XIX LEGISLATURA
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli
nella seduta del 7 aprile 2025.
Albano, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Benvenuto, Deborah Bergamini, Bicchielli, Bignami, Bitonci, Bonetti, Boschi, Braga, Brambilla, Calderone, Calovini, Cappellacci, Carloni, Cavandoli, Cavo, Centemero, Cesa, Cirielli, Coin, Colosimo, Alessandro Colucci, Coppo, Sergio Costa, D'Alessio, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Fassino, Ferrante, Ferro, Foti, Frassinetti, Freni, Gardini, Gava, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mari, Marrocco, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Orsini, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Pietrella, Polidori, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Richetti, Rixi, Roccella, Romano, Gaetana Russo, Scerra, Siracusano, Speranza, Stefani, Tajani, Tassinari, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Vinci, Zaratti, Zoffili, Zucconi.
Annunzio di proposte di legge.
In data 2 aprile 2025 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
FOSSI: «Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della “Via Francigena”» (2339);
KELANY: «Modifica all'articolo 9 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di concessione della cittadinanza allo straniero entrato nel territorio nazionale prima della maggiore età, legalmente residente da almeno dieci anni e che ha assolto l'obbligo scolastico» (2340);
ZINZI: «Modifica degli articoli 143 e 144 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, concernenti lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare» (2341).
In data 3 aprile 2025 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
DEL BARBA: «Ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce la Comunità europea di difesa, con Protocolli, e di connessi Accordi internazionali, firmati a Parigi il 27 maggio 1952» (2342).
In data 4 aprile 2025 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
MALAVASI ed altri: «Istituzione del corso di specializzazione universitario post-laurea in medicina generale e di prossimità» (2343).
Saranno stampate e distribuite.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge PADOVANI ed altri: «Introduzione dell'articolo 2-bis della legge 5 febbraio 1998, n. 22, in materia di tutela del decoro nell'esposizione delle bandiere della Repubblica italiana e dell'Unione europea» (1156) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fabrizio Rossi.
La proposta di legge NAZARIO PAGANO: «Modifiche alla legge 3 agosto 2004, n. 206, e all'articolo 1, commi 562 e 563, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, in materia di estensione alle vittime del dovere dei benefìci concessi alle vittime del terrorismo» (1476) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Rosato.
La proposta di legge CARAMANNA ed altri: «Disposizioni in materia di prestazione di servizi ausiliari alla sicurezza» (1857) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fabrizio Rossi.
La proposta di legge ROSSO ed altri: «Modifica all'articolo 8 del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, in materia di etichettatura dei prodotti caseari a base di latte crudo» (2132) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fabrizio Rossi.
La proposta di legge FRIJIA ed altri: «Disposizioni in materia di locazione occasionale di autocaravan» (2141) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fabrizio Rossi.
La proposta di legge D'ORSO ed altri: «Modifiche al codice civile e altre disposizioni in materia di amministrazione di sostegno» (2191) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Auriemma.
La proposta di legge ALMICI ed altri: «Istituzione e disciplina delle figure professionali del soccorritore, dell'autista soccorritore e del tecnico delle centrali di soccorso» (2263) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Lancellotta.
La proposta di legge CERRETO ed altri: «Disposizioni in materia di ricerca, raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi destinati al consumo» (2310) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Lancellotta e Fabrizio Rossi.
Adesione di deputati a proposte
di inchiesta parlamentare.
La proposta di inchiesta parlamentare DI GIUSEPPE ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul funzionamento del sistema per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero, con particolare riferimento allo svolgimento delle elezioni politiche dell'anno 2022 nella Circoscrizione estero» (Doc. XXII, n. 34) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fabrizio Rossi.
Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
KELANY e FILINI: «Modifiche all'articolo 10 del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, in materia di indicazioni obbligatorie da fornire ai richiedenti protezione internazionale» (2257).
VII Commissione (Cultura):
AMORESE ed altri: «Introduzione del requisito del consenso informato dell'esercente la responsabilità genitoriale per la partecipazione dello studente minorenne ad attività scolastiche vertenti su materie di natura sessuale, affettiva o etica» (2271) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
VIII Commissione (Ambiente):
BORRELLI: «Divieto dell'uso di contenitori e utensili in plastica non riutilizzabili per la somministrazione di alimenti nonché del lancio e della dispersione di palloncini di gomma nell'ambiente» (2241) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, X, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
VIETRI ed altri: «Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di pianificazione paesaggistica nelle aree naturali protette» (2252) Parere delle Commissioni I, V, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XI Commissione (Lavoro):
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA: «Estensione del riconoscimento dei contributi figurativi, previsto dalla legge 10 marzo 1955, n. 96, in favore dei perseguitati politici antifascisti o razziali, agli imprenditori, ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi resistenti alla criminalità organizzata» (2324) Parere delle Commissioni I, II, V e X.
XII Commissione (Affari sociali):
RIZZETTO: «Disposizioni concernenti l'introduzione degli obblighi di licenza, di assicurazione e di frequenza di un corso di formazione per la detenzione di cani appartenenti a razze considerate pericolose» (2254) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Trasmissione dalla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.
La presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, con lettera in data 3 aprile 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 3, del Regolamento della Camera, il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione, approvato il 2 aprile 2025 dalla Commissione medesima (Doc. XVII-bis n. 3).
Tale documento sarà stampato e distribuito.
Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 24 marzo 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5 della legge 9 luglio 1990, n. 185, la relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, riferita all'anno 2024 (Doc. LXVII, n. 3).
Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri), alla IV Commissione (Difesa) e alla X Commissione (Attività produttive).
Trasmissione dalla Corte dei conti.
Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 6 aprile 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale risi, per l'esercizio 2023. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 366).
Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).
Trasmissione dai Ministri della giustizia
e del lavoro e delle politiche sociali.
Il Ministro della giustizia e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 3 aprile 2025, hanno trasmesso, ai sensi dell'articolo 39, comma 1, della legge 28 marzo 2001, n. 149, la relazione sullo stato di attuazione della medesima legge n. 149 del 2001, recante modifiche alla disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori, nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile, riferita agli anni 2021, 2022 e 2023 (Doc. CV, n. 1).
Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).
Trasmissione dal Dipartimento per gli affari europei della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il Dipartimento per gli affari europei della Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 7 aprile 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione, predisposta dall'Istituto nazionale di statistica, in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche non finanziarie sugli immobili non residenziali (COM(2025) 100 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.
Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 2, 3 e 4 aprile 2025, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) 2015/1017, (UE) 2021/523, (UE) 2021/695 e (UE) 2021/1153 per quanto riguarda l'aumento dell'efficienza della garanzia dell'Unione a norma del regolamento (UE) 2021/523 e la semplificazione degli obblighi di rendicontazione (COM(2025) 84 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 3 aprile 2025;
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2019/631 al fine di introdurre ulteriore flessibilità per quanto riguarda il calcolo della conformità dei costruttori ai livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi per gli anni civili dal 2025 al 2027 (COM(2025) 136 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e IX (Trasporti). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 4 aprile 2025;
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di consiglio internazionale dei cereali in riferimento all'istituzione di nuove norme sulla procedura scritta e all'accesso dei membri agli archivi del consiglio internazionale dei cereali (COM(2025) 139 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in preparazione della 20ª riunione della conferenza delle parti della convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CoP20 della CITES) (COM(2025) 142 final), corredata dai relativi allegati (COM(2025) 142 final – Annex 1 e COM(2025) 142 final – Annex 2), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2018/1727 per quanto riguarda la proroga del termine per l'istituzione del sistema automatico di gestione dei fascicoli di Eurojust (COM(2025) 143 final), che è assegnata in sede primaria alla II Commissione (Giustizia). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 3 aprile 2025;
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di convenzione per la protezione dell'ambiente marino dell'Atlantico nordorientale nella riunione ministeriale del giugno 2025 (COM(2025) 145 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa in merito alla proroga del termine per l'adesione della Tunisia alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, per quanto riguarda le istituzioni e l'amministrazione pubblica dell'Unione (COM(2025) 151 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari europei);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa in merito alla proroga del termine per l'adesione della Tunisia alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in materia penale, l'asilo e il non respingimento (COM(2025) 152 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari europei);
Proposte di decisione del Consiglio relative rispettivamente alla firma, a nome dell'Unione europea, nonché alla conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'accordo tra l'Unione europea e il governo della Repubblica del Kazakhstan su alcuni aspetti relativi ai servizi aerei (COM(2025) 153 final e COM(2025) 154 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2025) 153 final – Annex e COM(2025) 154 final – Annex), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Libro bianco congiunto della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla prontezza alla difesa europea per il 2030 (JOIN(2025) 120 final), che è assegnato in sede primaria alla IV Commissione (Difesa).
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 3 aprile 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
Proposta di regolamento del consiglio che istituisce lo strumento di azione per la sicurezza dell'Europa (SAFE) mediante il rafforzamento dell'industria europea della difesa (COM(2025) 122 final);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2018/1727 per quanto riguarda la proroga del termine per l'istituzione del sistema automatico di gestione dei fascicoli di Eurojust (COM(2025) 143 final);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi per quanto riguarda i requisiti per le operazioni di finanziamento tramite titoli nell'ambito del coefficiente netto di finanziamento stabile (COM(2025) 146 final).
Trasmissione di documenti connessi
ad atti dell'Unione europea.
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 2 aprile 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, relazioni predisposte dalla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea, riferite al periodo dal 16 al 31 marzo 2025.
Questi documenti sono trasmessi alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e alle Commissioni competenti per materia.
Trasmissione dal Garante del contribuente per la Lombardia.
Il Garante del contribuente per la Lombardia, con lettera in data 2 aprile 2025, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale in Lombardia, riferita all'anno 2024.
Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).
Comunicazione di nomine ministeriali.
Il Ministero dell'università e della ricerca, con lettera in data 1° aprile 2025, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, il decreto ministeriale concernente la nomina del dottor Giorgio Graditi a componente del consiglio di amministrazione dell'Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste – Area Science Park.
Questo decreto è trasmesso alla VII Commissione (Cultura).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
MOZIONI RICCARDO RICCIARDI ED ALTRI N. 1-00422, RICHETTI ED ALTRI N. 1-00423 E ZANELLA ED ALTRI N. 1-00424 IN ORDINE AL PIANO DI RIARMO EUROPEO
Mozioni
La Camera,
premesso che:
1) le conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2025 confermano la pericolosa quanto concreta svolta militarista dell'Europa, preannunciata nel Libro Bianco della Difesa europea, ribattezzando il Piano di riarmo europeo «Rearm Europe» in «ReArm Europe Plan/Readiness 2030», intendendo sottolineare la capacità di prontezza e risposta militare, in totale contrasto con i principi e i valori comuni dell'Unione europea ossia libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, promozione della pace e della stabilità. Una vera e propria chiamata alle armi;
2) in particolare, al titolo IV – Difesa e Sicurezza europee, delle conclusioni del Consiglio europeo, si chiede al paragrafo 21 «un'accelerazione dei lavori su tutti i filoni per potenziare in modo decisivo la prontezza dell'Europa alla difesa nel corso dei prossimi cinque anni», a tal fine invitando «il Consiglio e i co-legislatori a portare avanti rapidamente i lavori sulle recenti proposte della Commissione». Al paragrafo 23, del medesimo titolo, il Consiglio europeo invita la Commissione e l'Alta rappresentante a riferire periodicamente in merito agli avanzamenti compiuti nell'attuazione delle conclusioni sulla difesa;
3) al Consiglio europeo sono comunque emerse varie divergenze tra gli Stati membri in materia di debito comune e sul tema degli investimenti. Il debito comune dovrà essere necessariamente affrontato nel prossimo Consiglio di giugno 2025, considerato che al summit Nato in programma all'Aia dal 24 al 26 giugno 2025 verrà indicato il nuovo target di spesa per i Paesi membri dell'Alleanza atlantica;
4) il 19 marzo 2025, la Commissione e l'Alta rappresentante hanno presentato il Libro Bianco sulla difesa europea, contestualmente la Commissione ha presentato, nell'ambito del piano ReArm Europe/Readiness-2030, un pacchetto di difesa che fornisce leve finanziarie agli Stati membri dell'Unione europea al fine di facilitare l'aumento degli investimenti nelle capacità di difesa;
5) ReArm Europe Pian/Readiness 2030 ha ottenuto un prima via libera nel corso del Consiglio europeo straordinario dello scorso 6 marzo 2025, tra cui il sostegno del Governo italiano, dopo esser stato annunciato già qualche giorno prima, in maniera alquanto irrituale in considerazione della portata e dell'impatto, con una lettera del Presidente della Commissione europea Von der Leyen all'attenzione dei capi di Stato e di Governo dei Paesi membri;
6) il piano, declinato in 5 punti, vale 800 miliardi di euro e segna un deciso cambio di rotta dell'Unione a favore di una vera e propria militarizzazione dell'Unione europea, come a più riprese denunciato dal gruppo parlamentare «Movimento Cinque Stelle», in cui le priorità politiche su temi centrali quali la transizione verde e digitale, la sanità, l'istruzione e la green economy, cedono il passo al rafforzamento della capacità di produzione di armi e munizioni;
7) in particolare, il piano dell'Unione europea prevede un aumento esponenziale della spesa per la sicurezza e la difesa dell'Europa, declinata nel senso di un rafforzamento della capacità militare, attraverso l'istituzione di un nuovo strumento finanziario basato su prestiti agli Stati membri garantiti dal bilancio dell'Unione europea, per l'acquisto, tra l'altro, di sistemi di difesa aerea e missilistica, artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone, nonché investimenti in infrastrutture critiche e protezione dello spazio, mobilità militare, cyber, intelligenza artificiale e guerra elettronica;
8) gli Stati membri avrebbero inoltre la possibilità di innalzare la propria spesa militare a livello nazionale, tramite l'attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita, (Psc) ipotesi che – consentendo lo scorporo degli investimenti per la difesa dal calcolo deficit/Pil – libererebbe, nelle intenzioni della Presidente della Commissione europea, complessivamente 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni, da aggiungersi ai 150 miliardi del nuovo strumento di prestiti per la difesa sostenuti dal bilancio dell'Unione europea. Gli spazi di indebitamento a disposizione degli Stati membri verrebbero così occupati dalle spese per il riarmo, a svantaggio dello stato sociale e dei servizi alla persona, con evidenti disparità a seconda delle disponibilità di bilancio, creando un progetto di investimento industriale non organico, che potrebbe falsare la concorrenza interna, minando i principi stessi del mercato comune, in luogo di una sana e ordinata competizione all'interno dell'Unione europea. La possibilità di attivare la clausola di salvaguardia è stato uno dei punti che ha fatto emergere distanze profonde tra Stati membri al Consiglio europeo di marzo 2025, considerate le singole situazioni debitorie dei Paesi;
9) allo stato attuale, dunque, si prospetta unicamente una mobilitazione senza precedenti di risorse finanziarie per l'aumento delle spese militari a livello nazionale dei singoli Stati membri, peraltro senza una revisione delle regole fiscali europee ma incidendo esclusivamente sul debito dei singoli Paesi membri;
10) la svolta bellicista descritta sta minando le fondamenta dello spirito originale del grande progetto di pace che avrebbe dovuto essere l'Unione europea e che auspichiamo si torni a perseguire, come rivoluzionariamente sancito dal testo del «Il Manifesto di Ventotene», ovvero uno dei testi fondanti dell'Unione europea, per creare una federazione europea ispirata ai principi di pace, libertà e democrazia;
11) considerati i futuri sviluppi a livello europeo in materia di difesa, come riportato nelle conclusioni del Consiglio europeo di marzo 2025, è fondamentale tenere costantemente informati gli organi parlamentari competenti, come previsto dalla legge 24 dicembre 2012, n. 234 recante «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea», all'articolo 4, comma 2, disponendo che «Il Governo informa tempestivamente i competenti organi parlamentari su iniziative o su questioni relative alla politica estera e di difesa comune presentate al Consiglio dell'Unione europea o in corso di esame da parte dello stesso, dando specifico rilievo a quelle aventi implicazioni in materia di difesa.»,
impegna il Governo:
1) a non proseguire nel sostegno del piano di riarmo europeo «ReArm Europe/Readiness 2030»;
2) al fine di recuperare i valori fondanti dell'Unione europea, a sostenere nelle opportune sedi europee la sostituzione integrale del «ReArm Europe/Readiness 2030» con un piano di rilancio e sostegno agli investimenti che promuovano la competitività, gli obiettivi a lungo termine e le priorità politiche dell'Unione europea quali: spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi all'occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei, per rendere l'economia dell'Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile;
3) a dare seguito tempestivamente, per quanto di competenza, al dettato normativo di cui all'articolo 4 della legge n. 234 del 2012, al fine di aggiornare costantemente gli organi parlamentari competenti in merito alle evoluzioni in materia di difesa di cui in premessa, nel rispetto del dialogo politico e a salvaguardia delle prerogative parlamentari alla luce di quella che i firmatari del presente atto ritengono essere la nuova postura bellicista assunta dalla Commissione europea.
(1-00422) «Riccardo Ricciardi, Francesco Silvestri, Pellegrini, Scerra, Conte, Baldino, Lomuti, Bruno, Cantone, Alfonso Colucci, D'Orso, Torto, Fenu, Caso, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Morfino».
La Camera,
premesso che:
1) secondo i dati del Kiel Institute, dall'inizio dell'invasione su vasta scala della Russia al 31 dicembre 2024 l'Italia ha fornito aiuti bilaterali all'Ucraina per complessivi 2,26 miliardi di euro e ulteriori 6,76 miliardi di euro di contributi per gli aiuti forniti direttamente dall'Unione europea;
2) gli aiuti italiani, nel periodo considerato, sono quindi stati mediamente di poco inferiori allo 0,15 per cento del Prodotto interno lordo annuo, comprendendo sia il sostegno militare sia gli impegni di solidarietà umanitaria e finanziaria;
3) nello stesso periodo, i Paesi europei hanno fornito aiuti, sia bilaterali che intermediati dall'Unione europea, pari a 132,3 miliardi di euro e ne hanno programmati per ulteriori 115,1 miliardi di euro. Gli Stati Uniti hanno fornito aiuti per 114,2 miliardi di euro e ne hanno programmati per ulteriori 4,8 miliardi;
4) complessivamente, l'impegno finanziario europeo e statunitense per l'Ucraina dall'inizio del 2022 alla fine del 2024 è stato pari a circa 366 miliardi di euro. In termini teorici, se l'impegno europeo proseguisse per l'intero 2025 come nel triennio precedente e surrogasse per intero l'impegno statunitense, nel frattempo venuto meno, nel complesso assorbirebbe circa lo 0,6 per cento del Prodotto interno lordo complessivo dei Paesi membri dell'Unione europea, del Regno Unito e della Norvegia;
5) nel febbraio 2025, l'Alta rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, aveva proposto un piano da 40 miliardi di euro per aiuti militari urgenti all'Ucraina, di fronte al completo disimpegno degli Usa. Nell'ultimo Consiglio europeo, tenutosi il 20 marzo 2025, il piano è stato fortemente ridimensionato sia nell'importo (sceso da 40 a 5 miliardi di euro), sia nel meccanismo di funzionamento (non una ripartizione in base al Prodotto interno lordo dei Paesi membri, ma su base volontaria);
6) lungi dall'essere stato avviato un vero processo di pace, non è stato ancora perfezionato neppure l'accordo per una tregua, cioè per una – almeno temporanea – sospensione dell'aggressione militare della Russia all'Ucraina, annunciata come imminente dopo la recente telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin; al contrario, proprio dopo il vertice, si sono intensificate sia le operazioni militari, sia gli attacchi russi su obiettivi e infrastrutture civili;
7) nel Documento programmatico pluriennale (Dpp) della difesa per il triennio 2024-2026, trasmesso alle Camere il 12 settembre 2024, risulta che nel 2024 il rapporto percentuale tra il budget della difesa (29,18 miliardi di euro) e il Prodotto interno lordo nominale (2.130,48 miliardi di euro) si attestava al valore dell'1,37 per cento ed era destinato a decrescere all'1,31 per cento nel 2025 e all'1,26 per cento nel 2026 rispetto ai corrispondenti valori di Prodotto interno lordo previsionale;
8) in base agli impegni assunti in occasione del summit Nato svoltosi in Galles nel settembre 2014, poi ribaditi a Varsavia nel 2016 con il cosiddetto Defence investment pledge (Dip), ciascuna nazione alleata avrebbe dovuto raggiungere entro il 2024 tre obiettivi: il 2 per cento delle spese per la difesa rispetto al prodotto interno lordo (cash), il 20 per cento della quota del budget della difesa da destinare agli investimenti (capabilities) e un contributo a missioni, operazioni ed altre attività (contributions);
9) se pure la percentuale delle spese in conto capitale per la difesa è aumentata negli ultimi anni in Italia, nel 2024 sarebbero stati necessari ulteriori 13,4 miliardi di euro per raggiungere il rapporto del 2 per cento sul Prodotto interno lordo, che, come ha ammesso lo stesso Ministro della difesa, «oggi non è più un obiettivo, ma un requisito minimo»;
10) i Paesi che, secondo le stime Nato, nel 2024 hanno raggiunto l'obiettivo del 2 per cento del Prodotto interno lordo per le spese per la difesa sono circa due terzi, ventitré su trentuno. Le spese (e quindi le percentuali) considerate dalla Nato non sono del tutto coincidenti con quelle autorizzate dal bilancio nazionale in quanto – come dà conto il documento programmatico pluriennale per la difesa relativo al periodo 2022/2024 – il cosiddetto budget della difesa in chiave Nato viene individuato sulla base di parametri specifici, per rendere rapportabili i dati finali di tutti i Paesi membri dell'Alleanza;
11) sulla base dei criteri adottati dalla Nato, il bilancio per la difesa italiana nel 2024 è stato pari all'1,49 per cento del Prodotto interno lordo e l'obiettivo dichiarato dal Governo nel documento programmatico pluriennale 2024-2026 è di raggiungere l'obiettivo del 2 per cento del Prodotto interno lordo entro il 2028;
12) al prossimo vertice Nato previsto all'Aja nel giugno 2025 sarà presumibilmente presentata da parte del Segretario generale una nuova proposta sulla percentuale di spesa per la difesa, che dovrebbe superare il 3 per cento del Prodotto interno lordo, a fronte di una richiesta dell'amministrazione americana del 5 per cento;
13) nelle conclusioni della riunione straordinaria del 6 marzo 2025, il Consiglio europeo aveva accolto con favore l'intenzione della Commissione di formulare una raccomandazione per l'attivazione della clausola di salvaguardia nazionale prevista dal Patto di stabilità e crescita, al fine di agevolare un aumento della spesa per la difesa a livello nazionale e di aprire uno spazio di spesa aggiuntiva potenziale di 650 miliardi di euro nell'intera Unione europea;
14) il Consiglio europeo aveva, altresì, preso favorevolmente atto della proposta della Commissione relativa a un nuovo strumento dell'Unione europea – denominato SAFE (Security action for Europe) – finalizzato a fornire agli Stati membri prestiti sostenuti dal bilancio dell'Unione europea per un importo fino a 150 miliardi di euro;
15) nella riunione del 20 marzo 2025 il Consiglio europeo, in ordine alle conclusioni della riunione straordinaria del 6 marzo e alla luce del libro bianco sul futuro della difesa europea del 19 marzo 2025, ha chiesto «un'accelerazione dei lavori su tutti i filoni per potenziare in modo decisivo la prontezza dell'Europa alla difesa nel corso dei prossimi cinque anni»;
16) la risoluzione del Parlamento europeo del 2 aprile 2025 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2024 – ha accolto con favore il piano «ReArm Europe» e il Libro bianco sulla prontezza europea alla difesa per il 2030, confermando gli indirizzi della Commissione,
impegna il Governo:
1) nelle more di un negoziato di pace, di cui al momento neppure si intravedono i possibili contorni politici e giuridici, a rendere disponibili per il sostegno militare all'Ucraina stanziamenti almeno in linea con quelli assicurati finora dall'Italia, in modo bilaterale o attraverso il bilancio dell'Unione europea, al Governo di Kyiv e in ogni caso non inferiori allo 0,15 per cento del Prodotto interno lordo annuo;
2) a cooperare con gli altri Paesi europei «volenterosi» e con il Regno Unito a fare in modo che la fornitura di munizioni di artiglieria di grosso calibro e di missili, che l'ultimo Consiglio europeo ha individuato come necessarie per corrispondere alle pressanti esigenze militari dell'Ucraina, siano assicurate tempestivamente alle forze di difesa ucraine;
3) ad innalzare entro il 2025 le spese per la difesa dell'Italia al 2 per cento del Prodotto interno lordo e ad operare perché sia rapidamente attivato lo strumento, individuato nel Consiglio europeo del 6 marzo 2025, di un prestito garantito dal bilancio dell'Unione europea per il finanziamento dell'incremento della spesa per la difesa, fino agli obiettivi stabiliti in ambito Nato;
4) qualora questo strumento, o altri di analoga funzione e convenienza finanziaria per il bilancio nazionale, non fossero resi disponibili in tempi brevi, ad innalzare le spese per la difesa al 2 per cento del Prodotto interno lordo ricorrendo alla clausola di salvaguardia di cui all'articolo 26 del Regolamento (UE) 2024/1263 del 29 aprile 2024;
5) a partecipare attivamente, in base al piano ReArm Europe e al programma European Defense/Readiness 2030, al percorso di costruzione di un sistema di difesa europea e di progressiva integrazione politica, industriale e militare tra gli Stati membri, favorendo il ripristino di un rapporto sempre più stretto con il Regno Unito, al fine di contrastare le incombenti minacce alla libertà e sicurezza dell'Europa, in primo luogo da parte della Federazione Russa e in prospettiva da parte di altri Paesi ostili, a fronte dell'annunciato disimpegno statunitense dallo scenario europeo.
(1-00423)(Nuova formulazione) «Richetti, Rosato, Bonetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli, Onori, Pastorella, Ruffino».
La Camera,
premesso che:
1) nella riunione del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2025 è stato approvato il piano «ReArm Europe», già esposto dalla Presidente Von der Leyen in una lettera al Consiglio europeo in vista della riunione straordinaria del 6 marzo 2025;
2) esso è declinato in cinque punti principali. Il primo è una clausola di salvaguardia per consentire ai paesi membri di fare debito per le spese militari senza violare il Patto di stabilità e crescita che regola strettamente gli eccessi di spesa. In pratica si tratta di un'eccezione al Patto: finché spendono per la difesa, i Paesi membri potranno aumentare il loro debito oltre i limiti consentiti senza rischiare di incorrere in procedure di infrazione da parte della Commissione. Questa eccezione varrà per un massimo di 650 miliardi di euro complessivi per un periodo di quattro anni, che dovrebbero consentire ai paesi membri di aumentare la loro spesa militare fino all'1,5 per cento in più del proprio Prodotto interno lordo rispetto ad ora;
3) la seconda misura prevede 150 miliardi del fondo Safe (Security action for Europe) messi a disposizione degli Stati membri: si tratta di prestiti a lungo termine finanziati dalla Commissione europea con l'emissione di titoli, dunque facendo in sostanza debito, finalizzati agli investimenti nel settore della difesa;
4) quindi, invece di fare debito per rilanciare l'economia lo si fa esclusivamente per la spesa militare, mentre restano al palo il green deal, il lavoro, il welfare;
5) il terzo punto vuole l'utilizzo di fondi dell'Unione, in particolare dei «fondi per la coesione», per finanziare progetti con finalità legate alla difesa. Con il quarto ed il quinto punto la Commissione vuole mobilitare il capitale privato e quello della Banca europea degli investimenti al fine di sostenere il riarmo degli Stati europei;
6) il piano ReArm Europe non può essere definito o connesso alla difesa europea: esso consiste, al contrario, in un enorme piano di riarmo nazionale senza che questo comporti alcun passo in avanti in termine di integrazione europea;
7) nelle conclusioni approvate in esito alla riunione del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo 2025 al paragrafo 21 si legge che «il Consiglio europeo chiede un'accelerazione dei lavori su tutti i filoni per potenziare in modo decisivo la prontezza dell'Europa alla difesa nel corso dei prossimi cinque anni. Invita il Consiglio e i colegislatori a portare avanti rapidamente i lavori sulle recenti proposte della Commissione. Il Consiglio europeo chiede che sia avviata con urgenza l'attuazione delle azioni individuate nelle sue conclusioni del 6 marzo 2025 nel settore delle capacità e che siano portati avanti i lavori relativi alle pertinenti opzioni di finanziamento.»;
8) nel paragrafo successivo si dice che «Il Consiglio europeo ricorda che un'Unione europea più forte e più capace nel settore della sicurezza e della difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla Nato, che, per gli Stati che ne sono membri, resta il fondamento della loro difesa collettiva.». Tale approccio è in palese contraddizione con l'idea di autonomia strategica europea e colloca lo stesso piano ReArm Europe in una evidente subalternità rispetto alle richieste del Presidente Trump ed agli impegni non vincolati presi in sede Nato;
9) l'aumento della spesa per la difesa non determina in alcun modo maggiore sicurezza. L'indebitamento comune e le deroghe alle norme sulla governance economica europea dovrebbero essere utilizzati piuttosto per finanziare la transizione ecologica e digitale, per sostenere settori fondamentali come la sanità e l'istruzione e per mettere in campo misure volte a risolvere le emergenze sociali che affliggono molti cittadini europei. Inoltre, se ci si è sempre opposti ad ogni ipotesi di scorporo di investimenti produttivi o sociali dal Patto di stabilità e crescita è ora inopportuno ed immorale aprire a tale opportunità per la spesa in armamenti;
10) i fondi connessi alla politica di coesione europea sono vitali per lo sviluppo delle comunità locali negli stati membri, motivo per cui ci si oppone ad ogni distorsione o deroga che consenta il loro utilizzo, anche parziale per sostenere la spesa militare. Come ricordato anche da Svimez nei giorni scorsi, la coesione «rappresenta un pilastro costitutivo dell'Unione europea che non può essere indebolito di fronte ad ogni emergenza». Tuttavia, il basso tasso di spesa del ciclo 2021-2027 e il debole consenso politico intorno a questa politica «potrebbe determinare, come avvenuto in passato, e nonostante le dichiarazioni di principio, una forte pressione della Commissione e delle stesse istituzioni nazionali per un loro utilizzo per investimenti nella difesa. Non basta dunque opporsi a tale proposta ma occorre prendere atto dell'urgenza di una profonda riforma che faccia i conti con i suoi "fallimenti" ma che sia in grado di valorizzarne il potenziale in termini di costruzione di un'Europa più inclusiva e competitiva»;
11) l'idea di un'unione di tutti gli Stati europei prende forma dopo la seconda guerra mondiale: l'intero continente usciva dilaniato dai combattimenti, dalle atrocità compite dagli eserciti nemici sulle popolazioni civili, dallo sterminio nazista degli ebrei e di altre minoranze. Il sogno europeo fu allora quello di mettere fine a conflitti e divisioni e di dare l'avvio ad un lungo processo di cooperazione tra Stati. Un progetto che si è dimostrato efficace, perché ha portato il periodo di pace più lungo nella storia dell'Europa occidentale;
12) all'invasione russa dell'Ucraina e al protrarsi da oltre due anni della guerra, l'Unione europea e i suoi Stati membri sono stati incapaci di una risposta che promuovesse una iniziativa politica e diplomatica per la cessazione del conflitto, percorrendo esclusivamente al seguito degli Stati Uniti la via del sostegno militare;
13) oggi di fronte ai mutamenti degli scenari geopolitici determinati dai nuovi orientamenti, ispirati ad un nazionalismo sovranista aggressivo, della nuova amministrazione americana e del suo Presidente Trump e alla sua iniziativa verso la Federazione Russa e il suo Presidente Putin per la cessazione del conflitto in Ucraina, operata da entrambi con spirito padronale nei confronti dell'Ucraina e del suo popolo, invece di rispondere con la politica i leader europei scelgono la corsa al riarmo e il via libera alla spesa nazionale;
14) la pace e la sicurezza non si ottengono promuovendo una politica di scontro e di guerra, aumentando le spese militari, la militarizzazione dell'Unione europea e la sua trasformazione in un blocco militare, ma piuttosto attraverso la diplomazia, il dialogo e la soluzione politica dei conflitti e la costruzione di una sicurezza collettiva, nel rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;
15) oggi, più che mai occorrerebbe costruire una politica estera e una difesa comune, agire insieme nel campo dell'immigrazione e degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, proseguire e ampliare la cooperazione nella politica economica e nei grandi progetti scientifici dai quali dipende il nostro futuro. Tutti obiettivi semplici da individuare, ma che esigono una visione politica comune ancora molto difficile da mettere in atto. La difesa comune dovrebbe camminare accanto a un grande piano di investimenti comuni per l'autonomia strategica dell'Unione europea, che è insieme cooperazione industriale, coesione sociale, transizione ambientale e digitale, sicurezza energetica;
16) la spesa militare globale è in crescita da oltre due decenni, come dimostrano tutti i dati internazionali più attendibili: una tendenza ulteriormente rafforzata negli ultimi due anni e mezzo a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina. Il continuo aumento della spesa militare mondiale è estremamente preoccupante: una corsa agli armamenti non creerà sicurezza per i cittadini europei, ma al contrario aumenterà il rischio di conflitti violenti. Secondo i dati del Sipri (Stockholm international peace research Institute) per il 2023, gli Stati membri europei insieme al Regno Unito spendono già in termini nominali per la difesa più di tutti gli altri paesi del mondo, ad eccezione degli Stati Uniti. Tra il 2021 e il 2024 la spesa totale per la difesa degli Stati membri dell'Unione europea è aumentata di oltre il 30 per cento;
17) il fatto che l'Unione europea decida di investire maggiori risorse pubbliche non per fronteggiare l'invecchiamento della popolazione, per l'istruzione di milioni di giovani legati ai grandi spostamenti di popolazione, per la trasformazione produttiva in termini sostenibili, per le profonde disuguaglianze evidenzia che per le leadership europee nessuna di queste esigenze strutturali ha un valore paragonabile a quello delle armi, tanto da consentire ai singoli Stati membri non solo di tenere fuori dal patto le spese militari, ma di poter negoziare persino le somme attribuite per le politiche di coesione o per altre finalità purché simili rinegoziazioni finiscano in armi,
impegna il Governo:
1) ad interrompere il sostegno al piano di riarmo europeo «ReArm Europe»;
2) ad impegnarsi in sede europea affinché l'Unione europea ponga in essere una urgente iniziativa politica e diplomatica con il coinvolgimento dell'Onu per una tregua nel conflitto russo-ucraino, finalizzata al raggiungimento di una pace stabile e duratura;
3) in luogo di qualsiasi sostegno al piano di riarmo europeo, a promuovere, nelle opportune sedi europee, la definizione di deroghe alle norme sulla governance economica per finanziare la transizione ecologica e digitale, per sostenere settori fondamentali come la sanità e l'istruzione e per mettere in campo misure volte a risolvere le emergenze sociali;
4) a lavorare in sede di Consiglio europeo per non consentire nessuna deroga finalizzata all'utilizzo dei fondi di coesione per finanziare l'acquisto o la produzione di armamenti;
5) a sostenere in tutte le sedi opportune la necessaria strada per la creazione di una difesa europea, attraverso un percorso opposto a quello scelto dell'aumento delle capacità militari nazionali, che consiste in una razionalizzazione ed integrazione della spesa esistente.
(1-00424) «Zanella, Fratoianni, Bonelli, Borrelli, Dori, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».