XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta scritta:
GRIMALDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la presenza delle basi sottoposte al regime Nato e delle basi Usa in Italia è regolata da una serie di accordi: per le basi Nato si fa riferimento al Trattato Nato ratificato con la legge del 1° agosto 1949 n. 465 (istitutivo della stessa Alleanza atlantica), che obbliga gli Stati membri a prestarsi mutua assistenza e accrescere la capacità di resistere a un attacco armato. Tuttavia, per la dislocazione dei comandi alleati e delle infrastrutture è necessario un accordo con lo Stato membro ospitante;
per le basi Usa vigono l'Accordo bilaterale sulle infrastrutture (Bia), stipulato tra Italia e Stati Uniti il 20 ottobre 1954, e il Memorandum d'intesa tra il Ministero della difesa della Repubblica italiana e il Dipartimento della difesa degli Usa del 2 febbraio 1995, che disciplina la presenza dei contingenti militari in Italia e l'uso delle basi (Shell Agreement). Entrambi sono stati sottoscritti con procedura semplificata (anziché solenne), ossia senza approvazione del Parlamento, entrando immediatamente in vigore una volta sottoscritti dai rappresentanti dell'esecutivo;
le basi Usa in Italia sono 7: Usag (Vicenza); Camp Darby (Livorno); Naval Support Activity Naples (Napoli); Naval Support Activity Naples Detachment (Gaeta); Naval Air Station (Sigonella); Ghedi Air Base (Ghedi); Aviano Air Base (Aviano);
le aree su cui insistono le basi sono state concesse dall'Italia in uso gratuito, le infrastrutture costruite sono finanziate dagli stessi Usa o direttamente dalla Nato, come le opere di manutenzione e le spese di esercizio; la sicurezza all'esterno delle installazioni viene garantita dall'Italia;
è notizia di questi giorni che le basi Usa in Italia siano attentamente attenzionate dal governo americano. Nelle scorse settimane, infatti, i dipendenti civili delle basi di Vicenza e Aviano si sono visti chiedere, attraverso una email federale, un «report» delle attività svolte nell'ultima settimana per valutare la posizione occupata, pena il licenziamento. Misura seguita dal blocco di tutte le carte di credito governative in uso al personale civile del Dipartimento della difesa Usa e al blocco della operatività dei conti a disposizione dei responsabili dei vari uffici acquisti;
inoltre, da fonti sindacali si apprende che dal Dipartimento per l'efficienza del governo degli Stati Uniti sarebbe stata emessa una direttiva che, con l'obiettivo di riorganizzare il lavoro e le spese degli uffici delle basi americane, prevederebbe il blocco delle assunzioni del personale, anche per i necessari turn-over;
a preoccupare ulteriormente l'interrogante un'ulteriore notizia apparsa in queste ore: Washington ha recentemente inviato gli ordigni nucleari B61-12 in Europa, incluso il nostro Paese. Ordigni di cui possono essere armati anche i caccia F35 italiani. I modelli 12 sono classificati come ordigni tattici e hanno una potenza che può arrivare fino a 50 chilotoni. Secondo il rapporto Nuclear Weapons Ban Monitor del 2024 ad Aviano sono presenti circa 30 ordigni, mentre a Ghedi 15;
«dovremmo proprio farlo, non ha senso che l'America paghi per la difesa dell'Europa», così ha scritto su X Elon Musk, alla guida del Dipartimento per l'efficienza del governo statunitense, rispondendo a un utente che chiedeva l'uscita dalla Nato;
secondo il quotidiano svedese Expressen, gli Usa hanno informato i loro alleati dell'intenzione di interrompere la partecipazione alla pianificazione di future esercitazioni militari in Europa, ultima di una serie di azioni che a giudizio dell'interrogante portano ad un nuovo ordine mondiale, non più basato sulle alleanze e sul diritto, ma sui rapporti di forza –:
alla luce di quanto riportato in premessa e dei continui mutamenti della situazione internazionale e dei rapporti tra Stati, se il Governo non ritenga di dover rivedere la concessione in uso gratuito delle basi statunitensi in Italia promuovendo ogni iniziativa di competenza necessaria anche in relazione agli accordi bilaterali vigenti.
(4-04613)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazioni a risposta scritta:
ASCARI e FEDE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
più di 80 donne afghane, fuggite dal regime talebano per poter proseguire i loro studi in Oman, rischiano di essere rimpatriate in Afghanistan a seguito della sospensione delle loro borse di studio;
questi programmi di studio erano finanziati dall'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid) e sono stati bruscamente interrotti dopo il congelamento dei fondi deciso dall'amministrazione Trump a partire da gennaio 2025;
il ritorno forzato in Afghanistan rappresenterebbe un grave rischio per queste donne, in quanto il regime talebano ha imposto severe restrizioni all'istruzione femminile e, più in generale, ai diritti delle donne, vietando loro l'accesso alle università e limitandone drasticamente le libertà fondamentali;
secondo testimonianze raccolte dalla BBC, le studentesse, informate della sospensione delle borse di studio, sarebbero in stato di shock e disperazione, temendo per la propria incolumità se costrette a rientrare in Afghanistan;
l'Italia si è sempre distinta per il proprio impegno nella tutela dei diritti umani e, in particolare, nella protezione delle donne afghane in fuga dalla repressione talebana –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione delle studentesse afghane in Oman e quali iniziative di competenza intenda adottare per monitorare devoluzione della vicenda;
se il Ministro interrogato intenda attivarsi, anche in sede di Unione europea e Nazioni Unite, per sollecitare la ripresa dei finanziamenti ai programmi di studio per le donne afghane rifugiate in Oman e siano state valutati opzioni per offrire a queste donne una soluzione alternativa, inclusa la possibilità di proseguire gli studi presso istituzioni accademiche italiane, eventualmente attraverso borse di studio o programmi di protezione internazionale;
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per garantire che le donne afghane in pericolo possano trovare protezione e opportunità educative in Italia o in altri Paesi sicuri.
(4-04608)
ROSATO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
nella notte tra il 22 e il 23 luglio 2023 i bombardamenti russi colpivano la Cattedrale della Trasfigurazione situata nel centro storico di Odessa che, assieme al porto, è iscritta nella lista dei siti del patrimonio mondiale Unesco;
gli ingenti danneggiamenti non riguardavano esclusivamente il tetto ma la struttura nel suo complesso: la pavimentazione crollata di oltre sei metri, la parte anteriore andata distrutta compreso l'altare;
al profondo valore intimidatorio che hanno questi attacchi a obiettivi civili o religiosi, finalizzati a piegare un popolo che dopo tre anni di conflitto non si arrende alla barbarie dell'aggressore, si aggiungono un importante danno materiale, culturale e artistico di questa che è la chiesa più importante della regione;
il 23 luglio 2023 stesso, il Governo italiano con una propria nota condannava fortemente questo attacco dichiarava l'Italia «pronta a impegnarsi nella ricostruzione della cattedrale di Odessa e di altri tesori del patrimonio artistico dell'Ucraina»;
nei giorni successivi, però, questo impegno alla ricostruzione della cattedrale veniva ridimensionato e nella nota di Palazzo Chigi dell'11 agosto 2023 si parlava di «contribuire» al restauro;
infine, nel febbraio 2024, veniva sottoscritto un accordo tra il Governo italiano e l'Unesco per un contributo di 500.000 euro finalizzato alla realizzazione di una prima copertura al tetto;
risulta all'interrogante – anche a seguito di sopralluogo alla cattedrale medesima durante una missione a Odessa – che a distanza di oltre un anno dalla sottoscrizione dell'accordo, sia stato speso solamente 70 mila euro per la costruzione di una parte di muro;
nel suo complesso, i lavori di ristrutturazione della cattedrale stanno proseguendo grazie a fondi privati raccolti dalla chiesa, seppur con fatica e sacrificio in una città che è quotidianamente oggetto di attacchi e minacce da parte dell'esercito russo;
la ricostruzione della cattedrale ha anche un valore simbolico non solo per i credenti ma per la popolazione tutta perché sarebbe una testimonianza forte di un Paese che resiste ed è capace di rialzarsi;
è necessario che alle dichiarazioni di sdegno e di sostegno debbano seguire aiuti economici concreti soprattutto quanto l'Italia si è volontariamente impegnata su progetti specifici –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei ritardi con i quali si stanno spendendo le risorse previste dall'accordo con l'Unesco;
quali ulteriori aiuti economici, oltre a quelli già previsti nell'accordo siglato con l'Unesco, il Governo italiano intenda prevedere per sostenere la ricostruzione della Cattedrale di Odessa.
(4-04614)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta scritta:
ZANELLA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
con decreto direttoriale n. 17 del 6 marzo 2025 la regione Veneto ha rilasciato alla società Hu Openair S.r.l. (ex Elite Vacanze Gestione S.r.l.) con sede in Firenze, il provvedimento autorizzatorio unico regionale (articolo 27-bis decreto legislativo n. 152 del 2006), per la realizzazione del villaggio turistico rurale Valle Ossi in area sita nel comune di Eraclea (Venezia), con Jesolo come comune interessato, subordinatamente al rispetto delle condizioni ambientali impartite in sede di Via e delle prescrizioni contenute in tutti gli altri pareri e titoli abilitativi acquisiti;
l'intervento riguarda 94 ettari di territorio sui quali dovrebbero essere realizzati 3 mila piazzole per camper e case mobili, una vasta gamma di servizi ricreativi, ristorazione e commerciali in grado di ospitare fino a 12.000 visitatori al giorno, oltre a 3 piscine coperte e scoperte e altri 7 impianti sportivi multifunzionali, in un'area di 250 ettari totalmente agricoli, dall'eccezionale valore naturalistico, tra la laguna del Mort, il fiume Piave e il litorale di Eraclea Mare;
l'area oggetto dell'intervento confina a sud-ovest con l'ambito naturalistico denominato «Alveo di foce del Piave» (ambito fluviale FL12) e verso il mare con la sottile area denominata «VE053 Laguna del Morto», compresa all'interno del sito Natura 2000 ZSC IT3250013 «Laguna del Mort e pinete di Eraclea»;
risulta evidente che la presenza di migliaia di persone in un contesto ambientale di elevata importanza naturalistica, ma fragile e di ridottissima estensione, determina ad avviso dell'interrogante un impatto devastante sugli habitat individuati nell'allegato I della «direttiva habitat» presenti nel sito IT3250013 tra cui, in particolare, diversi di interesse prioritario come l'habitat 2270 (Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster), il 2130 (Dune costiere fisse a vegetazione erbacea «dune grigie»); come ampiamente documentato dall'associazione Lipu – sezione di Venezia in fase di osservazioni alla procedura di Via, risulta evidente che non soltanto gli habitat, ma la stessa biodiversità dell'area subirà un danno potenzialmente devastante. Le specie floristiche di importanza naturalistica elevata, per l'interesse estetico, fitostorico e fitogeografico presenti nei diversi habitat citati sono numerose ed è facile prevedere un impatto tale da determinare la scomparsa locale di alcune specie, quali orchis palustris, neottia nidus-avis, linum maritimum, calystegia soldanella, schoenoplectus tebernaemontani, clematis recta, trachomitum venetum;
in ragione delle osservazioni sopra espresse si ritiene che l'urbanizzazione di Valle Ossi, con la relativa «valorizzazione-fruizione» dell'arenile, collocato alla sinistra dell'attuale foce del fiume Piave, sia per l'interrogante del tutto incompatibile con criteri minimi di conservazione degli habitat e della biodiversità della fascia ambientale del litorale –:
se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti richiamati in premessa; se risulti che per il progetto relativo del villaggio turistico rurale Valle Ossi in area sita nel comune di Eraclea (Venezia), sia stata espletata la procedura di screening ambientale ai fini della valutazione di incidenza, ai sensi del comma 3, articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003, n. 120;
quali iniziative di competenza si intendano assumere per scongiurare minacce agli habitat e alla biodiversità del sito ZSC IT3250013 «Laguna del Mort e pinete di Eraclea» della rete Natura 2000, in considerazione delle norme di tutela sito specifiche e ai fini degli obiettivi di conservazione.
(4-04603)
CULTURA
Interrogazione a risposta scritta:
GHIO, MANZI, IACONO e PANDOLFO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
la legge del 27 dicembre 2017, n. 205 e, in particolare, l'articolo 1, comma 342, prevede che «Al fine della conservazione e della informatizzazione degli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori, è istituito presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo un apposito Fondo con dotazione di 1 milione di euro annui a decorrere dall'anno 2018»;
la Direzione generale archivi, nell'ambito delle sue competenze, ha il compito di finanziare i progetti presentati da soggetti pubblici o privati volti alla conservazione, digitalizzazione, descrizione e informatizzazione degli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori, con l'obiettivo di tutelare un patrimonio documentale di rilevante valore storico e culturale;
la conservazione e la digitalizzazione di tali archivi rappresentano un'operazione di fondamentale importanza per la memoria collettiva e per la ricerca storica, consentendo non solo di preservare documenti significativi, ma anche di garantirne la fruibilità per studiosi, ricercatori e cittadini interessati alla storia delle lotte politiche e sindacali del nostro Paese;
il decreto direttoriale del 3 febbraio 2025, n. 34, stabilisce «Criteri e modalità per la concessione di contributi a progetti riguardanti interventi da effettuarsi su archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori o di loro esponenti»;
tale decreto introduce, a differenza degli anni precedenti, un significativo restringimento dei soggetti ammessi alla presentazione delle domande di contributo, limitandolo agli enti pubblici, agli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, alle fondazioni e alle associazioni riconosciute, nonché agli organismi di rappresentanza dei lavoratori;
questa nuova impostazione sembrerebbe escludere molte associazioni del terzo settore che in passato hanno partecipato con successo ai bandi, realizzando progetti di indubbio valore culturale, oltre che tutte le associazioni di promozione sociale (Aps) e numerose istituzioni culturali prive di un patrimonio proprio tale da garantire un'autonomia finanziaria sufficiente a sostenere le attività di conservazione e valorizzazione degli archivi;
il bando dell'anno precedente includeva tra i soggetti beneficiari anche le istituzioni culturali di natura pubblica o privata e le associazioni pubbliche e private senza scopo di lucro, permettendo loro di concorrere per ottenere contributi finalizzati alla conservazione, digitalizzazione e descrizione degli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori o di loro esponenti;
l'esclusione di tali soggetti rischia di compromettere la continuità di importanti progetti di conservazione e digitalizzazione degli archivi, creando un vuoto nella tutela di una parte fondamentale della memoria storica del nostro Paese e penalizzando enti che, pur non disponendo di un patrimonio autonomo rilevante, hanno maturato esperienza e competenze specifiche nel settore archivistico –:
quali siano le ragioni che hanno portato alla modifica dei criteri di ammissione al bando, con la conseguente esclusione di numerosi soggetti che in passato hanno contribuito alla conservazione e valorizzazione degli archivi dei movimenti politici e sindacali, e se non ritenga opportuno intervenire con urgenza per rivedere il decreto, garantendo nuovamente la possibilità di accesso ai contributi anche alle associazioni del terzo settore, alle Aps e alle istituzioni culturali attualmente escluse.
(4-04602)
DIFESA
Interrogazione a risposta scritta:
COMBA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 2196-bis del Codice dell'ordinamento militare, in materia di «Regime transitorio dei reclutamenti degli ufficiali dei ruoli speciali dell'esercito italiano, della marina militare e dell'aeronautica militare e dell'arma dei carabinieri», ha previsto, per i concorsi banditi fino all'anno 2022, la possibilità di accesso dei luogotenenti al ruolo speciale degli ufficiali;
il passaggio dal grado di luogotenenti e i primi luogotenenti, promossi al grado di sottotenente (o gradi equivalenti) a seguito del concorso straordinario per «titoli», al ruolo di ufficiali, ha comportato un declassamento dell'inquadramento stipendiale con conseguente trattamento economico inferiore rispetto a quello che sarebbe spettato mantenendo il grado di luogotenente;
tale penalizzazione, oltre a demotivare gli interessati, avrebbe ripercussioni negative anche sul loro futuro trattamento pensionistico, in contrasto con il principio enunciato dall'articolo 54, comma 8, del testo unico n. 1092 del 1973, che prevede che la pensione non possa essere inferiore a quella che il militare avrebbe conseguito nel grado inferiore;
per quanto consta all'interrogante, le superiori autorità sono state sollecitate a intervenire per adottare misure di riallineamento giuridico ed economico delle carriere, tenendo conto dell'anzianità di servizio, delle competenze acquisite e degli incarichi svolti precedentemente dai soggetti interessati –:
accertata la veridicità dei fatti esposti in premessa, se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per garantire un riallineamento giuridico ed economico delle carriere, tenendo conto dell'anzianità di servizio, delle competenze acquisite e degli incarichi svolti precedentemente dai soggetti interessati, sanando, anche in via retroattiva, la sperequazione economica esposta in premessa, valutando altresì l'opportunità di avviare un tavolo istituzionale di confronto con le parti sociali e i rappresentanti di categoria;
se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo o regolamentare, il Ministro interrogato intenda assumere al fine di evitare il ripetersi di tali anomalie, nel rispetto dei princìpi di equità e di progressione di carriera per il personale interessato.
(4-04610)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI, DE BERTOLDI e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il comma 30 articolo 1 della legge n. 207 del 2024 ha finalmente reso strutturale la possibilità di avvalersi della rideterminazione del costo di acquisto delle partecipazioni, negoziate e non negoziate, e dei terreni edificabili e con destinazione agricola, con conseguenti effetti positivi in termini di maggiori entrate tributarie;
nel merito, agli effetti della determinazione delle plusvalenze e minusvalenze di cui all'articolo 67, comma 1, lettere c) e c-bis), del Testo unico delle imposte sui redditi, possono formare oggetto di rivalutazione le partecipazioni possedute dal 1° gennaio di ciascun anno, a condizione che, entro il termine del 30 novembre del medesimo anno, si proceda al versamento di apposita imposta sostitutiva;
con risposta a interpello 20/10/2021, n. 738, l'Agenzia delle entrate aveva precisato che «[...] ai fini della rideterminazione del valore delle partecipazioni, titoli o diritti non sia possibile assumere un valore diverso da quello risultante dalla corrispondente frazione del patrimonio netto della società, associazione o ente [...] espressa dalla percentuale di partecipazione al capitale delle azioni, detenute»;
una volta stimato il valore complessivo della società, per individuare il valore normale delle singole azioni dovrebbe tenersi conto delle peculiari caratteristiche di tali azioni, che, ad esempio, possono a talune condizioni attribuire il diritto a partecipare in misura proporzionale agli utili conseguiti dalla società;
per la determinazione del valore dei titoli quotati, la diversa quotazione è strettamente correlata alla tipologia del titolo e ai diritti patrimoniali e amministrativi recati dal medesimo;
laddove non si considerasse applicabile una rideterminazione del valore anche dei titoli non quotati in base alla tipologia dei titoli stessi, potrebbe determinarsi una disparità di trattamento tra azioni quotate e azioni non quotate –:
se non intenda adottare opportune iniziative di competenza, al fine di specificare, mediante l'adozione di provvedimenti di natura interpretativa, i criteri di determinazione del valore dei titoli non quotati in base alla loro tipologia.
(5-03722)
Interrogazione a risposta scritta:
COLOMBO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il prestito sociale, istituito dagli articoli 12 della legge 17 febbraio 1971, n. 127 e 13 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, successivamente modificato dall'articolo 10 della legge 31 gennaio 1992, n. 59, persegue lo scopo di consentire alle cooperative di autofinanziarsi per lo svolgimento dell'attività sociale;
la successiva legge 7 giugno 1974, n. 216, all'articolo 20, ha previsto, inoltre, un'agevolazione fiscale nei confronti dei soci prestatori, vincolata al rispetto del vincolo di destinazione dei prestiti (articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica n. 601 del 1973), attraverso una ritenuta a titolo d'imposta sugli interessi estremamente vantaggiosa, rispetto a quella applicata dagli istituti di credito e dalle poste italiane; solo nel 2011, la ritenuta sugli interessi è stata unificata al 26 per cento su tutti i redditi di capitale e, quindi, anche per le cooperative;
tutte le misure normative intervenute negli anni in materia hanno imposto alle cooperative sul prestito sociale di utilizzare il prestito sociale esclusivamente per il conseguimento dell'oggetto sociale, anche al fine di instaurare un congruo rapporto tra prestiti e patrimonio, in quanto l'utilizzo dei prestiti per l'oggetto sociale incrementa di pari passo il patrimonio sociale;
da ultimo, la legge 27 dicembre 2017, n. 205 – legge di stabilità per il 2018, ha previsto espressamente all'articolo 1, commi da 238 a 243, che «le società cooperative che ricorrono al prestito sociale sono tenute ad impiegare le somme raccolte in operazioni strettamente funzionali al perseguimento dell'oggetto sociale», nell'intento precipuo di evitare che le somme raccolte con i prestiti vengano impiegate per attività estranee, appunto, all'oggetto sociale;
per quanto consta all'interrogante, numerose cooperative hanno raccolto significative risorse, spesso impiegate per attività estranee all'oggetto sociale, vanificando le finalità di tutela dei soci prestatori e dei terzi creditori che la legge si prefigge e alterando la concorrenza con le imprese bancarie e finanziarie che, invece, legittimamente esercitano attività finanziaria;
l'articolo 1, comma 240, della citata legge n. 205 del 2017 ha demandato l'individuazione dei «limiti alla raccolta del prestito sociale nelle società cooperative e le relative forme di garanzia» al Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr) che avrebbe dovuto provvedere entro sei mesi, ovvero il 30 giugno 2018;
a distanza di circa otto anni, il Cicr non ha ancora provveduto ad adottare la necessaria disposizione di attuazione –:
se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere con riferimento a quanto esposto in premessa, con particolare riguardo all'adozione delle necessarie norme di attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 240, della legge di bilancio 2018 in materia di limiti alla raccolta del prestito sociale nelle società cooperative e alle relative forme di garanzia, nonché all'adozione di forme di controllo e monitoraggio in ordine all'adeguamento e al rispetto delle prescrizioni in materia.
(4-04601)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
GIANASSI, SERRACCHIANI, LACARRA, DI BIASE e SCARPA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il carcere di Sollicciano di Firenze presenta da tempo gravi e perduranti criticità a causa di carenza di organico, sovraffollamento cronico e fatiscenze strutturali. Sono attualmente 103 le camere inagibili per infiltrazioni di acqua o in manutenzione; a Sollicciano non sarebbe inoltre garantito il diritto all'affettività, sancito dalla Corte costituzionale e ribadito dalla Cassazione;
moltissimi detenuti hanno evidenti problematiche di sofferenza psicologica e/o di fragilità psichiatrica e/o di tossicodipendenza. Per quanto riguarda le problematiche di natura edilizia, alcuni lavori di ristrutturazione del carcere da parte del Ministero interrogato, iniziati negli anni scorsi, sono però fermi inspiegabilmente dal mese di febbraio 2023;
sentenze della magistratura hanno accertato da tempo come nel carcere di Sollicciano sia in atto la violazione dei diritti dell'uomo riferiti alla Convenzione europea per la tutela dei diritti umani e le libertà fondamentali;
la drammaticità delle numerose ed evidenti criticità presenti nel carcere si sono palesate con numerosi tentati suicidi, atti di autolesionismo e aggressioni agli agenti di polizia;
negli ultimi mesi si sono infatti verificati addirittura tre suicidi di detenuti: nel mese di luglio 2024 un giovane di 20 anni (seguito del tragico gesto si è verificata una protesta che ha coinvolto circa ottanta detenuti), nel mese di dicembre 2024 un ragazzo di 28 anni mentre il 15 febbraio 2025 un uomo di 39 anni;
si apprende che il 13 marzo 2025 si è verificato all'interno del carcere un quarto decesso: si tratta, secondo i media, «di un detenuto italiano poco più che trentenne morto per una sospetta overdose da sostanze stupefacenti»;
qualora la notizia fosse confermata si tratterebbe di un ulteriore drammatico episodio che testimonierebbe peraltro anche la presenza di sostanze stupefacenti all'interno del carcere;
ad aggravare questa situazione vi è anche la mancanza da mesi di una guida stabile del carcere: la precedente direttrice è stata infatti trasferita da tempo senza la nomina contestuale di un nuovo capo della struttura. Ad oggi infatti l'incarico resterebbe di fatto scoperto;
nonostante questi gravi e ripetuti episodi il Ministero della giustizia non ha ancora preso iniziative atte a migliorare la condizione del carcere di Sollicciano;
le criticità sono state evidenziate in precedenza dall'interrogante nei seguenti atti di sindacato ispettivo, ad oggi senza risposta:
a) interrogazione a risposta in commissione numero 5-01973 del 7 febbraio 2024;
b) interrogazione a risposta in commissione numero 5-02923 del 7 ottobre 2024;
c) interrogazione a risposta in commissione numero 5-03293 del 3 gennaio 2025;
d) interrogazione a risposta in commissione numero 5-03592 del 18 febbraio 2025;
la situazione disastrosa del carcere è stata prospettata da tempo al Ministro Nordio anche dal presidente del tribunale di sorveglianza, senza però alcuna iniziativa da parte del dicastero della giustizia –:
quali iniziative urgenti intenda assumere, in relazione a quando espresso in premessa e in particolare al numero insostenibile di morti verificatesi nel carcere, per risolvere le gravissime e diversificate problematiche presenti a Sollicciano, al fine di assicurare una struttura dignitosa per il personale e per i detenuti presenti;
se il decesso avvenuto il 13 marzo 2025 sia riconducibile realmente a sostanze stupefacenti e quali iniziative urgenti intenda quindi assumere al fine di evitarne la presenza negli istituti di pena;
quando saranno completati i lavori di ristrutturazione del carcere, fermi inspiegabilmente dal mese di febbraio 2023;
per quali motivi uno dei carceri con maggiori criticità del Paese non abbia un direttore stabile, e per quale motivo non sia stato confermato il precedente direttore e quando il nuovo direttore sarà nominato.
(5-03720)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
RUBANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'esigenza di realizzare un nuovo collegamento stradale funzionale a collegare le province di Caserta, Benevento e Avellino si è posta a livello nazionale sin dai primi anni 2000 e prima ancora nel piano triennale della regione Campania '83-'85;
la necessità di tale infrastruttura, fortemente richiesta dalle popolazioni e condivisa da Anas nel dossier finale sul dibattito pubblico sulla tratta Caserta-Benevento (settembre 2023) è quella di decongestionare il traffico, abbassare i livelli di incidentalità, migliorare le condizioni di vita nei centri abitati, prevenire l'inquinamento, aumentare l'accessibilità e, di conseguenza, la competitività territoriale;
l'opera, finanziata per 1,5 miliardi di euro all'interno del contratto di programma Mit/Anas 2021-2025, dispone la progettazione definitiva che prevede un primo lotto a 4 corsie ed ingresso senza pedaggio (categoria B1) dallo svincolo con la A30 (Caserta) allo svincolo di Paolisi (Benevento);
il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha riconosciuto la rilevanza dell'opera, destinata a consentire alle province di Caserta, Benevento e Avellino e più in generale a tutte aree interne del nord-est della Campania, di uscire da isolamento infrastrutturale che le condanna a un ormai insostenibile ritardo di sviluppo;
le notizie diffusesi nell'estate del 2024 in, merito all'esclusione dell'avvio della realizzazione dell'opera dal contratto di programma Mit/Anas 2021-2025 hanno generato la giusta reazione delle popolazioni locali – tre province, trenta comuni e quasi 200 mila abitanti –, afflitte da processi di deindustrializzazione e denatalità, nonché delle rappresentanze delle attività produttive e sindacali;
a giudizio dell'interrogante non giova al sollecito avvio dei lavori la posizione tenuta dall'attuale Giunta della regione Campania, che non si sta adeguatamente attivando per la realizzazione dell'opera, ritenendo prioritari altri interventi in Campania –:
quali informazioni possa fornire il Ministro interrogato in merito all'avvio dei lavori dell'asse stradale Caserta-Benevento e al suo inserimento nell'ambito del contratto di programma Mit/Anas 202-2025 o del prossimo contratto di programma.
(5-03723)
Interrogazione a risposta scritta:
DEL BARBA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il 9 giugno 2008, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – provveditorato interregionale alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria (oggi Lombardia ed Emilia-Romagna) e il comune di Oggiono (Lecce) firmarono un protocollo d'intesa per la realizzazione della nuova stazione dell'Arma dei Carabinieri, dove il comune si impegnava a mettere a disposizione l'area necessaria e il provveditorato a realizzare l'intervento in un unico lotto funzionale nel programma 2008/2010;
il 19 luglio 2010, dopo l'espletamento della gara d'appalto, il provveditorato approvò il contratto di esecuzione con A.T.I. Donati S.p.A. come capogruppo. I lavori iniziarono nello stesso anno, ma furono sospesi unilateralmente dopo circa 18 mesi a causa di divergenze contabili, che portarono a una causa conclusasi con la soccombenza in Cassazione dell'A.T.I., la risoluzione del contratto e il pagamento della penale;
nel 2018, il provveditorato interregionale decise di frazionare l'intervento in due lotti funzionali distinti:
per la Caserma dei Carabinieri (1° lotto funzionale), i lavori furono affidati il 14 maggio 2018 a Crea.Mi Srl con termine previsto, incluso di proroga, per il 22 giugno 2019. Ad oggi, sono stati realizzati circa l'80 per cento dei lavori, ma il cantiere presenta criticità organizzative e di sicurezza;
per la palazzina alloggi (2° lotto funzionale), dopo l'assegnazione dei lavori e una proroga fino al 22 luglio 2021, il Consorzio Stabile GE.CO esercitò il diritto di recesso il 2 dicembre 2022. Ad oggi, il cantiere risulta fermo dal 2012, con gravi criticità che pregiudicano la conclusione dei lavori –:
quale sia lo stato attuale dei lavori e quali iniziative urgenti di competenza il Ministero interrogato intenda adottare per risolvere le problematiche di questi cantieri e garantire la tempestiva conclusione dei lavori.
(4-04606)
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
D'ATTIS e DE PALMA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
a seguito della decadenza del sindaco di Taranto, dottor Rinaldo Melucci, per dimissioni ultra dimidium di 17 consiglieri comunali depositate contestualmente, è venuta meno, di conseguenza, anche la figura del presidente della provincia di Taranto, dallo stesso ricoperta in base alla normativa vigente sulle province;
ad oggi, a seguito delle dimissioni del vice presidente Angelo Laterza, non esiste un vicepresidente della provincia in carica che possa subentrare nelle funzioni di rappresentanza dell'ente;
l'articolo 13 dello Statuto della provincia di Taranto prevede che le dimissioni presentate dal presidente al Consiglio provinciale diventano efficaci e irrevocabili trascorsi venti giorni dalla presentazione e che il segretario generale ne dà immediata comunicazione al prefetto, anche di una tempestiva loro revoca. L'articolo 14 prevede che in caso d'impedimento permanente, dimissioni, rimozione, decadenza, sospensione o decesso del presidente della provincia, le funzioni di presidente della provincia sono svolte dal vicepresidente sino all'elezione del nuovo presidente della provincia;
in mancanza di una chiara previsione normativa, si pone il problema di stabilire chi possa esercitare la rappresentanza legale dell'ente provinciale e se il consigliere provinciale anziano possa assumere le piene funzioni del ruolo o debba limitarsi alla sola convocazione del consiglio provinciale per l'adozione degli atti urgenti e necessari;
nelle elezioni comunali, ai sensi dell'articolo 72 del testo unico 570 del 1960, è «consigliere anziano» quello che ha ottenuto la cifra individuale più alta calcolata sommando i voti di lista ai voti di preferenza ottenuti;
nelle elezioni provinciali, la normativa vigente non fornisce un criterio univoco per le province, mentre nella prassi amministrativa il «consigliere anziano» può essere individuato con il più alto numero di voti ponderati ricevuti secondo il sistema elettorale delle province oppure con il più alto numero di voti ricevuti calcolato sommando ai voti di lista i voti di preferenza ottenuti da ciascun candidato;
la normativa nazionale non fornisce una definizione univoca di «consigliere anziano» per le province, lasciando aperta la questione dell'individuazione di tale figura;
il succitato statuto non prevede la figura del consigliere anziano o le modalità per la sua individuazione, determinando così un vuoto normativo che può generare incertezze nella gestione della rappresentanza legale dell'ente e nella continuità amministrativa;
con note prot. 8689 del 27 febbraio 2025 e prot. 8866 del 1° marzo 2025, il segretario generale della provincia di Taranto richiedeva parere al Ministero dell'interno – Dipartimento per gli affari interni e territoriali, per ottenere chiarimenti circa il legale rappresentante dell'ente, richiamando il parere reso dallo stesso il 19 luglio 2016, che evidenziava «...nelle more delle nuove elezioni per il Presidente della Provincia, la continuità amministrativa dell'Ente sia assicurata dal consigliere Provinciale Anziano quale figura di garanzia, come individuata dal TUEL»;
con nota prot. 0008866 del 1° marzo 2025, indirizzata alla Prefettura di Taranto e al suddetto Dipartimento, il segretario generale richiedeva chiarimenti sulla rappresentanza legale dell'ente evidenziando che: «... Considerato che l'attuale normativa e lo Statuto dell'ente non forniscono indicazioni chiare in merito alla figura che, in assenza sia del Presidente che del Vice Presidente, debba assumere la legale rappresentanza della Provincia» –:
quale sia la corretta interpretazione della normativa vigente riguardo alla rappresentanza legale della provincia in assenza sia del presidente che del vicepresidente;
se, in mancanza di una specifica previsione statutaria, il consigliere provinciale anziano possa essere individuato in base ai voti personali ponderati ricevuti o il candidato che ha riportato la cifra individuale più alta calcolata sommando i voti di lista ai voti di preferenza ottenuti;
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative normative o interpretative per evitare vuoti di potere e garantire la continuità amministrativa degli enti provinciali in situazioni analoghe.
(5-03721)
Interrogazioni a risposta scritta:
MAIORANO, MATERA, GABELLONE e LA SALANDRA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
i reparti prevenzione crimine sono un'articolazione della polizia di Stato nata con l'obiettivo di disporre di una «task force» in grado di intervenire rapidamente nei teatri operativi più impegnativi a livello nazionale, rafforzando i dispositivi locali di controllo del territorio e contrasto alla criminalità;
sull'intero territorio nazionale sono dislocati 21 reparti, che dipendono gerarchicamente dalla direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, la quale li gestisce attraverso il servizio controllo del territorio «cabina di regia» centrale deputata ad assicurare la massima mobilità delle risorse operative, tenendo conto delle esigenze rappresentate dalle questure e delle direttive del capo della polizia – direttore generale della pubblica sicurezza;
per quanto consta agli interroganti, il dipartimento della pubblica sicurezza ha avviato una serie di incontri con le organizzazioni sindacali in merito alla razionalizzazione dei reparti prevenzione crimine, prevedendo la chiusura dei reparti di Reggio Emilia, Perugia, Potenza, San Severo (Foggia), Lecce, Rende (Cosenza) e Siderno (Reggio Calabria);
il progetto di razionalizzazione ha suscitato forti preoccupazioni nelle comunità in quanto rischia di compromettere la capacità di presidiare i territori –:
di quali informazioni disponga il Ministro interrogato per fare chiarezza su quanto esposto in premessa, con particolare riguardo alla chiusura dei reparti prevenzione crimine ubicati in Puglia e Calabria, e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di rafforzare nel complesso la sicurezza pubblica nei sopracitati territori.
(4-04604)
CASU. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
il 27 maggio 2024 il Ministero dell'interno ha pubblicato un bando per «il concorso pubblico su base territoriale, per titoli ed esami, per il reclutamento di un contingente complessivo di n. 1.248 unità di personale non dirigenziale, a tempo pieno e indeterminato, da inquadrare nei ruoli dell'amministrazione civile del Ministero dell'interno, nell'area dei funzionari (...)»;
l'articolo 2, comma 1, lettera a) del citato bando riservava l'ammissione ai soli cittadini italiani, richiamando il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 174 del 1994, che consentiva questa limitazione per tutti i posti di lavoro alle dipendenze di alcuni Ministeri;
contro questa limitazione hanno fatto ricorso numerosi cittadini ed associazioni che consideravano discriminatoria l'esclusione decisa nel bando in oggetto;
con sentenza del tribunale di Milano n. 753 del 2025 pubblicata il 15 febbraio 2025 i ricorsi venivano accolti, stabilendo che il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non può più essere considerato in vigore, e che anche sulla base delle successive disposizioni di legge (l'articolo 38 del decreto legislativo n. 165 del 2001), la «riserva di cittadinanza» è applicabile solo ai posti di lavoro ove viene esercitata in modo continuativo un pubblico potere, cosa che in questo caso non si verifica, dato che i posti messi a concorso, riguardano funzioni amministrative, finanziarie, contabili o «linguistiche»;
nonostante i ricorsi pendenti il Ministero dell'interno aveva proseguito nello svolgimento delle procedure concorsuali, che ora ha dovuto sospendere, come comunicato con nota del 21 febbraio 2025, dove si legge che «in ottemperanza alla sentenza numero 753 del 2025 del tribunale di Milano, sezione lavoro, la commissione Ripam e questa amministrazione hanno provveduto a sospendere la procedura concorsuale per il reclutamento di 1.248 unità di personale nell'area dei Funzionari (...)»;
la procedura dovrà ora essere riaperta per consentire l'accesso anche agli stranieri, ma nel frattempo coloro che stavano per affrontare le prove scritte del concorso si vedono, ingiustamente penalizzati dagli errori del Ministero sanciti dalla citata sentenza del tribunale di Milano –:
quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per sanare quanto prima tutti i vizi, procedurali e sostanziali, in atto, nonché per evitare in futuro il ripetersi di fatti analoghi così gravemente discriminatori di diritti fondamentali.
(4-04605)
ASCARI e FERRARA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
Matteo Tubertini risulta essere vittima di minacce e intimidazioni riconducibili a contesti di criminalità organizzata. Nonostante numerosi episodi, tutti prontamente denunciati, che hanno evidenziato la gravità della situazione, le misure di tutela adottate finora si sono dimostrate insufficienti, esponendo lui, la sua famiglia e la sua azienda, che opera in un contesto, come quello calabrese, ad elevata densità mafiosa, a un concreto rischio per la sicurezza;
la tutela delle vittime di intimidazione ambientale, di minacce mafioso e la protezione dei testimoni o di chi ha il coraggio di denunciare condotte illecite sono pilastri fondamentali dello Stato di diritto;
rientra tra i doveri inderogabili delle istituzioni garantire una adeguata ed efficace tutela a tali soggetti;
recenti operazioni delle forze dell'ordine, come quella riportata dagli organi di stampa in data 27 febbraio 2025 in relazione a estorsioni aggravate dal metodo mafioso a Catanzaro, confermano la persistenza e la pericolosità delle dinamiche criminali del territorio;
la mancata protezione di soggetti esposti a gravi minacce rappresenta un grave vulnus alla credibilità dello Stato e alla sua capacità di garantire sicurezza e giustizia. Tale vulnus si estende anche in danno dell'azienda del signor Tubertini, che non solo opera in un contesto difficile, ma garantisce sana occupazione a centinaia di famiglie, con ricadute importanti nel tessuto sociale ed economico calabrese;
l'azienda in questi anni ha subito notevoli danni materiali e immateriali da parte di chi evidentemente mal digerisce la sua presenza su un territorio intriso da rapporti criminali;
lo stesso beneficio economico garantito dalla legge 44 del 1999 (legge antiracket), a distanza di tre anni, nonostante i ripetuti solleciti, non è stato ancora assicurato, comportando, a giudizio dell'interrogante, un evidente e ingiustificato ritardo –:
quali iniziative urgenti i Ministri interrogati intendano adottare per garantire a Matteo Tubertini una protezione adeguata, in conformità con le normative vigenti in materia di tutela delle vittime di intimidazioni mafiose;
se sia stato valutato l'inserimento di Tubertini in un programma speciale di protezione o l'assegnazione di misure di sicurezza più incisive, anche in considerazione della portata delle indagini riportate dalla stampa del 27 febbraio 2025 e della caratura dei soggetti coinvolti;
quali iniziative normative si intendano intraprendere per rafforzare il sistema di tutela, anche economica, delle persone esposte a minacce da parte della criminalità organizzata, al fine di evitare che si ripetano situazioni simili a quella esposta in premessa;
se non si ritenga necessario un monitoraggio più stringente delle segnalazioni relative a minacce mafiose, per garantire un tempestivo intervento delle autorità competenti.
(4-04607)
ROSATO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nella serata del 6 marzo 2025, durante un consiglio comunale nella città di Diamante (Cosenza), il sindaco avrebbe tentato di aggredire fisicamente un consigliere di opposizione al termine dell'intervento di quest'ultimo e solo l'intervento del pubblico presente avrebbe impedito che si arrivasse allo scontro fisico;
la seduta consiliare sarebbe poi degenerata ed altri presenti nel pubblico si sarebbero rivolti al consigliere con minacce ed ingiurie;
questi comportamenti appaiono in contrasto con i principi democratici e di civile confronto;
sempre più leggiamo sulla stampa di episodi simili a quello di Diamante anche in altri consigli comunali, tensioni figlie di un imbarbarimento del dibattito politico cui le istituzioni devono opporsi;
soprattutto con riguardo alle istituzioni locali che sono le più accessibili e a contatto con i cittadini, è opportuno che si favorisca un clima di sereno confronto e di leale collaborazione tra tutti i rappresentanti politici –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto accaduto nella città di Diamante e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere al fine di stigmatizzare atti di violenza o aggressione verbale, affinché sia favorito il ripristino di un corretto e ordinato svolgimento delle sedute;
quali iniziative di competenza intenda promuovere, più in generale, per evitare il ripetersi di episodi simili anche in altri consigli comunali e per promuovere nelle istituzioni locali un confronto politico rispettoso dei principi democratici.
(4-04612)
VIETRI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
una tempesta sta scuotendo l'attività del comune di Sarno, dove l'avvocato Rubina Pignataro è stata sollevata dal suo incarico di componente del nucleo di valutazione, una carica che avrebbe dovuto ricoprire fino al 2027;
la decisione è arrivata in seguito agli sviluppi giudiziari che vedono la professionista al centro di un'inchiesta della Guardia di finanza e di un'indagine, coordinata dalla procura antimafia di Salerno, che hanno portato all'emissione di una misura interdittiva di nove mesi nei confronti dell'avvocato, moglie di Massimo Graziano, ritenuto dagli inquirenti a capo di un'organizzazione dedita all'usura e alle estorsioni;
secondo l'accusa, la Pignataro avrebbe avuto un ruolo chiave nella gestione di denaro proveniente da attività illecite, con l'ipotesi di reato di riciclaggio;
in particolare, secondo quanto si apprende da fonti di stampa, la Pignataro avrebbe ricevuto e impiegato denaro derivante dai reati di usura e di trasferimento fraudolento, procurandosi la provvista necessaria per l'acquisto all'asta di un immobile a Sarno, precedentemente di proprietà del marito Massimo Graziano, e finito poi in una procedura esecutiva dinanzi al tribunale di Nocera Inferiore;
la stessa Pignataro, sempre secondo l'accusa, «avrebbe emesso fatture inesistenti, dopo accordo, con Graziano, nei confronti di un imprenditore, al fine di consentire al coniuge di far recuperare le somme di denaro oggetto di prestiti usurai tramite canali leciti», ricevendo sul proprio conto corrente presso la Banca del Sud 18 mila euro, da aggiungere ad altri 20 mila erogati da un altro imprenditore, raggiungendo così la cifra necessaria per l'acquisto dell'immobile;
il nucleo di valutazione svolge un ruolo chiave nella verifica della performance dei dirigenti comunali, un compito che richiede trasparenza e affidabilità assoluta –:
considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Ministro interrogato intenda assumere a riguardo, al fine di accertare l'integrità dell'azione amministrativa, con particolare riguardo al corretto e imparziale conferimento degli incarichi e svolgimento delle funzioni del nucleo di valutazione.
(4-04615)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta scritta:
PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
dal 25 al 27 febbraio 2025 si sono svolte le prove scritte del «Concorso per titoli ed esami per l'accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno, ai sensi dell'articolo 3, comma 8, del decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. 205», bandito con decreto dipartimentale n. 3059 del 10 dicembre 2024;
da fonti sindacali si apprende che alcuni errori hanno generato confusione tra i candidati e indotto a un ricalcolo dei punteggi percepito da alcuni partecipanti come una vera e propria ingiustizia;
i primi due quesiti incriminati sono stati proposti nella sessione pomeridiana del 25 febbraio 2025 si tratta in particolare di una citazione di Oliver Reboul (chiamato erroneamente Michel) e una domanda avente ad oggetto Morin, in cui le possibili risposte corrette sembravano essere due. Il 27 febbraio 2025, sempre nella sessione pomeridiana, nelle opzioni di risposta al quesito riguardante la teoria della diffusione dell'identità compariva il nome di Milton Erickson, anziché quello corretto di Erik Erickson; in una domanda di informatica, inoltre, Adobe Premium sarebbe erroneamente diventato Adobe Premier. Poiché dunque le domande citate non prevedevano una risposta esatta, risulta all'interrogante che si stia procedendo con il ricalcolo del punteggio, riconoscendo a ciascun candidato due punti per qualsiasi risposta, anche nel caso di mancata risposta o di risposta totalmente errata; questo ricalcolo, ad avviso dell'interrogante, rischia di avere ricadute sull'ammissione all'orale, considerato che saranno ammessi un numero massimo di candidati pari a tre volte quelli dei posti messi a concorso nella regione e per la singola classe di concorso –:
se gli uffici del Ministro interrogato abbiano verificato la fondatezza di queste segnalazioni e se non si ritenga urgente intervenire con indicazioni chiare che ristabiliscano equità nella valutazione delle prove d'esame.
(4-04611)
SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
GATTA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
gli accessi ai corsi di formazione specialistica in medicina sono programmati annualmente a livello nazionale;
sulla base dell'articolo 36 del decreto legislativo n. 368 del 1999 il Ministro dell'università e della ricerca determina le modalità per l'ammissione alle scuole di specializzazione, i contenuti e le modalità delle prove, nonché i criteri per la valutazione dei titoli e per la composizione della commissione;
il concorso di ammissione è nazionale e all'esito delle prove viene definita una graduatoria unica nazionale secondo l'ordine decrescente di punteggio ottenuto da ogni candidato che ha la possibilità di indicare le tipologie e le sedi delle scuole di specializzazione, in ordine di preferenza;
il fabbisogno dei medici specialisti da formare viene individuato con cadenza triennale dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, tenuto conto delle relative esigenze sanitarie e sulla base di una approfondita analisi della situazione occupazionale; sulla base di tale individuazione il Ministero della salute, di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca e con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, determina il numero globale degli specialisti da formare annualmente, per ciascuna tipologia di specializzazione;
conseguentemente, il Ministro dell'università determina il numero dei posti da assegnare a ciascuna scuola di specializzazione tenuto conto della capacità ricettiva e del volume assistenziale delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa della scuola stessa;
il comma 4, dell'articolo 35, del decreto legislativo n. 368 del 1999, prevede che il Ministro dell'università e della ricerca, su proposta del Ministro della sanità, può autorizzare l'ammissione alle scuole, nel limite di un dieci per cento in più del numero delle borse messe a disposizione annualmente, di personale medico di ruolo, appartenente a specifiche categorie, in servizio in strutture sanitarie diverse da quelle inserite nella rete formativa della scuola;
tali posti sono assegnati alle diverse tipologie di scuola ed alle specifiche scuole nel rispetto delle maggiori esigenze delle singole regioni e province autonome espresse dal Ministero della salute e nel limite della capacità ricettiva delle singole sedi –:
quali siano i dati relativi all'assegnazione dei suddetti posti in sovrannumero riservati al personale medico di ruolo del Servizio sanitario nazionale e se non si ritenga, nel caso in cui parte di questi posti resi disponibili non siano assegnati per mancanza di candidati, di prevedere la possibilità di assegnarli a candidati del concorso ordinario dopo la conclusione delle procedure di assegnazione.
(4-04609)
ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l'Ulss 7 Pedemontana ha pubblicato un «Avviso di manifestazione di interesse per la locazione con opzione di riscatto all'avversarsi delle condizioni per l'alienazione dell'immobile ubicato in comune di Roana – Mezzaselva in via Alfredo Campiglio n. 22»;
l'edificio sito in via Alfredo Campiglio n. 22 a Mezzaselva frazione di Roana (VI) non è più utilizzato dall'Azienda Ulss 7 Pedemontana per esigenze di carattere istituzionale e, si legge nell'avviso, che per l'immobile in questione sono pervenute delle manifestazioni di interesse volontarie per l'acquisizione o la concessione in locazione;
con la cessione dell'immobile viene meno la disponibilità di un asset che potrebbe essere utilizzato in una prospettiva di servizio pubblico, anche attraverso «progetti di sollievo» e gestione sinergica pubblico-privato;
si segnala, infatti, come l'istituto di Mezzaselva fu creato sulla base filantropica tanto che il terreno sul quale sorge l'immobile è stato interamente donato dai cives ed è noto per la sua storica destinazione a finalità sanitarie e assistenziali;
si segnala, altresì, che con decreto del direttore della Direzione enti locali, procedimenti elettorali e grandi eventi n. 205 del 22 agosto 2023, avente ad oggetto «Verifica e riordino delle terre di uso civico appartenenti alla collettività del comune di Roana (VI). L.R. 22 luglio 1994, n. 31 – Art. 4 e 7», è stata disposta la reintegra al demanio civico dei terreni interessati dal sedime dell'ex Istituto Mezzaselva di Roana, segno della notoria insistenza di un forte legame tra la citata struttura e la storia della comunità e del territorio in cui la stessa è ubicata;
nella stessa zona si evidenzia una carenza di strutture utili per ospitare malati di Alzheimer, anziani, soggetti con sindrome dello spettro autistico, persone affette da disturbi alimentari –:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premesse;
se non intenda, per quanto di competenza, promuovere una interlocuzione con la regione del Veneto e la Ulss 7 Pedemontana al fine di rivalutare l'utilizzo dell'edificio citato a fini sanitari, socio-sanitari o sociali.
(4-04616)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
MANZI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
il Ministero dell'università e della ricerca ha pubblicato i decreti n. 156 del 24 febbraio 2025 e 148 del 24 febbraio 2025 per disciplinare i percorsi abilitanti per il personale docente della scuola secondaria di secondo grado, previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 2023;
dovrebbe essere assicurato a tutti i vincitori di concorso PNRR1 assunti a tempo determinato fino al 31 agosto 2025 la possibilità di completare il percorso abilitante;
per l'anno accademico 2024/2025 i percorsi universitari e accademici di formazione iniziale possono essere svolti, a esclusione delle attività di tirocinio e di laboratorio, con modalità telematiche, comunque sincrone, anche in deroga al limite previsto dal citato articolo 2-bis, comma 1, secondo periodo, e in ogni caso in misura non superiore al 50 per cento del totale;
i posti autorizzati sono 44.823 ma ciò avviene nelle more dell'accreditamento di ulteriori posti per l'anno accademico 2024/25 e si prevede un secondo decreto con altre classi di concorso autorizzate; nel frattempo alcuni atenei hanno già predisposto delle pagine per le informazioni relative ai percorsi dell'anno accademico 2024/25 e pubblicato anche alcuni bandi: da quanto si apprende si tratta solo di università telematiche;
molti atenei statali, infatti, devono completare l'iter autorizzativo attraverso un secondo decreto ministeriale;
il decreto n. 156 del 24 febbraio 2025 contiene solo una parte dei posti autorizzati, soprattutto, se si tratta di docenti neoassunti dal Piano nazionale ripresa e resilienza che devono completare i 30 o 36 CFU entro il 31 agosto 2025 per trasformare il contratto in tempo indeterminato;
il Ministero dell'università e della ricerca ha chiarito che «con riferimento ai percorsi per i quali è stato richiesto un nuovo accreditamento, e ai percorsi già accreditati per i quali sono state apportate modifiche, è in fase di ultimazione la relativa procedura di verifica. I posti verranno autorizzati con un successivo provvedimento»;
inoltre in data 29 gennaio 2025 il Ministero dell'università e della ricerca ha riaperto la banca dati alla ricerca di università che eroghino corsi per A006; A072; A073; A075; B005; B008; B009; B010; B013; B025; B026; non si comprende se l'accreditamento per queste ulteriori classi di concorso avverrà all'interno del secondo decreto atteso a breve oppure con provvedimento specifico successivo;
ciò sta determinando una situazione di grande incertezza a danno degli aspiranti abilitanti –:
quali tempistiche si prevedono per l'avvio delle iscrizioni ai percorsi abilitanti previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 2023 ed entro quando verrà adottato il successivo provvedimento ministeriale già anticipato dal Ministero dell'università e della ricerca.
(5-03719)