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Temi dell'attività parlamentare

Politica economica e finanza pubblica
Commissione: V Bilancio
Politiche di coesione territoriale
Il Piano di Azione Coesione

Il Piano di Azione Coesione è stato approvato alla fine del 2011 per superare i ritardi nell'utilizzo delle risorse dei fondi strutturali europei stanziati per il periodo 2007-2013 in Italia, con l'obiettivo di accelerare l'attuazione dei programmi di spesa e, al contempo, di rafforzare l'efficacia degli interventi. Complessivamente, il PAC ha raggiunto un valore di 13,5 miliardi di euro formato da risorse nazionali derivanti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei Programmi Operativi e da risorse riprogrammate attraverso rimodulazione interna ai medesimi Programmi.

 
I fondi strutturali e l'origine del Piano di azione e coesione
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06/02/2018

Il Piano di Azione Coesione è stato adottato nel novembre 2011 allo scopo di accelerare l'attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2007-2013 e rafforzare l'efficacia degli interventi.

Il Piano è intervenuto a consolidare un percorso già iniziato con l'adozione della delibera del CIPE n. 1 del 2011, per l'accelerazione e la riprogrammazione delle risorse destinate alle aree sottoutilizzate - sia quelle nazionali di carattere aggiuntivo del Fondo per lo sviluppo e la coesione sia quelle definite dai fondi strutturali dell'Unione europea - mediante la fissazione di target di impegno e di spesa certificata alla Commissione europea. L'eventuale mancato raggiungimento dei target, singolarmente considerati, comporta la quantificazione dell'importo da riprogrammare in favore di altri Programmi, rispettando, per quanto compatibile, il vincolo di destinazione territoriale.

Il Piano di Azione Coesione - inviato il 15 novembre 2011 al Commissario Europeo per la Politica Regionale, con il quale è stata definita un'azione strategica di rilancio del Mezzogiorno - è stato adottato, d'intesa con la Commissione europea, attingendo ai fondi che si rendono disponibili attraverso una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale nell'ambito dei programmi operativi delle Regioni dell'obiettivo Convergenza e, in parte, dei programmi delle altre regioni del Mezzogiorno (Sardegna, Molise e Abruzzo), che, dato il forte ritardo di attuazione, rischiavano il disimpegno automatico delle risorse.

Si ricorda che alla fine del 2011, lo stato di attuazione dei Fondi strutturali si attestava, per ciò che attiene ai pagamenti, ad un valore piuttosto basso, rispetto al precedente periodo di programmazione 2000-2006, pari a circa il 18% del contributo totale. Particolarmente in ritardo, rispetto agli obiettivi prefissati, risultava, nell'ambito dell'obiettivo Convergenza, lo stato di attuazione dei programmi operativi regionali (POR) della Campania e della Sicilia a valere sulle risorse del Fondo sociale europeo (FSE), della regione Abruzzo (sia su quelli del Fondo sociale europeo che su quelli del Fondo europeo di sviluppo regionale - FESR), nonché il programma operativo nazionale (PON) "Ricerca e competitività" e il programma operativo interregionale (POIN) "Attrattori culturali, naturali e turismo".
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Finalità del piano
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06/02/2018

Il Piano di Azione Coesione (PAC), avviato come manovra per accelerare l'attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali 2007-2013 e rafforzare l'efficacia degli interventi, in un ambito di cooperazione rafforzata con la Commissione Europea, è attuato attraverso la rimodulazione strategica delle risorse dei singoli programmi operativi - con la riprogrammazione di alcuni programmi regionali maggiormente in ritardo e lo spostamento di risorse dei fondi strutturali verso quelli maggiormente performanti - e la riduzione della quota di cofinanziamento nazionale, con il conseguente trasferimento delle relative risorse nazionali al di fuori dei programmi operativi stessi, a favore di interventi considerati prioritari dal Piano di Azione Coesione.

Come è noto, infatti, i regolamenti comunitari impongono, per poter usufruire dei fondi strutturali comunitari, che ciascuno Stato membro stanzi una quota nazionale di "cofinanziamento", che testimonia l'impegno di quel Paese per il riequilibrio dei divari di sviluppo (c.d. principio di addizionalità). I livelli di cofinanziamento sono differenziati in base al livello di prosperità dei vari Stati.
Secondo il Regolamento Generale dei Fondi strutturali per il periodo di programmazione 2007-2013 (Reg. CE n. 1083/2006), l'Italia garantisce nelle Regioni in ritardo di sviluppo (cioè nelle 4 regioni meridionali interessate dall'Obiettivo Convergenza, più la Basilicata in sostegno transitorio), un livello di cofinanziamento pari ad almeno il 25% del valore complessivo del programma (a fronte del 75% massimo di cofinanziamento comunitario). Nelle altre regioni, l'Italia è tenuta invece a garantire un cofinanziamento pari almeno al 50%.
Per il periodo di programmazione 2007-2013, l'Italia ha scelto - per aumentare le risorse a disposizione per gli investimenti - di adottare un tasso di cofinanziamento nazionale più alto pari anche nel Mezzogiorno al 50% del valore del programma.

A tal fine, è stato disposto, in accordo con la Commissione europea (ai sensi dell'articolo 33 del regolamento CE n. 1083/2006), una riprogrammazione delle risorse dei fondi strutturali, con riferimento a determinati Programmi Operativi in forte ritardo di attuazione che rischiavano il disimpegno automatico delle risorse, attuata tramite l'aumento, in termini percentuali, della quota di cofinanziamento comunitario, elevata dall'originario 50 al 75 per cento (limite massimo di partecipazione UE), e corrispondente riduzione della quota di cofinanziamento nazionale, le cui risorse sono state destinate agli obiettivi del Piano di Azione Coesione.

In sostanza, in accordo con le Istituzioni europee, fermo restando l'importo, in valori assoluti, del finanziamento comunitario dei Programmi Operativi in ritardo di attuazione, l'intervento comunitario viene ad assumere un peso percentuale maggiore (da 50 al 75 per cento) consentendo la riduzione della quota percentuale di cofinanziamento nazionale (dal 50 al 25 per cento). Le risorse nazionali, che fuoriescono dai programmi attuativi dei fondi strutturali, vengono utilizzate per gli obiettivi prioritari del Piano di Azione Coesione.

Va ricordato che, contestualmente, il 3 novembre 2011, è stato siglato l'accordo tra il Governo italiano e le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia interessate dalla rimodulazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali, con il quale il riutilizzo delle risultanti risorse nazionali è stato vincolato al principio di territorialità. Tale principio è stato, inoltre, inserito nella legge di stabilità 2012 (articolo 23, comma 4, legge n. 183/2011), prevedendo che il Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie, di cui all'articolo 5 della legge n. 183 del 1987, possa destinare le risorse finanziarie derivanti da un'eventuale riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali 2007-2013 alla realizzazione di interventi di sviluppo socio-economico concordati tra lo Stato italiano e la Commissione europea nell'ambito della revisione dei programmi stessi.

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Risorse del Piano
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06/02/2018

Il Piano di Azione Coesione, articolato in più fasi di riprogrammazione dei programmi cofinanziati ha raggiunto, nel suo complesso, a febbraio 2014, un valore di oltre 13,5 miliardi di euro, a cui concorrono risorse nazionali derivanti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei Programmi Operativi (circa 11,6 miliardi di euro, di cui 9,3 miliardi già allocati in specifiche linee di intervento e 2,3 miliardi ancora da assegnare) e risorse riprogrammate attraverso rimodulazione interna ai medesimi Programmi (2 miliardi di euro).

Una prima fase, varata il 15 dicembre 2011 e aggiornata a febbraio 2012 - a seguito di un Accordo condiviso tra Governo e le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia per accelerare e riqualificare l'utilizzo dei Fondi strutturali comunitari, al quale hanno aderito anche Abruzzo e Molise (regioni dell'Obiettivo Competitività) - ha determinato una riallocazione di risorse pari a 3,5 miliardi, che sono stati concentrati in quattro ambiti prioritari di interesse strategico nazionale, a favore di istruzione, infrastrutture ferroviarie, Agenda Digitale e occupazione (nello specifico, formazione e credito di imposta per lavoratori svantaggiati). E' stata inoltre prevista la costituzione di un Fondo da 1,5 miliardi di euro a favore di investimenti su reti e nodi ferroviari.

La seconda fase, varata il 15 maggio 2012 (circa 2,9 miliardi) - che ha riguardato i fondi gestiti da Amministrazioni centrali (Programmi operativi nazionali o interregionali) - è stata orientata in modo più deciso verso obiettivi di crescita e inclusione sociale con particolare attenzione a misure dirette al contrasto della grave situazione della disoccupazione giovanile soprattutto al Sud. In particolare, le risorse sono state riprogrammate a favore della cura per l'infanzia e per gli anziani non autosufficienti, dei giovani, della competitività e innovazione delle imprese e delle aree di attrazione culturale. Per 1,9 miliardi si tratta di fondi assegnati al Piano di Azione Coesione; per il resto di riprogrammazioni all'interno dei programmi.

La terza fase di riprogrammazione (PAC III), varata nel dicembre 2012 d'intesa con le Regioni (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle D'Aosta) e con i Ministeri interessati, ha riguardato un importo di circa 5,7 miliardi, destinati a misure con funzione anticiclica oltre che al conseguimento di obiettivi di "salvaguardia" di progetti di rilievo strategico e all'avvio di "nuove azioni", anche con carattere prototipale, funzionale alla preparazione della programmazione 2014-2020, di cui 4,9 miliardi quale riduzione del cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali e 0,8 miliardi di rimodulazione all'interno dei programmi operativi.

Nel corso del 2013 sono intervenute altre due fasi di riprogrammazione del PAC. Le misure straordinarie per la promozione dell'occupazione, soprattutto giovanile, e la coesione sociale previste, nell'estate 2013, dal D.L. n. 76/2013, costituiscono i contenuti della quarta fase di riprogrammazione (PAC IV) che ha mobilitato risorse pari a circa 2,1 miliardi modificando anche la destinazione di risorse già assegnate.

La quinta fase di riprogrammazione (PAC V), avviata a dicembre 2013, prevede la rimodulazione di 1,8 miliardi già programmati nel Piano di Azione Coesione su azioni non avviate o comunque in ritardo di attuazione. Gli investimenti sono destinati a misure specifiche per le imprese, per l'occupazione e per lo sviluppo delle economie locali.

L'azione di monitoraggio finora svolta dal Gruppo di Azione (cfr. lo stato di avanzamento del Piano di Azione Coesione al 31 ottobre 2013) si è limitata alle Azioni finanziate con la riduzione della quota di cofinanziamento nazionale riferite alle prime tre fasi di programmazione, pari a circa 9,8 miliardi.

In particolare, le regioni hanno visto ridotto l'importo delle risorse del cofinanziamento nazionale per 6,8 miliardi. In particolare, Sicilia e Campania, i cui programmi operativi manifestavano i maggiori ritardi attuativi, hanno visto ridotte le risorse dei loro POR, rispettivamente, di 2,6 e 2,4 miliardi destinate ad altri interventi del Piano di Azione Coesione sul medesimo territorio. Le altre regioni che hanno proceduto ad una rimodulazione delle risorse dei propri piani operativi sono la Puglia (746 milioni), la Calabria (513 milioni), la Sardegna (394 milioni), nonché il Friuli Venezia Giulia (44 milioni) e la Valle d'Aosta (16 milioni).

Per i programmi nazionali e interregionali la riduzione del cofinanziamento è ammontata a 3,1 miliardi. La rimodulazione ha riguardato i programmi nazionali o interregionali Ricerca e competitività (1.780 milioni), Energia rinnovabile e risparmio energetico (504 milioni), Attrattori culturali, naturali e turismo (330 milioni), Sicurezza (190 milioni), Reti e mobilità (173 milioni) e Governance (50 milioni).

Le suddette risorse derivanti dalla riduzione del cofinanziamento statale (9,8 miliardi) sono state assegnate all'attuazione degli interventi previsti nei primi tre aggiornamenti del Piano di Azione Coesione (nell'importo complessivo di 9,1 miliardi) con due decreti del Ministero dell'economia e delle finanze (Decreto n. 47/2013 e Decreto n. 48/2013 ) in data 7 agosto 2013, che hanno assegnato, rispettivamente, le somme di 3,9 e di 5,9 miliardi in favore dei programmi e delle linee di intervento del Piano, come indicato nei decreti medesimi.

In particolare, tali risorse sono state assegnate per 4,5 miliardi alle Amministrazioni centrali e per circa 4,6 miliardi alle Amministrazioni regionali, di cui 1.985 milioni alla Sicilia, 1.327 milioni alla Campania, 268 milioni alla Sardegna, 646 milioni alla Puglia e 377 milioni alla Calabria.Ulteriori 0,7 miliardi sono stati destinati alla copertura degli interventi previsti dagli articoli 1 e 3 del D.L. n. 76/2013, recanti misure per favorire l'occupazione giovanile, come disposto dal decreto-legge medesimo.

Le predette assegnazioni sono state poi rimodulate con i successivi decreti del Ministero dell'economia (D.M. n. 57/2014 e D.M. n. 61/2014).

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Risultati conseguiti dal Piano
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06/02/2018

Come già detto, la riprogrammazione delle risorse dei Fondi strutturali 2007-2013 realizzata mediante lo strumento del Piano di Azione Coesione (PAC), articolato in cinque fasi di programmazione, ha raggiunto l'ammontare complessivo di oltre 13,5 miliardi di euro, cui concorrono risorse nazionali derivanti dalla riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei Programmi Operativi per circa 11,6 miliardi di euro e risorse riprogrammate attraverso rimodulazione interna ai medesimi Programmi, per circa 2 miliardi di euro.

L'utilizzo, per mezzo del Piano di Azione Coesione (PAC), di quota parte delle risorse di cofinanziamento per il finanziamento delle azioni e degli interventi previsti nel PAC stesso, nelle medesime regioni, ha evitato il disimpegno delle risorse comunitarie non utilizzate nell'ambito dei Programmi Operativi, che avrebbe generato, a sua volta, un effetto doppio in quanto sarebbe andata persa anche la corrispettiva quota di cofinanziamento nazionale.

Con l'introduzione del sistema degli obiettivi (target) è stato infine definito l'ammontare della quota percentuale di realizzazione da raggiungere alle scadenze prefissate, in modo da fornire alle amministrazioni interessate una tabella di marcia maggiormente definita.

L'organo che approva i programmi del PAC e ne sorveglia l'attuazione, anche ai fini di eventuali riprogrammazioni di risorse, è il Gruppo di Azione Coesione, istituito con D.M. del Ministro della coesione territoriale 1° agosto 2012, la cui composizione è stata recentemente modificata alla luce dell'istituzione dell'Agenzia per la Coesione Territoriale.

Va segnalato che la legge di stabilità 2015 (articolo 1, commi 121-122, legge n. 190/2014) ha utilizzato 3,5 miliardi delle risorse destinate agli interventi del Piano di azione coesione (nella misura di 1 miliardo per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017 e di 500 milioni per l'anno 2018) a copertura degli oneri connessi agli sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato decorrenti dal 1° gennaio 2015, utilizzando a tal fine risorse del PAC che dal sistema di monitoraggio del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze risultavano non ancora impegnate alla data del 1° gennaio 2015.

Le risorse complessive destinate al PAC si sono pertanto ridotte a 8,1 miliardi di euro.

Nel mese di agosto 2015, sono stati emanati dieci decreti (dal n. 25 al n. 34) che hanno disposto la rideterminazione dei finanziamenti programmati nei singoli PAC, delle Regioni o delle Amministrazioni centrali, al fine di recuperare la quota di 1 miliardo per il 2015 da destinare a copertura degli oneri per tali sgravi contributivi.

Tra la fine del 2015 e gli inizi del 2016, inoltre, sono intervenute nuove adesioni al meccanismo del PAC, sia da parte di Amministrazioni che vi hanno aderito per la prima volta, sia da parte di Amministrazioni che hanno aumentato la propria partecipazione al PAC, assestandone complessivamente la dotazione finanziaria a circa 10 miliardi di euro.

Si segnala, infine, che anche la legge di stabilità per il 2016, ai commi 109 e 110, prevede l'utilizzo delle risorse del Fondo di rotazione politiche comunitarie già destinate agli interventi del Piano di Azione Coesione, non ancora oggetto di impegni giuridicamente vincolanti rispetto ai cronoprogrammi approvati - sulla base di una ricognizione da effettuarsi entro il 31 marzo 2016 - a copertura degli oneri connessi alla estensione del beneficio dell'esonero contributivo alle assunzioni a tempo indeterminato dell'anno 2017 – esonero già previsto per il 2016 ai sensi dei commi 178-181 della legge medesima – per i datori di lavoro privati operanti nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. All'esito della ricognizione, con DPCM sarà stabilito l'ammontare delle risorse disponibili a tal fine, eventualmente rimodulando la durata temporale e l'intensità dell'esonero stesso in ragione delle risorse che si renderanno disponibili.

Sulla base delle conclusioni del Gruppo di Azione, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha accertato l'insussistenza di risorse disponibili per le finalità della suddetta norma.

Lo stato di attuazione delle linee di intervento programmate attraverso il Piano di Azione Coesione viene monitorato dal Sistema Informatico della Ragioneria Generale dello Stato che assicura, sulla base delle informazioni periodicamente inviate dalle Amministrazioni titolari degli interventi, una situazione aggiornata sul livello degli impegni e dei pagamenti.

Secondo le informazioni fornite dalla Ragioneria generale dello Stato sullo stato di attuazione delle linee di intervento programmate attraverso il Piano di Azione Coesione, al 31 ottobre 2017 risultano impegni giuridicamente vincolanti pari a 8.733,7 milioni di euro, pari all'84,1% delle risorse programmate.

I pagamenti ammontano a 4.442,9 milioni di euro, pari al 42,8% delle risorse, come evidenziato nella tabella che segue:

Piano Azione Coesione - Attuazione al 31 ottobre 2017

(Fonte RGS-IGRUE)
Milioni di euro                  
Descrizione Programma PAC
Assegnazioni PAC*
Impegnato
Pagato
imp. /
prog.
pag. /
prog.
P.A. Direttrici Ferroviarie **
1.085,00
1.085,00
708,53
100,00%
65,30%
P.A. Giustizia civile celere per la crescita
7,20
6,77
6,73
93,96%
93,49%
PRA - Sardegna **
21,59
21,59
21,59
100,00%
100,00%
PAC Campania ***
1.220,17
1.220,17
616,90
100,00%
50,56%
PAC Calabria
787,59
600,58
66,19
76,26%
8,40%
PAC Ministero dei Beni Culturali***
98,00
98,00
65,12
100,00%
66,45%
PAC Ministero Interno - Programma nazionale Servizi cura all'infanzia e anziani non autosufficienti
627,64
174,12
120,87
27,74%
19,26%
PAC Ministero Interno - Sicurezza e legalità***
156,07
156,07
156,07
100,00%
100,00%
PAC Ministero Interno - Sicurezza e legalità in Calabria
10,00
8,82
3,84
88,19%
38,42%
PAC MISE-DGIAI - Autoimpiego e autoimprenditorialità   ***
49,66
49,66
49,66
100,00%
100,00%
PAC - MISE - DGIAI - Imprese, domanda pubblica e promozione   ***
676,37
576,00
372,66
85,16%
55,10%
PAC MISE-DGIAI Nuove Azioni e Misure Anticicliche ***
341,98
341,98
341,98
100,00%
100,00%
PAC MISE-DGPIC-Misure Anticicliche
136,36
96,77
28,74
70,97%
21,07%
PAC Ministero Infrastrutture e Trasporti   Salvaguardia interventi
459,96
459,66
178,89
99,93%
38,89%
PAC Ministero Infrastrutture e Trasporti - Piano Città
94,85
0,00
0,00
0,00%
0,00%
PAC - MIUR ***
762,94
762,94
182,43
100,00%
23,91%
PAC Ministero del Lavoro - Apprendistato e NEET
49,88
49,88
40,71
100,00%
81,62%
PAC PCM - Dipartimento Gioventù ***
37,60
37,60
37,60
100,00%
100,00%
PAC Puglia ***
1.223,11
1.223,11
616,71
100,00%
50,42%
PAC Sardegna
292,55
270,72
149,20
92,54%
51,00%
PAC Sicilia
1.818,06
1.222,03
486,01
67,22%
26,73%
PAC Valle d'Aosta ***
12,33
12,33
8,75
100,00%
70,94%
PAC Abruzzo ***
66,13
66,13
49,33
100,00%
74,60%
PAC Friuli Venezia Giulia
48,56
41,77
26,81
86,01%
55,21%
PAC Umbria ***
29,41
29,41
15,21
100,00%
51,72%
PAC Complementare al PON Governance e Assistenza Tecnica 2007/2013***
42,06
42,06
37,58
100,00%
89,35%
PAC Molise
33,73
33,42
8,84
99,08%
26,20%
PAC Bolzano***
15,51
15,51
14,25
100,00%
91,88%
PAC Piemonte***
31,65
31,65
31,65
100,00%
100,00%
PAC Basilicata
150,43
0,00
0,00
0,00%
0,00%
Totale
10.386,38
8.733,74
4.442,86
84,09%
42,78%
*     Al netto delle riduzione per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 previste legge n.190/2014, art. 1 comma 122.
**    Impegni comprensivi delle linee in Salvaguardia e dei CIS Direttrice ferroviaria e PRA Sardegna Strade (nota MIT del 30 novembre 2015)
*** Programmi con impegni e/o pagamenti in overbooking

Si segnala che nel sito del Dipartimento politiche di Sviluppo (DPS) Open Coesione sono presenti i dati relativi ai pagamenti.

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