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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 27 giugno 2025

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza volte alla realizzazione di un sistema di trasporto pubblico locale efficiente in tutto il territorio nazionale e per il ripristino della linea direttissima anche per i treni regionali veloci, con particolare riferimento a Umbria, Toscana e Lazio – 2-00622

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   il trasporto pubblico locale è come noto un servizio essenziale per garantire il diritto alla mobilità sicura e sostenibile per tutte e per tutti, ma da tempo si trova in una situazione di grave emergenza e, nonostante gli investimenti che sono stati previsti nel PNRR per trasporti, infrastrutture e mobilità sostenibile, mancano ancora consistenti risorse per fronteggiare il continuo aumento della domanda dovuto in parte ai flussi turistici, alle conseguenze della crisi climatica, nonché alle necessità di gestione ed efficientamento dei nuovi mezzi;

   già con l'interpellanza n. 2-00441 del settembre 2024 e diversi altri atti di sindacato ispettivo, il gruppo parlamentare Partito democratico aveva denunciato il preoccupante quadro finanziario del trasporto pubblico nazionale, dovuto anche alla carenza annuale del Fondo per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale (Fondo Tpl) per quasi 800 milioni di euro;

   da svariati mesi, inoltre, diversi sindaci italiani hanno manifestato la preoccupazione di dover garantire la sostenibilità economica del Tpl messa a rischio dai rincari inflazionistici, nonché da un finanziamento del Fondo nazionale insufficiente a consentire la qualità del servizio, e proprio in questi giorni 31 sindaci di comuni appartenenti a Toscana e Umbria hanno inviato al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al presidente di Trenitalia e alla presidente di Rfi, e ai presidenti delle Commissioni competenti di Camera e Senato, nonché ai presidenti di regione interessati, un documento con cui hanno manifestato grave preoccupazione per la situazione dei trasporti ferroviari nei loro territori;

   tra le tratte in condizioni di criticità più gravi va sicuramente segnalata quella che riguarda il nodo del trasporto ferroviario nel Centro-Italia, e in particolare per regioni come Lazio, Toscana e Umbria, per le quali il documento dei sindaci chiede l'immediato ripristino del passaggio dei treni Intercity e Regionali sulla linea direttissima tra Orte e Settebagni, unico modo per garantire tempi di percorrenza equi e competitivi; la pianificazione trasparente degli interventi infrastrutturali, con comunicazione preventiva a comuni e utenti; l'istituzione di un tavolo permanente interregionale con la partecipazione di tutti gli attori istituzionali coinvolti ai diversi livelli di Governo, per affrontare tempestivamente le emergenze e definire una strategia condivisa; e infine interventi di tutela e valorizzazione di tutti quei servizi per i quali esiste un obbligo di servizio pubblico;

   particolarmente critica è poi la situazione della regione Umbria, a seguito dell'instradamento sulla linea lenta dei convogli con obbligo di servizio pubblico come i regionali veloci e che da gennaio 2025 – come denunciato nei numerosi atti di sindacato ispettivo presentati – sta non solo comportando per i cittadini umbri tempi di percorrenza insostenibili, ma sta di fatto determinando l'isolamento della regione Umbria, ormai sempre più raggiungibile solo con il mezzo privato;

   tale situazione, che sembrerebbe determinata dai lavori in corso sulla direttissima e che determina gravi ripercussioni anche per i cittadini di Toscana e Lazio, non è mai stata previamente comunicata o concordata con le amministrazioni interessate né tantomeno con l'utenza, né fino ad oggi si è riusciti ad avere informazioni circa il reale ripristino della situazione antecedente ai lavori;

   mentre in Europa si sperimenta il cosiddetto «biglietto climatico» con l'introduzione di abbonamenti mensili o annuali per il trasporto pubblico che siano economici e facili da usare, offrendo così una valida alternativa al trasporto privato, in Italia la situazione è ogni giorno più critica e come sottolineato anche in una risoluzione approvata in IX Commissione trasporti della Camera dei deputati negli scorsi mesi occorrerebbe incrementare la dotazione annua per almeno 800 milioni di euro al fine di consentire alle imprese di sostenere l'aumento dei costi dei fattori produttivi e per almeno 900 milioni annui per coprire i maggiori costi del nuovo contratto dei lavoratori del settore, risorse che potrebbero essere in buona parte ottenute anche attraverso la rimodulazione o l'eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi, i cosiddetti Sad;

   la realizzazione di un sistema di Tpl efficiente è una delle strategie più importanti sia per ridurre le disuguaglianze fra la popolazione, rappresentate dalla distanza da servizi scolastici, lavorativi, sanitari, sia nell'ottica di diminuire la circolazione dei mezzi di trasporto privati e l'inquinamento atmosferico –:

   se e quali iniziative di competenza i Ministri interpellati intendano adottare per realizzare nel più breve tempo possibile un trasporto pubblico locale efficiente e di qualità su tutto il territorio nazionale, e in grado di offrire, anche nelle aree interne e nelle periferie, un'alternativa credibile e funzionale all'uso del mezzo privato;

   se, come e in quali tempi intendano adottare le iniziative di competenza per reperire tutte le risorse necessarie per la realizzazione di un sistema di Tpl efficiente e di qualità su tutto il territorio nazionale;

   se, come e quando intendano adottare iniziative di competenza volte a ripristinare la linea direttissima anche per i cosiddetti regionali veloci, e comunque per tutti quei servizi di trasporto per i quali esiste un obbligo di servizio pubblico.
(2-00622) «Ascani, Casu».


Iniziative normative volte al ripristino della detrazione per i familiari residenti all'estero dei contribuenti stranieri – 2-00644

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   dal 2025 (legge n. 207 del 2024, articolo 1, comma 11) i contribuenti stranieri residenti in Italia non possono più beneficiare delle detrazioni per i familiari fiscalmente a carico residenti all'estero. La legge di bilancio per il 2025, infatti, disconosce ai contribuenti che non sono cittadini italiani, né cittadini comunitari, o dello Spazio economico europeo, la detrazione per i familiari a carico residenti all'estero;

   si delinea con questo intervento normativo un vero e proprio sistema differenziato per cui i cittadini italiani ed europei con familiari all'estero a carico potranno fruire delle detrazioni mentre le persone con cittadinanza extra Unione europea non potranno avere le detrazioni. Questo trattamento differenziale tuttavia sembra discriminatorio in quanto la normativa europea garantisce ai cittadini extra Unione europea titolari di permesso di lungo periodo (direttiva 109/2003/CE) e di permesso unico di lavoro (direttiva 98/2011/UE) la parità di trattamento con i cittadini italiani nelle agevolazioni fiscali come le detrazioni per carichi di famiglia;

   la Corte di giustizia dell'Unione europea con due sentenze (causa C-303/19 e C-302/19) ha riconosciuto che uno Stato membro non può rifiutare o ridurre un beneficio di una prestazione di sicurezza sociale al soggiornante di lungo periodo o ai titolari di un permesso unico di lavoro per il motivo che i suoi familiari o taluni di essi risiedono non nel suo territorio, bensì in un Paese terzo;

   la differenza di trattamento tra cittadini italiani e stranieri ha dato luogo negli anni ad un notevole contenzioso ed alla fine i dubbi sul carattere discriminatorio della norma (concernente l'assegno al nucleo familiare caso analogo a quello relativo alla detrazione per familiari a carico) hanno indotto la Cassazione a sollevare questione pregiudiziale con riferimento alla sua compatibilità con il principio di parità di trattamento con i cittadini nazionali previsto per i cittadini stranieri titolari di un permesso unico di lavoro (direttiva 2011/98/UE). Parimenti la Corte di Cassazione ha sollevato questione pregiudiziale con riferimento alla norma sull'assegno al nucleo familiare (caso analogo a quello della detrazione per i familiari a carico) con il principio di parità di trattamento con i cittadini nazionali previsto per i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno Unione europea per i soggiornanti di lungo periodo (direttiva 2003/109/UE);

   la Corte di giustizia ha riconosciuto che la diversità di trattamento prevista dalla normativa italiana è in contrasto sia con la direttiva 109/2003 che riguarda i soggiornanti di lungo periodo sia con la direttiva 2011/98 che riguarda i titolari di un permesso unico lavoro. Entrambe le direttive, riconosce la Corte, mirano a creare le condizioni uniformi minime nell'Unione a riconoscere che i cittadini dei paesi terzi contribuiscono all'economia dell'Unione con il loro lavoro e i loro versamenti contributivi di imposte e a fungere da garanzia per ridurre la concorrenza sleale tra cittadini di uno Stato membro e i cittadini di paesi terzi derivante dall'eventuale sfruttamento di questi ultimi e non consentono pertanto trattamenti differenziati;

   da ultimo è utile ricordare che la norma introdotta dalla legge di bilancio sul disconoscimento delle detrazioni fiscali per i familiari a carico residenti all'estero solleva interrogativi sulla compatibilità con i trattati contro le doppie imposizioni soprattutto in merito al principio di non discriminazione previsto dall'articolo 24 del modello Ocse. Questo principio vieta discriminazioni fiscali basate sulla nazionalità. In questo caso il limite alle detrazioni si fonda proprio su tale criterio con potenziali criticità legate alla disparità di trattamento. L'Italia ha infatti stipulato convenzioni fiscali con vari Stati che tutelano il diritto dei cittadini stranieri a godere di un regime fiscale equo rispetto ai cittadini italiani –:

   se non ritengano importante chiarire, alla luce delle considerazioni riportate in premessa, quali iniziative di carattere normativo il Governo intenda adottare per riconoscere, prima dell'avvio di possibili contenziosi, il ripristino della detrazione per i familiari residenti all'estero dei contribuenti stranieri.
(2-00644) «Soumahoro, Schullian».


Chiarimenti in ordine al coinvolgimento di alcune casse previdenziali in recenti operazioni di acquisto di pacchetti azionari di istituti bancari – 2-00645

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   in Italia, è in corso da mesi un ampio riassetto del sistema finanziario che vede coinvolti alcuni tra i principali istituti di credito, con le Ops – tra le altre – di UniCredit su Banco Bpm e di Monte dei Paschi di Siena (Mps) su Mediobanca;

   pur trattandosi di società italiane, il 18 aprile 2025 il Consiglio dei ministri ha deliberato di esercitare, a tutela di interessi strategici per la sicurezza nazionale, i poteri speciali del golden power nella forma dell'imposizione di specifiche prescrizioni e sanzioni, in relazione all'Ops di UniCredit, apparentemente pretestuose, mentre lo stesso criterio non è stato applicato all'Ops del Monte dei Paschi;

   sono attualmente in corso le interlocuzioni tra la Commissione europea e l'Esecutivo italiano sulla richiesta di chiarimenti da parte di Bruxelles in merito alle condizioni imposte dal Governo per concedere il via libera all'offerta di acquisizione. In particolare, l'Unione europea avrebbe espresso perplessità sulla possibilità che l'acquisizione di una banca concorrente sul territorio nazionale possa configurarsi come un rischio per la sicurezza dello Stato, tale da giustificare l'applicazione del golden power, con conseguente rischio dell'apertura di una procedura di infrazione;

   nel corso dell'ultima privatizzazione del Mps, con una procedura anomala, il Governo ha deciso di cedere il 15 per cento della sua partecipazione nella banca scegliendo come garante Banca Akros, detenuta al 100 per cento da Bpm, che è uno dei quattro soggetti individuati come potenziali acquirenti: Bpm e Anima Sgr (che è oggetto di un'operazione di acquisto a opera della stessa Bpm) insieme al gruppo Caltagirone e la holding Delfin degli eredi Del Vecchio;

   questa opaca vicenda ha attirato l'attenzione della magistratura, con l'apertura da parte della Procura di Milano di un'inchiesta con al centro la cessione da parte del Mef del 15 per cento del Monte dei Paschi, attraverso la cosiddetta «accelerated book building» (Abb), con un'ipotesi di «concerto» tra Caltagirone, famiglia Del Vecchio e Banco Bpm nella spartizione del pacchetto Mps;

   gli ultimi sviluppi di tale «risiko bancario», avrebbe fatto emergere anche un coinvolgimento di alcune casse previdenziali, come Enasarco, Enpam e Cassa forense, in operazioni di acquisto di pacchetti azionari di istituti bancari, quali Mps, Banco Bpm e Mediobanca proprio per favorire le scalate bancarie dei suddetti operatori, utilizzando i soldi dei propri iscritti per operazioni di concentrazione del potere finanziario che nulla hanno a che vedere con le pensioni dei suddetti professionisti;

   le casse in questione, vigilate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal Ministero dell'economia e delle finanze, hanno come mandato proprio quello di gestire e tutelare il risparmio previdenziale dei propri iscritti (agenti di commercio, medici e avvocati), ispirato a criteri di prudenza e trasparenza, solo in vista dell'erogazione delle future pensioni ai professionisti medesimi –:

   quali chiarimenti i Ministri interpellati, per quanto di competenza, intendano fornire per far luce, nell'ambito della battaglia finanziaria che vede la cessione del 15 per cento di Mps da parte del Governo, sugli estremi del ruolo svolto e conseguente coinvolgimento delle casse di previdenza nelle recenti operazioni di acquisto di pacchetti azionari di istituti bancari, quali Mps, Banco Bpm e Mediobanca, con l'apparente intento, a giudizio degli interpellanti, di favorire le scalate bancarie dei suddetti operatori in un'ottica di speculazione finanziaria, in evidente antitesi con le logiche di trasparenza e prudenza e che nulla ha a che vedere con la tutela dei lavoratori.
(2-00645) «Barzotti, Aiello, Carotenuto, Tucci, Alifano, Ferrara».


Iniziative di competenza volte a garantire l'accessibilità, in termini di costi e posti disponibili, dei centri estivi durante il periodo di chiusura dell'anno scolastico – 2-00646

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, il Ministro dell'istruzione e del merito, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   i centri estivi rappresentano una soluzione indispensabile per le famiglie, sono fondamentali per quei genitori che lavorano tutto il giorno e non hanno parenti o persone vicine che possano occuparsi dei figli durante le vacanze scolastiche, e sono molto utili allo stesso tempo ai ragazzi e alle ragazze come strumento di aggregazione, crescita e divertimento;

   per una famiglia l'estate può costare oltre 3.000 euro solo per i centri estivi, con tariffe che oscillano tra i 150 e i 250 euro settimanali per bambino, fino a toccare i 350 euro nelle metropoli;

   in comuni come ad esempio quello di Milano, per i centri estivi dedicati alla scuola primaria, tra 1'11 e il 20 giugno sono arrivate oltre 15.000 richieste su circa 10.600 posti disponibili, lasciando oltre 4.400 famiglie in lista d'attesa;

   oltre alle disponibilità, altro problema è rappresentato dalle tariffe che sono aumentate, e per chi non trova spazio in quelli pubblici, i costi di un centro estivo privato sono per molti proibitivi;

   a quanto consta agli interpellanti, oltre alla Lombardia, situazioni simili si sono registrate anche in altre regioni, come in Veneto e in Toscana;

   il sistema dei centri estivi pubblici nel nostro Paese è visto dagli esperti del settore come paradossale, in particolare perché da un lato si prevedono tariffe agevolate commisurate all'Isee, favorendo così l'accessibilità economica, ma dall'altro si introduce una dinamica altamente competitiva tra le famiglie attraverso il meccanismo del cosiddetto «click day»;

   l'esiguità dei posti disponibili, a fronte di una domanda molto elevata, trasforma l'accesso al servizio in una sorta di lotteria;

   già nel mese di aprile di quest'anno il pedagogista Daniele Novara aveva lanciato un campanello d'allarme sostenendo che: «in Italia le vacanze scolastiche sono tra le più lunghe d'Europa, e questo rappresenta un grosso problema per le famiglie che non possono permettersi di tenere i figli a casa per tre mesi»;

   costi proibitivi e mancanza di disponibilità hanno fatto ricadere il problema su molte donne che rinunciano al lavoro perché non sanno come fare;

   per l'Associazione genitori una soluzione potrebbe essere quella di tenere aperte strutture scolastiche tutto l'anno con personale adeguato;

   il Governo Meloni ha messo a disposizione uno stanziamento di 60 milioni di euro, cifra considerata ampiamente insufficiente e con tempistiche tardive, in particolare per quei comuni più piccoli che non hanno risorse per anticipare i costi –:

   quali iniziative urgenti di competenza intendano intraprendere i Ministri interpellati per garantire ai genitori lavoratori e lavoratrici l'accessibilità, sia in termini di costi che in termini di posti disponibili, ai centri estivi durante il periodo di chiusura dell'anno scolastico.
(2-00646) «D'Orso, Sportiello, Quartini, Marianna Ricciardi, Di Lauro».