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Politica economica e finanza pubblica
Commissione: V Bilancio
Politica economica e finanza pubblica
Rendiconto 2017 e assestamento 2018
informazioni aggiornate a venerdì, 14 settembre 2018

 

L'Assemblea della Camera avvia l'esame del disegno di legge sul Rendiconto generale dello Stato del 2017 e del disegno di legge di assestamento per il 2018. I disegni di legge sono stati esaminati, nel mese di luglio, delle Commissioni di merito e, successivamente, dalla V Commissione Bilancio, competente in sede referente.

Consulta qui il dossier.

Rendiconto 2017 e assestamento 2018

Il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (anno finanziario), adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.

La disciplina del rendiconto è dettata dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196/2009) la quale prevede che il rendiconto relativo all'anno precedente sia presentato entro il successivo mese di giugno alle Camere con apposito disegno di legge, dopo esser stato previamente sottoposto alla Corte dei conti per il giudizio di parificazione.

Il rendiconto generale dello Stato, articolato per missioni e programmi, è costituito da due parti: il conto del bilancio, che espone l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento; e il conto del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.

L'esposizione dettagliata delle risultanze della gestione è fornita dal conto del bilancio, costituito dal conto consuntivo dell'entrata e, per la parte di spesa, dal conto consuntivo relativo a ciascunMinistero. In linea con la struttura del bilancio, il conto consuntivo finanziario della spesa espone i dati di bilancio secondo l'articolazione per missioni e programmi. Per ciascun programma vengono esposti i risultati relativi alla gestione dei residui, alla gestione di competenza e alla gestione di cassa.

Per quanto concerne il contenuto del disegno di legge di Rendiconto per l'esercizio finanziario 2017, la gestione di competenza ha fatto conseguire un miglioramento dei saldi rispetto alle previsioni definitive. A raffronto con l'esercizio precedente, invece, i dati di consuntivo evidenziano un peggioramento sia del saldo netto da finanziarie (dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali) che del ricorso al mercato. In particolare, il saldo netto da finanziare presenta nel 2017 un valore negativo di 29,1 miliardi di euro (1,7 per cento del PIL), con un peggioramento di circa 18 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2016 (pari a -11,1 miliardi), dovuto al sensibile aumento delle spese finali e, in particolare, di quelle in conto capitale (oltre 20 miliardi), nettamente superiore rispetto all'incremento delle entrate finali. Tale saldo è tuttavia risultato migliore delle previsioni definitive (pari a -53,7 miliardi) per oltre 24,6 miliardi.

Si registra, invece, un miglioramento del risparmio pubblico (saldo delle operazioni correnti), il quale passa dai 27,8 miliardi di euro registrati nel 2016 ad un valore di 31,6 miliardi (1,8 per cento del PIL), con un miglioramento di circa 3,8 miliardi rispetto al 2016. Tale situazione si è determinata a causa di una diminuzione delle spese correnti (-0,7 miliardi) rispetto al complesso delle entrate tributarie ed extra-tributarie (+3,0 miliardi). Il miglioramento è marcato anche con riferimento alle previsioni definitive ed è pari a circa a 6,9 miliardi.

Infine, il dato del ricorso al mercato finanziario (differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti) si attesta nel 2017 a 271,2 miliardi (con un'incidenza sul PIL del 15,8 per cento), evidenziando un aumento rispetto al 2016 (207,1 miliardi di euro), dopo un trend in discesa registrato negli ultimi anni (era 260,4 miliardi nel 2014 e 257,1 nel 2015).

Con riguardo ai saldi di finanza pubblica, i dati del rendiconto attestano un indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni per il 2017 di 39,691 miliardi, pari al 2,3 per cento del PIL. Al netto degli interventi sul settore bancario (che, secondo le indicazioni del DEF, incidono per circa lo 0,4 per cento del PIL), l'indebitamento netto è di 33,184 miliardi, pari all'1,9 per cento del PIL. Il dato indica un miglioramento rispetto all'anno 2016, nel quale l'indebitamento è risultato di 41.638 milioni, pari al 2,5 per cento del PIL. Hanno contribuito al predetto miglioramento sia un incremento del saldo primario (1,1 miliardi), sia una riduzione della spesa per interessi (-0,8 miliardi). In termini relativi, il saldo primario è rimasto invece costante all'1,5 per cento del PIL in entrambi gli esercizi, mentre la spesa per interessi è diminuita dal 4,0 per cento del 2016 al 3,8 per cento del PIL del 2017.

 

L'assestamento di bilancio dello Stato è lo strumento, anch'esso disciplinato dalla legge di contabilità, volto a consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre dell'anno precedente. In questo senso il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il rendiconto del bilancio relativo all'esercizio precedente (e ciò spiega l'esame parlamentare congiunto): l'entità dei residui, attivi e passivi, sussistenti all'inizio dell'esercizio finanziario, che al momento dell'elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene infatti definita in assestamento sulla base delle risultanze del rendiconto.

Con il disegno di legge di assestamento le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente sono adeguate in relazione: per quanto riguarda le entrate, all'eventuale revisione delle stime del gettito; per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute; per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento, in termini di cassa, alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell'esercizio precedente.

Il disegno di legge di assestamento deve essere presentato entro il mese di giugno di ciascun anno e riflette la struttura del bilancio dello Stato, organizzato in missioni e programmi, che costituiscono le unità di voto parlamentare.

Venendo alle proposte di variazioni formulate con il disegno di legge di assestamento per il 2018, le stesse vanno distinte tra quelle concernenti le entrate e quelle relative alle spese.

Per quanto concerne le entrate finali, il disegno di legge di assestamento reca una proposta di riduzione per 1,120 miliardi di euro. Di questi, in particolare, 3,551 miliardi di euro riguardano la riduzione delle entrate tributarie (determinata prevalentemente dall'adeguamento della stima al quadro più aggiornato del DEF 2018), mentre 2.655 milioni di euro si riferiscono all'incremento delle entrate extra-tributarie, spiegato in larga parte dai maggiori utili di gestione della Banca d'Italia già versati allo Stato; infine, ulteriori 785 milioni di euro riguardano le maggiori entrate per i dividendi che saranno versati dalle società pubbliche.

Con riguardo alle spese finali le variazioni proposte determinano una riduzione di 3,570 miliardi di euro. Tale riduzione interessa esclusivamente le spese correnti, che diminuiscono di 4,21 miliardi di euro, nel cui ambito si registra una significativa proposta di diminuzione di quelle per interessi (-3,171 miliardi), legata per 2.271 milioni alle minori esigenze relative al pagamento di interessi sui titoli pubblici e per 900 milioni alle minori esigenze per gli interessi sui conti correnti di tesoreria. La spesa in conto capitale registra invece un incremento di 640 milioni.

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