a suo tempo abbiamo smascherato che rimangono fuori tutti i reati contro la pubblica amministrazione e poco altro. Quindi, un intervento ad hoc, ben mirato.
Cosa comportava già quel provvedimento? Che se io, polizia giudiziaria, sto ascoltando, in relazione a un reato di spaccio di droga, una conversazione in cui emerge un episodio di corruzione, devo far finta di non aver sentito nulla, spengo il macchinario e amen, perché questo è.
Ma andiamo ancora avanti: voi avete fatto anche tante censure rispetto alle trascrizioni, a ciò che si può trascrivere, alle annotazioni che si possono fare e, poi, siete finiti anche a introdurre la cosiddetta legge Bavaglio, perché anche la legge Bavaglio è collegata alle intercettazioni. Quello che a voi disturbava era la pubblicazione dei virgolettati delle intercettazioni. Però, attenzione, con delle doverose eccezioni, perché quando quei virgolettati delle intercettazioni sono utili alla Presidente del Consiglio Meloni per celebrare il Governo, quelle intercettazioni vengono pubblicate eccome, nel suo profilo social vengono virgolettate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, la Presidente del Consiglio viola la legge, o meglio, sfrutta la violazione di quella legge per farsi bella per interessi di partito e di Governo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Perché questo siete: il vostro doppiopesismo e la vostra ipocrisia verranno smascherati anche da questo provvedimento. È per questo che noi siamo fermamente contrari e col primo emendamento proponiamo di sopprimere l'articolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti dentici 1.1 D'Orso e 1.2 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1009 Ascari. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Allora, questo è un emendamento fondamentale perché cerca di salvare dalla tagliola dei 45 giorni tutti quei reati gravissimi di codice rosso. Penso ai maltrattamenti in famiglia, allo stalking, alla violenza sessuale, alla violenza sessuale di gruppo, che richiedono delle indagini adeguate, ma soprattutto bisogna capire la natura di questi reati. Perché lo dico? Perché noi, anche nel corso delle audizioni in Commissione giustizia, abbiamo fatto presente di escludere i casi connessi alla violenza di genere o anche maltrattamenti non necessariamente connessi alla violenza di genere, come per esempio i maltrattamenti che si verificano nei confronti di bambini piccolissimi alla materna, dove i genitori fanno la denuncia e spesso rivelano questi maltrattamenti alla dirigente scolastica, la quale poi convoca questi insegnanti. C'è un periodo di sospensione di questi atti criminali, che poi puntualmente riprendono ai danni di bambini vulnerabili, piccolissimi, inermi e indifesi. È lì che è fondamentale captare e intercettare.
L'abbiamo fatto presente con lo stalking, perché succede che, durante una relazione, una ragazza denunci le persecuzioni e il continuo controllo che fa il suo stalker, e succede che anche qui ci sia uno stop di questi atti persecutori, perché magari li sospende, perché magari se ne va all'estero, ma poi torna, torna e continua a rifare esattamente quello che faceva prima: creare terrore, ansia, persecuzione, morte, con un'idea di morte H24 sulla pelle delle donne.
Penso alla violenza sessuale, che è un reato gravissimo, che non colpisce solo il fisico, ma soprattutto la psiche di una donna. Gli effetti, i danni, sono gravissimi, con la possibilità di denunciare questo crimine entro un anno, ma si sa, è difficile spesso denunciare, parlarne, e 45 giorni sono irrisori. È impossibile che tutto questo venga fatto. In questo modo, voi state togliendo diritti e tutele nei confronti delle vittime.
Allora, io mi chiedo: è notizia di qualche giorno fa, avete sbandierato su tutti i giornali, ovunque, ogni giorno, il disegno di legge per dare vita al reato di femminicidio, e poi cosa fate? Togliete gli strumenti per prevenirlo, per contrastarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma vi rendete conto? Vi rendete conto di quello che state facendo?
Queste sono veramente bandierine ipocrite, tra l'altro di idee che vengono dal MoVimento 5 Stelle, dal codice rosso del 2018, che avete copiato e ritagliato, perché non avete idee proprie, così come non mettete risorse adeguate a sostenere i centri antiviolenza, che sono il primo approdo a cui una donna si rivolge. Anche qui, i soldi vengono sempre messi altrove, soprattutto nelle armi, per creare continuamente questo business.
Ancora, con un nostro emendamento, abbiamo aumentato il Fondo per quanto riguarda il reddito di libertà. Sono soldi che sono stati dati con un ritardo gravissimo: parlate di contrasto alla violenza economica e poi i soldi non ci sono per dare una stampella di supporto contro questo fenomeno criminale, strutturato e subdolo, che è la violenza economica che ti porta a non denunciare, se non hai un'alternativa e, ovviamente, un lavoro e un supporto economico.
Questo è il paradosso di una legge veramente scellerata, che va a colpire soprattutto le persone più vulnerabili, che in questo caso sono le vittime di violenza di genere. Allora io vi chiedo: come pensate di giustificarvi con le famiglie delle vittime di questi reati, che purtroppo si verificheranno? Cosa pensate di dire loro, quando i magistrati dovranno gettare la spugna perché non potranno proseguire le intercettazioni e fare le indagini e tutto verrà cestinato?
PRESIDENTE. Concluda.
STEFANIA ASCARI (M5S). Cosa direte - e chiudo - ai cittadini e alle cittadine che non potranno avere giustizia per causa vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento, sia perché ha la medesima ratio del successivo emendamento 1.1014, a mia prima firma, sia perché ha un doppio merito: non solo aumenta da 45 a 180 giorni quel limite massimo di durata complessiva delle intercettazioni - e noi continuiamo a ribadire che 45 giorni è un termine, un limite, davvero inaccettabile, perché rende davvero inefficace lo strumento così importante delle intercettazioni -, ma va anche ad escludere e, quindi, introduce una deroga per reati particolarmente gravi, pensiamo ad esempio allo stalking e a tanti altri qui elencati, rispetto all'applicazione di questa stretta sullo strumento delle intercettazioni. Quindi, chiediamo un'ulteriore riflessione alla maggioranza, anche se poi ce lo ritroveremo in altri emendamenti e quindi ci torneremo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Anche noi vorremmo sottoscrivere, come gruppo, questo emendamento, sottolineando proprio l'inadeguatezza dei 45 giorni per fare le intercettazioni. Sono pochi 45 giorni per ogni reato, tanto più per reati così gravi che riguardano l'incolumità fisica delle donne. Anche il Partito Democratico ha presentato emendamenti analoghi, quindi noi lo sottoscriviamo come gruppo, proprio nel merito di quello che rappresenta, e anticipiamo che avremo, anche noi, poi, emendamenti sullo stesso argomento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Appendino. Ne ha facoltà, per un minuto.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io mi chiedo con che coraggio l'8 marzo abbiate parlato di femminicidio! Io mi chiedo con che coraggio parliate di questioni di genere! Io mi chiedo con che coraggio parliate di Codice rosso! Con che coraggio la prima Presidente del Consiglio donna va contro le donne! Presidente - e mi rivolgo alle colleghe -, questo voto, questo “no” a questo emendamento, fa sì che, se dovete scegliere se stare dalla parte dello stalker o di chi viene stalkerizzato, voi state dalla parte dello stalker (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se dovete decidere se stare dalla parte di chi, la violenza, la perpetra o di chi la subisce, voi state dalla parte del carnefice, anziché della vittima (Commenti)! Questa è una responsabilità che avete nei confronti delle donne, ed è una vergogna! Pensate a questo voto e guardatele negli occhi, perché denunciare è difficile e faticoso, e non meritano questo da parte vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata D'Orso. Ne ha facoltà, per un minuto.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. A titolo personale, perché anch'io mi chiedo come possano, ad esempio, i componenti e le componenti della Commissione d'inchiesta sul femminicidio bocciare questo emendamento. Vorrei capire con che faccia, poi, andranno a sedersi in Commissione d'inchiesta sul femminicidio e a fare un lavoro ipocrita, perché, da quel momento in poi - ve lo diciamo e ve lo ribadiamo - sarete delle persone ipocrite. Io vorrei capire se, almeno oggi, riusciamo a rompere, a squarciare questo velo di ipocrisia che ci sta avvolgendo e soffocando in quest'Aula, perché, veramente, non si respira più in quest'Aula a causa del vostro comportamento, a causa di questa vostra indifferenza. Siete indifferenti! Io vi guardo e nessuno sta guardando qua, nessuno sta guardando chi sta parlando, tenete gli occhi bassi. Forse avete ragione a tenere gli occhi bassi, perché provate vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Quartini. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Intanto io chiedo di poter sottoscrivere, a nome dell'intero gruppo del MoVimento 5 Stelle, questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Credo che ci sia un'ipocrisia di fondo assolutamente straordinaria da parte di questo Governo. Come ha ben detto la collega Appendino, l'8 marzo festeggiate qualcosa di enorme, che è anche quello di voler apprezzare la tutela della donna, e oggi vi rifiutate di approvare un emendamento come questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ma con quale faccia, veramente, lasciate fuori tutte le violenze contro la donna, lasciate fuori lo stalking, rispetto a questo provvedimento! Io credo che sia una vergogna assoluta! Presidente, io chiedo l'accantonamento di questo emendamento per una maggiore attenzione da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il parere del relatore su questa proposta di accantonamento: è contrario. Va bene così o insiste per la votazione? Insiste. C'è qualcuno che vuole parlare a favore dell'accantonamento? Deputata Di Biase, prego, ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io pregherei il Vice Ministro Sisto di prestare maggiore attenzione alle valutazioni e alle rimostranze che stanno arrivando dai banchi dell'opposizione. Vice Ministro, su alcune questioni ci si potrà pure dividere, potremmo - e lo faremo - entrare nel merito rispetto ad altri limiti che avremmo immaginato per la durata possibile delle intercettazioni, ma qui noi stiamo parlando di qualcosa che entra nella carne viva del nostro Paese.
Se parliamo di femminicidi, di donne che muoiono, di donne che vengono sfregiate, di donne che per tutta la vita - quando, quella vita, riescono a viverla - porteranno il peso di quello che hanno subito, voi state facendo e continuate a fare una violenza a quelle donne. Noi davvero vi chiediamo di rivedere il vostro parere e di accantonare l'emendamento. Poi vedremo in modo puntuale gli altri emendamenti che contengono questo tema, anche a firma del Partito Democratico. Non è possibile, Vice Ministro, che noi siamo davanti a questa situazione, ad un brusio in quest'Aula, come se non aveste contezza di che cosa stiamo votando: da una parte, rassicurate le donne, dall'altra, questo. Perché poi, parliamoci chiaro, questo è come vengono trattate le donne nel nostro Paese, è come vengono trattate le vittime. Ridurre a 45 giorni le intercettazioni significa semplicemente bloccare la ricerca della verità. E questo è qualcosa su cui io penso che voi dobbiate riflettere e che dobbiate farlo con molta, molta attenzione. Quindi, io sono qui a reiterare la richiesta di accantonamento e, naturalmente, per esprimere la nostra posizione favorevole al riguardo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessuno vuole parlare contro la proposta di accantonamento, passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.1009 Ascari, con il parere contrario del relatore.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 51 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1009 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione… Revoco la votazione. Colleghi, vi prego di collaborare, nel senso che, quando c'è una richiesta di intervento, bisogna rendersi visibili. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Orrico. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Presidente, mi domando a cosa stiano pensando le colleghe parlamentari del centrodestra rispetto alla bocciatura di questo emendamento, che si apprestano a votare.
Perché, signore colleghe, è inutile riempirsi la bocca di maggiori tutele, di prevenzione. È vero che, a voi, del centrodestra, la prevenzione non interessa, tant'è che, sul tema dell'educazione sessuale e affettiva, presentate libri al contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), invece di perorare la causa della prevenzione! Però, se proprio vogliamo andare sulla punizione, colleghe del centrodestra, abbiate un sussulto di dignità, visto che stamattina non ce l'avete fatta! Su, dai, su una cosa che ci riguarda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Sportiello. Ne ha facoltà per un minuto.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Guardi, Presidente, ho capito che oggi la priorità del centrodestra era quella di venire in Aula, far accomodare il signore Gentile, scavalcare e calpestare il Parlamento e la democrazia, ma qui siamo davanti all'assurdo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Perché vi stiamo chiedendo semplicemente (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… E non blaterate in questo modo! Fatemi parlare! Stiamo dicendo semplicemente una cosa…
PRESIDENTE. Deputata Sportiello, lei faccia il suo intervento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Al resto…
GILDA SPORTIELLO (M5S). Presidente, ma io devo poterlo fare il mio intervento!
PRESIDENTE. …al resto pensiamo noi. Lei faccia il suo intervento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
GILDA SPORTIELLO (M5S). Devo poterlo fare il mio intervento, Presidente. Lei dovrebbe garantire che io possa parlare in tranquillità, senza un brusio che mi impedisce di intervenire.
Allora, con questo emendamento che vi abbiamo proposto, davanti a una cosa indegna che stiamo votando - e cioè quella di limitare a 45 giorni la possibilità di intercettare, in presenza di reati delle persone -, vi stiamo chiedendo che, nei casi di maltrattamenti in famiglia, stalking - e li ripeto, perché magari, così capiscono tutti-, di violenza sessuale e di gruppo, si possa andare oltre questo limite. Altrimenti il 25 novembre, l'8 marzo e in tutte le altre ricorrenze…
PRESIDENTE. Concluda.
GILDA SPORTIELLO (M5S). …toglietevi le giacche rosse e tutto il resto, perché sarete complici di quello che succede (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caso. Ne ha facoltà, per un minuto.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Rivolgo l'ennesimo appello ai colleghi e dico chiaramente una cosa: la prossima volta che saremo tutti qui, in quest'Aula, a piangere l'ennesima vittima, l'ennesima morte - perché ci sarà, accadrà e lo faremo -, ricordiamoci di questa giornata. Ricordiamoci di questa giornata in cui avete deciso che non ci devono essere strumenti reali per fermare tutto questo! Ricordatevelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1009 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1010 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Passiamo all'emendamento 1.16 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento, come quello presentato prima dai colleghi del MoVimento 5 Stelle e da noi sottoscritto, attiene ai reati di violenza di genere, ai reati del codice rosso e ai reati contro le donne. Chiede di prevedere, rispetto alla norma che introducete, l'eccezione relativa a tutti questi reati. È una delle due modifiche e si aggancia a un'altra con la quale proponiamo di estendere il limite di 45 giorni a 90 giorni, cioè a tre mesi, misura più coerente con la disciplina che c'è in altri Paesi europei.
Insistiamo sulle medesime argomentazioni che prima sono state presentate in Aula. Avvicinarsi alla giornata dell'8 marzo e presentare un'iniziativa legislativa sul femminicidio e, nei giorni seguenti, votare in Aula su un testo di legge che, per la prima volta, determina la retrocessione dell'attività di indagine contro i reati di violenza contro le donne è una assurdità intollerabile. A maggior ragione, quando, rispetto a questi fatti, sia il Ministro Nordio che i Sottosegretari, e anche il Vice Ministro Sisto, avevano dichiarato, pubblicamente, l'impegno a modificare questa parte della norma.
Credo che sia ancora più assurdo rispetto agli ordini del giorno che ci apprestiamo a votare successivamente agli emendamenti, tra i quali ne figura uno della maggioranza, che chiede di escludere i reati del codice rosso da quelli rispetto ai quali si applica il limite dei 45 giorni. Cioè voi, nell'arco di qualche minuto, votate contro gli emendamenti delle opposizioni, che chiedono di cancellare quel limite per i reati del codice rosso, e, dopo aver impedito questo intervento migliorativo del testo, vi lavate la coscienza con un ordine del giorno con cui si chiede di modificare successivamente quella norma. È veramente la fiera dell'assurdo, che non può essere tollerata.
Mi chiedo con quale credibilità possiate presentarvi di fronte al Paese, parlando di sicurezza, di tutela delle donne, di un impegno delle istituzioni, quando, rispetto ai passi in avanti che dobbiamo fare oggi, determinate un clamoroso passo indietro. Anche questo emendamento offre un'occasione per correggere il tiro e tornare sulla strada più giusta, quella che voi state abbandonando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle su questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Carmina. Ne ha facoltà, per un minuto.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale. Da donna, faccio un appello a tutte le donne del Parlamento, di quest'Aula, perché non so chi sia stata vittima di stalking, ma, certamente, sterilizzare la possibilità di intercettazioni telefoniche rispetto a un reato che si consuma e si protrae mesi e mesi, per anni, sicuramente è un'aberrazione che lede fortemente la possibilità di tutela delle donne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Infatti, una cosa è mettere numeri e un'altra è andare alla verifica delle indagini necessarie in base alla tipologia dei reati! Lo stalker - badate - anche a distanza di anni si ripresenta! Sta silente un periodo e poi ti manda un messaggio con cui c'è scritto: “Buongiorno, io sono qua”. Pensateci e accantonate questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Appendino. Prego, la ascoltiamo.
CHIARA APPENDINO (M5S). Sì, noi aspettiamo voi, Presidente. Noi aspettiamo che il Vice Ministro Sisto alzi la testa e guardi questo pezzo di Aula, aspettiamo che alzi la testa dal telefono e guardi in faccia quelle donne su cui anche lei sarà responsabile, responsabile come il silenzio assordante della maggioranza che non ha nemmeno il coraggio di dirci perché vota “no” su questo emendamento! Guardatele in faccia, quelle donne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma veramente pensate che uno stalker, al 46° giorno, smetta di telefonare alla vittima? Veramente pensate questo? Ditelo alle donne che ci sono passate! Vergognatevi, perché se almeno aveste il coraggio di difendere la posizione, potremmo discutere. Ma niente, a testa bassa, schiacciate il tasto rosso e mandate migliaia di donne con la paura a casa di non avere più uno strumento a loro tutela. Veramente, non so più come dirvelo, non so più come dirvelo. Abbiate un sussulto di dignità! Abbiate un sussulto di dignità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Amato. Ne ha facoltà, per un minuto.
GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Tramite lei, vorrei dire al Vice Ministro Sisto che, a inizio legislatura, in quest'Aula, si alzò un deputato della maggioranza e ci disse: non ci fate perdere tempo, abbiamo vinto e comandiamo noi, anzi, stiamo consumando ENEL con i soldi pubblici, quindi, luce con i soldi pubblici.
Si sta puntualmente verificando in quest'Aula quello che quel deputato allora ci disse: non ci fate perdere tempo. Parlare sugli emendamenti, cercare di discutere, è una perdita di tempo? Quest'Aula dovrebbe ragionare sulle cose da fare. Purtroppo, quest'Aula…
PRESIDENTE. Concluda.
GAETANO AMATO (M5S). …è diventata un “premi il bottone” e basta. Passa tutto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Veramente, chiedo ai colleghi e alle colleghe un attimo di attenzione. Abbiamo una legge che consta di questo foglio: è un articolo. Dopodiché abbiamo gli ordini del giorno.
Ebbene, il primo ordine del giorno, a firma della maggioranza, della collega Bisa, chiede esattamente quello che stiamo chiedendo con i nostri emendamenti; cioè voi oggi approvate con 45 giorni il termine rispetto alle intercettazioni per reati come lo stalking, il revenge porn, come la violenza sessuale, e poi, per pulirvi la coscienza - perché non si sa mai che qualche donna magari ci rimetta e venga a bussare alla vostra porta per chiedervi come mai non è stata protetta e tutelata - fate un ordine del giorno in cui chiedete l'impegno del Governo ad adottare le opportune iniziative normative al fine di estendere il termine massimo di durata complessiva delle operazioni di intercettazione nelle indagini vertenti sui delitti di violenza sessuale, violenza di genere, stalking, revenge porn e pedopornografia. Fate pace con il cervello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Fate pace con voi stessi! Ma vi rendete conto di quello che ci state facendo fare? Ma vi rendete conto?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io ho letto poco fa questo primo ordine del giorno. Magari sarebbe interessante sapere qual è il parere del Governo su questo ordine del giorno, perché dovete veramente decidere da che parte stare. Se stare dalla parte delle donne, se stare dalla parte dei bambini che subiscono pedopornografia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo lo dovete decidere! Voi lo dovete decidere cosa volete fare! Perché non si può votare contro ai nostri emendamenti perché, oggi, rappresentiamo l'opposizione, e poi portare questo. E sappiamo bene qual è il valore dell'ordine del giorno. Perché non avete fatto un emendamento anche voi, se eravate d'accordo? Perché è evidente che siete d'accordo con noi. Ma che problema avete al Governo? Che problema avete contro le donne e contro i bambini? Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Quello che io trovo incomprensibile è il fatto che questa modifica non sia stata fatta al Senato. Cioè, già questa discussione, oggi, qui, in quest'Aula, non doveva nemmeno esserci. Non comprendo come in prima lettura non siano stati in grado di fare questo tipo di modifica rispetto ai reati legati al Codice rosso. Visto che c'è un ordine del giorno a prima firma della collega Bisa - che ringrazio perché, tra l'altro, anche noi abbiamo un ordine del giorno in linea - chiedo che, almeno il gruppo della Lega, su questo emendamento si astenga, che non voti, almeno per coerenza. Ecco, vi chiediamo almeno questo: la coerenza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Per suo tramite, vorremmo chiedere e sentire le ragioni del Vice Ministro di questo parere negativo su questo emendamento perché ci sembra veramente assurdo che il Governo possa privare le donne di uno strumento importantissimo; privare le indagini sui reati contro le donne di uno strumento importantissimo! Ci dica perché. La politica è assunzione di responsabilità. Ci dica il perché, almeno riusciamo a capire quali sono le ragioni di questo parere negativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Riprendo questo discorso che stanno facendo anche le colleghe e i colleghi. Siamo di fronte ad una cosa che è incomprensibile ed irrazionale. E cioè: noi abbiamo i gruppi della maggioranza che si preoccupano, attraverso un ordine del giorno, di essere sicuri che il Governo metterà una pezza a un problema che si pone adesso: cioè che blocchiamo i tempi per le intercettazioni e questo ricadrà su un insieme di reati importantissimi in materia di violenza sulle donne.
Si preoccupano di questo nel momento in cui votano contro un emendamento che, adesso - non in futuro e per un impegno del Governo - ma adesso eviterebbe questo guaio. È una cosa incomprensibile!
Se qualcuno dei proponenti dell'ordine del giorno ci spiegasse questa assurdità, forse potremmo anche noi capirla. Perché adesso, veramente, Presidente, è proprio un problema logico, e lo stesso vale per il Governo. Al rappresentante del Governo dico, se domani - lo dico tramite il Presidente - darete un parere favorevole all'accoglimento di questo ordine del giorno sarete veramente schizzati. Nel senso che avete due posizioni opposte nel giro di 24 ore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. C'è una cosa nella dialettica parlamentare che può essere positiva. Ricordo che nella scorsa legislatura, quando abbiamo approvato il Codice rosso, c'è stato un movimento, diciamo un moto, da parte di tutte le deputate di tutte le forze politiche, che hanno, attraverso anche una protesta silenziosa molto bella, tutte davanti ai banchi del Governo, di fatto spinto tutto il Parlamento ad approvare un emendamento sul revenge porn che abbiamo poi inserito all'interno della norma del Codice rosso. Quello è stato un momento bellissimo di democrazia - bellissimo! - in cui il Parlamento, discutendo di una proposta di legge, facendo tesoro anche delle posizioni, anche un po' diverse, di tutti i gruppi, si è unito e ha dato un'innovazione positiva ad una proposta di legge in favore di tutte le donne. E io vi chiedo: non siamo nella stessa situazione adesso, care colleghe di tutte le forze politiche? Dove arriva, Vice Ministro, colleghe, questa furia pseudogarantista che volete portare avanti con questo provvedimento? Arriva pure a minare la sicurezza delle donne di cui tutti ci siamo riempiti la bocca qualche giorno fa, il giorno della festa delle donne, parlando di prevenzione e di tutela della donna. Allora, mi chiedo, colleghe, veramente, prendiamo ad esempio quello che è successo nella scorsa legislatura, perché questo emendamento ci riguarda tutte, e tutte dobbiamo difendere le altre donne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io vorrei davvero reiterare la richiesta appena fatta dalle colleghe del MoVimento 5 Stelle per conoscere, Vice Ministro, quali sono le motivazioni per cui avete espresso la vostra contrarietà a questo emendamento. Se non vuole dirci, se non volete assumervi a questo punto, le motivazioni politiche, le ragioni politiche che vi hanno spinto a dare un parere contrario, se la può far stare meglio ci può spiegare questo atteggiamento solipsistico che lei fa tenendo, oggi, in quest'Aula. Noi, francamente, siamo abbastanza sconcertate da questo silenzio, dal guardare fisso di alcuni colleghi, da chi maneggia cellulari in modo compulsivo, da chi parla al telefono, da chi, in quest'Aula, fa tutto fuorché il proprio dovere, che sarebbe quello di votare secondo coscienza un emendamento che farebbe bene alle donne di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel novembre del 2023 quest'Aula ha votato, all'unanimità, quella che è diventata la legge 24 novembre 2023, n. 168, aggiornamento del Codice rosso, e che avete avuto l'impudenza di chiamare legge “Salvavita”.
In quella legge “Salvavita” si introduce la possibilità di arresto, in flagranza differita, per gli stalker, rendendo possibile l'arresto se vi sono prove visive o fotografiche dei fatti denunciati. Ebbene, questo è il contesto. Questo è oggi vigente nella legge. Ci troviamo qui, oggi, a non accettare di estendere, in questa norma, il termine per le intercettazioni su questi reati. Però, l'ipocrisia, probabilmente, di approvare un ordine del giorno nel quale si dice: beh, non oggi, ma in futuro, si potrebbero fare iniziative normative al fine di estendere questo termine massimo di durata delle intercettazioni.
Ebbene, davvero, se non volete - diciamo così - assumere una responsabilità politica, fatelo almeno dal punto di vista tecnico-logico. Sono stati rimandati al Senato dei provvedimenti per la correzione tecnica.
PRESIDENTE. È scaduto il suo tempo. Concluda.
SARA FERRARI (PD-IDP). Bene, consideratela una correzione tecnica, se non volete considerarla politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi è veramente una giornata buia, perché non solo avete sfregiato la democrazia ma si sta per approvare una norma che è violenza. Perché consente di consumare la violenza quando non è possibile intercettarla, e questo è un fatto aberrante.
E soprattutto vi scandalizzate perché vogliamo, pretendiamo che venga introdotta l'educazione affettiva e sessuale, che considerate pornografia, ma, di fatto, lasciate i bambini in balia della pornografia. Questo è assurdo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è la vostra ipocrisia, è la vostra arroganza, e non è così che si contrasta la violenza sulle donne.
Dall'inizio dell'anno, 5 donne ammazzate; nel 2024, 111 donne ammazzate; dal 2000 a oggi sono oltre 3.000…
PRESIDENTE. Concluda.
STEFANIA ASCARI (M5S). …le donne ammazzate e queste sono un peso che dovete avere sulla coscienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siccome è stato fatto riferimento alle scorse legislature, ebbene, nelle scorse legislature le donne dei vari gruppi politici presenti in quest'Aula collaboravano insieme, lavoravano insieme in un intergruppo, presentavano insieme anche degli emendamenti. Questo perché stavano a cuore, a tutte le deputate presenti in quest'Aula, le battaglie a favore delle donne.
Dunque, in questa legislatura, dove noi abbiamo una Presidente del Consiglio, a maggior ragione io penso che vi sia l'opportunità per unire le forze. Invece no, in questa legislatura le donne della destra non partecipano alle stesse battaglie a favore delle donne, che potremo fare tutte insieme. Perché le colleghe si accontentano di un ordine del giorno? In questo caso, un ordine del giorno che lascia il tempo che trova. Io mi rivolgo alle colleghe Bisa, Varchi, Calderone, Carfagna, Ravetto, Patriarca e Semenzato: colleghe, non accontentatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)! Non si possono fare sconti sulla pelle delle donne!
PRESIDENTE. Concluda.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Non si può risparmiare in intercettazioni sulla vita delle donne.
PRESIDENTE. La ringrazio.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Aiutateci a firmare insieme questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Stumpo. Un minuto. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Soltanto per chiedere ragione. Io ricordo che ogni tanto, nella scorsa legislatura - ma succedeva anche in questa - quando si voleva dare un senso maggiore agli ordini del giorno, dal Governo dicevano: un ordine del giorno vincolante. Questo aumentava la fregatura della vicenda, nel senso che un ordine del giorno è pari a un ordine del giorno vincolante. Ma la domanda - e mi rivolgo al Sottosegretario - è la seguente: come si fa a fare una legge, come ha fatto vedere la collega, di poche righe, e approvare poi un ordine del giorno che cambia radicalmente la legge nello stesso indirizzo che stiamo chiedendo. Quindi, dalla parte della stessa maggioranza si sta mettendo in luce il fatto che quello che è scritto in questa legge sia sbagliato. Allora, dovrebbe diventare legge oggi…
PRESIDENTE. Concluda.
NICOLA STUMPO (PD-IDP). …provate a cambiarla e la riapprovate fra una settimana al Senato così. Non aspettate un altro vettore, costruitelo oggi questo nuovo vettore.
PRESIDENTE. La ringrazio.
NICOLA STUMPO (PD-IDP). Approvatela al Senato, anche per dare una risposta a voi stessi che state dicendo che state approvando una legge sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quartini. Un minuto. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Io direi che il re è nudo da questo punto di vista, perché da un lato…
PRESIDENTE. La interrompo perché ha il microfono difettoso anche lei, quindi dovrebbe usarci la cortesia di prendere quello della postazione a fianco.
ANDREA QUARTINI (M5S). Sì, mi sente, Presidente?
PRESIDENTE. Forte e chiaro. Prosegua.
ANDREA QUARTINI (M5S). Dicevo, il re è nudo, perché da un lato bocciate questo emendamento, dall'altro presentate un ordine del giorno. Evidentemente avete la coscienza sporca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non c'è altra spiegazione, Presidente. Io chiedo comunque di sottoscrivere a nome del MoVimento 5 Stelle l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Turista violentata in hotel, luglio 2024: i suoi aggressori incastrati dalle intercettazioni. L'omicidio di una donna nel Cagliaritano: il marito - che tra l'altro ha stuprato una quindicenne - incastrato dalle intercettazioni. Ancora, femminicidio di Pistrino: vicino di casa incastrato dalle intercettazioni. Ragazza di 15 anni, abusata per due anni da due vicini di casa: incastrati dalle intercettazioni. È a queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che dovete dire che non avranno più giustizia. Sono queste le persone che dovete guardare in faccia mentre…
PRESIDENTE. Concluda.
CARLA GIULIANO (M5S). ...andranno a farsi benedire le indagini sui loro aggressori. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Casu. Un minuto. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, per sottoscrivere l'emendamento a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico e per rivolgere un appello alla Presidenza e, per suo tramite, al Governo. Noi riteniamo necessario che si proceda, perlomeno, a un accantonamento di questo emendamento, per poter fare le opportune valutazioni circa un tema e un voto che, se si confermassero i pareri dei relatori e del Governo, non sarebbe un voto contro una proposta del Partito Democratico e l'opposizione, ma sarebbe un voto contro uno strumento fondamentale per contrastare la violenza di genere, tema su cui veramente questo Parlamento non dovrebbe dividersi.
PRESIDENTE. C'è una proposta di accantonamento? L'onorevole relatore ha dato parere contrario. Insiste per la votazione, deputato Casu? Insiste. Chi vuole parlare a favore della richiesta di accantonamento? Deputata D'Orso? Prego.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Allora, il momento di agire è questo, è adesso. Prendetevi un attimo di riflessione, perché non ci sarà un momento successivo. Questo emendamento va accantonato. Andiamo a parlare tutti insieme con il Vice Ministro, che davvero non comprendo come possa affrontare una situazione del genere. Infatti, la deroga deve essere introdotta con questo provvedimento, non con un ordine del giorno che, forse, verrà attuato chissà quando. Perché anche se questo provvedimento dovesse entrare in vigore per uno, due, tre, quattro giorni, voi avreste addosso, sulla vostra coscienza, le vittime dei reati di violenza di genere, per quei tre, quattro, cinque giorni e potreste avere sulla coscienza anche la morte di qualche persona. Io vi guardo direttamente e dico: è ora il tempo di agire e di introdurre questa deroga! Non è domani, dopodomani o chissà quando, con un ordine del giorno. Ma veramente non vi vergognate? Con un ordine del giorno? Vi volete lavare la coscienza, con un ordine del giorno! Siete ridicoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Qualcuno vuole parlare contro la richiesta di accantonamento? No.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.16 Gianassi, con il parere contrario del relatore.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 54 voti di differenza.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Fede. Un minuto. Ne ha facoltà.
GIORGIO FEDE (M5S). Presidente, qui parliamo di bullismo…
PRESIDENTE. Ha un problema al microfono anche lei, dovrebbe passare alla postazione a fianco.
GIORGIO FEDE (M5S). Capisco che in merito al bullismo non ci sia molta sensibilità, l'abbiamo visto questa mattina nei confronti della collega Scutella', però qui parliamo di un argomento importante. Bisogna avere la tutela, 45 giorni di intercettazioni sono una cosa ridicola.
La collega Giuliano ha ricordato tutti i casi che sono stati risolti grazie alle intercettazioni, quindi non capiamo per quale motivo ci sia questa ossessione verso le intercettazioni telefoniche. Non vorrei che quello che ha subito la Meloni con i comici russi l'abbia condizionata, però i magistrati e le Forze dell'ordine le usano in maniera seria, quindi ci raccomandiamo che questo parere possa essere rivisto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Intanto, per chiedere di sottoscrivere questo emendamento come gruppo di Azione e poi sicuramente anche per raccomandare al Governo presente un momento di riflessione, perché un emendamento non può essere sostituito con un ordine del giorno - questo è risaputo - e sappiamo tutti la fine che fanno gli ordini del giorno in questa Aula: hanno sicuramente un binario morto. Quello che chiediamo, anche come gruppo di Azione, è di prendere in considerazione la richiesta di questo emendamento ma, non solo, ogni utile azione che possa, in qualche modo, proteggere le donne.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà per un minuto. Il deputato Scotto si è momentaneamente assentato e, dunque, andiamo avanti.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ghirra. Ne ha facoltà, per un minuto.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Per noi è davvero incomprensibile perché non volete accogliere questo emendamento e tanto meno perché non avete neanche deciso di accantonarlo. Abbiamo visto come 45 giorni per le intercettazioni, soprattutto per quanto riguarda i reati di violenza, siano del tutto insufficienti, non tutelino le donne, non tutelino i minori. Almeno per il codice rosso chiedevamo una deroga. È inutile che vengano fatte manifestazioni per l'8 marzo e per il 25 novembre se poi con atti concreti, con le norme che questo Parlamento approva, voi prendete sempre strade opposte. Mettetevi una mano sulla coscienza. Meno mimose - come abbiamo detto - e più diritti e più tutele per le donne (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Pongo, dunque, in votazione l'emendamento…
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Raffa. Ne ha facoltà per un minuto.
ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Guardi, noi oggi stiamo discutendo di questa proposta di legge che vuole mettere un limite di 45 giorni per il tempo delle intercettazioni da parte della Polizia e della giustizia italiana. Però, con questo emendamento noi chiediamo che questo limite non ci sia per tutti quei reati di violenza contro le donne e anche contro i minori. Perché la maggioranza ha presentato questa proposta di legge? Ha presentato questa proposta di legge perché dice che le intercettazioni sono costose e si lede il diritto alla privacy. Però, le armi non sono costose, perché i soldi per le armi voi li mettete: 36 miliardi di euro per le armi, nel 2025, voi li state spendendo. Allora, la sicurezza delle donne e delle cittadine italiane non è importante quanto, invece, rimpinguare le tasche delle aziende di armi negli Stati Uniti. È vero?
PRESIDENTE. Concluda.
ANGELA RAFFA (M5S). Questa è la verità. E allora ditelo chiaro in faccia ai cittadini italiani e soprattutto alle cittadine italiane che dell'8 marzo e del 25 novembre non ve ne frega niente.
PRESIDENTE. La ringrazio.
ANGELA RAFFA (M5S). A Musk, invece, e a Trump…
PRESIDENTE. Chiuda, grazie.
ANGELA RAFFA (M5S). …siete lì ai loro piedi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione l'emendamento 1.16 Gianassi…
Però, non possiamo andare avanti così, colleghi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dovete presentare una lista o segnalarvi prima, perché sul momento è impossibile. È la terza volta che apro la votazione e la devo richiudere.
Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Alifano. Ne ha facoltà per un minuto. Vi si chiede soltanto di segnalarvi e meglio ancora sarebbe presentare una lista, ma almeno segnalarvi in anticipo.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Io mi rivolgo, oltre che alle donne, anche a coloro che praticano le aule di tribunale. Noi qui stiamo affrontando un tema che riguarda reati che sono di difficile accertamento, perché molto spesso si consumano all'interno delle mura domestiche, quindi è difficile reperire la prova. Tra l'altro, sono reati che si consumano nel tempo, in molti casi sono abituali, quindi è proprio necessario ricorrere a questo mezzo di prova, proprio per poter tutelare le vittime. Per questo motivo, proprio per la tipologia di reato, è necessario, ovviamente, che ci sia una disciplina diversa. Per questo motivo anch'io peroro quello che hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, cioè che ci sia un ripensamento da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Passiamo agli identici emendamenti 1.17 Gianassi e 1.18 Dori.
Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. C'è da dire che, almeno qui, la maggioranza è coerente con altri provvedimenti, quali, ad esempio, l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, perché qui, con questo emendamento - abbiamo due emendamenti identici: il mio e quello del collega Gianassi - chiediamo non solo l'aumento del termine da 45 a 90 giorni, che, per noi, è davvero il minimo del minimo, però in più chiediamo questa deroga rispetto alle nuove misure previste da questo DDL anche per i delitti dei pubblici ufficiali o degli incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione, quindi i reati contro la pubblica amministrazione, che, a nostro parere, sono di particolare gravità.
Quindi, anche da questo punto di vista chiediamo un'ulteriore riflessione alla maggioranza e speriamo e auspichiamo davvero che possa essere accolto l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scarpa. Ne ha facoltà.
Ricordo che stiamo discutendo gli identici emendamenti 1.17 Gianassi e 1.18 Dori. Prego, deputata Scarpa.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questi emendamenti fanno una precisazione importante, cioè esplicitano precisamente quali sono le eccezioni, quando e in che casi si va in deroga rispetto a quanto previsto da questo DDL, quindi il limite dei 45 giorni per le intercettazioni. Lo scriviamo nero su bianco perché nel DDL, invece, si esclude la criminalità organizzata e il terrorismo ma facendo un rimando, precisamente un rimando all'articolo 13 del decreto-legge n. 152 del 1991 che, a sua volta, fa un rimando a un altro articolo. Insomma, non esplicita precisamente, nero su bianco, le eccezioni che si fanno. Noi in questo caso, invece, lo vogliamo fare. Quindi, vogliamo escludere i delitti di cui all'articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, cioè quelli relativi all'associazione a delinquere e alla criminalità organizzata, e i delitti dei pubblici ufficiali o degli incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione, quelli per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore al massimo di cinque anni. Quindi, stiamo parlando di questioni piuttosto gravi.
Ebbene, soprattutto nel momento in cui si va a comprimere così tanto - e in modo così arbitrario, peraltro - uno degli strumenti delle indagini, è necessario scrivere precisamente quando si va in deroga e per che cosa, altrimenti si lascia spazio a sospetti e a dubbi a cui non vogliamo lasciare spazio. Non deve esserci alcuna ambiguità sulla lotta alla criminalità organizzata, piuttosto che sui delitti compiuti da membri della pubblica amministrazione, e, quindi, in questo senso l'appello è alla chiarezza. Questo emendamento non fa molto se non rendere più chiara una cosa che condividiamo tutti: la lotta all'illegalità, specialmente quando si tratta di pubblica amministrazione o, ancora peggio, di associazione a delinquere. Quindi, un ripensamento su questo penso che sarebbe dovuto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo su questo emendamento per fare una considerazione un po' diversa da quella dei colleghi che mi hanno preceduto, perché io non sono affatto sorpreso di questo giro di vite sulle intercettazioni. Non sono sorpreso perché basta guardare da dove arriva la proposta: arriva da Forza Italia e Forza Italia - lo ricordo a quest'Aula - è un partito che è stato fondato da un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un partito il cui ex leader, Berlusconi, ha finanziato la mafia almeno fino al 1992 e ospitava orgogliosamente in casa un noto boss mafioso. È un partito in cui ci sono parlamentari, che hanno contribuito a forgiarne l'essenza negli anni e addirittura nei decenni, come Antonio D'Alì, vicino a Mattia Messina Denaro, o anche come Nicola Cosentino, che è stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, per non parlare di Amedeo Matacena, anch'egli condannato per contiguità alle ‘ndrine.
Insomma, benché lo sappiamo, questo giro di vite non si applica alle indagini sulla malavita, contro la malavita organizzata, però si applica sicuramente, rendendo molto difficili indagini per fare emergere i cosiddetti reati spia. In pratica, renderà più difficile il lavoro ai magistrati e più facile il lavoro ai delinquenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo è assolutamente coerente in quanto proposta da un partito come questo. Concludo, Presidente, con una preghiera che rivolgo a lei: qualcuno dovrebbe spiegare loro, tra mafia e antimafia, tra legalità e illegalità, da che parte si devono schierare le istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.17 Gianassi e 1.18 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione…Il deputato Pittalis vuole parlare? Non l'avevo vista. Revoco la votazione e le do la parola. Prego.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Sì, Presidente, solo per dire che le parole miserabili proferite da un miserabile neppure meritano alcun commento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Confermo l'apertura della votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.17 Gianassi e 1.18 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione... (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) … La votazione è revocata. Chi è che parla? Perché ci sono dieci mani alzate. Decidete e fatemi capire. C'è un capogruppo, immagino. Deputata D'Orso? Prego.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, articolo 8 e seguenti. Mi appello alla sua conduzione dei lavori di quest'Aula. Quando viene insultato un collega si riprende il collega che lo insulta e lei mi pare che non abbia ripreso il collega Pittalis che ha dato del miserabile al collega Cappelletti. Non si fa così, non si fa così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché è stato fatto un insulto alla persona, non al contenuto delle dichiarazioni. Non era più sul contenuto delle dichiarazioni, era sulla persona e questo in quest'Aula non può accadere e non può farsi passare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, mi faccia dire…scusate, posso?
PRESIDENTE. Prego, certo.
MARCO GRIMALDI (AVS). Ho l'impressione, Presidente, che ci sia un alert. Non so se conosce gli alert, no? C'è una sorta di Berlusconi alert, che quando questo nome….
PRESIDENTE. Sta facendo un richiamo al Regolamento?
MARCO GRIMALDI (AVS). Sì e, tra l'altro, mi fa molto piacere che ci sia lei a presiedere. Perché - posto che credo che in quest'Aula si possa parlare quasi di tutto, rispettando le istituzioni, ma sempre nel vincolo, diciamo, della Costituzione, del fatto che siamo liberi di dire certe cose - , io dopo aver pronunciato un intervento in cui spiegavo i motivi per cui, un già Presidente del Consiglio abbia, penso, tutto il diritto di essere messo, diciamo… di essere messi in fila, diciamo, i motivi per cui ha avuto delle vicende giudiziarie aperte in questo Paese, sono stato definito in quest'Aula: omuncolo, scappato di casa, senza che nessun Presidente di questa Camera abbia non solo fermato quel deputato, ma abbia preso dei provvedimenti per quegli insulti pesantissimi verso un collega.
Oggi, proprio perché queste parole vengono dette ad un altro collega, io le chiedo Presidente se è normale che quel deputato, che ogni volta interviene sempre con lo stesso alert, come fosse ancora l'avvocato di Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), possa permettersi di dare, ad altri deputati, delle persone indegne, che dicono semplicemente a verbale tutta la verità, nient'altro che la verità, nient'altro che la verità! Presidente è inaccettabile! Quella persona andrebbe condotta fuori da quest'Aula, perché ha insultato un deputato della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle – I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle scandiscono: “Fuori, fuori, fuori!” – Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Intanto, anche se non ho avuto… chiedo scusa, colleghi, l'intervento svolto dal deputato Pittalis mi pare abbastanza evidente che fosse al di sopra delle righe e, in quanto tale, censurabile. Io non ho fatto neanche in tempo, perché, come avete potuto constatare, è durato (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) … Vi ho dato la parola, vi ho dato la parola (Il deputato Quartini: “Hai lasciato votare l'emendamento, Presidente!”), vi ho dato la parola e vi ho ascoltato prima di fare questo intervento in chiusura. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, mi unisco al richiamo al Regolamento, ai sensi dell'articolo 8 e seguenti. Io penso che sia importante, al di là di questa tardiva censura che comunque registriamo positivamente, che venga stigmatizzato, con un po' più di forza in quest'Aula, che in quest'Aula non c'è nessun miserabile, siamo tutti parlamentari, deputate e deputati e nessun collega si deve permettere di dare a un collega del miserabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Presidente, lei è chiamato a rispettare il Regolamento della Camera, ma anche l'articolo 67 della Costituzione. Siamo membri del Parlamento, rappresentiamo l'intera Nazione, possiamo avere idee differenti, possiamo avere idee differenti (Il deputato Amich: “Sono dodici ore che ci insultano!”), però io penso che sia indispensabile che il messaggio che la Presidenza lancia forte da quest'Aula è che nessun deputato della Repubblica può dare del miserabile a un altro deputato della Repubblica. E le chiediamo Presidente di ribadire con forza questo principio.
PRESIDENTE. La Presidenza lo ha appena fatto. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) …
PRESIDENTE. Prego.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Dicevo, da un punto di vista della sintassi (Commenti dei deputati dei gruppi del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle) la parola miserabile, Presidente, per suo tramite…
PRESIDENTE. Colleghi, non è che potete parlare soltanto voi. Qui ognuno ha diritto di dire quello che pensa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Deputato Sasso, argomenti e prosegua.
ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, io leggo testualmente il significato del termine miserabile, visto che in quest'Aula per circa 7, 8 ore ho sentito turpiloquio e lo ho accettato. Ci hanno detto: fate schifo. Ci hanno detto: vergognatevi. Ci hanno detto: andate via. Ci hanno detto di tutto. Allora, la parola miserabile leggo, per suo tramite, a beneficio dei colleghi che forse ignorano proprio dal punto di vista concettuale questo che è un aggettivo; miserabile significa: “che provoca desolazione, avvilimento, compassione materiale o spirituale; che denota miseria, povertà, squallore: che aspetto miserabile ha quel poveretto! condurre una vita miserabile; ridursi in uno stato miserabile” (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
Per questo, Presidente, le chiedo scusa in principio per questo turpiloquio, l'ennesimo che mi rende protagonista di fronte ad un'esternazione di un collega del MoVimento 5 Stelle, però, per me chi si permette di infangare la memoria di un uomo, di un politico, di un Capo di Stato come il Presidente Silvio Berlusconi ha una condotta politicamente mi-se-ra-bi-le. Solidarietà al collega Pittalis (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Allora, intanto, diamo la parola alla deputata Guerra, che ha chiesto di parlare. Vedo che ci sono mani alzate nei banchi del MoVimento 5 Stelle. Vale la convenzione per cui abbiamo bisogno di un nome e non di dieci mani alzate, perché non c'è capacità selettiva da parte della Presidenza in ordine a chi è che debba prendere la parola da parte di questo gruppo. Quindi, se cortesemente potete consultarvi e, poi, farci capire. Prego, deputata Guerra.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, solo sull'ordine dei lavori. Visto che abbiamo uno che ci legge il dizionario, ha letto soltanto il primo pezzo e dalla stessa citazione - continuo io per lei - c'è il secondo valore di quel termine: “epiteto di grave biasimo diretto contro chi riveli nel comportamento una repellente bassezza morale, ignobile e spregevole”. Quindi, come vede, lo sappiamo leggere anche noi il dizionario. Ci provi anche lei, legga fino alla fine (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Allora, Presidente, sentire il collega Sasso con il dizionario in mano, che aveva cominciato, tempo fa, con lo scambiare Topolino con Dante, è una cosa simpatica. Però, Presidente, due cose: in primo luogo, utilizzare il termine miserabile con un'accezione di spregio, indipendentemente dall'aspetto del contenuto del dizionario, è una cosa che non va bene in quest'Aula, perché altrimenti io potrei dare del miserabile a chi presiede e sulla base di questo precedente aver fatto una cosa normale e non va assolutamente bene (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
In secondo luogo, Presidente, mi appello a lei, che è seduto in quella sedia e deve far rispettare l'Aula in maniera paritetica, che non può venire a dire una cosa non vera, dicendo che lei non ha avuto il tempo di rendersi conto, perché aveva messo in votazione e solo dopo le nostre rimostranze lei l'ha revocata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io mi aspetto dal Presidente dell'Aula il fatto che debba almeno agire e dire anche: ho sbagliato, scusate, perché dire di aver sbagliato non è un peccato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Io ricordo, deputato Dell'Olio, di aver già stigmatizzato l'intervento del collega (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'ho fatto e lo ripeto. Quindi, il tema non è questo. L'intervento è durato dieci secondi e siccome c'è stata una richiesta, da parte di diversi deputati del MoVimento 5 Stelle, di prendere la parola, l'ho data prima per ascoltare le vostre argomentazioni. Dopodiché, mi sono dichiarato rispetto anche all'intervento del collega Pittalis.
Ha chiesto di parlare la deputata Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.
RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Io volevo solo dire una cosa. Intanto, il Parlamento dovrebbe riacquistare lucidità, buona educazione e, soprattutto, anche solidarietà fra noi (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La maggioranza sta qui tutto il giorno ad ascoltarvi e noi non abbiamo possibilità di rispondervi.
PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, deputata Dalla Chiesa.
RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Ci siamo sentiti dare dei mafiosi, ci sentiamo continuamente dire: siete dei mafiosi, vergognatevi, vergogna. Forse, dovreste andarci un pochino più piano e capire anche chi avete qui, in Aula, perché io ho visto delle volte che alcune persone dalla parte vostra si rivolgono qui e dicono mafiosi con molta leggerezza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Vi volevo solo chiedere di pensare un pochino, basta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Abbiamo ascoltato tanti interventi. Direi che possiamo procedere alla votazione degli identici emendamenti perché non si può andare avanti all'infinito (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa discussione c'è stata e l'intervento del collega Pittalis è stato stigmatizzato. Penso che si debba procedere. Io darò ancora la parola a un collega del MoVimento 5 Stelle e a un collega del Partito Democratico, anzi, al deputato Orsini, che è il primo perché era iscritto. Quindi, deputato Orsini, darò la parola a lei, poi agli altri due colleghi citati e poi passiamo ai voti.
Prego, deputato Orsini; è l'unico già iscritto, quindi non si imbarazzi, perché non c'è nessun favoritismo.
ANDREA ORSINI (FI-PPE). Presidente, per suo tramite, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle. Noi vi riconosciamo e vi lasciamo esprimere con la massima libertà e senza polemizzare su tutto quello che dite, persino quando ci date dei mafiosi, persino quando date del mafioso alla figlia di Carlo Alberto Dalla Chiesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle si grida: “No!”). Credo che tutto questo sia difficile da tollerare.
PRESIDENTE. Deputato Orsini, lei è persona esperta: si rivolga, comunque, alla Presidenza.
ANDREA ORSINI (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Allora, mi permetto di dire che noi tutto questo lo accettiamo, ma quando viene insultato un morto, quando viene insultato un morto che non si può difendere, quando viene insultato un morto che è stato uno dei più grandi statisti della storia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è difficile non essere indignati. E che i colleghi del MoVimento 5 Stelle facciano tutto questo e si permettano, poi, anche di fare le vittime e di fare la parte di quelli insultati, è una cosa della quale dovrebbero vergognarsi (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) se avessero una coscienza e la loro coscienza dovrebbe dirgli la risposta.
Evidentemente, la loro coscienza funziona a corrente alternata e non vado oltre, perché non voglio metterla in imbarazzo, signor Presidente (Il deputato Dall'Olio: “Continuiamo con le offese!”).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, questi comportamenti e queste parole violente vanno stigmatizzate in quest'Aula. Quest'Aula, come lei forse dimentica, ha visto un'azione squadrista, in occasione della votazione sull'autonomia differenziata, nei confronti del nostro collega Donno (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), il quale è stato menato. Quindi, noi non accettiamo lezioni, predicozzi da nessuno, soprattutto da parte di chi ha votato che Ruby era la figlia di Mubarak (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Noi non abbiamo nulla di cui vergognarci e abbiamo la possibilità di dire in quest'Aula che andiamo a testa alta ed è suo compito, Presidente, difenderci, proteggerci e stigmatizzare le parole violente e offensive espresse dal deputato di Forza Italia nei confronti del deputato Cappelletti, cosa che lei non ha fatto sinora con il necessario rigore e la invito a farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Conoscendo il collega Pittalis - e attraverso di lei mi rivolgo a lui -, so che è una persona equilibrata e oggettivamente è andato oltre le righe. Si è potuto anche provare a trovare una spiegazione, il collega Sasso. Mal riuscita. Forse, l'unica soluzione per chiudere la serata in tranquillità è che il collega Pittalis prenda la parola e ci dica che ha sbagliato e la chiudiamo qui una volta per tutte (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Deputato Pittalis, intende raccogliere l'appello? Non mi pare…
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Presidente, la mia reazione è semplicemente dovuta al contenuto di un intervento nel quale non solo è stata e viene continuamente infangata la memoria di una persona che non è presente, ma addirittura ci si rivolge con espressioni come “Forza Italia comprata dalla mafia” o “ci sono persone della mafia che hanno finanziato Forza Italia” (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).
Lei pensa che io non mi possa ribellare in quest'Aula del Parlamento, Presidente. Non è il mio comportamento da stigmatizzare, ma è chi ha fatto queste allusioni calunniose e ne risponderà nelle sedi opportune, perché, se ha elementi, li dica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), li tiri fuori! È davvero vergognoso...
PRESIDENTE. Bene, la ringrazio. Mi pare che l'appello lei non l'abbia raccolto.
PIETRO PITTALIS…e, allora, io, sì, chiederò scusa nel momento in cui chi ha proferito quelle espressioni chiederà scusa alla memoria del presidente Berlusconi e alla memoria delle persone che non ci sono più.
PRESIDENTE. Lei ha tutto il diritto di indignarsi, a patto e a condizione che, comunque, la sua indignazione abbia - diciamo così - per strumento delle esternazioni che siano compatibili con il linguaggio dell'Aula e con il Regolamento dell'Aula. Quindi, lei non si è voluto giustificare né scusare. La Presidenza, ricordo, ha già stigmatizzato per tre volte consecutive le sue parole. Io voglio procedere, perché di richiami al Regolamento ne abbiamo fatti fin troppi e, quindi, andiamo a votare gli identici emendamenti (Il deputato Riccardo Ricciardi: “Chiedo di parlare!”)...Collega Ricciardi, abbiamo già ascoltato decine di interventi. Abbiamo detto che avremmo ascoltato altri tre interventi, così è stato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.17 Gianassi e 1.18 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…vi darò la parola dopo aver ribadito gli accordi. Interrompiamo a questo punto l'esame della proposta di legge in discussione, che riprenderà nella seduta di domani, la quale si concluderà non oltre le ore 11,30.
Secondo le medesime intese, anche gli ulteriori argomenti previsti dal vigente calendario dei lavori per la giornata di domani sono rinviati alla prossima settimana.
Avverto altresì che, con lettera in data odierna, i presidenti delle Commissioni III e IV hanno manifestato l'esigenza - sulla quale hanno convenuto gli uffici di presidenza integrati dai rappresentanti di gruppi delle medesime Commissioni - di rinviare ad altro calendario, e comunque a non prima del 15 maggio, l'esame del disegno di legge n. 1730 - Modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 17 marzo.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, tale provvedimento non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, mi dispiace, ma lei ha concluso degnamente la giornata di oggi, una giornata iniziata con una condotta e con un atteggiamento della maggioranza indegna, condotta degnamente da lei in maniera indegna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché, mi dispiace, non è la mia persona, ma non dare la parola al presidente di un gruppo è un fatto inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nel momento in cui il gruppo oggi è stato defraudato di una sua deputata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per un comportamento del genere, è una cosa inaccettabile.
E, allora, a me dispiace che Forza Italia si offenda, ma, purtroppo, non è colpa nostra se è stata fondata da un mafioso Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Ma non lo dico io, non lo dico io… ma cosa sono queste urla belluine che arrivano sempre? Ma non lo dico io…
PRESIDENTE. Deputato Ricciardi…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). No, mi dispiace…
PRESIDENTE. Deputato Ricciardi…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente…
PRESIDENTE…lei invoca il Regolamento…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente…
PRESIDENTE…e lo viola contestualmente.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, lei ci ha fatto fare una lezione etimologica sulla parola “miserabile” e ora mi dispiace, ma se io ristabilisco…
PRESIDENTE. Qui ognuno ha il diritto di parola (Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Il deputato Donno: “E allora fallo parlare!”).
RICCARDO RICCIARDI (M5S). E allora ce l'ho anch'io!
PRESIDENTE. Lei non ha il diritto di definire “mafioso” nessuno in quest'Aula.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Io…no, no…io ristabilisco…
PRESIDENTE. Non esiste questo diritto, non ce l'ha.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Io ristabilisco che una sentenza definitiva ha stabilito che Forza Italia è stata fondata da un mafioso, punto (Proteste di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Lega-Salvini Premier). E oggi, scusate, uno dice: negli anni cresco, mi evolvo, magari mi allontano da determinati modi di fare. Con il voto con cui stamani avete rubato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) un seggio al MoVimento 5 Stelle, avete dimostrato che dalla fondazione ad oggi…
PRESIDENTE. Concluda.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …gli stili e i metodi sono rimasti inalterati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La prego anche di portare rispetto alla Presidenza, non tanto per la mia persona, ma alla Presidenza in quanto tale. La sua definizione di conduzione indegna non è degna delle sue osservazioni (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull'attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi verificatisi dall'anno 2019.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 12 marzo 2025, la Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull'attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi verificatisi dall'anno 2019 ha proceduto alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente Giuseppe Bicchielli, vice presidenti Barbara Polo e Luciano D'Alfonso, segretari Alice Buonguerrieri e Antonio Iaria.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà, per due minuti, ma... Allora passiamo alla deputata Barzotti…
ELEONORA EVI (PD-IDP). No, sono qua, sono qua…
PRESIDENTE. Prego.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. È molto difficile per me intervenire in quest'Aula stasera…
PRESIDENTE. Scusi, deputata Barzotti. La deputata Evi è presente, quindi avevo immaginato che avrebbe preso la parola subito dopo averla individuata. Prego.
ELEONORA EVI (PD-IDP). Si, grazie, Presidente. Perché se esiste una cura non la si autorizza? La peritonite infettiva felina è una malattia sempre più diffusa che non lascia scampo: nel 96 per cento dei casi asintomatici è mortale. Eppure, ci sono farmaci efficaci. L'Unione europea ha infatti, ad esempio, concesso, con una deroga, l'uso del remdesivir nel 2023 per contrastare un'epidemia di FIP a Cipro. Dunque, funziona. In Inghilterra, dal 2021 una terapia è stata approvata, mentre in Italia è tutto fermo.
In attesa di una cura autorizzata e legale, le persone disperate, nel tentativo di salvare la vita al proprio gatto, si rivolgono anche al mercato illegale, esponendosi così a truffe e alla somministrazione di preparazioni senza alcun controllo, e tanti veterinari vivono sotto la pressione, sotto il dilemma etico tra salvare vite, da un lato, e non infrangere la legge ed esporsi a gravi sanzioni disciplinari, dall'altro. Abbiamo già depositato una interrogazione per chiedere al Governo di agire. Oggi chiedo al Ministro Schillaci che dia una risposta, perché per molte persone i gatti sono come dei figli, e io sono tra queste.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Per me è molto difficile intervenire questa sera dopo l'ingiustizia subita dalla collega Elisa Scutella', dai cittadini calabresi e dal MoVimento 5 Stelle questa mattina, che ritengo essere una vera vergogna e una ferita per la nostra democrazia. Però devo per forza intervenire per denunciare un fatto gravissimo che sta accadendo all'aeroporto civile di Montichiari, in provincia di Brescia, dove stanno transitando armi, Presidente, in un aeroporto civile! In quell'aeroporto, i lavoratori sono stati trovati a caricare e scaricare da camion materiale bellico, materiale con categoria A1; hanno dovuto fare la pallettizzazione su una piazzola remota e trasferire a magazzino cargo per la pesatura le armi; il materiale è stato poi trasportato in un'altra piazzola distante circa 2 chilometri, che ha transitato vicino a edifici civili dell'aeroporto.
Allora, Presidente, c'è un problema gravissimo di sicurezza del lavoro, di sicurezza dei cittadini, ma non soltanto: c'è un problema enorme di tipo etico, perché i lavoratori non vogliono far parte di un ingranaggio di questa economia bellicista (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non vogliono essere impiegati in attività militari. E li capiamo, li capiamo questi lavoratori, perché il MoVimento 5 Stelle condanna, senza se e senza ma, le scelte belliciste di questa Europa e di questo Governo.
È stato varato questo piano di riarmo da 800 miliardi e noi lo condanniamo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Ieri siamo stati a Strasburgo per denunciare e far sentire la nostra voce, la voce della pace, perché l'Europa senza la pace è morta. Quindi, “no” alla militarizzazione del lavoro. Per questo motivo ci sarà un presidio venerdì mattina in piazza a Brescia, promosso dal sindacato USB e il MoVimento 5 Stelle sarà con loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà per un minuto.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Un minuto è poco, lo userò per dire semplicemente che la settimana scorsa il MoVimento 5 Stelle è stato a Brindisi e lì, a Brindisi, è di nuovo stato vicino agli operai e agli imprenditori delle piccole e medie imprese, che ai cancelli protestano perché vedono perso il loro posto di lavoro. Non mi riferisco solo al petrolchimico, mi riferisco alla centrale Enel di Cerano, dove ci sono migliaia di persone che non vedono il Governo fare nulla, hanno una sola certezza, Presidente: che quella centrale verrà chiusa. Di tutto il resto non si sa nulla.
Allora, Presidente, tramite lei, al Ministro Urso: anziché stare non sappiamo dove, perché manco qui in Aula lo vediamo, ma si occupi di questi lavoratori e queste lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), apra un tavolo di crisi, prospetti loro un futuro. Ne va della dignità del nostro Paese, oltre che della dignità di queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà per due minuti.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Volevo leggere gli ultimi dati che sono usciti in questi giorni sui premi RC-auto, che non riguardano soltanto il napoletano, anche se è l'area più colpita, ma tutto il nostro Paese. In poche parole, c'è stato un incremento del 12,6 per cento del premio medio pagato a luglio 2024 rispetto a gennaio 2021. Questo è quello che è stato pubblicato, dati IVASS, che quindi fanno capire che c'è stato un aumento molto al di sopra del costo della vita e dell'inflazione. Per farle un esempio, i giovani under 25 hanno visto un aumento del 23,4 per cento negli ultimi tre anni. Noi abbiamo presentato, a mia prima firma e appoggiato da AVS e dal centrosinistra, una proposta di legge che prevedeva una tariffa unica per chi non commette sinistri negli ultimi dieci anni. È stata bocciata dal centrodestra e dall'ex Terzo Polo. Presidente, io ho presentato nuovamente una proposta di legge, perché vorrei capire per quale ragione il nostro Parlamento accetta che i cittadini vengano derubati in questo modo. Questa storia delle assicurazioni è oramai insostenibile e noi torneremo a chiedere che quest'Aula si esprima.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 13 marzo 2025 - Ore 9,30:
1. Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 932 - D'INIZIATIVA DEL SENATORE ZANETTIN: Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione (Approvata dal Senato). (C. 2084)
Relatori: CALDERONE e VARCHI.
La seduta termina alle 20,05.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni nn. 11 e 24 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 22 il deputato De Bertoldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 25 il deputato Graziani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DOC III, N.1 | 311 | 310 | 1 | 156 | 183 | 127 | 55 | Appr. |
2 | Nominale | MOZ 1-390 CPV 1,6,9,10,11 DISP | 279 | 278 | 1 | 140 | 115 | 163 | 54 | Resp. |
3 | Nominale | MOZ 1-390 CPV 2,3,4,5 DISP | 277 | 274 | 3 | 138 | 106 | 168 | 54 | Resp. |
4 | Nominale | MOZ 1-390 CPV 7 RIF,8,12 DISP | 275 | 274 | 1 | 138 | 269 | 5 | 54 | Appr. |
5 | Nominale | MOZ 1-390 CPV 1-3,5-7,10-11,15-17 PREM | 286 | 286 | 0 | 144 | 286 | 0 | 53 | Appr. |
6 | Nominale | MOZ 1-390 CPV REST PREM | 287 | 274 | 13 | 138 | 110 | 164 | 53 | Resp. |
7 | Nominale | MOZ 1-398 CPV 1,2,3,4,5,8 DISP | 286 | 280 | 6 | 141 | 120 | 160 | 53 | Resp. |
8 | Nominale | MOZ 1-398 CPV 6,7,9 DISP | 284 | 284 | 0 | 143 | 281 | 3 | 53 | Appr. |
9 | Nominale | MOZ 1-398 CP 1,2,3R,5,8-9R,10,12-14 | 286 | 286 | 0 | 144 | 285 | 1 | 53 | Appr. |
10 | Nominale | MOZ 1-398 REST CPV PREM | 288 | 284 | 4 | 143 | 123 | 161 | 53 | Resp. |
11 | Nominale | MOZ 1-399 CPV 1,2,5 DISP | 287 | 283 | 4 | 142 | 111 | 172 | 53 | Resp. |
12 | Nominale | MOZ 1-399 CPV 3RIF,6RIF,7-10 DISP | 286 | 286 | 0 | 144 | 279 | 7 | 53 | Appr. |
13 | Nominale | MOZ 1-399 CPV 4 DISP | 285 | 284 | 1 | 143 | 121 | 163 | 53 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | MOZ 1-399 C 1-11,14,15,16,18,20-23 | 287 | 287 | 0 | 144 | 285 | 2 | 53 | Appr. |
15 | Nominale | MOZ 1-399 CPV REST PREM | 282 | 276 | 6 | 139 | 110 | 166 | 53 | Resp. |
16 | Nominale | MOZ 1-404 RIF | 285 | 285 | 0 | 143 | 233 | 52 | 53 | Appr. |
17 | Nominale | MOZ 1-408 | 288 | 282 | 6 | 142 | 174 | 108 | 53 | Appr. |
18 | Nominale | MOZ 1-413 DISP RIF NO CPV 6,7,8 | 287 | 234 | 53 | 118 | 232 | 2 | 53 | Appr. |
19 | Nominale | MOZ 1-413 CPV 6,8 RIF DISP | 285 | 285 | 0 | 143 | 180 | 105 | 53 | Appr. |
20 | Nominale | MOZ 1-413 CPV 7 DISP | 283 | 283 | 0 | 142 | 123 | 160 | 53 | Resp. |
21 | Nominale | MOZ 1-413 PREM NO CPV 26,32 | 285 | 284 | 1 | 143 | 68 | 216 | 53 | Resp. |
22 | Nominale | MOZ 1-413 CPV 26,32 PREM | 288 | 287 | 1 | 144 | 16 | 271 | 53 | Resp. |
23 | Nominale | PDL 2084 - QUEST PREG COSTIT N 1 | 250 | 250 | 0 | 126 | 89 | 161 | 81 | Resp. |
24 | Nominale | PDL 2084 - QUEST PREG MERITO N 1 | 251 | 251 | 0 | 126 | 89 | 162 | 81 | Resp. |
25 | Nominale | PDL 2084 - EM 1.1, 1.2 | 249 | 248 | 1 | 125 | 94 | 154 | 80 | Resp. |
26 | Nominale | EM 1.1009 | 256 | 255 | 1 | 128 | 97 | 158 | 79 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 29) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | EM 1.1010 | 255 | 254 | 1 | 128 | 96 | 158 | 79 | Resp. |
28 | Nominale | EM 1.16 | 243 | 242 | 1 | 122 | 95 | 147 | 79 | Resp. |
29 | Nominale | EM 1.17, 1.18 | 231 | 228 | 3 | 115 | 84 | 144 | 78 | Resp. |