XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 518 di venerdì 25 luglio 2025
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FRANCESCO BATTISTONI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 77, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,34).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative volte a garantire l'incolumità delle persone e la sicurezza delle sedi dei partiti politici e delle associazioni rispetto ad azioni intimidatorie - n. 2-00660)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Morassut ed altri n. 2-00660 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al deputato Morassut se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. La nostra interpellanza di oggi si riferisce ai fatti accaduti circa tre settimane fa nel quartiere romano di Montespaccato, che si trova nella periferia occidentale di Roma. Quello che è accaduto, per certi aspetti, può essere considerato ormai ordinario nella sua gravità e già questo fa pensare. Si è trattato di un'aggressione, piuttosto violenta dal punto di vista fisico, non rivolta alle persone, ma alle strutture del locale, circolo del Partito Democratico di Montespaccato, che è stato danneggiato e coperto di scritte di orientamento nazista. Dico “ordinario” perché questi fatti ormai a Roma - e credo non solo a Roma - sono diventati abbastanza frequenti, fino a perdersi addirittura la possibilità di un computo esatto; ogni volta, naturalmente, li segnaliamo alle autorità di Polizia e alla prefettura e cerchiamo di sollecitare il massimo dei controlli possibili.
Nel caso di Montespaccato però c'è una specialità; c'è qualcosa di più, nel senso che, rispetto a tutto questo, c'è stato un precedente. Il precedente è costituito dal fatto che era apparso all'ingresso del quartiere (al quale si accede tramite un'uscita del raccordo anulare), su un grande muro di cemento, che è una specie di porta d'accesso al quartiere, un grande murale. Questo murale era chiaramente di ispirazione neofascista e aveva un richiamo, alla fine, ad un personaggio - riteniamo in maniera abbastanza certa e verificabile - che appartiene ad un locale clan mafioso, più precisamente della 'ndrangheta, scomparso diverso tempo fa, che veniva assunto come un mito, quasi come un eroe, un personaggio al quale riferirsi in maniera eroica per certi aspetti.
Naturalmente, di fronte alla comparsa di questa scritta, di questo murale, peraltro realizzato in maniera molto elaborata (quindi, c'è stato un lavoro continuo per realizzarlo), ci siamo rivolti alle autorità municipali locali; molti cittadini preoccupati e anche noi, nel senso gli eletti del territorio, abbiamo sollecitato l'intervento del municipio affinché questo segno venisse eliminato per il danno che portava anche all'immagine del quartiere; cosa che è stata fatta. Immediatamente dopo è scattata questa vendetta - non so come chiamarla diversamente - nei confronti della struttura del Partito Democratico, del circolo del Partito Democratico, che peraltro è stato danneggiato altre volte nel tempo.
Quindi, questa vicenda diventa un po' particolare rispetto agli altri episodi perché fa emergere, in quel quartiere, un nesso e un legame tra organizzazioni di chiaro stampo neofascista e organizzazioni di chiaro stampo criminale. Questo nesso è preoccupante, perché non è la prima volta che si manifesta e non è la prima volta che si manifesta anche nelle forme più subdole di ricatti e di minacce sommerse, di un clima nei confronti di cittadini o di militanti del quartiere che fa riproporre la presenza di un'organizzazione, di una rete criminale, politicamente consolidata con alcuni settori, che nel tempo ha avuto un ruolo abbastanza pregnante nella vita di questo quartiere; Montespaccato è una vecchia borgata - si sarebbe detto un tempo - che si è generata nel dopoguerra, con i fenomeni di immigrazione del dopoguerra, con l'afflusso di tante popolazioni, provenienti dalle regioni meridionali o dalle regioni del circondario di Roma, dalle province intorno, che, dopo la guerra, si sono trasferite nella città e hanno popolato quartieri; li hanno costruiti anche.
Questa è anche una storia nobile, di un'espansione urbana basata su un apporto di povertà, di rigore, di famiglie che hanno costruito con le proprie mani la propria casa, che hanno lavorato, che hanno sofferto, ma, naturalmente, nelle contraddizioni di questi fenomeni si sono poi determinati anche elementi che hanno prodotto il trasferimento di modalità e di sottoculture criminali che si sono poi particolarmente radicate in certi quartieri.
Montespaccato è uno di questi quartieri, dove, nel tempo, ci si è dovuti sempre confrontare, le istituzioni democratiche hanno dovuto sempre lottare contro la presenza di clan ben individuati, uno dei quali - adesso non voglio creare un nesso specifico con il fatto che è accaduto, ma lo cito perché comunque è alla cronaca della storia di Montespaccato - è il clan dei Gambacurta, cioè una famiglia che ha dominato la vita civile ed economica del quartiere per tanti anni, e che poi, grazie agli interventi e grazie alla risposta delle istituzioni democratiche, dei partiti e delle associazioni libere e indipendenti, è stato espulso qualche anno fa, è stato cancellato, anche se poi qualche radice è pur sempre rimasta, e ora sembra, forse, riproporsi.
Ecco, questo fenomeno con un collegamento politico si è riproposto e ripropone naturalmente con sé una preoccupazione forte nei confronti della vita economica, dei lavoratori, delle imprese, della rete commerciale e poi della sicurezza dei semplici cittadini, perché qui non parliamo soltanto della sicurezza di militanti di un partito, che pure è un problema, o della sede di un partito, che pure è un problema, ma della salute, della sicurezza, anzi, e della tranquillità delle famiglie e dei cittadini che circolano liberamente nel quartiere e svolgono le loro attività, e che hanno diritto ad una vita normale.
Ora, noi abbiamo - noi intendo sempre dire gli eletti del territorio, le reti non soltanto del Partito Democratico - subito dopo chiesto un incontro al prefetto di Roma, dottor Giannini, che si è reso, devo dire, immediatamente disponibile, e voglio sottolineare la solerzia e la disponibilità che il prefetto ci ha messo a disposizione per ascoltare il nostro racconto e le nostre preoccupazioni, e ci ha riferito, appunto, che, attraverso un lavoro di coordinamento delle Forze dell'ordine, si sarebbe dato un particolare occhio alla situazione di Montespaccato, al riprodursi di questi fenomeni e anche, possibilmente, ad un controllo più stretto.
Quindi, la nostra interpellanza è finalizzata proprio a chiedere al Governo - interpellanza, peraltro, calendarizzata prima del nostro incontro con il prefetto - una conferma di questa disponibilità, ma più in generale a chiedere che vi sia su tutti questi fenomeni che si manifestano continuamente nella corona urbana. Faccio l'esempio di Ostia: Ostia, più o meno negli stessi giorni di Montespaccato, ha visto episodi di questo tipo; ci sono state delle manifestazioni, manifestazioni che sono state condotte e guidate da ragazzi giovanissimi, che hanno tenuto il coordinamento di manifestazioni pubbliche e che sono stati, poi, immediatamente sottoposti a segnalazioni, a piccoli segnali, a piccole ritorsioni - piccole nel senso che sono segnali che vengono inviati per far capire come stanno le cose -, e quindi intimidazioni vere e proprie.
Ma questo accade a Ostia, accade a Montespaccato, è accaduto tanti anni fa a Cinecittà, in cui, come molti ricorderanno, all'epoca ci fu il caso dei Casamonica, che dominano interi quartieri e, a seconda dei periodi, sono più o meno presenti, più o meno arroganti nella loro presenza. Ma si potrebbe fare un lungo elenco che riguarda tutta la corona urbana di Roma.
Questo rapporto tra criminalità e milizia neofascista estremista emerge in moltissime occasioni, e noi siamo preoccupati perché questo è un fenomeno storico, va detto: il rapporto tra organizzazioni criminali mafiose, camorristiche, legate alla ‘ndrangheta o ad altre organizzazioni più specificatamente romane, in particolare, e settori dello schieramento politico di estrema destra è un rapporto che fa parte della storia, non è un'invenzione che noi produciamo per pura propaganda; fa parte della storia di questa città, e non solo di questa città, è qualcosa di profondo legato all'evoluzione di processi che si sono determinati nel tempo e che, a seconda dell'efficacia della risposta delle istituzioni, del momento politico e del clima, affiorano o si immergono, scompaiono o riaffiorano, senza mai scomparire del tutto, e riproducendo, anche con il tempo e con l'arrivo di nuove generazioni, un nuovo rapporto con generazioni nuove, che nel disorientamento culturale e politico, nelle difficoltà anche di prospettiva di vita, spesso si affidano in qualche maniera o vengono assoggettate da questi grumi e da queste relazioni assai pericolose.
Quindi noi, ancora una volta, ma facendo riferimento ai fatti specifici, chiediamo al Governo un impegno. L'amministrazione comunale di Roma è impegnata in prima fila, tant'è che, ritorno a ricordare, il murale è stato poi cancellato immediatamente dal municipio, proprio per fare in modo che il quartiere non fosse segnato da questa simbologia. Appena all'ingresso, trovarsi un grande murale che inneggia ad un personaggio legato alla criminalità locale, certamente danneggia tutto il quartiere, come così accadde, per esempio, tanti anni fa, a Tor Bella Monaca: ci fu un episodio simile e il murale fu cancellato.
Queste organizzazioni agiscono spesso in maniera arrogante, cioè vogliono dimostrare il possesso del territorio; per loro è importante dimostrare il possesso del territorio e, con il possesso del territorio, il dominio sulle persone, sulle situazioni, sulle attività. Quindi, questo va assolutamente cancellato, impedito in tutti i modi, facendo emergere, invece, un'identità diversa del quartiere e di questi quartieri, che invece sono ricchissimi di talenti giovanili, producono cultura, producono arte, c'è tanto lavoro, tanto PIL.
Come si dice, la città di Roma nasce in questi quartieri, dove la gente si alza presto la mattina, va a lavorare, affronta le difficoltà anche del trasporto per raggiungere i posti di lavoro, impegna la propria giornata, le proprie famiglie, per produrre, per creare qualcosa di buono per se stessi, ma anche per la città, anche per la collettività. E vogliono far crescere i propri ragazzi e fare in modo che i propri quartieri, che hanno tante difficoltà, siano quartieri belli, siano quartieri che abbiano nella loro storia una piena dignità.
Quindi rivolgiamo, con questa interpellanza al Governo, un appello e richiediamo un impegno, soprattutto affinché questi episodi, laddove si manifestino, siano assolutamente attenzionati e contrastati con efficacia e con sufficiente forza da parte delle Forze dell'ordine pubblico, che, ci rendiamo conto, agiscono spesso con difficoltà e con deficit di risorse e di mezzi, ma che, quando queste punte vengono fuori, hanno, secondo noi, il dovere di intervenire affinché questi episodi e queste punte siano tagliate e siano sradicate per sempre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Interno, Emanuele Prisco, ha facoltà di rispondere.
EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli deputati, in relazione a quanto segnalato dagli onorevoli interpellanti, all'esito dei primi accertamenti effettuati nella mattina dello scorso 11 luglio dalle Forze di Polizia, è stato possibile verificare che presso le sedi dei circoli locali del Partito Comunista Italiano e del Partito Democratico, site a Roma, in via di Montespaccato, erano state vergate scritte inneggianti al nazismo e al fascismo.
In relazione a quanto accaduto, la questura ha provveduto tempestivamente ad informare l'autorità giudiziaria e il competente distretto di pubblica sicurezza, ha effettuato mirati servizi di pattugliamento e perlustrazione nei pressi delle suddette sedi, intensificando le attività di controllo, soprattutto nelle ore serali e notturne.
Lo scorso 15 luglio, il prefetto di Roma ha ricevuto l'onorevole Morassut, primo firmatario dell'interpellanza, accompagnato da una delegazione dei rappresentanti del Municipio III, dando rassicurazioni sulla particolare attenzione riservata alla vicenda, già esaminata nel corso della riunione tecnica di coordinamento, tenutasi nella medesima giornata, all'esito della quale è stato disposto un rafforzamento dei presidi delle Forze di Polizia nella zona interessata.
Per quanto riguarda, invece, la precedente vandalizzazione, avvenuta ai primi di maggio sempre ai danni della medesima sezione del Partito Democratico, che avrebbe comportato l'asportazione della targa affissa al muro d'ingresso, non risultano presentate né denunce, né segnalazioni alle Forze di Polizia in relazione al descritto episodio.
Voglio evidenziare, su un piano più generale, che il Governo non sottovaluta il significato di tutti gli atti di violenza o vandalismo contro sedi di partito o altri luoghi che rivestono anche un valore simbolico per la collettività e per le sue singole componenti. Si tratta di gesti rispetto ai quali va espressa la più ferma condanna. Evidenzio, altresì, che le Forze di Polizia sono impegnate a svolgere una costante attività di vigilanza rispetto ai siti sensibili nell'ambito della pianificazione dei servizi di controllo del territorio. In tale contesto, a livello nazionale sono assicurati alle sedi e agli uffici del Partito Democratico complessivamente 301 dispositivi di sicurezza, di cui 1 vigilato in forma fissa, 3 in forma dinamica dedicata e 297 vigilati in forma generica radiocollegata, come poi del resto avviene anche per altre formazioni politiche.
PRESIDENTE. Il deputato Casu ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Morassut ed altri n. 2-00660, di cui è cofirmatario, per 10 minuti.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario, sicuramente vogliamo esprimere anche in questa sede la nostra soddisfazione e il ringraziamento per l'intervento immediato del prefetto, per la disponibilità del prefetto ad incontrarci. Devo sottolineare una cosa, Sottosegretario, mi auguro che sia stato solo un errore di lettura: il municipio di cui stiamo parlando non è il municipio III, ma il municipio XIII della capitale. E i rappresentanti di quel territorio si sono immediatamente mobilitati al fianco della reazione che c'è stata da parte del circolo, ma non solo, del municipio guidato dalla presidente Giuseppetti, di tutto il Campidoglio, del comune di Roma capitale guidato dal sindaco Gualtieri. È stata una reazione che ha visto anche una bellissima reazione popolare: poche ore dopo, lo abbiamo ricordato, abbiamo partecipato con l'onorevole Morassut e non solo, c'era l'onorevole Zingaretti, c'erano i rappresentanti del Partito Democratico romano, il segretario Foschi, la presidente Tempesta. C'era tutta una comunità territoriale che partecipò in maniera molto convinta, in un luogo che ha anche un valore simbolico, perché questa sede così storica, a cui noi siamo così legati, sorge in un quartiere, in una ex borgata - come ricordava bene il collega Morassut - che in questi anni sta combattendo, palmo a palmo, una battaglia per andare oltre quei problemi che c'erano stati con la presenza così invasiva, invadente e devastante delle forze criminali e sta riconquistando, palmo a palmo, spazi di partecipazione e di democrazia. Penso all'esperienza straordinaria dell'Asilo Savoia, del Montespaccato Calcio, che in questi anni sta raggiungendo grandi risultati sportivi, ma anche sociali; non a caso è stato oggetto, poi, anche di attacchi in spazi che sono stati ricostruiti e restituiti alla socialità, che, poi, sono stati di nuovo oggetto di attacchi. Penso allo straordinario Polo nell'ex Fabbrica Campari, a via Mazzoni, a pochi metri da lì, che è stato inaugurato nel 2024 da questa nuova amministrazione: uno spazio per il coworking, per gli incontri di quartiere, per momenti di socializzazione, e non solo, di studio, una biblioteca. Ecco, si sta portando avanti un lavoro molto importante.
È chiaro che, di fronte a tutto questo, quando le organizzazioni criminali e le organizzazioni che si ispirano a quelle che sono le pagine più nere della storia, anche della nostra città e del nostro Paese, assistono a tutto questo, cercano di reagire e colpiscono coloro i quali reputano essere una minaccia: colpiscono l'Asilo Savoia, colpiscono la sede del Partito Democratico, colpiscono quei luoghi in cui si sta innescando quel motore di riscatto, di riconquista di spazi sociali che sta togliendo la terra sotto i piedi a queste organizzazioni e a queste realtà.
Ora, però, da questo punto di vista, noi pensiamo che ci sia e ci debba essere un impegno e riconosciamo quello che si sta facendo, ma pensiamo che sia indispensabile, e lo diciamo in una settimana particolare, perché, pochi giorni fa, abbiamo visto vandalizzare ancora una volta la targa che ricorda l'eroismo di Giacomo Matteotti. Noi abbiamo dedicato quello scranno, da cui era stato svolto l'ultimo discorso in Aula dall'onorevole Matteotti, per lasciare un segnale tangibile del riconoscimento dell'eroismo, del coraggio con cui lui aveva denunciato la violenza del nazifascismo, quella denuncia che poi ha portato alla sua morte. Abbiamo costanti episodi di vandalizzazione, di attacco alle sedi politiche e non solo, penso alle sedi sindacali, alle sedi sociali; abbiamo una situazione che continua ad andare avanti su tutto il territorio e che richiede un'assunzione di responsabilità collettiva.
Io credo che sia complesso, ma credo che alcune questioni debbano essere ormai affrontate, che sia ormai ineludibile, e lo dico prendendo i numeri che lei ha letto nella risposta. Lei ha posto giustamente l'accento sul fatto che siano necessari, ad esempio, per le sedi del Partito Democratico, su tutto il territorio nazionale, 301 dispositivi di sicurezza, tra l'altro, a fronte di una quantità molto superiore di spazi di sedi, quindi, per quanto sia uno sforzo lodevole, chiaramente è non sufficiente a garantire un controllo di tutte le singole sedi in qualunque momento, che non sarebbe umanamente possibile. Però, dobbiamo anche renderci conto che, al tempo stesso, ormai - e lo dico, veramente, fuori dagli schemi politici - noi dovremmo anche entrare nell'ottica di considerare che quelle organizzazioni…ora noi non sappiamo ancora…diciamo, noi abbiamo sempre denunciato tutti gli attacchi che abbiamo subito. In una prima fase, venivano rivendicati: io ricordo molte volte che avevamo le rivendicazioni addirittura sui social. Poi, avendo noi fatto causa, avendo vinto molte di queste cause, essendo andati avanti, molte di queste organizzazioni hanno smesso di rivendicare apertamente, a viso aperto, il nome, però, si firmano: si firmano con le svastiche, si firmano con le celtiche, si firmano con i simboli della loro appartenenza politica.
Detto questo, però, quello che vogliamo porre è un accento, nell'interesse generale della sicurezza, per intervenire finalmente con riferimento a quelle organizzazioni che si richiamano esplicitamente a una storia, che è una storia che va contro i principi della nostra Costituzione, e che alimentano azioni di violenza sul territorio e anche una retorica della violenza e dell'azione violenta sul territorio. Consentire a queste organizzazioni di restare attive, di raccogliere fondi, di portare avanti attività, di legarsi con il mondo del tifo organizzato, di legarsi con il mondo della criminalità organizzata, di legarsi con altri mondi significa non solo alimentare un rischio e un pericolo per le sedi delle forze politiche che queste organizzazioni considerano avversarie, nemiche, non solo un rischio politico per tutto quel territorio, perché, quando poi ci sono questi fenomeni, essi possono portare a violenze, possono comportare un rischio anche per gli altri cittadini; significa non solo rallentare quel processo di riscatto sociale che è accompagnato dall'esperienza, dall'impegno delle nostre amministrazioni, ma significa anche togliere energie, forze e risorse alle Forze dell'ordine, che devono garantire la sicurezza sulle nostre strade e che devono occuparsi di contrastare i problemi veri di insicurezza che colpiscono la vita dei cittadini.
Perché questi 301 dispositivi di sicurezza, se non fossero presenti e attive tutte le organizzazioni fasciste, neofasciste e neonaziste che ci sono sul nostro territorio, potrebbero essere impegnati nei parchi, magari per difendere i ragazzi nelle situazioni di maggiore degrado, potrebbero essere impegnati in altri territori. E noi quanto avremmo bisogno di potenziare? Se guardiamo i PIAO, quante Forze dell'ordine mancano all'appello? Quanto sarebbe importante far scorrere le graduatorie per gli assistenti, per i funzionari, e non solo, per gli agenti, per gli ispettori, di cui abbiamo bisogno in funzioni chiave? Noi dovremmo avere più energie per le Forze dell'ordine e per le Forze di polizia e, invece, siamo costretti a chiedergli di intervenire perché non abbiamo il coraggio, la forza di dire una cosa che va detta con grande chiarezza: che noi siamo tutti, qui, nella casa delle istituzioni, nel Parlamento della Repubblica, con una Costituzione che è nata dalla vittoria che hanno avuto le forze della Resistenza, insieme agli Alleati - non lo dimentichiamo - nella liberazione dal nazifascismo di questo territorio.
Da quella storia sono venuti la nostra democrazia e i nostri principi. Non tutte le forze politiche che siedono in Parlamento hanno partecipato alla storia della Resistenza, alla storia della Costituente e hanno fatto parte di quella stagione della storia, ma oggi siamo tutti figli di quei valori e di quei principi. E chi si pone fuori da questo territorio si pone fuori dal terreno dell'agire democratico, costituisce un rischio, costituisce un pericolo, costituisce una minaccia. E non ci possiamo limitare a condannarlo il giorno dopo le aggressioni, dobbiamo fare qualcosa il giorno prima per cancellare questo tipo di organizzazioni, perché queste organizzazioni non devono esistere in una democrazia, in una Repubblica, a prescindere dal fatto che firmino o meno le iniziative, perché rappresentano una minaccia non solo per il Partito Democratico, ma per tutte le istituzioni e per chi oggi, indipendentemente dal fatto che abbia fatto parte in passato delle tradizioni politiche da cui è ispirato, delle storie che hanno portato oggi a questi valori e questi principi, oggi li rappresenta e li deve difendere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Chiarimenti sui protocolli di sicurezza e sui sistemi di controllo degli accessi dell'aeroporto di Bergamo-Orio al Serio e iniziative volte a rafforzare i sistemi di sorveglianza nei principali scali nazionali – n. 2-00662)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Pastorella e Richetti n. 2-00662 (Vedi l'allegato A).
Chiedo alla deputata Pastorella se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, ha 15 minuti.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Davanti a una tragedia, la politica ha due scelte: da una parte può fare sciacallaggio e utilizzare questa tragedia per accusarsi vicendevolmente tra parti politiche, oppure può assumere un atteggiamento responsabile e chiedersi che cosa, per sua competenza, avrebbe potuto fare per evitare questa tragedia. La tragedia cui mi riferisco è il drammatico suicidio, avvenuto l'8 luglio corrente, all'aeroporto di Orio al Serio, in cui una persona - che non era dipendente dell'aeroporto, almeno stando alle dichiarazioni del gestore, e non era neanche passeggero - è riuscita ad arrivare, in maniera abbastanza rocambolesca, sulla pista di decollo e mettere tragicamente fine alla propria vita nel motore di un aereo che si stava spostando. Ora, al di là dell'essere umanamente sconcertati da questo fatto, non è un fatto isolato, perché solo due mesi prima, in quello stesso aeroporto di Orio al Serio, un'altra persona - per fortuna con esito meno tragico - era riuscita a intrufolarsi, passando tutti i controlli di sicurezza, e a nascondersi per diverso tempo nel carrello di un aereo. Quindi, è un problema che sembra essere reiterato nel tempo.
Ora, le domande che pongo sono domande ovvie, che ci dovremmo fare tutti. Che cosa è andato storto? Che cosa si poteva fare diversamente? È una questione di protocolli di sicurezza o è una questione di implementazione degli stessi? Quindi, chi è responsabile: il gestore o ENAC?
ENAC, a mezzo stampa, ha dichiarato di essere assolutamente tranquilla sui protocolli di sicurezza e l'implementazione degli stessi. Eppure, qualcosa è successo.
E non dimentichiamoci - anzi, pensiamo che questa volta è stata una terribile tragedia con un esito fatale - che poteva andare in maniera molto diversa. Immaginiamo se questa persona non fosse stata una semplice e, purtroppo, triste persona che ha attentato alla propria vita, ma un pericoloso terrorista con l'intenzione di attentare alla vita di altri. Quindi, credo che dovremmo tutti interrogarci su che cosa sia andato storto e che cosa si possa fare. È per questo che chiedo al Ministero dell'Interno e al Ministero dei Trasporti cosa stiano facendo per fare chiarezza su questo episodio che è stato tragico, ma poteva essere ancora più tragico potenzialmente.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Emanuele Prisco, ha facoltà di rispondere.
EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, leggo la risposta del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti riguardo al fatto rappresentato, quindi ai recenti episodi, segnalati dagli onorevoli interroganti, che hanno interessato appunto l'aeroporto di Bergamo. Si evidenzia quanto segue sulla base degli elementi forniti da ENAC e dal Dipartimento di Pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno.
Il primo evento, occorso il 21 aprile scorso, ha riguardato l'intrusione di un soggetto all'interno del sedime aeroportuale, avvenuta mediante scavalcamento della recinzione. I sistemi di sicurezza si sono prontamente attivati, generando un allarme nella control room del gestore che ha segnalato al personale in servizio la presenza dell'intruso. L'intervento del personale dell'Ufficio di Polizia di frontiera ha consentito la bonifica delle aree interessate dall'evento e ha garantito la sicurezza dello scalo.
Purtroppo, invece, il secondo episodio, verificatosi l'8 luglio, ha avuto conseguenze tragiche. Un individuo, approfittando dell'apertura delle porte causata dal transito di passeggeri, è riuscito ad accedere all'area sterile dell'aeroporto. Nonostante il tempestivo intervento degli agenti di Polizia, l'uomo ha continuato la sua corsa fino a impattare contro il motore sinistro di un aeromobile in fase di rullaggio, perdendo, in quell'occasione, la vita. L'intero evento si è consumato in meno di 2 minuti. L'incidente ha causato la sospensione momentanea delle operazioni aeroportuali, con la cancellazione di 9 voli e il dirottamento di altri 8 verso scali alternativi. Dopo circa un'ora, l'attività è ripresa regolarmente senza ulteriori criticità.
Con riguardo alle misure messe in campo nell'immediato, si è proceduto tempestivamente a rafforzare il presidio nella zona tra il varco arrivi e l'area bagagli, con l'assegnazione di tre guardie giurate. Successivamente, il comitato di sicurezza aeroportuale ha confermato il mantenimento del presidio rafforzato e ha disposto l'adozione di ulteriori migliorie infrastrutturali per la mitigazione del rischio, anche con riguardo all'implementazione della procedura di sorveglianza e il pattugliamento.
Con specifico riguardo ai sistemi di sicurezza e a livelli di vigilanza presso lo scalo di Bergamo-Orio al Serio, occorre evidenziare che il suddetto aeroporto, sia per la vicinanza al centro urbano di Bergamo e a numerosi comuni limitrofi che per il rilevante traffico passeggeri, è già oggetto di vigilanza ordinaria e straordinaria. A tal proposito, si evidenzia che, nell'ambito degli interventi previsti dal Piano di sviluppo aeroportuale 2030 dello scalo, è stata posta particolare attenzione alla sicurezza dei passeggeri, degli operatori aeroportuali e delle infrastrutture quale principio inderogabile dell'azione pubblica nel settore aeroportuale.
Infatti, ogni sviluppo infrastrutturale e ogni investimento previsto nell'ambito del citato piano è subordinato alla piena conformità alle normative nazionali e comunitarie in materia di safety e security, come attestato nei procedimenti di approvazione e verifica tecnica affidati a ENAC e, ove previsto, ad altre autorità competenti.
Con riferimento alle misure di sorveglianza, presidio e reazione in tutti gli scali nazionali, si evidenzia che, ai sensi del decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del 21 luglio 2009, l'Ente nazionale per l'aviazione civile è l'autorità nazionale responsabile per il coordinamento e il monitoraggio dell'attuazione delle norme fondamentali comuni in materia di sicurezza dell'aviazione civile, stabilite dal regolamento (CE) n. 300 del 2008. Infatti, in conformità agli articoli 10 e 11 del citato regolamento, ENAC cura la redazione, l'attuazione e l'aggiornamento del Programma nazionale per la sicurezza dell'aviazione civile e del relativo Programma nazionale per il controllo della qualità.
Tali strumenti sono destinati a garantire un livello elevato e uniforme di sicurezza presso tutti gli scali nazionali. Per quanto concerne l'attività di vigilanza, il rispetto delle normative europee e nazionali in materia è verificato attraverso test ed audit svolti dal nucleo centrale ispettivo dell'ENAC, in attuazione del regolamento (UE) n. 18/2010 e dell'articolo 7 del decreto ministeriale n. 85 del 1999.
A livello locale, tali attività sono demandate ai nuclei ispettivi aeroportuali, composti da personale delle direzioni aeroportuali ENAC, dall'ufficio di Polizia aeroportuale e da ispettori ENAC certificati in materia di security.
Pertanto, gli operatori aeroportuali, i vettori aerei e tutti gli altri soggetti coinvolti nell'attuazione delle misure di sicurezza sono tenuti a predisporre e mantenere aggiornati specifici programmi di sicurezza aziendali, conformi alle disposizioni del PNS contenenti le procedure adottate per garantire l'osservanza delle citate norme. Per quanto attiene, invece, alla vigilanza in caso di situazioni emergenziali, è prevista l'attuazione di misure rafforzate, anche attraverso la collaborazione delle direzioni aeroportuali ENAC e delle Forze di Polizia, in particolare con l'ufficio di Polizia di frontiera, che assume un ruolo centrale nell'applicazione e nel controllo delle misure di sicurezza, intervenendo in coordinamento con la direzione aeroportuale in caso di turbative.
Vale la pena evidenziare che sul tema della sicurezza dei principali scali nazionali è in corso un'attenta valutazione di misure mirate a garantire una protezione più efficace degli accessi e delle aree riservate e a migliorare la capacità di risposta in caso di intrusioni non autorizzate. In questo quadro, il coordinamento con le Forze dell'ordine e le autorità competenti resta costante, al fine di prevenire e contrastare minacce di natura ostile, terroristica o di sabotaggio. Gli interventi futuri verranno definiti anche alla luce delle evidenze emerse dagli audit e dalle analisi di rischio condotte da ENAC e dagli enti preposti alla sicurezza dello Stato, nel rispetto delle normative nazionali ed internazionali.
In conclusione, la sicurezza dei passeggeri e degli operatori delle infrastrutture aeroportuali è una priorità assoluta. Il Governo è impegnato nel garantire elevati livelli di protezione e nel proseguire il miglioramento continuo delle procedure e delle tecnologie al servizio della collettività.
PRESIDENTE. La deputata Pastorella ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza. Ha dieci minuti.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Sì. Più che soddisfatta o non soddisfatta, sono sorpresa perché ho trovato la risposta un pochino contraddittoria. Da una parte, si dice che va tutto bene, ma, dall'altra, si conferma che l'aeroporto di Orio al Serio ha preso misure in più, ha messo - mi dice il Sottosegretario - tre guardie giurate in più, quindi forse non era davvero tutto così a posto come ENAC aveva dichiarato a mezzo stampa, e come anche lei nella prima parte dell'intervento sembra aver confermato.
D'altra parte, ha fatto una lunga lista di standard, certificazioni, protocolli, eccetera, che ha dichiarato soddisfacenti, ma poi ha concluso dicendo, ovviamente, che è in corso di valutazione il miglioramento di queste risposte. Ora, siamo tutti d'accordo che la politica deve costantemente migliorarsi, quindi costantemente fare di più, però, allora, forse, valeva la pena nella risposta dire semplicemente: “si sta migliorando, quindi siamo consci delle falle, per fortuna molto poche, che ci sono e stiamo agendo di conseguenza”. Io penso che l'interesse, come dicevo nell'introduzione, non sia di fare sciacallaggio, di dare addosso al Governo, alle Forze dell'ordine o ai gestori aeroportuali, ma di trovare l'assetto migliore per evitare che questi incidenti accadano in futuro, che siano tragedie o peggio.
Quindi l'auspicio è semplicemente che la promessa che lei ha evidenziato alla fine del suo intervento, quella che si vada verso un miglioramento - penso che ci sarà anche tutto il tema del nuovo Piano degli aeroporti e di come questo potrà impattare sulla distribuzione e la sicurezza dei nostri scali - , ecco che tutto questo non sia preso sottogamba.
Questo perché due episodi di questo genere, a distanza di poco tempo nello stesso aeroporto, magari sono un caso, ed è vero che una rondine non fa primavera, però un'attenzione bisogna darla. Mi sembra che questa attenzione ci sia. Lavoriamo insieme per arrivare a dei risultati concreti ed evitare di nuovo queste tragedie.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Annunzio di una questione pregiudiziale e sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale n. 1 Pavanelli ed altri, riferita al decreto-legge recante misure urgenti di sostegno ai comparti produttivi.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, la questione pregiudiziale sarà esaminata e votata nella seduta di martedì 29 luglio, dove sarà collocata dopo l'esame del decreto-legge in materia di università e ricerca.
Resta fermo che, ove l'esame di quest'ultimo provvedimento non si concluda nella giornata di martedì 29 luglio, tale questione pregiudiziale sarà esaminata e votata nella seduta di mercoledì 30 luglio, prima della discussione generale del decreto-legge al quale si riferisce.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Martedì 29 luglio 2025 - Ore 9:
1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
S. 1553 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2025, n. 90, recante disposizioni urgenti in materia di università e ricerca, istruzione e salute (Approvato dal Senato). (C. 2526)
2. Discussione sulle linee generali delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00462 e Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00481 concernenti iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari .
(ore 14,30)
3. Seguito della discussione del disegno di legge (per le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale):
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96, recante disposizioni urgenti per l'organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport. (C. 2488-A)
Relatore: ROSCANI.
4. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1553 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2025, n. 90, recante disposizioni urgenti in materia di università e ricerca, istruzione e salute (Approvato dal Senato). (C. 2526)
5. Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:
S. 1561 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 giugno 2025, n. 92, recante misure urgenti di sostegno ai comparti produttivi (Approvato dal Senato). (C. 2527)
La seduta termina alle 10,10.