Il settore della ricerca spaziale è riconosciuto come un segmento cruciale e trainante per lo sviluppo, sia in ambito europeo sia in ambito internazionale: in considerazione del suo carattere strategico, esso alimenta un circuito virtuoso che, per le profonde ricadute sullo sviluppo economico, mira a sostenere la competitività del sistema produttivo.
Si segnala preliminarmente che, nel corso della legislatura, è stata approvata la legge n. 7 dell'11 gennaio 2018, recante Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia spaziale italiana, la quale, allo scopo di assicurare il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali, nonché di favorire l'efficacia delle iniziative dell'Agenzia spaziale italiana (A.S.I.), ha attribuito al Presidente del Consiglio dei ministri "l'alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento delle politiche dei Ministeri relative ai programmi spaziali e aerospaziali, nell'interesse dello Stato".
Con la citata legge n. 7/2018, come già accennato, sono stati attribuiti al Presidente del Consiglio dei Ministri compiti di alta direzione, responsabilità politica generale e coordinamento delle politiche dei Ministeri relative ai programmi spaziali e aerospaziali, con la duplice finalità di assicurare il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali e favorire l'efficacia delle iniziative dell'ASI. A supporto dei compiti di alta direzione sulla materia attribuiti al Presidente, è stato poi istituito, presso la Presidenza del Consiglio, un Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale, presieduto dal Presidente stesso, al quale partecipa anche il Presidente dell'A.S.I.. La legge è quindi intervenuta in più punti sulla disciplina previgente, contenuta nel D.Lgs. 11 luglio 2003, n. 128, che invece - per ciò che concerne la definizione degli indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale – assegnava un ruolo di promotore al MIUR, da svolgere d'intesa o sulla base di accordi di programma con i Ministeri interessati (esteri, difesa, infrastrutture e trasporti, ambiente) e con uno o più gruppi di lavoro cui partecipava anche il Presidente dell'ASI e altri soggetti, dei quali poteva avvalersi la Commissione per la ricerca istituita presso il CIPE. La legge prevede che, per l'espletamento dei compiti attribuiti al Comitato, questo si avvalga in primis del supporto tecnico scientifico dell'ASI, le cui competenze e modalità operative, ivi inclusi i criteri di designazione dei componenti del CDA, sono state a tal fine modificate.
Ai sensi della normativa previgente, infatti, l'ASI predisponeva - sulla base degli indirizzi del Governo - un Piano aerospaziale nazionale su base triennale e ne curava l'attuazione. In suo luogo, la legge n. 7/2018 ha delineato due nuovi documenti programmatori (disancorati dal requisito della triennalità): un più generale documento di indirizzo, il "Documento strategico di politica spaziale nazionale", predisposto dall'ASI sulla base degli indirizzi del Comitato interministeriale di nuova istituzione; ed un secondo Documento, il "Documento di visione strategica per lo spazio", che costituisce essenzialmente una declinazione del primo, predisposto dall'ASI medesima, sulla base degli indirizzi del Comitato e del Programma nazionale della ricerca, indicati nel Documento strategico di politica spaziale nazionale.
Ciò è strettamente collegato alla generale riforma della governance dell'ASI, che ha visto il passaggio di alcune funzioni di controllo e di impulso dal Ministro della ricerca scientifica al Presidente del Consiglio, attuata principalmente attraverso la creazione di un apposito comitato interministeriale cui partecipano dieci ministri (sono rappresentati praticamente tutti i ministri con portafoglio ad eccezione di Giustizia, Lavoro e Salute) Il comitato è presieduto dallo stesso Presidente del Consiglio oppure dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con specifica delega alle politiche spaziali e aerospaziali. L'articolo 2 della legge disciplina l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale e ne definisce le competenze. A tal fine, l'articolo sostituisce l'attuale disciplina in materia di indirizzo e coordinamento in materia spaziale e aerospaziale, contenuta nell'articolo 21 del citato D.Lgs. n. 128/2003, la quale invece assegnava un ruolo primario in materia al MIUR, da svolgere d'intesa o sulla base di accordi di programma con i Ministeri interessati (affari esteri, difesa, infrastrutture e trasporti, ambiente) e con uno o più gruppi di lavoro cui partecipava anche il Presidente dell'ASI e altri soggetti interessati.
La legge modifica altresì le finalità dell'Agenzia, specificando che i compiti della stessa, che si concretizzano nel coordinamento e nella gestione dei progetti nazionali e nella partecipazione italiana a progetti europei ed internazionali in campo spaziale ed aerospaziale, sono svolti in conformità con gli indirizzi del Governo come promossi dal Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio; il Ministero dell'istruzione esercita nei confronti dell'ASI le funzioni (di vigilanza e controllo) attribuitegli, fatte salve le competenze attribuite espressamente al Comitato interministeriale.
Attraverso l'ASI, in campo internazionale l'Italia riveste quindi un ruolo di primo piano, sia a livello europeo, dove è il terzo Paese contributore dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), sia a livello mondiale, grazie alla stretta collaborazione con la NASA, con la quale partecipa a importanti missioni scientifiche, come la missione sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Anche il programma quadro per la ricerca Horizon 2020 dedica ampio spazio al settore spaziale, a dimostrazione della crescente importanza che l'Unione europea attribuisce al settore. Il nostro Paese, attraverso i programmi spaziali e aerospaziali gli investimenti realizzati dall'ASI nel sistema Cosmo Sky-Med, è, poi, all'avanguardia anche nel settore dell'osservazione della Terra; il sistema di satelliti sviluppato dall'ASI in cooperazione con il Ministero della difesa ha infatti l'obiettivo di aiutare a prevedere frane e alluvioni, a coordinare i soccorsi in caso di terremoti o incendi, a controllare dall'alto le aree di crisi per prevedere e prevenire disastri ambientali e a misurare gli effetti del cambiamento climatico.
Proprio al fine di orientare la politica della ricerca, nel Programma nazionale per la ricerca 2015-2020, predisposto dal MIUR, erano stati individuati gli obiettivi, le priorità e le azioni volti a sostenere la coerenza, l'efficienza e l'efficacia del sistema nazionale della ricerca, nonché sono delineate le linee di indirizzo a livello nazionale, finalizzate a dare stimolo al ciclo degli investimenti. Il PNR aveva individuato dodici aree di specializzazione delle competenze intorno alle quali strutturare politiche e strumenti nazionali e regionali efficaci e significativi dal punto di vista dell'impatto sullo sviluppo sociale ed economico del Paese. Si tratta di: aerospazio; agrifood; cultural heritage; blue growth; chimica verde; Design, creatività e Made in Italy; energia; fabbrica intelligente; mobilità sostenibile; salute; smart, secure and inclusive communities; tecnologie per gli ambienti di vita.
Le aree di specializzazione, secondo la "strategia nazionale di specializzazione intelligente", sono state raggruppate in cinque bacini prioritari: 1.Aerospazio e Difesa; 2. Salute, alimentazione, qualità della vita; 3. Industria intelligente e sostenibile, energia e ambiente; 4. Turismo, patrimonio culturale e industria della creatività; 5. Agenda Digitale, Smart Communities, infrastrutture e sistemi di mobilità intelligente.
Le aree, che tengono conto anche del peso industriale dei settori produttivi ad esse collegate, sono state analizzate incrociando due tipi di indicatori: quelli relativi alla rilevanza della ricerca italiana nei vari settori in termini di pubblicazioni scientifiche e quelli relativi alla capacità innovativa legata alla capacità brevettuale. Le aree così definite compongono in un quadro coerente le scelte strategiche compiute a livello europeo – soprattutto con il programma quadro Horizon 2020 – con le politiche di intervento definite a livello nazionale e regionale.
Sulla base dell'analisi delle criticità e dei punti di forza del sistema della ricerca sono stati definiti sei programmi di intervento, ciascuno dei quali è strutturato con obiettivi precisi, azioni di intervento e risorse dedicate. In particolare, si segnalano i seguenti obiettivi: Internazionalizzazione, il capitale umano; il sostegno selettivo alle infrastrutture di ricerca; la collaborazione pubblico-privato; il Mezzogiorno; l'efficienza e la qualità della spesa, attraverso la definizione e il rafforzamento di processi di valutazione, monitoraggio, trasparenza, semplificazione e rafforzamento amministrativo. A ognuno di questi macro-obiettivi corrisponde un Programma di intervento e specifiche linee di azione.
All'interno del programma "Internazionalizzazione" sono individuate 4 azioni di intervento; in particolare, l'azione n. 4 è dedicata alla ricerca spaziale. Vi si ribadisce la molteplicità degli ambiti che beneficiano dei risultati delle attività svolte per la ricerca spaziale: dalla biomedicina alle scienze biologiche e alimentari, dalla fisiologia alle green technologies e alle nanotecnologie. Altrettanto molteplici sono i soggetti che intervengono, a diverso titolo, nella strategia nazionale della politica spaziale: Ministeri, imprese, università, enti di ricerca pubblici e privati. Rientrano a pieno titolo nella ricerca spaziale settori strategici quali, per esempio, la propulsione, la produzione di energia, l'astrofisica spaziale, le scienze dei materiali, il governo del territorio.
Il Programma evidenzia che la ricerca spaziale è finanziata dal MIUR sia con assegnazioni del Fondo Ordinario degli Enti di ricerca all'ASI, sia con altri canali specifici attivati annualmente dalla legge di bilancio, oltre ai capitoli già dedicati al Programma PRORA (Programma nazionale di ricerche aerospaziali).
Da ultimo, la legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018) ha previsto uno stanziamento pari a 21,7 milioni di euro per il 2018, di 21,9 milioni di euro per il 2019 e di 21,9 milioni di euro per il 2020 (Cap. 1678/MIUR, "Contributo dello Stato per la ricerca scientifica). Tali somme sono state allocate nella Missione "Ricerca e Innovazione" (17) Programma Ricerca scientifica e tecnologica di base (17.22).
Si segnala, inoltre, il sostegno a interventi di ricerca spaziale, sia attraverso le azioni Cluster di cui al programma "Cooperazione pubblico-privato e ricerca industriale", sia con progettualità specifiche relative all'ambito tematico della SNSI "aerospazio".
Nella Tabella seguente, riportata nel citato PNR, si riporta l'ammontare del finanziamento destinato alla ricerca spaziale.
Con specifico riferimento alle modalità di finanziamento del settore, si segnala quanto previsto dalla citata L. n. 205/2018 (legge di bilancio 2018), recentemente intervenuta anche sulle modalità di erogazione delle risorse stanziate dalla legge di stabilità per il 2016 (L. n. 208/2015), per un piano nazionale per lo sviluppo dell'industria italiana nel settore dei piccoli satelliti ad alta tecnologia. La legge di bilancio ha infatti soppresso il richiamo al rispetto del Reg. (UE) n. 651/2014 (GBER) per l'erogazione delle relative misure di aiuto. In suo luogo, viene introdotto l'obbligo, più generale, del rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato.
La legge di bilancio 2018 ha dunque soppresso la previsione contenuta nella legge di stabilità 2016, per cui le risorse ivi previste per il Piano nazionale per lo sviluppo dell'industria italiana nel settore dei piccoli satelliti sono erogate nel rispetto delle procedure previste dal GBER e alle condizioni fissate dagli articoli 25 ess. del medesimo Regolamento. Contestualmente a tale soppressione, si inserisce l'obbligo di operare nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato.