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Il brevetto unitario europeo

Un brevetto è un titolo giuridico che può essere concesso per ogni invenzione di carattere tecnico purché sia nuova, comporti un'attività inventiva e sia atta a un'applicazione industriale. Conferisce al titolare il diritto di impedire ad altri di produrre, utilizzare o vendere l'invenzione senza autorizzazione.

Attualmente, un inventore (singolo, impresa o istituzione) può proteggere un'invenzione in Europa o mediante un brevetto nazionale, concesso dalle competenti autorità nazionali in materia di proprietà intellettuale negli Stati membri dell'UE (in Italia, l'Ufficio italiano brevetti e marchi), o mediante un brevetto europeo, concesso centralmente dall'Ufficio europeo brevetti (UEB), che riunisce i 28 Stati membri dell'UE e altri dieci Paesi (Albania, Islanda, Liechtenstein, Repubblica di Macedonia, Monaco, Norvegia, San Marino, Serbia, Svizzera e Turchia) firmatari della Convenzione sul brevetto europeo (EPC).

Il brevetto europeo permette al titolare di presentare un'unica domanda centralizzata di concessione, redatta in una lingua a scelta tra inglese, francese o tedesco e avanzata all'UEB per tramite degli uffici nazionali competenti, al fine di ottenere negli Stati membri dell'UEB da lui designati - una volta espletata la procedura di convalida nazionale - i medesimi diritti che deriverebbero da un brevetto nazionale ottenuto negli stessi Stati.

In pratica, il brevetto europeo, una volta ottenuto, deve essere convalidato in ogni Stato in cui si vuol far valere. Si tratta di un processo complesso e potenzialmente molto costoso: i requisiti di convalida, infatti, differiscono tra i vari Paesi e possono portare ad elevati costi diretti e indiretti, compresi i costi di traduzione e per il pagamento delle tasse di rinnovo nazionali. Tali costi dipendono anche dal numero di Paesi in cui il titolare intende convalidare il brevetto europeo.

Secondo la Commissione europea, la complessità e i costi elevati dell'attuale sistema brevettuale determinano un notevole svantaggio competitivo per le imprese europee: un brevetto valido nei 28 Stati membri dell'UE costa circa 36 mila euro, di cui 23 mila solo per i costi di traduzione. Inoltre, per limitare i costi, molti inventori preferiscono brevettare le proprie invenzioni soltanto in pochi Paesi, esponendole così maggiormente al rischio di essere copiate.

Inoltre, non esistono attualmente una procedura centralizzata di mantenimento in vita del brevetto, né rimedi giurisdizionali in caso di controversie, che rimangono quindi di competenza nazionale.

Al fine di rendere l'accesso al sistema brevettuale più facile, economicamente meno oneroso e giuridicamente sicuro, favorendo nel contempo il progresso scientifico e tecnologico e il funzionamento del mercato interno, l'UE ha presentato un pacchetto di misure per la creazione di una protezione brevettuale unitaria dell'UE che si compone delle seguenti iniziative:

  • il regolamento UE n. 1257/2012 che autorizza la cooperazione rafforzata per l'istituzione di un brevetto europeo con effetto unitario (cosiddetto "brevetto unitario") e il regolamento UE n. 1260/2012 che autorizza la cooperazione rafforzata per il relativo regime di traduzione applicabile;
  • l'Accordo internazionale istituivo del Tribunale unificato dei brevetti (TUB), quale organo giurisdizionale unico e specializzato per la composizione delle controversie relative ai brevetti europei e ai brevetti europei con effetto unitario, firmato il 19 febbraio 2013 da 25 Stati membri (tutti tranne Polonia e Spagna, mentre la Croazia all'epoca non faceva ancora parte dell'UE).

La cooperazione rafforzata è una procedura prevista dal Trattato di Lisbona che consente ad almeno 9 Stati membri di raggiungere determinati obiettivi qualora questi non possano essere conseguiti entro un termine ragionevole dall'UE nel suo insieme. Attualmente, tutti gli Stati membri dell'UE partecipano alla cooperazione rafforzata, ad eccezione della Croazia e della Spagna. L'Italia, che inizialmente si era opposta al regime di traduzione proposto (utilizzare una delle lingue ufficiali dell'UEB, vale a dire inglese, francese o tedesco) e aveva presentato ricorso alla Corte di giustizia dell'UE non giudicando compatibile la cooperazione rafforzata in materia con il diritto dell'UE, dopo la pronuncia non favorevole della Corte ha modificato la sua posizione e nel settembre 2015 ha aderito alla cooperazione rafforzata, diventandone il 26esimo membro.

Il brevetto unitario sarà operativo soltanto dopo l'entrata in vigore dell'Accordo istitutivo del TUB ovvero quando quest'ultimo sarà stato ratificato da almeno 13 Stati membri, tra cui Germania, Gran Bretagna e Francia, i tre Paesi europei in cui si depositano più brevetti.

Allo stato attuale, sono 12 i Paesi che lo hanno ratificato, tra cui l'Italia (legge n. 214 del 2016) e la Francia. Il processo di ratifica sta registrando dei ritardi in alcuni Stati membri aderenti. In particolare, in Germania la firma della legge di ratifica da parte del Presidente della Repubblica è stata bloccata dalla Corte Costituzionale federale a seguito di un'eccezione di costituzionalità sollevata da un privato cittadino. Anche il recesso del Regno Unito dall'UE (Brexit) sta rallentando il processo di ratifica e soprattutto ponendo seri dubbi se uno Stato non membro dell'UE possa essere un Paese contraente dell'Accordo sul TUB.

Il brevetto unitario consentirà al titolare del brevetto di ottenere, con un'unica procedura centralizzata presso l'UEB, una protezione brevettuale automaticamente uniforme in tutti i 26 Paesi membri dell'UE partecipanti alla cooperazione rafforzata, senza la necessità, quindi, di ottenere la convalida in ciascun Paese. Il brevetto unitario non sostituirà, ma si affiancherà alla tutela brevettuale nazionale ed europea esistente.

Il brevetto unitario dovrebbe portare evidenti vantaggi in termini economici e di oneri burocratici: secondo le istituzioni europee, infatti, i costi di traduzione e amministrativi dovrebbero ridursi fino all'80%, con una singola tassa annuale di rinnovo da corrispondere direttamente all'UEB al posto delle numerose tasse di rinnovo da pagare ai diversi uffici nazionali.

Come sottolineato dall'UEB, la tassa annuale di rinnovo è stata fissata a un livello molto favorevole per le imprese: il costo della tassa annuale di un brevetto unitario per dieci anni - l'attuale durata media di un brevetto europeo - sarebbe inferiore ai 5.000 euro, come può evincersi dalla tabella seguente, notevolmente inferiore, quindi, all'attuale sistema che prevede il pagamento di numerose tasse nazionali di rinnovo.

Inoltre, un confronto dei costi complessivi di un brevetto unitario con quelli di un classico brevetto europeo dovrebbe prendere in considerazione, non solo le tasse di rinnovo, ma anche i costi associati alla convalida e al mantenimento dei classici brevetti europei, che includono anche i costi di traduzione. Secondo l'UEB, un brevetto unitario sarebbe meno costoso di un classico brevetto europeo convalidato e mantenuto in vita nei 26 Paesi membri partecipanti al sistema brevettuale unitario. In particolare, più aumentano le convalide del classico brevetto europeo nei diversi Paesi e più diventa conveniente il brevetto unitario.

Ad esempio, i costi complessivi sostenuti per convalidare e mantenere i classici brevetti europei per dodici anni nei 4 Paesi in cui attualmente sono più spesso convalidati (Germania, Francia, Regno Unito e Italia) possono ammontare a 11.580 euro, mentre, come si evince dalla tabella seguente, il costo complessivo per un brevetto unitario per dodici anni sarebbe di 11.260 euro (-5%). Il risparmio aumenterebbe per i brevetti mantenuti più a lungo, come 15 o 20 anni (-8%).

 
La relazione annuale dell'Ufficio europeo dei brevetti
27/02/2018

Secondo l'ultima relazione annuale dell'Ufficio europeo dei brevetti (UEB), che si riferisce al 2016, quasi la metà delle domande di brevetto europeo sono giunte dai 38 Stati appartenenti all'UEB (48%), poi da Stati Uniti, Giappone, Cina e Corea del Sud. Tra i Paesi membri dell'UEB la Germania occupa la prima posizione (16%), mentre dall'Italia nel 2016 sono giunte il 3% delle domande di brevetto europeo. L'Italia è, però, tra gli Stati dell'UEB, il secondo Paese per crescita di domande rispetto al 2015 (+4,5%) dopo il Belgio (+7%).

Per quanto riguarda, invece, il numero di brevetti concessi nel 2016 dall'UEB, il 51% dei brevetti sono stati concessi a società europee, poi a candidati provenienti da Stati Uniti e Giappone. Tra i Paesi membri dell'UEB, la Germania occupa la prima posizione (20%), mentre l'Italia la quarta (3%). Tuttavia, all'interno dell'UE28, l'Italia occupa la terza posizione per numero di brevetti concessi dopo la Germania e la Francia, ma prima del Regno Unito e dell'Olanda e con un incremento del 29,5% rispetto al 2015.