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Temi dell'attività parlamentare

Politica economica e finanza pubblica
Politica economica e manovre finanziarie
La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015

La Nota di aggiornamento al DEF 2015, trasmessa alle Camere il 19 settembre 2015, rivede le previsioni economiche e di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza dell'aprile 2015, al fine di adeguare il quadro previsionale finanziario per l'anno in corso e per quelli successivi ai mutamenti nel frattempo intervenuti negli andamenti economici. La Camera ha concluso l'esame della Nota nella giornata di giovedì 8 ottobre, con l'approvazione di una risoluzione.

 
La funzione della Nota di aggiornamento
  • 2 dossier
25/09/2015

La disciplina della procedura di bilancio contenuta nella legge di contabilità n. 196 del 2009 prevede che nell'ambito delle nuove scadenze temporali decise in sede europea il Governo presenti alle Camere entro il 10 aprile di ciascun anno il Documento di Economia e Finanza (DEF). Il quadro previsionale del DEF deve essere poi adeguato all'evolversi del quadro economico finanziario in corso d'anno mediante la Nota di aggiornamento, da trasmettersi alle Camere entro il successivo 20 settembre. La Nota potrà altresì aggiornare il DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma contenuti nel Documento medesimo. Ciò consente che la decisione annuale di bilancio, che si avvia con la presentazione, entro il 15 ottobre, dei disegni di legge di stabilità e di bilancio, sia predisposta sulla base di un quadro economico e programmatico il più possibile aggiornato.

Nel presentare il nuovo quadro di finanza pubblica, nella Nota 2015 si è tenuto conto delle raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione Europea nel mese di luglio (2015/C272/16) si tratta di 6 Raccomandazioni, concernenti rispettivamente la sostenibilità delle finanze pubbliche e l'attuazione della delega fiscale, il Piano strategico per la logistica e operatività dell'Agenzia per la coesione territoriale, la modernizzazione della quella della PA e l'efficienza della giustizia civile, il rafforzamento del sistema bancario, il mercato del lavoro e l'attuazione della riforma della scuola, ed, infine, l'attuazione dell'Agenda digitale e la rimozione degli ostacoli alla concorrenza.

Dossier
 
Il quadro macroeconomico
25/09/2015

La Nota 2015 presenta una revisione al rialzo delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2015, in considerazione dei segnali di ripresa dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Anche per gli anni successivi, a partire dal 2017, la Nota espone una revisione verso l'alto delle previsioni, in considerazione delle prospettive più positive della domanda mondiale, sebbene in un contesto internazionale che presenta alcune incertezze, riconducibili ad alcune difficoltà di alcune economie emergenti e del Giappone, nonché all'instabilità finanziaria manifestatasi in Cina. Permane tuttavia positivo l'andamento dell'Area dell'Euro, con una crescita che comunque è lievemente più debole rispetto alle attese

Per quanto concerne l'Italia, ne viene evidenziato un miglioramento delle prospettive di crescita rispetto a quanto previsto nel DEF di aprile, sia sulla base dei segnali positivi emersi nel corso dell'anno e del rafforzamento della domanda interna, che in relazione alla politica fiscale più favorevole alla crescita che il Governo intende impostare con la prossima legge di stabilità per il 2016. Conseguentemente la previsione di crescita del Pil per l'anno in corso sale dallo 0,7 precedentemente previsto allo 0,9 per cento, e quelle per gli anni successivi (2016-2019) sono indicate all'1,3 per cento annuo: ciò per effetto principalmente del rafforzamento della domanda interna, cui si accompagna anche una crescita del clima di fiducia dei consumatori. Concorre in tale direzione una evoluzione favorevole del mercato del lavoro, con un tasso di disoccupazione che inverte la tendenza spesso negativa che lo ha caratterizzato negli ultimi tempi e che nelle previsioni ora riportate nella Nota diminuirebbe dal 12,7 per cento del 2014 al 10,9 del 2019; contestualmente il tasso di occupazione è previsto crescere dal 55,7 per cento del 2014 al 57 per cento nell'anno terminale del periodo..

Si ricorda inoltre che le previsioni macroeconomiche della Nota sono state sottoposte alla validazione – con esito favorevole- dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio secondo quanto previsto dalla legge n. 243/2012, di attuazione del principio del pareggio del bilancio.

 
Il quadro di finanza pubblica
25/09/2015

Il miglioramento delle stime di crescita economica si riflette sull'andamento della finanza pubblica, che nella Nota di aggiornamento espone un quadro più positivo rispetto al Documento di economia e Finanza 2015 di aprile, con un livello di indebitamento netto che per il primo biennio di previsione conferma le stime iscritte nel DEF - pur in presenza dei nuovi oneri intervenuti nel 2015 in conseguenza della sentenza della Corte costituzionale in materia di pensioni – mentre per gli anni dal 2017 al 2019 ha un andamento più positivo rispetto al DEF, per complessivi 0,5 punti percentuali di Pil. Per quanto concerne l' avanzo primario, che, si rammenta, dà conto della differenza tra le entrate e le spese al netto degli interessi, esso risulta pari all'1,7% nel primo anno, come già previsto ad aprile, mostrando poi un costante miglioramento, con una crescita dal 2,9% del 2016 al 5% del 2019. In coerenza con questi andamenti anche per l'indebitamento netto strutturale il quadro tendenziale riportato nella Nota prevede un costante miglioramento nel quinquennio considerato, passando da un valore negativo di 0,4 punti percentuali di Pil nel 2015 al segno positivo nel 2016 (avanzo strutturale dello 0,1), fino allo 0,9% nel 2019. Risulta infine evolversi su un percorso di riduzione la pressione fiscale che, non prevedendosi più di dover procedere agli aumenti di imposta al momento previsti a legislazione vigente (costituiti dalle c.d. "clausole di salvaguardia", che quini verranno disattivate), si prevede scendere dal 43,1 % del 2015 al 41,9 del 2019.

In presenza di questo quadro previsionale sui saldi finanziari, il percorso di risanamento della finanza pubblica viene rivisto dal Governo rispetto a quanto prefigurato nel quadro programmatico del DEF di aprile, indicandosi nella Nota un aggiornamento degli obiettivi programmatici secondo una tempistica del consolidamento fiscale più attenuata. In particolare viene dichiarato che per il 2016 il Governo è intenzionato a utilizzare pienamente i margini di flessibilità in materia di riforme strutturali (ulteriori 0,1 punti percentuali di PIL, rispetto agli 0,4 punti già accordati con le raccomandazioni del Consiglio di luglio 2015) e a chiedere l'applicazione della clausola per gli investimenti per 0,3 punti percentuali di PIL. Complessivamente, pertanto, il margine di flessibilità richiesto ammonta a 0,8 punti percentuali di PIL, cui potrebbe poi aggiungersi eventualmente un ulteriore margine di manovra pari a 0,2 punti percentuali per i costi relativi all'accoglienza degli immigrati. Il margine ulteriore di 0,1 punti riferito alla cd. clausola delle riforme si basa sul presupposto che le riforme strutturali già attuate e quelle in corso di implementazione avranno effetti diretti sulla crescita potenziale e sulla sostenibilità del debito, mentre quello relativo alla cd. clausola per gli investimenti è messo in relazione alla accelerazione della realizzazione di investimenti pubblici cofinanziati con risorse strutturali, con effetti sia sulla crescita che, nel breve periodo, sulla domanda.

Conseguentemente gli obiettivi di indebitamento programmati nel DEF sono rivisti in senso peggiorativo, per il 2016 di 0,4 punti percentuali di PIL, per il 2017 di 0,3 punti, per il 2018 di 0,2 punti e per il 2019 di 0,1 punti, posizionandosi ora rispettivamente, per tali anni, al livello di 2,2, 1,1, 0,2 e, nel 2019, ad un valore positivo di 0,3 punti percentuali di Pil (divenendo quindi un accreditamento netto).

Rispetto, quindi, ai valori tendenziali di tale saldo – vale a dire ai valori che si determinerebbero in assenza di interventi di modifica – si realizza un allentamento dei vincoli per circa 14,6 miliardi di euro nel 2016, 19,2 miliardi di euro nel 2017, 16,2 miliardi di euro nel 2018 e 13,9 miliardi di euro nel 2019, che concorrono ai margini della manovra di finanza pubblica da attuare per il periodo.

La modifica del percorso di consolidamento fiscale comporta il rinvio del conseguimento dell'obiettivo del pareggio strutturale di bilancio, che viene ora previsto nell'anno 2018 rispetto al 2017 indicato nel DEF.

In tali circostanze - vale a dire qualora il Governo proceda a scostamenti dall'obiettivo programmatico strutturale di bilancio - l'articolo 6 della legge di attuazione del pareggio di bilancio n. 243 del 2012, dispone che il Governo sentita la Commissione europea, presenti alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, una Relazione ed una specifica richiesta di autorizzazione in cui sia indicata l'entità e la durata dello scostamento e definisca un piano di rientro verso l'obiettivo programmatico. Alla Nota risulta pertanto allegata tale Relazione, approvata dalla Camera con apposita risoluzione.

Per quanto concerne, infine, l'evoluzione del rapporto debito pubblico/PIL, il 2015 dovrebbe chiudersi con un rapporto debito/Pil pari al 132,8%, in lieve risalita (0,3 punti percentuali) rispetto al DEF, iniziando poi un percorso di riduzione negli anni successivi, fino a posizionarsi al 119,8 % nel 2019.

 
La risoluzione parlamentare sulla nota
09/10/2015

L'esame parlamentare della Nota è stata conclusa dalla Camera con l'approvazione della risoluzione 6-00165  Marchi ed altri con cui, nel condividere l'azione programmatica volta ad evitare per il 2016 manovre con effetto recessivo sulla dinamica del Pil, sui consumi delle famiglie e sugli investimenti, si impegna il Governo, fra l'altro, a conseguire i saldi programmatici del bilancio dello Stato e quelli di finanza pubblica come indicato dalla Nota, ad utilizzare le clausole di flessibilità consentite dal Patto di Stabilità e Crescita per rilanciare la domanda interna e la competitività, fermo restando il rispetto degli impegni assunti in sede europea, a compensare ai Comuni il mancato gettito derivante dalla riduzione della tassazione immobiliare, a finanziare le Città Metropolitane.  La risoluzione reca poi ulteriori impegni a carico del Governo, con riguardo tra gli altri al contrasto all'evasione fiscale, a prevedere interventi per il contrasto del dissesto idrogeologico, alla revisione della spesa.

Vengono infine elencati numerosi interventi da attuarsi a partire dalla legge di stabilità per il 2016, a sostegno della domanda interna e del sistema produttivo, compatibilmente con il rispetto degli obiettivi programmatici. Si ricordano, tra le altre misure, la neutralizzazione dell'entrata in vigore, dal 2016, degli aumenti di imposta previsti dalle clausole di salvaguardia; il prolungamento, oltre il 2015, delle misure di sgravio contributivo per nuovi contratti di lavoro; l'eliminazione dell'imposizione fiscale sula prima casa.