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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 17 marzo 2025

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 17 marzo 2025.

  Albano, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Battistoni, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Bonetti, Boschi, Braga, Brambilla, Calderone, Carloni, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, D'Alessio, Del Barba, Della Vedova, Ferrante, Ferro, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Rampelli, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Richetti, Rixi, Roccella, Romano, Rotelli, Scerra, Schullian, Siracusano, Sportiello, Tajani, Testa, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Vinci, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 14 marzo 2025 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   DI LAURO e BARZOTTI: «Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di prevenzione dei rischi psicosociali e di tutela del benessere nei luoghi di lavoro» (2309);

   CERRETO ed altri: «Disposizioni in materia di ricerca, raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi destinati al consumo» (2310).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

  In data 14 marzo 2025 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

  dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro per la pubblica amministrazione:

   «Conversione in legge del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni» (2308).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):

  ROSATO e GRIPPO: «Istituzione del comune di Ostia» (2211) Parere delle Commissioni V e XI.

   XII Commissione (Affari sociali):

  GRAZIANO e MALAVASI: «Modifiche alla legge 18 agosto 2015, n. 134, e altre disposizioni in materia di diagnosi, cura e inserimento lavorativo delle persone con disturbi dello spettro autistico nonché di sostegno dei loro familiari» (2172) Parere delle Commissioni I, V, VII, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Ministro
per i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 17 marzo 2025, ha trasmesso il parere reso dalla Conferenza unificata, nella seduta del 6 marzo 2025, sul disegno di legge recante conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2025, n. 3, recante misure urgenti per assicurare la continuità produttiva ed occupazionale degli impianti ex ILVA (atto Senato n. 1359, atto Camera n. 2285).

  Questo parere è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente) e alla X Commissione (Attività produttive).

Annunzio di progetti
di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 14 e 16 marzo 2025, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla valutazione, a norma dell'articolo 69, paragrafo 3, del regolamento (UE) 2019/943, delle possibilità di razionalizzazione e semplificazione della procedura per applicare un meccanismo di capacità di cui al capo IV del regolamento (UE) 2019/943 (COM(2025) 65 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una tabella di marcia per i diritti delle donne (COM(2025) 97 final), corredata dal relativo allegato (COM(2025) 97 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);

   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – Piano d'azione dell'Unione europea sulla sicurezza dei cavi (JOIN(2025) 9 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e X (Attività produttive).

Comunicazione dell'avvio
di procedure d'infrazione.

  Il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, con lettera in data 12 marzo 2025, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 15, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, dell'avvio, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, della procedura d'infrazione n. 2025/4000, notificata in data 12 marzo 2025, avviata per violazione del diritto dell'Unione europea in relazione alle disposizioni in materia di riporzionamento dei prodotti preconfezionati (articolo 23 della legge 16 dicembre 2024, n. 193), cosiddetta «shrinkflation».

  Questa comunicazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dall'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione.

  La Presidente dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte suprema di cassazione, con lettera in data 13 marzo 2025, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 13 e 32, sesto comma, della legge 25 maggio 1970, n. 352, un esemplare dell'ordinanza, emessa dall'Ufficio in data 12 marzo 2025, con la quale si dispone la prosecuzione del procedimento relativo al referendum popolare abrogativo individuato dalla denominazione «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi».

  Questo documento è depositato presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Comunicazione di nomine ministeriali.

  Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, con lettere in data 13 marzo 2025, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14:

   della proroga del dottor Pasquale Pazienza nell'incarico di commissario straordinario dell'Ente parco nazionale del Gargano;

   della proroga del dottor Francesco Tarantini nell'incarico di commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Alta Murgia.

  Queste comunicazioni sono trasmesse alla VIII Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI RICHETTI ED ALTRI N. 1-00410 E SCERRA ED ALTRI N. 1-00416 CONCERNENTI IL MONITORAGGIO E LO STATO DI ATTUAZIONE DEL PNRR

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) rappresenta un'occasione unica di rilancio per il nostro Paese, nonché un nuovo e virtuoso paradigma di programmazione, monitoraggio e rendicontazione della realizzazione dei progetti e della effettiva spesa dei fondi;

    2) a tal fine, l'articolo 2, comma 2, lettera e) del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 108 del 2021, prevede che il Governo trasmetta alle Camere con cadenza semestrale, per il tramite del Ministro per i rapporti con il Parlamento, una relazione sullo stato di attuazione del PNRR;

    3) l'ultima relazione presentata in Parlamento risale al 22 luglio 2024, non risultando ad oggi ancora presentata la sesta relazione sullo stato di attuazione del PNRR, che illustri lo stato di avanzamento del Piano fino alla fine del 2024;

    4) i dati disponibili più recenti sono, dunque, quelli presentati nell'ultima relazione semestrale della Corte dei conti, pubblicata il 9 dicembre 2024, quelli disponibili sulla piattaforma OpenPNRR, un progetto realizzato dalla fondazione Openpolis che monitora la messa a terra del Piano, nonché quelli inclusi nel dossier di monitoraggio relativo alla VII rata redatto dai servizi studi di Camera e Senato lo scorso 20 febbraio 2025;

    5) in seguito a numerose richieste e dopo diversi mesi di attesa, a fine dicembre 2024 il Governo ha risposto alla richiesta di accesso agli atti presentata da Openpolis per conoscere lo stato di avanzamento dei quasi 290 mila progetti finanziati dal PNRR;

    6) sono quindi oggi disponibili i dati su ogni progetto aggiornati al 31 dicembre 2024, e questi mostrano, in linea con quanto aveva già evidenziato la relazione semestrale della Corte dei conti, che a fine 2024 risultavano messe a terra il 32 per cento delle risorse complessive, per una cifra pari a 62,2 miliardi di euro su 194,4 miliardi totali;

    7) si sottolinea come questo risultato sia stato raggiunto a distanza di tre anni e mezzo dall'approvazione del Piano e quando alla sua conclusione mancano meno di un anno e mezzo, essendo prevista la fine di questo ingente piano di investimenti per giugno 2026;

    8) per riuscire a spendere tutti i fondi previsti, da gennaio 2025 a giugno 2026 sarà necessario spendere in media circa 5,6 miliardi di euro al mese;

    9) sia osservando i dati della Corte dei conti, secondo i quali nei primi nove mesi del 2024 sono stati spesi 12,6 miliardi di euro, sia considerando i dati di spesa complessiva per il 2024, pari a circa 16,4 miliardi di euro, risulta una capacità di spesa mensile media pari a 1,4 miliardi di euro: ciò significa che per riuscire a mettere a terra tutti i fondi previsti entro la data di scadenza del piano la capacità di spesa mensile dovrà quadruplicare rispetto agli ultimi dati disponibili;

    10) secondo i dati presentati nell'ultima relazione semestrale del Governo al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, nel primo semestre 2024 erano stati spesi 9,4 miliardi di euro: nei prossimi tre semestri la spesa dovrà arrivare in media a 45 miliardi di euro ogni sei mesi, più del doppio di quanto è stato speso in tutto il 2023, l'anno con i dati migliori per quanto riguarda la spesa di fondi PNRR;

    11) analizzando i dati presentati nell'ultimo dossier sul monitoraggio del PNRR pubblicato dai Servizi Studi di Camera e Senato, si evince come nel 2024 siano stati spesi complessivamente 16,4 miliardi di euro, di cui 9,4 miliardi di euro nel primo semestre e 7 miliardi di euro nel secondo semestre;

    12) dunque, l'andamento della spesa per semestre, invece di aumentare, diminuisce, così come è in diminuzione la spesa complessiva per anno, che, dopo essere cresciuta costantemente fino al record di 21,2 miliardi di euro del 2023, è per la prima volta diminuita nel 2024 rispetto all'anno precedente, tutto questo nonostante le rassicurazioni pronunciate dall'ex Ministro Fitto in sede di presentazione della quinta relazione, quando disse: «Ci sono stati progetti e gare e sono in corso gli avvii dei lavori; quindi, tra sei mesi ci rivedremo e la spesa crescerà»;

    13) secondo i dati presentati dalla Corte dei conti, risultano particolarmente problematici gli obiettivi legati agli investimenti, mentre per quanto riguarda le riforme la situazione è maggiormente in linea con il cronoprogramma: al giugno 2024 risultava ultimato il percorso degli obiettivi europei da raggiungere per il 63 per cento delle 72 misure di riforma, a fronte del 6 per cento degli investimenti;

    14) nei prossimi tre semestri, sarà necessario completare 284 traguardi e obiettivi per ottenere le ultime rate previste dall'accordo con l'Unione europea, che rappresentano il 45 per cento del totale;

    15) una delle priorità trasversali del Piano riguarda il contrasto ai divari di genere e generazionale. Con il decreto-legge n. 77 del 2021 è stata istituita, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Cabina di regia per il PNRR, la quale – tra i vari compiti – è incaricata di trasmettere alle Camere anche ogni elemento utile a valutare lo stato di avanzamento degli interventi, il loro impatto e l'efficacia rispetto agli obiettivi perseguiti, con specifico riguardo anche alle politiche di sostegno per l'occupazione;

    16) l'articolo 47 del medesimo decreto-legge ha stabilito che le stazioni appaltanti prevedano, tra le altre, specifiche clausole sulla parità di genere, sull'assunzione di under 36 e di donne – categorie generalmente penalizzate dal mercato del lavoro – anche al fine di raggiungere l'obiettivo qualitativo e trasversale del miglioramento delle condizioni occupazionali dei giovani e delle donne;

    17) tra il 2021 e il 2022 il Governo Draghi aveva pubblicato due relazioni sugli obiettivi del PNRR di miglioramento delle condizioni di giovani e donne, ma ad oggi non si sa molto di più sugli effetti delle riforme e degli investimenti del Piano in tale ambito;

    18) come sottolineato anche dalla Corte dei conti, l'attuazione delle misure su donne e giovani è stata fino all'anno scorso sostanzialmente in linea con il programma, ma è anche vero che le varie revisioni del PNRR hanno di fatto posticipato molti adempimenti verso gli ultimi anni del Piano, e ci ritroviamo ormai nei sedici mesi finali di attuazione del PNRR;

    19) dopo la corposa modifica del 2023, con la quale è stato anche aggiunto un ulteriore capitolo finanziato dal RePowerEU, nel 2024 sono state apportate altre due modifiche, la prima il 14 maggio 2023 e la seconda il 18 novembre 2024;

    20) il nuovo capitolo introdotto nel 2023 e finanziato con i fondi del RePowerEU prevede l'investimento 15 «Transizione 5.0» con una dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro, misura che consiste in un regime di crediti d'imposta con l'obiettivo di sostenere la transizione dei processi di produzione verso un modello efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili;

    21) il Piano Transizione 5.0, approvato dal Governo nell'ottica di incentivare gli investimenti che prevedono una riduzione dei consumi energetici, non sta funzionando: la fruizione dei benefìci non è automatica, essendo subordinata a complesse procedure amministrative, tra cui l'attesa di comunicazioni ufficiali e certificazioni sia ex ante che ex post, con un conseguente aumento delle tempistiche e degli oneri a carico delle imprese;

    22) sono previste, inoltre, soglie minime di risparmio energetico che escludono dalla misura investimenti potenzialmente utili e molti settori strategici, tra cui quelli legati all'economia circolare e alle industrie ad alta intensità energetica;

    23) secondo i dati più recenti, a gennaio 2025 erano arrivate richieste di accesso ai fondi di questo strumento per soli 500 milioni di euro, poco meno dell'8 per cento totale delle risorse a disposizione,

impegna il Governo:

1) ad inviare al Parlamento quanto prima la sesta relazione sullo stato di attuazione del PNRR, contenente i dati più aggiornati sullo stato di avanzamento della spesa, dei traguardi e degli obiettivi, con un focus particolare sullo stato di avanzamento degli investimenti;

2) ad illustrare quali strumenti intenda adottare per aumentare la capacità di spesa dei fondi fino a quadruplicarla, per consentire la messa a terra di tutte le risorse di cui è dotato il piano entro il termine perentorio di giugno 2026;

3) nel caso di una conferma da parte del Governo sull'incapacità di rispettare il termine di giugno 2026, a rendere noto quanto prima al Parlamento l'eventuale intenzione di chiedere e ottenere una proroga della scadenza del Piano oltre tale termine e gli eventuali margini di azione che il Governo ritenga di poter utilizzare in una contrattazione con la Commissione europea;

4) a chiarire se intenda adottare iniziative volte ad apportare ulteriori modifiche al Piano o se la versione attuale possa essere considerata definitiva e, dunque, da tenere in considerazione per un puntuale e definitivo monitoraggio dello stato di avanzamento della spesa, dei traguardi e degli obiettivi;

5) ad illustrare le motivazioni che hanno portato la spesa complessiva del 2024 e quella dell'ultimo semestre ad una diminuzione rispetto all'anno e al semestre precedenti, contrariamente a tutte le rassicurazioni precedentemente offerte dal Governo, e come intenda porre rimedio a questa situazione per invertire la tendenza;

6) a trasmettere con la massima celerità al Parlamento una relazione aggiornata sul rispetto delle clausole in materia di pari opportunità e inclusione lavorativa di donne e giovani, nonché sugli effetti e il raggiungimento degli obiettivi in tale ambito conseguenti all'attuazione del Piano;

7) ad adottare iniziative normative volte a semplificare le procedure di richiesta del credito d'imposta previsto dal Piano Transizione 5.0, riducendo i passaggi autorizzativi attraverso l'eliminazione di duplicazioni burocratiche e l'introduzione di strumenti digitali per l'autocertificazione delle imprese, garantendo comunque un adeguato controllo ex post, per rendere il beneficio quanto più automatico possibile, sul modello del Piano «Industria 4.0».
(1-00410) «Richetti, Bonetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli, Onori, Pastorella, Rosato, Ruffino».


   La Camera,

   premesso che:

    1) a meno di un anno e mezzo dalla sua conclusione, prevista per giugno 2026, i ritardi fatti registrare dal Governo nello stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza rimangano allarmanti, così come il mancato rispetto degli obiettivi prefissati e i rallentamenti nella messa a terra delle relative risorse finanziarie;

    2) dalla consultazione della banca dati ReGiS emerge come i dati che riguardano il nostro Paese, aggiornati al 31 dicembre 2024, siano oltremodo preoccupanti: dei 120 miliardi di euro già incassati dall'Unione europea, ne risultano essere stati spesi appena 62,2 miliardi, pari a solo il 32 per cento dei 194 miliardi complessivi ottenuti grazie all'operato del Governo Conte; ma il dato più allarmante è quello riferito al drastico rallentamento della spesa negli ultimi mesi: dalla fine di settembre 2024 a gennaio 2025, sono stati messi a terra solo 5 miliardi di euro in quattro mesi, un ritmo assolutamente insufficiente a garantire la spesa di tutti i fondi previsti per raggiungere gli obiettivi prefissati entro giugno 2026;

    3) il completamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza richiede ancora la realizzazione di 284 traguardi e obiettivi previsti nei prossimi tre semestri, di cui 177 da conseguire nell'ultimo semestre che avrà scadenza il 30 giugno 2026; secondo le valutazioni economiche effettuate dall'Osservatorio Recovery plan, ipotizzando un andamento costante del regime di spesa, sarebbero infatti 94 i miliardi di euro di spesa a rischio del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    4) questo trend negativo è confermato anche dall'ultima Relazione semestrale della Corte dei conti al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza pubblicata il 9 dicembre 2024, in cui si evidenzia come l'avanzamento finanziario del Piano, seppur in linea con le scadenze concordate, continui a segnalare – come peraltro già messo in luce in occasione di precedenti relazioni – scostamenti significativi rispetto al cronoprogramma: al 30 settembre 2024, il livello della spesa si era attestato sui 57,7 miliardi di euro, il 30 per cento delle risorse del Piano e circa il 66 per cento di quelle che erano programmate entro il 2024;

    5) il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato oggetto di successive modifiche – che hanno comportato il definanziamento totale o parziale di numerose misure – e il Governo sembrerebbe intenzionato, in tempi brevi, ad avanzare alla Commissione europea l'ennesima richiesta di revisione del Piano, la quinta in due anni, a pochi mesi dall'approvazione da parte del Consiglio dell'Unione europea – nel novembre del 2024 – dell'ultima modifica, con il rischio di un ulteriore posticipo degli obiettivi o una loro revisione al ribasso, con conseguente complessiva rimodulazione che coinvolgerebbe inevitabilmente anche gli investimenti del Piano destinati al Mezzogiorno;

    6) finora, le modifiche apportate hanno infatti determinato uno spostamento generalizzato della spesa negli ultimi anni di attuazione del Piano medesimo, diffondendo incertezza tra i soggetti attuatori. Secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio, l'ultima modifica avrebbe ritardato la pubblicazione dei bandi e il loro affidamento, rallentando l'esecuzione dei progetti del 14,2 per cento; criticità sono inoltre state riscontrate dagli enti locali nel funzionamento della piattaforma ReGiS – tra cui disallineamenti nelle informazioni, difficoltà nell'accesso alla piattaforma, nonché di navigazione, inserimento dati e ritardi nella registrazione delle operazioni – che, se da un lato rischiano di sottostimare i risultati raggiunti, dall'altro includono nella spesa anche le anticipazioni finanziarie, ovvero investimenti non ancora realizzati;

    7) a differenza del preoccupante andamento della spesa fatto registrare a livello nazionale, parte del successo del Piano nazionale di ripresa e resilienza è dovuto invece ai comuni, che stanno dando un contributo decisivo nel rispetto della riserva del 40 per cento di investimenti destinati al Mezzogiorno: il 54 per cento di tutti i progetti comunali viene infatti proprio dal Sud. Il problema principale in questo momento, come denunciato a livello degli enti locali, risiede nella certezza e nella puntualità dei pagamenti dall'amministrazione centrale verso i comuni che hanno anticipato dalle proprie casse e che spesso sono in grave difficoltà, così come nelle difficoltà riscontrate dai medesimi enti locali nel monitoraggio della spesa delle risorse destinate alle regioni del Mezzogiorno, ai fini del rispetto del richiamato vincolo di destinazione di almeno il 40 per cento delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza alle regioni del Sud;

    8) nonostante il vincolo di destinazione di almeno il 40 per cento delle risorse complessive a favore dei territori del Mezzogiorno previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – che si aggiunge alle soglie del 37 per cento delle risorse per interventi per la transizione ecologica e del 25 per cento per la transizione digitale – preoccupano i divari fra i territori a livello di macroaree e fra le regioni del Mezzogiorno che continuano a sussistere, mettendo in dubbio uno dei pilastri del Piano, ovvero la coesione territoriale: la riduzione delle disuguaglianze territoriali è infatti un elemento essenziale non solo dei fondi strutturali e di investimento europei ma anche del Next generation EU e, quindi, dei Piani nazionali di ripresa e resilienza;

    9) proprio con riguardo alla clausola di salvaguardia si denuncia inoltre la mancata pubblicazione della Relazione periodica sul rispetto della clausola di almeno il 40 per cento delle risorse territorialmente allocabili del Piano nazionale di ripresa e resilienza da destinare al Mezzogiorno, con dati relazionati fermi ormai al dicembre 2022, nonostante le numerose richieste in sedi formali e atti di sindacato ispettivo del MoVimento 5 Stelle;

    10) la mancanza di trasparenza e l'assenza di informazioni sui dati sull'avanzamento finanziario della spesa dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza pregiudica ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo le stesse prerogative del Parlamento, oltre che rappresentare una violazione dei fondamentali diritti di informazione e partecipazione democratica. L'accesso a queste informazioni è essenziale per verificare quale sia l'effettivo stato di realizzazione degli interventi e, di conseguenza, per ricostruire a che punto siano le misure del Piano. La pubblicazione tempestiva e completa di questi dati in formato aperto consentirebbe, inoltre, di verificare le informazioni prodotte e quindi segnalare eventuali problemi nei dati e, soprattutto, intervenire nei processi attuativi tempestivamente;

    11) le risorse finanziarie del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono preziose e limitate e consentono anche di intervenire sui nodi storici dei divari territoriali, favorendo lo sviluppo, la coesione sociale e la competitività economica e accelerando i processi di transizione ecologica e digitale; per questo motivo è imprescindibile, anche nell'ottica di un corretto impiego dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, scongiurare l'ipotesi contenuta nel piano di riarmo «Rearm EU» dell'utilizzo dei suddetti fondi, su cui poggia anche la programmazione dell'intero Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il finanziamento delle spese militari;

    12) affinché il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenti effettivamente un'occasione storica, probabilmente unica e irripetibile, per investire sul futuro, per fornire ai giovani nuove opportunità di lavoro e, più in generale, disegnare, innestare e realizzare, a tutti i livelli di governo, un nuovo percorso di crescita sostenibile del Paese, sia essa di tipo economico, sociale che ambientale, è fondamentale che il Parlamento, istituzione rappresentativa per eccellenza, svolga maggiormente una funzione di indirizzo e controllo sugli atti del Governo connessi alla relativa attuazione secondo il cosiddetto cronoprogramma; in questo senso, la funzione di monitoraggio, indirizzo e controllo parlamentare sull'attuazione del Piano rimane centrale ed imprescindibile, anche per fornire indicazioni al Governo sui profili sostanziali inerenti al processo di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e al monitoraggio dei relativi traguardi e obiettivi;

    13) anche con riferimento al Piano Transizione 5.0 si ravvisa inoltre come, ad oggi, solo il 6,3 per cento del totale dei fondi disponibili sia stato allocato, segnale evidente delle difficoltà incontrate dalle imprese nell'accesso agli incentivi previsti; numerose aziende continuano, infatti, a segnalare criticità burocratiche che ostacolano la fruizione della misura, con particolare riguardo alla rendicontazione e alla certificazione dei progetti e del conseguente risparmio energetico;

    14) rimangono infine alte le preoccupazioni dovute al rischio di un uso irregolare dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza – quantificabili in circa 1,8 miliardi di euro – e delle indebite interferenze della criminalità organizzata sulle risorse, come denunciato da ultimo dalla Commissione europea nella relazione annuale dell'Unione europea 2024 sullo Stato di diritto, che fanno dell'Italia il Paese dell'Unione europea con più indagini per frodi, rispetto ai livelli delle altre nazioni;

    15) il fallimento nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza significherebbe far perdere al sistema Paese la possibilità del suo definitivo rilancio, lasciarsi sfuggire una capillare rivoluzione in termini di riforme e maggiori investimenti nella sanità, nelle scuole, nelle infrastrutture, in tutto ciò che può consentire all'Italia di affrontare una impegnativa transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale, nonché al sistema sovranazionale europeo di tradursi in un'Europa più solidale, capace di allontanare lo spettro di tagli e politiche di austerità, suscettibili solo di rinnovare il senso di sfiducia verso l'Italia e verso l'Europa intera,

impegna il Governo:

1) a pubblicare senza indugio, nel rispetto dell'articolo 2, comma 2, lettera e), del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, la sesta relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, recante ogni elemento utile a valutare lo stato di avanzamento degli interventi, il loro impatto e l'efficacia rispetto agli obiettivi perseguiti, con specifico riguardo alle politiche di sostegno economico-sociali;

2) ad adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, al fine di garantire l'integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell'Italia dei fondi europei del programma Next generation EU, come previsto da Piano nazionale di ripresa e resilienza e Piano nazionale complementare in tempi celeri e rispettosi del cronoprogramma, in particolare assicurando prioritariamente il raggiungimento di obiettivi trasversali, come la sostenibilità economica, sociale e ambientale degli interventi, incluso il rispetto delle clausole in materia di pari opportunità e inclusione lavorativa dei giovani e delle donne, nonché la relativa attuazione nell'ambito delle transizioni digitali e green e del riparto bilanciato delle risorse con la destinazione minima del 40 per cento delle stesse al Sud;

3) a pubblicare e ad inviare senza indugio al Parlamento la IV Relazione istruttoria sul rispetto del vincolo di destinazione alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40 per cento delle risorse territorialmente allocabili, al fine di mantenere l'ambizione di riequilibrio territoriale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché ad assicurare il rispetto della destinazione minima del 40 per cento dei finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza al Sud ed il vincolo di concentrazione delle risorse nelle regioni del Mezzogiorno previsto dal Fondo di sviluppo e coesione, al fine di consentire, nell'ottica dell'obiettivo della coesione territoriale, il pieno superamento delle disuguaglianze e dei divari territoriali a livello di macroaree e fra le regioni del Mezzogiorno, che rappresenta proprio uno degli obiettivi più qualificanti del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

4) ad opporsi, altresì, in tutte le competenti sedi istituzionali nazionali ed europee, alla possibilità di reindirizzare i fondi della politica di coesione verso le spese relative alla difesa, distogliendo tali fondi dalla finalità del rafforzamento della coesione economico e sociale, in quanto pilastro fondamentale su cui poggia la programmazione e il contenuto dell'intero Piano nazionale di ripresa e resilienza, che ha tra i suoi obiettivi proprio il riequilibrio territoriale e il rilancio del Sud, come priorità trasversale a tutte le missioni del Piano;

5) ad adottare, per quanto di competenza, le necessarie iniziative volte ad imprimere un deciso miglioramento nella gestione della spesa a valere sulle risorse di provenienza europea di cui al Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche favorendo, per quanto di competenza, l'iter dell'iniziativa legislativa riferita all'istituzione di una Commissione parlamentare per l'indirizzo, la vigilanza e il controllo dell'attuazione del suddetto Piano, al fine di superare le difficoltà nell'utilizzo dei fondi del Next generation EU, a partire dalla scarsa capacità del loro impiego integrale;

6) a garantire, altresì, per quanto di competenza, il coinvolgimento pieno e tempestivo del Parlamento nel processo di definizione di un'eventuale proposta di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza, assicurando una puntuale e corretta informazione nei confronti delle competenti Commissioni parlamentari, su quali siano i cambiamenti richiesti, nonché le conseguenti previsioni in termini di effetti degli investimenti e di crescita del sistema Paese, così come sulla definizione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di assicurare la coerenza dello stesso rispetto all'evoluzione dell'economia verso un modello sostenibile;

7) a fronte delle segnalazioni di cui alla citata relazione della Corte dei conti, ad assumere altresì tutte le iniziative di competenza volte a contrastare con azioni effettive le irregolarità e le frodi a danno del bilancio europeo, per scongiurare la possibilità di perdere, anche parzialmente, i fondi già ottenuti, essenziali per il nostro Paese per investimenti in sanità, nell'istruzione, nelle infrastrutture, verso una autentica transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale;

8) ad assumere urgenti iniziative, anche di carattere normativo, affinché vengano superate le difficoltà legate alla rendicontazione degli investimenti e ai criteri di risparmio energetico ad essi correlati, nonché quelle connesse, laddove non sia ottenuto il risparmio energetico richiesto per l'accesso al Piano 5.0, del passaggio dal medesimo al Piano 4.0, prevedendo per quest'ultimo uno stanziamento aggiuntivo oppure una riserva di fondi utili a scongiurare che le imprese restino escluse da entrambi i benefici fiscali.
(1-00416) «Scerra, Torto, Appendino, Bruno, Cantone, Carmina, Dell'Olio, Donno».