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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 15 aprile 2025

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   QUARTAPELLE PROCOPIO, BOLDRINI, ONORI e DELLA VEDOVA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'organizzazione russa Memorial International, insignita del premio Nobel per la pace, si occupa da anni della documentazione delle violazioni dei diritti umani nella Federazione russa, con particolare attenzione alla situazione dei prigionieri politici e di coscienza;

   una recente campagna promossa dalla stessa organizzazione denuncia pubblicamente la grave condizione sanitaria di numerosi detenuti russi incarcerati per motivi politici o per la loro opposizione pacifica al regime in carica;

   secondo le informazioni diffuse da Memorial, molti di questi prigionieri versano in condizioni di salute estremamente precarie e non ricevono cure mediche adeguate, in violazione degli standard minimi previsti dal diritto internazionale;

   tra i detenuti figurano attivisti, giornalisti, oppositori politici e difensori dei diritti umani, il cui unico «reato» risulta essere l'esercizio di libertà fondamentali tutelate da convenzioni internazionali sottoscritte anche dalla Federazione russa;

   l'Italia, storicamente impegnata nella difesa dei diritti umani, partecipa attivamente a organismi internazionali quali l'Unione europea, il Consiglio d'Europa e le Nazioni Unite, dove si discute anche della situazione dello stato di diritto in Russia –:

   se il Governo sia a conoscenza della campagna promossa da Memorial International a tutela dei prigionieri politici arbitrariamente detenuti in Russia, molti dei quali in gravi condizioni di salute;

   quali iniziative di competenza il Governo italiano abbia intrapreso, o intenda intraprendere, al fine di sollecitare la Federazione russa al rispetto dei diritti umani fondamentali e di tutele sanitarie adeguate per i detenuti;

   se vi siano contatti in corso, anche tramite la rete diplomatica e consolare, per monitorare singole situazioni particolarmente gravi già segnalate dalla comunità internazionale e dalle Ong attive in questo ambito.
(4-04847)

AFFARI EUROPEI, PNRR E POLITICHE DI COESIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   CARAMIELLO e FERRARA. — Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il Fondo di coesione è uno strumento finanziario dell'Unione europea, creato per ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali tra le regioni europee e promuovere uno sviluppo più equilibrato delle stesse. Tale fondo è utilizzato per ridurre la sperequazione economica che colpisce soprattutto le regioni del Mezzogiorno, storicamente più svantaggiate;

   secondo quanto riportato da fonti di stampa in data 9 aprile 2025, e confermato dal leader di Confcooperative, il Governo avrebbe deliberato l'impiego di 11 miliardi di euro provenienti dai fondi di coesione, destinati al Mezzogiorno, per compensare le perdite subite dagli imprenditori italiani a causa dei dazi imposti dall'amministrazione statunitense;

   tale decisione è parte di un più ampio progetto dal valore di 25 miliardi di euro annunciato dal Governo per sostenere il cosiddetto «sistema Italia»;

   di questi 25 miliardi, i restanti 14 saranno attinti dal Piano nazionale di ripresa resilienza (PNRR). La notizia è confermata dal Ministro responsabile del PNRR, Tommaso Foti;

   la destinazione di tali risorse a settori o aree del Paese non coerenti con le finalità originarie rischia di aggravare ulteriormente il divario Nord-Sud, penalizzando intere comunità che fanno affidamento su questi fondi per interventi strutturali, investimenti produttivi, servizi essenziali e occupazione;

   negli ultimi anni i provvedimenti penalizzanti per il Sud si sono moltiplicati. Tra questi si ricordano la sottrazione di 16 miliardi di risorse PNRR originariamente destinati al Mezzogiorno e di fondi ai comuni fragili nella scorsa legge di bilancio; il taglio di 3,5 miliardi al fondo perequativo infrastrutturale e di 5 ulteriori miliardi dalla decontribuzione sud, volta a sostenere l'occupazione nelle regioni meridionali;

   tali scelte politiche a giudizio degli interroganti contrastano apertamente con il principio costituzionale di eguaglianza sostanziale e territoriale e con i vincoli comunitari sull'uso dei fondi strutturali europei;

   l'articolo 174 del Tfue prevede che, al fine di rafforzare la sua coesione economica, sociale e territoriale, l'Unione miri a ridurre le disparità tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e l'arretratezza delle regioni o isole che sono considerate tra le meno favorite –:

   se non ritenga che la decisione di intaccare i fondi di coesione contrasti con l'articolo 174 del Tfue e, dunque, con la normativa comunitaria;

   se sia stato avviato un confronto con le autorità europee competenti, in particolare con la Commissione europea, sulla compatibilità dell'operazione con i regolamenti in materia di fondi strutturali e di coesione;

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere per ripristinare i fondi sottratti al Sud e garantire una reale perequazione infrastrutturale e sociale tra le diverse aree del Paese;

   se i Ministri interrogati non ritengano opportuno favorire per quanto di competenza, un confronto trasparente, anche in sede parlamentare, su tali decisioni, nel rispetto della coesione nazionale e degli interessi delle comunità meridionale.
(4-04841)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:


   VACCARI, MAURI, FURFARO, FORATTINI, MARINO, ROMEO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la canapa industriale italiana è un settore composto da circa 3000 aziende, che coltivano 4 mila ettari e oltre 12.000 lavoratori a tempo pieno, a cui si aggiungono altrettanti lavoratori stagionali. Il volume di affari generato supera i 900 milioni di euro annui;

   l'articolo 18 del decreto-legge n. 48 del 4 aprile 2025 introduce nuove restrizioni alla vendita e detenzione di infiorescenze di canapa industriale, alimentando un criminalizzazione per un comparto che, fino ad oggi, ha rappresentato sviluppo economico sostenibile, valorizzazione agricola e innovazione clima di incertezza e un esempio virtuoso di produttiva. Produzione, trasformazione, distribuzione e consumo delle infiorescenze, viene equiparato alle droghe tradizionali ad alto contenuto di Thc, con le stesse sanzioni previste dal testo unico sugli stupefacenti del 1990;

   l'Unione europea ha chiaramente normato la coltivazione e l'utilizzo della canapa industriale, distinguendo chiaramente tra la canapa destinata a usi industriali e le sostanze stupefacenti. Tre sentenze della Corte di giustizia europea hanno stabilito che coltivazione e prodotti derivanti dalla canapa industriale sono ammessi e possono circolare liberamente all'interno del territorio comunitario;

   tale disarmonizzazione tra il diritto italiano e quello comunitario espone l'Italia a una possibile procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, con il rischio di risarcimenti a favore delle aziende penalizzate da una normativa contraria alle direttive europee;

   le associazioni stanno predisponendo impugnazioni dei futuri provvedimenti attuativi, con l'obiettivo di sollevare questioni di legittimità costituzionale e conformità al diritto UE. Le regioni saranno sensibilizzate a proporre ricorsi alla Corte costituzionale per violazione delle competenze concorrenti in materia agricola e commerciale;

   la modifica alla legge n. 242 del 2016 avrà come conseguenza la chiusura delle aziende italiane senza limitare la circolazione dei prodotti derivati provenienti da altri Paesi europei, causando solo la perdita di competitività delle imprese italiane;

   nel decreto non è stata prevista alcuna proroga per l'entrata in vigore delle disposizioni, non è stato concesso il tempo necessario agli operatori di adeguarsi alle nuove disposizioni, non è stata prevista alcuna finestra di tempo per lo smaltimento o la regolarizzazione –:

   quali urgenti iniziative si intendano adottare per gestire la crisi del settore della canapa industriale in seguito all'approvazione del decreto-legge n. 48 del 2025.
(5-03875)


   SCHULLIAN e DELLA VEDOVA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   con decreto interministeriale del 24 maggio 2024 il Ministro interrogato e quello della salute istituivano un tavolo tecnico interministeriale di studio in materia di impatto complessivo dell'eventuale immissione in commercio di nuovi alimenti derivati da colture cellulari di animali vertebrati;

   in data 7 febbraio 2025 venivano pubblicati sul sito del Ministero della salute due documenti attribuiti a questo tavolo: il primo recante commenti tecnici all'aggiornamento delle linee guida di Efsa relative al Regolamento sui nuovi alimenti del 27 giugno 2024, mentre il secondo, successivamente attribuito alla sola componente clinica del tavolo e poi rimosso, contenente ulteriori considerazioni alle stesse linee guida;

   la componente clinica del tavolo, ossia tutti coloro che non appartengono ad enti pubblici, è composta esclusivamente da membri del comitato scientifico della Fondazione Aletheia – il coordinatore del tavolo è anche il presidente dello stesso comitato scientifico – think tank istituito da Coldiretti e che condivide con quest'ultima anche la sede e il trattamento dei dati personali degli associati;

   a giudizio degli interroganti la composizione del tavolo desta allarme rispetto ai criteri seguiti per le nomine e genera gravi e palesi profili di parzialità dell'analisi e di conflitto di interessi, in particolare alla luce della netta e pregiudiziale posizione contraria di Coldiretti all'eventuale immissione in commercio della cosiddetta carne coltivata;

   la fondazione Aletheia, infatti, ha inviato tra febbraio e aprile 2024 alcuni pareri come «parte interessata» in una consultazione aperta da Efsa agli stakeholder del settore, mentre i pareri formulati dagli stessi membri di Aletheia attraverso il tavolo tecnico interministeriale sono stati paradossalmente diffusi e usati da Coldiretti come pareri indipendenti per giustificare una manifestazione tenuta a Parma il 19 marzo 2025 presso la sede di Efsa, contro i criteri usati da Efsa per la valutazione dei nuovi alimenti;

   l'attività del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ancor più di quella di molti altri dicasteri, dipende da un confronto costante con la comunità scientifica, che deve essere rigorosamente separato da quello con i portatori di interesse;

   il tavolo non include e non ha mai convocato alcun esponente del mondo scientifico di settore, come evidenziato da una lettera, diffusa a mezzo stampa il 19 marzo 2025, di scienziati ed esperti italiani della materia, con cui si rivolge un appello ai dicasteri interessati (finora senza risposta) per chiedere di essere coinvolti nel dibattito sui nuovi alimenti –:

   per quanto di competenza quali criteri siano stati usati per la nomina della componente scientifica del tavolo tecnico citato in premessa.
(5-03876)


   GADDA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 8 della legge n. 166 del 2016, il tavolo per la lotta agli sprechi e per l'assistenza alimentare è stato investito di compiti di impulso, proposta, promozione e monitoraggio sul fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, e alla prevenzione e contrasto agli sprechi alimentari, attraverso un adeguamento della composizione e struttura del medesimo;

   detto tavolo si è rivelato fondamentale per garantire concertazione e raccordo tra istituzioni, enti del terzo settore e filiera alimentare, assicurando efficienza ai processi di gestione della dotazione del fondo, anche nelle fasi più complesse della pandemia, come avvenuto in relazione alla gestione del rifinanziamento straordinario disposto dall'allora Ministra dell'agricoltura Bellanova, di 300 milioni di euro;

   l'attuale dotazione del fondo è di circa 55 milioni di euro;

   il tavolo si è occupato della definizione dei bandi previsti dalla legge n. 166 del 2016 per progetti innovativi di prevenzione e recupero delle eccedenze, della implementazione di un osservatorio nazionale per la gestione dei dati sulle eccedenze e sugli sprechi e ha contribuito alla Piattaforma europea contro gli sprechi alimentari;

   sarebbe fondamentale riattivare questo percorso, e rilanciare l'attività informativa per i cittadini avviando una campagna di comunicazione istituzionale sulle differenze tra la data di scadenza e il termine minimo di conservazione, in quanto sovente motivo di scorretta interpretazione e gestione;

   nonostante i risultati conseguiti negli anni e la funzione operativa del tavolo, l'ultima convocazione a quanto consta all'interrogante risale al 2023 e noti si hanno notizie circa il rinnovo dei componenti;

   per garantire l'operatività del fondo indigenti e delle attività sopra menzionate è indispensabile rirendere operativo il Tavolo, anche per esaminare lo stato di avanzamento dei bandi Agea sul paniere degli alimenti distribuiti;

   in questa prospettiva appaiono indispensabili interventi di semplificazione volti ad accelerare i tempi dei bandi e delle procedure per le imprese partecipanti, nonché consentire una distribuzione più rapida dei generi alimentari agli enti del terzo settore, intervenendo su aspetti su cui il tavolo può fornire un apporto fondamentale –:

   se e con quali tempi intenda nominare i nuovi componenti del tavolo così da consentire l'operatività del medesimo, e quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per potenziare le attività del tavolo di concertazione tra istituzioni, enti del terzo settore e filiera alimentare volto a gestire gli aiuti alimentari e consentire l'accesso al cibo agli indigenti, e promuovere iniziative innovative di filiera e campagne informative verso i cittadini rispetto alla prevenzione e contrasto degli sprechi alimentari.
(5-03877)


   CARAMIELLO, SERGIO COSTA e CHERCHI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   nel 2022, il Crea ha indetto procedure selettive per 27 progressioni da dirigente di ricerca – primo livello e per 19 progressioni di dirigente tecnologo – primo livello, oltre che per una platea più consistente di posizioni per i profili professionali di primo ricercatore e primo tecnologo – secondo livello;

   le graduatorie delle procedure selettive suddette sono state prorogate per tutti i profili professionali, sino al 31 marzo 2025;

   il Cda del 27 marzo 2025 ha deliberato di procedere allo scorrimento parziale delle graduatorie solo per il profilo di livello inferiore mentre ha rinviato a nuova procedura tutti gli idonei alla progressione verso la posizione di dirigente, inclusi coloro che si trovavano in posizione utile, ciò in modo irrazionale considerato l'onere di bandire nuove procedure pur disponendo di elenchi di idonei;

   l'ente ha poi disposto di avviare nuove procedure per il passaggio alle posizioni di secondo livello, programmando due categorie di partecipazione: la prima mediante procedura ordinaria e la seconda tramite procedura speciale riservata;

   all'esito di tale decisione, il reclutamento per le posizioni di ricercatore e tecnologo risulta parcellizzato in quattro diversi procedimenti;

   l'ente non ha chiarito la necessità di avviare una procedura selettiva speciale per i passaggi al secondo livello, né ha chiarito perché il principio dello scorrimento delle graduatorie non sia stato applicato a tutte le graduatorie;

   in meno di tre anni l'ente avrà impegnato l'amministrazione in ben 12 procedure differenti in meno di tre anni rivolte alla medesima platea di professionisti;

   nella attuale fase di transizione, riorganizzazione e rilancio dell'ente, la misura più razionale avrebbe dovuto essere quella di minore impegno per la struttura e di maggiore efficienza;

   le organizzazioni sindacali avevano proposto in maniera unitaria di procedere allo scorrimento di tutte le graduatorie per tutti i profili e livelli;

   le posizioni adottate in questi mesi dal Ministro interrogato confermano la volontà di sostenere e rilanciare il Crea che, invece, è ristretto dall'attuale vertice istituzionale a reiterare le medesime procedure selettive rivolte ai medesimi dipendenti, con il rischio di enfatizzare l'entropia interna all'Ente –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, quali siano le ragioni di una gestione a giudizio degli interroganti così poco razionale delle risorse umane ed economiche dell'ente e se non ritenga opportuno adottare iniziative volte a prevedere, anche tramite un provvedimento di indirizzo, il ripristino di un equilibrato rapporto organizzativo tra i diversi livelli dei profili di ricercatori e tecnologi dell'ente.
(5-03878)


   CASTIGLIONE, NEVI, GATTA e ARRUZZOLO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   con un volume di 7,8 miliardi di euro nel 2024, gli Stati Uniti sono il secondo Paese di destinazione per l'export agroalimentare italiano. La composizione delle vendite italiane è costituita da 1,94 miliardi di euro di vino, 940 milioni olio, 670 milioni pasta, 490 milioni di formaggi, 460 i dolci, 450 milioni tra passate e confetture;

   secondo le stime delle associazioni agricole un dazio del 20 per cento comporterebbe una contrazione degli affari per più di un terzo (circa 3 miliardi di euro), con gli impatti maggiori sui formaggi (300 milioni di euro), sul vino (390 milioni), sull'olio (200 milioni);

   le associazioni sottolineano che i dazi comporteranno il proliferare di prodotti «Italian sounding», soprattutto in settori (condimenti e formaggi) dov'è già falso circa il 60 per cento dei prodotti venduti negli Stati Uniti;

   la filiera italiana del vino e degli spiriti sottolinea che un ulteriore rischio proviene dalla progressiva sostituzione sul mercato USA con prodotti provenienti da Paesi non soggetti a dazio (Argentina e Cile) –:

   quali iniziative a tutela dell'agricoltura italiana intenda adottare il Ministro interrogato a fronte della paventata apposizione di dazi USA sui prodotti agroalimentari italiani, con riferimento alle diverse ipotesi percorribili, quali indennizzi, compensazioni e ricerca di nuovi mercati.
(5-03879)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MARINO, FORATTINI, ROMEO, VACCARI e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la Politica agricola comune (Pac) rappresenta uno strumento fondamentale per sostenere il settore agricolo e zootecnico dell'Unione europea e degli Stati membri;

   gli eco-schemi, introdotti con la nuova Pac 2023-2027, mirano a incentivare pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità;

   l'eco-schema 1, in particolare, prevede pagamenti per la riduzione dell'uso di antimicrobici e per il benessere animale;

   l'allevamento di razze equine e asinine autoctone e a rischio di estinzione riveste un'importanza cruciale per la conservazione della biodiversità, la tutela del paesaggio rurale e il mantenimento di tradizioni zootecniche locali;

   tali allevamenti spesso adottano pratiche di allevamento estensivo e rispettose del benessere animale, contribuendo di fatto agli obiettivi ambientali e di sostenibilità promossi dalla Pac;

   nonostante ciò, l'eco-schema 1 della nuova Pac 2023-2027 non prevede specifici criteri di accesso o premialità per gli allevamenti di razze equine e asinine, lasciandoli di fatto esclusi da un rilevante strumento di sostegno economico;

   questa esclusione rischia di penalizzare quindi un settore già fragile e di compromettere gli sforzi degli allevatori impegnati nella conservazione di queste razze;

   in questo contesto va segnalato l'allevamento degli asinelli in Sicilia che rappresenta un patrimonio zootecnico, culturale e ambientale significativo. La presenza storica dell'asino nell'isola, le sue caratteristiche uniche, né fanno un elemento cruciale per la conservazione della biodiversità, lo sviluppo rurale sostenibile e la valorizzazione delle tradizioni locali;

   oltre al valore intrinseco delle razze e al loro ruolo ambientale e culturale, l'allevamento degli asinelli in Sicilia rappresenta anche un'opportunità economica per le piccole aziende agricole e per le comunità rurali. La produzione di latte d'asina, noto per le sue proprietà benefiche e ipoallergeniche, sta acquisendo crescente interesse nel mercato. Inoltre, la valorizzazione degli asinelli per attività di onoterapia, per l'agricoltura sostenibile e per il turismo rurale può generare nuove opportunità di reddito e di occupazione nelle aree interne dell'isola, contribuendo a contrastare lo spopolamento e a promuovere la coesione sociale –:

   se sia a conoscenza della problematica relativa alla mancanza di specifici contributi per gli allevamenti di razze equine e asinine nell'ambito dell'eco-schema 1 della Pac e delle sue ripercussioni sul panorama nazionale ed in particolare della Regione Siciliana;

   quali iniziative di competenza urgenti intenda conseguentemente assumere volti a sostenere e incentivare gli allevamenti di razze equine e asinine autoctone e a rischio di estinzione, riconoscendo il loro valore in termini di biodiversità, benessere animale, mantenimento del paesaggio rurale e promozione dell'economia e dell'occupazione territoriale;

   quali iniziative concrete di competenza intenda intraprendere in ambito europeo per garantire che anche il settore dell'allevamento equino e asinino, con particolare attenzione alle razze autoctone, possa beneficiare adeguatamente dei fondi e delle opportunità offerte dalla Pac.
(5-03868)


   CARAMIELLO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'Ente nazionale della cinofilia italiana (Enci), vigilato dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, persegue lo scopo di tutelare le razze canine, migliorandone ed incrementandone l'allevamento, nonché disciplinandone e favorendone l'impiego e la valorizzazione ai fini zootecnici, oltre che sportivi;

   all'interrogante risulta che, nonostante alcuni soci di Enci avessero chiesto accesso ai documenti contabili, tale possibilità è stata negata. Inoltre, risulta all'interrogante che il Consiglio abbia messo in atto azioni disciplinari contro membri dissenzienti, come la sospensione cautelativa di figure di spicco, per evitare controlli sulle loro decisioni;

   si evidenzia, inoltre, che il 23 gennaio 2018, la società Skorpio s.r.l., precedentemente in liquidazione, sia stata «salvata» con un trasferimento di 15.600 euro da Enci, ufficialmente per coprire un passivo annuale di circa 40.000 euro dovuto all'Imu sull'immobile di Viale Corsica;

   successivamente la società Skorpio è stata trasformata in Enci servizi s.r.l., con un nuovo statuto;

   ciò ha portato Enci a pagare un canone di locazione per un immobile di sua proprietà, mentre i crediti nei confronti di Skorpio non sono stati riscossi;

   Enci servizi s.r.l. si occupa di tutte le attività legate alla cinofilia, per un valore di circa 10 milioni di euro annui, senza che i soci di Enci possano esercitare controllo, poiché il bilancio è approvato solo da cinque persone;

   la nomina di un collegio sindacale per Enci servizi s.r.l., non obbligatoria per legge, appare superflua e contribuisce a incrementare i costi per Enci. Inoltre, si evidenzia un presunto conflitto di interessi, poiché l'amministrazione è affidata a chi dovrebbe controllarla;

   tuttavia, si sottolinea che le attività di Enci sono esenti da tasse, mentre Enci servizi s.r.l., essendo una società di capitali, dovrà pagare almeno il 33 per cento di imposte, sottraendo risorse da Enci, che è un ente no profit. La creazione di Enci servizi s.r.l. a giudizio dell'interrogante sembra avere come obiettivo quello di trasferire tutte le attività operative da Enci a questa nuova società, lasciando a Enci solo la gestione del libro genealogico, il cui valore medio è insufficiente a coprire le spese di gestione e affitto della sede;

   si sollevano dubbi relativamente alla spesa annua di 200.000 euro che a quanto consta all'interrogante Enci deve sostenere per l'affitto da Enci servizi s.r.l. Il collegio sindacale, composto in parte da membri di nomina ministeriale, serve anche Enci servizi s.r.l., generando a giudizio dell'interrogante possibili conflitti di interesse e vantaggi economici per i revisori;

   con riguardo a Enci servizi s.r.l., inoltre, risulta all'interrogante che, solo nel secondo semestre del 2020, siano stati pagati 30.000 euro a revisori per una società che non ha svolto attività a causa della pandemia –:

   di quali elementi disponga in relazione a quanto esposto in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di prevenire conflitti di interesse e promuovere la trasparenza alla gestione dell'Enci e delle sue attività correlate.
(5-03880)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta immediata:


   BOSCHI, GADDA, BONIFAZI, FARAONE, DEL BARBA, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   rispetto ai principali mercati europei, l'Italia registra il costo dell'energia più elevato con valori all'ingrosso di oltre il 25 per cento rispetto a quelli del mercato tedesco, del 40 per cento rispetto a quello francese, del 48 per cento rispetto a quello spagnolo e di oltre il 220 per cento rispetto a quelli dei Paesi scandinavi;

   si stima che tale livello dei prezzi si attesterà intorno ai 10 miliardi di euro per le famiglie e le attività produttive italiane nel 2025, con una crescita media della spesa per l'energia elettrica del 28 per cento per le imprese e del 31 per cento per le famiglie;

   i bonus e le misure una tantum predisposti finora dal Governo non hanno risposto alle esigenze di famiglie e imprese, soprattutto laddove, come evidenziano i dati del Ministero dell'economia e delle finanze, i trasferimenti a queste ultime per fare fronte al caro energia e caro carburanti si sono ridotti del 37,6 per cento;

   l'impatto dei maggiori costi per l'approvvigionamento energetico aggravano ulteriormente le prospettive delle imprese, già fortemente condizionate dall'imposizione dei dazi statunitensi al 20 per cento su alcuni prodotti italiani e dalla guerra commerciale in atto: i maggiori costi di produzione sostenuti per il caro energia (preponderante per i producer price index) si traducono in maggiori prezzi al consumo, comportando un ulteriore calo della competitività delle imprese italiane in presenza dell'applicazione di sovratasse come i dazi;

   con la modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l'integrazione del RePowerEU del 24 novembre 2023 l'Italia ha ottenuto circa 2,7 miliardi di euro per aumentare la resilienza, la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico mediante la diversificazione dell'approvvigionamento energetico, l'ottimizzazione delle risorse energetiche nazionali e la diffusione delle energie rinnovabili, l'efficienza energetica e la capacità di stoccaggio dell'energia;

   alla luce degli scarsi risultati ottenuti dalle rinnovabili a causa di numerosi ostacoli burocratici tuttora permanenti, l'attuale mix di fonti di approvvigionamento energetico risulta del tutto inadeguato rispetto all'esigenza di garantire la sicurezza energetica del Paese, salvaguardare la tenuta delle imprese e tutelare il potere di acquisto delle famiglie, nonostante il Governo si sia impegnato a investire circa 19,2 miliardi di euro per il conseguimento di tali obiettivi –:

   se ritenga di adottare iniziative per aumentare l'estrazione nazionale di gas e petrolio, nonché per aumentare l'importazione di gas naturale liquefatto e da quali Paesi e se, più nello specifico, tale eventualità sia oggetto di trattativa con gli Usa anche a fronte della sospensione dei dazi.
(3-01908)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAPPELLETTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   lo schema di decreto che «disciplina per l'incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l'incremento dell'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili» cosiddetto «Conto termico 3.0» aggiorna le regole per l'incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l'incremento dell'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili di cui al decreto ministeriale del 16 febbraio 2016;

   a tale scopo, il provvedimento mette a disposizione 900 milioni all'anno per le amministrazioni pubbliche, i soggetti privati, i condomini, gli enti del terzo settore ma anche per le configurazioni di autoconsumo come le Cer (Comunità energetiche rinnovabili);

   successivamente alla consultazione tenuta dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica a maggio 2024, lo schema di decreto è stato condiviso per la prima volta nella riunione tecnica della Conferenza unificata il 7 marzo 2025 e attende ancora di essere essere approvato definitivamente. Successivamente sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore nei successivi novanta giorni. Entro sessanta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, su proposta del Gestore dei servizi energetici, responsabile dell'erogazione degli incentivi, dovrà adottare le regole attuative;

   solamente a conclusione dei passaggi sopra indicati sarà possibile presentare la richiesta di incentivo al portale per la presentazione delle domande e il «Conto termico 3.0» potrà diventare finalmente operativo;

   sui ritardi esposti si sta alimentando anche un crescente malcontento tra gli amministratori che ha portato l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) a sollecitare con una lettera inviata nei giorni scorsi al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ad intervenire affinché vi sia un'accelerazione dell'iter di approvazione. L'associazione teme il forte rischio che i ritardi per rendere operativo il provvedimento facciano perdere le risorse per efficientare il proprio patrimonio. Una situazione che comprometterebbe anche le opportunità di riduzione dei costi energetici della pubblica amministrazione e l'attivazione di investimenti da parte di numerose imprese –:

   quali siano i motivi che stanno rallentando il processo per l'adozione del decreto ministeriale e quali iniziative urgenti di competenza intenda intraprendere per rendere finalmente operativo il cosiddetto «Conto termico 3.0».
(5-03867)

Interrogazione a risposta scritta:


   GIULIANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è nota la grave criticità che vive il territorio della Capitanata in relazione al proliferare del grave fenomeno del traffico e sversamento di rifiuti, anche pericolosi, che pone la questione quale vera e propria emergenza nazionale, della quale a giudizio dell'interrogante il Governo deve dimostrare di prendere atto ponendo in essere le necessarie strategie ed investimenti;

   pochi giorni fa Legambiente ha definito la provincia di Foggia il nuovo immondezzaio d'Italia, proponendo di Delimitarla come area Sin o nominare un commissario;

   nonostante il riconoscimento dei grandi sforzi delle forze dell'ordine impegnate nel contrasto del fenomeno, gli illeciti ambientali sono in progressivo aumento e ciò conferma che non si sta facendo abbastanza e che sono necessarie strategie specifiche ed investimenti idonei ed adeguati;

   tra le soluzioni ipotizzate da Legambiente c'è quella di delimitare la Capitanata come area Sin, come accaduto per la terra dei fuochi, oppure, trattandosi di una emergenza, è stata prospettata l'opportunità di nominare un commissario nazionale che tenga insieme le diverse e collegate situazioni regionali;

   il comandante dei carabinieri forestali di Puglia Angelo Vita ha riferito anche del preoccupante fenomeno degli incedi boschivi, che vede la Puglia agli ultimi posti per patrimonio boschivo ma ai primi per incendi e superficie percorsa dal fuoco e tra le prime per reati legati al ciclo del cemento;

   il Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza di Puglia Michele Dell'Agli ha affermato anche che «spesso lo smaltimento illecito proviene da attività produttive che in questo modo mantengono costi inferiori rispetto ai concorrenti, mettendo fuori mercato imprese sane e sviluppando forme significative di evasione fiscale, con fatturazioni false per operazioni inesistenti»;

   è ormai evidente la necessità di intervenire con un programma specifico mirato, destinando le risorse umane ed economiche necessarie –:

   come i Ministri interrogati intendano affrontare tale emergenza e quali iniziative di competenza intendano assumere per porre l'urgente argine necessario al fenomeno del traffico ed abbandono dei rifiuti in Capitanata, anche valutando le proposte avanzate da Legambiente.
(4-04848)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO e MEROLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2017 (articolo 1, commi 152-159 della legge n. 232 del 2016) ha introdotto un regime fiscale opzionale per le persone fisiche che trasferiscono la residenza fiscale in Italia, prevedendo un'imposta forfettaria annua pari a 100.000 euro sui redditi di fonte estera;

   il regime può essere esteso anche ai familiari, che sono soggetti a un'imposta forfettaria di 25.000 euro annui;

   tale regime, disciplinato dall'alticcio 24-bis del Tuir, è rivolto principalmente a soggetti ad alta capacità contributiva e ha l'obiettivo di rendere l'Italia più attrattiva a livello internazionale per individui ad alto reddito;

   con il decreto-legge 9 agosto 2024, n. 113, l'imposta è stata portata a 200.000 euro annui per i titolari del regime, limitatamente alle opzioni esercitate dopo il 10 agosto 2024. Per le opzioni esercitate in precedenza, continuano ad applicarsi gli importi originari;

   l'Agenzia delle entrate ha precisato che il beneficio può durare fino a 15 anni;

   questo strumento ha attratto nuovi residenti ad alta capacità di spesa, e si registra una forte concentrazione di queste residenze nelle principali aree urbane del Paese;

   recenti notizie confermano un'accelerazione del fenomeno, con un numero crescente di individui ad alto reddito che scelgono di trasferire la propria residenza fiscale in Italia, anche a seguito della recente abolizione da parte del Regno Unito dei vantaggi fiscali riservati agli stranieri residenti (i cosiddetti «non-domiciliati»);

   in base a fonti stampa, molti scelgono Milano per trasferire la propria residenza fiscale, e secondo stime non ufficiali circa la metà di chi usufruisce del regime fiscale opzionale si trasferisce a Milano –:

   quanti contribuenti abbiano finora aderito al regime fiscale per i neo-residenti, quale sia il gettito complessivo generato a livello nazionale, quanti di questi soggetti abbiano trasferito la propria residenza nel comune di Milano e quale parte del gettito complessivo sia da essi prodotta.
(5-03866)

Interrogazione a risposta scritta:


   PASTORELLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'esame di abilitazione ai ruoli di agente assicurativo e broker, secondo le disposizioni dell'Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), attualmente si svolge una sola volta all'anno, attraverso un'articolata prova d'esame a risposta multipla informatizzata da effettuarsi tramite computer, come previsto dal provvedimento n. 155 del 17 dicembre 2024 «Prova di idoneità per l'iscrizione nelle Sezioni A e B del Registro degli intermediari assicurativi, anche a titolo accessorio, e riassicurativi Sessione 2024»;

   per sostenere tale esame, i candidati devono recarsi fisicamente presso l'unica sede designata, situata a Roma. Questa modalità comporta notevoli difficoltà economiche e logistiche per i candidati provenienti dal resto del territorio nazionale, con l'obbligo di affrontare costi di trasferta, vitto e alloggio;

   peraltro, la previsione di un'unica sessione annuale di esame limita significativamente le opportunità di accesso alla professione per coloro che aspirano a diventare agenti assicurativi o broker;

   vi è un importante investimento di ore lavorative al fine di preparare il suddetto esame che verte su ampie materie di studio;

   l'attuale procedura di esame appare, dunque, obsoleta e dispendiosa sia per i candidati che per la finanza pubblica, comportando costi relativi alla gestione della sede d'esame e della commissione esaminatrice;

   per professioni analoghe, come quella di consulente finanziario, l'Ocf (Organismo di vigilanza e tenuta dell'albo unico dei consulenti finanziari) prevede un esame con più sessioni annuali e la possibilità di svolgerlo da remoto, utilizzando sistemi online già sperimentati per garantire il controllo e la sicurezza della prova;

   la professione di consulente finanziario è assimilabile, per responsabilità e modalità operative, a quella di intermediario assicurativo agente o broker, tanto che dette professioni sono sempre più spesso svolte all'interno dei medesimi ambienti lavorativi e nei confronti dei medesimi clienti –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative di carattere normativo, affinché le modalità e le tempistiche di svolgimento dell'esame di abilitazione per lo svolgimento dell'attività di agente o broker assicurativo vengano modificate ed equiparate a quelle già adottate dall'Ocf per i consulenti finanziari, consentendo più sessioni annuali nonché la possibilità di svolgere la prova da remoto, nel rispetto dei necessari criteri di sicurezza e trasparenza.
(4-04849)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

II Commissione:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la «Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense» introdotta con legge n. 247 del 2012, ha articolato l'esame di Stato per l'accesso alla professione di avvocato in tre prove scritte e una orale;

   successivamente, la normativa relativa alle modalità di svolgimento dell'esame di Stato è stata oggetto di varie modifiche;

   in particolare, in periodo Covid, con l'articolo 2, della legge n. 50 del 2021, è stata introdotta una nuova formula consistente in due prove orali;

   successivamente, con l'articolo 4-quater, legge n. 87 del 2023, è stata definita una modalità articolata in una prova scritta e in una prova orale. Articolo poi modificato dalla legge n. 15 del 2025, prorogando anche per il 2025 le modalità introdotte dal decreto-legge n. 51 del 2023;

   tra le modifiche introdotte dal milleproroghe 2025 c'è la nuova formulazione «Sono giudicati idonei i candidati che ottengono nella prova orale un punteggio non inferiore a 18 punti in ciascuna delle materie», e consente il superamento della prova orale con un punteggio minimo di 90, anziché i precedenti 105;

   sono apparse, su alcuni siti web, indiscrezioni sulle future modalità di svolgimento degli esami delle prossime sessioni. In particolare su Brocardi.it si legge «le regole sono destinate a cambiare a partire dal prossimo anno»;

   la notizia ha provocato la legittima apprensione di migliaia di praticanti avvocati, già alle prese con la pratica forense e la frequenza delle scuole forensi e degli studenti laureandi in giurisprudenza, che hanno diritto a conoscere in tempo le effettive modalità di svolgimento dell'esame, anche per garantire continuità, certezza e uniformità di valutazione nelle diverse sessioni;

   non si comprenderebbe la necessità di un ritorno alle modalità di svolgimento pre-Covid, considerato le attuali modalità risultano assolutamente idonee a valutare le effettive competenze dei partecipanti all'esame di Stato;

   la modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione alla professione forense prevista per l'attuale sessione, consistente in una sola prova scritta (atto giudiziario) e una prova orale, con punteggio minimo 90, pare quella più idonea a contemperare tutte le esigenze, e dovrebbe diventare strutturale per tutte le future sessioni d'esame –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a dare definitiva stabilità alle modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione alla professione previste per l'attuale sessione 2025, consistenti in una sola prova scritta e una prova orale con voto minimo 90, estendendole definitivamente anche a tutte le sessioni di esame di Stato successive.
(5-03869)


   CALDERONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il presupposto cautelare di cui all'articolo 274, lettera c), codice procedura penale, il pericolo di reiterazione del reato, rappresenta l'esigenza cautelare più frequentemente invocata dai giudici a sostegno delle misure restrittiva e quella più difficilmente confutabile dalla difesa;

   tale esigenza si può desumere da comportamenti o atti concreti ovvero da precedenti penali, con valutazione prognostica sulla fattispecie concreta, sulle modalità realizzative della condotta, sulla personalità del soggetto e sul contesto socio-ambientale di eventuali condotte reiterative: tale analisi deve essere tanto più approfondita quanto maggiore sia la distanza temporale dai fatti. Proprio per questo è quantomai necessario restituire centralità e tassatività alla valutazione del giudice circa la sua permanenza;

   una modifica dell'articolo 299 codice procedura penale, potrebbe prevedere, con esclusione dei reati di maggiore allarme sociale, che dopo un congruo lasso di tempo (sessanta giorni), il giudice, anche d'ufficio, proceda ad una nuova valutazione della «pericolosità» sulla base di atti e fatti concreti e attuali diversi e ulteriori rispetto a quelli originariamente alla base della misura e, ove non più persistenti, prevedere la revoca o la sostituzione con altra misura meno afflittiva;

   la nuova valutazione del giudice restituirebbe al «fattore tempo» trascorso dall'indagato/imputato ristretto il giusto valore, essendo la privazione della libertà personale momento di stravolgimento dell'esistenza del sottoposto che, necessariamente, dopo un periodo di restrizione, non è più il medesimo entrato in contatto con l'ambiente carcerario: tale modifica allineerebbe la custodia cautelare alla Costituzione e potrebbe impattare significativamente sulla permanenza in carcere di presunti innocenti;

   durante il question time in aula del 19 febbraio 2025 il Ministro Nordio ha confermato la gravità dell'incidenza dei detenuti ristretti in attesa di giudizio che sarebbero «complessivamente 9.531 su un totale di detenuti pari a 62.000, quindi, in misura percentuale pari al 15 per cento»;

   oltre alla commissione istituita per la riforma del codice di procedura penale che, certamente, svolgerà un pregevole lavoro, occorre comunque considerare la grave condizione carceraria e la consapevolezza espressa dal Guardasigilli sul fatto che la custodia cautelare costituisca l'extrema ratio e che «una delle priorità di questo Governo e di questo Ministero è proprio quella di ridurre ai minimi termini la carcerazione preventiva» –:

   quali siano, nel brevissimo termine, gli intendimenti del Governo circa gli interventi prospettati nelle premesse, in considerazione della gravissima situazione carceraria determinata dalla custodia cautelare.
(5-03870)


   D'ORSO, ASCARI, CAFIERO DE RAHO e GIULIANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 4-bis del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, convertito dalla legge n. 112 del 2024, per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari, ha previsto la nomina di un Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

   il suddetto commissario straordinario compie tutti gli atti necessari per la realizzazione di nuove infrastrutture penitenziarie nonché delle opere di riqualificazione e ristrutturazione delle strutture esistenti, al fine di aumentarne la capienza e di garantire una migliore condizione di vita dei detenuti;

   in data 23 settembre 2024 il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha firmato, su proposta del Ministro della giustizia interrogato, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il decreto d'incarico del dottor Marco Doglio quale commissario straordinario, in carica sino al 31 dicembre 2025, affinché provveda alla realizzazione delle opere necessarie per porre un argine al sovraffollamento. Questi potrà avvalersi di una struttura di supporto composta da un massimo di cinque esperti;

   a tal fine, il secondo comma dell'articolo 4-bis del su citato decreto-legge dispone che «il commissario straordinario redige, entro centoventi giorni dalla nomina, un programma dettagliato degli interventi necessari, riportando sia l'elenco degli interventi programmati che quelli in corso, già integralmente finanziati, con indicazione, rispetto a ciascuno di essi, delle risorse finalizzate a legislazione vigente, del relativo stato di attuazione e delle attività da porre in essere, nonché le modalità di trasferimento sulla contabilità speciale di cui al comma 11.»;

   l'edilizia penitenziaria è cruciale non solo per garantire condizioni di vita e lavoro dignitose a detenuti, polizia penitenziaria e personale amministrativo, ma anche per una rieducazione e risocializzazione di qualità che possa assicurare di fatto una maggiore riuscita del reinserimento in società del detenuto una volta terminato il percorso in istituto;

   il precedente piano carceri Alfano aveva già previsto la nomina di un commissario straordinario, senza tuttavia raggiungere alcun risultato, se non un ingente spreco di denaro pubblico –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire il programma dettagliato degli interventi necessari previsti dal commissario straordinario di cui in premessa, specificando tempi e modalità di realizzazione nonché precisando se le risorse derivino dai piani di edilizia penitenziaria previsti dai governi precedenti ovvero dal Governo in carica, o ancora dal piano complementare al PNRR.
(5-03871)


   GALLO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il sovraffollamento delle case circondariali rappresenta una emergenza che il Governo ha inteso affrontare e risolvere anche con la realizzazione di nuove strutture carcerarie. A tal fine è stato nominato un commissario straordinario il cui incarico andrà a concludersi alla fine del 2025;

   l'amministrazione comunale di Mistretta – attraverso varie note indirizzate al Ministro della giustizia e al commissario – ha offerto la disponibilità gratuita di un'area di oltre 100.000 mq, per un valore di circa 10/15 milioni di euro, priva di dominanze e, a suo tempo, scelta e giudicata idonea per la costruzione di un nuovo istituto penitenziario. Inoltre, nelle immediate adiacenze della predetta area, è stata realizzata un'elipista, di proprietà comunale, che potrebbe essere funzionale alle esigenze del costruendo istituto penitenziario ed eventualmente dedicabile in esclusiva alle esigenze del penitenziario;

   la predetta area è stata già oggetto di apposito studio geologico ed è stata inserita nel Piano regolatore generale per tale finalità;

   a ciò si aggiunga che, adiacente alla suddetta area, insiste la struttura che ospita un distaccamento dei Vigili del Fuoco e la caserma del distaccamento forestale; inoltre, Mistretta è sede di un ospedale;

   in base a quanto esposto, ad oggi la sede di Mistretta è l'unica in Italia a vantare tutte queste caratteristiche e potrebbe ospitare un grande e moderno penitenziario da 500-600 posti, da destinarsi anche a detenuti in regime di alta sicurezza;

   è inoltre accettato favorevolmente dalla popolazione, realizzabile in tempi brevi e anche, eventualmente, utilizzando sistemi di locazione finanziaria già sperimentati in diverse occasioni per la realizzazione di carceri nel nord Italia;

   in alternativa a quanto sopra indicato, si segnala altresì che il comune di Mistretta – situato a nord della Sicilia ed equidistante da Messina e Palermo – è anche sede di un antico carcere, da tempo in disuso, dalla cui ristrutturazione si potrebbe ricavare una struttura capace di ospitare circa 100 detenuti –:

   se il Ministro interrogato – in raccordo con il commissario straordinario – intenda prendere in considerazione le soluzioni indicate dall'amministrazione comunale di Mistretta (ME) al fine di affrontare e risolvere l'emergenza carceri.
(5-03872)


   BONIFAZI e GADDA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   le carceri versano in una condizione di crisi e la guida del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) è cruciale per risolvere tali problemi ed evitare disomogeneità di trattamento nei diversi istituti;

   il 21 dicembre 2024, il sottosegretario Delmastro ha annunciato la nomina di Lina di Domenico alla guida del Dap, senza che a tale dichiarazione sia stato dato seguito;

   un esempio di disomogeneità è la circolare n. 1 del 2024 del provveditorato della Regione Siciliana che impone restrizioni sui beni ricevibili dai detenuti tramite pacchi esterni;

   tra gli alimenti vietati figurano cibi che non presentano condizioni di deperibilità essendo caratterizzati nella maggior parte dei casi da termine minimo di conservazione. Tra i marchi di abbigliamento esclusi figurano brand associati al lusso, con criteri apparsi arbitrari e discriminatori. Tuttavia, molti dei prodotti elencati restano acquistabili attraverso il cosiddetto modello 72;

   le regole penitenziarie europee (Raccomandazione R (2006)2) stabiliscono, ai fini del reinserimento in società, che la vita in carcere debba avvicinarsi il più possibile agli aspetti positivi della vita in libertà, ivi inclusi i regimi alimentari peculiari. Inoltre, la legge sull'ordinamento penitenziario dispone che il trattamento del condannato e dell'internato sia svolto agevolando contatti con il mondo esterno e la famiglia, ritenendo essenziale il mantenere, migliorare o ristabilire i legami affettivi;

   in quest'ottica, i beni ricevuti dai familiari rappresentano occasione di vicinanza e conforto da non sacrificare senza giustificate e omogenee ragioni di sicurezza;

   la circolare del provveditorato siciliano risulta contraddittoria anche rispetto alla opportunità di donazione di alimenti, abbigliamento e beni in generale da parte di enti del terzo settore impegnati a migliorare le condizioni detentive e il benessere psico-fisico dei detenuti;

   risulta necessario un indirizzo nazionale al fine di evitare disomogeneità di trattamento negli istituti, e bilanciare esigenze di sicurezza con l'obiettivo di salvaguardare condizioni di vita dignitose e ridurre la recidiva anche attraverso il mantenimento dei legami affettivi e culturali –:

   se il Ministro interrogato intenda procedere con la nomina del capo del Dap e adottare misure di indirizzo nazionale del sistema penitenziario, così da evitare disomogeneità tra provveditorati e strutture detentive anche in riferimento alla ricezione di alimenti, abbigliamento e altri beni dall'esterno, al fine di garantire legami affettivi con le famiglie e il contributo essenziale degli enti del terzo settore che intervengono in situazioni di povertà e isolamento.
(5-03873)


   GIANASSI, SERRACCHIANI, LACARRA, DI BIASE e SCARPA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il carcere di Sollicciano di Firenze presenta da tempo gravi e perduranti criticità a causa di carenza di organico, sovraffollamento cronico e fatiscenze strutturali;

   la stampa locale e nazionale ha più volte evidenziato le gravi criticità del carcere;

   le criticità di Sollicciano sono state evidenziate anche dall'associazionismo impegnato nel carcere, dal garante dei detenuti, dalle dalla sezione Toscana di Magistratura democratica, dalle Camere Penali, dalla Diocesi di Firenze e dal comune di Firenze che ha chiesto al Ministro Nordio di effettuare una visita nella struttura;

   dalla stampa risulta che sono attualmente 103 le camere inagibili per infiltrazioni di acqua o in manutenzione;

   moltissimi detenuti presentano evidenti problematiche di sofferenza psicologica e/o di fragilità psichiatrica e/o di tossicodipendenza;

   per quanto riguarda le problematiche di natura edilizia, lavori di ristrutturazione del carcere da parte del Ministero interrogato, finanziati dal precedente governo ed iniziati negli anni scorsi, sono inspiegabilmente fermi dal mese di febbraio 2023;

   sentenze della magistratura hanno accertato da tempo come nel carcere di Sollicciano sia in atto la violazione dei diritti dell'uomo protetti dalla Convenzione europea per la tutela dei diritti umani e le libertà fondamentali;

   la drammaticità delle numerose ed evidenti criticità presenti nel carcere si sono palesate con numerosi tentati suicidi, atti di autolesionismo ed aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria; negli ultimi mesi si sono infatti verificati tre suicidi di detenuti;

   il 13 marzo 2025 si è verificato un quarto decesso per una sospetta overdose da sostanze stupefacenti, drammatico episodio che testimonierebbe peraltro anche la presenza di sostanze stupefacenti all'interno del carcere;

   ad aggravare questa situazione vi è anche la mancanza da mesi di una guida stabile del carcere in quanto la direttrice non è stata confermata e non è avvenuta la nomina contestuale di un nuovo capo della struttura;

   nonostante questi gravi e ripetuti episodi (rappresentati dall'interrogante con 5 interrogazioni parlamentari ancora senza risposta) il Ministero della giustizia non ha adottato iniziative atte a migliorare la condizione del carcere di Sollicciano –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere, in relazione a quando espresso in premessa (numero insostenibile di morti verificatesi nel carcere, gravi problemi strutturali, arresto dei lavori da febbraio 2023, mancanza di un direttore) per risolvere le gravissime problematiche presenti a Sollicciano al fine di assicurare una struttura dignitosa per il personale ivi impiegato e per i detenuti presenti.
(5-03874)

Interrogazioni a risposta scritta:


   GIULIANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è in vigore la graduatoria degli idonei come funzionario giuridico-pedagogico per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, facente capo al Ministero della giustizia con scadenza prevista l'8 maggio 2026;

   la figura del funzionario giuridico-pedagogico è fondamentale per la prioritaria finalità costituzionale rieducativa all'interno degli istituti penitenziari e per la prevenzione della recidiva nonché per il reinserimento sociale dei detenuti;

   l'attività svolta da tali figure altamente professionali, di fatto, supporta i detenuti anche nel traumatico percorso psicologico che comporta la privazione della libertà personale, con ciò che ne consegue;

   si contano purtroppo già 25 suicidi dall'inizio del 2025, di cui uno dei più recenti a Foggia il 18 marzo 2025 –:

   come intenda affrontare tale emergenza e come intenda porre un urgente argine al fenomeno dei suicidi in carcere e se a tal fine intenda procedere allo scorrimento degli idonei inseriti nella graduatoria del concorso a funzionario giuridico-pedagogico per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, facente capo al Ministero della giustizia con scadenza prevista l'8 maggio 2026.
(4-04842)


   ZINZI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   all'alba del 31 agosto del 2023, in pieno centro, il 24enne Giovanni Battista Cutolo, il musicista noto come GiòGiò, veniva ammazzato per un motorino parcheggiato male, ucciso da tre colpi di pistola sparati da un ragazzo di appena 16 anni con precedenti penali e che continuava a girare armato;

   l'omicida è in carcere (era stato condannato a 20 anni ma per aver rinunciato all'appello ha ricevuto uno sconto di pena di un/sesto e va incontro ad altri sconti di pena), ma, ciò nonostante utilizza un cellulare e parla con i familiari;

   si apprende, anche da notizie di stampa, che la nonna del ragazzo posti sui social le videochiamate con tanto di rassicurazioni che vengono fatte al recluso «tutto passa» e messaggi di affetto come «il nostro è un legame che durerà in eterno»; la voce e il volto che appaiono sono quelli dell'autore dell'omicidio di Giovanbattista Cutolo;

   ovviamente, come è giusto che sia, la diffusione sui social di una videochiamata con messaggi affettuosi avvenuta dal carcere, tra la nonna e il giovane detenuto ha suscitato forte rabbia e sdegno tra l'opinione pubblica e soprattutto nei familiari della vittima; a parere dell'interrogante tali post sui social richiedono interventi immediati finalizzati anche all'oscuramento del profilo social in oggetto;

   «In quelle immagini c'è il killer di mio figlio», accusa ora Daniela Di Maggio, mamma di GiòGiò, «Se lo Stato non interviene – aggiunge la donna –, stiamo dicendo che loro sono più forti e vincono sempre»;

   le parole della madre di GiòGiò, Daniela Di Maggio, sono un grido che non può restare inascoltato perché è inaccettabile a giudizio dell'interrogante che si usino i social per umanizzare chi ha tolto una vita. È una vergogna che oltraggia la memoria delle vittime e lo Stato stesso –:

   se non si reputi indispensabile l'apertura di un'indagine interna di carattere ispettivo per accertare come sia possibile che questi contenuti siano pubblicati dall'interno delle strutture detentive e se comunque non si intendano assumere iniziative di competenza in ordine alla diffusione in rete di contenuti, quali quelli segnalati in premessa, che rischiano di determinare effetti anche sotto il profilo dell'ordine pubblico e della sicurezza.
(4-04846)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata:


   BARBAGALLO, BAKKALI, CASU, GHIO, MORASSUT, FERRARI e FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i disservizi del trasporto ferroviario continuano a condizionare pesantemente la vita di migliaia di cittadini;

   nei mesi di marzo e aprile 2025 sono stati rilevati ritardi costanti su diverse dorsali del nostro Paese: Torino-Milano, Milano-Genova, Roma-Napoli, solo per citare qualche esempio. L'11 aprile 2025 il Frecciarossa Milano-Parigi, fra stop e disservizi, si è trasformato in un viaggio da incubo di tredici ore, più di un volo Milano-Tokyo, accumulando un ritardo record di 6 ore. I passeggeri partiti alle 15.48 da Milano sono arrivati a destinazione alle 4 e 45 del mattino, senza avere la minima informazione. Anche il 31 marzo 2025 un guasto tecnico sull'alta velocità Roma-Napoli ha causato forti ritardi con gravi disagi per i passeggeri;

   chi si mette in viaggio sulla rete ferroviaria continua a fare i conti con ritardi, disservizi o possibili cancellazioni, per i motivi più disparati;

   il Ministro interrogato nei mesi scorsi aveva annunciato interventi migliorativi e contestualmente aveva attribuito parte dei disservizi a presunti sabotaggi sulle linee, ma una prima relazione della polizia ferroviaria smentisce questa ipotesi;

   il 25 febbraio 2025 l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato italiane spa ha preannunciato un ulteriore incremento dei ritardi nei prossimi mesi in alcune tratte, determinati da lavori di manutenzione;

   non è accettabile che i disservizi diventino la normalità. È necessario adottare ogni misura per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini e avere un servizio di trasporto ferroviario efficiente e di qualità;

   in aggiunta i viaggiatori denunciano difficoltà ad ottenere rimborsi, mentre i costi dei biglietti aumentano: secondo l'Osservatorio nazionale Federconsumatori a Pasqua i biglietti dei treni hanno dei sovrapprezzi di circa il 51 per cento;

   qualità del servizio e sicurezza del trasporto ferroviario sono centrali nella vita di migliaia di cittadini ed è di fondamentale importanza garantirne un'adeguata gestione, senza alibi connessi al traffico elevato e ai lavori in corso nei cantieri –:

   quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare per realizzare un cambiamento immediato della situazione e garantire maggiore efficienza dei servizi ferroviari e maggiore sicurezza e diritti per passeggeri e lavoratori, poiché nonostante le ripetute rassicurazioni è evidente che le iniziative ad oggi avviate dal Governo e dai vertici di Ferrovie dello Stato italiane spa non hanno migliorato la situazione dei disagi e dei disservizi conseguenti ai ripetuti guasti e alle sistematiche interruzioni di linea che continuano a verificarsi puntualmente insieme al mancato coordinamento delle informazioni, mentre l'unica cosa che aumenta sono i costi dei biglietti.
(3-01903)


   PASTORINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le modifiche alla circolazione ferroviaria sulla tratta Milano-Genova, legate ai lavori di manutenzione e ristrutturazione del ponte ferroviario sul Po a Bressana Bottarone nella tratta Bressana Bottarone – San Martino Cava Manara, previsti dal 21 luglio al 31 agosto 2025, rischiano di avere gravi impatti negativi su uno dei settori più strategici per l'economia ligure: il turismo;

   l'interrogante condivide la necessità e l'urgenza di effettuare interventi di manutenzione ordinari e straordinari, nonché la ristrutturazione della tratta per garantire la sicurezza e l'efficienza delle infrastrutture ferroviarie, come testimoniano gli svariati interventi e atti di sindacato ispettivo presentati volti a un'accelerazione dei lavori;

   tuttavia, svolgerli durante la piena alta stagione estiva desta grande preoccupazione per le inevitabili ripercussioni negative che questa situazione avrà sul settore turistico e commerciale, come denunciato anche dalla Confcommercio-imprese per l'Italia della provincia di Genova;

   il blocco della tratta ferroviaria, che comporterà tempi di percorrenza fino a 180 minuti per i collegamenti tra Milano e Genova, rappresenta un ostacolo significativo per i flussi turistici, soprattutto considerando che molte delle località costiere della Liguria sono frequentate proprio da visitatori provenienti dall'area lombarda e dal resto del Nord Italia;

   ciò comprometterebbe la stagione estiva in modo irreparabile, penalizzando alberghi, ristoranti, attività commerciali e tutto l'indotto economico che ruota attorno al turismo, già duramente provati dagli anni difficili della pandemia. Urge, pertanto, individuare soluzioni concrete e tempestive in grado di mitigare i disagi che questa interruzione causerà –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la continuità dei collegamenti, limitando gli impatti negativi esposti in premessa e valutando l'opportunità di attivare, per il periodo interessato, un piano operativo in collaborazione con Rete ferroviaria italiana e Trenitalia, finalizzato a ridurre i ritardi massimi a non oltre 30 minuti, attraverso l'utilizzo di treni sostitutivi o altre misure logistiche, e di introdurre agevolazioni nell'acquisto dei biglietti ferroviari per incentivare i turisti a scegliere comunque la Liguria come meta vacanziera.
(3-01904)


   CARMINA, AIELLO, CANTONE, CHERCHI, D'ORSO, FENU, MORFINO, RAFFA, SCERRA, IARIA e PAVANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della XVIII legislatura è stato fatto un importante passo avanti nella direzione di riconoscere le peculiarità dell'insularità e gli svantaggi che ne conseguono, grazie all'approvazione della legge costituzionale n. 2 del 2022. Il dettato costituzionale richiede, dunque, agli organi dello Stato il riconoscimento delle peculiarità delle isole maggiori e minori, come la distanza dalla terraferma, le difficoltà di comunicazione e trasporto, nonché il superamento degli svantaggi derivanti da tali peculiarità, prevedendo condizioni di sviluppo economico, sociale e culturale pari a quelle del resto del Paese; pertanto, sono richieste necessarie politiche ad hoc per le isole, come la concessione di finanziamenti per sostenere i trasporti di merci e persone, la semplificazione burocratica e l'attuazione di progetti di sviluppo;

   la Sardegna sovvenziona la propria continuità territoriale aerea, mentre grazie all'introduzione dell'articolo 1, commi da 124 a 126, della legge n. 160 del 2019, sono state introdotte le cosiddette tariffe sociali per i collegamenti aerei da e per la Regione Siciliana. Si tratta di contributi per i cittadini residenti nel territorio della Regione Siciliana che rientrino in una o più categorie tra: studenti universitari fuori sede, persone con gravi disabilità ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992, lavoratori dipendenti con sede lavorativa al di fuori della regione e con reddito lordo annuo non superiore a 25.000 euro, migranti per ragione sanitarie con reddito lordo annuo non superiore a 25.000 euro;

   il caro trasporti si preannuncia considerevole nel periodo di Pasqua 2025. Assoutenti parla di tariffe molto onerose per viaggiare in aereo, treno o pullman. Le occasioni di festa sono sempre oggetto di rincari da parte delle compagnie: si attende anche un +470 per cento di aumento del costo di viaggio;

   le tariffe più elevate sono quelle per chi parte in aereo dallo scalo milanese di Linate. Servono almeno 518 euro per volare da Linate a Catania e ritorno, 499 euro per Palermo, 460 euro per Cagliari;

   il volo di andata e ritorno da Genova a Catania, nelle stesse date, parte da un minimo di 401 euro e si spende circa la medesima cifra da Torino a Lamezia Terme, a cui si aggiungano eventuali costi aggiuntivi previsti ormai sovente da tutte le compagnie aeree –:

   quali misure il Governo intenda porre in essere al fine di calmierare i prezzi dei voli per le prossime festività e in vista della stagione turistica estiva.
(3-01905)


   DI MATTINA, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DE BERTOLDI, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le imprese balneari rivestono un ruolo fondamentale per l'economia italiana e per lo sviluppo del turismo, creando occupazione e reddito e contribuendo alla crescita di tutto l'indotto;

   tuttavia, oltre alle difficoltà legate ai costi operativi, inclusi quelli energetici e delle materie prime, il settore si trova a dover fronteggiare anche problematiche endemiche e peculiari: tra queste, vi è la carenza, registrata nel corso dell'ultimo triennio, di un numero adeguato di figure professionali di assistenti bagnanti, denunciata da tutte le aziende che si occupano di servizi di salvamento, che riferiscono di centinaia di figure mancanti necessarie in vista della prossima stagione estiva;

   il Ministro interrogato, con il decreto del 29 maggio 2024, n. 85, si è prontamente attivato per regolare in modo dettagliato e stabile le procedure per il rilascio delle abilitazioni all'esercizio dell'attività di assistenti bagnanti, dopo anni di inerzia;

   molti stakeholder hanno evidenziato che nel decreto, pur riconoscendo il diritto dei sedicenni di frequentare i corsi di formazione e ottenere il brevetto di bagnino, non viene loro consentito l'esercizio dell'attività e che ciò avrebbe comportato il rischio per la prossima stagione estiva di avere oltre il 35 per cento delle coste italiane sprovvisto di bagnini di salvamento;

   a parere degli interroganti, dato anche lo strutturale calo demografico che investe il nostro Paese, sono inoltre necessari ulteriori interventi di lungo periodo per rendere più attrattiva la professione e per affrontare la questione, a cui è strettamente connessa, della «stagionalità» e di come renderla omogenea in tutto il Paese;

   le imprese balneari hanno espresso di recente chiarimenti in merito alla possibilità di prescindere dalla presenza di un'assistenza bagnanti nei periodi dedicati all'elioterapia e non all'attività di balneazione. È, infatti, necessario garantire alle imprese flessibilità nella gestione degli stabilimenti, tenuto conto che la stagione balneare copre un periodo limitato dell'anno, ma che, al di fuori di tale periodo, ci possono essere esigenze di apertura per l'attività di ristorazione o elioterapica –:

   se e quali iniziative abbia adottato o intenda adottare per adeguare la regolazione dell'apertura della stagione balneare, in relazione anche alle esigenze di cui in premessa.
(3-01906)


   LUPI, ALESSANDRO COLUCCI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CARFAGNA, CAVO, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 47 della Costituzione sancisce che la Repubblica favorisce «l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione»;

   a partire dall'anno 2024 sono emersi rilievi relativi all'applicazione di alcune norme urbanistiche, con indagini che hanno provocato il blocco dell'urbanistica di Milano, un ammanco per le casse comunali — per il solo anno citato — stimato dal comune in circa 165 milioni di euro di oneri di urbanizzazione, ma anche un danno grave per le famiglie che hanno acquistato abitazioni all'interno di immobili interessati dallo stallo in corso;

   i tentativi di risoluzione dei dubbi di applicazione delle norme urbanistiche ha visto l'intervento del Parlamento con la presentazione alla Camera dei deputati della proposta di legge «Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana», comunemente denominata «salva Milano», approvata in prima lettura il 21 novembre 2024;

   il 5 marzo 2025 il sindaco di Milano ha fatto sapere che il comune non sostiene più la necessità di proseguire nell'iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta «salva Milano», che permetterebbe di risolvere lo stallo dell'urbanistica che continua a lasciare migliaia di nuclei familiari in uno stato di disagio e di incertezza, dopo aver investito i propri risparmi nell'acquisto di un'abitazione;

   il 7 aprile 2025 Filippo Maria Borsellino, rappresentante del comitato «Famiglie sospese-vite in attesa», che riunisce le famiglie che hanno investito in abitazioni coinvolte dallo stallo dell'urbanistica di Milano, ha dichiarato: «abbiamo consegnato al presidente Attilio Fontana una nuova stima dei nuclei familiari coinvolti: arriviamo a circa 15 mila solo su Milano» –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di tutelare i risparmi delle migliaia di famiglie che hanno investito nelle abitazioni oggetto dello stallo in corso nel settore dell'urbanistica di Milano.
(3-01907)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CASU e GHIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo 4 agosto 2008, n. 144, e successive modificazioni e integrazioni, attuativo della direttiva 2006/22/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 marzo 2006 – relativa alle norme minime per l'applicazione dei regolamenti (CE) n. 561/2006 e (UE) n. 165/2014, nonché della direttiva 2002/15/CE, concernenti disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada e recante l'abrogazione della direttiva 88/599/CEE del Consiglio – affida al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il compito di coordinare i controlli sull'autotrasporto;

   le verifiche su strada e presso le sedi aziendali sono invece pianificate rispettivamente dal Ministero dell'interno e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, quest'ultimo agisce tramite l'Ispettorato nazionale del lavoro;

   il Rapporto attività di vigilanza – anno 2024, pubblicato dall'Ispettorato nazionale del lavoro all'inizio del mese di aprile 2025, ha rilevato (a pagina 7) che, per quanto riguarda la vigilanza in materia di autotrasporto, sono state effettuate 1.568 ispezioni, di cui 1.323 risultate irregolari, con una percentuale di irregolarità pari all'84,4 per cento (rispetto all'80,8 per cento del 2023);

   dall'analisi del rapporto emerge inoltre che, a partire dal 2022, molte delle irregolarità riscontrate sono relative al cronotachigrafo, a seguito del cambiamento delle disposizioni sui dispositivi;

   durante il convegno «La riforma dell'autotrasporto compie 20 anni – Il decreto legislativo 286/2005 fra luci e ombre», organizzato il 4 aprile 2025 a Trieste dall'università di Trieste in occasione della presentazione del nuovo corso di alta formazione in Logistics Management, in convenzione con Federtrasporti, il direttore dell'Ispettorato territoriale del lavoro di Trieste e Gorizia ha rilevato che le verifiche degli ispettori e i controlli minimi, che hanno riguardato 4,3 milioni di giornate lavorate, coprono solo il 3 per cento del totale stimato di circa 145 milioni di giornate, calcolato considerando 725.924 veicoli (soggetti al regolamento UE 561/2006 sui tempi di guida e riposo) e una media di 200 giornate lavorative per conducente;

   il quadro sopra esposto si inserisce in un contesto più ampio riguardante il mondo del trasporto merci e della logistica, un settore strategico per il nostro Paese, che contribuisce in maniera significativa al Pil – con una percentuale prossima al 10 per cento – e impiega oltre un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori;

   tra le principali criticità segnalate dalle imprese del settore figurano la mancanza di regolamentazione del mercato, la grave carenza di conducenti professionali, l'aumento dei costi operativi, nonché – più in generale – la scarsa attenzione riservata, a parere degli interroganti, dal Governo Meloni alle necessità di un comparto che dovrebbe essere prontamente rimesso al centro dell'azione politica per affrontare la crisi in atto –:

   quali iniziative di competenza stiano intraprendendo i Ministri interrogati per rispondere alle gravi difficoltà del settore, al fine di renderlo competitivo a livello europeo, e se intendano agire con tempestività per rafforzare l'attività ispettiva, a tutela della legalità del sistema, nell'interesse delle numerose imprese che operano nel rispetto delle norme e a garanzia della sicurezza di lavoratrici, lavoratori e cittadini.
(4-04838)


   CAPPELLACCI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la strada statale 389 rappresenta un asse fondamentale per il collegamento della Sardegna centro-orientale e costituisce un elemento strategico per garantire l'accessibilità all'intera Ogliastra nonché al Nuorese, al Sarrabus e alla Gallura;

   il progetto di variante della SS 389, che prevede la realizzazione di un nuovo tracciato compreso tra lo svincolo di Villagrande Strisaili e la SS 125, è concepito per ridurre i tempi di percorrenza, aumentare la sicurezza stradale e stimolare lo sviluppo economico e turistico del territorio. Le motivazioni alla base del completamento della SS 389 sono molteplici e comprendono il contrasto all'isolamento geografico, fattore che contribuisce allo spopolamento della zona, nonché il miglioramento dell'accesso ai servizi pubblici essenziali, in particolare quelli sanitari e scolastici;

   le problematiche attuali legate a una rete infrastrutturale carente hanno condotto a situazioni di rischio per i cittadini e a notevoli ripercussioni socio-economiche, quali l'emarginazione delle aree interne e la perdita di opportunità lavorative per i giovani;

   il completamento della SS 389 comporterebbe benefici rilevanti non solo per l'entroterra, ma anche per tutta la costa orientale sarda, favorendo un incremento del flusso turistico, commerciale e industriale migliorando la connettività con i principali porti e aeroporti del nord dell'isola. Recentemente è stato costituito un comitato sulla SS 389, senza alcuna connotazione politica, cui hanno già aderito un numero cospicuo di persone, formato da rappresentanti delle istituzioni locali, imprenditori, sindacati, cittadini e associazioni, il quale evidenzia in maniera unanime la necessità di un intervento rapido ed efficace per il completamento di un'arteria stradale reputata da tutti di fondamentale importanza;

   i dati aeroportuali e portuali indicano che i 2/3 del traffico merci e passeggeri nella costa orientale sarda arriva dai porti e dagli aeroporti del Nord Sardegna, il che rende indispensabile completare questo ingresso commerciale, turistico e industriale su tutto il territorio summenzionato. Il mancato completamente della SS 389 ha causato in particolare l'aggravio dell'isolamento del territorio centro e sud della costa orientale, incidendo negativamente sulla qualità della vita dei cittadini e sulla competitività economica regionale in molteplici settori produttivi ivi ubicati;

   tale carenza infrastrutturale, a cui si aggiungono condizioni di sicurezza stradale non idonee, costituisce un serio rischio per tutti gli utenti che quotidianamente utilizzano l'infrastruttura che ormai attende il completamento e la modernizzazione agli standard di sicurezza attuali da oltre trent'anni –:

   alla luce di quanto descritto in premessa e considerata l'importanza strategica della SS 389, quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere relativamente alla situazione della viabilità della costa orientale sarda, in particolar modo delle zone dell'Ogliastra, del Nuorese, della Gallura e del Sarrabus;

   se non ritenga altresì opportuno fornire chiarimenti indicando l'eventuale tempistica definita per la ripresa e il completamento dei lavori della SS 389;

   se intenda fornire chiarimenti relativamente alle risorse economiche e ai fondi attualmente stanziati per il progetto e alla previsione di eventuali ulteriori finanziamenti o misure straordinarie per fronteggiare le criticità riscontrate anche al fine di garantire un impatto positivo sul territorio, il rilancio dell'economia regionale, la sicurezza dei cittadini e contrastare il fenomeno dello spopolamento nelle aree interne dell'Ogliastra, del Nuorese, del Sarrabus e della Gallura.
(4-04839)


   CASU, SIMIANI, CIANI, DI BIASE, MADIA, MANCINI, MORASSUT, ORFINI e PRESTIPINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito dell'aggiornamento 2023 del contratto di programma 2022-2026 – parte investimenti tra Rete ferroviaria italiana e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Governo è intervenuto per rimodulare le risorse già allocate sui progetti del contratto per esigenze di finanza pubblica sulla base delle quali Rete ferroviaria italiana ha effettuato una ricognizione dello stato di impiego delle risorse contrattualizzate nel vigente CdP-I 2022-2026, con l'elenco delle opere avviate a realizzazione, ossia con obbligazione giuridicamente vincolante e di quelle da avviare a realizzazione;

   nell'ambito delle risorse non ancora impegnate sono state quindi individuate risorse rimodulabili per 2.502 milioni di euro che hanno interessato, per circa il cinquanta per cento, la realizzazione di opere vitali per il rilancio della regione Lazio e dei suoi territori andando a bloccare interventi che avrebbero potuto migliorare la vita delle persone e dei pendolari e che invece, oggi, sono state definanziate dal Governo nazionale;

   nello specifico si è scelto di ridurre 234 milioni dei 244 milioni di euro di risorse destinate per il raddoppio della tratta fra Cesano e Vigna di Valle sulla Roma-Viterbo; dei 382 milioni di euro necessari per la chiusura dell'anello ferroviario nella Capitale, ne rimangono 87 milioni di euro; degli 83 milioni che servivano per il raddoppio della tratta Lunghezza-Guidonia, a quanto consta agli interroganti ne restano solo 6. La Roma-Pescara si è vista togliere 845 milioni di euro destinati agli interventi sulla tratta. Risulta, quindi, una riduzione di 1.500 milioni di euro sul totale di 2.502 milioni di euro; le risorse sono state poi indirizzate ad altri interventi con fabbisogni urgenti;

   su quanto sopra esposto il gruppo del Partito Democratico ha presentato vari atti di sindacato ispettivo. Il 2 aprile 2025 il Governo ha risposto alla interrogazione in Commissione 5-03560 affermando che «(...) le nuove risorse saranno allocate sugli interventi che garantiscono una maggiore maturità progettuale tale da garantire l'avvio delle gare o degli iter progettuali – per le opere commissariate – nel corso del 2025. Pertanto, in riferimento agli interventi per le ferrovie citati dal deputato interrogante, l'assegnazione delle risorse verrà allineata a livello temporale con lo sviluppo dell'iter progettuale e realizzativo delle stesse che, dunque, non incorrerà in alcun blocco»;

   si tratta di una risposta che a giudizio degli interroganti non soddisfa, in quanto il Governo non ha assunto formalmente l'impegno all'attuazione dei progetti elencato e non ha assicurato che le nuove risorse stanziate nell'ultimo bilancio vengano sicuramente destinate alle opere precedentemente definanziate a Roma e nel Lazio, «ma solo che saranno dedicate alle opere che garantiscono maggiore maturità progettuale», implicitamente mettendo in conto che, qualora, vi fossero dei rallentamenti, quelle opere potrebbero slittare ulteriormente;

   è necessario che il Ministro interrogato fornisca ai cittadini della regione Lazio certezze in merito alla realizzazione di progetti fondamentali per il potenziamento della mobilità della medesima regione –:

   quale sia lo stato di avanzamento dei lavori per la chiusura dell'anello ferroviario, per la tratta Cesano-Vigna di Valle, per le tratte Vigna Clara-Tor di Quinto e Vigna Clara-Valle Aurelia e per la tratta Lunghezza-Guidonia, e se la maturità progettuale raggiunta da ciascuna di esse consentirà di garantirne la chiusura nei tempi previsti dall'iniziale cronoprogramma.
(4-04840)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ALMICI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato dagli organi locali di stampa, nell'ultimo periodo il territorio che interessa la provincia di Cremona è stato colpito da un significativo incremento di episodi di microcriminalità;

   nonostante il Governo stia lavorando, sin dal suo insediamento, per potenziare le strutture dei comparti della sicurezza, incrementando gli organici delle forze di sicurezza pubblica e le risorse loro destinate, gli agenti che operano nella realtà cremonese si trovano ancora in una condizione di sofferenza organizzativa, con un organico ormai insufficiente a soddisfare la crescente domanda di sicurezza della cittadinanza;

   per garantire l'ordine pubblico, il contrasto e la prevenzione della criminalità, infatti, gli stessi, con grande professionalità e impegno, affrontano spesso situazioni di lavoro straordinario;

   a parere dell'interrogante, dunque, sarebbe opportuno aumentare sia il numero degli agenti disponibili sia la dotazione dei mezzi loro forniti, la quale, alla luce dell'esteso impiego che ne viene effettuato per ragioni di servizio, andrebbe adeguata nel numero e nelle prestazioni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione di cui in premessa e quali iniziative per quanto di competenza, intenda adottare per potenziare l'organico delle forze di sicurezza pubblica che operano nella provincia di Cremona e le dotazioni strumentali loro fornite, in considerazione delle crescenti esigenze di ordine e sicurezza che interessano il medesimo territorio.
(4-04837)


   DONNO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si apprende dai quotidiani, durante un recente corteo a Milano in cui si sono verificati scontri tra i manifestanti e le forze di polizia, emerge un video in cui due poliziotti del reparto mobile indossano un giubbotto che li differenzia dagli altri colleghi. Uno dei due indossa un bomber nero in cui si vede il logo di un'aquila con la scritta Narodowa Duma, slogan di un gruppo nazionalista polacco. Il secondo agente indossa invece una felpa con quello che appare un toro stilizzato;

   come riportato dai quotidiani i fotogrammi dei due poliziotti, immortalati nel momento degli scontri con gli antagonisti, sono stati rilanciati dal profilo X di Osservatorio Repressione: «Queste sono alcune delle magliette indossate dalla polizia a Milano: il logo del gruppo Orze? Skulls (Teschi dell'Aquila), ultras di estrema destra e militanti neonazisti polacchi e il simbolo di Narodowa Duma (Orgoglio Nazionale), un gruppo nazionalista polacco»;

   e ancora, si legge: «come sottolinea uno dei commenti, il primo logo appare identico a quello della palestra di crossfit Powerhouse, che ha sede a Paderno Dugnano, nell'hinterland milanese. Mentre sul secondo simbolo non sembrano poterci essere dubbi. Le immagini stanno raccogliendo centinaia di commenti indignati in rete, sulle bacheche di filopalestinesi e di realtà antagoniste. La stessa Digos milanese ha acquisito le immagini per identificare i due poliziotti, sui quali potrebbero essere aperti procedimenti disciplinari» –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti, se si ritenga che un agente possa indossare un giubbotto in cui appare lo slogan di un gruppo nazionalista, e quali iniziative intenda intraprendere affinché un episodio simile non si ripeta più;

   se non ritenga che i provvedimenti normativi adottati e di recente emanazione stiano esasperando il clima nel nostro Paese in un'ottica di repressione, e se questo non stia incidendo negativamente sui cittadini e sulla libertà di espressione e sul diritto di manifestare.
(4-04844)


   ASCARI, FERRARA, MORFINO e FEDE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro della giustizia, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi anni è emerso, anche in Italia, un preoccupante fenomeno legato alla presenza di piattaforme e siti web che diffondono contenuti e istruzioni dettagliate su come togliersi la vita, contribuendo in modo diretto o indiretto a casi di suicidio, in particolare tra adolescenti e giovani adulti;

   in Italia si sono registrati diversi e numerosi casi di suicidi o tentativi di suicidio riconducibili, secondo le autorità inquirenti, all'influenza di siti e gruppi digitali pro-suicidio, che promuovono pratiche estreme o sostengono ideologie autodistruttive;

   una particolare attenzione è stata rivolta all'associazione «Io sono Enea», fondata da genitori e attivisti colpiti da episodi di suicidio giovanile, la cui missione ufficiale è la prevenzione del suicidio e il supporto psicologico, anche attraverso la denuncia dei siti che incentivano comportamenti autolesivi;

   l'associazione ha evidenziato come in Italia manchino misure sistematiche e coordinate per il monitoraggio e la rimozione tempestiva dei contenuti online pericolosi, nonostante l'obbligo costituzionale di tutela della salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione;

   il fenomeno si inserisce in un contesto più ampio, riconosciuto anche a livello internazionale, che impone l'intervento delle istituzioni per prevenire la diffusione di messaggi lesivi della vita e per rafforzare i canali di supporto psicologico e sociale, soprattutto per le fasce più vulnerabili;

   numerose segnalazioni hanno messo in luce l'utilizzo crescente, da parte di giovani e adolescenti, di nitrito di sodio come sostanza per togliersi la vita, spesso acquistata con estrema facilità su piattaforme online che la vendono senza adeguati controlli o limitazioni;

   tale sostanza, pur avendo un uso lecito in ambito alimentare e industriale, può essere letale anche in dosi modeste se ingerita, e la sua diffusione attraverso canali non regolamentati rappresenta un grave pericolo per la salute pubblica, specialmente in assenza di vigilanza e tracciabilità –:

   quali iniziative urgenti di competenza, anche di carattere normativo, i Ministri interrogati intendano adottare per individuare, monitorare e oscurare i siti e le piattaforme online che diffondono contenuti esplicitamente riconducibili all'istigazione o all'incitamento al suicidio;

   se si intenda avviare un tavolo interministeriale permanente per il monitoraggio dei contenuti web dannosi per la salute mentale, in collaborazione con le autorità giudiziarie, la polizia postale e le principali piattaforme digitali;

   se non si ritenga opportuno prevedere un protocollo nazionale di emergenza per la prevenzione del suicidio in ambiente digitale, coinvolgendo enti locali, scuole, famiglie, associazioni come «Io sono Enea» e specialisti in psicologia dell'età evolutiva;

   quali risorse e strumenti siano attualmente disponibili per il supporto psicologico ai giovani e alle loro famiglie nei contesti scolastici e territoriali, e se siano previste campagne di sensibilizzazione su larga scala in merito alla prevenzione del suicidio;

   se non si intendano adottare iniziative di carattere normativo che introducano un reato autonomo di «istigazione al suicidio attraverso mezzi digitali», con pene adeguate e strumenti investigativi specifici;

   se non si ritenga urgente regolamentare la vendita online del nitrito di sodio, stabilendo limiti di acquisto, obblighi di tracciabilità, e restrizioni per i privati cittadini, al fine di evitare un uso improprio della sostanza con finalità autolesive o suicide.
(4-04845)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta immediata:


   BIGNAMI, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, RAIMONDO, CARAMANNA, AMICH, COLOMBO, BALDELLI, COMBA, CANGIANO, GIOVINE, DEIDDA, MAERNA, FRIJIA, PIETRELLA, LONGI, SCHIANO DI VISCONTI, ZUCCONI, GAETANA RUSSO e CAIATA. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   il Piano del mare, approvato il 31 luglio 2023 dal Comitato interministeriale per le politiche del mare, ha riconosciuto grande rilevanza alla dimensione subacquea, ritenuta una straordinaria fonte di risorse e di opportunità, ma anche un nuovo terreno d'incontro e competizione internazionale tra ambizioni e interessi diversi;

   in particolare, ad oggi, solo il 20 per cento dei fondali marini è mappato con tecniche moderne e si dispone di una cartografia accurata e aggiornata per appena il 2 per cento; l'ambiente subacqueo sta acquisendo una crescente rilevanza per la presenza di importanti infrastrutture di valenza strategica, in comparti quali quello energetico – gasdotti, oleodotti, elettrodotti – quello della comunicazione – cavi in fibra ottica che abilitano il 99 per cento del traffico dati globale – quello dell'estrattivo e quello dello stoccaggio di anidride carbonica;

   tra gli obiettivi fissati dal Piano risultano proprio l'istituzione di un Polo nazionale della subacquea, per consentire all'Italia di dotarsi di un catalizzatore e acceleratore tecnologico, aggregando tutte le realtà pertinenti, nonché l'istituzione di un'autorità nazionale per il controllo delle attività subacquee, per disporre della completa e capillare conoscenza dell'ambiente subacqueo, dal punto di vista idrografico, oceanografico, geofisico, con particolare enfasi sui siti naturali ed antropici che necessitano di essere protetti;

   con decreto del Ministro della difesa del 25 ottobre 2023 è stato istituito il Polo nazionale della dimensione subacquea, con il compito di promuovere le attività per la valorizzazione delle potenzialità e della competitività del settore della subacquea nazionale, per la promozione delle connesse attività di ricerca e tecnico-scientifiche, nonché per il potenziamento delle innovazioni e della relativa proprietà intellettuale;

   l'esigenza di istituire, altresì, un'autorità nazionale per il controllo delle attività subacquee discende dalla crescente antropizzazione della dimensione subacquea, che rende necessario regolamentare e controllare l'accesso agli spazi subacquei;

   il tema della sicurezza delle attività subacquee assume rilevanza trasversale, interessando sia la sicurezza dei mezzi e dei lavoratori subacquei, sia la sicurezza delle infrastrutture subacquee, essenziali per gli approvvigionamenti e le comunicazioni;

   la necessità di una disciplina organica della materia, che riguardi anche gli standard di sicurezza delle unità subacquee, discende anche da recenti fatti di cronaca, risalendo a fine marzo 2025 la notizia dell'affondamento di un sommergibile turistico nel Mar Rosso con diversi morti e feriti –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato in materia di regolamentazione dell'attività subacquea, con particolare riguardo al tema della sicurezza, anche alla luce delle problematiche enunciate in premessa.
(3-01909)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI e ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito della rete ospedaliera dell'azienda Usl Toscana Nord Ovest, l'ospedale di Piombino costituisce, assieme a quello di Cecina, il sistema ospedaliero delle Valli Etrusche che serve l'utenza del territorio in provincia di Livorno che va dalla Val di Cornia alla bassa Val di Cecina con il rispetto dei requisiti minimi di bacino di utenza previsti dal decreto ministeriale n. 70 del 2015;

   nel settembre 2023, i sindaci della Val di Cornia hanno sottoscritto un documento di indirizzo che, con le sue previsioni, cristallizzava, a giudizio degli interroganti, una anomala ripartizione delle funzioni di cardiologia, senza possibilità di eseguire attività di cardiologia interventistica e due reparti con funzioni ridondanti, ovvero una sala di elettrofisiologia (impianto pace-maker) a Cecina e una sala gemella di elettrofisiologia a Piombino. Peraltro Cecina, distante solo 38 chilometri dal capoluogo Livorno, è sede di un presidio ospedaliero di tipo C, ovvero equipaggiato con unità di terapia intensiva cardiologica Utic ed emodinamica h24;

   il documento con una ripartizione di competenze insufficienti ha avuto come conseguenza pratica la crescita delle difficoltà nel garantire una risposta, la più completa possibile, alle reali esigenze di un territorio, la Val di Cornia, mal collegata con Livorno, e significativamente distante sia da Livorno che da Grosseto; il risultato è stato una distribuzione geografica dei presidi ospedalieri con emodinamica totalmente inadeguato a garantire un accesso alle cure equo e in linea con i dettami costituzionali;

   sulla base di dati elaborati dall'agenzia regionale di Sanità della regione Toscana, l'80 per cento dei pazienti della Bassa val di Cecina e il 92 per cento dei pazienti della Val di Cornia vengono trattati al di là dei tempi raccomandati dalle linee guida internazionali. Inoltre, a Piombino, in un territorio che nei mesi estivi conosce circa un milione di presenze turistiche, nell'agosto 2024 si è concretizzata la riduzione dell'operatività dell'unità di cardiologia da 24 a 12 ore a causa della mancanza di personale. Servizio cardiologico su 24 ore che è stato ripristinato, temporaneamente, dopo le proteste della popolazione, ma su cui pesano ancora incertezze e rischi;

   la perenne mancanza di una sala di emodinamica a Piombino, che servirebbe davvero le esigenze del territorio, viene imputata alla difficoltà di reperire personale specializzato laddove il solo ospedale di Livorno ospita 30 cardiologi di cui 4 emodinamisti, nonostante la estrema vicinanza al presidio pisano di tipo D (sede di shock center);

   la regione Toscana, con la delibera n. 717 del 17 giugno 2024, ha modificato i tempi del percorso diagnostico terapeutico del paziente con diagnosi di Stemi e angioplastica primaria da 90 minuti a 120 minuti: un aumento a giudizio degli interroganti non suffragato da alcuna modifica delle linee guida correnti e quindi non giustificabile. In ogni caso, i tempi di trattamento dei pazienti piombinesi rimangono superiori ai 120 minuti e quindi non tollerabili. Casomai, forse questo aumento del tempo limite dovrebbe convincere definitivamente a istituire una sala di emodinamica a Piombino, facendovi convergere anche i pazienti provenienti dall'isola d'Elba –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e dei fatti esposti, e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere affinché sia garantita la tutela dei livelli essenziali di assistenza e per garantire il diritto alla cura;

   quali iniziative, per quando di competenza, intenda assumere, anche in raccordo con la regione Toscana, affinché siano scongiurati ulteriori atti di depotenziamento della sanità pubblica e l'ipotesi della completa chiusura di un reparto tanto necessario quanto fondamentale per Piombino e per la Val di Cornia, di cui sarebbe auspicabile piuttosto un deciso potenziamento.
(4-04843)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

   sono passati giorni dall'emersione del cosiddetto scandalo della «laurea della domenica» che ha interessato la Ministra del lavoro Marina Calderone e, a giudizio degli interpellanti, dopo che la stessa ha risposto parlando di immaginari dossieraggi, senza nulla circostanziare sui suoi titoli di studio, è calato un silenzio sospetto;

   la Ministra interrogata, invero, come riferito da Il Fatto Quotidiano, ha fatto presente che: «al momento del conseguimento della laurea triennale (della Ministra Calderone, ndr) l'università Link si configurava come istituzione straniera. I titoli emessi, quindi, non risultano nell'anagrafe nazionale dei laureati»; in effetti, la ex «Libera Università di Malta» verrà riconosciuta come università italiana solo successivamente, con decreto ministeriale del 12 settembre 2011, dando così valore legale ai titoli di laurea che la stessa rilasciava;

   la laurea triennale della Ministra è stata dunque conseguita in una università estera che allora non aveva valore legale in Italia;

   sulla questione, secondo quanto riferito dagli organi di informazione, è stato presentato anche un esposto alla procura di Roma da parte di un docente universitario che legittimamente rivendica la necessità che sull'accaduto non rimanga alcuna ombra su tutto il mondo accademico;

   a giudizio degli interpellanti sono tanti i punti oscuri della vicenda:

    a) se il titolo di laurea triennale della Ministra Calderone conseguito presso l'università estera fosse un titolo valido o sia stato riconosciuto come tale per l'accesso alla laurea magistrale e con quale atto ministeriale;

    b) come sia stato possibile per la Ministra Calderone sostenere gli esami del percorso universitario nel medesimo giorno e nelle giornate in cui l'università Link Campus era chiusa (sabato o domenica);

    c) quali siano le ragioni e l'entità di eventuali sconti riconosciuti alla Ministra per il pagamento delle rette;

    d) come sia stato possibile per una studentessa del corso di laurea essere contestualmente docente del medesimo corso di laurea, con una cattedra in relazioni industriali;

    e) quali siano state le convenzioni, stipulate anche separatamente, tra Libera Università di Malta e poi l'università Link Campus e il consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, l'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro e la fondazione consulenti per il lavoro (Agenzia per il lavoro del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro), evidenziandone la data di stipula, la durata e le risorse trasferite o da trasferirsi;

    f) quale sia stato il ruolo (date di incarico, durata e compensi) ricoperto dal marito del Ministro Calderone all'interno della Libera Università di Malta e poi dell'università Link Campus;

   come rilevato da diversi organi di informazione, i fatti in cui è coinvolta la Ministra Calderone sembrerebbero avere alcune analogie con quanto emerso dalle indagini su presunti esami facili del medesimo ateneo Link Campus condotta dalla procura di Firenze e che si è conclusa con nove persone rinviate a giudizio, tra i quali anche l'ex Ministro Vincenzo Scotti, in qualità di presidente della Link; secondo l'ipotesi accusatoria della procura gli esami sarebbero stati falsificati, addirittura allestendo i test in sedi improvvisate (a Firenze, anche in locali del mercato ortofrutticolo) e mettendo a conoscenza preventivamente gli studenti del contenuto di ogni esercitazione; per questi fatti i vertici dell'ateneo sono a processo e la sentenza è attesa a giugno 2025 –:

   al fine di tutelare la credibilità del mondo accademico se si intenda chiarire i punti oscuri, specificamente, indicati in premessa;

   se, in considerazione delle imbarazzanti inchieste che coinvolgono l'università Link Campus, che rischiano di rendere opaco il mondo accademico, non ritenga di dover adottare iniziative volte a rivedere con sollecitudine il riconoscimento della ex «Libera Università di Malta» come università italiana, revocando il valore legale ai titoli di laurea che la stessa rilascia;

   se rispetto ai fatti descritti in premessa non si ritenga opportuno anche un intervento e chiarimento dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, organo deputato a garantire la trasparenza, la qualità e il controllo nel mondo accademico.
(2-00588) «Barzotti, Caso, Aiello, Carotenuto, Tucci».

Interrogazioni a risposta immediata:


   TASSINARI, DALLA CHIESA, MULÈ, BARELLI, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BELLOMO, BENIGNI, DEBORAH BERGAMINI, BOSCAINI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CASTIGLIONE, CATTANEO, CORTELAZZO, ENRICO COSTA, D'ATTIS, DE MONTE, DE PALMA, FASCINA, GATTA, GENTILE, LOVECCHIO, MANGIALAVORI, MARROCCO, MAZZETTI, NEVI, ORSINI, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI e TENERINI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi tempi si osserva una tendenza a livello internazionale in merito alla riduzione dei finanziamenti pubblici destinati alla ricerca scientifica;

   tale dinamica sta riducendo la capacità delle università e dei centri di ricerca, che hanno sede all'estero, di sostenere progetti innovativi e di mantenere infrastrutture adeguate;

   questa situazione potrebbe portare ad un'inversione di tendenza rispetto ad un passato, anche recente, che ha visto molti ricercatori, provenienti dal nostro Paese, sviluppare i propri progetti di ricerca fuori dall'Italia –:

   quali misure intenda adottare perché il sistema della ricerca italiano, rispetto agli altri Paesi europei, divenga, in questo particolare momento storico, attrattivo per ricercatori italiani e stranieri, valorizzando le infrastrutture e favorendo così la circolazione dei saperi e delle esperienze più virtuose.
(3-01900)


   BONETTI, GRIPPO, PASTORELLA, BENZONI, D'ALESSIO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il secondo mandato presidenziale di Trump ha visto l'implementazione di numerosi provvedimenti con conseguenze dirette sul mondo scientifico ed accademico. La situazione ha creato turbolenze significative con ripercussioni che si sono propagate ben oltre i confini statunitensi, generando incertezza e preoccupazione tra ricercatori, istituzioni e programmi scientifici internazionali;

   in aggiunta, l'Amministrazione Trump ha sferrato attacchi contro diversi atenei, tagliando finanziamenti e interrompendo progetti di ricerca;

   secondo alcuni sondaggi, migliaia di ricercatori hanno espresso l'intenzione di abbandonare gli Stati Uniti e considerano Europa e Canada come le prime destinazioni possibili;

   nelle ultime settimane, diverse università europee hanno avviato tentativi di attrarre ricercatori con sede negli Stati Uniti;

   nelle scorse settimane la Commissaria europea Ekaterina Zaharieva ha ricevuto una lettera firmata dai Ministri competenti nei campi dell'istruzione, dell'università e della ricerca di tredici Paesi membri per tutelare la libertà della ricerca scientifica e la libertà accademica dei ricercatori e delle ricercatrici statunitensi. L'Italia ha inspiegabilmente scelto di non partecipare a questa iniziativa;

   il nostro Paese deve muoversi nella medesima direzione e mettere in campo, tempestivamente, iniziative valide e risorse finanziarie adeguate per accogliere ricercatori stranieri e potenziare, al contempo, il mondo della ricerca italiana;

   questa esigenza è ancora più pressante se si considerano gli indicatori demografici per l'anno 2024 pubblicati dall'Istat il 31 marzo 2025, i quali hanno ricordato, ancora una volta, come, a fronte di un numero crescente di giovani italiani che abbandonano il Paese, l'Italia non sia assolutamente in grado di attrarre stranieri dall'estero;

   l'Accademia nazionale dei lincei, una delle istituzioni scientifiche più antiche d'Europa, pochi giorni fa ha proposto – a firma di alcuni illustri studiosi italiani – un «Programma ventennale per la ricerca pubblica dell'Unione europea» volto a innalzare gradualmente la quota di investimenti in ricerca pubblica nei Paesi che attualmente investono meno e per offrire a tutti pari opportunità di crescita scientifica e tecnologica, al fine di recuperare quella prosperità culturale che ci ha sempre contraddistinto;

   la ricerca si effettua con capitale umano, infrastrutture, mezzi finanziari, ma anche con opportunità e indipendenza da qualsivoglia condizionamento, anche politico, per poter affrontare le sfide globali attuali e future –:

   alla luce del nuovo contesto statunitense, quali iniziative di competenza intenda implementare per attrarre e trattenere ricercatori provenienti dagli Usa, nonché da altri Paesi esteri, con particolare attenzione a coloro che si trovano al di fuori dell'Unione europea.
(3-01901)


   PICCOLOTTI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI e ZARATTI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la grande malattia dell'università e della ricerca italiane è la precarietà;

   secondo l'anagrafe del Ministero dell'università e della ricerca i professori ordinari sono 17.957, i professori associati 28.665, i ricercatori a tempo indeterminato 4.158, i ricercatori a tempo determinato in tenure track (Rtt) 2.225, i ricercatori a tempo determinato di tipo B 4.701, i ricercatori a tempo determinato di tipo A 7.527, gli assegnisti di ricerca 24.352. Quindi i precari puri (ricercatori a tempo determinato di tipo A e assegnisti di ricerca) sono 31.869, ma a questi vanno aggiunti quasi 2.000 ricercatori a tempo determinato di tipo A scaduti negli ultimi sei mesi inquadrati nel Programma operativo nazionale (Pon) e nel Programma nazionale per la ricerca (pnr). Inoltre, ci sono 40.000 dottorandi, personale in formazione, al quale è sostanzialmente riconosciuta una borsa di studio con una qualifica simile all'apprendistato;

   non va meglio negli enti di ricerca, dove ci sono circa 6.000 precari su 25 mila addetti. Una situazione che si è determinata anche grazie al contributo del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che, pur avendo reso disponibili tante risorse, lo ha fatto esclusivamente per rapporti a termine. Rapporti che, se non interverrà il Governo, finiranno nel 2026, «espellendo» dalla ricerca un grande contingente di lavoratori e lavoratrici. Vanno, inoltre, considerati i recenti tagli al fondo di finanziamento ordinario dell'università e le norme sul turnover che impongono di ricalcolare al 75 per cento la spesa per il personale di ruolo uscito l'anno precedente: in questo quadro circa 2/3 degli attuali ricercatori precari e i 40.000 dottorandi rischiano di essere lasciati senza alcuna prospettiva di carriera;

   la continuità di numerose attività didattiche e di ricerca, anche nelle università pubbliche, è sostanzialmente garantita da personale qualificato impiegato con contratti precari e bassi salari. Questo sistema porta a disperdere in modo irrazionale gli investimenti in ricerca, perché determina l'espulsione di fatto dei ricercatori verso Paesi dove la ricerca è meglio finanziata e dove questo lavoro è ben tutelato e pagato oppure la brusca interruzione dei loro percorsi professionali;

   per potenziare la ricerca al fine di rafforzare l'economia e il sistema culturale italiani servono, quindi, maggiori risorse da investire per garantire il miglioramento delle condizioni contrattuali e l'aumento delle posizioni disponibili per i ricercatori in tenure track –:

   se non ritenga indispensabile individuare nuove risorse per finanziare un piano di reclutamento straordinario di ricercatori in tenure track (Rtt) e per finanziare la stabilizzazione almeno dei 6.000 precari in scadenza presso i diversi enti di ricerca italiana.
(3-01902)

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza Sportiello n. 2-00581, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 marzo 2025, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Sergio Costa.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione D'Orso n. 5-03758 del 19 marzo 2025;

   interrogazione a risposta scritta Della Vedova n. 4-04673 del 21 marzo 2025;

   interrogazione a risposta scritta Pastorino n. 4-04690 del 25 marzo 2025;

   interrogazione a risposta scritta Dori n. 4-04695 del 26 marzo 2025;

   interrogazione a risposta in Commissione Caramiello n. 5-03834 del 7 aprile 2025;

   interrogazione a risposta in Commissione Vaccari n. 5-03865 del 14 aprile 2025.