XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 516 di mercoledì 23 luglio 2025
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
La seduta comincia alle 10.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FABRIZIO CECCHETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 17 luglio 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,05).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10,15.
La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,18.
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Romano ed altri; Bagnai ed altri: Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente (A.C. 1091-1240-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1091-1240-A: Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente.
Ricordo che nella seduta del 21 luglio si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame dell'articolo unico - Testo unificato - A.C. 1091-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del testo unificato delle proposte di legge e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo unico del testo unificato delle proposte di legge.
GUERINO TESTA, Relatore. Grazie, Presidente. Buongiorno a lei e all'Aula. Il parere sugli emendamenti è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, buongiorno. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.3 Alifano. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'emendamento 1.4 Alifano. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 1.5 Raffa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Brevissimamente, solo per spiegare la nostra astensione su questo punto, non perché abbiamo dubbi in merito alle norme di contrasto al terrorismo e all'antiriciclaggio, ma perché l'introduzione eventuale di questo emendamento, di fatto, vanificherebbe il provvedimento odierno dal punto di vista del contrasto al fenomeno dei falsi positivi, ovvero quelle persone che non sono minimamente soggetti antiriciclaggio o terrorismo, ma che spesso si vedono rifiutare per tale ragione l'apertura del conto corrente, e non possono avere, in questo modo, quello che, invece, il provvedimento dispone e la possibilità di farvi ricorso.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Raffa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo all'emendamento 1.6 Santillo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'emendamento 1.7 Raffa. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Raffa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Avverto che, consistendo il testo unificato delle proposte di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 1091-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/1091-A/1 Enrico Costa il parere è favorevole con riformulazione, come segue…
PRESIDENTE. Colleghi, non sento io, non so come possiate sentire voi le riformulazioni. Aspetti un attimo, Sottosegretaria. Prego.
LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/1091-A/1 Enrico Costa il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo ad approfondire l'esame di iniziative volte a predisporre (…)”, e poi prosegue.
Sull'ordine del giorno n. 9/1091-A/2 Gallo il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1091-A/3 Stefanazzi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare, nell'ambito delle proprie competenze, eventuali misure che possano agevolare l'accesso e la continuità dei servizi bancari, anche in favore di soggetti in condizione di particolare fragilità economica e sociale”.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1091-A/1 Enrico Costa su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Enrico Costa, accetta la riformulazione? Perfetto, passiamo oltre.
Sull'ordine del giorno n. 9/1091-A/2 Gallo il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1091-A/3 Stefanazzi su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Stefanazzi, accetta la riformulazione? Perfetto.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 1091-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.
Colleghi, se dovete uscire, in silenzio per favore.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente…
PRESIDENTE. Collega, ne approfitto intanto per salutare le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Università degli studi di Teramo del Dipartimento di Giurisprudenza, sede di Avezzano, L'Aquila, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Prego, collega Del Barba.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi, a nome del mio gruppo parlamentare dichiaro subito il voto favorevole al provvedimento che introduce nel codice civile l'articolo 1857-bis, volto a garantire quello che possiamo, a ragione, definire un diritto fondamentale: quello dell'accesso a un conto corrente bancario senza il quale, oggi, non è possibile partecipare pienamente alla vita economica e sociale.
Il nuovo articolo sancisce due principi essenziali. Primo: ogni cittadino ha diritto all'apertura di un conto corrente, salvo ovviamente il rispetto delle normative nazionali europee in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo. Secondo: la banca, nel caso di diniego, deve fornire una motivazione scritta entro dieci giorni…
PRESIDENTE. Scusi, collega Del Barba, io non sento nulla e ammiro molto la sua capacità di parlare nel casino. Colleghi, se avete bisogno di parlare tra di voi o al telefono, fare altro, vi prego di non farlo nell'emiciclo perché, altrimenti, il collega Del Barba non può intervenire.
Prego, collega.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie. Efficacissima. Siamo di fronte a un intervento puntuale ma di grande rilievo. Il conto corrente è oggi uno strumento imprescindibile per ricevere uno stipendio, pagare un affitto, sottoscrivere un contratto di energia o accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione. Senza un conto si viene di fatto esclusi da ogni attività economica legale.
Per questo il diritto al conto corrente non può essere considerato un privilegio o una concessione unilaterale del sistema bancario, anche se oggi, come faceva notare l'ABI, siamo di fronte a un sistema bancario in cui le banche sono soggetti privati. Ma è un diritto civile basilare.
In molti Paesi europei tale diritto è già riconosciuto. Inoltre, ricordiamo che la direttiva 2014/92/UE ha introdotto il concetto di conto di pagamento di base. Ecco, in Germania e in Francia il diritto al conto è garantito per legge e il diniego deve essere sempre motivato, aspetto questo della motivazione che introduciamo molto importante (poi spiegherò il perché).
L'Italia, pur recependo la direttiva, ha lasciato margini interpretativi troppo ampi alle banche che, di fatto, possono ancora rifiutare e chiudere i conti in modo arbitrario senza spiegazioni. E abbiamo visto, nel corso delle audizioni e comunque lo riporta la stampa, che sono numerosi i cittadini che si sono visti chiudere o rifiutare unilateralmente l'apertura di un conto. Chiudere pur con saldi attivi.
Il provvedimento che oggi ci apprestiamo ad approvare sana questa discrepanza, introducendo un obbligo di motivazione che finalmente riequilibra il rapporto tra cittadino e sistema bancario. Non si tratta di ridurre le garanzie contro il riciclaggio o il finanziamento del terrorismo - quelle restano pienamente in vigore - ma si tratta di evitare che strumenti legittimi vengano usati in modo pretestuoso od opaco.
In particolare, va sottolineato un tema che riguarda molti attivisti, dissidenti politici, giornalisti indipendenti. A livello europeo, ma anche in Italia, vi sono sempre più casi di cosiddetti falsi positivi antiriciclaggio. Anche pochi mesi fa, io e il collega Benedetto Della Vedova abbiamo organizzato una conferenza stampa ospitando numerosi di questi attivisti politici ONG che hanno documentato, casi alla mano, anche quelli personali, come la semplice ricerca su Internet di informazioni a loro correlate… che evidentemente vengono messe su Internet proprio da quei Governi che loro contrastano e vengono messe su Internet ai fini di fornire all'impiegato zelante di banca uno strumento per impedire loro di aprire un conto corrente e, quindi, esercitare il sacrosanto diritto di dissidenza.
Ecco, questo è un problema che, nella situazione precedente, in Italia, era particolarmente urgente; per questo è importante aver inserito la motivazione scritta perché, in questi casi e in tutti gli altri casi (parliamo di quei cittadini, molto spesso stranieri, a cui viene rifiutata senza motivazione l'apertura del conto), in tutti questi casi ma, lo sottolineo, in particolare nei casi di falsi positivi antiriciclaggio, avere un diniego scritto - unitamente anche all'ordine del giorno del collega Francesco Gallo che individua molto bene la problematica e che, quindi, mi auguro veda il Governo attivarsi per perfezionare ulteriormente questa situazione - consente a chi si veda rifiutato il conto o chiuso arbitrariamente di poter fare un ricorso e quindi di precisare, nel caso dei falsi positivi, ad esempio, la falsa natura delle informazioni a loro addebitate.
Queste sono persone colpite da dinieghi bancari o chiusure di conti correnti, quindi per motivi non oggettivi ma perché soggetti a campagne di discredito orchestrate online da regimi autoritari a cui si oppongono. Basta una notizia falsa, diffusa da fonti ambigue per innescare un blocco automatico con danni enormi alla vita professionale e familiare dell'interessato.
Il provvedimento non solo afferma un diritto ma introduce una forma di tutela contro l'arbitrio tecnologico, informativo e bancario. Obbligare la banca a motivare il rifiuto, per iscritto e in tempi certi, significa responsabilizzare l'intermediario, aprire alla trasparenza e rendere possibile un eventuale ricorso, per l'appunto.
Infine, il divieto di recesso unilaterale in presenza di saldo attivo è una misura di buon senso. Non si tratta qui di violare il principio di contratti perpetui. Questa misura tutela non solo il cittadino ma anche la fiducia complessiva nel sistema finanziario. Se un cliente rispetta la legge e ha un comportamento corretto non può essere lasciato in balia della discrezionalità opaca, quindi va motivata, di un algoritmo o di una segnalazione generica.
Per queste ragioni, Presidente, onorevoli colleghi, il nostro voto sarà convintamente favorevole. Con questo intervento rafforziamo la cittadinanza economica, affermiamo la centralità dei diritti digitali e di accesso e mettiamo un argine alla crescente asimmetria informativa e operativa tra cittadini e grandi soggetti finanziari (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sottanelli. Ne ha facoltà.
GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, oggi arriva in Aula un progetto di legge, a firma dei colleghi Bagnai e Romano, a cui ho aggiunto anch'io la mia firma successivamente, perché lo riteniamo un provvedimento giusto, corretto e necessario.
Noi, ovviamente, già preannunciamo, come Azione, il voto favorevole perché era anche all'interno del nostro programma elettorale.
Quindi, è un nuovo strumento che può in un certo senso dare risposte concrete a un'esigenza che è sempre crescente, purtroppo, nel nostro Paese.
Ci sono molte persone, migliaia di persone, che non riescono ad aprire un conto corrente, magari perché hanno avuto dei problemini sotto l'aspetto di essere cattivi pagatori. Può capitare che si possa saltare una rata di mutuo, c'è stato il problema del COVID che, ovviamente, ha indebolito molto il nostro sistema economico e, quindi, ci sono tantissime persone che si vedono rifiutare l'apertura di un conto corrente. Quindi, per questo motivo è un provvedimento urgente e necessario. Ovviamente, si va ad incidere nel rapporto tra il sistema bancario e i cittadini e quindi è anche, da un lato, un provvedimento che va a tutelare un pochino delle fasce più deboli, perché magari non hanno le condizioni per poter aprire un conto corrente, secondo gli standard delle policy che oggi le banche adottano.
Questo è fortemente penalizzante. È penalizzante perché chi va in cerca di lavoro ha poi bisogno di produrre un IBAN dove il datore di lavoro possa accreditare lo stipendio al dipendente. Nel momento in cui un lavoratore, italiano o immigrato che sia, non ha la disponibilità di un IBAN, ovviamente in alcune aziende non può avere l'opportunità e l'occasione di lavoro. Quindi, oggi si incentiva anche il lavoro nero, perché, appunto, non tutti sono in grado di fornire un proprio IBAN, ma si favorisce anche l'evasione fiscale nel momento in cui tutta questa fascia di mercato non trova una tracciabilità perché alcuni cittadini non hanno la possibilità di aprire un conto corrente. Quindi, è un provvedimento che va a incidere nel rapporto tra il sistema bancario e i cittadini e, ovviamente, le banche devono avere un'azione di responsabilità, non soltanto economica ma anche di tipo sociale. È vero che le banche sono delle società private e, come le società private, se non hanno interesse finanziario a lucrare su un rapporto questo rapporto non lo aprono.
In questo caso, quindi, con l'introduzione di questo provvedimento rendiamo obbligatorio da parte delle banche aprire il rapporto di conto corrente, ovviamente su basi attive. Poi, in questo provvedimento è anche incluso il divieto di recesso laddove il saldo sia attivo e, ovviamente, rimangono fermi tutti i presìdi per quanto riguarda il finanziamento al terrorismo e all'antiriciclaggio. Quindi, se la banca decide, a un certo punto, di non aprire il conto corrente, è obbligata a formalizzarlo per iscritto. Se da un lato fino ad oggi le banche hanno assunto il ruolo di un'impresa privata, dall'approvazione di questo provvedimento possiamo affermare, così come già è nel mondo assicurativo, che le banche, così come, appunto, le compagnie di assicurazione, svolgono un ruolo di servizio pubblico. Perché servizio pubblico? Perché nel momento in cui c'è un obbligo di legge a prestare un'assicurazione di responsabilità civile auto o ad aprire un conto corrente - e le banche, ovviamente, sono aziende private - le banche iniziano a fornire un servizio pubblico previsto dalla legge. Ma in una comunità che cresce, dove c'è la modernizzazione e la digitalizzazione e, quindi, la tracciabilità, non bisogna trascurare il problema dell'inclusione, perché nel momento in cui un cittadino non riesce ad aprire un conto corrente bancario, quindi ad avere un proprio IBAN, questo diventa un problema anche di tipo sociale. Quindi, come comunità bisogna che ci poniamo il tema anche di un'inclusione che non è soltanto sociale, ma in questo caso diventa anche finanziaria, perché va a salvaguardare anche la dignità delle persone.
Io ho qualche esperienza nel settore delle banche e ancora oggi trovo persone che mi fermano lungo la strada e mi dicono: onorevole, non riesco ad aprire un conto corrente. Tante volte addirittura questi dinieghi vengono dati allo sportello davanti ad altre persone e, quindi, è anche un problema di dignità, oltre che un problema sociale ed economico. Non è, quindi, un attacco al sistema bancario. Il sistema bancario si deve fare carico all'interno della nostra comunità, dove le banche svolgono un ruolo determinante e importante, anche di una responsabilità verso tutti i cittadini che fino ad oggi non hanno avuto questo diritto. Quindi, possiamo dire che avere il diritto all'apertura di un conto corrente fa parte di un diritto alla cittadinanza, perché è giusto che, quando una comunità cresce, si evolve e si sviluppa, occorre che lo Stato applichi tutte quelle condizioni per fare in modo che nessuno resti indietro. Quindi, è un provvedimento atteso, un provvedimento importante, un provvedimento che, oltre all'aspetto sociale della dignità della persona, è anche di contrasto al lavoro nero e all'evasione fiscale.
Io mi auguro che tutto il Parlamento possa sostenere e, quindi, votare oggi in maniera positiva il provvedimento e magari auspicare anche che l'altro ramo del Parlamento il prima possibile possa anche approvarlo in via definitiva. Per tutti quanti questi motivi ribadisco il voto favorevole di Azione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi riteniamo che questa proposta sia una proposta utile al Paese e del resto equipara un po' l'Italia al resto d'Europa. Eravamo rimasti gli ultimi a non avere delle norme che garantissero il diritto a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di avere un conto corrente. Sembrerebbe che la questione sia non fondamentale e invece lo è, perché nella vita che viviamo quotidianamente essere privati oggi di un conto corrente significa avere un livello di esclusione dalla vita economica e anche sociale del Paese assolutamente preoccupante. Quindi, il fatto che anche l'Italia, attraverso queste norme che stiamo per approvare, si doti di questa obbligatorietà da parte del sistema bancario di garantire il conto corrente a chi ne fa richiesta è un passo in avanti prima di tutto di civiltà ed è un passo in avanti importante dal punto di vista dell'inclusione, appunto, di tutti coloro che devono esercitare quel diritto alla cittadinanza, anche nella possibilità di acquisire una serie di servizi ai quali si può arrivare soltanto avendo la possibilità di un conto corrente.
Va anche detta - diciamo così - una cosa che già il collega precedentemente ha affermato e penso che sia una cosa molto importante: a volte questo tipo di diniego dato allo sportello davanti agli altri clienti diventava non soltanto elemento di esclusione, ma anche elemento di umiliazione delle cittadine e dei cittadini ai quali veniva negato il diritto ad essere titolari di un conto corrente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Quindi, è un passo in avanti significativo, un passo in avanti importante. Ovviamente, credo che sia stato anche giusto inserire delle norme che ci permettono di mantenere in campo il contrasto al riciclaggio e le norme di garanzia rispetto al finanziamento del terrorismo; insomma, queste norme di sicurezza è giusto che permangano e che vengano comunque garantite anche nell'apertura di questi conti correnti. Le norme che sono state inserite - il fatto che il diniego deve essere motivato e deve essere comunicato entro dieci giorni - sono comunque sempre a garanzia dei cittadini.
Quindi, ci sono tanti obiettivi condivisibili, ma noi pensiamo che si poteva fare di più. Si potevano anche favorire norme volte a scongiurare modifiche unilaterali dei contratti bancari, il rispetto del trattamento dei dati personali, introdurre misure a tutela dei soggetti sovraindebitati appartenenti a categorie vulnerabili o deboli di rilievo pubblico, al fine di promuovere percorsi di rientro sostenibili e compatibili con la dignità personale e professionale.
Da questo punto di vista, è evidente a tutti che l'introduzione di tali norme sarebbe stato un colpo importante, forse decisivo, contro l'usura, perché mettere in campo misure di questo genere, come quelle che stiamo in questo momento annunciando, significherebbe combattere sul serio e fino in fondo l'usura; non farne soltanto una battaglia di tipo nominalistico e verbale, ma, invece, creare quelle norme, anche nel sistema bancario, che possano tutelare i più deboli. Quindi si poteva fare di più, ma è indubbio che la proposta persegua degli obiettivi importanti, fondamentali, come quello di contrastare fenomeni di esclusione finanziaria.
Peraltro, voglio ricordare che più volte la Corte costituzionale aveva fatto esplicito riferimento alla necessità di soddisfare particolari esigenze di utilità sociale o di tutelare la sicurezza, la libertà, la dignità umana, facendo un chiaro riferimento all'articolo 41 della Costituzione. Quindi, pensiamo che questa proposta sia stata e sia un'occasione importante e vorremmo che non rimanesse soltanto una goccia nel mare. Come dicevo, chiederemo che, intorno e dopo questa proposta, si possano incrementare le tutele nei confronti dei cittadini e delle cittadine nel rapporto con un sistema bancario che, troppo spesso, pensa troppo ai grandi indebitati piuttosto che ai piccoli cittadini che hanno difficoltà.
Perché la disponibilità che il sistema bancario dà ai grandi imprenditori, che causano spesso le grandi sofferenze bancarie, sarebbe auspicabile che la desse anche alle povere persone, che a volte hanno bisogno di un aiuto per superare dei momenti difficili. Con questo spirito, noi annunciamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi, questo provvedimento si muove in premessa lungo due direttrici. La prima è una premessa d'obbligo. Oggi il Parlamento assume la funzione piena della legislazione. Sembra banale, ma non lo è, perché i colleghi che hanno seguito l'istruttoria di questo provvedimento sanno quali e quanti interventi sono stati messi in campo per evitare che raggiungesse oggi quest'Aula e venisse approvato.
E lo dico perché l'altra premessa è relativa alla riconciliazione tra cittadini e istituzioni. Con istituzioni sono intese anche quelle private che svolgono una pubblica funzione, quelle imprese private che noi vogliamo libere, che noi vogliamo autonome, delle quali lo Stato non dovrebbe occuparsi, ma, quando delega loro delle specifiche e importanti funzioni pubbliche, così come le ripara dalle tempeste - ed è già accaduto che questo Parlamento sia intervenuto più volte a soccorso del sistema bancario in momenti di crisi -, in questa occasione deve chiedere a queste imprese di svolgere fino in fondo il servizio pubblico. Perché il servizio pubblico?
Perché la legislazione europea e la legislazione nazionale in questi ultimi anni sono andate dritte verso la tracciabilità di ogni operazione economica, giustamente, per contrastare il riciclaggio di denaro, per contrastare l'evasione fiscale, per contrastare il finanziamento al terrorismo. Ma questa normativa, che prevede che anche il lavoro occasionale debba essere retribuito attraverso un pagamento tracciabile, non ha incontrato, dall'altro lato, un sistema bancario pronto.
Anzi, lo ha trovato distante, perché in Italia, negli ultimi anni, sono stati chiusi 11.000 sportelli, depauperando il territorio, per il 40 per cento, di un sistema che metteva al centro l'uomo e la persona rispetto alle dinamiche economiche. Avere ridotto del 40 per cento gli sportelli in Italia significa non avere considerato che tanti cittadini non possono fare ricorso ai sistemi innovativi, alle applicazioni, ai sistemi digitali. Necessari, per carità, andiamo tutti verso quella direzione, ma dobbiamo comprendere che alcune volte la realtà non è quella che immaginiamo, ma è diversa.
E dovrebbero rendersene conto coloro che con questa realtà lavorano e da questa realtà guadagnano, e quindi hanno profitti. E se a questo aggiungiamo che le chiusure immotivate o la mancata apertura dei conti correnti, di fatto, fanno emergere una nuova esclusione, l'esclusione delle persone dal circuito finanziario è esclusione dalla società. Io ho sentito e apprezzato i colleghi che mi hanno preceduto. In alcuni casi si tratta proprio di umiliazione delle persone, che si vedono chiudere il conto corrente perché segnalati dalla CRIF.
Il Parlamento sa cos'è la CRIF: è una società privata. È una società privata che, però, decide della vita e della morte di persone, della vita e della morte di piccole e medie imprese e, alcune volte, della vita e della morte fisica di queste persone stesse (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare), che, nel momento in cui vedono fallire la propria azienda, non riescono a pagare il mutuo e vengono tagliate fuori dal circuito del lavoro, non hanno altra soluzione che decidere, purtroppo, disperatamente, la fine della loro esistenza, perché è questo quello che è capitato.
Ne contiamo di suicidi di piccoli imprenditori, che hanno fatto questo insano gesto perché spinti da provvedimenti che guardavano soltanto all'interesse, e non all'interesse pubblico, e quindi anche a quello dei cittadini. È capitato tante volte, è capitato tante volte che questi cittadini si siano rivolti all'Arbitro Bancario, con alterni successi; alterni successi proprio perché la normativa non era chiara e noi stiamo incidendo sulla chiarezza, soprattutto. Perché diciamo che il conto corrente è un diritto di tutti, ovviamente non diciamo che il credito è un diritto di tutti. Perché a chi ci rimprovera di volere riconoscere un meccanismo obbligatorio per le banche noi diciamo che le cose non stanno così.
Perché se il conto corrente è in base attiva, così come la richiesta, è un conto corrente di pagamento ed è cosa diversa da richiedere un prestito, che ovviamente deve obbedire a dinamiche che sono di tipo contrattuale e di tipo commerciale. Quindi questo provvedimento riguarda molti italiani che a un certo punto si sono trovati a dover decidere se lavorare in nero o non lavorare proprio, perché anche le transazioni sul lavoro occasionale oggi, obbligatoriamente, devono essere tracciate.
Qualcuno è venuto a fare una proposta che definirei insana: ma perché allora non lo facciamo verso le Poste? Perché le Poste sono diventate ormai l'ombrello dentro al quale si devono riparare coloro che negli ultimi anni hanno diviso ben 600 milioni di utili. Non demonizzo gli utili di impresa, è giusto che sia così, ma, per tornare nuovamente alla premessa, queste banche hanno questi utili perché la nostra legislazione gli consente di avere questi utili.
E se la nostra legislazione consente questo monopolio - perché di questo si tratta - è ovvio che, svolgendo una funzione pubblica, devono riconoscere che l'attività, seppure costosa, di stare nel territorio, seppure costosa, di aprire un conto corrente, seppure costosa, di abbandonare per un momento l'algoritmo e riguadagnare il rapporto con le persone è una funzione indispensabile. Questo provvedimento vuole sancire questo principio: l'indispensabilità della cittadinanza economica di ogni cittadino italiano.
Per questo ci siamo battuti con forza, ci siamo battuti più di quanto voi potete immaginare (più di quanto potete immaginare e taccio per amore di patria). Questo è un provvedimento che questo Parlamento approva, spero all'unanimità così come è stato in Commissione, rimarcando un tema che a noi deve essere caro: quest'Aula è il luogo dove si forma la legge e non altri posti; quest'Aula è il luogo dove il legislatore si assume le responsabilità a servizio dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e non in altri posti!
Infine, vorrei fare dei ringraziamenti: a tutti i gruppi parlamentari che hanno accolto questa iniziativa con favore - l'ho visto in Commissione - sin dall'incardinamento del provvedimento; al collega Bagnai che, insieme a me, ha lavorato affinché questo provvedimento potesse avere luce; al gruppo di Noi Moderati che mi ha assistito in ogni momento e che ha chiesto, più volte, la calendarizzazione del provvedimento che oggi vede la luce anche per questo. Un ringraziamento particolare va anche a coloro che, in passato, hanno fatto queste battaglie (le hanno fatte il senatore Siri e il senatore Lannutti) e non sono mai riusciti, però, attraverso quelle battaglie noi oggi possiamo dire che, con maggiore rilancio, affrontiamo un tema delicatissimo che in futuro deve riguardare altri ambiti, come la gestione delle segnalazioni all'UIF - ho sentito il collega Del Barba parlarne poco fa e io condivido - e la gestione…
PRESIDENTE. Collega, deve concludere.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)M-CP). …delle segnalazioni da parte della TIF, ma è un argomento che, col tempo, sperando che il Senato approvi ben presto questo provvedimento di legge, potrà vedere la luce (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Questa proposta di legge tende a riequilibrare i rapporti tra correntisti e istituti bancari e, per questo motivo, incontrerà il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle, sebbene ci sia qualche perplessità che avrò modo di sottolineare nel corso del mio intervento.
È noto ormai a tutti che ci si ritrovi esclusi dal contesto sociale ed economico se non si dispone di un conto corrente, come è stato sottolineato anche dagli interventi che precedono il mio. La moneta elettronica sta sostituendo il contante nelle transazioni di tutti i giorni, anche quelle di minimo importo. Nello stesso tempo, stipendi e pensioni, ma anche il compenso di prestazioni occasionali - lo diceva il collega che mi ha preceduto -, vengono versati su un conto, per obbligo di legge, a ciò destinato e le transazioni che hanno come controparte la pubblica amministrazione avvengono - è notorio - tramite bonifici accreditati sul conto corrente del beneficiario. Tutto ciò ha una ricaduta e comporta che la disponibilità di un conto corrente finisce addirittura con l'essere un diritto della persona, perché in caso contrario ci si ritrova estrapolati dal contesto sociale ed economico.
Ulteriore motivazione che porta a questo esito finale è data anche dal fatto che è stabilito dalla legge un tetto all'uso del contante. Questa è l'altra faccia della moneta ed è un gioco di parole: se non si ha un conto corrente, se non si può utilizzare la moneta elettronica, si esce fuori proprio dal contesto economico.
Per questi motivi non si possono condividere le obiezioni che sono state poste, nel corso dell'esame di questo provvedimento, da ABI, che ha ritenuto questa proposta di legge in contrasto con la natura imprenditoriale e privatistica delle banche. ABI che cosa diceva? Siccome le banche sono soggetti di diritto privato, dovrebbero avere la libertà di vagliare le richieste di apertura di conto corrente ed eventualmente di disporne la chiusura, anche in presenza di saldi attivi, per giustificati motivi che, però, in molti casi non vengono esplicitati. Così recitava la lettera a) del comma 3 dell'articolo 33 del codice del consumo, che viene abrogata, per l'appunto, da questo testo di legge.
Con il nuovo testo di legge si prevede, invece, un obbligo a contrarre da parte della banca, che non può esimersi dalla stipula di un contratto di conto corrente se non per motivi legati alla lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Solo per questi due motivi la banca può recedere da un contratto di conto corrente, ovviamente qualora presenti un attivo. Si sono verificati tanti casi, negli ultimi tempi, di cittadini che si sono visti chiudere il conto corrente in virtù di una segnalazione interbancaria, in alcuni casi anche fallace, senza poi avere la possibilità di aprire un altro conto presso un altro istituto e, quindi, di ritirare la giacenza che hanno sul primo conto, proprio in virtù delle norme che limitano l'uso del contante.
Noi, allora, consapevoli di questo problema, chiedevamo, con un nostro emendamento, che questa novella legislativa fosse estesa anche a ogni altro prestatore di servizi di pagamento, per evitare anche asimmetrie normative che poi finiscono con riflettersi anche sulle dinamiche della concorrenza. Concludo, Presidente, dicendo che i principi di libertà economica stabiliti dalla Costituzione e invocati da ABI non possono sopravanzare il diritto di ogni cittadino a non essere escluso dal contesto sociale e, per questo, noi esprimiamo un voto favorevole.
Mi preme, però, fare un'ultima considerazione. Colgo l'occasione, proprio adesso, nell'ultimo momento di discussione di questo testo, per sottolineare che questo intervento normativo - è una casualità probabilmente - vede la luce mentre il Governo è impegnato a indirizzare operazioni di risiko bancario che coinvolgono anche le casse di previdenza. Che cosa significa? Significa anche un po' giocare con i trattamenti previdenziali futuri di tanti cittadini, senza che vi sia un'adeguata risposta alle nostre richieste - è stata fatta una richiesta di informativa da parte di un collega del MoVimento 5 Stelle, Marco Pellegrini, su questa questione e noi attendiamo, ovviamente, una risposta - e senza che ci sia un adeguato dibattito in questa sede (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boscaini. Ne ha facoltà.
MARIA PAOLA BOSCAINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, Sottosegretario Albano, questo provvedimento, che ci apprestiamo ad approvare, ha un grande impatto per vari motivi, prima di tutto per tutti i consumatori.
In primo luogo, si tratta di un'iniziativa parlamentare che nasce dal testo unificato delle proposte di legge presentate dai colleghi Romano e Bagnai e quando il Parlamento si muove in autonomia - e in questa legislatura è già successo diverse volte - per approvare una legge che avrà un'incidenza concreta sulla vita quotidiana delle persone è di per sé sempre un fatto positivo.
Secondo elemento, si tratta di un intervento normativo sul quale c'è consenso ampiamente trasversale. Questo è un segnale che dimostra che si sta intervenendo su un tema nei confronti del quale tutti riconoscono la necessità di una modifica normativa.
Un altro punto riguarda l'iter del provvedimento, che è stato lungo ed approfondito. Si parla di 1.987 giorni, perché questo iter è iniziato al Senato nella scorsa legislatura, senza arrivare a conclusione, ed è stato poi rilanciato in questa legislatura proprio qui, alla Camera. Un punto importante riguarda l'approfondito ciclo di audizioni che si è svolto in Commissione finanze, i cui soggetti principali del settore oggetto dell'intervento normativo - come Banca d'Italia, ABI, Adusbef, solo per citarne alcuni - hanno avuto modo di fornire al legislatore strumenti di conoscenza approfondita e di riflessione. Le audizioni - è vero - si fanno sempre, ma in questa occasione, in Commissione finanze, c'è stato proprio un vero confronto sulle tematiche. Ci sono state anche perplessità iniziali, anche il nostro gruppo ne ha avute, poi fugate proprio dal confronto sui fatti.
Allo stesso tempo, nella redazione del testo unificato, sono state introdotte parti che nei testi originali non c'erano, come, per esempio, il paletto riguardante le disposizioni in materia di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, che pongono un limite al nuovo obbligo - è l'unico limite - che è posto alle banche di aprire un conto corrente a chi lo richiede: è il divieto di chiudere un conto che sia in attivo. Pertanto, le banche dovranno sempre aprire un conto corrente e hanno il divieto di chiudere un conto corrente se è in attivo, tranne se c'è da applicare il contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Questa legge, pertanto, nasce da esigenze reali ed è imposta in maniera consequenziale dall'applicazione di altre norme di legge.
Ora, se il limite al contante, al netto delle variazioni dell'importo limite, è imposto per legge, se giustamente uno stipendio, una pensione devono essere corrisposti esclusivamente attraverso il sistema di pagamento tracciabile, se, a seguito dell'evoluzione tecnologica e della digitalizzazione, alcuni pagamenti in entrata e in uscita tra cittadino e pubblica amministrazione possono avvenire tramite un intermediario finanziario, è una logica conseguenza che il conto bancario si trasformi in uno strumento indispensabile, in un genere di prima necessità o, se vogliamo, come è stato detto da altri, in un diritto.
Alla luce di questa evidenza, il legislatore ha quindi il dovere di valutare la situazione e, se necessario, come in questo caso, anche di intervenire. Emblematico è il paradosso, che più volte è stato citato, della persona a cui la banca ha chiuso unilateralmente il conto corrente e si trova in mano un assegno circolare che non sa come utilizzare in assenza del conto corrente bancario. Una situazione purtroppo reale, che a volte succede e che mi ha riportato alla mente un famoso film dal titolo The Terminal, in cui un passeggero straniero è costretto a vivere per mesi in un aeroporto americano, essendo diventato improvvisamente apolide per una guerra civile scoppiata nel suo Paese di fantasia. La legge che noi oggi approviamo, metaforicamente, libera i pochi o i tanti Tom Hanks, che ci sono nella realtà di tutti i giorni, dall'aeroporto metaforico in cui si trovano.
Se c'è una necessità oggettiva, com'è il diritto al conto corrente, è ovvio che debbano esserci delle norme e degli aspetti che non possono essere trascurati. E qui arriviamo a un altro motivo per il quale questo intervento è rilevante: bisogna evitare che un accesso più facilitato all'apertura di un conto corrente bancario si trasformi in una crepa che consenta maggiore libertà di azione alle organizzazioni criminali.
C'è poi il tema della natura di impresa privata - già citata da altri colleghi - dell'istituto di credito che, in regime di libero mercato e alla luce della normativa comunitaria, la legge dello Stato deve rispettare. Nel corso dell'iter di esame di questo provvedimento, il legislatore ha dovuto svolgere quello che è il suo compito principale, ovvero il bilanciamento, l'equilibrio tra interessi diversi, al fine di arrivare ad una sintesi virtuosa per la nostra comunità.
Tutte le volte che si parla di banche, il rischio è sempre quello del pregiudizio nei confronti della banca, che è vista, ancora, molto, come elemento negativo a prescindere. Si dice “banche e assicurazioni ci fregano sempre”, anziché dire di un'impresa o imprese che operano, una con un ruolo sociale e l'altra nel settore del credito, che è comunque fondamentale per il sistema economico italiano. È vero che le banche hanno, anche loro, molto da fare a livello di comunicazione e di trasparenza; è altrettanto vero che sono indispensabili per il nostro sistema. Forza Italia ha sempre rifiutato questi pregiudizi e continuerà a farlo. È per questo motivo che il nostro voto sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnai. Ne ha facoltà.
ALBERTO BAGNAI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, Governo, gentili colleghe e colleghi, ho ascoltato e condiviso con vivo interesse e partecipazione le motivazioni con cui i gruppi che mi hanno preceduto hanno motivato il loro voto favorevole, al quale si aggiunge - è pleonastico, ma lo lascio a verbale - anche il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier al provvedimento in esame.
In particolare, ho ascoltato con interesse anche le critiche costruttive di chi, dall'opposizione, pur condividendo il provvedimento, con un sostegno del quale ringrazio, ci esorta a fare di più; e questa è un'esortazione sempre fondata. E ho ascoltato anche la soddisfazione del collega Romano per il conseguimento di questo importante risultato, un provvedimento che ha la sua firma, perché è il conseguimento di un preciso impegno preso al punto 4 dell'accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra, che venne diffuso il 18 agosto 2022, insieme ad altri impegni che mi piace ed è forse utile rapidamente ricordare, quali il rifiuto dell'imposizione patrimoniale, che resta un caposaldo di questo Governo; il superamento dell'eccesso di afflittività sanzionatoria in campo tributario, realizzato in particolare con il decreto legislativo n. 87 del 2024, che ci ha liberato dalla barbarie delle sanzioni al 240 per cento; il principio del “chi più assume, meno paga”, implementato da misure fortemente sostenute dalla Lega, quali l'articolo 4 del decreto legislativo n. 216 del 2023, sulla maggiorazione del costo ammesso in deduzione dell'imponibile Ires in presenza di nuove assunzioni; o l'articolo 1, commi 180 e 182, della legge di bilancio per il 2024, la decontribuzione per lavoratrici madri.
Tanto per ricordare a chi giustamente - lo sottolineo, giustamente - si preoccupa della qualità dell'occupazione che non è un caso se, dal novembre 2022 al maggio 2025 - data alla quale risalgono gli ultimi dati disponibili, i prossimi arriveranno fra otto giorni -, gli occupati dipendenti sono aumentati di 824.000 unità, con una diminuzione di 360.000 unità di quelli a tempo determinato, cioè se l'occupazione è aumentata del 4,5 per cento e l'incidenza del precariato è scesa dal 17 per cento al 14 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E nella stessa pagina, allo stesso punto 4 del programma, c'erano altri impegni su cui il cantiere è ancora aperto, come la pace fiscale o l'estensione della mini-flat a 100.000 euro di fatturato.
In qualche modo, è rassicurante, passata la metà della legislatura, guardarsi indietro e constatare che, con passo costante, si sta procedendo lungo la linea che ci eravamo tracciati, nonostante i tanti ostacoli di varia natura: da alcune normative vessatorie che derivano dalla sovrastruttura europea alla potenza degli interessi economici costituiti, che spesso si frappongono al conseguimento dei nostri obiettivi comuni. E ho colto nelle parole di chi mi ha preceduto, in particolare del collega Romano, una rivendicazione che ha fatto con la giusta fermezza, quella secondo cui l'approvazione di questo provvedimento è anche un atto di supremazia del Parlamento, che è una cosa che in una Repubblica parlamentare dovrebbe essere la regola. E qui mi fermo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
Se è grande la soddisfazione dei colleghi e, in particolare, di quelli di centrodestra, che vedono un progresso nella realizzazione del programma comune, nell'approvare questo provvedimento di civiltà, questa fondamentale norma di riequilibrio dei rapporti di forza contrattuale fra il cittadino e un'industria connotata, per motivi sui quali occorrerebbe una riflessione profonda, da una struttura sempre più oligopolistica e, in determinati contesti territoriali, sostanzialmente monopolistica, immaginate quanto possa essere grande la soddisfazione di chi, come chi vi parla, segue questo provvedimento da 1.988 giorni (ieri, in discussione generale, erano 1.987), che, a spanna, sono cinque anni e mezzo e, quindi, travalicano il limite di questa legislatura. Siamo riusciti a portare avanti questo lavoro, mi piace ed è doveroso ricordarlo, lo ha fatto con grande cortesia istituzionale il collega Romano. Questo provvedimento non nasce o, comunque, l'interesse per questo tema non nasce in questa legislatura, ma è, in qualche modo, ereditato dall'Atto Senato 1712, che il senatore Siri depositò l'11 febbraio 2020, che venne assegnato, in sede redigente, alla Commissione finanze del Senato, allora presieduta da chi vi parla, il 17 aprile 2020, che venne incardinato con il senatore Perosino come relatore, il 4 giugno 2020. Come ho ricordato in discussione generale, l'esame del provvedimento si protrasse per venti sedute ed eravamo giunti all'ultimo miglio, con l'annuncio, da parte del Sottosegretario Maria Cecilia Guerra, nella seduta del 14 giugno 2022, che il Governo aveva concluso le interlocuzioni con le parti interessate, con l'associazione di categoria e con la vigilanza nazionale e avrebbe prodotto un testo che si sarebbe potuto portare al voto, quando le cose presero, sfortunatamente e fortunatamente, una diversa piega. Il Parlamento, come ricordate, decise di non fidarsi più di quello che oggi è uno dei più acerrimi nemici dell'austerità e il popolo, poi, sovranamente, scelse di affidare la guida del Paese ai partiti che, da sempre, erano stati nemici dell'austerità.
È oggettivo e mi preme riconoscerlo che, senza la decisione del gruppo Noi Moderati, su impulso del collega Romano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare), che vivamente ringrazio anche per la costante opera di stimolo, assistito, in questo, anche dalla sua maggiore esperienza parlamentare rispetto a chi vi parla (l'esperienza è la madre di ogni scienza ), senza questa decisione, ossia la decisione di far iscrivere questo provvedimento all'ordine del giorno dell'Assemblea, si sarebbe nuovamente corso il rischio di non concludere l'esame, in un mondo in cui sempre maiora premunt in modo incalzante e, quindi, si dimenticano battaglie che hanno un valore non solo aneddotico, ma di principio.
Ma è altrettanto oggettivo - e ringrazio per questo il collega Romano, per aver ricordato anche questo - che lo stesso rischio si sarebbe corso, se non si fosse potuto contare sull'accurato scrutinio di questa tematica condotta nella legislatura precedente, uno scrutinio proseguito anche sotto la presidenza del collega D'Alfonso, che, altresì, desidero ringraziare, anche per aver colto e sostenuto fin dall'inizio, come risulta dagli atti parlamentari, il tema fondamentale di questo provvedimento, che è l'inclusione, un tema caro allo schieramento progressista, il che penso contribuisca a spiegare l'unanimità che abbiamo riscontrato, almeno in Commissione, e non solo, però, l'inclusione finanziaria, ma direi più in generale quella sociale, perché questo provvedimento riguarda l'inclusione sociale, come praticamente chiunque mi abbia preceduto ha inteso ricordare, perché questo è il punto.
In un mondo in cui lo Stato impone l'uso della moneta elettronica, consegnando, di fatto, al settore privato una delle sue due prerogative fondamentali, cioè quella di battere moneta, cioè quella di fornire ai cittadini un'infrastruttura sicura e affidabile di pagamento, che è un presidio indispensabile per un ordinato svolgimento dei rapporti economici e, quindi, del vivere civile, in questo mondo l'accesso alla moneta elettronica perde in re ipsa un rilievo esclusivamente privatistico. Non è più un servizio aggiuntivo di cui si possa liberamente decidere se avvalersi o meno. L'accesso alla moneta elettronica e, quindi, al suo presupposto, che è il rapporto di conto corrente, diventa un elemento costitutivo di una piena cittadinanza e chi ne viene privato diventa un “apolide finanziario” - nelle parole espressive del senatore Siri -, ma direi proprio un apolide tout court in qualche modo.
Tuttavia, in questa sede, voglio distinguere chiaramente due concetti: un conto è garantire l'accesso di tutti i cittadini alla moneta elettronica, nel momento in cui questa viene imposta, almeno per certe transazioni o per un certo regime di transazioni, un ben altro conto è affermare che sia desiderabile imporre la moneta elettronica, cioè, in altri termini, abolire il contante. Ribadisco che il gruppo Lega, su quest'ultima linea di indirizzo, esprime perplessità, è contraria a un mondo cashless, e lo è - non dispiaccia a chi professa una genuina fede europeista, che rispetto - esattamente per le stesse motivazioni espresse nel parere fornito al Parlamento italiano, il 16 dicembre 2019, da Yves Mersch, membro del Comitato esecutivo della BCE. Da sei anni a questa parte, ha assunto particolare rilievo un punto di quel parere, in cui si segnala che i pagamenti in contanti non richiedono un'infrastruttura tecnica e sono sempre disponibili. Parole che si rivelano profetiche in un mondo in cui il passaggio alle rinnovabili intermittenti ci consegna un probabile futuro di blackout, come l'esperienza spagnola dimostra, tant'è che in quella Nazione si dice che il consumo di gas per la generazione di energia elettrica è aumentato del 41 per cento dal blackout in poi.
Quindi, il contante resta un'infrastruttura resiliente; la moneta elettronica ha gli ovvi limiti che il contesto attuale le impone e offre anche un altro punto di criticità, su cui questo provvedimento interviene e, concludo, Presidente: basta ricordare la vicenda dello sciopero dei camionisti canadesi, che venne stroncato, bloccando i loro conti correnti. Questo ci fa capire che l'accesso a una simile infrastruttura è una garanzia di piena cittadinanza e, per esempio, di garanzia della possibilità di esprimere un dissenso, non solo di svolgere una vita tranquilla e regolare secondo l'ordinata quotidianità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi sembra una sottolineatura non ultronea. La ringrazio per avermi accordato i pochi secondi necessari a farla.
Dichiaro, ancora una volta, il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sottosegretaria Albano, colleghe, colleghi, già in discussione generale, Presidente, l'autorevolezza del collega Bruno Tabacci ha spiegato l'essenza di questo provvedimento. Stiamo parlando di un testo unificato, della proposta del collega Romano e del collega Bagnai, che, sostanzialmente, stabilisce l'obbligo per le banche di aprire e tenere aperte, in base ad alcune circostanze, i conti correnti, salvo che per questioni giuridiche ostative di rilievo importante. E fin qui è l'oggetto del tema. Io confermo al collega Bagnai e al collega Romano il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico non solo per quello che ho sentito, ma soprattutto per un principio per il quale li voglio ringraziare. Entrambi hanno sottolineato un aspetto che, ormai, è divenuto quasi un'eccezione, ma che è la norma, ovvero il fatto che sempre meno - e oggi è un'eccezione - siamo qui a discutere, colleghe e colleghi, di provvedimenti di iniziativa parlamentare. Entrambi hanno sottolineato, con stile diverso, ma con delicatezza, vista la posizione che occupano negli scranni in quest'Aula, il fatto che - una sorta di denuncia educata - siamo sempre più chiamati ad approvare e discutere provvedimenti governativi, invece che iniziative parlamentari. Guardate, colleghi e colleghe, nel momento in cui ci troviamo in quest'Aula a discutere su iniziative parlamentari e nel momento in cui lo facciamo, come l'abbiamo fatto in Commissione finanze, e non è la prima volta che accade, ci ritroviamo qui a votare all'unanimità su un provvedimento. E perché lo votiamo all'unanimità? Perché siamo impazziti improvvisamente?
E nel momento in cui viene proposta una norma di buonsenso e, aggiungo, qualcosa che dà una risposta alle esigenze dei cittadini, il Partito Democratico risponde sempre “sì”, perché noi non abbiamo mai interpretato la funzione dell'opposizione come mera opposizione, ma abbiamo interpretato la funzione dell'opposizione come controllo, come pungolo e come sostegno - cosa che abbiamo fatto in questa occasione - quando ci sono provvedimenti che vanno esattamente nella direzione da noi auspicata. Allora, qui, colleghe e colleghi, non stiamo parlando semplicemente di un mero fatto burocratico. No! Noi qui stiamo parlando di una cosa ben più profonda e ben più seria. Stiamo parlando dell'ennesimo tassello che la politica, quando lavora come deve lavorare, aggiunge al diritto di cittadinanza; una cittadinanza consapevole, una cittadinanza completa, una cittadinanza che non lascia indietro nessuno. Il riconoscere ai cittadini il diritto a un conto corrente bancario e l'obbligo, il dovere, da parte degli istituti bancari, di accenderlo, per ogni cittadino che ne faccia richiesta, è un passo avanti di civiltà. Perché in questo Paese, per troppo tempo, ti veniva negato un conto corrente se non eri specchiato e potevi non essere specchiato, se avevi l'amico che ti consentiva l'apertura del conto corrente. Diciamocelo, colleghi! E, allora noi, oggi, siamo qui a sancire una battaglia di civiltà che prende in considerazione esattamente gli ultimi.
Questo non è un provvedimento - ed è la ragione per la quale c'è da parte nostra un convinto sostegno - di quelli che, molte volte, anche in quest'Aula, ha visto avvantaggiare sempre corpi sociali ben definiti, ben noti. No, questo è un provvedimento che dà risposte a chi, fino ad oggi, non le ha avute.
E, allora, io capisco, noi comprendiamo anche qualche difficoltà, qualche ritrosia da parte del corpo organizzato, diciamo, degli istituti bancari. Ma credo che questo debba essere non un punto di arrivo, ma un primo passo affinché si possa ripristinare il concetto base (lo è da secoli) nel rapporto tra banche e cittadini.
Qual è l'elemento di fondo nel credito? Se volessimo andare a individuare il punto nodale, colleghe e colleghi, qual è? Il rapporto di fiducia. E, allora, lo Stato deve ritornare a immaginare che le cittadine e i cittadini, detentori di diritti che molte volte lo Stato non è in grado di garantire, siano persone perbene. Alla pregiudiziale, in base alla quale ogni volta devo sempre doverti dimostrare che sono più puro dei puri per avere un mio diritto, con questo piccolo provvedimento, che mi auguro sia solo l'inizio di una lunga serie, stiamo dando esattamente una risposta in tal senso. E non è un caso; perciò anche la grammatica di comunicazione tra di noi, tra maggioranza e opposizione, colleghi, oggi è la riprova esattamente di questo.
E, allora, facciamo gruppo in quest'Aula, come legislatori e legislatrici, immaginando di incalzare maggiormente il Governo, chiedendo maggiore attenzione per le iniziative che nascono in questa sede. Perché nel momento in cui le iniziative nascono in questa sede, noi siamo in grado di dare risposte che fanno bene alla politica. Non è una questione di destra, di sinistra, di centro, di parte, maggioranza, opposizione: fanno bene alla politica. Quando verrà data la notizia che tutto l'arco parlamentare è stato favorevole e si è espresso in maniera favorevole, probabilmente ne guadagneremo tutti. Non so se ne guadagneremo in termini percentuali e di consenso, ma sicuramente ne guadagneremo in termini di credibilità. Ed è esattamente attraverso questo provvedimento che noi stiamo ridando inclusione sociale, come è stato detto, inclusione finanziaria, compimento di un processo di cittadinanza che è ancora lungo dal completarsi. Ma soprattutto rispondiamo a un principio fondamentale della Carta costituzionale che, purtroppo, colleghe e colleghi, non sempre viene rispettato anche in quest'Aula, ovvero il principio di pari dignità.
E, allora, noi, oggi, possiamo considerare questo provvedimento - e mi avvio a chiudere, Presidente, dichiarando il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico -, al netto delle tecnicalità, al netto delle procedure specifiche, come un piccolo passo in avanti per cercare di garantire quei principi di dignità, sanciti dalla Costituzione della Repubblica, soprattutto in una fase storica nella quale, sempre più, si tende a voler strattonare l'importanza e la solennità della nostra Carta costituzionale.
Quindi, abbiamo scritto una pagina di politica, secondo me, importante. Abbiamo dato un'immagine al Paese diversa dal solito bisticcio e rumore linguistico lessicale. Per questa ragione, ridando dignità ai cittadini, maggiore inclusione e rispetto per i diritti di tutte e di tutti, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, il provvedimento che ci troviamo ad approvare oggi si colloca all'interno di un percorso normativo più ampio che mira a rafforzare le tutele dei consumatori e dei piccoli risparmiatori nei rapporti con il sistema bancario. È un percorso iniziato in realtà già nella scorsa legislatura, che non era arrivato a compimento. Per questo voglio ringraziare il prezioso lavoro svolto dal collega relatore, Testa, che ha saputo conciliare, mettere insieme le proposte presentate dai colleghi Romano e Bagnai e, insieme al Governo, arrivare alla definizione di questo provvedimento.
È un percorso necessario, oggi più che mai urgente, alla luce delle numerose segnalazioni, denunce e ricorsi che, negli ultimi anni, hanno visto clienti bancari, spesso soggetti vulnerabili o imprese in difficoltà, vedersi recapitare lettere di recesso unilaterale del contratto di conto corrente, senza motivazioni specifiche, senza preavvisi congrui e, in alcuni casi, in momenti delicatissimi per la propria vita personale o per la propria attività economica.
Con l'introduzione di questo articolo si vuole ristabilire un principio semplice, ma fondamentale: la banca che svolge un servizio essenziale per l'accesso al credito e alla vita economica non può esercitare un potere assoluto e insindacabile nei confronti del cliente. Il conto corrente oggi non è più un servizio accessorio o facoltativo, è lo strumento attraverso cui noi viviamo: si incassano le pensioni, si incassano gli stipendi e si pagano le utenze. Si gestisce la propria attività economica. Chiudere unilateralmente un conto corrente equivale nei fatti a escludere un soggetto dalla piena cittadinanza economica.
Per questo, riteniamo fondamentale che l'ordinamento preveda un obbligo di contrarre in capo alla banca, con vincoli chiari e motivati in caso di recesso, soprattutto nei casi in cui il cliente non abbia posto in essere comportamenti illeciti o contrari alle norme di antiriciclaggio.
Come si può vivere, colleghi, oggi, senza un conto corrente? Con la limitazione del contante? Siamo costretti a dover avere un conto corrente ed è un diritto giusto quello di avere un conto corrente. Non possiamo accettare che una parte contraente, in questo caso la banca, un soggetto forte, possa recedere a propria discrezione, lasciando il cliente nella totale incertezza giuridica e operativa, soprattutto chiudendo conti correnti con saldi attivi e senza avere, quindi, neanche la possibilità di disporre di proprie risorse, spesso frutto di risparmio, di lavoro, di accumulo nel tempo.
Questa asimmetria contrattuale ha finito per minare la fiducia nel sistema bancario; ha esposto molti cittadini a situazioni di disagio, se non di vera e propria esclusione finanziaria. La modifica dell'articolo serve proprio a questo: garantire trasparenza, equità e prevedibilità nei rapporti contrattuali secondo i principi fondamentali del nostro ordinamento.
L'obbligo di contrarre, nei limiti stabiliti dalla legge, e la limitazione del recesso unilaterale rappresentano una tutela per il cittadino e un incentivo a comportamenti virtuosi da parte delle banche.
Alcune critiche, avanzate anche in sede di audizioni, hanno evocato il rischio di una limitazione eccessiva della libertà contrattuale degli istituti bancari. Noi riteniamo che queste critiche non siano fondate; anzi, tali misure risultano idonee alla protezione dei soggetti più deboli, con riferimento all'accesso dei servizi bancari.
La proposta non nega il diritto di recesso: lo disciplina, imponendo che sia motivato, ragionevole e non arbitrario. Le banche potranno continuare a tutelarsi in caso di rischi oggettivi, di comportamenti illeciti, di insolvenze o di violazioni delle normative sull'antiriciclaggio, ma non potranno più chiudere unilateralmente un conto corrente solo sulla base di valutazioni reputazionali, di algoritmi interni o, peggio, di scelte discrezionali opache.
Si tratta, in definitiva, di una norma di civiltà giuridica che allinea il nostro ordinamento a quanto già avviene in altri Paesi europei, dove l'accesso ai servizi bancari di base è considerato un diritto da garantire a tutti in condizioni di equità.
Concludo, Presidente, dicendo che questo voto ha un significato politico chiaro: scegliamo di stare dalla parte dei cittadini, delle famiglie, dei piccoli risparmiatori e delle imprese, spesso troppo deboli per far valere i propri diritti nei confronti di colossi bancari. Non si tratta di demonizzare il sistema bancario, ma di richiamarlo a un equilibrio più giusto, in cui la forza contrattuale non diventi abuso e in cui la relazione tra banca e cliente torni a fondarsi su fiducia, trasparenza e reciprocità.
Per queste ragioni, con questa dichiarazione, annuncio il voto favorevole del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia e ribadisco che questo era un impegno che faceva parte del programma del centrodestra. E, come succede sempre da quando noi siamo al Governo, quello che avevamo detto, quello facciamo. Un ulteriore impegno portato a termine nei confronti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 1091-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 1091-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 1091-1240-A: "Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 11,42, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro delle Imprese e del made in Italy e il Ministro della Giustizia.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative per il contrasto del fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori nel settore del tessile e della moda - n. 3-02103)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Grimaldi ed altri n. 3-02103.
Il deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02103 (Vedi l'allegato A).
MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, Ministra, dopo Armani, Dior, Valentino, ora anche Loro Piana è in amministrazione giudiziaria, perché avrebbe agevolato un sistema di sfruttamento basato su appalti clandestini. Sono quattro livelli di filiera: sempre ditte fantasma, opifici cinesi illegali, lavoratori sfruttati e sottopagati che lavorano senza diritti, spesso in luoghi inidonei e spesso in luoghi in qualche modo all'oscuro delle nostre indagini. Parliamo di caporalato nel lusso: capi prodotti a 100 euro e rivenduti a 3.000 euro. Chi denuncia viene minacciato e poi picchiato. Lei lo sa: più volte abbiamo portato l'interrogazione in quest'Aula. Allora, la domanda è molto semplice: che cosa state facendo? Perché questo è il prezzo della moda: sudore ed evasione. La verità è che questi soggetti vogliono essere made in Italy e vogliono stare nel bel paese, ma vogliono anche alti profitti e lo fanno sulla pelle dei lavoratori. Che cosa state facendo per spazzare via tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole interrogante, perché il tema che porta alla nostra attenzione è sicuramente una priorità per il Governo: quella della tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.
In questo solco credo si debba qualificare anche l'azione del Ministero, ma anche quella degli organismi che al Ministero afferiscono, come l'Ispettorato nazionale del lavoro. Voglio sottolinearlo questo, perché, nell'ambito anche di quelle che sono tutte le strategie di contrasto al lavoro sommerso, al lavoro nero, al lavoro grigio, ma a tutte le forme di sopraffazione e anche di utilizzo improprio delle tipologie contrattuali, l'Ispettorato nazionale del lavoro opera nell'ambito di quelle che sono delle direttive del Ministero del Lavoro, concordate con il Ministero, e che poi in questo caso sono alla base del Piano nazionale del sommerso 2023-2025, che prevede appunto un'intensificazione di tutte le nostre attività di vigilanza e di contrasto.
Vigilanza ispettiva che ha portato alla evidenziazione dei fenomeni individuati e indicati dagli onorevoli interroganti, perché dietro a tutte queste situazioni che poi emergono c'è anche un grosso lavoro di intelligence e c'è anche un'attività intensa di sensibilizzazione nei confronti delle vittime. Non sfugge agli onorevoli interroganti, ma anche all'Aula, che il Governo nel decreto-legge n. 145 del 2024 ha fatto una scelta importante, perché abbiamo inserito la concessione dell'assegno di inclusione alle vittime di caporalato e di sfruttamento lavorativo che denunciano lo sfruttamento e che collaborano con la giustizia, garantendo anche la copertura di quelli che sono i permessi di soggiorno e la possibilità di riprendere a lavorare.
Ecco, questo lo dico perché, dietro a questi fenomeni, soprattutto agli ultimi citati, c'è proprio anche un'attività di denuncia che è stata fatta dai lavoratori cinesi che erano, in questo caso, sfruttati. E non è l'unica operazione che noi stiamo portando avanti. Stiamo potenziando l'attività ispettiva. È recente l'autorizzazione all'assunzione di 500 unità di personale ispettivo di INPS ed INAIL perché per noi è fondamentale costruire un sistema di vigilanza che ci dia la possibilità anche di avere, con ampio spettro, una valutazione di tutti quelli che sono i comportamenti che emergono da un'attenta lettura dei dati. È di ieri anche l'annuncio del Ministro Urso al tavolo della moda di una previsione legislativa, di una proposta legislativa che tende proprio a valorizzare anche il marchio del made in Italy nell'ambito di quelle che sono le corrette, invece, attività di inquadramento del personale e soprattutto la regolarità connessa…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. …anche al marchio del made in Italy. Voglio rassicurare gli onorevoli interroganti che da parte nostra, a partire dall'intensificazione anche delle sanzioni, abbiamo ripristinato il reato penale di somministrazione illecita di manodopera e c'è la massima attenzione a essere intransigenti nei confronti di chi, invece, utilizza forme improprie di lavoro o sfrutta i lavoratori nelle condizioni che poi sono oggetto, appunto, dell'interrogazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Grimaldi ha facoltà di replicare.
MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, avevamo aspettative basse, ma diamine, Ministra, la situazione è più grave di così: stiamo parlando di un sistema. Sotto quelle passerelle sporche ci sono gli abiti puliti e firmati della moda italiana che ha bisogno di quel marchio made in Italy, che vogliono stare nel nostro Bel Paese ma vogliono anche profitti stellari e sono disponibili a tutto, fino ad arrivare alla mala cinese, fino ad arrivare agli opifici, fino a sfruttare quei lavoratori. E allora non bastano le indagini della procura e della magistratura. Lei si intesta cose che non avete fatto voi, ma il punto è che non bastano le indagini, non basta la sorveglianza, bisogna spezzare il mercato dei subappalti e degli appalti infiniti perché ognuno di questi - Dior, Valentino, Armani, Max Mara, Gucci - si gira di là e dice: non so, non ho mai visto, tanto loro non verranno mai tolti da quel sistema. No, loro continuano.
Allora, davanti a tutto questo serve un salario minimo legale, ma serve anche riportare la legalità in tutti quei luoghi, perché non c'è niente di legale in tutto questo. E allora che cosa fa lei? Li ha spezzati i subappalti? Li ha spezzati gli appalti? Riesce a dire che serve anche non poter più scegliere à la carte quei contratti? Sa qual è la differenza su un contratto del tessile e un multiservizi? Sono 500 ore e per recuperare quei soldi sono pronti alla nona, alla decima, all'undicesima ora, a lavorare di sabato, di domenica, di notte. Quei lavoratori sono sfruttati, lì fuori il mondo brucia, la moda brucia. Serve una protezione totale contro lo sfruttamento e lei non ne ha proprio idea (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Iniziative per il rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro nonché del diritto di sciopero a favore dei lavoratori del comparto portuale, della logistica e dei trasporti coinvolti in attività connesse direttamente o indirettamente al settore bellico - n. 3-02104)
PRESIDENTE. L'onorevole Carotenuto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02104 (Vedi l'allegato A).
DARIO CAROTENUTO (M5S). Gentile Presidente, cara Ministra, noi siamo stati tra i primi - probabilmente i primi - a denunciare quello che stava accadendo in Medio Oriente. Abbiamo trovato dalla vostra parte solo silenzi, parole di circostanza, vuote fondamentalmente. Invece c'è chi nel nostro Paese si ribella, e sono i lavoratori che, nonostante voi stiate attaccando i loro diritti essenziali, persino quello allo sciopero, stanno incrociando le braccia pur di non caricare le navi e gli aerei di armi destinate, ad esempio, ad Israele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dimostrando un'umanità e valori molto superiori al loro Governo.
E allora noi vi domandiamo: se non avete cura, se non di risolvere la questione israelo-palestinese prendendo una posizione chiara, almeno di difendere i diritti di questi lavoratori che, giustamente, incrociano le braccia anche perché non hanno neanche l'adeguata formazione per trasportare del materiale esplosivo e, peraltro, lo fanno in luoghi, come porti e aeroporti, che spesso, nel nostro Paese, sono vicini ad abitazioni private e pubbliche e, quindi, potrebbero creare letteralmente una strage, allora, di fronte a tutta questa irresponsabilità che state mostrando rispetto a quello che sta succedendo in Medio Oriente, vi chiediamo almeno di essere responsabili di quello che succede nel nostro Paese e di tutelare i diritti di questi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, signor Presidente. Io, intanto, voglio ribadire quella che deve essere una netta condanna nei confronti degli attacchi ai civili nelle diverse aree di guerra e anche la personale vicinanza alle popolazioni che soffrono, però, devo trattare le questioni di mia competenza oggetto dell'interrogazione: la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e l'esercizio, da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, del diritto di sciopero. Relativamente alla tutela della sicurezza dei lavoratori portuali che si trovano ad effettuare operazioni di movimentazione di armamenti, i contenuti e le modalità di valutazione dei rischi e, in particolare, l'individuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici sono disciplinati, come è noto, dal testo unico sulla sicurezza sul lavoro, oltre che dalla normativa speciale in ambito portuale e aeroportuale. In particolare, il quadro normativo vigente attribuisce la competenza della vigilanza per la sicurezza dei lavoratori portuali a diversi soggetti: le autorità marittime, gli uffici di sanità marittima e aerea, le autorità portuali e aeroportuali, nonché i servizi sanitari delle Forze armate, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco. Io, per fornirvi una risposta compiuta, ho sentito il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e, in particolare, il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto.
Alla luce di questa istruttoria, possiamo dire che la sicurezza dei lavoratori interessati viene garantita attraverso una procedura amministrativa aggiuntiva che prevede, tra l'altro, che le merci pericolose trasportate siano dotate di un visto del locale chimico del porto, che esprime parere favorevole allo sbarco e fornisce eventuali prescrizioni aggiuntive, tra le quali controlli periodici, se la merce sosta in porto, quanto alla possibilità che dai colli, e quindi anche dalla nave, non fuoriescano emanazioni sospette. Questo è quanto ci riportano le capitanerie.
Certamente il diritto di sciopero, nella sua legittimità, incontra - lo sappiamo - dei limiti nel confronto con altri diritti, come nel caso dei servizi pubblici essenziali. La normativa vigente, la legge n. 146 del 1990, prevede, non a caso, un bilanciamento tra l'esercizio delle legittime rivendicazioni dei lavoratori e l'esigenza di garantire la continuità delle prestazioni per la collettività. Ogni iniziativa deve essere valutata con rigore, alla luce del quadro normativo, nel rispetto delle prerogative delle istituzioni, con attenzione alla compatibilità tra l'interesse dei lavoratori e la tutela dell'interesse generale. Però va anche considerato che in materia manca una disposizione che qualifichi in modo diretto e inequivocabile queste attività, e va precisato come rientri nella nozione di servizio pubblico essenziale ogni attività volta a garantire i diritti fondamentali, quale la libertà di circolazione delle merci. È per questo motivo che c'è un richiamo alla normativa sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. È evidente che queste attività possono assumere una rilevanza tale da richiedere un'attenta valutazione in relazione, certo, alla sicurezza nazionale, ma anche alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, nonché alla continuità di alcuni servizi. Occorre certamente…
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. …una riflessione che coinvolga tutti i livelli e i soggetti competenti, al fine di superare le incertezze legate a un ambito che presenta dei profili interpretativi non univoci.
Abbiamo in corso un tavolo di confronto con le parti sociali per la predisposizione di un intervento normativo nel campo della salute e della sicurezza dei lavoratori. Mi impegno a portare questo tema al tavolo di confronto con le parti sociali, garantendo anche che, per la parte di nostra competenza, intensificheremo tutti i controlli affinché ci sia piena certezza che a una determinata tipologia di merce e alla trattazione e allo spostamento di quella merce siano, poi, connessi anche tutte le precauzioni e gli interventi in materia di formazione e di informazione dei lavoratori, a cui hanno diritto.
PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di replicare.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Ministra Calderone, noi non possiamo certamente essere soddisfatti dalla sua risposta. Il crescente coinvolgimento, in maniera diretta o indiretta, dei lavoratori nell'industria bellica, in questa economia di guerra che state creando, è assolutamente inaccettabile. Ed è inaccettabile per tantissimi motivi, prima di tutto etici e, poi, anche giuridici.
Bene fanno i lavoratori a protestare, ad esercitare il loro diritto di sciopero, a pretendere l'obiezione di coscienza, perché il loro contratto di lavoro non prevede il carico, né lo scarico, né la movimentazione, né il transito di materiale bellico e, tantomeno, esplosivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo è un fatto. Non c'è trasparenza in questi carichi: i lavoratori delle infrastrutture portuali e aeroportuali civili, Ministra - civili -, lamentano il fatto che non riescono a capire che cosa c'è all'interno di questi lotti. Manca totalmente la trasparenza e, quindi, su questo bisogna certamente intervenire, oltre al fatto che c'è una violazione palese della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, Ministra, perché questi lavoratori non sono formati: serve la formazione specifica, servono delle patenti specifiche per poter movimentare questo tipo di carichi. E vi dico una cosa, colleghi e Ministra: sono anche configurabili dei reati, perché l'omissione delle misure di sicurezza è fattispecie di reato. Penso, per esempio, all'articolo 437 del codice penale.
Quindi, Ministra, bene fanno i lavoratori a scioperare - e di certo non si può parlare di servizi essenziali -, bene fanno a non macchiarsi le mani di sangue e a non essere complici con il genocidio in corso a Gaza e con questa guerra atroce, di cui si sta macchiando il Governo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Chiarimenti in merito al piano di decarbonizzazione dell'ex Ilva di Taranto, con particolare riferimento all'individuazione delle risorse finanziarie e alla tutela dell'ambiente e degli attuali livelli occupazionali - n. 3-02105)
PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02105 (Vedi l'allegato A).
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lunedì 14 luglio, quindi più o meno dieci giorni fa, è stata presentata la prima bozza del piano di decarbonizzazione dell'ex Ilva. Un piano da mettere a punto in otto anni, con la realizzazione dei nuovi impianti entro il 2033.
Nel dettaglio, il piano prevede la costruzione di tre forni elettrici a Taranto, con una capacità produttiva di 6 milioni di tonnellate annue, e uno a Genova, con una capacità di 2 milioni di tonnellate annue. È prevista, inoltre, la realizzazione di fino a quattro impianti per il preridotto localizzati nello stabilimento di Taranto, necessario per alimentare i forni elettrici di Puglia e Liguria.
A questa esposizione a noi manca una parte, che è oggetto del quesito, ovvero se voglia chiarire come verrà finanziato e attuato il piano di decarbonizzazione dell'ex Ilva, specificando quali risorse verranno impiegate per la sua esecuzione, indicando anche come verranno garantiti gli attuali livelli occupazionali e tutelato l'ambiente. Credo che questo sia un naturale completamento dell'esposizione che lei ha fatto e sta facendo in questi giorni.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Grazie, Presidente. La strategia complessiva che stiamo portando avanti per riconvertire il principale polo siderurgico del Paese ha l'obiettivo di coniugare sostenibilità ambientale ed economica, tutelando al contempo la salute pubblica, l'occupazione, la continuità produttiva degli impianti.
Il piano di decarbonizzazione del sito di Taranto si fonda su due pilastri: da un lato, la graduale sostituzione degli altiforni con tre forni elettrici, appunto, in otto anni, secondo un cronoprogramma definito e da condividere con gli enti locali nell'ambito dell'accordo interistituzionale; dall'altro, la realizzazione di impianti di preridotto (DRI), essenziali per alimentare i nuovi forni elettrici con ferro preridotto. Questa tecnologia rappresenta oggi il miglior standard internazionale per l'acciaio green, grazie anche ai sistemi integrati di cattura e stoccaggio del carbone.
Attraverso i DRI, Ilva potrà produrre acciaio pulito e ad alto valore aggiunto, destinato a settori strategici come automotive, elettrodomestici, tubifici, rotaie dell'alta velocità, industria conserviera, spazio e difesa, diventando così il più evoluto e competitivo impianto siderurgico green in Europa. La realizzazione dei DRI è affidata alla società DRI d'Italia, partecipata da Invitalia, con un investimento pubblico iniziale di un miliardo di euro, interamente finanziato con fondi di coesione, a cui potrà sommarsi il contributo del privato subentrante.
Sul piano ambientale, il rilascio della nuova autorizzazione integrata ambientale il 17 luglio, pochi giorni fa, rappresenta un passaggio decisivo. Si tratta dell'AIA più avanzata in Europa per tutela della salute, con 470 prescrizioni, elaborate anche grazie all'Istituto superiore di sanità. Essa consente la prosecuzione dell'attività degli altoforni fino a 6 milioni di tonnellate annue, garantendo quindi continuità produttiva e occupazionale, in vista della loro progressiva dismissione. Attendiamo ora il contributo operativo degli enti locali per aggiornare l'AIA in coerenza con il piano di decarbonizzazione, condizione necessaria per attrarre l'investitore privato, che poi realizzerà gli investimenti per i forni elettrici, con il contributo, ovviamente, dei contratti di sviluppo che lo Stato può fornire.
Quanto all'approvvigionamento del gas per i forni elettrici e gli impianti DRI, il Ministero lavora per una soluzione strutturale che garantisca sicurezza energetica e competitività. In questo quadro, l'uso di gas tramite nave rigassificatrice è una soluzione immediatamente disponibile, sicura sotto ogni profilo. Infine, la tutela dell'occupazione dipenderà dalla localizzazione dei DRI. Senza la nave rigassificatrice, gli impianti dovranno essere realizzati altrove, con perdita per Taranto di investimenti importanti e significativi, e di occupazione. La scelta è nelle mani, giustamente, del territorio, e noi la rispetteremo.
PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di replicare.
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, questo è indubbiamente un tema complesso, lo riconosco, anche se negli anni ci sono state narrazioni diverse, anche da parte sua, rispetto all'evoluzione che c'è stata il 14 luglio. Quindi, giustamente lei ha terminato con la cosa più opportuna, quella della condivisione con gli enti locali e le varie conferenze di servizi, che ci sembra la questione più puntuale e più ragionevole, perché già ora lei potrà immaginare che in alcune parti del territorio la discussione sia già oltre quelle che sono state le sue esposizioni e i suoi annunci.
Però in questa sua risposta emerge un profilo di una ricerca di soluzioni assolutamente avanzate dal punto di vista della tutela ambientale, che sono quindi tutte da verificare e anche da studiare, perché sono soluzioni molto nuove, quindi anche molto da approfondire.
Però la domanda di chi finanzia, al di là del miliardo di euro per i DRI, che mi pare di avere capito che vengano dal Fondo di coesione, la parte di costruzione degli impianti mi pare sia ancora tutta da verificare. Quindi questa parte di risposta ci manca e non è una parte di risposta secondaria, dal momento che questi impianti, questi altiforni elettrici, hanno comunque un costo. Le loro performance e la loro valutabilità saranno anche in relazione, come diceva lei, alle forme di approvvigionamento, e quindi alla presenza o meno di gas o di altre forme, in modo tale che il prodotto finale mantenga quell'appetibilità che oggi lei ci descrive sulla carta; diversamente, i costi di produzione sarebbero decisamente elevati.
Quindi, a oggi abbiamo la fotografia di un progetto ambizioso, quello sì, da verificare e da concordare con gli enti locali, ma manca una figura di un investimento privato, che mi pare di capire non ci sia ancora dal punto di vista della ricerca, o comunque sia ancora all'inizio. Quindi, questo è un tema sul quale certamente torneremo, noi come altri. Sappiamo che lei avrà delle interlocuzioni sul territorio nelle prossime settimane e da quelle speriamo di capire un po' di più e di capire, se non altro, quale sarà poi anche il ruolo dello Stato…
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). …perché questa non è una discussione che non riguarda il ruolo dello Stato nel completare, magari, naturalmente, questo tipo di percorso, una volta trovato, in tutto in parte, un investimento privato, che, a oggi, si affaccia con delle variabili che non sono oggettivamente tutte esposte in fila, in grado di definire un quadro, un contesto economico di vantaggio e di prospettiva.
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Quindi, verificheremo. La ringrazio per la risposta e aspetteremo le interlocuzioni che lei avrà nel territorio, anche per andare oltre.
(Ulteriori iniziative per il rilancio del settore siderurgico nazionale ed europeo, in un'ottica di decarbonizzazione e rafforzamento dell'autonomia strategica - n. 3-02106)
PRESIDENTE. L'onorevole Fabrizio Rossi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02106 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
FABRIZIO ROSSI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, è di questi giorni la notizia che lo stabilimento ex Ilva di Taranto è salvo. È stata, infatti, rilasciata l'autorizzazione integrata ambientale, passaggio necessario in attesa che venga approvato il piano di piena decarbonizzazione. Con quest'autorizzazione, l'ex Ilva potrà continuare a produrre 6 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, usando ovviamente gli attuali 3 altiforni, in attesa dei nuovi 3 forni elettrici previsti dal piano di decarbonizzazione.
Quindi, l'attenzione da parte del Ministero per l'acciaieria tarantina, con l'obiettivo di allineare la ripresa produttiva dello stabilimento pugliese al fabbisogno nazionale, si inserisce in un quadro molto più ampio, quindi di ampio respiro per la tutela dell'industria siderurgica, senza perdere di vista la tutela dell'occupazione, così come anche nel contesto dell'accordo di programma per il rilancio del polo siderurgico di Piombino e così come per lo sviluppo del territorio del sito produttivo di Terni: quindi, tutto insieme, un investimento colossale per un totale di 557 milioni di euro, da attuare entro il 2028.
In quest'ottica, in cui sono stati anche annunciati ulteriori investimenti molto significativi per la produzione del preridotto a basse emissioni, nonché la necessità di agire sul fronte del costo dell'energia al fine di tutelare la competitività necessaria del settore, ho interrogato il Ministro per avere contezza delle ulteriori iniziative che intende prendere per porre in essere non solo il rilancio del settore, ma anche, sempre nell'ottica di decarbonizzazione, il rafforzamento dell'industria siderurgica nazionale.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. La siderurgia è la prima industria che consente alle altre di svilupparsi; alimenta la difesa e lo spazio, ma anche l'auto, l'elettrodomestico, la meccanica, l'industria conserviera e ferroviaria, l'aeronautica, la cantieristica e la nautica. La siderurgia è il pilastro del made in Italy. Per questo, sin dall'inizio del nostro mandato di Governo, abbiamo definito un Piano siderurgico nazionale, che si fonda su quattro poli - Terni, Piombino, Taranto e Genova -, i quali completeranno il grande sforzo fatto in questi anni dalle acciaierie del Nord, oggi integralmente a produzione green, che fanno già dell'Italia il Paese più avanzato in Europa.
A Terni abbiamo sottoscritto l'accordo di programma con il gruppo Arvedi, che produrrà acciaio speciale pienamente green, con positivi impatti occupazionali. A Piombino, con due importanti investimenti, nel complesso, di oltre 3 miliardi di euro - Jindal sull'ammodernamento del treno rotaie e soprattutto Metinvest con la realizzazione di 2 forni elettrici - verranno riassorbiti gli operai in cassa integrazione da oltre 10 anni. Il piano di piena decarbonizzazione che abbiamo presentato alle regioni e agli enti locali pugliesi e liguri completa questo progetto, consentendo al nostro Paese di diventare il primo in Europa a produrre acciaio interamente green, esempio e modello per tutti.
Perché gli ambiziosi obiettivi del Piano possano realizzarsi, è tuttavia necessario lavorare su tre condizioni abilitanti: in primo luogo, realizzare impianti di DRI sufficienti ad assicurare un congruo approvvigionamento di preridotto, cioè del bene intermedio utilizzato nei forni elettrici deputati a produrre acciaio di alta qualità; in secondo luogo, garantire un sufficiente volume di rottame ferroso, indispensabile per la produzione degli altri tipi di acciaio; in terzo luogo, rivedere le regole europee, che oggi non garantiscono effettivo supporto alla siderurgia green.
Per questo abbiamo previsto che l'Italia disponga di un polo DRI capace di alimentare sia i tre forni elettrici previsti a Taranto, sia il forno elettrico che potrà essere realizzato a Genova. Se il comune di Taranto autorizzerà la nave rigassificatrice, il polo del DRI sarà collocato a Taranto, dove è naturale che sia per le migliori condizioni ambientali, economiche e produttive; altrimenti, lo realizzeremo in un'altra località portuale del Sud, verosimilmente a Gioia Tauro.
Per quanto riguarda il rottame ferroso, siamo già intervenuti nel decreto-legge n. 84 del 2024 per frenare le esportazioni di prodotti italiani nei mercati extraeuropei, ma l'intervento decisivo può farlo solo l'Europa, a cui abbiamo chiesto che il rottame ferroso europeo sia usato solo dalla siderurgia europea, per garantire l'economia circolare nel campo siderurgico.
Infine, abbiamo presentato alla Commissione due non paper per la revisione del CBAM, che riguarda tutte le industrie energivore, e per lo specifico settore siderurgico, al fine di realizzare condizioni di reale sostegno a chi, come l'Italia, intende produrre solo acciaio green, nei confronti dei produttori che, invece, non rispettano affatto le nostre norme ambientali e sanitarie e invadono il mercato europeo. Questa è politica industriale.
PRESIDENTE. L'onorevole Maiorano ha facoltà di replicare.
GIOVANNI MAIORANO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la sua risposta ci soddisfa, ci dà fiducia. E io vorrei cogliere l'occasione per ringraziarla per la sua serietà e correttezza. Io non le ho mai sentito pronunciare parole che potessero rincorrere il consenso delle piazze o, magari, dichiarazioni che cambiassero in base al luogo in cui lei si trovava.
A Taranto, negli ultimi anni soprattutto, siamo cresciuti con slogan e poesie. Ricordiamo tutti la campagna elettorale fatta da una certa sinistra, in cui ci mostravano immagini di arcobaleni tra le ciminiere, con farfalline e uccellini che giravano attorno; non abbiamo dimenticato la fiaba che ci raccontavano, quando ci dicevano che l'Ilva sarebbe diventata un immenso acquapark, il più grande d'Europa, oppure le dichiarazioni di un suo predecessore, il Ministro dei 5 Stelle, che diceva di avere risolto il dossier Ilva in soli tre mesi. Sono passati vent'anni, signor Ministro, i bambini continuano ad ammalarsi e gli operai sono sempre più poveri. Ma i soliti campioni delle favole continuano imperterriti nella loro speculazione politica.
Tralascio, poi, il nostro mitologico presidente della regione, il quale, la mattina prometteva alle mamme dei bambini malati che avrebbe chiuso quel mostro dell'Ilva, e poi il pomeriggio andava a sedersi con chi lo gestiva, con chi mandava in perdita le aziende dell'indotto, e dichiarava di sentirsi a casa. Sarebbe anche ora che, magari, ci andasse.
Ecco cosa stiamo subendo in questi anni, signor Ministro. Finalmente oggi abbiamo un Governo che con serietà racconta quello di cui la nostra Nazione ha bisogno, senza necessità di slogan. Riuscire ad avere acciaio green e di qualità è un lavoro più difficile e complesso di quello di raccontare le favole, ma è la cosa giusta da fare.
La maggioranza di questo Governo e di questo Parlamento è con lei, signor Ministro, e mi auguro che coloro i quali oggi rappresentano gli enti locali, ossia il sindaco e il presidente della regione, si spoglino una volta per tutte della casacca politica, della casacca di partito, e possano affiancarla in questa missione, che riguarda tutti e interessa tutti. Sarebbe la vittoria di tutti. E potrebbero, così, riscattare anche le promesse che hanno fatto in passato.
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
GIOVANNI MAIORANO (FDI). Quello che vogliamo fare non è fantascienza. Un'industria siderurgica, acciaio green di qualità e ambiente sano possono coesistere: lo fanno in tante altre parti nel mondo. E noi - grazie all'impegno della nostra leader, Giorgia Meloni, e del Governo Meloni - abbiamo dimostrato che non siamo secondi a nessuno. Quindi, possiamo farlo anche noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Prospettive per gli impianti ex Ilva del Nord Italia, con particolare riferimento alla tutela dei livelli produttivi e occupazionali degli stabilimenti siti a Genova Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi - n. 3-02107)
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02107 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, torno sul tema di ex Ilva ovviamente dando una focalizzazione leggermente diversa rispetto a quella che abbiamo ascoltato in Aula finora, assolutamente importante, per rivolgerle delle richieste un po' più nello specifico, anche se molto è già emerso e viste anche le notizie che abbiamo appreso, soprattutto attraverso la stampa, negli ultimi giorni, dal 21 luglio scorso, sulle prospettive che riguardano non soltanto lo scenario più globale di produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio e quattro forni elettrici a livello italiano, ma anche più specifiche per quanto riguarda il Nord Italia, in particolare lo stabilimento di Genova Cornigliano dove si prevede una capacità di 2 milioni di tonnellate e un forno elettrico.
Questo è quanto ha fatto emergere la stampa di ieri, con un comunicato che conferma anche una call importante con gli enti locali e un dialogo che è stato avviato, un percorso continuativo di confronto in vista anche dell'incontro che ci sarà il 31 luglio per l'aggiornamento e la definizione dell'accordo di programma su Taranto.
In questo scenario, le chiedo quali sono le prospettive per gli impianti di ex Ilva del Nord Italia, in particolare per Genova Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi, per garantire e sostenere i livelli produttivi e occupazionali…
PRESIDENTE. Concluda.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). …nell'attesa di conoscere gli sviluppi su Taranto, ma anche per capire se sono prospettive dipendenti o indipendenti da quello che accadrà rispetto alle scelte di Taranto.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Grazie, Presidente. Il piano siderurgico nazionale, di cui vi ho già detto, prevede anche una valorizzazione degli impianti del Nord, di modo che la complessiva produzione dello stabilimento ex Ilva possa raggiungere gli 8 milioni di tonnellate di acciaio green, diventando così il più grande stabilimento green d'Europa.
Questo obiettivo si può raggiungere attraverso la realizzazione di un quarto forno elettrico a Genova, che si aggiungerebbe ai tre previsti a Taranto.
Proprio ieri ho incontrato il presidente della regione Liguria, Marco Bucci, e il sindaco di Genova, Silvia Salis, per discutere delle condizioni abilitanti per il rilancio del sito di Genova in riferimento anche alla disponibilità dell'energia elettrica e dei volumi di gas necessari. Perché l'acciaio green si fa con il gas.
Il confronto è stato assolutamente costruttivo e orientato alla piena collaborazione istituzionale, a conferma della positiva interlocuzione in corso con gli enti locali e con il territorio mai avvenuta prima. Lo abbiamo raggiunto a Terni con regione e comune, e lo abbiamo fatto a Piombino con regione e comune, in piena concordia istituzionale.
L'impianto DRI necessario al fabbisogno del forno, invece, non potrà essere allocato a Genova posto che le altezze dell'impianto interferirebbero con il cono utile al traffico aereo. Esso sarà, dunque, localizzato nel polo del DRI che si insedierà a Taranto, se il comune assentirà, o in altra area del Mezzogiorno in caso contrario. In ogni caso, sarà necessario per garantire l'autonomia strategica del nostro Paese, perché le linee di approvvigionamento possono sempre interrompersi, e noi dobbiamo garantire che un polo del DRI sia comunque nel territorio nazionale in questa circostanza.
La previsione di un forno elettrico a Genova consentirà autosufficienza industriale a questo impianto e varrà a costituire un asset suscettibile anche di autonoma valorizzazione nell'ambito della gara per la cessione a un player industriale del compendio aziendale ex Ilva, la cui procedura di gara in corso, alla luce del piano e dell'accordo di programma istituzionale sottoposto agli enti locali, dovrà essere necessariamente aggiornata nei prossimi giorni.
È quanto abbiamo fatto con successo, nell'area ligure, per la cessione di Piaggio Aerospace a Baykar, altro importante asset industriale di Genova.
Ovviamente, il progetto che, prevede nel dettaglio un forno elettrico con un treno di laminazione in cascata, avrà positive ricadute sul versante occupazionale e sulla produzione degli stabilimenti di Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi, fondamentali per garantire acciaio di alta qualità per le auto, gli elettrodomestici, l'industria conserviera del made in Italy.
Ho assicurato al governatore Bucci e al sindaco Salis la piena disponibilità, mia personale e dei tecnici del Ministero, ad illustrare in assemblea, nel territorio, il piano di rilancio e a fornire ogni informazione, in piena trasparenza, per raggiungere il massimo consenso sociale, come ho già fatto con gli operai di Genova e di Taranto nelle loro fabbriche, sin dall'inizio della legislatura, nelle loro assemblee, tra gli operai.
PRESIDENTE. La deputata Cavo, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. La ringrazio signor Ministro per la chiarezza e la precisione della sua risposta. Francamente, ho ritenuto doveroso portare in quest'Aula una spiegazione chiara di quanto avevamo letto e capito da ciò che emergeva da comunicati stampa, soprattutto in queste ultime ore. Credo che abbia fatto chiarezza e la ringrazio per la sua esposizione.
Ci sono alcuni passaggi che, ovviamente, pongo in rilievo, ossia il fatto che sia previsto questo quarto forno elettrico all'interno di questo progetto più ampio, che si parli di sostenibilità economica, ambientale e sociale (ovviamente, sono tre termini che dobbiamo avere ben presenti, nel momento in cui seguiamo - anche noi seguiremo - questo progetto), che sia stato chiarito un dettaglio non irrilevante in questa progettualità, ossia che si parla del forno elettrico su Genova, con possibilità occupazionali importanti (si parla anche del treno di laminazione, che porterà occupazione; poi, una volta chiaro il piano industriale, ci sarà tutta una partita, con un processo che vedrà l'aggiornamento della gara, anche di eventuali aree residuali che possono essere a disposizione della città e delle imprese), e, infine, che siano state anche chiarite le motivazioni per cui l'impianto di DRI non potrà essere installato a Genova; anche questo è un dato importante.
Quello che mi pare stia emergendo è una collaborazione importante. Lei ha usato l'espressione “mai era stata avviata prima con gli enti locali”. Credo che anche questo sia assolutamente positivo, così come il percorso continuativo di confronto che farete, da qui al 31 luglio, e, necessariamente, anche oltre, con lo step di aggiornamento di una gara che valorizzerà, a questo punto, quella che sarà, evidentemente, un'offerta che includerà anche il forno elettrico.
Chiaramente, abbiamo ancora incognite davanti. Dobbiamo capire come andrà a termine questa gara e se ci sarà una disponibilità economica e finanziaria importante. Ho notato dalla sua risposta grande determinazione e anche dell'ottimismo, per quanto riguarda il quadro generale.
Per quanto riguarda il nostro ruolo monitoreremo l'evolversi. Penso sia apprezzabile la disponibilità che ha dato per andare, in assemblea pubblica, a spiegare non soltanto la sostenibilità tecnica, ma soprattutto ambientale e sociale dell'operazione, se andrà avanti (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
(Iniziative, anche di carattere normativo, volte a rafforzare la tutela del made in Italy nelle gare pubbliche, con particolare riguardo a settori strategici, alla luce del recente bando di gara per la fornitura di capi di vestiario destinati alla Polizia di Stato - n. 3-02108)
PRESIDENTE. Il deputato Candiani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-2108 (Vedi l'allegato A).
STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, con procedura aperta e telematica, il Ministero dell'Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha indetto una gara per la fornitura di capi di vestiario destinati alla Polizia di Stato, articolati in più lotti, tra cui il n. 9, relativo alla fornitura e alla produzione di 60.000 camicie bianche per divise ordinarie.
In sede di chiarimenti, è stato chiesto se il ciclo produttivo, tessitura, taglio e confezione, potesse svolgersi anche in Paesi extra europei con riferimento ad Egitto, Cina e Bangladesh. L'amministrazione ha risposto affermativamente, richiamando anche una recente sentenza del Consiglio di Stato.
Tale scelta appare in contrasto con i principi politici, economici e strategici, specie per forniture così simboliche, come le divise delle Forze di Polizia, che dovrebbero riflettere anche l'identità produttiva della Nazione. Per tali ragioni, il gruppo Lega Salvini Premier interroga il Ministro per sapere quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare per garantire la tutela del made in Italy nelle gare pubbliche, specie per beni strategici, come le divise della Polizia, anche attraverso clausole sociali e requisiti minimi di produzione nazionale.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. La promozione e la difesa del made in Italy rappresentano una priorità del Governo, anche attraverso gli strumenti della politica industriale e degli appalti pubblici. Non a caso, la prima legge organica che ho promosso durante il mio mandato è stata quella per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy. Il tema sollevato dall'interrogante non è certamente nuovo e il Governo ha già fatto molto in proposito.
Il vigente codice dei contratti pubblici contiene, infatti, disposizioni a tutela della produzione nazionale. Segnalo, in particolare, la disposizione di cui all'articolo 170, relativa alle offerte contenenti prodotti originari di Paesi terzi, la quale ha istituito un sistema di preferenza dei prodotti comunitari. Inoltre, il nuovo codice è intervenuto anche nel disciplinare il contenuto specifico dei disciplinari di gara e dei vari capitolati (articolo 87, comma 3), che, di fatto, favorisce le aziende in possesso di specifiche certificazioni che rispondono maggiormente a criteri di sostenibilità sociale e ambientale.
La sentenza del Consiglio di Stato del 2 maggio di quest'anno appare coerente e adesiva a quanto previsto dal codice in materia di tutela del made in Italy, poiché, infatti, nello stabilire come non sia possibile vietare in via generale e astratta l'accesso al mercato interno di imprese straniere al mercato unionale degli appalti pubblici, ha riconosciuto alla stazione appaltante ampi margini di discrezionalità, seppure previa idonea motivazione, laddove, in relazione alle esigenze di interesse pubblico sottese ad uno specifico affidamento, essa ritiene di dover escludere taluni operatori economici extra europei, in ragione di quanto consentito nei documenti di gara.
In ogni caso, il Governo ha affrontato, più nello specifico, il tema delle gare pubbliche nell'ambito della legge del 27 dicembre 2023, n. 206, sul made in Italy, che ho richiamato in premessa.
L'articolo 16 contiene previsioni volte a valorizzare e tutelare la qualità dei prodotti italiani e a promuovere l'effettiva partecipazione delle micro, piccole e medie imprese, anche di prossimità, alle procedure di affidamento degli appalti pubblici.
Per il perseguimento di tali obiettivi, l'articolo 16 della legge prevede l'adozione di linee guida volte alla concreta individuazione di parametri di qualità dei prodotti e di aspetti relativi alla sostenibilità e al necessario rispetto degli obblighi in materia ambientale, sociale e del lavoro che le stazioni appaltanti possono considerare tra i criteri di valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
Il lavoro di stesura delle linee guida è stato complesso, poiché ha coinvolto le associazioni, la Conferenza unificata e le altre amministrazioni, ma siamo finalmente arrivati al traguardo. Ieri, le ho firmate e le ho trasmesse, per la firma, al Ministro Salvini e al Ministro Pichetto Fratin per il concerto.
Una volta pubblicate le linee guida, costituiranno un riferimento importante per le stazioni appaltanti nel lavoro di stesura dei bandi.
PRESIDENTE. L'onorevole Candiani ha facoltà di replicare.
STEFANO CANDIANI (LEGA). Ministro, ero certo che avremmo avuto soddisfazione nella sua risposta, perché l'indirizzo politico dell'azione di Governo e della maggioranza, di cui la Lega fa parte e che sostiene il Governo, non può che essere confermato. Quindi, il made in Italy deve essere privilegiato nelle forniture, soprattutto quando si tratta di forniture particolarmente importanti, anche simboliche, come quelle legate alle divise delle Forze dell'ordine. Non possiamo permetterci - guardi, Ministro, vengo da una terra, la Lombardia, la provincia di Varese in particolare, che ha una storia molto profonda legata alla tessitura - che ci sia una concorrenza sleale da parte di Paesi che possono produrre, con costi minori rispetto alle nostre imprese, che hanno, ovviamente, dei vincoli maggiori, ma una concorrenza sleale per lo più applicata alle forniture importanti, come quelle a cui mi riferivo prima, quelle delle divise delle nostre Forze dell'ordine.
Ci sono obblighi ai quali le nostre imprese sono sottoposte e penso anche all'obbligo che viene richiesto alle imprese per le forniture legate alla Polizia di Stato, che è quello legato all'articolo 28 del testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza. Sono vincoli importanti che devono essere rispettati, ma ancor di più occorre quel concerto, a cui lei faceva riferimento, che garantisca che le forniture prossime a venire siano necessariamente, a partire dal made in Italy, fatte in Europa ed eventualmente, se non ci sono alternative, oltre, ma non il contrario. Non possiamo consentire che qualche fornitore, per riuscire a guadagnare meglio e a speculare sulle forniture, faccia andare in crisi le produzioni nazionali fatte in Italia, nel caso specifico legate alla produzione e al confezionamento delle divise delle Forze dell'ordine. Non può essere solo una questione di prezzo; è una questione politica. La Lega ritiene che il Governo si stia muovendo e debba muoversi con maggiore determinazione per garantire il made in Italy nelle forniture legate alle nostre Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Elementi ed iniziative di competenza in merito alla trattativa tra Exor e Tata motors per la cessione del gruppo Iveco, con particolare riferimento alle relative garanzie occupazionali e di investimento - n. 3-02109)
PRESIDENTE. L'onorevole Sottanelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonetti ed altri n. 3-02109 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro Urso, sul tema Stellantis e su tutto il settore produttivo in generale purtroppo sta combinando dei disastri, altro che politiche industriali di cui parlava prima, purtroppo. Avevamo Industria 4.0 e funzionava benissimo; ora abbiamo Transizione 5.0 e le aziende non riescono ad accedere ai benefici. Sull'Ilva non sa, purtroppo, dove mettere mano. Prima sentivo i suoi condizionali, “se” e “ma”, e quindi anche lì c'è una testimonianza di un fallimento. Aveva detto che Stellantis avrebbe prodotto nel 2025 un milione di autovetture in Italia; nei primi sei mesi ne ha prodotte 121.000. Ministro, io mi aspettavo, viste le notizie di stampa che sono uscite sulla possibile vendita di Iveco al gruppo indiano di Tata, che lei convocasse subito Elkann e, invece, la sua prima dichiarazione è stata, da Ministro, che convoca i sindacati.
Allora, la domanda è: convoca i sindacati per fare l'ennesimo funerale? Io invece penso e mi aspetto da un Ministro autorevole del Governo italiano che convochi per l'ennesima volta Elkann e dica la verità di quello che vuole fare del settore automotive di sua competenza in Italia. Da sempre Azione denuncia come la gestione di Stellantis è stata sottovalutata da questo Governo.
PRESIDENTE. Concluda.
GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Pertanto, le chiediamo quali informazioni ad oggi lei dispone e quali, soprattutto, intenzioni ha di attivarsi per tutelare l'indotto e tutti i posti di lavoro del gruppo Iveco (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Ricordo, innanzitutto, che quando fu realizzata l'operazione Stellantis eravate voi al Governo e non avevate nemmeno esercitato i poteri del golden power che in quell'occasione si potevano esercitare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
In merito alle notizie di stampa relative alla possibile cessione della quota di controllo di Iveco Group da parte della holding Exor con una contestuale acquisizione della partecipazione da parte del gruppo indiano Tata motors, desidero precisare, in primo luogo, che il Governo sta seguendo con la massima attenzione l'evolversi della vicenda, ben consapevole di quanto importante sia il settore dei veicoli commerciali e industriali e, in particolare, del ruolo che Iveco riveste per il nostro sistema Paese e per il suo rilevante impatto occupazionale.
Per questa ragione, abbiamo accolto la sollecitazione delle forze sindacali, convocando una riunione al Ministero per il 31 luglio, al fine di monitorare ogni sviluppo ed eventualmente predisporre adeguati interventi. È opportuno ricordare che Iveco Group è una società quotata, soggetta, quindi, a regole stringenti in materia di comunicazione al mercato. Abbiamo un dialogo costante e proficuo con il gruppo Iveco da sempre su vari temi e anche su questo siamo consapevoli di seguire da vicino e costantemente la vicenda. Secondo le informazioni di stampa finora disponibili, l'operazione coinvolgerebbe esclusivamente il ramo civile, mentre sarebbe esclusa la società Iveco Defence Vehicles, attiva in quella della difesa, già oggetto di uno spin-off precedente e per la quale è in corso una distinta operazione di cessione a cui partecipa anche il gruppo Leonardo.
Il Governo ha dimostrato in questi anni di avere una particolare attenzione nella tutela della nostra tecnologia, degli stabilimenti e dei livelli occupazionali, come dimostrano - lo ricorderanno gli interroganti e i parlamentari - anche la recente vicenda di Comau nella robotica, di Beko Whirlpool nel settore degli elettrodomestici, di Piaggio Aerospace nel settore aeronautico e di STMicroeletronics: tutti casi di successo. La nostra linea politica è netta, in quanto sosteniamo con convinzione investimenti esteri di qualità, purché siano tutelate la nostra tecnologia, produzione, occupazione e la filiera della componentistica. La stessa attenzione espressi al Senato dai banchi dell'opposizione quando nel 2021 si profilò la vendita dell'intera Iveco ad un gruppo cinese. Ovviamente, si tratta di condizioni del tutto diverse da quelle attuali.
Noi crediamo nello sviluppo del settore dei veicoli commerciali e industriali e per questo mi sono recato lunedì a Berlino e domani sarò a Parigi per concordare un'azione comune per quanto riguarda la normativa europea sulle emissioni di CO2, che, così come predisposta, senza riconoscere la piena neutralità tecnologica, potrebbe arrecare ulteriore e grave danno alle aziende del settore. Bisogna superare l'ideologia del Green Deal, che ha portato al collasso l'auto europea, perché gli stabilimenti automobilistici vengono chiusi in tutta Europa, con decine di migliaia di licenziamenti. Sino ad oggi noi abbiamo preservato gli stabilimenti italiani e non vi sono stati licenziamenti, mentre altrove accadevano licenziamenti collettivi e c'erano gli annunci di chiusura di interi stabilimenti. La crisi dell'auto è europea ed è dovuta alla follia del Green Deal (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che noi rimuoveremo con una visione più pragmatica, realistica e flessibile.
PRESIDENTE. Concluda.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. L'Europa deve cambiare per salvare l'industria europea e l'Italia è protagonista di questo cambiamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Benzoni, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Ministro, io vorrei ringraziarla, ma anche rassicurarla. Capisco che sia confuso, ma Azione non faceva parte delle forze di Governo al tempo di Stellantis. Forse ci confonde per altri, ma questo è quanto. Soprattutto ci stupisce, anzi ci preoccupa, il fatto che lei agisca il giorno dopo una notizia, che appare su Bloomberg e che non viene smentita, di una società quotata in Borsa, perché o questa operazione stava avvenendo senza che il Governo ne sapesse nulla - di conseguenza diventa anche realistico pensare che non conti nulla, se in un'operazione di questo livello non viene coinvolto - o, dall'altro canto, se lo sapeva, vorremmo capire - e nella sua risposta non abbiamo capito - cosa sta facendo per governarla e coordinarla.
C'era una volta il Bianconiglio, con una differenza rispetto a questo Governo: il Bianconiglio era terrorizzato di arrivare in ritardo; voi ci arrivate costantemente il giorno dopo. Ci arrivate, così, con tutto quello che abbiamo fatto. Su Stellantis non l'abbiamo mica detto noi che saremmo arrivati a un milione di autovetture. Io capisco il generale contesto del mondo, ma nel mentre non solo abbiamo perso posti di lavoro, perché non è vero quello che lei dice, ma abbiamo perso anche grandi pezzi dell'indotto, che sono stati venduti, senza garanzie occupazionali, in giro per il mondo.
Su questo ricordo che Iveco rappresenta un'eccellenza italiana, dal punto di vista dei veicoli e dal punto di vista dei bus; abbiamo già perso un pezzettino che era un'eccellenza, cioè l'antincendio. Ma oltre a quei 12.000 dipendenti che in Italia occupano gli stabilimenti di Brescia, di Suzzara, di Torino e di Atessa, c'è tutto il mondo dell'indotto. Se non abbiamo un Ministro che si preoccupa di fare una politica industriale che preservi in qualsiasi caso la tutela occupazionale e non faccia anche una politica industriale che possa garantire quella tutela occupazionale e, soprattutto, l'indotto - perché abbiamo visto cosa è successo quando Stellantis ha spostato a Parigi le decisioni dei pianali e dei fornitori, quello che è accaduto ai nostri fornitori e a tutte le piccole e medie imprese intorno a Iveco - allora sarà l'ennesima tragedia della politica industriale italiana se, appunto, il Ministero non farà questo.
La sua risposta non ci ha per nulla rassicurati, anzi ha peggiorato le nostre preoccupazioni rispetto all'incapacità di valutare e gestire processi industriali complessi, come questi sono. Quindi, la continueremo a pressare affinché - speriamo - ci possa dare garanzie su quello che vorrà fare il Governo su questa partita (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
(Iniziative per il rilancio del sistema industriale italiano - n. 3-02110)
PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Boschi ed altri n. 3-02110 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nonostante noi reputiamo deplorevole il suo comportamento da marchese del Grillo: “io so io e voi non siete un… dazio” - diciamo, per evitare che il Presidente mi rimproveri, anche se sarebbe stata una citazione -… la scorta per saltare la fila (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), la querela a Capone, il povero giornalista che ha osato definirla URSS, nonostante questi comportamenti, noi non le contestiamo questo, noi le contestiamo il suo operato da Ministro, e cioè il crollo della produzione industriale da quando lei è in azione, il proliferare dei tavoli di crisi occupazionale. Le vorrei chiedere com'è riuscito, in così poco tempo, a produrre tutti questi disastri?
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Nei primi 1.000 giorni di Governo è nettamente positivo. Proprio ieri il Fondo monetario internazionale ha evidenziato i grandi progressi dell'economia italiana, elogiando, lo dico tra virgolette, le politiche economiche solide che hanno supportato la crescita e consentito di raggiungere - lo dice il Fondo monetario internazionale - livelli record di occupazione.
Ricordo che, dall'inizio della legislatura, sono quasi 1.200.000 i nuovi occupati, in larga parte assunti con contratti a tempo indeterminato: mai accaduto prima. Nel 2024 l'inflazione è stata pari all'1,1 per cento, nettamente sotto la media europea; quando eravate voi al Governo l'inflazione era all'11,8 per cento, 10 volte di più. Questo ha consentito il recupero del potere d'acquisto delle famiglie, certificato nel 2024, che si era decurtato durante i precedenti Governi.
Nel 2024 l'Italia è stata, per la prima volta nella storia, il Paese dell'Eurozona che ha tratto più investimenti esteri greenfield: 35 miliardi di euro in Italia, contro i 25 di Francia e Germania. Complessivamente gli investimenti diretti esteri sono cresciuti del 5 per cento, in controtendenza rispetto alla dinamica europea, caratterizzata invece da una riduzione del 5 per cento. Sempre nel 2024, l'Italia ha superato Giappone e Corea del Sud piazzandosi al 4° posto nella classifica dell'export mondiale, dopo i giganti Cina, Stati Uniti e Germania. L'indice azionario, dall'inizio della legislatura, è cresciuto di oltre l'80 per cento, ritornando finalmente sui livelli del 2007. La Borsa italiana ha segnato la maggiore crescita in Europa. Lo spread ieri era pari a 84,3 punti base; al nostro insediamento lo abbiamo trovato a 236, tre volte di più. Si è ridotto di tre volte lo spread, in questi quasi tre anni.
Restano certo da affrontare problemi strutturali, come quello del caro energia e del calo della produzione industriale. Il primo è determinato da un mix energetico, su cui pesa la rinuncia alla produzione nucleare. Per questo abbiamo deciso di affrontare con responsabilità la questione in modo strutturale, aprendo la strada alla produzione in Italia di reattori nucleari di piccola dimensione, sicuri e puliti, adattabili, componibili e trasportabili in un container, particolarmente adatti al sistema dei distretti industriali italiani.
Per quanto riguarda il calo della produzione industriale, essa è imputabile, in gran parte, al settore delle auto, come dimostra il caso della Germania, che - ricordo a tutti - è il nostro principale partner industriale e commerciale internazionale; la nostra economia è legata a quella tedesca e la Germania è, da oltre due anni, in piena recessione. L'Italia resiste, reagisce, cresce. L'auto europea è in crisi ovunque, come conseguenza delle regole europee, altrimenti non sarebbe in crisi in Germania o negli altri Paesi se fosse un problema nazionale italiano. È un problema europeo, che si ripercuote anche sull'Italia. Per questo abbiamo promosso un ampio processo di riforma delle regole europee, che trova finalmente non solo il consenso del sistema industriale italiano ed europeo che ci supporta, ma anche di tante Nazioni europee. Lunedì sono stato a Berlino per questo e domani sarò a Parigi, per condividere con le altre due grandi Nazioni industriali europee una comune posizione in merito: finalmente ci danno ragione.
Per quanto riguarda i numeri sulle crisi, alla data odierna, i tavoli attivi sono 37 e interessano circa 33.000 lavoratori. In piena trasparenza, abbiamo pubblicati i dati sul sito: prima li nascondevate, anche ai giornalisti, erano misteriosi: ricordate le risposte alle interrogazioni degli anni precedenti.
PRESIDENTE. Ministro, concluda.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. I tavoli di monitoraggio sono 30 e coinvolgono circa 23.000 lavoratori. Nel 2022, vi erano invece 55 tavoli attivi, a fronte dei 37 di oggi, per un totale allora di 80.000 lavoratori diretti interessati, cioè, anche in questo caso, abbiamo migliorato nettamente. Molte crisi sono diventate opportunità di sviluppo e nessuno è rimasto indietro, perché i casi che prima citavo - da Piombino a Terni, da Piaggio Aerospace, ahimè, a Whirlpool, da Marelli di Crevalcore a tutti gli altri, compreso Beko Whirlpool -, in tutti i casi di crisi, non vi è stata mai la chiusura di uno stabilimento e mai licenziamenti collettivi: questo è il modo per tutelare la produzione e il lavoro, perché noi sappiamo cosa significa produrre, noi sappiamo cosa significa il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di replicare.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Non so se si è trattato dell'intervento di un Ministro o dell'Istituto Luce (Applausi di deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), perché questo è quello che sembrava. Sembrava Notari dell'Istituto Luce: la propaganda!
Lo dico perché, signor Ministro, quelli che ha decantato sono numeri fasulli, altro che li pubblicate in maniera trasparente. Lei è il Ministro che avrebbe dovuto contrastare il caro voli, effettivamente si viaggia gratis in questo Paese. Lei è quello del carrello tricolore, un fallimento assoluto. Lei è quello del prezzo medio dei carburanti, un fallimento assoluto. Lei è quello dell'Ilva e dei tanti proclami di cui abbiamo piena la testa. Lei è quello della crisi dell'automotive, colui che avrebbe dovuto risolvere e che invece ha enfatizzato. Lei è quello della crisi del settore delle comunicazioni, dei call center. Lei è quello della produzione industriale (che è in calo congiunturale dello 0,7 per cento, su base annua dello 0,9 per cento), di un calo dei settori farmaceutico, chimico e dei trasporti fino al 5,6 per cento. Lei è quello di Transizione 5.0, palesemente un fallimento rispetto a Industria 4.0.
Si sciacqui la bocca quando parla dei Governi precedenti (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché quelli che c'erano prima di lei hanno fatto molto meglio di lei. Lei è quello del raddoppio dei lavoratori coinvolti in tavoli di crisi da 58.026 a 105.974: ma di quali dati parla, signor Ministro?
Lei, Ministro, è colui che ha fatto crescere il prezzo del gas, colui che ha fatto crescere il prezzo della benzina e tutto questo ha danneggiato le imprese, tanto è vero che è un tema che le continuano a porre insistentemente e che lei non risolve. E ancora non abbiamo aperto il capitolo dazi: se apriremo quello, avremo sicuramente, considerato il servilismo suo e della Meloni, una condizione ancora peggiore!
Signor Ministro, lei è peggio della grandine. La grandine fa meno danni di lei, per cui credo che questo Paese potrà avere soltanto un sollievo quando lei smetterà di fare il Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative normative urgenti volte a prevedere la necessaria autorizzazione del giudice per il sequestro di dispositivi telefonici ed informatici e per l'acquisizione dei relativi contenuti, alla luce di una recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea e degli orientamenti della Corte di cassazione - n. 3-02111)
PRESIDENTE. L'onorevole Enrico Costa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02111 (Vedi l'allegato A).
ENRICO COSTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro Nordio, vogliamo sottoporle un tema al quale sappiamo che lei è molto sensibile: quello dell'interferenza con la vita privata, dell'intrusione nella vita privata, attraverso il sequestro degli smartphone.
Noi sappiamo che oggi, nello smartphone, c'è la vita di una persona: ci sono fotografie, ci sono messaggi, ci sono storie, ci sono documenti.
La Corte di giustizia dell'UE, recentemente, alla fine del 2024, ha stabilito che, per il sequestro dello smartphone, sia necessaria l'autorizzazione del giudice o di una autorità amministrativa indipendente e, per noi, non è tale il pubblico ministero.
Noi riteniamo importante un provvedimento urgente, perché allinei la nostra normativa a quella europea, perché non è pensabile che, per avere un tabulato, il pubblico ministero debba chiedere l'autorizzazione al giudice, mentre per sequestrare uno smartphone non abbia necessità di quest'autorizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie, collega. Per quanto riguarda la sentenza della Corte di giustizia europea, la Grande Chambre del 4 ottobre 2024 ha concluso - leggo testualmente - che la normativa nazionale che concede alle autorità competenti la possibilità di accedere ai dati contenuti in un telefono cellulare non è contraria alla direttiva 2016/680, quando definisce in modo sufficientemente preciso la natura o le categorie dei reati in questione, garantisce il rispetto del principio di proporzionalità, e subordina l'esercizio di tale possibilità, salvo in casi di urgenza debitamente comprovati, ad un controllo preventivo di un giudice o di un organo amministrativo indipendente.
Detto questo, sono perfettamente d'accordo con le osservazioni di massima che lei fa. In effetti, vi è una fortissima contraddizione proprio nel codice di procedura penale, perché per ottenere l'autorizzazione alle intercettazioni è necessario il provvedimento di un giudice, per sequestrare uno smartphone, dove c'è molto di più di queste intercettazioni, è sufficiente, per ora, l'autorizzazione del pubblico ministero. Lei ha detto, giustamente, un concetto già ripetuto qui più volte: dentro uno smartphone c'è la vita, ma non c'è soltanto la vita del proprietario dello smartphone, c'è anche quella altrui, perché, attraverso il sistema dell'inoltro, in uno smartphone ci sono tutti i messaggi che Tizio manda a Caio, che Caio manda a Sempronio, che Sempronio manda Martino e che, alla fine, sempre Caio recepisce.
Detto questo, le assicuro che stiamo lavorando intensamente per una congrua risoluzione rapida del problema, evitando però delle contraddizioni: quando si tocca questa materia, si rischia sempre - se lo si fa in modo disorganico e disomogeneo - di entrare in contraddizione con altre normative. È un problema squisitamente tecnico: da un punto di vista giuridico, sistematico e anche politico, le assicuro che, su questo, stiamo lavorando con la massima intensità in quella direzione.
PRESIDENTE. L'onorevole Enrico Costa ha facoltà di replicare.
ENRICO COSTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, per la risposta. Ci consenta, signor Ministro, di esprimere, comunque, una grande soddisfazione per l'approvazione, al Senato, nella giornata di ieri, della proposta di legge costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) sulla separazione delle carriere.
Colgo anche l'occasione per esprimere a lei e ai suoi collaboratori la solidarietà e la vicinanza per gli attacchi che ha ricevuto e - spero di sbagliarmi - che continuerà a ricevere, perché ha avuto il coraggio di perseverare nel portare avanti una riforma che il Paese attende da troppi anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), una riforma fortemente voluta da Forza Italia.
Tornando al tema del question time, è fondamentale evidenziare l'intromissione nella vita di una persona attraverso il sequestro dello smartphone, attraverso l'acquisizione dei dati dello smartphone e attraverso l'acquisizione delle conversazioni che sono contenute. Noi abbiamo notato questa contraddizione. Noi ci lamentiamo molto della pubblicazione delle intercettazioni, ma le intercettazioni sono comunque vagliate da un giudice. Oggi, proprio sui giornali di questi giorni, sono apparsi testi, tra virgolette, di comunicazioni captate attraverso il sequestro dello smartphone e pubblicate soltanto per effetto di un vaglio del pubblico ministero: il giudice non ha ancora toccato palla nelle inchieste che vediamo in questi giorni. Faccio l'esempio dell'inchiesta di Milano: c'è un sequestro dello smartphone, c'è una richiesta di misure cautelari; attraverso questa richiesta, quindi, la rilevanza dei contenuti, solo ed esclusivamente vagliata dal pubblico ministero, alimenta cosa? Il marketing giudiziario. L'ho detto in molti casi: c'è una violazione pesantissima dell'articolo 114 del codice di procedura penale. C'è una violazione dell'articolo 684 del codice penale e stupisce che quelle procure che indagano non intervengano anche su queste violazioni, perché il marketing giudiziario è quanto di più incivile, illiberale e arbitrario che possa esserci, perché il marketing si applica al commercio, non alla giustizia.
Durante le indagini dovrebbe esserci un riserbo istruttorio, perché quelle tesi, quelle accuse che emergono nei confronti delle persone possono essere capovolte, possono essere ribaltate e non possono essere scambiate con la vera sentenza. La vera sentenza arriverà dopo magari tre gradi di giudizio, arriverà…
PRESIDENTE. Concluda.
ENRICO COSTA (FI-PPE). …pronunciata da giudici, e non da pubblici ministeri. Quindi, riteniamo importante un provvedimento urgente in questo senso, perché ci allinea alla disciplina europea, ma soprattutto ci allinea ai principi di civiltà giuridica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Chiarimenti in relazione a recenti notizie di stampa sulla vicenda Almasri - n. 3-02112)
PRESIDENTE. L'onorevole Gianassi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02112 (Vedi l'allegato A).
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, non le chiediamo dichiarazioni in merito al procedimento che pende davanti al Tribunale dei ministri nel quale lei è indagato, perché compete al Tribunale dei ministri e non a noi. Noi le poniamo una gigantesca questione politica, dalla quale lei non può più scappare a gambe levate, come ha fatto fino ad oggi: noi chiediamo verità sul caso Almasri.
Lei si è presentato in quest'Aula e ha dichiarato che il Ministero si è potuto attivare soltanto nella giornata del 20 gennaio. Abbiamo letto, però, sui giornali, che il Ministero era già attivo dalla giornata del 19, poche ore dopo l'arresto del tagliagole libico.
Signor Ministro, o lei era a conoscenza di questi fatti, e dunque ha mentito al Parlamento, oppure la struttura che lei guida si muove senza che lei ne abbia consapevolezza. Nel primo caso, avremmo un Ministro bugiardo, nel secondo un Ministro fantoccio.
Noi le chiediamo di smettere la strada delle omissioni e delle reticenze e di dire la verità al Parlamento e agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.
CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente e grazie a lei. Allora, sul caso Almasri, dove io sono indagato, e, quindi, tenuto al segreto istruttorio, per quanto riguarda tutti gli atti di cui voi non siete a conoscenza, né potreste essere a conoscenza, e di cui non capisco come possano essere a conoscenza, sia pure in modo parziale e inesatto, certi organi di stampa - e su questo dovremmo fare un chiarimento -, ho già reso un'informativa in Parlamento in data 5 febbraio. La rileggo: una notizia informale dell'arresto veniva trasmessa via e-mail da un funzionario dell'Interpol a un dirigente del Dipartimento degli affari di giustizia alle ore 12,37 di domenica 19 gennaio 2025. Si trattava di una comunicazione assolutamente informale, di poche righe, priva dei dati identificativi del procedimento in oggetto e delle ragioni sottese. Ciò sta a significare che la notizia informale dell'arresto era giunta la domenica, ma che la relativa documentazione a supporto perveniva al Ministero soltanto lunedì 20 gennaio alle ore 12,40 dalla procura generale di Roma. Quindi, non c'è nulla di nuovo e nessuna menzogna al Parlamento.
Ripeto ancora una volta che mi stupisco che da articoli di stampa, che riportano notizie che - lo ripeto -, vere o false che siano - e su questo non mi voglio pronunciare -, dovrebbero essere segrete, nasca questa rigmarole, questa tiritera, questa petulante litania che si prosegue. Almeno per rispetto del Tribunale dei ministri, aspettiamo le sue decisioni con rispetto, aspettiamo la pubblicazione degli atti, dopodiché, venendo meno il segreto istruttorio, sarà nostro compito riferire in Parlamento, aprendo un dibattito che si concluderà secondo le norme costituzionali, se sarà necessario (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. La deputata Serracchiani, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi non le abbiamo chiesto notizie sulla vicenda giudiziaria, perché non ci compete, ma le abbiamo chiesto notizie sulla evidente responsabilità politica da cui lei non può sfuggire, perché non era un'informazione, così come lei dice, informale. Voi sapevate e avete ritenuto politicamente - questa è la responsabilità che noi le attribuiamo - di liberare un criminale, torturatore, violentatore di bambini.
Ma lei non si vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), Ministro, ad essere un Ministro che lo ha addirittura riaccompagnato a casa con il volo di Stato, quando in queste ore un Ministro della giustizia tedesco, al contrario, ha arrestato, proprio sul mandato di arresto della Corte penale internazionale, un criminale libico che aveva esattamente le stesse accuse di Almasri? Ma lei non si sente responsabile politicamente di averlo liberato?
E poi, mi scusi Ministro, ma fa un po' sorridere questa sua attenzione al segreto e questa importanza che dà al segreto, perché le vorrei ricordare che accanto a lei siede un Sottosegretario per la Giustizia che è stato condannato a 8 mesi per rivelazione di segreto d'ufficio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E allora, se l'attenzione è così tanta, dovrebbe chiedere un passo indietro proprio di quel Sottosegretario.
Poi, Ministro, noi la sollecitiamo in continuazione perché pensiamo che lei, come altre volte è accaduto - lei era quello che non voleva altri reati, era quello della depenalizzazione, era quello che non voleva le persone in carcere, e abbiamo visto che ha fatto esattamente il contrario - più volte ha cambiato idea. E allora noi insistiamo a sollecitarla, Ministro, perché noi sappiamo che lei cambia idea facilmente. Se lo ricorda, Ministro, l'appello del dicembre 1992, l'appello dei pubblici ministeri contro la separazione delle carriere? Erano 1.502 firme.
Sa chi ha firmato quell'appello, Ministro? Il PM Carlo Nordio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che era il pubblico ministero di Venezia in quegli anni. Lei ha firmato per dire che era contrario alla separazione delle carriere, esattamente la separazione delle carriere che oggi offre agli italiani e di cui è così incredibilmente convinto. Grazie, Ministro, abbiamo la speranza che cambi idea ancora una volta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VII Commissione (Cultura):
S. 1553 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2025, n. 90, recante disposizioni urgenti in materia di università e ricerca, istruzione e salute» (approvato dal Senato) (2526) - Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 28 luglio 2025, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguentemente adeguato.
A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,30. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 17,35.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 (Doc. VIII, n. 5); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025 (Doc. VIII, n. 6).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025.
Avverto che l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/50 Pastorino è stato ritirato dal presentatore.
Ricordo che, nella seduta del 18 luglio, dopo la relazione del Questore, onorevole Paolo Trancassini, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.
(Repliche - Doc. VIII, n. 5 e Doc. VIII, n. 6)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Questore della Camera, Paolo Trancassini.
PAOLO TRANCASSINI, Questore. Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. Innanzitutto, volevo ringraziare tutto il personale della Camera, il Segretario generale, tutti coloro che, insomma, hanno accompagnato non solo l'elaborazione di questi due documenti, ma anche tutto il lavoro dell'anno passato, sempre con molta attenzione e con grande capacità.
Poi volevo ringraziare tutti i gruppi, tutti i colleghi, perché nella discussione generale - al di là di alcune censure alle quali cercherò di replicare brevemente - tutti coloro che sono intervenuti hanno dato atto che abbiamo presentato un ottimo rendiconto, che abbiamo dimostrato che si possono ottimizzare le spese. Abbiamo dimostrato che si possono fare i lavori e contemporaneamente risparmiare. Insomma, diciamo, che tutti hanno apprezzato il risultato contabile. Questo ci permetterà di ripartire, ancora di più, verso tutti quei lavori che necessitano alla Camera.
Perché quando siamo arrivati, quando ci siamo insediati, per la verità, c'era una mentalità un po' diversa, cioè c'era l'ostracismo nei confronti delle manutenzioni straordinarie e non si guardavano con favore le assunzioni che servivano a questa struttura. Insomma, c'era ancora molta distanza fra la consapevolezza dell'importanza del luogo in cui ci troviamo, rispetto a quello che esso realmente è.
Però, con la forza della politica, della dialettica, ma anche con la forza di tutte quelle persone che fanno visita alla Camera… perché molto spesso abbiamo richiamato questo aspetto nel Collegio dei questori, cioè che, indipendentemente dall'appartenenza politica e indipendentemente dal credo politico, quando la gente arriva alla Camera, vuoi per la “domenica a porte aperte” o per accompagnare i ragazzi, siano essi bambini, ragazzi, adulti o anche semplici accompagnatori, arrivano e rimangono affascinati da questo luogo, che racconta la storia bellissima della nostra Repubblica, che incarna benissimo il suo ruolo. Insomma, questi occhi e questa gente ci hanno sempre comunque richiamato all'obbligo di manutenere questo Palazzo e farlo essere sempre all'altezza della storia che racconta e della storia che dovrà ancora raccontare.
Entrando nel merito delle critiche, degli interventi che sono stati fatti, il collega Della Vedova, al termine dei complimenti rispetto al risultato contabile, ha sottolineato, nuovamente, il vulnus - uso il suo termine - della CD-Servizi, definendola un colpo di mano.
Io non entro nel merito, perché siamo distanti sull'opinione che abbiamo della CD-Servizi - ci siamo detti tante cose, tante ce ne diremo ancora - però, ecco, volevo sottolineare che non è stato proprio un colpo di mano e a me dispiace che sia stata una decisione presa a maggioranza. Ma i colpi di mano, a casa mia, si fanno quando la maggioranza si alza, fa una proposta, la mette ai voti e la porta a casa.
In realtà la storia di CD-Servizi parte da lontano. Il 2 agosto 2023 noi proponiamo un ordine del giorno. Ricordo sia al collega Della Vedova sia al collega De Maria, che ha fatto anche lui una critica su questo aspetto, che la mediazione che ci veniva proposta era quella di togliere la possibilità di ricorrere anche a una società in house. Cioè, ci si chiedeva di escludere subito quello che, secondo noi, poteva essere un epilogo della volontà di migliorare i servizi all'interno della Camera e anche la situazione dei dipendenti. Fallì quel primo tentativo di ritrovarsi insieme, proprio perché ci venne chiesto - e questo è agli atti - di togliere l'eventualità della società in house. E dal 2 agosto 2023 dobbiamo andare al 21 settembre, perché, su richiesta legittima delle opposizioni, in Ufficio di Presidenza, noi diamo incarico a Ernst & Young di approfondire la possibilità, prima, di migliorare la situazione dei dipendenti, senza ricorrere a società in house. Arriva il primo studio che ci dice che non è possibile - anche questo è agli atti - e poi arriva l'ultimo studio che ci dice che questa cosa è possibile, ci fotografa una situazione, che - e siamo arrivati al 26 marzo 2024 - noi portiamo in Ufficio di Presidenza per cominciare a discuterne e arrivare al 1° settembre 2024, appunto, a varare la società in house.
Quindi, va bene tutto, è legittimo tutto, però non si è trattato di un colpo di mano. In realtà, abbiamo cercato di trovare un punto di mediazione dal 1° agosto 2023 fino al 1° settembre 2024. Non ci siamo riusciti, e poi la storia di come è andata a finire la conoscete tutti.
Anche rispetto alla censura ricorrente dei distacchi - per cui nella società in house ci sono delle persone distaccate dalla Camera e, quindi, noi paghiamo delle persone che si occupano di un lavoro che vengono contabilizzate alla Camera, mentre, invece, andrebbero contabilizzate alla società in house - anche qua, ripeto una cosa che sapete tutti, cioè che la Camera ha “n” distaccati dappertutto. Ma la verità, collega Della Vedova, è che lei oggi lo sa.
Oggi, grazie a questa operazione, lei sa chi fa cosa; ieri non lo sapeva. Perché ieri, fino a che non è nata la società in house, noi avevamo un grande numero di persone che svolgevano dei lavori per conto delle cooperative. Erano funzionari e dirigenti che accompagnavano la cooperativa sia se doveva svolgere il lavoro della ristorazione sia se doveva svolgere il lavoro delle pulizie e via dicendo; solo che questo non compariva da nessuna parte. Ma sa perché non compariva? Perché non si può fare. Semplicemente perché non si può fare. Perché se uno vince una gara d'appalto, deve fare quel servizio dalla A alla Z: non può prendere il dirigente in prestito senza pagarselo. Quindi, è esattamente il contrario di come questa storia, almeno a mio modesto avviso, viene raccontata.
Un passaggio che raccolgo, una critica che ha fatto il collega De Maria, che ovviamente non c'entra nulla con questo, ma è uno sfogo che ci sta, ci mancherebbe - poi devo dire che su questo argomento ho un'ampia casistica nella passata legislatura - è che è stato detto che comunque il Parlamento è completamente esautorato. Mi lasci dire che la mia esperienza riguardo all'approvazione del PNRR - per cui noi abbiamo portato il PNRR in Aula, l'abbiamo discusso in un'ora, in Commissione proprio non l'abbiamo visto e ne abbiamo discusso per un'ora senza avere nessuna possibilità - mi convince che questo è sicuramente un tema, ma è un tema che credo le forze politiche dovrebbero affrontare tutte quante insieme.
Rispetto all'intervento della collega Sportiello, che sottolinea l'importanza della trasparenza e ci fa un richiamo alla trasparenza, io dico che siamo talmente sensibili alla trasparenza che siamo stati noi ad approvare, il 1° luglio scorso, il codice della trasparenza della Camera. Perché prima non c'era, c'era una serie di norme sparse qua e là, e non si sapeva esattamente chi le dovesse applicare; poi, abbiamo approvato all'unanimità con tutto il Collegio, appunto, il codice della trasparenza.
Poi è stato evidenziato il problema e il tema delle sanzioni. Questo mi fa particolarmente piacere, perché mi permette di spiegare per chi non lo sa - credo che lo sappiano tutti o almeno tutti dovrebbero saperlo - che le sanzioni vengono erogate dall'Ufficio di Presidenza. L'Ufficio di Presidenza è un ufficio nel quale sono presenti tutte le forze politiche, dove non c'è una smaccata superiorità del centrodestra proprio per la parcellizzazione dei gruppi e le discussioni sulle sanzioni sono molto spesso complicate, lunghe e necessitano di una lunga istruttoria, che viene fatta con immagini, riferimenti al passato, eccetera.
Cioè, per dirla, non è un passaggio superficiale, nel quale magari il Questore Trancassini si mette d'accordo con il Questore Benvenuto e prende e sanziona Tizio, anziché Caio, rispetto a Sempronio, anche se poi abbiamo accolto l'ordine del giorno che ci invita a ricercare una maggiore oggettività. Questo è nell'interesse dei Questori di oggi e dei Questori di domani, perché è certo che, se c'è maggiore oggettività, è più semplice. Anche se io penso che sia difficile codificare tutto e la storia recente ci insegna che un gesto noi lo abbiamo sanzionato indipendentemente dalla violenza, ma perché evocava una precedente e clamorosa violenza.
Poi sono stati fatti due passaggi. Noi ci siamo opposti ai vitalizi, abbiamo difeso l'introduzione dei vitalizi e abbiamo difeso l'aumento degli stipendi. Allora, a casa mia ci si oppone a una proposta. Anzi, il termine “opposizione” è un termine forte: vuole dire che bisogna mettere in campo tanta forza per resistere alla proposta o all'angheria o alla violenza, quasi, con cui viene fatta questa proposta. Peccato che non c'è traccia. Io capisco che la fallimentare stagione di Governo costringa un movimento politico a riavvolgere il nastro, ritornare al passato e cercare di riscrivere quella storia che prima funzionava.
Però, aspettate che uno ve le faccia le proposte. Quando ci saranno le proposte per il ripristino dei vitalizi o le proposte per aumentare gli stipendi dei parlamentari, sicuramente la vostra forza politica, come tante altre, si opporranno. Ad oggi non c'è questa proposta. Ad oggi, grazie a questo Collegio, gli stipendi dei parlamentari - capisco di dire una cosa non popolare da un punto di vista proprio istintivo - rimarranno fermi fino a tutto il 2027. Quindi, il tema dell'aumento degli stipendi non è nel 2025, non è nel 2026, non è nemmeno nel 2027 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti).
Ma vedete - e concludo, Presidente, questa mia breve replica - la verità è che noi abbiamo dimostrato che si può fare. Si possono fare assunzioni, si possono fare interventi migliorativi e si può mettere mano alla chiostrina qui fuori, con una spesa importante, per dare dignità alle quattro facciate che ci sono. Si possono spendere i soldi per assumere tutti quei dipendenti di cui ha necessità questa Camera. E, mentre si fa questo, se si ottimizza la risorsa e se si fa attenzione agli sprechi, arrivi alla fine che hai 50 milioni di risparmio. Perché le due cose non si escludono l'una con l'altra.
La vera sfida, quella che ognuno di noi fa a casa propria, è l'ottimizzazione delle risorse, non è il taglio sistematico. La prova provata di tutto questo - e concludo, Presidente - è che, quando uno si incarta nella logica del “no”, prende per “no” tutto quello che giudica una spesa, e quindi è sottoposto non alla verifica della procedura, non alla verifica di quello che sta facendo, ma solo e soltanto a dire “no” ad una eventuale innovazione, il 1° luglio il Collegio dei questori ha approvato una delibera con la quale ci stacchiamo da AMA, perché facciamo la raccolta e facciamo lo smistamento dei rifiuti in proprio, con una ditta.
Questa Camera, dal 1° gennaio 2026, passerà da una spesa di AMA di 500.000 euro ad una spesa di 70.000 euro, con un risparmio secco di 430.000 euro, ma la delibera è passata a maggioranza, con il voto contrario del MoVimento 5 Stelle. Ho finito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Esame degli ordini del giorno - Doc. VIII, n. 6)
PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/43 Alfonso Colucci, volto a invitare l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori, nell'ambito delle rispettive competenze, a valutare la possibilità di individuare le modalità della più ampia trasparenza delle spese connesse al funzionamento della Commissione di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria COVID-19 e di vigilare sulla corretta applicazione dei limiti di spesa della medesima Commissione previsti dalla relativa legge istitutiva.
Si tratta infatti di attività che, anche nel rispetto dell'autonomia costituzionale di cui godono le Commissioni d'inchiesta nel nostro ordinamento, esulano dalle competenze dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori e la cui previsione e disciplina non possono che trovare la sede propria nella legge istitutiva della Commissione o nel suo Regolamento interno.
Preciso inoltre che, come univocamente chiarito dalla Presidenza della Camera nella seduta del 24 luglio 2008, alla procedura di esame degli ordini del giorno riferiti al bilancio interno non trovano applicazione le norme contenute nell'articolo 88 del Regolamento, che si riferisce unicamente al procedimento legislativo, bensì una disciplina consolidatasi in una prassi di molte legislature.
Detto questo, se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, do la parola al Questore, l'onorevole Alessandro Benvenuto, per esprimere i relativi pareri.
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito degli ordini del giorno, desidero svolgere alcune precisazioni a nome del Collegio dei questori. Ricordo che, sulla base della prassi ormai consolidata, tutti gli ordini del giorno devono intendersi quale invito rivolto al Collegio dei questori o all'Ufficio di Presidenza a valutare l'opportunità di operare nel senso indicato dai rispettivi dispositivi. Preciso, inoltre, che il giudizio formulato in merito agli ordini del giorno ha riguardo esclusivamente alle parti dispositive.
Per quanto attiene alle parti motive, anche in questo caso, sulla base di una prassi consolidata, il Collegio non proporrà alcuna riformulazione per ragioni di economia procedurale, senza che ciò comporti adesione o meno alle affermazioni ivi contenute. Alle premesse il Collegio farà riferimento esclusivamente nei casi in cui lo ritenga funzionale ad una più compiuta argomentazione delle motivazioni poste a base dei pareri formulati. Resta inteso che, ove le riformulazioni proposte non siano accolte dai presentatori degli ordini del giorno, si intenderà che il parere sugli stessi è contrario. Quindi, possiamo iniziare con gli ordini del giorno.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/1 Maccanti è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/2 Ascani è accolto in quanto le attività oggetto dell'ordine del giorno si collocano nell'ambito di un vasto programma di iniziative delineato dalla Presidenza della Camera in vista della celebrazione della ricorrenza degli 80 anni dall'esito del referendum istituzionale e dall'elezione dell'Assemblea Costituente. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/3 Schullian è accolto, nel senso che a tale rivisitazione si procederà previo confronto con i gruppi parlamentari.
Anticipo che gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/10 De Maria, n. 9/Doc. VIII, n. 6/11 Vaccari, n. 9/Doc. VIII, n. 6/57 Mari e n. 9/Doc. VIII, n. 6/68 Cavandoli, vertenti su analogo oggetto, sono accolti con la riformulazione degli impegni in termini identici al dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/3 Schullian e con la medesima precisazione.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Dell'Olio è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/5 Alessandro Colucci è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, in esito alle iniziative di competenza della Giunta per il Regolamento, volte tra l'altro a modificare le disposizioni regolamentari sulla ripartizione del contributo in favore dei gruppi, a rivedere la disciplina attuativa, tenendo conto delle esigenze di funzionamento comuni a tutti i gruppi, a prescindere dalla loro consistenza numerica”. La riformulazione è identica anche per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/54 Zanella.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/6 Rampelli è accolto con la seguente riformulazione: “a confermare gli indirizzi già formulati nei confronti di CD-Servizi Spa al fine di adottare misure di miglioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti previo confronto con le organizzazioni sindacali in un quadro di sostenibilità finanziaria valutando in particolar modo la possibilità di un'estensione ulteriore del parametro orario e dei rapporti di lavoro a tempo pieno”.
La riformulazione è identica anche per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/75 Rampelli.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/7 Mule' è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/8 Rampelli è accolto aggiungendo infine la seguente riformulazione: “anche al fine di favorire un progressivo aumento del parametro orario e del tempo pieno dei lavoratori”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/9 Vaccari è accolto con la seguente riformulazione: “assumere iniziative volte a favorire la formazione professionale dei dipendenti dei gruppi parlamentari nell'utilizzo di tecnologie che facciano uso di intelligenza artificiale, anche di tipo generativo”.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/10 De Maria e n. 9/Doc. VIII e n. 6/11 Vaccari sono accolti e riformulati con il medesimo dispositivo e la medesima precisazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/3 Schullian.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/12 De Maria è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di avviare un'istruttoria che, sulla base dell'esperienza maturata nel primo anno di nuova modalità di gestione del servizio di ristorazione, consenta agli organi di direzione politica una rivisitazione generale della disciplina di accesso alle strutture di ristorazione e, quindi, anche ai palazzi della Camera, prendendo in considerazione in tale ambito la possibilità di introdurre misure ampliative per quanto concerne il personale dei gruppi parlamentari”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/13 De Maria è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di avviare un'istruttoria che, sulla base dell'esperienza maturata nel primo anno di nuova modalità di gestione del servizio di ristorazione, consenta agli organi di direzione politica una rivisitazione generale della disciplina di accesso alle strutture di ristorazione e, quindi, anche ai palazzi della Camera, prendendo in considerazione in tale ambito la possibilità di introdurre misure ampliative per quanto concerne il personale dei gruppi parlamentari, anche attraverso l'individuazione di nuovi spazi”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/14 Vaccari è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/15 Vaccari è accolto con la seguente riformulazione: “a continuare l'istruttoria volta all'individuazione di una nuova sala delle conferenze stampa e parallelamente dotare l'aula dei gruppi e la sala del Mappamondo delle dotazioni necessarie all'organizzazione di conferenze stampa e di dotare di nuove attrezzature l'attuale sala delle conferenze stampa. Con riferimento al ripristino dell'utilizzo della sala delle conferenze stampa nei giorni di lunedì e venerdì, avviare un'istruttoria per una rivisitazione della disciplina”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/16 Casu è accolto, nel senso che continuerà ad essere somministrato al personale di futura assunzione il questionario volto alla raccolta di dati ed elementi conoscitivi utili al monitoraggio sull'utilizzo di mezzi di spostamento casa-lavoro e all'adozione di progetti relativi alla mobilità; continuerà ad essere presentata, con cadenza annuale, una relazione al Collegio dei questori sul complesso delle iniziative intraprese per favorire la mobilità sostenibile degli utenti delle sedi della Camera.
Il medesimo parere è previsto per gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/29 Iaria e n. 9/Doc. VIII, n. 6/55 Zaratti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/17 Della Vedova è accolto.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/18 Riccardo Ricciardi, n. 9/Doc. VIII, n. 6/19 Torto, n. 9/Doc. VIII, n. 6/20 Ilaria Fontana e n. 9/Doc. VIII, n. 6/21 Pavanelli sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/22 Donno è accolto nel senso di attendere l'esito della conclusione del terzo procedimento di modifica del Regolamento della Camera in corso presso la Giunta per il Regolamento, che ha ad oggetto anche una possibile revisione dell'articolo 60 e successivamente rivalutare gli interventi in ordine all'applicazione della nuova disciplina.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/23 Caramiello è accolto, come anche l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/70 Rizzetto, vertente sul medesimo oggetto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/24 Bruno è accolto con riferimento al primo impegno; con riferimento al secondo impegno è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare con riferimento alle predette iniziative culturali l'opportunità di garantire, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e del merito, la massima presenza di studenti al fine di sensibilizzare le giovani generazioni al rispetto delle diversità, della disabilità e della marginalità”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/25 D'Orso è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/26 Sportiello è accolto, nel senso di prevedere l'impegno di individuare nuovi spazi da adibire all'allattamento presso le sedi della Camera dei deputati.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/27 L'Abbate è accolto in quanto già attuato.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/28 Pavanelli è accolto.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/29 Iaria il parere è identico all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/16 Casu.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/30 Pavanelli è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di un'estensione del perimetro di copertura per la connettività dei dispositivi mobili personali dei deputati alle stampanti installate nelle aree comuni”.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/31 Alifano e n. 9/Doc. VIII, n. 6/32 Francesco Silvestri sono accolti.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Pellegrini, n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Sportiello e n. 9/Doc. VIII, n. 6/35 Sportiello sono accolti nel senso di favorire e supportare attraverso le strutture amministrative le iniziative che i gruppi e i singoli parlamentari intendono intraprendere su questo tema.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/36 Ascari è accolto con la seguente riformulazione: “a svolgere una verifica sulla fattibilità della iniziativa illustrata nell'ordine del giorno sia in ordine alla normativa vigente in materia, sia sotto il profilo dell'accesso nelle sedi della Camera dei deputati di soggetti esterni”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/37 Giuliano è accolto, in quanto coerente con le iniziative già intraprese.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/38 Giuliano è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/39 Francesco Silvestri è accolto nel senso di avviare un'istruttoria che tenga conto: dell'esito dell'esame parlamentare delle proposte di legge in materia di rappresentanza di interessi attualmente in fase avanzata di istruttoria presso la I Commissione (Affari costituzionali); delle proposte formulate dal Comitato consultivo sulla condotta dei deputati volte ad introdurre la disciplina attuativa di alcune disposizioni del codice di condotta.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/40 Morfino è accolto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/41 Sergio Costa è accolto nel senso di proseguire, sviluppare e integrare le iniziative già in essere.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/42 Pavanelli è accolto nel senso di rimettere al Comitato per la sicurezza la valutazione in ordine ad una rivisitazione della disciplina per meglio contemperare l'esigenza di supporto funzionale, connessa al ruolo dei collaboratori rispetto all'esercizio del mandato parlamentare nell'ambito di una complessiva analisi volta anche a una semplificazione e razionalizzazione del tipo di accesso.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/44 Simiani è accolto nel senso di avviare sulla questione un'approfondita istruttoria volta a verificare tutti gli aspetti di carattere giuridico, fiscale ed economico coinvolti.
Identico parere è proposto sugli identici ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/48 Pastorino, n. 9/Doc. VIII, n. 6/52 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 6/53 Quartapelle Procopio, n. 9/Doc. VIII, n. 6/60 Zaratti, n. 9/Doc. VIII, n. 6/63 Onori e n. 9/Doc. VIII, n. 6/72 Magi.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/45 Gadda e n. 9/Doc. VIII, n. 6/46 Del Barba sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/47 Pastorino è accolto con la seguente riformulazione: “ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione della professionalità dei collaboratori: con riferimento all'impegno relativo all'integrazione della scheda personale dei deputati accolto; con riferimento alla individuazione di una postazione informatica dedicata e autonoma rispetto a quella del deputato, accolto compatibilmente con la verifica della disponibilità degli spazi; con riferimento all'impegno a proseguire nell'approfondimento della posizione economica dei collaboratori dei deputati e delle relative misure finanziarie secondo linee di sostenibilità e semplificazione: accolto, nel senso di avviare un'istruttoria sulla materia all'esito del monitoraggio sugli effetti derivanti dall'applicazione della nuova disciplina introdotta ad inizio della legislatura; con riferimento al regime di circolazione accolto, con la medesima riformulazione indicata nel parere sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/42 Pavanelli; con riferimento alla compilazione di una raccolta ordinata delle disposizioni relative alla disciplina dei collaboratori parlamentari accolto, in quanto già attuato”.
Identica formulazione è proposta per gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/49 Pastorino, n. 9/Doc. VIII, n. 6/61 Zaratti, n. 9/Doc. VIII, n. 6/71 Magi e n. 9/Doc. VIII, n. 6/74 Pastorella.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/48 Pastorino, si rinvia, come detto, al parere formulato sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/44 Simiani.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/49 Pastorino è accolto con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/47 Pastorino.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/51 Mollicone è accolto con la seguente riformulazione: “a promuovere le celebrazioni per i 100 anni del conto deposito dei prestiti museali presso la Camera dei deputati, anche attraverso mostre temporanee che consentano l'esposizione delle predette opere nelle sedi della Camera in concomitanza di iniziative di apertura ai cittadini e di anniversari istituzionali; a rafforzare la comunicazione delle mostre ospitate dalla Camera dei deputati anche tramite un rafforzamento della collaborazione col Ministero della Cultura, inserendone la pubblicità nel sistema di Musei Italiani, e con Roma Capitale, nonché a valorizzare il ruolo dello spettacolo dal vivo”.
Sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/52 Ubaldo Pagano e n. 9/Doc. VIII, n. 6/53 Quartapelle Procopio il parere è identico a quello dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/44 Simiani.
Per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/54 Zanella si rinvia al parere sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/5 Alessandro Colucci.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/55 Zaratti il parere è il medesimo dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/16 Casu.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/56 Dori è accolto.
L'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 6/57 Mari è accolto e riformulato con il medesimo dispositivo e la medesima precisazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/3 Schullian.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/58 Mari è accolto con l'identica riformulazione proposta nell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/12 De Maria.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/59 Zanella è accolto nel senso di avviare un'istruttoria per valutare la compatibilità del sistema attualmente disponibile per la prenotazione della sala stampa anche per la prenotazione delle altre sale destinate ad ospitare eventi, tenuto conto delle differenze derivanti dalla circostanza che le medesime non sono utilizzate solo dai gruppi parlamentari ma anche per ospitare iniziative istituzionali di rilievo ed eventi promossi da altri soggetti.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/60 Zaratti si propone l'identico parere espresso sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/44 Simiani.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/61 Zaratti il parere è identico a quello espresso sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/47 Pastorino.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/62 Della Vedova è accolto previa istruttoria relativa alla quantificazione dei relativi oneri finanziari.
Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/63 Onori si propone l'identico parere espresso sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/44 Simiani.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/65 Cavandoli è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative idonee a mettere a disposizione di ciascun deputato il dettaglio delle spese per consumazioni effettuate nelle strutture di ristorazione della Camera”.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/66 Cavandoli è accolto considerando che è prevista la possibilità di assegnare una casella di posta elettronica certificata al deputato che ne faccia formale richiesta nell'ambito del dominio certcamera.it istituito sulla piattaforma di Poste Italiane.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/67 Pretto è accolto, nel senso di prevedere lo svolgimento di un'istruttoria complessiva relativa allo stato di occupazione e di utilizzo degli spazi assegnati, anche al fine di valutare la definizione di nuovi criteri da applicare a partire dalla XX legislatura.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/68 Cavandoli è accolto e riformulato con il medesimo dispositivo e la medesima precisazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/3 Schullian.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/69 Urzi' e n. 9/Doc. VIII, n. 6/70 Rizzetto sono accolti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/71 Magi è accolto con il medesimo parere proposto per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/47 Pastorino.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/72 Magi è accolto con il medesimo parere proposto per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/44 Simiani.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/73 Ruffino è accolto con la seguente riformulazione: “ad assumere tutte le iniziative utili per l'individuazione, la rilevazione, la valorizzazione e la piena pubblicità di indici e misure che, in rapporto all'attività amministrativa della Camera, risultino significativi ai fini della valutazione della parità di genere”.
Per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/74 Pastorella è proposto il medesimo parere dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/47 Pastorino.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/75 Rampelli è accolto con la riformulazione già illustrata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/6 Rampelli.
Preciso che gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/18 Riccardo Ricciardi e n. 9/Doc. VIII, n. 6/19 Torto sono stati approvati in Ufficio di Presidenza con la seguente aggiunta: “in quanto già attuato come altri”.
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/1 Maccanti e n. 9/Doc. VIII, n. 6/2 Ascani sono stati accolti, dunque proseguiamo.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/3 Schullian è stato accolto con riformulazione. Accetta? Bene. Chiedo scusa, chiede di votarlo? No, perfetto. Allora andiamo avanti. Perdonatemi, devo prendere dimestichezza.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/4 Dell'Olio è accolto, dunque andiamo avanti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/5 Alessandro Colucci è accolto con riformulazione. Accetta? Bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/6 Rampelli, accolto con riformulazione: accetta. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/7 Mule' è accolto, dunque andiamo avanti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/8 Rampelli è accolto con riformulazione. Accetta la riformulazione? Perfetto, andiamo avanti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/9 Vaccari è accolto con riformulazione: perfetto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/10 De Maria è accolto con riformulazione: accetta.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/11 Vaccari è accolto con riformulazione: accetta.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/12 De Maria è accolto con riformulazione: accetta.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/13 De Maria è accolto con riformulazione: andiamo avanti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/14 Vaccari è accolto: andiamo avanti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/15 Vaccari è accolto con riformulazione: andiamo avanti.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/16 Casu? Accetta? Lo accettiamo.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/17 Della Vedova è accolto, dunque procediamo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/18 Riccardo Ricciardi, accolto. Chiede di intervenire? Prego, onorevole Ricciardi. Chiedo scusa, onorevole Ricciardi, chiede di votare? Perfetto, prego.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno chiede un impegno a tutta l'Aula solennemente, pubblicamente: di mantenere l'impegno rispetto alla disciplina dei vitalizi. Qualcuno dirà: eh vabbè, ma non vi preoccupate, state tranquilli, è già così. No, signori, non funziona così la faccenda perché, Questore Trancassini, lei non può dire, quando si parla di sanzioni, “noi ragioniamo in maniera collegiale” e poi, quando deve rivendicare dei risultati, dice “li abbiamo votati a maggioranza”. Noi siamo in organi e in collegi dove abbiamo la certezza che, se non ci fosse il MoVimento 5 Stelle, voi reintrodurreste tutto quello che abbiamo smantellato (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi per favore…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …e la certezza…
PRESIDENTE. Eh lo so, però vi prego…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …e la certezza…
PRESIDENTE. …potete intervenire dopo l'intervento del collega Ricciardi…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …e la certezza dipende dal fatto, caro Questore, che noi non ce lo siamo inventati l'ordine del giorno depositato dal Vicepresidente (Commenti)…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …della Camera di Fratelli d'Italia, Rampelli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che chiedeva di superare eccessive differenziazioni nella disciplina di istituti comuni ai due rami del Parlamento e nelle premesse relative allo status dei parlamentari, ovvero aumentare gli stipendi dei deputati e portarli a livello di quelli dei senatori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Lei ha detto che non c'è traccia. Non c'è traccia di questo, Trancassini? Cioè non esiste, lei sta dicendo che non esiste, ce lo siamo inventati: ordine del giorno n. 77 Rampelli! O forse lo avete fatto ritirare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per la vergogna, però ci provate sempre. Ci avete provato con i pedaggi delle autostrade e poi ritirate; ci avete provato con il fatto di non fare venire Ministri e Sottosegretari il venerdì mattina e poi ritirate.
E allora non ci venite a dire che era un'iniziativa personale, perché quando interviene un Vicepresidente della Camera vuol dire che c'è una linea di partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e vuol dire che è direttamente coinvolta anche Giorgia Meloni in questo tentativo di “porcata” che è stato fermato solo grazie alla presenza del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). … e voi potete ridere quanto volete, e ci volete cancellare, ma noi resteremo qua e abbiamo la certezza che, se domani dovessimo, non so, esaudire i vostri desideri e non essere più qua, reintrodurreste tutti i privilegi (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), tutti, uno per uno.
Ed io ringrazio i componenti nostri negli Uffici di Presidenza, dal Questore ai Segretari d'Aula, al Vicepresidente della Camera, che evitano quotidianamente queste schifezze ai danni dei cittadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Colleghi, se nessun altro intende intervenire… allora ha chiesto di parlare l'onorevole Orsini e poi l'onorevole Mule'.
ANDREA ORSINI (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Premesso che mi esprimo a titolo rigorosamente personale e quanto sto per dire non impegna i colleghi del gruppo di Forza Italia, il Collegio dei questori ha deciso di accogliere quest'ordine del giorno e il successivo, e naturalmente questa è una libera facoltà del Collegio dei questori di regolarsi come meglio crede.
Però, ad uso del resoconto, voglio che sia chiaro che io sono contrarissimo a questa forma di svilimento della dignità parlamentare (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che è nata da quella pessima delibera dell'Ufficio di Presidenza voluta dal Presidente Fico e dai 5 Stelle, i quali continuano in quella loro attività di denigrazione del Parlamento (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), del ruolo dei parlamentari, della dignità dei parlamentari, visti come approfittatori, come gente che sta qua a rubare stipendi immeritati, eccetera. La peggiore demagogia antiparlamentare è stata ripresa poco fa nell'intervento del collega che è intervenuto, ma è nella loro visione del loro ruolo nel Parlamento.
Io a tutto ciò sono contrarissimo, e quindi desidero esprimere la mia netta e rigorosa contrarietà a questo tipo di ordine del giorno, a questo tipo di formulazione, e l'auspicio che, almeno per le vie giurisdizionali dei ricorsi, queste modifiche si abbiano a revocare il più presto possibile (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Per amore di verità, devo precisare che è stato accolto dall'Ufficio di Presidenza e non dal Collegio dei questori, ma solo per amore di verità. Presidente Mule', prego.
GIORGIO MULE' (FI-PPE). Grazie, Presidente. Dunque, sì, è stato accolto dall'Ufficio di Presidenza con la nota che è accolto in quanto già attuato. Quindi esprimo la dichiarazione di voto assolutamente a titolo personale, perché io non voterò, non parteciperò al voto, perché repetita iuvant, ma anche meno. Perché essere soggetti a questo giogo per cui da questa parte si vuole che ci siano coloro che vogliono spendere soldi, vogliono spandere, mentre da questo lato ci sono i puri, anche no, Presidente.
Anche perché le premesse di quest'ordine del giorno sono di una bassezza assoluta, laddove si tira in ballo l'Ucraina, si tirano in ballo gli effetti devastanti di una pandemia e quelli collegati a un conflitto in corso in Ucraina - parliamo di vitalizi - che non accenna a placarsi. Vorrei segnalare all'Aula che in Ucraina ci si difende non grazie a voi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati del gruppo Misto), che avete detto “no” all'invio anche di materiale.
Dell'Ucraina voi non avete diritto di parlare, perché avete deciso di non difenderla, negando il vostro voto ogni qualvolta abbiamo chiesto di assistere quelli che soffrono e muoiono, perché voi non avete mai…
PRESIDENTE. Si rivolga sempre a me.
GIORGIO MULE' (FI-PPE). …dato il vostro parere favorevole. Dunque non può esserci…
PRESIDENTE. Presidente, si rivolga sempre a me. Parli con me, la prego.
GIORGIO MULE' (FI-PPE). Sì, sì, ma io guardo lei. Come dire, li indico, li indico, li indico alla pubblica vergogna. E li continuo a indicare, perché tirare fuori l'Ucraina è vergognoso (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati del gruppo Misto - Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dove ci sono i bambini uccisi, le donne uccise.
E a loro, guardando lei, dico che non hanno alcun diritto di pronunciare quella parola e di dire “vergogna”, mentre lei li lascia continuare a dire “vergogna”, mentre lei continua a permettere di dire a chi parla cose che non dovrebbero essere dette, ma questo attiene alla sua conduzione dell'Aula, e vorrei continuare nel mio intervento.
Se manca una proposta di modifica, l'Aula non si esprime. Cioè, noi siamo chiamati ad esprimerci su qualcosa che è già attuato. Cioè, noi stiamo qui a calare la testa a una parte politica di questo emiciclo per la paura che lì fuori poi loro si vendano il fatto che noi, guarda un po' qui, diamo invece adito a spendere soldi. Per questo motivo, essendo già attuato… quest'Aula parlamentare modifica le leggi, interviene con emendamenti, dà atti di indirizzo su cose che devono succedere. Siccome nella testa del mago Otelma, che è capace di leggere i pensieri altrui, io non ci voglio entrare, loro non possono permettersi di pensare ciò che ancora non è accaduto.
Appartiene a qualcuno che sta lassù, e grazie a Dio non ci stanno loro. Quindi non partecipo al voto e dichiaro comunque che si tratta di una procedura che va contro l'economicità, visto che vi piace tanto la parola, delle Aule parlamentari, e per questo non partecipo al voto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donno (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, ascoltiamo, per favore.
LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, è bastato che lei annunciasse il mio intervento e i colleghi già si stanno agitando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Prima fatemi parlare, poi magari potete fare gli applausi. Presidente, io non volevo intervenire (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), però poi, dopo l'intervento del capogruppo…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi.
LEONARDO DONNO (M5S). …dopo l'intervento del nostro capogruppo Ricciardi, abbiamo visto la necessità, ancor di più è palese, di quest'ordine del giorno, della necessità di presentare, appunto, quest'ordine del giorno. Perché il collega Orsini e anche Mule' sono intervenuti proprio per manifestare quello che diciamo noi: che, se non ci fosse stato l'interessamento del MoVimento 5 Stelle con la presentazione di quest'ordine del giorno, se non ci fosse stata immediatamente la denuncia da parte del MoVimento 5 Stelle a smascherare la “porcata” (Il deputato Caiata: “Ma cosa dici!”) portata avanti da Rampelli, che voleva aumentare lo stipendio a tutti i deputati di 1.000 euro al mese…
PRESIDENTE. La prego di misurare le parole, però. Onorevole Donno, per cortesia, misuriamo le parole.
LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, “porcata” sta nel vocabolario della lingua italiana, quindi basta andare a vedere…
PRESIDENTE. Manteniamo uno stile istituzionale.
LEONARDO DONNO (M5S). …non è che stiamo offendendo qualcuno. Lo ha detto Calderoli, poi, un Ministro, quindi figuriamoci. “Ignobile proposta”, mi suggerisce il collega Fede. Però, come vedete, Presidente, è palese che c'è la casta (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier) che vuole restaurare, che vuole ripristinare i privilegi (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi.
LEONARDO DONNO (M5S). …che è rappresentata dagli esponenti di centrodestra, tant'è che, voglio vedere, abbiate il coraggio di votare, non perché vi stiamo obbligando e perché vi abbiamo smascherato, ma abbiate il coraggio di votare contro quest'ordine del giorno, perché lo dovete andare a raccontare poi ai cittadini (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quello che hanno avuto…
PRESIDENTE. Collega…
LEONARDO DONNO (M5S). …il coraggio di dire Orsini e Mule'…
PRESIDENTE. Onorevole Donno, parli sempre a me.
LEONARDO DONNO (M5S). …fatelo tutti quanti.
PRESIDENTE. Parli sempre a me.
LEONARDO DONNO (M5S). Presidente…
PRESIDENTE. Parli sempre a me.
LEONARDO DONNO (M5S). …il collega Mule' ha indicato per tutto il suo intervento, quindi…
PRESIDENTE. No, parli a me, la prego di parlare a me.
LEONARDO DONNO (M5S). …non è che deve interrompere sempre me, Presidente. Allora, io volevo dire questo: quando sentiamo gli interventi come quelli di Orsini e di Mule', io mi metto nei panni di quei cittadini italiani che fuori da qua, e sono 14 milioni, vivono con meno di 1.000 euro al mese (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora, quando sentiamo interventi come quelli…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
LEONARDO DONNO (M5S). …quando sentiamo interventi come quelli che abbiamo sentito prima, allora io mi metto nei panni dei cittadini, che sono indignati perché non riescono a pagare le bollette, non riescono a pagare il mutuo, non arrivano alla fine del mese, gli imprenditori devono andare a far quadrare i conti a fine mese. Mi metto nei panni dei pensionati minimi, ai quali avete promesso di aumentare la pensione a 1.000 euro e gli avete dato solo 1,80 euro in più.
Allora, Presidente, davanti a tutto questo e davanti alla manifestazione dei colleghi Orsini e Mule', che sono la verità di quello che pensa questo centrodestra, per fortuna che c'è il MoVimento 5 Stelle (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier) che vi ha beccato…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi.
LEONARDO DONNO (M5S). …con le mani nella marmellata. Fatevene una ragione: finché saremo qui…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
LEONARDO DONNO (M5S). …non passerete e non passeranno i privilegi. Fatevene una ragione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Sempre chiedo la cortesia a tutti di rivolgersi alla Presidenza, per cortesia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Io sono indignato dal fatto che qualcuno ci indichi. Io indico voi, voi che avete…
PRESIDENTE. No, no, lei…
ANTONINO IARIA (M5S). …chiuso gli occhi. Sì…
PRESIDENTE. La prego, la prego.
ANTONINO IARIA (M5S). …lui ci ha indicato prima e io li indico. Avete chiuso gli occhi davanti al massacro di Gaza, vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Li avete aperti solo quando hanno colpito una chiesa cristiana!
PRESIDENTE. Parli sempre con me.
ANTONINO IARIA (M5S). Siete degli ignobili…
PRESIDENTE. Onorevole Iaria…
ANTONINO IARIA (M5S). Siete delle persone…
PRESIDENTE. Parli con il Presidente, per favore, deve parlare con il Presidente.
ANTONINO IARIA (M5S). Tramite lei, siete scandalosi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Chiudete gli occhi davanti a 60.000 vittime e vi indignate e ci indicate. Non vi permettete più di farlo. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Tramite lei, vorrei replicare a chi ci accusa di essere noi quelli che screditano le istituzioni.
Beh, io lo dico con orgoglio: se c'è chi aumenta gli stipendi dei Ministri da una parte (La deputata Lucaselli: “Ma non è vero! Basta con questa storia!”) e c'è chi, invece, dice che è sbagliato farlo, perché bisognerebbe fare il salario minimo, io sto dalla parte giusta e chi sta dalla parte giusta difende la buona politica. Se c'è qualcuno che usa i voli di Stato come dei taxi personali, mentre dall'altra parte ci sono pendolari che aspettano per colpa dei chiodi, io sto dalla parte dei pendolari e lo rivendico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se c'è qualcuno che ha provato a richiedere l'introduzione dei vitalizi e non succede perché la destra scopre che la delibera Fico è proprio “fica” e quindi la attua, bene, io sto dalla parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Presidente, chiudo. Noi siamo orgogliosamente populisti, se essere populisti significa fare gli interessi del popolo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Siete voi, Presidente, è la maggioranza che si dimentica di essere dalla parte del popolo e fa gli interessi di pochi a scapito di tanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà. Silenzio, colleghi, per favore.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Mi ero ripromesso di non contribuire al dibattito così degradante (Commenti del deputato Donno) che si sta sviluppando in questi secondi, però ho sentito parlare di casta, ho sentito parlare di benefici, ho sentito parlare di gente in difficoltà - tutto vero -, ho sentito parlare di corsie preferenziali, ho sentito parlare di populismo nell'ultimo intervento della collega Appendino. Non ho sentito, però, dire nemmeno una parola sui fatti di Foggia (Il deputato Donno: “Ma che c'entra, Presidente, che c'entra con l'ordine del giorno?”).
Sa cos'è successo, Presidente, a Foggia? Il vice sindaco del MoVimento 5 Stelle ha avuto non uno, non due, si pensa addirittura tre affidamenti diretti: al fratello, alla sorella e si pensa anche a un parente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare - Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Colleghi!
ROSSANO SASSO (LEGA). …e soltanto una volta scoperto questo affidamento diretto… Presidente, mi tolgo gli occhiali perché ho gli occhi languidi, sono emozionato dal fatto che ogni volta che c'è uno scandalo o un inciampo che riguarda uno dei loro (Il deputato Donno: “Ma che c'entra!”)…
PRESIDENTE. Onorevole Donno, la prego.
ROSSANO SASSO (LEGA). …loro stanno sempre zitti, muti e accucciati e poi vengono qui in Aula a farci la morale. È ora di finirla con questa demagogia! Dopodiché se qualcuno dei vertici del MoVimento 5 Stelle vorrà spiegarci come mai quell'affidamento, poi, è stato ritirato (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), io gli sarò grato. È ora di finirla di far arrivare il dibattito parlamentare a un livello così degradante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Io annuncio che il gruppo di Noi Moderati non parteciperà al voto di quest'ordine del giorno (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. No, colleghi, per favore.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). …e spiego con chiarezza le ragioni: perché penso che, in quest'Aula, piuttosto che slogan e urla, sia necessario parlare di elementi concreti e di fatti.
Intanto vorrei ricordare a tutti i colleghi che i vitalizi li ha aboliti nel 2012 il centrodestra, quando Presidente della Camera dei deputati era un signore che si chiamava Gianfranco Fini (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e Fratelli d'Italia). Questi sono dei fatti, perché si è passati dal vitalizio al trattamento previdenziale totalmente contributivo e questo è un elemento che credo sia difficile contraddire o smontare in quest'Aula. Aggiungo che la delibera Fico - che interviene sugli ex deputati che hanno svolto l'incarico anche pro quota prima del 2013 - interessava 2.000 ex deputati: 2.000!
Con sentenze interne della Camera e con adeguamenti che l'Ufficio di Presidenza, anche da parte dei componenti del MoVimento 5 Stelle, ha votato, ci sono stati centinaia di adeguamenti di quel taglio previsto dalla delibera Fico, che è un taglio illegittimo e incostituzionale perché interveniva fuori dalle regole rispetto a quanto avevamo stabilito noi nel 2012 ed è talmente vero tutto questo che le sentenze e gli aggiornamenti dell'Ufficio di Presidenza hanno portato da 2.000 interessati della delibera Fico a 1.000 interessati.
Per parlare di risparmi, visto che abbiamo assistito tutti a un assegno in piazza Montecitorio, tagliato con una forbice virtuale, che prevedeva il risparmio di 47 milioni di euro - ricordatevi: 47 milioni di euro -, stiamo votando il bilancio della Camera dei deputati e il risparmio oggi è di 12 milioni di euro. Da 47 milioni a 12 milioni di euro. Io spero che i cittadini curiosi, che vogliono capire il merito di questa delibera, si incuriosiscano sino al punto di leggere tutti questi aspetti. E vi aggiungo - e questa è la parte, invece, più interessante della delibera Fico - che la delibera Fico prevede un adeguamento che è previsto nel nostro regolamento di previdenza, che è all'interno della delibera Fico, in base al quale - se venisse attuato - bisognerebbe dare agli ex parlamentari 20 milioni di euro; se, invece, annullassimo la delibera Fico il costo sarebbe di 18 milioni di euro.
Allora, io dico: se veramente l'obiettivo è quello del risparmio, come non ho dubbi di credere che sia, se non si vuole solo fare propaganda o qualche video, attraverso gli interventi alla Camera da postare poi sui propri siti o sui siti del proprio partito, io dico che, se si vuole essere seri, dati questi numeri - e voglio capire se qualcuno mi contraddice, visto che sono ufficiali, formali, sono dentro il bilancio della Camera -, l'annullamento della delibera Fico porterebbe un risparmio rispetto all'adeguamento contenuto nella delibera Fico, perché l'adeguamento porterebbe a una spesa, per la Camera, di 20 milioni di euro, mentre con la cancellazione della delibera la spesa sarebbe di 18 milioni di euro.
Allora, se questi numeri sono veri e se si vuole far risparmiare la Camera negli interessi dei cittadini, evitiamo di fare ordini del giorno che servono solo ed esclusivamente per propaganda, per dimostrare ai cittadini che si è portata avanti una battaglia che non ha dato veri risultati e che serve semplicemente per cercare di trovare una fase identitaria che il MoVimento 5 Stelle ha perso e la delibera Fico - mi dispiace, ma questi numeri lo dicono chiaramente - è stata un fallimento (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare), Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
Poi toccherà agli onorevoli Pittalis, Cappelletti e Rampelli.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Per ragioni di tempo non elencherò tutti gli indagati e gli arrestati del centrodestra, perché ci servirebbe un'altra ora o due e, quindi, il Presidente Fontana dovrebbe darci una delega per fare tutto l'elenco dei loro arrestati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Ma un'altra domanda che vorrei fare al gruppo della Lega - perché di questa storia non si è più saputo nulla - è se abbiano mai restituito quei 49 milioni che si sono fregati dalle casse dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Sapete perché ve lo chiedo? Perché ci dev'essere un errore nell'intelligenza artificiale, perché in questo momento ho fatto una domanda molto semplice - ognuno può andare a vedere - e ho chiesto: in quanti anni la Lega restituirà i 49 milioni che ha rubato (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? E ci deve essere un errore, perché qui c'è scritto: fine stimata intorno all'anno 2094: 2094 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Quindi, prima di parlare del MoVimento 5 Stelle… vedete, noi abbiamo 2050 nel simbolo, ma vuol dire un'altra cosa…
PRESIDENTE. Parli sempre con me…
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Mettete “Lega-Salvini 2094” e vedrete che anche voi avrete la vostra soddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
PRESIDENTE. Invito sempre tutti a parlare alla Presidenza.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.
Poi l'onorevole Cappelletti e il Presidente Rampelli. Prego.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Su un argomento di questa portata io penso che non sia necessario continuare con quello stile propagandistico che il MoVimento 5 Stelle vuole ancora proporre in occasione del dibattito sul bilancio della Camera.
È un ordine del giorno che reputo assolutamente inutile nel dispositivo e assolutamente invotabile nelle premesse, e spiego le ragioni.
Inutile nel dispositivo perché non c'è bisogno di un ordine del giorno per confermare ciò che già è agli atti di questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), per confermare ciò che probabilmente il MoVimento 5 Stelle ancora non sa. Voglio ricordare che cinque rappresentanti di questa Camera, di cui tre di questa maggioranza, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega, insieme alla rappresentante del MoVimento 5 Stelle e del Partito Democratico, hanno assunto in assoluta serenità una decisione, alla quale mi onoro di aver partecipato, e hanno confermato quella disposizione dell'Ufficio di Presidenza, a torto o a ragione.
Chi ritiene di aver subito un torto potrà fare gli ulteriori ricorsi nelle sedi opportune ma non può, il MoVimento 5 Stelle, venire qui a insultare la maggioranza in questa Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) anche perché non ci sono persone senza scrupoli, non ci sono persone come loro dicono e, rivolgendomi all'onorevole Appendino, tramite lei signor Presidente, le assicuro che finché io sarò componente di quell'organo non passerà mai che un condannato della Repubblica italiana, parlamentare o no, possa ricevere il vitalizio. Se ne faccia una ragione l'onorevole Appendino (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo per dire che non capisco veramente questo dibattito, perché il giorno successivo alla decisione del Collegio di appello della Camera dei deputati c'è stata la gara, da parte di Fratelli d'Italia, a dire: è stato merito nostro se abbiamo adottato questa decisione! C'è stata una gara. Invece adesso si interviene dicendo “no”, prendiamo le distanze.
Non ha neanche una ragione d'essere perché i vitalizi li abbiamo eliminati noi, nel 2012: se fossero stati eliminati nel 2012 non staremmo qui a discuterne. Nel 2012, sì, si è intervenuti per le legislature successive, non si è intervenuti per togliere i vitalizi proprio nei confronti di coloro che decidevano in quel momento di toglierli.
Ma se si ritiene che fosse immorale, che fosse anacronistico, che ricordava un altro periodo della storia, che fosse necessario indicizzare le pensioni esattamente come avviene nel mondo del lavoro, perché è stato fatto solo per le legislature successive e non per quella presente e per quelle passate?
Il collega Mule', Presidente, vorrei rivolgermi a lui suo tramite, ha dichiarato che è stata una decisione, questa del Collegio di appello della Camera dei deputati, perché la procedura era già stata attivata. Ma quanta ipocrisia! Ma Forza Italia è stato o non è stato il partito che ha preso l'iniziativa di reintrodurre i vitalizi in Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) tramite la Presidente del Senato Casellati, tramite i partecipanti alla Commissione in Senato di Forza Italia, tramite i nominati da parte di Forza Italia in quella Commissione, tramite le dichiarazioni che si sono succedute, continuativamente, anche qui, in quest'Aula, anche oggi? A me sembra una grande ipocrisia, però il merito di questa discussione, il merito di questo dibattito fa emergere e venire a galla una verità, forse l'unica: che senza il MoVimento 5 Stelle non sarebbero stati aboliti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.
FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie Presidente. Mi dispiace che tutto questo equivoco che ha generato una discussione surreale sia nato in base a un atto che - io dico immediatamente, senza poter essere smentito - non esiste. E i colleghi che, magari, stanno ascoltando questa discussione che giustappunto ho definito surreale, in silenzio, hanno tutta la mia solidarietà perché noi stiamo parlando di nulla.
Non esiste all'interno del bilancio Camera, in particolare (Il deputato Riccardo Ricciardi mostra dei fogli) …è inutile che lei agita… riprenda cortesemente, non posso farlo io, il suo collega di partito che sta agitando un pezzo di carta…
PRESIDENTE. Colleghi, recuperiamo tutti quanti...
FABIO RAMPELLI (FDI). …che non è (Il deputato Riccardo Ricciardi: “Esiste, l'ho trovato!”)…
PRESIDENTE. Non è a fascicolo, questo è il dato.
FABIO RAMPELLI (FDI). …che non è a fascicolo. Allora, qualcuno potrebbe dire, legittimamente, che comunque c'è stata una proposta. Questa proposta nasce da un motivo molto preciso, la cui conseguenza ha previsto la non formalizzazione dell'ordine del giorno. E cioè il tentativo di difendere il personale della Camera dei deputati che, avendo un trattamento economico rispetto ad altre analoghe personalità, altri dipendenti pubblici, una volta vinti i concorsi che la Camera dei deputati bandisce in misura spropositata rispetto anche al Senato della Repubblica, ma anche ad altre amministrazioni pubbliche, in forza di questa diversità di trattamento, appena possono, o partecipando a concorsi o facendo richiesta di distacco o altro, vanno da altri.
Quindi, noi facciamo il lavoro anche più dispendioso da un punto di vista economico, visto che c'è questa grande attenzione al risparmio da parte di alcuni gruppi parlamentari; è bene sapere che ogni concorso che la Camera bandisce, siamo stati obbligati a farlo perché per decenni, a causa del populismo imperante si stava praticamente autodistruggendo la Camera dei deputati e, insieme ad essa, buona parte delle istituzioni repubblicane; è stato Fico - se non vado errato - che è stato costretto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier) a bandire i primi concorsi - Movimento 5 Stelle, lo ricordo - perché, altrimenti, qui non si poteva neanche garantire l'apertura della Camera dei deputati, men che meno le grandi notevoli e lodevoli attività che vengono svolte, convegni, tavole rotonde, praticamente da tutti i gruppi parlamentari. Però noi non possiamo fare questo lavoro che ci costa centinaia di migliaia di euro e poi vedere le nostre persone migliori, i nostri migliori funzionari, i nostri migliori dirigenti, i nostri migliori assistenti, i nostri migliori documentaristi, i nostri migliori archivisti, la crème de la crème della Camera dei deputati, andare via.
Quindi noi disperdiamo in questa maniera un patrimonio che ha un valore economico ma anche un valore professionale importante, perché le persone stanno qui, hanno vinto un concorso, dopodiché se ne vanno altrove dove stanno meglio, probabilmente e soprattutto da un punto di vista economico. È comprensibile, ma non dovrebbe essere tollerabile. Penso che tutte le persone, sia quelle che “baccaiano”, sia quelle che stanno in silenzio, dovrebbero trovare una soluzione per evitare che la Camera dei deputati faccia, praticamente, da camera di smistamento del personale apicale della pubblica amministrazione per poi smistarlo altrove e perdere professionalità ed economie.
La formulazione di quest'ordine del giorno ha previsto un richiamo agli istituti comuni - perché così si chiamano - e una conseguente elencazione di questi istituti comuni. Quando a me è capitato di vederlo l'ho subito bloccato, perché io non intendevo e non intendo e vi dico anche il perché. Lo dico a bassa voce, non c'è bisogno di strillare: non intendo affatto equiparare i parlamentari deputati ai parlamentari senatori. Non intendo, men che meno, riesumare vitalizi - che vorrei ricordare così, a titolo di cronaca, forse qualcuno distrattamente già l'ha fatto, probabilmente proprio il collega che mi ha preceduto, Presidente -, non intendo ricordare più di tanto il fatto che c'è stata una richiesta di ripristino dei vitalizi al Senato della Repubblica, e hanno votato a favore di questa richiesta un deputato eletto nel MoVimento 5 Stelle (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e questo accadeva l'8 luglio 2023.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
FABIO RAMPELLI (FDI). Ho detto solo la verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È inutile che vi fate venire l'orticaria. Ho detto solo la verità! Poi se questa persona ha abbandonato il MoVimento 5 Stelle è un fatto che non mi riguarda (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi…
FABIO RAMPELLI (FDI). I cittadini italiani hanno votato per un candidato del MoVimento 5 Stelle che ha votato, lui sì, non io o noi, a favore dei vitalizi. Voglio ricordare anche - anche questo è stato detto, ma lo ripeto - che sia nel 2011, 2012, quando il Presidente della Camera dei deputati era Gianfranco Fini, sia nel 2018, quando il Presidente della Camera dei deputati era Fico, ci sono stati due interventi per eliminare i cosiddetti vitalizi, che poi è un termine ridondante, e si è equiparato in quelle due circostanze - ma soprattutto la prima, se permettete, perché un conto è prorogare una decisione, un conto è prenderla - il trattamento pensionistico dei parlamentari a quello di tutti i cittadini italiani, attraverso il meccanismo contributivo.
Questo non lo ha fatto il MoVimento 5 Stelle, Presidente. Mi dispiace darle una notizia dolorosa, lo ha fatto il centrodestra. Lo ha fatto il centrodestra (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Ma in quella circostanza c'è di più, badate bene, perché in quella circostanza è capitato che molti parlamentari, non soltanto della mia parte politica, anche dell'altra parte politica, che hanno votato contro - guardate che c'è una differenza sottile, che non è solo politica, è anche psicologica e, soprattutto, è morale; non so dove qualcuno ce l'abbia la morale, probabilmente sotto le scarpe (Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) -, quei parlamentari hanno votato non contro…
PRESIDENTE. Collega!
FABIO RAMPELLI (FDI). …non contro i vitalizi…
PRESIDENTE. No, no, però, perdonatemi.
FABIO RAMPELLI (FDI). Hanno detto di tutto e di più…
PRESIDENTE. Non sta accusando nessuno.
FABIO RAMPELLI (FDI). …e adesso hanno il coraggio di scandalizzarsi perché parlo di morale sotto le scarpe. Ragazzi…
PRESIDENTE. Prego. Vada avanti, vada avanti.
FABIO RAMPELLI (FDI). Collaboriamo insieme affinché le contumelie ascoltate…
PRESIDENTE. Presidente, vada avanti.
FABIO RAMPELLI (FDI). …scivolino sul piano inclinato della nostra indifferenza. Quella decisione i parlamentari dell'epoca l'hanno presa non contro i vitalizi in quanto principio astratto, ma contro i propri vitalizi. La decisione che è stata presa ha penalizzato tutte quelle persone, compreso il sottoscritto. Ma non lo dico per farmi bello, lo dico per rendere incomprensibile l'accusa che mi viene rivolta e che per estensione, in maniera strumentale e vigliacca, viene addirittura indirizzata al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Quella decisione è stata presa penalizzando i propri personali interessi, ed è stato un grande momento, solenne e nobilitante, della Camera dei deputati, e se permette del centrodestra, e se permette della destra italiana. Quindi io non credo che queste notizie possano passare inosservate. Quando ho riformulato - perché c'è anche una riformulazione che non viene citata, probabilmente perché non è comparsa (Il deputato Riccardo Ricciardi: “Allora esiste!” - Il deputato Donno: “Esiste o non esiste?”) -, io ho espunto la parte dei parlamentari, però ho capito…
PRESIDENTE. Colleghi, però, per favore.
FABIO RAMPELLI (FDI). Sempre se non vi dispiace.
PRESIDENTE. Facciamo terminare il Presidente Rampelli.
FABIO RAMPELLI (FDI). …che ci sarebbero state polemiche e, quindi, non ho proprio presentato l'ordine del giorno. Quindi si sta parlando di un ordine del giorno che non esiste (Il deputato Donno: “Ma era riformulato!”), se non nella fantasia di coloro i quali ci si sono accapigliati sopra, facendo tutta un'operazione. In questo mi dispiace, ma devo appoggiare le considerazioni fatte dal Presidente Mule', perché qui nessuno ha messo in discussione quelle due decisioni e neanche la terza, quella che veniva citata non mi ricordo se dal collega Pittalis, e cioè quella del blocco dell'indicizzazione delle indennità dei parlamentari.
Quindi noi davvero siamo irreprensibili da questo punto di vista. Mettersi a fare la battaglia su questa materia qui, dell'anticasta, contro di noi, è paradossale. È paradossale perché, se esiste quella decisione, quella decisione è stata presa e difesa da noi. Poi faremo le nostre dichiarazioni di voto sul bilancio della Camera, però, forse, una piccola anticipazione è necessario darla. Noi abbiamo cercato di far funzionare, quando ci è stata data la possibilità e insieme ai colleghi parlamentari dell'altra parte, l'istituto Montecitorio in quanto tale, tagliando gli sprechi, ma lasciando immodificata e, se possibile, recuperata l'efficienza delle strumentazioni della Camera dei deputati.
Accuse di sprechi anche no da chi ha fatto il superbonus (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare) - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ha speso 220 miliardi dei cittadini italiani o da chi ha fatto il reddito di cittadinanza per accaparrarsi delle simpatie di persone praticamente senza libertà di giudizio, con altre decine di miliardi. Anche no!
Spero che queste argomentazioni spazzino il campo, comunque, da un ordine del giorno che, ripeto, non esiste in vita, e chi lo sta evocando lo sta facendo solo e soltanto per ragioni strumentali e faziose, per fare propaganda. Dicevo, e concludo, è l'ultima battuta: mi creda il Presidente Mule' che questi ordini del giorno, che di fatto vengono accolti perché già attuati, dovrebbero semplicemente essere dichiarati irricevibili, incompatibili. Perché, se una misura esiste e nessuno la mette in discussione, per quale motivo occorre dire accolto…
PRESIDENTE. Concluda.
FABIO RAMPELLI (FDI). …ancorché attuato? Se è attuato, non può essere accolto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Altrimenti io faccio un ordine del giorno per rivendicare la bellezza e la bontà dell'articolo 1 della Costituzione italiana, per poterlo utilizzare strumentalmente a fini di demagogia e di propaganda (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), e mi si dirà…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
FABIO RAMPELLI (FDI). …dal Collegio dei questori e dall'Ufficio di Presidenza che è accolto perché già attuato. Ma che gioco è? Ma siete ridicoli (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Presidente, ma che strano momento stiamo vivendo? Abbiamo il Vicepresidente della Camera che a questo punto non so: è intervenuto? Non è intervenuto? Ce lo stiamo immaginando? Rinnegherà il suo intervento? Perché ha detto che lui non ha mai presentato quest'ordine del giorno per equiparare il trattamento dei deputati a quello dei senatori, quindi per aumentare le indennità, e quindi per reintrodurre i vitalizi. Ha detto che lui non lo ha fatto. Poi ha detto: l'ho riformulato. Poi ha detto che c'era, poi ha detto che non c'era.
Allora, io sono membro dell'Ufficio di Presidenza. Oggi alle 13,30 era convocato l'Ufficio di Presidenza. Alle 10 di questa mattina ho scaricato il fascicolo degli ordini del giorno che avremmo dovuto discutere. Su questo fascicolo c'è scritto chiaramente, a caratteri cubitali: lo status dei parlamentari; quello di cui si voleva discutere in Parlamento, dei numerosi istituti comuni, come quelli relativi allo status dei parlamentari. Noi rifiutiamo questo trattamento infantilizzante, per cui sembra quasi che non sappiamo leggere.
Vicepresidente Rampelli, è veramente grave che il Vicepresidente di un'istituzione, della Camera dei deputati, venga qui a mentire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), a dirci che l'ordine del giorno non esisteva, ed è qui, sotto gli occhi di tutti. Almeno, però, abbiate il coraggio delle vostre azioni (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non vi rifugiate, poi, vigliaccamente dietro mille scuse.
PRESIDENTE. Colleghi.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Perché l'ordine del giorno è qui, e quindi per questo ha senso la nostra azione politica. Per questo ha senso quest'ordine del giorno (Il deputato Rampelli, nell'emiciclo, presso il banco della Presidenza: “Presidente, lo deve dire che non esiste l'ordine del giorno! Non esiste!” - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E le dico pure un'altra cosa, le dico anche un'altra cosa (Il deputato Rampelli rivolge gesti verso i banchi dell'opposizione - Il deputato Donno: “Presidente, lo richiami!”)....Vicepresidente, mi perdoni, sto svolgendo il mio intervento.
PRESIDENTE. Colleghi…
GILDA SPORTIELLO (M5S). Per suo tramite…
PRESIDENTE. No, Presidente Rampelli, la prego.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Per suo tramite…
PRESIDENTE. Presidente Rampelli, per favore.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Presidente Costa, io vorrei…
PRESIDENTE. No, no, no. Per favore (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per favore. Per favore, colleghi (Il deputato Donno: “Presidente, ci ha mandati a quel paese!”). Ho già detto. Al termine… colleghi, un attimo. Al termine dell'intervento della collega Sportiello, farò la precisazione, come prevede la procedura. Ho già chiesto la cortesia al Presidente Rampelli di non intervenire fuori microfono (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
GILDA SPORTIELLO (M5S). Discuteremo anche di sanzioni.
PRESIDENTE. Però, per favore, ascoltiamo l'onorevole Sportiello.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Presidente, discuteremo anche di sanzioni, visto che, evidentemente, al Vicepresidente dà fastidio la verità e ha ritenuto di mandarmi… a quel paese, visto che sono elegante. Allora, Presidente, questo è il senso dell'azione politica del MoVimento 5 Stelle. Vorrei dire, tramite lei, alla maggioranza che, se vogliono avere questa interlocuzione con il Senato e se sono d'accordo con noi, facessero una bella cosa: alzassero il telefono, chiamassero prima la Presidente del Senato della scorsa legislatura, che i vitalizi li ha reintrodotti, e poi chiamassero anche il Presidente La Russa, chiedendo invece di abbassare gli stipendi dei senatori e, magari, di non reintrodurre i vitalizi, cosa che hanno fatto al Senato.
In questo momento, al Senato, i vitalizi ci sono e li avete reintrodotti voi. Noi, alla Camera, con la Presidenza Fico, non lo abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ancora oggi, sì, ci opponiamo fermamente, Questore Trancassini. Ci opponiamo fermamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Mi pare di aver compreso che nessun altro… onorevole Santillo? Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, avevo inteso che lei sarebbe intervenuto dopo il comportamento vergognoso di Rampelli, che ha mandato letteralmente a quel paese la collega e un gruppo intero e, se lei non l'ha visto Presidente, qui l'abbiamo visto tutti. Possiamo anche capire che non ricorda chi ha presentato un ordine del giorno che ha riformulato, probabilmente non ricorderà nemmeno che ha fatto un gestaccio di cui vergognarsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): questa è la prima cosa!
Poi credo che quando - e qui mi rivolgo sempre al Vicepresidente Rampelli che non ricorderà se c'è o se non c'è - il collega al Senato è andato a votare i vitalizi, bene, è andato a votarli in un'altra forza politica, proprio perché con il MoVimento 5 Stelle non li poteva votare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), Presidente! È dovuto andare nella Lega e, quindi, nel centrodestra: siete voi!
Trovo vergognoso, ancora, che il Vicepresidente Rampelli - al quale mi rivolgo, tramite lei - parli di morale, quando ancora oggi, dopo che nel 2023 è stato Lupi a proporre, con un ordine del giorno, l'adeguamento dell'indennità, l'ha chiamato lì, e hanno votato favorevolmente, dei deputati, ai senatori. Oggi è Rampelli che - abbiamo visto anche il testo - voleva per i deputati oltre 1.000 euro in più al mese, un adeguamento di stipendio di circa l'8 per cento, perché lui, probabilmente, e altri deputati sono in difficoltà, mentre i pensionati... 1 euro e 80 al mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Tutto questo è vergognoso.
La prego di rivedere cosa ha combinato il Vicepresidente Rampelli.
PRESIDENTE. Preciso: tutto quello che è accaduto è sicuramente registrato; ovviamente, ho pregato il Presidente Rampelli di non intervenire fuori dei tempi assegnati per poter fare il proprio intervento, quanto non ho potuto rilevare, perché magari non l'ho rilevato, però, è agli atti e verrà valutato successivamente alla seduta attuale.
Devo anche precisare che non posso che parlare qui da Presidente di turno degli atti ufficiali sui quali ha deliberato il parere l'Ufficio di Presidenza e che l'Assemblea è chiamata ad esaminare, e ovviamente l'ordine del giorno a cui si sta facendo riferimento non è presente. Non posso ovviamente in questa sede fare altro che riferirmi al fascicolo ufficiale: il resto è una dinamica politica, sulla quale, in qualità di Presidente, non posso intervenire.
Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Qualche settimana fa, avevo lanciato - potremmo dire così - un accorato appello a questa Camera, affinché soprattutto la maggioranza si svegliasse, perché lamentavo che il Parlamento sembrava morto, che nessuno della maggioranza parlava.
Registriamo che oggi la maggioranza si è svegliata, perché ha articolato diversi interventi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Peccato, però, che questo svegliarsi, questa improvvisa loquacità, la maggioranza l'abbia riservata a cosa? A questo argomento, cioè a difendere le proprie tasche, a difendere i propri privilegi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché questo è! Noi stiamo tirando finalmente un dibattito - per carità, lo avevo invocato, posso solo apprezzare il fatto che ci sia un dibattito in quest'Aula -, ma attenzione: su che cosa lo stiamo facendo? Su che cosa vi state difendendo? State difendendo soltanto la casta, state difendendo soltanto voi stessi, per il suo tramite, Presidente.
Ho ascoltato tutti gli interventi e a me piacerebbe, ad esempio, che un intervento come quello di dieci minuti del Vicepresidente Rampelli, per spiegare, con dovizia di particolari, quella che era la sua posizione, le sue intenzioni, l'ordine del giorno che c'era, non c'era, sparisce, si riformula… ecco, tutta questa dovizia di particolari, vorrei ascoltarla quando un esponente della maggioranza, un relatore, viene a bocciare un nostro emendamento. Quando viene a bocciare un nostro emendamento, la maggioranza è muta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non dà alcuna spiegazione, alcuna motivazione, non argomentano alcunché. Mi piacerebbe, invece, avere un dibattito, con tutte queste solide argomentazioni, anche quando bocciano i nostri emendamenti.
La passione, ho visto gli animi infiammarsi. Quella passione che alcuni degli esponenti di maggioranza hanno riservato nel dire che quest'ordine del giorno, che abbiamo proposto per difendere la delibera Fico, è sbagliato, è populista e tutto quello che vogliamo, questa passione la vorremmo vedere in battaglie che interessano i cittadini. La vorremmo vedere nel difendere i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati: in questo vorremmo vedere questa passione!
Questo ci piacerebbe: una passione indirizzata a questo!
Poi l'indignazione, abbiamo visto anche in voi dell'indignazione. A me piacerebbe vedere questa indignazione - un'indignazione anche molto più forte di questa, però potrebbe essere un primo passo - per condannare il genocidio a Gaza. In questo vorrei vedere l'indignazione che avete manifestato oggi, per che cosa? Per che cosa? Per il fatto che c'è qualcuno che vuole difendere una delibera che ha abolito i vitalizi, cioè a questo voi riservate la vostra indignazione? Ma che pochezza!
PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire.
Poiché è stata richiesta dal gruppo Fratelli d'Italia la votazione per parti separate sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/18 Riccardo Ricciardi, nel senso di votare distintamente l'impegno dalle premesse, si procederà dapprima alla votazione dell'impegno e, ove approvato, delle premesse.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'impegno dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/18 Riccardo Ricciardi, con il parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
Essendo stato approvato l'impegno, chiedo al Questore Benvenuto quale sia il parere sulle premesse.
ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Grazie, Presidente. Noi, in Ufficio di Presidenza, non avevamo dato nessun parere sulle premesse; ci rimettiamo, quindi, all'Aula.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/18 Riccardo Ricciardi. L'Ufficio di Presidenza si rimette all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione - Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle scattano foto - Proteste di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Colleghi, ci siamo credo… No, no, no. E per favore! Per favore, per favore! Non si fa. Io non so se qualcuno ha fatto foto, però cortesemente non è proprio il caso. Da qui non posso vedere tutto.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/19 Torto, che è stato accolto.
La deputata Torto chiede il voto?
DANIELA TORTO (M5S). Sì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO (M5S). Premetto un attimo, in risposta, tramite lei Presidente, a quanto diceva prima il collega Rampelli: quando si fa la guerra al superbonus...
PRESIDENTE. Però si attenga, cortesemente (Proteste di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
DANIELA TORTO (M5S). Sì, Presidente, mi attengo assolutamente.
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, rimaniamo nei ranghi.
DANIELA TORTO (M5S). Ho risposto sempre a tutte le battute di tutti e quindi, tramite lei, voglio fare una precisazione, perché quando si parla di superbonus e si fa la guerra a questa misura, poi ci dovrebbero spiegare se è venuta bene la villa di Giorgia Meloni. Perché quando si parla di soldi gettati dalla finestra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, poi, si beneficia di ristrutturazioni, arredo e risparmio energetico, allora bisogna sciacquarsi la bocca e, tante volte, anche stare zitti è una buona risposta.
PRESIDENTE. Andiamo sull'ordine del giorno. Grazie.
DANIELA TORTO (M5S). Arrivo all'ordine del giorno, sul quale non volevo intervenire, Presidente, perché ero soddisfatta del parere favorevole dei Questori.
Quindi, mi pareva anche giusto e rispettoso accogliere il parere favorevole e andare avanti; però ascoltando quello che è accaduto sull'ordine del giorno del collega Ricciardi, mi è venuto un dubbio perché, forse, i partiti, di cui due Questori su tre fanno parte, non la pensano come i loro Questori; forse, il buonsenso dei loro Questori non è stato effuso tra i colleghi dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia. Allora, ho voluto mettere al voto quest'ordine del giorno, perché, vedete, sento spesso dire che la politica non la fanno i partiti, no. La politica la fanno i politici, le persone. E allora vediamo quali persone, con nomi e cognomi, si oppongono a questo mio ordine del giorno che chiede - ed è stato appunto accolto - di non procedere in alcun caso all'adeguamento periodico degli importi delle indennità parlamentari se non per una loro riduzione. Quindi, chiedo a tutti quei colleghi, che prima applaudivano il collega Mule' perché convinti che il collega Mule' dicesse il vero e dicesse cose condivisibili, come mai poi hanno votato diversamente dal collega Mule'. Allora, in quest'Aula abbiamo centinaia di ipocriti (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e adesso lo mettiamo nero su bianco. Guardate, non servono le foto perché ci sarà il resoconto e ci sarà tutto l'elenco dei colleghi che votano contro - contro! - un aumento dei nostri stipendi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/19 Torto, con il parere favorevole dell'Ufficio di Presidenza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Scusate colleghi… onorevole Caiata, deve votare? Chi altro deve votare? Colleghi, per favore! Colleghi, vi prego, nessuna fotografia perché è chiaro che non me ne posso accorgere, però…
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/20 Ilaria Fontana: accolto. Lo vuole mettere in votazione…
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/20 Ilaria Fontana, con il parere favorevole dell'Ufficio di Presidenza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 10).
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/21 Pavanelli e n. 9/Doc. VIII, n. 6/22 Donno: sono accolti, andiamo avanti. Passiamo all'ordine del giorno… Aspettate un attimo. Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/22 Donno, onorevole Sportiello, vuole intervenire (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Aspettate, l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/20 Ilaria Fontana è stato accolto. Siamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/22 Donno. È stato accolto con riformulazione; diamo la parola alla deputata Sportiello perché altrimenti non riesco a sentire. È stato accolto con riformulazione.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Noi non accogliamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Ah ecco, perfetto.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Noi chiedevamo con questo impegno che l'Ufficio di Presidenza si assumesse la responsabilità di individuare criteri applicabili nei casi delle sanzioni, perché, Presidente, abbiamo avuto sanzioni che non sono assolutamente comparabili tra di loro. Abbiamo avuto sanzioni per persone che hanno fisicamente aggredito in gruppo un deputato al centro dell'emiciclo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); noi siamo stati richiamati e sanzionati per aver spostato un divano, senza aver insultato, senza aver fatto del male a nessuno; siamo stati richiamati per aver orgogliosamente esposto in quest'Aula la bandiera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) palestinese per chiedere un sussulto di dignità a questa maggioranza, che non ha avuto comunque. Allora crediamo che non possa essere un'azione discrezionale dell'Ufficio di Presidenza dopo che il fatto si è verificato, ma che ci debbano essere dei criteri chiari, applicabili e che siano definiti prima che i fatti si verifichino e non a discrezione delle maggioranze che possono comporre l'Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Quindi, non è accettata la riformulazione. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/22 Donno, con il parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/23 Caramiello: accolto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/24 Bruno: accolto con riformulazione in riferimento al secondo impegno. Accetta? Accetta, perfetto.
Passiamo agli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/25 D'Orso, n. 9/Doc. VIII, n. 6/26 Sportiello, n. 9/Doc. VIII, n. 6/27 L'Abbate, n. 9/Doc. VIII, n. 6/28 Pavanelli: sono accolti. Andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/29 Iaria: accolto con riformulazione. Onorevole Iaria, accetta la riformulazione? No.
ANTONINO IARIA (M5S). Presidente, non l'accetto perché noi chiedevamo un mobility manager, voi avete edulcorato la cosa creando il nulla su questo tema importante, quindi io non l'accolgo.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/29 Iaria, con il parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/30 Pavanelli: accolto con riformulazione. Accetta? Accetta.
Passiamo agli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/31 Alifano e n. 9/Doc. VIII, n. 6/32 Francesco Silvestri: sono accolti. Andiamo avanti perché non c'è segno di vita.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Pellegrini: accolto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Sportiello: accolto… Onorevole Sportiello, scusi, si riferisce al n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Pellegrini o al n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Sportiello?
GILDA SPORTIELLO (M5S). All'ordine del giorno Pellegrini. Non accettiamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Quindi dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Sportiello?
GILDA SPORTIELLO (M5S). Dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Pellegrini.
PRESIDENTE. Non accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Pellegrini.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Pellegrini, con il parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione…
No, scusatemi però. Annullo intanto la votazione, scusate... Non avevo sentito proprio la richiesta di parti separate. Perdonate, va bene, chiarissimo adesso, spero.
Allora, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Pellegrini l'Ufficio di Presidenza ha espresso parere favorevole, previa riformulazione: non è stata accettata. Quindi, se il presentatore non ha accettato la proposta di riformulazione, essendo stata richiesta dal gruppo del Partito Democratico la votazione per parti separate nel senso di votare distintamente l'impegno dalle premesse, si procederà dapprima alla votazione dell'impegno e, se approvato, delle premesse.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'impegno dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/33 Pellegrini, con il parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Essendo stato respinto l'impegno le premesse non saranno poste in votazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Sportiello. Ha chiesto di parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Presidente, noi non accettiamo la riformulazione. Anticipo che non l'accetteremo neanche per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/35 Sportiello, perché con questi due ordini del giorno chiedevamo una cosa che dovrebbe essere scontata. Scontata.
Chiedevamo che, durante la Settimana europea dell'uguaglianza di genere e nella Giornata internazionale contro l'omolesbobitransfobia - parliamo di discriminazioni, parliamo di violenze -, l'istituzione Camera potesse prendere parte, schierarsi dalla parte giusta, dalla parte di chi combatte per l'uguaglianza di genere, dalla parte di chi si schiera contro ogni violenza e discriminazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ebbene, nonostante il nostro Paese sia in fondo alle classifiche europee, soltanto sopra l'Ungheria di Orbán, per i diritti delle persone LGBTQIA+ e nonostante nel nostro Paese, in questo Parlamento, per la prima volta, dopo più di vent'anni, assistiamo a un calo della rappresentanza delle donne in questa istituzione, sia alla Camera che al Senato, sia al Governo, veramente c'era bisogno di fare delle iniziative durante la Settimana europea per la parità di genere. Perché siamo il Paese in cui abbiamo il 30 per cento delle donne in Parlamento e io mi onoro di far parte di quell'unica forza politica che, sia alla Camera che al Senato, conta più donne all'interno del proprio schieramento. Siamo nel Paese in cui - lo ha detto l'INPS soltanto qualche giorno fa -, nei primi 12 anni di vita, ancora il congedo parentale è utilizzato per il 63 per cento soltanto dalle donne, indicando chiaramente quanto il carico di cura pesi ancora soltanto sulle nostre spalle. Siamo il Paese in cui una donna su quattro dopo un figlio perde il lavoro e nel primo anno di vita vede calare il suo stipendio di 5 punti nel pubblico e 14 nel privato.
Allora, l'istituzione dovrebbe, prima di tutti gli altri, farsi carico di questi problemi e, almeno durante queste ricorrenze internazionali, prendere parte attivamente e schierarsi per dire da che parte vuole stare. Non è ideologia, non è qualcosa di cui deve farsi carico soltanto una parte politica, è una necessità del Paese. Ed è - me lo faccia dire, Presidente - vergognoso che mi sia stato chiesto di riformulare quest'ordine del giorno, chiedendo ai gruppi parlamentari di fare iniziative e non investendo l'istituzione democratica più alta di questo Paese in questa risoluzione dei problemi e per sensibilizzare e formare su queste iniziative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/34 Sportiello, con il parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/35 Sportiello, su cui è stato già annunciato il parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/35 Sportiello, con il parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/36 Ascari, che è stato accolto con riformulazione: accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/37 Giuliano: accolto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/38 Giuliano: accolto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/39 Francesco Silvestri. È accolto? Non accetta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie Presidente. Non accetto per un semplice motivo. Mi è stato riformulato quest'ordine del giorno, che riguarda la trasparenza all'interno della Camera dei deputati, ovvero l'attivazione di quelle procedure che, in qualche modo, stabiliscono i rapporti tra portatori di interesse e decisore pubblico, perché mi si chiede di rispettare e adeguarmi al percorso che è stato fatto in Commissione affari costituzionali.
Ora, io vorrei segnalare una cosa molto importante: le proposte di legge sul lobbismo sono iniziate nel 1950; da quel momento in poi, sono state fatte 70 proposte di legge, per un totale di 60 percorsi di audizione. Dopo settant'anni di proposte di legge e 60 audizioni, voi arrivate a prendere la presidenza della Commissione affari costituzionali e cosa fate? Un'indagine conoscitiva. Ma su che cosa l'indagine conoscitiva, dopo settant'anni di audizioni? E voi avete davanti l'unico proponente, l'unica forza parlamentare che, dopo tutti questi anni, in cui l'Europa, chiunque, le amministrazioni, ci chiedevano un po' di trasparenza, è riuscita almeno a far fare, per la prima volta nella storia, un passaggio in quest'Aula. Come lei sa e conosce bene, Presidente, perché ne è stato artefice, oggi le leggi sul lobbismo non è che non esistono, è peggio: esistono e sono ognuna diversa per le categorie. Per citare il professor Petrillo, che è una persona che lei conosce bene, hanno una “regolamentazione strisciante ad andamento schizofrenico”. Perché un'impresa, per poter essere trasparente, oggi, in Italia, al Ministero dell'Ambiente deve avere una regolamentazione, in regione Emilia ne deve assorbire un'altra, in regione Lombardia un'altra ancora, al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti un'altra ancora, alla Camera dei deputati un'altra ancora. Le imprese, per essere trasparenti, oggi, in Italia, nei loro rapporti con il decisore pubblico, devono avere un ufficio legislativo solo per capire come il nostro Paese vuole essere trasparente.
Allora, visto che noi abbiamo nuovamente presentato il nostro percorso in Commissione affari costituzionali e da 3 anni è ignorato perché c'era questa famosissima indagine conoscitiva, sappiate che quest'ordine del giorno era molto importante per dare un messaggio. Anche perché sono il vostro diniego e la vostra riformulazione a distruggere, fondamentalmente, l'essenza politica dell'ordine del giorno, a far passare un messaggio: che in questo Paese nessuno deve sentire, in questo Paese nessuno deve vedere, in questo Paese nessuno deve scrivere. E, allora, questo è un problema. Se pensate che il percorso in Affari costituzionali su una legge aspettata da questo Paese da settant'anni, come quella del lobbismo, meriti anche solo un briciolo del mio rispetto, vi sbagliate. Quindi, con grande piacere, rifiuto la vostra proposta, che trovo offensiva, e rimetto al voto di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Quindi, il suo parere è contrario.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/39 Francesco Silvestri, con il parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/40 Morfino: accolto. Lo vuole mettere in votazione?
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/40 Morfino, con il parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/41 Sergio Costa: accolto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/42 Pavanelli, accolto con riformulazione: accetta? Sì.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/44 Simiani, accolto con riformulazione: accetta? Accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/45 Gadda: accolto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/46 Del Barba: accolto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/47 Pastorino, accolto con riformulazione: accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/48 Pastorino, accolto: accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/49 Pastorino, accolto con riformulazione: accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/51 Mollicone, accolto con riformulazione: accetta, onorevole Mollicone o chi per l'onorevole Mollicone? Onorevole Vinci? No, non c'è nemmeno l'onorevole Vinci. Accetta, l'onorevole Zucconi ha accettato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/52 Ubaldo Pagano: accetta? Perfetto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/53 Quartapelle Procopio: accetta? Perfetto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/54 Zanella, accolto con riformulazione: accetta.
Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/55 Zaratti e n. 9/Doc. VIII, n. 6/56 Dori sono accolti. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/57 Mari è accolto con riformulazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/58 Mari è accolto con riformulazione: va bene. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/59 Zanella e n. 9/Doc. VIII, n. 6/60 Zaratti sono accolti. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/61 Zaratti è accolto con riformulazione: va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/62 Della Vedova. Accetta? Perfetto. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/63 Onori. Accetta? Perfetto. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/65 Cavandoli. Accetta la riformulazione? Perfetto. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/66 Cavandoli. Accetta? Perfetto. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/67 Pretto. Accetta? Perfetto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/68 Cavandoli. Accetta la riformulazione? Perfetto.
L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/69 Urzi' è accolto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/70 Rizzetto. Lo vuole porre in votazione, ma con dichiarazione?
WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, pochi secondi. Lo pongo in votazione. Questo mio intervento è per ringraziare ovviamente l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori. Per spiegarlo brevemente, anche se è molto chiaro, alle colleghe e ai colleghi, ritenevo e ritengo ancora ad oggi che sprecare del cibo sia evidentemente un delitto. Quindi, con quest'ordine del giorno si andranno a destinare le parti eccedenti di tutta l'area della ristorazione della Camera dei deputati, soprattutto anche per quanto riguarda il cibo fresco, che comunque può mantenere una sua validità anche negli orari, laddove noi terminiamo evidentemente la nostra attività quotidiana qui dentro.
Quindi, grazie al Collegio dei questori, che ha accettato il fatto che questo cibo venga donato e verrà donato ad associazioni caritatevoli e a persone bisognose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io penso che anche una piccola mano nei confronti di queste persone possa valere la giornata che celebriamo oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Rammentiamo, per correttezza, che è identico anche all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/23 Caramiello sullo spreco alimentare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/70 Rizzetto, con il parere favorevole del Collegio dei questori.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/71 Magi, con riformulazione. Accetta? Sì, grazie.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/72 Magi. Accetta? Perfetto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/73 Ruffino, con riformulazione. Accetta? Sì, grazie.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/74 Pastorella, con riformulazione. Accetta? Sì, grazie.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 6/75 Rampelli, con riformulazione. Accetta, Presidente? Sì, grazie.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto - Doc. VIII, n. 5 e Doc. VIII, n. 6)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul Conto consuntivo, che per prassi avranno luogo congiuntamente a quelle sul Progetto di bilancio.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare il Collegio dei questori e gli uffici per il lavoro che è stato fatto e ribadire quello che avevo detto nella discussione generale.
PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Lo voglio ribadire a valle di una discussione che si è accesa su due cose che non esistono e che non erano minimamente in discussione, cioè il trattamento economico dei parlamentari e il regime pensionistico degli stessi. Non sono cose, per chiarire anche a chi ci ascolta, che fossero state messe in discussione né nel bilancio, né negli ordini del giorno. Su questo bilancio noi esprimiamo un giudizio sostanzialmente positivo, perché si tiene un equilibrio nel conto economico della Camera dei deputati e si trova spazio anche per fare investimenti.
In particolare, cito il tema dell'impianto audio-video della Camera dei deputati, che meritava, e c'è in questo bilancio, un adeguamento non tanto per chi sta dentro l'Aula, ma un adeguamento necessario per chi usufruisce del servizio audio-video dei lavori della Camera dall'esterno. Abbiamo previsto - lo dico da componente del Comitato per la comunicazione - un aggiornamento del sistema di rassegna stampa che coinvolga anche i media locali. Ringrazio i Questori per avere accolto un mio emendamento che, in questo senso, chiede di mettere a disposizione dei parlamentari non solo i media locali, ma anche i media internazionali, perché credo che, mai come di questi tempi, sia essenziale.
Una parola, in conclusione, sul tema della CD-Servizi Spa, ossia della società in house. Mi spiace che non ci sia il collega Trancassini, che ne ha parlato nella sua replica. Io penso, ribadisco e ribadirò fino alla fine della legislatura che sia stato un gravissimo errore - non è vero, come ha detto Trancassini, che non c'erano i tempi - da parte della maggioranza nell'Ufficio di Presidenza varare una riforma di quel tipo, destinata a durare, con un voto a maggioranza, senza nemmeno il coinvolgimento del principale gruppo dell'opposizione.
Credo che sia stata una forzatura inutile e una prepotenza inutile, che fa sì che su questo tema ci sia ancora una discussione accesa. Io ringrazio i colleghi Vaccari e De Maria per l'ordine del giorno che è stato presentato, e mi fa molto piacere che, dopo la discussione che c'è stata in Ufficio di Presidenza, in Aula il Collegio dei questori abbia espresso un parere favorevole. È necessario che sulla società in house, sulla CD-Servizi, ci sia il massimo dell'informazione e il massimo della trasparenza, perché altrimenti prevalgono le narrative giornalistiche, insufflate da un pezzo di questa Camera, che sia un trionfo.
Non è così. È stata fatta questa scelta, ma non è vero che si risparmiano soldi e non è vero, per il momento almeno, che i servizi migliorino. Non è vero questo. E per quel che riguarda il conto economico della CD-Servizi, io dissento da quello che ha detto il Questore in Aula nella sua replica, perché penso che sia giusto evidenziare che la CD-Servizi fa i propri bilanci da una parte perché la Camera ha anticipato dei soldi che dovevano essere restituiti e che invece si è scelto di non farsi restituire, dall'altra parte grazie alle spese che la Camera sostiene per il personale della Camera che lavora full time per la CD-Servizi. È grave, non è grave: è importante che si dica.
È importante che si dica anche per evitare toni inutilmente trionfalistici. Quindi, grazie all'ordine del giorno Vaccari e De Maria, al quale sono certo che i Questori daranno seguito nella previsione sia del bilancio della società in house sia del bilancio della Camera, compariranno questi trasferimenti. Trancassini ha detto: no, ma prima era anche peggio. Non lo so, non credo. La mia valutazione è che non fosse così. Ma non è una questione di rivincita sul passato, è una questione di trasparenza. Chi legge i bilanci della Camera e della CD-Servizi deve avere questa informazione, cioè che il bilancio della CD-Servizi può essere in equilibrio formalmente, ma lo è sostanzialmente perché la Camera si fa carico di una spesa non indifferente per quel che riguarda il costo dei livelli dirigenziali delle persone che lavorano per la CD-Servizi.
Quindi, io mi auguro che non ci sia più bisogno in futuro di sollevare polemiche su questo punto specifico e che si restituisca la realtà per quello che è. Poi, dopo uno dirà che in passato era meglio o era peggio. Io non penso che sia questa la questione. Questo è importante, perché, ripeto, il vulnus, quello che io continuo a considerare un vulnus - non c'è Trancassini - è che (di questo stiamo discutendo oggi, poi nella discussione precedente si è andati da tutt'altra parte) una decisione così importante per il bilancio interno della Camera sia stata assunta in modo prepotente a maggioranza, senza voler trovare il tempo, che ci sarebbe stato, per coinvolgere tutte le forze e tutti i gruppi presenti in quest'Aula.
Chiudo. Abbiamo bisogno di raccontare meglio quello che accade qui e lo dobbiamo fare anche con strumenti tecnologici più adeguati per evitare che una persona che passa o passi da un servizio audio-video di una media testata nazionale o internazionale o dai Parlamenti o dal Parlamento europeo si trovi a vedere delle immagini che non rendono adeguatamente da un punto di vista tecnologico.
Abbiamo fatto degli sforzi anche in termini di ufficio stampa, che svolge egregiamente il proprio lavoro di trasmettere al di fuori quello che accade qui, dopodiché, naturalmente, nessuno è responsabile dei contenuti. Il contenuto siamo noi e non sempre, come nella discussione di oggi, a mio avviso vogliamo bene a questa Camera in cui siamo in rappresentanza degli italiani che ci hanno eletto. Quindi, apprezziamo il lavoro complessivamente, però la questione della CD-Servizi resta un neo su questo bilancio e sul lavoro che fin qui è stato fatto sia dal Collegio dei questori che dall'Ufficio di Presidenza. Con l'ordine del giorno di cui parlavo prima forse si apre una fase di chiarezza e di trasparenza che sarebbe molto utile anche su questo (Applausi di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Consentitemi una piccola nota di colore: auguri al Questore Benvenuto, che oggi compie gli anni (Applausi). Buon compleanno! Perdonate; dopo tanta stanchezza, magari un momento…
Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anche i nostri auguri al Questore Benvenuto per il suo compleanno. Innanzitutto, credo che sia doveroso - e non è solo una questione formale -, nel momento in cui affrontiamo il tema del bilancio della Camera e lo facciamo con dati tutto sommato lusinghieri, riconosciuti dall'unanimità dei gruppi, partire dal ringraziamento per il personale della Camera, dal Segretario generale a tutto il personale. Questo perché la cifra che contraddistingue e ha contraddistinto questo dibattito è la cifra dell'ottimizzazione, ma l'ottimizzazione non è un concetto che si rifà esclusivamente ai numeri, intendendo, con questi, i numeri del bilancio. No: l'ottimizzazione, che si riflette nei numeri del bilancio, è prima di tutto un'ottimizzazione dei servizi, altrimenti non avrebbe alcun senso presentare un bilancio in regola se non fossimo davanti anche a dei servizi di eccellenza.
Allora, il ringraziamento per il personale è proprio dovuto a ciò. Mai è capitato che questa Camera non svolgesse il proprio lavoro per mancanza da parte degli uffici e sempre abbiamo potuto rispettare non solo i limiti di tempo ma soprattutto la qualità del servizio erogato. Credo che non sia per nulla scontato partire da qui, ma parto da qui anche perché vorrei che la nostra riflessione, una volta tanto, provasse a insistere sulla qualità dei servizi e non si limitasse a quegli argomenti che hanno avuto un momento così scabroso durante il dibattito sull'ordine del giorno.
Allora, proprio partendo dai numeri, mi ero segnato negli appunti che lentamente stiamo tornando alla normalità. Quasi stavo per cancellare questo tratto degli appunti, perché alcuni aspetti del dibattito di oggi ci hanno riportato indietro di molti anni, però credo che, andando a rivedere complessivamente ciò di cui stiamo discutendo, lo voglio confermare: lentamente stiamo tornando a una normalità. A cosa mi riferisco? Appunto alla normalità di chi, accingendosi all'atto amministrativo supremo che è quello dell'approvazione del bilancio, una volta considerato che il nostro bilancio è in ordine dal punto di vista contabile si sofferma proprio sulla qualità del servizio, a partire dal servizio principale che noi eroghiamo, che è quello di legiferare, di legiferare per tempo, di legiferare in modo adeguato, servizio che non è solo dato dalla politica, come ho già sottolineato, ma anche e soprattutto dalla qualità dei funzionari.
Parto con questo ma non solo, perché parlando di bilancio dobbiamo parlare anche di patrimonio e indubbiamente l'Aula e i palazzi dentro i quali la Camera dei deputati è ospitata sono un patrimonio che offriamo alla cittadinanza, non solo per il suo valore artistico ma naturalmente per il suo valore simbolico. Chi frequenta questi palazzi e queste aule non solo ammira le opere d'arte e l'architettura che vi trova, ma respira quell'aria solenne delle istituzioni di cui c'è veramente bisogno. Anche questo ritrovato, continuo e aumentato rapporto con i cittadini è un servizio che noi possiamo offrire e anche questo grazie alla professionalità dei dipendenti.
Si è molto parlato - io credo giustamente - della società in house. Nella scorsa annualità, in occasione dell'approvazione del bilancio, si è discusso molto sull'opportunità prima di tutto di questa scelta, fatta quasi in maniera unilaterale dalla maggioranza, ma poi anche del merito. Sicuramente l'obiettivo era quello di innalzare la qualità del servizio reso e di pagare meglio il personale che si prestava a quel servizio, ma la vera sfida era di riuscire a fare questo senza aumentare i costi. Andando a spulciare nel bilancio di quest'anno, io non sono in grado - e non credo per mie lacune - di poter dire se questa sfida sia stata vinta o meno. Diciamo che i centri di costo devono ancora essere riordinati e quando avremo una situazione completa e trasparente sul funzionamento della società in house potremo anche esprimerci rispetto alla sfida di aver aumentato la qualità dei servizi, che riconosciamo, ma non aumentando i costi.
Veniamo, poi, ad altre questioni, perché ci sono altre voci importanti nel bilancio che riguardano i servizi che dobbiamo rendere. Sicuramente questa scelta di contrarre i costi, di restare a un bilancio invariato - perché faccio notare che la dotazione annuale è sempre quella: parliamo di 943.160.000 euro sempre, costante, senza un euro in più in aumento - mi permette di far notare che in questa legislatura con quella dotazione iniziale abbiamo comunque realizzato un avanzo di gestione di 33 milioni nel 2022, di 59 milioni nel 2023, di 52 milioni - quello che vediamo oggi - nel 2024, andando a cumulare avanzi di amministrazioni complessivi ad oggi per 428.599.000 euro.
Però, il ragionamento che volevo portare è che non ci possiamo compiacere esclusivamente del fatto che noi conseguiamo bilanci in attivo, perché è evidente che se i bilanci sono in attivo e le entrate sono costanti è perché stiamo cercando da una parte di ottimizzare - verbo di cui tutti quanti siamo orgogliosi - ma anche, dall'altra parte, di contrarre probabilmente alcuni servizi. Questo lo voglio segnalare anche con preoccupazione rispetto al futuro, perché credo che sia sotto gli occhi di tutti come sia sempre più difficile avere delle sale riunioni, sia sempre più difficile poter disporre della sala stampa, sia sempre più difficile organizzare - quelli che, come è stato ribadito, sono positivi sia per la politica sia per i cittadini - dei convegni. Credo che sia sempre più importante aumentare la possibilità delle visite degli studenti come dei cittadini normali. Pensare che tutto questo possa continuare ad avvenire perpetuamente per il futuro, andando incontro a continue contrazioni di costi, io credo che sia anche abbastanza irreale.
Quindi la domanda è: fino a quando potremo comprimere e ritenerci virtuosi? Perché se è vero, come è vero, che abbiamo deciso fin dall'inizio della legislatura che non ci sarebbe stato un euro di aumento nelle indennità dei parlamentari e se è vero, come è vero, che abbiamo deciso fin dall'inizio della legislatura che non saremmo andati a toccare la questione delle pensioni dei parlamentari (e questa è una scelta politica che tutti abbiamo condiviso), però questi servizi che ho citato, ad esempio, probabilmente ne fanno le spese. Ma non solo, perché se andiamo poi ad analizzare il bilancio nella sua riclassificazione, è bene sapere che la voce su cui ci siamo soffermati, quindi il costo di noi deputati, rappresenta nell'intero bilancio, di cui ho sommariamente ricordato le cifre, un importo complessivo di 81 milioni, cioè l'8,45 per cento del bilancio. Tutte le altre voci, che quindi si riferiscono al personale, di cui abbiamo tessuto le lodi, ai servizi che dobbiamo comprare dall'esterno, tra cui quelli molto importanti - come veniva ricordato - che attengono alla comunicazione, cioè alla facoltà che noi diamo ai nostri cittadini di comprendere quello che avviene qui dentro, ecco tutte queste voci è chiaro che continueranno a salire con il costo della vita. Pertanto, e mi accingo a concludere, Presidente, il mio auspicio è che accanto a questi dibattiti, che ci vedono tutti quanti rallegrarci del fatto che manteniamo i costi della politica fissi, impariamo a inserire del realismo e a ragionare anche sulla qualità del servizio reso. Da questo punto di vista - cito un ultimo dato e concludo - anche questa voce che rimane fissa, sempre, di 30 milioni per i gruppi, cioè per i dipendenti dei gruppi che ci aiutano a fare il nostro lavoro, anche questa è anacronistica, a meno che non pensiamo che i dipendenti dei gruppi siano dei cittadini che non meritano di avere mai degli aumenti da qui all'eternità. Detto tutto questo, ringrazio allora i Questori, ringrazio per il loro puntuale lavoro e annuncio il voto favorevole di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Questa discussione sul bilancio della Camera doveva essere un'occasione nella quale fare una valutazione su quello che è stato il lavoro fatto in questo anno, anzi, direi in questi anni, in questa legislatura. E penso che da questo punto di vista abbiamo perso un po' un'occasione, ma certamente abbiamo il tempo di recuperare, come gruppi politici, una discussione che vada un po' più a valorizzare quello che è stato fatto.
Da questo punto di vista, voglio cominciare con i ringraziamenti. Partirei dal Segretario generale e da tutta la sua struttura, dai funzionari a tutti gli assistenti, coloro che quotidianamente ci permettono di fare il nostro lavoro e ci permettono di cercare di assolvere nel miglior modo possibile la nostra funzione di legislatori. Perché parto da questo ringraziamento? Perché effettivamente la qualità delle persone che lavorano alla Camera dei deputati è molto elevata, che ci consente, dal punto di vista legislativo prima di tutto, ma anche della valutazione degli atti più generali, di avere quelle informazioni e quella capacità di interpretare la realtà, che è un elemento basilare che permette ai gruppi politici di legiferare, ovviamente secondo quelli che sono gli orientamenti politici diversi.
Questo è un punto fondamentale e, da questo punto di vista, va registrato che negli ultimi anni c'è stato un lavoro significativo da parte della Camera dei deputati per cercare di migliorare, per ringiovanire, diciamo così, quei gruppi di funzionari che sono essenziali a svolgere l'attività di Governo. Dobbiamo stare attenti, questo sì, perché l'abbassamento della qualità sarebbe un pericolo nefasto per la nostra Camera. Lo dico a tutti i gruppi, al di là degli orientamenti politici, perché quella qualità è una garanzia di una buona legislazione nel nostro Paese. Significa fare testi che siano compatibili col sistema giuridico e costituzionale del nostro Paese e, contemporaneamente, interpretabili con facilità. Ecco, quindi, penso che questo sia un elemento e il fatto di aver messo in campo molti concorsi, che hanno permesso a tante e tanti giovani di entrare a lavorare in questa comunità, che è la Camera dei deputati, credo sia un segnale fondamentale, che ci fa guardare al futuro con speranza. Certamente il percorso è ancora lungo, bisogna rinnovare, bisogna qualificare ancora di più.
Da questo punto di vista, vanno considerate anche le questioni di retribuzione di questi nostri collaboratori, che dovranno necessariamente essere competitive con gli altri organi costituzionali del nostro Paese, perché altrimenti avremo un depauperamento della nostra struttura, di questa istituzione e, magari, il rafforzamento di altre, che evidentemente fanno delle scelte, dal punto di vista retributivo, più allettanti di quelle fatte dalla Camera dei deputati.
Nonostante questo grande sforzo di miglioramento, questo sforzo di ringiovanimento, bisogna dire che la Camera dei deputati è riuscita a centrare degli obiettivi di risparmio di assoluto rispetto. Solo quest'anno 45 milioni, considerato pure che la dotazione della Camera è ferma al 2012 e, quindi, il fatto che si riesca, nonostante l'inflazione, nonostante l'aumento dei prezzi (che riguardano qualunque prodotto noi oggi utilizziamo alla Camera dei deputati per il nostro lavoro), non soltanto a mantenere fissa questa cifra ormai da molti anni, ma anche il fatto di aver assicurato un risparmio così significativo, significa che la scelta che stiamo facendo come Ufficio di Presidenza, che sta facendo questa Camera insieme all'aiuto dei funzionari, è una scelta vincente, è una scelta basata sulla sobrietà, è una scelta basata sull'efficienza e sul risparmio.
Credo che questo sia un risultato significativo, un risultato importante. Va detto che il core business di questa struttura, la vocazione, la missione della Camera dei deputati è quella alla quale ci hanno demandato i cittadini e le cittadine: quella di fare delle buone leggi. Non dobbiamo perdere mai di vista il fatto che noi siamo chiamati a fare buone leggi al servizio dei cittadini. E, da questo punto di vista, deve essere concentrata tutta l'attenzione dei lavoratori, dei dipendenti, dei deputati e delle deputate, e quindi mettere i deputati e le deputate nelle condizioni di far meglio possibile il loro lavoro è un servizio alle istituzioni, è un servizio alla democrazia, è un servizio fondamentale anche alla Costituzione del nostro Paese. Per questo penso che noi dovremmo cercare di migliorare, per quanto molto lavoro sia stato fatto, nella scelta di dotare sempre di più i deputati di quei servizi fondamentali che possono permettere loro di svolgere al meglio il loro lavoro. Maggiori conoscenze, maggiori sostegni da parte delle strutture, maggiori sostegni nei legislativi dei singoli gruppi, perché queste sono le cose fondamentali.
Da questo punto di vista, i parlamentari italiani sono quelli meno serviti in Europa. I nostri colleghi deputati francesi, i nostri colleghi deputati tedeschi, i nostri colleghi deputati inglesi hanno a loro disposizione servizi ben maggiori, ben più significativi di quelli che ha a disposizione il singolo deputato o deputata italiana. Questo, evidentemente, crea un gap anche rispetto alla capacità di produzione legislativa e sulla qualità della produzione legislativa. Per questo noi ci siamo impegnati - devo dire, anche come gruppo - a indicare quali sono le situazioni che possono essere migliorate in questa direzione, e crediamo che sia dal punto di vista tecnologico, dal punto di vista informatico e sulla capacità della comunicazione, sia anche sul supporto legislativo ai gruppi, sia necessario fare di più.
Infatti, quando alla fine della legislatura ognuno di noi tornerà dai propri elettori e delle proprie elettrici, potrà dimostrare quello che ha fatto al servizio del Paese e della comunità. E questo sarà un risultato sempre maggiore e più grande, in rapporto anche al sostegno che ha avuto dalla Camera dei deputati in questa direzione.
Quindi, noi siamo molto soddisfatti del lavoro che è stato fatto questo anno, del bilancio della Camera e siamo anche molto soddisfatti - lo devo dire alla fine di questa discussione - del fatto che, finalmente, la Camera dei deputati ha deciso di internalizzare lavoratori che lavoravano nelle cooperative al nostro servizio, persone che lavoravano e lavorano nella ristorazione e nei magazzini, in tutte quelle attività che servono a far funzionare una struttura complessa come la nostra. E quindi la scelta di aver messo in campo una società in house, la CD-Servizi, è una scelta che noi abbiamo condiviso e che rivendichiamo. E anzi, auspichiamo che, il prossimo anno, l'efficienza della CD-Servizi possa migliorare ancora di più e che si possano assicurare sempre di più a quelle lavoratrici e a quei lavoratori condizioni di lavoro sempre migliori, che ne migliorino e fidelizzino ancora di più il loro rapporto con la Camera e che li faccia sentire parte di un grande progetto e di una grande missione; perché far parte di questa comunità, della comunità della Camera dei deputati, deve essere orgoglio di tutte le persone che vi partecipano, a tutti i livelli. Quindi, noi speriamo che la CD-Servizi possa essere rafforzata e che possa migliorare la sua funzione. Per questo, voteremo convintamente in modo positivo al bilancio della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Io credo che avremmo potuto fare meglio questa discussione, dopo i due riti che sono soliti, almeno per chi ha un po' di frequentazione di queste Aule: dopo la discussione sui vitalizi e la discussione sulle retribuzioni dei deputati, la questione del bilancio è conclusa. Tutto il resto non conta più nulla. E credo che questo non sia un buon servizio a noi. E proverei a usare questi pochi minuti - non siamo intervenuti sugli ordini del giorno, so che non servirà - per appellarmi al tentativo di tornare ad occuparci di quello che noi facciamo qui.
La prima questione: è importante quanto costa questa struttura, quanto costa l'organizzazione, quanto vengono retribuiti parlamentari, qual è il sistema e qual è la trasparenza adottata. È molto importante, perché lo dobbiamo ai cittadini che, comunque, pagano le tasse e ci guardano. Però, accanto a quanto costa, dobbiamo anche vedere quanto rende. Quanto rende questa struttura? Cosa fa? In un'azienda - so che il confronto non sempre è opportuno, ma in questo caso penso di sì - è molto importante analizzare i costi. Ma se poi il prodotto non c'è, va a finire che, qualsiasi sia il costo, possiamo fare tutte le ottimizzazioni che vogliamo, ma le risorse che vengono investite sono investite male, in maniera improduttiva.
Dando un'occhiata a come è stata l'evoluzione del Parlamento e delle sue funzioni in questi anni, soprattutto di questa Camera in questi anni, penso che abbiamo fatto degli efficientamenti, senz'altro, ma non abbiamo migliorato la qualità del nostro prodotto; anzi. Questo luogo non è più quello che dovrebbe essere. Qui dovremmo riuscire a trasmettere un messaggio a chi sta fuori e guarda questa istituzione anche con la speranza che qui si decida bene per il suo futuro, che si trovino soluzioni. Questo dovrebbe essere un luogo dove la politica prova a mettere insieme anche punti di vista diversi. E mettendo insieme punti di vista diversi, prova a cercare una sintesi. Invece non è più tutto questo. E questa è una responsabilità della politica che dovrebbe preoccupare molto, ma molto di più di quanto costa l'uovo alla buvette. Dovrebbe preoccupare molto di più questo Parlamento rispetto ai vitalizi di novantenni che hanno fatto i parlamentari 45 anni fa. Questo dovrebbe preoccupare molto di più. E invece non è così. Io vedo che la pigrizia nel provare a trovare un dibattito chiaro, trasparente e lucido tra maggioranza e opposizione ha prodotto una situazione per la quale dal Governo arrivano solo decreti, ma non da “questo” Governo, dal Governo; sempre di più su questi viene posta la fiducia e non c'è disponibilità a discutere nulla e il dibattito di questo Parlamento si è ridotto alla discussione di ordini del giorno che sappiamo non servono a nulla, esattamente a nulla, proprio a zero, a nulla (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe)! E noi, pur di concentrare e cercare di valorizzare un po' questo luogo, discutiamo di ordini del giorno.
Allora io penso che la prima cosa che dobbiamo provare a fare, come forze politiche, sia quella di ritrovare il senso di questa istituzione. E penso che questo non sia un appello di chi sta in maggioranza o di chi sta in opposizione, ma dovrebbe essere il lavoro quotidiano di chi pensa che cosa lasceremo qui, tra vent'anni, di questa istituzione.
Poi, Presidente, non voglio esimermi dall'entrare nel merito di alcune questioni, che pur vanno affrontate. Partirei da una considerazione che ha fatto l'onorevole Zaratti, prima, che condivido. I parlamentari italiani - non parlo di retribuzione, parlo di strumenti a loro disposizione - sono tra i peggio attrezzati di tutti i grandi Paesi europei.
Chi è andato nel Parlamento tedesco, in quello inglese, in quello francese o in quello spagnolo, e non parlo del Parlamento europeo, si è accorto di quali strumenti hanno a disposizione i parlamentari per fare il proprio lavoro in termini di collaborazioni e di professionalità a disposizione? Qui non c'è nulla, nemmeno le stanze. Nemmeno le stanze! Adesso si è riusciti a trovare un accomodamento un po' più credibile, dopo il taglio dei parlamentari, ma nemmeno quelle ci sono. Dovremmo pensare a trovare quelle risorse per far funzionare meglio questa struttura. Penso che dovrebbe essere un interesse trasversale (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
Mi rivolgo anche a Fratelli d'Italia che ha avuto paura di rivendicare un ordine del giorno in cui aveva scritto delle cose: erano opinabili, erano condivisibili? Non so se fossero condivisibili o meno, non abbiamo avuto neanche la possibilità di discutere, ma era legittimo dire che c'è un divario tra le due Camere del Parlamento? Non parlo, di nuovo, delle retribuzioni dei parlamentari; parlo delle possibilità operative per i dipendenti e per la struttura. Io credo che, su questo, avremmo dovuto fare molto, molto meglio.
E poi mi rivolgo anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle in maniera molto pacata, senza quegli urli che sarebbero anche divertenti, però c'è una sorta di ipocrisia nelle cose che dite, perché poi vi ritornano contro! Vi ritornano contro nella vita del giorno dopo, quando si va fuori da questo Parlamento. Bisogna stare attenti quando si discute delle incompatibilità, perché, se si discute delle incompatibilità e si fa la crociata qui dentro su di esse, non è che il giorno dopo essere usciti da qui potete dimenticarvi la battaglia che avete fatto su questi banchi e assumere qualsiasi incarico da parte di quello che era seduto dall'altra parte del vostro tavolo, quando avevate incarichi importanti anche di Governo. Perché altrimenti tutto questo serve solo per fare un video. E non cito più nulla su questo argomento, dove, invece, tante cose potrei dire. Ma non è mio interesse fare polemica; semplicemente voglio richiamare ognuno a stare qui con la serietà che questo luogo impone.
L'ultima osservazione la volevo fare sul personale e sul costo del personale di questa Camera, che va ringraziato. Io ho avuto, come molti colleghi presenti, tanti rapporti all'interno della pubblica amministrazione, tanti rapporti con la pubblica amministrazione.
Il personale di questa Camera è molto qualificato e capace di affrontare i temi in maniera competente, in orari spesso complicati, in giorni complicati, con tensioni che derivano dal lavoro che c'è in questo luogo, e noi, in merito a questo personale, forse dovremmo avere un minimo di maggiore attenzione. E non solo dal Segretario generale a tutti i Vicesegretari, a tutti i dirigenti, ma ci sono anche tante altre persone che lavorano in questa struttura.
Io, per definizione, non penso che il pubblico debba fare quello che può fare il privato. Quindi la nascita della società che gestisce i servizi l'ho vista solo in una logica, che questo luogo è particolare e c'era una situazione particolare, dove c'erano molte persone che lavoravano al nostro servizio, in questa struttura, con retribuzioni molto basse, ma veramente molto basse, direi imbarazzanti, e con situazioni di precariato che non derivavano dal rapporto con la Camera dei deputati ma dal rapporto con le aziende che lavoravano qui.
La domanda che farei ai Questori, a cui non chiedo una risposta, ma che penso che loro si devono fare anche nel loro lavoro, è: certamente la stabilizzazione del posto di lavoro c'è stata, ma la qualità del lavoro e della retribuzione è cambiata? Io penso onestamente di no. Io penso onestamente di no. Forse su questo una riflessione maggiore bisogna farla da parte vostra. Chiudo con un ringraziamento, perché ho fatto parte dell'Ufficio di Presidenza. So che è comunque un lavoro che richiede l'assunzione di responsabilità, anche quando si discute di questioni che diventano importanti dal punto di vista comunicativo sull'esterno.
Per questo, io ricordo la fatica che fu fatta quando i vitalizi furono tolti. Lo ha ricordato già qualcuno, era il 2012, ma non c'era la pressione del MoVimento 5 Stelle, c'era la pressione del Governo Monti, che faceva scelte difficilissime per gli italiani. E quel Parlamento, quel giorno, si assunse la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) - c'erano tutti i gruppi parlamentari favorevoli - di tagliare i propri vitalizi. Tutto il resto è poesia, tutto il resto è stata poesia.
Io dal 2003 sono qui. Dal 2003 in poi ho solo avuto - giustamente, li ho deliberati, li ho sostenuti, li ho promossi - tagli sulla mia retribuzione, solo tagli. Ma i Padri costituenti avevano previsto un altro meccanismo, e l'altro meccanismo era che le retribuzioni dei parlamentari, come tutte le retribuzioni, devono avere un loro collegamento, una loro progressione. I Padri costituenti decisero che questo collegamento stava con le retribuzioni dei magistrati, che sono indipendenti dalla politica. E allora quel collegamento, che noi abbiamo voluto rescindere in un particolare momento storico, aveva un suo senso. Dopodiché, piace su questo argomento fare…
PRESIDENTE. Concluda.
ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). …e chiudo, fare solo una grande, grande “caciara”. Non lo dico per questa generazione che sta qui, ma per la prossima: noi non è che gli possiamo lasciare la “caciara”, dovremmo avere la responsabilità di lasciargli delle scelte utili (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. La Camera è chiamata ad esprimersi sul conto consuntivo relativo all'esercizio 2024, sul bilancio di previsione per l'esercizio 2025 e sull'allegato al bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, per i quali annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati. E sottolineo che, per quanto ci riguarda, non parliamo meramente di strumenti contabili, ma crediamo che dietro i numeri di questi documenti contabili ci sia un valore politico molto importante, sul quale poi relazionerò durante il mio intervento.
Intanto desidero ringraziare il Presidente della Camera, Fontana, il Collegio dei questori e l'Amministrazione, a cominciare dal Segretario generale, perché credo che il lavoro che è stato svolto sino a oggi sia un lavoro molto importante, molto significativo, ma l'elemento che ci interessa ancora di più è il cambio di passo che c'è stato in questa legislatura rispetto alla precedente e rispetto al passato. Innanzitutto, dalla relazione del Questore Trancassini emerge un quadro dei conti di solidità e stabilità, e colpisce che, nonostante ci sia stato un incremento dei prezzi, ci sia stata una diminuzione del totale della spesa. E questo è certamente un elemento qualificante.
Ma contestualmente registriamo, in questa legislatura, una forte dinamicità. Mi piace questo termine che ha utilizzato il Questore Trancassini nella sua relazione: una forte dinamicità della Camera. Ovvero, rispetto a quanto successo la scorsa legislatura, in cui l'unica parola d'ordine era “risparmio”, in modo così insistente e convulsivo sino a precludere qualsiasi ipotesi di investimento. E sia ben chiaro, per quanto ci riguarda l'aspetto degli sprechi, l'eliminazione degli sprechi è una priorità, ma, superato questo impegno, che è necessario e che è prioritario, è fondamentale investire.
È questo l'elemento importante. All'interno di un quadro così stabile e così migliorativo apprezziamo molto che ci sia la voce “investimento” che diventa più importante, è qui l'elemento politico forte. E allora spendere in modo appropriato ed efficace le risorse pubbliche vuol dire spendere certamente bene ed ottimizzare. E, nel concetto di investimento, crediamo che alcuni elementi concreti siano significativi ed è giusto ricordarli in Aula. Intanto il rinnovamento di alcuni ambienti della Camera: la sala stampa, l'auletta dei gruppi, la Sala del Mappamondo, il rifacimento dell'impianto audio-video dell'Aula, che sarà realizzato in questa breve pausa estiva.
Ma altri aspetti importanti: la sostituzione e l'ammodernamento degli impianti di sicurezza; la valorizzazione del patrimonio immobiliare della Camera, perché ricordiamoci che, ogni qual volta a un privato viene dato un bene pubblico, gli si chiede il rendiconto di quanto è riuscito a valorizzare il patrimonio pubblico. Sarebbe stato assurdo proseguire alla Camera con un cortile che, fino a qualche tempo fa, onestamente, non era dignitoso, non era dignitoso per l'accoglienza di delegazioni straniere, per visitatori che arrivano dall'esterno.
Si è ridata la dignità che è giusto dare ai beni pubblici. Poi il potenziamento delle strumentazioni tecnologiche per i deputati: quanto è importante per tutti noi avere strumenti adeguati per lavorare. Il miglioramento di servizi di supporto all'attività dei deputati, questa è un'altra voce importante perché risparmiare tempo è dovuto certamente ai miglioramenti di tanti servizi che in questa legislatura sono stati sviluppati. E l'avvio e il prosieguo dell'attività di reclutamento con i concorsi. Io condivido le parole di qualche collega che ha sottolineato che avere individuato sempre, costantemente, questo ambiente come l'ambiente della casta ha trasformato anche i dipendenti e i validi funzionari, le varie figure di riferimento, come la casta a loro volta.
E per questa ragione, per decenni, non si sono fatti concorsi alla Camera. Questa è la vera ragione per cui i concorsi non si sono fatti, ed è bene che si sia dato spazio a queste iniziative e che si prosegua da questo punto di vista. Così come apprezziamo moltissimo le tante iniziative e i tanti eventi che vengono realizzati alla Camera, come, ad esempio, il G7 dei parlamentari e il Giubileo dei governanti. Ma tutto questo, e altro che non ho elencato, in conseguenza di un indirizzo forte e determinante da un punto di vista dell'Ufficio di Presidenza, che ha incoraggiato e sostenuto l'amministrazione, che è doveroso ringraziare.
Forse è tanto e molto elencare i ruoli di ciascuno, ma io credo che, invece, queste siano le occasioni in cui è fondamentale riconoscere l'impegno e il lavoro delle persone che ogni giorno ci danno aiuto e sostegno. Allora, oltre al Segretario generale, che ho già ricordato e ringraziato all'inizio dell'intervento, non trascuriamo i consiglieri che operano alla Camera, i documentaristi, i segretari, gli assistenti parlamentari, anche l'autorimessa. Abbiamo fatto il concorso all'autorimessa, che utilizzano tutti e tanti, per fortuna. E io credo che, con il percorso politico e istituzionale che molti di noi hanno fatto, sia giusto che ci siano gli strumenti, tutti, a disposizione dei parlamentari.
Tutto il personale è caratterizzato, chiunque incontriamo all'interno di questo ambiente, da grande professionalità, da dedizione, da lealtà, che è una delle caratteristiche che identifica maggiormente, che voglio evidenziare maggiormente in chi, nell'amministrazione della Camera, si impegna quotidianamente.
Ci viene spesso invidiato questo profilo qualitativo, al punto tale che tante amministrazioni pubbliche poi fanno richiesta di poter utilizzare temporaneamente le risorse umane della Camera dei deputati.
Un cenno certamente desidero farlo anch'io sulla CD-Servizi Spa, perché è stato un argomento molto dibattuto e ancora in Aula è oggetto di molte considerazioni. Io penso che abbiamo fatto una scelta di grande responsabilità, perché è vero che tanti lavoratori che sono all'interno della Camera e che non sono dipendenti della Camera vengono individuati come tali, vengono confusi come dipendenti della Camera. È anche giusto che, in assenza di un concorso, non ci sia un'esatta parificazione, ma, contestualmente, bisogna dare, con serietà, la dignità, la serenità a lavoratori che per anni hanno vissuto all'interno dell'Amministrazione della Camera, collaborando con i dipendenti della Camera, dimostrando attenzione, capacità, crescendo professionalmente. La scelta di costituire CD-Servizi Spa credo che sia stata una giusta valutazione per dare dignità a chi è comunque affezionato a questa istituzione, è cresciuto e dà un grandissimo contributo.
Allora, volevamo riuscire, con una maggioranza molto chiara, ad imprimere un cambiamento nell'attività della Camera dei deputati. Era necessario lavorare per accrescere l'immagine della Camera, che negli anni, purtroppo, è stata indebolita, e ridare l'autorevolezza che credo sia giusto abbia un'istituzione come la nostra, perché è il luogo della democrazia, è il simbolo della democrazia. Deve essere autorevole, deve tornare ad essere attrattiva, anche rispetto a tanti giovani, che devono guardare ai concorsi della Camera come una grande opportunità, non come un ripiego, come certe volte il concorso pubblico rischia di diventare, ma come una grande opportunità professionale per affermarsi, per mettere a disposizione i propri talenti e per investire sul loro futuro. La Camera dei deputati deve diventare una istituzione di cui gli italiani devono essere orgogliosi.
In sintesi, Presidente, la Camera dei deputati, sotto tutti i punti di vista, deve essere all'altezza delle grandi sfide che deve affrontare e noi, su questo obiettivo, saremo sempre in prima fila, a sostegno del lavoro che stiamo portando avanti, che deve proseguire e che ci permetterà, alla fine di questa legislatura, di lasciare certamente una Camera dei deputati migliore di quella che abbiamo trovato all'inizio di questa legislatura, ringraziando ancora una volta l'Amministrazione perché, con grande dedizione e attenzione, dà seguito a questo impulso e, forse, finalmente, è anche libera di muoversi, sviluppando al massimo la professionalità, che è tanta, che noi apprezziamo e che ringraziamo ancora una volta (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare) e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Spesso, quando analizziamo questi ordini del giorno, questi impegni, balza all'occhio - e davvero ancora mi stupisce - il divario, la lontananza e, talvolta, l'incoerenza con cui si guardano i fatti che succedono all'interno della Camera dei deputati e quelli che, poi, succedono fuori da questo palazzo. Perché, chiariamoci: la Camera deve essere un esempio per il resto del Paese, deve avviare iniziative che possano rompere gli argini anche fuori, però, poi bisogna essere anche conseguenti su un piano politico. Noi siamo quelli che, quando parlano di diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, ne discutiamo qui dentro e votiamo favorevolmente, senza alcun pregiudizio - e ci mancherebbe - e ci battiamo affinché i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della Camera dei deputati siano rispettati. Ma siamo quelli che, però, si preoccupano anche dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che lavorano al di fuori da questo Palazzo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): quelli che lavorano per 3, 4 euro all'ora e voi ci rifiutate il salario minimo quando ve lo proponiamo; quelli che non hanno contratti stabili; quelli che lavorano in condizioni di grandissima difficoltà e penso, per esempio, al 9 per cento dei lavoratori e delle lavoratrici full time in povertà assoluta; quei 6 milioni di lavoratori e lavoratrici, che nonostante lavorino, guadagnano stipendi inferiori a 1.000 euro.
Noi siamo quelli che difendono il mondo della cultura e gli spettacoli dal vivo, anche fuori da questo Parlamento; voi siete quelli che fanno gli ordini del giorno nel bilancio della Camera per la cultura, per gli spettacoli dal vivo e, nel frattempo, affamate i lavoratori e lavoratrici dello spettacolo che stanno fuori da questo Palazzo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), veramente opprimendo la cultura di questo Paese.
Noi siamo quelli che parlano di pace e propongono che anche l'istituzione Camera si faccia portatrice di questo messaggio e vi chiediamo di interrompere i rapporti con un Governo che sta commettendo un genocidio, di interrompere i memorandum; voi siete quelli che, ipocritamente, dicono di approvare il nostro ordine del giorno, ma, nel frattempo, il vostro Ministro Salvini, Vice Presidente del Consiglio, riceve il premio Italia-Israele nel giorno in cui si commette un'altra strage di civili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), mentre ancora altri 10 bambini, ogni giorno, vengono amputati senza neanche poter contare sull'anestesia, mentre vengono colpiti civili mentre cercano qualcosa da mangiare e stanno morendo affamati, mentre vengono colpiti anche gli operatori e le operatrici umanitari che in questo momento sono lì.
Allora, vedete, bisogna essere conseguenti, non ipocriti. Noi siamo anche quelli che hanno superato i vitalizi, con la delibera Fico del 2018 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non appena Roberto Fico è stato eletto Presidente della Camera dei deputati. E lo difendiamo a testa alta, mentre qualcuno qui, oggi, presenta un ordine del giorno per equiparare lo status dei deputati a quello dei senatori, chiedendo quindi di innalzare le indennità, chiedendo quindi di reintrodurre i vitalizi, ma, poi, non ha neanche il coraggio di difendere la propria scelta e dice che quell'ordine del giorno non l'aveva presentato. Peccato che è stato ritirato quando il MoVimento 5 Stelle l'ha letto, l'ha denunciato e, quindi, l'ha scoperto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Noi ci teniamo e veramente difendiamo le nostre posizioni, le difendiamo al punto di aver chiesto a quest'Aula di esprimersi sul nostro ordine del giorno. Vi abbiamo chiesto di non toccare la delibera Fico e abbiamo dovuto quasi convincervi a portarla, a votarla. Ci sono stati esponenti della maggioranza che hanno votato in maniera contraria; addirittura, ci sono stati esponenti della maggioranza che non hanno avuto il coraggio neanche di esprimere il proprio voto: prima, sono intervenuti demolendo la delibera Fico e il nostro tentativo di mettere nero su bianco che i vitalizi non vanno reintrodotti, come hanno chiesto, invece, centinaia di deputati, ex deputati e deputate, solo qualche giorno fa, e poi, però, al momento del voto non hanno votato, e lo hanno fatto veramente con una veemenza che in quest'Aula non si vedeva da tanto tempo, signor Presidente. Non abbiamo visto questa veemenza quando si è trattato di difendere la sanità pubblica; non abbiamo visto questa veemenza quando vi abbiamo chiesto di avere un sussulto di dignità per i dazi che stanno affamando le nostre imprese; non avete avuto un sussulto di dignità quando vi abbiamo detto che la strada non è quella di fare esenzioni ai colossi del web, ma di tassarli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Niente. Non avete avuto un minimo sussulto di dignità. Poi si parla dei vitalizi e, improvvisamente, quest'Aula si scatena, fino ad avere anche gli insulti del Vicepresidente Rampelli.
Io ho sentito di tutto, davvero. Ho sentito addirittura dire che le premesse del nostro impegno sui vitalizi erano scandalose, squallide. Ebbene, Presidente, che cosa denunciavamo in quelle premesse? Denunciavamo che c'è un Paese che non ce la fa più; denunciavamo che è assurdo che, invece di parlare di come affrontare i problemi che stanno vivendo le persone fuori, ci sentono discutere di vitalizi, della reintroduzione, di ex parlamentari che fanno ricorso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Al momento del voto, poi, sembra che siamo tutti d'accordo. Io vorrei, però, sommessamente ricordare a questa maggioranza che la Presidenza del Senato ce l'avete voi, ce l'avete voi oggi mentre mantenete in vita i vitalizi e ce l'avevate voi quando li avete reintrodotti, mentre qui, alla Camera, Roberto Fico li toglieva. Quindi, l'ipocrisia tenetevela per voi, ma non prendete in giro nessuno.
Riguardo al fatto che noi denunciamo che la delibera Fico non si tocca, che i vitalizi non vanno reintrodotti, che le indennità dei parlamentari non vanno aumentate mentre c'è un Paese fuori che soffre, ci siamo sentiti addirittura dire che questa nostra presa di posizione svilirebbe il Parlamento.
A questa accusa, guardi, rispondo che siete bravissimi a farlo da soli: lo state facendo da quando siete stati eletti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), svuotando completamente l'attività legislativa di questo Parlamento e delle opposizioni, portando in Aula solo decreti, assolutamente ingiustificati per la stragrandissima maggioranza delle volte, portando avanti solo proposte di legge che non hanno aiutato nessuno finora. Vi do questa notizia: non hanno aiutato nessuno, perché ancora oggi un italiano su quattro non riesce a curarsi, nonostante la vostra propaganda; perché ancora oggi ci sono aziende che rischiano, sono aumentate, quasi raddoppiate, le ore autorizzate di cassa integrazione e c'è un Paese, quasi un quarto, che è a rischio povertà.
Di questo, allora, vorremmo parlare, di questo vorremmo che il Parlamento fosse protagonista. Vedete, per noi del MoVimento 5 Stelle, la chiarezza, la trasparenza, un efficiente e rigorosa spesa dei fondi pubblici è fondamentale, è il faro della nostra azione politica e in ogni istituzione, in ogni luogo, noi porteremo avanti le nostre proposte politiche, guardando a questi principi. Lo abbiamo fatto anche quando vi abbiamo chiesto, adesso, di istituire un registro e delle misure per una maggiore trasparenza di quelle che sono le rappresentanze di interessi. Perché non lo volete fare? Eppure è chiaro, è semplice: vi stiamo chiedendo di istituire un registro delle lobby, per una maggiore chiarezza di come avvengono i processi decisionali del nostro Paese. Penso che sia importantissimo, nelle more di un'attuazione di una legislazione nazionale che pure stiamo promuovendo. Vi abbiamo chiesto, con la Commissione COVID - e qui, veramente, è stato reso inammissibile un impegno del nostro collega Alfonso Colucci - una cosa semplice: verificare che le spese della Commissione COVID rispettassero, rispettassero quella che è la legge istitutiva. Chi dovrebbe verificarlo se non l'Ufficio di Presidenza o il Collegio dei questori, signori? Chi dovrebbe farlo? Invece ci avete negato di discuterlo, dichiarandolo inammissibile.
Vorrei allora rispondere anche a chi ci ha detto che, finalmente, ci sono i concorsi, finalmente si fanno degli investimenti qui alla Camera. Vi do una notizia: se ve lo siete persi, i concorsi sono iniziati proprio sotto la Presidenza Fico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dopo decenni in cui non venivano banditi da questa Camera, così come sono iniziati i processi di digitalizzazione, così come il superamento dei vitalizi che, ancora oggi, qualcuno non ha capito che, se oggi abbiamo nei bilanci anche più soldi, questa scelta ha influito.
Ci tengo a ringraziare tutti i funzionari della Camera e tutte le funzionarie, perché davvero il loro lavoro quotidianamente è prezioso e permette alla Camera dei deputati, a questa istituzione che rappresenta il Paese, ogni giorno, di andare avanti con le eccellenze di questo Paese. Voglio, però, ringraziare il nostro Questore, Filippo Scerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che porta avanti le istanze del MoVimento 5 Stelle all'interno del Collegio dei questori. Vedete, noi non saremo mai pregiudizievoli sulle discussioni, non ci tireremo mai indietro quando si tratterà di parlare di quello che riguarda il bene della collettività, perché lo faremo nella consapevolezza che questa è la casa di tutti e di tutte e lo faremo sempre nell'ottica di garantire che sia la trasparenza il principio con cui vengono prese le decisioni.
Noi del gruppo MoVimento 5 Stelle continueremo a combattere su questa strada, continueremo a combattere per fare in modo che quello che è un privilegio, un diritto che viene riconosciuto solo a qualcuno, ma non a tutti, non trovi spazio all'interno di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi, anche quest'anno i documenti del bilancio interno, il consuntivo 2024 e il preventivo 2025-2027, si iscrivono in una tendenza più che consolidata e, soprattutto, ampiamente ultrannuale, che vede costantemente ridurre, ma soprattutto razionalizzare, le spese interne della Camera dei deputati. Per rendere meglio l'idea sottolineo prioritariamente alcune voci che, negli anni passati, hanno costituito dei veri e propri capisaldi della propaganda antipolitica.
Parto da un tema da sempre munifico di polemiche, come quello delle indennità dei parlamentari. La legge stabilisce che queste siano agganciate agli stipendi dei magistrati, per la precisione a quelli dei magistrati con funzioni di presidente di sezione della Corte di cassazione. Questo automatismo è stato congelato, per la prima volta, nel 2006 (parliamo della XV legislatura) e, da allora, tale è rimasto nel corso di questi quasi 20 anni.
Gli Uffici di Presidenza, che in questo ventennio si sono succeduti, hanno tutti votato delibere pluriennali che prorogavano il mancato adeguamento a quanto previsto dalla legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Oggi, come mostra un'efficace grafica, pubblicata sul sito della Camera, la differenza tra le indennità parlamentari che prevederebbe la legge e quelle che la Camera ha deciso debbano, invece, essere è di circa 6.000 euro al mese, un gap realisticamente incolmabile e alla luce del quale bisognerebbe davvero riflettere se, anche da un punto di vista normativo, sia più corretto modificare la legge, come suggerito da noi di Forza Italia più volte, eliminando definitivamente questa sorta di scala mobile, invece che continuare ad andare in deroga, procedendo per delibere dell'Ufficio di Presidenza.
Prendiamo in considerazione la dotazione annuale della Camera, che è il finanziamento che, annualmente, lo Stato eroga alla Camera per il suo funzionamento: l'importo di 943,16 milioni di euro è invariato dal 2013 e, anche in questo caso, tale rimarrà fino al 2027. Stesso discorso vale per il contributo annuale ai gruppi, fermo ormai da moltissimi anni sulla stessa cifra di 30,8 milioni. I numeri, i numeri non sbagliano: sono oggettivi. Se poi andiamo a vedere la tabella relativa alla riclassificazione funzionale della spesa, vediamo che, sommando tutta la spesa che riguarda i deputati a quella dei gruppi, l'incidenza sul totale della spesa complessiva del bilancio non arriva al 12 per cento. Ho voluto allora iniziare sottolineando questi dati perché evidenziano, in maniera lampante, come il filone dei costi, dei cosiddetti costi della politica, considerando quelle voci che potremmo individuare come la madre di tutti i costi della politica, sia ormai un discorso in totale esaurimento.
Nelle settimane precedenti, ai polemisti e agli antipolitici ad ogni costo era rimasta soltanto la speranza che l'organo di giustizia interna della Camera si pronunciasse contro la delibera della scorsa legislatura che ha abolito quello che rimaneva dei vecchi vitalizi che, per i parlamentari eletti dal 2013, non sono proprio mai esistiti. Il pronunciamento ha, però, confermato quella delibera e, dunque, anche la bandierina dei tagli al vitalizio va riposta in una teca per ricordare una vestigia del tempo che fu. Vedremo poi i vari ricorsi che esito avranno e che conseguenze produrranno. Ricordiamoci che si è trattato di decisioni retroattive su diritti legittimamente acquisiti e, se questa cosa avesse riguardato altra categoria (medici, avvocati, insegnanti), avremo tutti gridato alla violazione dei diritti, ma tant'è, essere politici rimane ancora oggi uno stigma, per chi sull'antipolitica per gli altri ha costruito le proprie fortune.
Sgombriamo il campo da ogni equivoco: ovviamente nessuno di noi chiede, ma, in verità, neppure ritiene possibile, oggettivamente, tornare indietro. Va fatta però chiarezza sulle voci più politicamente sensibili, oltreché ampiamente minoritarie di questo bilancio, su dati ampiamente noti quanto volutamente ignorati dalla comunicazione mainstream. Si può fare un ragionamento sereno, scevro da preconcetti, su quello che costituisce la parte maggioritaria del bilancio? Non si può, si deve! Voglio partire da una premessa, rifacendomi a un passaggio dell'intervento svolto dal collega Zaratti in discussione generale, che ha posto un principio che il gruppo di Forza Italia condivide. Se si andasse a leggere un bilancio interno della Camera di 30 anni fa, sarebbe inevitabile trovare voci di bilancio e utilizzo di risorse che, in alcuni casi, dovrebbero essere eliminate, in altri ampiamente rimodulate, perché dopo 25 anni in cui, oggettivamente, l'amministrazione della Camera, con il suo Ufficio di Presidenza, ha decisamente invertito la direzione di marcia, dobbiamo anche avere il coraggio di porre la questione, che ha posto il collega Zaratti, e cioè che i tagli e le razionalizzazioni hanno un senso se non vanno a toccare l'efficienza e la possibilità di svolgere un servizio che tutti noi, deputati e dipendenti dell'istituzione, siamo chiamati a svolgere: far funzionare al meglio la Camera dei deputati, nell'interesse proprio dei cittadini, perché Camera e Senato sono la massima espressione della loro volontà.
Leggendo sui resoconti la relazione svolta dal collega Questore Trancassini, alla quale mi rifaccio per i dati elencati, c'è stato un passaggio che mi ha indotto a una riflessione che ora voglio condividere con l'Aula. Il Questore ha sottolineato come la spesa del personale dipendente diminuisca per ciascuno degli anni del triennio di riferimento, nonostante prosegua la campagna di reclutamento del nuovo personale. Questo è un punto fondamentale, sicuramente l'efficienza e la qualità dei servizi della Camera dei deputati continuano ad essere all'altezza della tradizione della sua amministrazione e colgo, a tal proposito, l'occasione per ringraziare a nome del gruppo di Forza Italia tutti i dipendenti della Camera, quelli di lungo corso e i tantissimi giovani per il prezioso lavoro svolto, però è necessario evitare che quella che potremmo definire “la politica del segno meno” diventi un'ideologia avulsa dai dati di realtà. Bisogna tenere conto del fatto che, nella XVI Legislatura, l'Ufficio di Presidenza varò una riforma che rivedeva l'andamento delle curve stipendiali, in particolare nei primi anni di carriera, anche perché il tema del personale si ricollega anche alla riduzione del numero dei deputati operata a seguito di una riforma costituzionale, perché le funzioni da svolgere sono sempre le stesse. Se prima la politica e, poi, la volontà popolare hanno legittimamente ritenuto che i deputati debbano essere 400, è inevitabile bilanciare questa riduzione con il rafforzamento in termini di numeri e di qualità degli uffici.
C'è un altro tema che è doveroso trattare, che è quello di Camera Servizi, partendo da un dato che oggettivamente deve essere considerato positivo, che è quello del personale. Questo personale lavorava in precedenza per ditte che fornivano i servizi in appalto, sovente come soci o cooperatori e, per alcuni di loro, con orari a dir poco scomodi. Di questa situazione si è parlato per anni e, soprattutto, sono stati presentati una montagna di ordini del giorno. Con la costituzione di Camera Servizi hanno finalmente un contratto di lavoro dipendente e questo non è poco. Per quanto riguarda poi i risultati economici di Camera Servizi, su cui c'è stato dibattito in Ufficio di Presidenza e in quest'Aula, mi limito a constatare che la sua attività è partita ad ottobre 2024 e, quindi, per una valutazione complessiva credo sia opportuno attendere almeno un anno, se non due. Mi rifaccio, anche in questo caso, a quanto è stato sottolineato in discussione generale dal collega Zaratti, e cioè: è vero che al momento sembrerebbe non produrre risparmi, ma allo stesso tempo non sta producendo neanche costi aggiuntivi. Prendendo spunto proprio da Camera Servizi vorrei concludere toccando un altro tema. Si tratta anche in questo caso di una semplice riflessione a voce alta e non di una proposta: il gruppo di Forza Italia a questo bilancio non ha presentato ordini del giorno di gruppo, segno che condividiamo il lavoro svolto fino ad oggi dall'Ufficio di Presidenza e dal Collegio dei questori. La riflessione riguarda sempre il tema del personale, ma questa volta dei gruppi parlamentari, uffici che sicuramente coadiuvano la nostra attività di deputati e che contribuiscono anche al funzionamento di questa istituzione. Tra queste persone c'è chi è arrivato all'età della pensione ed altri che svolgono questa attività da molti anni, avendo acquisito professionalità ed esperienze specifiche che, però, sono utilizzabili esclusivamente in ambito parlamentare: anche per questi lavoratori che sono i nostri lavoratori bisognerebbe riflettere se non sia possibile individuare una soluzione di medio e lungo periodo.
Presidente, prima di concludere non posso esimermi da un'amara considerazione su quello che è successo oggi in Aula, perché ho troppo rispetto del ruolo di questo Parlamento per poter assistere silente a una performance degna del teatro dell'assurdo; teatro dell'assurdo strutturato su dialoghi senza senso e situazioni illogiche, com'è illogico giuridicamente, ma anche eticamente, chiedere un voto su un ordine del giorno, che è un impegno del Parlamento, di attuare una condotta già disciplinata in quel modo da quello stesso ordinamento giuridico o di approvare un provvedimento che già esiste nel patrimonio giuridico di questa Camera dei deputati e non è solo perché questo è tautologico, inutilmente ripetitivo o, più volgarmente detto, una perdita di tempo per l'Aula che dovrebbe occuparsi dei reali problemi del Paese, ma perché questo diventa uno strumento di propaganda politica fine a se stesso. Questo sì, è uno schiaffo a questo Parlamento, alla sua funzione e ai cittadini che col loro voto ci hanno eletti, non per fare prove muscolari o pretestuosi spot elettorali mascherati da atti legislativi inutiliter data, ma per esercitare il nostro mandato, per assumerci la responsabilità delle scelte fondamentali della vita del Paese, invece con un melting pot affrontiamo, infiliamo dentro qualsiasi cosa, qualsiasi argomento di campagna elettorale…
PRESIDENTE. Onorevole, concluda.
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). …in provvedimenti tecnici come quello del bilancio. Vado a concludere. Parliamo tanto di recuperare la centralità del ruolo del Parlamento, oggi, Presidente, abbiamo perso una buona occasione per farlo. Siamo stati chiamati in causa come gruppo di Forza Italia per il non voto. Noi non urliamo, non insultiamo, non facciamo demagogia e, soprattutto, non compriamo banchi a rotelle per realizzare il distanziamento, non votiamo contro provvedimenti dell'Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e, poi, li utilizziamo a vantaggio del nostro gruppo. Ci assumiamo la responsabilità di quello che pensiamo e di come agiamo.
Premesso questo, Presidente, il gruppo di Forza Italia ribadisce una valutazione sui documenti di bilancio più che positiva e, alla luce di questa valutazione, dichiariamo il voto favorevole del gruppo di Forza Italia al bilancio della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fabrizio Cecchetti. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CECCHETTI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, desidero innanzitutto rivolgere un sentito ringraziamento al Presidente, a tutti i colleghi dell'Ufficio di Presidenza, al Collegio dei questori per il lavoro svolto, nonché al Segretario generale e a tutto il personale della Camera dei deputati per il supporto tecnico che, con costanza e professionalità, hanno saputo garantire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa è un'occasione importante per riflettere su quanto realizzato finora, evidenziando, in primo luogo, i risultati positivi della gestione del 2024.
Partiamo da un dato rilevante: per il terzo anno consecutivo il conto consuntivo della Camera si chiude con un avanzo significativo. Nel 2024 l'avanzo è stato pari a 45,3 milioni di euro, a cui si sommano ulteriori circa 7 milioni derivanti dalla cancellazione dei residui. Il risultato complessivo supera così 52 milioni di euro. Si tratta di un chiaro segnale di gestione sana e responsabile delle risorse pubbliche, che ha saputo contenere la spesa senza compromettere l'efficienza e la funzionalità dell'Istituzione.
Abbiamo attraversato all'interno della nostra istituzione una lunga stagione, durata oltre dieci anni, nella quale il tema dei tagli, dei risparmi e del blocco del turnover ha rappresentato una costante. È doveroso riconoscere il valore di queste scelte che hanno consentito un rigoroso contenimento delle spese e una loro virtuosa razionalizzazione. Tuttavia, è altrettanto giusto sottolineare come oggi il bilancio della Camera restituisca l'immagine di un'amministrazione non solo solida e trasparente, ma anche capace di affrontare nuove sfide e avviare concreti processi di rinnovamento.
Il quadro finanziario per il triennio 2025-2027 si conferma infatti stabile e sostenibile. La dotazione della Camera resta invariata dal 2013, un dato che in un contesto caratterizzato dal costante aumento dei prezzi rappresenta non solo un importante risultato tecnico, ma anche un segnale politico di responsabilità, che intendiamo restituire con orgoglio ai cittadini. Va inoltre ricordato che, rispetto al 2013, la spesa complessiva si è ridotta di quasi 75 milioni di euro, mentre la sola spesa di funzionamento è calata di 168 milioni, pari a un taglio di circa il 25 per cento. Da questo scenario emerge dunque un doppio binario virtuoso: da un lato la continuità nel monitoraggio e nel contenimento della spesa, dall'altro una rinnovata capacità di sviluppo e innovazione e miglioramento dei servizi resi all'utenza parlamentare e a tutti coloro che, a vario titolo, interagiscono con l'istituzione.
Entrando brevemente nel dettaglio delle principali voci di bilancio previste per il prossimo triennio: la spesa per il personale dipendente è prevista in diminuzione, pur tenendo conto delle assunzioni già effettuate e di quelle programmate; la spesa previdenziale presenta una dinamica contenuta con un tasso di crescita inferiore a quello stimato per la spesa pensionistica generale nel documento di finanza pubblica; la spesa per beni e servizi registra un lieve incremento nel 2025, dovuto principalmente alla volatilità dei prezzi energetici, ma è previsto un ritorno ai livelli precedenti già a partire dal 2026; la spesa per i deputati si mantiene sostanzialmente stabile grazie alla proroga nelle misure di contenimento su rimborsi e indennità. Senza tale proroga decisa da tutto il Collegio dei questori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), da tutto, non da quello del gruppo del MoVimento 5 Stelle - basta, bisogna ogni tanto ricordarlo -, la spesa avrebbe registrato un incremento nel 2027 pari a 32 milioni di euro.
A questi elementi si aggiunge un aumento di circa 3 milioni di euro della spesa in conto capitale, destinata a finanziare interventi straordinari di ammodernamento infrastrutturale e impiantistico, tra cui il rifacimento dell'impianto audio e di voto dell'Aula, nonché il rinnovamento degli ambienti istituzionali dei sistemi di sicurezza. Nel corso dell'ultimo anno, la Camera ha investito nell'organizzazione dei servizi a supporto dei deputati, nella valorizzazione del patrimonio artistico e immobiliare, nel rafforzamento delle strutture attraverso nuovi concorsi - finalmente, dico -, in numerose iniziative di apertura verso la cittadinanza e il mondo della scuola e nel consolidamento delle relazioni europee e internazionali. In questo contesto di trasformazione, particolarmente significativa è stata la recente presentazione dei tre progetti di intelligenza artificiale, sviluppati a seguito della manifestazione di interesse nel 2024. Si tratta di strumenti innovativi, pensati per supportare il lavoro parlamentare, promuovere la trasparenza e rafforzare il rapporto con i cittadini. È un progetto ambizioso, che guarda al futuro con fiducia nelle potenzialità della tecnologia e nella possibilità concreta di una pubblica amministrazione più moderna, accessibile e partecipata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Il gruppo della Lega esprime, quindi, piena soddisfazione per una politica amministrativa che ha saputo coniugare, con visione prospettica, il rigore dei conti pubblici con l'avvio di nuovi investimenti orientati a valorizzare l'istituzione nei molteplici ambiti in cui si articola la vita parlamentare.
In conclusione, onorevoli colleghi, il nostro voto favorevole nasce dalla consapevolezza che una gestione oculata e responsabile delle risorse non rappresenta soltanto una buona pratica amministrativa, ma costituisce una condizione essenziale per rafforzare, giorno dopo giorno, l'efficienza, l'autorevolezza e la trasparenza delle nostre istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Presidente, colleghi, la Camera dei deputati ha fatto e continua a fare la sua parte e a dare il suo serio contributo al contenimento e alla riduzione della spesa pubblica. Il conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno 2024 attesta che siamo in presenza di un'opera di contenimento dei costi della Camera e di un'attendibilità delle stime, delle valutazioni e delle previsioni di spesa. Un rigore e una gestione finanziaria che hanno permesso agli organi della Camera di continuare ad adempiere ai propri compiti istituzionali in un contesto economico difficile.
Voglio ringraziare l'amministrazione della Camera per il suo impegno serio e competente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). La relazione introduttiva del Collegio dei questori sul bilancio interno non è mai stata e non deve limitarsi ad essere soltanto una relazione tecnica.
Per questa ragione, sento la necessità di cogliere questa occasione per introdurre, nella nostra riflessione e nel nostro confronto, alcune considerazioni utili a restituire dignità e autorevolezza all'istituzione di cui facciamo parte. La democrazia parlamentare ha lo stesso lavoro di noi singoli deputati.
La prima riflessione che voglio fare, quindi, è sul ruolo del Parlamento. La discussione sul bilancio della Camera deve essere un'occasione anche per esaminare lo stato di salute della nostra istituzione e della sua attività legislativa. E su questo ritengo utili alcune considerazioni che si propongono lo sforzo onesto, oggettivo e doveroso di esaminare la produzione normativa. Perché questa è la nostra prima responsabilità: fare le leggi che riguardano, poi, tutti i cittadini, tutto il nostro Paese e tutte le istituzioni del nostro Paese.
Guardando i dati, che ci sono periodicamente offerti dal servizio studi della Camera, la voce del Parlamento è diventata oggettivamente negli ultimi anni sempre più debole.
Il nostro primo compito, come dicevo, è quello legislativo, ma l'iniziativa in materia di leggi, nei fatti, si è ormai spostata sul Governo. È un processo che dura ormai da diversi anni e che si è accentuato in questa legislatura. Se si va ad esaminare, infatti, quanta parte dell'attività legislativa, oltre a passare dal Parlamento, origina davvero dal Parlamento, il quadro diventa allarmante: l'iniziativa della legge è per tre quarti del Governo in termini di atti. A giugno 2025 le leggi di iniziativa parlamentare approvate alla Camera erano solo il 28,8 per cento a fronte di più del 70 per cento di provvedimenti di iniziativa governativa, considerando fra questi le leggi di conversione di decreti e disegni di legge governativi. Si può quindi dire che si è consolidato uno spostamento della funzione legislativa nei fatti sul Governo. Credo che lo scopo ulteriore debba essere quello di ridare centralità al Parlamento, in ossequio ai principi costituzionali e penso che davvero questa sia una sfida che dovremo affrontare tutti insieme.
Un'anomalia ulteriore, segnalata dal servizio studi di Montecitorio, è quella costituita dal fatto che molti decreti-legge, convertiti in breve tempo, rinviano ad un atto successivo gli adempimenti necessari per l'attuazione. Per cui, il Governo nei fatti si attribuisce un potere ulteriore di decisione per smaltire l'attività di esecuzione di questi provvedimenti.
È, poi, fondamentale proseguire il lavoro, che finalmente abbiamo avviato in queste legislature - voglio fare un ringraziamento particolare per questo al collega Fornaro -, di riforma del Regolamento della Camera.
Il secondo punto su cui vorrei soffermarmi è quello relativo alla società CD-Servizi Spa. Ai colleghi che non hanno seguito la discussione di questi mesi vorrei ricordare che la CD-Servizi Spa è una società in house, interamente partecipata dalla Camera, costituita nel 2024. La Camera trasferisce a questa società, solo per la gestione di alcuni servizi, 15 milioni di euro l'anno. L'analisi svolta dall'Ufficio di Presidenza e la discussione che ne è scaturita hanno fatto emergere in questi mesi aspetti che noi riteniamo debbano essere approfonditi. Le risposte che in quella sede sono state fornite non sono risultate, a nostro avviso, idonee a chiarire le criticità relative ai costi di manodopera, gli oneri connessi al modello organizzativo, ai costi di funzionamento e ai costi per le forniture. Ecco, noi riteniamo - e i colleghi in Ufficio di Presidenza si sono adoperati per questo - che il Parlamento, anche durante le discussioni di bilancio, debba essere messo nella condizione di conoscere, attraverso una relazione dettagliata sull'andamento gestionale della società, lo stato dell'arte della società stessa e il conseguimento degli obiettivi programmati. Le informazioni relative agli acquisti, alle attività svolte, alla gestione e ai costi del personale assumono un rilievo cruciale in quanto direttamente incidenti sul bilancio della Camera.
La richiesta che abbiamo formalizzato attraverso un nostro ordine del giorno - che è stato poi approvato, prima, in Ufficio di Presidenza e, poi, in quest'Aula - non risponde, pertanto, a un adempimento formale.
Noi riteniamo che l'Assemblea debba essere messa nelle condizioni di conoscere e valutare pienamente l'andamento di questa società.
Nel nostro ordine del giorno, pertanto, che, come ricordato, è stato approvato, al fine di fornire a tutti i deputati le necessarie informazioni, abbiamo chiesto di allegare, congiuntamente al bilancio consuntivo della Camera dei deputati, il bilancio periodico di verifica della CD-Servizi Spa, relativo alle entrate e alle spese della società, distinte secondo la loro natura e provenienza, con riguardo sia alla gestione complessiva, sia a quella dei singoli servizi, con particolare attenzione all'assetto organizzativo e all'inquadramento del personale e al relativo costo.
Stiamo parlando di risorse pubbliche e, come ci è stato ricordato nella relazione sul bilancio che voteremo, non vorremmo che emergessero nel tempo dati in controtendenza rispetto a una situazione finanziaria stabile.
Sono state poi accettate le nostre proposte di riformulazione, avanzate in Ufficio di Presidenza dai colleghi Ascani e Vaccari, rispetto ad alcuni ordini del giorno sul personale della CD-Servizi Spa; riformulazioni che hanno posto il tema dell'assunzione a tempo pieno di quella parte dei dipendenti della società in house che oggi lavorano a tempo parziale e di chi verrà eventualmente ulteriormente assunto dalla società e che oggi è impegnato in società esterne.
Come abbiamo sempre detto, per noi era ed è fondamentale la condizione di lavoro di centinaia di lavoratrici e di lavoratori che garantiscono attività fondamentali per il funzionamento della Camera. Passo più velocemente ad illustrare alcuni degli altri ordini del giorno che abbiamo presentato e che rispondono all'impostazione di fondo che ho fin qui ricordato, cioè garantire una migliore funzionalità dell'attività della nostra Assemblea e dei gruppi parlamentari. Si tratta di ordini del giorno che, nel loro insieme, quelli di cui parlerò dopo, l'insieme degli ordini del giorno, sono stati tutti accolti, in alcuni casi con riformulazioni che abbiamo condiviso e con la previsione di istruttorie in merito.
Per quanto riguarda i gruppi parlamentari, crediamo sia giusto affrontare alcuni aspetti. Il primo è relativo al personale. Queste professionalità sono state, negli anni, oggetto di ripetuti interventi, a parte l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori, e sarebbero auspicabili ulteriori iniziative volte a salvaguardare i livelli occupazionali, le competenze e le professionalità acquisite nel tempo, a tutelare il potere d'acquisto dei loro stipendi, a garantire l'accesso ai servizi di mensa e self-service a Palazzo Montecitorio e al servizio bar dipendenti Montecitorio, attualmente precluso ad alcuni collaboratori.
Sempre per quanto riguarda i gruppi parlamentari una riflessione va avviata sull'impatto che l'intelligenza artificiale generativa avrà sull'attività parlamentare.
La Camera dei deputati ha presentato recentemente i primi tre prototipi basati sull'intelligenza artificiale generativa, sviluppati a seguito della manifestazione d'interesse promossa dal Comitato di vigilanza sull'attività di documentazione, che è presieduto dalla collega Ascani che voglio ringraziare per il lavoro svolto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Con il nostro ordine del giorno abbiamo chiesto di supportare i gruppi parlamentari per migliorare l'esperienza formativa del personale nell'applicazione delle tecnologie di intelligenza artificiale, in particolare di quella generativa.
Una riflessione specifica va fatta sull'attuale sala conferenze stampa di Montecitorio, una struttura che in certe circostanze non risulta adeguata ad ospitare alcuni eventi programmati per capienza, per collocazione, per disposizione, per strumentazione multimediale. Servirebbe una sala conferenze stampa in un ambiente più adeguato, ampio e meglio attrezzato, in grado di migliorare la qualità del lavoro dei parlamentari, del personale e degli operatori, rendendo un servizio migliore a chi voglia assistere in presenza o da remoto. Per queste ragioni abbiamo presentato un ordine del giorno dove chiediamo una diversa collocazione della sala conferenze stampa, con adeguata capienza o anche eventualmente l'individuazione di un nuovo spazio in aggiunta all'attuale. Mi riferisco - lo dico per chiarezza - alla sala conferenze stampa e non alla sala stampa. Chiediamo, comunque, che venga ripristinato l'utilizzo dell'attuale sala conferenze stampa nei giorni di lunedì e venerdì.
Sto chiudendo, Presidente. Noi abbiamo anche manifestato qui alcune criticità nel dibattito e negli ordini del giorno, in particolare relative alla CD-Servizi Spa, che sono anche in corso di approfondimento rispetto anche all'ordine del giorno che ho ricordato, il n. 9/Doc. VIII, n. 6/14 Vaccari, che è stato, appunto, approvato. Detto questo, noi confermiamo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sui documenti di bilancio per le considerazioni positive sul lavoro svolto e sul quadro complessivo del bilancio che ho illustrato in questo mio intervento (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie a lei, Presidente Costa. Colleghi deputati, innanzitutto vorrei ringraziare il Collegio dei questori, l'Ufficio di Presidenza tutto e l'amministrazione per il lavoro certosino che è stato svolto e per la precisione, serietà e competenza (Commenti).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore.
FABIO RAMPELLI (FDI). Un lavoro del resto necessario per rendere onore ai cittadini che comunque ci hanno tributato un consenso per essere ben amministrati, per non sprecare le risorse dello Stato, per tagliare i privilegi, per fare quelle azioni che sono state messe in campo - mi permetto di dire - da ormai tempo immemore, come ho già detto in un precedente intervento. In particolare, ricordo la nota vicenda - ma non è stata la sola; poi ne posso citare anche altre - del passaggio dal cosiddetto vitalizio, cioè una pensione retributiva, alla pensione contributiva, con l'equiparazione dell'età pensionabile - la medesima di tutti i dipendenti pubblici -, che è stata fatta nel 2011-2012 (fine 2011). È stata incardinata dal centrodestra e votata da tutta l'Aula. Non so se all'epoca - mi sembra proprio di no - ci fossero i gruppi che oggi alzano bandiere e cercano di farsi paladini dell'abolizione dei cosiddetti vitalizi. Non c'erano; invece c'eravamo noi, per fortuna, che ci siamo presi la responsabilità di fare questo passo importante in un momento difficile per l'Italia e per gli italiani. Lo abbiamo fatto, quindi, con grande dedizione e anche con il desiderio di ricucire uno strappo che si era consumato, in modo particolare negli anni di Tangentopoli che avevano visto crollare letteralmente il tasso di fiducia dei cittadini stessi verso le istituzioni della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'abbiamo fatto per nobili motivi, non l'abbiamo fatto per fare bassa propaganda da quattro soldi.
Certo, ci sono state delle conseguenze. Intanto, dicevo che abbiamo fatto anche delle altre operazioni: per esempio, l'abolizione dei contributi elettorali. È stato abolito il finanziamento pubblico dei partiti. Non tutti hanno votato a favore di quella scelta. Per esempio, Fratelli d'Italia all'epoca non votò a favore, perché riteniamo che il rischio di passare dalla padella alla brace sia sempre nascosto lì dietro l'angolo. Tutte le principali democrazie occidentali fondano i costi della democrazia esattamente sul finanziamento pubblico. In caso contrario, occorre andare a raccogliere fondi e non sempre questi fondi sono fondi che ti consentono di mantenere una libertà di giudizio rispetto anche alle decisioni che transitano per le istituzioni della Repubblica italiana. Questa era la ragione, ma comunque il finanziamento pubblico e la sua abolizione sono stati un altro passaggio importante proprio nel cammino verso la ricucitura di quello strappo. Sono tutte cose fatte dalle generazioni e dalle legislature dell'epoca.
Poi, c'è stata una reiterazione - regnava il Presidente Fico - a cui noi ci siamo comunque attenuti. Quindi, gli interventi che io ho ascoltato oggi, che ho già avuto la possibilità di apostrofare come meritavano, sono non solo fuori luogo ma anche cadute di stile vere e proprie, perché, così come ho avuto modo di raccontare, quelle generazioni e quei parlamentari hanno votato “sì” contro, per esempio, l'istituto dei vitalizi, per l'abolizione dei contributi elettorali e via discorrendo, ma non era un voto anonimo, ideale e astratto: era un voto contro se stessi, che intaccava i propri interessi. Era un voto che ha avuto un peso importante e grazie al quale, forse, abbiamo potuto gettare dietro le spalle quella fase opaca della democrazia italiana per cominciare a ricostruire un rapporto fiduciario e speriamo - perché non abbiamo assolutamente completato il quadro - di poter fare meglio e di poterlo fare in maniera più significativa.
Quando si parla del bilancio della Camera la storia ci insegna che le contrapposizioni ideologiche o le contrapposizioni politiche dovrebbero stare fuori dalla porta. Il bilancio della Camera prevede che comunque un Ufficio di Presidenza sia il più possibile coeso, perché l'Ufficio di Presidenza è come se fosse il consiglio d'amministrazione: si tratta di valutare come ben impiegare i soldi dei cittadini italiani. Ovviamente, quando si fanno queste valutazioni non si possono fare con la demagogia e con il populismo, perché va preservata, nella economicità della gestione, anche l'efficienza dei servizi. Questo è il luogo principale, il baricentro della democrazia italiana, e quindi noi abbiamo il dovere di tagliare gli sprechi e i privilegi, ma abbiamo anche il dovere di far funzionare la macchina amministrativa a regola d'arte ed è quello che, per un certo periodo, qualcuno ha dimenticato di fare, forse perché era impopolare assumere alcune decisioni come, per esempio, quella di bandire i concorsi per assumere nuovo personale perché qui, praticamente, non si riusciva nemmeno più ad aprire la porta principale di Piazza Montecitorio. Erano praticamente ridotte tutte le attività e devo ringraziare il personale che ha fatto degli sforzi incommensurabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per poter garantire comunque che la democrazia italiana potesse continuare a funzionare anche nella logica di quel palazzo di cristallo che più volte è stato evocato e che ha consentito, a questo luogo e alle sue aule collaterali, di ospitare convegni, tavole rotonde, riflessioni, audizioni, ascolto dei sindacati e dei corpi intermedi, perché anche questo, o forse soprattutto questo, è il compito della Camera dei deputati e del Parlamento.
Abbiamo potuto ricominciare a farlo anche con una certa distensione da parte del personale della Camera dei deputati, perché sono stati banditi i concorsi. Ho già raccontato la storia di questa specie di fake news dell'ordine del giorno che veniva agitato strumentalmente, un ordine giorno che non esiste, ma non ci voglio perdere altro tempo, perché voglio, nel ringraziamento, dire che ha del miracoloso - ma se è accaduto significa comunque che ci abbiamo veramente messo del nostro e abbiamo saputo offrire ai cittadini italiani il massimo del risultato possibile - essere riusciti a efficientare i servizi e a fare delle operazioni che fossero sensibili rispetto anche al trattamento di quelle bolle di iniquità, che esistevano qui dentro, rappresentate, per esempio, dai lavoratori precari delle cooperative (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), i quali guadagnavano in taluni casi - e non sono battute, è la realtà - 400 euro al mese, non bastevoli per la propria esistenza e ancor meno bastevoli per l'esistenza propria e della propria famiglia.
Certo, il varo della società in house non è avvenuto 15 anni fa: è lì dietro l'angolo, data pochi mesi fa. È comunque una sperimentazione in corso che cercheremo sempre di migliorare e miglioreremo - come del resto gli ordini del giorno che abbiamo approvato - le condizioni dei lavoratori, di tutti i lavoratori, anche quelli che non stanno misteriosamente dentro la società in house e che noi incontriamo nei nostri corridoi quotidianamente.
Un altro ordine del giorno prevede che vengano assorbiti nella società in house per evitare che ci siano persone sfruttate qua dentro, a dimostrazione del fatto che, al di là delle predicazioni propagandistiche che vengono fatte, qui si dà il buon esempio anche nel rapporto con il personale, che lavora non tanto e non soltanto per noi, ma che lavora per l'Italia. E l'ottimizzazione di questi servizi, il varo della società in house, il miglioramento della strumentazione di base per i parlamentari e per i gruppi parlamentari sono orientati a efficientare il risultato finale al servizio del popolo italiano e di ciascuno di noi. Clamorosamente - apposta ho parlato di miracolo o di risultato miracoloso - si riesce ad accantonare 50 milioni di euro.
Quindi, è un risparmio che, diversamente dal passato, non confligge con l'efficienza. È qui il grande gioco smascherato di un certo populismo da quattro soldi, che abbiamo avuto la possibilità - ripeto, non voglio fare il primo della classe, con il contributo di tutte le persone di buona volontà che siedono in questa Camera - pian piano di portare a sistema.
Quindi, davvero io penso che valga la pena, oltre che di votare positivamente per questo bilancio, per una volta tanto parlare bene di noi stessi, per continuare su questa strada: taglio degli sprechi, taglio dei privilegi, nessuna rivisitazione e nessuna resurrezione di antichi privilegi. Nessuno lo ha voluto fare, semmai c'è il tema, ed è un tema serio, su cui sfido tutti i gruppi parlamentari e tutti coloro che sono presenti in Ufficio di Presidenza a fare il proprio dovere, di equiparare i dipendenti della Camera dei deputati, nel loro trattamento economico, con quelli di altre pubbliche amministrazioni, perché questo è il nodo che vede un depauperamento delle professionalità della Camera dei deputati.
Noi facciamo i concorsi e, appena possibile, le persone che sono qui, che nel frattempo noi abbiamo formato, perché questa è la Camera che maggiormente lavora, per una serie di caratteristiche che tutti conoscono, una volta che li abbiamo formati e che hanno fatto esperienza, li vediamo andare via. Questo noi non ce lo possiamo permettere, se vogliamo essere seri, mettere da parte - concludo - la demagogia e far prevalere il senso delle istituzioni.
Noi siamo affezionati allo Stato, a questo miriamo e puntiamo. E penso che questo appello a farlo funzionare come si deve, a far funzionare a regola d'arte la Repubblica italiana, debba il più possibile essere condiviso, come accadrà già nel voto di questo bilancio della Camera, dal maggior numero di parlamentari di buona volontà, quelli che non vogliono fare demagogia, quelli che non vogliono raccontare falsità, quelli che non vogliono strumentalizzare cose mai esistite per cercare di raccattare qualche voto e di darsi un'identità…
PRESIDENTE. Concluda.
FABIO RAMPELLI (FDI). …e che troveranno comunque in noi quelle, tra virgolette, sentinelle, quei custodi dell'efficienza, che non faranno mai sprechi e privilegi, ma faranno nell'efficienza anche il risparmio, come dimostrano i dati di questo bilancio Camera: 50 milioni di risparmio, che penso siano una notizia che tutti possano e debbano salutare con grande soddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni - Doc. VIII, n. 5 e Doc. VIII, n. 6)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2024 (Doc. VIII, n. 5).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2025 (Doc. VIII, n. 6).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 20).
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 21,12)
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
Se qualcuno dovesse uscire, fatelo in silenzio, perché vorremmo ascoltare il collega Ricciardi.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Noi chiediamo la convocazione…
PRESIDENTE. Collega, aspetti un attimo, io non la sento. Colleghi, per cortesia, rapidamente chi deve uscire esca. Scusi, collega.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Si figuri.
PRESIDENTE. Prego, collega Ricciardi, proviamo.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Noi chiediamo la convocazione dell'Ufficio di Presidenza della Camera per discutere del comportamento avuto dal Vicepresidente Rampelli, sia (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…
PRESIDENTE. Colleghi, non cominciamo. Il collega Ricciardi adesso sta svolgendo il suo intervento e ha diritto di farlo, va bene? Non voglio sentire “oh”, “buh” o cose del genere. Prego.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per il comportamento del Vicepresidente Rampelli, tenuto sia in Aula - come già detto dal Presidente Costa, so che stanno visionando le immagini del momento in cui ha platealmente mandato a quel paese il nostro gruppo, uscendo dall'Aula -, e anche sulla condotta tenuta sempre dal Vicepresidente Rampelli, che è nell'Ufficio di Presidenza che dovrebbe fare rispettare le regole, che ha pensato bene di videoregistrare un messaggio dal cortile qua fuori, dove non si possono fare riprese.
Lui si è ripreso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ha fatto un video dove ha definito “straccioni” il nostro gruppo del MoVimento 5 Stelle. Allora, su questo, se il vostro insulto cela sempre la vostra visione classista, dove chi si veste male è un miserabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), però quelli vestiti bene, come voi, si vogliono aumentare lo stipendio, noi ci prendiamo pure degli straccioni, guardate. Ma è indegno - indegno - definire così un gruppo parlamentare. È indegno - indegno - scaricare la colpa della stesura dell'ordine del giorno n. 77, presentato da Rampelli, sugli uffici della Camera, come è stato fatto nel video (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
È stata fatta tutta una prosopopea per tutelare i lavoratori e i funzionari della Camera, e, colto in fallo, scarica la colpa sui funzionari. Allora, una notizia al Presidente Rampelli, che sta dicendo che questa è una fake news. Se andiamo nel portale, ancora ora, dei deputati che ricevono le informazioni per andare nell'Ufficio di Presidenza, ad ora, oggi, in “Doc Camera”, c'è l'ordine del giorno di Rampelli che chiede di aumentare gli stipendi dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è ancora presente!
E sta dicendo a tutta Italia, tramite i social, che è una bugia. Allora, un Vicepresidente che mente così spudoratamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) deve immediatamente dimettersi da Vicepresidente della Camera e da deputato, immediatamente. Sta mentendo, perché è ancora qui, e sta dicendo che è tutta una bugia. Siete vergognosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Riguardo alla questione dell'ordine del giorno, ha già risposto il Presidente Costa. Per quanto riguarda la questione che lei pone, naturalmente riferirò al Presidente della sua richiesta.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, su un altro argomento, la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente al Ministro Tajani, perché venga qui in Aula a spiegarci che cosa sta succedendo all'ambasciata italiana a Teheran, dove ci sono decine di studenti che sono in attesa degli appuntamenti per ottenere i visti di studio per venire qui, in Italia; già ammessi dalle università italiane, sono in attesa, hanno scelto di fare qui, tenere qui i loro percorsi accademici e non possono farlo per non si sa bene quale motivo.
Ebbene, Presidente, noi sappiamo che i problemi dei servizi consolari sono diversi e vanno dalla carenza di personale al fatto che c'è una mancata specializzazione delle risorse umane, al fatto che c'è un problema sicuramente di modernizzazione dei sistemi informatici - penso, ad esempio, al fatto che non è stata applicata ancora, non è stato introdotto ancora l'uso dell'intelligenza artificiale e quant'altro -, però c'è anche un problema grosso con le esternalizzazioni di servizi importanti, come quello del rilascio dei visti e delle relative istruttorie.
Per cui, quello che noi chiediamo e che abbiamo già chiesto con un'interrogazione parlamentare a dicembre - ma, purtroppo, ancora la risposta che è stata data dal Ministero non possiamo ritenerla satisfattiva perché è evidente che, ancora oggi, questi studenti sono in attesa e ancora oggi, qualche giorno fa, hanno manifestato davanti all'ambasciata italiana - è di sapere dal Ministro quale è il problema. Venga qui e ci spieghi che cosa stanno aspettando queste persone per poter avere un appuntamento all'ambasciata italiana, lo aspettiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Riferirò al Presidente di questa richiesta di informativa appena giunta.
Discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport (A.C. 2488-A) (ore 21,18).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 2488-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport.
(Discussione sulle linee generali - A.C. 2488-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
La VII Commissione (Cultura) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Fabio Roscani.
FABIO ROSCANI, Relatore. Grazie, Presidente. L'Assemblea avvia oggi l'esame del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, che è stato poi a seguito modificato in sede referente, ed è composto da 22 articoli, suddivisi in tre Capi.
Il Capo I è composto dagli articoli da 1 a 6 e reca disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento dei XXV Giochi olimpici invernali e della XIV edizione dei Giochi paralimpici invernali “Milano-Cortina 2026”.
L'articolo 1 reca disposizioni in materia di assegnazione ed uso delle frequenze per la trasmissione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali “Milano-Cortina 2026”, prevedendo in particolare che esse siano rilasciate a titolo gratuito. Il comma 3 reca delle autorizzazioni di spesa per le attività di vigilanza e controllo delle frequenze, nonché per l'acquisto dei materiali e delle apparecchiature necessarie al loro utilizzo.
Sempre nell'articolo 1, viene previsto poi che le risorse del Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano possano essere destinate all'assunzione di impegni pluriennali diretti a garantire la messa a disposizione degli impianti utilizzati per i Giochi olimpici e paralimpici invernali “Milano-Cortina 2026” per eventi ritenuti di interesse pubblico individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o dell'autorità politica delegata in materia di sport.
Nell'articolo 2 si stanziano risorse pari a 30 milioni di euro per assicurare misure di sicurezza e soccorso durante lo svolgimento delle Olimpiadi invernali.
L'articolo 3, invece, contiene un'autorizzazione di spesa a favore del Ministero della Difesa al fine di garantire il necessario supporto logistico e operativo da parte delle Forze armate. A tali fini, nel comma 1-bis si autorizza il Ministero della Difesa ad operare avvalendosi dei poteri previsti per i commissari straordinari e, dunque, potendo derogare alle disposizioni in materia di contratti pubblici, fatto salvo il rispetto di principi e limiti fondamentali.
Nell'articolo 3-bis, che è stato introdotto nel corso dell'esame in sede referente, viene autorizzata la spesa di 2,8 milioni di euro per il 2025 in favore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, al fine di rafforzare la sicurezza cibernetica in occasione delle Olimpiadi «Milano-Cortina 2026».
L'articolo 4 stabilisce che alle assunzioni di personale effettuate dalla Fondazione Milano-Cortina 2026 per lo svolgimento degli eventi sportivi relativi ai Giochi olimpici e paralimpici non si applicano le disposizioni in materia di chiusure aziendali previste dalla legge di bilancio per l'anno 2022. Il successivo comma 1-ter dell'articolo 4, introdotto anch'esso in sede referente, modifica la disciplina riguardante la composizione del consiglio di amministrazione della Fondazione Milano-Cortina 2026 che, si ricorda, svolge le funzioni di comitato organizzatore dei Giochi, in particolare aumentando il numero di membri complessivi dagli attuali 14 fino a un massimo di 18.
L'articolo 5, modificato in sede referente, prevede la nomina, con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di un commissario straordinario quale soggetto responsabile del processo di indirizzo, coordinamento e attuazione delle attività e degli interventi necessari all'organizzazione e allo svolgimento dei Giochi paralimpici invernali “Milano-Cortina 2026”. Il commissario è incaricato di proporre uno o più programmi dettagliati di interventi, da approvare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o dall'autorità politica delegata in materia di sport. Nei successivi commi ci sono disposizioni concernenti lo stanziamento delle risorse necessarie per garantire la tempestiva realizzazione degli interventi e per far fronte alle esigenze di carattere logistico necessarie allo svolgimento delle competizioni sportive.
L'articolo 6, anch'esso modificato in sede referente, innova la disciplina riguardante il contrasto al fenomeno delle scommesse sportive illecite, prevedendo un regime di scambio di informazioni e di coordinamento tra le autorità amministrative competenti a gestire le scommesse sportive e la Procura generale dello Sport presso il CONI. Durante la sede referente, si è inserita una norma volta a consentire alle autorità amministrative competenti di avvalersi, a tali fini, anche dei sistemi di intelligenza artificiale, nel rispetto della normativa nazionale ed europea in materia.
Il Capo II, composto dagli articoli da 7 a 9-ter, reca disposizioni urgenti per la 38a edizione della “America's Cup-Napoli 2027” e di altri grandi eventi sportivi nazionali.
L'articolo 7, comma 1, stabilisce che alla società Sport e salute Spa, in qualità di soggetto attuatore della 38a edizione della “America's Cup-Napoli 2027”, sono affidate l'organizzazione e tutte le attività funzionali alla realizzazione dell'evento. Il comma 2 reca la composizione del Comitato tecnico di gestione dell'America's Cup. I commi 5 e 6 recano le disposizioni finanziarie, stanziando le risorse necessarie per l'organizzazione dell'evento e autorizzando il comune di Napoli ad applicare al proprio bilancio di previsione le quote accantonate, vincolate e destinate del risultato di amministrazione, in deroga ai limiti previsti, per un importo non superiore a 30 milioni di euro per ciascuno degli esercizi dal 2025 al 2027.
Nell'articolo 7-bis, introdotto anch'esso nel corso dell'esame in sede referente, si prevede la possibilità per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado di realizzare, in collaborazione con i soggetti organizzatori della 38a edizione della “America's Cup-Napoli 2027” o con altri soggetti pubblici o privati coinvolti nell'organizzazione dell'evento, appositi percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO). A tal fine, si prevede la stipula di una convenzione tra le istituzioni scolastiche e il soggetto ospitante. Inoltre, il soggetto ospitante integra il documento di valutazione dei rischi con una sezione ove sono indicati le misure di prevenzione e i dispositivi di protezione individuale previsti per gli studenti. I citati PCTO possono essere realizzati anche nell'ambito delle filiere tecnologico-professionali.
L'articolo 8 destina, per l'anno 2025, al Nuovo comitato organizzatore della XX edizione dei Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, per le attività di pianificazione e organizzazione dei Giochi, una quota fino a 25 milioni di euro dell'eccedenza del gettito fiscale destinato al finanziamento del movimento sportivo nazionale, che è contestualmente accertata, per il 2025, in 181 milioni di euro. Prevede altresì che, nello svolgimento delle sue attività, il Nuovo comitato organizzatore possa avvalersi delle risorse umane e strumentali della società Sport e salute Spa e che i relativi rapporti, anche finanziari, siano disciplinati da un contratto di servizio annuale.
L'articolo 9 stabilisce che, per la gestione e lo svolgimento delle Finali ATP 2026-2030 di tennis è costituito un Comitato per le finali ATP. La norma descrive le funzioni, i compiti e la composizione dell'organo. Si prevede che la Federazione italiana tennis e padel e Sport e salute Spa, i cui rapporti sono regolati da apposita convenzione, curino ogni attività organizzativa ed esecutiva diretta allo svolgimento della manifestazione sportiva, e che gravi sugli stessi soggetti l'obbligo di predisporre annualmente una relazione consuntiva, corredata del rendiconto analitico della gestione dei contributi pubblici da trasmettere alle competenti Commissioni parlamentari.
Nel corso dell'esame in sede referente è stato inserito l'articolo 9-bis recante disposizioni urgenti per le opere necessarie al campionato europeo di calcio UEFA 2032 in materia di impianti sportivi. Il Capo III, invece, è composto dall'articolo 10 all'articolo 17 e reca ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport. L'articolo 10, costituito da un unico comma, modifica alcuni aspetti della disciplina relativa alla segnalazione delle piste in base al grado di difficoltà, nonché ai requisiti tecnici delle piste di discesa; si innalza nuovamente dal 15 al 25 per cento il limite massimo di pendenza longitudinale, il cui ricorrere comporta l'assegnazione del colore blu quale grado di difficoltà delle piste di discesa che deve essere segnalato dal gestore degli impianti.
Per quello che riguarda invece l'articolo 11, modificato in sede referente, si apportano alcune modifiche al decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo: un articolo composto da un solo comma articolato, a sua volta, in quattro lettere.
Per quello che riguarda l'articolo 12, invece, si ridefinisce cosa si intende per munizioni di guerra e chiarisce il regime applicabile per quanto riguarda la detenzione, il trasporto e l'uso di bossoli esplosi. L'articolo 13 istituisce un fondo destinato all'erogazione di borse di studio universitarie per alti meriti sportivi, con una dotazione di un milione di euro per il 2025.
Nell'articolo 14 si dispone che il Commissario straordinario, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 febbraio 2025, resta in carica fino all'insediamento del nuovo presidente dell'ACI e dei nuovi organi collegiali di amministrazione.
L'articolo 15 è volto a includere tra le fattispecie di lesioni personali, di cui all'articolo 583-quater del codice penale, quelle cagionate durante manifestazioni sportive ad arbitri o ad altri soggetti che operano per assicurarne la regolarità.
L'articolo 16, invece, reca la copertura finanziaria degli oneri per l'anno 2025 derivanti dalle disposizioni di cui agli articoli 2, 3 e 5 del provvedimento in esame, afferenti allo svolgimento dei Giochi paralimpici invernali “Milano Cortina 2026”.
L'articolo 17 reca invece l'entrata in vigore del decreto-legge.
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Ministro Abodi, il quale però ha detto che si riserva di intervenire in un secondo momento.
È iscritta a parlare la deputata Colombo. Ne ha facoltà.
BEATRIZ COLOMBO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, prendo la parola con profondo senso di responsabilità ed orgoglio per esprimere il pieno apprezzamento verso l'intervento del Governo relativo al decreto-legge n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport. Questo provvedimento rappresenta un segnale forte: finalmente lo sport torna al centro delle politiche nazionali, riconosciuto nella sua valenza educativa, sociale e anche strategica. Il decreto-legge mira a sostenere concretamente la realizzazione delle imminenti manifestazioni che vedranno l'Italia protagonista - le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali “Milano Cortina” nel 2026, la 38a America's Cup di vela a Napoli nel 2027, i 20° Giochi del Mediterraneo a Taranto nel 2026, le ATP Finals di tennis a Torino dal 2026 al 2030 - intervenendo, al contempo, su aspetti cruciali quali la sicurezza, la giustizia sportiva, l'impiantistica e il sostegno agli atleti studenti. Si tratta di un insieme di misure urgenti e lungimiranti che salutiamo con entusiasmo perché gettano le basi per una stagione di grandi successi sportivi e la crescita civile per il Paese. Innanzitutto, permettetemi di sostenere l'importanza di questo decreto nell'assicurare che l'Italia mantenga gli impegni presi sulle scene internazionali. Le norme contenute nel provvedimento garantiscono, infatti, il puntuale rispetto delle promesse fatte in sede di candidatura dei Giochi olimpici e paralimpici “Milano Cortina 2026”, fornendo tutti gli strumenti necessari a sostenere e a onorare l'organizzazione di questo grande evento senza precedenti. Allo stesso modo vengono affrontate con serietà e concretezza anche le sfide organizzative nella America's Cup dei Giochi del Mediterraneo e delle ATP Finals, a conferma di una visione politica che considera lo sport un settore strategico su cui investire. Desidero quindi ringraziare il Governo qui presente per aver agito con tempestività e visione. Il testo è composto da 22 articoli suddivisi in tre Capi ed è il frutto di un intenso lavoro parlamentare. L'esame in Commissione Cultura, il ciclo di audizioni, l'apporto emendativo e il confronto con le realtà istituzionali territoriali hanno contribuito a rafforzare e a migliorare il decreto in ogni sua parte.
Il I Capo è composto dagli articoli dall'1 al 6 ed è dedicato ai XXV Giochi olimpici e ai XIV Giochi paralimpici invernali “Milano Cortina 2026”. Questo evento rappresenta la più grande sfida organizzativa e sportiva per il nostro Paese nei prossimi anni, e il decreto interviene con misure puntuali. All'articolo 1 si dispone l'uso gratuito delle frequenze per le trasmissioni olimpiche esentando gli atti autorizzativi dalle imposte di bollo e stanziando fondi per la vigilanza e l'uso delle apparecchiature. Inoltre, prevede che le risorse del Fondo unico per lo sport possano essere destinate a garantire la disponibilità futura degli impianti olimpici per eventi di interesse pubblico.
L'articolo 2 stanzia 30 milioni per la sicurezza e il soccorso pubblico durante i giochi.
L'articolo 3 autorizza ulteriori 13 milioni per il supporto operativo delle Forze armate e conferisce loro poteri derogatori in materia di appalti, mentre l'articolo 3-bis assegna 2,8 milioni all'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, per garantire la protezione digitale dell'evento.
L'articolo 4 introduce semplificazioni per il personale della Fondazione Milano Cortina, razionalizza le retribuzioni dei vertici e amplia la composizione del consiglio di amministrazione, rafforzando la governance e l'organizzazione.
All'articolo 5 si istituisce un commissario straordinario per i Giochi paralimpici dotato di poteri e risorse speciali: oltre 328 milioni per il solo 2025 per assicurare la realizzazione delle opere necessarie. All'articolo 6 si rafforza la lotta alle scommesse illecite, introducendo un sistema di scambio informativo tra autorità sportive e amministrative con il possibile impiego di strumenti di intelligenza artificiale.
Il II Capo, dall'articolo 7 al 9-ter, riguarda gli altri grandi eventi sportivi internazionali.
L'articolo 7 disciplina l'organizzazione della XXXVIII America's Cup a Napoli del 2027, affidando il coordinamento a Sport e Salute Spa e stanziando un primo finanziamento di 7,5 milioni per il 2025. L'articolo 8 sostiene i Giochi del Mediterraneo Taranto 2026 autorizzando fino a 25 milioni dal gettito fiscale 2025.
L'articolo 9 istituisce un comitato per la gestione delle ATP Finals di Torino 2026-2030 con obbligo di rendicontazione annuale dei fondi pubblici.
L'articolo 9-bis istituisce un commissario straordinario per gli impianti sportivi legati agli europei di calcio UEFA 2032 e crea il Fondo italiano per lo sport presso l'Istituto per il credito sportivo.
L'articolo 9-ter prevede che per eventi finanziati oltre 5 milioni di euro pubblici la gestione possa essere affidata direttamente a Sport e Salute Spa.
Il Capo III (gli articoli dal 10 al 17) contiene disposizioni ulteriori in materia sportiva.
L'articolo 10 introduce nuove norme di sicurezza per le piste da sci ed estende l'obbligo del casco a tutti. L'articolo 11 modifica il decreto legislativo sul lavoro sportivo allungando la durata dei contratti e rafforzando i controlli.
L'articolo 13 istituisce un fondo per le borse di studio per meriti sportivi.
L'articolo 15 equipara le aggressioni contro gli arbitri a quelle contro i pubblici ufficiali.
Guardate, un elemento che voglio evidenziare con forza è la collaborazione interistituzionale che permea questo decreto. In ciascuno dei grandi eventi citati lo Stato interviene senza prevaricare le autonomie locali, ma anzi mettendosi a fianco delle regioni, dei comuni e degli organismi sportivi in uno spirito di leale collaborazione. Vengono concessi margini di manovra finanziaria agli enti territoriali - come la deroga ai vincoli di spesa per Napoli - affinché possano contribuire efficacemente alla realizzazione dei progetti. Questo modello di cooperazione tra Stato centrale e territorio è la chiave di volta per il successo, significa unire forze e competenze, evitando scarica barili nell'interesse comune. Il Governo ha saputo quindi fare squadra con le istituzioni locali. Mi sia consentito il termine “sportivo”, conscia che solo giocando all'unisono si vince la partita organizzativa di eventi così complessi.
Anche sul fronte dell'impiantistica sportiva si conferma questo approccio sinergico: i finanziamenti stanziati e le semplificazioni normative permetteranno di realizzare o ammodernare le infrastrutture necessarie, in accordo con le realtà locali, lasciando un patrimonio durevole ai cittadini, oltre alla manifestazione stessa. Ma lo sport non è fatto solo di grandi eventi, è anche pratica quotidiana, è cultura della legalità, è educazione, è opportunità per i nostri giovani. Ebbene, il decreto-legge in discussione interviene con decisione anche su questi fronti fondamentali, a riprova di una visione completa della politica sportiva del Governo Meloni.
Onorevoli colleghi, quanto esposto finora dimostra che questo decreto-legge va ben oltre la dimensione tecnica di una pur necessaria organizzazione di grandi eventi; esso incarna una visione alta dello sport nella nostra società: lo sport è e deve essere di più una scuola di vita. Attraverso lo sport insegniamo ai giovani il valore della disciplina e del sacrificio, la capacità di fissare obiettivi, di lavorare con tenacia per raggiungerli; insegniamo il rispetto delle regole e dell'avversario, perché ogni partita vinta lealmente vale molto di più di un successo ottenuto aggirando le regole.
Grazie a questo Governo, lo sport torna a occupare il posto che merita nelle politiche pubbliche: quello di motore di crescita, di educazione e di unione nazionale. Per questo, a nome mio e di tutti gli italiani che credono in sani valori sportivi, rivolgo un sentito ringraziamento al Governo, al nostro Ministro, al relatore, a tutti i membri della VII Commissione (Cultura) per aver restituito centralità e dignità alla politica sportiva nazionale, dimostrando che investire nello sport significa investire nel futuro dell'Italia.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Grazie, Presidente, Ministro, Sottosegretaria, colleghi. Oggi ci troviamo a discutere il decreto-legge n. 96 del 2025, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, con particolare riferimento ai Giochi olimpici e paralimpici di Milano-Cortina, all'America's Cup di vela a Napoli, ai Giochi del Mediterraneo e alle Finali ATP.
Manifestazioni di prestigio, certo, ma anche occasioni straordinarie per valorizzare il nostro Paese dal punto di vista culturale, turistico, sociale; se, però, gestite con visione, equità e trasparenza. Come Partito Democratico, abbiamo sempre riconosciuto l'importanza strategica dello sport per la coesione sociale, la promozione del territorio e la crescita economica; ne sono stati testimonianza grandi eventi come la Ryder Cup, il Giro d'Italia, gli Internazionali di tennis d'Italia.
Ma entriamo nel merito del provvedimento: l'articolo 1 prevede l'assegnazione e l'uso a titolo gratuito delle frequenze da utilizzare per la trasmissione dei Giochi olimpici e paralimpici di Milano-Cortina e l'esenzione dall'imposta di bollo. Tuttavia, non chiarisce i criteri di accesso a tali agevolazioni. In assenza di trasparenza, il rischio è quello di un vantaggio competitivo indebito.
Il comma 4 consente l'utilizzo del Fondo unico per il potenziamento del movimento sportivo italiano per eventi di interesse pubblico legati agli impianti olimpici. Eventi che saranno, però, successivamente individuati con decreto del Presidente del Consiglio o dell'Autorità politica delegata. Una formulazione piuttosto generica, Ministro, che apre a discrezionalità, che potrebbe sacrificare le esigenze della promozione in favore di grandi eventi elitari.
L'articolo 4 - andiamo alla parte importantissima, la Fondazione Milano-Cortina - interviene sulle assunzioni della Fondazione e lo fa in modo pesante: si decide di non applicare le norme contro le chiusure aziendali selvagge. Si consente, di fatto, alla Fondazione di assumere e licenziare senza rispettare le procedure previste per le aziende con oltre 250 dipendenti. Questo rischia di creare un pericoloso precedente: significa che, al termine dei Giochi, si potrà chiudere tutto senza concertazione, senza piani di collocamento, senza tutele.
Comprendiamo la natura temporanea dell'ente, ma non possiamo accettare che si deroghi a tutele fondamentali per i lavoratori. La transitorietà non può giustificare l'assenza di garanzie occupazionali. Gli eventi finiscono, le persone restano.
L'articolo 5 prevede la nomina di un commissario straordinario per i Giochi paralimpici, con poteri ampi e possibilità di agire in deroga. E non è un dettaglio banale anche l'incremento di oltre il 300 per cento delle risorse che il commissario dovrà gestire per i Giochi invernali. Che poi - diciamocelo, colleghi - già l'aver deciso di nominare un commissario la dice lunga sulle adempienze e i ritardi maturati finora. E ci auguriamo che la scelta del commissario non si fondi sul solito “amichettismo” - ACI docet -, ma ricada su una personalità solida e competente che si dedichi a tempo pieno a questa attività e che possa collaborare a 360 gradi con il neoeletto presidente del Comitato italiano paralimpico, al quale esprimiamo i migliori auguri di buon lavoro.
L'articolo 6, match fixing, innova la disciplina sul contrasto al fenomeno delle scommesse sportive illecite. Accogliamo con favore le misure di contrasto ai flussi anomali di scommesse e il rafforzamento del coordinamento tra giustizia sportiva e autorità amministrative. Tuttavia, ci chiediamo perché non si sia colta l'occasione per introdurre anche misure di prevenzione, educazione e formazione, soprattutto nei settori giovanili e dilettantistici, dove il rischio di infiltrazione è molto più alto.
È invece il Capo II del decreto che apre il tema dei grandi eventi internazionali. L'organizzazione dell'America's Cup a Napoli nel 2027 è un'opportunità straordinaria, lo sappiamo. L'articolo 7 affida a Sport e Salute la programmazione, la progettazione, la promozione, l'organizzazione e l'esecuzione di tutte le attività legate alla manifestazione e in più istituisce il comitato tecnico di 11 membri. Però, lasciatemi dire, è preoccupante l'intervento sul SIN di Bagnoli, dove si prevede una via dimezzata e si dichiarano le opere di estrema urgenza e indifferibilità: è inaccettabile che un'area martoriata da decenni di inquinamento venga trattata con superficialità ambientale. Si sta piegando la pianificazione ambientale alle esigenze di marketing sportivo.
Poi l'articolo 8, i famosi Giochi del Mediterraneo di Taranto; l'articolo 9, che istituisce un comitato per le Finali ATP 2026-2030, confermando Torino come sede per il prossimo biennio. Si dispone poi la gestione delle attività organizzative ed esecutive legate allo svolgimento della manifestazione sportiva in capo alla Federazione italiana tennis e a Sport e Salute. Stiamo parlando di un'ingerenza piuttosto importante, che compromette l'autonomia proprio di un evento tra i più virtuosi e i più seguiti degli ultimi anni, apprezzato a livello internazionale.
L'articolo 10 interviene sulla classificazione delle piste da sci, alzando la soglia per il colore blu: giusta misura di sicurezza. L'articolo 11 interviene sul lavoro sportivo, modificando il decreto legislativo n. 36/2021. In particolare, nell'ambito della disciplina della commissione indipendente per la verifica dell'equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, viene introdotta la nuova figura del vicesegretario generale. Ciò che preoccupa è il rinvio dell'entrata in vigore delle norme sulla commissione indipendente per l'equilibrio economico delle società sportive, che rischia di indebolire non poco la trasparenza finanziaria del settore.
Accogliamo con favore l'articolo 13 sulle borse di studio per studenti universitari per alti meriti sportivi, ma ci chiediamo perché non prevedere un fondo strutturale pluriennale, gestito direttamente dalle università in collaborazione con il CUS, invece che demandare tutto, come sempre, ai decreti.
L'articolo 14, che proroga il commissariamento dell'ACI, è l'ennesima dimostrazione di una gestione emergenziale e personalistica, di cui ho già detto.
Infine, l'articolo 15 introduce tutele per arbitri e ufficiali di gara. è una disposizione condivisibile ma che non può essere l'unica risposta a un problema che richiede anche prevenzione, educazione e cultura sportiva. Lo sport è rispetto, lo è nei palazzetti, negli stadi, nei campi di periferia, nei tornei scolastici e non basta ricorrere a un inasprimento della pena.
Signor Presidente, Ministro, questo decreto fa largo uso di commissari, deroghe e discrezionalità, occupando sempre più spazi di potere senza una visione sistemica. Lo sport merita una governance chiara, partecipata, stabile. Merita rispetto, merita trasparenza. Non è solo spettacolo, ma è anche un diritto.
Questo decreto non affronta il nodo delle infrastrutture inutili, penso alla pista da bob di Cesana Torinese, realizzata per i Giochi olimpici 2006. Come dimenticarla? È costata 110 milioni di euro ed è rimasta lì, come un monumento all'inutilizzo, dopo essere stata in funzione per soli sei anni. Evitiamo che anche la pista da bob di Cortina, costata oltre 80 milioni, segua lo stesso destino.
Infine, mancano misure per contenere l'impatto sociale dei grandi eventi sul territorio. A Milano e Cortina lo sapete che i prezzi degli affitti brevi stanno già esplodendo? Secondo un'inchiesta di aprile 2025, durante i Giochi si prevedono affitti fino a 11.000 euro a notte, un fenomeno che rischia di espellere residenti e studenti delle città ospitanti, senza alcuna compensazione.
In conclusione, come Partito Democratico chiediamo di affrontare le criticità da noi espresse con realismo e senso di responsabilità, con un approccio integrato, mirato non solo a promuovere eventi di successo ma anche a garantire l'integrità economica, sociale e ambientale delle nostre comunità.
Come opposizione abbiamo presentato i nostri emendamenti e ordini del giorno, facendoci carico delle preoccupazioni emerse da più parti e cercando di apportare quelle modifiche necessarie affinché questo decreto potesse davvero rispondere alle esigenze del mondo sportivo e delle comunità del Paese.
Non ci sottraiamo alle responsabilità di contribuire al successo dei grandi eventi, ma chiediamo che questi eventi diventino opportunità per tutti. Per tutti, non solo per pochi. Che generino eredità durevoli e non solo fotografie da usare in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, signora Presidente. Il decreto-legge che stiamo convertendo interviene innanzitutto su molteplici fronti legati all'organizzazione di importanti eventi sportivi internazionali. Parliamo dei XXV Giochi olimpici e XIV Giochi paraolimpici invernali Milano-Cortina 2026, così come dell'America's Cup a Napoli o della XX edizione dei Giochi del Mediterraneo a Taranto. C'è poi il caso delle ATP Finals di tennis, ma quello lo affrontiamo un attimo dopo.
Eventi che, sia chiaro, se ben gestiti rappresentano una grande occasione per l'intero Paese, per l'Italia in termini di visibilità, di reputazione internazionale e impulso economico. Sottolineo, se ben gestiti.
Perché i grandi eventi possono poi facilmente trasformarsi da una grande occasione a grande speculazione, a sperpero di risorse, a promesse e speranze tradite. Possono quindi avere impatti negativi sull'ambiente, sulla qualità della vita dei residenti. Ci può essere un'esplosione dei costi preventivati e questo, ad esempio, è un po' il caso, quest'ultimo, di quello che sta accadendo con i Giochi di Milano-Cortina. C'è stato un continuo aumento di costi a cui non sono andati, di pari passo, i ricavi con gli sponsor e gli organizzatori però non hanno mai voluto ammettere la perdita. Ma ora, con questo provvedimento, è tutto nelle relazioni dichiarato nero su bianco.
I Giochi che dovevano essere - ricordiamoci - spacciati a costo zero, sono esplosi fino a 2 miliardi di euro e il deficit di circa 300 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali, alla fine, lo copre lo Stato mettendoci poi un apposito commissario.
Ma non è tanto questo il problema, non mi meraviglio, è chiaro che può accadere, figuriamoci. Il problema vero, però, è che parte di queste risorse - parliamo di 43 milioni di euro - vengono poi presi dal Fondo di solidarietà per le vittime di usura ed estorsione. Questo è il vero problema, per noi, sui finanziamenti. Perché poi non ci si venga a dire - come è stato fatto - che parliamo di risorse non assegnate e non utilizzate perché, in tal caso, quando ovvero queste risorse non vengono utilizzate, queste cifre andrebbero tassativamente utilizzate per il finanziamento di interventi urgenti e indifferibili con, tra l'altro, particolare riguardo ai settori dell'istruzione, agli interventi organizzativi, ad eventi celebrativi. Ora però, se andiamo a prendere poi, invece, quello per cui sono stati utilizzati, ovvero i Giochi invernali, oltre all'inopportunità di strappare i fondi proprio alle vittime di usura ed estorsione, penso quindi che possiamo dirci un po' tutti d'accordo sul ritenere che l'evento Milano-Cortina non rientri nei casi urgenti e indifferibili, trattandosi, di fatto, di un evento ben datato e programmato da molto tempo. Al limite dell'urgenza, al massimo, è solo il segno dell'inerzia delle amministrazioni. E non rientra neanche, tra l'altro, come evento celebrativo.
Ritornando al discorso, in generale, dei grandi eventi sportivi, quindi, pensiamo che queste occasioni possono - sì - rafforzare il ruolo dello sport nella società italiana, sia come fenomeno economico che come veicolo di coesione sociale, proprio un classico dello sport. Però, come dicevo prima, facilmente possono diventare, semplicemente, l'occasione per pochi contro l'interesse di molti. Noi - sia chiaro - assolutamente riconosciamo il valore strategico di questi eventi e queste iniziative, però, proprio per questo, pensiamo che sia fondamentale e centrale il concetto di trasparenza, soprattutto poi quando c'è il ricorso a commissari straordinari, come accade in questo provvedimento, con due commissari straordinari, tra l'altro, con deroghe procedurali e gestioni speciali abbastanza forti e pesanti. Proprio per questo, proprio in questi casi, pensiamo che sarebbe indispensabile che il Parlamento fosse periodicamente informato con trasparenza sia sull'avanzamento dei lavori che sulla gestione dei fondi. Proprio in questa direzione andavano diversi nostri emendamenti che, ovviamente, sono stati bocciati. Ad esempio, avete bocciato l'emendamento che mirava a rafforzare la trasparenza e il controllo parlamentare sull'utilizzo, da parte del Ministero dell'Interno, delle deroghe previste nel cosiddetto “sblocca cantieri”, in particolare sull'articolo che autorizza i commissari straordinari ad assumere funzioni di stazione appaltante e a derogare a determinate norme sui contratti pubblici.
Noi vi avevamo anche chiesto di subordinare, però, l'esercizio dei poteri straordinari alla preventiva valutazione, poi, di eventuali soluzioni alternative con minore impatto ambientale, così come avevamo anche chiesto di ampliare i contenuti della relazione dei commissari, la tempestiva pubblicazione degli atti o la produzione di relazioni proprio sugli interventi e sulle deroghe che venivano applicate, proprio per assicurare un giusto ed adeguato livello di informazione e controllo, tanto di questo Parlamento, quanto dei cittadini. Come dicevo, ovviamente, tutti questi emendamenti sono stati bocciati.
Vi è poi il capo terzo del provvedimento, che va al di là dei grandi eventi e che possiamo definire un po' quella parte omnibus di questo decreto che, a quanto pare, non deve mai mancare. Si mescolano delle questioni urgenti e importanti con altre che - forse, forse - meriterebbero un percorso legislativo ordinario e dedicato, ma ormai non lo facciamo quasi su nulla, quindi non ci meravigliamo. Infatti troviamo misure sulla sicurezza negli sport invernali, modifiche non banali alla disciplina del lavoro sportivo e anche una novella che ridefinisce il concetto di munizioni da guerra. Noi ovviamente accogliamo, invece, poi con favore - sia chiaro - alcuni di questi spunti, come per esempio l'istituzione di un fondo per le borse di studio per meriti sportivi (fondo che abbiamo provato - ovviamente invano, perché ci avete bocciato anche questo - a potenziare proprio con i nostri emendamenti, con la nostra azione emendativa).
Ci sono poi anche disposizioni per tutelare gli arbitri dagli atti di violenza. Va bene, sia chiaro: non vogliamo assolutamente la violenza sugli arbitri. Però, forse, qualche ragionamento dobbiamo farlo, perché dopo il settore sanitario, dopo quello scolastico, ora ci mettiamo anche quello sportivo e, man mano, ci troviamo ad aggiungere quindi sempre più categorie. Forse dovremmo iniziare a pensare che l'approccio esclusivamente punitivo di aumento di pene, di fatto, forse, forse, non è proprio la soluzione che dobbiamo perseguire; forse dobbiamo iniziare a ragionare più a livello culturale su determinate violenze.
Arriviamo poi al caso degli ATP Finals. L'articolo 9 del provvedimento sembra, a tutti gli effetti, il tentativo, da parte di questo Governo, di mettere le mani, tramite Sport e Salute, su un'eccellenza, quella del tennis italiano, che da sola sta dando grandi soddisfazioni, lo sappiamo tutti. Perché se prendiamo solo, ad esempio, i numeri del 2024, parliamo di 503 milioni di euro di impatto economico, 203.000 biglietti venduti, con la prospettiva di migliorare e crescere ancora.
Nei giorni scorsi, però, tutti abbiamo potuto leggere sui giornali le giuste - giustissime direi - perplessità del presidente della Federazione tennis Binaghi, che si era detto pronto a mollare, dopo 25 anni, a lasciare, se questo Governo fosse andato avanti in questa direzione, anche perché, così come è stato ribadito proprio dal Presidente della FTIP, il cambio di governance, che stavate portando avanti, che avete provato a portare avanti in questo provvedimento, avrebbe messo a rischio la permanenza in Italia delle Finals. Fortunatamente, si è poi rimediato, con un emendamento durante i lavori in Commissione, e questo rischio è stato arginato. Tuttavia, è stato chiaro, palese ed evidente a tutti il tentativo di allungare, anche sul tennis, la famelica occupazione meloniana dello sport. Sport e salute sembrano ormai diventati il braccio armato della Presidente Meloni, per occupare tutto quello che è possibile occupare in ambito sportivo.
Andando avanti in questo provvedimento, c'è la questione - voglio aprire una breve parentesi - dell'America's Cup a Napoli. Riconosciamo, ovviamente, il grande risultato, sia di questo Governo che del comune di Napoli, di aver portato nel nostro Paese questo evento. Troviamo, però, non opportuno non aver accolto le indicazioni, le richieste che abbiamo ascoltato in audizione, richieste che reputiamo di buonsenso, ovvero quello di prevedere, all'interno del Comitato tecnico di gestione dell'evento, rappresentanti della regione e della città metropolitana che ospitano l'evento. Avete bocciato gli emendamenti che andavano in questa direzione, decidendo che, di fatto, in quel comitato, ci devono essere solo nominati dal Governo. Ritorna un po' il discorso del braccio armato di cui parlavo prima. Noi, invece, reputiamo importantissimo il coinvolgimento del territorio, ma proprio per il discorso che facevo poc'anzi, ovvero evitare il rischio forte, fortissimo, che questi grandi eventi possano trasformarsi da grande opportunità a un danno per il territorio, nei casi in cui i residenti vengono addirittura espulsi, cacciati via, costretti ad andar via dalla propria terra.
Concludo, Presidente, per sottolineare che il nostro non è un “no” pregiudiziale ai grandi eventi, che sosteniamo con le logiche di trasparenza, di cui prima vi parlavo. Di fatto, è un “sì” alla trasparenza e, soprattutto, al rispetto di chi vive al di là dei singoli eventi la quotidianità dei territori che li ospitano; è un “sì” alla necessità di garantire il giusto equilibrio tra le esigenze degli specifici eventi e quelle dei territori che, di fatto, dovrebbero essere tra gli attori principali di questi eventi.
Siamo convinti che lo sport sia una grande occasione per il nostro Paese. Il nostro auspicio è che si faccia in modo che sia anche un esempio di buona amministrazione. Purtroppo, spesso, non è così, lo dimostrano i fatti, ma c'è sempre tempo per dimostrare il contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Il provvedimento sul quale la Camera è chiamata a votare reca disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, tra cui i Giochi olimpici e paralimpici di Milano Cortina 2026, l'America's Cup di Napoli 2027, i Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, il campionato europeo di calcio 2032. Sono - lo voglio dire in premessa - tutti grandi eventi sportivi, di grande rilevanza, che, naturalmente, daranno opportunità di visibilità internazionale e di attrattività all'Italia.
Quel che a noi convince poco è che questi eventi, dal nostro punto di vista, andrebbero gestiti nella più assoluta trasparenza e con grande attenzione al territorio, al consumo di suolo, alla loro caratteristica di ecosostenibilità e anche di sostenibilità sociale. Purtroppo, però, molto spesso, la logica che si mette in campo quando si affronta la necessità di organizzare grandi eventi è diversa ed emerge anche da questo vostro decreto.
Ci sono molte deroghe, c'è l'idea che, attraverso i commissari straordinari, si possa fare più velocemente, c'è, di fatto, la continua marginalizzazione delle richieste e del ruolo dei territori e degli enti locali.
Parto dalle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026, che erano state presentate come un grande investimento economico sostenibile e, invece, siamo ormai arrivati ad una spesa di oltre 6 miliardi di euro, a fronte dell'1,36 miliardi previsti inizialmente e di questa sostenibilità economica non c'è più traccia. Ci sono extracosti, extra spese, come spesso accade nell'organizzazione degli eventi in Italia.
Come rilevato da un dossier di Lavialibera, infatti, scorrendo la lista dei 45 sponsor e partner ufficiali, si trovano anche i colossi dell'industria fossile e bellica, che spesso utilizzano gli eventi sportivi per ragioni di marketing. Io penso che il Governo avrebbe dovuto considerare anche questo aspetto.
I primi cinque articoli di questo provvedimento contengono, inoltre, tutti e cinque, disposizioni urgenti relative proprio a questi Giochi olimpici. Secondo gli organizzatori, i costi imprevisti dipendono non da errori progettuali, da inefficienze o, in qualche modo, da ostacoli che si sono posti lungo la strada della realizzazione dell'evento, ma dai contesti internazionali, dalle indagini della magistratura, dalle richieste dell'anticorruzione e dalle pretese di abitanti e ambientalisti.
Insomma, secondo gli organizzatori chi chiede trasparenza, livelli di spesa e tempi certi viene visto come un ostacolo da superare. E così, a meno di sette mesi dall'inizio dei Giochi, dopo tante polemiche, dopo pareri dell'Anac, di cui parleremo anche in dichiarazioni di voto, che hanno demolito la modalità di organizzazione di questi Giochi dal punto di vista della trasparenza e dell'anticorruzione, si ricorre al sempreverde e classico commissario straordinario, perché ormai senza commissario pare che non si possono più risolvere i problemi, affrontare le urgenze, ma nemmeno programmare gli eventi con largo anticipo, perché, anche in questo decreto, il commissario straordinario viene utilizzato anche per il Campionato europeo di calcio del 2032, che, come si vede, non è un evento che abbiamo, a breve, nei prossimi mesi.
C'è molto dibattito intorno al tema di utilizzare continuamente commissari straordinari. A noi interessa in particolare sul campionato europeo di calcio sottolineare che questo commissariamento, sicuramente, a differenza di quello che abbiamo ascoltato, non serve a valorizzare il ruolo diretto degli enti locali, perché il super commissario ha tutti i poteri per fare quel che vuole, ad un costo, tra l'altro, a spese delle finanze pubbliche da qui al 2032 di ben 1 milione di euro.
Ecco, allora, Ministro, rispetto a questo tema della UEFA, proprio domani, le chiederemo di prendere alcuni impegni, perché sappiamo che ci sono degli investimenti importanti da fare sugli stadi, che questo evento porterà anche grandi vantaggi economici all'Italia, perché può avere, come lo ha il calcio, come settore generale, una produzione di miliardi e miliardi di euro di PIL. Però, le vogliamo chiedere. per l'appunto, nell'individuare gli investimenti che vanno fatti, di ottemperare a tutte le linee guida dell'Anac, diversamente da come è stato fatto per le Olimpiadi invernali, di utilizzare i fondi pubblici previsti per assicurare la realizzazione e il completamento delle opere necessarie esclusivamente per gli impianti sportivi pubblici, perché sarebbe una beffa investire milioni e milioni di euro in impianti che, poi, rimangono a soggetti privati e, poi, ad utilizzare la vigilanza collaborativa dell'Anac, perché a noi sembra che sostanzialmente ci sia un po' la voglia di scappare da questo necessario confronto e da questa necessaria collaborazione.
Avete, infatti, bocciato molti emendamenti di buonsenso, anche sul terreno della trasparenza, che vi avevamo proposto e avete bocciato anche emendamenti che riguardano il coinvolgimento del territorio. Faccio riferimento, in particolare, alla costruzione del Comitato tecnico di gestione dell'America's Cup, perché, proprio come avviene, per esempio, nel Comitato per le finali ATP, sarebbe stato bene che ci fosse un rappresentante della regione ospitante. Non si capisce per quale motivo, appunto, non venga previsto. Lo abbiamo previsto nel nostro emendamento, senza che fosse aumentato il numero dei componenti del Comitato di gestione, ma voi lo avete bocciato lo stesso, nonostante sappiate che questo grande e importantissimo evento per Napoli avrà anche degli impatti su un'area molto attenzionata e molto difficile dal punto di vista ambientale, come quella di Bagnoli. Quindi, sarebbe stato bene che il comune, la regione, l'area metropolitana e tutti gli enti locali potessero, in qualche modo, far parte del Comitato di gestione e di organizzazione; invece, ci avete detto di no.
Però, guarda caso, invece aumentate i posti e le poltrone, ad esempio - sempre in questo provvedimento - per quanto riguarda il numero dei componenti del Comitato organizzatore dei Giochi invernali olimpici e paralimpici di Milano Cortina, elevando il numero dei componenti da 14 a un massimo di 18. Lei, Ministro, ci ha detto che è una norma preventiva di possibili difficoltà, però a noi, che abbiamo visto in questi anni una certa occupazione di poltrone, sorge il dubbio che comunque possa essere un modo per moltiplicare le postazioni a disposizione. Vedremo nei prossimi mesi che cosa accadrà. È certo, intanto, che una postazione sicuramente è stata moltiplicata ed è una postazione piuttosto costosa, perché nella Commissione indipendente per la verifica dell'equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche affiancate, senza spiegarci per quale ragione, alla figura del segretario generale la figura del vice segretario generale, anch'egli con un incarico di durata quadriennale, rinnovabile, alla modica cifra di 311.491 euro, solo per l'anno 2025. Sono fondi pubblici, per l'appunto, che vengono dal bilancio dello Stato.
Sottolineo questo moltiplicarsi di poltrone perché c'è anche il capitolo Sport e Salute e anche la modalità con cui state in qualche modo allungando e allargando il potere di Sport e Salute sugli eventi sportivi. Si è detto nel dibattito che ha riguardato le ATP, ma in questo provvedimento avete inserito un emendamento che dice che Sport e Salute sarà di fatto la titolare dell'organizzazione e della gestione di tutti gli eventi nazionali e internazionali che avranno un contributo pubblico sopra i 5 milioni di euro. Questo vuol dire consegnare a Sport e Salute un gigantesco potere di gestione a fronte, noi crediamo, di una certa opacità dimostrata nella gestione degli ultimi mesi. Sono usciti articoli di giornale che raccontano di come questa società abbia 500 dipendenti e 2.500 consulenze aperte, tre al giorno, di cui molte - diciamo - ad esponenti che hanno legami espliciti e molto forti con la politica.
Infine, vengo alle ultime cose che abbiamo trovato davvero spiacevoli, perché con l'articolo 12 avete introdotto un modo, appunto, di riconsiderare i bossoli delle munizioni da guerra. C'è una modifica alla legge n. 110 del 1975 e l'avete fatta non tenendo in conto che la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione, inviando una lettera di costituzione in mora per non aver recepito in maniera corretta alcune disposizioni della direttiva (UE) 2021/555 del Parlamento sulle armi da fuoco. Secondo gli ultimi dati forniti - Ministro, glielo dico perché avete bocciato i nostri emendamenti, ma credo che dovrebbe essere una questione molto attenzionata - dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno, nel 2023 i detentori di armi da fuoco risultavano essere circa 4,6 milioni, a fronte, appunto, di 1,5 milioni di porti d'arma in corso di validità. Recentemente si è osservato, però, un significativo incremento delle licenze per il tiro sportivo. Tuttavia, solo una piccola porzione dei possessori di queste licenze si dedica effettivamente alla pratica sportiva, come evidenziato dal fatto che nel 2022 le iscrizioni alle federazioni di tiro erano cinque volte inferiori rispetto al numero totale dei detentori delle licenze. Guardando questi numeri e questa discrepanza dovrebbe venire in mente che essa stessa potrebbe essere imputabile al fatto che numerosi richiedenti ottengono la licenza per il tiro sportivo, ma non con l'intento di praticare attività sportiva, quanto solamente per acquisire la possibilità di detenere armi. Quindi, sarebbe fondamentale, prima di introdurre norme come quelle che avete introdotto all'articolo 12, mettere in campo azioni per rendere la disciplina, relativa al rilascio e al controllo delle licenze di porto d'armi, più rigorosa, colmando le discrepanze esistenti tra le licenze per l'uso sportivo e quelle relative all'uso personale.
In ultimo l'articolo 16, perché è quello che francamente ha destato in noi più sconcerto. Servono dei fondi per Milano Cortina e avete previsto di riallocare le risorse previste per il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell'usura e dei reati intenzionali violenti, nonché agli orfani per i crimini domestici. Noi pensiamo che questi 43 milioni, che vengono destinati a coprire misure di sicurezza e soccorso pubblico durante l'evento, dovessero rimanere nel capitolo in cui stavano e che il Governo, in assenza di un utilizzo efficace e razionale, avrebbe dovuto cercare la strada per far arrivare questi fondi a chi ne ha bisogno, cioè alle vittime della mafia e dei crimini violenti anche domestici. Invece, voi avete pensato bene di prendere queste risorse e metterle da un'altra parte. Vi abbiamo proposto un emendamento - uno l'ha fatto il PD, l'altro l'ha fatto il MoVimento 5 Stelle - e noi ci siamo resi disponibili anche ad accettare una vostra riformulazione nel caso in cui la nostra copertura, che derivava dalla web tax, non vi avesse convinto. Siete tornati la mattina dopo senza alcuna riformulazione e avete bocciato tutti gli emendamenti. Per quale ragione non si capisce; certo è che potevate fare scelte diverse e, invece, non le avete fatte.
Quindi, Presidente, chiudo. Noi su tutti questi punti abbiamo - come si è capito - forti perplessità, nonostante ci siano alcuni e altri punti del decreto che invece ci convincono. Ma, in generale, sull'idea che i grandi eventi possano essere la scusa per derogare ad ogni idea di trasparenza e di gestione accorta del territorio noi non possiamo concordare. Per noi lo sport è gioco di squadra, capacità di costruire reti anche solidali, sviluppo equilibrato, rispetto del territorio, centralità dei beni pubblici. A noi sembra, invece, che per questa maggioranza, purtroppo, sia più importante la questione del business e quella del potere. Quindi, non avrete il nostro consenso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, Governo e colleghi, intanto c'è da dire che i grandi eventi sportivi rappresentano non solo un'occasione straordinaria di promozione internazionale per il nostro Paese, ma anche una leva per gli investimenti, per le infrastrutture, per il turismo e per la coesione sociale. Le Olimpiadi invernali del 2006 sono state un banco di prova importantissimo per l'Italia.
Tuttavia, non possiamo non ricordare che l'Italia avrebbe potuto vivere un'esperienza olimpica con un protagonismo territoriale più ampio, se solo Torino non avesse rinunciato alla candidatura congiunta.
Far naufragare la candidatura condivisa tra Milano, Cortina e Torino è stato defraudare un territorio di una grande opportunità, e anche dell'utilizzo di un'esperienza che era data dal 2006 e che poteva e doveva essere valorizzata. Riteniamo quella scelta ideologica, lontana dalla logica del dialogo istituzionale, che ha privato Torino e il Piemonte di una straordinaria occasione di rilancio economico, infrastrutturale e turistico. La rinuncia di Torino alle Olimpiadi ha significato anche una perdita di investimenti per il riuso degli impianti del 2006, la perdita di posti di lavoro temporanei e permanenti.
Riteniamo che questo decreto possa rappresentare l'occasione per rimettere Torino almeno nella filiera organizzativa, nelle attività collaterali, nella promozione culturale e nelle politiche per lo sport post 2026. Non si tratta solo di un'equità territoriale, ma anche di una intelligenza politica e speriamo, ovviamente, che questa ci sia. Per il futuro, dovremmo imparare dagli errori. I grandi eventi non devono essere un ostaggio per le ideologie o per le divisioni partitiche. Il caso Torino ce lo insegna: quando le città si fanno la guerra, perde il territorio, perde lo sport e perde l'Italia.
Ora, alcuni meriti che, comunque, vorrei evidenziare, perché come gruppo li riteniamo aspetti importanti. In primo luogo, la governance. Si semplificano i rapporti tra i vari soggetti coinvolti, garantendo anche rapidità decisionale e trasparenza. Vi è il rafforzamento della struttura commissariale; come Partito di Azione siamo contrari all'utilizzo smodato dei commissari e, purtroppo, questa è una tendenza di questo Governo; il coordinamento con il Ministero dello Sport. Sono misure che vanno nella giusta direzione.
In secondo luogo, le risorse e le procedure accelerate. È previsto un sostegno economico importante per completare le opere pubbliche connesse ai Giochi, con deroghe mirate per velocizzare bandi, cantieri e forniture. Pensiamo che questo sia fondamentale per rispettare le tempistiche olimpiche, che non ammettono ritardi.
Il terzo punto riguarda la valorizzazione dei territori, un aspetto importantissimo. Il decreto riconosce il ruolo delle regioni e degli enti locali, creando un modello di cooperazione istituzionale virtuosa. È essenziale - signora Presidente, per suo tramite, al Ministro - che tutti i territori vengano coinvolti, non solo Milano e Cortina, ma anche le aree alpine limitrofe, che siano messe in condizione di partecipare e di beneficiare della ricaduta dell'evento.
Per questo e per i prossimi grandi eventi, auspichiamo una pianificazione anticipata, per dare importanza, come dicevo prima, alle comunità locali. Poi, l'utilizzo degli impianti anche dopo l'evento. Tutto questo dà anche una grande importanza per l'educazione sportiva e culturale diffusa. Occorre, secondo noi, rafforzare il valore educativo e sociale dello sport e anche la visione internazionale, ma radicata nel territorio. A volte, l'Italia partecipa a eventi globali senza raccontare se stessa. Quindi, saper raccontare le identità locali, attraverso la cultura, la gastronomia, l'arte e lo sport diventa assolutamente importante e questa è un'eredità che abbiamo sempre dal 2006.
L'auspicio del nostro gruppo è che i grandi eventi, oltre a essere vetrine internazionali, siano anche generatori di valore civile, che lascino eredità durature e - lo ripeto - che ci sia il coinvolgimento territoriale di chi ospita l'evento. Lo sono state - lo ribadisco - le Olimpiadi del 2006, che hanno lasciato una grande eredità di infrastrutture e di esperienza. Riteniamo che i ragazzi si siano avvicinati allo sport, in particolare per quella montagna che oggi fatica a vivere, e mi riferisco, ovviamente, ai piccoli impianti, alle piccole realtà, che certamente hanno beneficiato di tutto questo.
Quindi, l'auspicio è che tutto ciò possa accadere, ovviamente dando il nostro contributo in relazione agli emendamenti che abbiamo presentato e che riteniamo importanti.
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche - A.C. 2488-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, che però ha terminato il suo tempo.
Ha facoltà di replicare il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi.
ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Soltanto per ringraziare gli onorevoli deputati e deputate che sono intervenuti in Aula per il contributo che comunque è stato dato, al di là del fatto che, in alcuni casi, mi rammarico che fatti oggettivi non abbiano trovato una rappresentazione corretta.
Ringrazio i deputati e le deputate della VII Commissione (Cultura) per il lavoro che abbiamo svolto insieme, per cercare di arrivare ad un testo il più condiviso possibile, al di là della diversità delle vedute, avendo la possibilità - che abbiamo cercato di utilizzare, ognuno nel proprio ruolo - di spiegare la ratio del decreto, entrare nel merito degli emendamenti e dei subemendamenti, perché ci fosse la chiarezza della rappresentazione dei fatti, che riguardano principalmente i grandi eventi, i grandi avvenimenti, il ruolo di Sport e Salute Spa, tutta la parte relativa alle norme che, in ogni caso, sono intervenute in estrema urgenza, come quella della sicurezza degli impianti da sci, che deve consentire l'organizzazione delle nuove norme per i gestori degli impianti, fatta, peraltro, con grande concertazione che è durata più di un anno e che, con questo provvedimento, si consolida - ci auguriamo - definitivamente, salvo che sulla sicurezza siamo sempre pronti a raccogliere stimoli e ulteriori suggerimenti.
Dispiace perché, a volte, nonostante i tentativi reciproci di spiegare le ragioni della norma e la oggettività dei numeri, ci ritroviamo ancora a dover sottolineare una realtà diversa da come viene rappresentata. Capisco le dinamiche parlamentari, rispetto le dinamiche parlamentari, ma mi auguro arrivi un giorno nel quale si riesca a stabilire la certezza. Se nell'ambito di un avvenimento, che è stato assegnato diversi anni fa, un budget del 2020, con lettere di impegno sottoscritte dal Presidente Conte, si arriva, dopo cinque anni, a un aggiornamento inferiore al 20 per cento dei prezzi, con tutto quello che è successo in questi cinque anni, non possiamo parlare di sproporzione dei costi fuori controllo. Se si confonde il costo per l'organizzazione con gli investimenti sulle infrastrutture principalmente di collegamento, su ferro e su gomma, che sono un pezzo di eredità significativo di un grande evento e, comunque, rappresentano la prospettiva di sviluppo sostenibile di intere comunità che vanno ben oltre gli eventi, vuol dire che non si vuole comprendere che - vorrei dirlo definitivamente - Milano Cortina non costa 5 miliardi o più di 5 miliardi, perché circa 3,7 miliardi sono di investimenti sulle infrastrutture, quindi sono qualcosa che, in ogni caso, dovremmo sviluppare a beneficio della qualità della vita di chi vive nei territori, del turismo dei territori e di chi lavora attraversando quei territori.
Se siamo arrivati a circa 1,9 miliardi, rispetto agli 1,63 miliardi preventivati cinque anni fa, non c'è il fuori controllo, c'è semplicemente una gestione contenuta, ragionevole e responsabile di quella che è stata l'esasperazione dei costi delle materie prime, nonché di tutti gli impatti dell'energia in questi anni. Se non si comprende che gli Europei del 2032 sono un tempo lontano, ma le scadenze dell'UEFA prevedono l'indicazione da parte della Federcalcio degli stadi che dovranno ospitarli entro ottobre 2026, non si comprende la ratio dell'esigenza di avere un commissario che non vuole assumere su di sé tutte le responsabilità.
Tant'è che il decreto prevede che i subcommissari siano i sindaci delle città proprio nella logica della condivisione della responsabilità e dell'offerta ai sindaci di strumenti che consentano di valorizzare il patrimonio pubblico, perché gli investimenti privati verranno fatti sul patrimonio pubblico. Non ci sono impianti privati tra quelli che ospiteranno gli europei, salvo Torino che è un impianto gestito dalla Juventus e, come sapete, è in diritto di superficie, che è una sorta di proprietà temporanea dove non c'è bisogno di ulteriori investimenti, tanto più di carattere pubblico.
Un'ultima considerazione che riguarda la Commissione, o meglio l'authority indipendente che deve gestire il controllo dei bilanci delle società professionistiche di calcio e di basket, ovvero le prime tre leghe del calcio e la serie A di basket.
Vorrei segnalare, ancora una volta, che dal 1° gennaio questa autorità indipendente viene finanziata attraverso il contributo dei soggetti che vengono controllati, e soltanto nei primi mesi (che non saranno 6 ma, a questo punto, saranno 4 o 5) del 2025 c'è un contributo pubblico di avviamento. E il vicesegretario generale, tenendo conto del fatto che c'è una pluralità di soggetti controllati che provengono anche da discipline sportive diverse, serve a dare un presidio anche più consapevole dei contenuti alla struttura organizzativa che stiamo organizzando velocemente.
Ultima, ultimissima considerazione riguarda la società Sport e Salute Spa, che è una società al 100 per cento del Ministero dell'Economia: a volte sembriamo dimenticarlo, come se fosse un soggetto privato al quale assegniamo delle consulenze. A partire dalle finali ATP di Torino - e ne è buona testimone la ex sindaca Appendino - la società Sport e Salute Spa è stata determinante o ha partecipato in modo rilevante all'acquisizione di quei diritti e in modo altrettanto significativo all'organizzazione degli eventi fin dal primo minuto. Come avviene in altre occasioni, la rappresentazione quasi caricaturale che sia planata all'improvviso in modo rapace per occupare spazi e depredare la Federazione tennis tradisce la realtà dei fatti, che sono facilmente dimostrabili avendo dei testimoni illustri come, appunto, l'ex sindaca Appendino.
L'America's Cup è un'altra opportunità per dimostrare la qualità tecnica di questo soggetto grazie al quale siamo riusciti a convincere i titolari dei diritti a ospitare in Italia questo evento, così come per i Giochi del Mediterraneo.
Chiudo, Presidente. Ringrazio e mi scuso se mi sono intrattenuto troppo e vi ho intrattenuto fino a tarda ora - domani, magari, cercherò di farlo in modo più organico e anche più puntuale - però, io credo che le opinioni sono rispettate per definizione, ma vorrei alla stessa maniera che i fatti fossero rispettati e correttamente rappresentati: ad ognuno il pensiero che ritiene più opportuno, ma i fatti oggettivi devono poter essere un patrimonio comune che dovremmo sempre portare comunque nelle nostre giornate lavorative (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.
Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.
PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite X (Attività produttive) e XI (Lavoro):
S. 1561 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 giugno 2025, n. 92, recante misure urgenti di sostegno ai comparti produttivi” (approvato dal Senato) (2527) - Parere delle Commissioni I, II, V, VI, VIII, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da martedì 29 luglio 2025, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguentemente adeguato.
Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.
PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta del 23 luglio 2025, la XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ha proceduto, ai sensi dell'articolo 20 del Regolamento, all'elezione del deputato Raffaele Bruno a segretario.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Alle 23 del 21 luglio è mancato Rocco Imperiale, un militante, un dirigente comunista del Movimento operaio della sinistra torinese.
Caro Rocco, non ascolterai queste parole, non le avresti mai chieste per te, come non hai chiesto nulla, ma le lasciamo qui, a verbale, perché queste pareti e chi ti ha voluto bene sappia che sei stato qualcosa di più di un esempio per tutti noi. La tua testardaggine genuina, la tua abnegazione generosa, il tuo modo di fare organizzazione e militanza senza tregua è stata la disciplina con cui hai tirato su un'intera generazione.
In questi giorni hanno già scritto in tantissimi di te. Ricordo ancora quando ci portasti da Nedo per imparare a montare una festa dell'Unità, dicevi, “dal basso”. Dal basso voleva dire che ci hai lasciato lì un'intera giornata a mettere tutte le assi, una dopo l'altra. Barriera di Milano, la Federazione di Torino, il 1° maggio, con un'unica idea: nella buona e nella cattiva sorte, e hai resistito anche alla malattia.
Sono un uomo fortunato: ho seguito le mie passioni, sono nel luogo che ritengo, come tanti di voi, il più importante del Paese. Mi ripetevi spesso: senza padrini e padroni. Sono qui grazie a qualcosa di più forte: l'esempio, la speranza, la determinazione e l'insegnamento di maestri come te.
Ciao compagno, ci manchi già (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie. Intervengo per associarmi al ricordo di Rocco, di Rocco Imperiale, un compagno, un compagno della sinistra torinese, che ha attraversato il Novecento e una parte significativa, un quarto di questo nuovo secolo, sempre dalla stessa parte. Una coerenza, una testarda coerenza che tutti gli riconoscono: i messaggi, tanti, che gli sono arrivati e sono arrivati alla famiglia dopo la sua scomparsa sono lì a testimoniarlo.
È certamente un esempio, come diceva Marco Grimaldi, di una politica di altri tempi, di una politica con ideali forti, fortissimi, ma anche con un profondo senso dell'organizzazione. Per lui - ed era solito sottolinearlo - ideali e organizzazione dovevano andare insieme, non potevano essere disgiunti. Ed è anche figlio di una storia di partiti di massa che, così come lui aveva costruito, non ci sono più, ma che ci ricordano anche il ruolo fondamentale per la nostra democrazia che hanno svolto quei partiti e, in particolare, il partito comunista, e poi i partiti eredi di quella tradizione.
Insomma, viene a mancare un compagno: un compagno vero, un compagno con cui discutere, a volte anche litigare, però sempre sapendo che non c'erano secondi fini, che non c'erano ambizioni personali dietro le sue parole, che alla fine erano parole che guardavano all'inverare proprio di quegli ideali, alla voglia di costruire. Con lui ho condiviso per quattro anni l'esperienza di Articolo 1 e ne ho un ricordo vivido, proprio della sua forte volontà e del suo spirito libero, pur all'interno di un'organizzazione.
Credo che sia la migliore testimonianza che abbiamo voluto rendergli qui, in Parlamento, nella sede più alta della democrazia. Credo che gli si debba rendere giustizia rispetto al fatto che lui sia stato sempre coerente con gli ideali della sua gioventù, e non è una cosa che si possa applicare a tutti.
Un abbraccio, quindi, alla moglie e ai figli, a chi gli ha voluto bene, ai tanti compagni che domani lo accompagneranno nel suo ultimo viaggio.
Ciao Rocco, che la terra ti sia lieve (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manes. Ne ha facoltà.
FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere lo stupore e la mia totale contrarietà all'impugnativa del Consiglio dei ministri, questo martedì, sulla legge regionale della Valle d'Aosta n. 12 del 2025. Una legge che stanziava in urgenza 8 milioni di euro a favore dei comuni valdostani per gli eventi alluvionali e valanghivi del 16 e 17 aprile di quest'anno. Un'azione legislativa di buon senso e che evidenziava bene la capacità di agire prontamente e con efficacia. Risorse finanziarie, queste, anticipate dalla mia regione, che, una volta rimborsate da parte della Protezione civile nazionale, sarebbero ritornate nelle casse dell'amministrazione regionale.
Signor Presidente, un'ovvietà, è la dimostrazione di concretezza tipica dei montanari e di quelle regioni virtuose e serie, che parlano poco, ma che agiscono subito. Invece, si impugna la legge perché, secondo qualche tecnocrate e giurista zelante, talune disposizioni, eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale, violerebbero l'articolo 117 della Costituzione. Peccato, però, che questo Stato accentratore e questo Governo si ricordino della Costituzione solo quando fa comodo e si dimentichino degli articoli della stessa che danno competenze primarie agli enti periferici e alle regioni a statuto speciale anche per la tutela del territorio e delle minoranze linguistiche.
In questo caso, l'efficacia della Valle d'Aosta viene però vista in maniera negativa. Qui a Roma c'è chi pensa che, se i soldi li anticipa la regione, allora vuol dire che non ne ha bisogno. Una totale assurdità, vista, ad esempio, la lentezza e la complicazione avuta per l'erogazione da parte del Governo dei ristori statali per l'alluvione del giugno 2024 in Valle d'Aosta. Ristori, tra l'altro, non ancora del tutto elargiti, mi sembra. E si impugna un'iniziativa legislativa regionale quando, anche a livello locale, i partiti di riferimento di questo Governo sollecitavano la regione a velocizzare i tempi, erogando in anticipo e direttamente le risorse statali. Veramente ridicolo. Concludo, Presidente.
Non prendiamoci in giro, qui si maschera un'impugnativa con tecnicismi e motivazioni che appaiono tanto tecniche che ideologiche, dimenticando il valore dello statuto speciale della Valle d'Aosta, della propria competenza legislativa, dell'identità culturale di un popolo, quello valdostano. Un'autonomia non più tollerata da uno Stato sempre più centralista. E concludo veramente dicendo, con grande rispetto per quest'Aula e per i colleghi tutti, di essere sempre più convinto che le vere prerogative di questi territori di montagna, di questi territori identitari, di questi territori di confine, delle loro minoranze linguistiche, possano essere difese a Roma in maniera efficace e attenta esclusivamente da movimenti politici e partiti autonomisti, come, ad esempio, la mia Union Valdotaine e la Südtiroler Volkspartei.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 24 luglio 2025 - Ore 9,15:
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport. (C. 2488-A)
Relatore: ROSCANI.
La seduta termina alle 22,40.
ERRATA CORRIGE
Nel resoconto stenografico della seduta del 21 luglio 2025:
- a pagina 41, prima colonna, trentunesima riga, il simbolo “#” deve intendersi sostituito dal carattere “È”.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 la deputata Lancellotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 2 la deputata Longi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 6 il deputato Lacarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 7 e 8 il deputato Giagoni ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 9 il deputato Giaccone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 11 le deputate Pastorella e Ruffino hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 18 la deputata Morgante ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 18 il deputato Amich ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | TU 1091-1240-A - EM 1.3 | 240 | 236 | 4 | 119 | 94 | 142 | 70 | Resp. |
2 | Nominale | EM 1.4 | 248 | 243 | 5 | 122 | 100 | 143 | 69 | Resp. |
3 | Nominale | EM 1.5 | 255 | 249 | 6 | 125 | 93 | 156 | 68 | Resp. |
4 | Nominale | EM 1.6 | 253 | 248 | 5 | 125 | 102 | 146 | 68 | Resp. |
5 | Nominale | EM 1.7 | 256 | 251 | 5 | 126 | 101 | 150 | 67 | Resp. |
6 | Nominale | TU 1091-1240-A - VOTO FINALE | 254 | 254 | 0 | 128 | 254 | 0 | 66 | Appr. |
7 | Nominale | DOC VIII, N 6 - ODG N 18 IMPEGNO | 214 | 211 | 3 | 106 | 203 | 8 | 76 | Appr. |
8 | Nominale | ODG N 18 PREMESSE | 265 | 211 | 54 | 106 | 47 | 164 | 65 | Resp. |
9 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/19 | 221 | 213 | 8 | 107 | 206 | 7 | 66 | Appr. |
10 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/20 | 263 | 260 | 3 | 131 | 258 | 2 | 64 | Appr. |
11 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/22 | 267 | 210 | 57 | 106 | 53 | 157 | 64 | Resp. |
12 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/29 | 269 | 260 | 9 | 131 | 94 | 166 | 64 | Resp. |
13 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/33 IMPEGNO | 271 | 271 | 0 | 136 | 115 | 156 | 63 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 20) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/34 | 268 | 266 | 2 | 134 | 112 | 154 | 63 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/35 | 271 | 270 | 1 | 136 | 116 | 154 | 63 | Resp. |
16 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/39 | 267 | 264 | 3 | 133 | 105 | 159 | 63 | Resp. |
17 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/40 | 267 | 265 | 2 | 133 | 258 | 7 | 63 | Appr. |
18 | Nominale | ODG 9/DOC VIII, N 6/70 | 263 | 262 | 1 | 132 | 260 | 2 | 63 | Appr. |
19 | Nominale | DOC VIII, N 5 CONTO CONSUNTIVO 2024 | 190 | 163 | 27 | 82 | 163 | 0 | 65 | Appr. |
20 | Nominale | DOC VIII, N 6 - PROG. BILANCIO 2025 | 189 | 163 | 26 | 82 | 163 | 0 | 65 | Appr. |