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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 marzo 2023
85.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
Pag. 114

ALLEGATO 1

5-00415 Loizzo: Iniziative volte a salvaguardare la posizione degli ex dipendenti Covisian che hanno maturato professionalità nell'attività del contact center INPS.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante chiede notizie sulla situazione occupazionale dei lavoratori della Comdata Spa, già impiegati sulla commessa del call center INPS in quanto all'epoca dipendenti della società Covisian Spa.
  Riferisco quindi quanto rappresentato dalle competenti direzioni generali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dall'INPS.
  Il reclutamento degli operatori del Contact Center Multicanale (CCM) dell'INPS da parte della Società INPS Servizi S.p.A., in ottemperanza a quanto previsto dal decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, è avvenuto mediante: «selezione (...) valorizzando, in via prioritaria, le esperienze maturate nell'ambito dell'erogazione del servizio di CCM degli addetti in via prevalente all'esecuzione della commessa in servizio al 1° giugno 2021, stabilendo preventivamente il numero, i livelli di inquadramento, il trattamento economico, la tempistica di assunzione nonché le competenze acquisite nell'esecuzione del servizio oggetto del contratto, tenuto conto delle esigenze organizzativa della società medesima».
  La Società INPS Servizi S.p.A. ha avviato la procedura selettiva volta all'assunzione degli operatori di Contact Center nel maggio 2022, portandola a conclusione nel successivo mese di settembre 2022.
  La selezione si è svolta secondo le regole definite dall'Avviso di selezione, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società, predisposto nel rispetto dei criteri e dei principi fissati dal citato decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101.
  Si precisa che, per il personale selezionato, non si è avuta la prosecuzione del contratto di lavoro stipulato con il precedente appaltatore, bensì la costituzione di un nuovo rapporto lavorativo in quanto, in base al comma 4-ter dell'articolo 5-bis del decreto-legge n. 101, «La disposizione di cui al comma 4-bis non determina in alcun caso trasferimento d'azienda ai sensi dell'articolo 2112 del codice civile», e pertanto non ha trovato applicazione la clausola sociale di cui all'articolo 1, comma 10, della legge 28 gennaio 2016, n. 11.
  Il personale selezionato, dunque, ha iniziato il nuovo rapporto di lavoro a decorrere dal 1° dicembre 2022, data in cui INPS Servizi ha preso in carico la gestione del servizio del Contact Center Multicanale dell'INPS e, per effetto del complessivo processo di assunzioni, al 31 dicembre 2022 risultano operanti in azienda 2931 risorse, di cui 6 dirigenti e 6 quadri.
  Con specifico riferimento ai lavoratori della Società Covisian di Rende, questi, pur dipendenti del precedente appaltatore del servizio contact center multicanale, e pur avendo partecipato alla selezione prevista dal citato decreto-legge n. 101, non sono stati selezionati da INPS Servizi in quanto privi del requisito dell'impiego sulla commessa INPS alla data del 1° giugno 2021.
  A seguito della sentenza del Tribunale di Milano n. 648/2021, confermata in appello dalla sentenza n. 614/2022, che ha accertato e dichiarato il diritto dei lavoratori in questione alla costituzione di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato con Comdata S.p.A. alle medesime condizioni di inquadramento, anzianità di servizio, retribuzione globale di fatto in essere presso la Covisian S.p.A. a far data dal 1° dicembre 2019, la Società INPS Servizi S.p.A. ha avviato un approfondimento, tutt'ora in corso, sulla fattispecie, con l'ausilio dell'Avvocatura dell'INPS, in merito alla sussistenza di presupposti giuridici atti Pag. 115a poter considerare tali lavoratori in servizio presso la Società Comdata sulla commessa INPS alla data del 1° giugno 2021 (si rammenta, requisito di accesso alla selezione).
  La società Comdata spa è stata autorizzata al trattamento di sostegno al reddito per il settore call center e, in particolare per la sede di Rende (CS), la misura di sostegno al reddito è stata concessa nel periodo dal 1° luglio 2022 al 30 novembre 2022, per un numero massimo di 196 lavoratori. Successivamente il trattamento è stato ulteriormente autorizzato per il periodo dal 1° dicembre 2022 al 30 giugno 2023 per altri 11 lavoratori.
  La Comdata Spa ha dichiarato che la riduzione del numero dei beneficiari si è realizzata attraverso il percorso di ricollocazione di personale presso il contact center di INPS a seguito della partecipazione al bando di selezione e che il numero dei lavoratori non ricollocati è rappresentato da:

   personale impiegato sulla commessa INPS risultato «non vincitore», comprensivo di coloro che, volontariamente e pur in possesso dei requisiti previsti, non ha partecipato al Bando di Selezione;

   personale «non avente diritto», compreso il personale di staff indiretto completamente dedicato alla governance del servizio (Formazione, Qualità, Risorse Umane, Pianificazione, Staff di coordinamento);

   personale che, pur essendo risultato vincitore del citato bando di selezione ha deciso di non rassegnare le dimissioni.

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ALLEGATO 2

5-00235 Fossi: Sulla predisposizione del decreto ministeriale relativo al riparto tra le regioni delle risorse residue stanziate per il Servizio sanitario nazionale in relazione alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro, di cui all'articolo 103, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'Onorevole interrogante che, con l'atto di sindacato ispettivo, pone all'attenzione del Governo un tema delicato, quale quello della tutela della salute e delle condizioni di lavoro.
  In particolare, l'articolo 103 del cosiddetto decreto rilancio (decreto-legge n. 34 del 2020), al fine di garantire livelli adeguati di tutela della salute individuale e collettiva, in conseguenza della diffusione del contagio da COVID-19, e favorire l'emersione di rapporti irregolari, ha disposto, tra l'altro, che i datori di lavoro possano presentare istanza per concludere un contratto di lavoro subordinato con cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, ovvero per dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, tuttora in corso, con cittadini italiani o cittadini stranieri.
  Per l'attuazione di tale misura il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale a cui concorre ordinariamente lo Stato è stato incrementato di 170 milioni di euro per l'anno 2020 e di 340 milioni di euro a decorrere dall'anno 2021.
  Date queste premesse, riferisco quanto rappresentato dalla competente direzione generale ministeriale.
  Il decreto interministeriale del 16 giugno 2022 ha ripartito tra le regioni, per le annualità 2020 e 2021, rispettivamente la somma di euro 67.04.000,00 (corrispondente al 39,42 per cento dell'incremento di euro 170.000.000,00) e di euro 134.028.000,00 (corrispondente al 39,42 per cento dell'incremento di euro 340.000.000,00) del maggior finanziamento del Servizio sanitario nazionale, in funzione degli effetti derivanti dall'emersione, considerato il numero di lavoratori non comunitari emersi alla data del 23 novembre 2021.
  Per il riparto delle risorse residue relative all'anno 2022, è stato avviato l'iter, da parte della competente direzione generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per la predisposizione del successivo provvedimento, in base alle comunicazioni del Ministero dell'interno, pervenute il 23 marzo ultimo scorso, circa la definizione del processo di istruttoria delle istanze di emersione presentate ai sensi dell'articolo 103 del cosiddetto decreto rilancio.
  Faccio presente che sullo schema di decreto andrà acquisito anche il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e, infine, il concerto del Ministro dell'economia e delle finanze.
  La competente struttura ministeriale è pronta a predisporre la bozza di provvedimento in tempi rapidi, una volta elaborate le necessarie informazioni delle altre Amministrazioni coinvolte.
  Concludo assicurando la massima attenzione del Ministero affinché i debiti tempi tecnici per la definizione delle procedure d'adozione del decreto in narrativa vengano rigorosamente rispettati.

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ALLEGATO 3

5-00500 Ascani: Iniziative volte a garantire la continuità produttiva della Saxa Gualdo Spa e dell'intero comparto ceramico umbro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'atto di sindacato ispettivo richiama l'attenzione del Ministero sulla situazione produttiva e occupazionale della Saxa Gualdo Spa, azienda storica operante nel settore della ceramica con sede a Gualdo Tadino (PG).
  Al riguardo è stata interpellata la regione Umbria che ha riferito di aver avviato un monitoraggio dell'azienda gualdese ancora impegnata, tra l'altro, anche nell'esecuzione delle obbligazioni concordatarie.
  Nonostante si stia assistendo a livello mondiale ad una fortissima domanda della ceramica, l'esponenziale crescita dei costi di tutti i fattori produttivi sta mettendo a dura prova la competitività presente e futura delle imprese del settore.
  Inoltre la crisi energetica già in atto nell'ultimo trimestre del 2021 si è aggravata ulteriormente nel corso del 2022 a causa del drammatico conflitto Russia-Ucraina, attualmente in corso.
  Pertanto, attualmente, a fronte di ordini e lavoro in crescita, la Saxa Gualdo S.p.a., che è una cosiddetta azienda energivora, si è trovata nelle condizioni di arrestare la produzione a causa dell'esponenziale aumento del prezzo del gas.
  La regione Umbria, infatti, ha riferito che la società, al fine di fronteggiare la situazione di particolare difficoltà finanziaria, ha interrotto la produzione nel corso del 2022, richiedendo l'intervento della Cassa Integrazione Straordinaria per 52 settimane, per un numero di 99 lavoratori su un totale di 124 dipendenti.
  A quasi un anno dalla richiesta, la Saxa Gualdo ha reiterato l'istanza al Ministero del lavoro per un ulteriore periodo di trattamento straordinario di integrazione salariale.
  La regione Umbria ha prontamente convocato il tavolo regionale che si è svolto il 13 marzo scorso coinvolgendo, per un confronto tra i rappresentanti dell'Azienda e le parti sociali con l'obiettivo della tutela immediata dei lavoratori tramite l'attivazione degli ammortizzatori sociali.
  Successivamente, il 21 marzo scorso si è tenuta, in modalità call-conference, una riunione tra i vertici aziendali della Società, le rappresentanze sindacali datoriali e dei lavoratori e i rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della regione Umbria, finalizzata all'espletamento dell'esame congiunto della situazione aziendale, ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 148 del 2015.
  All'esito della riunione, le Parti hanno sottoscritto un verbale di accordo avente ad oggetto il ricorso, da parte della Saxa Gualdo, al trattamento straordinario di Cassa integrazione guadagni (CIGS) per cessazione attività, ai sensi dell'articolo 44 del decreto-legge n. 109 del 2018. Nello specifico, il trattamento di CIGS verrà richiesto dalla Saxa Gualdo – per il periodo dal 13 marzo al 31 dicembre 2023 – nei confronti di un numero massimo di 115 lavoratori occupati presso lo stabilimento di Gualdo Tadino (PG).
  Nel corso della riunione, infine, i rappresentanti della regione Umbria hanno dichiarato la propria disponibilità a sostenere, con azioni di politica attiva, i lavoratori coinvolti nel programma di CIGS.
  In linea generale, voglio sottolineare che il comparto della ceramica, nell'ultimo anno, ha risentito degli aumenti di tutti i fattori produttivi, dai costi energetici a quelli delle materie prime.
  Al riguardo, il Governo è impegnato nell'attuazione delle misure di sostegno per il settore. In particolare, il Ministero delle imprese e del made in Italy, specificamente interpellato, ha reso noto di aver avviato i lavori di predisposizione del decreto ministerialePag. 118 per l'attuazione del fondo per il made in Italy, che riguarderà anche il settore ceramico, e che sono in corso trattative con l'Unione europea al fine di acquisire le risorse per il «REPowerEU», che rappresenteranno un grosso beneficio per tutti i settori cosiddetti «hard to abate» tra cui, naturalmente, vi è il settore ceramico.

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ALLEGATO 4

5-00359 Gribaudo: Iniziative volte a rafforzare i diritti alla genitorialità delle lavoratrici autonome del settore veterinario.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Grazie Presidente. Ringrazio l'Onorevole interrogante per avere posto l'attenzione sul rafforzamento dei diritti alla genitorialità per le lavoratrici del settore veterinario che, nell'esercizio della loro professione, sono sottoposte a rischi per la propria salute e quella del nascituro.
  L'interrogazione evidenzia, in proposito, che il decreto legislativo n. 105 del 2022, in attuazione della direttiva UE 2019/1158 relativa all'equilibrio tra attività professionale e familiare, ha modificato l'articolo 68 del decreto legislativo n. 151 del 2001, prevedendo una tutela rafforzata per la gravidanza a rischio nelle lavoratrici autonome ma risulterebbero prive di garanzie le lavoratrici libere professioniste iscritte alle specifiche casse di previdenza, tra le quali rientra l'Ente di previdenza e assistenza veterinaria (ENPAV).
  Sul punto, rappresento che l'articolo 2, comma 1, lettera v) del decreto legislativo n. 105 del 2022 ha modificato altresì l'articolo 70 del decreto legislativo n. 151 del 2001 e ha ampliato il diritto all'indennità di maternità anche per le libere professioniste iscritte alle casse di previdenza.
  In conseguenza della modifica legislativa, pertanto, l'indennità di maternità dovrà essere riparametrata in misura corrispondente a tanti dodicesimi quante sono le mensilità per le quali è stata certificata la gravidanza a rischio per la libera professionista.
  In proposito, la relazione tecnica fornita dal Ministero dell'economia e delle finanze ha precisato che la quota parte dei maggiori oneri previsti per la copertura delle gravidanze a rischio grava sulle competenti casse previdenziali, tenute al mantenimento dell'equilibrio delle relative gestioni e che dunque gli oneri derivanti dal riconoscimento dell'ulteriore periodo di maternità in questione non sono a carico del bilancio dello Stato.
  Peraltro, faccio presente che in ordine alla modalità di applicazione del novellato articolo 70 del decreto legislativo n. 151 del 2001, lo scorso 23 febbraio, la Direzione Generale competente del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha fornito, d'intesa con il covigilante Ministero dell'economia e delle finanze, specifiche istruzioni a tutti gli enti vigilati, compreso l'ENPAV.
  È stato rappresentata all'Ente previdenziale l'immediata applicazione della disposizione ed è stata sottolineata la portata innovativa della norma che è quella di estendere la protezione, nel caso di gravidanza a rischio, anche alle libere professioniste iscritte alle casse di previdenza. La misura di detta indennità deve essere determinata considerando ulteriori e aggiuntive mensilità di reddito professionale, oltre alle cinque ordinariamente previste, a seconda dell'intervallo di tempo in cui si manifestano le complicanze fino a due mesi prima del parto, con decorrenza dalla data degli accertamenti medici previsti e fino al perdurare delle condizioni di rischio accertate.
  Segnalo, altresì, che di recente, (lo scorso 7 marzo), il Ministero che rappresento ha approvato la delibera n. 39 del 22 settembre 2022 del Consiglio di amministrazione dell'Enpav concernente la determinazione del contributo di maternità per l'anno 2023. Tale delibera quantifica la stima degli oneri di maternità per il 2023 in applicazione delle innovazioni in materia di tutela della gravidanza a rischio e degli interventi normativi contenuti nella legge di bilancio 2022 (articolo 1, comma 239, legge n. 234 del 2021), che ha esteso Pag. 120di ulteriori tre mesi la misura dell'indennità di maternità per le libere professioniste con reddito inferiore a 8.145 euro annui.
  Ciò detto, la tutela della maternità e i diritti alla genitorialità di tutti i lavoratori, compresi gli autonomi è tra le priorità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  In particolare, si potranno valutare ulteriori misure volte a rafforzare le tutele a favore delle donne che, nell'esercitare normalmente la propria professione, possono correre rischi per la propria salute o quella del proprio figlio durante la gravidanza e il puerperio.
  Concludo, pertanto rassicurando che la questione sollevata dall'Onorevole Interrogante potrà essere approfondita nell'ambito del tavolo istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, composto anche da rappresentanti delle parti sociali, finalizzato a coordinare e monitorare gli interventi in materia di lavoro autonomo.