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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 7 maggio 2025

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI EUROPEI, PNRR E POLITICHE DI COESIONE

Interrogazione a risposta orale:


   SARRACINO, BRAGA, TONI RICCIARDI, DE LUCA, STEFANAZZI, AMENDOLA, GHIO, CARÈ, MANZI, SERRACCHIANI, SCOTTO e MARINO. — Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   con delibera del Cipess n. 25 del 3 agosto 2023, è stata fissata, sulla base di una serie di criteri socio economici e demografici la ripartizione del 60 per cento delle risorse Fsc 2021-2027 la copertura finanziaria della quota di cofinanziamento regionale dei rispettivi programmi europei di coesione e il restante 40 per cento in favore delle amministrazioni centrali e per il finanziamento di specifiche iniziative e misure strategiche individuate dal Ministro delegato per le politiche di coesione;

   per quanto concerne, in particolare, l'ammontare residuo delle risorse Fsc l'importo si è sensibilmente ridotto;

   si sarebbe proceduto ad una ricognizione sull'ammontare delle risorse Fsc 2021-2027 ancora disponibili e ad elaborare una conseguente proposta di imputazione programmatica delle stesse alle amministrazioni centrali, al fine di avviare un confronto per la valutazione delle proposte di progettualità strategica, all'interno degli Accordi per la coesione;

   si apprende che sarebbe in via di definizione da parte del Governo proprio in ragione di quanto espresso in premessa una proposta di riparto e che al netto di tutti i criteri legati alle finalità di perequazione infrastrutturale, degli interventi sociali e di sicurezza vi sarebbe anche il potenziamento dell'iniziativa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale denominato «Turismo delle Radici» –:

   se il Governo confermi quanto richiamato in premessa;

   quali siano le ragioni che avrebbero portato ad inserire anche la voce del turismo delle radici nell'ambito di questo riparto e se non ritenga quanto mai opportuno rivedere tali ipotizzati criteri di riparto a tutela del buon utilizzo delle risorse e senza logiche di interesse particolare da parte di alcune amministrazioni centrali.
(3-01937)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ARRUZZOLO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il 29 aprile 2025 forti temporali si sono abbattuti nel reggino, in Calabria, accompagnati da fulmini, tuoni e da una violenta grandinata. Gli eventi meteorologici si sono verificati in particolare a Gioia Tauro e nei comuni limitrofi della Piana, causando danni ingenti alle colture e mettendo in crisi l'intero settore agricolo locale;

   la tempesta, durata oltre due ore, ha devastato le colture della zona, in particolare, i kiwi e gli agrumeti, che nel pieno della fioritura, sono stati i più colpiti, subendo danni irreparabili. Ma più in generale è stata colpita la delicata fase di ripresa vegetativa delle piante, compromettendo gravemente germogli, fiori e primi frutti destinati alla raccolta;

   si tratta di un disastro che rischia di compromettere l'intera economia agricola della zona, con ripercussioni che si estendono all'intera filiera produttiva e all'indotto locale;

   le associazioni degli agricoltori locali stanno aiutando le imprese a predisporre le documentazioni e le perizie che certifichino con precisione l'entità dei danni subiti, sottolineando l'importanza di un'attenzione immediata e concreta da parte delle istituzioni;

   numerose amministrazioni comunali hanno già avanzato richiesta di stato di calamità naturale alla regione Calabria, la cui dichiarazione consente l'accesso a misure straordinarie di sostegno e la possibilità di risarcimenti per i danni subiti al patrimonio pubblico e privato;

   l'agricoltura è di importanza strategica per l'economia e dell'intera Piana di Gioia Tauro e della Calabria e rappresenta un patrimonio di eccellenza, con produzioni di alta qualità che generano un indotto economico e occupazionale importante, coinvolgendo anche altri settori che ruotano attorno all'agricoltura;

   è fondamentale tutelare e salvaguardare questo settore strategico, che rischia di essere ulteriormente compromesso da eventi climatici sempre più imprevedibili e devastanti –:

   se il Ministro interrogato non intenda riconoscere lo «stato di calamità» per l'agricoltura reggina, al fine di avviare la procedura per ottenere le misure di sostegno previste, in particolare a valere sulle risorse del «Fondo di solidarietà nazionale per l'agricoltura» di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102.
(5-03944)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   MARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   presso il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni operano 19 lavoratrici e lavoratori ex lavoratori socialmente utili (LSU), stabilizzati nel 2021 con contratti part-time da appena 12 ore settimanali in categoria A;

   sono lavoratori che da decenni offrono la propria professionalità e competenza all'interno della pubblica amministrazione e che continuano a garantire con serietà e abnegazione servizi essenziali per il funzionamento dell'ente, pur in assenza di qualsiasi adeguato riconoscimento economico o professionale;

   la condizione salariale di queste lavoratrici e lavoratori appare, ed è, oggi insostenibile e mortificante;

   a parere dell'interrogante non è più tollerabile che in un'area già duramente colpita da disoccupazione, precarietà e bassi salari, ci siano dipendenti pubblici costretti a vivere con stipendi che non permettono neppure la sussistenza: non si parla solo di dignità individuale ma di giustizia sociale e di rispetto per il lavoro pubblico;

   la Fp Cgil sta conducendo da tempo una vertenza per l'ampliamento dell'orario settimanale e per un inquadramento contrattuale coerente con le reali mansioni svolte e le competenze maturate. In questo quadro si inserisce la recente sentenza n. 31 del 2025 del Consiglio di Stato, che ha riconosciuto il principio di parità di trattamento tra gli lavoratori socialmente utili stabilizzati con doppio contributo (statale e regionale) e i lavoratori del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, assunti solo con contributo statale, ma penalizzati sotto il profilo economico e professionale;

   la Fp Cgil ha già provveduto a inviare formale richiesta all'Ente Parco, alla regione Campania e al Ministero per la Pubblica Amministrazione per un adeguamento che parta, almeno, dall'estensione a 18 ore settimanali del contratto attualmente in essere;

   a oggi, all'interrogante non risulta pervenuta nessuna risposta, nessun segnale, nessun confronto, nessuna prospettiva, alle richieste della Cgil Fp;

   è necessario ora attivare un confronto concreto con l'Ente Parco e con le altre amministrazioni coinvolte, nella prospettiva di una giusta valorizzazione del lavoro e delle professionalità impiegate, per fornire risposte, non solo a questi lavoratori, ma anche a un territorio che continua a pagare un prezzo altissimo in termini di marginalità, precarietà e salari inadeguati –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione dei lavoratori stabilizzati dal 2021 con contratti part time di sole 12 ore presso il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni;

   se non ritengano necessario rispondere positivamente, per quanto di competenza, alla richiesta della Cgil Fp di confronto, coinvolgendo tutte le amministrazioni interrogate, al fine di dare risposte concrete ai lavoratori coinvolti e al territorio che già sconta una forte precarietà lavorativa.
(4-04945)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIPPO. — Al Ministro della cultura, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   lunedì 5 maggio 2025 il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una nuova mossa protezionista rivolta all'industria cinematografica internazionale;

   in un post pubblicato su Truth Social, ha dichiarato di aver dato mandato al dipartimento del commercio e al rappresentante per il commercio di avviare l'iter per imporre una tariffa del 100 per cento su tutti i film realizzati fuori dai confini nazionali. Ha scritto «vogliamo film realizzati in America, di nuovo!», accusando registi e studi statunitensi di aver abbandonato Hollywood per cercare agevolazioni economiche all'estero;

   seppur non abbia ancora fornito dettagli concreti su come verrebbero applicati i dazi né su quali produzioni verrebbero colpite, l'intero mondo cinematografico, dai produttori agli investitori delle case di produzione fino ai singoli addetti ai lavori, è entrato in uno stato di agitazione soprattutto perché molte produzioni – anche quelle ad alto budget – sono oggi frutto di collaborazioni globali e girate in più continenti;

   nel 2023, i film statunitensi hanno portato 22,6 miliardi di dollari in esportazioni e hanno contribuito a un surplus commerciale di 15,3 miliardi di dollari per l'industria, secondo i dati della Motion Picture Association;

   in Italia le produzioni d'oltreoceano, stando all'ultimo bilancio Cinetel, nel 2024 hanno raccolto 268 milioni di euro, il 54,2 per cento degli incassi, e raggiunto i 36,4 milioni di spettatori, il 52,3 per cento del totale. I film italiani (incluse le co-produzioni) in patria arrivano solo secondi con 121,4 milioni di euro incassati (24,6 per cento) e quasi 18 milioni di spettatori (25,7 per cento);

   le produzioni delle grandi major americane stanno lavorando tantissimo in Italia, a Cinecittà, così come con le varie Film Commission regionali che supportano il lavoro delle produzioni per convogliarle sulle super-attrattive location nazionali. Attratte dalle agevolazioni fiscali, sono produzioni che non solo attirano un grosso indotto ma soprattutto creano opportunità a tantissimi professionisti italiani. A titolo esemplificativo, al momento sono una trentina i set delle produzioni cinematografiche attivi in Italia tra cui quello di «The Dog Stars», regia di Ridley Scott e quindi prodotto Usa, che per la creazione del film, attori a parte, ha assunto oltre 400 lavoratori italiani e 100 stranieri. Il regista Nolan, invece, che sta realizzando «The Odyssey», per 12 settimane di riprese ha assunto 220 professionisti italiani e 250 statunitensi;

   se le intenzioni annunciate dal Presidente Trump si concretizzassero, le ripercussioni negative potrebbero essere molteplici compromettendo non solo l'accesso delle produzioni italiane al mercato cinematografico americano, con ulteriori aggravi dello squilibrio commerciale nel settore, ma anche il mercato del lavoro cinematografico nazionale –:

   qualora venissero confermati dall'amministrazione americana dazi del 100 per cento su tutti i film realizzati fuori dai propri confini, quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo per tutelare e promuovere la produzione cinematografica italiana e su suolo italiano, sia a livello nazionale che internazionale;

   quali misure, in risposta a quanto annunciato, si preveda di porre in essere per monitorare e contrastare eventuali pratiche commerciali discriminatorie da parte di altri Paesi nei confronti delle produzioni cinematografiche italiane;

   se non si ritenga utile promuovere in sede europea un'iniziativa congiunta con gli altri Paesi membri al fine di individuare una risposta unitaria contro l'eventuale attuazione dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti d'America sui film stranieri.
(4-04952)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   ZUCCONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dopo il tentativo di gennaio 2025, assurto agli onori della cronaca, di nominare il prossimo direttore generale della Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea), un nuovo avviso di selezione è stato pubblicato il 29 aprile 2025, con tempistiche che suscitano forti perplessità per gli oltre sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza del direttore in carica;

   non si tratta, peraltro, del solo bando in essere, essendo stato pubblicato, a febbraio 2025, anche l'avviso di selezione del direttore/direttrice della direzione transizione digitale e sistemi informativi con contratto a tempo indeterminato;

   tali scadenze, infatti, si intrecciano inevitabilmente con quella, ormai imminente (8 agosto 2025), del collegio dell'Arera, presieduto da Stefano Besseghini, che, ancora una volta, vorrebbe tentare di nominare con propria delibera, prima della fine del proprio incarico, il direttore generale che guiderà la Csea per tre anni, rinnovabili per un successivo biennio, a partire da novembre 2025 e che dovrà coordinarsi con il nuovo Collegio dell'Autorità che si insedierà nel mese di agosto 2025;

   la Csea è un ente pubblico economico dotato di autonomia organizzativa, tecnica e gestionale e sottoposto alla vigilanza del Ministero interrogato e dell'Arera, della quale è ente strumentale e con cui collabora per l'attuazione delle funzioni di regolazione e di controllo affidate dal Legislatore all'Autorità stessa nei settori dell'energia e dell'ambiente;

   a parere dell'interrogante, Arera sta provando a giocare d'anticipo e, a poche settimane dalla scadenza del mandato, tenterà di indicare al Collegio di prossima nomina da parte del Governo e Parlamento colui che dovrà dirigere l'unico ente strumentale di Arera e il solo che preveda una delibera autonoma dell'Autorità per la nomina;

   l'anticipazione della pubblicazione dell'avviso di selezione confermerebbe, peraltro, l'indiscrezione secondo la quale il presidente in uscita Besseghini vorrebbe proporre l'attuale capo del legislativo del Ministero dell'ambiente e della sovranità energetica quale nuovo direttore generale di Csea; figura nominata, come detto, proprio dall'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, anticipandone a tal fine la procedura di selezione;

   da tempo, l'operato di Besseghini è sotto i riflettori, oggetto di vari atti di sindacato ispettivo che chiedono di fare luce su criticità in merito all'attuale gestione dell'attività di Arera;

   solo pochi mesi fa è stato, infatti, bocciato nell'assemblea straordinaria convocata il 30 dicembre 2024 l'accordo che avrebbe portato ad assunzioni di nuovi dirigenti e super buonuscite con aumenti che sarebbero potuti arrivare, secondo quanto riportato da fonti di stampa, fino ad oltre centomila euro a testa;

   la Csea è sottoposta alla vigilanza dell'Arera e del Ministero dell'economia e delle finanze –:

   a fronte della vicenda descritta in premessa, quali iniziative di competenza, anche alla luce dei poteri di vigilanza e nomina relativi a Csea, il Ministro interrogato intenda assumere a riguardo.
(4-04948)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   LA PORTA, DONZELLI e MICHELOTTI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo le più recenti stime pubblicate nel dicembre 2024 le coppie disposte ad adottare sono sempre di meno e oggi in Italia si adotta molto meno di qualche decennio fa;

   le famiglie in Italia disponibili ad adottare sono state 7.900 nel 2021, contro le 12.900 del 2001. Nel 2021 si sono registrate 866 adozioni nazionali, molte meno delle 1.290 del 2001, mentre 899 sono state le dichiarazioni di adottabilità di bambini con genitori noti (più del 2001) e 173 quelle di genitori ignoti (meno del 2001).

   stante i numeri in evidente calo, l'auspicio di ogni richiedente è quello di sperare in una procedura celere di adozione, che valorizzi la finalità sociale dell'azione e i benefici sia per gli adottati che per gli adottanti;

   circostanza, questa, che stride con quanto avvenuto ad una coppia originaria di Prato che per cause ad oggi non ancora accertate, sta per veder decaduta la domanda di adozione internazionale per decorrenza del termine triennale di cui all'articolo 22 della legge n. 184 del 1983;

   a quanto consta all'interrogante la coppia in data 16 giugno 2022 ha presentato domanda di adozione nazionale ed internazionale, con relativo avvio del procedimento, ha poi conseguito l'attestato di partecipazione al corso propedeutico per detto istituto nell'ottobre 2022 e nel marzo 2023 ha svolto con successo l'audizione presso il tribunale per i minorenni di Firenze; da allora, però, non è ancora stato completato l'iter di adozione per motivi non ben precisati;

   il procedimento è tuttora pendente dinanzi al Tribunale per i Minorenni di Firenze, al numero RG 83/22 AI;

   la coppia, secondo le comuni prassi, avrebbe dovuto completare il percorso in circa 4 mesi dall'audizione del marzo 2023, ma sempre a quanto consta all'interrogante nonostante numerosi solleciti effettuati in proprio e tramite il patrocinante, la domanda per l'adozione nazionale risulta ancora giacente, mentre quella internazionale è prossima alla decadenza triennale fissata al 16 giugno 2025;

   l'adozione non è solo un atto giuridico: esso è un gesto profondo di amore, responsabilità e speranza rappresentando una risposta concreta al bisogno di famiglia e di appartenenza di tanti minori e al tempo stesso un arricchimento umano per chi sceglie di accoglierli –:

   Se siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   Se ritengano ancora congruo il termine normativo di tre anni per la conclusione dell'iter di adozione nazionale ed internazionale;

   quali iniziative di tipo normativo intenda adottare al fine di diminuire il tempo per il compimento dell'iter di adozione;
(4-04943)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   PITTALIS, MURA, GIAGONI, CALDERONE, ENRICO COSTA, BELLOMO, DEIDDA, LAMPIS e POLO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 20 dicembre 2024 il collegio regionale di garanzia elettorale presso la corte d'appello di Cagliari, presieduto dalla dottoressa Gemma Cucca, ha deliberato l'ordinanza ingiunzione di pagamento di una sanzione pecuniaria a carico della presidente della regione Sardegna, Alessandra Todde, in relazione a violazioni delle disposizioni di cui alla legge n. 515 del 1993, a giudizio degli interroganti gravissime, ed in particolare in relazione alla mancata nomina del mandatario elettorale, alla mancata apertura di un conto corrente dedicato, e alla presentazione di un rendiconto altrui, non riconducibile ad un candidato o al partito della lista di appartenenza, ma al comitato elettorale del M5S, che il senatore Licheri dichiarava alla Corte dei conti essere intervenuto «a favore non solo della candidata presidente, ma di tutti i candidati della lista M5S e dell'intera coalizione», con la conseguente impossibilità di ricostruire le entrate e le spese individuali della candidata Todde e la trasmissione degli atti alla procura della Repubblica presso il tribunale di Cagliari in relazione alle dichiarazioni dalla stessa depositate, in quanto autocertificazioni antinomiche, la prima attestante contributi e spese mediante il rendiconto del comitato, la seconda attestante l'opposto per essersi avvalsa di materiali e mezzi propagandistici messi a disposizione del partito nelle cui liste si è candidata (il MoVimento 5 stelle e non il comitato elettorale);

   avverso detta ordinanza ha proposto opposizione, avanti il tribunale civile di Cagliari (n. 477/2025 R.G.), la presidente Todde ed è stato sollevato, ad iniziativa della regione Sardegna, conflitto di attribuzioni avanti la Corte costituzionale (n. 2 del 2025);

   il 3 aprile 2025 il Collegio ha deliberato, ex articolo 7, decreto legislativo n. 36 del 2023, l'affidamento in house, a titolo gratuito e con esclusione del rimborso delle spese di eventuali trasferte, della propria difesa tecnica, sia davanti al tribunale di Cagliari che avanti la Corte costituzionale, al professor avvocato Riccardo Fercia, componente del medesimo organo di garanzia;

   il 13 aprile 2025 la presidente Cucca ha lasciato l'incarico per collocamento a riposo e alla stessa è subentrato, in qualità di presidente facente funzioni, il dottor Massimo Costantino Poddighe il quale, unitamente ad altri componenti il Collegio elettorale di garanzia, deliberava, il 2 maggio 2025 la revoca del mandato difensivo al professor avvocato Fercia, senza neppure sostituirlo, sia nel giudizio davanti al tribunale civile, che a quello davanti alla Corte costituzionale;

   a giudizio degli interroganti appare di straordinaria ed inaudita gravità l'aver privato, del tutto immotivatamente, detto organo della necessaria difesa tecnica, ove si consideri che non è consentito – a maggior ragione a quanti ricoprono funzioni apicali giurisdizionali – di vanificare e sopprimere il libero e corretto esercizio del diritto alla difesa dell'organo che ha rilevato e sanzionato le summenzionate condotte in violazione di specifiche disposizioni della legge n. 515 del 1993;

   peraltro, come è dato evincere dagli scritti difensivi, l'attività del professor avvocato Fercia si è limitata a tutelare, sotto il profilo giuridico e fattuale, la legittimità del provvedimento impugnato, a meno che, a parere degli interroganti, con la revoca del mandato difensivo, non sia inteso interferire sull'iter dei contenziosi in corso, in spregio ed in violazione dei princìpi di terzietà, indipendenza ed imparzialità dell'ordine giudiziario;

   evidente il conflitto di interessi riguardante il presidente Poddighe, il quale, secondo quanto è dato sapere dagli esposti del professor avvocato Fercia, risulterebbe essere il marito convivente della dottoressa Marcella Marchioni, nominata dalla Giunta, presieduta dalla ricorrente presidente Todde, a direttore generale dei servizi finanziari della regione e, il 10 marzo 2025, nominata altresì ad interim segretario generale della regione –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere, per quanto di competenza, anche valutando la sussistenza dei presupposti per l'attivazione dei propri poteri ispettivi, al fine di accertare eventuali responsabilità disciplinari a carico del Presidente facente funzioni della Corte d'appello di Cagliari in relazione alla vicenda descritta in premessa, nonché se, alla luce della medesima vicenda, non intenda assumere iniziative di carattere normativo, a tutela dell'autonomia e della indipendenza della magistratura.
(4-04949)


   CARMINA. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto appreso da fonti di stampa un giovane originario della Guinea si trova attualmente detenuto presso il carcere di Trapani per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cui all'articolo 12 del decreto legislativo n. 286 del 1998;

   i fatti risalgono al 2023 e si riferiscono a un presunto coinvolgimento del giovane nella conduzione di un gommone con 13 migranti a bordo, sulla base di dichiarazioni rese da alcuni passeggeri, secondo le quali l'imputato avrebbe sostituito una candela del motore ed evitato il pagamento di un compenso, interpretato come «vantaggio» personale rilevante ai fini del reato;

   nonostante il giovane abbia dichiarato di essere minorenne al momento dello sbarco in Italia e di aver compiuto 18 anni solo di recente, lo stesso, tuttavia, risulta essere stato formalmente identificato come nato il 1° gennaio 2005 sulla base di una radiografia del polso, pratica soggetta a margini di errore fino a cinque anni, a parere dell'Unhcr e conformemente a diverse pronunce giurisprudenziali italiane;

   successivamente, l'avvocato difensore del giovane ha prodotto un certificato di nascita sostitutivo e, solo a processo concluso, un documento ufficiale con timbro e protocollo rilasciato dalle autorità guineane, che confermerebbe la minore età al momento dell'arresto, senza tuttavia che tale condizione abbia inciso sinora sull'esito processuale o sulla sua posizione detentiva;

   risulta che la parrocchia Santa Lucia di Palermo abbia offerto disponibilità per l'accoglienza del ragazzo in regime di arresti domiciliari, soluzione rigettata dal giudice competente;

   il caso descritto si inserisce in un contesto più ampio in cui, secondo l'Arci Porco Rosso e altre Ong oltre 300 migranti sarebbero stati arrestati negli ultimi due anni in circostanze analoghe, con accuse non supportate da prove sufficienti e con procedure di identificazione dell'età poste in violazione delle garanzie fondamentali riconosciute a minori stranieri non accompagnati dalla normativa nazionale e sovranazionale;

   gli articoli 3 e 31, secondo comma della Costituzione sanciscono rispettivamente il principio di uguaglianza e la protezione della condizione di infanzia;

   l'articolo 3 della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza stabilisce la preminenza dell'interesse del minore e vieta la loro detenzione salvo come misura di ultima istanza e per il periodo più breve possibile;

   il decreto legislativo n. 142 del 2015 e la legge n. 47 del 2017 prevedono che i minori non accompagnati non possono in nessun caso essere trattenuti in strutture per adulti o sottoposti a misure restrittive improprie –:

   se siano a conoscenza di quanto descritto in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per accertare eventuali violazioni dei diritti fondamentali nell'ambito delle procedure di identificazione descritte in premessa;

   attraverso quali iniziative normative si intenda rafforzare la garanzia del principio del giusto processo e il diritto alla difesa nei procedimenti penali a carico di cittadini stranieri (soprattutto se minori) in particolare in materia di raccolta e valutazione delle prove documentali estere (quali certificati anagrafici provenienti dai Paesi di origine);

   quali protocolli siano attualmente in vigore per la determinazione dell'età anagrafica dei minori stranieri non accompagnati, e se non si ritenga necessario adottare iniziative di competenza volte a riformare tali procedure affinché siano sempre multidisciplinari e basate su principio di precauzione;

   se non si ritenga urgente adottare iniziative normative volte a consentire la revisione dei casi di condanna per favoreggiamento dell'immigrazione a carico di migranti arrestati nei porti italiani, laddove emergano fondati dubbi sulla loro minore età o sull'effettiva partecipazione consapevole e organizzativa al reato contestato;

   se non si ritenga necessario avviare un'indagine amministrativa interna sulla situazione attuale della casa circondariale di Trapani, già oggetto di procedimenti giudiziari per presunti abusi e torture, per garantire condizioni di detenzione conformi ai diritti umani, specialmente in presenza di soggetti vulnerabili o minori.
(4-04953)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   AMENDOLA e SARRACINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella notte del primo maggio 2025 si è registrato l'ennesimo assalto ad una postazione bancomat in Basilicata;

   i malviventi hanno fatto saltare il bancomat della filiale Bper di Salandra, piccolo centro in provincia di Matera;

   i ladri secondo una prima ricostruzione sarebbero riusciti a portare via circa 25 mila euro;

   non è la prima volta che il centro abitato subisce un attacco al bancomat;

   da alcune settimane si assiste ad una nuova recrudescenza delle attività criminali che prendono di mira gli sportelli bancomat –:

   quali tempestive iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per un potenziamento dei controlli sul territorio e per una più capillare protezione degli sportelli bancomat onde evitare il ripetersi di assalti che ingenerano forte preoccupazione tra la popolazione locale.
(3-01936)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il decreto interministeriale del 17 febbraio 2025, adottato di concerto fra i Ministri interrogati, ma inserito gli aeroporti di Salerno-Pontecagnano e di Foggia «Gino-Lisa», ai fini del servizio di salvataggio e antincendio negli aeroporti, nella tabella A allegata al decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139;

   il provvedimento all'articolo 2 prevede, altresì, una rideterminazione delle categorie antincendio di alcuni aeroporti, con conseguente ridistribuzione sul territorio nazionale del personale soccorritore aeroportuale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

   l'aeroporto di Brindisi, ai sensi dell'articolo suddetto, rientra fra gli scali soggetti ad un declassamento passando, nello specifico, dalla categoria VIII Icao alla categoria VII Icao, con gravi conseguenze per l'intera area jonico-salentina;

   la pianta organica dei vigili del fuoco in servizio presso lo scalo, infatti, subisce un depauperamento di 12 unità, limitando, così, la possibilità di utilizzare i mezzi di soccorso in dotazione con la relativa riduzione della capacità estinguente presente in aeroporto;

   detto declassamento, inoltre, comporta una serie di restrizioni anche sui tipi di aeromobili ammessi: non potranno, infatti, atterrare ed essere gestiti aeromobili con lunghezza superiore a 49 metri e larghezza della fusoliera superiore ai 5 metri, contrariamente a quanto accade agli aeroporti indicati con categoria VIII in cui possono atterrare aeromobili con lunghezza fino a 69 metri e larghezza della fusoliera fino a 7 metri;

   l'aeroporto di Brindisi, con tale limitazione, dovrà necessariamente operare nei limiti dei 700 movimenti consecutivi e non potrà operare con aeromobili di categoria IX nemmeno per voli alternati e/o dirottati;

   tale declassamento avrà ripercussioni rilevanti sullo sviluppo dello scalo, che risulterà meno attrattivo per le grandi compagnie aeree, provviste di aeromobili di dimensioni maggiori rispetto a quanto previsto dalla categoria VII, ed è a giudizio dell'interrogante in palese contraddizione con gli investimenti da 60 milioni di euro annunciati da Aeroporti di Puglia, tra i quali rientra la realizzazione di un ulteriore piazzale per aeromobili di massime dimensioni;

   l'aeroporto di Brindisi è una struttura fondamentale ed un asset strategico per l'intera area jonico-salentina, che conta circa 3 milioni di abitanti nel periodo invernale ed è una delle mete predilette da turisti italiani ed internazionali, soprattutto, nei mesi estivi;

   il ridimensionamento acuisce, dunque, le problematiche dell'intera area che, tra l'altro, è già interessata da una profonda crisi industriale determinata dalla chiusura del cracking del sito di Eni/Versalis e dalla dismissione della centrale Enel di Cerano;

   la Cgil con una lettera aperta indirizzata alle Istituzioni ha espresso profonda preoccupazione sugli effetti di tale provvedimento;

   preoccupazione, tra l'altro, condivisa dall'intero consiglio comunale di Brindisi che ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con cui si impegna il sindaco e la giunta anche a valutare la possibilità di impugnare, in sede legale, il provvedimento ad oggetto –:

   se i Ministri interrogati non intendano promuovere iniziative di competenza dirette al ripristino della precedente classificazione dell'aeroporto del Salente in categoria VIII, considerati, anche, gli investimenti annunciati da Aeroporti di Puglia, nonché come intendano intervenire, per quanto di competenza, per mitigare gli effetti negativi che tale declassamento avrà sullo sviluppo e sulla crescita dell'aeroporto coinvolto, anche in relazione alla grave crisi industriale che sta interessando l'intera area jonico-salentina.
(4-04941)


   ZIELLO e IEZZI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato dalla stampa, tra gli immigrati irregolari ed anche tra alcuni richiedenti asilo si sta pericolosamente diffondendo lo spaccio e l'uso improprio e massiccio di psicofarmaci come il Rivotril, il Pregabalin e il Depalgos, che gli stessi si procurerebbero in Italia illegalmente;

   l'abuso di tali sostanze, utilizzate come droghe ricreative spesso in combinazione con bevande alcoliche, comporta pericolosi effetti psicotici e di dipendenza, con pesanti ricadute negative anche in termini di sicurezza e ordine pubblico;

   sempre secondo la stampa, si tratterebbe di psicofarmaci conosciuti e utilizzati dagli immigrati come droghe già nei Paesi d'origine, dove sono facilmente reperibili anche senza ricetta medica, e che poi vengono ricercati, anche per gli effetti dovuti alla dipendenza, in Italia illegalmente, stante invece qui della necessità di una prescrizione medica;

   a quanto consta agli interroganti proprio al fine di procurarsi tali sostanze, sia per lo spaccio che per la dipendenza, sempre più spesso gli immigrati irregolari si rivolgerebbero ai medici, soprattutto durante i turni di guardia medica, aggredendoli e minacciandoli per ottenerne la prescrizione;

   l'aumento di tali aggressioni sta creando notevole preoccupazione tra il personale medico, trattandosi di nuovi e ulteriori rischi a cui medici sono esposti nell'esercizio delle loro funzioni a favore della cura e salute della collettività;

   per contrastare il grave fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, il Governo, attento a questa problematica, già da tempo ha messo in campo, sia sul piano normativo che su quello strettamente operativo, diverse misure;

   tra queste misure si segnalano il decreto-legge n. 34 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 56 del 2023, e il decreto-legge n. 137 del 2024, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 171 del 2024, che hanno fortemente rafforzato il quadro sanzionatorio penale vigente, nonché un piano di ampliamento dei posti e presidi di polizia e specifiche misure per i reparti di urgenza –:

   quali ulteriori e specifiche iniziative di competenza siano state assunte o intendano assumere per potenziare le misure di sicurezza a tutela del personale medico alla luce dei nuovi rischi per la loro incolumità illustrati in premessa.
(4-04947)


   CARMINA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 5 maggio 2025, fonti di stampa hanno riportato la notizia di un tragico naufragio avvenuto nel Mediterraneo centrale, a seguito del quale risultano disperse o decedute circa 50 persone;

   l'imbarcazione era stata precedentemente segnalata dall'organizzazione non governativa Alarm Phone, che aveva lanciato un'allerta circa la presenza di un barcone in pericolo;

   secondo quanto riferito da Alarm Phone, le autorità libiche avrebbero dichiarato che l'imbarcazione era stata soccorsa dalle autorità italiane, circostanza che, tuttavia, non è mai stata confermata ufficialmente;

   nei giorni successivi alla segnalazione non sono pervenute comunicazioni chiare circa l'esito delle operazioni di soccorso;

   secondo la testimonianza dei due unici sopravvissuti, l'imbarcazione si sarebbe capovolta in mare dopo lo scoppio di un incendio a bordo, costringendo i passeggeri a gettarsi in acqua;

   i due superstiti sarebbero stati salvati da pescatori tunisini e condotti a terra, dove hanno riferito che tutti gli altri passeggeri risultavano dispersi;

   si tratta dell'ennesima tragedia che colpisce migranti in transito nel Mediterraneo, con dinamiche spesso segnate da mancanza di coordinamento tra le autorità competenti e scarsa trasparenza nei soccorsi in mare –:

   se i Ministri interrogati fossero a conoscenza dell'imbarcazione segnalata da Alarm Phone e, in caso affermativo, quali azioni siano state intraprese dalle autorità italiane in merito alla segnalazione di pericolo;

   se corrisponda al vero quanto dichiarato dalle autorità libiche circa un presunto intervento di soccorso italiano e, in tal caso, per quale motivo tale informazione non sia stata ufficialmente comunicata;

   se il Governo intenda chiarire pubblicamente la dinamica dei fatti e fornire un resoconto completo delle comunicazioni intercorse tra i centri di coordinamento Search and rescue coinvolti;

   quali iniziative urgenti i Ministri interrogati intendano adottare per migliorare il coordinamento e la trasparenza nelle operazioni di soccorso in mare, in particolare per prevenire il ripetersi di simili tragedie.
(4-04950)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazioni a risposta scritta:


   MICHELOTTI e LA PORTA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   presso il comune toscano di Castagneto Carducci (Livorno), oramai da decenni, risiede il signor Michelangelo Fedele, soggetto ben conosciuto dagli organi giudiziari in quanto condannato per reati di usura ad anni 10 e mesi 10 per passaggio in giudicato delle sentenze nel febbraio 2024;

   secondo gli articoli di cronaca sul tema, ed in ossequio ai princìpi relativi allo status di ultrasettantenne di cui all'articolo 47-ter dell'ordinamento penitenziario, il signor Fedele ha richiesto la misura alternativa della detenzione domiciliare stante l'incompatibilità con la misura custodiale;

   a seguito delle suindicate decisioni allo stesso Fedele risultano confiscati numerosi beni immobili e attività commerciali, nonché ingenti somme di denaro, in applicazione della legge antimafia n. 109 del 1996;

   uno dei passaggi più importanti di tale misura di sicurezza, è stato senza dubbio quello del 17 gennaio 2025 nell'ambito del «tour dei beni confiscati alla Mafia», promosso dalla fondazione Caponnetto con il patrocinio della regione Toscana, in cui è stata celebrata alla presenza di istituzioni, forze dell'ordine e di una delegazione di studenti dell'Istituto comprensivo statale «Giosuè Borsi», la presa in consegna di un immobile confiscato proprio a Michelangelo Fedele, a riprova della conoscenza del contesto criminale in cui si trovava;

   in data 26 marzo 2025 i piccoli alunni della scuola dell'infanzia «Il Parco», appartenente all'Istituto comprensivo «Giosuè Borsi» di Castagneto Carducci (Livorno) sono stati accompagnati, nell'ambito di un'uscita didattica autorizzata dal dirigente scolastico, finalizzata alla conoscenza del mondo animale presso un'azienda agricola riconducibile alla famiglia Fedele, utilizzando lo scuolabus messo a disposizione dall'Amministrazione comunale;

   l'azienda agricola in questione non risulta iscritta come «fattoria didattica» secondo i requisiti previsti dalla normativa vigente, mentre nel territorio comunale sono presenti strutture idonee e riconosciute a svolgere tale funzione educativa;

   la visita è stata oggetto di un video diffuso sui social network ad opera dalla figlia del signor Michelangelo Fedele, con immagini dello scuolabus comunale, degli alunni e delle attività svolte dagli studenti in tenerissima età senza apparenti misure di tutela della loro identità in evidente violazione delle norme a tutela della privacy;

   in data 24 aprile 2025, stimolata da un atto di sindacato ispettivo, la prima cittadina Sandra Scarpellini ha confermato che vi sono stati vizi nell'iter organizzativo ed autorizzativo ad opera della dirigenza scolastica, confermando che quest'ultima non avrebbe valutato con sufficiente attenzione gli aspetti di inopportunità legati alle figure adulte coinvolte nel luogo dell'uscita didattica denominata «Fattoria Fedele», perché di loro proprietà e comunque facilmente intellegibile –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza se le forze dell'ordine locali siano state o meno informate della gita scolastica;

   se i Ministri interrogati ritengano compatibile con i princìpi dell'educazione alla legalità, nonché con le politiche di contrasto alla criminalità organizzata, l'iniziativa promossa dall'Istituto comprensivo statale «Giosuè Borsi» in una struttura non riconosciuta come fattoria didattica;

   se i Ministri interrogati ritengano di effettuare opportuni approfondimenti in merito all'iter decisionale del dirigente scolastico che ha autorizzato l'anomala uscita didattica;

   se i Ministri interrogati ritengano di voler patrocinare eventi sul tema della legalità nel comune di Castagneto Carducci.
(4-04944)


   MORGANTE. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso 15 aprile 2025, gli organi di stampa hanno riportato la notizia secondo la quale nelle scuole primarie della provincia di Asti è stato distribuito un libro a fumetti intitolato «Perché hai due papà», che affronta il tema delle coppie omogenitoriali e della gestazione per altri;

   numerose sono state, a tal proposito, le segnalazioni di genitori preoccupati dal fatto che il volume, distribuito, peraltro, senza il necessario coinvolgimento preventivo delle famiglie e il loro consenso, sarebbe portatore del messaggio secondo il quale due padri possono avere un figlio, dopo averlo acquistato da una donna, in tal caso si configurerebbe la pratica della maternità surrogata che in Italia è reato;

   in particolare, vi è il rischio concreto a parere dell'interrogante che la distribuzione del libro da parte degli insegnanti, figure di riferimento per bambini, in una delle fasi più importanti della loro crescita, si concretizzi in un vero e proprio «indottrinamento», trasmettendo ai bambini una visione distante dalla famiglia naturale;

   tale episodio, non certamente isolato, impone la necessità di una riflessione profonda, non più rinviabile, sulla necessità di fornire le famiglie di idonei strumenti come il consenso informato obbligatorio e preventivo quando, nelle scuole, vengono proposte tematiche delicate che incidono sullo sviluppo dei bambini e la cui primaria competenza spetta alla famiglia;

   la scuola deve rimanere per tutti come l'ambiente di fiducia per eccellenza, privo di ideologie di qualsivoglia natura, rispettoso di tutte le differenze e con tutti generosa nel favorire la crescita dei bambini. È fondamentale educare i bambini a rispettare ogni persona in modo che nessuno possa diventare oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste;

   a ciò, si aggiunge l'ulteriore, non secondaria, considerazione secondo cui a giudizio dell'interrogante il diritto-dovere educativo della famiglia non può essere delegato né usurpato da altri, il bambino ha diritto a crescere con una mamma e un papà e proprio all'interno della famiglia può e deve essere educato a riconoscere la bellezza della differenza sessuale. Da parte sua, la scuola è chiamata a interagire con la famiglia in modo sussidiario e a dialogare con questa rispettandone la cultura, l'orizzonte valoriale e religioso di riferimento –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere al fine di chiarire quanto successo nelle scuole primarie della provincia di Asti, assumendo ogni opportuna iniziativa al fine di prevenire analoghi episodi.
(4-04946)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SPORTIELLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'assegno di cura è una misura che mira a sostenere le famiglie nel prendersi cura di persone con disabilità gravissima e grave, assistite a domicilio;

   la legge di bilancio 2022, al comma 164, dispone che «le Agenzie di tutela per la salute garantiscono l'offerta dei servizi e degli interventi di cui alle aree individuate al comma 162. L'offerta può essere integrata da contributi, diversi dall'indennità di accompagnamento di cui alla legge 11 febbraio 1980, n. 18, per il sostegno della domiciliarità e dell'autonomia personale delle persone anziane non autosufficienti e il supporto ai familiari che partecipano all'assistenza»;

   quanto disposto al predetto comma è a valere sull'Fna (Fondo per la non autosufficienza) e, nel riparto, le regioni sono tenute a rendicontare l'impiego delle risorse;

   dal 2019 il riparto delle risorse del Fondo per la non autosufficienza fa parte integrante del piano per la non autosufficienza di durata triennale: l'erogazione è condizionata alla rendicontazione delle regioni sull'utilizzo delle risorse ripartite nel secondo anno precedente a quello corrente;

   più precisamente, per quanto concerne i criteri di riparto del programma assegni di cura e voucher della regione Campania:

   il 70 per cento delle risorse del Fondo per la non autosufficienza destinate annualmente agli assegni di cura o voucher viene ripartito in favore degli ambiti territoriali sulla base della rilevazione del fabbisogno in termini di non autosufficienti ad alto carico assistenziale e di gravissimi di riferimento presentato entro la data stabilita annualmente dalla direzione politiche sociali con specifiche comunicazioni, a condizione che i medesimi abbiano rendicontato una quota minima del 70 per cento delle risorse integralmente trasferite a valere sul medesimo fondo (ivi incluse le misure finalizzate al programma Vita indipendente) a partire, per la prima programmazione ai sensi del Fondo per la non autosufficienza 2023, dall'annualità 2021;

   il 10 per cento delle risorse residue rispetto all'ammontare complessivo del Fondo per la non autosufficienza per assegni di cura viene assegnato, sulla base della popolazione residente, in favore degli ambiti territoriali che hanno rendicontato al 1° marzo di ciascun anno una quota minima del 90 per cento delle risorse afferenti al medesimo fondo (ivi incluse le misure finalizzate alla vita indipendente) riferite al secondo anno precedente a quello di riferimento (a partire dall'anno 2020);

   il restante 20 per cento delle risorse di cui trattasi viene ripartito sulla base della popolazione residente in favore di tutti gli ambiti territoriali, al fine di garantire maggiore omogeneità territoriale all'accesso alle prestazioni per le persone non autosufficienti o gravissimi, nonché a garanzia di un livello minimo di risorse disponibili anche per gli ambiti che non presenteranno entro i termini la programmazione di ambito;

   la legge di bilancio per il 2024 (legge n. 213 del 2023, articolo 1, commi 198-200) ha operato una ridefinizione in termini uniformi, degli obblighi di monitoraggio e di rendicontazione – da parte delle regioni – degli interventi inerenti ai livelli essenziali delle prestazioni sociali relativi al settore della non autosufficienza nonché degli interventi di sostegno ai soggetti con disabilità grave e alle relative famiglie, rendicontazione che è resa al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   la rendicontazione, come da ultimo ridefinita dalla legge di bilancio 2024, sembra stia di fatto rallentando la concreta erogazione degli assegni di cura e sono sempre più numerose le persone con disabilità, anche gravissima, e le loro famiglie deprivate di questo fondamentale sostegno –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se possano illustrare quali siano le possibili soluzioni per la tempestiva erogazione degli assegni di cura alle persone con disabilità e le loro famiglie.
(5-03941)

Interrogazione a risposta scritta:


   LA PORTA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si registra da anni a Prato e provincia una presenza crescente di fenomeni di sfruttamento lavorativo, in particolare all'interno di alcune imprese gestite da imprenditori di nazionalità cinese che operano in condizioni di irregolarità sia in termini di sicurezza sul lavoro sia di rispetto delle norme fiscali oltre che di criminalità organizzata;

   vi sono numerose segnalazioni e inchieste che evidenziano condizioni di lavoro degradanti, orari massacranti, salari al di sotto dei minimi contrattuali e gravi violazioni delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, spesso a carico di manodopera straniera, talvolta clandestina;

   da un articolo di giornale uscito su «il Tirreno» il 13 marzo 2025 si apprende peraltro che il sindaco di Prato Ilaria Bugetti è stata finanziata in campagna elettorale da alcuni imprenditori cinesi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di controlli effettuati dagli uffici competenti del medesimo e dall'ispettorato del lavoro nelle aziende «Maglificio CXL» e «Giupel» di Xu Qiulin in Prato, maglificio «Miss Lucky», «DDA pronto moda» e «Miss Fashion di Teresa Lin» entrambe con sede in Carmignano, nelle aziende degli imprenditori HU Jinxi, Wang Liping, Wang Zengli.
(4-04942)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GIRELLI, FURFARO, CIANI e STUMPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la carenza di medici di famiglia è ormai una vera e propria emergenza nazionale che colpisce il Servizio sanitario nazionale, mettendo di fatto sempre più in discussione il diritto fondamentale alla cura e all'assistenza, previsto dall'articolo 32 della Costituzione;

   in particolare, sono le fasce più deboli della popolazione ad essere minacciate da un fenomeno che è stato colpevolmente ignorato nel corso degli anni;

   basti ricordare le dichiarazioni dell'allora Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti, che affermava nell'agosto 2019: «nei prossimi 5 anni mancheranno 45 mila medici di base, ma chi va più dal medico di base, senza offesa per i professionisti qui presenti? Nel mio piccolo paese vanno a farsi fare la ricetta medica, ma chi ha almeno 50 anni va su Internet e cerca lo specialista. Il mondo in cui ci si fidava del medico è finito»;

   una sottovalutazione del problema che certamente, a parere degli interroganti, non appartiene ad un solo colore politico ma che ancor più certamente non si risolve con provvedimenti emergenziali, come quello previsto dall'ultimo decreto della pubblica amministrazione che ha consentito ai medici di famiglia che lo ritengano di prolungare la loro età pensionabile da 70 a 73 anni;

   secondo l'ultimo rapporto della Fondazione Gimbe, mancano già oggi oltre 5.500 medici di medicina generale e nei prossimi anni la situazione è destinata a peggiorare. Ulteriori dati confermano la criticità della situazione: dal 2019 all'inizio del 2024 i medici di medicina generale sono calati da 42.428 a 37.260, ossia 5.168 in meno;

   secondo la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) 7.345 medici di base raggiungeranno tra il 2025 e il 2027 il limite per l'età pensionabile;

   le regioni che soffrono di più di questa crisi sono la Lombardia, dove, secondo la stampa, si ha un medico di famiglia ogni 1.716 abitanti, mentre la media italiana è di uno ogni 1.583 abitanti, ma la situazione è grave in tutto il Paese mentre moltissimi concorsi vanno deserti –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per affrontare, anche in collaborazione con le regioni, una situazione che mette a rischio il diritto universale alla salute, previsto dall'articolo 32 della Costituzione.
(5-03942)


   GIRELLI, FURFARO, STUMPO e MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa riferiscono che molte famiglie di persone affette da malattie come l'Alzheimer rincontrano notevoli difficoltà nel trovare un posto per i familiari nelle residenze sanitarie per anziani (Rsa);

   queste difficoltà non sembrano essere legate a problematiche dovute alla malattia quanto conseguenze indirette di norme incerte e di una situazione estremamente complessa legata a chi debba caricarsi delle spese delle rette;

   come noto, in Italia le rette per le residenze sanitarie per anziani, pubbliche o private accreditate con il pubblico, sono composte da due tipi di prestazioni: sanitaria e sociali (dette anche «alberghiere»);

   il Servizio sanitario nazionale di norma rimborsa la quota sanitaria, nella maggior parte dei casi pari al 50 per cento della retta, mentre l'altra metà sarebbe a carico delle famiglie;

   numerose sentenze della Cassazione, però, sembra abbiano di fatto, ma non di diritto, modificato la situazione. La Cassazione, infatti, ha stabilito che in caso di malattie gravi (come appunto l'Alzheimer), anche la componente alberghiero assistenziale dovrebbe passare a carico del Servizio sanitario nazionale;

   la Cassazione ritiene che alcune malattie prevedono terapie e assistenza coincidenti e connesse. Se il mancato ricovero in residenze sanitarie assistenziali dovesse influire negativamente sul piano terapeutico personalizzato, minando lo stato di salute del paziente, assistenza e sanità non possono essere scisse e devono essere a carico dello Stato;

   il problema sta, però, nel fatto che lo Stato non ha modificato i criteri sopra ricordati mentre molte famiglie stanno sospendendo i pagamenti della parte di retta di loro competenza;

   questa situazione sta avendo come conseguenza il fatto che le residenze sanitarie per anziani temono di doversi sobbarcare costi insostenibili e, sempre a quel che risulta dalla stampa, starebbero preferire ammettere nelle proprie strutture pazienti che non siano affetti da Alzheimer o da altre malattie legate a disturbi cognitivi;

   si tratta, quindi, di una situazione, già anticipata nell'interrogazione del gruppo del Partito Democratico in XII Commissione n. 5-02616, presentata l'11 luglio 2024 e al quale il Governo ha dato risposta il 20 dicembre 2024;

   tra l'altro nella replica l'interrogante osservava che «sia imminente il verificarsi di una situazione di emergenza per quanto riguarda l'assistenza agli anziani, (...)», e chiedeva già allora degli interventi del Governo incisivi per affrontare la situazione –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda intraprendere con urgenza il Ministro interrogato per affrontare la situazione sopra esposta, evitando sia che le famiglie siano costrette a lunghe ed ingiustificate liste d'attesa, sia che le residenze sanitarie per anziani si trovino nell'impossibilità di accogliere le persone che ne avrebbero diritto, non potendo correre il rischio di non poter coprire i costi per l'assistenza, essendo costrette, per questo, anche a chiudere i «punti Alzheimer», reparti dedicati appositamente al trattamento di quel tipo di patologia.
(5-03943)

SPORT E GIOVANI

Interrogazione a risposta scritta:


   MALAVASI, MANZI, BERRUTO e SIMIANI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   il progetto «Bici in comune», promosso dal Ministro interrogato in collaborazione con Sport e Salute Spa e Anci ha l'obiettivo di promuovere la bicicletta come strumento di mobilità sostenibile per migliorare la qualità della vita delle città e promuovere stili di vita sani e attivi;

   il progetto ha una dotazione finanziaria netta di 12.600.000 euro ed è rivolto a tutti i comuni italiani che potranno individuare una o più linee di attività: dal finanziamento di progettualità legate al mondo della bicicletta per la promozione del benessere, dei corretti stili di vita, all'accesso a fondi per la messa in sicurezza e riqualificazione dei percorsi ciclabili o per l'installazione di arredi urbani per bici in luoghi di aggregazione. È prevista la possibilità di richiedere finanziamenti anche per l'organizzazione di eventi sportivi ciclistici, per la promozione della pratica e delle attività cicloturistiche;

   ogni comune riceve un contributo massimo erogabile relativo al numero di abitanti. Per i comuni fino a 5 mila abitanti, il contributo massimo sarà di 50 mila euro, che sale sino a 80 mila per le realtà sino a 50 mila abitanti. Per i comuni sino a 300 mila abitanti il finanziamento massimo sarà di 113 mila euro che arriva a 150 mila per le città con più di 300 mila abitanti;

   il 28 aprile 2025, all'esito della selezione dei progetti, sono risultati ammessi al finanziamento 201 comuni che riceveranno direttamente il finanziamento, cui se ne aggiungono altri 270 che saranno partner dei progetti ritenuti idonei;

   in relazione ai 270 comuni «partner di progetti ritenuti idonei» non è però chiaro a quale previsione dell'avviso pubblico si faccia riferimento e sulla base di quali criteri saranno selezionati –:

   sulla base di quali criteri, previsti dall'avviso pubblico pubblicato sul sito di Sport e Salute Spa, saranno selezionati i 270 comuni aggiuntivi partner dei progetti ritenuti idonei.
(4-04951)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Pastorino e Ghirra n. 4-04852, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 aprile 2025, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Casu, Cherchi, Lai.

  L'interrogazione a risposta immediata in assemblea Bignami e altri n. 3-01932, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 maggio 2025, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tremaglia.