XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta immediata:
BIGNAMI, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI e ROSCANI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
le nuove generazioni rappresentano il futuro dell'Italia: investire sulle politiche per i giovani significa liberare nuove energie, aprirsi all'innovazione, coltivare talenti, produrre sviluppo; significa costruire il nostro futuro;
le politiche giovanili hanno rappresentato sin da subito una meta fondamentale dell'agenda politica del Governo Meloni, declinandosi in diverse misure, dal sostegno all'istruzione al rafforzamento del mercato del lavoro, ma anche in misure di contrasto del disagio e della criminalità minorile e della povertà educativa;
quanto accaduto a Caivano ha alzato il velo su una realtà difficile che per troppo tempo non aveva conosciuto la presenza dello Stato; una situazione a cui il Governo ha prontamente risposto con misure non meramente punitive di condotte delinquenziali minorili, ma di promozione di specifici percorsi socio-educativi, finalizzati al reinserimento e alla rieducazione del minore autore di condotte criminose; interventi per il contrasto del fenomeno della dispersione scolastica, mediante il rafforzamento dei meccanismi di controllo e verifica dell'adempimento dell'obbligo scolastico e l'introduzione di una nuova fattispecie di reato per i casi di elusione; nonché misure per il risanamento, la riqualificazione e la sicurezza di territori a rischio emarginazione e per lo sviluppo economico e sociale delle aree periferiche;
i recenti dati nazionali dicono, purtroppo, che un giovane su dieci in Italia abbandona precocemente gli studi; un bambino su cinque tra i 6 e i 10 anni non pratica sport; il 12 per cento del mondo giovanile adolescenziale è a rischio di dipendenza da videogiochi; accanto alle dipendenze legate all'uso esclusivo di sostanze, preoccupa la diffusione di nuove dipendenze, come le dipendenze comportamentali e l'aumento di episodi di bullismo e cyberbullismo;
appare, quindi, sempre più evidente la necessità di prevenire e contrastare il fenomeno del disagio giovanile in tutte le sue forme, al fine di proporre strumenti volti ad affrontare forme di marginalità, emarginazione e devianza minorile, che possono anche sfociare in comportamenti illegali, promuovendo, nel contempo, tra i giovani stili di vita sani, l'accesso paritario allo sport, quale fondamentale strumento educativo e sociale, sostenendo, in particolare, le famiglie in condizioni di svantaggio economico e sociale, una cultura della responsabilità, della partecipazione, della solidarietà e del divertimento legale, da contrapporre a ogni forma di violenza e/o illegalità –:
quali ulteriori iniziative di competenza il Governo abbia assunto o intenda assumere per intercettare e contrastare in tempo le cause dei fenomeni legati al disagio giovanile, nonché potenziare e sviluppare adeguati programmi di prevenzione.
(3-01948)
MANES. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
per le elezioni europee i meccanismi di tutela contenuti nella legge 24 gennaio 1979, n. 18, in favore delle minoranze linguistiche, non consentono alla regione Valle d'Aosta di avere una ragionevole possibilità di ottenere un seggio al Parlamento europeo;
l'articolo 12 della legge n. 18 del 1979 prevede delle norme speciali per i partiti politici espressi dalle (sole) minoranze di lingua francese in Valle d'Aosta, tedesca nella provincia di Bolzano e slovena nel Friuli Venezia Giulia;
si tratta della possibilità di presentare una lista di candidati autonomi collegata a una lista nazionale presente in tutte le circoscrizioni, all'interno della circoscrizione pluriregionale. Il listino di minoranza linguistica collegato deve comprendere tre candidati ed è possibile esprimere una sola preferenza. Concluse le elezioni, i candidati delle due liste (nazionale e collegata) della stessa circoscrizione sono uniti in un'unica graduatoria sulla base delle preferenze;
il collegamento può far scattare un meccanismo di sostituzione per mezzo del quale il candidato della minoranza linguistica, che abbia ottenuto almeno 50.000 preferenze e che non risulti eletto, acceda al Parlamento europeo al posto dell'ultimo eletto della lista nazionale;
la cifra di 50.000 preferenze è totalmente illogica se considerata a difesa di una minoranza linguistica di circa 101.729 elettori (dati Ministero dell'interno – elezioni Parlamento europeo 8-9 giugno 2024) come quella valdostana e risulta, infatti, irraggiungibile per qualsiasi candidato valdostano;
pertanto, a giudizio dell'interrogante, non viene garantita l'eguaglianza sostanziale richiesta dall'articolo 3 della nostra Costituzione e appare non rispettato il dettato dell'articolo 6 della stessa Carta, secondo il quale la Repubblica italiana deve tutelare le minoranze linguistiche con apposite norme;
la Valle d'Aosta ha avuto nella storia un solo caso di parlamentare europeo, nel 1999, quando Luciano Caveri ottenne 29.000 preferenze, che non furono comunque sufficienti e poter accedere solamente nel 2000 a seguito delle dimissioni di Massimo Cacciari –:
quale soluzione venga prospettata dal Governo per adottare misure che rendano equa la competizione elettorale per le elezioni europee per la comunità valdostana.
(3-01949)
BONELLI, FRATOIANNI, ZANELLA, BORRELLI, DORI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
i feroci attacchi terroristici di Hamas contro inermi cittadini israeliani del 7 ottobre 2023, che sono stati condannati dagli interroganti, hanno innescato una spirale di inaudita violenza nella Striscia di Gaza con ospedali, campi profughi, scuole bombardate e medici e paramedici giustiziati dall'esercito israeliano a sangue freddo;
secondo Save the Children, oltre il 93 per cento dei bambini di Gaza, circa 930.000, sono a rischio critico di carestia, mentre i nuovi dati dell'Integrated food security phase classification (Ipc), la principale autorità internazionale che misura le crisi della fame, rivelano che il 1° aprile e il 10 maggio 2025 la malnutrizione acuta ha raggiunto livelli di allerta e grave (fase 4 e 5) della classificazione di malnutrizione acuta dell'Ipc. Si prevede che la malnutrizione acuta nei governatorati di Gaza Nord, Gaza e Rafah raggiungerà il livello carestia tra l'11 maggio e la fine di settembre 2025 e coinvolgerà 1 milione di palestinesi;
la fame come metodo di guerra è severamente vietata dal diritto internazionale ed è considerata un crimine di guerra. Anche negare l'assistenza umanitaria costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario;
davanti all'invasione dell'Ucraina una parte significativa della comunità internazionale ha adottato reiterate sanzioni nei confronti della Russia. Di fronte alle ripetute violazioni israeliane delle risoluzioni delle Nazioni Unite, sia dell'Assemblea generale che del Consiglio di sicurezza, ai crimini di guerra reiterati di Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania, alle violazioni sistematiche del diritto internazionale, all'occupazione militare, non c'è nessun atto se non l'auspicio, ipocrita, e la raccomandazione a Israele perché si difenda con proporzionalità;
dopo il 7 ottobre 2023 in West Bank sono aumentate le demolizioni delle case e l'occupazione delle terre palestinesi, che avvengono con il sostegno dell'esercito israeliano che ha distribuito armi da fuoco ai coloni;
la Commissione d'inchiesta internazionale indipendente sui territori palestinesi occupati, un organo dell'Onu, ha accusato Israele di aver commesso «atti genocidari» per avere distrutto sistematicamente cliniche riproduttive e altre strutture destinate alla salute sessuale delle donne palestinesi nella Striscia di Gaza e per avere usato la violenza sessuale come metodo di guerra –:
di fronte agli orrori solo in minima parte descritti, alla fame usata come strumento di guerra per annientare una popolazione, a seguito dell'annunciato piano del Governo israeliano dell'occupazione di tutta la Striscia di Gaza e conseguente deportazione del popolo gazawi e alla luce di quanto accaduto a Gaza e in Cisgiordania, se oggi intenda condannare l'operato di Netanyahu, anche richiamando l'ambasciatore italiano in Israele.
(3-01950)
MOLINARI, IEZZI, BAGNAI, COIN, FURGIUELE, BORDONALI, ZIELLO, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BARABOTTI, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DE BERTOLDI, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZINZI e ZOFFILI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
fin dal suo insediamento l'attuale Governo ha mostrato particolare sensibilità e attenzione al comparto sicurezza, adottando diversi interventi normativi finalizzati al potenziamento degli organici e delle capacità operative delle forze dell'ordine, nonché al rafforzamento delle tutele a favore della loro incolumità;
a partire dalla prima legge di bilancio con l'istituzione di un fondo per le assunzioni straordinarie e con il ripristino del turn over al 100 per cento, è stata effettuata un'inversione di tendenza storica rispetto ai tagli operati nel passato con la «legge Madia», i cui effetti hanno ancora oggi pesanti conseguenze;
inoltre, sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro per il rinnovo contrattuale del comparto sicurezza-difesa (con 200 euro lordi e 100 euro netti in più in busta paga a partire dalle qualifiche base), mentre altri 100 milioni di euro sono stati destinati al pagamento degli straordinari delle forze di polizia;
sempre con un'inversione di tendenza rispetto al passato, sono stati assegnati 1.800 militari in più all'operazione «strade sicure», dei quali 800 a presidio delle stazioni ferroviarie;
con riguardo agli strumenti in dotazione, oltre al taser, che si è rivelato un indispensabile strumento di deterrenza e di tutela, grazie al cosiddetto decreto-legge sicurezza n. 48 del 2025 le forze di polizia saranno dotate di dispositivi di videosorveglianza per registrare l'attività nei servizi di mantenimento dell'ordine pubblico;
con il cosiddetto decreto-legge Caivano sono state poi potenziate le misure di prevenzione, quali il daspo, l'avviso orale o l'ammonimento, in particolare per il contrasto alla criminalità minorile;
con l'obiettivo di valorizzare la specificità delle diverse componenti del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, è stato approvato il disegno di legge governativo, poi divenuto legge n. 42 del 2025, in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco: un provvedimento molto atteso dai lavoratori del settore e un altro impegno che questo Governo ha mantenuto;
da ultimo, in ordine temporale e non di importanza, con il decreto-legge sicurezza citato, fortemente voluto dal Governo, nell'ottica di contrastare la preoccupante e dilagante deriva di violenza e intolleranza verso le forze dell'ordine, l'Esecutivo è intervenuto sul quadro sanzionatorio relativamente agli atti di violenza commessi ai loro danni e, contestualmente, sono state implementate le misure di assistenza legale e il relativo supporto finanziario –:
se e quali ulteriori iniziative di competenza il Governo intenda adottare a tutela delle forze dell'ordine e del comparto del soccorso pubblico ed a supporto del loro operato.
(3-01951)
BARELLI, NEVI, DEBORAH BERGAMINI, CANNIZZARO, DALLA CHIESA, BATTILOCCHIO, D'ATTIS, BENIGNI, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTISTONI, BELLOMO, BOSCAINI, CALDERONE, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CASTIGLIONE, CATTANEO, CORTELAZZO, ENRICO COSTA, DE MONTE, DE PALMA, FASCINA, GATTA, GENTILE, LOVECCHIO, MANGIALAVORI, MARROCCO, MAZZETTI, MULÈ, ORSINI, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI e TENERINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
il Patto verde europeo (cosiddetto Green deal europeo) è un piano composto da una serie di politiche che ha come obiettivo finale il raggiungimento della neutralità climatica in Europa entro il 2050;
il Green deal, seppure condivisibile negli obbiettivi generali, in fase di attuazione si è caratterizzato fin dalla sua adozione nel 2019 per un'eccessiva rigidità di natura ideologica, perdendo di vista la questione sociale che si pone e che non può essere scissa dalla tutela ambientale;
un eccesso di procedure burocratiche insite nel Green deal hanno prodotto un impatto negativo in termini di competitività e produttività in diversi settori economici, senza apportare significativi vantaggi in termini di tutela dell'ambiente;
tra i settori più colpiti vi è quello dell'automotive, per il quale è previsto il divieto di produzione dei motori endotermici entro il 2035;
il settore riscontra da diversi anni una forte crisi, non solo in Italia, ma anche a livello europeo, dove nel 2023 la produzione, con 12 milioni di veicoli, si è attestata a circa la metà della capacità produttiva teorica. In Italia i primi mesi dell'anno 2025 hanno registrato un calo del 25,3 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2024, della produzione dell'intero comparto, riduzione che è giunta addirittura al 63 per cento per quanto riguarda la produzione delle sole autovetture;
il Governo lavora da tempo alla riforma del Green deal per coniugare l'obiettivo della transizione ecologica con quello della tutela della competitività. A tal fine sono stati presentati in sede europea diversi documenti strategici in collaborazione con altri Paesi che prevedono specifiche proposte sulla semplificazione normativa con i Paesi Bassi, sulla revisione del Cbam con la Polonia, sul settore automotive insieme alla Repubblica Ceca, sullo spazio con la Germania e sulla microelettronica nuovamente con i Paesi Bassi;
tale posizione strategica è stata ulteriormente confermata e rafforzata dal Presidente del Consiglio dei ministri e da diversi esponenti nel Governo alla luce del possibile mutamento dello scenario internazionale in merito alle politiche commerciali –:
quali ulteriori iniziative intenda assumere il Governo per proseguire nell'opera di riforma del Green deal al fine di coniugare due obbiettivi strategici irrinunciabili e complementari: la tutela ambientale e la competitività economica e produttiva.
(3-01952)
RICHETTI, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO, SOTTANELLI, ONORI, PASTORELLA, ROSATO e RUFFINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri — Per sapere – premesso che:
la competitività economica italiana è condizionata da tre fattori che concorrono a deprimere un tasso di crescita tornato negli ultimi trimestri vicinissimo allo zero: il costo dell'energia elettrica, l'inservibilità degli incentivi per migliorare l'efficienza delle imprese e il collasso del settore automotive;
nel 2024 l'Italia ha registrato il prezzo medio dell'energia elettrica in borsa più alto dell'Unione europea: il doppio rispetto alla Francia, il 70 per cento in più della Spagna e il 30 per cento in più della Germania. In attesa dell'annunciato rilancio del programma nucleare nazionale, i cui tempi rimangono aleatori (con il disegno di legge governativo ancora mai arrivato in Parlamento), serve una strategia di emergenza per la riduzione del costo dell'energia, che passa, in primo luogo, dalla possibilità di autorizzare il Gestore dei servizi energetici a prelevare a prezzo equo una quota dell'energia prodotta, remunerandola con un contratto a due vie, e di cederla ai consumatori industriali, nonché di condizionare il rinnovo delle concessioni idroelettriche alla definizione di un prezzo dell'energia concordato, non collegato a quello di borsa;
i piani «Transizione 4.0» e «Transizione 5.0» andranno a scadenza alla fine del 2025. Il secondo versa in una auto-paralisi burocratica e ha mancato totalmente i propri obiettivi, essendo stati prenotati, ovvero utilizzati, meno di 900 milioni a fronte dei 6,2 miliardi di euro disponibili, proprio mentre il primo veniva pesantemente ridotto. La soluzione d'emergenza più razionale sarebbe dirottare le risorse inutilizzate di «Transizione 5.0» per aggiornare e prorogare «Transizione 4.0»;
Stellantis è passata in Italia da oltre un milione di veicoli prodotti nel 2017 a meno di mezzo milione nel 2024, con una riduzione della forza lavoro da circa 60 mila a 47 mila unità. Questo fenomeno ha aggravato nel nostro Paese la crisi dell'intero settore, con tutti i produttori europei che, peraltro, soffrono la concorrenza cinese. Non è ragionevole limitarsi a sperare nel rispetto dei nuovi impegni dei vertici di Stellantis ed è necessario tornare a potenziare il Piano automotive, pesantemente ridimensionato dalla legge di bilancio per il 2025, con un taglio di 4,6 miliardi di euro fino al 2030 –:
come intenda procedere per rimediare ai gravi problemi di competitività del sistema produttivo nazionale e alle necessità esposte in premessa, con particolare riferimento alla riduzione del costo dell'energia, al rilancio tempestivo del programma nucleare, del piano «Transizione 4.0» e al potenziamento del Fondo automotive.
(3-01953)
BOSCHI, BONIFAZI, DEL BARBA, FARAONE, GADDA, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
gli ultimi dati Istat e il quadro macroeconomico nazionale descrivono una situazione allarmante, con la fiducia dei consumatori e delle imprese in calo e gli indici di produzione e vendite in diminuzione, complice anche il forte deterioramento del potere di acquisto delle famiglie, le stime di crescita e le incertezze derivanti dalle variabili esogene, aumentate dall'acuirsi dei conflitti bellici in corso;
tale contesto, fortemente condizionato dal rischio di una guerra commerciale globale e dell'imposizione di dazi statunitensi sui prodotti italiani, risulta aggravato dall'inerzia del Governo –:
quali siano le tre principali riforme in ambito economico che il Governo intende adottare per fronteggiare l'attuale congiuntura economica.
(3-01954)
LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CARFAGNA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
dopo anni di tagli lineari ai fondi destinati alla sanità, il Governo Meloni ha compiuto importanti passi avanti per garantire il diritto alla salute dei cittadini, mantenendo la promessa di mettere al centro dell'agenda politica, tra le altre, criticità che in passato non erano mai state affrontate efficacemente, quali l'abbattimento delle liste d'attesa e la cronica carenza di medici e personale sanitario;
dal 2025 il fondo sanitario nazionale è arrivato a 136,5 miliardi di euro e a una spesa pro capite di 2.317 euro, con un aumento di oltre 9 miliardi di euro in due anni. In dieci anni, tra il 2010 e il 2019, prima della pandemia, l'aumento era stato di 8,2 miliardi di euro;
con gli accordi di coesione stipulati in questi anni con le regioni, sono stati messi a disposizione, inoltre, 1,3 miliardi di euro per investimenti negli ospedali e con la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati previsti ulteriori 750 milioni di euro da investire sempre sulla sanità;
sono state approvate importanti misure che affrontano in modo strutturale i molteplici fattori che hanno contribuito a un aumento delle liste d'attesa: l'istituzione di un sistema nazionale di monitoraggio delle liste, accompagnato da un adeguato e doveroso meccanismo di controlli, premialità e sanzioni; l'ampliamento dell'offerta con il cup unico regionale o intraregionale, per mettere a disposizione sia le prestazioni erogate dal pubblico, sia le prestazioni erogate dal privato accreditato, e l'implementazione, presso l'Agenas, di una piattaforma nazionale, per monitorare i tempi di erogazione delle prestazioni; la previsione di una flat tax al 15 per cento delle prestazioni orarie aggiuntive dei professionisti sanitari impegnati nella riduzione delle liste d'attesa e l'abolizione del tetto di spesa per le assunzioni dei medici e del personale sanitario, solo per citare alcune tra le principali misure adottate;
la sanità è di competenza delle regioni dalla riforma del titolo V del 2001, ma il Governo ha offerto il suo impegno per sostenere le regioni e affrontare il tema –:
quali ulteriori iniziative intenda assumere al fine di costruire, di concerto con le regioni, una sanità sempre più efficiente e vicina ai bisogni dei cittadini, con particolare riguardo all'abbattimento dei tempi delle liste di attesa.
(3-01955)
CONTE, RICCARDO RICCIARDI, AURIEMMA, ILARIA FONTANA, ALIFANO, QUARTINI e SANTILLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
nei Consigli europei del 6, 20 e 21 marzo 2025 è stato approvato il pacchetto da 800 miliardi di euro per sostenere il Piano ReArm Europe, al fine di incentivare un piano di riarmo europeo attraverso l'aumento degli investimenti a favore del comparto difesa;
una parte di tali risorse, 150 miliardi di euro, sotto forma di prestiti, genereranno nuovo debito pubblico, mentre la restante parte dei finanziamenti, circa 650 miliardi di euro, previsti da Rearm, graverebbe sui bilanci nazionali degli Stati membri, venendo però esclusa dal calcolo del rapporto tra deficit e prodotto interno lordo, una misura mai adottata nel caso di altri settori come sanità, ricerca e istruzione – soggetti invece da anni a significativi tagli per rispettare i parametri stringenti del Patto di stabilità;
16 Stati membri hanno chiesto lo scorporo delle spese per la difesa dal Patto di stabilità e di crescita europeo e l'attivazione della clausola di salvaguardia nazionale per utilizzare i finanziamenti pubblici dedicati ad investimenti nella difesa;
il ricorso a tale deroga avvantaggerebbe la Germania in primis, che ha una significativa capacità fiscale, consolidando il comparto produttivo dei Paesi che investono maggiormente nel comparto della riconversione industriale dalla civile alla militare, con scarso impatto sul nostro Paese, che anzi ne soffrirebbe in termini di competitività e innalzamento del debito pubblico;
all'Italia e all'Europa, piuttosto che la soluzione prospettata da Rearm Europe servirebbe un piano di rilancio e sostegno agli investimenti che promuovano la competitività, gli obiettivi a lungo termine e le priorità politiche dell'Unione europea, quali: spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi all'occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei, per rendere l'economia dell'Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile;
la possibilità di reindirizzare i fondi della politica di coesione verso le spese relative alla difesa, prospettata nel piano di riarmo, significherebbe distogliere tali fondi dalla finalità del rafforzamento della coesione economica e sociale, con grave pregiudizio per il riequilibrio territoriale, come priorità trasversale dell'Unione e senza alcuna prospettiva concreta di difesa comune europea –:
se ritenga – ai fini di recuperare i valori fondanti dell'Unione europea – di non proseguire nel sostegno al piano di riarmo europeo «ReArm Europe/Readiness 2030», facendosi promotore invece di un piano di rilancio e sostegno agli investimenti che favorisca la competitività, gli obiettivi a lungo termine e le priorità politiche dell'Unione, a partire dalla spesa sanitaria, dal sostegno alle filiere produttive, dall'occupazione, dall'istruzione, per rendere l'economia dell'Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile.
(3-01956)
SCHLEIN, BRAGA, BONAFÈ, CIANI, GHIO, TONI RICCIARDI, DE LUCA, FERRARI, MORASSUT, ROGGIANI, CASU, FORNARO, DE MARIA, FURFARO, GIRELLI, MALAVASI e STUMPO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
il Servizio sanitario nazionale è prossimo al punto di non ritorno: liste di attesa infinite, il personale allo stremo sottoposto a turni massacranti e in fuga verso l'estero e il privato; mancano 65.000 infermieri e 30.000 medici; crescenti diseguaglianze territoriale e un aumento della mobilità sanitaria tra Sud e Nord;
secondo l'Istat nel 2023 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici per lunghi tempi di attesa, difficoltà di accesso, di cui 2,5 milioni di persone per motivi economici, quasi 600.000 in più del 2022. Rispetto al 2022 sono calate drasticamente anche le risorse per la prevenzione, scese del 18,6 per cento;
nonostante tale drammatico quadro la spesa sanitaria, secondo l'ultimo documento di finanza pubblica, rimane ferma al 6,4 per cento del prodotto interno lordo, con un prodotto interno lordo decrescente fino al 2028, ancora una volta inferiore rispetto agli altri Paesi europei, alle raccomandazioni Ocse e lontana dalla media europea del 7,5 per cento del prodotto interno lordo; secondo il rapporto della Corte dei conti 2022-2023, la spesa pro capite italiana è più bassa rispetto alla Germania del 53 per cento, rispetto alla Francia del 42 per cento;
la spesa pagata direttamente dai cittadini – che nel periodo 2021-2022 ha registrato un incremento medio annuo dell'1,6 per cento – nel 2023 si è impennata, aumentando del 10,3 per cento (+3.806 milioni di euro) in un solo anno;
la stessa attuazione della missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede importanti riforme e investimenti destinati a ridisegnare la sanità territoriale da realizzarsi entro il 2026, è in alto mare a 16 mesi dalla scadenza e si calcola che servirebbero almeno 33 mila unità di personale solo per le case e gli ospedali di comunità;
per quanto riguarda le 1.038 case della comunità dell'ultima rimodulazione, ad oggi, risultano completati solo 81 cantieri, pienamente operative 46, collaudate 38, pari al 2,6 per cento dell'obiettivo originale;
infine, era settembre 2024 quando il Ministro della salute annunciava un piano straordinario di assunzioni di 30.000 medici e infermieri per far fronte alla «gobba pensionistica» e scongiurare un blocco del Servizio sanitario nazionale, piano che ad oggi è rimasto solo sulla carta;
il decreto sulle liste d'attesa approvato dal Governo nel maggio 2024 era privo di nuove risorse e fortemente punitivo verso le regioni, che infatti lo contestano –:
quali misure urgenti il Governo intenda adottare affinché il Servizio sanitario nazionale non sia smantellato e sia assicurato a tutti il diritto alla salute come sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione.
(3-01957)
Interrogazione a risposta scritta:
ORFINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale) e la Cie (Carta d'identità elettronica) sono strumenti di autenticazione per l'accesso ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione e di altri enti;
è fondamentale garantire la massima trasparenza riguardo alle modalità di gestione e protezione dei dati personali degli utenti che utilizzano Spid e Cie;
l'accesso all'albo pretorio online è uno strumento cruciale per il controllo democratico, la partecipazione civica e la trasparenza amministrativa;
limitare l'accesso ai documenti dell'albo pretorio da parte di alcuni comuni, come quelli relativi agli appalti, tramite l'uso esclusivo di Spid/Cie dopo soli 15 giorni dalla pubblicazione, come segnalato, restringe significativamente la possibilità di consultazione e il pieno esercizio del diritto all'informazione dei cittadini per tutta la durata del rapporto contrattuale;
sono state segnalate numerose criticità successive alla consultazione di albi pretori tramite Spid e/o Cie, e l'associazione Tesori del Circeo ha sollevato la questione presentando una segnalazione al Garante della Privacy, suscitando preoccupazioni in merito alla sicurezza e alla riservatezza dei dati personali degli utenti, e sollecitando attività ispettive;
è necessario assicurare che l'utilizzo dello Spid e della Cie per l'accesso ai servizi pubblici, avvenga nel pieno rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali e garantisca la trasparenza amministrativa;
è fondamentale accertare se, dopo l'accesso agli albi pretori tramite Spid/Cie, sia possibile riscontrare eventuali anomalie o violazioni della privacy –:
se il Governo sia a conoscenza delle problematiche relative all'accesso all'albo pretorio online tramite Spid/Cie, riguardo alla limitazione temporale dell'accesso completo ai documenti e se risulti esservi una raccolta di dati personali successiva alla consultazione e quali iniziative urgenti per quanto di competenza intenda adottare affinché sia garantito che i documenti pubblicati sull'albo pretorio online, inclusi quelli relativi agli appalti, siano consultabili in modo agevole e per tutta la durata del rapporto contrattuale, senza limitazioni temporali;
se e quali verifiche interne, per quanto di competenza, siano state avviate in merito alle presunte violazioni della privacy connesse alla consultazione degli albi pretori tramite Spid/Cie e quali iniziative concrete si intendano intraprendere, per quanto di competenza, affinché siano tutelati i dati personali degli utenti, garantendo la piena conformità alla normativa sulla privacy;
se ritenga necessario adottare iniziative normative incisive per chiarire e regolamentare le modalità di accesso agli albi pretori online, assicurando un equilibrio tra l'utilizzo degli strumenti di identificazione digitale e la garanzia del diritto di accesso all'informazione e alla trasparenza amministrativa per tutti i cittadini.
(4-04993)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazione a risposta scritta:
GADDA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
dal 9 al 13 giugno 2025 si svolgerà a Nizza la terza Conferenza delle Nazioni Unite sull'Oceano (UNOC3) co-organizzata da Francia e Costa Rica;
tema principale della Conferenza sarà «Accelerare l'azione e mobilitare tutti gli attori per conservare e utilizzare in modo sostenibile l'oceano»;
la UNOC3 coinvolgerà tutte le parti interessate, riunendo Governi, organizzazioni intergovernative, istituzioni finanziarie internazionali, organismi internazionali, organizzazioni non governative, organizzazioni della società civile, istituzioni accademiche, organizzazioni filantropiche, comunità locali e altri attori per valutare le sfide e le opportunità relative all'attuazione dell'obiettivo 14 dell'Agenda 2030, nonché le azioni da intraprendere per raggiungerlo;
all'evento è stimato che parteciperanno 100 Capi di Stato, di Governo e circa 20.000 delegati provenienti da tutto il mondo;
pesca e acquacoltura sono settori strategici sia in termini occupazionali, sia dal punto di vista di un adeguato accesso al cibo e sostegno alle comunità locali. Malgrado ciò, dette attività sono spesso sottovalutate nel dibattito globale e si sottovaluta l'importanza di garantire giusta remunerazione e ricambio generazionale, fornendo a pescatori e comunità locali strumenti per fronteggiare gli effetti sempre più frequenti e dannosi dei cambiamenti climatici;
innalzamento delle temperature, aumento del cuneo salino, erosione costiera, diffusione di specie aliene, insieme a numerose altre criticità impattano sull'ecosistema e anche sulle attività di pesca e acquacoltura;
la pesca sostenibile è uno dei pilastri dell'Agenda 2030: i pescatori possono condividere buone pratiche, proporre soluzioni concrete fornendo un contributo attivo e impegnandosi nella transizione verso modelli di pesca più responsabili e resilienti nella direzione di una matura gestione degli stock ittici, della sostenibilità economica, sociale e ambientale del sistema e della transizione energetica;
partecipare alla UNOC3 significa valorizzarne pubblicamente il ruolo strategico e assumere impegni fattivi che non mortifichino il ruolo dei pescatori ma, anzi, lo valorizzino all'interno delle sfide globali;
la Commissione europea nelle prossime settimane renderà pubblica una comunicazione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'Ocean Pact europeo –:
se il Ministro interrogato sarà presente alla Conferenza UNOC3 del 9-13 giugno 2025 a Nizza, quali saranno, nel caso, la posizione e gli indirizzi che si intende assumere e se non ritenga necessario condividere previamente i medesimi con le organizzazioni di settore e il Parlamento.
(4-05001)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta in Commissione:
CURTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi periodi sono pervenute numerose sollecitazioni, da enti pubblici territoriali, tecnici comunali e liberi professionisti operanti nel settore dell'edilizia e dell'energia, i quali hanno, manifestato dubbi circa l'applicazione delle disposizioni introdotte dal decreto legislativo 25 novembre 2024, n. 190, con particolare riferimento al coordinamento delle stesse con l'articolo 10-bis del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n. 34;
tali perplessità si concentrano in modo specifico sull'individuazione delle condizioni che consentono l'installazione diretta di impianti fotovoltaici in aree classificate come industriali, artigianali e commerciali, anche nel caso in cui queste siano regolate da strumenti urbanistici attuativi non ancora pienamente attuati o solo parzialmente attuati;
ai sensi delle previsioni contenute nel nuovo impianto normativo, in particolare, risulterebbero ammessi in via diretta impianti fotovoltaici a terra qualora localizzati in «aree già classificate» come industriali, artigianali o commerciali dagli strumenti urbanistici vigenti. Tuttavia, tale previsione confligge con interpretazioni che subordinano l'ammissibilità all'avvenuta integrale attuazione degli strumenti urbanistici, quali piani particolareggiati o piani attuativi di iniziativa pubblica o privata;
tale elemento interpretativo risulta fortemente divisivo e genera incertezza operativa nei procedimenti autorizzativi in corso, determinando un effetto dissuasivo sull'adozione di iniziative in ambito energetico da parte di operatori economici e pubbliche amministrazioni, con potenziale nocumento al raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica previsti dal Pniec;
in molte realtà territoriali, infatti, i comparti individuati dagli strumenti urbanistici vigenti risultano essere già serviti dalle necessarie opere di urbanizzazione primaria e secondaria e, pur non essendo stati formalmente attuati mediante piani esecutivi, sono di fatto utilizzati da anni a fini industriali e produttivi, rientrando quindi a pieno titolo nella fattispecie di «aree classificate» di cui alla normativa vigente;
la mancata chiarezza interpretativa su tali aspetti espone i comuni al rischio di contenzioso, frammenta l'azione amministrativa e rallenta l'attuazione delle politiche di produzione energetica da fonte rinnovabile, a dispetto degli indirizzi europei e nazionali che pongono tra le priorità la diffusione capillare degli impianti fotovoltaici anche in ambiti urbanizzati –:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno, ove non già provveduto, adottare iniziative, anche di carattere normativo, al fine di fornire chiarimenti interpretativi o indirizzi applicativi volti a dirimere i dubbi circa l'interpretazione della normativa in oggetto, con particolare riguardo alle condizioni per l'installazione diretta di impianti fotovoltaici in aree industriali, commerciali e artigianali, anche qualora disciplinate da strumenti urbanistici attuativi non ancora attuati o solo parzialmente attuati, al fine di uniformare l'azione amministrativa e garantire certezza giuridica agli operatori del settore.
(5-03961)
Interrogazioni a risposta scritta:
FARAONE. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nei comuni della provincia di Agrigento, si registra da tempo una grave crisi idrica che compromette la regolare fornitura di acqua potabile ai cittadini, con frequenti interruzioni e disservizi anche prolungati;
la gestione del servizio idrico integrato in 34 comuni della provincia di Agrigento è affidata ad Aica – Azienda idrica comuni agrigentini, ente pubblico consortile formato dagli stessi comuni;
secondo quanto segnalato sussistono, contro ogni prescrizione normativa, 11 gestori idrici che impediscono la costituzione dell'ambito unico e la formulazione di una tariffa unica, condizione imprescindibile per l'accesso ai finanziamenti infrastrutturali;
alla luce della mole di documenti prodotti dalla consulta di Aica in riferimento alle criticità del servizio idrico e secondo quanto riportato dal «Giornale Centro Sicilia», confermato da un'intervista video pubblicata online, il rappresentante della consulta di Aica, denuncia come la mancata erogazione dell'acqua non sia dovuta alla sola carenza della risorsa, bensì a gravi inefficienze gestionali dell'ente Aica e dell'Assemblea territoriale idrica composto dai sindaci dei comuni;
la stessa consulta ha segnalato, nonostante i disservizi, che Aica avrebbe in programma un aumento considerevole delle tariffe – illegittimo – che susciterebbe forte indignazione tra i cittadini, che già oggi ricevono un servizio non adeguato al costo sostenuto, l'acqua viene somministrata ogni 10 ed anche 20 giorni;
la consulta di Aica ha fatto presente che ricorrono le condizioni per il commissariamento dell'intero sistema idrico agrigentino governato dall'Ati e da Aica, considerato che questi non hanno affrontato il riequilibrio produttivo, economico e finanziario di Aica gestita in modo incontrollato e con perdite annuali per 6.300.000 euro negli anni 2021, 2022, 2023, e prevedono altri 3.000.000 di euro nel 2024. Viene inoltre segnalato come essi si attengano peraltro alla tariffazione fissata con delibera Arera;
alla luce della grave situazione determinatasi, risulta necessario un intervento diretto del Governo nazionale per ripristinare condizioni minime ed essenziali di efficienza e tutela dei diritti fondamentali, tra cui l'approvvigionamento idrico;
a giudizio dell'interrogante sono scarse o assenti le azioni correttive da parte del Governo regionale che non ha affrontato efficacemente l'emergenza idrica, e da quanto è dato sapere non vi sono, al momento, progetti che a breve possano concretizzare le infrastrutture idriche necessarie –:
se il Governo sia a conoscenza della gravissima situazione idrica che affligge i comuni della provincia di Agrigento e, a fronte di quanto rappresentato, quali iniziative urgenti, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti territoriali intendano adottare;
se risulti in programma un piano straordinario di finanziamenti per gli interventi infrastrutturali e logistici, non rinviabili, per garantire una distribuzione regolare e sostenibile dell'acqua nella zona;
se il Governo intenda attivare un tavolo tecnico interministeriale, con il coinvolgimento della Regione Siciliana, per affrontare in modo strutturale e risolutivo l'emergenza idrica nella provincia di Agrigento e nell'intera regione;
quali iniziative, per quanto di competenza e anche per il tramite del commissario nazionale per l'adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, intenda adottare per far fronte alla situazione di cui in premessa, in cui si prevede un aumento delle tariffe in presenza di un servizio a giudizio dell'interrogante fortemente inefficiente e discontinuo, anche a causa di gravi carenze istituzionali.
(4-05004)
PASTORINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
la tematica delle tariffe dell'acqua dalla fine del 2023 in poi ha rappresentato una delle problematiche più rilevanti per l'intero territorio della provincia di Imperia. Rivieracqua, nata come società consortile per azioni il 14 novembre 2012 trasformata in società per azioni a capitale totalmente pubblico nel 2022, dal 26 novembre 2024 è diventata gestore unico in provincia di Imperia con capitale anche privato;
con atto n. 2 del 10 gennaio 2022 il commissario ad acta dell'ente di governo d'ambito dell'Ato (Ambito territoriale ottimale) ha individuato le tariffe per il periodo regolatorio 2020/2023 ai sensi della deliberazione 580/2019RIdr del 27 dicembre 2019 decretando gli incrementi tariffari poi notificati all'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera);
con atto n. 12 del 27 ottobre 2023 il commissario ad acta dell'Ato ovest-imperiese ha approvato la predisposizione tariffaria per il biennio 2022/2023 col conseguente aggiornamento tariffario provvedendo alla trasmissione ad Arera ai fini dell'approvazione;
con atto n. 13 del 2 novembre 2023 il commissario ad acta dell'Ato ovest-imperiese ha approvato, con effetto retroattivo, la nuova struttura dei corrispettivi da applicare agli utenti del servizio idrico integrato (Ticsi) provvedendo alla trasmissione del decreto ad Arera;
tali provvedimenti determinano un esponenziale aumento tariffario nei confronti dell'utenza, in particolar modo delle utenze ad uso commerciale e produttivo, che si vedrebbe applicare retroattivamente incrementi estremamente rilevanti. Infatti, a fronte di conguagli significativi e non rateizzati in modo automatico, si sono moltiplicate le segnalazioni di disagi economici tra famiglie e imprese del territorio;
tuttavia, ai sensi dell'articolo 5.4 della delibera Arera 639/2023/R/idr, il termine per dar corso all'esame dello schema regolatorio proposto dagli Enti di governo degli Ato è pari a 90 giorni, salvo richieste di ulteriori integrazioni ma Arera non ha mai emesso alcun provvedimento di approvazione degli schemi regolatori sopracitati e decretati dai commissari ad acta dell'Ato Ovest-Imperiese;
il TAR Liguria, con pronunciamento dell'8 agosto 2024, esprimendosi sul ricorso proposto da Confesercenti per l'annullamento del decreto n. 12 del 27 ottobre 2023 e del decreto n. 13 del 2 novembre 2023 del commissario ad acta dell'Ato ovest-imperiese lo dichiara inammissibile, in ragione del carattere meramente endoprocedimentale e non definitivamente lesivo dei provvedimenti impugnati che concretano, propriamente, soltanto una proposta tariffaria mentre il soggetto istituzionale che ha il potere di approvare la tariffa in questione – cioè l'atto conclusivo del procedimento, definitivamente lesivo delle posizioni giuridiche azionate in giudizio dalle ricorrenti – è l'Arera, la quale però non ha ancora provveduto;
pertanto, in assenza dell'approvazione definitiva da parte di Arera, i consumatori risultano privi di strumenti giurisdizionali concreti ed efficaci per far valere e tutelare i propri diritti eventualmente lesi e nel frattempo stanno ricevendo intimidazioni al pagamento con preavviso di interruzione della fornitura idrica in ragione della morosità nel caso di fatture contestate –:
alla luce della grave situazione esposta in premessa, che interessa sia i singoli cittadini sia il sistema produttivo del territorio imperiese, quali iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con gli enti territoriali, intenda adottare affinché siano scongiurati aumenti tariffari sproporzionati nonché retroattivi delle bollette dell'acqua.
(4-05005)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
CAPPELLETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
a seguito agli eventi alluvionali del 4 novembre 1966 è stata avviata la realizzazione di un apparato di dighe mobili alle bocche di porto della Laguna di Venezia per proteggere la città di Venezia dalle acque alte eccezionali, conosciuto anche come «Sistema Mose»;
nel dicembre 2005 la Commissione europea metteva in mora il Governo italiano con procedura di infrazione 2003/4762 poiché le opere del Sistema Mose venivano realizzate in ambiti protetti dalle direttive 79/409/CEE, 92/43/CEE e 2009/147/CE, senza le necessarie procedure di valutazione ambientale;
nel 2007, allo scopo di archiviare la procedura di infrazione, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti predisponeva un Piano di misure di compensazione, conservazione e riqualificazione ambientale dei Sic IT3250003, IT3250023, IT3250030 e IT3250031 e della Zps IT3250046. Nel 2011 il Piano, conosciuto anche come «Piano Europa», veniva integrato con nuovi interventi utili al raggiungimento degli obiettivi di protezione ambientale;
alle bocche di porto della Laguna di Venezia è storicamente presente un capillare sistema di fortificazioni risalenti all'epoca della Serenissima, napoleonica, austriaca e postunitaria. Nello specifico alla bocca di porto di Malamocco sono presenti due architetture militari dal grande valore storico, paesaggistico e ambientale, come la Batteria Rocchetta e il Forte San Pietro in Volta, detto Belvedere, che dopo la dismissione dall'uso militare sono state trasferite al demanio civile dello Stato. Entrambe le architetture sono state dichiarate di interesse culturale con provvedimento della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Veneto;
nel dicembre 2011, nell'ambito del «Piano Europa», il provveditorato interregionale per le opere pubbliche del Triveneto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti predisponeva il progetto preliminare per gli interventi di miglioramento, ripristino e recupero dell'area Sic-Zps degli Alberoni al Lido di Venezia, all'interno del quale vi era anche la riqualificazione ambientale dell'area demaniale storica denominata «Batteria Rocchetta»;
nel 2020 il provveditorato interregionale per le opere pubbliche del Triveneto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti chiedeva all'Agenzia del demanio la possibilità di effettuare nella Batteria Rocchetta opere di riqualificazione e recupero, tuttavia senza poter procedere all'intervento;
successivamente l'Agenzia del demanio avviava svariati tentativi di valorizzazione sia della batteria che del forte mediante il loro trasferimento in gestione a soggetti privati, tutti andati a vuoto; la restituzione allo Stato delle chiavi del Forte San Pietro in Volta, detto Belvedere, è del 2023, mentre la notizia dell'ultima restituzione delle chiavi della Batteria Rocchetta è stata riportata dagli organi di stampa il 22 aprile 2025;
la Batteria Rocchetta e il Forte San Pietro in Volta, detto Belvedere, a giudizio dell'interrogante potrebbero essere riqualificati dal punto di vista naturalistico mediante l'impiego delle risorse del «Piano Europa», per poi essere inseriti in circuiti di visita legati al turismo consapevole e sostenibile, in questo modo avviando il risanamento ambientale di aree marginali della Laguna di Venezia, risanamento che potrebbe essere portato a termine anche mediante l'impiego di altri finanziamenti statali, come quelli previsti dal Piano strategico «Grandi progetti beni culturali» –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto;
se intendano procedere alla riqualificazione ambientale della Batteria Rocchetta e del Forte San Pietro in Volta, detto Belvedere, di proprietà dello Stato, mediante l'impiego delle risorse del Piano di misure di compensazione, conservazione e riqualificazione ambientale dei Sic IT3250003, IT3250023, IT3250030 e IT3250031 e della Zps IT3250046, anche implementando tali risorse con altri finanziamenti pubblici o se ritengano di concedere la valorizzazione privata dei beni culturali indicati all'iniziativa dell'Agenzia del demanio «Crea valore, investi con noi».
(4-04999)
FRATOIANNI, GRIMALDI, MARI e PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
secondo alcune recenti esternazioni della Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, rese, peraltro attraverso una narrazione tanto rassicurante quanto ad avviso degli interroganti fuorviante, l'impennata della pressione fiscale che, come certificato dall'Istat, avrebbe raggiunto nel 2024 il 42,6 per cento del Prodotto interno lordo, sarebbe da attribuirsi al contestuale buon andamento dell'occupazione che trascinerebbe con sé un aumento, a parità di aliquote, del gettito sia fiscale che contributivo;
il bollettino delle entrate tributarie riporta che nel 2024 il gettito Irpef ed Ires ha toccato quota 603.830 milioni di euro, di cui la percentuale maggiore riferibile alle ritenute su interessi e premi corrisposti dalle banche (+328 per cento), frutto del tentativo di contenimento dell'inflazione da parte della Banca centrale europea, mentre invece, in termini di valore assoluto, il contributo più elevato proviene dai lavoratori dipendenti: 99.159 milioni di euro dal settore privato e 94.127 milioni di euro dal settore pubblico;
pertanto, anche alla luce dei dati riportati nel recente Documento di finanza pubblica, su una quota consistente del risanamento dei conti pubblici, in valore assoluto ha pesato soprattutto il buon andamento delle ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti finanziato dal combinato disposto delle misure di contenimento della spinta inflativa sui redditi da lavoro dipendente e del conseguente ed inevitabile fenomeno del drenaggio fiscale (fiscal drag), ossia dell'effetto-trascinamento che la progressività delle aliquote esercita sul reddito nominale maggiorato, spingendolo verso scaglioni con tassazione più elevata, nonostante resti invariato il suo valore reale;
l'aumento della pressione fiscale registratosi nel biennio 2023-2024, anni dello shock inflazionistico, è stato infatti determinato, a giudizio degli interroganti, dall'inadeguatezza dei rinnovi contrattuali del periodo 2021-2024, che, nel tentativo di compensare la perdita di potere d'acquisto, hanno contribuito ad innalzare i redditi nominali, facendo crescere la base imponibile e valicare le soglie d'imposizione fiscale e, per effetto della progressività, aumentare il relativo prelievo, andando quindi a generare un tesoretto nominale statale;
per capire meglio la portata del fenomeno, l'incremento sui minimi retributivi pari a 123,40 euro lordi mensili del Contratto collettivo nazionale di lavoro Metalmeccanici viene eroso per oltre la metà (57,7 per cento) dal fiscal drag;
il fiscal drag, pur traendo origine da uno scenario positivo, ossia del graduale adeguamento dei redditi all'inflazione, impoverisce nella realtà, attraverso una sorta d'inganno, il contribuente a tutto vantaggio dell'erario, che, ad aliquote invariate, vede sensibilmente ed indebitamente attribuirsi un extra-gettito che non gli compete non essendo correlato all'andamento del reddito reale dei contribuenti;
con una disamina pubblicata sul sito di informazione economica «LaVoce.info» alcuni autorevoli economisti (Leonardi, Loiacono, Rizzo e Secomandi) hanno calcolato che complessivamente il fiscal drag abbia gravato per 14 miliardi di euro nel 2022 (anno per il quale erano disponibili le dichiarazioni fiscali suddivise per classi di reddito), di cui 10 a carico di dipendenti e 3,9 a carico dei pensionati, un ammontare che è successivamente cresciuto facendo stimare in 17 miliardi quello relativo al 2024, e che coinciderebbe (curiosamente) con l'onere complessivo delle due uniche misure figurativamente a vantaggio dei lavoratori dipendenti, la riduzione del cuneo fiscale e la riforma degli scaglioni Irpef, rese strutturali dalla legge di bilancio per l'anno 2025, destando il legittimo sospetto negli interroganti che il Governo per finanziarle si sia servito di risorse derivanti dal mondo del lavoro, attraverso una partita di giro a danno dei lavoratori –:
a quanto ammonti il valore del fiscal drag relativo all'anno 2024 e quanta parte dell'extragettito Irpef realizzato dal 2019 al 2024 sia attribuibile al medesimo, anche al fine di programmare la sua integrale restituzione ai contribuenti;
se non ritenga, alla luce di quanto esposto in premessa, di dover adottare iniziative, anche di carattere normativo, al fine di sterilizzare il maggiore prelievo innescato nominalmente dal caro-vita, attraverso il miglioramento e la rimodulazione del profilo della progressività dell'Irpef.
(4-05002)
GHIRRA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'Agenzia del demanio ha recentemente pubblicato un bando per la concessione in affitto di 383 immobili pubblici, tra cui 5 beni situati in Sardegna, destinati a progetti di valorizzazione con investitori privati;
l'operazione è presentata come strategia di «recupero e rifunzionalizzazione », non prevede alcun coinvolgimento delle istituzioni regionali e mira alla messa a reddito di beni appartenenti allo Stato anche quando non più utilizzati per scopi pubblici;
tra i beni oggetto della gara compaiono immobili che risultano dismessi da decenni, come l'ex batteria militare di Capo d'Orso a Palau e l'ex intendenza di finanza a Sassari;
l'articolo 14 dello Statuto speciale per la Sardegna, avente valore costituzionale, stabilisce l'obbligo di trasferimento gratuito alla regione autonoma della Sardegna dei beni statali cessati da usi governativi;
l'applicazione di questo articolo è particolarmente rilevante per la dismissione dei beni del demanio, come quelli militari, poiché prevede che, una volta cessata la loro funzione statale, tali beni debbano essere trasferiti alla regione autonoma della Sardegna. Questo principio è stato confermato dalla Corte costituzionale nella sentenza 8-10 ottobre 1991, n. 383, la quale ha stabilito che i beni immobili connessi a servizi di competenza statale restano allo Stato solo finché dura tale condizione;
una volta cessata, la proprietà si trasferisce automaticamente alla regione –:
se il bando per la concessione in affitto dei 5 beni del demanio situati in Sardegna tenga in considerazione l'articolo 14 dello Statuto speciale per la Sardegna, avente valore costituzionale;
se si ritenga di disporre una sospensione immediata delle procedure di affidamento e valorizzazione dei beni pubblici situati in Sardegna, fino a che non venga verificata la loro eventuale spettanza alla regione ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto;
se si ritenga di aprire un tavolo politico-istituzionale con la regione autonoma della Sardegna per definire un piano di attuazione vincolante dell'articolo 14 dello Statuto, che garantisca alla Sardegna il pieno esercizio delle proprie prerogative costituzionali, in materia di beni demaniali.
(4-05003)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
DE CORATO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, nel pomeriggio di domenica 11 maggio 2025 Emanuele De Maria, detenuto presso il carcere di Bollate per il reato di femminicidio, durante un permesso per lavoro esterno si è tolto la vita lanciandosi dalle terrazze del Duomo di Milano, dopo essersi reso nuovamente autore di fatti illeciti;
l'uomo, infatti, sembrerebbe essere colpevole dell'omicidio di Chamila Wijesuriyauna, collega con la quale si ritiene che lo stesso intrattenesse una relazione sentimentale e del tentato omicidio di Hani Nasr, anch'egli suo collega di lavoro, delitti per cui il pubblico ministero Francesco De Tommasi sembrerebbe ravvisare profili di premeditazione;
tale vicenda ha sollevato forte allarme nell'opinione pubblica circa l'efficacia dei criteri adottati per la concessione di benefìci penitenziari, in particolare nei confronti di soggetti socialmente pericolosi o con precedenti penali gravi;
la Casa di reclusione di Bollate è nota per un'impostazione rieducativa avanzata, che va oltre il semplice trattamento penitenziario del detenuto e si focalizza soprattutto su un percorso di cambiamento personalizzato dello stesso, mirato al reinserimento sociale e ad una maggiore autonomia; tale modello, tuttavia, necessita di un equilibrio costante tra tutela della sicurezza pubblica pubblica e percorsi di reinserimento;
la concessione di permessi premio e di lavoro esterno dovrebbe essere sempre accompagnata da una rigorosa valutazione del rischio individuale –:
di quali informazioni dispongano i Ministri interrogati, per quanto di competenza, utili a fare chiarezza sui fatti esposti in premessa, anche con riguardo ai presupposti sulla base dei quali sono stati concessi i benefìci penitenziari al detenuto Emanuele De Maria;
se e quali iniziative di carattere normativo ritengano necessario adottare per rivedere i criteri di concessione dei benefìci penitenziari, con particolare riferimento ai detenuti ritenuti pericolosi o con precedenti di natura violenta;
se ritengano opportuno adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, per rafforzare il coordinamento tra magistratura di sorveglianza e forze dell'ordine per prevenire episodi che possano mettere a rischio la sicurezza dei cittadini.
(5-03959)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta in Commissione:
CAPPELLETTI, PAVANELLI, AURIEMMA e SANTILLO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
il 9 maggio 2025 è stato pubblicato dal giornale il Fatto Quotidiano l'articolo «SOLDI & POLITICA • Dalla Tme 30 mila euro al Carroccio – Jabil, la società finanzia la Lega mentre tratta col Ministero delle imprese e del made in Italy di Urso» scritto da Andrea Tundo;
secondo l'autore dell'articolo «c'è un'azienda che ha fatto ricca la Lega di Matteo Salvini nelle stesse settimane in cui trattava al Ministero delle imprese e del made in Italy per acquisire lo stabilimento Jabil di Marcianise, nel Casertano»;
l'azienda citata è la Test and manufacturing engineering srl di Portico di Caserta che il 23 marzo 2025 ha versato 30 mila euro alla Lega mentre si perfezionava il via libera ministeriale ad un suo progetto con il supporto di Invitalia, l'Agenzia nazionale per lo sviluppo che è controllata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze, per rilevare la fabbrica della Jabil, multinazionale americana che opera nella produzione e assemblaggio di schede elettroniche;
l'azienda campana avrà il 55 per cento della newco acquirente Tma, con il restante 45 per cento in mano a Invitalia, e dovrebbe assorbire gli oltre quattrocento operai impiegati nel casertano che stanno portando avanti una dura battaglia da mesi. Inoltre, i lavoratori contestano l'affidabilità dell'azienda e hanno chiesto al Ministero delle imprese e del made in Italy di Adolfo Urso di intraprende un percorso pubblico di scouting, affiancato da un advisor al fine di individuare un soggetto industriale affidabile serio;
rispetto all'erogazione liberale, una delle più corpose ricevute dalla Lega, secondo il giornalista non è la prima di Tme, che aveva versato già altri 26 mila euro al Carroccio il 31 gennaio 2024;
in riferimento a tale condotta, nella quale un soggetto economico coinvolto in una crisi industriale nazionale effettua una donazione a un partito di Governo nel pieno delle interlocuzioni con il Ministero, a parere dell'interrogante è opportuno assicurare la massima trasparenza e garantire che la tutela occupazionale dei lavoratori sia una priorità –:
quali iniziative di competenza intenda intraprendere per sostenere la continuità occupazionale dei lavoratori, se i fatti esposti corrispondono al vero e se risulti quante altre aziende siano coinvolte ai tavoli di negoziato al Ministero che contemporaneamente alle trattative in corso finanziano i partiti di Governo.
(5-03960)
Interrogazione a risposta scritta:
GRIMALDI e GHIRRA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
lo scorso 6 maggio 2025 i vertici di Italdesign hanno informato le Rsu che la società di car design e ingegneria automotive fondata nel 1968 da Giugiaro e Mantovani con sede a Moncalieri e acquisita nel 2010 da Audi oggi nel gruppo Volkswagen, sarebbe stata messa in vendita;
la cessione rientrerebbe tra alcune operazioni straordinarie di ristrutturazione delle attività del gruppo Volkswagen a seguito della crisi che ha investito il settore automotive anche in Germania, lo stesso sindacato tedesco Ig Metall, su richiesta e sollecitazione delle organizzazioni sindacali italiane, ha incontrato l'azienda per chiedere conto delle prospettive di Italdesign nell'ambito delle strategie industriali e dei piani di ristrutturazione;
l'Italdesign ha reagito alla crisi e al declino della «Design Valley di Torino», diversificando i servizi anche nell'architettura e nella prototipia per altri settori industriali, dal ferroviario alla mobilità sostenibile;
l'Italdesign specializzandosi sempre di più nell'ingegneria automotive e contando su un portafoglio clienti garantito da gruppo Volkswagen, è riuscita a non risentire della crisi dell'auto, i ricavi nel 2023 si sono attestati a 145 milioni, gli attivi valgono 286 milioni e l'utile è di circa 20 milioni, con un obiettivo di medio termine di 300 milioni di fatturato;
l'Italdesign e, quindi, una società di eccellenza che occupa 1.300 lavoratori, con Torino e l'Italia che rischiano di perdere l'ennesimo tassello del settore automotive, un gioiello del design e dell'ingegneria, per quella che a giudizio degli interroganti è una scelta dell'Audi e del gruppo Volkswagen di reagire alla crisi amputando una azienda pienamente in salute, gettando nell'incertezza 1.300 lavoratori e un intero territorio –:
quali urgenti iniziative di competenza intenda porre in essere il Ministro interrogato per tutelare una azienda di eccellenza quale la Italdesign e per evitare che l'ennesimo pezzo del nostro tessuto produttivo sia oggetto di operazioni speculative.
(4-04995)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta scritta:
GHIO e PANDOLFO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la nuova diga foranea di Genova è l'opera infrastrutturale più rilevante finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), con un valore complessivo superiore a 1,3 miliardi di euro, fondamentale per rendere accessibile il porto di Genova alle navi di ultima generazione;
tale progetto, già oggetto di criticità legate a irregolarità nella gara d'appalto, extracosti e ritardi, sta ora sollevando ulteriori preoccupazioni in seguito ad affermazioni pubbliche del Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi;
in un'intervista rilasciata a Il Secolo XIX, il Viceministro ha affermato che «si sta valutando se sostituire i cassoni già posati e realizzati con la vecchia miscela» e che «ora che è stata trovata la formula giusta, quelli già posati potrebbero essere sostituiti», lasciando intendere che esistano elementi strutturali problematici nei primi sette cassoni già installati;
secondo il Viceministro Rixi, eventuali interventi di sostituzione non dovrebbero comportare ritardi significativi, grazie al potenziamento degli impianti produttivi del consorzio costruttore, e il completamento dell'opera è confermato entro il 2027;
a stretto giro, però, il consorzio Per Genova Breakwater, guidato da Webuild, ha smentito l'ipotesi di rimozione, precisando che «i cassoni già posati sono strutturalmente solidi e sicuri e non esiste alcuna ipotesi di rifacimento»;
nella stessa nota, il consorzio ha evidenziato l'operatività dei cantieri, la continuità dei lavori, la piena efficienza della filiera logistica e la prossima entrata in funzione della Tronds Barge 33, che consentirà la produzione dei cassoni più grandi con tecnologie avanzate;
il contrasto tra le dichiarazioni del Viceministro e quelle del soggetto attuatore dell'opera ha generato allarme tra gli operatori portuali e nel mondo economico ligure, aprendo interrogativi sulla reale situazione tecnica dell'infrastruttura che gli interroganti vogliono completamente fugare/scongiurare e sull'effettiva programmazione delle attività in corso –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle dichiarazioni del Viceministro Rixi e se corrispondano a valutazioni tecniche ufficiali, supportate da verifiche ispettive o documentazione progettuale;
se, alla luce delle dichiarazioni pubbliche e della successiva smentita del consorzio esecutore, siano stati predisposti accertamenti da parte del Ministero atti a chiarire lo stato strutturale dei cassoni già posati e l'eventuale necessità di rimozione o rifacimento;
quali siano, qualora confermate le affermazioni del Viceministro, i costi aggiuntivi e i tempi stimati per l'eventuale sostituzione dei cassoni, e con quali risorse verrebbero coperti.
(4-04998)
ORFINI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
in data 22 maggio 2021 è stato diffuso un comunicato stampa relativo a un incontro in prefettura a Latina riguardante la chiusura della canna Nord della Galleria Tempio di Giove a Terracina (SS 7 Appia Variante) per la necessità di improrogabili lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza;
all'incontro, convocato dal prefetto di Latina, hanno partecipato, tra gli altri, l'assessore regionale alla mobilità, il presidente della provincia di Latina, i sindaci di Terracina, Fondi e Gaeta, e rappresentanti di Anas, Unindustria, Confcommercio e il Centro Agroalimentare all'ingrosso di Fondi (MOF);
in quell'occasione, Anas ha comunicato lo stanziamento di una ragguardevole somma di 75 milioni di euro per il progetto, prevedendo una durata complessiva dei lavori di circa 4 anni, con inizio dalla canna Nord il 25 maggio 2021 e una durata stimata di due anni per quest'ultima, e inoltre, è stato comunicato che la canna Sud sarebbe diventata a doppio senso di marcia e che, nei mesi di luglio e agosto 2021, la canna Nord sarebbe stata temporaneamente riaperta al traffico con una corsia sempre percorribile, inoltre Anas si è impegnata di adottare per mitigare i disagi l'installazione di telecamere di monitoraggio e presidi H24 a supporto della polizia locale;
a distanza di circa quattro anni dall'avvio dei lavori Galleria Tempio di Giove risulta ancora chiusa al traffico, causando significativi disagi alla viabilità del comune di Terracina e del territorio circostante, con ripercussioni economiche per le attività produttive, turistiche e sulla mobilità dei cittadini, generando disagi e costi aggiuntivi –:
se il Governo sia a conoscenza di quale sia lo stato attuale dei lavori e se l'infrastruttura sia ancora chiusa al traffico;
quali siano le ragioni della mancata riapertura nei tempi inizialmente stimati;
quale sia il cronoprogramma aggiornato dei lavori con le date previste per il completamento delle singole fasi e dell'intero intervento per la riapertura definitiva al traffico di entrambe le canne della Galleria Tempio di Giove;
quale sia l'ammontare preciso dei fondi stanziati da Anas e come tali fondi siano stati ad oggi utilizzati;
se siano state attivate e siano ancora operative le misure di monitoraggio del traffico tramite telecamere e i presidi H24 di squadre Anas a supporto della polizia locale;
quali misure concrete siano state adottate e quali ulteriori azioni si intendano intraprendere per mitigare i disagi del territorio di Terracina e dei comuni limitrofi, e quali garanzie si possano fornire ai cittadini e alle attività economiche in merito al rispetto dei tempi di completamento dei lavori.
(4-05000)
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
ZARATTI e DORI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
in data 12 maggio 2025, nel corso del presidio pacifico delle associazioni e dei comitati che si oppongono alla inutile opera di realizzazione del nuovo stadio dell'A.S. Roma gli interroganti hanno assistito a deliberati atti di violenza da parte delle forze dell'ordine contro cittadini e parlamentari che manifestavano pacificamente contro le operazioni preliminari per gli scavi archeologici legati al progetto del nuovo stadio della Roma;
la violenza gratuita, brutale e inaspettata, con diversi contusi, si è palesata tra le fila dei manifestanti;
estremamente inqualificabile è a giudizio degli interroganti il fatto che alcuni operatori delle forze dell'ordine abbiano aggredito e spintonato violentemente l'interrogante e l'eurodeputato Tamburrano, nonostante gli stessi si fossero preventivamente qualificati con i responsabili delle forze dell'ordine presenti;
tutto ciò a giudizio degli interroganti a dimostrazione che gli ordini preventivi dati alle forze dell'ordine erano quelli di utilizzare anche la forza per disperdere i manifestanti in ossequio alle nuove norme repressive contenute nel decreto sicurezza;
ad avviso degli interroganti si è trattato di un atto gravissimo di intolleranza e di minaccia da parte delle forze dell'ordine che non avevano di fronte scalmanati manifestanti ma di cittadini che esercitavano democraticamente il loro diritto di manifestare contro la realizzazione di un'opera ad alto impatto ambientale su un'area – in Via degli Aromi –, dove è presente, tra l'altro, un bosco urbano di rilevanza ambientale e paesaggistica oltre ad un habitat tutelato dalla normativa 92/43/CEE;
trattasi di un nuovo stadio di calcio in un'area di proprietà del comune, in località Pietralata, ai sensi dell'articolo 1 legge n. 147 del 2013 commi 304 e 305 e dell'articolo 62 del decreto-legge n. 50 del 2017 convertito con modificazioni dalla legge n. 96 del 2017;
il progetto per complessivi 153.600 metri cubi interessa un'area di 16 ettari destinata dal vigente PRG verde pubblico, per la quale la A.S. Roma ha chiesto il diritto di superficie per 90 anni;
il progetto ricade all'interno delle componenti secondarie (area «B») della rete ecologica cittadina, ossia l'insieme dei principali ecosistemi del territorio comunale e delle relative connessioni, con valori naturalistici da preservare e ripristinare, anche al fine di garantire ed assicurare continuità della stessa rete ecologica;
una volta accertata la natura boschiva di un'area (ex articolo 3 decreto legislativo n. 34 del 2018) il vincolo paesaggistico sul bene in questione e la relativa disciplina di tutela deriva automaticamente ai sensi dell'articolo 142 comma 1, lettera g) del decreto legislativo n. 42 del 2004, avendo il provvedimento amministrativo che ne attesta l'effettiva esistenza una natura puramente ricognitiva;
cercare di portare avanti questo progetto a tutti i costi non solo potrebbe avere conseguenze giudiziarie, ma lede anche la credibilità dell'amministrazione comunale, la quale, anziché farsi garante di un iter corretto e trasparente, rischia di causare un danno grave danno ambientale, archeologico ed economico –:
se il Ministro dell'interno non ritenga doveroso far piena luce sugli episodi denunciati in premessa, che hanno visto, da parte delle forze dell'ordine, l'utilizzo di inutili e deliberati atti di violenza contro cittadini e parlamentari che pacificamente manifestavano contro un'opera inutile e dannosa e adottare tutti i provvedimenti di competenza conseguenti;
se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non ritengano di adottare tutte le iniziative necessarie per garantire la piena salvaguardia del patrimonio archeologico forestale e boschivo presente nell'area destinata alla realizzazione dell'impianto sportivo, utilizzando le disposizioni dell'articolo 142 comma 1, lettera g) del decreto legislativo n. 42 del 2004, sospendendo immediatamente i previsti lavori.
(4-04994)
CARAMIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il comune di Ercolano sta attraversando una fase di crescente criticità in materia di sicurezza pubblica. Negli ultimi mesi, si sono registrati segnali evidenti di un incremento delle attività criminali, che si manifestano sia attraverso episodi di microcriminalità che attraverso fenomeni di grave criminalità organizzata. La situazione attuale impone una analisi approfondita degli episodi più significativi, al fine di individuare le cause sottostanti e pianificare le strategie di intervento più efficaci. In particolare, si citano 3 episodi avvenuti solo nelle ultime 3 settimane;
il primo, di particolare gravità, si è verificato nel giorno di venerdì santo, in pieno centro storico di Ercolano, precisamente in piazza Pugliano. Si tratta di un episodio di violenza armata che ha coinvolto due soggetti già noti alle forze dell'ordine. Secondo le ricostruzioni investigative, due uomini sono stati avvicinati da un commando che li ha insultati e minacciati, passando successivamente all'azione violenta con l'uso di armi da fuoco. Le ricostruzioni indicano un'operazione mirata, probabilmente legata a contenziosi tra gruppi criminali o a regolamenti di conti interni alla criminalità locale;
il secondo evento di rilievo si è verificato nella notte tra il 25 e il 26 aprile 2025, quando un giovane di 26 anni è stato ferito da colpi di arma da fuoco in corso Resina. Il soggetto, incensurato, è stato raggiunto da proiettili al ventre e a una gamba. Le prime ipotesi investigative suggeriscono un episodio riconducibile a conflitti tra gruppi di criminalità organizzata o a fenomeni di vendetta tra soggetti legati al mondo dello spaccio di droga;
il terzo episodio si riferisce a un'operazione delle forze dell'ordine avvenuta il 1° maggio 2025, che ha portato all'arresto di due giovani coinvolti in attività di spaccio di droga;
la situazione richiede un rafforzamento delle attività di controllo e repressione, unitamente a interventi di carattere sociale e di prevenzione delle cause che alimentano la criminalità;
fondamentale risulta anche potenziare le misure di videosorveglianza e di monitoraggio delle aree più a rischio. Attualmente, i commissariati di Ercolano e Portici si trovano in una condizione di grave affanno, dovuto alla carenza di personale rispetto alle esigenze investigative e di ordine pubblico –:
quali siano le misure immediate di competenza che il Governo intenda adottare per rafforzare il controllo del territorio di Ercolano e prevenire ulteriori episodi di violenza e criminalità organizzata;
se siano stati già avviati o siano in programma interventi di potenziamento delle forze dell'ordine, con particolare riferimento all'incremento di pattugliamenti e di attività di intelligence nelle aree più a rischio, come il centro storico e le zone di corso Resina;
quali siano le iniziative di competenza previste per potenziare il sistema di videosorveglianza e monitoraggio nelle aree più sensibili del territorio di Ercolano, al fine di favorire un più efficace controllo del territorio e un rapido intervento delle forze dell'ordine.
(4-05006)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta scritta:
GHIRRA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
l'interrogante è venuta a conoscenza del fatto che i canali di comunicazione e informazione direttamente collegati all'istituto Comprensivo «Piazza Marconi» di Vetralla (Viterbo) avrebbero pubblicato in più occasioni testi e immagini di archivio che richiamano ed esaltano il Ventennio fascista e la figura di Benito Mussolini;
è il caso, per esempio, di due articoli comparsi su «Piazza Marconi – Il Notiziario dell'istituto Comprensivo Statale “Piazza Marconi” di Vetralla», i cui numeri vengono pubblicati periodicamente sul sito ufficiale dell'istituto;
nel dettaglio, all'interno del numero 453 del 14 aprile 2025, l'articolo «C'era una volta, cronaca della scuola» riporta, senza contestualizzazione storica, il seguente testo: «10 aprile – Ieri abbiamo condotto le alunne al cinematografo. Che entusiasmo! Che gioia si leggeva sul viso dei nostri ragazzi! Entusiasmo per il Duce. Entusiasmo per avanguardisti, Balilla, Marinaretti che in perfetto ordine eseguivano i loro esercizi al Campo Dux». Tale testo è accompagnato da una immagine descritta come «Il culto del duce: pagina del “Libro della prima classe”», in cui è riportata una illustrazione grafica che ritrae Benito Mussolini che abbraccia un bambino in camicia nera e la seguente didascalia: «Ecco una bella stampa a colori: “il Duce abbraccia un piccolo balilla e lo bacia. Il bimbo offre al Duce alcuni bellissimi fiori. Duce, Duce. Tu sei tanto buono con i bimbi e i bimbi ti amano con tutto il cuore. Tu sei per loro come un babbo, li fai diventare forti e robusti, li rendi felici. EVVIVA IL DUCE D'ITALIA!”»;
inoltre nel numero 448 del 3 febbraio 2025 compare sempre nella rubrica «C'era una volta, cronaca della scuola» l'immagine di copertina del «Libro della seconda classe» che ritrae un bambino vestito da milite fascista che impugna un moschetto e un libro di scuola. Il testo riporta le memorie di una insegnante della scuola nel 1934 e, sempre senza adeguata contestualizzazione storica, viene descritta la presenza di quadri del Re e di «S.E. Benito Mussolini» sui muri delle aule scolastiche. Un altro esempio è la voce «Piccola archeologia scolastica», all'interno del sito www.museodellascuolavetralla.com, che descrive un graffito presente sulle pareti della scuola primaria proponendo una probabile interpretazione: «M.P. le iniziali dell'autore del graffito; 1921 la probabile data di nascita dell'autore; GUF Roma si riferisce ai Gruppi Universitari Fascisti; XIX E.F. l'anno 19° dell'Era Fascista, cioè il 1941»;
la Repubblica italiana festeggia quest'anno gli 80 anni dalla liberazione dall'occupazione nazista e la fine del regime fascista, momento di unità e riscatto nazionale celebrato il 25 aprile 2025;
la Costituzione italiana è frutto della Resistenza e promuove valori strutturalmente antifascisti;
la scuola svolge un ruolo centrale nel rinnovamento della Repubblica e nella formazione e istruzione delle cittadine e dei cittadini di domani, ed è portatrice dei valori fondanti il nostro vivere comune, fra quali, di certo, l'antifascismo –:
se non ritenga opportuno, il Ministro interrogato, svolgere accertamenti di competenza riguardo agli episodi sopra riportati, che espongono l'immagine della scuola pubblica italiana in generale, e in particolare l'immagine dell'Istituto Comprensivo «Piazza Marconi» di Vetralla, al rischio di associazione con forme di propaganda ed elogio della figura di Benito Mussolini e del regime fascista contrari alla missione della scuola pubblica e ai valori fondamentali della Costituzione.
(4-04996)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interrogazioni a risposta scritta:
SARRACINO, CASU e SCOTTO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
la carenza di personale nella pubblica amministrazione è estremamente grave, come evidenziato da numerosi Piani integrati di attività e organizzazione (Piao 2025-2027);
diventa, quindi, necessario provvedere in tempi rapidi per rendere più efficiente ed efficace l'azione della pubblica amministrazione;
strumento utile per lo scopo è quello delle convenzioni previsto dall'articolo 1, comma 4, lettera b-bis), del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2023, n. 74, laddove si legge che «le amministrazioni centrali e le agenzie possono stipulare convenzioni volte a reclutare il personale di cui necessitano mediante scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della Commissione Ripam, in corso di validità»;
è quindi possibile per un'amministrazione che necessiti urgentemente di personale, di attingere alle graduatorie di altre amministrazioni. Ad esempio, il comune di Caivano ha bandito numerosi concorsi pubblici con un rilevante numero di idonei –:
quali iniziative il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda promuovere per favorire la stipula di convenzioni tra le pubbliche amministrazioni che necessitino urgentemente di personale e il comune di Caivano in modo da poter impiegare in tempi rapidi risorse umane preparate e già pronte.
(4-04997)
ROSATO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la sentenza della Corte costituzionale n. 4 del 23 gennaio 2025 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1-bis, comma 1, del decreto-legge 18 ottobre 2023, convertito con modificazioni dalla legge n. 191 del 2023 nella parte in cui imponeva, per il solo personale dell'ispettorato nazionale del lavoro, lo scomputo di un'indennità premiale dalle somme da riconoscere per l'anno 2022 a titolo di perequazione dell'indennità di amministrazione;
al fine di dare seguito alla suddetta decisione, il decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, già convertito in legge, all'articolo 14 comma 4, ha consentito all'ispettorato di destinare una quota del proprio bilancio alle corresponsione della quota non ancora erogata dell'indennità di amministrazione al personale interessato;
tuttavia, il medesimo decreto-legge, all'articolo 14, comma 1, ha disposto l'istituzione di un fondo per proseguire il processo di progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori del personale appartenente alle aree professionali e del personale dirigenziale dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio dei ministri, il cui riparto sarà oggetto di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
la norma a giudizio dell'interrogante sembra escludere il personale dell'ispettorato nazionale del lavoro al cui personale si applica il contratto collettivo nazionale del lavoro delle funzioni centrali, lo stesso che riguarda il personale dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio dei ministri;
tale esclusione appare del tutto ingiustificata e discriminatoria, potendo quindi rappresentare una violazione dell'articolo 3 della Costituzione, aprendo secondo l'interrogante la strada alla possibilità di ricorsi in via giudiziaria e alla Consulta, come quello che ha portato alla sentenza di cui sopra;
la sentenza n. 4 del 23 gennaio 2025, nel dichiarare illegittima l'esclusione dei dipendenti dell'Ispettorato dal novero dei destinatari degli aumenti dell'indennità di amministrazione previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 dicembre 2021, ha introdotto un importate precedente specifico dal quale il decreto-legge non può discostarsi;
appare, quindi, opportuno che al fine di non incorrere in un possibile giudizio di illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 1, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, il Governo nell'emanazione del decreto di riparto delle risorse riconosca al personale dell'ispettorato nazionale del lavoro l'armonizzazione dei trattamenti economici accessori –:
se intendano includere l'ispettorato nazionale del lavoro tra le amministrazioni beneficiarie del fondo destinato all'armonizzazione dei trattamenti economici accessori del personale, di cui all'articolo 14, comma 1, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25.
(4-05007)
SALUTE
Interrogazione a risposta scritta:
GABELLONE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l'ospedale «Francesco Ferrari» di Casarano (Lecce) rappresenta un presidio strategico per l'assistenza sanitaria nell'area Ionico-Salentina, servendo un bacino d'utenza di oltre 200.000 abitanti, cui si aggiunge circa un milione di presenze turistiche stagionali;
tale struttura è stata, fino a scelte recenti della politica sanitaria regionale, il secondo ospedale pubblico per importanza della Asl di Lecce, e uno dei principali dodici ospedali della regione Puglia per numero di ricoveri;
il regolamento regionale n. 18 del 2010, adottato ai sensi della legge regionale n. 23 del 2008, ha classificato l'ospedale «Francesco Ferrari» come struttura di livello intermedio, evidenziandone il ruolo centrale nell'assetto sanitario provinciale;
da tempo si registra, tuttavia, un progressivo depotenziamento della struttura, accompagnato da una crescente preoccupazione da parte di cittadini, sindaci del territorio, organizzazioni sindacali e forze politiche;
il consiglio comunale di Casarano, con deliberazione n. 5 del 27 marzo 2025, ha approvato all'unanimità un atto di indirizzo con cui si chiede, tra l'altro:
di promuovere ogni iniziativa utile alla tutela dell'ospedale «Francesco Ferrari»;
di riportare il presidio al ruolo di riferimento provinciale, superando le limitazioni derivanti dal decreto ministeriale n. 70 del 2015;
di convocare con urgenza una conferenza dei sindaci dell'Asl Lecce per discutere della situazione sanitaria provinciale;
di trasmettere la suddetta deliberazione al Ministero della salute, alla presidenza della regione Puglia, all'assessore regionale alla sanità e ai rappresentanti istituzionali del territorio;
ad oggi non risulta ancora adottato un atto aziendale della Asl Lecce approvato dalla regione Puglia che chiarisca il futuro assetto dell'ospedale di Casarano;
vi è dunque forte incertezza sulla continuità dei servizi offerti e sul destino di un presidio che ha sempre rappresentato un punto di riferimento per la sanità pubblica del territorio –:
se il Governo, sia a conoscenza della situazione sopra descritta e delle determinazioni assunte dal consiglio comunale di Casarano;
quali iniziative intenda adottare per quanto di competenza e anche in raccordo con la regione Puglia, per garantire il rilancio e la valorizzazione dell'ospedale «Francesco Ferrari» di Casarano;
se sia possibile prevedere iniziative di competenza volte a fornire un supporto straordinario in termini di risorse e programmazione sanitaria per scongiurare il rischio di marginalizzazione di un presidio sanitario essenziale per la tutela del diritto alla salute di un'intera comunità.
(4-04992)
Apposizione di firme ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta in Commissione Manzi n. 5-03949, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 maggio 2025, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Furfaro, Malavasi, Scarpa.