XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La VII Commissione,
premesso che:
la scuola rappresenta sede di apprendimento culturale, educativo e di acquisizione di esperienze personali, per questa ragione è importante inserire nella didattica strumenti che possano favorire ed arricchire la formazione degli studenti; uno di questi è senza dubbio il teatro: attività che può aiutare gli studenti di qualsiasi ordine e grado, arrecando tanti benefici sia a livello relazionale sia a livello culturale;
il linguaggio teatrale, nella sua funzione didattico-educativa risponde ai bisogni educativi emergenti delle nuove generazioni e si pone come alleato prezioso della scuola anche nelle situazioni problematiche fornendo, attraverso l'applicazione del pensiero divergente ed emotivo-empatico, strategie alternative per affrontare e risolvere situazioni di disagio giovanile, ritardi e difficoltà di apprendimento;
numerosi studi in ambito psico-pedagogico hanno infatti riconosciuto la validità del teatro come strumento efficace per accompagnare e fronteggiare il disagio, in particolare durante l'età adolescenziale, proprio attraverso gli incentivi alla relazione con l'altro, alla conoscenza e all'espressione di sé che la pratica teatrale può trasmettere;
l'attuazione consapevole dell'educazione teatrale in ambito formativo non si limita a trasmettere un sapere artistico, ma estende la nozione di teatro, concependo l'arte come veicolo per la formazione della persona e il linguaggio teatrale come uno dei possibili linguaggi esperienziali per la scoperta della propria capacità relazionale e comunicativa, delle proprie potenzialità e dei propri limiti;
il valore didattico, pedagogico ed educativo dell'attività teatrale e dell'insegnamento del teatro a scuola contribuisce a mettere in atto un processo di apprendimento e le relative valenze educative e formative sono finalizzate all'acquisizione di competenze affettive, relazionali, corporee, motorie, percettive, nonché storico culturali;
dunque la pratica teatrale rappresenta un irrinunciabile strumento di educazione civica e intellettuale, nonché di socialità e di connessione con il tessuto sociale, il cui valore pedagogico e didattico all'interno delle scuole è stato riconosciuto dal Ministero della cultura fin dal 2016 con l'emanazione di indicazioni strategiche per l'utilizzo didattico delle attività teatrali nelle istituzioni scolastiche;
è proprio in un'ottica di crescita individuale, di benessere e di valorizzazione della relazione, che si inserisce il teatro a scuola, inteso come l'insieme delle attività volte ad avvicinare gli studenti e le studentesse a questa modalità espressiva e di lavoro con l'intento pedagogico educativo di fare squadra, imparare a conoscere sé stessi e le proprie emozioni;
la valenza educativa e sociale delle attività teatrali è stata riconosciuta, da ultimo, anche grazie all'approvazione di un emendamento del MoVimento Cinque Stelle alla legge di bilancio 2025, con il quale è stato istituito un fondo ad hoc, per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, al fine di rafforzare la promozione e il sostegno di tali attività negli istituti penitenziari, quale strumento di educazione intellettuale e civica, di socialità e di connessione con il tessuto sociale e promuovere altresì la rigenerazione culturale delle realtà carcerarie italiane in termini di contrasto alla marginalità sociale;
l'educazione alla teatralità, trova la sua legittimazione nell'offerta formativa delle scuole italiane di ogni ordine e grado con le Indicazioni strategiche per l'utilizzo didattico delle attività teatrali a scuola del 16 marzo 2016, in attuazione della cosiddetta «Buona Scuola»;
infatti con l'introduzione della legge 107 del 13 luglio 2015, la cosiddetta «Buona Scuola», l'attività teatrale da offerta extracurricolare aggiuntiva passa a scelta didattica complementare, tuttavia, ad oggi, il teatro a scuola rimane una mera possibilità, non è materia curricolare in Italia e non esiste la figura del «docente di teatro»;
il 27 marzo di ogni anno si celebra la Giornata mondiale del teatro, istituita a Parigi nel 1962 dall'International theatre institute, la più vasta organizzazione di teatro nel mondo fondata dall'Unesco nel 1948;
in Italia, riguardo all'insegnamento del teatro, il quadro attuale appare preoccupante in quanto strettamente collegato con la situazione della scuola italiana, oggetto di tagli e di normative che hanno poco a che fare con una vera riforma o con l'adeguamento a parametri europei e internazionali;
nella legge di bilancio 2025 si registrano, per il settore dell'istruzione, importanti riduzioni di spesa e una pesante spending review, che andranno ad impattare negativamente sul settore; dunque questo Governo, confermando la politica dei tagli, non restituisce centralità all'istruzione pubblica poiché non stanzia risorse adeguate;
in particolare, si registra un taglio di 5.660 docenti dell'organico dell'autonomia e 2.147 posti del personale amministrativo tecnico e ausiliario della scuola; si è registrato, inoltre, un definanziamento di 40 milioni per il 2025 del fondo destinato alla «riduzione divari territoriali e contrasto dispersione scolastica»;
pertanto, in questo quadro con poche risorse e poco personale, sono a rischio anche le attività di didattica complementare, come l'educazione al teatro e alla teatralità;
il cinema e il teatro appartengono alla storia della Repubblica e ne custodiscono inalterati i valori, oltre a costituire, per il presente e per il futuro, una valida officina dalla quale generare arte e bellezza, di cui attualmente c'è un evidente bisogno per evitare il tramonto delle istituzioni culturali e l'emergere di logiche che orientano l'economia esclusivamente al mero profitto;
appare dunque auspicabile l'introduzione graduale, inizialmente in via sperimentale, dell'insegnamento curriculare dell'educazione all'immagine e al linguaggio delle arti audiovisive nelle scuole di ogni ordine e grado,
impegna il Governo:
a promuovere, nelle scuole di ogni ordine e grado, la diffusione dell'insegnamento dell'educazione all'immagine e al linguaggio delle arti audiovisive, al fine di introdurre tale insegnamento curriculare, anche gradualmente e in via sperimentale, per i primi tre anni scolastici a decorrere dall'anno scolastico 2025/2026;
a promuovere, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, con riferimento, in particolare, all'organizzazione delle attività e degli orari dell'insegnamento curriculare, nonché il rispetto delle competenze delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, programmi di insegnamento dell'educazione all'immagine con riferimento, in particolare, al potenziamento delle competenze nei linguaggi audiovisivi sia sul piano dell'acquisizione delle conoscenze e delle capacità critiche sia in relazione all'utilizzo delle relative tecniche, prevedendo attività di formazione specifica nelle discipline del cinema e del settore audiovisivo;
ad incrementare le risorse di cui all'articolo 1, comma 125, della legge 13 luglio 2015, n. 107, destinando una quota parte alla formazione dei docenti sulle tematiche afferenti all'insegnamento dell'educazione all'immagine e al linguaggio delle arti audiovisive, aggiornando dunque il Piano nazionale di formazione dei docenti di cui all'articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015;
ad assumere tutte le opportune iniziative, anche normative, volte all'introduzione delle attività teatrali come parte integrante dell'offerta formativa delle scuole di ogni ordine e grado, compresa la scuola dell'infanzia, nell'ambito delle attività didattiche-educative – anche in funzione dell'educazione permanente – rafforzando, a tal fine, anche in un'ottica preventiva in ambito pedagogico, lo strumento dell'educazione culturale veicolata attraverso il teatro e le attività laboratoriali, per sensibilizzare le giovani generazioni alla cultura artistica e favorire altresì la conoscenza delle forme in cui si esprimono le diversità culturali;
a stanziare, conseguentemente, adeguate risorse finanziarie mirate a sostenere interventi a favore dell'inserimento delle attività teatrali nell'offerta formativa didattica, operando a tal fine, anche in un'ottica di efficientamento delle risorse, una regolazione organica delle esperienze di attività teatrali intraprese dagli istituti scolastici;
ad adottare iniziative normative volte ad incrementare i finanziamenti per l'istruzione, partendo dalla revisione delle disposizioni concernenti i tagli lineari e la riduzione di personale previsti per il settore e rimettere al centro della spesa pubblica uno degli ambiti fondamentali per la crescita del nostro Paese, anche al fine di consentire la conoscenza e la diffusione di esperienze artistiche e culturale in ambito scolastico.
(7-00296) «Orrico, Amato, Bruno, Caso».
ATTI DI CONTROLLO
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta scritta:
ONORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
l'identità digitale costituisce un requisito essenziale per l'accesso sia ai servizi consolari online sia quelli offerti dalle pubbliche amministrazioni italiane da parte dei cittadini iscritti all'AIRE (Anagrafe italiani residenti all'estero);
come già sottolineato negli atti 4-02212 (gennaio 2024) e 4-04256 (febbraio 2025) presentati in precedenza dall'interrogante, l'emissione della Cie per i cittadini Aire è al momento limitata esclusivamente agli uffici consolari competenti. Tuttavia, tale procedura sembra presentare, secondo numerose segnalazioni, tempi di attesa, significativi e disfunzioni organizzative;
i cittadini iscritti all'Aire non possono richiedere la Cie presso il proprio comune di iscrizione in Italia, dove è previsto soltanto il rilascio della carta d'identità in formato cartaceo, documento che non risponde ai requisiti del regolamento (UE) 2019/1157, il quale in sostanza impone – a partire dal 3 agosto 2026 – l'adozione di documenti conformi a standard biometrici;
secondo il decreto del 19 luglio 2019 emanato dai Ministri interrogati, la procedura di rilascio della Cie per i cittadini residenti all'estero presso i comuni italiani prevede un processo sostanzialmente identico a quello per i residenti in Italia, con l'aggiunta del collegamento tra il sistema CieOnline e il sistema Sifc (Sistema integrato funzioni consolari);
il Garante per la protezione dei dati personali, nel parere del 16 giugno 2022, pur non riscontrando criticità generali nelle modalità di rilascio della Cie ai cittadini italiani residenti all'estero presso i comuni d'iscrizione Aire, aveva raccomandato l'adozione della formula «genitore» in sostituzione delle diciture «padre» e «madre» per i minori, al fine di garantire il rispetto della pluralità dei modelli familiari;
tali diciture erano infatti state introdotte dal decreto ministeriale del 31 gennaio 2019, il quale aveva modificato il decreto del 23 dicembre 2015 relativo alle modalità tecniche di emissione della Cie, reintroducendo le formule «padre» e «madre»;
la questione è stata definitivamente chiarita dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 9216 del 2 aprile 2025, che ha rigettato il ricorso del Ministero dell'interno contro una precedente sentenza della Corte d'appello di Roma, confermando che l'uso della dicitura «genitori» al posto di «padre» e «madre» sulla carta d'identità di un minore è corretto, in quanto più rappresentativo della pluralità di modelli familiari oggi esistenti, e che l'uso esclusivo delle formule «padre» e «madre» può risultare discriminatorio;
questa decisione rimuoverebbe l'ostacolo normativo segnalato dal Garante, consentendo ora l'adozione uniforme della formula «genitore» anche per i cittadini Aire, in linea con quanto già previsto per i minori residenti in Italia, superando apparentemente ogni impedimento per il rilascio della Cie ai cittadini l'Aire presso i comuni italiani –:
se i Ministri interrogati non ritengano necessario e urgente intervenire, per quanto di competenza, per colmare il divario attualmente esistente tra i cittadini residenti in Italia e quelli iscritti all'Aire in merito al rilascio della Cie, anche alla luce dell'ormai superato ostacolo relativo all'indicazione dei genitori per i minori;
quali iniziative di competenza intendano adottare per consentire l'emissione della Cie anche presso i comuni italiani per i cittadini Aire, nel rispetto delle garanzie tecniche e normative già definite e dei più recenti pronunciamenti della giurisprudenza.
(4-04817)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
VACCARI, UBALDO PAGANO, LACARRA, FORATTINI, MARINO, ROMEO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
l'allarme dei produttori di grano duro si fa ogni giorno più drammatico. Le quotazioni del grano italiano continuano a scendere senza freni, travolte da una spirale speculativa che sta causando danni economici devastanti per gli agricoltori;
nelle ultime sedute delle borse merci di Bari e di Foggia, le diverse qualità di grano duro italiano hanno subito un ribasso rispettivamente di 9 e di 7 euro alla tonnellata. Il grano duro «fino» è sceso a 315-320 euro alla tonnellata. Il «buono mercantile» si attesta a 305-310, mentre il «mercantile» è già sotto la soglia con un valore economico riconosciuto di 293-298 euro alla tonnellata;
il malcontento dei produttori è diffuso e generale. I costi di produzione per ogni singolo ettaro di grano sono già di gran lunga superiori ai ricavi. Questo significa che, dopo le contrazioni già registrate negli scorsi anni, un numero crescente di agricoltori rinuncerà a coltivare grano;
le conseguenze economiche e occupazionali di questa dinamica a perdere sono immaginabili, ma a perderci alla lunga sarà l'intera filiera italiana grano-pasta, compresi i consumatori, poiché saremo sempre più dipendenti dal grano estero che ha caratteristiche diverse dal nostro ed è spesso prodotto con standard qualitativi e di sicurezza nettamente inferiori;
le importazioni massicce, lo squilibrio lungo la catena di filiera a tutto svantaggio dei produttori, la crescita dei costi di produzione, la siccità e le croniche lacune infrastrutturali subite dalla nostra agricoltura stanno mettendo a serio rischio la nostra cerealicoltura, con disinvestimenti resi ormai evidenti dalla diminuzione dei terreni seminati a grano;
il Governo ha fatto slittare al 31 luglio 2025 la data di entrata in funzione del registro telematico dei cereali. L'attivazione del registro è essenziale per riportare trasparenza nei mercati e per tutelare la qualità dei grani made in Italy di fronte ad una concorrenza spietata che punta sulla riduzione dei prezzi a discapito della qualità. Attraverso il registro è possibile tenere sotto controllo la consistenza delle scorte dei cereali, anche al fine di immettere sul mercato informazioni utili a ridurre la volatilità dei prezzi ed avere una completa tracciabilità dei grani, in tutti i passaggi, soprattutto quando si tratta di prodotti importati –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per sostenere le imprese del settore cerealicolo e in particolare quelle dedite alla produzione del grano a fronte delle difficoltà di mercato, del calo dei prezzi sui listini e della redditività dei produttori.
(5-03862)
VACCARI, MAURI, FURFARO, FORATTINI, MARINO, ROMEO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
la canapa industriale italiana è un settore composto da circa 3.000 aziende, che coltivano 4 mila ettari e oltre 12.000 lavoratori a tempo pieno, a cui si aggiungono altrettanti lavoratori stagionali. Il volume di affari generato supera i 900 milioni di euro annui. Circa il 95 per cento delle infiorescenze di canapa industriale prodotte in Italia è destinato all'esportazione, principalmente verso altri Paesi dell'Unione europea, dove trovano ampio utilizzo in vari settori;
l'articolo 18 del decreto-legge «sicurezza» del 4 aprile 2025 segna una netta inversione di rotta in merito alla coltivazione e alla commercializzazione del fiore di canapa industriale; limita la produzione di infiorescenze contenenti cbd, il principio attivo non psicoattivo, unicamente al florovivaismo professionale, escludendo ogni altro uso, compresa la coltivazione domestica. Il resto, produzione, trasformazione, distribuzione e consumo delle infiorescenze, viene equiparato alle droghe tradizionali ad alto contenuto di thc, con le stesse sanzioni previste dal testo unico sugli stupefacenti del 1990;
l'Unione europea ha chiaramente normato la coltivazione e l'utilizzo della canapa industriale, distinguendo chiaramente tra la canapa destinata a usi industriali e le sostanze stupefacenti. Inoltre, tre sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea, causa Hammersten: C-462/01, causa Kanavape: C-663/18, causa BioHemp: C-792/22, hanno stabilito che coltivazione e prodotti derivanti dalla canapa industriale sono ammessi e possono circolare liberamente all'interno del territorio comunitario, purché derivino da coltivazioni di varietà certificate. La modifica alla legge n. 242 del 2016 avrà come conseguenza la chiusura delle aziende italiane senza limitare la circolazione dei prodotti derivati provenienti da altri Paesi europei, causando solo la perdita di competitività delle imprese italiane;
tale disarmonizzazione tra il diritto italiano e quello comunitario espone l'Italia a una possibile procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, con il rischio di risarcimenti a favore delle aziende penalizzate da una normativa contraria alle direttive europee, il tutto a carico dei contribuenti;
nonostante le reiterate richieste di un'ampia fetta del mondo agricolo italiano, il Governo non ha fatto marcia indietro. Con l'entrata in vigore del decreto-legge «sicurezza» molti agricoltori e produttori, soprattutto nel settore delle piccole e medie imprese, saranno costretti a chiudere, con conseguenze economiche rilevanti in termini di perdita di posti di lavoro;
nel decreto-legge non è stata inoltre prevista alcuna proroga per l'entrata in vigore delle disposizioni, non è stato concesso il tempo necessario agli operatori di adeguarsi alle nuove disposizioni, non è stata prevista alcuna finestra temporale per lo smaltimento o la regolarizzazione –:
quali urgenti iniziative di competenza si intendano adottare per gestire la crisi del settore della canapa industriale in seguito all'approvazione del decreto-legge n. 48 del 2025 anche al fine di garantire una distinzione più chiara tra usi leciti e illeciti della canapa, così da promuovere una regolamentazione equilibrata e favorevole alla crescita del settore.
(5-03865)
Interrogazione a risposta scritta:
CESA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
l'Italia rimane uno dei principali produttori mondiali di grano duro, essenziale per la produzione di semole e pasta, simbolo del made in Italy. Tuttavia, nonostante la produzione nazionale sia sufficiente a coprire il consumo interno di pasta, la necessità di esportare costringe il Paese a ricorrere a importazioni di grano estero, spesso di qualità inferiore;
dai più recenti dati Istat e Ismea, il tasso di autoapprovvigionamento del grano duro italiano nel 2024 si attesta al 55 per cento, confermando un trend negativo rispetto al 78 per cento del 2012. Questo declino è aggravato da dinamiche di mercato che vedono i prezzi del grano nazionale artificiosamente depressi rispetto a quelli internazionali, nonostante la riconosciuta qualità superiore del prodotto italiano;
la forbice tra i prezzi all'origine e quelli al consumo continua a crescere: mentre il grano duro 100 per cento italiano viene pagato agli agricoltori circa 0,32 euro al chilo, la pasta prodotta con lo stesso grano viene venduta a 3 euro o più al chilo. Questa disparità, unita alla mancanza di trasparenza nei meccanismi di formazione dei prezzi, sta mettendo in crisi gli agricoltori, già penalizzati dai rincari dei costi di produzione (energia, fertilizzanti, carburanti);
l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, in recenti audizioni, ha ribadito l'esistenza di distorsioni di mercato, con prezzi nazionali sistematicamente più bassi di quelli internazionali, non giustificati da criteri qualitativi o di domanda-offerta. Intanto, le borse merci locali continuano a operare senza un sistema di controlli incrociati affidabili, come evidenziato anche dalla sentenza del tribunale amministrativo regionale della Puglia n. 01200/2019, che ha annullato i listini della Camera di Commercio di Foggia per mancanza di trasparenza;
la Commissione unica nazionale per i prezzi del grano, istituita per garantire maggiore equità e trasparenza, non ha ancora raggiunto piena operatività. Dopo avvii e sospensioni (l'ultima nel 2022), la Commissione unica nazionale stenta a decollare, lasciando il settore in balia di fluttuazioni speculative. Nel 2025, la fase «sperimentale» prosegue senza chiari risultati, mentre gli agricoltori chiedono interventi immediati;
l'inflazione e le speculazioni stanno facendo lievitare i prezzi di pane e pasta, con gravi ripercussioni sulle famiglie italiane;
il mercato del grano è ancora opaco, con meccanismi di pricing che svantaggiano i produttori nazionali;
la Commissione unica nazionale, se resa effettiva, potrebbe essere uno strumento cruciale per contrastare le distorsioni –:
quali iniziative di competenza urgenti intenda adottare il Ministro interrogato per contrastare la speculazione nel mercato del grano, che incide sui prezzi di pane e pasta, in un contesto di crisi economica e inflazione galoppante;
se non ritenga prioritario adottare iniziative di competenza volte a rendere pienamente operativa la Commissione unica nazionale per i prezzi del grano, abolendo nel contempo le rilevazioni delle borse merci locali, ormai ritenute inaffidabili e obsolete;
se sia previsto un piano straordinario per sostenere gli agricoltori italiani, garantendo loro prezzi equi e promuovendo la trasparenza nella filiera del grano duro.
(4-04829)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta scritta:
ASCARI e FERRARA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato da organi di stampa locali, nel Rio Rovigo, nel comune di Firenzuola (FI), si è verificata una frana che ha interessato un'area di stoccaggio rifiuti situata presso la ex discarica «Santerno», oggi gestita da una società privata;
a seguito dell'evento franoso, si è reso necessario l'intervento di Arpae Emilia-Romagna, la quale ha eseguito un sopralluogo con il coinvolgimento di tecnici, esperti ambientali e rappresentanti degli enti locali;
dalle prime verifiche sarebbe emerso un potenziale rischio di contaminazione ambientale a causa dell'esposizione di materiali e rifiuti interrati, con possibilità di infiltrazioni nel sottosuolo e nei corpi idrici superficiali e sotterranei della zona;
la frana si è verificata in un'area già nota per la sua instabilità idrogeologica e sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici;
residenti e amministratori locali hanno espresso preoccupazione per la sicurezza ambientale e sanitaria del territorio, chiedendo interventi urgenti e trasparenza nella gestione dei rischi connessi alla discarica e alla frana –:
se il Ministero interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali siano le azioni già poste in essere o previste per la messa in sicurezza dell'area, la bonifica della zona interessata e la tutela della salute pubblica;
se risulti attivata una procedura di monitoraggio ambientale permanente, con particolare riferimento alle acque sotterranee, ai terreni e all'aria nelle aree circostanti la ex discarica;
se il Ministero interrogato intenda promuovere l'avvio di un piano straordinario di verifica e vigilanza sulle ex discariche situate in zone a rischio idrogeologico, al fine di prevenire situazioni analoghe in altri territori;
se e quali misure di trasparenza e informazione verso i cittadini siano previste o attivabili, per garantire il diritto della popolazione residente a conoscere i livelli di rischio ambientale nel proprio territorio.
(4-04813)
DIFESA
Interrogazione a risposta orale:
CASO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
i Campi Flegrei costituiscono una vasta area vulcanica attiva (cosiddetta caldera) ad alto rischio, che si estende da Monte di Procida a Napoli, interessando oltre 500.000 abitanti. Attualmente, il livello di allerta per rischio vulcanico è classificato come «giallo», corrispondente alla fase operativa di «Attenzione»;
l'area è, inoltre, caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, un lento e ciclico sollevamento e abbassamento del suolo legato all'attività vulcanica. Dall'estate 2023 si è registrata un'intensificazione del fenomeno, che dal novembre 2005 ad oggi ha prodotto un sollevamento del suolo di circa 143 centimetri nella zona di massima deformazione, localizzata nel centro storico di Pozzuoli, accompagnato da decine di migliaia di eventi sismici. Il 13 maggio 2025 si è verificato un terremoto di magnitudo 4.6, il più forte mai registrato nei Campi Flegrei;
per fronteggiare la crisi in atto, il Governo è intervenuto con il decreto-legge n. 140 del 12 ottobre 2023 e successivamente con ulteriori misure contenute nel decreto-legge n. 91 del 2 luglio 2024, confluite nel decreto-legge n. 76 dell'11 giugno 2024;
nel comune di Pozzuoli, in prossimità della zona di massima deformazione, è situata da oltre 60 anni l'Accademia aeronautica, centro d'eccellenza per la formazione degli ufficiali della Difesa;
fonti di stampa, già nel novembre 2024, hanno riportato indiscrezioni secondo cui, a causa della crisi sismica in corso, il Ministero della difesa starebbe valutando l'ipotesi di trasferire l'Accademia in altra sede, con possibile destinazione in Lombardia;
per chiarire tali indiscrezioni, lo scrivente ha presentato l'interrogazione n. 5-03149 del 25 novembre 2024, a cui ad oggi non è stata fornita risposta;
recentemente l'Aeronautica militare ha annunciato lo spostamento del tradizionale giuramento degli allievi dell'Accademia da Pozzuoli alla Scuola specialisti dell'Aeronautica militare di Caserta, motivando tale scelta con la situazione sismica in corso e con la prevista partecipazione di autorità e familiari;
sebbene si tratti di una misura temporanea, a giudizio dell'interrogante essa appare difficilmente comprensibile, considerando che nella città di Pozzuoli la vita quotidiana prosegue regolarmente, comprese le attività scolastiche e gli eventi pubblici, anche in prossimità dell'Accademia;
lo spostamento del giuramento ha riacceso il dibattito sull'eventualità di un trasferimento definitivo dell'Accademia aeronautica da Pozzuoli ad altra sede, presumibilmente nel Nord Italia;
un eventuale trasferimento costituirebbe un grave danno per la città di Pozzuoli e per l'intera area flegrea, non solo dal punto di vista simbolico e identitario, ma anche sotto il profilo economico e occupazionale –:
se il Ministro interrogato sia in grado di escludere formalmente e definitivamente l'ipotesi di un trasferimento dell'Accademia Aeronautica di Pozzuoli in altra sede del territorio nazionale.
(3-01899)
Interrogazione a risposta scritta:
BORRELLI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
si terrà mercoledì 16 aprile 2025, alle ore 11, nella storica cornice della Scuola specialisti dell'Aeronautica Militare di Caserta, la cerimonia di giuramento e battesimo del corso Falco VI, composto dagli allievi della 1a classe dei corsi regolari dell'istituto;
saranno 129 i giovani protagonisti, selezionati tra circa 5 mila aspiranti provenienti da ogni regione d'Italia, a pronunciare solennemente la formula del giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana e alle sue Istituzioni;
un momento solenne e carico di significato, al quale assisteranno i vertici della Difesa, insieme a numerose autorità militari, civili e religiose. Come da tradizione, durante la cerimonia sarà celebrata anche «la giornata in onore delle Medaglie d'Oro al Valor Militare», con la lettura del messaggio augurale indirizzato al corso giurante da parte del gruppo dei decorati di Medaglia d'Oro, simbolo di valore, dedizione e spirito di servizio;
i due passaggi più significativi della giornata – la lettura del giuramento e il battesimo ufficiale del corso Falco VI – saranno accompagnati da un emozionante sorvolo della Pattuglia acrobatica nazionale, che renderà ancora più suggestiva l'atmosfera del rito;
a causa della contingente situazione legata all'area dei Campi Flegrei, la cerimonia si svolgerà eccezionalmente presso la sede casertana, scelta che coniuga ragioni di sicurezza con una forte valenza simbolica. La Scuola specialisti, infatti, ospitò l'Accademia aeronautica dal 1926 al 1943, e oggi torna ad accogliere un momento cardine della vita militare degli allievi;
ricordiamo che scuole, gli uffici pubblici gli esercizi commerciali sono tutti regolarmente aperti e nessuna autorità, in questi giorni, ha diramato avvisi di pericolo legati all'attività bradisismica della caldera dei Campi Flegrei;
ad avviso dell'interrogante è veramente irrispettoso verso i Campi Flegrei tutti, verso la cittadinanza e verso la storia dell'accademia un simile comportamento, anche perché i corpi militari dovrebbero essere gli ultimi ad andare via da un territorio in pericolo e non i primi a fuggire –:
quali siano le contingenti situazioni legate all'area dei Campi Flegrei che impediscono di svolgere la cerimonia a Pozzuoli così come da tradizione;
se non ritenga, salvo diverse contingenti situazioni legate all'area dei Campi Flegrei, provvedere affinché la cerimonia di giuramento e battesimo del corso Falco VI, venga svolta anche quest'anno a Pozzuoli.
(4-04821)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta scritta:
ALFONSO COLUCCI e FERRARA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
secondo notizie di stampa confermate da più fonti giornalistiche, tra cui Il Centro, Il Resto del Carlino e StatoQuotidiano.it, una recente operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura della Repubblica di Foggia, ha portato alla luce una frode fiscale per un valore complessivo superiore a 15 milioni di euro, incentrata sull'importazione e la commercializzazione di autovetture di lusso;
l'indagine ha portato alla denuncia di 33 persone fisiche e al sequestro preventivo di beni mobili, immobili, conti correnti e quote societarie; sono coinvolte oltre 300 auto di alta gamma (tra cui Ferrari, Porsche, Lamborghini, Audi, BMW e Mercedes), vendute a prezzi inferiori al mercato tramite concessionarie situate in Puglia (province di Bari e Barletta-Andria-Trani) e in altre regioni italiane;
secondo gli inquirenti, il sistema fraudolento si fondava su due principali meccanismi: l'emissione di fatture false attraverso il regime del margine, che consente l'esenzione dall'Iva; la presentazione di false dichiarazioni di provenienza dalla Repubblica di San Marino, grazie a una società di comodo risultata priva di operatività reale («missing trader»);
la società centrale della frode avrebbe avuto sede a Cerignola, città già nota per la presenza di sodalizi criminali radicati, e avrebbe svolto il ruolo di intermediario fittizio, assumendo su di sé il debito Iva per poi scomparire, sottraendosi ai controlli e agli obblighi fiscali;
simili operazioni di frode, spesso di respiro interregionale o transnazionale, rappresentano una grave minaccia sia per l'integrità del sistema fiscale sia per la concorrenza leale tra imprese, oltre a costituire terreno fertile per fenomeni di riciclaggio e criminalità organizzata –:
se risulti il coinvolgimento diretto o indiretto di organizzazioni criminali radicate sul territorio nell'ideazione, realizzazione o copertura di tale frode fiscale, e quali siano gli elementi raccolti in tal senso;
quali iniziative si intendano adottare per rafforzare le attività investigative e di intelligence economico-finanziaria nelle aree maggiormente esposte a tali fenomeni, in particolare nel Mezzogiorno;
se siano previste iniziative per incrementare la cooperazione tra forze di polizia, Guardia di finanza nella prevenzione e repressione di frodi fiscali con implicazioni criminali;
se si intenda adottare iniziative di carattere normativo per rivedere la disciplina fiscale del regime del margine, al fine di impedire che tale strumento venga sistematicamente piegato a fini evasivi e fraudolenti;
quali iniziative si intendano adottare per contrastare il ricorso a società fittizie, anche estere, e rafforzare i controlli sulle dichiarazioni di provenienza dei veicoli immatricolati in Italia;
se si intendano avviare interlocuzioni con la Repubblica di San Marino per potenziare gli scambi informativi e contrastare l'utilizzo improprio del suo ordinamento fiscale e societario.
(4-04834)
GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
BENZONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
la casa circondariale di Sondrio, che vede una presenza di trentacinque detenuti nonostante i posti regolamentari ammontino a ventisei, si presenta comunque in condizioni discrete. Tuttavia, a destare particolare preoccupazione, sono le difficili condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria a questa assegnati;
il corpo di polizia penitenziaria di tale istituto svolge, infatti, un lavoro encomiabile per garantire i servizi di propria competenza ma a causa del personale amministrativo mancante è costretto a svolgere, ad esempio, anche funzioni che invece non gli spetterebbero;
poco più di una ventina di agenti sono chiamati a coprire i turni necessari per mantenere operativo il carcere. Una sfida che, per far fronte alle esigenze quotidiane dell'istituto di detenzione, si traduce spesso in turni massacranti – che possono arrivare fino a 12 o addirittura 16 ore consecutive – periodi di riposo saltati e ferie negate;
la cronica carenza di personale, quindi, sta mettendo a dura prova chi, giorno dopo giorno, si impegna per garantire sicurezza e ordine nell'istituto;
secondo quanto l'interrogante ha avuto modo di apprendere, il corpo di polizia penitenziaria di Sondrio è composto da ventinove agenti dei quali, ventisette sono effettivi e ad ogni turno sono necessarie ben tredici persone in servizio. Questo non permette un rispetto dei turni dei singoli a causa della mole di lavoro. Recentemente, si sono aggiunti cinque agenti tuttavia, visti i prossimi pensionamenti, tale limitata aggiunta di personale non risolve stabilmente ed efficacemente la problematica;
in aggiunta, la collocazione geografica della casa circondariale di Sondrio non è d'aiuto, visto che la distanza tra questa e tutte le altri carceri lombarde rende impossibile brevi trasferte di aiuto da parte di altri agenti assegnati in case circondariali limitrofe;
come sottolineato da un comunicato congiunto dei sindacati di polizia penitenziaria dello scorso dicembre 2024, la situazione è un'eredità frutto non dell'attuale direzione del carcere, che si è insediata da pochi mesi, ma di anni di immobilismo dei vertici superiori i quali han trascurato i numerosi appelli lanciati nel tempo –:
se sia a conoscenza delle critiche condizioni in cui versa il personale che opera presso la casa circondariale di Sondrio e quali iniziative urgenti intenda intraprendere per destinare adeguate risorse finanziarie, organizzative e di personale, sia del corpo penitenziario che amministrativo, al fine di intervenire celermente su una situazione difficoltosa e destinata ad aggravarsi ulteriormente nel tempo.
(4-04815)
ZANELLA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il carcere è un'organizzazione complessa, al cui interno sono vari gli attori a comporre i processi decisionali ed esecutivi e la cui presenza in numero adeguato incide in modo significativo sulla capacità di un istituto di operare e rispettare gli obiettivi imposti dalle norme;
la carenza di personale è una delle criticità sistemiche che attanagliano gli istituti penitenziari, una carenza trasversale che riguarda tutti gli operatori penitenziari, dal personale amministrativo ai funzionari giuridico-pedagogici, sino ad arrivare ai direttori;
la figura del funzionario giuridico-pedagogico è un ruolo fondamentale per la prevenzione della recidiva ed il reinserimento sociale dei detenuti per un sistema carcerario realmente rieducativo, come sancito dall'articolo 27 della Costituzione; la rieducazione dà al detenuto nuovi stimoli, nuove motivazioni per rifarsi una vita e reinserirsi nella società in modo costruttivo e integrato;
tra le procedure concorsuali più rilevanti per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), facente capo al Ministero della giustizia, c'è il concorso, indetto con provvedimento del 18 ottobre 2022, a 104 posti di funzionario giuridico-pedagogico (A3-F1) elevati poi a 236. Con provvedimento del direttore generale del personale il 7 maggio 2024 è stata disposta la rettifica della graduatoria pubblicata con avviso il 1° febbraio 2024, graduatoria ancora vigente con scadenza prevista l'8 maggio 2026;
il 9 ottobre 2024 il Dipartimento di giustizia minorile e di comunità (Dgmc) ha chiesto al Dap la cessione della graduatoria e ad oggi la stessa risulta in possesso del Dgmc;
l'11 ottobre 2024, con riferimento alla nota prot. 68474.U, è stato autorizzato uno scorrimento della graduatoria funzionari giuridico-pedagogici presso il Dipartimento della giustizia minorile e di comunità, dal numero 306 al numero 673. Presa di servizio: 8 gennaio 2025;
il 17 gennaio 2025, con riferimento alla nota prot. 4528.U, è stato autorizzato un secondo scorrimento dal numero 674 al 774. Presa di servizio: 7 aprile 2025;
il 2 aprile 2025, prot. n. 000948.ID, è stato autorizzato un terzo scorrimento dalla posizione 775 alla posizione 798 e comunicato che: «terminata la procedura di scelta sede la graduatoria sarà restituita al Dap per i relativi seguiti di competenza.»;
ad oggi non si conosce il numero effettivo di coloro che hanno effettivamente preso servizio, tantomeno se la graduatoria sia stata legittimamente restituita al Dap al fine di ultimare tutte le operazioni avviate e che, con gli scorrimenti necessari, si giunga all'assunzione di 353 unità inizialmente previste –:
se il Ministro interrogato non ritenga di adottare tutte le misure necessarie ed urgenti affinché venga effettuato, dagli uffici competenti, un aggiornamento della graduatoria con depennamento dei 353 nominativi (assunti al Dgmc) compresi tra le posizioni 305 e 798;
quale sia la tempistica prevista per le assunzioni, il numero degli idonei che saranno chiamati e le sedi che saranno interessate dalle nuove assunzioni;
quali criteri saranno adottati per lo scorrimento della graduatoria, con il quale l'amministrazione coprirà i posti rimasti vacanti a seguito del concorso Ripam per n. 360 funzionari della professionalità pedagogica, che aveva come requisito di accesso la laurea in scienze dell'educazione o della formazione o lauree equipollenti, vista anche la recente istituzione dell'ordine delle professioni pedagogiche ed educative previsto dalla legge n. 55 del 15 maggio 2024;
se non ritenga di avviare un confronto con le organizzazioni sindacali di categoria sulle attività che i funzionari neoassunti andranno a svolgere all'interno degli uffici di esecuzione penale esterna e dei servizi della giustizia per i minorenni.
(4-04820)
ASCARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il tribunale di Trento è da anni interessato da una grave carenza di magistrati, con una significativa scopertura dell'organico sia nella funzione giudicante che in quella requirente, che incide in maniera negativa sull'efficienza dell'amministrazione della giustizia e sulla durata dei procedimenti pendenti. Tale situazione è stata reiteratamente segnalata dal consiglio dell'ordine degli avvocati di Trento, nonché dalle organizzazioni sindacali del personale giudiziario, che lamentano anche un eccessivo carico di lavoro e un'insufficienza di risorse umane e strumentali;
la carenza di personale rischia di pregiudicare il diritto dei cittadini a un processo equo e in tempi ragionevoli, compromettendo l'accesso alla giustizia e generando un clima di disagio diffuso tra gli operatori del settore;
tale condizione risulta particolarmente allarmante alla luce della celebrazione in corso del cosiddetto processo «Porfido», di elevata complessità e rilevanza territoriale, che comporta un impegno straordinario per gli uffici giudiziari coinvolti, rendendo ancora più critica la situazione organica e gestionale del Tribunale –:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione sopra descritta, con particolare riferimento alle scoperture di organico presso il tribunale di Trento e ai riflessi sull'amministrazione della giustizia;
quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per far fronte alla carenza di magistrati e di personale amministrativo presso il tribunale di Trento, affinché sia assicurata un'adeguata funzionalità degli uffici giudiziari e una gestione efficiente dei procedimenti pendenti, inclusi quelli di maggiore complessità;
se siano previste misure straordinarie, quali piani di riassegnazione temporanea di personale giudiziario o bandi di concorso ad hoc, al fine di risolvere in tempi brevi la situazione emergenziale in atto presso tale sede giudiziaria.
(4-04824)
GRIMALDI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
da notizie di stampa si apprende che Luca Ventre, trentacinquenne italiano residente in Uruguay, il 1° gennaio 2021 è stato fermato nell'ambasciata italiana di Montevideo da due agenti di sicurezza di nazionalità uruguaiana, bloccato a terra con presa al collo per un periodo prolungato, restando immobile diversi minuti prima di essere prelevato dalla pattuglia di polizia ed essere trasportato in ospedale dove è deceduto. La scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza;
il Ministro della giustizia in data 14 giugno 2021, ha formulato richiesta all'autorità giudiziaria di procedere per i fatti di cui sopra;
per la straziante morte di Luca Ventre risultano sussistere tutti gli elementi costitutivi del reato di tortura: persona privata di libertà personale o comunque nel controllo degli agenti, violenze, acute sofferenze fisiche, più condotte lesive (strangolamento del collo, pressione sulla schiena, torsione e immobilizzazione delle braccia, immobilizzazione delle gambe, reiterazione per oltre mezz'ora di tali condotte), trattamento inumano e degradante;
tuttavia tale reato, che consentirebbe all'autorità giudiziaria italiana di procedere senza altre condizioni ai sensi dell'articolo 3 della legge 3 novembre 1988, n. 498 che ha ratificato la convenzione di New York il 10 dicembre 1984, non è stato contestato dalla procura, come è invece avvenuto per la morte di Giulio Regeni e di Simone Renda deceduto in Messico;
la procura di Roma ha aperto un procedimento penale per omicidio preterintenzionale e per due volte, il 18 novembre 2022 e il 3 aprile 2024, ha chiesto l'archiviazione ai sensi dell'articolo 10 del codice penale per l'assenza dell'indagato sul territorio italiano. I familiari hanno proposto opposizione anche alla seconda richiesta di archiviazione, ora in attesa di definizione. A distanza di oltre quattro anni non hanno risposta sulla possibilità di un giusto processo per la morte del loro congiunto;
nonostante il fatto che il Giudice per le indagini preliminari di Roma fin dalla prima udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione, il 27 settembre 2023, e poi con l'ordinanza di nuove indagini del 12 febbraio 2024, avesse ordinato la compiuta identificazione del poliziotto uruguaiano che ha prolungatamente stretto al collo Luca Ventre, questo adempimento non risulta sia mai stato compiuto –:
se i Ministri interrogati intendano di porre in essere ogni iniziativa di competenza, anche di carattere ispettivo, affinché sia chiarito quanto realmente accaduto a Luca Ventre e le responsabilità delle persone coinvolte.
(4-04836)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 22 del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n. 34, recante «Misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali» ha istituito un Fondo con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno 2022 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, finalizzato, tra le altre al riconoscimento di incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti, demandando a successivi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri la definizione degli interventi;
in quest'ambito, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 2022 («Modifiche al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 aprile 2022 – Riconoscimento degli incentivi per l'acquisto di veicoli non inquinanti»), è stato riconosciuto un contributo denominato «bonus colonnine domestiche» pari all'80 per cento del prezzo di acquisto e posa delle infrastrutture per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica (come ad esempio colonnine o wall box). Il limite massimo del contributo è di 1.500 euro per gli utenti privati e fino a 8.000 euro in caso di installazione sulle parti comuni degli edifici condominiali;
a tal fine sono stati stanziati 40 milioni per il 2022 e per il 2023, 20 milioni per il 2024;
la procedura prevede che gli interessati possano presentare la domanda tramite la piattaforma online, all'indirizzo che indicato prima dell'apertura dello sportello;
da ultimo, il decreto dipartimentale 12 giugno 2024 ha definito le procedure per la concessione e l'erogazione di contributi per l'anno 2024 e, ai sensi dell'articolo 4, sono ammissibili al contributo le spese sostenute dai soggetti beneficiari, dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, relativamente all'annualità 2024, per l'acquisto dell'infrastruttura di ricarica e la relativa posa in opera;
risulta all'interrogante che lo sportello online sul sito web Invitalia per la richiesta del contributo sia stato reso inoperativo a far data dal 22 novembre 2024, cioè prima della scadenza prevista per la fine del mese di dicembre, rendendo di fatto impossibile a chi abbia sostenuto spese per l'acquisto dell'infrastruttura di ricarica e la relativa posa in opera tra il 22 novembre e il 31 dicembre del 2024 di accedere al contributo;
peraltro, in base al file pubblicato con l'elenco delle pratiche evase per il 2024, i fondi stanziati non risultano essere stati esauriti;
dal 22 novembre 2024 il sito del Ministero delle imprese e del made in Italy all'indirizzo https://www.mimit.gov.it/it/incentivi/bonus-colonnine-domestiche riporta la dicitura «Si comunica che lo sportello Bonus Colonnine Domestiche è chiuso e riaprirà al termine delle opportune azioni amministrative relative alla misura. Con successivo avviso, pubblicato sul sito istituzionale del Ministero e sul sito di Invitalia, sarà resa nota la data di riapertura dello sportello.»;
le colonnine di ricarica per veicoli elettrici sono fondamentali per lo sviluppo della mobilità sostenibile e che il potenziamento della rete di ricarica è cruciale per favorire la diffusione delle auto elettriche e ridurre l'impatto ambientale del settore dei trasporti –:
se siano a conoscenza della vicenda in oggetto, quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per riattivare quanto prima la procedura di concessione del contributo e se non ritengano opportuno, data la buona riuscita della misura, adottare iniziative per rinnovarla anche per il prossimo anno.
(4-04822)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
GHIO, SIMIANI, PANDOLFO e PASTORINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
lo stato delle infrastrutture stradali in Italia registra una situazione di problematiche diffuse che necessitano di costanti e urgenti interventi manutentivi, come indicato anche dal censimento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti effettuato dopo il crollo del Ponte Morandi;
l'Italia è uno dei Paesi europei con il maggior numero di tunnel stradali, con oltre 2.100 gallerie, di queste oltre il 50 per cento è in esercizio da più di 40 anni;
anche per questo la commissione permanente per le gallerie del consiglio superiore dei lavori pubblici con la deliberazione del 6 febbraio 2020 ha disposto che fossero messe in atto misure temporanee di esercizio, dettagliando le modalità di esecuzione della sorveglianza antincendio e di primo intervento, con l'impiego di personale abilitato e mezzi idonei;
nel mese di agosto 2022, il consiglio superiore dei lavori pubblici ha emanato le linee guida sulla classificazione e gestione del rischio nelle gallerie, rappresentando un modello di riferimento per i gestori; tra i parametri tenuti in considerazione dall'indice di pericolosità, che determina la «classe di attenzione» stradale, è esplicitamente indicato il rischio incendio;
in particolare, la rete autostradale ligure, a seguito del tragico crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018, è stata sottoposta a un piano straordinario di ispezioni e lavori, che ancora oggi coinvolge gran parte del territorio; nonostante gli interventi in corso, la situazione rimane estremamente complessa, con pesanti disagi quotidiani per chi percorre queste tratte;
nella giornata di giovedì 10 aprile 2025, un tir ha preso fuoco nel tratto autostradale sopra menzionato, causando di fatto l'interruzione della rete autostradale ligure per circa 20 ore; a causa dell'incendio, il transito è stato completamente interrotto in entrambe le direzioni per consentire le ispezioni alla volta del tunnel e tutti gli interventi necessari al ripristino della volta, dell'impianto elettrico e della pavimentazione stradale e gravi sono risultati i danni riportati;
l'evento ha messo in ginocchio l'intero Tigullio, con decine di chilometri di coda sia in autostrada sia lungo la viabilità ordinaria, rimasta paralizzata fino a tarda sera;
i tanti viaggiatori in coda, sono rimasti bloccati in autostrada per più di quattro ore senza assistenza e senza indicazioni sui percorsi alternativi da seguire –:
se il Ministro interrogato intenda verificare se il concessionario ha previsto l'applicazione di protocolli di intervento finalizzati alla tutela e al supporto degli utenti che, in situazioni emergenziali come quella descritta, restano bloccati per ore lungo le tratte autostradali;
se, facendo seguito alla precedente interrogazione n. 5-01566 del 31 ottobre 2023, abbia verificato se siano state predisposte e trasmesse le relazioni annuali sullo stato di sicurezza delle gallerie autostradali da parte delle società concessionarie, in conformità alle linee guida emanate dal consiglio superiore dei lavori pubblici;
se non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza volte ad effettuare specifici controlli sulle politiche di prevenzione, sorveglianza antincendio e primo intervento adottate dalla totalità delle società concessionarie, al fine di appurare che siano garantiti standard adeguati di sicurezza su tutto il territorio nazionale, a partire dall'obbligo di dotazione permanente del servizio di sorveglianza antincendio e primo intervento per le gallerie di classe di attenzione alta e medio alta, così come individuato dallo stesso consiglio superiore dei lavori pubblici.
(5-03864)
Interrogazioni a risposta scritta:
BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'autostrada A5, conosciuta anche come Autostrada della Valle d'Aosta, collega Torino al Traforo del Monte Bianco, passando per Ivrea e la Valle d'Aosta. Lunga 143,4 chilometri, non solo è annoverata tra le autostrade più avanzate del Paese in quanto dotata di particolari impianti termici per prevenire la formazione di ghiaccio sul manto stradale, ma è anche particolarmente conosciuta per essere l'autostrada più cara d'Italia;
a titolo esemplificativo, tale autostrada, tra i comuni di Aosta e Courmayeur ha un costo molto elevato: 11,80 euro per i veicoli categoria A; 15,00 euro per i veicoli categoria B; 20,00 euro per i veicoli categoria 3 assi; 31,80 euro per i veicoli categoria 4 assi e 36,90 euro per i veicoli categoria 5 assi;
tuttavia, i numerosi e spesso presenti cantieri lungo il percorso causano rallentamenti significativi e disagi per gli utenti che si trovano, comunque, costretti a pagare pedaggi tra i più alti d'Italia senza un servizio adeguato in termini di sicurezza e fluidità della circolazione –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di rendere il sistema tariffario dell'autostrada A5 più equo e proporzionato alla qualità del servizio effettivamente erogato, venendo incontro alle esigenze degli utenti, tra i quali numerosi pendolari e turisti.
(4-04814)
UBALDO PAGANO, LACARRA, STEFANAZZI e AMENDOLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
come appreso da organi di stampa, a decorrere dal 9 giugno 2025 potrebbero essere interrotti i collegamenti ferroviari diretti tra Roma e la Puglia;
dal sito internet di Trenitalia non si evincono né le motivazioni, né la durata delle interruzioni dei suddetti collegamenti e, inoltre, risulta impossibile per gli utenti acquistare il biglietto di un qualsiasi treno diretto sulla tratta Lecce-Bari-Roma a partire dalla suddetta data;
sempre da organi di stampa si apprende che la circolazione dovrebbe essere interrotta nel solo periodo 9-14 giugno 2025 per l'effettuazione di alcuni lavori sulla tratta Foggia-Caserta, interessata da interventi inerenti alla realizzazione dell'Alta Velocità/Alta Capacità Bari-Napoli nell'ambito del PNRR;
mediante una nota ufficiale Trenitalia ha assicurato che «l'offerta estiva dei treni da e per la Puglia resta inalterata» e che «tutti i collegamenti saranno garantiti, pur con alcune modifiche operative». Tuttavia, ad oggi, a due mesi di distanza e con la stagione estiva alle porte, non è ancora possibile, come anzidetto, acquistare un biglietto ferroviario sulla suddetta tratta;
per di più, dal 1° aprile al 30 giugno 2025 anche sulla linea ferroviaria Taranto-Potenza-Battipaglia sono previste modifiche alla circolazione, limitazioni e cancellazione di treni in partenza e in arrivo a Taranto, mentre i collegamenti Frecciarossa Taranto-Roma-Milano saranno soppressi per interventi di manutenzione nella tratta tra Taranto e Salerno;
tali modificazioni non comporteranno solo un forte disagio per l'utenza pugliese e lucana ma costituiscono un elemento di aggravio dello stato di preoccupante isolamento dei territori delle due regioni rispetto al resto d'Italia;
la coincidenza temporale tra avvio dei lavori e inizio della stagione estiva, inoltre, avrà serie ripercussioni in termini di flussi turistici –:
se intenda fornire spiegazioni, per quanto di competenza, relativamente al mancato annuncio delle interruzioni dei collegamenti ferroviari tra Roma e la Puglia;
se e quali iniziative intenda intraprendere, nel breve e nel lungo periodo, per ovviare allo stato di grave isolamento in termini di collegamenti diretti e rapidi col resto d'Italia di cui soffrono i territori pugliesi e lucani.
(4-04818)
MEROLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
all'indomani dell'ennesimo incidente mortale avvenuto il 10 aprile 2025 sulla tangenziale di Bologna – nel quale è morto un operaio e altri due uomini sono rimasti feriti – diventa ancora più pressante la necessità di interventi urgenti strutturali per la messa in sicurezza dell'autostrada e della tangenziale;
per quanto riguarda il passante di Bologna, sono attesi, ormai da troppi anni, tre miliardi di euro di investimenti da parte di Autostrade per l'Italia;
il passante di Bologna è un collegamento strategico per il Paese, perché è l'attraversamento nord-sud ed est-ovest della penisola;
si tratta di un'infrastruttura che dopo trent'anni di vicissitudini doveva inaugurare i cantieri nel 2023, con l'obiettivo di ridurre la congestione in un'area attraversata da 840 mila veicoli al giorno e che invece è ancora ferma;
presentata nel 2022 da Autostrade per l'Italia come un modello infrastrutturale all'avanguardia e un budget di 1,5 miliardi di euro (saliti a 2,3 miliardi con le opere complementari), il passante di Bologna ha visto lievitare i costi a 3 miliardi in due anni, anche a causa dell'aumento delle materie prime e delle complicazioni burocratiche;
il piano economico-finanziario di Autostrade per l'Italia, che prevede investimenti per 36 miliardi di euro, inclusi il passante di Bologna e la Gronda di Genova, è ancora in attesa dell'approvazione;
il blocco del passante costa 350 milioni di euro all'anno in termini di competitività persa, mentre la paralisi del traffico penalizza le imprese manifatturiere e logistiche –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per garantire la realizzazione del passante di Bologna, anche mediante lo stanziamento delle necessarie coperture finanziarie.
(4-04828)
LAZZARINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
gli interporti sono un asset strategico per lo sviluppo economico e logistico del nostro Paese. Essi costituiscono dei cosiddetti «nodi intermodali», ossia infrastrutture dedicate allo scambio modale e all'interconnessione fra le reti di trasporto, in grado di accogliere in unico hub non solo imprese di logistica, ma anche aziende specializzate in lavorazioni differenti;
l'interporto di Padova è un centro di eccellenza nel progettare, realizzare e gestire infrastrutture e servizi per la logistica sostenibile; esso rappresenta la più avanzata piattaforma intermodale a servizio delle imprese e del territorio secondo criteri di basso impatto ambientale;
si tratta, inoltre, di un hub di rilevanza europea, in quanto «nodo core» della rete transeuropea di trasporti Ten-T, lungo due dei nove corridoi europei di trasporto: il Mediterraneo, che attraversa l'Italia settentrionale da ovest a est, e il Baltico Adriatico, che collega i porti del Nord Europa attraverso l'Austria e la Slovenia a quelli del Nord Adriatico fino a Ravenna;
a quanto si apprende da organi di stampa, i vertici della società Interporto di Padova Spa starebbero procedendo alla costituzione di una newco per il conferimento dell'asset terminalistico, con la cessione del 70 per cento delle quote della società a un partner internazionale privato. Tale operazione comporterebbe la perdita del controllo pubblico su un'infrastruttura strategica, compromettendo l'autonomia decisionale su un asset fondamentale per lo sviluppo economico nazionale e regionale;
la governance dell'infrastruttura passerebbe, di fatto, a un soggetto terzo, riducendo drasticamente il ruolo attivo dei soci pubblici (comune, provincia, camera di commercio, Aps holding) legati al contesto territoriale, che ne hanno finora garantito lo sviluppo;
i documenti ufficiali della società fotografano una posizione finanziaria in miglioramento e una redditività in costante crescita negli anni; l'operazione, dunque, sembrerebbe motivata principalmente da esigenze finanziarie di breve periodo del comune di Padova, come dimostra l'ipotesi di utilizzo delle risorse ricavate per distribuire plusvalenze ai soci e rientrare dai debiti;
data la rilevanza dell'asset in discussione, un'operazione di questa portata andrebbe preceduta quanto meno da un dibattito pubblico, finora assente, in seno alle istituzioni democratiche territoriali, sedi della rappresentanza politica dei cittadini –:
quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di portare avanti soluzioni alternative che garantiscano il controllo pubblico sull'interporto di Padova, aprendo eventualmente al contributo trasparente di altri partner industriali in stretta collaborazione con gli enti territoriali, anche in considerazione delle risorse statali assegnate nell'ambito del progetto di rete nazionale degli interporti.
(4-04830)
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
VACCARI e GUERRA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il comune di Castelfranco Emilia nel 2019 ha presentato al Ministero dell'interno la proposta di elevare la stazione dell'Arma dei carabinieri di Castelfranco Emilia al rango di tenenza;
l'elevazione della stazione dell'Arma dei carabinieri di Castelfranco Emilia appare necessaria alla luce del sostegno unanime dell'unione dei comuni del Sorbara, una rete territoriale coesa, che rappresenta una popolazione che si avvia a superare i 100.000 abitanti entro il 2030. Un'area in grande crescita residenziale e industriale, un territorio che necessita di un generale rafforzamento della presenza delle forze dell'ordine;
il comune di Castelfranco Emilia si è dichiarato disponibile a sostenere interamente i costi per l'acquisto del terreno, la progettazione e la costruzione della nuova struttura – indicativamente di oltre 4,5 milioni di euro –, lasciando a carico dello Stato solamente l'onere della locazione e l'adeguamento delle risorse operative. Una collaborazione virtuosa tra istituzioni, nel pieno spirito di sussidiarietà;
il 28 febbraio 2025, nel corso di una nuova seduta del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, è emerso un parere negativo da parte del comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri, in controtendenza rispetto a quanto precedentemente espresso da molteplici autorità, sia locali che ministeriali. Un fatto che ha colto tutti di sorpresa, alla luce dei problemi di sicurezza e ordine pubblico riscontrati nell'area, come certificato dalla stessa prefettura. Una decisione adottata senza alcuna interlocuzione con gli enti locali interessati, al fine di ricercare una soluzione condivisa;
a sostegno della richiesta di elevare la stazione dell'Arma dei carabinieri di Castelfranco Emilia al rango di tenenza sono state raccolte quasi 4.000 firme da parte di cittadini, associazioni di categoria e sindacati. Due comuni dello stesso distretto territoriale – Bastiglia e San Cesario sul Panaro – sono oggi sprovvisti di qualsiasi presidio delle forze dell'ordine e l'intera provincia di Modena è afflitta da persistenti e diffuse criticità in materia di sicurezza e di ordine pubblico –:
se non ritenga di assumere le opportune iniziative volte a sostenere la scelta, voluta da distretto, di elevare la stazione dei carabinieri di Castelfranco Emilia al rango di tenenza, superando gli eventuali ostacoli.
(5-03863)
Interrogazioni a risposta scritta:
ALFONSO COLUCCI e FERRARA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
la città di Cerignola, in provincia di Foggia, è da tempo interessata da una pericolosa recrudescenza di fenomeni criminali che, per frequenza, sistematicità e modalità di esecuzione, lasciano supporre l'operatività di strutture organizzate di tipo mafioso o para-mafioso;
in particolare, si è consolidato negli ultimi mesi un vero e proprio traffico di autoveicoli rubati e di componenti meccaniche, probabilmente destinati a circuiti nazionali o transnazionali di riciclaggio e ricettazione, operanti con una rete logistica e tecnica altamente specializzata;
due recentissimi episodi, avvenuti con modalità sfrontate e documentati in video, testimoniano il livello di impunità con cui tali gruppi operano sul territorio;
il 24 marzo 2025, in via XX Settembre, quattro uomini incappucciati hanno rubato un SUV Mercedes in meno di due minuti, in pieno giorno e sotto gli occhi di passanti e residenti, senza alcun tentativo di occultamento o fuga (La Gazzetta del Mezzogiorno);
l'11 aprile 2025, in via Nizza, due soggetti sono stati ripresi mentre tentavano di sottrarre una BMW X6, agendo a volto scoperto, con l'ausilio di un flex a batteria per tagliare il semiasse e sbloccare il cambio, sempre alla luce del giorno (Corriere del Mezzogiorno);
il contesto cerignolano, già segnato da un alto tasso di microcriminalità, traffici illeciti e radicamento di clan locali, sembra oggi attraversato da un salto di qualità delinquenziale, con il ripetersi di episodi che manifestano una spavalda sfida all'autorità dello Stato e un controllo di fatto del territorio da parte della criminalità organizzata;
tali eventi, sempre più frequenti e brutali, stanno generando un sentimento di paura e di abbandono nella popolazione, con ripercussioni anche sul tessuto produttivo, commerciale e associativo locale;
la lotta alle organizzazioni criminali non può essere demandata esclusivamente all'alacre impegno delle forze dell'ordine locali, che operano con risorse insufficienti rispetto alla complessità e alla pervasività del fenomeno;
è necessario un intervento urgente e strutturale da parte dello Stato, che preveda un rafforzamento stabile della presenza delle forze dell'ordine, un presidio tecnologico del territorio e una strategia interistituzionale di prevenzione, repressione e bonifica sociale –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della gravissima situazione di emergenza criminale che investe il comune di Cerignola e se disponga di elementi circa la presenza di organizzazioni mafiose o para-mafiose attive nel traffico di veicoli rubati e nella gestione sistemica di reati predatori;
se il Ministro intenda predisporre un piano straordinario di sicurezza per la città di Cerignola, che comprenda un rafforzamento delle unità di polizia e carabinieri, un potenziamento dei nuclei investigativi territoriali, e l'implementazione di tecnologie avanzate di controllo e videosorveglianza;
se siano previsti, a livello nazionale o regionale, fondi destinati specificamente alla prevenzione e al contrasto dei furti d'auto e al disarmo logistico delle reti criminali che gestiscono tale traffico;
quali iniziative, per quanto di competenza, siano previste per restituire fiducia e sicurezza alla popolazione di Cerignola, anche mediante forme di coinvolgimento civico, tutela delle vittime di reato e protezione degli operatori economici locali;
se sia nelle intenzioni del Ministro promuovere un'istruttoria sull'evoluzione della criminalità nella provincia di Foggia, con particolare attenzione alle nuove forme di economia illegale, al fine di definire strategie di contrasto calibrate e durature.
(4-04825)
ALFONSO COLUCCI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
domenica 13 aprile 2025, si è svolto il derby calcistico tra le squadre Ss Lazio e As Roma presso lo stadio Olimpico della Capitale, con inizio previsto alle ore 20:45, incontro tradizionalmente classificato ad «alto rischio» sotto il profilo dell'ordine pubblico;
per la gestione dell'evento è stato predisposto un imponente piano di sicurezza, con l'impiego di oltre 2.000 unità delle forze dell'ordine, la chiusura di numerose arterie urbane (tra cui ponte Duca d'Aosta, lungotevere Maresciallo Cadorna, viale di Tor di Quinto) e la deviazione di molteplici linee del trasporto pubblico locale;
i cancelli dello stadio sono stati aperti alle ore 17:45 per consentire l'afflusso scaglionato degli spettatori, ma sin dalle prime ore del pomeriggio si registrano gravi disagi per residenti, lavoratori, turisti e cittadini non coinvolti nella manifestazione sportiva;
le forze dell'ordine hanno rafforzato i controlli in previsione di possibili tensioni tra tifoserie, anche alla luce di precedenti episodi di violenza, tra cui la rimozione — in occasione del derby del 5 gennaio 2025 — di uno striscione antisemita affisso lungo la tangenziale Est, recante la scritta «Laziale ebreo» e simboli nazisti;
eventi sportivi di tale portata, pur rappresentando una componente storica e culturale della vita cittadina, comportano ogni anno costi considerevoli per la collettività in termini di sicurezza, logistica e mobilitazione straordinaria del personale pubblico;
in diversi Paesi europei è stata già avviata una riflessione sulla partecipazione economica delle società sportive alle spese di sicurezza, specialmente per gli incontri classificati ad alto rischio, secondo il principio di responsabilità condivisa –:
quale sia la stima dei costi pubblici sostenuti dallo Stato e dagli enti locali per garantire la sicurezza e la gestione dell'ordine pubblico in occasione del derby Lazio-Roma del 13 aprile 2025;
se siano già stati segnalati episodi di criticità, tensioni tra tifoserie o reati correlati, e quale sia allo stato attuale il bilancio in termini di interventi delle forze dell'ordine, fermi o denunce;
se i Ministri interrogati intendano promuovere, per quanto di competenza, un confronto con le autorità locali e con le società sportive finalizzato a introdurre criteri di compartecipazione ai costi di sicurezza per gli eventi classificati ad alto rischio;
quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano adottare per ridurre in futuro l'impatto in termini di ordine pubblico di tali eventi sui residenti delle aree limitrofe agli impianti sportivi, anche una comunicazione preventiva con le comunità interessate.
(4-04835)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazioni a risposta scritta:
PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
la Commissione incaricata della redazione del nuovo testo delle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione ha terminato i lavori l'11 marzo 2025;
dopo la pubblicazione del documento il Ministero ha annunciato una fase di consultazione della stessa Commissione attraverso incontri con le associazioni professionali e disciplinari, con le associazioni dei genitori e degli studenti e con le organizzazioni sindacali della scuola e molte delle associazioni consultate hanno considerato sbagliato il testo;
in realtà, diverse organizzazioni sindacali denunciano che non ci sono state reali interlocuzioni con le rappresentanze sindacali e che per le scuole la scelta è stata di proporre un questionario a risposta chiusa, in cui non è stato possibile esprimere i dissenso rispetto ai contenuti, tra l'altro in tempi stretti che hanno reso impossibile una riflessione collegiale;
le nuove indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione andranno a sostituire dall'anno scolastico 2026/2027 quelle adottate nel novembre 2012. Sfugge all'interrogante quale sia la ragione di una revisione completa delle indicazioni nazionali, dopo la prima elaborazione nel 2012 e l'aggiornamento nel 2018. Pur riconoscendo la necessità di alcune integrazioni, l'unica ragione che si intravede è di modificare radicalmente una visione di scuola e una visione della conoscenza intesa come complessità, pensiero critico e riflessivo nel tentativo di rispondere alle sfide del presente;
quanto esposto è corroborato dalle parole del Ministro interrogato che, rispondendo in aula all'interrogazione n. 3-01870, il 2 aprile 2025 ha affermato: «Il vero punto deve essere la consapevolezza della rilevante portata culturale di questa revisione. Non possiamo più ignorare che, negli ultimi, decenni, si sono affermate tendenze culturali e pedagogiche che hanno portato ad un indiscutibile decadimento di alcune conoscenze. (...) Abbiamo voluto recuperare il senso della nostra identità attraverso la valorizzazione della storia dell'occidente, per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare.»;
preoccupa particolarmente quanto riportato nelle linee guida sulla «educazione alle differenze di genere», in cui la violenza di genere è definita una «triste patologia», che va contrastata attraverso la comprensione della «complementarità delle rispettive differenze», attraverso un'educazione «del cuore»;
le nuove indicazioni, più che proporre un orientamento generale, promuovono un quadro prescrittivo, che fornisce precise istruzioni di contenuto e metodo all'insegnante. Come denunciato dalla società italiana delle storiche, esse «propongono un modello di scuola gerarchico fondato sulla trasmissione di contenuti, sulla centralità della figura del “Maestro”, a fronte di un corpo docente composto per la maggior parte da insegnanti donne, sull'educazione al “principio di autorità” e sull'accettazione delle regole. Un modello di scuola definito attraverso un linguaggio antiquato che non soltanto respinge le acquisizioni pedagogiche, disciplinari e didattico-disciplinari dell'ultimo secolo, ma che non vede e non riconosce la pluralità e la complessità che abitano le scuole». Non sono dunque, indicazioni per il curricolo, ma definiscono rigidamente il curricolo stesso, con una lesione dell'autonomia delle scuole e della libertà di insegnamento, valore costituzionalmente riconosciuto;
un'altra scuola è possibile, una scuola in cui crescere cittadini responsabili e capaci di spirito critico;
democrazia e inclusione, uguale opportunità di accesso all'istruzione e ai saperi, centralità di ciascun allievo nel perseguimento della massima qualità dell'istruzione sono valori propri della scuola pubblica e di Stato, garante delle prerogative riguardanti la libertà d'insegnamento, la professione docente e di chi lavora nella scuola, l'autonomia scolastica –:
se non ritenga utile riaprire la consultazione con il mondo della scuola avviando un reale confronto con i docenti, i dirigenti scolastici e le organizzazioni sindacali;
se intenda valutare la possibilità di rinviare l'entrata in vigore delle nuove indicazioni all'anno scolastico 2027-2028.
(4-04816)
IACONO, MANZI e ORFINI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
con D.d.g. n. 3059 del 2024 è stato bandito il concorso ordinario per la scuola secondaria, nell'ambito della missione PNRR 2;
in data 27 febbraio 2025, durante il turno pomeridiano delle prove scritte, da quanto si apprende dagli organi di stampa, è stato somministrato ai candidati un quesito errato (n. 4), privo di alcuna risposta corretta tra le opzioni fornite, circostanza che ha reso impossibile l'attribuzione del punteggio corrispondente;
come confermato dallo stesso Ministero in un comunicato stampa dell'8 aprile 2025, l'errore è riconducibile a un'integrazione manuale effettuata dalla commissione nazionale, che ha sostituito erroneamente il nome dell'autore Eric Erikson con quello di Milton Erikson, modificando così il significato e la correttezza delle risposte;
il Ministero ha disposto, con decreto del direttore generale per il personale scolastico, che i candidati del turno interessato sostengano una nuova prova limitata al solo quesito errato, nella data del 5 maggio 2025;
tale soluzione, adottata con il parere favorevole dell'avvocatura generale dello Stato, intende garantire la «par condicio» tra i partecipanti e prevenire eventuali contenziosi, ma comporta comunque rilevanti disagi logistici, psicologici ed economici per i candidati, i quali dovranno affrontare uno spostamento e un ulteriore impegno per una sola domanda errata non a loro imputabile;
il comunicato del Ministero precisa che saranno svolti accertamenti interni sulle responsabilità individuali e che, nei casi in cui emergeranno colpe accertate, saranno adottate sanzioni disciplinari; anche la Gilda degli insegnanti, in un comunicato diffuso lo stesso giorno, ha espresso forti perplessità sulla gestione dell'intera procedura, sollecitando una revisione strutturale del sistema concorsuale, a tutela della dignità e del rispetto dei candidati –:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario adottare iniziative volte a far fronte al danno subìto dai candidati coinvolti, tenendo conto dei costi e dei disagi legati alla partecipazione a una nuova prova per un errore non a loro imputabile;
se non intenda comunicare quali saranno nel dettaglio le modalità di accertamento delle responsabilità individuali all'interno della commissione nazionale e in quali tempi si preveda di concludere tali verifiche;
se non si ritenga opportuno, alla luce dell'elevato numero di quesiti errati nei concorsi precedenti (come lo stesso Ministero ha ricordato: 93 errori nel 2020), istituire un organismo terzo e indipendente di controllo e verifica sui quesiti concorsuali;
se il Ministro interrogato non intenda convocare con urgenza un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, al fine di riformare in modo strutturale le modalità di gestione dei concorsi pubblici nella scuola, introducendo garanzie effettive di qualità, trasparenza e tutela dei partecipanti.
(4-04826)
GIGLIO VIGNA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
già con precedente atto di sindacato ispettivo n. 4-04703, giacente ancora privo di risposta, l'interrogante richiamava l'attenzione del Ministro dell'istruzione e del merito sulla vicenda dell'istituto comprensivo «Aldo Moro» di Rivarolo Canavese (Torino), che aveva organizzato per l'11 marzo 2025, su indicazione dei docenti del dipartimento di filosofia e storia, una conferenza – in orario curriculare – sulla tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, invitando lo storico Eric Gobetti;
secondo ulteriori notizie apprese dall'interrogante, la vicenda ha sempre più dell'incredibile. La conferenza in questione, infatti, era stata inizialmente programmata per il giorno 11 marzo 2025 e annunciata tramite circolare d'istituto per tutte le classi quinte, quale attività di educazione civica in orario curriculare e, pertanto, la presenza degli studenti era stata resa obbligatoria dalla natura dell'attività (educazione civica) e dall'orario che corrisponde a quello delle lezioni normali. Una volta scoperta la volontà di far partecipare all'evento Roberto Menia come interlocutore alla conferenza, la scuola ha emanato un'ulteriore circolare nella quale si dichiarava rimandata la conferenza a data da definirsi. Il giorno 2 aprile 2025, senza che fosse stata emanata nessuna ulteriore circolare o che comunque fossero stati avvertiti gli studenti o le famiglie degli studenti in alcun modo, durante l'orario scolastico gli studenti sono stati inaspettatamente portati in una sala dov'era presente Eric Gobetti, il quale, presentatosi in camicia rossa come «storico free lance», ha incentrato tutta la sua conferenza a parlare e sponsorizzare il suo libro «E allora le Foibe?», sostenendo tesi riduzioniste e giustificazioniste nei confronti dei carnefici dei massacri contro i civili italiani;
la riprogrammazione della conferenza è, dunque, stata mantenuta completamente segreta agli studenti e alle famiglie e resa obbligatoria per l'accesso all'esame di maturità, incentrata sull'auto-sponsorizzazione di un libro dal titolo, a parere dell'interrogante, già di per sé eloquentemente riduzionista, accompagnato da un abbigliamento a giudizio dell'interrogante altrettanto provocatorio e significativo;
all'uopo è opportuno ricordare, infatti, che Eric Gobetti ha in più occasioni, direttamente o indirettamente, espresso le sue simpatie per quello che fu il regime jugoslavo di Tito, esempio di ciò ne è la foto da lui stesso pubblicata nel 2017 a fianco della statua di Tito in Bosnia con la didascalia «La tradizionale passeggiata con Tito»;
anche associazioni attive nella ricerca storica e nel ricordo dei martiri della tragedia delle foibe e dell'esodo Istriano dalmata hanno stigmatizzato l'episodio, dichiarando inaccettabile che una scuola pubblica compia scelte di carattere ideologico invitando a parlare di foibe un uomo simpatizzante per il regime comunista di Tito, obbligando di fatto gli studenti alla presenza in quanto in orario curricolare e quale progetto di educazione civica, necessaria per l'ammissione all'esame di Stato –:
se e quali iniziative di competenza intenda adottare affinché alla storia e alle tragedie che essa contiene vengano date, in ambito scolastico, la giusta e corretta narrazione dei fatti, senza alcuna influenza ideologica che possa plasmare in un verso piuttosto che in un altro gli studenti, invece che arricchire il sapere e la conoscenza dei nostri ragazzi.
(4-04831)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta scritta:
GRIPPO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
sul territorio nazionale operano numerose cooperative sociali che forniscono alle famiglie italiane servizi privati di assistenza domiciliare (Spad), in particolare a favore di persone anziane, non autosufficienti o con disabilità, costituendo un pilastro essenziale del sistema di welfare sussidiario; realtà, peraltro, fortemente caratterizzate da imprenditorialità e occupazione femminile;
tali cooperative utilizzano contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) in conformità con l'articolo 2 del decreto legislativo n. 81 del 2015, il quale consente l'applicazione di questa forma contrattuale a prestazioni personali e continuative che, pur essendo organizzate dal committente, non presentano i requisiti della subordinazione;
recentemente, a seguito di una nota del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero delle imprese e del made in Italy ha disposto, tramite un'apposita nota interna indirizzata ai revisori cooperativi e agli ispettori coinvolti nella ispezione straordinaria del 2 maggio 2024, l'ingiunzione alla trasformazione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa in contratti di lavoro subordinato, a giudizio dell'interrogante in apparente contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente e in assenza di un accertamento concreto circa l'esistenza dei requisiti della subordinazione. La nota del Mlps evidenzia, inoltre, la nullità del Ccnl per servizi di ausilio familiare a causa della presunta assenza di rappresentatività dell'associazione datoriale firmataria del Ccnl applicato dalle cooperative, in assenza di accertamenti ulteriori e di giurisprudenza a supporto. A quanto risulterebbe, lo scorso 12 marzo 2025 si è svolto un confronto tra Mlps e professione in famiglia con predisposizione di una nota integrativa da parte di quest'ultima a supporto della propria rappresentatività e in attesa di risposta che potrà essere dirimente per l'orientamento del Mimit;
la direttiva del Mimit, applicata indiscriminatamente, sembrerebbe generare forti incertezze giuridiche e rischi concreti di chiusura per molte cooperative operanti nel settore, con conseguente perdita di lavoro per decine di migliaia di operatori d'aiuto e privazione di assistenza per le famiglie utenti del servizio, ovvero ricorsi di massa ai Tribunali amministrativi regionali –:
quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intendano adottare per chiarire l'ambito di applicazione del richiamato articolo 2 del decreto legislativo n. 81 del 2015, al fine di evitare forzature nell'accertamento della natura subordinata dei rapporti di lavoro e garantire la continuità dei servizi di assistenza domiciliare, anche valutando l'opportunità di attivare un tavolo di confronto con le rappresentanze del settore, incluse le organizzazioni datoriali firmatarie di Ccnl applicati nel comparto, per contemperare le esigenze di tutela dei lavoratori con la sostenibilità organizzativa delle cooperative e il diritto delle famiglie ad accedere a servizi di cura e di welfare sociale.
(4-04823)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interrogazione a risposta scritta:
QUARTINI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
in data 5 aprile 2025, alcune testate, tra cui «Casertanews», hanno riportato la notizia relativa al concorso pubblico per l'assunzione di un vigile urbano nel comune di Casapulla;
tale concorso ha visto classificarsi al primo posto Giuseppe Ferrino, figlio della consigliera di maggioranza Dina Melchiorre, e al secondo posto Rosa Martedì, moglie del vicesindaco Francesco Sorbo;
la notizia ha suscitato notevole agitazione nella comunità locale e ha avuto ripercussioni politiche, al punto che il gruppo consiliare di minoranza «Per Casapulla», ha protocollato in data 5 aprile 2025 una richiesta di accesso agli atti relativi al concorso per l'assunzione di un istruttore di polizia locale;
tale richiesta include la copia conforme all'originale di tutta la documentazione inerente il concorso, compresi gli atti propedeutici e consequenziali;
i consiglieri di minoranza hanno specificato di voler visionare tutti gli atti che hanno determinato la formazione della graduatoria, incluse le schede di valutazione delle prove scritte e orali e i certificati medici;
i fatti descritti a giudizio dell'interrogante sollevano interrogativi sulla regolarità e l'opportunità delle procedure concorsuali, in considerazione dei rapporti di parentela e affinità tra i vincitori e membri dell'amministrazione comunale;
l'interesse pubblico alla trasparenza e all'imparzialità nello svolgimento dei concorsi pubblici è primario –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti relativamente al concorso pubblico per vigile urbano nel comune di Casapulla;
se, al fine di garantire la massima trasparenza e conformità dell'azione amministrativa ai principi di imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa, non si intendano adottare iniziative di competenza, anche per il tramite dell'ispettorato per la funzione pubblica, in ordine ai fatti esposti in premessa.
(4-04832)
SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
BARBAGALLO. — Al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
come riportato dalla stampa locale un'inchiesta ha messo per l'ennesima volta in imbarazzo la sanità siciliana per presunti casi di corruzione;
si legge che, il giudice per le indagini preliminari ha deciso, dopo gli interrogatori di garanzia, di far scattare cinque misure cautelari per i medici e gli imprenditori coinvolti;
al centro delle indagini condotte dalla squadra mobile c'è la So.Gi. Medical, specializzata nella distribuzione di impianti e dispositivi sanitari, che avrebbe corrotto medici e funzionari per indirizzare le forniture in proprio favore;
l'inchiesta, si è concentrata su due gare, una bandita dall'ospedale Civico di Palermo e l'altra per le forniture nelle aziende sanitarie e negli ospedali della Sicilia occidentale;
attorno ad esse, secondo la ricostruzione della sezione anticorruzione della squadra mobile, si sarebbe consumato un patto corruttivo;
a Palermo, i magistrati hanno contestato a un funzionario del provveditorato dell'Arnas Civico, una delle aziende sanitarie del capoluogo, di avere presumibilmente agevolato un'impresa, fornendole dritte per modificare in corso d'opera l'offerta caricata oltre un anno prima sul portale online;
il sistema a cui si fa riferimento l'indagine è la piattaforma informatica su cui le gare d'appalto dell'Arnas vengono gestite;
ufficialmente il sistema dovrebbe garantire la sicurezza dei contenuti delle buste elettroniche, assicurando che le offerte, una volta scaduti i termini per partecipare, vengano rivelate soltanto a momento debito. Così però pare non sarebbe stato;
i fatti risalgono al dicembre del 2022, un anno dopo dalla chiusura dei tempi utili per partecipare alla gara per la fornitura di materiale per elettrofisiologia. Tra le imprese che avevano presentato le buste c'era stata anche quella di uno degli indagati;
il file da modificare, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello riguardante i documenti caricati un anno prima dalla So.Gi. Medical;
ora sicuramente le indagini faranno il loro corso e si arriverà a far luce sulla vicenda dal punto di vista giudiziario;
per l'interrogante questa è l'ennesima speculazione in un settore delicato come quello della sanità che tira in ballo la salute dei cittadini –:
quali iniziative, per quanto di competenza, i Ministri interrogati intendano assumere per contribuire a far luce sulla vicenda affinché situazioni di questo tipo non si verifichino in futuro.
(4-04819)
CALDERONE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione riserva allo Stato la competenza esclusiva in materia di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale;
il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, all'articolo 1 e seguenti, stabilisce che il Servizio sanitario nazionale deve garantire l'erogazione uniforme dei livelli essenziali di assistenza, tra cui rientra a pieno titolo l'assistenza sanitaria in emergenza-urgenza, inclusi i pronto soccorso;
il Ministero della salute, attraverso il Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Comitato Lea), verifica l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza;
le regioni, e per esse le aziende ospedaliere territoriali, sono tenute a garantire il rispetto dei livelli essenziali di assistenza;
la vigente rete ospedaliera della Regione Siciliana prevede espressamente la presenza del pronto soccorso presso il presidio ospedaliero di Barcellona Pozzo di Gotto (Azienda sanitaria provinciale 5 di Messina), quale struttura necessaria a garantire la copertura territoriale della rete dell'emergenza-urgenza nella zona tirrenica della provincia di Messina e, quindi, strumento essenziale per garantire i livelli essenziali di assistenza nel territorio di riferimento;
nonostante tale previsione formale, l'Azienda sanitaria provinciale 5 di Messina risulta inadempiente nella (ri)attivazione della piena funzionalità del servizio, causando gravi disservizi e privazioni assistenziali ai cittadini dell'area;
tale inerzia istituzionale potrebbe avere un notevole impatto in termini di garanzia dei livelli essenziali di assistenza, poiché limita l'offerta in ambito assistenza ospedaliera, compromettendo il diritto alla salute di cui all'articolo 32 della Costituzione;
tale deficit dell'offerta sanitaria determina gravi ripercussioni nel comprensorio di riferimento dell'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto – che ha un bacino di 100.000 abitanti – ma anche in quello di Milazzo, colpito da evidente sovraffollamento, con evidenti impatti nella risposta sanitaria;
il comune di Barcellona Pozzo di Gotto e i comuni limitrofi da molti anni sono privi di un servizio di pronto soccorso operativo, con pesanti ripercussioni in termini di sicurezza sanitaria, tempi di intervento e accesso tempestivo alle cure in situazioni di emergenza –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere il Ministro interrogato, anche per il tramite del commissario per il piano di rientro, preso atto della mancata (ri)attivazione del pronto soccorso e dei reparti necessari per la gestione dell'emergenza-urgenza presso il presidio ospedaliero di Barcellona Pozzo di Gotto – come esposto in premessa – affinché siano garantiti l'effettivo rispetto degli obblighi previsti in materia di emergenza-urgenza e degli obbiettivi assunti dalla medesima rete ospedaliere nonché un'offerta sanitaria capace di rispondere in modo sempre più adeguato ai bisogni dei cittadini;
se non ritenga necessario promuovere, tramite Agenas, un procedimento di valutazione della qualità e dell'equità dell'offerta sanitaria in relazione al presidio in questione;
quali iniziative di competenza intenda promuovere affinché sia garantita l'effettiva erogazione e il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, che di fatto appaiono all'interrogante inosservati nella provincia di Messina.
(4-04827)
ALFONSO COLUCCI e FERRARA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il 3 aprile 2025 un uomo di 70 anni, residente a Trani, è deceduto presso l'ospedale di Bisceglie in seguito a una grave infezione da Listeria monocytogenes, verosimilmente contratta tramite il consumo di olive in salamoia acquistate sfuse in un supermercato locale;
la listeriosi è una malattia a trasmissione alimentare ad alto tasso di letalità, in particolare nei soggetti anziani, immunodepressi e fragili; la contaminazione da Listeria può interessare alimenti come formaggi freschi, salumi, pesce affumicato e conserve vegetali;
la normativa europea (regolamento CE n. 852/2004 e n. 2073/2005) impone agli operatori del settore alimentare l'obbligo di garantire la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti lungo tutta la filiera, con particolare attenzione ai prodotti sfusi, deperibili e a rischio microbiologico;
secondo quanto emerso dalle indagini in corso, coordinate dalla Asl BT e dalla procura della Repubblica, sono stati disposti controlli presso diversi esercizi commerciali e reparti gastronomia, con prelievi e analisi condotti su olive, salmone e altri alimenti sfusi non confezionati;
in attesa dei risultati definitivi, la Asl ha diffuso raccomandazioni alla popolazione circa la corretta conservazione degli alimenti a rischio, mentre i Carabinieri del Nas proseguono le verifiche sull'origine del contagio;
la Costituzione, all'articolo 32, riconosce la tutela della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività, cui devono conformarsi le politiche pubbliche, anche in materia di sicurezza alimentare;
il principio di precauzione, codificato nell'articolo 191 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e quello di prevenzione, fondamento delle politiche sanitarie pubbliche, impongono l'adozione di misure tempestive ed efficaci anche in assenza di certezze assolute sulla causa del rischio, al fine di tutelare l'incolumità delle persone;
tale tragico evento evidenzia inoltre le disuguaglianze territoriali nell'accesso alla prevenzione e ai controlli: in molte realtà, i servizi di ispezione e vigilanza risultano sottodimensionati rispetto alle necessità reali –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e di quali elementi dispongano in ordine agli stessi;
se non ritengano urgente, in coerenza con i regolamenti UE sopra citati, rafforzare le iniziative di controllo sulla sicurezza alimentare, con particolare riferimento alla vendita di prodotti sfusi e potenzialmente contaminabili;
quali iniziative siano previste, per quanto di competenza e in raccordo con le regioni, per potenziare il personale e le dotazioni dei servizi di igiene degli alimenti e nutrizione delle ASL, in particolare nelle aree del Mezzogiorno, affinché sia garantito un livello uniforme di tutela sanitaria su tutto il territorio nazionale;
se non ritengano opportuno promuovere una campagna nazionale di informazione e formazione, rivolta sia ai consumatori che agli operatori del settore alimentare, sui rischi connessi al consumo e alla conservazione di alimenti a rischio microbiologico, promuovendo la cultura della prevenzione come forma avanzata di giustizia sociale.
(4-04833)
Pubblicazione di un testo riformulato.
Si pubblica il testo riformulato della mozione Richetti n. 1-00410, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 441 del 6 marzo 2025.
La Camera,
premesso che:
il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) rappresenta un'occasione unica di rilancio per il nostro Paese, nonché un nuovo e virtuoso paradigma di programmazione, monitoraggio e rendicontazione della realizzazione dei progetti e della effettiva spesa dei fondi;
a tal fine, l'articolo 2, comma 2, lettera e) del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 108 del 2021, prevede che il Governo trasmetta alle Camere con cadenza semestrale, per il tramite del Ministro per i rapporti con il Parlamento, una relazione sullo stato di attuazione del PNRR;
la sesta relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che illustra i risultati raggiunti fino al 31 dicembre 2024, è stata pubblicata solo il 27 marzo 2025, in grave ritardo rispetto alle relazioni precedenti;
i nuovi dati pubblicati mostrano, in linea con quanto aveva già evidenziato la relazione semestrale della Corte dei conti, che a fine 2024 risultavano messe a terra il 33 per cento delle risorse complessive, per una cifra pari a 63,9 miliardi di euro su 194,4 miliardi totali;
si sottolinea come questo risultato sia stato raggiunto a distanza di tre anni e mezzo dall'approvazione del Piano e quando alla sua conclusione manca poco più di un anno, essendo prevista la fine di questo ingente piano di investimenti per giugno 2026;
per riuscire a spendere tutti i fondi previsti, da gennaio 2025 a giugno 2026 sarà necessario spendere in media circa 7,2 miliardi di euro al mese;
nel 2024 risulta una capacità di spesa mensile media pari a 1,5 miliardi di euro: ciò significa che per riuscire a mettere a terra tutti i fondi previsti entro la data di scadenza del piano la capacità di spesa mensile dovrà quintuplicare rispetto agli ultimi dati disponibili;
secondo i dati presentati nell'ultima relazione semestrale del Governo al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, nel 2024 sono stati spesi poco più di 18 miliardi di euro: nei prossimi tre semestri la spesa dovrà arrivare in media a più di 43 miliardi di euro ogni sei mesi, più del doppio di quanto è stato speso in tutto il 2023, l'anno con i dati migliori per quanto riguarda la spesa di fondi PNRR;
analizzando i dati presentati nella sesta relazione, si evince come nel 2024 siano stati spesi complessivamente 18,1 miliardi di euro, di cui 9,4 miliardi di euro nel primo semestre e 8,7 miliardi di euro nel secondo semestre;
dunque, l'andamento della spesa per semestre, invece di aumentare, diminuisce, così come è in diminuzione la spesa complessiva per anno, che, dopo essere cresciuta costantemente fino al record di 21,2 miliardi di euro del 2023, è per la prima volta diminuita nel 2024 rispetto all'anno precedente, tutto questo nonostante le rassicurazioni pronunciate dall'ex Ministro Fitto in sede di presentazione della quinta relazione, quando disse: «Ci sono stati progetti e gare e sono in corso gli avvii dei lavori; quindi, tra sei mesi ci rivedremo e la spesa crescerà»;
secondo i dati presentati dalla Corte dei conti, risultano particolarmente problematici gli obiettivi legati agli investimenti, mentre per quanto riguarda le riforme la situazione è maggiormente in linea con il cronoprogramma: al giugno 2024 risultava ultimato il percorso degli obiettivi europei da raggiungere per il 63 per cento delle 72 misure di riforma, a fronte del 6 per cento degli investimenti;
nei prossimi tre semestri, sarà necessario completare 284 traguardi e obiettivi per ottenere le ultime rate previste dall'accordo con l'Unione europea, che rappresentano il 45 per cento del totale;
una delle priorità trasversali del Piano riguarda il contrasto ai divari di genere e generazionale. Con il decreto-legge n. 77 del 2021 è stata istituita, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Cabina di regia per il PNRR, la quale – tra i vari compiti – è incaricata di trasmettere alle Camere anche ogni elemento utile a valutare lo stato di avanzamento degli interventi, il loro impatto e l'efficacia rispetto agli obiettivi perseguiti, con specifico riguardo anche alle politiche di sostegno per l'occupazione;
l'articolo 47 del medesimo decreto-legge ha stabilito che le stazioni appaltanti prevedano, tra le altre, specifiche clausole sulla parità di genere, sull'assunzione di under 36 e di donne – categorie generalmente penalizzate dal mercato del lavoro – anche al fine di raggiungere l'obiettivo qualitativo e trasversale del miglioramento delle condizioni occupazionali dei giovani e delle donne;
tra il 2021 e il 2022 il Governo Draghi aveva pubblicato due relazioni sugli obiettivi del PNRR di miglioramento delle condizioni di giovani e donne, ma ad oggi non si sa molto di più sugli effetti delle riforme e degli investimenti del Piano in tale ambito;
come sottolineato anche dalla Corte dei conti, l'attuazione delle misure su donne e giovani è stata fino all'anno scorso sostanzialmente in linea con il programma, ma è anche vero che le varie revisioni del PNRR hanno di fatto posticipato molti adempimenti verso gli ultimi anni del Piano, e ci ritroviamo ormai nei sedici mesi finali di attuazione del PNRR;
un'altra priorità del Piano è la coesione territoriale, in particolare per favorire il rilancio del Mezzogiorno, a cui è previsto che vengano assegnate il 40 per cento delle risorse cosiddette «territorializzabili»;
la sesta relazione non presenta dati aggiornati sul rispetto della quota Mezzogiorno, riportando i dati relativi al 31 dicembre 2023, e, fatto più preoccupante, illustrando solo i dati complessivi della ripartizione delle risorse prevista dal Piano e i dati di dettaglio sul rispetto della quota relativamente ai fondi assegnati alle varie amministrazioni titolari di risorse PNRR, senza presentare altri dati fondamentali, in particolare la ripartizione dei fondi territorializzabili divisi per missione, quanti dei 63,9 miliardi di euro effettivamente spesi siano risorse territorializzabili e in che percentuale siano stati spesi nel Mezzogiorno;
dopo la corposa modifica del 2023, con la quale è stato anche aggiunto un ulteriore capitolo finanziato dal RePowerEU, nel 2024 sono state apportate altre due modifiche, la prima il 14 maggio 2023 e la seconda il 18 novembre 2024;
il nuovo capitolo introdotto nel 2023 e finanziato con i fondi del RePowerEU prevede l'investimento 15 «Transizione 5.0» con una dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro, misura che consiste in un regime di crediti d'imposta con l'obiettivo di sostenere la transizione dei processi di produzione verso un modello efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili;
il Piano Transizione 5.0, approvato dal Governo nell'ottica di incentivare gli investimenti che prevedono una riduzione dei consumi energetici, non sta funzionando: la fruizione dei benefìci non è automatica, essendo subordinata a complesse procedure amministrative, tra cui l'attesa di comunicazioni ufficiali e certificazioni sia ex ante che ex post, con un conseguente aumento delle tempistiche e degli oneri a carico delle imprese;
sono previste, inoltre, soglie minime di risparmio energetico che escludono dalla misura investimenti potenzialmente utili e molti settori strategici, tra cui quelli legati all'economia circolare e alle industrie ad alta intensità energetica;
secondo i dati più recenti, a gennaio 2025 erano arrivate richieste di accesso ai fondi di questo strumento per soli 500 milioni di euro, poco meno dell'8 per cento totale delle risorse a disposizione;
l'8 aprile 2025, la Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha dichiarato che, per rispondere ai dazi imposti dagli Stati Uniti all'Unione europea, erano stati individuati nell'ambito della dotazione finanziaria del PNRR circa 14 miliardi di euro da rimodulare per sostenere l'occupazione e aumentare l'efficienza della produttività;
la sospensione di 90 giorni annunciata dal presidente Trump il 9 aprile 2025 riguarda i dazi cosiddetti «reciproci», imponendo comunque a tutti i Paesi colpiti da questa misura un dazio del 10 per cento, che, nel caso dell'Unione europea, è comunque molto superiore rispetto al passato, considerando che nel 2023 i dazi imposti dagli Usa ai Paesi dell'Unione europea erano pari all'1,4 per cento,
impegna il Governo:
1) ad inviare al Parlamento la successiva relazione sullo stato di attuazione del PNRR in tempi più ragionevoli ed utili ad un tempestivo monitoraggio, e comunque entro 30 giorni la conclusione del periodo di riferimento;
2) ad illustrare quali strumenti intenda adottare per aumentare la capacità di spesa dei fondi fino a quintuplicarla, per consentire la messa a terra di tutte le risorse di cui è dotato il piano entro il termine perentorio di giugno 2026;
3) nel caso di una conferma da parte del Governo sull'incapacità di rispettare il termine di giugno 2026, a rendere noto quanto prima al Parlamento l'eventuale intenzione di chiedere e ottenere una proroga della scadenza del Piano oltre tale termine e gli eventuali margini di azione che il Governo ritenga di poter utilizzare in una contrattazione con la Commissione europea;
4) a chiarire se intenda adottare iniziative volte ad apportare ulteriori modifiche al Piano, in particolare per utilizzare una parte dei fondi PNRR per misure a sostegno delle imprese colpite dai dazi statunitensi e, in caso affermativo, quali misure intenda definanziare, o se la versione attuale possa essere considerata definitiva e, dunque, da tenere in considerazione per un puntuale e definitivo monitoraggio dello stato di avanzamento della spesa, dei traguardi e degli obiettivi;
5) ad illustrare le motivazioni che hanno portato la spesa complessiva del 2024 e quella dell'ultimo semestre ad una diminuzione rispetto all'anno e al semestre precedenti, contrariamente a tutte le rassicurazioni precedentemente offerte dal Governo, e come intenda porre rimedio a questa situazione per invertire la tendenza;
6) a trasmettere con la massima celerità al Parlamento una relazione aggiornata sul rispetto delle clausole in materia di pari opportunità e inclusione lavorativa di donne e giovani, nonché sugli effetti e il raggiungimento degli obiettivi in tale ambito conseguenti all'attuazione del Piano;
7) ad adottare iniziative normative volte a semplificare le procedure di richiesta del credito d'imposta previsto dal Piano Transizione 5.0, riducendo i passaggi autorizzativi attraverso l'eliminazione di duplicazioni burocratiche e l'introduzione di strumenti digitali per l'autocertificazione delle imprese, garantendo comunque un adeguato controllo ex post, per rendere il beneficio quanto più automatico possibile, sul modello del Piano «Industria 4.0»;
8) ad inviare al Parlamento informazioni esaustive sul rispetto della quota Mezzogiorno, in particolare fornendo i dati aggiornati al 31 dicembre 2024 e illustrando, oltre ai risultati complessivi e per amministrazione titolare, anche la divisione dei fondi territorializzabili per missioni con relativa percentuale di fondi destinati al Mezzogiorno e la percentuale di fondi effettivamente già spesi nel Mezzogiorno.
(1-00410) (Nuova formulazione) «Richetti, Bonetti, Benzoni, D'Alessio, Grippo, Sottanelli, Onori, Pastorella, Rosato, Ruffino».
ERRATA CORRIGE
Interrogazione a risposta in Commissione Iaia n. 5-03342 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 408 del 14 gennaio 2025. Alla pagina 11649, prima colonna, dalla riga sesta alla riga nona deve leggersi: «la Puglia attende da anni la realizzazione di una moderna superstrada a quattro corsie, la strada statale 7 ter Salentina, che colleghi Lecce a Taranto e, in», e non come stampato;
alla medesima pagina, seconda colonna:
alla riga quattordicesima, deve leggersi «statale 7 ter Salentina nel tratto»;
dalla riga diciottesima alla riga ventesima, deve leggersi: «realizzazione della strada statale 7 ter Salentina nel tratto San Marzano Manduria abbiano inizio e in quali tempi», e non come stampato.