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Ricerca spaziale

Il settore della ricerca spaziale è riconosciuto come un segmento cruciale e trainante per lo sviluppo, sia in ambito europeo sia in ambito internazionale: in considerazione del suo carattere strategico, esso alimenta un circuito virtuoso che, per le profonde ricadute sullo sviluppo economico, mira a sostenere la competitività del sistema produttivo.

 
Gli incentivi alla ricerca spaziale
28/02/2018

Si segnala preliminarmente che, nel corso della legislatura, è stata approvata la legge n. 7 dell'11 gennaio 2018, recante Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia spaziale italiana, la quale, allo scopo di assicurare il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali, nonché di favorire l'efficacia delle iniziative dell'Agenzia spaziale italiana (A.S.I.), ha attribuito al Presidente del Consiglio dei ministri "l'alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento delle politiche dei Ministeri relative ai programmi spaziali e aerospaziali, nell'interesse dello Stato".

L'Agenzia spaziale italiana (ASI) è ente pubblico nazionale che persegue l'obiettivo di definire e implementare, in linea con gli indirizzi governativi, la politica spaziale nazionale, nel settore della ricerca e nel settore industriale. Si rammenta al riguardo che l'organizzazione del settore spaziale si è delineata proprio a partire dal 1988 con la legge 30 maggio 1988, n.186, istitutiva dell'ASI. La legge ha demandato all'ASI, succeduta al CNR nella gestione del Piano spaziale nazionale, l'elaborazione e l'attuazione di tale piano, sulla base di programmi e progetti armonizzati in un quadro di riferimento europeo e mondiale, nonché il compito istituzionale di provvedere, sulla base di direttive impartite dal Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica e secondo i criteri deliberati dal CIPE, alla predisposizione di programmi scientifici, tecnologici ed applicativi, al fine di qualificare ed accrescere la competitività dell'industria spaziale nazionale. A partire dal 1993 la concreta gestione dell'ASI è stata oggetto di particolari vicende amministrative e giudiziarie che hanno condotto, dapprima, al suo commissariamento e, successivamente, ad alcune modifiche al suo ordinamento, intervenute ad opera della legge 31 maggio 1995, n. 233, che ha affidato l'amministrazione sia ordinaria che straordinaria dell'Agenzia ad un amministratore unico, cui sono state attribuite le medesime funzioni spettanti al presidente, al consiglio d'amministrazione e al direttore generale. Il D.Lgs. 30 gennaio 1999, n. 27, adottato in attuazione dell'art. 11, comma 1, lett. d) e degli articoli 14 e 18 della legge 59/97 (cd Bassanini), ha delineato, in stretto collegamento con le disposizioni introdotte dal D.Lgs. 5 giugno1998, n. 204 ("Disposizioni per il coordinamento, la programmazione e la valutazione della politica nazionale relativa alla ricerca scientifica e tecnologica, a norma dell'articolo 11, comma 1, lettera d), della legge 15 marzo 1997, n.59"), una riforma dell'Agenzia spaziale italiana (ASI) finalizzata al suo rilancio definitivo dopo il periodo di difficoltà cui si è accennato. Ad un ulteriore riordino dell'Agenzia ha provveduto il D.Lgs 4 giugno 2003, n. 128 ("Riordino dell'Agenzia spaziale italiana (A.S.I.)"), in attuazione dell'art. 1, comma 1, della legge 6 luglio 2002, n. 137, recante "Delega per la riforma dell'organizzazione del Governo e della Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché di enti pubblici". Il decreto, in particolare: ha definito finalità e competenze dell'ASI, qualificandolo come ente pubblico nazionale con il compito di promuovere, sviluppare e diffondere, attraverso attività di agenzia, la ricerca scientifica e tecnologica applicata al campo spaziale e aerospaziale, con esclusione della ricerca aeronautica e lo sviluppo di servizi innovativi e attribuendogli personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia scientifica, finanziaria, patrimoniale e contabile ad ordinamento autonomo ai sensi di quanto previsto dalla disciplina sugli enti di ricerca del MIUR. Tra le attività che l'ASI è chiamata a svolgere, il D.Lgs. ha previsto, tra l'altro: la predisposizione e l'attuazione del Piano spaziale nazionale, sulla base del Programma nazionale della ricerca (PNR) e degli indirizzi del Governo in materia; la partecipazione ai lavori del consiglio dell'Agenzia spaziale europea (ESA); la promozione e il coordinamento della partecipazione dell'Italia ai programmi da questa approvati, la stipula di accordi bilaterali o multilaterali per la partecipazione a programmi o ad imprese aerospaziali con organismi stranieri ed il sostegno, nonché il coordinamento e la partecipazione a progetti e iniziative UE nel comparto della ricerca di settore; la cura delle relazioni con organismi aerospaziali stranieri ed internazionali; la promozione e realizzazione della ricerca scientifica nazionale nel settore, nonché lo svolgimento di attività di agenzia; disciplina i piani di attività, sulla base dei quali l'Agenzia svolge la propria attività e ne disciplina le modalità di approvazione.

Con la citata legge n. 7/2018, come già accennato, sono stati attribuiti al Presidente del Consiglio dei Ministri compiti di alta direzione, responsabilità politica generale e coordinamento delle politiche dei Ministeri relative ai programmi spaziali e aerospaziali, con la duplice finalità di assicurare il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali e favorire l'efficacia delle iniziative dell'ASI. A supporto dei compiti di alta direzione sulla materia attribuiti al Presidente, è stato poi istituito, presso la Presidenza del Consiglio, un Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale, presieduto dal Presidente stesso, al quale partecipa anche il Presidente dell'A.S.I.. La legge è quindi intervenuta in più punti sulla disciplina previgente, contenuta nel D.Lgs. 11 luglio 2003, n. 128, che invece - per ciò che concerne la definizione degli indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale – assegnava un ruolo di promotore al MIUR, da svolgere d'intesa o sulla base di accordi di programma con i Ministeri interessati (esteri, difesa, infrastrutture e trasporti, ambiente) e con uno o più gruppi di lavoro cui partecipava anche il Presidente dell'ASI e altri soggetti, dei quali poteva avvalersi la Commissione per la ricerca istituita presso il CIPE. La legge prevede che, per l'espletamento dei compiti attribuiti al Comitato, questo si avvalga in primis del supporto tecnico scientifico dell'ASI, le cui competenze e modalità operative, ivi inclusi i criteri di designazione dei componenti del CDA, sono state a tal fine modificate.

Ai sensi della normativa previgente, infatti, l'ASI predisponeva - sulla base degli indirizzi del Governo - un Piano aerospaziale nazionale su base triennale e ne curava l'attuazione. In suo luogo, la legge n. 7/2018 ha delineato due nuovi documenti programmatori (disancorati dal requisito della triennalità): un più generale documento di indirizzo, il "Documento strategico di politica spaziale nazionale", predisposto dall'ASI sulla base degli indirizzi del Comitato interministeriale di nuova istituzione; ed un secondo Documento, il "Documento di visione strategica per lo spazio", che costituisce essenzialmente una declinazione del primo, predisposto dall'ASI medesima, sulla base degli indirizzi del Comitato e del Programma nazionale della ricerca, indicati nel Documento strategico di politica spaziale nazionale.

Ciò è strettamente collegato alla generale riforma della governance dell'ASI, che ha visto il passaggio di alcune funzioni di controllo e di impulso dal Ministro della ricerca scientifica al Presidente del Consiglio, attuata principalmente attraverso la creazione di un apposito comitato interministeriale cui partecipano dieci ministri (sono rappresentati praticamente tutti i ministri con portafoglio ad eccezione di Giustizia, Lavoro e Salute) Il comitato è presieduto dallo stesso Presidente del Consiglio oppure dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con specifica delega alle politiche spaziali e aerospaziali. L'articolo 2 della legge disciplina l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale e ne definisce le competenze. A tal fine, l'articolo sostituisce l'attuale disciplina in materia di indirizzo e coordinamento in materia spaziale e aerospaziale, contenuta nell'articolo 21 del citato D.Lgs. n. 128/2003, la quale invece assegnava un ruolo primario in materia al MIUR, da svolgere d'intesa o sulla base di accordi di programma con i Ministeri interessati (affari esteri, difesa, infrastrutture e trasporti, ambiente) e con uno o più gruppi di lavoro cui partecipava anche il Presidente dell'ASI e altri soggetti interessati.

La legge modifica altresì le finalità dell'Agenzia, specificando che i compiti della stessa, che si concretizzano nel coordinamento e nella gestione dei progetti nazionali e nella partecipazione italiana a progetti europei ed internazionali in campo spaziale ed aerospaziale, sono svolti in conformità con gli indirizzi del Governo come promossi dal Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio; il Ministero dell'istruzione esercita nei confronti dell'ASI le funzioni (di vigilanza e controllo) attribuitegli, fatte salve le competenze attribuite espressamente al Comitato interministeriale.

 

Attraverso l'ASI, in campo internazionale l'Italia riveste quindi un ruolo di primo piano, sia a livello europeo, dove è il terzo Paese contributore dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), sia a livello mondiale, grazie alla stretta collaborazione con la NASA, con la quale partecipa a importanti missioni scientifiche, come la missione sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Anche il programma quadro per la ricerca Horizon 2020 dedica ampio spazio al settore spaziale, a dimostrazione della crescente importanza che l'Unione europea attribuisce al settore. Il nostro Paese, attraverso i programmi spaziali e aerospaziali gli investimenti realizzati dall'ASI nel sistema Cosmo Sky-Med, è, poi, all'avanguardia anche nel settore dell'osservazione della Terra; il sistema di satelliti sviluppato dall'ASI in cooperazione con il Ministero della difesa ha infatti l'obiettivo di aiutare a prevedere frane e alluvioni, a coordinare i soccorsi in caso di terremoti o incendi, a controllare dall'alto le aree di crisi per prevedere e prevenire disastri ambientali e a misurare gli effetti del cambiamento climatico.

 

Proprio al fine di orientare la politica della ricerca, nel Programma nazionale per la ricerca 2015-2020, predisposto dal MIUR, erano stati individuati gli obiettivi, le priorità e le azioni volti a sostenere la coerenza, l'efficienza e l'efficacia del sistema nazionale della ricerca, nonché sono delineate le linee di indirizzo a livello nazionale, finalizzate a dare stimolo al ciclo degli investimenti. Il PNR aveva individuato dodici aree di specializzazione delle competenze intorno alle quali strutturare politiche e strumenti nazionali e regionali efficaci e significativi dal punto di vista dell'impatto sullo sviluppo sociale ed economico del Paese. Si tratta di: aerospazio; agrifood; cultural heritage; blue growth; chimica verde; Design, creatività e Made in Italy; energia; fabbrica intelligente; mobilità sostenibile; salute; smart, secure and inclusive communities; tecnologie per gli ambienti di vita.

Le aree di specializzazione, secondo la "strategia nazionale di specializzazione intelligente", sono state raggruppate in cinque bacini prioritari: 1.Aerospazio e Difesa; 2. Salute, alimentazione, qualità della vita; 3. Industria intelligente e sostenibile, energia e ambiente; 4. Turismo, patrimonio culturale e industria della creatività; 5. Agenda Digitale, Smart Communities, infrastrutture e sistemi di mobilità intelligente.

Le aree, che tengono conto anche del peso industriale dei settori produttivi ad esse collegate, sono state analizzate incrociando due tipi di indicatori: quelli relativi alla rilevanza della ricerca italiana nei vari settori in termini di pubblicazioni scientifiche e quelli relativi alla capacità innovativa legata alla capacità brevettuale. Le aree così definite compongono in un quadro coerente le scelte strategiche compiute a livello europeo – soprattutto con il programma quadro Horizon 2020 – con le politiche di intervento definite a livello nazionale e regionale.

Sulla base dell'analisi delle criticità e dei punti di forza del sistema della ricerca sono stati definiti sei programmi di intervento, ciascuno dei quali è strutturato con obiettivi precisi, azioni di intervento e risorse dedicate. In particolare, si segnalano i seguenti obiettivi: Internazionalizzazione, il capitale umano; il sostegno selettivo alle infrastrutture di ricerca; la collaborazione pubblico-privato; il Mezzogiorno; l'efficienza e la qualità della spesa, attraverso la definizione e il rafforzamento di processi di valutazione, monitoraggio, trasparenza, semplificazione e rafforzamento amministrativo. A ognuno di questi macro-obiettivi corrisponde un Programma di intervento e specifiche linee di azione.

All'interno del programma "Internazionalizzazione" sono individuate 4 azioni di intervento; in particolare, l'azione n. 4 è dedicata alla ricerca spaziale. Vi si ribadisce la molteplicità degli ambiti che beneficiano dei risultati delle attività svolte per la ricerca spaziale: dalla biomedicina alle scienze biologiche e alimentari, dalla fisiologia alle green technologies e alle nanotecnologie. Altrettanto molteplici sono i soggetti che intervengono, a diverso titolo, nella strategia nazionale della politica spaziale: Ministeri, imprese, università, enti di ricerca pubblici e privati. Rientrano a pieno titolo nella ricerca spaziale settori strategici quali, per esempio, la propulsione, la produzione di energia, l'astrofisica spaziale, le scienze dei materiali, il governo del territorio.

Il Programma evidenzia che la ricerca spaziale è finanziata dal MIUR sia con assegnazioni del Fondo Ordinario degli Enti di ricerca all'ASI, sia con altri canali specifici attivati annualmente dalla legge di bilancio, oltre ai capitoli già dedicati al Programma PRORA (Programma nazionale di ricerche aerospaziali).

Il PRORA è un programma del MIUR sulla ricerca aeronautica e spaziale di lungo termine che prevede, in aderenza all'evoluzione scientifica, tecnologica ed economica dei settori aeronautico e spaziale e in coerenza con i relativi piani nazionali: l'attività di ricerca, sperimentazione, produzione e scambio di informazioni, formazione del personale nei medesimi settori, da realizzarsi anche attraverso la partecipazione a programmi di ricerca europei e internazionali; la realizzazione e gestione di opere ed impianti funzionali alle attività svolte. L'attuazione del PRORA è affidata al Centro Italiano Ricerche Aerospaziali S.p.A. (CIRA). Il D.M. n. 305 del 10 giugno 1998, al fine di promuovere e sostenere le attività del PRORA in un quadro di sviluppo del settore aeronautico e spaziale, con riferimento anche alla realizzazione delle infrastrutture e dei servizi di supporto, prevede la stipula di un apposito accordo di programma tra l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il CIRA, la regione Campania ed il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, eventuali altre strutture universitarie e scientifiche ed enti locali, con durata quinquennale. Ai sensi dell'art. 2 del citato D.M. n. 305/1998, il monitoraggio del PRORA e la formulazione di osservazioni e proposte per gli aggiornamenti del medesimo, sono affidate ad un'apposita commissione istituita con proprio decreto dal Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca e composta da tre membri designati tra dirigenti delle amministrazioni o tra esperti, da un membro designato dalle associazioni delle industrie del settore aerospaziale, dal presidente del CIRA o da un suo delegato, dal direttore generale del competente Dipartimento del MIUR o da un suo delegato, nonché da due esperti di nomina del Ministro medesimo, uno dei quali con funzioni di presidente. La legge 14 febbraio 1991, n. 46 ha istituito il contributo dello Stato alle spese di gestione del PRORA, quale concorso dello Stato alle spese complessive, necessarie a fronteggiare le esigenze connesse alla gestione delle opere progettate e realizzate dalla CIRA S.p.a. nell'ambito del programma. Tale contributo è stato successivamente rifinanziato da una serie di autorizzazioni legislative di spesa.

Da ultimo, la legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018) ha previsto uno stanziamento pari a 21,7 milioni di euro per il 2018, di 21,9 milioni di euro per il 2019 e di 21,9 milioni di euro per il 2020 (Cap. 1678/MIUR, "Contributo dello Stato per la ricerca scientifica). Tali somme sono state allocate nella Missione "Ricerca e Innovazione" (17) Programma Ricerca scientifica e tecnologica di base (17.22).

Si segnala, inoltre, il sostegno a interventi di ricerca spaziale, sia attraverso le azioni Cluster di cui al programma "Cooperazione pubblico-privato e ricerca industriale", sia con progettualità specifiche relative all'ambito tematico della SNSI "aerospazio".

Nella Tabella seguente, riportata nel citato PNR, si riporta l'ammontare del finanziamento destinato alla ricerca spaziale.

 

 

Con specifico riferimento alle modalità di finanziamento del settore, si segnala quanto previsto dalla citata L. n. 205/2018 (legge di bilancio 2018), recentemente intervenuta anche sulle modalità di erogazione delle risorse stanziate dalla legge di stabilità per il 2016 (L. n. 208/2015), per un piano nazionale per lo sviluppo dell'industria italiana nel settore dei piccoli satelliti ad alta tecnologia. La legge di bilancio ha infatti soppresso il richiamo al rispetto del Reg. (UE) n. 651/2014 (GBER) per l'erogazione delle relative misure di aiuto. In suo luogo, viene introdotto l'obbligo, più generale, del rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato.

 

Si ricorda in proposito che l'articolo 1, comma 372, della legge n. 208/2015 (legge di stabilità 2016) ha autorizzato, per lo sviluppo dell'industria italiana nel settore dei piccoli satelliti ad alta tecnologia, la spesa di 19 milioni di euro per l'anno 2016, di 50 milioni di euro per l'anno 2017 e di 30 milioni di euro per l'anno 2018. Il medesimo comma 372 aveva altresì previsto che le misure di aiuto concesse a valere sulle predette risorse fossero erogate nel rispetto delle procedure previste dal Reg. (UE) n. 651/2014 (General Block Exemption Regulation - GBER), il quale esenta dall'obbligo di notifica alla Commissione determinate categorie di aiuti, a date condizioni.
Per ciò che concerne gli aiuti a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, il GBER, agli articoli da 25 a 30, prevede apposite esenzioni dall'obbligo di notifica nel caso in cui siano soddisfatte specifiche condizioni.
In particolare, il GBER, all'articolo 25, esenta dall'obbligo di notifica gli aiuti a progetti di ricerca e sviluppo, compresi i progetti insigniti del marchio di eccellenza che ne attesta la qualità nel quadro dello strumento per le PMI di Horizon 2020, purché: i progetti rientrino nella ricerca fondamentale, e/o in quella industriale, e/o nello sviluppo sperimentale e/o in studi di fattibilità.
Le misure a favore di ricerca, sviluppo e innovazione che non soddisfano tutte le condizioni di cui al GBER dovranno essere notificate alla Commissione UE. Sulle misure notificate, la Commissione effettuerà un'analisi approfondita sulla base dei criteri stabiliti nella nuova Disciplina degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione (2014/C 198/01 del 27 giugno 2014).

La legge di bilancio 2018 ha dunque soppresso la previsione contenuta nella legge di stabilità 2016, per cui le risorse ivi previste per il Piano nazionale per lo sviluppo dell'industria italiana nel settore dei piccoli satelliti sono erogate nel rispetto delle procedure previste dal GBER e alle condizioni fissate dagli articoli 25 ess. del medesimo Regolamento. Contestualmente a tale soppressione, si inserisce l'obbligo di operare nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato.

Il Regolamento di esenzione n. 651/2014 (GBER) non trova opportuna applicazione con riguardo all'attività dell'Agenzia Spaziale Italiana, in quanto sono insussistenti i relativi presupposti ai sensi dell'articolo 107 TFUE. Infatti: l'iniziativa è espletata attraverso un avviso di indagine di mercato cui possono partecipare aziende spaziali senza distinzione di nazionalità e in un regime di libera competizione; l'iniziativa è finalizzata alla realizzazione di un prodotto prototipale la cui proprietà rimane in capo all'ASI sia in termini di proprietà industriale sia realizzativa, affinché lo renda disponibile all'utente finale (istituzionale); il progetto non mette il vincitore in condizione di vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori italiani od europei, in quanto finalizzato a realizzare una particolare piattaforma satellitare di classe mini, la cui realizzazione sarebbe parimenti eseguibile da altri operatori, dotati delle necessarie competenze e contenuto tecnologico, anche in assenza di assegnazione di questo specifico contratto; altri Paesi hanno scelto di realizzate la piattaforme satellitari di piccole dimensioni anche con target di prestazioni differenti finalizzate alla soddisfazione delle differenti strategie del Paese in ambito di ricerca spaziale (es. la Myriade francese e Myria devolution, prodotta da Thales Alenia Space e Airbus, la belga Qinetic, ed altre in Germania, Svezia, Spagna e Gran Bretagna).