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Temi dell'attività parlamentare

Commissione: IV Difesa
Il rilievo internazionale della difesa

Dal secondo dopoguerra ad oggi l'Italia ha partecipato, in ottemperanza agli impegni assunti in sede internazionale e europea o nell'ambito di iniziative bilaterali, a numerose missioni militari fuori dai confini nazionali. Il trattamento economico e normativo del personale impegnato in tali missioni ed i molteplici e peculiari profili amministrativi che ne caratterizzano lo svolgimento sono stati di volta in volta regolati nell'ambito dei provvedimenti legislativi che finanziano le missioni stesse. Da ultimo la legge n. 145 del 2016,  ha regolamentato in maniera organica i diversi passaggi procedurali concernenti l'autorizzazione, la proroga e il finanziamento delle misssioni internazionali assegnando al Parlamento un ruolo centarle nella fase relativa all'invio di personale militare nei diversi teatri operativi.

 
Il contributo dell'Italia nella gestione delle crisi internazionali
06/02/2018

Nel corso degli ultimi anni la partecipazione delle forze armate italiane a missioni militari all'estero ha assunto una considerevole importanza, sia in considerazione del notevole incremento delle operazioni che hanno visto impegnati contingenti militari italiani, sia sotto il profilo del maggior impiego di uomini e di mezzi, connesso alla più complessa articolazione degli interventi ai quali l'Italia ha parte.

Al riguardo, va, infatti, rilevato che nel corso degli ultimi decenni si è passati da semplici operazioni di ingerenza umanitaria, attraverso l'invio di osservatori internazionali, a missioni di mantenimento della pace (peace keeping), di formazione della pace e prevenzione dei conflitti (peace making), di costruzione della pace (peace building), fino ad arrivare a missioni di imposizione della pace (peace enforcement).

Sotto il profilo della loro durata, si tratta di operazioni di portata assai variabile in quanto si passa da missioni esauritesi nel breve lasso di tempo di qualche mese, ad altre, invece, che arrivano a coprire un notevole arco temporale, quasi ad assumere il carattere della permanenza.

La prima missione ha riguardato la presenza di contingenti italiani in Somalia nell'ambito dell'esercizio del mandato fiduciario conferito all'Italia dall'ONU nel 1950, e si è conclusa nel 1960 con l'indipendenza di quel Paese.

Successivamente, e in particolare, nel corso dell'ultimo ventennio si è assistito ad un netto incremento del numero delle missioni militari internazionali cui l'Italia ha preso parte. Fino alla fine degli anni Ottanta tali operazioni hanno comportato l'impiego di una ridotta quantità di uomini (se si eccettuano le operazioni di pace in Libano tra il 1982 e il 1984), anche in considerazione del fatto che la media delle missioni in corso nei singoli anni è stata costantemente inferiore a 4; nella seconda metà degli anni Ottanta la media delle missioni in corso ha raggiunto progressivamente quota 9-10.

Negli anni Novanta, la presenza internazionale italiana è cresciuta in particolare attraverso la partecipazione alle operazioni conseguenti alla crisi del Golfo Persico (1990-1991) e alle vicende dei Balcani (in particolare nel 1995 e nel 1999) ed il numero di missioni svolte in ciascun anno ha superato mediamente le 20, raggiungendo quota 30 nel 1999. Dal 2000 il numero delle missioni si è mantenuto prossimo alle 30.

Dal 2000 il numero delle missioni si è mantenuto prossimo alle 35.

Nello specifico, nel 2016 il contributo medio annuale di forze alle organizzazioni internazionali autorizzato è stato in media circa 6.100 unità, impegnati in 32 missioni (di cui 3 a guida ONU, 9 a guida UE, 7 a guida NATO, 11 derivanti da accordi internazionali o da risoluzioni del Consiglio di sicurezza ONU) in 21 Paesi. Di queste missioni otto hanno come obiettivo il contrasto al terrorismo e al traffico dei migranti (cfr. Relazione della Corte dei conti 2016, Doc XIV n.5 vol. II).

Nell'anno 2017 la consistenza media annuale complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei teatri operativi è stata pari a 6.698 unità. (cfr. : Relazione sulle missioni internazionali 2017 ).

 

I seguenti grafici evidenziano, rispettivamente, le unità di personale militare italiano autorizzate alla partecipazione alle missioni internazionali e le spese nell'arco temporale 2004-2017.

 

Per quanto concerne il 2018 la deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017 che ha disposto la proroga delle missioni internazionali per i primi nove mesi di tale anno (Doc. CCL-bis, n. 1) e l'avvio di nuove missioni relativamente per i primi nove mesi del 2018 (Doc. CCL, n. 3) ha stimato il fabbisogno finanziario complessivo per il periodo 1 ° gennaio 2018 - 30 settembre 2018 pari a euro 767.148.561. In riferimento all'intero anno 2018, il fabbisogno finanziario annuale complessivo è ritenuto pari a euro 1.137.788.529

Le unità medie di personale militare autorizzate nei primi nove mesi del 2018 è pari a 6.561 unità.

Per quanto riguarda le aree geografiche interessate dalle missioni, emerge che il nostro Paese è maggiormente impegnato nei territori tradizionalmente strategici e delicati per la sua sicurezza: Europa e area mediterranea. Per quanto concerne le missioni da avviare nel corso del 2018. queste si concentrano in un'area geografica - l'Africa - ritenuta di prioritario interesse strategico in relazione alle esigenze di sicurezza e difesa nazionali.

 

Le figure seguenti rappresentano graficamente il personale militare nazionale impegnato nelle diverse aree geografiche e le relative autorizzazioni di spesa relativamente ai primi nove mesi del 2018.

La tabella che segue riporta il contributo militare nazionale nei primi nove mesi del 2018 nelle diverse missioni delle Organizzazioni Internazionali, ovvero nei diversi contesti bi/multilaterale e di coalizione.

 
La proroga e l'autorizzazione di missioni internazionali nel corso della XVII legislatura
  • 3 dossier,
  • 1 risorsa web
  • 1 rimando
06/02/2018

Fino all'entrata in vigore della legge n. 145/2016 ( per un approfondimento si rinvia al tema "La nuova disciplina in materia di missioni internazionali") nel nostro ordinamento giuridico non esisteva una normativa di carattere generale riguardante le missioni internazionali con la conseguenza che tale disciplina, con particolare riferimento ai profili concernenti il trattamento economico e normativo del personale impegnato in tali missioni e i molteplici e peculiari profili amministrativi che caratterizzano le missioni stesse, venivano di volta in volta regolati nell'ambito dei provvedimenti legislativi che finanziavano le missioni stesse con un'efficacia limitata nel tempo e con l'esigenza di essere continuamente reiterate.

Ulteriore incertezza normativa riguardava, poi, le procedure interne in forza delle quali era possibile pervenire all'adozione della decisione riguardante il coinvolgimento delle truppe italiane nell'ambito delle missioni militari oltreconfine. nella prassi, la conclusione del dibattito parlamentare relativo ai vari interventi militari è avvenuta generalmente mediante l'approvazione di mozioni (partecipazione italiana alla missione internazionale nel 1987 per la protezione di navi mercantili nel Golfo persico, durante il conflitto Iran-Iraq), o risoluzioni in Assemblea (invio nel 1991 di una forza multinazionale per il ristabilimento dello status quo in Kuwait dopo l'invasione irachena), o risoluzioni in Commissione (partecipazione italiana alla missione navale nel Golfo persico del 1990-91 per il controllo dell'embargo ONU e per lo sminamento del Golfo).

In altri casi il Governo è ricorso allo strumento del decreto legge, soprattutto ai fini del finanziamento delle missioni militari, ma anche in modo da sollecitare la decisione parlamentare e, nello stesso tempo, la formulazione di un indirizzo politico sull'operazione.

Con l'entrata in vigore della richiamata legge quadro sulle missioni internazionali è stata definita una disciplina organica concernente sia i richiamati profili amministrativi connessi all'invio di personale militare all'estero, sia in relazione ai diversi passaggi procedurali che regolano la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.

Nel corso della XVII legislatura l'autorizzazione e la proroga delle missioni internazionali è stata disposta, pertanto, secondo due diverse tipologie procedimentali ed in particolare:

  1. fino alla data di entrata in vigore della legge n. 145 del 2016 (ovvero 31 dicembre 2016), attraverso l'emanazione e la successiva conversione di decreti legge di proroga della missioni internazionali;
  2. successivamente, ed in particolare, per la proroga delle missioni nel 2017, nei primi mesi del 2018 e per la partecipazione alla missione di supporto alla guardia costiera libica, attraverso l'adozione da parte del Consiglio dei ministri di un'apposita deliberazione sottoposta all'autorizzazione parlamentare secondo la nuova procedura delineata nella legge n. 145 del 2016.

Nel dettaglio, fino alla data di entrata in vigore della legge n. 145del 2016 ( 31 dicembre 2016) sono stati adottati:

  • il decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 dicembre 2013, n. 135 che ha disposto la proroga delle missioni internazionali per il periodo relativo all'ultimo trimestre 2013 (1° ottobre – 31 dicembre);
  • il decreto legge 16 gennaio 2014, n. 2, convertito, con modificazioni dalla legge 14 marzo 2014, n. 28 che ha disposto la proroga delle missioni internazionali per il periodo relativo al primo semestre del 2014 (1° gennaio - 30 giugno 2014);
  • il decreto legge n. 1°; agosto 2014n n. 109, convertito con modificazioni dalla legge  1° ottobre 2014, n. 141 che ha disposto la proroga delle missioni internazionali dal 1° luglio 2014 e fino al 31 dicembre 2014;
  • il decreto legge n. 7 del 2015, convertito con modificazioni dalla legge n. 41 del 2015 che ha disposto la proroga delle missioni internazionali dal 1° gennaio al 30 settembre 2015;
  • il decreto legge n. 174 del 2015, convertito con modificazioni dalla legge n. 198 del 2015 che ha disposto la proroga delle missioni internazionali dal 1° ottobre al 31 dicembre 2015;
  • Il decreto legge n. 67 del 2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 131 del 2016, che ha disposto la proroga delle missioni internazionali dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016;
  • decreto legge 193 del 2016 (artcolo 9), convertito, con mopdificazioni dalla legge n. 225 del 2016. ha autorizzato fino al 31 dicembre 2016 la somma di euro 17.388.00 per la partecipazione di personale militare all'operazione di supporto sanitario in Libia – operazione "Ippocrate"-.La richiamata autorizzazione di spesa è stata, altresì, estesa,sempre fino al 31 dicembre 2016, al personale militare impegnato nell'operazione delle Nazioni Unite United Nations Support mission in Lybia (Unsmil).

Per quanto riguarda la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali negli anni 2017 e 2018, in base alla nuova procedura definita nella legge 145 del 2016, sono state adottate le seguenti deliberazioni del Consiglio dei ministri, successivamente sottoposte all'autorizazione parlamentare:

  • deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, adottata il 14 gennaio 2017 Doc. CCL, n. 1;
  • deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'italia alla missione internazionale in supporto alla guardia costiera libica, adottata il 28 luglio 2017, Doc. CCL, n. 2;
  • deliberazione del Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 2017 concernente la prima relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, con l'indicazione delle relative proroghe Doc. CCL-bis, n. 1) e delle  missioni internazionali da avviare nell'anno 2018. ( Doc. CCL, n. 3).

Per l'esame parlamentare relativo alle richiamate deliberazioni, anche con riferimento al loro contenuto, si rinvia ai seguente tema: "Prime applicazioni della legge quadro sulle missioni internazionali".

 

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