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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 486 di martedì 27 maggio 2025

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 16,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANTONIO D'ALESSIO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 maggio 2025.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario (A.C. 2355​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2355​: Conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello presentato dal Governo.

Ricordo altresì che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, lunedì 26 maggio, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 18.

Dopo tale votazione, nella seduta odierna - sino alle ore 20 e con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 - e nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì, avranno luogo le successive fasi di esame del provvedimento, sino alla sua conclusione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2355​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Benedetto Della Vedova.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente. Il Sottosegretario Molteni è arrivato un po' in ritardo. Non è la prima volta che questo Governo costringe le Presidenze di turno a ritardare. Io sarei per aprire all'orario previsto, dire all'Aula e a chi ci ascolta che il Governo non c'è, e riaprire quando il Governo arriva. Ma, Sottosegretario Molteni, se fosse solo questo il segno o il modo di non dare sufficiente valore e, quindi, non prestare sufficiente attenzione da parte di questo Governo al Parlamento, potremmo andare avanti tranquillamente. La verità è che questo disegno di legge, questo decreto-legge, questa fiducia, per come è maturata, è un segno evidente, ancora più di quelli che c'erano stati fino ad oggi, della scarsa considerazione che questa maggioranza ha nei confronti del Parlamento; io direi anche delle regole costituzionali. Avete preso un disegno di legge - è già stato detto, ma è bene ripeterlo, no? - che era passato alla Camera con la nostra radicale opposizione, ma era passato. È andato al Senato, lì si è impantanato per cinque mesi e non perché l'opposizione facesse ostruzionismo, Sottosegretario Molteni, ma semplicemente perché perfino per la vostra maggioranza era eccessivo quello che avete scritto e perché, poi, seppure in modo istituzionalmente garbato, dal Quirinale avevano mostrato proprio le cose che non si potevano mostrare, in termini di incostituzionalità.

Vede: perché voterò contro questa fiducia? Ma perché compite un atto ennesimo di protervia e prepotenza istituzionale, perché qui l'unica necessità e l'unica urgenza - requisiti necessari per un decreto - sono quelle di bypassare la diatriba all'interno della vostra maggioranza e di evitare quello che per voi è uno scorno, cioè il fatto che le correzioni che andavano fatte al Senato nell'iter del disegno di legge avreste dovuto farle utilizzando gli emendamenti delle opposizioni, perché nel frattempo avevate perso tempo.

E a me spiace che entrambi i Presidenti delle Camere non abbiano ritenuto di levare quantomeno la propria voce, se non di interferire, affinché - e chiudo, signor Presidente - questa protervia arrivasse in fondo. Vede, signor Sottosegretario, avete già il record delle fiducie: un Governo di 31 mesi ha fatto 90 fiducie. Durante il Governo Berlusconi - e il Primo Ministro Meloni è stata 44 mesi Ministra di quel Governo, ricordiamocelo, perché underdog, eccetera, eccetera - ci sono state 36 fiducie. Renzi: 35 mesi e 68 fiducie. Voi, ripeto: 31 mesi e 90 fiducie. Questa è una riforma costituzionale inaccettabile. È una prassi che non solo si riverbererà contro di voi quando finirete all'opposizione, ma è un modo di svilire il Parlamento che non è accettabile. E questo vale tanto quanto - nel nostro “no” alla fiducia - le obiezioni giganti di merito che lascio ai colleghi Giachetti, Magi e a tutti gli altri che interverranno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Felice di raccogliere il testimone dell'onorevole Della Vedova. In dissenso con l'onorevole Della Vedova, vorrei dire che al Sottosegretario Molteni bisogna fargli un monumento, perché - l'unica cosa - è vero che è arrivato magari in ritardo, ma ci ha accompagnato dalla Commissione, nell'andirivieni di tutti questi provvedimenti, come un monolite piazzato lì. Secondo me gli dovrebbero fare un monumento in pubblica piazza, anche perché subisce tutto quello che gli diciamo. E io cerco sempre di dirgliene una di più, però non reagisce mai ed è una cosa difficile, che però apprezziamo.

Detto questo, signora Presidente, vorrei dividere i pochi minuti che ho, ribadendo alcuni concetti che ha anticipato il collega Della Vedova riguardo l'operazione che è stata messa in campo sotto il profilo costituzionale. È stato fatto un decreto-legge che riproduce un disegno di legge che era in fase avanzata al Senato, dopo un lungo iter alla Camera. E ricordava, giustamente, l'onorevole Della Vedova che al Senato è stato bloccato perché c'erano le divisioni all'interno della maggioranza. Poi è stato fulmineamente sbloccato a ridosso delle elezioni europee perché serviva - come noto - al partito del Sottosegretario per portare un vessillo durante le elezioni europee. È stato utilizzato un escamotage per aggirare l'articolo 77 della Costituzione che - come sappiamo perfettamente - prevede che, per fare un decreto-legge, siano necessari i requisiti di necessità e di urgenza.

Ripeto quello che ho detto in altre occasioni. Io penso che sia lecito che il Governo si dia delle priorità e queste si esercitano attraverso la volontà della maggioranza di portare avanti dei provvedimenti, di spingere e di chiedere sedute notturne. Tutto quello che si vuole. Ma la priorità politica della maggioranza non si può trasformare in un finto adempimento dei requisiti costituzionali di necessità ed urgenza, perché sono cose completamente diverse. In realtà, è un modo come un altro per mortificare e svilire, oltre il ruolo del Parlamento, anche le rilevanti criticità che sono state mosse da diverse istituzioni e dalle forze politiche e sociali nel corso delle audizioni e delle sedute che ci sono state nelle Commissioni, sia alla Camera che al Senato. Ma quale urgenza, Sottosegretario? Non c'era alcuna urgenza. Questo provvedimento è stato sequestrato per parecchio tempo e la scelta di fare un decreto-legge era finalizzata esclusivamente a poter fare, attraverso questo aggiramento, quello che con un disegno di legge non avreste potuto fare, e cioè le forzature che avete messo in Commissione, con le tagliole e le doppie tagliole, e con la fiducia accostata al decreto, che impedisce la discussione degli emendamenti, perché, magari, su qualche emendamento, qualche frizione sarebbe potuta esserci anche all'interno della maggioranza. E avete così risolto, come spesso fate, con un “colpo di mano” - tra virgolette, ovviamente, non mi riferisco a un “colpo di mano” dal punto di vista della prassi parlamentare - annullando qualunque discussione e dibattito in Parlamento.

D'altra parte, se fate questo su provvedimenti di carattere costituzionale, di riforma costituzionale, come per esempio la separazione delle carriere, non c'è da stupirsi che voi lo facciate anche su provvedimenti, dal punto di vista costituzionale, di rilievo minore.

La Corte costituzionale, però, si è già espressa nella sentenza n. 146 del 2024 sul fatto che, anche al di fuori della materia penale, il ricorso al decreto-legge è soggetto a limiti fissati allo scopo di non vanificare il Parlamento, che resta la sede della rappresentanza della Nazione. E c'è di più, signor Presidente e collega Molteni. Noi sappiamo perfettamente che c'è una riserva di legge in materia penale e il fatto che voi interpretiate la riserva di legge attraverso il fatto che un decreto-legge poi verrà convertito e diverrà legge non è la stessa cosa, perché la riserva di legge è una riserva di legge. Peraltro, sappiamo perfettamente che il decreto-legge fa entrare immediatamente in vigore le norme e non c'è quella possibilità - che, invece, ci sarebbe attraverso un provvedimento ordinario - di consentire a tutti i cittadini di prendere cognizione delle norme prima che entrino in vigore e diventino attuative di quello che voi volete fare, anche perché quello che volete fare non è poco, anche sotto questo punto di vista. L'abbiamo detto in tutte le salse. C'è anche il tema della proporzionalità dei reati.

Signor Sottosegretario, le 14 fattispecie di reati nuovi che inserite, più l'inasprimento delle pene e l'introduzione delle aggravanti si scontrano con il precetto, di cui dicevo, della proporzionalità, della tassatività e della ragionevolezza che la nostra Costituzione prevede a proposito delle pene irrogate. Soprattutto 14 reati nuovi, aggravanti, inasprimento delle pene: ma, signor Sottosegretario, lei non è stato tra coloro che ha firmato i referendum della Lega che chiedevano, per esempio, la modifica della custodia cautelare?

La modifica della custodia cautelare, signor Sottosegretario, come lei sa perfettamente, serve per far uscire dalla galera un po' di gente che ci è andata e non ci dovrebbe stare. Voi non solo il referendum l'avete fatto e poi non ve ne siete molto curati nella parte del voto, ma addirittura state continuando a fare una quantità di reati e non solo non modificate la custodia cautelare - questo lo dico anche agli amici di Forza Italia che hanno sempre le bandiere pronte, salvo poi rimetterle in tasca quando c'è il richiamo della foresta del voto di maggioranza - ma state continuando a prevedere reati per mandare la gente in carcere, contraddicendo - non parlo del Ministro Nordio perché ormai ci ho rinunciato, signor Sottosegretario - quello che voi stessi avete detto e fatto per parecchio tempo.

Ci sono cose dentro questo decreto-legge che gridano vendetta a Dio. La violazione dell'articolo 25, per cui la materia penale deve essere disciplinata dalla legge ordinaria, come ho detto prima, è palese. Le disposizioni penali introdotte entrano, come vi ho detto, immediatamente in vigore e creano problemi. Ho sentito già nella discussione generale alcuni esponenti della maggioranza che rivendicavano la forza e l'importanza. L'ho sentito anche dalla Presidenza del Consiglio: ossia che finalmente abbiamo fatto un decreto che ha consentito che, in due occasioni, fossero stati liberati degli appartamenti occupati abusivamente. A parte il fatto che i decreti dovrebbero avere una portata un pochino più ampia, con tutto il rispetto per le importanti signore che sono state citate da chi è intervenuto in discussione generale.

Ma soprattutto dovremmo avere chiaro che tutta una serie di aggravanti, di reati, di cose che inserite qui dentro sarebbero già tranquillamente percorribili sulla base del codice penale e del codice di procedura penale e voi le inserite qui dentro semplicemente per fare quello che avete fatto sull'Albania, su Cutro e su tante altre cose che sono dei manifesti che vi servono per poter dire: noi abbiamo fatto questo! Vedremo poi cosa lascerà in piedi la Corte costituzionale, con tutti i ricorsi che ci saranno. Ma il vostro interesse non è quello di risolvere un problema, è di poter dire “abbiamo fatto questo”, salvo che poi quello che fate è del tutto irrilevante.

Ma a proposito della sproporzione - e mi accingo a chiudere - c'è il nuovo reato di occupazione arbitraria di immobile che viene punito, signor Sottosegretario, con una pena pari all'omicidio colposo per violazione delle norme della sicurezza sul lavoro. Io sono assolutamente contrario alle occupazioni. Noi sappiamo perfettamente che comunque c'erano già tutte le norme sia penali che amministrative per perseguire chi occupa abusivamente. Ma fare una norma che equipara nella pena l'occupazione abusiva con l'omicidio colposo per violazione delle norme di sicurezza sul lavoro, con la reclusione da 2 a 7 anni, non le appare anche a lei un tantino eccessivo?

Il blocco stradale: da amministrativo diventa penale. Le ho fatto l'esempio l'altra volta, signor Sottosegretario. Pensi che cosa potrebbe significare una manifestazione di disabili che protestano perché non sono state abolite le barriere architettoniche e che decidono di mettersi con le loro carrozzine in mezzo alla strada. Che cosa fate? Li denunciate penalmente? Ho parlato di un caso limite. E se io faccio una manifestazione e in 400 persone decidono di attraversare le strisce ogni 30 secondi perché fanno fatica a deambulare, che cosa fate? Li denunciate penalmente? Li fate arrestare?

Vogliamo parlare - e ho chiuso, signora Presidente - delle madri? Ci avete spiegato (nel decreto-legge avete raccolto le perplessità che erano state avanzate anche dal Colle) che le madri non le mettete più in galera, ma le mettete negli ICAM. Ma che cosa sono gli ICAM, signor Sottosegretario? Qualcuno c'è stato a vederli? Sono delle galere, con tante belle sbarre, dove c'è qualche agente della Polizia penitenziaria che, oltre a tutto quello che fa normalmente, cerca anche di dare un po' di sollievo a un bambino chiuso dentro una stanza con la mamma. Ma vi pare normale tutto questo?

E allora concludo, signor Presidente e signor Sottosegretario, esattamente come avevo iniziato la discussione generale. Voi avete un grande spot che potete fare per questo provvedimento ed è utilizzare una figura, un personaggio comico di una straordinaria rilevanza, che ha fatto la storia in questo Paese, che è Bracardi. C'è quel famoso sketch in cui diceva: “La vuoi la minestrina? Ti piace la minestrina? Vuoi mangiare la minestrina? No, in galera!”. Ecco, la sintesi del vostro provvedimento è prendere la gente e buttarla in galera.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Poi quello che succede dopo, quello che succede prima, quello che succede durante, quello che non succede, perché questo provvedimento aggraverà soltanto la vita dei poveracci, di quello non ve ne frega assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente. Signor Sottosegretario, colleghe, colleghi, siamo a discutere nuovamente del decreto Sicurezza. La vicenda è nota: siamo stati 14 mesi alla Camera a discutere del disegno di legge sulla sicurezza e dopodiché il provvedimento, contro la nostra volontà e dopo una nostra decisa opposizione, è passato al Senato dove è stato altri 5 mesi fermo lì. Dopodiché improvvisamente il Governo ha deciso di trasformarlo in un decreto immediatamente vigente. Quali erano gli elementi di urgenza perché questo avvenisse forse, Sottosegretario, me lo saprà dire lei, perché in Italia non l'ha capito nessuno.

Ora siamo qui a discutere dopo che alla Camera voi siete riusciti nella brillante impresa di fare una discussione sul decreto Sicurezza senza che nessuno della maggioranza intervenisse mai in Commissione, senza che il Governo proferisse una parola in Commissione per difendere quel testo. Eppure questo decreto cambia, cambia tanto perché introduce 14 nuovi reati e 16 aggravanti. Io penso che questo sia un piccolo record del quale vi potete vantare, cioè che con un decreto-legge riuscite a modificare 30 norme penali.

E guardate che la protesta del Paese non è che abbia riguardato soltanto i giovani e i lavoratori. Siete riusciti nella grande impresa di trasformare gli avvocati in questo Paese in agitatori politici. Anche l'Unione delle camere penali è scesa in piazza. Siete riusciti a far scendere in piazza anche gli avvocati e 250 costituzionalisti - 250 costituzionalisti! - hanno detto che questo vostro provvedimento è un attentato contro lo Stato di diritto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Questa è la realtà con la quale voi vi dovete confrontare. Non potete voi, amici della maggioranza, colleghi della maggioranza, fare la politica dello struzzo e far finta che fuori di voi non ci sia niente. Non potete neanche fare quello che ha fatto oggi la vostra Presidente Meloni che ha affermato felice che finalmente due appartamenti sono stati sgomberati grazie al decreto Sicurezza.

Signora Presidente, ci saremmo aspettati da lei, Presidente del Consiglio della Repubblica italiana, che festeggiasse il fatto che due persone, che due famiglie sfrattate avessero finalmente trovato alloggio e non il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non il contrario! In questo Paese, signori miei, ci sono 50.000 famiglie in disagio e difficoltà abitativa e voi a queste 50.000 famiglie non dite niente. Quelli che voi volete mettere in galera, con le norme che oggi approvate, sono coloro che sono stati sfrattati per morosità incolpevole, per finita locazione.

Queste sono le persone che voi volete incarcerare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), quelli che, grazie alle vostre politiche economiche, non hanno più i soldi per arrivare alla fine del mese e tantomeno per pagare l'affitto perché in questo Paese ci sono i salari più bassi d'Europa.

Infatti, negli ultimi anni, dal 2019 ad oggi, i salari hanno perso il 10,5 per cento del potere d'acquisto e il 23,1 per cento della popolazione è a rischio di povertà. Questi sono i dati veri, questi sono i dati dell'Istat, e la narrazione che voi volete fare e che la Presidente del Consiglio fa, per cui “va tutto bene, madama la marchesa, siamo i più bravi di Europa, siamo i più ricchi di tutti”, cozza con le difficoltà che i cittadini hanno quando vanno al mercato e non possono più neanche fare la spesa. Figuriamoci pagare l'affitto! Questo avremmo voluto da questo Governo: avremmo voluto che risolvesse il problema non di tutti, non di mille, non di cento, ma almeno di due famiglie che non hanno casa, quello avremmo voluto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Guardate, signore e signori, che quando si parla di democrazia e dello Stato di diritto non è una mera affermazione di principio - certo, lo è anche - ma parlare dello Stato di diritto significa parlare soprattutto delle libertà, delle libertà che sono garantite dalla nostra Costituzione. Quella Costituzione - io so che a molti di voi va di traverso ogni volta che lo diciamo - che è frutto della Resistenza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che è frutto della lotta degli italiani e delle italiane contro i nazifascisti, contro il fascismo che ha tagliato libertà e che ha privato i cittadini e le cittadine dei diritti. Ecco, queste libertà sono sancite in quel documento e voi non lo potete ignorare. E la destra non può continuare a far finta che quegli eventi non ci siano stati.

Come disse Vittorio Foa, il famoso Vittorio Foa, a un senatore dell'allora Movimento Sociale, il senatore Pisanò: senatore Pisanò, se aveste vinto voi, io sarei in galera. Siccome abbiamo vinto noi, lei fa il senatore. Questa è la differenza tra noi e voi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra): noi ci crediamo davvero alle libertà e allo Stato di diritto.

Noi vogliamo la sicurezza - certo che la vogliamo, Sottosegretario - vogliamo la sicurezza di avere un salario dignitoso, di avere un futuro non devastato dai cambiamenti climatici, vogliamo la sicurezza di avere un trattamento umano per i detenuti, vogliamo la sicurezza di avere una sanità che non lasci indietro nessuno, vogliamo avere la possibilità di manifestare, di dissentire, di ribellarci alle leggi ingiuste, vogliamo vivere in un Paese tollerante e democratico. È su questo che noi vi sfidiamo, sono questi i contenuti che vogliamo ribadire, ed è per questo che ci opporremo nelle piazze e ci opponiamo nelle Camere del Parlamento contro questo decreto-legge. Perché è un decreto-legge che va contro lo spirito della Costituzione, che va a colpire i nostri fondamentali e principali diritti che sono quelli di pensare, che sono quelli di contestare, che sono quelli di dissentire, che sono quelli di manifestare.

Io lo so che voi avete messo in campo una serie di iniziative, signor Sottosegretario, e poi avete paura dei cittadini e delle cittadine, perché sapete che gli italiani e le italiane non la pensano come voi.

Sulla questione delle grandi opere, buttate 15 miliardi sul ponte di Messina. Ma voi sapete che la gente lì, in Sicilia, ha bisogno di acqua che non c'è ormai da anni, che questo sta distruggendo l'agricoltura e che l'acqua non arriva nei rubinetti di casa. Quella sì che è una grande opera da mettere in campo; una grande opera per i trasporti pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), per i pendolari che vanno a lavorare, per ridurre i costi dei trasporti per studenti e per lavoratori; quelle sì che sono grandi opere da fare. E invece è la grande speculazione, strizzando gli occhi a poteri non chiari sul ponte di Messina, perché questa è la verità.

Per questo voi volete norme che impediscono alle persone di protestare contro le grandi opere, perché quello che decidono lorsignori deve essere eseguito senza che nessuno possa dissentire. Voi non volete che le giovani e i giovani facciano il blocco stradale per indicare a tutti che uno dei problemi più gravi del pianeta è costituito dai cambiamenti climatici. Guardi che, fino a qualche tempo fa, per vedere i cambiamenti climatici bisognava guardare la televisione, signor Sottosegretario, colleghi e colleghe della maggioranza; adesso vi consiglio di aprire le finestre di casa vostra per vedere i cambiamenti climatici (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). In questi ultimi anni ci sono stati 134 miliardi di danni causati dai disastri climatici e voi fate finta di niente, voi negate il fatto che esista: noi non siamo contro la transizione ecologica, però è necessario…

Però, è necessario che cosa? È necessario finalmente intervenire per fare in modo che le persone, quelle a noi care, le nostre case, i nostri beni e le nostre imprese siano tutelati; e, invece, voi fate finta di niente. La transizione costa. Ma perché, pagare 134 miliardi di danni non costa?

Queste sono le questioni fondamentali: già ve l'ho detto e lo voglio ripetere. Fare il Daspo urbano tramite un provvedimento del questore e non un provvedimento del magistrato, limitare la libertà personale con il Daspo urbano, con un provvedimento del questore soltanto a seguito di denuncia, neanche di una condanna nemmeno di primo grado dopo una denuncia, con la conseguenza che basta una denuncia per avere il Daspo urbano, io credo che, tutto questo, sia veramente, drammaticamente, disastroso per il nostro Paese. Così come l'articolo che prevede che ai nostri agenti di sicurezza, ai nostri 007 venga data, praticamente, licenza di uccidere: possono partecipare alle organizzazioni terroristiche con posizioni di vertice autorizzati dal Governo e autorizzati dal Parlamento. Ma questa è una vergogna, questa è una pazzia.

Ricordatevi una cosa: il bene più prezioso di un Paese è l'indipendenza e la libertà. Voi avete giocato e avete svenduto la nostra indipendenza al vostro amico Trump e adesso volete vendere anche la nostra libertà, ma noi non ve lo permetteremo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Oggi sono andata a prendere un caffè con un amico che passava da Roma, che non segue tanto la politica, e mi ha chiesto: “Allora cosa fai questo pomeriggio?”. E io gli ho detto: “Ci occupiamo del decreto Sicurezza”. Allora, alza un sopracciglio: “Ma non l'avete già fatto? Non lo avete già finito?”.

Questo è il primo tema che voglio porre oggi, ma non perché questo mio amico si ritrovi ad essere confuso, ma perché siamo anche noi confusi; non solo confusi, ma apprezziamo poco il metodo con cui avete gestito questo secondo passaggio di un testo un filino migliorato ma, onestamente, che ci lascia molto, molto, perplessi. Quindi già anticipo - non c'è nessuno spoiler - il fatto che voteremo “no” a questa fiducia.

È, quindi, questo metodo che confonde il mio amico, è un iter bizzarro che ci ha portato un disegno di legge che era stato scritto male e con problemi di copertura, tanto che, al di là degli screzi tra i partiti di maggioranza, alla fine l'avete ritirato, nonostante i diversi mesi di assiduo lavoro parlamentare; e, con questa nuova formulazione, e in più la posizione della fiducia, avete completamente, ancora una volta, esautorato il Parlamento. Un ennesimo abuso della decretazione di urgenza: oramai ci stufiamo quasi di dirlo. Ma, in questo caso, si unisce a una prova evidente di disorganizzazione e - spiace dirlo, perché noi non utilizziamo mai toni forti - ma anche, forse, un pochino di incompetenza.

Il senatore Gasparri ha parlato con disinvoltura dicendo che si tratta solo di alcuni ritocchi tecnici. In realtà, non erano assolutamente ritocchi tecnici, ma un vero e proprio disastro che ora ci ritroviamo a rattoppare, mettendo una toppa che è peggio del buco.

Questa trasformazione, chiaramente, deriva dal bisogno di dimostrare che comunque si sta facendo qualcosa. Peccato che il semplice fare qualcosa non equivalga, purtroppo, a farlo bene. Questa forzatura procedurale - quella della fiducia - porta oggi in Aula un pacchetto blindato che blocca qualsiasi possibilità di discussione e di confronto parlamentare su un tema importante e delicato come la sicurezza dei cittadini che, appunto, riprendendo il mio amico, lui pensava essere già stato risolto.

Questo provvedimento - per entrare, poi, nel merito, oltre che nel metodo - non risolve i problemi di sicurezza, non risolve quello che dice di voler fare nel titolo. E non lo diciamo solo noi di Azione, lo dicono in tanti. Lo dice in primis il Presidente Mattarella, che si è espresso e ha parlato di misure discutibili - cito - “sotto il profilo della loro compatibilità con i principi costituzionali”. Naturalmente, il riferimento era in particolare alla questione delle madri in carcere, donne incinte o con figli sotto l'anno d'età, una misura - poi approfondirò questo aspetto - che non è solo disumana, ma davvero ha un profilo evidentemente discriminatorio e di incostituzionalità, in particolare discriminatorio nei confronti dell'etnia rom.

Era anche incostituzionale il divieto di vendere schede telefoniche a persone straniere sprovviste di permesso di soggiorno. È una misura non solo illiberale ma anche discriminatoria.

Peraltro, segnalo che queste persone, per entrare nel mondo della legalità, che tutti noi auspichiamo per loro, per una vita normale, inserita nelle istituzioni e nella società di questo Paese, possono forse avere bisogno di poter comunicare telefonicamente, proprio per espletare queste procedure necessarie ad ottenere i documenti per vivere in Italia. Quindi è assurdo mettere ostacoli a quello che tutti noi auspichiamo, cioè il migliore inserimento di queste persone nella nostra società.

Altra obiezione fatta dal Presidente è l'estensione del reato di rivolta nelle carceri, anche questo segnalato come critico, applicabile perfino ai casi di disobbedienza passiva. Questi sono solo alcuni dei profili critici sollevati dal Quirinale, che sono modificati solo in parte nel testo che esaminiamo; poi “esaminiamo” è un parolone, perché non possiamo modificarlo, ma, insomma, che leggiamo oggi. In totale parliamo, lo hanno già detto i colleghi, di 14 nuovi reati e nuove circostanze aggravanti: una perfetta applicazione del metodo panpenalista, che però, come già detto, non migliora certo la sicurezza, ma quello che farà sarà ingolfare i tribunali e ingolfare le carceri, che, come sappiamo, sono già totalmente sovraffollate.

Permettetemi allora di soffermarmi su alcuni punti per evidenziarli con maggiore chiarezza, anche nelle modifiche che avete apportato. Innanzitutto le detenute madri. Ora voi, giustamente, lo dico da madre, fate molta attenzione e ripetete l'importanza della famiglia e delle madri, e la nostra Costituzione, la nostra bella Costituzione, all'articolo 31 ci ricorda la tutela fondamentale della maternità e dell'infanzia. Eppure, nell'articolo 15 di questo decreto fate esattamente l'opposto.

Create madri di serie A e madri di serie B; fate cadere le colpe delle madri sui figli e solo in parte modificate la norma iniziale, che voleva mandare in carcere persino bambini di meno di un anno di età. Questa idea di fondo, profondamente sbagliata, marchio di fabbrica, purtroppo, di questa maggioranza, è rispondere a un problema con l'introduzione di un nuovo reato, confondendo il diritto con il populismo penale. Questo lo applicate anche a un altro tema, diverso, ma ugualmente assurdo: quello della cannabis light, della filiera della cannabis light, un settore che nel solo 2024 ha fatto lavorare 22.000 persone e ha servito oltre 1,4 milioni di consumatori.

Parliamo di un settore che vale 2,2 miliardi di euro, in crescita in tutta Europa, che non solo quindi offre opportunità di lavoro lecite, ma una crescita economica e anche introiti allo Stato, che derivano anche dalle esportazioni, e inoltre, non poco importante, visto che si tratta di sicurezza, toglie spazio alla criminalità. Di tutto questo che cosa fate voi? Lo reprimete. Lo reprimete rendendo imprenditori puliti e legittimi una sorta di nuovo Pablo Escobar, da perseguire ovunque, come fosse una questione criminale.

La cannabis light è una questione economica di un'attività commerciale lecita e anche sanitaria, per quanto riguarda i farmaci a base di cannabinoidi, non un'attività criminale.

Ma in questo decreto, lo ripeto, il metodo panpenalista arriva dappertutto, e arriva persino - qua veramente stento a crederci - alla libertà di manifestare, alla libertà di manifestare dissenso in maniera pacifica, alla libertà di manifestare dissenso con i blocchi stradali. Per non parlare poi delle carceri, dove questa manifestazione di dissenso potrebbe essere duramente, anzi, sarà duramente punita. Queste carceri sono luoghi in cui letteralmente già non si può vivere. Nel 2024 abbiamo avuto ben 83 suicidi in carcere.

Invece che intervenire per riportare la dignità all'interno di queste carceri, avete scelto di degradare ulteriormente le condizioni dei detenuti, introducendo questo nuovo reato di rivolta, che si applica addirittura alla resistenza passiva.

Unica via passiva, non violenta, di manifestare il dissenso che era rimasta. L'impatto che avranno questi nuovi reati sulle carceri si dovrà vedere, ma temo che, se il decreto Caivano ha portato un più 37 per cento di minori in carcere, mi aspetto che questo nuovo decreto, con tutti i nuovi reati che introduce, non farà che peggiorare assolutamente la situazione. Infine, io sono in Commissione trasporti. Parliamo spesso e giustamente di sicurezza sui mezzi di trasporto, che è fondamentale, ma onestamente è ridicolo pensare che un criminale rifletta sul luogo dove compie il reato, e, quindi, sull'aggravante di quel luogo, prima di compiere questo reato.

Penso che sarebbe più opportuno potenziare i controlli e potenziare la presenza delle Forze dell'ordine. Persino noi abbiamo fatto delle proposte in questo senso. Personalmente, nel comune di Milano, sto portando avanti una battaglia per rendere i controllori e il personale del trasporto pubblico locale personale di Polizia amministrativa; quindi, dare loro nuovi poteri e nuovi controlli. Quindi, non è che si è contro la sicurezza sui mezzi pubblici, ma un'aggravante per il luogo in cui si commette il reato non sistemerà nulla.

Chiudo con una precisazione assolutamente doverosa, perché si può travisare la resistenza a questo decreto come una resistenza alle Forze dell'ordine, perché così lo avete raccontato, un decreto che tutela le Forze dell'ordine. Noi assolutamente le vogliamo tutelare, perché fanno un lavoro importantissimo, e, nella stragrande maggioranza dei casi, lo fanno davvero bene. Ogni giorno, lo sappiamo, ci sono donne e uomini in divisa che rischiano la vita e, in alcuni casi, la perdono anche per garantire la nostra sicurezza. Ma, proprio per questo, l'importanza del loro ruolo nel garantire la sicurezza e la libertà dei cittadini, non potete prenderli in giro con norme inutili, inapplicabili e populiste come quelle che votiamo oggi.

In un mondo ideale, il Governo studierebbe politiche mirate a risolvere i problemi alla base dei comportamenti sociali devianti, che poi sfociano in reati, invece semplicemente di aumentare le pene. Ci sono esempi virtuosi ovunque nel mondo. Cito Baltimora, dove, all'acuirsi della violenza e della criminalità, si è investito in una struttura che si chiama Group Violence Reduction Strategy, cioè una collaborazione tra Polizia, gruppi comunitari e procura per percorsi di terapia, formazione professionale e reinserimento nella società.

In conclusione, pensiamo che la sicurezza non si costruisce solo con più detenzione, ma con più opportunità, con più prevenzione, con più umanità. Eppure questo voi sembrate non capirlo proprio (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Oggi siamo chiamati a votare la fiducia sull'operato del Governo e, in particolare, sul decreto Sicurezza. È un voto che vogliamo confermare con convinzione a nome mio e di tutto il gruppo di Noi Moderati. Questa non è una fiducia concessa alla cieca, è una fiducia fondata sui risultati, sui fatti concreti e sulle risposte attese da territori troppo a lungo dimenticati. Parlo, con particolare forza, della provincia di Agrigento, che rappresento e che conosco a fondo. Una delle misure più rilevanti di questo provvedimento è l'introduzione, all'articolo 10, del reato di occupazione arbitraria di immobile ad uso abitativo, con pene fino a 7 anni e l'attivazione di procedure di sgombero rapido e tutela del proprietario legittimo.

Questo è un segnale forte di legalità, che risponde a un fenomeno purtroppo diffuso anche nel mio territorio e in tutto il Paese. Nel centro storico di Agrigento, Canicattì e Licata, nei quartieri popolari e in molte aree periferiche, le occupazioni abusive hanno spesso privato le famiglie oneste della possibilità di vivere nella propria casa, mentre gli immobili lasciati in mano a soggetti senza titolo diventavano focolai di degrado, insicurezza, criminalità e disagio sociale. Il Governo interviene dopo un prolungato silenzio dei Governi che ci hanno preceduto, e lo fa riconsegnando il diritto alla proprietà, il diritto alla tranquillità e, in fondo, il diritto a sentirsi protetti.

Con questo decreto il Governo Meloni rafforza il sistema delle verifiche antimafia anche per le imprese in rete, introduce nuove misure per la gestione e la destinazione dei beni confiscati e promuove l'uso sociale di quegli immobili che possono rinascere come centri civici, cooperative, spazi per i giovani e sedi istituzionali. La provincia di Agrigento ha una storia dura, segnata dalla presenza opprimente di cosche mafiose radicate, come Cosa nostra e Stidda, e altri centri dove il racket, l'usura e la violenza hanno soffocato per decenni l'iniziativa economica. È una battaglia di civiltà, fondamentalmente, in una provincia dove oltre 80 immobili e aziende sono stati sequestrati e confiscati alla mafia negli ultimi anni e dove tanti sindaci ci chiedono strumenti più rapidi ed efficaci per restituire quei beni alla collettività.

Questo decreto non si ferma qui, ma va oltre, tutelando i soggetti più fragili, gli anziani. I dati parlano chiaro: nel 2022 si sono registrati oltre 26.000 casi di truffa ai danni degli anziani, molti dei quali proprio nel Meridione, dove l'indice di invecchiamento è tra i più alti della Nazione ed è spesso teatro di frodi porta a porta, raggiri telefonici e finti operatori che colpiscono i più fragili. Il decreto introduce finalmente una circostanza aggravante specifica per chi truffa gli over 65, tutelando la dignità dei nostri padri, delle nostre madri e di tutti coloro che, con sacrificio, hanno costruito questa terra. È un passo di giustizia.

Infine, il testo pone la necessità di tutelare zone e quartieri più colpiti dalla criminalità. Non posso in questa sede, ad un mese esatto, non pensare ai fatti che hanno colpito Monreale il mese scorso, come quello che accade nella mia città, Agrigento, come in molte città siciliane e italiane, dove sono numerosi i quartieri che necessitano non solo di ordine pubblico, ma di presenza istituzionale, riqualificazione e spazi di aggregazione. Penso a Villaseta, zone di Sciacca, Ribera, Palma di Montechiaro e Favara.

Il nostro obiettivo dev'essere quello di rendere questi luoghi nuovamente vivibili, liberandoli da illegalità diffusa e criminalità predatoria. Ecco perché chiedo che questo provvedimento sia solo un punto di partenza e possa essere accompagnato da ulteriori misure di investimento stabile in organico delle Forze dell'ordine, in infrastrutture pubbliche e in videosorveglianza ma, anche, nell'educazione alla legalità, a partire dalle scuole. Finché il Governo guidato da Giorgia Meloni continuerà a varare misure di questo tipo, con forza e coraggio, da questa parte troverà sempre un alleato pronto a sfide e battaglie sempre più forti, con l'unico intento di tutelare i cittadini italiani.

Con questo voto diamo forza a un Governo che ha dimostrato, con coerenza e pragmatismo, di voler riportare lo Stato nei luoghi dimenticati e dare risposte alle famiglie, ai commercianti, agli agricoltori e ai sindaci che ogni giorno combattono l'illegalità, ma, soprattutto, diciamo con chiarezza che la sicurezza non è una bandiera ideologica, ma un diritto fondamentale e trasversale, che unisce chiunque abbia a cuore il bene comune (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi deputati, signor Sottosegretario, il tema della sicurezza non è appannaggio delle destre. Per noi la sicurezza è un valore importante, ma intesa in senso costituzionale, quale assicurazione di tutti i beni e di tutti i diritti costituzionali.

Con questo decreto-legge, la sicurezza, da strumento di ordinato vivere sociale, diventa strumento di compressione dei diritti e delle libertà fondamentali. Ciò distingue uno Stato di diritto da uno Stato di polizia. Ciò distingue uno Stato di garanzia da uno Stato di sorveglianza.

Questo è il decreto-legge dell'abuso, è il decreto-legge della paura. Eh sì, abuso! Perché il Governo l'ha scippato al Parlamento. Era già stato approvato dalla Camera dei deputati, era già stato licenziato dalla Commissione competente al Senato, pronto per l'Aula, ma lo assorbe in un decreto-legge che assegna qui, alla Camera, e in Commissione subiamo la tagliola. Non abbiamo avuto modo di discutere ben 24 articoli su 39 e una buona parte degli emendamenti dell'opposizione. Un abuso! Un abuso costituzionale: l'assenza dei requisiti di necessità e urgenza straordinari. Un abuso regolamentare.

È bene che ben 250 costituzionalisti abbiano alzato un grido d'allarme verso questo decreto-legge, ben tre presidenti emeriti della Corte costituzionale, ma non è servito a nulla. Tutti contrari, ma voi siete andati avanti. È il decreto-legge della paura, questo, perché intervenite proprio sul codice penale con un decreto-legge. Dovrebbe essere un'operazione chirurgica, straordinaria. Invece voi, con questo provvedimento, stravolgete del tutto il codice penale. Inserite ben 14 nuove fattispecie di reato. Con un unico decreto-legge inserite 486 anni di prigione, aumenti sproporzionati delle pene, genericità e indeterminatezza delle fattispecie. Criminalizzate la marginalità e il dissenso, individuando categorie di soggetti: il manifestante, il detenuto, il migrante, l'occupante, il disubbidiente, l'irregolare. È il diritto penale dell'autore e non già della condotta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Con il nuovo reato di resistenza passiva in carcere, criminalizzate il dissenso pacifico e inoffensivo di chi, semplicemente, si rifiuta di adempiere agli ordini, senza fare nulla; di chi, ad esempio, si rifiuta di mangiare. Voi mandate in carcere anche Gandhi.

E perché poi estendete questo reato anche ai migranti che sono accolti nei CPR? I detenuti hanno commesso un reato, i migranti no! È, questa, una evidente discriminazione che vi serve solo per accumunare l'idea del migrante all'idea di colui che ha commesso un reato. Tutto questo dà luogo a un panpenalismo selettivo che punisce la persona in base alla propria condizione e non già in base alla propria condotta. Questo è riprovevole.

Con il nuovo reato di blocco stradale sanzionate chi manifesta il proprio pensiero, chi dissente da voi: i giovani, i lavoratori, i centri sociali. Ma come si può sanzionare, in egual modo, chi si intromette e coopera consapevolmente nell'occupazione abusiva dell'immobile e chi agisce, invece, al di fuori di tale consapevolezza?

Poi, considerate più grave un reato se commesso nelle aree adiacenti ai trasporti pubblici e alle pertinenze. Ma, vi chiedo: come si può considerare un'aggravante il fatto che un reato, ad esempio il peculato, venga commesso al di sotto di una pensilina ferroviaria e non già dall'amministratore nel proprio ufficio pubblico, magari con la bandiera italiana alle spalle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Perché è più grave un reato se commesso in un porto e non, piuttosto, in un'area commerciale, laddove il bisogno e l'aspirazione di sicurezza dei cittadini è ancora più alta? Voi mandate in carcere addirittura i bambini con le mamme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Neanche il codice Rocco, neanche il codice fascista era arrivato a tanto. Ma che civiltà avete?

È un panpenalismo, questo, selettivo e propagandistico. Panpenalismo, perché tratta il disagio sociale e la marginalità con il codice penale e non con le necessarie misure sociali. Nulla per migliorare la condizione dei detenuti in carcere e della Polizia penitenziaria. Nulla per migliorare la sicurezza dei cittadini all'interno delle città. Nulla per curare il disagio abitativo e rimettere nel mercato dell'abitazione pubblica migliaia di unità immobiliari pubbliche, che, attualmente, sono inagibili e andrebbero ristrutturate.

È selettivo questo panpenalismo perché, da un lato, colpisce i cittadini semplici nelle loro libertà fondamentali - pensiamo, ad esempio, al reato di blocco stradale, che incide sul diritto costituzionale di manifestazione e della libertà del pensiero - ma, al contempo, lasciate indenni i colletti bianchi, i vostri amichetti. Avete abrogato l'abuso d'ufficio. Avete dato una forte stretta alle intercettazioni. Avete stabilito un preavviso di ben 5 giorni per la custodia cautelare.

Voi affermate un'accezione autoritaria e illiberale della nostra democrazia costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quale ragione c'è per sanzionare penalmente chi protesta contro un'opera, ad esempio il Ponte sullo Stretto, solo perché il Governo, la maggioranza, considera quell'opera strategica? La verità è che voi, così, mettete il bavaglio al dissenso, a chi non la pensa come voi. Ed è propagandistico questo panpenalismo, perché, lungi dal rafforzare la sicurezza dei cittadini e dello Stato, vi serve solo per la vostra propaganda elettorale e solo per strizzare l'occhio alle frange più estreme della destra, sia italiana e sia europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma ve lo diciamo: non può esservi sicurezza senza libertà. La sicurezza non può divorare ogni altro valore, ogni libertà. Per non parlare, poi, della facoltà, che è stata data al Governo, di autorizzare i Servizi segreti a costituire associazioni terroristiche. A costituire! Non ad infiltrarsi all'interno di associazioni già costituite al fine di combatterlo. Voi, in questo modo, autorizzate un parastato illegittimo e antidemocratico. Avete dimenticato e oltraggiato la strage di Bologna, la strage di piazza Fontana, dalle cui inchieste sono emerse le responsabilità di componenti dei Servizi segreti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questo provvedimento sovverte i princìpi democratici fondamentali, supera la linea rossa che qualifica uno Stato come liberale e democratico, incide profondamente sulle libertà fondamentali della persona, discrimina le persone in base alla loro condizione, rende legale il terrorismo di Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Dobbiamo gridare ora in quest'Aula e forte nelle piazze il nostro “no” a questa torsione autoritaria e antidemocratica. Diciamo “no” a questo decreto-legge, diciamo “no” al Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bellomo. Ne ha facoltà.

DAVIDE BELLOMO (FI-PPE). Grazie, signora Presidente. Sto assistendo agli interventi che mi hanno preceduto, oltre ai talk show televisivi, e a quella che viene chiamata la “ferocia dell'arte del contrario”, ossia che prescinde dal contenuto dei provvedimenti, ma, siccome si è in questo caso opposizione, si devono criticare i provvedimenti a prescindere, sia quello che è giusto sia quello che si è detto prima.

Ci lamentiamo, poi, che siamo una Repubblica parlamentare nella quale i provvedimenti devono prendere corpo all'interno del Parlamento, però, poi, purtroppo - questo ci dice l'opposizione - questo non accade perché il Governo tira dritto per la sua strada e cerca di applicare il programma di Governo per il quale gli italiani lo hanno votato.

Poi ho sentito dire - e questo ha dello spettacolare, lasciatemi dire -, soprattutto da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle (che ho visto in Commissione trasformarsi dai più grandi giustizialisti che la Repubblica ha vissuto ai più grandi garantisti) che la Camera penale “vi ha detto”; che ci sono state manifestazioni degli avvocati, i quali “hanno detto”… È la prima volta che sento il MoVimento 5 Stelle dire che ciò che dice la Camera penale noi lo dobbiamo mettere nei provvedimenti, quando ci sono stati fiumi di dichiarazioni della Camera penale, fiumi di interventi, numerosissimi scioperi per provvedimenti - sì - quelli anti garantisti promossi dai Governi che li hanno visti protagonisti, anche addirittura un Ministro della Giustizia. Questo è quello che Pascal chiamava, appunto, “l'arte del contrario”, cioè si prescinde da quello che si deve dire perché io devo dire “no” a qualsiasi cosa.

Non ho sentito in quest'Aula - devo dare atto al collega Giachetti, l'unico che, almeno, ha mantenuto una sua posizione sempre identica per quello che ha manifestato in quest'Aula - che l'opposizione abbia dato un argomento per come risolvere i problemi. Ci sono problemi in ordine ai quali abbiamo delle truffe per gli anziani? Sì. Ci sono problemi per cui i criminali o soprattutto alcune donne delinquono apposta o strutture criminali mandano donne incinte per ottenere e locupletare in maniera illegale ai danni dei cittadini? Questi sono i problemi. Non ho sentito una sola parola per indicare come affrontare questo tipo di problema e come lo Stato debba reagire in maniera feroce contro questo tipo di problema.

Perché c'è differenza - è quello di cui veniamo accusati noi di Forza Italia, io per primo - tra il garantismo e il rigore che, a detta dell'opposizione, sembrano due cose opposte. Essere garantisti non significa concedere a tutti tutto; non significa concedere alle persone di delinquere; non significa essere lassi nel rigore dello Stato. Significa avere la tutela dei diritti nel momento in cui si ha un processo; significa avere la tutela del giusto processo, cioè la parità tra accusa e difesa, ma è una cosa diversa rispetto al dire che noi non dobbiamo avere il rigore nel rispetto delle regole in maniera decisa.

Ho sentito anche dire: oggi non si può più manifestare contro un'opera pubblica o contro una norma dello Stato. Questa è una menzogna clamorosa perché nessuno impedisce ad alcuno di poter manifestare, di chiedere di fare un corteo, di essere autorizzato per questo dalla questura per poter manifestare contro l'opera pubblica. Cosa diversa è entrare nei cantieri, devastarli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), cercare di impedire che un'opera pubblica venga fatta o fare in modo che con l'illegalità si cerchi di affrontare un proprio disappunto. Questo non è consentito, noi non lo dobbiamo consentire. Questo è il rigore nel rispetto delle norme, quindi questo è quello che le norme devono osservare.

Ho sentito anche dire, sempre in un talk show televisivo, lo dico per suo tramite, Presidente, che il Governo, prima di predisporre atti per i quali si difende la proprietà privata… perché nel provvedimento, per quanto riguarda l'occupazione abusiva degli immobili, si dà la possibilità alle Forze dell'ordine di far sloggiare, con più sollecitudine e con mezzi più penetranti, chi è entrato in casa altrui - e qui si parla di casa adibita alla propria abitazione -, di avere strumenti più veloci per poter fare in modo che io possa avere possesso della mia proprietà, nella quale ho il mio alloggio. Si è detto in un talk show di qualche minuto fa, prima di entrare in Aula, che prima di fare questo, cioè prima di togliere qualcuno da casa - non sua, ma di altri -, il Governo avrebbe dovuto fare delle politiche abitative. Ciò significa che, fino a quell'ora… è anche vero che hanno promosso a parlamentare europeo chi ha usato questo come proprio mestiere di vita, cioè quello di abusare delle proprietà altrui al fine di trarne, forse, anche profitto.

Questo è quello che ci viene detto; non ci dicono che abbiamo alcuni strumenti per i quali oggigiorno già questo viene garantito, perché ho sentito dire anche questo in Commissione, con riferimento alla cosiddetta morosità incolpevole; ad esempio, di coloro i quali sono sottoposti all'illegalità - nel senso che la subiscono come le vittime dell'usura - e, quindi, non possono pagare gli oneri derivanti dall'eventuale locazione di un immobile in virtù di una morosità incolpevole. Bene, credo che si dovrebbe studiare anche un po' di più perché esiste una norma dello Stato che prevede, appunto, una moratoria per coloro i quali, certificati da un parere del pubblico ministero, possono non essere mandati via dall'immobile proprio perché sono stati sottoposti ad usura e lo si può fare per ben 12 mesi. Quindi, esistono già degli strumenti che lo Stato mette a disposizione per i morosi incolpevoli, che è una cosa diversa da coloro i quali, invece, entrano in una abitazione, cercano di cavarne una propria utilità per non voler pagare e, quindi, vivere in piena tranquillità in un immobile che non è loro. Dobbiamo avere anche rispetto per tutti quegli anziani che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, però in maniera puntuale pagano il fitto; piuttosto mangiano meno, ma sono puntuali nel pagamento degli oneri di locazione. Questo è quello che accade oggi.

Lo so che per voi è normale che io entri in casa d'altri - probabilmente perché non è la vostra - quindi la occupi e quindi occupi le pertinenze, perché ho sentito dire anche in Commissione: eh, pure le pertinenze! Perché le pertinenze non sono proprietà privata? Noi non dobbiamo difendere la proprietà privata, coloro i quali hanno fatto sacrifici per comprare un immobile e, poi, se lo vedono occupato? Con le lungaggini poi che, purtroppo, esistono rispetto ai nostri strumenti giudiziari per poter ottenere quello che è proprio.

Non ho sentito una proposta, che sia una! La Repubblica parlamentare ci dovrebbe imporre di dare soluzioni diverse, ma vi limitate a dire “no”. Appunto, l'arte del contrario. Vi limitate a dire “no” perché non è così che si risolvono i problemi. Avete indicato il come? Innanzitutto, dobbiamo attestare che questi problemi sussistono, così come le rivolte in carcere. È normale prevedere che ci sia una rivolta in carcere che possa mettere in pericolo la vita o arrecare nocumento agli agenti di Polizia penitenziaria o li dobbiamo piangere dopo? È giusto punire questi comportamenti “sì” o “no”? Non ho sentito il “sì” e, quindi, dare una visione contraria rispetto a quello che è necessario per risolvere il problema. Ci limitiamo a dire “no” e, probabilmente, la meraviglia delle opposizioni è che questo Governo fa quello che dice, cioè che ciò che era nel proprio programma lo sta portando in essere.

Ho sentito anche dire: avete ridotto le intercettazioni sino a 45 giorni. Lo dico - per suo tramite, Presidente - al collega Bonelli: oggi, prima che la legge entri in vigore, è di 15 giorni, l'abbiamo portato a 45; solo che per avere una proroga bisogna fare in modo che il pubblico ministero chieda e dia una ragione diversa. Questo abbiamo fatto con questo provvedimento e, quindi, questo è un provvedimento sulla fiducia.

Il Governo sta andando dritto per la sua strada, che è quella del programma di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR IEZZI (LEGA). Grazie Presidente. Allora, vorrei iniziare citando due fatti che, secondo me, rappresentano molto bene il perimetro, i confini della discussione che abbiamo fatto.

Da una parte, c'è Ana Zahirovic - 31 anni, 150 arresti per furto, dieci figli in attesa dell'undicesimo che, probabilmente, è stato dato nel frattempo alla luce - definita dai giornali “mamma borseggio” o “lady scippo”. Trent'anni di carcere: non ne ha scontato neanche uno, perché c'è una legge, che noi stiamo cambiando con questo decreto, che obbliga i magistrati al differimento della pena. Questa è la realtà. Poi c'è la distorsione della realtà che è quella che hanno fatto le forze di opposizione nel dibattito in quest'Aula e nel dibattito in Commissione. Pensate che sono arrivati a citare, a mostrare preoccupazione, parlando in merito all'articolo 14 sul blocco stradale, preoccupazione per i pastori durante la transumanza, ma non solo per i pastori che occupano momentaneamente la strada, ma anche per i cani e per le pecore dei pastori. Perché la nuova urgenza della sinistra è difendere questi animali. Dall'altra parte, ci sono state le importanti argomentazioni del MoVimento 5 Stelle, che ci ha tenuto, mentre parlavamo dell'articolo 10 sul contrasto alle occupazioni abusive, a dimostrarci più volte la sua intenzione di garantire a ciascuno il diritto alla casa, giustificando così le prepotenze, le arroganze, le violenze dei criminali, che tolgono la casa ai più deboli, ai più fragili e agli anziani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Queste sono le due visioni della problematica nella quale ci siamo mossi. Da una parte, c'è il centrodestra che vuole dare delle risposte a tutte le assurdità che ci sono ancora nei nostri codici. Qua, ragazzi, io ve lo dico, colleghi, ve lo dico con chiarezza, per noi è motivo di orgoglio il fatto di avere introdotto 11 disposizioni che creano nuove fattispecie di reato e, analogamente, nuove disposizioni che creano nuove aggravanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché il nostro obiettivo è quello di difendere gli ultimi, i deboli, i fragili, tutelando le Forze dell'ordine, nella convinzione che, in determinate situazioni, lo Stato deve fare lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Dall'altra parte, c'è la sinistra con la sua visione distorta della realtà, con la sua strenua difesa di chi commette reati, con quella complicità morale, con quel giustificazionismo buonista verso criminali e delinquenti. Ed è in questo contesto che si creano discussioni con una forte tensione; ed è in questo contesto che noi abbiamo letto l'appello, il documento fatto dai 250 costituzionalisti che si sono preoccupati di farci sapere che, per loro, questo provvedimento è anticostituzionale, perché non è urgente e non è necessario. Beh, questi “parrucconi” delle università vengano con me nel quartiere Quarto Oggiaro, dove io sono stato eletto, dove io ho passato la mia vita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e provino a spiegare alle persone, che abitano nelle case popolari, che questo decreto non è urgente; provino a mettere ogni tanto il naso fuori dai loro loft nei centri storici e forse si accorgeranno che le loro priorità sono un po' diverse dalle priorità della gente comune (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, andiamo a vedere quali sono questi articoli che hanno destato scandalo. L'articolo 10 per il contrasto dell'occupazione arbitraria di immobili che prevede, da un lato, la reclusione da 2 a 7 anni e, dall'altro, soprattutto una procedura accelerata per la reintegrazione del possesso dell'immobile occupato prima dell'esecuzione dell'azione penale. Perché, vedete, colleghi, non c'è nessuna giustificazione, nessuna lotta sociale, nessuna battaglia politica che può giustificare criminali che si credono militanti politici nell'occupare la casa degli anziani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E non c'è nessuna giustificazione morale, perché, una volta che hanno occupato questa casa, come spesso succede, gettano anni di ricordo dalla finestra, come se fossero immondizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, è giusto, come ha fatto, grazie anche all'impegno del Sottosegretario Molteni, prevedere sgomberi lampo in 24 ore. Come è successo, a differenza di quanto è stato detto, a Ispica, dove 5 stranieri sono stati sbattuti fuori per ridare la casa a una donna anziana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); come è successo a Mestre, dove un senzatetto rumeno, che aveva occupato una casa, è stato preso, portato in un CPR, pronto a essere rimandato al suo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma non è l'unica ricaduta di questo decreto. Perché grazie all'articolo 1, che prevede il reato di detenzione di materiale con finalità di terrorismo, a Lecco, un terrorista che faceva propaganda jihadista, è stato fermato e arrestato, perché stava organizzando un attentato terroristico in Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, voi mi spiegate come fate a dire che questo decreto non è urgente e necessario? Ma non solo, io continuo nella carrellata degli articoli.

Avete fatto fuoco e fiamme sull'articolo 14, sul blocco stradale e ferroviario. A parte che non c'è nessun problema per chi fa una manifestazione legalmente autorizzata, ma il punto è: come pensate che ci sia qualcuno che abbia una motivazione che gli dà un diritto più degli altri? Ma per quale motivo c'è qualcuno che pensa di bloccare un'autostrada, arrogandosi il privilegio di avere più diritto del lavoratore che sta andando sul posto di lavoro, del padre o della madre che stanno andando a prendere il figlio o, magari, di qualcuno che sta male e sta andando a fare una visita all'ospedale? Per quale motivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Sull'articolo 15, in materia di esecuzione penale nei confronti delle detenute madri, si è parlato tantissimo. Io faccio due osservazioni: corrisponde a una falsità dire che noi vogliamo mandare le donne incinte e le neomamme in carcere. Qui, si sta dando la possibilità, a determinate condizioni, al magistrato di usare gli ICAM, che sono gli istituti di custodia attenuata, che non sono certo dei luna park, ma non sono neanche le celle di San Vittore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, stiamo parlando di due fattispecie completamente diverse.

E, poi, chiedo a voi, colleghi, facendo riferimento anche all'episodio di cronaca che citavo all'inizio di “lady scippo”, ma voi quale pensate sia l'alternativa per questi bambini? Ma voi pensate che i bambini, gli 11 bambini di “lady scippo”, andranno a frequentare i migliori asilo del territorio? Frequenteranno le migliori scuole della città? Oppure non è più probabile che saranno utilizzati per chiedere la carità nelle stazioni della metropolitana oppure saranno costretti a rubare il portafoglio ai cittadini che passano oppure saranno indirizzati a una vita di criminalità? Allora, io vi chiedo, dall'alto della vostra ipocrita umanità, è questo il futuro che pensate di consegnare a questi bambini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? È questo?

Poi vorrei citare anche l'articolo 11 e l'articolo 12 che prevedono delle circostanze aggravanti per i reati commessi nelle adiacenze delle stazioni ferroviarie e in materia di truffa. Vedete, noi introduciamo il reato di truffa aggravata agli anziani. Il reato di truffa aggravata agli anziani è uno dei reati più abietti che ci sono nella nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché quei criminali fanno leva sulla buona fede, sull'ingenuità degli anziani, minando la loro fiducia non solo nel mondo, ma in loro stessi, in loro stessi. Così come è normalissimo, come è già successo, per esempio, per i reati commessi negli stadi, che il legislatore decida di prevedere una particolare aggravante per dei reati commessi in luoghi che creano particolare allarme sociale. È già successo esattamente con gli stadi e noi lo facciamo con l'articolo 11 e con l'articolo 13 che prevede il Daspo per chi commette reati in queste località - stazioni ferroviarie e metropolitane - con la possibilità del questore di dare quattro calci nel sedere a questi criminali e spedirli fuori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Infine, sottolineo il fatto che noi, su questo decreto, come Lega, ci siamo impegnati tantissimo. Quando abbiamo discusso del disegno di legge sulla sicurezza, abbiamo fatto approvare otto emendamenti. Questi erano o interamente aggiuntivi o sostitutivi di articoli preesistenti e sono tutti stati introdotti, pari pari, nel decreto-legge. Mi permetto di sottolineare l'articolo 21 sulle videocamere e gli articoli 22 e 23 sulla tutela legale. Vedete, le bodycam, le videocamere sono una questione fondamentale e io ve lo dico con chiarezza: noi siamo contrari al codice alfanumerico sulle divise (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché, vedete, noi pensiamo - saremo strani in questo - ma noi pensiamo che, in un Paese libero e democratico, ad essere schedati siano i criminali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non gli agenti, non gli esponenti delle Forze dell'ordine; a essere schedati devono essere i criminali. E poi la tutela legale. È una vecchia battaglia di tutti i sindacati di Polizia e, finalmente, dopo anni, gli agenti delle Forze dell'ordine, delle Forze armate, dei Vigili del fuoco sanno che, nel compimento del loro dovere, che io definisco una missione, avranno al loro fianco finalmente e in maniera seria lo Stato e tutta la struttura dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Chiudo dicendo che questo provvedimento è stato fortemente voluto dalla Lega, da Matteo Salvini e dal Ministro Piantedosi.

Il Sottosegretario Molteni non si è risparmiato. La Lega ha dato il proprio contributo. Nell'iter del disegno di legge abbiamo chiesto più volte che venisse velocizzato. Finalmente col decreto vediamo avvicinarsi il risultato tanto atteso. Per noi e per tanti cittadini questo rappresenta una vittoria, per chi è dedito al crimine questo rappresenta una sconfitta. Ci dispiace che la sinistra, ancora una volta, sia dalla parte sbagliata della barricata e si schieri al fianco di criminali, delinquenti, ladri e truffatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà. Prego onorevole Mauri. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi. Grazie.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Li lasci festeggiare che fra poco avranno poco da festeggiare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Guardi, noi siamo qua perché il Governo chiede la fiducia e chiede la fiducia su questo decreto che insiste a chiamare sicurezza.

La verità è che questo Governo non merita alcuna fiducia. Questo decreto non merita alcuna fiducia e questa maggioranza non solo non merita alcuna fiducia, ma merita il biasimo di tutti, per quello che qua dentro c'è scritto e anche per quello che non c'è scritto.

E voglio essere molto chiaro. Come si fa a dare la fiducia a un Governo che pensa di risolvere i problemi di questo Paese semplicemente aumentando le pene o inventandosi nuovi reati? È quello che stanno facendo da inizio legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), fin dal primo provvedimento, ve lo ricorderete, sui cosiddetti rave party. Grande problema di questo Paese e, tra l'altro, tutto continua esattamente com'era prima.

Come si fa a dare la fiducia a persone, oltre che a governanti, che pongono il tema dell'urgenza su un provvedimento che - ascoltate bene - è andato in Consiglio dei ministri a novembre, ma novembre non dello scorso anno, ma del 2023, per cui c'è un ddl fatto nel novembre 2023, che viene portato avanti per più di un anno e mezzo e, quando è nella fase conclusiva al Senato, per cui sarebbero bastati pochi giorni, viene stoppato, viene messa una prima tagliola, si ferma tutto per fare un decreto.

Perché si fa un decreto? Guardate, per ragioni non certo di merito, perché sostanzialmente questo decreto coincide col disegno di legge che c'era precedentemente, ma per un motivo. Perché la Lega, come adesso ha detto chiaramente l'onorevole Iezzi, evidentemente voleva rivendicare a se il tema della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), per cui l'ha imposto agli altri partner di Governo - e qui facciamo un momento di raccoglimento per Forza Italia che le beve tutte, dalla prima all'ultima, e dice pure che sono buone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) -, perché questa è la verità! È sapete perché? Perché c'era il congresso, perché Salvini faceva il congresso e doveva poter sventolare qualcosa e quella cosa che sventolava - purtroppo, guardate - è un futuro gramo per l'Italia e per gli italiani.

Perché qua dentro ci sono solamente norme inumane, liberticide o completamente inutili e spesso e volentieri interviene su questioni che già avevano una propria legge - che già le normava tranquillamente - ma pur di mettere la bandierina, in alcuni casi, le hanno addirittura cancellate, per rifarle.

Questo non è solamente il modo sbagliato per governare, ma è proprio un'idea sbagliata di società, dove prevale la logica securitaria. Cos'è la logica securitaria? È la logica secondo cui, alla domanda di protezione - anche alle paure che provano i cittadini in alcune situazioni, paure che spesso vengono alimentate proprio da certa politica - si risponde solamente con l'ordine e con la sicurezza, non con una proposta più complessiva di sicurezza, ma solamente con la forza, con la forza della legge.

Questa è una risposta che, oltre che essere sbagliata, è inefficace. Perché, la sicurezza si costruisce su due pilastri: uno è quello della repressione e del controllo, tipica delle Forze dell'ordine, ma l'altro è quello della prevenzione, della prevenzione sociale, del lavoro dei comuni, degli enti locali e della prevenzione comunitaria. Non si riuscirà mai a garantire sicurezza, se non c'è una tenuta sociale forte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È per questo che serve la politica! Invece di rispondere alle paure, alle ansie, voi cavalcate, voi usate le paure e le ansie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). A voi non frega assolutamente niente di andare incontro a quei bisogni, voi volete solamente strumentalizzarli, per questo li amplificate e per questo provate fare anche un'operazione - che ho sentito poco rifare dall'onorevole Iezzi - che, guardate, ritengo veramente disgustosa e vergognosa e cioè provare a rappresentare l'opposizione, come - leggo - quelli i complici morali verso i delinquenti. Vergognatevi, vergognatevi, vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! E detto da chi?

Qual è stato l'ultimo atto che ha dimostrato una vicinanza verso delinquenti certificati, garantiti, criminali veri, trafficanti di uomini, torturatori di persone? Chi è che ha rimandato a casa sua in Libia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra) il torturatore libico? Voi l'avete fatto! La Polizia l'ha arrestato, voi l'avete liberato! Questi sono gli amici dei criminali veri non chi, come noi, invece propone un'idea di società e di sicurezza vera, anche sociale.

E guardate che la vostra incoerenza raggiunge limiti straordinari, anche per un'altra ragione, perché non solo quello che qua c'è scritto sulle madri detenute - o meglio sui figli detenuti che voi mettete in galera - è inumano. Non solo è assurdo quello che fate contro il sistema produttivo e il futuro di tanti giovani nel nostro Paese (penso al disastro che state facendo sulla canapa industriale, dove ammazzate un intero settore in cui l'Italia è all'avanguardia, che impiega decine di migliaia di giovani, soprattutto, per cui è un danno per il Paese)! Voi, in questo provvedimento, producete un danno vero alla qualità della democrazia nel nostro Paese. Il blocco stradale non parla dei blocchi stradali e non parla di chi deve andare al lavoro o a scuola! Il blocco stradale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) sta dicendo una cosa: statevene a casa, perché altrimenti, se protestate, se alzate la testa, se alzate la voce, vi mettiamo in galera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), a voi operai che protestate, perché venite licenziati, a voi studenti che protestate per la vostra condizione o nell'interesse generale! Questa è la vostra idea: una società in cui la sera tutti si chiudono in casa, perché tutti hanno paura di dire quello che pensano. Questa si chiama repressione del dissenso. Questa è una cosa di una gravità straordinaria di cui là fuori finalmente si stanno accorgendo e che ci troverà sempre in primissima fila per impedirvi di mettere in campo quel progetto che avete in testa.

Non quello che avete scritto nei programmi elettorali - non quello -, bensì quello che state perseguendo giorno per giorno e che ci troverà sempre a combattere contro.

E guardate che la qualità della democrazia si misura anche su come si trattano le Forze dell'ordine, perché il problema non è solo quello che c'è in questo provvedimento, ma anche quello che non c'è in questo decreto.

Dove sono gli aumenti di stipendio che coprono almeno l'inflazione di questi anni per i poliziotti, i carabinieri e la Guardia di finanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Avete fatto un rinnovo del contratto che dà un aumento del 6 per cento a fronte di un aumento del 17 per cento dell'inflazione! È questo è il modo in cui voi volete raccontare di essere vicini alle Forze dell'ordine? Quali sono le politiche abitative verso gli agenti di Polizia che vivono nelle grandi città e hanno un problema vero di sostentamento? Quali sono le politiche che mettete in campo per le previdenze integrative di queste persone? Dov'è l'aumento di organico delle Forze dell'ordine? Ci raccontate: abbiamo assunto 4.000 agenti. Sì, ma in pensione ne sono andati 5.000. Questi sono i numeri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Questo è il bluff che voi volete presentare gli italiani, questo è quello che noi quotidianamente smascheriamo, nonostante i mezzi di informazione non siano esattamente al nostro servizio.

E poi, guardate, rispetto alla democrazia c'è un tema: tutte le tagliole che voi avete messo, anche solo in questo passaggio. Intanto ne avete messa una proprio in queste ore al Senato, poi avete bloccato questo provvedimento, avete messo due tagliole in Commissione e avete messo esattamente questa fiducia che altro non è se non un'altra tagliola. E non solo l'opposizione, anche la maggioranza ha dovuto ritirare tutti gli emendamenti in Commissione, perché la fiducia, guardate, non si mette contro le opposizioni, la fiducia si mette quando non ci si fida della propria maggioranza, quando si fanno ritirare gli ordini del giorno, si fanno ritirare gli emendamenti e si impedisce che ci sia una discussione veramente democratica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Noi siamo di fronte a un pericolo reale: ossia, che l'idea che alcuni di voi cullano di società si possa, anche poco, tramutare in realtà. L'altro giorno, il Ministro dell'Interno diceva: l'opposizione dice che questo è un decreto liberticida, non è assolutamente vero. Mi fa piacere che anche per il Ministro dell'Interno valga la vecchia regola per cui la lingua batte dove il dente duole, perché, mi dispiace tanto, ma, quell'idea, voi ce l'avete e provate tutti i giorni a metterla in campo. Voi non ci riuscirete, voi non ci riuscirete, voi non ci riuscirete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Corato. Ne ha facoltà.

RICCARDO DE CORATO (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, voglio ringraziare particolarmente i relatori che hanno portato a termine questo provvedimento, che ha avuto un percorso abbastanza complicato. Ringrazio il Sottosegretario Molteni per aver subìto - insieme a noi, per la verità - insulti di tutti i tipi, nonché ore ed ore di inutili tentativi di bloccare questo provvedimento, e quindi gli va dato merito di aver assistito, per ore e ore, insieme, a questa vicenda.

Voglio dire all'onorevole Mauri che ieri…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, collega.

RICCARDO DE CORATO (FDI). Sì. Non molti anni fa, ieri, intorno a Palazzo Chigi ci sono state bastonate sulla testa di agenti di Polizia di Stato. Non avete detto una parola, una (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare)! I filmati di quegli incidenti sono stati ripresi da tutte le TV, ma non ho sentito una parola di condanna dall'onorevole Schlein o dall'onorevole Mauri. Onorevole Mauri, lei è stato Vice Ministro…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

RICCARDO DE CORATO (FDI). Presidente, io sono abituato a fare dibattiti di Aula direttamente, senza intermediazioni. Va bene, intermediamo, tanto poi si sa a chi mi rivolgo, per cui, tramite lei, signor Presidente, voglio dire all'onorevole Mauri, che è stato Vice Ministro dell'Interno, di andare a fare un giro nelle periferie italiane. Cosa avete combinato in quegli anni, insieme all'allora Ministro Lamorgese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Lei pensi che il Ministro Lamorgese è stato prefetto di Milano e Milano oggi è la città più pericolosa d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma dico, ma vogliamo scherzare? Dov'era lei? Eppure lei - cioè, lo dico al Presidente - eppure l'onorevole Mauri abita a Milano, quindi dovrebbe conoscere la situazione. Ma voi ignorate queste realtà, perché chi ci chiede sicurezza è colui che abita nelle periferie italiane, che sono ridotte in condizioni vergognose. In condizioni vergognose le avete ridotte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Sono le periferie, sono gli italiani che abitano le periferie. Noi abbiamo cominciato da Caivano, abbiamo cominciato a Tor Bella Monaca a ripristinare legalità, quella legalità che voi non siete mai riusciti a fare negli anni in cui avete governato questo Paese, perché a voi della legalità non frega assolutamente niente, il problema è questo. A voi interessa tutelare i rom, tutelare i “maranza”, tutelare queste varie categorie nobili che frequentano le periferie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma non gli italiani, che vivono in condizioni drammatiche, in realtà di periferia, con questi signori. Provate a viverci un po' e, magari, invece di tutelare troppo le ZTL - come fate molto spesso ormai, perché sono i veri vostri interlocutori - andate un po' nelle periferie e parlate con chi abita nelle case popolari.

Ecco perché oggi portiamo in quest'Aula una risposta concreta alla domanda di sicurezza e legalità: perché non vogliamo passare, come voi, tra coloro che sono stati autori di inutili, totalmente inutili, provvedimenti, che hanno finito per agevolare l'illegalità nelle periferie delle nostre città. Questo provvedimento, grazie a Giorgia Meloni e grazie anche a Fratelli d'Italia, arriva oggi per ribaltare: lo Stato torna a fare lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Vi siete dimenticati di che cosa doveva fare lo Stato. Ve ne siete dimenticati, perché avete pensato più ai milioni di persone che arrivavano, che sbarcavano sulle nostre coste, a Lampedusa, o che arrivavano in questo Paese, dimenticando che gli italiani nelle periferie erano i veri discriminati, altro che i “maranza” o i rom.

Quindi oggi portiamo questa risposta concreta, un disegno di legge che converte il decreto-legge Sicurezza. Non è - l'avete sottolineato - un fatto tecnico, ma è una svolta politica. È questo che noi intendiamo sottolineare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): altro che roba tecnica, è un segnale politico che Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia vogliono dare agli italiani. Dopo anni di tolleranza, tentennamenti e lassismo, questo Governo, con Fratelli d'Italia in prima linea, sceglie da che parte stare: con chi rispetta la legge innanzitutto, non con chi la calpesta ogni giorno.

Occupazioni abusive? Sì! Via in 48 ore, perché non è tollerabile - e do i numeri della città che conosco, che è Milano - che ci siano oltre 5.000 abitazioni occupate da abusivi e 20.000 milanesi che aspettano nelle graduatorie del comune un'abitazione. È indegno per un Paese come l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Voi tutelate gli abusivi, ma non tutelate gli italiani e le giovani coppie che aspettano una casa. E quindi, con questo decreto, chi occupa - come è stato ricordato precedentemente - un'abitazione che è destinata a domicilio altrui, verrà sgomberato immediatamente. Oggi, quando se ne sgombera uno, si stanno occupando tre appartamenti, perché ci vuole tutta una serie di azioni che portano via tempo a sgomberi che devono essere fatti immediatamente, con celerità. Oggi lo Stato torna a difendere le famiglie oneste italiane, e questo è importante in questo Paese.

Il terrorismo internazionale: anche qui, tolleranza zero. Non lo avete molto sottolineato. Però, i membri di personaggi che sono sbarcati e che vengono arrestati come fiancheggiatori delle jihad, vengono presi anche nel nostro Paese, e ne vengono presi tanti.

Come mai queste persone vengono arrestate e poi qualche magistrato magari le rimette in circolazione? Da oggi chi detiene o diffonde materiali che spiegano come costruire bombe, come commettere attentati e come distruggere vite, sarà punito con il carcere, senza se e senza ma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non ci sono zone grigie per chi prepara la violenza.

Avete toccato il tema delle truffe agli anziani; ma che avete fatto quando eravate al Governo sulle truffe agli anziani? Noi non tollereremo più i furbetti: non sono furbetti, per noi sono criminali. Arriverà l'aggravante specifica per chi raggira i più fragili. Lo Stato torna a difendersi da solo e lo fa con fermezza, con chiarezza, con giustizia.

Difesa delle Forze dell'ordine: introduciamo le bodycam, aggravanti per chi aggredisce un agente. Quando vengono bastonati i poliziotti, noi condanniamo quelli che sono i vostri supporter, cioè i centri sociali dai quali escono questi personaggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con armi per bastonare e offendere le Forze dell'ordine. Noi diamo loro le bodycam proprio per identificare questi personaggi.

Quindi, sulla sicurezza urbana e sui trasporti pubblici: ma dobbiamo raccontare quello che accade su alcuni treni dove vengono commessi reati? Allora introduciamo aggravanti, estendiamo il Daspo urbano per chi semina paura e degrado. Basta zone franche per delinquenti e borseggiatori seriali che frequentano i treni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Sto finendo, Presidente.

Sulla criminalità organizzata, e finisco: gli affari delle mafie finiranno qui, con l'approvazione di questo decreto, con l'obbligo di verifica antimafia anche per i contratti di rete, con il rafforzamento dei poteri ai prefetti, con la demolizione degli immobili abusivi confiscati. Chi pensa di fare affari con la mafia troverà finalmente le porte chiuse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi, questo è molto brevemente ciò che Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia avevano promesso agli italiani e che oggi mantengono, con la sinistra impegnata a ostacolare e sabotare - l'abbiamo visto in questi giorni, ore e ore di inutili dibattiti...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

RICCARDO DE CORATO (FDI). ...e pensavo che ciò si trovasse in un altro Paese, non in Italia - e sabotare ogni provvedimento di difesa dell'ordine. Noi scegliamo la parte giusta: quella dei cittadini perbene, delle Forze dell'ordine, dei commercianti aggrediti, dei pendolari borseggiati, dei pensionati truffati, dei sindaci...

PRESIDENTE. Grazie…

RICCARDO DE CORATO (FDI). ... amici miei, lasciati totalmente soli, come avete fatto quando governavate voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2355​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello presentato dal Governo, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Bossi.

Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello presentato dal Governo, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: …………… 323

Votanti: …………… 318

Astenuti: ………………5

Maggioranza: ………. 160

Hanno risposto : …... 201

Hanno risposto no: …. 117

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calovini Giangiacomo

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carfagna Maria Rosaria

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Castiglione Giuseppe

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Costa Enrico

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Monte Isabella

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Ferrante Tullio

Ferro Wanda

Filini Francesco

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gabellone Antonio Maria

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Gentile Andrea

Giaccone Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Gusmeroli Alberto Luigi

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lovecchio Giorgio

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nordio Carlo

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Roscani Fabio

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotondi Gianfranco

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sudano Valeria

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Toccalini Luca

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Baldino Vittoria

Barbagallo Anthony Emanuele

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Fede Giorgio

Ferrari Sara

Filippin Rosanna

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Gruppioni Naike

Guerini Lorenzo

Iacono Giovanna

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Lomuti Arnaldo

Madia Maria Anna

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Marattin Luigi

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pandolfo Alberto

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Prestipino Patrizia

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Richetti Matteo

Roggiani Silvia

Romeo Nadia

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Scerra Filippo

Schlein Elly

Scotto Arturo

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Simiani Marco

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Stefanazzi Claudio Michele

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Torto Daniela

Traversi Roberto

Vaccari Stefano

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Si sono astenuti:

Gallo Francesco

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Bagnai Alberto

Bellucci Maria Teresa

Brambilla Michela Vittoria

Calderone Tommaso Antonino

Cecchetti Fabrizio

Cesa Lorenzo

Cirielli Edmondo

Costa Sergio

Della Vedova Benedetto

Donzelli Giovanni

Fassino Piero

Foti Tommaso

Freni Federico

Giorgetti Giancarlo

Gribaudo Chiara

Grippo Valentina

Lollobrigida Francesco

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Mollicone Federico

Orsini Andrea

Osnato Marco

Pichetto Fratin Gilberto

Pittalis Pietro

Ricciardi Marianna

Romano Francesco Saverio

Rosato Ettore

Rossi Angelo

Rotelli Mauro

Sottanelli Giulio Cesare

Tajani Antonio

Varchi Maria Carolina

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2355​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/2355/141 Pellicini è stato ritirato dal presentatore.

Avverto inoltre che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, avrà ora luogo unicamente la fase dell'espressione dei pareri sugli ordini del giorno presentati. La seduta verrà, quindi, sospesa e riprenderà alle ore 21 per la fase della votazione.

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Chiedo dieci minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Allora, a questo punto, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 19,15.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,07, è ripresa alle 19,21.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, chiediamo, cortesemente, altri 15-20 minuti, perché stiamo analizzando attentamente gli ordini del giorno e chiediamo la possibilità di avere ulteriori 15-20 minuti per avere delle formulazioni compiute sugli ordini del giorno (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

Per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà. Colleghi, sta per intervenire il collega Fornaro, facciamolo parlare. Prego, onorevole.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sul richiamo al Regolamento. Nulla, ovviamente, di personale nei confronti del Sottosegretario Molteni, però abbiamo modificato apposta il Regolamento perché non si verificassero situazioni come queste, che sono antipatiche (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Abbiamo anticipato i tempi in cui avviene il deposito, avete avuto tutto il tempo e, francamente, lo dico alla Presidenza, lo riteniamo irrispettoso nei confronti di chi ha presentato gli ordini del giorno nei tempi che sono stati definiti dal Presidente della Camera, e rispetto alla normale prassi c'è stata un'anticipazione. Credo che, da questo punto di vista, non sia la prima volta. Se a questo punto diventano 10, più 30 minuti, eccetera, eccetera, mi sembra che questo non sia uno spirito costruttivo, pur nel rispetto ognuno del lavoro degli altri. Chiediamo che il Governo rispetti anche il nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Mi associo alle considerazioni del collega Fornaro. Avete fatto la tagliola in Commissione, ci avete dato dei tempi con largo anticipo per presentare gli ordini del giorno, li abbiamo visti tutti, come li deve vedere il Governo. Questa è una presa per i fondelli nei nostri confronti e nei confronti del Parlamento. Non si può venire qui e chiedere ancora 15 minuti, quando la scadenza era nota, l'avete decisa voi, peraltro non concordandola con le opposizioni. L'abbiamo rispettata e oggi dovreste rispettare voi le scadenze che decidete, perché sennò stiamo qua a giocare a Monopoli (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, a me sembra di essere nel Paese dei balocchi. Oggettivamente, ci avete costretto a presentare in anticipo tutti gli ordini del giorno, è stato modificato il Regolamento in questo senso. Mi chiedo come sia possibile, a oggi, che si chiedano ulteriori tempi per poterli leggere, per poterli valutare. Credo che sia una cosa assolutamente inaccettabile. A cosa stiamo giocando? A prendere in giro quest'Aula? A prendere in giro questo Parlamento? A prendere in giro la sovranità di quest'Aula? Credo che, da questo punto di vista, bisogna prendere delle decisioni anche rispetto al fatto che a breve si devono riunire anche delle Commissioni, nelle pause previste prima della discussione degli ordini del giorno. Chiedo formalmente che vengano anche rinviate, a questo punto, le sedute di Commissione, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Come sapete, dal punto di vista regolamentare, noi… Mi scusi, onorevole Ghirra, l'avevo anche vista e mi sono dimenticata di darle la parola. Prego.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Sì grazie, Presidente. Intervengo par associarci, come Alleanza Verdi e Sinistra, alle considerazioni dei colleghi. Non è la prima volta che capita, ma penso che in questa circostanza sia particolarmente grave, perché la Camera si ritrova - per la seconda volta - ad affrontare un provvedimento che è stato illegittimamente trasformato da disegno di legge in decreto-legge, quindi con la dettatura dei tempi da parte del Governo - non solo in questa sede ma anche in Commissione - con la tagliola e con il contingentamento dei tempi degli interventi. C'è un tentativo di reprimere il dissenso e mi pare, anche, di reprimere la facoltà del Parlamento di intervenire sui provvedimenti. Visto che noi siamo costretti a rispettare le tempistiche - e lo facciamo sempre -, non si capisce perché il Governo, ogni volta che si deve esprimere con i pareri, se siano emendamenti o ordini del giorno, debba sempre chiedere una proroga dei tempi. Credo che questo sia inaccettabile. È chiaro che la Presidenza si deve attenere alle regole, però sarebbe necessario e opportuno che il Presidente Fontana richiamasse il Governo a rispettare i tempi, come viene fatto per tutte e tutti noi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Come stavo dicendo, dal punto di vista regolamentare, senza parere del Governo noi non possiamo procedere. Naturalmente, la Presidenza non è messa in una condizione ottimale, è evidente. Quindi, invito il Governo a non chiedere ulteriori rinvii e, se riesce a dare il parere entro le 19,40, lo deve dare in 20 minuti, perché poi, come ricordato, ci sono le Commissioni convocate.

A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 19,40.

La seduta, sospesa alle 19,26, è ripresa alle 19,40.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2355​)

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/2355/1 Girelli, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a proseguire nell'opera di rafforzamento del personale presente nelle carceri, integrandone anche il trattamento economico e supportando, per quanto di competenza, tutte le iniziative volte a migliorarne le condizioni di vita e di lavoro, anche in considerazione della già intervenuta creazione di una direzione medica interna al Corpo della Polizia penitenziaria, con medici e psicologi dedicati alla tutela della salute psicofisica del personale penitenziario”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/2 Sportiello, n. 9/2355/3 Dell'Olio, n. 9/2355/4 Fede e n. 9/2355/5 Cappelletti il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/6 Di Lauro, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a proseguire nell'impegno di un milione annuo destinato al Fondo per le case famiglia protette, al fine di contribuire alla tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, nonché di incrementare l'accoglienza di genitori detenuti con bambini al seguito in casa famiglia”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/7 Amato, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “coerentemente con quanto già previsto dagli articoli 35 e 37 del provvedimento, a proseguire, nel rispetto dei vincoli di bilancio, tutte le attività trattamentali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a proseguire nella politica assunzionale intrapresa per migliorare le condizioni del Corpo di Polizia penitenziaria e le condizioni di sicurezza nel sistema dell'esecuzione penale, in linea con i principi costituzionali e ordinamentali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/9 Giuliano, espunte la seconda premessa e la penultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a continuare nell'opera di ammodernamento degli istituti penitenziari attraverso la figura del commissario straordinario, dando evidenza nelle sedi opportune, senza ritardo, al programma dettagliato degli interventi ritenuti necessari dal commissario straordinario”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/10 D'Orso il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2355/11 Tucci, espunte le premesse, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/12 Baldino, n. 9/2355/13 Lomuti, n. 9/2355/14 Orrico, n. 9/2355/15 Santillo, n. 9/2355/16 Riccardo Ricciardi e n. 9/2355/17 Cafiero De Raho il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/18 Penza, espunta la prima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare ogni iniziativa utile, sotto il profilo amministrativo o legislativo, con l'obiettivo di incrementare il numero delle unità di personale dei Corpi di Polizia locale e le dotazioni di mezzi e strumentali, al fine di rafforzare la sicurezza urbana nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/19 Caso, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a monitorare gli effetti della disposizione introdotta dal provvedimento in esame, integrando la relazione annuale al Parlamento di cui all'articolo 113 della legge 1° aprile 1981, n. 121, con i dati relativi al Daspo urbano adottato ai sensi della medesima disposizione”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/20 Aiello e n. 9/2355/21 Torto il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/22 Carotenuto, espunta l'ultima premessa, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/23 Ilaria Fontana, espunte le premesse, il parere è favorevole, con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/24 Quartini, espunte le premesse, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/25 Marianna Ricciardi e la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/25 Marianna Ricciardi è la seguente: “a proseguire nell'opera di confronto con il Ministero della Salute per migliorare il servizio nei confronti dei soggetti affetti da problematiche psichiatriche in esecuzione penale”.

PRESIDENTE. Quindi, il parere sull'ordine del giorno n. 9/2355/25 Marianna Ricciardi l'ha detto.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/2355/26 Carmina, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a proseguire nell'opera di sostegno psicologico alla Polizia penitenziaria”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/27 Francesco Silvestri, n. 9/2355/28 Pellegrini, n. 9/2355/29 Ferrara, n. 9/2355/30 Cantone, n. 9/2355/31 Pavanelli e n. 9/2355/32 Sergio Costa il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/33 Auriemma, espunta la prima premessa, il parere è favorevole con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/18 Penza.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/34 Cherchi e n. 9/2355/35 Alfonso Colucci il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/36 Raffa il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/18 Penza.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/37 Bruno, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/38 Ascari, n. 9/2355/39 Morfino, n. 9/2355/40 Appendino, n. 9/2355/41 Donno e n. 9/2355/42 Alifano il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/43 L'Abbate, espunte le premesse, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/44 Scerra, n. 9/2355/45 Iaria, n. 9/2355/46 Caramiello, n. 9/2355/47 Fenu, n. 9/2355/48 Gubitosa e n. 9/2355/49 Traversi il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/50 Soumahoro il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a proseguire nell'elaborazione di misure, nel solco individuato dall'articolo 34 del decreto-legge”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/51 Enrico Costa, espunte le ultime due premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “nell'ambito degli interventi contenuti nel Titolo V, a predisporre o comunque a favorire un intervento normativo finalizzato ad una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare, con particolare riferimento alle esigenze cautelari di cui all'articolo 274, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, finalizzato a un puntuale bilanciamento tra presunzione di innocenza e garanzie di sicurezza, tenendo nella giusta considerazione lo stato dell'incensuratezza dell'indagato”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/52 Calderone il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno precedente, cioè l'ordine del giorno n. 9/2355/51 Enrico Costa.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/53 Arruzzolo il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/51 Enrico Costa.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/54 Zanella, n. 9/2355/55 Zaratti, n. 9/2355/56 Ghirra, n. 9/2355/57 Borrelli, n. 9/2355/58 Dori, n. 9/2355/59 Bonelli, n. 9/2355/60 Gadda, n. 9/2355/61 Faraone e n. 9/2355/62 Gruppioni il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/63 Giachetti, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di, nei limiti di finanza pubblica (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/64 Bonifazi il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/65 Boschi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a dare applicazione all'articolo 22 del decreto in esame secondo quanto precisato in relazione illustrativa con specificato riferimento all'articolo 1, comma 20, della legge n. 76 del 2016”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/66 Del Barba, n. 9/2355/67 Benzoni e n. 9/2355/68 Bonetti il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/69 Onori il parere è favorevole con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/25 Marianna Ricciardi.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/70 D'Alessio e n. 9/2355/71 Pastorella il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/72 Ruffino il parere è favorevole con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/73 Cannizzaro il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a istituire un tavolo tecnico volto allo studio dei rapporti normativi tra cause estintive del reato e cause di inammissibilità dell'impugnazione”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/74 Vaccari il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/75 De Maria, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare ogni iniziativa utile, in conformità alla normativa vigente, per l'esecuzione dei necessari interventi per lo sgombero di tutti gli immobili occupati abusivamente”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/76 Gianassi, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a proseguire negli interventi, anche normativi, volti ad assicurare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, adeguate risorse agli enti locali, volte a garantire idonei organici e la realizzazione di politiche di rigenerazione urbana e di prevenzione del disagio giovanile”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/77 Gribaudo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a proseguire nel rafforzamento delle politiche assunzionali nella Polizia di Stato al fine di colmare le carenze della relativa dotazione organica e di rafforzarne la capacità di risposta alle esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, anche valutando la possibilità di procedere allo scorrimento della graduatoria di merito degli idonei al concorso interno per titoli ed esami a 411 posti da Vice ispettore della Polizia di Stato”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/78 Morassut, espunte le premesse, il parere è favorevole come da riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/76 Gianassi.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/79 Furfaro, n. 9/2355/80 Manzi, n. 9/2355/81 Porta, n. 9/2355/82 Iacono, n. 9/2355/83 Peluffo, n. 9/2355/84 Pandolfo, n. 9/2355/85 Fossi, n. 9/2355/86 Stumpo, n. 9/2355/87 Marino, n. 9/2355/88 Lai, n. 9/2355/89 Merola, n. 9/2355/90 D'Alfonso, n. 9/2355/91 Fassino, n. 9/2355/92 Di Sanzo, n. 9/2355/93 Evi, n. 9/2355/94 Filippin, n. 9/2355/95 Romeo, n. 9/2355/96 Ascani, n. 9/2355/97 Curti, n. 9/2355/98 Mancini, n. 9/2355/99 Laus, n. 9/2355/100 Graziano, n. 9/2355/101 Stefanazzi, n. 9/2355/102 Amendola e n. 9/2355/103 Malavasi il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/104 Casu, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a proseguire nel rafforzamento delle politiche assunzionali della Polizia di Stato al fine di colmare le carenze della relativa dotazione organica e di rafforzarne la capacità di risposta alle esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, anche valutando la possibilità di procedere allo scorrimento delle graduatorie”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/105 Braga, espunte le premesse, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno che aggiunge, infine, le seguenti parole: “e di ogni ulteriore misura finalizzata ad accertamenti e verifiche antimafia di maggiore incisività ed efficacia”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/106 Boldrini, n. 9/2355/107 De Micheli, n. 9/2355/108 Quartapelle Procopio, n. 9/2355/109 Bakkali, n. 9/2355/110 Madia, n. 9/2355/111 Mauri, n. 9/2355/112 Prestipino, n. 9/2355/113 Care', n. 9/2355/114 Gnassi, n. 9/2355/115 Roggiani, n. 9/2355/116 Berruto, n. 9/2355/117 Fornaro e n. 9/2355/118 Cuperlo il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/119 Orfini, espunte le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a proseguire nelle misure di adeguamento delle strutture anche al fine di ridurre il sovraffollamento carcerario, implementando attività ricreative di formazione o di lavoro in piena attuazione dei principi costituzionali”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/120 Bonafe', n. 9/2355/121 Ciani, n. 9/2355/122 Scarpa, n. 9/2355/123 Serracchiani, n. 9/2355/124 Ghio, n. 9/2355/125 De Luca, n. 9/2355/126 Scotto, n. 9/2355/127 Di Biase, n. 9/2355/128 Andrea Rossi, n. 9/2355/129 Lacarra, n. 9/2355/130 Forattini, n. 9/2355/131 Guerra, n. 9/2355/132 Toni Ricciardi, n. 9/2355/133 Sarracino, n. 9/2355/134 Ferrari, n. 9/2355/135 Provenzano, n. 9/2355/136 Barbagallo e n. 9/2355/137 Ubaldo Pagano il parere è contrario.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/138 Gardini, n. 9/2355/139 Maiorano e n. 9/2355/140 Padovani il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/2355/141 Pellicini è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/142 Polo il parere è favorevole sugli impegni primo, terzo e quarto; è favorevole con riformulazione del secondo impegno: “a valutare, nell'ambito del suddetto piano, la possibilità tecnica e l'operatività di impiego, nel rispetto della normativa europea e nazionale di sistemi tecnologici, anche integrati, con componenti di intelligenza artificiale in grado di supportare efficacemente l'attività delle Forze di Polizia e del personale di vigilanza”.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/143 Roscani il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “in linea con gli impegni già assunti, a disporre, nel primo provvedimento utile, che la disciplina di cui al comma 1-bis (…)”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/144 Simiani e n. 9/2355/145 Fratoianni il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/146 Iezzi il parere è favorevole con la riformulazione: “conformemente agli impegni già assunti, a istituire (…)”.

Sugli ordini del giorno n. 9/2355/147 Grimaldi, n. 9/2355/148 Mari e n. 9/2355/149 Piccolotti il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/150 Formentini il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/151 Richetti il parere è contrario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 19,56).

PRESIDENTE. Poiché alla ripresa notturna della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 21, con votazioni immediate. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,57, è ripresa alle 21.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2355​. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, il rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno presentati.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2355​)

PRESIDENTE. Prima di passare ai voti, avverto che, come precisato dal rappresentante del Governo per le vie brevi, gli ordini del giorno n. 9/2355/11 Tucci, n. 9/2355/20 Aiello, n. 9/2355/21 Torto, n. 9/2355/22 Carotenuto, n. 9/2355/23 Ilaria Fontana, n. 9/2355/43 L'Abbate e n. 9/2355/72 Ruffino devono intendersi riformulati come l'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti, previa espunzione delle premesse.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/1 Girelli. Onorevole Girelli, accoglie la riformulazione?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi dispiace ma devo chiedere al rappresentante del Governo se mi può ripetere la riformulazione, perché, essendo stata convocata la Commissione di inchiesta COVID durante l'espressione dei pareri, mi è stato impossibile ascoltare direttamente quando è stato fatto.

PRESIDENTE. Sì, certo. Allora, Sottosegretario, cortesemente l'ordine del giorno n. 9/2355/1 Girelli.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/2355/1 Girelli, espunte le premesse, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a proseguire nell'opera di rafforzamento del personale presente nelle carceri, integrandone anche il trattamento economico e supportando, per quanto di competenza, tutte le iniziative volte a migliorarne le condizioni di vita e di lavoro, anche in considerazione della già intervenuta creazione di una direzione medica interna al Corpo della Polizia penitenziaria, con medici e psicologi dedicati alla tutela della salute psicofisica del personale penitenziario”.

PRESIDENTE. Onorevole Girelli, accetta?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non posso accettare per una ragione molto semplice, ossia che nel parere del Governo è stata completamente tolta la parte che riguarda i detenuti e riguarda la tutela della salute mentale e la presa in carico di queste situazioni all'interno del carcere. Come mi sembra di avere anche così capito, vengono tolte le premesse, che sono la fotografia di quanto avviene e della situazione delle carceri del nostro Paese, perché i dati sul sovraffollamento credo che li conosciamo tutti e tutti conosciamo i dati drammatici dei suicidi, che rischiano di essere anche molto più alti di quanto viene a volte messo nelle statistiche, perché ci sono le cosiddette morti incerte di cui non si capisce bene quali siano le cause e spesso possono essere ricondotte a situazioni appunto di suicidio.

C'è il dato… in questa confusione generale dell'Aula, Presidente, davvero diventa difficile persino parlare.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Per cortesia! Altrimenti non ascoltiamo il collega Girelli. Prego, onorevole.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Ecco, dicevo, la fotografia che ha voluto anche toccare giustamente il tema del personale della Polizia penitenziaria, perché vorrei ricordare che è il personale di Polizia con il maggior numero di suicidi e con il maggior disagio sanitario. Questo dovrebbe far riflettere su quanto l'ambiente carcerario abbia un effetto dannosissimo su chi è detenuto e su chi deve occuparsi e tutelarne la sorveglianza. Ora, però, la riflessione e il senso anche degli impegni al Governo, rispetto al fatto di dover seguire e prendere in carico le persone che all'interno del carcere hanno una difficoltà psicologica o psichiatrica, e anche del personale, hanno molto a che fare con il tema della sicurezza. Però sta diventando davvero impossibile, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Per cortesia, siamo tutti stanchi!

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Il problema, Presidente, è che un po' alla volta stiamo ratificando l'inutilità di quest'Aula e del nostro dibattito. Siamo semplicemente dei ratificatori di quanto vuole il Governo, credo che questo sia un vulnus della democrazia, perché qua stiamo insultando la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

Dicevo che l'ordine del giorno ha molto a che fare con il tema della sicurezza, perché basta guardare un qualsiasi studio internazionale, anche italiano, che dimostra che, dove c'è un'attenzione all'interno del carcere nel recupero delle persone e nel rendere compatibile la detenzione con una vita comunque che rispetta la dignità dell'uomo, poi, alla fine, in termini di recidiva, ci accorgiamo che è un forte investimento in sicurezza per tutti, perché, dove questo avviene, quando le persone escono, hanno conosciuto un modo di vivere diverso, di rispetto delle regole e anche, a volte, di formazione personale, che permette un inserimento nel luogo di lavoro.

Quando questo non avviene, le recidive esplodono, perché il carcere, invece che diventare un momento di esercizio di legalità, rischia di diventare il luogo dove ulteriormente viene calpestata la dignità delle persone. Ecco che allora, da questo punto di vista, credo che fare interventi puntuali, come quest'ordine del giorno cercava di fare, introducendo anche una lettura di mancanza rispetto al provvedimento in atto, che, come è già stato più volte detto, si preoccupa più di punire, invece che di prevenire, sia assolutamente indispensabile.

Spesso abbiamo anche Sottosegretari e Vice Ministri che girano l'Italia promettendo investimenti e sistemazione di nuove carceri, e poi vediamo quando questo avviene. Troppe poche volte si sente parlare, invece, di quest'opera di prevenzione; e quando si parla soprattutto di assistenza sanitaria, con risvolti che hanno a che fare con la salute mentale, penso che si vada ad incidere su dei settori che sono di maggior preoccupazione e soprattutto di maggior causa di quanto avviene all'interno del carcere. Chiunque di noi abbia visitato un carcere - e mi auguro che tutti i deputati e le deputate presenti in quest'Aula almeno una volta lo abbiano fatto - si rende conto di come questi disagi incidono profondamente nell'armonia del carcere stesso e anche nel clima che si viene a creare.

Non farlo significa costringere chi è all'interno del carcere a vivere in una continua tensione e, come ho già detto, chi si occupa di loro a dover condividere questa stessa tensione. Spiace davvero per quello che è un atteggiamento del Governo, che però, mi dispiace sottolinearlo, è in linea con la filosofia di questo atto, che tutto ha a che fare meno che con una vera e seria politica di prevenzione e di sicurezza intesa in senso generale, e non solo come punizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Quartini e l'onorevole Ciani sottoscrivono.

Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/1 Girelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/2 Sportiello, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Sono rimasta veramente molto stupita per questo parere all'ordine del giorno. Sono rimasta stupita, ovviamente, non perché non conosca la furia ideologica di questo Governo o le sue posizioni, che non risparmiano neanche temi come quelli della salute, però immaginavo che, parlando di cannabis terapeutica, avremmo potuto trovare, quantomeno, la possibilità di intavolare una discussione sui ridottissimi margini che, ormai, ci avete lasciato per poter discutere dei contenuti di questo decreto. Poiché parliamo di salute e poiché parliamo di un tema che dovrebbe riguardarci tutti, che dovrebbe farci trovare uniti in una battaglia comune, mi aspettavo, quantomeno, che ci fosse la volontà di comprendere e di affrontare un tema che colpisce moltissime persone nel nostro Paese. Infatti, nel nostro Paese sono tantissime le persone che necessitano di cannabis terapeutica per poter affrontare le proprie condizioni e patologie, e sarebbero molte di più se potessero contare anche sulla continuità terapeutica… se i colleghi e le colleghe avessero la bontà di ascoltare, magari capirebbero anche perché il parere che il Governo ha dato a quest'ordine del giorno è francamente vergognoso.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia. Prego, onorevole.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Se nel nostro Paese si potesse contare sulla continuità terapeutica, se ci fosse abbastanza cannabis terapeutica per poter provvedere a quelli che sono i bisogni, crescerebbe anche la richiesta. E, invece, cosa succede? Succede che, di fatto, non si può dare risposta, molto spesso, ai bisogni di chi necessita di cannabis terapeutica, e fino ad ora c'è stato questo problema nel nostro Paese, che si riscontrava nella mancanza.

Oggi, però, cosa succede? Succede che andiamo incontro a un problema molto più importante. Succede che il Governo - ci aveva già provato e il TAR del Lazio aveva respinto la sua richiesta -, oltre a scagliarsi contro la cannabis light e, quindi, contro la cannabis che contiene un contenuto di THC minore dello 0,2 per cento e, quindi, non ha nessun effetto drogante, decide di scagliarsi anche contro un altro componente, il CBD, il cannabidiolo che, però, a differenza del THC, non ha assolutamente alcun effetto drogante, non è una sostanza psicotropa. Questa sostanza, però, interessa una grande fetta di mercato, è un settore in grande espansione la produzione di tutti i derivati, tutti i lavorati che interessano e che contengono questo principio, e oggi scopriamo che il Governo ci riprova e vuole spostare il CBD all'interno della tabella dei medicinali. Voi direte: beh, che cosa cambia? Cambia, cambia tantissimo. Cambia moltissimo, perché non si ascoltano neanche quelle che sono le indicazioni internazionali: penso, per esempio, a quelle dell'Organizzazione mondiale della sanità e alle evidenze scientifiche internazionali, che dimostrano che il CBD è una sostanza sicura, senza rischio di abuso e dipendenza. E, allora, spiegatemi: perché questo accanimento? Perché questo grandissimo interesse verso un principio che non ha alcun effetto drogante, ma che, invece, può aiutare molte persone che vivono condizioni croniche, che vivono condizioni che necessitano di questa sostanza?

È veramente inspiegabile il vostro posizionamento, anche perché ricordo che, in passato, anche esponenti dei vostri partiti ad altri livelli istituzionali si erano interessati di questo tema, capendo che parlare di cannabis terapeutica è una necessità fondamentale, perché parliamo di bisogni fondamentali primari. Niente, purtroppo ci rendiamo conto che tutto quello che stiamo dicendo in quest'Aula incontra veramente un muro di silenzio e di indifferenza che, permettetemi, non è uno sgarbo o un'offesa per i parlamentari e le parlamentari che siedono in quest'Aula, non soltanto per chi sta provando a cambiare le sorti di questo decreto Sicurezza irricevibile, ma è veramente un affronto, invece, a quelle cittadine e a quei cittadini che, in questo momento, vorrebbero avere risposte su problemi che vi stiamo ponendo e su cui siete completamente disinteressati.

Io ci sto provando davvero a far capire l'importanza di quest'ordine del giorno, che altro non è che un indirizzo. Avete creato un disastro con questo decreto Sicurezza: avete colpito aziende, avete colpito migliaia e migliaia di persone - e penso alla cannabis light - che avevano avviato una produzione di canapa che noi sappiamo che, nel nostro Paese, è sempre stata un settore molto importante. Niente, siete intervenuti stravolgendo completamente la vita di migliaia di persone, senza alcuna previsione neanche di un periodo di transizione, con la massima indifferenza. Fate finta di niente, come se non steste travolgendo, con questo decreto, migliaia e migliaia di vite, ed è veramente impressionante il modo in cui lo state facendo.

Davanti alla vostra propaganda, davanti alla vostra perenne campagna elettorale, ho imparato a conoscervi e a sapere che non mi interessa davvero nulla di quello che scavalcate, di quello su cui impattate, di quello che travolgete quando volete portare a casa una bandierina da sventolare giusto per dire che quelle sedie le state occupando dandogli un senso, ma ormai è chiaro a tutto il Paese che niente state facendo per i reali bisogni delle persone e per i reali bisogni di chi vive nel nostro Paese. Quindi, con grande rammarico, io vi chiedo ancora una volta di poter ripensare a questo parere su quest'ordine del giorno, perché il diritto alla salute è un diritto fondamentale: sul diritto alla salute non si può fare ideologia, sul diritto alla salute non potete portare avanti la vostra propaganda elettorale.

Io vi invito davvero a seguire le indicazioni internazionali, io vi invito a capire che quelle che state colpendo sono veramente delle esigenze che devono trovare risposta. Allora… niente Presidente, io non ci sto riuscendo perché davvero c'è un disinteresse incredibile, e mi dispiace appurare che neanche davanti al diritto alla salute ci sia la voglia e la volontà di confrontarsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Resto davvero sconvolta.

Noi continueremo a cercare di farvi ragionare, perché l'impianto di questo decreto Sicurezza, il metodo con cui l'avete portato avanti, il merito di questo provvedimento veramente stanno scrivendo una pagina buia della storia del nostro Paese e di quella di queste istituzioni. Quindi, davvero, io vi chiedo di ripensarci perché quest'ordine del giorno davvero potrebbe cambiare la vita di molte persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'onorevole Dell'Olio sottoscrive l'ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Onorevole Quartini, per sottoscrivere o per parlare? Per parlare. Prego, ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere quest'ordine del giorno e per fare un brevissimo intervento e alcune considerazioni. Intanto mi associo alla richiesta della collega Sportiello di accantonarlo, se non altro, perché è veramente un ordine del giorno di buonsenso. Si parla di cannabis terapeutica, si parla di un farmaco che è utile per decine di migliaia di persone. Si chiede di avere la possibilità di approvvigionamento di questo farmaco. È un farmaco utile in caso di malattie neurologiche, è un farmaco utilissimo per quanto riguarda l'antiemetico, contro il vomito da chemioterapia, è un farmaco utilissimo per il dolore, è un farmaco utilissimo per molte condizioni cliniche, soprattutto in pazienti in fase terminale.

Quello che si chiede è sostanzialmente di rimanere nella linea di un percorso di armonia con le indicazioni e le evidenze scientifiche nazionali e internazionali. Ma voi no, voi non ci pensate lontanamente. Questo atteggiamento ricorda fondamentalmente la vostra posizione ottocentesca, che avete mantenuto anche con l'astensione al Piano pandemico dell'OMS per strizzare l'occhio ai no-vax. Questo è il vostro modo di lavorare. Addirittura in questo provvedimento, con la vostra furia ideologica, mettete fuori legge 3.000 imprese e almeno 11.000 lavoratori e meno male che volevate proteggere queste imprese. Meno male che eravate coloro che volevano proteggere il made in Italy. Erano imprese che sicuramente avrebbero avuto delle capacità di eccellenza sul piano internazionale, perché l'Italia, rispetto alla coltivazione di cannabis, è sicuramente geograficamente molto favorevole. Non solo: state favorendo l'emigrazione di moltissimi giovani che lavoravano in queste imprese.

Credo che, attraverso questa modalità che voi avete di gestire la salute pubblica e la salute delle imprese, state dimostrando che questo decreto è assolutamente eversivo. È un decreto inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sottosegretario, rispetto all'istanza di accantonamento? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Non ci sorprende questa crociata contro la cannabis. Ce l'aspettavamo in questo decreto. Non vi siete fatti scrupoli a mettere in ginocchio completamente un intero reparto, un intero comparto, come quello della cannabis light. Ma mi lascia davvero di stucco aver appreso che addirittura il cannabidiolo, meglio conosciuto come CBD, utilizzato molto spesso sotto forma di olio - quindi, l'olio di CBD -, venga classificato come una sostanza stupefacente, una sostanza che secondo tutti - tutti! - gli studi scientifici non è dannosa per la salute, non crea dipendenza e non ha capacità psicoattive; è una sostanza innocua. Praticamente, avete dichiarato che la camomilla è uno stupefacente e per me questo è ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, mi chiedo: chi state proteggendo oggi? I giovani? I pazienti? No, ovviamente no. State proteggendo forse i vostri slogan politici, state proteggendo forse qualche casa farmaceutica amica, che ora potrà commercializzare questo prodotto così importante per tantissimi pazienti. Il CBD, come la cannabis, non è il nemico. Il nemico è uno Stato che preferisce punire anziché capire, proibire anziché accompagnare e lo ripetiamo ancora una volta: questa scelta che oggi state compiendo, per l'ennesima volta, è una scelta assurda, dannosa e ridicola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Voglio chiedere, per suo tramite ovviamente, al Governo se il Sottosegretario, o chi ha inventato questa genialata, abbia mai parlato una volta con una delle 2.980 imprese che producono quello che voi state vietando, cannabis light, cannabis legale. Voglio chiedere se qualcuno del Governo ha mai parlato con uno dei lavoratori del settore - 11.000, ha citato il collega Quartini, e nei momenti stagionali arriviamo fino a 20.000-25.000 lavoratori - perché scoprirete che è tutta occupazione giovanile, per cui il 70 per cento è occupazione agricola. È esattamente quello di cui noi abbiamo bisogno. Due miliardi di indotto, il 60 per cento va in esportazione verso la Francia, verso la Svizzera e verso la Germania. Siamo leader nel settore europeo. Non credo che in Francia, in Germania o in Svizzera siano tutti dei tossici che acquistano cannabis dall'Italia. Soprattutto, mi chiedo come mai voi tollerate che in ogni angolo delle nostre strade possiamo acquistare un pacchetto di sigarette, che creano 92.000 morti annui, e secondo voi il problema è la cannabis legale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, vi sta sfuggendo veramente la realtà ed è normale che in questo Paese l'Istat ci abbia detto che la fuga dei giovani cervelli o dei nostri giovani è aumentata in un anno del 20 per cento. È normale, perché vi sta veramente sfuggendo qual è l'obiettivo di quest'ordine del giorno e non solo di quest'ordine del giorno ma anche di tutta la protesta di settore e delle proposte del MoVimento 5 Stelle. Una cosa che non capisco è come mai - ve lo cito espressamente - ogni volta dagli Stati Uniti, dal vostro amico Trump, prendete sempre ordini e abbassate la testa e, per una volta che dovevate ascoltare una cosa, non l'avete fatto? Perché vi parlo di una persona - ve lo cito testualmente - che dice: credo sia ora di porre fine agli arresti e alle incarcerazioni inutili di adulti per piccole quantità di marijuana per uso personale, perché poi l'obiettivo è quello della legalizzazione, che per voi - non avete capito - è un motivo di sicurezza. Infatti, quello che crea insicurezza è la piazza di spaccio, non la legalizzazione. Quando volgarmente si dice che si passa da una droga leggera a quella pesante, voi non avete capito che il problema è lo spacciatore che ha tutto l'interesse a far passare un ragazzo da uno spinello a una droga pesante, cioè da una droga che non crea dipendenza, da un qualcosa che non crea dipendenza, a una droga che crea dipendenza. Allora, il nostro obiettivo è tenere lontani i nostri ragazzi dalle piazze di spaccio: è questo il vero obiettivo di quello che dovrebbe essere alla base della sicurezza, così come avete chiamato questo decreto. Allora, continuare a fare una crociata verso ragazzi che lavorano la terra, che hanno un'impresa, che pagano le tasse, che sono leader nel settore europeo e che creano export in questo Paese è una battaglia ideologica che non ha nessun senso. Il mio invito è: parlateci con queste persone, parlate con questi ragazzi, perché scoprirete un mondo che voi non avete ancora conosciuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Quartini ci informa che tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle sottoscrive.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Brevemente faccio seguito a quanto già detto dai colleghi che mi hanno preceduto per evidenziare che questa è una delle norme che cadrà velocemente sotto la scure della Corte costituzionale e sotto anche la scure dei giudici ordinari per varie ragioni: perché contrasta, in primo luogo, evidentemente con il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, nella misura in cui impedisce la commercializzazione di prodotti e l'importazione in Italia di prodotti che, invece, sono prodotti anche all'estero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quindi, c'è il diritto di importazione, ma c'è anche il divieto di impedire l'importazione e l'esportazione all'estero. Quindi, una norma che, violando il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, viola anche l'articolo 11 della nostra Costituzione, insieme con l'articolo 117, che è norma che fa obbligo all'Italia del rispetto delle convenzioni internazionali.

Ma poi cadrà sotto la scure anche dei giudici ordinari. Perché? Perché contrasta con un principio che è il principio dell'affidamento del cittadino rispetto alla pubblica amministrazione. Non è pensabile che, a seguito di una norma che dichiara legittima e lecita la produzione della cannabis con THC, che non produce effetti psicotropi, quell'attività possa così, d'emblée, con un decreto-legge, essere improvvisamente - quell'attività - resa illecita e questo per la circostanza che contrasta con il principio dell'affidamento.

Vede, Presidente, quando una norma interna, come questa, contrasta con le norme del diritto internazionale, come sono quelle del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, fa obbligo ai giudici, ma anche alla pubblica amministrazione, la disapplicazione. Cosa vuol dire questo? Significa che qualora le autorità amministrative dovessero andare in uno di questi negozi con l'ingiunzione di chiudere, queste autorità amministrative compirebbero, secondo l'ordinamento italiano, un atto illegittimo, perché fa loro obbligo la disapplicazione di una norma interna in contrasto con la norma di diritto internazionale.

Quindi, ne deriva che queste norme saranno fonte di un grandissimo contenzioso, perché noi siamo i primi - e ci rivolgiamo a coloro che lavorano nel settore della cannabis legale in Italia - a dire: eccepite la disapplicazione di questa norma, se doveste avere ingiunzione di chiusura dei vostri negozi, dei vostri esercizi commerciali o dei vostri siti di produzione, perché la disapplicazione è un istituto che vi tutela in caso di norme come queste, che contrastano l'ordinamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Volevo unirmi anch'io per segnalare e sottolineare, soprattutto, l'assurdità di questa previsione, che vieta, di fatto, la coltivazione di un prodotto, la cannabis light, che non è una droga, e non perché lo diciamo noi, lo dice la scienza, lo dicono le Nazioni Unite, lo dice l'Unione europea.

Per capirci, se mi consente Presidente, farei un paragone: è come se la maggioranza e il Governo dicessero: “bisogna combattere l'alcolismo in Italia”. Bene, siamo tutti d'accordo, quindi, vietiamo gli aperitivi analcolici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma che risultato ottenete nel contrasto all'alcolismo, abolendo gli aperitivi analcolici, se non hanno contenuto di alcol?

Stiamo parlando di una sostanza che non ha effetti psicoattivi, che non è definita una droga dalle istituzioni internazionali. Sapete quale sarà l'unica conseguenza di questa vostra decisione ideologica? Sarà quella di condannare alla chiusura le sole aziende italiane - parliamo di 2.000 aziende -, che saranno sostituite dalle aziende francesi e dai tedeschi! Questi sono i patrioti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Patrioti tedeschi e francesi!

Dopo il danno di 26 mesi consecutivi di calo della produzione industriale e della manifattura, grazie a un Ministro Urso che, probabilmente, ce lo invidiano in tutto il mondo, aggiungiamo anche una perdita di almeno di 500 milioni di euro di fatturato su una filiera che, tra l'altro, dava grandissime speranze e opportunità di crescita. Interverrò ancora sul mio ordine del giorno successivo, Presidente, sullo stesso argomento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/2 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/3 Dell'Olio, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno su questo decreto-legge “repressione” - perché non lo si può chiamare “sicurezza” - si interviene sull'articolo 18, quell'articolo che manderà all'aria la filiera della canapa. È stato già detto, ma, in realtà, l'ha già mandata all'aria… Presidente, sento: “se mi chiami, mi alzo in piedi, baci e abbracci…”.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). È veramente un piacere stare qui a parlare.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Prego, continuate a parlare, a baciare, ad abbracciarvi, sì.

PRESIDENTE. Prosegua, onorevole Dell'Olio, per cortesia.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie. Un altro bacio, un altro abbraccio.

PRESIDENTE. Onorevole.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Eh Presidente!

PRESIDENTE. No, no, li richiamo io. Li richiamo io, i colleghi. Per favore, colleghi, altrimenti non riusciamo ad andare avanti.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Va bene, continuiamo. Magari finiranno, fra un po'. Allora, con quest'ordine del giorno, la filiera, l'avete già mandata all'aria, perché, visto che il decreto-legge è immediatamente operativo, la cosa più grave è che non avete previsto la benché minima fase di transizione per aiutare le aziende a smaltire le scorte e, sostanzialmente, per evitare che le persone abbassino la serranda la sera, come legittimi cittadini, e la rialzino la mattina dopo, come criminali.

Sostanzialmente, è una cosa folle. Io non lo so se l'avete fatto volutamente o semplicemente perché non ce l'avevate, nel disegno di legge, l'avete trasformato e non ci avete pensato (il che sarebbe anche peggio).

Ora, quest'ordine del giorno vi chiede, banalmente, di ripensare, in maniera costruttiva sull'utilizzo, sull'applicazione di questo articolo, in maniera da non ostacolare il legittimo svolgimento delle attività di queste imprese. Voi, chiaramente, avete dato un parere negativo, ma già lo si sapeva dall'impianto dell'articolo, perché volevate colpire questo settore. Ma perché? Reo di cosa? Solo di aver messo in vendita prodotti che non sono psicotropi, che voi, invece, ritenete tali? Perché siete voi a ritenerlo. Perché altrimenti non si comprende per quale motivo mandate all'aria circa 3.000 imprese, un gruppo di lavoratori fra gli 11.000 e i 20.000 (perché dobbiamo considerare anche l'indotto) e circa 2 miliardi di euro di fatturato. E, a proposito di questo, Presidente, la Ragioneria generale dello Stato si permette di dire che non ci sono nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Quindi, ricapitoliamo: se perdiamo due miliardi di euro di fatturato in Italia - cioè le aziende -, vuol dire che queste aziende non pagavano le tasse. Quindi, non avremo meno oneri, non avremo meno ingressi fiscali. Quindi, non abbiamo costi.

Poi, avete scritto: “al fine di evitare che l'assunzione di prodotti da infiorescenza della canapa possa favorire, attraverso alterazioni dello stato psicofisico (…)”. L'hanno detto prima le mie colleghe e i miei colleghi, e lo ripeto: tutti gli studi dimostrano che il cannabidiolo (il CBD) non è un principio psicoattivo o stupefacente, e neanche l'Organizzazione mondiale della sanità lo stabilisce, anzi, dice esattamente il contrario.

È stato detto e lo ripetiamo: i prodotti venduti hanno un contenuto di THC inferiore allo 0,2 per cento. Quindi, non c'è alcuna possibilità di generare quello che asserite con il vostro dispositivo. Tra l'altro, in Conferenza delle regioni, tutte le regioni, incluse le 14 regioni governate dal centrodestra, vi hanno chiesto di tornare indietro su questo punto. Voi favorirete la Germania - e l'abbiamo detto -, perché, tra l'altro, state piegando la testa di fronte a quello che viene imposto sicuramente dalla Germania, che, in questa maniera, favorirà le proprie imprese. E, grazie alla Germania, che, con l'impulso del mondo delle armi che sta portando avanti l'ex Ministro della Difesa Ursula von der Leyen, sicuramente aiuterete le altre aziende all'estero, perché l'80 per cento della canapa che circola in Europa veniva da produzioni italiane. Quindi, ora, verrà prodotta da altri Paesi, fermo restando quello che ha detto il collega sulla possibilità che questa norma venga bloccata.

Non avevate urgenza di fare questo decreto. L'avete tenuto per quasi un anno in Parlamento. L'unica urgenza che avevate era di bloccare le manifestazioni dei cittadini che, ora, si trovano con un reato invece di una sanzione amministrativa, in caso di ostruzione con il proprio corpo e che, quindi, non potranno più manifestare liberamente per far sentire la propria voce.

Presidente, prima da un collega della maggioranza ho sentito dire che, dai banchi delle opposizioni, non aveva sentito neanche una manifestazione di vicinanza ai poliziotti feriti negli scontri di ieri, vicinanza che, ovviamente, è dovuta sempre alle nostre Forze dell'ordine, che io in questo momento affermo. Ma credo che questo sia il classico esempio di chi guarda la pagliuzza negli occhi e non guarda la trave nel proprio, visto che questa maggioranza, invece, non condanna il genocidio che sta avvenendo in Palestina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e fa finta di nulla. Anzi, continua a commerciare armi da e per Israele, continua a fare quegli affari con quel criminale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra e della deputata Boldrini) di Netanyahu sul quale - ricordo - pende, dal 21 novembre 2024, un mandato di cattura della Corte penale internazionale. E comunque, voi, come Governo, siete quelli che rimpatriate con il volo di Stato in Libia Almasri. Per cui, i nostri grandi patrioti, complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. È proprio inconcepibile questo accanimento su un prodotto che, da sempre il popolo italiano ha prodotto nel nostro Paese.

Io ricordo - e si possono ancora notare alcuni video sui social -, durante il ventennio, produzione ed esportazione di canapa industriale. Eravamo uno dei maggiori produttori; in quel caso e anche in questo caso, si potrebbe parlare di made in Italy. Quindi non riesco a capire perché questo Governo si stia accanendo su un prodotto del genere.

A me sembra strano e, per suo tramite, lo chiedo ai vari Galeazzo e Adolfo di questo Governo, se non gli hanno tramandato, insomma, anche un prodotto italiano come quello della canapa, visto che noi nel mondo eravamo uno dei maggiori esportatori. Stiamo attaccando un comparto in grande fermento, che cresceva e cresce del 25 per cento all'anno, con un fatturato di circa 500.000.000 di euro e circa 10.000 occupati stabili. Questo è un patrimonio che abbiamo il dovere di tutelare e rafforzare, perché rappresenta un esempio di come la nostra agricoltura possa essere all'avanguardia, capace di coniugare tutela ambientale, innovazione tecnologica e crescita economica.

Quindi, chiedo a questo Parlamento di prendere coscienza della gravità di questa situazione, di queste scelte scellerate e assurde, e che il Governo si impegni, invece, concretamente, con ogni mezzo possibile, a sostenere le filiere agricole strategiche italiane, lo diceva anche il collega Colucci, per una questione di libero mercato. Noi non potremmo vietarne l'importazione, ci faremmo male da soli. Invece di aggredire un comparto e di poter parlare, quindi, di made in Italy e di continuare ad esportare un prodotto eccellente italiano, noi stiamo gambizzando un prodotto che potrebbe generare ancora sviluppo, indotto e posti di lavoro nel nostro Paese.

Quindi, Presidente, è necessario un cambio di rotta: più investimenti, più innovazione, più supporto alle imprese e meno repressione inutile. Solo così, Presidente, potremo garantire un futuro sostenibile per il nostro Paese, valorizzando le nostre eccellenze e tutelando i lavoratori di questo settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. I deputati Quartini e Francesco Silvestri sottoscrivono.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/3 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/4 Fede.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Allora, chiaramente parliamo del decreto Sicurezza. Quest'ordine del giorno, questo impegno che si chiede al Governo era quello che cercava, provava a scongiurare i gravi e nefasti problemi economici che questo provvedimento avrebbe sulla filiera della cannabis sativa. Ora, capisco che tutto quello che ha un nome esotico, che evoca situazioni di disordine, non sia gradito a questo Governo. Ricordo che questa che si chiama cannabis sativa una volta, in campagna, si chiamava canapa. Era usata ai tempi del duce, quando tagliavano i covoni a dorso nudo, tagliavano anche i covoni di canapa. Quindi, insomma, non vedo questa ossessione.

È stata la base di una filiera economica che ha sviluppato nell'agricoltura, ma anche nella pesca. Da noi c'erano i canapini, i pescatori che filavano le corde di canapa. Oggi verrebbero arrestati come pericolosi drogati, non lo so, secondo questa logica. Per cui noi chiediamo semplicemente di avere tutela di un settore che ha rilevanze economiche non indifferenti. Riguarda l'agricoltura, dovrebbe essere una filiera cara a questo Governo, al suo Ministro. È un settore in cui esportiamo il 70 per cento del prodotto all'estero, è un settore in cui i nostri competitor, gli stranieri, vendono, e se non vendiamo noi, venderanno anche in Italia, oppure, insomma, sottrarremo all'economia della nostra agricoltura una serie di problemi non indifferenti.

È un settore che fattura milioni di euro, che occupa centinaia, decine di migliaia di persone. Quindi, quello che noi chiediamo semplicemente è di avere una sana riflessione, riduciamo le cose a quelle che sono. Questa è cannabis sativa, non fa male, non è nulla di stupefacente. L'unica cosa che è stupefacente è questo provvedimento, me lo lasci dire, Presidente. È stupefacente perché si parla di sicurezza, si sbandiera questa parola, che è uno slogan, lo vediamo ripetuto da sempre in campagna elettorale, ma poi, concretamente, non si arriva a nulla, anzi, si arriva a dei danni. Si parla di tutelare la sicurezza per i treni.

Allora, se volete prendere chi dà problemi agli italiani con i trasporti c'è il Ministro Salvini, c'è il Ministro Lollobrigida, che il treno lo ha fermato. Quindi, quello è un problema per gli italiani, non date questi slogan così. Se parlate di sicurezza, evitate le armi, così magari a Capodanno non sparano in mezzo alla gente, questo è un problema di questo Governo.

Se parlate di sicurezza, fate funzionare gli ospedali. Vi racconto proprio un problema che c'è stato nella mia regione, a Macerata. Il signor Francesco Migliorelli, un settantenne anziano, pensionato, è stato 6 giorni in attesa in pronto soccorso per essere ricoverato, perché quello avevano accertato i medici del pronto soccorso. Dopo 6 giorni ha osato esporre un cartello, ma non per accidenti, improperi; ha ringraziato gli operatori, ha detto: spero che l'AST mi faccia ricoverare. Come gli spetta, visto che ha pagato i contributi da 40 anni. Allora, è stato identificato chiaramente dalla Polizia di Stato, che ha fatto il suo dovere secondo queste norme, perché, se voi fate queste norme, è ovvio che si creano queste disparità, questi mostri.

E allora, se cercavate un responsabile per il mancato ricovero, dovevate mandarlo al governo delle Marche, di destra, dove la sanità è stata affossata dal governatore Acquaroli e dall'assessore alla sanità. Per cui facciamo cose serie, ve lo chiedo per favore, vi imploro. Cioè, fare queste battaglie ideologiche… governare non è propaganda, quello era prima. Avete finito questa fase, adesso dovete fare le soluzioni, dovete fare le scelte che migliorano la vita agli italiani; questa la peggiora, come tutte quelle che state facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, Presidente, chiedo semplicemente di tutelare, perché questo dovrebbe essere il compito di un Governo. Certo, sono decine di mesi, oltre 2 anni che l'industria è in difficoltà; adesso ci stiamo mettendo anche l'agricoltura, ci abbiamo messo gli italiani, però qualcosa di buono bisogna cercare di sforzarsi per farlo. Provateci, ce la potete fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Mi permetta, all'inizio del mio intervento, di ringraziare il Ministro Salvini per la consueta ora di ritardo nei treni ad alta velocità. Quindi, lo ringrazio perché è giusto che ci siano delle certezze in Italia. Diciamo che, nell'esame di fascismo, uno degli esami più importanti era far arrivare i treni in orario, e voi non ci riuscite nemmeno in quel pezzo.

Allora, noi stiamo parlando di un decreto che va a bloccare una filiera produttiva che in Piemonte è molto importante. Ma sapete cosa dicono, in via ufficiosa, tutti gli operatori del settore piemontese su questo decreto? Mi fanno la domanda: ma che cosa si sono fumati per fare un decreto del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Non era per niente roba buona. Quindi, a questo punto, dovevate vietare quella roba, non la cannabis, che è un motore di sviluppo imprenditoriale per molte aree montane, per molte aree piemontesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, grazie, perché volevo fare osservare a questa maggioranza, che è così favorevole alle armi, che con la canapa vorrei ricordare che si fanno i “cannoni”. Quindi, a questo punto, questa maggioranza potrebbe rivedere il suo parere sulla canapa, in maniera tale che potrebbe usarla anche in guerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/4 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/5 Cappelletti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno si limita a chiedere al Governo di accertare la compatibilità dell'articolo 18, quello di cui stiamo parlando, sulla canapa, con la disciplina dell'Unione europea. Deduco dal parere contrario ad accertare la compatibilità con la disciplina europea, con le norme europee, che il Governo non ha alcun interesse o, forse, sa che, se intraprendesse questo percorso, andrebbe a sbattere, perché la normativa che stanno ponendo in essere con questo articolo 18 è in conflitto con la normativa europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Vorrei ricordare cosa prevede questo articolo 18. L'articolo 18 esclude la lavorazione, la detenzione, la cessione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l'invio, la spedizione, la consegna, la vendita al pubblico, il consumo dei prodotti che, evidentemente, confligge con il principio della libera circolazione di merci e servizi all'interno dell'Unione europea. Ha un'altra conseguenza, l'abbiamo richiamata prima, ma va ribadita perché doveva essere compresa da tutti: state mettendo in ginocchio l'intera filiera produttiva, 3.000 aziende dovranno chiudere, 11.000 lavoratori dovranno essere mandati a casa, un fatturato di oltre 500 milioni di euro. Praticamente le restrizioni che state imponendo con questo articolo, paralizzano l'intero comparto e compromettono, quindi, la filiera produttiva.

Questo nonostante la Corte di giustizia dell'Unione europea abbia stabilito che i prodotti contenenti CBD non debbano essere considerati stupefacenti, non debbano, lo ripeto, essere considerati stupefacenti. Ve l'ha detto perfino la Conferenza delle regioni italiane. Molte di queste regioni, tra l'altro, sono amministrate male, ma sono amministrate da voi. Ebbene, la Conferenza ha espresso preoccupazione per le implicazioni dell'articolo 18 sui settori sia agricolo sia sul versante dell'occupazione. Parlando di regioni, mi riferisco in particolare alla mia regione, il Veneto. Ricordo che il presidente Zaia ha promosso con una legge regionale la filiera della canapa fin dal 2019. Quindi, da una parte, abbiamo la Lega romana che condanna oggi alla chiusura 3.000 aziende; dall'altra, avevamo quella regionale che, invece, la incentivava. La Lega romana - lo ricordo ai colleghi e a chi ci ascolta da casa - che era quella dell'autonomia regionale, che era quella dell'autonomia differenziata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che era quella dell'autonomia degli enti locali, che vengono calpestati, quotidianamente, dalla Lega romana. In Veneto, condannate alla chiusura un comparto che vale 75 milioni di euro. Eppure, quella legge, che lo incentivava, era stata approvata da maggioranza e opposizione, perché c'era allora e c'è tuttora un'elevata richiesta di canapa industriale. Perché questo è un prodotto straordinario, suscettibile di usi diversissimi, anche per la salute umana. Molti coltivatori, nella mia regione, ma non solo, ci hanno creduto e hanno investito, trovando, peraltro, in questo prodotto una significativa integrazione al loro reddito.

Ma, ora, il Governo nazionale, con un emendamento - peraltro, lo ricordo, è partito tutto proprio da un emendamento della Lega che, di fatto, asfalta, come ho detto poc'anzi, l'autonomia regionale - decreta la chiusura di tutte queste aziende che, guarda caso, proprio un presidente leghista, Zaia, aveva promesso di sostenere. Ora, alla luce di tutto questo, la domanda che mi pongo è: ma chi pagherà loro i danni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Chi pagherà loro i danni per avervi creduto? Per avervi dato fiducia? Per aver sviluppato una filiera che poi, dopo tre anni, avete portato a morire? Meno male, Presidente, che la Presidente Meloni alla Camera aveva dichiarato, a inizio legislatura, il nostro motto sarà: non disturbare chi vuole fare. E meno male che non dovevate disturbare chi vuole fare, immaginate se non fosse così! Andatelo a ricordare questo motto, andatela a ricordare questa frase agli imprenditori della filiera della canapa che avete messo in ginocchio.

In conclusione, l'articolo 18 del decreto Sicurezza è una follia ideologica, è sprovvisto di qualunque fondamento tecnico-scientifico e perfino razionale; solleva rilevanti interrogativi sotto il profilo economico, giuridico e costituzionale; le restrizioni imposte vanno a compromettere un settore produttivo significativo ed entrano in diretto conflitto con la normativa europea.

Per questo motivo - concludo, Presidente - quest'ordine del giorno, chiedendo la sospensione dell'esecuzione della norma fino alla verifica della sua legittimità e compatibilità con le norme e i trattati europei, va nella direzione di una riduzione del danno, proponendo al Governo, quindi, un ulteriore momento di riflessione. Per questo motivo, non mi resta che chiederne l'accoglimento e, in subordine, eventualmente l'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sottosegretario, in ordine alla richiesta di accantonamento? No. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, grazie, Presidente. Intanto chiedo di poter sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Cappelletti. Intervengo soltanto per ribadire un concetto molto chiaro: ci sono delle direttive europee, ci sono delle regole da seguire, quelle che chiedete ai cittadini di seguire con questo decreto, i quali non possono protestare, manifestare, avere un libero pensiero. Allora, anche noi chiediamo al Governo di seguire le regole e le regole all'interno dell'Unione europea sono molto chiare. Ci sono specifiche regole come l'articolo 34 del TFUE - che vieta fra gli Stati membri le restrizioni quantitative all'importazione nonché qualsiasi misura di effetto equivalente -, l'articolo 35 che riguarda l'esportazione da uno Stato membro all'altro e vieta le restrizioni, l'articolo 36 secondo cui le disposizioni degli articoli 34 e 35 lasciano impregiudicati i divieti o restrizioni all'importazione. Pertanto, questo cosa ci dice? Ci dice che voi potete anche vietare la coltivazione nel nostro Paese ma non è che vietate altro. Cioè, dalla Germania, dalla Francia, da tutti i Paesi dell'Unione europea, questi prodotti di canapa light potranno entrare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e potranno essere venduti. È inutile continuare con questa becera ideologia che continuate a fare. Pertanto, quest'ordine del giorno chiede di fermarvi. Perché chiediamo di fermarvi? Perché non avete informato il TRIS, il sistema di notifica tecnica dell'Unione europea. Perché sono loro, insieme a tutti i Paesi, a dire: ah bravi, siete stati bravi in Italia, state facendo una cosa bellissima, oppure, fermarvi. Tant'è che le imprese hanno fatto già degli esposti all'Unione europea. Pertanto - lo ripeto, l'ho già detto ieri, ma lo ripeto anche questa sera - molto probabilmente tutta questa vostra ideologia di propaganda sul nulla verrà fermata dall'Unione europea. Ma nel frattempo abbiamo 3.000 imprenditori, 30.000 lavoratori, 2 miliardi di euro di fatturato che sono in pericolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma sul serio? E poi abbiamo la Presidente del Consiglio che, questa mattina, urlava, anzi, incentivava in Confindustria: “We make in Italy”. Allora, noi vogliamo fare in Italia, ma non si può essere patrioti a giorni alterni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, intervengo solo per chiedere di votare l'accantonamento di quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il parere del Governo in ordine alla richiesta dell'onorevole Quartini, Sottosegretario?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Contrario, perfetto. Va bene, quindi, non si può votare…. Scusate, un piccolo chiarimento interno. Se nessun altro vuole intervenire pongo in votazione (Commenti)…

Quindi non si può votare la richiesta di accantonamento - questo era il motivo per cui stavamo approfondendo - se il Governo è contrario, ovviamente. Da qui nasce la mia istanza al Governo circa la contrarietà o meno. Quindi bisogna mettere al voto l'ordine del giorno in modo ordinario. Non so se mi sono spiegato (Commenti).

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/5 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/6 Di Lauro, parere favorevole previa riformulazione: onorevole Di Lauro, accetta la riformulazione? Non accetta, e chiede di parlare. Ne ha facoltà

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto perché questo mio ordine del giorno, in realtà, tratta un tema, a mio avviso, molto delicato, complesso. Infatti di cosa parliamo? Parliamo del fatto che in questo decreto si rende facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell'esecuzione della pena per le donne condannate, incinte o madri di figli con età inferiore a un anno.

Tutto questo si inserisce in un quadro ben preciso, un quadro in cui, nell'ultimo anno, la popolazione detenuta è cresciuta di 4.000 unità, e questo è un dato che il nostro Paese non registrava dal gennaio del 2014. Quindi abbiamo, attualmente, un sovraffollamento nelle carceri, un sovraffollamento sicuramente dovuto anche alle politiche di questo Governo.

Dato che parliamo di donne incinte, di donne che hanno bambini di età inferiore a un anno, anziché mandarle in questi cosiddetti ICAM - che sono istituti a custodia attenuata -, avevamo proposto di incentivare la rete delle case famiglia, cosa che era avvenuta già nella legge di bilancio del 2020, nella scorsa legislatura. Le case famiglie sono sicuramente molto più adatte. Infatti voglio ricordare alcuni dei danni che un bambino piccolo può ricevere dallo stare in un ambiente come quello degli ICAM o quello del carcere: abbiamo una deprivazione sensoriale e relazionale, non ci sono stimoli abbastanza ricchi per i bambini, i bambini non possono interfacciarsi con altre figure di riferimento se non la madre, non possono avere a che fare con una rete parentale (zie, cugini), non possono socializzare con altri bambini; abbiamo un elevato stress materno e questo può avere un impatto indiretto sul bambino, in quanto in quella fascia di età si crea il cosiddetto attaccamento del bambino alla madre e lo stile di attaccamento è fondamentale affinché il bambino, poi, possa avere, nell'arco della sua vita, una vita psicologica tranquilla e serena; abbiamo uno stigma, un isolamento sociale e, infine, un modello di vita distorto, perché il bambino, anche inconsapevolmente, interiorizza che la detenzione è un fatto normale e, quindi, viene in qualche modo compromessa l'elaborazione di concetti fondamentali come quelli di sicurezza, di libertà, di fiducia.

In quest'ordine del giorno noi avevamo chiesto di incrementare questa rete con 10 milioni di euro, che ci sono sembrati una cifra sicuramente congrua. Non posso accettare la riformulazione, perché con la riformulazione passiamo da 10 milioni a 1. Con 1 milione, Presidente, chiaramente, va da sé che ci facciamo ben poco. Quindi, essendo questo un argomento, a mio avviso, molto delicato, sul quale non dobbiamo fare, non dobbiamo esercitare questa grande ideologia, questa propaganda - che spesso caratterizza le azioni di questo Governo -, io rifiuto questa riformulazione e chiedo di mettere l'ordine del giorno al voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle sottoscrive l'ordine del giorno.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/6 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/7 Amato: onorevole Amato, accetta la riformulazione? Non accetta la riformulazione e chiede di parlare. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione, Sottosegretario, e tra poco le dirò anche il perché.

Lo scopo della pena non è la vendetta, ma la prevenzione dei reati e la rieducazione del colpevole. Le pene devono servire a dissuadere dal commettere nuovi crimini, le carceri devono essere umane e razionali, luoghi ordinati, salubri e non crudeli e la pena detentiva deve essere proporzionata al reato e rispettare la dignità umana, senza eccessi o brutalità. Questo lo diceva un uomo del Settecento, Cesare Beccaria, e lo espose nel suo celebre trattato Dei delitti e delle pene.

Questo provvedimento invece, a nostro avviso, difetta di norme capaci di contenere e affrontare la gravissima crisi che sta coinvolgendo il mondo delle carceri italiane. Le misure in esso contenute sono solo misure repressive che a nulla serviranno. Noi crediamo che sarebbe stato necessario puntare su misure concrete per l'aumento di figure chiave all'interno delle carceri, come educatori, mediatori, operatori sociali e personale sanitario e, soprattutto, attività sportiva e teatrale, ruolo significativo per il recupero sociale e psicologico dei detenuti.

È ormai riconosciuto che le attività teatrali hanno non solo un carattere trattamentale nei confronti dei detenuti, ma anche un'importante funzione di collegamento con la società nella creazione di rapporti che consentano un miglioramento delle condizioni di vita e il superamento dei pregiudizi non solo dei detenuti, ma di tutto il personale coinvolto, anche sulla sua tutela e sicurezza, al pari dell'attività lavorativa. Non c'è vera sicurezza senza reinserimento, non c'è reinserimento senza opportunità. Lo sport e il teatro sono due strade potenti per offrire proprio questo: disciplina, identità, relazioni, fiducia.

Pensiamo al teatro. A titolo esemplificativo, voglio citare un progetto nato all'interno della casa di reclusione di Rebibbia, quando i fratelli Taviani furono ispirati da un'esperienza teatrale reale che, all'interno di quel carcere, teneva Fabio Cavalli, con un laboratorio per i detenuti. L'idea che ebbero i Taviani fu quella di documentare e reinterpretare il processo di preparazione di una rappresentazione teatrale all'interno del carcere, nello specifico, il Giulio Cesare di Shakespeare. E non si limitarono a realizzare un documentario, ma a costruire con quel materiale un film che oscillasse tra finzione e realtà, meritando l'Orso d'oro al Festival di Berlino. I Taviani utilizzarono come attori tutti i detenuti veri, molti dei quali con lunghe condanne e qualcuno di essi, come Sasà Striano, scontata la pena, ha trovato la sua strada interpretando ancora tanti ruoli per cinema e TV.

Per i detenuti la recitazione non è finzione, ma verità amplificata: i testi interpretati diventano specchi in cui rileggere le proprie scelte - spesso drammatiche - e le proprie responsabilità. L'arte ti costringe a dire la verità, anche se attraverso i versi, e l'arte si trasforma in un percorso di coscienza, con gli uomini che nella vita hanno commesso reati gravi, che si confrontano con il senso della giustizia, della lealtà, della colpa. Non interpretano dei personaggi, si interpretano, crescono, si interrogano, cambiano.

“Da quando ho conosciuto l'arte questa cella è diventata una prigione” ebbe a dire uno di loro. E lo stesso discorso vale per lo sport: allenamento, regole, gioco di squadra, tutto questo costruisce rispetto, autocontrollo, spirito di collaborazione, valori che servono dentro, ma soprattutto fuori.

Di recente c'è stata la sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra i Ministeri della Giustizia, per lo Sport e della Cultura per iniziative comuni volte a incentivare l'attività motoria e sportiva e a promuovere uno stile di vita attivo nella quotidianità carceraria. Questo è accaduto proprio dopo un nostro ordine del giorno che il Governo ha preso come impegno e qui c'è il motivo per cui non accetto la sua riformulazione: anche in quel caso non sono stati messi i soldi; sono state messe solo chiacchiere, perché si è sottoscritto un impegno che non è stato finanziato. Lei, ancora una volta, va a riformulare, dicendo che si terrà conto, però, delle disponibilità finanziarie, dopo che abbiamo tagliato il Patto di stabilità per 13 miliardi, dopo che abbiamo investito altri 10 miliardi in armi e arriviamo a 45 miliardi dopo i tagli alla sanità e alla scuola. Ma veramente ci volete prendere in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/7 Amato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

Onorevole Aiello, lei per l'onorevole Barzotti, accetta la riformulazione?

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Vorremmo riascoltare la riformulazione di quest'ordine del giorno, anche perché è identica a diversi ordini del giorno successivi. Quindi, se è possibile, dal Governo vorremmo riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario, per cortesia, la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Abbiamo distribuito le riformulazioni…

PRESIDENTE. Ce n'è una per gruppo. Ci usi la cortesia, onorevole Molteni.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Le abbiamo distribuite per quello.

PRESIDENTE. È l'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Ripeto, Presidente. Allora, espunte le premesse, favorevole con la seguente riformulazione: “a proseguire nella politica assunzionale intrapresa per migliorare le condizioni del Corpo di Polizia penitenziaria e le condizioni di sicurezza nel sistema dell'esecuzione penale, in linea con i principi costituzionali e ordinamentali”.

PRESIDENTE. Accetta? Non accetta e chiede di parlare. Prego.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Sì, non accettiamo la riformulazione di quest'ordine del giorno e, quindi, penso che non accetteremo nemmeno la riformulazione per gli altri ordini del giorno ai quali il Governo ha dato identica risposta e vorrei spiegare, ovviamente, le motivazioni.

Intanto, colleghi, il clima in questi giorni, a partire da lunedì, dalla discussione generale su questo decreto - permettetemi di dirlo -, è stato umiliante per l'intero Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci siamo trovati a lavorare in assenza di dibattito, con una maggioranza totalmente assente e con un provvedimento pericolosissimo. Questi articoli di questo decreto sono degli articoli pericolosissimi, che mettono a rischio la libertà di ogni cittadino, la libertà di ognuno di noi. È l'ennesimo decreto liberticida col quale state attaccando la democrazia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Avete paura del dissenso, avete paura di chi vuole lavorare nella legalità. Avete chiamato questo decreto “decreto Sicurezza”; ma quale sicurezza? Di quale sicurezza stiamo parlando? Vi siete scagliati contro il settore della canapa, la canapa industriale, la canapa medica. Parliamo di cittadini che utilizzano la canapa per curarsi: stiamo parlando di diritto alla salute. E voi cosa fate, invece? Garantite gli interessi della malavita, garantite gli interessi della criminalità organizzata e vi faccio degli esempi concreti, cari colleghi. Ho avuto modo di parlare (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Presidente, mi rivolgo ai colleghi della maggioranza, ovviamente tramite lei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ho avuto modo, Presidente, di parlare con diversi familiari di persone affette da patologie anche molto gravi che fortunatamente riescono ad avere beneficio solo attraverso l'assunzione di prodotti a base di cannabis. Parliamo, in questo caso, di cannabis terapeutica, cannabis terapeutica che - tra l'altro, il Governo lo dovrebbe sapere - viene prodotta anche all'interno di strutture sanitarie militari. Quindi, parliamo dello stabilimento di Fiesole dell'Esercito italiano, che coltiva la cannabis terapeutica. Parliamo di terapie, parliamo di salute, parliamo di medicina.

Cosa succede? Succede che, quando queste persone non riescono a ottenere la sostanza di cui hanno bisogno, la medicina di cui hanno bisogno attraverso il circuito legale, l'unico modo che hanno per poterla reperire è rivolgersi alla criminalità organizzata, altro che mercati esteri o esterni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quando un familiare vede soffrire il parente, l'unico modo che ha per farlo stare bene è scendere giù in strada e bastano dieci minuti per reperire la sostanza.

Voi altro che sicurezza: voi state favorendo le piazze di spaccio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Ziello, per favore.

DAVIDE AIELLO (M5S). Voi fate chiudere le imprese oneste per favorire le piazze di spaccio, ecco cosa state facendo col decreto Sicurezza.

Tornando, invece, all'ordine del giorno, Presidente, questo è un decreto liberticida che non fa altro che istituire nuove fattispecie del codice penale attraverso un decreto, cosa che non si è mai vista nella democrazia italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Entrare nel codice penale attraverso un decreto: è una deriva pericolosissima la vostra. Siamo passati da uno Stato di diritto a uno Stato di polizia, perché è questo quello che state facendo: state portando l'Italia a essere uno Stato di polizia, introducendo delle fattispecie penali molto gravi e questo non si può fare tramite decreto. Quindi, anche su questo la Corte costituzionale interverrà e sono sicuro che interverrà anche a seguito dell'appello accorato di più di 250 costituzionalisti, che già hanno detto: attenzione, attenzione alla deriva nella quale state portando il nostro Paese.

Presidente, visto che con questo decreto si inseriscono nuovi reati, noi siamo molto preoccupati che la popolazione carceraria, che già non vive nel lusso, perché parliamo di un problema di sovraffollamento carcerario che va avanti da anni, possa aumentare e sicuramente aumenterà la popolazione carceraria. Per questo, con quest'ordine del giorno e con tanti altri, abbiamo chiesto più risorse a sostegno di chi lavora nelle carceri per migliorare le condizioni di lavoro e di vita all'interno degli istituti penitenziari e questo per i lavoratori e per i detenuti nelle carceri. Qual è la risposta del Governo? Continueremo a non fare nulla, continueremo a non risolvere il problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Di fronte a proposte di buonsenso voi dite: continueremo a non fare nulla. Poi non veniteci a dire che con questo decreto l'Italia sarà più sicura, perché l'Italia sarà più insicura.

Vi ho fatto l'esempio delle piazze di spaccio sulla cannabis, ma potrei farvi tantissimi altri esempi. Intanto, io ho molta paura per il clima sociale che questo Governo sta creando. Questo Governo sta riuscendo a spaccare tutte le categorie: dai magistrati agli avvocati e ai giovani, che li mette l'uno contro l'altro, rossi contro neri; il clima sociale sta aumentando, la rabbia sociale sta aumentando. I lavoratori scendono in piazza e voi avete come unica risposta il manganello. Sei un lavoratore e ti lamenti perché sei sottopagato? Manganello, botte, crani spaccati, sangue. Questa è la risposta del Governo: scudi, manganelli, oppressione (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Le cose vanno… Capisco i lamenti, ma, guardate, il Parlamento è fatto per parlare. Se non volete lavorare, ve ne potete pure andare a casa (Proteste di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Il deputato Caiata: “Non si può sentire questa cosa, ma che dice? Ma stai zitto!”)

PRESIDENTE. No, no, colleghi! Colleghi!

DAVIDE AIELLO (M5S). …tanto sono più i danni che fate che il bene del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Il deputato Caiata: “Presidente, non permetta che dica queste cose!”)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!

DAVIDE AIELLO (M5S). Andatevene a casa se non avete voglia nemmeno di ascoltare le opposizioni (Vive proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)

PRESIDENTE. Colleghi! Onorevole Aiello, parli con me!

DAVIDE AIELLO (M5S). No, non fare così! Non fare così (Vive proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Questo è l'unico momento che abbiamo per fare sentire la nostra voce.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi!

DAVIDE AIELLO (M5S). Questo è l'unico momento che abbiamo per fare sentire la nostra voce (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Onorevole Aiello, parli con me…

DAVIDE AIELLO (M5S). …perché voi venite qua e mettete anche la fiducia e non ci fate discutere nemmeno un emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste della deputata Raffa).

PRESIDENTE. Onorevole Raffa, per favore (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)!

DAVIDE AIELLO (M5S). Se non avete voglia di ascoltare andatevene a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Vive proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!

PRESIDENTE. No, no, fermi! Fermi!

DAVIDE AIELLO (M5S). Ho concluso, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Fermi tutti (Commenti). Onorevole Raffa, per cortesia.

Prego tutti quanti di rivolgersi sempre al Presidente, per cortesia, non di parlarvi tra di voi, altrimenti non ne usciamo (Commenti). Aspetti! Aspetti! Allora, mettiamo in ordine un po' di cose (Commenti). Colleghi! Onorevole Colucci, per favore! Quindi, chiedo a tutti la cortesia di parlare sempre solo al Presidente, non tra di voi.

Per cortesia, sempre per economia di Aula, il Sottosegretario ha dato già i tutti i pareri. Sono stati anche resi al resoconto stenografico, li potete prendere, sono stati distribuiti ai gruppi. Quindi, per le riformulazioni vi chiedo la cortesia di poterli prendere dal resoconto stenografico. Altra cosa: vi prego, manteniamo i toni sobri e riferite sempre al Presidente, anche quando si fanno allusioni che possono essere (Il deputato Trancassini: “Garantire la malavita non è un'allusione!”)… esatto, anche questi tipi, anche questi. Quindi, vi prego di moderare anche le allusioni.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/8 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/9 Giuliano. Onorevole Giuliano, accoglie la riformulazione?

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, purtroppo lei non mi ha visto, chiederei di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/2355/8, magistralmente evidenziato dal collega Aiello. Poi, invece, in relazione al mio ordine del giorno n. 9/2355/9, non posso accettare la riformulazione. Ringrazio il Governo per lo sforzo, ma non posso accettare questa riformulazione e spiego perché. Cercherò di essere sintetica e di non fare un comizio, ma di portare avanti le mie ragioni.

E per farlo inizio con la stessa frase con la quale ieri, in discussione generale, ho concluso il mio intervento, perché tanti avvenimenti che sono avvenuti in questi giorni in questa Camera, all'interno di queste Aule, e all'esterno di queste Aule, possono essere riassunti con questa frase con cui ho concluso il mio intervento in discussione generale, con cui parlavo di un passaggio pericolosissimo e molto più subdolo di quello che è avvenuto nel Ventennio fascista, da un regime della dittatura capeggiata da Benito Mussolini a un regime democratico, che si può chiamare democratura, capeggiato dal Presidente Meloni. Lo dico con cognizione di causa: credo che si stia superando davvero il limite.

Con quest'ordine del giorno semplicemente chiedevamo di realizzare effettive condizioni di sicurezza nel sistema penitenziario, in linea con i principi costituzionali e ordinamentali, in modo da rendere efficiente e pienamente operante la Carta costituzionale, attraverso la figura del commissario straordinario, e in modo da rendere umana e sicura - ripeto, umana e sicura - tanto l'attività di tutti gli agenti di Polizia penitenziaria che ogni giorno assicurano il rispetto dei diritti minimi all'interno delle nostre carceri quanto dei detenuti stessi.

Ci tengo a intervenire su quest'ordine del giorno, e onestamente, Presidente, lo faccio con grande amarezza, perché quest'ordine del giorno si incentra sulla necessità di aumentare la sicurezza negli istituti penitenziari sia in termini di benessere che in termini di sicurezza, ripeto, tanto degli agenti di Polizia quanto dei detenuti, attraverso uno strumento potentissimo, che è quello dell'edilizia penitenziaria e del rafforzamento dell'edilizia penitenziaria. Speravo, ma probabilmente sono una grande sognatrice, che la nomina del commissario straordinario fosse propedeutica proprio alla realizzazione di quello che purtroppo devo chiamare soltanto un sogno ideale, cioè il rafforzamento dell'edilizia penitenziaria.

Lo dico ovviamente - non mi permetterei mai - non certo a discapito del lavoro che sta svolgendo il commissario straordinario, che è stato designato dal Governo nel settembre 2024, ma lo dico perché evidentemente il commissario straordinario non è stato messo in grado, e purtroppo non viene messo in grado, di svolgere adeguatamente il suo compito. Spiego il perché. Il commissario straordinario è stato nominato, come le dicevo, il 23 settembre 2024. L'incarico del commissario straordinario terminerà il 31 dicembre 2025.

Quindi, siamo a poco più di 6 mesi. Questa data per molti istituti penitenziari rappresenterà la morte. Mi fermo perché, siccome sto dicendo una cosa un po' delicata, vorrei almeno il silenzio, grazie. Per molti istituti penitenziari rappresenterà la morte perché purtroppo - lo dico con cognizione di causa molto amara - vengo da una provincia che al suo interno ha ben 3 istituti penitenziari. Uno di questi istituti penitenziari, purtroppo, è balzato molte volte agli onori delle cronache per fatti gravissimi, sia nei confronti degli agenti di Polizia, che sono stati più volte aggrediti, malmenati e addirittura accoltellati, sia nei confronti dei detenuti.

Spesso questi detenuti, in preda a disperazione e mancate cure psichiatriche, hanno tentato, e purtroppo in 17 casi sono riusciti, a suicidarsi. Il carcere di cui sto parlando è il carcere di Foggia, che attualmente conta una popolazione carceraria che è al di sopra e oltre del 200 per cento rispetto alla capienza stabilita per legge. A fronte di questo sovraffollamento, gli agenti, anzi, il personale, perché non sono ovviamente solo agenti di Polizia penitenziaria, e qui comprendo anche il personale amministrativo e il personale contabile…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

CARLA GIULIANO (M5S). …sono molto, molto al di sotto della pianta organica, con una scopertura, che ovviamente si differenzia in base ai ruoli, che in alcuni ruoli, anche di grande responsabilità e di grande contatto con i detenuti, supera il 50 per cento. Allora, il carcere di Foggia non è stato minimamente - lo dico, non è ovviamente colpa del commissario straordinario - neanche formalmente contattato e inserito in quella bozza di programma che attualmente noi non conosciamo, e che quindi i deputati della Repubblica italiana devono mendicare dai singoli direttori degli istituti penitenziari.

Non è stato inserito, perché non è stato considerato strategico uno dei grandi istituti penitenziari a cui porre subito rimedio e a cui dare risorse. Quindi quando scadrà…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

CARLA GIULIANO (M5S). …il commissario straordinario, il 31 dicembre 2025, il carcere di Foggia sarà morto, perché, se aveva una speranza di risollevarsi, era con un intervento immediato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/9 Giuliano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/10 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario del Governo mi fa capire che quest'ordine del giorno ha colto nel segno, perché avevo un preciso obiettivo con quest'ordine del giorno, quello di smascherare il finto, il falso garantismo della maggioranza e del Governo e di fornire la rappresentazione plastica, probabilmente, un esempio concreto già in vigore, di come state realizzando una giustizia classista che vedrà cittadini di serie A e cittadini di serie B; se avete cinque minuti di pazienza, vi spiego esattamente perché e sviluppo questo ragionamento.

Allora, con l'articolo 13 di questo decreto-legge, fate un'operazione che è quella di estendere il cosiddetto Daspo urbano, e lo estendete in questo modo: d'ora in poi - anzi, è già in vigore, quindi già è in atto - il questore potrà disporre il divieto di accesso alle infrastrutture fisse e mobili adibite al trasporto pubblico locale (ma anche le ferrovie, gli aeroporti, i porti); quindi, potrà vietare l'accesso a queste aree a coloro che sono stati anche soltanto denunciati, quindi sono stati raggiunti da una semplice denuncia, denuncia che, tante volte, lo sappiamo, potrebbe essere strumentale, magari infondata, una semplice denuncia. Ebbene, cosa comporta un divieto di accesso a queste aree? Non vi sfuggirà che comporta una severissima compromissione della libertà personale, in particolare della libertà di circolazione, perché vedete, a questi soggetti, soltanto per una denuncia, potrà essere impedito di prendere un volo, prendere un treno, una metro, un bus. E a cascata, oltre alla compromissione della libertà di circolazione, come espressione della libertà personale, quindi, costituzionalmente garantite, non vi sfuggirà che potrebbe essere anche compromesso il diritto al lavoro e il diritto allo studio nei casi, ad esempio, di pendolari, che magari si devono recare sul luogo del lavoro esclusivamente con uno di questi mezzi.

Allora, ho detto: allora avranno cambiato il modo di pensare, evidentemente, non saranno più arroccati nel garantismo. La cosa mi stupiva, perché neanche noi avevamo mai pensato di fare addirittura un provvedimento per cui soltanto la denuncia possa impedire le libertà costituzionalmente garantite, e lo sottolineo: le libertà costituzionalmente garantite. Però ho detto: va bene, a questo punto, seguo nel ragionamento il Governo e le forze di maggioranza. E allora con quest'ordine del giorno cosa vi ho detto? Ho detto una cosa in particolare: va bene, facciamo così, creiamo anche un Daspo nei confronti di tutti coloro che vengono semplicemente denunciati per reati contro la pubblica amministrazione, perché, vedete, anche i reati contro la pubblica amministrazione sono molto, molto rilevanti. Lo so che da quella parte si pensa che non sia così, però i reati contro la pubblica amministrazione sono reati che feriscono il patrimonio pubblico, quindi dobbiamo anche difendere il patrimonio pubblico; sono reati che fanno perdere 237 miliardi l'anno al nostro Paese. Allora, a questo punto, credo che anche quel bene giuridico meriti una tutela altrettanto severa ed elevata. E allora ho detto: estendiamo il Daspo a tutti coloro - corrotti e corruttori - che si macchiano di reati contro la pubblica amministrazione e impediamo loro di andare a frequentare i luoghi tipici della commissione di quei reati. E, quindi, impediamo loro di entrare nei Ministeri e negli edifici istituzionali dove hanno sede i comuni, le province e le regioni. Infatti, penso che, in questo paese, dobbiamo garantire il principio di uguaglianza. Il principio di uguaglianza vuole che non ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B, perché anche quelli sono cittadini che, se vengono denunciati, non dovrebbero più restare al loro posto e in quel luogo in cui c'è la possibilità di delinquere ancora e commettere quello stesso tipo di reato.

Non comprendo, dunque, o meglio, in realtà, lo comprendo e lo smaschero, il doppiopesismo del Governo, che dà parere contrario a un ordine del giorno di questo genere, che voleva soltanto riequilibrare un po' le posizioni e dire ai cittadini che ci seguono: sì, è possibile che solo per una denuncia possa essere pregiudicata la vostra libertà di circolazione, la vostra libertà e il vostro diritto allo studio e al lavoro, però, attenzione, perché anche a coloro che sono presidenti di regione, amministratori locali, sindaci e assessori, se avranno una denuncia, potrà essere impedito di restare al loro posto.

Il parere negativo del Governo, invece, cosa ci conferma? Ci conferma che non è così. Ci conferma questo falso garantismo - io l'ho chiamato più volte il garantismo “selettivo” del Governo - in realtà vuole fare semplicemente una cosa: vuole avere cittadini privilegiati - i colletti bianchi, la casta - che devono rimanere nel loro posto fino a Cassazione, fino a sentenza definitiva, mentre i cittadini comuni possono fare carne da macello. Perché questo è. Non c'è quello stesso anelito, quella stessa preoccupazione, di garantirne le libertà costituzionali e, men che meno, la presunzione di innocenza, perché - torno a dire - a qualcuno che si becca una semplice denuncia potrà essere impedito di circolare sul territorio del Paese. Vedete voi se questa non è la rappresentazione plastica della giustizia classista di cui comunque, ci state dando prova, giorno dopo giorno, di questo disegno. E questo è l'ennesimo tassello di quel disegno, che fa il paio con l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio e con il primo provvedimento che avete fatto, che è quello di eliminare, dal novero dei reati ostativi, tutti i reati che riguardavano la pubblica amministrazione.

Ecco, questo è l'ultimo tassello, quello che colpisce di più, perché, in realtà, crea proprio una spaccatura nella società, perché dà veramente l'effetto di cittadini di serie A e cittadini di serie B. Questo è il messaggio che vorrei far passare oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/10 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… Revoco la votazione. Non mi ero accorto della richiesta di intervento della deputata Alifano. Se alzate la mano un po' prima, cortesemente...

Prego, deputata Alifano.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Io invito a votare quest'ordine del giorno, perché il vero allarme di questo Paese non è il povero accattone per il quale avete aumentato la pena fino a cinque anni; non è il manifestante che blocca la strada, magari con il proprio corpo, perché ha perso il lavoro o perché cerca di non perderlo; non è il detenuto che protesta, magari attraverso uno sciopero della fame, semplicemente non obbedendo all'ordine di rientrare magari in cella o di mangiare, ma, di fatto, senza mettere in atto nessun atto violento.

Il vero allarme di questo Paese, Presidente, è la corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che costa 267 miliardi all'economia italiana ogni anno. È contro questi fenomeni che noi dovremmo prendere provvedimenti e non contro gli ultimi, contro gli emarginati, contro quelli che invece bisogna recuperare.

Quindi, un attimo di riflessione e cerchiamo di prestare attenzione a quest'ordine del giorno, perché non ci sia l'accusa che ha mosso la collega che mi ha preceduto, e cioè che questa è una giustizia di classe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Intanto, chiedo alla collega di sottoscrivere quest'ordine del giorno, che è evidentemente centrale. Innanzitutto, perché si consente a un provvedimento di un questore - che è una fonte secondaria di diritto - di andare contro un principio e un diritto fondamentale di libertà, che è la libertà di circolazione. Peraltro, mi stupisco di chi si dice garantista e tanti interventi ha fatto ritenendo la necessarietà, per provvedimenti così tanto restrittivi, di un qualcosa di conclamato con riferimento ai reati. Qui, invece, basta una mera denuncia.

Guardate che qui tutti noi possiamo subire una denuncia da chiunque. Basta che qualcuno scriva qualcosa contro di noi e, di per sé, viene iscritta la notitia criminis, sicché tutti saremmo passibili di un Daspo urbano, cioè una limitazione alla libertà di circolazione e persino di viaggiare. Io non so quanti di voi siano mai stati oggetto di una denuncia, ma non è raro che avvenga per qualsiasi motivo, soprattutto nei confronti degli amministratori. Quindi, con una mera denuncia, un provvedimento di secondo grado può inibire il diritto costituzionale alla circolazione: il che significa anche l'impossibilità di andare a lavorare se uno non ha accesso, per esempio, alle ferrovie, agli aeroporti, alle navi e ai mezzi di trasporto. Ma la cosa ancor più grave è che, di fatto, questo Daspo urbano viene limitato ai reati contro la persona e contro il patrimonio e non anche ai reati nei confronti della pubblica amministrazione. E badate bene: ciò che è motivo di scandalo in questo momento - voi ne fate tanto - non è tanto l'occupazione abusiva da parte di un poveraccio che non sa dove stare e, magari, vede una casa abbandonata e vi entra, o da parte di chi ha subìto uno sfratto per morosità incolpevole (cosa che dovrebbe essere risolta da uno Stato che dicasi tale, attento alle esigenze e ai bisogni dei cittadini), quanto il fatto che, ormai, noi viviamo in una situazione di corruzione endemica, che spesso è prodromo della mafia ed è suo tessuto connettivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Voi che tanto vi riempite la bocca! Ed ecco che si capisce perché, all'albero Falcone, il silenzio sia stato fatto suonare 10 minuti prima: per impedire alla gente di contestare il Ministro della Giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Queste cose le vogliamo dire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? È tutta un'ipocrisia il richiamarsi ad essere contro la mafia, se poi si fanno norme di questo genere e si esclude la corruzione dal Daspo urbano. Premesso che non dovrebbe esserci, ma, visto che lo fate, almeno fatelo contro i corrotti, perché ad Agrigento c'è l'indagine della procura per corruzione contro vertici politici di primissimo piano, che hanno ritardato l'appalto. Hanno fatto prima perdere l'appalto della rete idrica al 31 dicembre 2024, per poi poterlo riappaltare e lucrare sulle tangenti, quando, due giorni fa, un tizio con una Porsche e 120.000 euro di mazzette in macchina diceva: “Prepara lo champagne”. Voi così distruggete l'Italia! Non siete a favore dell'Italia e degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Niente affatto, perché la prima cosa da sconfiggere in Italia è la corruzione. E badate bene, diceva don Milani: “Se c'è un problema ed è comune, lo affrontiamo insieme, e quella è politica; se lo facciamo da soli, invece, è solo avarizia” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/10 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, all'inizio di questa ripresa dei lavori c'era molta confusione in Aula ed è stato alzato moltissimo il volume del microfono. Ora, da vari minuti, abbiamo l'audio che eccede gli 80-85 decibel e diventiamo tutti sordi. Chiederei di mantenere il silenzio nell'Aula e di non renderci sordi. È un problema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro (Applausi).

PRESIDENTE. Faccio mio l'appello della deputata Guerra e la ringrazio anche perché abbiamo molte ore da lavorare assieme nelle prossime due giornate.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/11 Tucci, su cui c'è una riformulazione: viene accettata? No.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/11 Tucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/12 Baldino, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un ordine del giorno importante perché va a porre almeno l'attenzione, o un monitoraggio, su una norma aberrante e assolutamente paradossale da un punto di vista giuridico e morale, che avete introdotto, ossia predisporre una aggravante se il fatto viene commesso nei pressi di una stazione ferroviaria o nelle adiacenze.

Ieri, in discussione generale, io ho fatto un esempio concreto su un tema che mi sta particolarmente a cuore. Si tratta, in particolare, di un reato che riguarda la violenza sulle donne: il reato di stupro. Infatti, in base al decreto Sicurezza, questa norma liberticida, uno stupro che viene commesso in una stazione ferroviaria - sulla base di quello che avete scritto - diventa più grave rispetto al caso in cui venga commesso, per esempio, nell'androne di un palazzo o in un altro luogo pubblico. Quindi la pena è diversa in base a dove viene consumato questo ignobile reato. In questo modo si va veramente a umiliare la vittima dello stupro, in base non tanto al reato, ma al luogo in cui viene consumato.

Questo è veramente indecente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - e ci tengo a ricordarlo ancora oggi con l'ordine del giorno - e soprattutto è un abominio, dal momento che, tra l'altro, purtroppo, nel nostro Paese, viene ammazzata una ragazza, una donna, ogni tre giorni, e sul tema della violenza sulle donne non si sta facendo veramente nulla. Tutte le risorse, tutte le energie, tutto il vostro potere viene unicamente messo nel reprimere il dissenso o nel creare delle norme veramente assurde e insensate, che sono solo delle bandierine ideologiche, dei pizzini verso chi volete regolare. Mi dispiace solo che, anche in questo caso, a pagarne le conseguenze saranno le persone più vulnerabili, che verranno penalizzate non tanto per un reato gravissimo come lo stupro, ma in base al luogo. Solo pensare a norme di questo tipo è raccapricciante e fa paura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Giuliano, vuole intervenire? Mi pare che non abbia più tempo, ha terminato gli 8 minuti.

CARLA GIULIANO (M5S). Vorrei sottoscrivere!

PRESIDENTE. Ah, vuole sottoscrivere? Certo. Sì, può solo sottoscrivere, perché non ha più tempo a disposizione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà, per 3 minuti circa, poco meno.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Su quest'ordine del giorno, onestamente, non comprendo la motivazione per cui sia stato dato parere contrario, perché richiede solo di monitorare gli effetti applicativi di questa scellerata aggravante. L'aggravante di questo articolo 11 è relativa alla circostanza in cui si effettui un delitto non colposo in un aeroporto, in una stazione, in una metropolitana o nei convogli ferroviari, quindi con la sicurezza non ha nulla a che vedere. Infatti, se do un aggravio di pena, o metto i cartelli con scritto “attenzione, guardate che qua, se commettete un delitto, c'è un aggravio di pena”, e allora forse qualcuno dice “caspita, volevo andare a fare un delitto colposo qua dentro, ma rallento e non vado a fare nulla, perché c'è un aggravio di pena”, ma non ha un effetto deterrente.

Quindi, a parte questo, la cosa assurda è che qua c'era solo un monitoraggio, che non crea assolutamente alcun problema, non ha un costo, perché questo monitoraggio, queste informazioni ci sono e ci saranno al Ministero dell'Interno. Si dimostra esclusivamente che qua c'è un problema, perché questa norma l'avete concepita, tra l'altro, con la fesseria delle “immediate vicinanze”, che non ha alcun valore. Non si inserisce in una norma penale un dato qualitativo, altrimenti si lascia uno spazio estremo al magistrato di dover interpretare e decidere se si tratta di 50 metri o 100 metri o meno.

Per cui è totalmente assurdo, quindi chiedo al Governo di ripensare al parere negativo dato a quest'ordine del giorno, perché si tratta solo di un monitoraggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Noi stiamo seguendo veramente con sbigottimento questa discussione sul decreto Sicurezza, perché, per dare risposta ai cittadini che hanno voglia di sicurezza intorno alle stazioni, alle piazze di spaccio e in alcuni quartieri della città, voi non fate altro che aggravare dei reati in una maniera tecnicamente poco lucida e anche poco fattibile per risolvere questi problemi. A me viene un po' una riflessione. Secondo me, per migliorare la sicurezza nelle nostre città, ci sarebbe una soluzione: ci vorrebbe un Governo di destra.

È quello che manca al Paese, un Governo di destra per migliorare la sicurezza. Perché questo Governo che c'è, di sinistra, non ha fatto niente per la sicurezza in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non ha fatto nulla per le città, non ha aumentato il numero delle Forze dell'ordine, non le ha pagate meglio, non ha fatto nulla per migliorare i progetti di rigenerazione urbana nei quartieri, non ha fatto nulla per le carceri. Questo Governo di sinistra, che è al potere adesso, non ha fatto nulla per bloccare i migranti e per risolvere questa questione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, ripeto, voglio un Governo di destra in Italia! Voglio un Governo di Fratelli d'Italia, con un grande consenso popolare. Voglio un Governo della Lega, che risolverà il problema della violenza sessuale con la castrazione chimica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Voglio questo in Italia, perché in questi due anni e mezzo questo Governo di sinistra ha peggiorato la situazione della sicurezza in Italia. Spero che un giorno arriverà qualcuno, forse una donna, al potere che riuscirà a cambiare questa deriva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Grazie. Spero e quando ci sarà voterò questo super-Governo di destra, che risolverà i problemi dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/12 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/13 Lomuti, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Presidente, non capisco veramente la contrarietà a quest'ordine del giorno. È chiaro e sono sotto gli occhi di tutti le tensioni che sta generando questo decreto e i provvedimenti liberticidi che ne stanno conseguendo, soprattutto dovute all'aumento esponenziale della repressione, dell'autoritarismo e dell'erosione dei diritti, soprattutto delle fasce della nostra società più marginalizzate. Vorrei dare un consiglio a questa maggioranza: se proprio tenete alla sicurezza, guardate anche di fare un po' di selezione nella vostra classe dirigente, visto che gli arresti che ci offrite iniziano ad avere numeri veramente imbarazzanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poi, Presidente, c'è un aumento di oppressione di diritti, di reati e di aggravanti, che sono reati e aggravanti che possiamo definire come “reati propaganda”; propaganda perché questo Governo ormai deve generare paura. Dico una cosa: se non ci fosse stato chi ha portato 209 miliardi di euro a questo Paese per rilanciarlo economicamente, questo Governo e questa maggioranza parlerebbero per tutta la legislatura di rave party e di sbarchi, con un certo insuccesso, anche. E che dire di tutto questo che passa grazie a un'informazione sulla quale il Governo ha messo le mani?

Perché questo è, Presidente, perché altrimenti non si spiegherebbe come questo decreto così sovversivo passi nel silenzio dei nostri media, di giornalisti pennivendoli, che vengono esaltati a premi Pulitzer più per la propria lingua che per l'utilizzo e il merito della propria penna. E che dire dei dubbi costituzionali sollevati da 250 costituzionalisti sulle donne incinte, su bambini di meno di un anno che conoscono già da piccoli il mondo del carcere, dell'inibizione dell'utilizzo delle schede telefoniche all'extracomunitario, solo perché è un diverso, e della protesta soffocata di chi vive già le pene del carcere in condizioni disumane?

E che dire anche di questo esempio che danno sulla lotta ai narcotrafficanti, citofonando alle abitazioni private o perseguendo la cannabis, che di stupefacente non ha nulla, se non il bigottismo panleghista di questi tempi che stiamo vivendo sulla nostra pelle, Presidente? Quest'ordine del giorno è incentrato su un articolo, in particolare, il 635 del codice penale, che riguarda il danneggiamento. Bene, Presidente, è collegabile a tutta la serie di reati che sono insiti in questo decreto. Perché, se è vero, come è vero, che attraverso l'uso del decreto, e quindi in una fantomatica necessità e urgenza, applichiamo delle norme penali, è altrettanto vero che queste norme penali i nostri cittadini se le vedono catapultare sulla propria testa da un giorno all'altro.

Allora c'è un'eccezione, c'è un problema che riguarda anche l'ignorantia legis non excusat, perché non c'è il tempo, non viene dato il tempo, attraverso la decretazione d'urgenza, di far apprendere ai nostri cittadini cosa questo Governo e questo Parlamento stanno approvando.

Guardi, Presidente, se proprio dobbiamo parlare di sicurezza, allora arrestate chi stupra i bambini e traffica con gli esseri umani, invece di accompagnarli nelle proprie case con i voli di Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

C'è un articolo, che più di sicurezza, mi sembra che parli di insicurezza, il 31, che consente ai nostri servizi segreti, che fino ad oggi giustamente possono infiltrarsi - ci sono i motivi - nelle associazioni sovversive per garantire la sicurezza. Con questo articolo, consentiamo ai servizi segreti non di partecipare, ma di creare, organizzare e dirigere organizzazioni sovversive contro lo Stato, come se questa Repubblica non avesse mai vissuto i momenti tragici delle stragi, dove ancora si cercano i mandanti eccellenti e come se si ripudiasse una sacrosanta verità e cioè la partecipazione dei servizi segreti e la partecipazione non soltanto al compimento di determinate azioni, ma anche all'insabbiamento delle indagini dei nostri magistrati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che questa maggioranza vuole smembrare con un'altra riforma, che è quella della magistratura e della giustizia.

Allora, Presidente, veramente non capisco questo parere contrario su quest'ordine del giorno, perché chiede soltanto una cosa: di monitorare, da parte del Governo, l'applicazione di questo articolo e di relazionare annualmente alle Camere del Parlamento. Ma è chiaro che, con questo decreto, stiamo vivendo la notte della democrazia. Stiamo assistendo a un giro di boa della nostra democrazia, che esce fuori dal DNA nostalgico di questo Governo e di questa maggioranza, ma che incontrerà un altro DNA: quello della resistenza, che è insito in questa opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/13 Lomuti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/14 Orrico, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, chiedo di monitorare gli effetti di una norma che è stata inserita con questo decreto Sicurezza e che modifica alcuni articoli del codice penale, rendendo facoltativo e non più obbligatorio il rinvio dell'esecuzione della pena per le condannate incinte e madri di figli di età inferiore a un anno e disponendo che, qualora le medesime dovessero scontare la pena e quindi non venga disposto il rinvio, questo si consumi presso un istituto a custodia attenuata. Sostanzialmente, stiamo dicendo che, per le colpe di un genitore, deve pagare un innocente, un bambino, costringendolo a vivere nelle mura di un carcere, perché questi istituti a custodia attenuata non sono carceri, ma qualcosa di molto simile. Tra l'altro, sono istituti che esistono in un numero veramente esiguo nel nostro Paese: prima erano 4, adesso sono 3 e non esistono nelle regioni del Mezzogiorno. Ma ciò che sconvolge è che l'inserimento di questa norma sostanzialmente non tenga conto della palese violazione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, così come vengono sanciti dalla Convenzione ONU e anche da alcune regole fatte proprie dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che richiama il rinvio dell'esecuzione della pena, quando ci si trova di fronte ad una donna incinta o ad una madre che ha un bambino di appena un anno. Ve ne infischiate dei diritti dei bambini, non comprendendo che l'ambiente carcerario è assolutamente inconciliabile con la crescita e lo sviluppo sano e naturale di un bambino, costretti a vivere i primi anni della loro vita in un contesto di deprivazione affettiva, relazionale e sensoriale, cosa che porta al manifestarsi anche di difficoltà successive nel gestire le emozioni, ad un senso di inadeguatezza, di sfiducia, di inferiorità, che si accompagna anche ad un tardivo progresso linguistico e motorio.

Eppure, il Presidente della Repubblica in qualche modo vi aveva richiamato e aveva attenzionato questa norma che neppure esisteva ai tempi del codice Rocco, quindi, stiamo veramente parlando di una esasperazione nei confronti di innocenti che devono pagare le colpe e le responsabilità dei propri genitori. Ve la prendete con i bambini e, d'altronde, ve la state prendendo con i giovani dall'inizio di questa legislatura. Avete iniziato con i rave party, poi siete passati ai ragazzi di Ultima generazione, perché non tollerate l'espressione del dissenso, la protesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) rispetto ai temi della tutela dell'ambiente, della salute, del futuro di queste generazioni. Ve la state prendendo, addirittura, con i giovani che manifestano durante il Giro d'Italia, esponendo la bandiera della Palestina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Ve la siete presa con due giovani tifosi del Cosenza Calcio che, durante una partita in trasferta, hanno esposto la bandiera della Palestina e sono stati multati!

E, allora, se volete prendervela con qualcuno, non prendetevela con gli innocenti, con chi dissente, con chi vuole manifestare e protestare, perché non è d'accordo con le vostre politiche scellerate di odio, di nervosismo, di inadeguatezza rispetto ai tempi che cambiano. Prendetevela con i pesci grossi, prendetevela con i mafiosi, prendetevela con i prenditori che corrompono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), i burocrati corrotti! E se proprio ci tenete ad istituire nuovi reati o ad inasprire le pene, ve ne suggerisco uno fresco fresco: perché non ve la prendete, inasprendo le pene, con tutti coloro che si posizionano al di fuori dei seggi elettorali, fanno pressioni e minacciano gli elettori, come è accaduto in questi giorni, in diversi seggi elettorali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) nella città di Rende? Prendetevela con loro! Inasprite le pene per chi sovverte il voto popolare, piuttosto che prendervela con i bambini, con le madri e con le donne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Io direi che c'è poco da ridere, sinceramente, rispetto a quello che ha detto la collega Orrico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ricordiamoci che i problemi di questo Paese sono la corruzione e non tanto la repressione di nuovi reati: 14 nuovi reati e 19 inasprimenti in questo decreto! Una narrazione che è assolutamente ridicola, soprattutto rispetto a questa fattispecie. Antigone ci dice che, in tutto il territorio nazionale, fra nidi e ICAM, c'erano 19 donne con 22 bambini! E voi avete fatto un decreto per 19 donne e 22 bambini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questa è propaganda! Pura propaganda vergognosa! Siete beceramente indecenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Ma qualcuno potrà mai spiegarmi che sicurezza è questa, quando, in Calabria, sono stati calpestati i diritti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che hanno visto le proprie schede bianche trasformati in voti legittimi, quando un seggio è stato rubato? Un furto di democrazia! I cittadini hanno diritto ad avere la sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): la sicurezza del proprio voto, la sicurezza della propria libertà! Questa è democrazia, questa è sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Per suo tramite, vedo che il collega Gentile sta per lasciare l'Aula, ma non ci doveva nemmeno entrare, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti del deputato Enrico Costa).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi. Vi prego!

ANTONINO IARIA (M5S). Io volevo solo ricordarvi che, per la fretta di portarlo con la votazione di fiducia, a questo decreto non avete tolto il reato di colorazione di scheda bianca, che è rimasto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e quindi la Procura sta finalmente andando a vedere cosa fare. Quindi, o aspettiamo il prossimo decreto per inserire questa nuova fattispecie, questo nuovo reato, oppure ne vedremo delle belle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori. Volevo approfittare per ringraziare l'ex Premier Conte, leader del MoVimento 5 Stelle, che qualche giorno fa è stato in Calabria e grazie al quale avete preso il 3 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non è proprio ordine dei lavori, però. No, no, fermi, fermi. Vorrei chiarire che non è ordine dei lavori. Un attimo, un attimo. Uno alla volta. No colleghi, per favore.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Per suo tramite, volevo dire al collega che ha perso un'occasione per stare zitto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Però, signori, manteniamo la sobrietà, vi prego. Una sobrietà istituzionale. Ognuno, nei limiti dell'istituzione, può dire quello che ritiene. Nei limiti dell'istituzione.

Se nessun altro vuole intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/14 Orrico, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/15 Santillo, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. È l'ennesima volta che viene tolta la faccia e non vengono più guardati i diritti dei cittadini italiani da parte di questo Governo, dando un parere contrario a quest'ordine del giorno che è sacrosanto. Se provate a leggerlo vedete di cosa si tratta.

Tra l'altro, stiamo parlando di un decreto-legge che è un pugno nello stomaco della nostra Costituzione, che è un attacco frontale ai diritti fondamentali del nostro Paese. Questo decreto è un manifesto di incapacità politica, travestito da necessità. Ci dovete dire, oggi, che necessità c'è, nel nostro Paese, di andare a inventarsi altri 14 reati - lo ricordava anche prima il collega Quartini - e andare ad inasprire 9 reati con ulteriori pene? Non ha alcun senso.

Le emergenze del nostro Paese sono tante. La prima emergenza in assoluto è quella di cercare di liberare il Paese dall'incompetenza di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Che cosa accade nelle nostre carceri? Nelle nostre carceri accade che, da gennaio 2024 a tutto marzo 2025, sono morti 105 carcerati per suicidio. Che cosa accade per le famiglie italiane che sono vessate ed hanno un gravissimo problema con l'emergenza abitativa? Che cosa accade alle nostre attività industriali, al nostro tessuto industriale, al ventiseiesimo mese di calo della produzione industriale? Ebbene, normative che lo avversano, normative che lo colpiscono. E l'emergenza del nostro Governo qual è? Criminalizzare i poveri. Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Andiamo a vedere cosa ha prodotto la vostra incompetenza. Nel 2022, quando vi siete insediati, c'erano 980.000 famiglie che erano povere e vivevano in affitto. Dopo due anni e mezzo, grazie al vostro Governo, nel 2024, quelle famiglie sono diventate 1.030.000. Complimenti alla vostra incompetenza! Che cosa succede? Succede che una famiglia su quattro ha problemi a pagare l'affitto negli ultimi dieci anni, si arriva anche a sfiorare la quota, in alcune zone del territorio, del 40 per cento, e grazie a voi gli italiani sono poveri uno su quattro. Bravi! Al Sud arrivate addirittura ad avere il 40 per cento di povertà.

Al collega che ha detto prima che in Calabria, in qualche comune, abbiamo preso il 3 per cento, vorrei ricordare che, grazie a loro, invece, in Calabria, al 40 per cento sono poveri i calabresi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Per quanto riguarda, poi, il decreto, l'articolo 10 di questo decreto è proprio l'emblema di una politica cieca e spietata. Ma veramente voi volete assimilare il reato di chi va ad occupare con violenza una casa a chi, invece, va ad occupare un posto auto, non lo so… un pollaio? Ma veramente stiamo facendo? Presidente, le pertinenze - che non sono nemmeno perimetrate bene - sono colpite dal reato di occupazione abusiva, cioè, per questa maggioranza, occupare abusivamente una casa sfondando una porta equivale ad occupare abusivamente un parcheggio dove uno non avrebbe potuto parcheggiare. La cosa è veramente preoccupante, soprattutto perché, grazie a questo Governo, già con il DL Rave si è arrivati a colpire, con l'occupazione abusiva dei terreni, delle persone che fanno una festa su un fondo.

Allora, che cosa ci dobbiamo aspettare? Che qualcuno, in questo Paese, d'estate, va a fare un bagno, lascia l'asciugamano a cinque metri dalla riva e viene colpito perché ha occupato abusivamente la battigia? Dove dobbiamo arrivare, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Dobbiamo arrivare a che un povero genitore, che non ha i soldi per portare avanti la famiglia e dorme in macchina sotto un ponte, viene colpito perché ha occupato abusivamente una piazzola di sosta? Ma di che cosa stiamo parlando?

Eppure, 250 docenti universitari di diritto costituzionale e pubblico non ci stanno, hanno firmato pubblicamente una denuncia, una denuncia che, come eguale, ha soltanto quella che si è sollevata in occasione del decreto-legge Salva Milano. Anche lì vi avevamo avvisato: fermatevi, state per fare una sciocchezza, ascoltate gli esperti. E invece, niente. Dov'è finito il Salva Milano? In un cestino, carta straccia. La stessa cosa accadrà a questo, anche perché voi non avete nemmeno ascoltato quello che dice l'Associazione nazionale magistrati, che ha denunciato l'incostituzionalità, così come l'Unione delle Camere penali ha parlato di lesione del principio di ragionevolezza. Ma a voi questo non interessa, sebbene l'Organizzazione delle Nazioni Unite abbia già condannato l'Italia per gli sgomberi senza soluzioni alternative.

Allora, Presidente - e vado verso la conclusione - cosa chiedo con il mio ordine del giorno, con questo impegno che questa maggioranza, questo Governo, non accetta? Chiedo, innanzitutto, di presentare alle Camere una relazione annuale - già, le Camere, quell'oggetto sconosciuto cui il Governo pensa di non dover dare mai conto - e almeno annualmente di dirci il numero di procedimenti penali avviati per la fattispecie di nuova introduzione dell'ex articolo 634-bis, specificando le fattispecie da cui sono originati. Ma poi chiediamo di rifinanziare il Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli, rifinanziare il Fondo di sostegno agli affitti e istituire un nuovo Fondo di garanzia statale, che possa consentire alle famiglie che hanno difficoltà di accedere al mercato della locazione, perché hanno un contratto precario o un contratto di lavoro a tempo determinato. Vi faccio osservare dalla tabella, che ha motivato il Governo al parere contrario, che il Ministro della Giustizia e il Ministro dell'Interno erano contrari, ma che il MIT, invece, era favorevole, quindi sarebbe una buona occasione per ravvedersi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Se il collega me lo consente, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno, perché credo che sia importante conoscere i numeri che verranno determinati da questo provvedimento. La Presidente Meloni non ha perso occasione, ieri, per fare propaganda, dicendo che, grazie a questo decreto, erano stati messi in atto i primi sfratti, quando sappiamo benissimo che ogni anno 30.000 persone perdono la casa perché non hanno i soldi per pagare l'affitto, così come sappiamo che sono 700.000 le famiglie nelle graduatorie e 1.000.000 di famiglie sono in abitazioni in cui hanno difficoltà a pagare gli affitti. Noi assistiamo a una propaganda di questa maggioranza e di questo Governo, che, anziché mettere in atto delle politiche abitative serie, criminalizza il disagio sociale, taglia i Fondi per gli affitti e per le morosità incolpevoli e non mette in atto alcuna politica abitativa incisiva che garantisca un tetto a chi non ce l'ha. Io sono molto d'accordo anche con l'idea di costituire un Fondo di garanzia statale per consentire l'accesso al mercato delle locazioni anche ai soggetti che non dispongono di solidità economica, perché il diritto alla casa, seppur non sancito dalla Costituzione, è riconosciuto dalla normativa europea e anche dalla normativa del nostro Paese. E prima di criminalizzare le persone, dovreste pensare a garantire i diritti che dovrebbero essere riconosciuti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. I deputati Ghirra, Orrico, D'Orso, Dell'Olio e Carmina sottoscrivono.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/15 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/16 Riccardo Ricciardi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno noi vogliamo un attimo mettere l'attenzione su quello che accadrà in questo Paese e su quello che sta accadendo in questo Paese con l'entrata in vigore di questo decreto.

Decine, se non centinaia, di lotte operaie nelle fabbriche saranno sanzionate e punite penalmente; dei lavoratori e delle lavoratrici che protesteranno e arriveranno a fare un blocco stradale saranno perseguiti penalmente. Allora, pensiamo a tutte le lotte che, grazie a questi strumenti, hanno pagato, perché alla Beko, a Prato, a La Perla, a Pomigliano, tutte queste lotte hanno portato i lavoratori a continuare il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il fatto è che voi non vi ponete neanche per un attimo l'idea che se dei lavoratori e delle lavoratrici arrivano a fare un blocco stradale non è perché quella mattina non avevano niente da fare, ma è perché magari li hanno licenziati con una mail (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, il blocco stradale è l'ultimo degli strumenti che persone disperate mettono in pratica per poter salvare il loro posto di lavoro. Questo sta diventando il Paese dove per blocco ferroviario dovremmo perseguire il Ministro dei Trasporti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), che ogni giorno non fa funzionare le ferrovie in questo Paese; dovremmo perseguire penalmente il Ministro Lollobrigida, che fa bloccare un treno per poter scendere dove vuole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Invece, qual è il problema di questo Paese? Le persone che bloccano le ferrovie. Ma tutti i giorni ci sono facinorosi anarchici che in questo Paese bloccano le ferrovie? A me sembra che faccia tutto Trenitalia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), senza bisogno di nessuno.

Allora, in questo Paese chi occupa una strada o una ferrovia per tutelare il proprio lavoro viene perseguito; chi, invece, occupa una poltrona da Ministro, come la Ministra Santanche', che viene perseguita per quello che ha fatto, dopo che andava a insultare la gente che prendeva il reddito di cittadinanza, lei può rimanere dov'è. E oltretutto, sì, fanno il Daspo, ma il Daspo per i Ministri invece no, nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), loro rimangono al loro posto. Allora, davvero voi state tutelando solamente la sicurezza delle persone di cui vi interessa tutelare la sicurezza, ovvero la sicurezza della gente che fa profitti sulle spalle dei lavoratori; la loro sicurezza state tutelando e non certo, ad esempio, la sicurezza che chiedono veramente i lavoratori, che è quella sui loro luoghi di lavoro. Venite a vedere nelle cave di marmo dov'è la sicurezza del lavoro.

E allora, anche per questo e proprio per questo, è fondamentale che l'8 e il 9 giugno si vada a votare ai referendum in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra) per rimettere al centro il posto di lavoro che voi oggi, anche con questo decreto Sicurezza, state umiliando e state perseguendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto sottoscrivere quest'ordine del giorno, se l'onorevole Ricciardi me lo consente, e poi aggiungere pochissime parole. Questo è uno degli aspetti più odiosi di questo decreto: l'idea di colpire, attraverso la trasformazione in reato penale di ciò che prima era relegato a sanzione amministrativa, un comportamento collettivo, l'esercizio della lotta, che talvolta è anche in violazione della legalità formale. È quanto di più aderente alla peggiore cultura repressiva, reazionaria, regressiva e oscurantista che si possa immaginare. Vede, signor Sottosegretario, colleghi, colleghe, in questo Paese, come in quasi tutti i Paesi del mondo, moltissimi dei diritti che oggi consideriamo scontati - uno tra questi è il diritto di sciopero; io lo so che, fosse per voi, lo faremmo tornare rapidamente nell'area di ciò che scontato non è, ma oggi diciamo che è ancora abbastanza scontato - sono stati conquistati grazie all'esercizio della lotta e anche grazie al coraggio di chi con la lotta ha violato le norme che in quel momento regolavano il consesso civile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Lo ha fatto quasi sempre pacificamente, in modo non violento, ma in modo determinato.

Quando la legge si organizza per punire con la galera l'esercizio legittimo, collettivo della lotta, della resistenza, come strumento di conquista dei propri diritti, allora l'aria diventa davvero molto irrespirabile ed è ciò che state facendo con questo pessimo decreto, che con la sicurezza non c'entra nulla e con la paura, invece, c'entra molto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente, per sottoscrivere quest'ordine del giorno e per dire una cosa ai colleghi della destra. I colleghi della destra in questi anni hanno abusato molto della parola “giustizialismo”, soltanto che l'hanno sempre tradotta come un giustizialismo contro i giustiziati dalla vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra) e invece sono sempre stati garantisti nei confronti di quelli che sono garantiti da una vita, soprattutto in base al censo o al cognome che portano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

Vede, questo è stato un grande Paese quando il movimento operaio e democratico ha consentito grandi conquiste sul lavoro, sul salario, sul contratto e quelle conquiste hanno anticipato altri grandi avanzamenti nei diritti civili e liberali di questo Paese. Nel momento in cui voi tornate indietro e criminalizzate ogni forma di dissenso organizzato, state determinando un pericoloso precedente e state portando questo Paese a un passo da Orbán. Allora, non presentatevi più davanti a una fabbrica quando i lavoratori sono in sciopero, quando magari bloccano gli ingressi di quella fabbrica per evitare che vadano a prendere i macchinari e chiudano definitivamente la possibilità che quel luogo torni a essere un luogo di lavoro. Non presentatevi più davanti a quegli operai, per esempio della Whirlpool di Napoli, che hanno fatto ben dieci blocchi stradali nel corso degli ultimi due anni e poi hanno vinto la loro battaglia, perché le battaglie si vincono anche attraverso forme di lotta pacifica e che, però, si fanno ascoltare.

È insopportabile che ci sono stati politici di destra, di centro e di sinistra - ma soprattutto quelli di destra, che sono andati a dare la solidarietà in questi anni - che poi votano, pigiano il bottone su una legge che li porterebbe in carcere per aver protestato per salvare il posto di lavoro. È uno scandalo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)!

Penso che quegli operai e quei lavoratori lo sappiano, e la prossima volta, già l'8 e il 9 giugno, vi faranno sentire come la pensano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/16 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/17 Cafiero De Raho.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Diciamo che questo impegno richiesto al Governo, e che il Governo ha respinto, nasce da una constatazione: il carcere non può essere un luogo di torture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, invece, oggi il carcere è un luogo di torture, dove anche 10 detenuti sono costretti a stare in una cella, dove vivono in condizioni che sono contro quel minimo di dignità che deve essere rispettata anche nei confronti di detenuti, che sono esseri umani come tutti gli altri. Bisogna dare loro delle condizioni che consentano effettivamente una rieducazione.

È l'articolo 27 della nostra Costituzione che dice che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, e non ci pare che sia così nelle carceri. Nelle carceri abbiamo un aumento dei suicidi. Nel 2024 i decessi per suicidio sono stati 90 e 246 sono stati i morti. Nell'anno corrente, addirittura, secondo la media, sono aumentati del 40 per cento. I suicidi avvengono tra detenuti a disagio psichico e detenuti tossicodipendenti, che costituiscono un terzo della popolazione carceraria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Invece, questi dovrebbero stare altrove, dovrebbero essere curati. Allora, cosa abbiamo di fronte a una situazione di invivibilità? Non pensiamo a edificare delle sistemazioni migliori, non pensiamo a dare dignità ai detenuti, non pensiamo a dare loro rieducazione, risocializzazione, reinserimento sociale, psicologi, educatori, tutto ciò che occorre per restituire a questi uomini la loro dignità e una prospettiva di vita fuori dal carcere. No, non diamo tutto questo. E quindi cosa ci immaginiamo? Che qualcuno protesti, che ci siano delle proteste.

E allora cosa facciamo? Anziché provvedere come ho detto fin qui, creiamo il reato di rivolta. Ma come lo creiamo? Prevedendo non solo la violenza o la minaccia. La norma dice: “Chi con violenza o minaccia o con resistenza”. E quando va a precisare la resistenza dice: “anche la resistenza passiva”. La Corte di cassazione dice che la resistenza passiva non costituisce reato. Non è reato, perché non collaborare con l'autorità non è reato. Allora, cosa facciamo anche in questo articolo? Così come è stato detto poc'anzi per l'articolo 14, si vuole in ogni modo impedire la protesta.

Si vuole impedire che il detenuto parli ed evidenzi quali sono le sue difficoltà di vita, che faccia capire al direttore e a tutti coloro che devono nella struttura provvedere a dare loro rispetto e dignità di provvedere in senso giusto, per dare quel senso di umanità alla rieducazione e al trattamento che vuole la nostra Costituzione. Ma non si pensa a questo. Si pensa, invece, ad una pena. E la pena si dà anche a chi resta fuori dalla cella di fronte a un ordine che vuole invece il detenuto dentro la cella.

E quel detenuto non entra in cella perché vuole protestare, perché il cibo non è buono, perché sta male in quella cella, perché non possono stare in 10 con un solo bagno, perché vivono male, perché hanno bisogno di rispetto. Non si può trattare con la repressione un diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Il diritto va rispettato, va soddisfatto. Ecco perché chiedevamo un monitoraggio, e invece non danno il monitoraggio della norma, ma addirittura non considerano tutto ciò che, invece, è necessario che uno Stato di diritto faccia: dare al detenuto rispetto e dignità.

Perché dare al detenuto rispetto e dignità significa anche facilitare il lavoro della Polizia penitenziaria, consentire alla Polizia penitenziaria di avere un rapporto di collaborazione con il detenuto. Ma il detenuto non può sopportare un trattamento che è una tortura, ma nessuno lo sopporterebbe, Presidente, nessuno. Quindi, anche al detenuto bisogna pensare innanzitutto di riservare un trattamento che sia rispettoso, e mai una norma come questa, che configura il reato di rivolta. Ma sa, Presidente - lei sicuramente lo sa per il lavoro che ha svolto - che il reato di resistenza o il reato di violenza che si commette con violenza o minaccia, quando è commesso da più di 10 persone, come avviene nelle manifestazioni di protesta nelle carceri, è punito con la reclusione da 3 a 15 anni, quindi con una pena di gran lunga superiore? Allora, che significa?

Che questa, ancora una volta, è solo propaganda, è propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma questo Governo la deve smettere di fare propaganda, deve badare alle cose serie e dare a ciascuno ciò che spetta a ciascuno. Non soffocare i diritti, non soffocare il dissenso, la critica, la censura, tutto ciò che rientra nei doveri e nei diritti di un cittadino. Laddove vi è uno Stato democratico come il nostro, impedire proteste significa soffocare la democrazia, significa restringere i diritti che in uno Stato di diritto devono necessariamente essere riconosciuti e tutelati.

E allora un reato di rivolta messo in quel modo, con una resistenza passiva che significa non fare nulla, ma solo non adempiere all'ordine dato nel carcere, che corrisponde, cioè, a quella che è sempre stata una semplice sanzione disciplinare, che pure costa tanto al detenuto, perché finisce per riflettersi sui benefici penitenziari e su quello che sarà successivamente. E invece cosa pensiamo di dargli? Da 1 a 5 anni se è lì fermo in una resistenza passiva, da 2 a 8 anni se sono tanti fermi e qualcuno ha promosso, diretto, organizzato questa resistenza passiva collettiva, cioè il non fare niente, ma non osservare l'ordine. Restare fuori dalla cella equivale oggi, per un detenuto, a essere condannato o da 2 a 8 anni o da 1 a 5 anni, il che è veramente contrario ad uno Stato di diritto democratico come il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno, se l'onorevole De Raho acconsente, perché la parte di modifica del codice penale che quest'ordine del giorno affronta rappresenta uno degli elementi più significativi, ma, nello stesso tempo, inquietanti dell'involuzione dello Stato di diritto del nostro Paese. Perché dico questo? La resistenza passiva, non solo nella storia di questo Paese, ma nella storia di tante democrazie, quelle che oggi noi possiamo chiamare democrazie, ha rappresentato uno strumento fondamentale per il raggiungimento di conquiste fondamentali.

Vorrei ricordare una persona che è stata in Parlamento e che ha fatto la storia politica di questo Paese. Una persona che si chiamava Marco Pannella, il quale, attraverso lo strumento della resistenza passiva, ha consegnato una serie di battaglie, ma anche una serie di conquiste sociali e civili, di cui oggi il Paese tutto usufruisce. Ebbene, questa involuzione dello Stato di diritto rappresenta una ferocia inaccettabile per il nostro futuro, cioè quella di punire, punire chi utilizza metodi non violenti per reclamare, denunciare e chiedere miglioramenti delle proprie condizioni di vita. Oggi è il carcere, domani sarà fuori dal carcere, domani saranno i ragazzi che protestano per una qualità della vita migliore, che passivamente chiedono allo Stato e al Governo di fare qualcosa. Oggi quello che voi, maggioranza e Governo, volete fare in questa maniera è dire: obbedite o sarete puniti.

In questo nostro Paese, se non ci fossero stati coloro i quali hanno disobbedito, anche ponendosi e portandosi sulle proprie spalle alcune conseguenze, noi non avremmo una democrazia migliore dal punto di vista di alcune conquiste sociali. Ecco perché la vostra è una ferocia incredibile, che determina un'involuzione dello Stato di diritto, che a noi inquieta profondamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. L'onorevole Quartini ci informa che tutto il gruppo MoVimento 5 Stelle sottoscrive.

Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/17 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Sull'ordine del giorno n. 9/2355/18 Penza c'è una riformulazione: la accetta?

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Non posso accettare la riformulazione, perché, in prima battuta, viene espunta una premessa importante, dove il Governo, di fatto, si rifiuta di ammettere una cosa evidente: ossia, che questo è un provvedimento solo e unicamente repressivo e che, di fatto, non prevede nulla in termini di fondi e di sostegno alle Forze dell'ordine.

Nel passare al pieno della riformulazione, purtroppo, si avalla ancora di più il mio rifiuto di accettare, perché si passa da un impegno concreto, che chiediamo per la Polizia locale, a un impegno aleatorio, quindi, approssimato, che vuol dire tutto ma non vuol dire nulla.

Noi, con il nostro ordine del giorno, chiedevamo che il Governo si impegnasse effettivamente, affinché la Polizia locale dei vari comuni - così come è successo in Sicilia - venisse ripristinata nel proprio organico, principalmente nei comuni con più criticità, nei comuni colpiti da infiltrazione camorristica e nei comuni fragili. Ma il Governo, di fatto, non fa riferimento a ciò in questa riformulazione, per un semplice motivo, lo dobbiamo dire chiaro: purtroppo, questo Governo ritiene che la Polizia locale sia un Corpo di Polizia di serie B. Ma non è così, non è così assolutamente! La Polizia locale ha gli stessi obblighi e diritti della Polizia di Stato e dei Carabinieri, anche se la competenza è circoscritta al comune. È per questo che non possiamo assolutamente accettare un impegno così fragile da parte del Governo.

Del resto, in tutto il complesso di questo provvedimento, che ha tante carenze in merito alle Forze dell'ordine, non c'era da aspettarsi una tale posizione per quanto riguarda la Polizia locale, alla quale va tutto il nostro rispetto, perché ogni giorno è la prima a intervenire nei dissidi tra privati o negli incidenti stradali, mentre le Forze dell'ordine possono intervenire solo in seconda battuta. Questo perché? Perché loro sono il front office con i cittadini, sono i primi che riescono a trovarsi sui luoghi dove possono avvenire alcuni reati. Danno sostegno addirittura alla magistratura e ai tribunali. Insomma, la Polizia locale è un corpo di tutto rispetto e credo che, prima di tutto, debba avere il rispetto di questo Governo, che, purtroppo, fa sempre orecchie da mercante quando si parla di Polizia locale, quasi come se fosse solo un problema comunale. Ma non è così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché la Polizia locale ha gli stessi obblighi - come abbiamo già ripetuto - della Polizia di Stato. E quindi merita tutto il nostro rispetto: il rispetto di questo Parlamento, di questa maggioranza e di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/18 Penza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/19 Caso. Onorevole Caso, accetta la riformulazione? Non accetta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Presidente, non posso accettare la riformulazione, perché interviene sull'ultima delle premesse, che è il fulcro dell'ordine del giorno, che sottolinea una delle tante assurdità contenute in questo decreto, quella legata all'estensione del Daspo urbano e la sua applicazione, anche con una semplice denuncia, senza si sia proceduto con il giudice, senza che si sia espresso, come ben esprimeva prima la collega, avviando una giustizia classista, visto che si è garantisti con i potenti e più che giustizialisti con i deboli.

Ma per capire effettivamente di cosa stiamo parlando, Presidente, bisogna inquadrarlo in un quadro più completo.

Spesso, quando denunciamo il rischio di deriva autoritaria, quando diciamo che sono messi a repentaglio i diritti fondamentali, quando raccontiamo che i principi della democrazia stanno iniziando a scricchiolare a volte, anzi purtroppo spesso, che la risposta è: siete esagerati, la vostra preoccupazione smisurata, è impossibile tornare alle dittature del passato.

Ma questo perché spesso si fa l'errore di immaginare che l'attacco alla democrazia debba avvenire con un colpo di Stato, con una marcia su Roma, si immagina che sia qualcosa di estremamente palese, qualcosa che sarebbe così evidente da non poter passare inosservato.

Ma purtroppo non è così. La demolizione dei principi democratici è qualcosa di più subdolo, è un qualcosa che avviene un pezzettino alla volta, tanti, piccoli tasselli che erodono man mano i diritti fondamentali, senza che te ne accorga, senza afferrare la gravità della cosa, forse perché spesso nascosta dietro una forte propaganda.

Presidente, purtroppo l'erosione dei sistemi democratici è un processo già in atto qui in Italia, così come in altri Paesi d'Europa, del mondo e dobbiamo avere ben chiaro che, ad esempio, si sta demolendo la democrazia, quando si mette a rischio la separazione tra i poteri, con il costante attacco, ad esempio, alla magistratura, il tentativo di sottoporre il potere giudiziario a quello politico, oppure mettendo il bavaglio ai giornalisti, vietando di pubblicare gli atti delle indagini, tutte cose che stiamo vivendo.

È un attacco alla democrazia quando si identifica chi, semplicemente, espone uno striscione antifascista il 25 aprile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quando si fa rimuovere la bandiera della Palestina da un balcone, quando si aumentano le sanzioni e le pene per gli attivisti climatici, fingendo di voler difendere i beni culturali.

Presidente, si mina la democrazia quando si umilia il Parlamento, trasformando immotivatamente un disegno di legge in un decreto urgente, come è stato fatto oggi e, peggio ancora, quando parliamo di un provvedimento di chiaro stampo liberticida, come questo.

Ricordiamolo: rendere reato penale il blocco stradale, il picchetto fuori una fabbrica, equiparare alla rivolta la protesta passiva, non violenta in carcere, attuare il Daspo urbano anche con una semplice denuncia, senza che un giudice emetta sentenza, mandare in carcere le donne incinte con i figli piccoli, punire le persone non per quello che fanno - attenzione! -, ma per quello che potrebbero fare dietro la scusa della lotta all'antiterrorismo, una lunga lista di strumenti di criminalizzazione del dissenso, questo è il vostro decreto Sicurezza.

Ma è un attacco alla democrazia quando anche la seconda carica dello Stato invita a non votare a un referendum (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o quando si propone di concentrare il potere nelle mani di un unico Premier, oppure quando si ruba e si scippa un seggio ad una forza politica, cambiando le regole del gioco dopo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Si mina la democrazia quando si tagliano i soldi alla scuola, all'università; quando si usa il voto in condotta per limitare il dissenso; quando la scuola diventa un luogo per addestrare i lavoratori e non per elaborare il pensiero critico e formare cittadini liberi; quando si attacca il libero insegnamento nelle università in nome di una crociata contro la teoria gender; anche questo stiamo vivendo.

Presidente, il mondo che si sta plasmando - e lo dico veramente - mi fa paura. Ma a volte ci ragiono, ci ragiono tanto in questi giorni: la mia paura più grande è proprio immaginarmi in un futuro, guardarmi indietro, qui, e pensare di non aver fatto abbastanza per evitare tutto questo.

E allora, Presidente, forse la cosa più potente, la cosa più forte che ora posso fare qui è usare questo mio discorso proprio per rivolgermi a chi è fuori da quest'Aula; a chi ora sta frequentando la scuola, a chi sta frequentando l'università, a chi ha terminato gli studi, a chi ora ha iniziato un lavoro precario, a chi sta decidendo di emigrare. La cosa più forte che posso fare è, forse, rivolgermi ai giovani, che non sono il futuro di questo Paese, sono il presente di questo Paese.

Noi continueremo a fare la nostra parte fino in fondo, come stiamo facendo. Ma a voi, a voi giovani dico: alzate la testa. Innanzitutto, studiate sempre in modo che nessuno possa ingannarvi. Siate critici e ribellatevi, sempre. Votate: votate soprattutto quando vi dicono di non farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Diventa anche quello un atto di rivolta, un atto rivoluzionario.

Cari giovani, unitevi. Unitevi, così nessuno potrà fermarvi. E a voi giovani faccio questo mio appello, che forse concluderà i lavori di questa giornata. Vi prego, veramente vi prego, anzi vi scongiuro: siate resistenza, siate rivolta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Quartini sottoscrive per tutto il gruppo.

Se nessun altro intende intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/19 Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2355/20 Aiello. Onorevole Aiello, accoglie la riformulazione?

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione e chiedo ovviamente di votare quest'ordine del giorno con il quale il Governo continua a non fare nulla per migliorare la condizione di vita nelle carceri italiane. Non rafforza i presidi di legalità all'interno dei penitenziari, soprattutto per quanto riguarda i funzionari giuridico-pedagogici, gli educatori, gli assistenti sociali e il personale sanitario, che è costretto a lavorare in condizioni veramente disagiate all'interno degli istituti penitenziari.

Siamo di fronte a un provvedimento che non fa altro che inasprire le pene e siamo preoccupati per la deriva verso la quale il nostro Paese sta conducendo questo Governo pericolosissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffaele Bruno. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BRUNO (M5S). Per otto mesi, assieme a un gruppo di attrici e attori, abbiamo lavorato a uno spettacolo che metteva in scena la nostra idea di libertà o di mancanza di libertà, con il desiderio di condividere questo lavoro con la comunità carceraria di Rebibbia femminile. Ci siamo stati ieri. Alla fine dello spettacolo c'è stato il consueto cerchio di riflessione in cui tutte e tutti i presenti mettono in circolo idee, suggestioni ed emozioni provate. Una donna momentaneamente reclusa ha dichiarato: in quello che avete messo in scena, in tutto quello che abbiamo visto abbiamo rivissuto quello che accade qui dentro a tutte noi.

Ieri è successo che noi abbiamo messo in scena la criticità del nostro sentirci liberi, pur non essendo reclusi, la nostra fragilità e soprattutto come sia facile creare sbarre nelle nostre vite laddove non ci sono. Nel fare questo lavoro faticoso e doloroso, perché quando si fa teatro si esplora e si vive la verità fino in fondo, abbiamo permesso alle donne recluse dietro mura e sbarre fisiche di rivedersi e di identificarsi. In quel cerchio le donne recluse si sono sentite umanamente vicine a noi. Si sono sentite raccontate, si sono sentite viste.

Non è facile trasmettere a parole un'esperienza così potente, così travolgente se non la si è vissuta, ma ogni volta che organizzo assieme alle mie compagne e compagni di viaggio questo tipo di eventi nelle carceri - siamo circa 50 e, care colleghe e cari colleghi, siete sempre tutte e tutti caldamente invitati - sentiamo che qualcosa ci migliora e che tutte le persone presenti, tutta la comunità carceraria riesce a fare un passo in avanti nella reciproca comprensione. Tutte e tutti hanno più chiaro che, al di là dei ruoli rivestiti, si può essere dalla stessa parte: il carcere come luogo in cui si riparano le anime ferite. Per fare questo la comunità carcere deve essere in buona salute e per esserlo, come accade a un corpo, ogni sua parte deve essere in condizioni di stare bene: persone momentaneamente recluse, direttori, agenti, personale amministrativo e sanitario, educatori, volontari. Tutti! Se una sola parte di un corpo soffre, soffrono tutti.

Quando si legifera su questo dovremmo chiederci sempre se questo provvedimento, questa decisione, agirà per creare benessere alla comunità carceraria o accentuerà tensioni, divisioni e con questo la sofferenza di tutte le persone che abitano quei luoghi.

Io sono felice che sia stato accolto l'emendamento alla legge finanziaria che istituisce un fondo dedicato al teatro in carcere. In questi giorni sono stati presentati tantissimi progetti che partiranno e inonderanno le nostre carceri di speranza e bellezza. Però è importante che tutto questo accada e viva in un ambiente più umano, in un luogo in cui siano adeguatamente rafforzati, come chiede quest'ordine del giorno, i profili di funzionari giuridico-pedagogici, educatori, assistenti sociali, personale amministrativo e sanitario. Se permettiamo all'umanità di esprimersi pienamente anche nei luoghi bui e nei luoghi di dolore ne uscirà da quei luoghi di più, molto di più.

Questo tradotto significa abbassamento drastico della recidiva. Questo significa creare non propaganda, ma una reale sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che Cafiero De Raho, Ascari, D'Orso, Pellegrini sottoscrivono… Signori, tutto il gruppo. Ho capito: tutto il gruppo.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2355/20 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Essendo giunti alle ore 24, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, al termine dell'informativa urgente del Governo sulla situazione della Striscia di Gaza, prevista alle ore 9,30.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Carla Giuliano. Ne ha facoltà. Onorevole, aspetti un attimo che facciamo defluire. Penso che possiamo andare. Onorevole Giuliano, prego.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Quest'oggi in Commissione giustizia è accaduto qualcosa di molto grave. Purtroppo solo ieri abbiamo parlato in quest'Aula del body shaming, cioè del prendere in giro il corpo altrui. Ebbene, Presidente, sono stata vittima oggi, in sede di audizioni in Commissione giustizia, di un behavior shaming, cioè sono stata presa in giro da un esponente di maggioranza, interrotta e zittita per il comportamento che, secondo questo esponente di maggioranza, era paragonabile ad un comizio che stavo tenendo nel rivolgere una domanda ad un audito, e, quindi, mi ha bloccato, ha aperto il microfono, senza l'autorizzazione del presidente, e mi ha sostanzialmente zittito, con un comportamento che vorrei considerare e che considero personalmente assolutamente ignobile.

Perché, Presidente, noi siamo i rappresentanti non del popolo, siamo i rappresentanti più alti, o così dovremmo essere, dei cittadini italiani. Ebbene, se ci viene tolto il diritto come parlamentari, cioè come rappresentanti dei cittadini italiani, di portare le nostre istanze e di rappresentare in sede di audizione - ripeto, di audizione - il nostro punto di vista e di rivolgere delle domande agli auditi, allora credo che qui si vada ben oltre la dittatura e si vada ben oltre il calpestare la dignità e la libertà di ogni singolo parlamentare.

Presidente, un affronto del genere, a nome del MoVimento 5 Stelle, non lo accetterò mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché - e vado a chiudere - di fronte a chi tenta maldestramente di soffocare la democrazia, impedendo ad una parlamentare, a un'onorevole, perché così mi considero moralmente, di parlare, rispondo con un solo gesto, anzi, rispondo con una sola parola. Visto che avete penalizzato la rivolta carceraria, faccio una rivolta non verbale, pacifica, semplicemente facendo questo gesto (La deputata Giuliano si porta alla bocca un fazzoletto bianco), che però questa maggioranza non mi permetterà mai di fare.

Non mi vedrete mai con il tappo sulla bocca, perché questo vorrebbe dire non rappresentare adeguatamente i singoli cittadini italiani che ci hanno eletto in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 28 maggio 2025 - Ore 9,30:

1. Informativa urgente del Governo sulla situazione della Striscia di Gaza.

(al termine dell'informativa urgente e alle ore 16,15)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario. (C. 2355​)

Relatori: MONTARULI (per la I Commissione) e BELLOMO e BISA (per la II Commissione), per la maggioranza; MAGI (per la I Commissione), di minoranza.

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

BAGNAI ed altri: Modifiche all'articolo 132 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernenti l'acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell'integrità fisica del soggetto interessato, nonché istituzione della Giornata nazionale dedicata alle persone scomparse. (C. 1074-A​)

Relatrice: MATONE.

4. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 1319 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 31 ottobre 2024 (Approvato dal Senato). (C. 2291​)

Relatore: CAIATA.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'India sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 9 ottobre 2023. (C. 1915-A​)

Relatore: FORMENTINI.

S. 1228 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Araba d'Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con l'uso di servizi di traghettamento marittimo, fatto a Il Cairo il 22 gennaio 2024 (Approvato dal Senato). (C. 2101​)

Relatore: CALOVINI.

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

SEMENZATO ed altri: Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming). (C. 1049-A​)

Relatrice: SEMENZATO.

(ore 15)

6. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 0,05 del 28 maggio 2025.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 la deputata Lancellotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 8 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 18 il deputato Lacarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale ODG 9/2355/1 260 259 1 130 103 156 67 Resp.
2 Nominale ODG 9/2355/2 280 279 1 140 112 167 61 Resp.
3 Nominale ODG 9/2355/3 281 280 1 141 110 170 61 Resp.
4 Nominale ODG 9/2355/4 278 278 0 140 112 166 61 Resp.
5 Nominale ODG 9/2355/5 282 282 0 142 115 167 61 Resp.
6 Nominale ODG 9/2355/6 275 274 1 138 110 164 60 Resp.
7 Nominale ODG 9/2355/7 283 279 4 140 112 167 59 Resp.
8 Nominale ODG 9/2355/8 287 286 1 144 114 172 59 Resp.
9 Nominale ODG 9/2355/9 285 269 16 135 93 176 59 Resp.
10 Nominale ODG 9/2355/10 284 284 0 143 36 248 59 Resp.
11 Nominale ODG 9/2355/11 285 285 0 143 115 170 59 Resp.
12 Nominale ODG 9/2355/12 285 285 0 143 113 172 58 Resp.
13 Nominale ODG 9/2355/13 277 277 0 139 108 169 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 20)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/2355/14 276 276 0 139 106 170 58 Resp.
15 Nominale ODG 9/2355/15 276 275 1 138 108 167 58 Resp.
16 Nominale ODG 9/2355/16 280 279 1 140 109 170 58 Resp.
17 Nominale ODG 9/2355/17 267 266 1 134 98 168 58 Resp.
18 Nominale ODG 9/2355/18 256 255 1 128 92 163 58 Resp.
19 Nominale ODG 9/2355/19 257 257 0 129 93 164 58 Resp.
20 Nominale ODG 9/2355/20 258 257 1 129 96 161 58 Resp.